TERRA SANTA – Guida francescana per pellegrini e viaggiatori

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Gli orari di apertura dei siti I principali mezzi di trasporto Gli Autori di questa guida uniscono la loro competenza archeologica, biblica, storica e geografica alla passione per queste terre, amate e percorse di continuo, da soli o accompagnando gruppi di pellegrini. I loro preziosi consigli rendono l’esperienza del viaggio unica e indimenticabile.

euro 34,00

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e le piantine dei santuari e dei siti archeologici

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32 pagine a colori con le mappe delle città

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brani riportati integralmente

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I riferimenti biblici per ogni luogo con più di 180 245 luoghi descritti in 800 pagine

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L’archeologia e l’arte

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La teologia e la spiritualità

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La storia e le religioni

La Guida della Custodia di Terra Santa

ISRAELE, PALESTINA, GIORDANIA, SINAI SANTUARI, SITI ARCHEOLOGICI ESCURSIONI BIBLICHE

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Tutto quello che è necessario sapere della Terra Santa

H. Fürst - G. Geiger

La più completa Guida di Terra Santa mai realizzata


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Heinrich Fürst (1929-2014), frate minore tedesco, è stato professore di Esegesi del Nuovo Testamento. Durante vari soggiorni prolungati in Terra Santa – come studente, professore, membro del governo dell’Ordine dei Frati minori e guidando numerosi gruppi di pellegrini – ha acquisito una conoscenza ampia e approfondita della Terra Santa, che ha voluto poi condividere con altri attraverso la stesura di questa guida.

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Gregor Geiger, nato nel 1969, appartiene alla Provincia tedesca dei Frati minori e dal 1999 vive a Gerusalemme ed esercita il suo ministero nella Custodia di Terra Santa. È professore di Lingua ebraica presso lo Studium Biblicum Franciscanum. È un grande conoscitore della Terra Santa: alle competenze maturate attraverso i suoi studi unisce l’attività di guida, a servizio di numerosi gruppi di pellegrini. Tra i suoi progetti futuri una guida per chi ama le escursioni a piedi nel deserto, di cui è molto appassionato.

La Custodia di Terra Santa è una provincia dell’Ordine francescano dei Frati minori; comprende i territori di Israele, Palestina, Giordania, Siria, Libano, Egitto, Cipro e Rodi (Grecia). L’Ordine dei Frati minori, fondato da san Francesco d’Assisi nel 1209, si aprì subito all’evangelizzazione missionaria. La presenza francescana in Terra Santa risale al 1217 ed essa fu visitata dallo stesso san Francesco fra il 1219 e il 1220. Nel 1291 quando San Giovanni d’Acri, ultima roccaforte cristiana, cadde in mano islamica, i francescani si rifugiarono a Cipro e da lì cercarono di riprendere la presenza nei luoghi santi della cristianità. Il ritorno in Terra Santa, col possesso legale di alcuni santuari e il diritto d’uso per altri, si deve ai Reali di Napoli, Roberto d’Angiò e Sancia di Maiorca, che nel 1333 acquistarono dal sultano d’Egitto il Santo Cenacolo e il diritto di svolgere celebrazioni al Santo Sepolcro. Nel 1342 papa Clemente VI, con le bolle Gratias agimus e Nuper carissimæ, diede disposizioni per la nuova entità, la Custodia di Terra Santa. È una Provincia dell’Ordine a carattere internazionale, in quanto composta da religiosi provenienti da tutto il mondo. Oltre alla presenza e al servizio nei principali santuari della Cristianità, in particolare Santo Sepolcro a Gerusalemme, basilica della Natività a Betlemme e chiesa dell’Annunciazione a Nazaret, i frati svolgono attività pastorale in diverse parrocchie e in ambiti di carattere sociale: scuole, collegi, case per studenti, laboratori artigianali, case di riposo per anziani, doposcuola, ambulatori. Le loro scuole forniscono formazione a circa diecimila alunni fra cattolici, cristiani di altre confessioni e non cristiani. Questa Guida si inserisce in una lunga tradizione di pubblicazioni francescane dedicate al pellegrinaggio in Terra Santa che risale al 1664.


Heinrich Fürst - Gregor Geiger

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Guida francescana per pellegrini e viaggiatori

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Traduzione dal tedesco Dario Rivarossa


© 2017, Fondazione Terra Santa - Milano Edizioni Terra Santa - Milano

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Editing Elena Bolognesi

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Titolo originale dell’opera: Im Land des Herrn. Ein franziskanischer Pilger- und Reiseführer für das Heilige Land (V ed.) © Gregor Geiger © Deutsche Franziskanerprovinz, München

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Progetto grafico Elisabetta Ostini

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Per i testi biblici © 2008 Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena

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Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo senza autorizzazione scritta dell’editore. Edizioni Terra Santa Via G. Gherardini 5 – 20145 Milano (Italy) tel.: +39 02 34592679 fax: +39 02 31801980 www.edizioniterrasanta.it editrice@edizioniterrasanta.it Finito di stampare nel marzo 2017 da Corpo 16 srl, Modugno (Ba) ISBN 978-88-6240-411-2


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Presentazione Prefazione Nota sulla grafia dei nomi di luogo

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SOMMARIO

PASSATO E PRESENTE

13 15 18 19 35 35 37 40 40 44 45 48 49 51 55 56 59 60 61

1. TEL AVIV E DINTORNI Lod Ramla Tel Aviv – Giaffa Afek/Antipatride

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2. DA TEL AVIV AD HAIFA Arsuf Cesarea Dor

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LE RELIGIONI IN TERRA SANTA Le Chiese cristiane La Chiesa latina Le Chiese orientali a) Le antiche Chiese orientali b) Le Chiese ortodosse c) Le Chiese cattoliche orientali (“uniate”) Le Chiese della Riforma Ecumenismo L’ebraismo I samaritani L’islam I drusi I baha’i Stato e religione

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4. DA HAIFA AL CONFINE LIBANESE VIA ACRI Acri/Acco Nahariya Aczib

103 106 115 116 117 119 120

6. DA NAZARET VERSO OVEST IN DIREZIONE HAIFA Bet Shearim Yokneam

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7. DA NAZARET VERSO NORD-OVEST IN DIREZIONE ACRI Sepphoris La chiesa di Sant’Anna Il Parco nazionale Khirbat Kana Yodfat Shefaram Ibellin

127 127 128 129 132 132 133 133

8. DA NAZARET VERSO EST IN DIREZIONE DEL LAGO DI GENNESARET Cana Nabi Shuwaib Arbela

135 135 141 142

9. ALTA GALILEA Lungo il confine libanese Da Safed a Nahariya Montfort Da Corazin ad Acri

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10. ATTORNO AL LAGO DI GENNESARET In barca sul lago Tiberiade Magdala Il monte delle Beatitudini

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5. NAZARET La chiesa dell’Annunciazione La chiesa di San Giuseppe Nei dintorni della basilica dell’Annunciazione La chiesa-sinagoga Il “pozzo di Maria” e la chiesa di San Gabriele La Nazaret moderna

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3. HAIFA E MONTE CARMELO Haifa I giardini dei baha’i Il Carmelo e i carmelitani La chiesa e il convento della Stella Maris Muhraqa


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12. IL GOLAN Banias Horvat Omrit Nimrod Il monte Hermon Birkat Ram Quneitra Katzrin Gamla Rujm al-Hiri

205 206 209 209 210 210 210 210 211 212

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11. DAL LAGO DI GENNESARET VERSO NORD. PIANA DI HULE Hazor Dan

213 213 214 215 216 224 226 227

14. IL NORD DELLA SAMARIA Dotan Sebaste/Samaria

231 234 235

15. SICHEM/NABLUS Il pozzo di Giacobbe Tell Balata La tomba di Giuseppe La città vecchia Il monte Garizim e i samaritani

241 245 248 249 249 250

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13. DA NAZARET VERSO SUD. PIANA DI YIZREEL Afula Nain Endor Il monte Tabor Yizreel/Izreel Bet Alfa Meghiddo

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Sommario

Tabgha La chiesa della Moltiplicazione dei pani La cappella del Primato La grotta delle Beatitudini Cafarnao La sinagoga La casa di Pietro Gli altri scavi e reperti Corazin Betsaida Kursi Hippos Hammat Gader

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17. RAMALLAH E DINTORNI Gabaon Nabi Samuil Emmaus/Qubeibe e il dibattito sulla Emmaus biblica Emmaus/Nicopoli Emmaus/Abu Gosh Emmaus/Qubeibe Mosa Modin/Modi’in Tra Ramallah e Gerusalemme

265 267 268 271 273 274 275 276 277 279

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18. LA VALLE DEL GIORDANO La valle del Giordano: versante occidentale Belvoir Bet Shean Tra Bet Shean e Gerico Rechov Ennon presso Salìm L’Alexandreion Il luogo del battesimo (dal lato ovest)

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16. TRA NABLUS E RAMALLAH Silo Betel

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20. DA GERICO A GERUSALEMME Il Wadi Kelt I monasteri del deserto Monastero di San Giorgio Monastero di San Teoctisto Monastero di Sant’Eutimio Monastero di San Martirio Nabi Musa e Buqea L’ostello del Buon Samaritano

313 314 315 315 317 317 318 318 320

21. GERUSALEMME

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22. SANTO SEPOLCRO E CHIESA DELLA RISURREZIONE La storia della basilica L’epoca pre-costantiniana Gli edifici costantiniani Le modifiche medievali Lo status quo

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19. GERICO La Gerico dell’Antico Testamento La Gerico di Erode La Gerico bizantina Il monte delle Tentazioni

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Sommario

All’esterno della basilica La cappella dell’Apparizione Il deambulatorio La cappella di Sant’Elena La cappella del Ritrovamento della croce Il Golgota La Pietra dell’unzione La rotonda (Anastasis) e il Santo Sepolcro Il presbiterio (Katholikon)

359 359 361 366 370 372 384

24. IL QUARTIERE CRISTIANO Il Muristan

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23. IL QUARTIERE MUSULMANO E LA VIA DOLOROSA La porta di Santo Stefano, o dei Leoni La piscina di Betzatà e la chiesa di Sant’Anna La fortezza Antonia (il pretorio?) La cappella della Flagellazione La Via crucis Dalla porta di Damasco alla porta di Santo Stefano

393 393 397 404 405

26. IL MONTE DEL TEMPIO/AL-HARAM ASH-SHARIF Il primo Tempio Il secondo Tempio La Spianata e l’islam La moschea Al-Aqsa La Cupola della Roccia La porta Aurea

411 411 413 417 421 422 425

27. IL QUARTIERE ARMENO La cittadella (fortezza di Erode o torre di Davide) La chiesa siro-ortodossa di San Marco La cattedrale di San Giacomo e il Patriarcato armeno

429 430 433 434

28. IL MONTE SION Il palazzo di Caifa Il Cenacolo La tomba di Davide La chiesa della Dormizione di Maria San Pietro in Gallicantu

437 438 438 445 448 453

29. MONTE DEGLI ULIVI E VALLE DEL CEDRON SUPERIORE Le tre cime Il santuario dell’Ascensione

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25. IL QUARTIERE EBRAICO Il Muro occidentale (Muro del pianto) Usanze religiose ebraiche Il sito archeologico (Davidson Center) Il quartiere ebraico

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30. LAVALLE INFERIORE DEL CEDRON E LA CITTÀ DI DAVIDE L’antica necropoli Silwan La città di Davide La sorgente del Ghihon La piscina di Siloe La valle cittadina inferiore (Tyropeion) La valle inferiore della Geenna e il monte del Cattivo consiglio

489 489 492 493 496 499 502 503

31. GERUSALEMME A NORD DELLA CITTÀ VECCHIA All’esterno della porta Nuova Fuori dalla porta di Damasco All’esterno della porta di Erode

505 505 506 510

32. GERUSALEMME A OVEST DELLA CITTÀ VECCHIA Il monastero della Santa Croce Il Museo di Israele La Menorà Lo Yad Vashem Ein Kerem La chiesa della Natività di Giovanni il Battista La chiesa della Visitazione Le vetrate di Chagall (sinagoga interna alla clinica Hadassa) San Giovanni del Deserto

511 514 515 519 521 523 523 526 528 530

33. TRA GERUSALEMME E BETLEMME

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34. BETLEMME E DINTORNI La basilica della Natività La grotta della Natività Le altre grotte La grotta del Latte La tomba di Rachele Beit Sahur e i “Campi dei pastori” Il monastero di San Teodosio Mar Saba Le piscine di Salomone e l’Hortus conclusus L’Herodion San Caritone e Tekoa

539 541 550 553 555 555 557 562 563 564 566 568

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Eleona e chiesa del Pater Noster Cimitero ebraico e valle di Giosafat Le tombe dei profeti Dominus Flevit La chiesa della Maddalena Getsemani: il giardino e la basilica La tomba di Maria Betfage Betania

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36. TRA GERUSALEMME E TEL AVIV Abu Gosh (Emmaus?) Amwas (la Emmaus-Nicopoli) e Latrun

571 573 573 575 575 576 576 576 577 577 580 583 587 589 590 591

595 596 598 599 600 601 605 607 609 610 611 611 613 614

38. IL MAR MORTO. SPONDA OVEST Il Mar Morto Il deserto Qumran Tra Qumran ed Ein Ghedi (Engaddi) Ein Ghedi Tra Ein Ghedi e Masada Masada La parte sud del Mar Morto Sodoma

619 619 620 621 625 627 630 632 635 636

39. IL NEGHEV Arad Bersabea Le città nabatee

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37. LA SHEFELA E I TERRITORI FILISTEI Zora (Sorea) ed Eshtaol Bet Shemesh Beit Jemal Ekron Azekà, Soco, Adullam Gat Bet Guvrin/Maresha Lakish/Lachis Yavne/Iamnia Yavne Yam, “Yavne a Mare” Ashdod Ascalon Gaza

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Sommario

35. HEBRON E DINTORNI La fonte di Filippo Bani Naim Tell Sif Khirbat Istabul Maon Susya Estemoa Hebron La Hebron biblica La Hebron cristiana e musulmana Mamre Tell Rumeida/Tel Hebron

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659 661 663 668 672 673 675 677 678 681 683 686 690 694 696 697 699 701 705 715 721 725 729 737

CONCLUSIONE Orari Orari autobus Orari di apertura dei siti Indice dei testi biblici Brani riportati per intero Brani solo citati Indice dei luoghi Crediti fotografici

739 741 741 746 757 757 763 777 794

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41. LA GIORDANIA La valle del Giordano (parte orientale) Pella Tell Deir Alla Il luogo del Battesimo (sul lato giordano) Amman Gerasa/Jerash Gadara Umm al-Jimal I percorsi verso sud Heshbon Madaba Il monte Nebo Macheronte Umm ar-Rasas Kerak Petra Aqaba

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646 646 647 647 648 649 651 652 653 654 655

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40. IL SINAI La piana di ar-Raha (“il Riposo”) Il monastero di Santa Caterina Il monte di Mosè Il monte Santa Caterina Kades-Barnea

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Mamshit Elusa (Chaluza) Ruheibe Shivta Nitzana Avdat Le tappe dell’Esodo Il Neghev meridionale Har Karkom L’Araba La Salita degli scorpioni


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Il Santo Sepolcro Mappe generali Il Nord Il Sud La Galilea

Sommario

IMMAGINI A COLORI, MAPPE E PIANTINE

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Cafarnao Vista aerea Ricostruzione della casa di san Pietro

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Monte Tabor Piantina della sommità Basilica della Trasfigurazione

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Nazaret Mappa della città Basilica dell’Annunciazione Basilica dell’Annunciazione. Facciata Basilica dell’Annunciazione. La chiesa inferiore con l’ingresso alla Grotta venerata

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II III IV

VIIb VIII IX X XIa XIb

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Acri

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Tabgha Mosaico nella chiesa della Moltiplicazione dei pani Cappella del Primato

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Gerusalemme Mappa della zona Ovest Mappa della zona Est Mappa della Città Vecchia Nella mappa musiva di Madaba (560 d.C.) Veduta della Città Vecchia verso est Basilica del Santo Sepolcro, pianta generale Ricostruzione della basilica costantiniana Ricostruzione della chiesa crociata L’edificio attuale Il rito del fuoco del Sabato santo (ortodossi) Processione del Giovedì santo (cattolici) Getsemani Basilica dell’Agonia L’edificio del Cenacolo Monte Sion Gerusalemme: processione della domenica delle Palme Cappella/moschea dell’Ascensione Betania, tomba di Lazzaro

XIV XV XVI XVIIa XVIIb XVIII XIXa XIXb XXa XXb XXI XXIIa XXIIb XXIIIa XXIIIb XXIVa XXIVb XXV 11


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Betlemme Mappa della città Basilica della Natività Grotte sotto la Basilica La grotta della Natività Basilica della Natività. Particolare dei mosaici Ecumenismo

XXVI XXVII XXVIIIa XXVIIIb XXIXa XXIXb XXX

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Giaffa Sinai Vista sul deserto Monastero di Santa Caterina Neghev, il deserto di Paran

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Macheronte, ricostruzione della fortezza erodiana

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PRESENTAZIONE

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l pellegrinaggio verso Gerusalemme è descritto come una “ascensione” e non solo perché la Città santa sorge in cima a una collina, a 800 metri di altitudine, ma perché fin dalla sua fondazione avvenuta tremila anni fa ad opera del re Davide, la decisione stessa di partire e tutto il tempo del viaggio intrapreso per raggiungerla sono considerati parte integrante del culto a Dio e un’esperienza decisamente “in salita” e forse proprio per questo capace di trasformare la vita. Gerusalemme si lascia ammirare da lontano, come la città posta sul monte per attirare a sé le genti (cfr. Mt 5,14), ma bisognerebbe arrivarci alla fine del viaggio, dopo aver percorso la Galilea e la Samaria da nord, oppure la Giudea da sud, oppure risalendo da Gerico e dalla valle del Giordano. Perché è tutta la Terra Santa a rappresentare ancora oggi uno straordinario crocevia di umanità e di fede, di storia e di archeologia. Ancora oggi ha il misterioso potere di trasformare, poco o tanto, la vita di chi ne varca la soglia. Il grande lavoro iniziato dal compianto p. Fürst, completato e verificato sul campo da p. Geiger, che a Gerusalemme risiede da molti anni in virtù del suo incarico di docente presso lo Studium Biblicum Franciscanum, rende pienamente ragione della multiforme bellezza di questa terra. Al primo va il nostro ricordo riconoscente, al secondo il nostro grazie e il nostro plauso per aver portato a compimento quest’opera. Le peculiarità di questa Guida sono molte. Anzitutto ci fa percorre le strade di Terra Santa con la Bibbia in mano e ritroviamo località piccole e grandi che hanno fatto cornice alla storia della Salvezza, da Abramo fino alla predicazione dei primi discepoli di Gesù. Moltissimi testi biblici sono riportati integralmente, rendendo più agevole la lettura in loco. E poi è una Guida francescana, non solo perché scritta da frati francescani e perché assunta dalla Custodia di Terra Santa come strumento di riferimento. È 13


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francescana soprattutto per quello spirito di dedizione alla terra di Gesù che fu anzitutto di Francesco d’Assisi, che di qui passò nel suo viaggio verso Damietta. Oggi i Frati Minori, cui la Santa Sede affida la Custodia dei Luoghi santi sin dal 1342, forti di questa dedizione, svolgono il loro ministero in Terra Santa sotto molti aspetti: umano e spirituale, liturgico e pastorale, sociale e caritativo, ecumenico e interreligioso, culturale e scientifico. Tra i pionieri dell’archeologia biblica spiccano i nomi di frati come Bellarmino Bagatti, Virginio Corbo, Sylvester Saller, Michele Piccirillo, solo per citarne alcuni. D’altro canto, i frati sono responsabili della gestione di 55 santuari e animano la vita pastorale di 24 parrocchie, oltre che dedicarsi a scuole, case di cura, ospitalità per i pellegrini e molto altro ancora. Una provincia francescana missionaria, internazionale e multiculturale, dotata certamente di una complessa macchina organizzativa ma soprattutto caratterizzata da uno stile di prossimità per chi vive in queste terre spesso ancora segnate dalla violenza e dalla guerra. E, infine, questa Guida parte dalla conoscenza dei luoghi ma anche dalla lunga esperienza di entrambi gli autori nell’accompagnamento dei gruppi di pellegrini, che con le loro domande e richieste hanno in qualche modo “collaborato” alla stesura. Grande soddisfazione, quindi, per la pubblicazione di quest’opera che fornirà un preziosissimo servizio a chi decide di salire a Gerusalemme ma anche a chi, restando a casa, desidera conoscere e apprezzare le straordinarie ricchezze di questa terra benedetta da Dio e compiere – in un certo senso – un pellegrinaggio spirituale più che virtuale.

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Francesco Patton ofm Custode di Terra Santa


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PREFAZIONE

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ono passati più di quindici anni da quando, nel 1999, è apparsa per la prima volta la guida per pellegrini in Terra Santa a cura di Heinrich Fürst. Fin dal 2001, padre Heinrich mi aveva ceduto il manoscritto della guida con preghiera che lo rielaborassi appena i tempi fossero stati maturi. Un compito che mi accollai ben volentieri. Solo che, mettendoci mano, mi accorsi che richiedeva un impegno ben più oneroso del previsto. Padre Heinrich aveva raccolto una quantità infinita di informazioni non solo sui singoli dettagli ma anche sul background generale nei più diversi campi. Mi sono chiesto spesso come abbia fatto, in quell’epoca ante Internet. Di fronte a questa impresa mi sento come il giovane Davide quando tentò di indossare l’armatura di Saul che gli stava larga (cfr. 1Sam 17,39). Mi sia lecito non solo esprimere la mia riconoscenza a padre Heinrich per questo suo capolavoro, ma anche aggiungere un ringraziamento più personale. All’epoca dei miei primi anni da frate francescano nella provincia bavarese dell’Ordine, era lui il padre provinciale, e proprio da lui, nel 1988, ricevetti il saio per la vestizione religiosa, così come proprio nelle sue mani, nel 1995, feci la professione perpetua dei voti. Provo una immensa gratitudine nei suoi confronti. Padre Heinrich, nato nel 1929 a Gößweinstein (Baviera), aveva un dottorato in Esegesi del Nuovo Testamento. Nel corso di numerosi soggiorni in Terra Santa – in qualità di studente, di docente, di responsabile all’interno dell’Ordine francescano e di guida di pellegrinaggi – ebbe l’opportunità di acquisire e di diffondere una vasta conoscenza relativa a quella terra. Purtroppo non sono riuscito a esaudire il suo desiderio di vedere la nuova edizione di questa guida: è morto il 4 settembre 2014 nel convento francescano bavarese di Vierzehnheiligen. Riposi in pace. Quanto a me, ho conosciuto per la prima volta la Terra Santa grazie a un soggiorno di studio nel 1992-93; dal 1999 vivo a Gerusalemme, e dal 2002 insegno allo Studium Biblicum Franciscanum, la facoltà biblica francescana, presso il 15


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convento della Flagellazione nella Città santa. La mia specializzazione riguarda la Lingua ebraica ma spero però di non annoiare troppo i lettori con spiegazioni terminologiche. Questa guida alla Terra Santa è una guida «francescana» non solo perché è stata realizzata da due frati, né solo perché contiene approfondimenti sulla storia dell’Ordine e sui luoghi santi affidati alla sua custodia. Il libro infatti è un’opera comunitaria, che include non solo i due autori ma anche tanti confratelli, amici e collaboratori appartenenti alla famiglia francescana. Vorrei anzitutto ringraziare fra Petrus Schüler, che mi ha accompagnato in mille mete, mi ha aperto mille porte e mi ha fornito una massa di informazioni, che fossero facili da reperire oppure no. Ringrazio poi di cuore per la loro competenza i miei confratelli e colleghi dello Studium Biblicum Franciscanum. Ne vorrei citare due in particolare. A padre Eugenio Alliata mi sono sempre potuto rivolgere con domande anche le più strane; e se una risposta esisteva, è sempre riuscito a trovarla. Mi ha inoltre messo a disposizione la sua sterminata raccolta di mappe e cartine. Padre Pietro Kaswalder – ormai in Cielo – ha saputo trasmettere a studenti e colleghi le sue preziose capacità di esploratore; ho imparato moltissimo dalla sua guida in loco, dalle sue dispense, dalle sue pubblicazioni. Bernardin Höhn ha riscritto due capitoletti relativi all’ebraismo (quelli su Muro del pianto e Safed). Jochen e Mariell Winter mi hanno accompagnato in numerose ricerche, offrendomi tante interessanti indicazioni. Padre Werner Mertens, commissario della provincia francescana tedesca in Terra Santa, ha seguito il lavoro dalla Germania, si è occupato della parte relativa ai finanziamenti e ha consentito il completamento di questo libro grazie alla sua salutare caparbietà. Un ringraziamento interreligioso a David Goldblatt, Jawad Sharabati e Benedikt Poller che, in qualità di esponenti delle rispettive religioni, hanno visionato e commentato i capitoletti su ebraismo, islam e religione bahai. Per il sostegno tecnico ringrazio lo staff dell’archivio fotografico della Custodia francescana (Marie-Armelle Beaulieu e Marc Homedes Palau) e dell’ufficio tecnico della Custodia (padre Sergey Loktionov, Ettore Soranzo e Alice Sartori). Tanti altri hanno collaborato alla buona riuscita del libro. Un caloroso ringraziamento a padre Raynald Wagner, fra René Walke, padre Gottfried Egger, Tommaso Saltini, Gianantonio Urbani, Bärbel Schöneweiß-Mering e Karin Dengler. Questo volume offre di più della solita guida per pellegrini o turisti, forse fin troppo per quanti vogliano informazioni rapide per una prima visita alla Terra Santa. Chi invece desidera approfondire le proprie conoscenze, chi desidera ripercorrere l’avventura su carta, chi già conosce bene quella terra, chi cerca i riferimenti biblici relativi a un determinato luogo, o chi si prepara a guidare un pellegrinaggio dovrebbe trovare che il gioco valeva la candela. Il prezzo da pagare per l’approfondimento è che questo “manuale” è troppo grande per stare comodamente in tasca.

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Prefazione

Non posso trattenermi dall’esprimere qui una passione – e una raccomandazione – personale: gustate la Terra Santa girandola a piedi! Rapidi consigli si trovavano già nella prima edizione, e altri sono stati aggiunti. Per organizzare escursioni di una certa lunghezza sarà però necessario ricorrere a pubblicazioni specialistiche in inglese o in ebraico, oppure – e lo raccomando – farsi accompagnare da persone del posto. Che un libro di questo tipo sia un po’ superato nel momento stesso in cui va in stampa, è nella natura delle cose. Per quanti sforzi abbia fatto, mi saranno sfuggite varie imperfezioni ed errori. Sarò grato per qualunque suggerimento, che potrà essere inviato all’indirizzo gregor.geiger@franziskaner.de

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PASSATO E PRESENTE

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Storia della Terra Santa in cifre e parole-chiave

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e descrizioni bibliche relative all’epoca dai Progenitori dell’umanità fino al Diluvio, poi agli antenati fino ad Abramo, quindi all’epoca dei Patriarchi e della permanenza di Israele in Egitto non possono essere considerate storiche né essere semplicemente poste una in fila all’altra. Si tratta evidentemente di racconti simbolici, improntati alla riflessione teologica degli antichi. Il calendario ebraico si basa su una concordanza ad hoc tra le affermazioni dell’Antico Testamento. Così, il 3 ottobre 2016, Capodanno ebraico, comincia l’anno 5777 dalla creazione del mondo. Dato che è impossibile stabilire un calendario esatto per la storia primigenia dell’umanità, è entrato nell’uso denominare le epoche della preistoria e degli albori della storia sulla base dei progressi più spettacolari che li caratterizzano, fino ad arrivare a periodi in cui diventa possibile una vera e propria scienza storica. Questo vale soprattutto per l’archeologia, le cui datazioni più antiche si basano perlopiù su un confronto tra manufatti in argilla. Detto questo, procediamo ora a una panoramica storica estremamente sintetica:

NEOLITICO (prima del 4500 a.C.)

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L’umanità conosce e utilizza solo manufatti in pietra. A questo periodo risalgono le primissime fondamenta della città di Gerico.

ETÀ DEL RAME (CALCOLITICO) (4500-3000 a.C.)

Accanto ai manufatti in pietra se ne trovano sempre più numerosi in rame: metallo malleabile che si lascia lavorare con facilità.

ETÀ DEL BRONZO (3000-1200 a.C.) L’umanità ha scoperto che, creando leghe metalliche, si ottengono utensili più resistenti. L’Età del Bronzo viene tradizionalmente suddivisa in tre periodi: 19


ETÀ DEL FERRO (1200-600 a.C.)

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Antico, Medio e Tardo. Nell’Età del Bronzo Antico vennero costruite le piramidi in Egitto. Il Tardo Bronzo va dal 1800 al 1200 a.C. circa. 1700 circa, Abramo risiede principalmente a Mamre presso Hebron, Isacco presso Bersabea, Giacobbe a Sichem e presso Betel. Per questo periodo si ha una possibilità di confronto tra i racconti biblici dei Patriarchi e il contesto, ben documentato, dell’epoca del re babilonese Hammurabi (circa 17281686 a.C.). 1350 circa, cattività egiziana dei figli di Israele. 1230 circa, Esodo degli israeliti dall’Egitto sotto la guida di Mosè, fino al Sinai e al Neghev. La fuga dall’Egitto viene posta in relazione con il regno del faraone Ramses II (circa 1304-1237) o di suo figlio Mernepta (circa 1236-1223).

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La nuova scoperta è quella del ferro, con il quale diventa possibile forgiare utensili e armi migliori. Si situa in questo periodo l’epoca biblica dei re. Ampie sezioni dell’Antico Testamento furono composte in tale periodo. 1200-1100, ingresso delle tribù di Israele nella terra di Canaan – come allora era chiamata la Terra Santa – dalla Transgiordania (Edom, Moab, Ammon) a est. Qui si stanziano le tribù di Ruben, Gad e parte di quella di Manasse. I filistei, così come altri “popoli del mare”, vengono cacciati dall’Egitto, insediandosi lungo le coste di Canaan. 1100 circa, il territorio di Canaan consta di città-Stato, ognuna con il proprio “re”. Giosuè conquista Gerico e il nord del paese fino ad Hazor. Nel frattempo da sud marciano altre tribù, e in particolare Caleb, che sottomette la città di Hebron. A quest’epoca gli israeliti non hanno un’organizzazione stabile; solo in casi di necessità seguono un leader carismatico, detto giudice, che spesso è un eroe di guerra. 1020 circa, il giudice Samuele, nella guerra contro i filistei, consacra Saul – della tribù di Beniamino – come primo re (1020-1004). Saul morirà insieme ai propri figli sul monte Gelboe. 1004-965, le tribù eleggono come loro re Davide, della tribù di Giuda. Davide conquista Gerusalemme e nell’anno 997 ne fa la capitale, dà inizio a un periodo di pace e sceglie il figlio Salomone per la successione. 965-928, re Salomone sposa una figlia del faraone, crea un apparato amministrativo e a Gerusalemme costruisce il Primo Tempio. 928-911, Roboamo – figlio e successore di Salomone – intende centralizzare ulteriormente il potere, ma gran parte delle tribù rifiuta la sudditanza e sceglie come re Geroboamo (928-907), un ex funzionario di Salomone. Il territorio si spacca in due tra il Regno di Giuda a sud e il Regno di Israele a nord.

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LE RELIGIONI IN TERRA SANTA

LE CHIESE CRISTIANE

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Le Chiese di Terra Santa sono multiculturali fin dalle origini, e lo sono rimaste lungo tutto il corso della loro movimentata storia. Lo si nota già dalla molteplicità delle lingue parlate. Anche se Gesù parlava l’aramaico e l’ebraico, già con gli apostoli si impose anche l’uso del greco – e non solo tramite Paolo, che era originario della lontana Tarso (nell’attuale Turchia): gli apostoli Andrea e Filippo, pur nativi di Betsaida in Galilea, avevano nomi greci, e proprio a loro due si erano rivolti alcuni greci che volevano vedere Gesù (Gv 12,20-26). All’epoca, infatti, la lingua franca era diventata il greco, che ormai veniva parlata ovunque, perlomeno nelle città. Dopo la “svolta costantiniana”, il greco rimase dominante in tutta l’area orientale del Mediterraneo. Nello stesso tempo però si diffuse sempre di più il siriaco, un dialetto aramaico, quindi assai vicino alla lingua parlata da Gesù. Lo dimostrano soprattutto le iscrizioni in cui si eternavano i nomi dei fondatori di chiese. Molti di quei nomi hanno solo una desinenza greca, ma non è difficile accorgersi che si tratta di termini siriaci. In alcuni casi i benefattori vengono raccomandati al mondo circostante in entrambe le lingue. Dopodiché arrivò il latino, lingua dell’Impero romano. Ecco perché non desta meraviglia che tra i vescovi e i patriarchi di Gerusalemme compaiano anche nomi latini, per esempio Modestus (nel 632-634). Fin dal III secolo d.C. nel territorio transgiordanico vi erano arabi cristiani, la cui importanza si sarebbe accresciuta dopo le conquiste arabe. San Giovanni Damasceno – ossia “di Damasco” – proveniva da una famiglia aristocratica araba. Ancora nell’XI secolo era rinomato come teologo e poeta arabo il vescovo di Gaza, Sulayman al-Ghazzi. Dal V secolo inoltre è attestata a Gerusalemme la presenza di armeni, copti e georgiani. 35


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Carlomagno si fece conoscere come grande patrocinatore della Chiesa di rito latino con la fondazione di tre monasteri, vale a dire Santa Maria Latina, un convento femminile presso il Santo Sepolcro e un monastero benedettino sul Monte degli Ulivi. Nell’anno 809 si arrivò a un dissidio religioso allorché i monaci di origine franca inserirono nella formula latina del Credo il “Filioque” (per cui lo Spirito Santo «procede dal Padre e dal Figlio»), provocando malumori tra i monaci greci. Papa Leone III riuscì a ricomporre la controversia con diplomazia. Un importante episodio nella storia della Chiesa del primo millennio – nonché un tema in cui ci si imbatte in continuazione in Terra Santa – è rappresentato dall’iconoclastia (dal greco eikon, “immagine”, e klasma, “frattura”). Gli iconoclasti intendevano bandire dalle chiese tutte le raffigurazioni umane o animali. Si trattava probabilmente di una reazione contro gli eccessi del culto delle immagini sacre. Il processo fu avviato da vescovi dell’Asia Minore e dell’Armenia, e portato avanti con la forza dagli imperatori bizantini. Un fattore concomitante fu certamente l’islam, il quale aveva riportato in auge l’antico rifiuto delle immagini di matrice ebraica. Guarda caso infatti, nell’anno 720, il califfo Yazid II aveva emanato un editto contro le raffigurazioni umane e animali, e l’imperatore di Bisanzio, Leone III, si era subito accodato proibendo il culto delle immagini, anche se in loro difesa si era levata la voce prestigiosa di Giovanni Damasceno. L’iconoclastia promossa dall’imperatore durò dal 726 all’843; ne furono vittime molti mosaici delle chiese d’Oriente. Questa distruzione venne infine condannata dall’ottavo Concilio ecumenico, quello di Costantinopoli degli anni 869-870. In Europa l’iconoclastia ebbe scarso successo, dato che aveva cominciato a diffondersi in ritardo e già nel 794 era stata respinta dal Sinodo di Francoforte presieduto da Carlomagno in persona. Il principale argomento anti-iconoclasta era che l’Uomo-Dio Gesù Cristo possedeva una corporeità umana, la quale poteva legittimamente essere raffigurata dall’arte. La storia successiva della Chiesa, anzi delle Chiese, è segnata da numerosi scismi, che la Terra Santa ha vissuto di riflesso fino ad oggi. Ieri come oggi, le divisioni e le discordie tra le Chiese di Terra Santa rispecchiano divisioni e discordie della cristianità nel mondo. In questi ultimi anni sono sensibilmente migliorati i rapporti tra singole Confessioni cristiane (ne esistono ben oltre una dozzina), tuttavia restano in piedi tante incompatibilità “umane” tra aderenti e leader delle diverse Chiese. Il pellegrino proveniente dall’Europa vada però cauto con i giudizi! Gerusalemme, centro spirituale della cristianità mondiale, rispecchia tanto le divisioni quanto la multiforme ricchezza della cristianità stessa. Il numero di cristiani aumenta in Israele e in Giordania mentre stagna in Palestina. In ogni caso, la popolazione ebraica e musulmana cresce più in fretta, cosicché la percentuale di cristiani diminuisce costantemente.

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TEL AVIV E DINTORNI

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a maggioranza dei pellegrini arrivano in Terra Santa da questa zona. Ed era già così nei secoli passati, quando approdavano via mare al porto di Giaffa. Oggi di solito si atterra all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. L’aeroporto, che prende nome dal primo presidente del Consiglio dello Stato di Israele, sorge 5 km a nord della città biblica di Lod (Lidda), 18 km a est di Tel Aviv. Il viaggiatore è accolto dalla vista delle palme; questo, insieme al clima spesso torrido della piana costiera, dà subito la sensazione di essere arrivati in un paese subtropicale. Gran parte dei voli internazionali arrivano al terminal 3, aperto nel 2004. Dopo un lungo percorso a piedi attraverso interminabili fabbricati si raggiunge il posto di controllo dei passaporti, che di solito non presenta problemi per gruppi o viaggiatori singoli che possiedano già il biglietto di ritorno. I cittadini italiani ricevono di regola un visto turistico gratuito della durata di tre mesi. Passato il ritiro bagagli e la dogana, si accede alla grande e moderna hall degli “arrivi”. Per i viaggiatori per cui non sia già predisposto un altro mezzo, il tragitto prosegue a bordo di uno sherut (“taxi collettivo”), un minibus che porta a Gerusalemme, Tel Aviv o Haifa. I visitatori vengono portati direttamente a destinazione, tranne però nel caso di Gerusalemme Est.

LOD

La città di Lod è quella che in epoca ellenistica e neotestamentaria viene chiamata Lidda. Intorno al 200 d.C. le vennero conferiti dall’imperatore Settimio Severo tutti i diritti di una città romana, ribattezzandola Diospolis, “Città di Zeus” (Dios, in greco, è il genitivo di Zeus). I crociati le avrebbero poi dato il nome del loro grande patrono: San Giorgio. Oggi ha ripreso il nome antico, 63


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e conta ben 70.000 abitanti, per il 70% ebrei, 22% musulmani e un 1,1% di cristiani. Lod è una delle località più antiche dell’intera Terra Santa, con reperti archeologici che datano addirittura al quinto millennio a.C. La città viene citata per la prima volta per iscritto nei “memoriali” del faraone Tutmosi III (1504-1450 a.C.) incisi sulle colonne del suo tempio a Karnak in Alto Egitto. Più avanti, a Lod si sarebbero insediati israeliti della tribù di Beniamino (cfr. 1Cr 8,12). Una tavoletta in caratteri cuneiformi rinvenuta nei paraggi, risalente al 698 a.C., rappresenta il più antico contratto commerciale scritto nella storia di Israele. Che la tavoletta sia in caratteri cuneiformi è un fatto piuttosto curioso, visto che Israele possedeva già da lungo tempo la propria scrittura antico-ebraica. Nel 1996, lavori edilizi nella città vecchia hanno inoltre riportato alla luce un bellissimo mosaico, ancora integro, datato attorno al 300 d.C., che con i suoi 150 mq di superficie è il più grande esistente in Israele. Apparteneva a una villa romana, e raffigura animali di terra e di mare. Per esporre tale reperto è previsto un museo, il Lod Mosaic Archaeological Center. A Lidda, durante l’epoca apostolica, fu attivo san Pietro. Gli Atti degli apostoli riportano la guarigione, per mano di Pietro, di un paralitico di nome Enea:

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E avvenne che Pietro, mentre andava a far visita a tutti, si recò anche dai fedeli che abitavano a Lidda. Qui trovò un uomo di nome Enea, che da otto anni giaceva su una barella perché era paralitico. Pietro gli disse: «Enea, Gesù Cristo ti guarisce; àlzati e rifatti il letto». E subito si alzò. Lo videro tutti gli abitanti di Lidda e del Saron e si convertirono al Signore (At 9,32-35).

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Lod viene anche tradizionalmente indicata come patria e luogo di sepoltura del santo martire Giorgio, molto venerato in Oriente. La vicenda di san Giorgio è avvolta nella leggenda (cfr. la saga di Andromeda ambientata a Giaffa, pag. 68), il che però non dovrebbe far negare del tutto la sua esistenza storica. Il suo sepolcro a Lidda è noto fin dal V secolo. Primo testimone del diffusissimo culto del “grande martire” fu il pellegrino in Terra Santa Teodosio verso l’anno 530: «Là giacciono le sue spoglie, e vi avvengono molti miracoli». Nella devozione popolare musulmana, il veneratissimo martire Giorgio, il profeta Elia dell’Antico Testamento e il sacerdote samaritano Fineas/Pinhas sono state fuse insieme nella figura dell’operatore di miracoli al-Khadr (“il Verde”, colore simbolo dell’islam), venerato sia qui che altrove. Al loro arrivo, i crociati trovarono distrutta la chiesa che sorgeva presso il sepolcro di san Giorgio, e ne costruirono un’altra di grandi dimensioni un po’ più a nord, proprio sopra la tomba. Se infatti per le chiese bizantine vige la regola di essere erette presso le tombe dei santi, la tradizione occidentale include spesso e volentieri i sepolcri dentro le chiese, e spesso all’interno di una cripta. La

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NAZARET

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azaret, Natzrat in ebraico, an-Nasira in arabo, conta 74.000 abitanti, perlopiù arabi: è quindi la più grande città araba compresa nei confini di Israele (vedi la mappa, tav.V). Circa un terzo degli abitanti sono cristiani. Di essi, più o meno metà sono greco-ortodossi, un quarto greco-cattolici e romano-cattolici (che rappresentano la più numerosa parrocchia cattolica di Terra Santa, con circa 8.000 anime), e infine varie piccole comunità di maroniti, copti, anglicani e battisti. A Nazaret, in definitiva, vivono circa un terzo di tutti i cristiani residenti in Israele. Di questa città inoltre è originario l’ex patriarca latino di Gerusalemme, Michel Sabbah (nato nel 1933). Nazaret costituisce oggi un agglomerato unico con Natzrat Illit, “Nazaret di sopra”, moderna città israeliana di 40.000 abitanti. Tre quarti degli abitanti di Natzrat Illit sono ebrei israeliani, ma vi è anche una discreta percentuale di arabi, perlopiù di fede cristiana. La doppia Nazaret offre un discreto esempio di convivenza pacifica tra cristiani, musulmani ed ebrei. Nazaret sorge in una conca circondata dalle montagne a 350-400 metri s.l.m. Il pittoresco soprannome di “perla della Galilea”, datale da antichi pellegrini, oggi suona un po’ ironico a fronte del suo moderno e caotico sviluppo urbanistico. Riesce ormai difficile immaginarsi il piccolo villaggio che fu patria di Gesù Cristo. Nazaret non compare citata né nell’Antico Testamento né nelle opere degli storici dell’antichità. Non doveva godere di una fama particolarmente eccelsa, se Natanaele nel Vangelo di Giovanni (1,46) sbotta: «Da Nazaret può venire qualcosa di buono?». La storia ufficiale del paesino inizia proprio con il Vangelo, e la sua fama deriva tutta dal fatto che Gesù trascorse qui nel nascondimento gran parte della sua esistenza terrena. Come narra Luca: 103


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[Gesù] scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini (Lc 2,51-52).

Nel Vangelo secondo Marco (6,3) gli abitanti di Nazaret dicono di Gesù:

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«Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?».

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Memorie che fanno di Nazaret una delle località più sante del mondo, e tuttavia non le uniche cose memorabili che si presentino all’occhio o alla mente del pellegrino in questi luoghi. Ce ne sono molte altre. Praticamente non c’è angolo che non ricordi qualcosa di colui che qui trascorse la propria fanciullezza e gioventù, la propria vita in povertà, nella gioia e sotto la custodia della famiglia, e che qui imparò, lavorò, pregò. Come hanno rivelato gli scavi archeologici, la Nazaret del tempo di Gesù sorgeva, all’interno della conca, al di sopra del piccolo colle dove oggi si trovano il convento francescano e la basilica dell’Annunciazione. Resti di abitazioni in pietra, cantine con scale scavate nella roccia, cisterne e granai, così come numerosi reperti-guida (cocci) che datano dal Bronzo recente all’epoca romana, mostrano che questa località è stata stabilmente abitata fin dai tempi del re Davide, anche se prima dei Vangeli non vi sono riferimenti scritti in proposito. All’interno del sito archeologico si apre la grotta dell’Annunciazione. Non è facile stabilire da quanto tempo esista questo spazio sacro. Le prime notizie circa una chiesa a Nazaret sono sorprendentemente tarde: provengono da un anonimo pellegrino di Piacenza verso l’anno 570. D’altra parte, i reperti testimoniano che già molto tempo prima a Nazaret esisteva una chiesa, anzi più di una. Si ha quasi l’impressione che vi si trovasse una comunità cristiana che però riceveva poche visite dall’esterno. Il mistero si spiega se si pensa che questi erano giudeo-cristiani “poco ben disposti” nei confronti dei cristiani di origine pagana, e viceversa. Lo stesso pellegrino di Piacenza contribuisce a rafforzare quest’ipotesi quando scrive:

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In quella città [Nazaret] le donne ebree sono così seducenti che da nessun’altra parte di quella terra se ne trovano di più belle. Dicono che è un’eredità della Beata Maria, che esse considerano loro parente diretta. E anche se non corre alcuna amicizia tra ebrei e cristiani, queste donne sono amichevolissime.

A prima vista, un testo abbastanza enigmatico. Chi sono queste donne ebree che considerano la Madre di Dio una loro parente? Doveva per forza trattarsi di giudeo-cristiane. Alla luce di questo si chiarisce anche un altro dato importante: i giudeo-cristiani non vedevano di buon occhio i cristiani di origine pagana, ma 104


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GERUSALEMME

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no dei momenti più speciali di ogni viaggio nella terra del Signore è di solito il primo impatto con lo spettacolo della città santa di Gerusalemme. Al pellegrino odierno balzano ancora al cuore le parole del Salmo:

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Quale gioia, quando mi dissero: «Andremo alla casa del Signore!». Già sono fermi i nostri piedi alle tue porte, Gerusalemme! Gerusalemme è costruita come città unita e compatta. È là che salgono le tribù, le tribù del Signore, secondo la legge d’Israele, per lodare il nome del Signore. Là sono posti i troni del giudizio, i troni della casa di Davide. Chiedete pace per Gerusalemme: vivano sicuri quelli che ti amano; sia pace nelle tue mura, sicurezza nei tuoi palazzi. Per i miei fratelli e i miei amici io dirò: «Su te sia pace!». Per la casa del Signore nostro Dio, chiederò per te il bene (Sal 122).

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La vista migliore su Gerusalemme, soprattutto sulla Città Vecchia, la si gode dal Monte degli Ulivi, sia dal punto panoramico dell’hotel Seven Arches, al di sopra del cimitero ebraico, sia dal giardino della chiesa del Dominus Flevit. Ci sono punti panoramici, e meno affollati nella stagione turistica, anche nel giardino della chiesa del Padre Nostro e da sotto il complesso dell’Università Ebraica. Sopra la valle del Cedron, si ha la Città Vecchia direttamente di fronte. A catturare l’attenzione è la Cupola della Roccia, sacra ai musulmani, che sorge dove all’epoca della Bibbia vi era il Tempio degli ebrei. Il centro spirituale della cristianità, la chiesa del Santo Sepolcro con le sue due cupole, è quasi nascosta più indietro, nel labirinto dei viottoli. Anche l’ebraismo ha una sua cupola visibile in lontananza: quella della ricostruita sinagoga di Hurva. Altri edifici facili da identificare sono la chiesa della Dormizione a sinistra (sud) sull’orizzonte, la chiesa protestante del Salvatore con il campanile quadrangolare, e la chiesa francescana del Salvatore dallo snello campanile con la punta di colore nero, che è il campanile più alto dell’intera città. La Città Vecchia di Gerusalemme (vedi mappa, tav. XVI), con le sue mura, ha forma grossomodo quadrata, di circa un chilometro di lato. Le mura attuali sono opera del sultano Solimano il Magnifico (1520-1566), seguendo però in gran parte il tracciato di quelle crociate; in età biblica, invece, la città era posizionata un po’ più a sud. Si può fare un giro a piedi attorno alla Città Vecchia sia costeggiando le mura dall’esterno sia percorrendole da sopra (le descrizioni dei vari quartieri saranno fornite qui di seguito). Degli ingressi cittadini, da qui si possono vedere soltanto la Porta Aurea – oggi murata – e più a destra (a nord) quella di Santo Stefano o dei Leoni. La Città Vecchia è tradizionalmente suddivisa in quattro quartieri, che prendono nome dalla popolazione/religione di maggioranza. Quello più esteso è il quartiere musulmano a nord-est; a nord-ovest vi è quello cristiano, a sud-est quello ebraico e a sud-ovest il più piccolo di tutti, il quartiere armeno. Per chi guarda dal Monte degli Ulivi, il quartiere musulmano compare in primo piano sulla destra. In primo piano a sinistra, dietro la cupola nera della moschea Al-Aqsa e il Muro del pianto (che però da qui non è visibile), sorgono gli edifici perlopiù moderni del quartiere ebraico. In ogni caso, i nomi “classici” dei quartieri non vanno presi troppo alla lettera: i cristiani, per il loro amore verso i luoghi santi, si sono insediati nelle loro vicinanze in qualunque zona si trovino. In tutti i quartieri vi erano delle moschee, e in quello cristiano ce ne sono ancora (ad esempio due, e grandi, subito accanto al Santo Sepolcro); ovunque si trovano abitanti o negozi musulmani. Non è un segreto per nessuno che i coloni ebrei abbiano acquistato proprietà anche negli altri quartieri della città. E solo nel quartiere ebraico si è ritenuto importante mantenere un’uniformità etnico-religiosa. Il nucleo della Gerusalemme biblica, vale a dire la cittadella di re Davide, si trovava più a sud, addirittura al di fuori delle attuali mura. All’epoca di Gesù

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TERRA SANTA Gerusalemme: mappa della Città Vecchia. XVI


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TERRA SANTA Santo Sepolcro: l’edificio attuale.

Santo Sepolcro: il rito del fuoco del Sabato santo (ortodossi). XX


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p Grotte sotto la basilica

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1. Grotta della Natività. 2. Altare dei Magi. 3. Mangiatoia. 4. Scala in direzione della chiesa di S. Caterina.

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5. Grotta di S. Giuseppe.

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La grotta della Natività

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6. Grotta degli Innocenti. 7. Tomba di S. Eusebio di Cremona. 8. Cenotafio di S. Girolamo. 9. Cella di S. Girolamo. 10. Scala dalle Grotte alla chiesa di S. Caterina.


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Neghev: il deserto di Paran.

Macheronte (Giordania): ricostruzione della fortezza erodiana.

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IL SINAI

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a penisola del Sinai, di forma triangolare con la punta in basso, è stretta a sud tra il golfo di Aqaba e quello di Suez. Il tratto di costa compreso tra Eilat e Sharm el-Sheikh è lungo 250 km, mentre sul lato opposto – dalla parte del golfo di Suez – misura 120 km in più. Il deserto di at-Tih, di moderata altitudine, confina direttamente con quello di Paran; nella parte più meridionale della penisola, invece, il Sinai si erge in tutta la sua maestosità. Sulla penisola, la cui superficie è quasi il triplo di quella dello Stato di Israele, vivono circa un milione e 300 mila persone, per metà beduini, divenuti perlopiù stanziali e dipendenti direttamente o indirettamente dalle entrate del turismo. Sono suddivisi in una trentina di tribù, ma solo 70.000 di loro continuano a condurre uno stile di vita nomade. Il Sinai è stato staccato dai territori dell’Impero ottomano nel 1906, e da allora appartiene all’Egitto. Nel 1967 la penisola era stata occupata militarmente da Israele; con il trattato di pace del 1979 tra Israele ed Egitto, è stata gradualmente restituita a quest’ultimo. La maggior parte dei pellegrini oggi raggiungono il Sinai da Israele passando la frontiera presso Taba. L’Egitto conserva numerose, stupefacenti testimonianze della sua lunga e gloriosa storia: le piramidi sono l’esempio più famoso ma non certamente l’unico. Per gli appassionati di cose bibliche, questo è stato lo scenario delle vicissitudini del patriarca Giuseppe (Gen 37-50), oltre che la “casa di schiavitù” degli ebrei (Es 1-2), ma soprattutto il luogo in cui è stata celebrata per la prima volta la Pasqua e ha avuto inizio l’Esodo verso la Terra promessa (Es 3-15). La Bibbia e le ricerche storiografiche collocano quest’ultimo evento all’epoca della XIX Dinastia, al termine del “Nuovo Regno”, quando era faraone Ramses II (XIII secolo a.C.). Gran parte dei 40 anni di viaggio degli israeliti attraverso il deserto si dovrebbe essere svolto qui, nella penisola del Sinai. 659


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Nella storia biblica successiva ci sono stati frequenti contatti tra Israele e i suoi vicini egiziani, contatti a volte amichevoli (cfr. 1Re 3,1 quando Salomone sposa una figlia del faraone), a volte ostili (cfr. 2Re 23,29 quando il faraone Necao, nel 609 a.C., assedia gli ebrei presso Meghiddo e uccide re Giosia). Il profeta Geremia (cfr. il cap. 43 del suo libro) dovette fuggire in Egitto, dove probabilmente anche morì. Nel Nuovo Testamento l’Egitto ha un ruolo marginale. Il Vangelo secondo Matteo riporta l’episodio – storicamente arduo da spiegare – della fuga della Sacra Famiglia in Egitto (Mt 2,13-15; vedi pag. 553). Nei primi secoli dell’era cristiana la terra del Nilo divenne un importantissimo centro di teologia e spiritualità. Fu lì che si sviluppò il monachesimo, il cui padre è considerato l’egiziano sant’Antonio abate (la sua lunga vita va dall’anno 251 fino addirittura al 356). Diversamente che nel resto del Nord Africa islamizzato, con la Chiesa copta (vedi pag. 43) il cristianesimo è rimasto vitale fino a oggi. Continuano a verificarsi casi di intolleranza e di persecuzione ma, nonostante tutto, la minoranza cristiana riesce a conservarsi stabilmente in questa nazione a maggioranza islamica. Si valuta che essa rappresenti il 10% su una popolazione di oltre 80 milioni di abitanti, ma è difficile fornire cifre esatte. C’è da sperare che dopo la “primavera araba” del 2011-2012 e i suoi sviluppi rimanga possibile in Egitto una convivenza più o meno pacifica tra cristiani e musulmani. Esulerebbe dagli scopi di questo volume approfondire tutti i momenti in cui, nella Bibbia e nella storia cristiana, compare l’Egitto. Ci limiteremo perciò alla penisola del Sinai, che viene visitata da molti dei pellegrini e turisti che arrivano in Terra Santa.

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Attualmente, l’unico valico di frontiera tra Israele ed Egitto aperto agli stranieri è Taba, a 9 km da Eilat. Alla frontiera si ottiene un visto egiziano che però è valido solo per la parte orientale del Sinai, cioè la relativa costa e l’area compresa fino al monastero di Santa Caterina. Chi desiderasse proseguire il viaggio in Egitto dovrà procurarsi il visto necessario presso qualche ufficio di rappresentanza egiziano. Tornando indietro in Israele, dopo accurati controlli di sicurezza si riceverà un nuovo visto israeliano, di norma con validità di un mese (diversamente da quello fornito in aeroporto, che scade dopo tre mesi). L’intera costa orientale del Sinai è un paradiso dei sommozzatori. Sta diventando una zona sempre più turistica, purtroppo a detrimento della tutela dei beni naturali. Sei km dopo la frontiera si nota, a sinistra sullo sfondo della costa, l’Isola dei faraoni. È anche detta “del corallo”, perché questo si è sviluppato sopra il nucleo di granito dell’isoletta. Gran parte di questa formazione, di 150 x 320 metri, è occupata da una fortezza costruita nel 1115 come estremo bastione sud del Regno latino, ma poi persa nel 1170 a favore del Saladino. L’attuale edificio è infatti opera dei musulmani, seppure mostri alcune tracce di stile bizantino, mentre non resta nulla a ricordare il passaggio dei crociati. La fortezza è stata restaurata nel 1988, ed è possibile andare a visitarla in battello.

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LA GIORDANIA

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a Giordania occupa un’area di 90.650 kmq (meno di un terzo dell’Italia) nella fascia nord-occidentale del deserto arabo, tanto che l’80% del suo territorio è, di fatto, deserto. Lo Stato prende nome dal fiume Giordano che oggi segna il confine con Israele; e anzi, in alcune lingue il fiume e la nazione portano lo stesso identico nome, come Jordan in inglese e al-Urdun in arabo. Il nucleo geografico e storico della nazione è costituito dalla striscia di terra, larga da 40 a 60 km, che corre parallela al Giordano; qui vive la maggioranza della popolazione. Oltre la metà dei 6,5 milioni di giordani sono profughi palestinesi o loro discendenti. Oltre il 90% sono musulmani sunniti. La Giordania è nata da una costola dell’Impero ottomano in conseguenza dei rivolgimenti provocati dalle due guerre mondiali. Un primo tentativo di creare un “Regno arabo della [Grande] Siria” era immediatamente fallito: re Feisal I dovette lasciare il paese, diventando quindi sovrano dell’Iraq “per gentile concessione” dell’Inghilterra. Più successo ebbe Abdallah, fratello maggiore di Feisal, come emiro di Transgiordania. Nel 1920 la «zona a est del Giordano» (Transgiordania) per decisione della Lega delle Nazioni finì sotto il protettorato britannico insieme alla Palestina, ma nel 1922 Abdallah riuscì, contrattando, a garantirsi l’indipendenza. Feisal e Adballah appartenevano alla famiglia degli Hashemiti, che vanta la propria origine da Muhammad (Maometto) ed è imparentata con la casa regnante saudita. Durante la Seconda guerra mondiale l’Emirato di Transgiordania fu occupato dalla Gran Bretagna. Il 25 maggio 1946 il territorio venne restituito e la Transgiordania diventò il “Regno hashemita di Transgiordania” con Abdallah come primo re. Quando poi nel 1948 gli inglesi lasciarono la Palestina, e quel 14 maggio Ben Gurion proclamò la nascita dello Stato di Israele scatenando la prima guerra arabo-israeliana, l’esercito di Giordania scese in campo al fianco di altri eserciti della regione. Gli arabi riuscirono a conservare la Città Vecchia di Gerusalemme e l’area 675


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TERRA SANTA

montuosa centrale – a eccezione del contesissimo “corridoio” verso Gerusalemme –, ma non la Galilea. Dopo il “cessate il fuoco” del 1949 la Cisgiordania (la zona araba a ovest del Giordano) fu annessa alla Transgiordania. Questo allargamento territoriale ebbe tuttavia il proprio rovescio della medaglia: nel 1951 re Abdallah fu assassinato da nazionalisti palestinesi mentre entrava nella moschea Al-Aqsa a Gerusalemme. Quando poi nel 1967, durante la terza guerra arabo-israeliana, Israele occupò l’intera Cisgiordania, una nuova ondata di profughi palestinesi si riversò a est del fiume. Ciononostante, re Hussein – nipote di Abdallah, asceso al potere nel 1952 a soli 17 anni al posto del padre malato,Talal – riuscì a guadagnarsi una solida autorità, garantendo la sicurezza al proprio piccolo paese. E non era un compito facile, tra il nazionalismo arabo, le mire dei più solidi Stati confinanti e il nazionalismo israeliano, portare avanti una politica degli equilibri. Hussein si meritò una particolare attenzione a livello internazionale grazie al trattato di pace con Israele del 16 luglio 1994, rinunciando ai territori della Cisgiordania a favore del leader palestinese Yasser Arafat. Dopo la sua morte, nel 1999, è salito al trono Abdallah II. L’attuale re porta avanti le politiche moderatamente filo-occidentali del padre, inclusi i “buoni” rapporti con Israele. In questi ultimi anni la Giordania ha accolto più volte massicci afflussi di profughi: iracheni dopo le due guerre del Golfo, siriani dopo lo scoppio della guerra civile nel 2011, e di nuovo iracheni dopo la nascita del sedicente “Stato islamico” nel 2014… il che crea un certo numero di problemi a un territorio così ristretto. Si parla infatti (facendo stime approssimative) di 3 o 4 milioni di rifugiati e lavoratori stranieri venutisi ad aggiungere ai 6 milioni e mezzo di abitanti. Dopo la stipula del trattato di pace tra Israele e Giordania non vi sono più problemi a visitare entrambi i paesi in un unico viaggio. È solo necessario procurarsi il visto, all’aeroporto o presso alcuni varchi di frontiera. Per andare da Israele alla Giordania, o viceversa, ci sono tre possibilità: - il ponte “sheikh Hussein”, 23 km a sud del lago di Gennesaret, all’altezza di Bet Shean (sul lato israeliano il varco si chiama Jordan River); - il ponte “Re Hussein”, 12 km a nord del Mar Morto, presso Gerico (sul lato ovest è il “ponte di Allenby”). Se si arriva da Israele, qui non si riceve il visto giordano, quindi bisogna procurarselo in anticipo presso un ufficio di rappresentanza della Giordania; - il passaggio di confine tra Aqaba ed Eilat, 5 km a nord del Mar Rosso. La Giordania è una terra di grande valore biblico, e nei secoli è anche stata un’importante terra cristiana. Durante l’Esodo il popolo di Israele ha attraversato l’attuale Transgiordania sconfiggendo le sue città. In questa zona si stanziarono quindi la tribù di Ruben, quella di Gad e metà di quella di Manasse (Num 32). Qui inoltre Mosè trovò la morte senza poter mettere piede nella Terra promessa (Dt 34,1-6; vedi pag. 706).

676


Per chiamare dall´Italia: 00972 + prefisso senza lo zero + numero telefonico. Nel programmare le visite, si tenga presente che alle principali festività cristiane, ebraiche e islamiche possono corrispondere chiusure straordinarie dei siti o modifiche degli orari. La distinzione tra periodo invernale e periodo estivo è indicativa: può variare in alcuni siti e spesso dipende dal cambio dell’ora.

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TERRA SANTA

ORARI DI APERTURA DEI SITI

Siti cristiani fuori Gerusalemme ORARI ESTIVI (aprile-settembre)

ORARI INVERNALI (ottobre-marzo)

Abu Gosh Chiesa della Risurrezione Tel 02-5342798

8.30-11.30 14.30-17.30 Gio e dom chiuso

8.30-11.30 14.30-17.30 Gio e dom chiuso

Acri Chiesa S. Giovanni Battista-Tel 04-9917333

12.30-10.30

10.30-12.30

Te

e 8.00-12.00 14.30-17.45

8.00-12.00 14.30-16.45

Chiesa della Visitazione Tel 02-6417291

8.00-11.45 14.30-18.00

8.00-11.45 14.30-17.00

Convento S. Giovanni nel Deserto Tel 02-6416715

Luglio e Agosto 8:00-18:00

Settembre-Giugno 8:00-17:00

Gorinsky Convent (entrata lato ospedale Hadassa) Tel 02-6412887

10.00-12.00 15.00-17.00

10.00-12.00 15.00-17.00

8.00-17.00 Dom 8.00-11.15 13.30-16.30

8.00-17.30 Dom 8.00-11.15 13.30-16.30

©

Fo

nd

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Natività S. Giovanni Battista Tel 02-6323000

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Ain Karim /Ein Kerem

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LUOGO

Beit Sahur Campo dei pastori (latini) Tel 02-2754460 746


9.00-15.00 Domenica chiuso

Betania Santuario di S. Lazzaro Tel 02-2799291

8.00-18.00

8.00-17.00

Betfage Santuario delle palme Tel 02-6284352

8.00-12.00 14.00-17.00

8.00-12.00 14.00-16.30

Sa n

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9.00-15.00 Domenica chiuso

Orari

Campo dei pastori (greco-ortodossi) Tel 02-2773135

Betlemme Basilica e grotta della Natività Tel 02-2742440

6.30-19.30

5.30-17.00

Chiesa di S. Caterina e grotte Tel 02-2742425

6.00-19.00

Grotta del Latte Tel 02-2743867

Lun-Sab 8.00-17.45 Dom 8.00-11.45 14.00-17.45

Lun-Sab 8.00-16.45 Dom 8.00-11.45 14.00-16.45

Cafarnao Casa di Pietro e Sinagoga Tel 04-6721059

8.00-17.00

8.00-17.00

Cana Santuario del primo miracolo di Gesù Tel 04-6517011

8.00-17.30 Dom 12.00-17.30

8.00-17.00 Dom 12.00-17.00

8.00-12.00 14.00-18.00

8.00-12.00 14.00-17.00

Nicopoli/Latrun Tel 08-9256940 052-3562071

8.30-12.00 14.30-17.30 Sab 8.30-17.30 Dom chiuso

8.30-12.00 14.30-17.00 Sab 8.30-17.00 Dom chiuso

Gerico Monastero delle Tentazioni Tel 02-2322827

8.00-16.00 Sab 8.00-14.00 Dom chiuso

9.00-16.00 Sab 8.00-14.00 Dom chiuso

Te

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Grotta chiusa domenica mattina

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Grotte chiuse domenica mattina

Ultimo ingresso mezz’ora prima della chiusura

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5.30-17.00

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Emmaus

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Qubeibe Tel 02-2473612 050-5200417

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INDICE DEI TESTI BIBLICI

Brani riportati per intero

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Antico Testamento Genesi

ion

e

Te

19,1-17 662 19,18-20,21 671 24,1-18 669 27,1-2 204 32,1-16 663

©

Fo

nd

az

3,14-15 108 12,6-7 242 13,14-18 583 14,17-20 293 15,5-6 584 18,1-22 585 18,22-33 574 19,1-25 637 19,27-29 575 19,30-38 699 21,21 653 21,22-33 642 23 578 26,23-25 642 28,10-22 263 32,23-32 682 33,18-20 242 35,9-13 242 35,16-20 556 37,3-36 235

Esodo 3,1-15 6,2-3 17,1-6

664 681 672

Levitico 11,1-3.9 16,21-22 17,13-14

401 310 402

Numeri 6,24-26 10,12 13,22-24 15,37-40 20,1 20,14-21 20,22-29 21,1-3 21,4-9 21,21-30 23,11-23 32,33

533 653 572 398 673 674 652 640 711 700 706 700 757


27,1-28,2 28,3-25 29,1-11 31,1-10 31,11-13

725 205 402 399 252 706 736 655 707

2 Samuele 1,19-21 2,12-16 5,6-9 12,27-28 15,7-8 15,30.32 18,18

Giosuè

Giudici

Rut

721 562

Fo

1,1 1,16-17

©

1 Samuele

3,1-21 257 6,1-17 598 7,5-6 266 17,1-54 604 22,1-2 604 23,25-26 576 24,1-23 628 25,1 268

758

Te

1,32-39 1,50-51 5,5 7,45-47 9,26-28 11,4-8 17,1-7 18,16-40 19,1-8 19,8-13 21,1-19

e

az

737 228 243 615

1 Re

nd

5,4-5 5,19-21 9,6-21 16,23-31

226 268 496 687 585 463 490

rra

680 299 299 304 268 579 256 200 249

ion

3,14-17 4,19-20 5,10-15 6,1-20 9,3-27 14,6-14 18,1 20,1-3.7a 24,32

606 216 607 225 680

ta

2,24 4,41-43 6,1 6,4-9 27,4 32,48-52 33,2 34,1-3 34,1-6

Sa n

TERRA SANTA

Deuteronomio

497 516 202 681 737 492 679 92 643 670 225

2 Re 2,1-15 2,19-22 3,4-5 3,21-27 4,8-37 14,7 18,17-18

684 305 701 725 224 728 502

2 Cronache 1,1-13 2,15

270 68


Sa n

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INDICE DEI LUOGHI

e

Te

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La grafia dei nomi geografici biblici segue generalmente quella della versione CEI 2008. Per i nomi non biblici si è seguita la grafia più in uso. Quando esistevano due o più grafie diverse ma di uguale importanza, le si è indicate tutte. Nell’ordine alfabetico non si tiene conto degli articoli determinativi in ebraico e in arabo, ha- e al- e relative forme composte, né della particella «San/Santa/Sant’» per i nomi di chiese o località. I numeri romani rimandano alle illustrazioni.

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Fo

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Abel-Bet-Maacà 202 Abellin vedi Ibellin Abel-Mecolà 295 Abel-Sittim 686 Abud 260, 261 Abu Dis vedi Gerusalemme Abu Gosh 271, 274, 275, 590-591 Abu Shusha 593 Acco vedi Acri Acri 93-100, 151, XIII Aczib 100 Aderet 602, 604 Adullam 601, 604-605 Afek/Antipatride 71-72, 606 Afula 213 Agrippina vedi Belvoir Aharot 716 Ai 262, 264 Aila 665, 738 Ailabun 152 Ain ad-Dirwe 572

Ain ad-Duyuk 305 Ain al-Arrub 571 Ain al-Baida (Samaria) 233 Ain al-Habis vedi (San) Giovanni del Deserto Ain Auja 305 Ain Baida (Giordania) 728 Ain Dur vedi Endor Ain Fara/Ein Prat 280, 314 Ain Fawwar 314 Ain Karim vedi Gerusalemme - Ein Kerem Ain Kelt 314, 315 Ain Natuf 569 Ainon vedi Betania (sul Giordano) Ain Qudeirat 674 Ain Qudeis 674 Ain Shams vedi Bet Shemesh Ajlun 694 Akhziv vedi Aczib Akko vedi Acri 777


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Sa n

ta

598, 613-615, 715, 723 Asdod/Ashdod 74, 595, 598, 611-612, 702 Ashtwail vedi Eshtaol Askar 246 Asor vedi Hazor Atlit 84 Auja at-Tahta 296, 297 Avdat/Oboda 640, 644, 646, 649, 650 Awarta 255 Ayelet ha-Shahar 199 Azekà 600, 601-604 Azoto vedi Asdod (al-) Azraq 689 Baal-Asor 262 Baal-Meon 715 Baitin vedi Betel Banias 23, 206-208, 209 Banias, torrente 283 Bani Naim 573-575 Baram 144 (al-) Bassa vedi Shlomi Basta 736 Battesimo, luogo del (Gerico) 297-299 Battesimo, luogo del (lago di Gennesaret) vedi Yardenit Bat Yam 67 Beatitudini, grotta delle 176 Beatitudini, monte delle 166-169, 176 Beisan vedi Bet Shean Beit Ainon vedi Betania (sul Giordano) Beit Ainun/Bet Anot 573 Beit Jemal/Beit Jimal 152, 538, 599600 Beit Jibrin vedi Bet Guvrin Beit Lahm vedi Betlemme Beit Sahur 557-561 Belemunta vedi Main Belvoir 285-286 Bene-Berak 68

©

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TERRA SANTA

Akraba 255 Alexandreion 255, 285, 295, 709, 717 Allenby, ponte di 676 Almon vedi Anatot Amaret Churashe 652 Amman 686-689, 690, 697, 723, 725, 734 Ammaus vedi Emmaus Amosa vedi Mosa Amwas vedi Emmaus Anatot/Anata 279, 280, 281, 591 Anjara 694 Anthedon vedi Gaza Antiocheia sul Chrysorrhoas vedi Gerasa Antipatride vedi Afek/Antipatride Apollonia vedi Arsuf Aqaba 657, 659, 676, 697, 698, 737, 738 Aqua bella vedi Ein Hemed Arabella vedi Irbid Arad 633, 634, 635, 638, 640, 641, 652, 655, 730 Arair vedi Aroer (al-) Araj 189 Aravot ha-Yarden 295 Arbel/Arbela 142, 162, 164 Archelaide 296 Areopolis vedi Rabbat Moba Ariel 256 Ariha vedi Gerico Arimatea vedi Rama (di Efraim) Aristobulias vedi Khirbat Istabul Armaghedòn vedi Meghiddo Ar Moab 700 Arnon 630, 698, 699, 700, 701, 721, 724, 725 vedi anche Wadi al-Mujib Aroer 724 Arsuf 73 Artas/Urtas 565, 567 Ascalon/Ashcalon 226, 555, 595,

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La storia e le religioni La teologia e la spiritualità

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L’archeologia e l’arte

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Tutto quello che è necessario sapere della Terra Santa

H. Fürst - G. Geiger

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Gli orari di apertura dei siti

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I principali mezzi di trasporto

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Terra Santa

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brani riportati integralmente

La Guida della Custodia di Terra Santa

Terra Santa ISRAELE, PALESTINA, GIORDANIA, SINAI SANTUARI, SITI ARCHEOLOGICI ESCURSIONI BIBLICHE


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