CANTINE DA COLLEZIONE itinerari di architettura contemporanea nel paesaggio italiano
CANTINE DA COLLEZIONE
CANTINE DA COLLEZIONE itinerari di architettura contemporanea nel paesaggio italiano
a cura di Luca Molinari
Progetto editoriale Forma Edizioni srl Firenze, Italia redazione@formaedizioni.it www.formaedizioni.it Realizzazione editoriale Archea Associati Direttore editoriale Laura Andreini Supervisione redazionale Riccardo Bruscagli Redazione Maria Giulia Caliri Livia D’Aliasi Valentina Muscedra Beatrice Papucci Ilaria Rondina Grafica Elisa Balducci Vitoria Muzi Isabella Peruzzi Mauro Sampaolesi Traduzioni Elizabeth Burke e Johanna Kreiner per NTL, Firenze Fotolitografia LAB di Gallotti Giuseppe Fulvio Stampa Tap Grafiche, Poggibonsi (SI), Italia Testi di Laura Andreini Giovanni Bietti Luca Molinari Alessandro Benetti Federica Rasenti Claudia Saglimbeni Anja Visini Immagine di copertina Cantina Antinori nel Chianti Classico, foto di Pietro Savorelli
© 2017 Forma Edizioni srl, Firenze, Italia L’editore è a disposizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche non individuate. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’editore. Prima edizione: novembre 2017 978-88-99534-27-1
Presentazione Laura Andreini
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Alcune note sulla cultura vinicola in Italia Giovanni Bietti
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Cantine e architettura Luca Molinari Italia Settentrionale
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20
Valle d’Aosta
Cantina Les Crêtes / Domenico Mazza
28
Piemonte
Cantine Ceretto, Tenuta Monsordo Bernardina / Studio Deabate Cantina Vite Colte - Terre da Vino / Gianni Arnaudo
36 44
Trentino-Alto Adige
Cantina Nals Margreid / Markus Scherer Cantina Colterenzio / Studio bergmeisterwolf architekten Winecenter di Cantina Kaltern a Caldaro / Studio feld72 Cantina Tramin / Werner Tscholl Cantine Mezzacorona / Alberto Cecchetto
52 60 68 76 86
Veneto
Cantina Santa Margherita / Westway Architects
94
Friuli-Venezia Giulia
Cantina Perusini, La Torre / Augusto Romano Burelli
104
Emilia-Romagna
Cantina Campodelsole / Fiorenzo Valbonesi
112
Italia Centrale
120
Toscana
Cantina Antinori nel Chianti Classico / Archea Associati Cantina Castello di Fonterutoli / Agnese Mazzei Cantina Icario / Studio Valle Progettazioni Cantina Podernuovo / Alvisi-Kirimoto Cantina ColleMassari / Edoardo Milesi & Archos Cantina Rocca di Frassinello / Renzo Piano Building Workshop Cantina Tenuta delle Ripalte / Tobia Scarpa Tenuta Ammiraglia / Sartogo Architetti Associati
128 142 150 158 172 180 192 200
Umbria
Tenuta Castelbuono, il Carapace / Arnaldo Pomodoro
210
Italia Meridionale
222
Campania
Società Agricola Sclavia / Davide Vargas Associati Cantina Feudi di San Gregorio / Hikaru Mori e Maurizio Zito
230 238
Basilicata
Enoteca dai Tosi / De Vylder Vinck Taillieu Cantina Taverna / Onsitestudio
246 254
Sicilia
Cantina Feudo di Mezzo / Gaetano Gulino e Santi Albanese Cantina Cusumano Partinico / Ruffinoassociati Cantina Barbera / MAB Arquitectura
262 272 280
Sardegna
Cantina Su’Entu / Francesca Rango e Mario Casciu
288
Apparati
Biografie Bibliografia essenziale Crediti
296 300 302
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Alcune note sulla cultura vinicola in Italia Giovanni Bietti
Non sappiamo esattamente chi per primo abbia portato la vite da vino – la vitis vinifera – in Italia: fenici, greci, etruschi o forse qualche altra popolazione più oscura che fece da tramite tra la “culla del vino”, l’ampia regione del Caucaso, e la penisola situata proprio nel mezzo del Mediterraneo. Quel che è certo è che è stata un’importazione riuscitissima, una delle più vitali nella storia della nostra cultura. Non solo, infatti, l’Italia sembra fatta apposta per coltivare la vite, per clima, conformazione, tipologie di terreni; nel corso dei secoli la nostra penisola si è dimostrata anche uno straordinario laboratorio viticolo e vinicolo, l’uva si è adattata ai territori e alle condizioni agricole più varie dando vita a una varietà di biotipi unica al mondo. Secondo gli ultimi dati forniti dall’OIV (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino) in Italia ci sono ben 453 varietà di uva ufficialmente riconosciute – in ordine alfabetico, dall’Aglianico allo Zibibbo, passando tra le altre per la Barbera, il Cannonau, il Greco, il Lambrusco, il Montepulciano, il Nebbiolo, il Primitivo, la Ribolla, il Sangiovese, il Trebbiano o il Verdicchio. Non a caso soltanto la Georgia, una nazione caucasica, possiede un patrimonio viticolo più ricco del nostro. La varietà della viticoltura italiana si potrebbe mostrare anche solo attraverso le forme tradizionali di allevamento che i contadini hanno sviluppato nelle diverse zone, sfruttando e valorizzando al meglio le caratteristiche pedoclimatiche: i sostegni della pianta, per esempio, passano dalle colonnine di granito della Valle d’Aosta all’alberata di Aversa o alle canne intrecciate tipiche della zona del Vulture, in Basilicata. E anche la tradizionale forma d’allevamento priva di sostegno, il cosiddetto alberello mediterraneo, viene declinata in modi diversissimi tra loro: dall’alberello sardo, al pugliese e all’etneo, fino al caso davvero estremo delle buche scavate nel terreno vulcanico di Pantelleria, che proteggono una a una le piante dal vento e dal calore. Le tipologie tradizionali di pergola vanno dalla versione montanara, fitta e raccolta, del Trentino e dell’Alto Adige fino alla starseta avellinese o al quadrato beneventano, molto più ampie e spaziate. E poi ci sono naturalmente le forme di allevamento più moderne, a spalliera, oggi diffusissime (come il guyot o il cordone speronato), e quelle intensive e di alta resa come il tendone o il Bellussi, utilizzate essenzialmente nelle pianure – che peraltro sono relativamente scarse sul nostro territorio. Dovrebbe essere scontato il fatto che a una simile ricchezza viticola ne
paesaggio toscano con le tipiche vigne che si stagliano sulle colline 9
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Cantine e architettura Luca Molinari
Il paesaggio italiano, uno degli artefatti più sofisticati, stratificati e complessi della storia dell’uomo, è una straordinaria macchina di impareggiabile qualità tecnica, culturale ed estetica, oltre a essere luogo di una fragilità diffusa dovuta a una pressione demografica ed economica crescente. Mentre l’architettura stabiliva con chiarezza un’alterità rispettosa nei confronti della Natura circostante, il lavoro silenzioso di colonizzazione del territorio definiva progressivamente l’immagine instabile del nostro paesaggio e insieme l’immaginario delle sue genti lungo i secoli. Si è trattato di un lavorio lungo più di 3000 anni che si è appoggiato a una condizione geografica fortemente vincolante come quella del territorio italiano, schiacciato lungo le sue coste da una spina centrale di montagne antica come gli Appennini, cuore arcaico e resistente del nostro Paese, che si esaurisce di fronte alla Pianura Padana e all’arco delle Alpi. Sarebbe sbagliato pensare che questa immagine sia stata congelata come una cartolina perfetta lungo i secoli, ma piuttosto ha subito trasformazioni dovute alla pressione umana e alla sua assenza, oltre che al cambio delle tecniche e culture che hanno plasmato la forma del paesaggio italiano instancabilmente. Attraverso queste immagini così fluide possiamo leggere anche del progressivo cambiamento nella relazione tra uomo e Natura, che muove da una dimensione difensiva e introversa a una progressiva apertura verso il paesaggio con cui i nuovi insediamenti cercano costantemente un dialogo. Il mondo naturale non è più la foresta dantesca in cui è tremendo perdersi, ma piuttosto la rappresentazione di un territorio addomesticato e lavorato, come nella rappresentazione orchestrata da Ambrogio Lorenzetti per l’affresco senese del Buon Governo. Mentre il paesaggio italiano veniva modellato lungo i secoli e le generazioni in modo che la forma artificiale della sua trasformazione si sovrapponesse idealmente a una idea diversa di immagine naturale, l’architettura era modellata secondo due ideali quasi contrapposti tra di loro: il segno in antitesi con la Natura e l’intervento che invece costruisce forme di dialogo con essa. Si tratta d’immagini tradizionali, che possiamo continuamente individuare nel paesaggio italiano a ogni latitudine e che spesso corrispondono alla contrapposizione tra monumento e insediamento. Urbino e Siena ne sono una perfetta rappresentazione, così come il contrasto tra Castel del Monte e Matera possono rappresentare i due opposti naturali di questa visione e uso
pagina a finaco: il Carapace di Arnaldo Pomodoro per la Tenuta Castelbuono, Bevagna (Italia), 2012 pagine precedenti: la Rocca di Frassinello di Renzo Piano, Gavorrano (Italia), 2007 15
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25
Bressanone
Merano
4 6
Bormio
Bolzano Canazei
7
Cles
Chiavenna
Ortisei
5
San Martino di Castrozza
8
Sondrio
Edolo
Andalo
Trento
Domodossola
Levico Terme
Lecco
Varese Courmayeur
Aosta 1
Saint Vincent
Rovereto
Como Monza
Biella
Montichiari
Lodi
Vercelli Pavia
Verona San Bonifacio
Mantova
Cremona
Torino
Piacenza Asti
Alessandria
Carmagnola Bra
3
2 Alba
Badia Polesine
Tortona
Novi Ligure
Finale Ligure
Imperia Sanremo
Rovigo
Ferrara
Parma
Bobbio
Reggio Emilia Modena
Bardi Borgo Val di Taro
Genova Savona
Mirandola
Fidenza
Acqui Terme
Cuneo MondovĂŹ
Padova
Casalmaggiore
Barolo
26
Vicenza
Brescia
Milano
Novara
Ivrea
Pinerolo
Bassano del Grappa
Bergamo
Borgomanero
Asiago
Sassuolo
Cento
Portomaggiore
Bologna Imola Faenza
Rapallo Porretta Terme
La Spezia
ITALIA SETTENTRIONALE 01. Cantina Les Crêtes Domenico Mazza
p. 28
SR20, 50 11010 Ayavilmavilles
02. Cantine Ceretto Tenuta Monsordo Bernardina Studio Deabate
Cortina d’Ampezzo
p. 36
Strada Provinciale Alba/Barolo, Località San Cassiano 34 12051 Alba, Cuneo
Longarone
Belluno Udine Pordenone
10
Vittorio Veneto
Gorizia Palmanova
9 Portogruaro
Treviso
Grado Jesolo
Venezia Chioggia
Trieste
03. Cantina Vite colte Terre da Vino Gianni Arnaudo
p. 44
Via Bergesia 6 12060 Barolo, Cuneo
04. Cantina Nals Margreid Markus Scherer
p. 52
05. Cantina Colterenzio Studio bergmeisterwolf architekten
p. 60
Via Heiligenberg 39010 Nalles, Bolzano
Strada del Vino 8 39057 Appiano, Bolzano
Porto Viro
06. Winecenter di Cantina Kaltern a Caldaro Studio feld72
p. 68
Via Stazione 7 39052 Caldaro sulla Strada del Vino, Bolzano
Comacchio
07. Cantina Tramin Werner Tscholl
Ravenna
p. 76
Strada del Vino 144 39040 Termeno, Bolzano
Forlì
11
Cesena Rimini San Marino
08. Cantine Mezzacorona Alberto Cecchetto
p. 86
Via Tonale 110 - SS 43 Val di Non 38016 Mezzocorona, Trento
09. Cantina Santa Margherita Westway Architects
p. 94
Via Ita Marzotto 8 30025 Fossalta di Portogruaro, Venezia
10. Cantina Perusini Augusto Romano Burelli
p. 104
11. Cantina Campodelsole Fiorenzo Valbonesi
p. 112
Via Del Torrione 13, Gramogliano 33040 Corno di Rosazzo, Udine
Via Cellaimo 850 47032 Bertinoro, Forlì Cesena
27
SICILIA
Cantina Feudo di Mezzo
25
indirizzo C.da Feudo di Mezzo 95012 Castiglione di Sicilia, Catania, Italia
progetto architettonico Architetto Gaetano Gulino, Architetto Santi Albanese
ospitalità visitabile
tipologia di progetto progettazione Cantina alle Pendici dell’Etna
web www.planeta.it
committente Aziende Agricole Planeta progetto strutturale Ingegnere Gaspare Francesco Ciaccio superficie lotto 39.490 mq superficie costruita 998,30 mq realizzazione 2011-2013
262
superficie vigne 28 ha vitigni Carricante Nerello Mascalese Pinot nero Riesling quantità di bottiglie prodotte all’anno 240.000 ca.
263
SICILIA
CANTINA FEUDO DI MEZZO
La cantina Feudo di Mezzo si configura come un nuovo nucleo intorno al quale gravitano i vigneti delle cantine Aziende Agricole Planeta sul versante nord dell’Etna. L’eccezionalità del territorio su cui sorge la costruzione è sottolineata dal forte contrasto cromatico tra i toni verde-dorati della vegetazione e quelli più cupi della terra vulcanica ed è occasione per i progettisti di misurarsi con delle specificità paesaggistiche uniche nel loro genere. Lo studio del complesso prevede la costruzione di tre blocchi atti ad ospitare diverse fasi dell’attività di produzione vinicola e si pone l’obiettivo di creare un dialogo tra le parti, dando vita ad un tessuto connettivo di percorsi e spazi interni. Il confronto con le qualità ambientali etnee è risolto attraversa la ricerca di un costante dialogo di reciprocità tra gli elementi propri dell’architettura e quelli del territorio; la matericità dell’architettura di pietra e gli intonaci tradizionali rievocano una continuità con le costruzioni rurali presenti sul territorio che enfatizzano il legame con la tradizione costruttiva locale anche nelle tecniche di messa in opera a secco dei rivestimenti lapidei. I primi due edifici visibili dalla strada d’accesso alla cantina ospitano rispettivamente le attività di imbottigliamento e la conservazione del vino in botti; a nord del lotto di progetto si trova invece un terzo volume adibito a deposito. L’edificio principale, destinato all’attività produttiva, si articola attraverso un parallelepipedo, assimilabile a un grande basamento rivestito di pietra lavica, sormontato da un secondo volume rivestito invece in pannelli di calcestruzzo armato precompresso. La bipartizione in pianta è denunciata esplicitamente dal volume più alto che si innesta su una porzione sud del blocco produttivo in modo da garantire un’altezza utile maggiore nella zona di vinificazione. L’area a nord, riservata all’imbottigliamento e a un piccolo laboratorio enologico, è separata da quella sud tramite una zona di stoccaggio che attraversa il volume in maniera trasversale e lo rende poroso sui fronti est e ovest grazie a due ampie aperture. La bottaia, anch’essa a pianta rettangolare, si presenta come parzialmente inserita nel terreno. Il rivestimento utilizzato per la porzione di edificio fuori-terra è in pietra lavica, come nel caso del blocco dedicato alla lavorazione: l’involucro lapideo ricopre anche la copertura e genera una terrazza praticabile dalla quale traguardare con lo sguardo verso il paesaggio agricolo. L’essenzialità delle scelte compositive mette in evidenza la presenza di aperture rettangolari che inquadrano visuali scelte verso il vulcano. Il deposito è circondato da un muro che perimetra la sua area di pertinenza, ma non per questo è meno studiato nelle soluzioni architettoniche: in questo caso al rivestimento in pietra viene preferita una finitura esterna in intonaco tradizionale color grigio scuro, a voler ancora una volta ribadire la capacità di questa architettura di armonizzarsi sapientemente con la tradizione, oltre che con il suo intorno, senza però diventare mimetica.
264
pagina precedente: i volumi della cantina inseriti nel paesaggio in questa pagina: Il rivestimento lapideo in pietra locale uniforma perfettamente l’architettura al paesaggio pagina a fianco: la composizione di volumi puri si articola usando lo spazio esterno come zona di servizio grazie alle favorevoli condizioni climatiche
1. cantina di vinificazione e imbottigliamento 2. bottaia 3. deposito
3
1
2
0 1m 3m 5m
planimetria generale
10m
0
20m
5
20
265
CANTINA FEUDO DI MEZZO
A
SICILIA
vista del passaggio tra gli ambienti dedicati alla vinificazione B
B 1
2
pagina a fianco: vista dell’edificio principale costituito da un parallelepipedo rivestito in pietra lavica sormontato da un volume intonacato dello stesso colore
3
4
7 5
6
0 1m 3m 5m 10m
pianta livello 0 266
A
8
0
2
5
1. zona produzione 2. zona conferimento 3. zona imbottigliamento 4. laboratorio 5. spogliatoi e bagni 6. bagno disabili 7. vano tecnico 8. bottaia
sezione AA
sezione BB
prospetto est
0
2
10
267
SICILIA
pagina precedente: il progetto recupera con grande sensibilitĂ le peculiari caratteristiche di questa zona del paesaggio siciliano viste della barricaia 270
CANTINA FEUDO DI MEZZO
ERUZIONE 1614 CARRICANTE Sicilia DOC
ERUZIONE 1614 NERELLO MASCALESE
BRUT Sicilia DOC
Sicilia DOC
vino bianco
vino rosso
vino spumante
temperatura di servizio 10 °C
temperatura di servizio 14 °C
temperatura di servizio 8 °C
abbinamenti Piatti a base di pesce di una certa grassezza e ideale per qualunque idea gastronomica pensata in riva al mare.
abbinamenti Piatti dal carattere forte: selvaggina, tartufo, pesci di scoglio anche con salse complesse, formaggi e salumi.
vitigni Carricante 90% Riesling 10%
vitigni Nerello Mascalese 100%
abbinamenti Perfetto per iniziare, o finire, qualunque serata, la sua freschezza acida gli consente di arrivare laddove molti vini non possono osare come una frittura o piatti di marcata untuosità.
note degustative Colore dorato tenue, con forti profumi di frutti maturi e con la carica aromatica di fiori bianchi. Anche al palato riesce a coniugare morbidezza e grinta gustativa con una bevibilità ricca di un fruttato sincero di scorza di limone e mela verde legati a una mineralità trascinante che ne allunga il finale. premi e riconoscimenti La guida di James Suckling, voto 92 Wine Enthusiast, voto 92 Jancis Robinson, voto 17 Guida essenziale ai vini d’Italia di Daniele Cernilli, voto 96
note degustative Dagli straordinari profumi di incenso di erbe officinali, di ibiscus e finocchietto selvatico dalle sabbie laviche. Luminoso e lirico, racconta il carattere e la raffinatezza dei grandi rossi di montagna ma a latitudini vicine all’Africa. I tannini di stoffa compatta sono estratti con eleganza. La dolcezza e la generosità dei frutti di bosco e del ribes si mescola ai profumi di incenso e cera d’api. premi e riconoscimenti La guida di James Suckling, voto 93 Guida di Jancis Robinson, voto 17,5 I Vini Buoni d’Italia, 4 stelle
vitigni Carricante 100% note degustative Profumazioni floreali e un fruttato citrico di grande mineralità che supporta un perlage raffinato e persistente. In bocca scorre morbidissimo con un sapore delicato di cedro e frutto della passione. Incanto gustativo sorprendente, ricco e punteggiato da aromi di macchia mediterranea sul finale. premi e riconoscimenti La guida di James Suckling, voto 90 Wine Enthusiast, voto 90 Falstaff, voto 91
altri vini prodotti dalla cantina Brut Sicilia Carricante DOC, Etna Bianco Etna Bianco DOC, Etna Rosso Etna Rosso DOC, Eruzione 1614 Carricante Sicilia Carricante DOC, Eruzione 1614 Nerello Mascalese, Sicilia Nerello Mascalese DOC, Eruzione 1614 Riesling Terre Siciliane IGT 271