La gestione della Disfagia

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Screening, interventi assistenziali, consigli dietetici e preparazione pasti con consistenza modificata Relatori: S. Bonin, M. Cibin, L.Scarato Vicenza, 1 dicembre 2006


OBIETTIVI DELLE LINEE D’INDIRIZZO Sicurezza nutrizionale (prevenire e gestire la malnutrizione) Promuovere standard di qualità


L’alimentazione è una forma di interazione individuo-ambiente ed è una funzione carica di risvolti emotivo-relazionali e oggetto di riti socializzanti. (Unnia, 1992)


PREMESSE Istituzionalizzazione aumenta i rischi di malnutrizione Sicurezza nutrizionale come responsabilità di molteplici persone (importanza della CONSAPEVOLEZZA ED EDUCAZIONE>>>> andare oltre la “sensibilità” ed il “buon senso”) Perché ci occupiamo di disfagia?

POSSIBILE CAUSA DI MALNUTRIZIONE PER DIFETTO (e di disidratazione)


Medico di MG

INFERMIERE

OPERATORE FISIOTERAPISTA

LOGOPEDISTA

DISFAGIA in C.d.R. SPECIALISTI

DIETISTA ALTRE FIG. PROF.

FAMILIARI


MULTIDISCIPLINARIETA’ S. Bonin: Logopedista > Disfagia (ed esperienza IPAB Proti-Salvi-Trento) L. Scarato: Infermiere Professionale > Interventi assistenziali M. Cibin: Dietista > Consigli dietetici Collegamenti alle Linee d’Indirizzo


PER OCCUPARSI DI DISFAGIA CONOSCERE I FATTORI DI RISCHIO, SEGNI E SINTOMI CONOSCERE LE TECNICHE DI VALUTAZIONE DELLA DISFAGIA CONOSCERE LE TECNICHE DI SOMMINISTRAZIONE DEL CIBO E LE POSIZIONI ADEGUATE CONOSCERE LE PROCEDURE DI EMERGENZA CONOSCERE L’EFFETTO DEI FARMACI RIFERIRSI A LINEE GUIDA FORMAZIONE ED INFORMAZIONE CONTINUE


LA DISFAGIA DEFINIZIONE DIFFICOLTA’ O IMPOSSIBILITA’ AD ATTUARE UNA ALIMENTAZIONE ORALE AUTONOMA E SICURA DIFFICOLTA’ DI DEGLUTIZIONE, NEL PASSAGGIO DI CIBI E BEVANDE DALLA BOCCA ALLO STOMACO


LA DISFAGIA DALLA LETTERATURA: Ăˆ presente nel normale processo di invecchiamento (circa il 20% della popolazione dopo i 50 anni) Aumenta sensibilmente fra le persone istituzionalizzate (60%) o assistite a domicilio Aumenta sensibilmente nei pazienti con esiti di patologie neurologiche e portatori di esiti chirurgici alla bocca Frequenza del 20-40% in pazienti con ictus cerebrale e Morbo di Parkinson


FISIOLOGIA DELLA DEGLUTIZIONE

… diamo per scontata …


DEGLUTIZIONE E’ un atto assai complesso, in parte volontario ed in parte riflesso Richiede proprietà motorie di cui la principale è la forza oltre alla precisione, alla velocità e alla coordinazione. (Unnia, 1995) Il normale processo di deglutizione nell’adulto avviene in diverse fasi:

Fase di preparazione orale; Fase orale; Fase faringea; Fase esofagea.


LA DISFAGIA COME SI MANIFESTA ? COME UNA INCAPACITA’ A PREPARARE IL BOLO ALIMENTARE E/O A FARLO PROCEDERE DAL CAVO ORALE ALL’ESOFAGO E DA LI’ ALLO STOMACO UNA COMPROMISSIONE DI UNA O PIU’ FASI DELLA DEGLUTIZIONE TALE DIFFICOLTA’ SI PUO’ PRESENTARE PER CIBI SOLIDI, PER LIQUIDI (ANCHE PER LA SALIVA) O PER ENTRAMBI


FATTORI DI RISCHIO: ALTERATO LIVELLO DI COSCIENZA DIMINUZIONE DELLE FACOLTA’ COGNITIVE IPERESTENSIONE DEL COLLO O CONTRATTURE INTUBAZIONI PER LUNGHI PERIODI ETA’ AVANZATA (persone anziane con modificazioni dell’orofaringe

associata al normale fisiologico processo dell’invecchiamento) USO DI FARMACI PARTICOLARI (neurolettici, sedativi..) AUMENTO DELL’AGITAZIONE E DELL’IMPULSIVITA’

CAUSE: PATOLOGIE NEUROLOGICHE: ICTUS, DANNO CEREBRALE

(TRAUMATICO), PARKINSON, DEMENZE, SCLEROSI MULTIPLA... ESITI CHIRURGICI (meno frequenti nell’anziano)


CONSEGUENZE DELLA DISFAGIA: RIDOTTO INTROITO ALIMENTARE - MALNUTRIZIONE (e disidratazione)

ASPIRAZIONE di cibi e/o liquidi nelle vie aeree - MAGGIOR RISCHIO DI INFEZIONI POLMONARI

(polmoniti ab ingestis) - AUMENTO DELLA MORTALITA’ (anche per soffocamento)

ALTERAZIONE DELLA QUALITA’ DI VITA (aumento richieste di interventi assistenziali) - MAGGIORI COSTI SOCIO - SANITARI


A PROPOSITO DI ASPIRAZIONE PUO’ ESSERE SILENTE - La tosse è un basso predittore di aspirazione (nel 60% di pz. che aspirano alla VFS, non tossisce) TOSSE POST-DEGLUTITORIA ATTENZIONE AL RESPIRO “LIQUIDO” ATTENZIONE ALLA “QUALITA’” DELLA TOSSE ALTRI SEGNALI (es. LACRIME)


DISFAGIA E POLMONITE Disfagia e polmonite, causa di morte nel 40% delle persone con ictus Polmonite, le vittime piu’ frequenti sono: Gli anziani Gli ammalati Pazienti disfagici Pazienti vegetativi Pazienti istituzionalizzati


SEGNI E SINTOMI PRINCIPALI DELLA DISFAGIA :

TOSSE DURANTE O DOPO LA DEGLUTIZIONE ASSENZA DELLA TOSSE VOLONTARIA DEBOLEZZA DELLA TOSSE ASSENZA DI DEGLUTIZIONE VOLONTARIA ECCESSIVA LENTEZZA NELL’ASSUNZIONE DEI CIBI INAPPETENZA PRESENZA DI RESIDUO DI BOLO NELLA BOCCA DOPO LA DEGLUTIZIONE PERDITA DI PESO O DISIDRATAZIONE RIALZO DELLA TEMPERATURA CAMBIAMENTO DEL TONO DELLA VOCE (disfonia e/o voce “gorgogliante”) FREQUENTI INFEZIONI POLMONARI SCHIARIMENTI DI GOLA FREQUENTI SCARSA IGIENE ORALE LINGUA PROTRUSA SCIALORREA


DA OSSERVARE DURANTE IL PASTO………….

LENTEZZA AD INIZIARE LA DEGLUTIZIONE E / O RITARDO NEL DEGLUTIRE (oltre 5 secondi)

MANCATO COORDINAMENTO TRA MASTICAZIONE E DEGLUTIZIONE

RIPETUTE DEGLUTIZIONI PER UN PICCOLO BOCCONE

STASI DEL CIBO NELLE GUANCE

RIGURGITI ORALI O NASALI

TOSSE O STARNUTI DURANTE O DOPO L’ALIMENTAZIONE


………DOPO LA CONSUMAZIONE DI CIBO O BEVANDE: Voce rauca o umida Affaticamento Cambiamenti nel modo di respirare


DALLE LINEE D’INDIRIZZO PROTOCOLLO GESTIONE DISFAGIA – fase 1 ATTENZIONE Il personale di assistenza deve essere in grado (quindi formato) di riconoscere e prestare attenzione a segni e sintomi per identificare i casi di disfagia o persone a rischio di aspirazione/penetrazione e di malnutrizione, per eventualmente indirizzare verso indagini più approfondite.


Fastidio o dolore associato alla deglutizione Allungamento del tempo impiegato a mangiare (eccessiva lentezza) Tosse non episodica durante e dopo il pasto Senso di corpo estraneo in gola Progressivo cambiamento delle abitudini alimentari, con tentativi inconsci di autocompensazione (esempio inappetenza)

si ☺ no☻

si ☺ no☻

si ☺ no☻

si ☺ no☻

si ☺ no☻

si ☺ no☻ Febbre Affaticabilità e/o malnutrizione (perdita di peso, disidratazione)

si ☺ no☻


NON SOLO DISFAGIA…… DISFAGIA……

LA PRESBIFAGIA DEFINIZIONE DI PRESBIFAGIA: FORMA FISIOLOGICA DI DIFFICOLTA’ DI DEGLUTIZIONE DOVUTA ALL’INVECCHIAMENTO, ANCHE IN ASSENZA DI EZIOLOGIA


LA PRESBIFAGIA CAUSE: CONSEGUENZE DELL’INVECCHIAMENTO DIMINUITA EFFICIENZA DELLA MUSCOLATURA LINGUALE, LABIALE, FARINGEA MAGGIORE RIGIDITA’ DELLE STRUTTURE OROFARINGEE COINVOLTE ATROFIA MUCOSA ORALE E LINGUALE SCARSA SALIVAZIONE EDENTULIA PROTESI DENTARIA INCONGRUENTE PERDITA DELLA SENSIBILITA’ ORALE E PERCEZIONE DEI GUSTI (10 volte < giovane adulto) CAUSE “ESTERNE”: DEPERIMENTO, DEMOTIVAZIONE


LA PRESBIFAGIA COME SI MANIFESTA? COME UN RALLENTAMENTO E UNA SCARSA EFFICIENZA DELLA DEGLUTIZIONE CON : DIFFICOLTA’ A FORMARE IL BOLO INCAPACITA’ A TRATTENERLO NEL CAVO ORALE SCIALORREA Quindi la difficoltà è soprattutto nella fase orale, ma tutto ciò comporta: MAGGIORE DURATA DEL TEMPO DI DEGLUTIZIONE


LA PRESBIFAGIA CONSEGUENZE: RALLENTAMENTO DELLA DEGLUTIZIONE SENZA AUMENTO DEL RISCHIO DI ASPIRAZIONE DEL CIBO (se adeguato!!) DIFFICOLTA’ DI ELABORAZIONE E DI GESTIONE DEGLI ALIMENTI SOLIDI AFFATICAMENTO O ALLUNGAMENTO DEI TEMPI DURANTE IL PASTO


INTERVENTI PER DISFAGIA/PRESBIFAGIA In relazione al grado di difficoltà di deglutizione l’intervento deve porsi alcuni principali obiettivi: Prevenire l’aspirazione e favorire una deglutizione sicura (deglutizione funzionale) Mantenere o recuperare un adeguato stato nutrizionale Migliorare la qualità di vita


INTERVENTI PER DISFAGIA/PRESBIFAGIA DIRETTI ALLA PERSONA approccio adeguato durante l’alimentazione strategie di compenso posture facilitanti (sostituiscono la posizione fisiologica del capo e del collo durante l’alimentazione e agiscono deviando la traiettoria del bolo dalle strutture compromesse)

riabilitazione logopedica (deve riguardare anche mobilità, forza, sensibilità oro-faringo-laringee, oltre a individuare la consistenza adeguata dei cibi)

INDIRETTI interventi dietetici ausili


INTERVENTI PER DISFAGIA/PRESBIFAGIA Tutto è possibile solo dopo un’ATTENTA VALUTAZIONE del caso Necessità della presa in carico di tipo MULTIDISCIPLINARE


DALLE LINEE D’INDIRIZZO PROTOCOLLO GESTIONE DISFAGIA – fase 2 - SCREENING Indicato almeno per ogni ospite/utente nuovo o con improvvise modificazioni funzionali generali (prima dell’assunzione del pasto) Se possibile farlo effettuare da personale specializzato (Logopedista)


SCREENING Water Swallow test (Test dell’acqua): sono usate diverse quantità d’acqua (a partire da 10ml) in tempi diversi con bicchiere Bedside Swallowing Assesment (BSA): osservare livello di coscienza, presenza di secrezioni, disfonia, disartria, tosse volontaria, voce gorgogliante,…. per evidenziare il grado di rischio


DALLE LINEE D’INDIRIZZO PROTOCOLLO GESTIONE DISFAGIA – fase 3 VALUTAZIONE SPECIALISTICA Le persone individuate con caratteristiche di disfagia o a rischio dovrebbero effettuare ulteriore valutazione clinica, entro breve tempo, che può prevedere: prove con cibi di diversa consistenza, tecniche posturali, manovre di deglutizione, stimolazione sensoriale, esame delle funzioni orali.

VALUTAZIONE LOGOPEDICA (Comprende val. linguaggio e delle funzioni cognitive)


DALLE LINEE D’INDIRIZZO PROTOCOLLO GESTIONE DISFAGIA – fase 3 VALUTAZIONE SPECIALISTICA Esami strumentali: da considerare almeno quando, alla valutazione, la ratio di rischi/beneficio nel procedere con prove di cibi è scarsa, se ci sono dubbi sulle opzioni di gestione futura, per chiarire la diagnosi VIDEOLARINGOSCOPIA (con prove di deglutizione) VIDEOFLUOROSCOPIA passo la parola…


L’approccio adeguato RACCOMANDAZIONE GENERALE Si valuta lo stato di coscienza Nulla per bocca fino alla possibilità dell’utente di: 1. Rispondere con qualsiasi canale comunicativo 2. Stare seduto con appoggio


PREMESSE INDIPENDENTEMENTE DA DISFAGIA/PRESBIFAGIA POSTURE: GARANTIRE POSIZIONE CORRETTA RELAZIONE: PORSI ALLA STESSA ALTEZZA DELL’OSPITE RISPETTARE I TEMPI DELLA DEGLUTIZIONE SOMMINISTRARE CIBO ADEGUATO ALLE CAPACITA’


PER QUANTO RIGUARDA IL CIBO… CIBO…. premesse

ASSICURARSI CHE OMOGENEITA’, CONSISTENZA E

TIPO DI CIBO E LIQUIDI SIANO FORNITI COME PRESCRITTO

ASSICURARSI CHE L’ALIMENTAZIONE VENGA

INIZIATA IN ACCORDO CON LE TECNICHE SPECIFICHE RACCOMANDATE DALLO SPECIALISTA DI RIFERIMENTO

MONITORARE L’ASSUNZIONE ORALE ASSICURASI CHE I FARMACI VENGANO

SOMMINISTRATI IN CONDIZIONI DI SICUREZZA


UNA BUONA IGIENE ORALE PUO’ STIMOLARE LA

PRODUZIONE DI SALIVA E IL GUSTO

ASSICURARE UN AMBIENTE TRANQUILLO (no tv e/o

radio) ASSICURARSI CHE L’UTENTE SIA SVEGLIO,

RIPOSATO E SENZA DOLORE VERIFICARE LE ABILITA’ DELL’UTENTE A

COMUNICARE DIFFICOLTA’ NELLA DEGLUTIZIONE


CONTROLLARE LA BOCCA DELL’UTENTE PER

RIMUOVERE LA RIMANENZA DI CIBO…….E PROVVEDERE ALL’IGIENE ORALE

MANTENERE L’UTENTE ALZATO PER 30 - 60

MINUTI MONITORAGGIO:

- controllare la quantità di cibo e liquidi ingeriti dall’utente - monitorare il rumore polmonare e la temperatura corporea - rivalutare regolarmente le abilità di deglutizione


UTENTE SEDUTO:

POSIZIONE ERETTA CON LA FLESSIONE DI ANCA E GINOCCHIO AD ANGOLO DI 90° PIEDI APPOGGIATI ORIZZONTALMENTE TRONCO E TESTA IN LINEA MEDIANA, TESTA LEGGERMENTE FLESSA CON IL MENTO BASSO SE L’UTENTE HA IL CAPO INSTABILE, E’ POSSIBILE SUPPORTARLO CON UNA MANO SULLA FRONTE E’ SCONSIGLIATO L’USO DEL COLLARINO CERVICALE

Immagine tratta da “Disfagia.eat” Travalca Cupillo, Sukkar, Spadola Bisetti


UTENTE COSTRETTO A LETTO : Immagine tratta da “Disfagia.eat” Travalca Cupillo, Sukkar, Spadola Bisetti


LA PERSONA CHE SOMMINISTRA IL PASTO, DOVREBBE

SEDERSI TENENDO GLI OCCHI ALLA STESSA ALTEZZA O PIU’ IN BASSO DI CHI DEVE MANGIARE

EVITARE DI CHIEDERE ALL’UTENTE DI PARLARE MENTRE

MANGIA

SOMMINISTRARE PICCOLE QUANTITA’ DI CIBO ALLA VOLTA L’ALTERNANZA DI LIQUIDI E SOLIDI (se concessa dallo

specialista) PUO’ AIUTARE A PULIRE LA GOLA

INCORAGGIARE LA TOSSE DOPO LA DEGLUTIZIONE (o lo

schiarimento di gola)

INCORAGGIARE RIMOZIONE DI RESIDUI CON LA LINGUA


NON LASCIARE MAI L’UTENTE DA SOLO MENTRE MANGIA O BEVE

EVITARE L’ESTENSIONE DEL COLLO

UTILIZZARE AUSILI ADEGUATI, PER ES. TAZZE CON COPERCHIO E UNA PICCOLA APERTURA LATERALE (può aiutare a rallentare l’assunzione di liquidi).

EVITARE L’UTILIZZO DI CANNUCCE O SIRINGHE PER LA DIFFICOLTA’ DI CONTROLLARE IL FLUSSO DEI LIQUIDI E SEMI-LIQUIDI

ESSERE PREPARATI ALLE MANOVRE DI EMERGENZA RELATIVE AL SOFFOCAMENTO


IGIENE DEL CAVO ORALE Una buona igiene del cavo orale dovrebbe essere mantenuta negli utenti disfagici in particolare in quelli con PEG O SNG. L’IGIENE DEL CAVO ORALE:

FAVORISCE L’UMIDIFICAZIONE DELLA MUCOSA ORALE

STIMOLA LA SALIVAZIONE

EVITA CHE I RESIDUI SI STACCHINO DALLA MUCOSA ORALE CON CONSEGUENTE RISCHIO DI ASPIRAZIONE


Langmore (1988)‌ (1988)‌. Ha dimostrato che i pazienti con scarsa igiene del cavo orale associata a problemi di deglutizione corrono maggiori rischi di sviluppare una polmonite ab-ingestis


FARMACI LA SOMMINISTRAZIONE SICURA DI FARMACI E’ ESSENZIALE CONSULTARE UN FARMACISTA SUL METODO PIU’ APPROPRIATO DI SOMMINISTRAZIONE DEL FARMACO (non tutte le compresse possono essere schiacciate) PER PAZIENTI CHE HANNO UNA MALATTIA COME IL M. di PARKINSON O LA MIASTENIA GRAVE è importante che i farmaci siano somministrati ad orari precisi


Importante Il monitoraggio del pasto e della qualitĂ dei cibi assunti 2. Il continuo monitoraggio del consumo di liquidi 3. Intervento nutrizionale del team multidisciplinare e educazione del paziente e dei familiari 4 . Quando le strategie dietoterapiche per via orale divengono parzialmente o totalmente insufficienti conducendo il paz. a non nutrirsi autonomamente si giunge alla N.E. 1.


RICAPITOLANDO….. IN CASO DI DISFAGIA LA POSIZIONE CORRETTA E L’EVENTUALE POSTURA DI COMPENSO DEVE ESSERE VALUTATA IN ACCORDO CON GLI SPECIALISTI TRA LE CARATTERISTICHE DEL CIBO LE PIU’ IMPORTANTI: CONSISTENZA E OMOGENEITA’ L’ASSUNZIONE DI ACQUA, QUANDO CONSENTITA DALLO SPECIALISTA, DEVE AVVENIRE SOLO DOPO AVER ELIMINATO OGNI RESIDUO DI CIBO DALLA BOCCA (ES. A FINE PASTO) LE SCELTE SPECIFICHE DIPENDONO DA TIPO E GRADO DI SCOMPENSO


SE IL PAZIENTE PRESENTA TOSSE: SE L’EPISODIO E’ IMPORTANTE E SEMBRA NON RISOLVERSI SPONTANEAMENTE ATTIVARE PROTOCOLLO DI EMERGENZA IN USO SE L’EPISODIO NON APPARE GRAVE FERMARE L’OPERAZIONE “D’IMBOCCO” E ASPETTARE CHE LA TOSSE SI RISOLVA PRIMA DI RIPRENDERE IMPORTANTE SEGNALARE SEMPRE GLI EPISODI, SOPRATTUTTO PER MONITORARNE LA FREQUENZA


IN CASO DI DISFAGIA ESEMPI DI CIBI DA EVITARE: PASTINA IN BRODO MINESTRONE CON VERDURE IN PEZZI LEGUMI RISO FETTE BISCOTTATE/PANETTONE POLPETTONE/FRITTATE CON PEZZI DI VERDURE CARAMELLE CIBI IRRITANTI E /O PICCANTI ALCOLICI


IN CASO DI PRESBIFAGIA oltre a postura, relazione, tempi RISPETTARE L’AFFATICAMENTO E/O L’ALLUNGAMENTO DEI TEMPI DURANTE IL PASTO PREFERIRE ALIMENTI SEMISOLIDI O SOLIDI MORBIDI (O SCHIACCIABILI) AD ALTA COMPONENTE DI COESIONE E SCIVOLOSITA’


DALLE LINEE D’INDIRIZZO PROTOCOLLO GESTIONE DISFAGIA – PIANO DI GESTIONE (riabilitativo e/o di modificazione alimentare) Dovrebbe essere concordato e comunicato ai pz. (familiari, assistenti privati) e a tutti i membri del team di assistenza e cura. La documentazione sullo stato nutrizionale e di assunzione di liquidi dovrebbe essere riportato di routine nella cartella clinica e infermieristica, regolarmente aggiornate.


DALLE LINEE D’INDIRIZZO PROTOCOLLO GESTIONE DISFAGIA – fase 4 INTERVENTI ASSISTENZIALI Tutti gli addetti all’assistenza devono avere conoscenze e abilità per alimentare in SICUREZZA la persona con disfagia La persona individuata come disfagica o a rischio >> deve effettuare valutazione supplementare (logopedista o medico esperto)


DALLE LINEE D’INDIRIZZO PROTOCOLLO GESTIONE DISFAGIA – fase 4 INTERVENTI ASSISTENZIALI Il personale di assistenza:

deve assicurarsi che

la struttura, il tipo di cibo e la consistenza corrispondano alle prescrizioni date (qualità e quantità) le tecniche di alimentazione siano intraprese in accordo con i metodi specifici raccomandati dagli specialisti

deve monitorare la quantità di cibo assunta per assicurare un’adeguata nutrizione ed idratazione

E’ QUINDI CORRESPONSABILE passo la parola…


CARATTERISTICHE FISICHE DEGLI ALIMENTI LA SCELTA DEL CIBO DEVE RISPONDERE ALLE SEGUENTI NECESSITA’ NUTRIZIONALI: APPORTO CALORICO E IDRICO CAPACITA’ DI DEGLUTIZIONE PREFERENZE DELLA PERSONA


Caratteristiche fisiche degli alimenti 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9.

CONSISTENZA; GRADO DI COESIONE OMOGENEITA’ VISCOSITA’ DIMENSIONI TEMPERATURA COLORE SAPORE APPETIBILITA’


La consistenza La caratteristica è diversa a seconda del tipo di deficit rilevato. LIQUIDI Sono utili quando la sola difficoltà del paziente è presentata dalla masticazione; Sono invece i più difficili da deglutire in caso di disfagia.L’agente più a rischio è l’acqua, perché inodore, insapore, incolore.


La consistenza RICORDIAMO CHE: L’ACQUA insieme a THE’e TISANE prive di zucchero presentano meno rischi di Infezioni polmonari.


La consistenza LIQUIDI DENSI: Sono rappresentati da bevande che danno luogo a infiammazioni a carico dell’apparato Broncopolmonare, come: Latte, Yogurt da bere e succhi con polpa.


La Consistenza

SEMISOLIDI: Necessitano di una modesta preparazione orale. Sono i gelati, granite,passati di verdure,yogurt, creme, semolini, frullati e omogeneizzati di frutta (preparati dove prevale la % liquida)


La Consistenza

SEMISOLIDI: Polenta, semolino,crema di riso,passati di verdura densi,omo carne o pesce, formaggi cremosi uova alla coque, budini e mousses. E’ necessario una preparazione orale più impegnativa della dieta semiliquida ma non è necessaria masticazione.


La Consistenza SOLIDI: E’ una dieta riservata ai pazienti con compromissione di bassa entitĂ e con masticazione conservata in parte. Prevedono: Pasta e gnocchi, ben cotte e ben condite,lasagne, uova sode,pesce diliscato,verdure cotte non filose formaggi tipo crescenza,soufflè, pane da tramezzini,banana e mela cotta.


Grado di coesione Gli alimenti che sono serviti devono garantire compattezza durante tutto il passaggio del canale alimentare senza sbriciolarsi o frammentarsi. Sono da evitare quindi : Creakers,grissini,biscotti,pastina in brodo,riso, frutta secca.


OmogeneitĂ Il cibo deve presentarsi della stessa consistenza e dimensione Sono controindicati piatti quali il minestrone di verdure in pezzi e la pastina in brodo.


Viscosità Il cibo servito deve presentare un grado di scivolosità per una deglutizione più facile. Sono da evitare tutti i cibi secchi. Consigliato l’uso di lubrificanti quali vegetali, burro, panna ect.


Dimensioni Importante sono: Porzionamento; Dimensioni del boccone Varieranno a seconda del tipo di alterazione della deglutizione


Temperatura La temperatura simile a quella corporea non stimola la percezione del boccone durante le fasi della deglutizione; Le temperature devono essere pi첫 calde o pi첫 fredde di 36-37째


Colore Il colore del cibo è importante per i pazienti portatori di cannula tracheale.

Il colore deve essere differente dalle secrezioni tracheo-bronchiali


Sapore Importante rispettare i gusti e le preferenze dell’anziano. RICORDARE Sapore “acido”, “amaro”,”piccante”, possono aumentare il rischio di aspirazione per scarso controllo linguale, ipomobilità faringea


Sapore Viceversa gli stessi sapori possono aiutare in caso di ridotta sensibilità; Il sapore “acido”, ha l’effetto di aumentare la secrezione salivare (quindi da evitare in caso di scialorrea).


Appetibilità L’aspetto deve essere curato e le portate distinte. La Preparazione deve tener conto di suggerimenti quale: la frullatura del cibo.


AppetibilitĂ (frullatura) La carne deve essere ben cotta e tagliata in piccoli pezzi o macinata prima di essere frullata od omogeneizzata: successivamente filtrare gli alimenti frullati per rimuovere i frustoli I liquidi devono essere aggiunti gradualmente: l’eccesso può modificare il sapore e la consistenza del cibo I cibi dopo la frullatura e prima del consumo devono essere refrigerati o mantenuti >di 65°.


Modificatori di consistenza La consistenza può essere modulata e adeguata alle esigenze del paziente. Si possono usare : 1. Addensanti naturali o artificiali; 2. diluenti; 3. Lubrificanti.


Modificatori di consistenza (Addensanti) Gelatine, polveri,dadi, fogli di colla di pesce Possono essere aggiunti alle bevande senza alterarne il sapore es. fecola di patate e farine cereali o farine istantanee: Variano la consistenza al momento della somministrazione in modo graduale (Minestre)


Modificatori di consistenza Addensanti Addensanti istantanei artificiali possono essere aggiunti ad alimenti liquidi o semisolidi, caldi o freddi mantenendo la consistenza ottenuta nel tempo senza modificare il gusto ed il colore del cibo o della bevanda.


USO DELL’ DELL’ADDENSANTE Esempi di classificazione

LA CONSISTENZA DA RAGGIUNGERE CON L’ADDENSANTE VIENE DECISA DAL LOGOPEDISTA IN BASE ALLE CARATTERISTICHE DI SCOMPENSO PRESENTI

Succo di frutta

Frutta cotta

Yogurt/budino


Modificatori di consistenza Diluenti Utili per diminuire la consistenza delle diverse preparazioni come: brodo vegetale o di carne,l’acqua, il latte, la panna, i succhi di frutta e di verdura.


Modificatori di consistenza Lubrificanti Olio vegetale, burro, maionese besciamella.


Modificatori di consistenza Integratori modulari Sono da utilizzarti per le supplementazioni di un singolo nutriente (glucidi,proteine, lipidi,proteine, fibre, vitamine, sali miner), o per completare l’intake calorico. Possono essere miscelate ai piatti senza alterarne il sapore.


Integratori liquidi- densi Sono da considerarsi supplementazioni nutrizionali con indicazioni ben specifiche. Sono bevande dense aromatizzate con diverse composizioni ipercaloriche iperproteiche ect.


Alimenti a consistenza modificata Preparazioni in polvere di alimenti arrichiti in vitamine e Sali minerali e/o proteine giĂ pronti da diluire con composizione nutrizionale nota per porzione.


Alimenti a consistenza modificata IMPORTANTE ricordare che nel paz. con disfagia la produzione di piatti deve avere un’adeguata consistenza, anche per evitare sazietà precoce causata dal volume delle preparazione a scapito della composizione calorico proteica passo la parola‌


PROPOSTA DELLA GESTIONE DELLA DISFAGIA IN ISTITUTO:

ESPERIENZA I.P.A.B. PROTI – SALVI – TRENTO Logopedista Bonin Silvia


ESPERIENZA IPAB Dati disfagia in alcuni reparti: 26-46% Protocollo disfagia: recentemente implementato dal Servizio di Logopedia per descrivere le fasi dell’intervento logopedico con il soggetto disfagico in Casa di Riposo (anche su stimolo delle linee d’indirizzo) Logopedista Bonin Silvia


ESPERIENZA IPAB Formazione al personale: sono state effettuate varie esperienze formative Formazione ai familiari Gruppi “Alimentazione�: formula vincente! Logopedista Bonin Silvia


ESPERIENZA IPAB Uno dei VANTAGGI: la collaborazione con il Servizio di Cucina (es. menù tritato e menù frullato) Uno degli SVANTAGGI: la mancanza del Dietista (anche se ….)

Logopedista Bonin Silvia


IL GRUPPO ALIMENTAZIONE OPERATORI D’ASSISTENZA

INFERMIERE

GRUPPO ALIMENTAZIONE

COORDINATORE DI REPARTO

LOGOPEDISTA

MULTIDISCIPLINARIETA’ Logopedista Bonin Silvia


IL GRUPPO ALIMENTAZIONE OBIETTIVI GENERALI Curare l’aspetto dell’alimentazione per garantire una qualità di vita dignitosa alla persona e un servizio offerto in sicurezza Conoscenza delle competenze specifiche dei singoli professionisti Condivisione degli obiettivi e delle modalità di lavoro garantendo un fertile passaggio di informazioni

Logopedista Bonin Silvia


IL GRUPPO ALIMENTAZIONE OBIETTIVI SPECIFICI Condivisione delle conoscenze relative ai singoli ospiti (monitoraggio, verifica, valutazione) Elaborazione di un progetto personalizzato/PIANO NUTRIZIONALE Condivisione delle decisioni sulla gestione organizzativa del momento del pasto Controllare le complicanze da disfagia Prevenire l’ospedalizzazione e la malnutrizione Ritardare l’alimentazione artificiale Segnalazione dei nuovi casi Logopedista Bonin Silvia


IL GRUPPO ALIMENTAZIONE COME OPERA IL GRUPPO Frequenza: 1 volta al mese per 1 ora in orario di servizio. ModalitĂ :

ogni professionista porta la propria valutazione specifica; discussione del caso; stesura del progetto individualizzato di intervento Logopedista Bonin Silvia


IL GRUPPO ALIMENTAZIONE COME OPERA IL GRUPPO Modalità:

compilazione di una scheda personale dell’ospite, contenente le strategie di intervento, che viene messa a disposizione del personale di reparto, il quale si dovrà attenere a tali disposizioni; verifica delle decisioni prese nel precedente incontro.

Logopedista Bonin Silvia


IL GRUPPO ALIMENTAZIONE COME OPERA IL GRUPPO Strumenti:

quaderno con le schede personali di ogni ospite a disposizione del reparto per consultazione; tabella riassuntiva dei cibi e delle modalità d’assunzione; quaderno per i verbali di gruppo con possibilità da parte del personale non direttamente coinvolto nel gruppo di aggiungere le proprie impressioni. Logopedista Bonin Silvia


CONCLUSIONI DOPO EQUIPE

PRIMA EQUIPE Ognuno fa per conto proprio finalità diverse no passaggio di informazioni poche segnalazioni

condivisione degli obiettivi stesse modalità di intervento migliore comunicazione a più livelli più segnalazioni e scambi di impressioni più responsabilità più collaborazione

Logopedista Bonin Silvia


CONCLUSIONI PRIMA EQUIPE

DOPO EQUIPE

disgregazione disorganizzazione dispendio di energie scarso riconoscimento a livello istituzionale

buona integrazione organizzazione buon impiego delle risorse pi첫 considerazione e risposte

Logopedista Bonin Silvia


CONCLUSIONI DOPO OSPITE

PRIMA OSPITE pochi risultati poca sicurezza per l’ospite poca continuità di intervento poca possibilità di verifica delle proposte (poche)

risultati migliori più sicurezza per l’ospite più continuità di intervento più proposte di intervento più possibilità di verificare l’efficacia di una proposta più possibilità di sperimentare modalità diverse

Logopedista Bonin Silvia


CONCLUSIONI PRIMA OSPITE impossibilità di attuare un piano personalizzato

DOPO OSPITE possibilità di attuare un piano personalizzato

Logopedista Bonin Silvia


CONCLUSIONI PRIMA LAVORO frammentato fragile tanto inutile

DOPO LAVORO costruttivo prezioso di qualitĂ solido, che ha tenuta incisivo

Logopedista Bonin Silvia


CONCLUSIONI PRIMA PER NOI

DOPO PER NOI

senso di frustrazione di inutilità, di impotenza fatica passività immobilità demotivazione e abbandono

più autostima gratificazione soddisfazione più consapevolezza corresponsabilità motivazione e determinazione

Logopedista Bonin Silvia


Grazie dell’attenzione!!!!! ‌. E vi auguriamo di lavorare prossimamente insieme!


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