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mberto Veronesi. 8 anni di “Pensieri” per noi

Per otto anni Umberto Veronesi, oncologo e scienziato di fama internazionale, tenne una rubrica sulle pagine del mensile Ok Salute e Benessere. Dal 2008 al 2016 i suoi Pensieri rappresentarono un appuntamento fisso per i lettori, un momento di riflessione sul presente e uno sguardo acuto su tematiche che ancora oggi sono straordinariamente attuali. Lucido e mai preoccupato di esprimere posizioni scomode o impopolari, mai come oggi Umberto Veronesi va letto e va discusso. Quei Pensieri oggi sono stati raccolti in un volume, Scienza e futuro. Riflessioni sul progresso e l’umanità, edito da Tecniche Nuove, per la collana Grandi Medici, di Ok Salute e Benessere (pagine 159, euro 17,90).

Ecco come il figlio Paolo Veronesi, senologo, professore di Chirurgia e presidente di Fondazione Umberto Veronesi, ha presentato l’opera nella prefazione del libro: «Questa raccolta è un documento importante. Ripercorrendone il filo, infatti, si ha l’opportunità di toccare i punti salienti della sua vita: l’impegno per la ricerca, la lunga carriera di medico, il suo contributo ad un modo nuovo di curare i malati di tumore e di parlare di cancro, più empatico, capace di vedere la persona e non solo la patologia; la conquista di terapie più efficaci e meno invasive; l’ostinato lavoro a favore di una legge a tutela dei non fumatori, della lotta al dolore, del rinnovamento del concetto di ospedale e dei diritti dei malati».

Continua Paolo: «Per Umberto Veronesi la scienza era un valore civile fondante. Amava incontrare le grandi personalità del mondo della medicina, della politica, della cultura così come gli studenti e i cittadini per parlare di ciò che accade nel mondo, con grande curiosità e un profondo spirito di confronto. Portava avanti ideali di scienza e pace».

Che succede ai nostri teenager? Sono davvero così incapaci e inadeguati? Io vedo la situazione capovolta: mi chiederei piuttosto che succede alla scuola e alle nostre famiglie. La bocciatura è segno di un fallimento educativo, nel senso più ampio di questo termine, ed è uno strumento che appartiene alla cultura autoritaria della società della prima metà del ’900. So bene cosa vuol dire, perché sono stato bocciato anch’io i primi anni del ginnasio.

_SETTEMBRE 2008

Il cancro è una malattia che ha un fortissimo peso psicologico e la sua diagnosi è un evento devastante, prima ancora che nel corpo, nella psiche. Questo perché ancora è percepita come legata al destino, o peggio alla maledizione; perché quando giunge in genere il corpo sta bene, o quasi, e il dolore, se c’è, comincia con la cura; perché, salvo alcuni casi, è ancora inspiegabile, e chi è colpito si sente perseguitato: “Perché a me?”. Per questo dico sempre che non basta togliere il tumore dal corpo, bisogna toglierlo anche dalla mente.

_LUGLIO 2011

Negli ultimi decenni la medicina si è progressivamente evoluta, da esclusivamente terapeutica a preventiva: se prima si trattava il paziente quando la malattia mostrava i suoi sintomi, ora si vanno a cercare nella persona sana i segnali precursori, per impedire che la malattia si manifesti. L’obiettivo non è più, quindi, esclusivamente curare il malato di oggi, ma anche evitare il malato di domani.

_MAGGIO 2012

Da scienziato dico che ci vuole un approccio razionale (individuale e collettivo) e, soprattutto, il coraggio di pensare oltre. Certo, nessuno si rallegra se il tenore di vita, in particolare in certe fasce della popolazione, dà segni di flessione e se il clima generale di tranquillità economica si dissolve e il lavoro appare incerto. Ma va anche detto che, se la corsa ai consumi frenasse un poco, non sarebbe del tutto un male.

_GENNAIO 2009

L’innovazione passa attraverso il cambiamento, che è faticoso. Per questo risulta, appunto, scomodo e quindi mal accettato socialmente. La contestazione dello status quo non è mai gradita in sé, neppure nelle civiltà avanzate.

_OTTOBRE 2009

Si profila una società dove si comunica molto ma si dialoga poco, inducendo le condizioni per l’isolamento e la solitudine profonda, che è alla base di ogni disagio mentale.

_OTTOBRE 2011

Alla scienza non “si crede”, la scienza è qui, intorno a noi, siamo noi con la nostra capacità di pensare, capire, migliorare. Non è onnipotente né infallibile, ma non c’è messaggio più forte che possiamo offrire per restituire fiducia.

_FEBBRAIO 2016

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