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a pandemia, i vaccini, i ragazzi e la scuola: uno sguardo alla salute del futuro

lizzato sotto molti aspetti, poco si sa ancora sul mondo dei giovani e della scuola. Questa indagine, pur non avendo valenza statistica, ha coinvolto un campione interessante. Ecco che cosa ne è emerso.

Tra gli studenti che hanno risposto al questionario, l’85% è vaccinato contro il Covid-19. Chi non si è vaccinato perché non l’ha fatto? In parte pensa che prima o poi si vaccinerà (25%), ne sa poco o ha timori (28%), ha una posizione contro i vaccini, personale o dei genitori, ha problemi di salute (9%).

L’opinione sul tema si forma piuttosto in famiglia (molto/moltissimo per il 68,6%). Fra le persone vicine contano gli insegnanti, il medico, “poco o per niente” gli amici. Fra i personaggi pubblici si ascoltano medici e scienziati (43%) e il 22% risponde “non mi faccio convincere da personaggi famosi”.

E i social network? Il 95 per cento dei ragazzi dichiara di usarli spesso o molto spesso, ma soltanto 1 su 3 li reputa molto importanti per informarsi su questi temi.

Il 60% degli studenti interpellati non ritiene che la scuola sia un luogo determinante per informarsi sui vaccini.

«L’alfabetizzazione sanitaria e scientifica dei più giovani è indispensabile per la loro futura capacità di compiere scelte consapevoli. La scuola può e deve svolgere un ruolo di primo piano nel promuovere una corretta informazione sui vaccini, contrastando disuguaglianze e disinformazione. Questa indagine pilota ci parla di un paese straordinario, di ragazzi partecipi e capaci. È importante per definire i nostri progetti futuri», ha dichiarato Monica Ramaioli, direttore generale di Fondazione Umberto Veronesi.

Bollire, stufare, friggere o infornare? La scelta non è solo una questione di gusto, ma anche di qualità e di salute. Non tutte le cotture, infatti, sono uguali. Vediamo quali sono i pro e i contro dei principali metodi che possiamo utilizzare.

con Elena Dogliotti

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