DO UT DO 2014 DESIGN

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INTRODUZIONE DI ALDO COLONETTI EMILIO AMBASZ 13 ARCHEA 17 CHRISTIAN BALZANO 21 CLAUDIO BELLINI 25 MARIO BOTTA 29 MICHEL BOUCQUILLON 33 SERGIO MARIA CALATRONI 37 CENTRO STILE LEUCOS / MARCELLO JORI 41 SANDRO CHIA 45/49 PAINÉ CUADRELLI E FRANCESCA RHO 53 RICCARDO DALISI 57 MICHELE DE LUCCHI 61 ODILE DECQ 65 FLAVIO FAVELLI 69 LEO FENDER / JOHN “CRASH” MATOS 73 JACOPO FOGGINI 77 IL “DO” DEI MASBEDO DORIANA E MASSIMILIANO FUKSAS 81 PER DO UT DO 2014 MASSIMO GIACON 85 ANNA GILI 89 STEFANO GIOVANNONI 93 ALESSANDRO GUERRIERO 97 MARIA CRISTINA HAMEL 101 DANIELE INNAMORATO 105 MASSIMO IOSA GHINI 109 DANIEL LIBESKIND 113 DONIA MAAOUI 117 ANTONIO MARRAS 121 EMILIANA MARTINELLI 125 RICHARD MEIER 129 FRANCO MELLO 133 ALESSANDRO MENDINI 137 ANGELO MICHELI 141 MARIO NANNI 145 JEAN NOUVEL 149 LUIGI ONTANI 153 MIMMO PALADINO 157 LUCA PANCRAZZI 161 FRANCESCO PATRIARCA 165 FABIO ROTELLA 169 ANDREA SALVETTI 173 WILLIAM SAWAYA 177 LUCA SCACCHETTI 181 CLAUDIO SILVESTRIN 185 ETTORE SOTTSASS 189 PHILIPPE STARCK 193 TARSHITO 197 AXEL VERVOORDT 201


Do ut do do ut do• è un contenitore di iniziative dell’Associazione Amici della Fondazione Hospice Seràgnoli che ha lo scopo di raccogliere fondi a favore della Fondazione Hospice Seràgnoli Onlus. Ogni due anni do ut do propone eventi dedicati all’arte, alla musica, alla moda, al design, all’arte culinaria, coinvolgendo istituzioni, imprese, collezionisti. L’edizione 2012 è stata dedicata all’arte contemporanea, madrina d’eccezione Yoko Ono. L’edizione 2014 di do ut do è dedicata al design e i donatori delle opere sono designer, architetti, artisti o aziende produttrici che si cimentano in oggetti con valore d’uso. Tutte le opere donate alla Fondazione Hospice Seràgnoli saranno esposte in tre importanti musei italiani, MAXXI, MADRE, MAMbo, e saranno attribuite – con estrazionea sorte – a coloro che hanno effettuato una donazione per sostenere le attività della Fondazione stessa. • il nome do ut do è stato ideato da Alessandro Bergonzoni.

do ut do• is a container of initiatives promoted by the Associazione Amici della Fondazione Hospice Seràgnoli, with the aim of raising funds for Fondazione Hospice Seràgnoli Onlus. Biyearly do ut do proposes events dedicated to art, music, fashion, design, culinary art, involving institutions, companies, collectors. The 2012 edition was dedicated to the contemporary art, launched by an exceptional godmother, Yoko Ono. do ut do’s 2014 edition is dedicated to the design and the donors of the works are designers, architects, artists or manufacturing companies who test themselves with the creation of objects, raising about the question of use. All the works donated to the Fondazione Hospice Seragnoli will be exhibited in three important italian museums, MAXXI, MADRE, MAMbo, and will be awarded – through a lottery – to those who have made a donation to support the activities of the Foundation itself. • the name do ut do has been conceived by Alessandro Bergonzoni.


IL DESIGN E GLI ALTRI Il design industriale si fa sempre in due: l’azienda e il progettista. La sua qua-

lità risiede proprio in questo dialogo tra due tensioni che vanno nella direzione opposta, ma trovano poi nel prodotto finale, il risultato di questa dialettica. Da un lato, l’inventiva e il desiderio di essere “unici” e originali, dall’altro, la necessità, e, quindi, la responsabilità, di dare forma concreta all’idea, in modo tale da trasformare una potenzialità in un atto, riconoscibile e, soprattutto, in grado di parlare un linguaggio universale. Perché di questo si tratta: ovvero, passare da una riflessione soggettiva, o comunque, che ha trovato nell’interpretazione di una persona la propria identità, per arrivare a un codice comune, capace di trasformare un’intuizione individuale in un prodotto, in un servizio, in un linguaggio, anche se solo espressivo e fortemente simbolico, il cui significato possa essere riconosciuto anche da “altri”. È l’altro, quasi come se fosse una categoria filosofica, a determinare il valore di qualsiasi attività progettuale, intendendo quest’ultima nel suo significato più ampio: design, certamente, ma anche grafica, architettura, ovvero tutti quei linguaggi che hanno nell’“altro” la condizione della propria esistenza, e, quindi, la ragione e il valore di un percorso conoscitivo. Perché progettare significa conoscere il mondo da un punto di vista che è sempre soggettivo; quando Platone scrive il suo testamento filosofico, la famosa “settima lettera”, una vera e propria summa del suo pensiero ma anche una sorta di bilancio di tutta l’attività di ricerca, dei propri fallimenti politici nei diversi tentativi di realizzare una “società perfetta”, fondata sulla filosofia, ha in mente un tipo di conoscenza possibile e concreta, anche se molto lontana dalla verità, ovvero dall’“Idea”. Il suo esempio è molto chiaro, anche per quanto riguarda l’attività progettuale di un designer contemporaneo; Platone prende il cerchio come esempio e scrive: “Cerchio è una cosa che ha un nome che ora abbiamo pronunciato; ma è anche la sua definizione, ovvero quella figura che ha tutti i punti estremi ugualmente distanti dal centro; ma cerchio è anche ciò noi disegniamo, che cancelliamo se non siamo soddisfatti della sua costruzione, che si costruisce al tornio; ma cerchio è anche conoscenza, l’intuizione che abbiamo intorno a queste cose. Infine, cerchio è soprattutto la cosa in sé, che non saremmo mai in grado di conoscere compiutamente, ma che rimane come tensione verso la verità”. Per Platone, come per i nostri designer, tutti i gradi della conoscenza appartengono all’uomo, necessari anche se parziali, come a dire che la poltrona ergonomica di Emilio Ambasz, molto diversa dalla sedia di Sandro Chia o da quella di William Sawaya, è se stessa proprio in relazione al fatto che è imperfetta, come tutte le altre, rispetto all’idea di sedia, necessaria per disegnare tutte le sedie possibili, ma irraggiungibile proprio in virtù della sua perfezione astratta. L’astratto ci consente di disegnare qualsiasi cosa concreta, a patto che si rispetti la “definizione”; disegnare significa realizzare “cose” che, progressivamente, cambiando i materiali, le tecnologie, i processi produttivi, i contesti culturali e simbolici, si avvicinano, senza mai raggiungerla, all’idea, la cosa in sé: nel nostro caso, l’idea della sedia. Ecco, risiede proprio qui la ragione teorica del design. Lo si potrebbe definire come linguaggio della differenza, in quanto è in grado, più dell’arte, di rispettare gli elementi fondamentali di una forma, di un oggetto già memorizzato, reinventandolo all’infinito, alla ricerca di ciò che non troveremo mai: appunto, “la cosa in sé”, così come è stata definita da Platone.


D’altro canto, che cosa è l’ospitalità, se non ricercare nell’altro una parte di sé, tentare di rimettere ordine nel disordine dell’esperienza quotidiana? – disordine nel suo significato epistemologico e non su quello etico –. I designer, anche i più “disordinati”, nel significato di trasgressione dei canoni e delle regole “vigenti” che cosa sono se non ricercatori di qualcosa che non c’è ancora? Il non-ancora di molti oggetti, presenti in questa mostra, non è altro che tappa di un percorso infinito verso, appunto, la “cosa in sé”. È molto indicativo, da questo punto di vista, e, soprattutto, possiede un grande sapore ermeneutico, il progetto di Philippe Stark, “Tools for Juicy Salif”, che non è altro che lo stampo del famoso spremiagrumi, disegnato per Alessi. È quasi un esercizio filosofico: ti faccio vedere il processo industriale con il quale è possibile realizzare centinaia, migliaia di oggetti, tutti uguali, ma totalmente inutili rispetto a ciò che dichiarano di saper fare. È tutta una contraddizione, è un segno di grande disordine nei riguardi dell’ordine a cui siamo abituati quando utilizziamo uno strumento per fare una determinata azione; ma con questo, non significa che non abbia, questo oggetto, un proprio ordine intrinseco, certamente inatteso e al di fuori della tradizione. Forse è proprio così che lentamente siamo in grado di ritrovare, nell’altro, una parte di noi; dietro le quinte, attraverso un sorriso, e, forse, perché no, proprio quando pensiamo di avere perso l’ordine a cui eravamo abituati, ritroviamo la speranza di non essere soli perché esiste sempre qualcuno, come per gli oggetti, che supera la nostra capacità di prevedere, mostrandoci un nuovo percorso conoscitivo. Forse risiede in questa tensione, in questo non-ancora, l’analogia tra l’attività della Fondazione Hospice e il progetto do ut do, 2014 Design per Hospice: anche il designer aspetta sempre qualcuno in grado di individuare in un oggetto progettato, un significato che vada oltre la ragione per cui l’ha pensato. Che cosa sono, ad esempio, le casette realizzate in legno da Michele De Lucchi, nella mostra abbiamo la numero 256, perché fino ad ora tante ne ha prodotte, tutte diverse, anche il legno utilizzato, mentre lo strumento, generalmente, è una motosega? Anche in questo caso De Lucchi, mettendo tra sé e il mondo della professione a cui è necessario fare riferimento affinché le idee possano diventare “cose”, lo spazio di un’utopia personale, dove le dimensioni, i materiali, i processi, gli strumenti utilizzati rappresentano scelte personali, non finalizzate agli “altri”, non fa altro che interrogarsi davanti allo specchio, per ritrovare, forse, tra il desiderio da un lato, e la necessità di rispettare le tradizionali regole del gioco dall’altro, una propria autenticità che s’interroga, anche in questo caso, intorno al non-ancora dell’architettura. Design come linguaggio della differenza, perché siamo contemporaneamente uguali e differenti, ma anche progettare per il non-ancora, facendo in modo di lasciare tracce concrete nel mondo, certamente imperfette, magari disordinate rispetto al “mondo delle idee” di Platone, ma vere e soprattutto destinate ad essere migliorate, perché progettare significa anticipare. Come scrive Kant, nella “Critica del Giudizio”, la prima grande estetica della modernità, “l’arte strappa dalla corrente, che trascina le cose del mondo, l’oggetto della sua contemplazione, ponendolo isolato davanti a sé: ferma la ruota dei tempi”. Anche il design tenta di fermare la ruota dei tempi, alla ricerca di una soluzione, assoluta e perfetta, che non sarà mai possibile; ma questo, bellezza, significa progettare! Aldo Colonetti, Direttore di Ottagono


WWW. DOUTDO.IT/MASBEDO.HTML

http://www.doutdo.it/masbedo.html

MASBEDO – BIOGRAFIA Nicolò Masazza (Milano, 1973) e Jacopo Bedogni (Sarzana, 1970) vivono e lavorano tra Milano e Berlino. Hanno partecipato a diverse esposizioni collettive internazionali tra le quali: 2012 Castello di Rivoli, Torino; Giornate degli Autori, LXIX Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia; 2011 Art Unlimited, Art Basel; MAXXI Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo, Roma; 2010 GAM Galleria d’Arte Moderna di Torino; Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, Madrid; 2009 LIII Biennale di Venezia; 2006 Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato; 2013 Clouds. Landscape from Romanticism to the present, Leopold Museum di Vienna. Le loro opere fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private tra le quali: Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea CRT, Torino – Castello di Rivoli; MACRO, Roma; DA2 Museo di Arte Contemporanea Salamanca, CAAM, Las Palmas, Junta de Andalucia; CAIRN Digne, Tel Aviv Art Museum.


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Il do dei MASBEDO Look Beyond Video monocanale, HD Apple Prores 12780 x 720, durata 7’34”, edizione unica. Il video Look Beyond è stato realizzato appositamente per la Fondazione Hospice Seràgnoli, da Nicolò Masazza (Milano, 1973) e Jacopo Bedogni (Sarzana, 1970), uniti artisticamente con l’acronimo MASBEDO, tra i più interessanti protagonisti della video arte internazionale. “Contaminazione” è una parola chiave per comprendere la loro pratica artistica, caratterizzata da un costante sconfinamento in altre discipline. Cinema, teatro, musica e letteratura si fondono in un’alchimia di immagini esteticamente ricercate e di grande suggestione emotiva: intrecci visivi complessi, dall’atmosfera poetica ed allo stesso tempo sconcertante, collocati in una dimensione atemporale. Una poetica che gli artisti amano definire “esistenzialismo tecnologico” poiché si tratta di una riflessione di tipo esistenziale sulla condizione umana condotta attraverso un linguaggio sofisticato e tecnologicamente innovativo. Look Beyond è traducibile come uno sguardo “oltre”, uno sguardo “al di là”. Si riferisce all’impulso vitale che supera il pensiero e introduce un flusso di immagini complesse che creano con lo spettatore una relazione ricca di stimoli visivi ed intellettuali. Nel video si alternano immagini di carattere scientifico, provenienti da un istituto oftalmico, ad immagini poetiche ed evocative di struggente bellezza, un susseguirsi di visioni liriche della natura e di sguardi in primissimo piano, infantili, femminili. Immagini dell’occhio come organo della vista, ma anche come veicolo di emozioni e di ricordi, come soglia che trasmette le emozioni dall’esterno all’interno. E poi immagini simboliche di mani che si sfiorano, che si intrecciano, che accarezzano l’acqua. È un lavoro sulla memoria e sul ricordo in cui si intrecciano, da una parte, un’indagine poetica sulla permanenza delle immagini nella memoria e dall’altra un’analisi di tipo scientifico sulla percezione delle immagini. Gli artisti hanno infatti condotto la loro ricerca nei territori della scienza traendo ispirazione da un esame oculistico: la fluorangiografia retinica, dalla quale risulta che l’occhio è un organo vivo e costantemente ricettivo che viene stimolato dalle immagini anche se in quel preciso istante l’attenzione o la consapevolezza del soggetto sono assenti. Da questa suggestiva indicazione è nata l’idea di mettere in scena un possibile dialogo tra la sofferenza e l’emozione della bellezza, della speranza e dei ricordi; così come è nata la volontà di restituire immagini intese come stimoli visivi, come impulsi vitali al di là del pensiero.


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Archea Fondato a Firenze nel 1988 da Laura Andreini, Marco Casamonti e Giovanni Polazzi, Archea è un network di oltre 80 architetti, operativi a Milano, Roma, Pechino, Dubai, San Paolo, oltre alla sede di Firenze. Nel 1999, ai fondatori si è associata Silvia Fabi, coordinatrice delle attività di progettazione dello studio. Gli interessi e le attività di ricerca di Archea muovono dal paesaggio alla città, dall’edificio al design e i progetti spaziano dalla grafica all’editoria, con la direzione e redazione della rivista internazionale “Area”. Gli associati svolgono una parallela attività nelle Facoltà di Architettura di Firenze e Genova. Molti i riconoscimenti internazionali e la partecipazione a più rassegne della Biennale di Architettura di Venezia. Tra i progetti più significativi: la Biblioteca Comunale di Nembro (Bg), la trasformazione dell’ex Magazzino Vini del Porto di Trieste, la nuova Cantina Antinori a San Casciano Val di Pesa (Fi), l’UBPA B3-2 Pavilion al World Expo 2010, e la Città della Ceramica presso Li Ling in Cina.

Plissé – Pezzo unico

2014, h 13 cm, diam. 10 cm – Produttore: S.E.C. Fusione a cera persa. Finitura esterna martellata con brunitura naturale, interno smalto acrilico. Argento (AG 925). Donatori: Studio Archea, S.E.C

Il bracciale è in argento ma la sua configurazione ricorda un elemento sartoriale e, come per molti capi di abbigliamento, è bicolore: argento all’esterno, smaltato in giallo acido nella parte interna. A seconda della svasatura che si intende mostrare, può essere infilato in più maniere e, quando non è indossato, si trasforma in un vero e proprio elemento di arredo: se appoggiato su una superficie piana, può rappresentare un ornamento della tavola o di un mobile, un vaso. La dimensione, la forma articolata e il materiale lucente gli conferiscono la dignità di un oggetto di design.



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Mario Botta La sua opera si ispira ai maestri Le Corbusier, Louis I. Kahn e Carlo Scarpa. Architettura e memoria costituiscono per lui un binomio inscindibile e le trasformazioni attuate dall’architettura diventano parti del paesaggio umano. L’importanza della luce, quale generatrice dello spazio, e le forme geometriche primarie costituiscono i segni distintivi della sua ricerca. Dalle case unifamiliari in Canton Ticino, il suo lavoro ha affrontato molte altre tipologie: scuole, banche, edifici amministrativi, biblioteche, musei – tra i quali il MOMA e il Bechtler negli Stati Uniti o il MART in Italia – e edifici del sacro, tra i quali la cattedrale della Resurrezione in Francia, una sinagoga in Israele e la recente cappella Granato in Austria.

Vaso 13 – Tiratura limitata

1999/2000, h 37,5 x 43 x 16 cm Produttore: Giuseppe Rossicone. Ceramiche artistiche, Milano Ceramica a smalto nero. Donatori: Mario Botta, Giuseppe Rossicone Ceramiche artistiche, Milano

La collezione privata di tredici vasi in ceramica, di cui fa parte l’esemplare donato, è stata creata richiamando la metafora dell’albero. Gli oggetti si presentano come architetture da tavolo, mostrano la dimensione e la misura del gesto e delle mani che le hanno plasmate. Sono vasi smaltati in nero opaco con le sezioni dei tronchi nel colore della terracotta. La presenza dei fiori con i disegni e i colori che li caratterizzano contrasta con la geometria semplice delle forme primarie che gli oggetti offrono. “Vaso 13” è firmato sul fondo “Mario Botta P.A.”.



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Odile Decq Nel 1978, subito dopo la laurea, stabilisce il suo ufficio a La Villette, mentre frequentava il master in Urbanistica all’Istituto di Studi Politici di Parigi che consegue nel 1979. Acquisisce subito fama a livello internazionale aggiudicandosi nel 1990 la realizzazione della Banque Populaire de l’Ouest a Rennes. Mettendo in discussione la commessa, l’uso, la materia, il corpo, la tecnica e il gusto, la sua architettura fornisce uno sguardo paradossale, morbido e rigoroso allo stesso tempo, sul mondo di oggi. Nel 1996 è premiata con il Leone d’Oro a Venezia. Da allora, Odile Decq è rimasta fedele al suo atteggiamento da combattente, diversificando e radicalizzando la sua ricerca. Nel 2010 ha completato il MACRO – Museo di Arte Contemporanea di Roma, nel 2011 il ristorante dell’Opera, e nel 2012 il FRAC – Museo di Arte Contemporanea di Rennes e ha appena terminato nel 2013 il quartier generale di GL Events a Lione. Il lavoro di Odile Decq include la pianificazione urbana, l’architettura, il design e l’arte. Una versatilità che le è stata riconosciuta nel 2013 ricevendo il titolo di “Designer dell’Anno – Maison&Objet” e recentemente con il “Prix Femme Achitecte”.

Black pearl finger glove – Pezzo unico

2014, l 6 cm – Produttore: Genesia Perle Gioiello artigianale realizzato manualmente e composto da perle nere. Donatori: Odile Decq, Genesia Perle

Grande anello composto da 45 perle nere Freshwater unite da un cordone elastico.



Flavio Favelli Nato a Firenze, vive e lavora a Savigno (Bo). Dopo la Laurea in Storia all’Università di Bologna, prende parte al “Link Project” (1995-2001). Ha esposto con interventi personali al MACRO e MAXXI di Roma, MAMbo di Bologna, Marino Marini di Firenze, RISO di Palermo, Pecci di Prato, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, Maison Rouge di Parigi, Projectspace 176 di Londra. In mostre collettive, anche alla Peggy Guggenheim Collection di Venezia, al Castello di Rivoli e alla GAM di Torino, all’11° Biennale dell’Havana, alla Tate Modern di Londra, al Museo MADRE di Napoli, al MOCA di Shanghai e all’Elgiz Museum di Istanbul. Ha partecipato alla mostra “Italics” a Palazzo Grassi, Venezia, poi al MCA di Chicago. Ha realizzato due ambienti pubblici permanenti: “Vestibolo” nella Sede ANAS di Venezia e “Sala d’Attesa” nel Pantheon alla Certosa di Bologna. Ha partecipato a due Biennali di Venezia.

PSJS – Pezzo Unico (composto da cinque elementi)

2009, h 29 x 14 x 14 cm circa Produttore: Autoproduzione Assemblaggio di materiali vari. Donatore: Flavio Favelli

Nel 2009 prese parte ad “Acrobazie”, progetto dell’Atelier “Adriano e Michele” all’interno del Centro Fatebenefratelli di S. Colombano al Lambro dove Favelli ha avuto modo di conoscere pazienti con disagio psichico. In seguito, visitando l’azienda Alessi si rese conto di un cassone di “Juicy Salif ” senza un piede. Erano quelli che si erano rotti e che sarebbero andati in fonderia. Associò la condizione degli oggetti a quella dei “suoi matti” con cui stava lavorando, ma anche a tutte le volte che si è sentito mancante di qualcosa.



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Doriana e Massimiliano Fuksas Doriana Fuksas, nasce a Roma dove consegue la laurea in Storia dell’Architettura Moderna e Contemporanea presso l’Università “La Sapienza” nel 1979. Laureata in Architettura all’ESA - École Spéciale d’Architecture - di Parigi, Francia. Dal 1985 collabora con Massimiliano Fuksas e dal 1997 è responsabile di “Fuksas Design”. Ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti internazionali. Nel 2013 è stata insignita dell’onorificenza di “Commandeur de l’Ordre des Arts et des Lettres de la République Française” e nel 2002 di “Officier de l’Ordre des Arts et des Lettres de la République Française”. Di origini lituane, Massimiliano Fuksas nasce a Roma nel 1944. Consegue la laurea in Architettura presso l’Università “La Sapienza” di Roma nel 1969. È tra i principali protagonisti della scena architettonica contemporanea sin dagli anni ‘80. Lo Studio Fuksas, guidato da Massimiliano e Doriana Fuksas, è uno studio di architettura internazionale con sedi a Roma, Parigi, Shenzhen. Tra i progetti più recenti: Shenzhen Bao’an International Airport, Terminal 3, Shenzhen, Cina, 2013; Archivi Nazionali di Francia, Pierrefitte sur Seine-Saint Denis, Parigi, Francia, 2013. CBD Cultural Center, Pechino, Cina; Moscow Polytechnic Museum, Mosca, Russia entrambi concorsi vinti nel 2013.

Gilda – Pezzo unico

2013, h 7,3 x 10 cm – Produttore: S.E.C. Elettroformatura su resina. Argento puro. Donatori: Doriana e Massimiliano Fuksas, S.E.C.

Una linea d’argento che si piega, si riflette e si raddoppia. Magia traspositiva del dinamismo della forma che seduce e cattura.



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Richard Meier Laureato alla Cornell University (Ithaca, NY) ha aperto il suo primo studio a New York nel 1963. Da allora ha ottenuto le principali commissioni civiche e culturali del mondo così come quelle per case private e complessi aziendali e universitari. Ha ricevuto i più alti riconoscimenti del settore inclusi i Pritzker Prize for Architecture, le Gold Medals of the American Institute of Architects e il Royal Institute of British Architects, il Praemium Imperiale dall’Associazione d’Arte Giapponese. È conosciuto in particolare per aver realizzato il Getty Center di Los Angeles, il Barcelona Museum of Contemporary Art e la Chiesa del Giubileo a Roma. Tra i suoi ultimi lavori: l’Italcementi i.Lab a Bergamo, un grattacielo residenziale a Tel Aviv, due grattacieli residenziali Tokyo, due progetti commerciali in Messico, un hotel in Cina, e abitazioni private in Europa, Asia e Nord America.

Interve – Pezzo unico

1987, h 18 x 18 cm solo immagine; h 25 x 25 cm immagine con cornice Produttore: Autoproduzione Collage di materiali vari. Donatore: Richard Meier

“Produco collage da circa cinquantacinque anni, molti degli ultimi sono stati realizzati durante lunghi voli o nelle sale d’aspetto degli aeroporti. Nonostante la loro unicità intrinseca – composizioni di fogli, forme e colori “trovati” per caso – questi collage hanno molto a che fare con la mia architettura. Come un disegno non può sostituire l’esperienza fisica dell’architettura, il potere visivo dei collage deriva dalla suggestione dello “spazio” che non vediamo: piccoli frammenti di lettere e foto con le loro storie, usi e significati originari”. R. Meier – New York, 11 settembre 2013



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Alessandro Mendini Architetto, nato a Milano, ha diretto le riviste “Casabella”, “Modo” e “Domus”. Realizza oggetti, mobili, ambienti, pitture, installazioni, architetture. Collabora con le maggiori compagnie internazionali ed è consulente di varie industrie. È membro onorario della Bezalel Academy of Arts and Design di Gerusalemme. Nel 1979 e nel 1981 gli è stato attribuito il Compasso d’Oro, è Chevalier des Arts et des Lettres in Francia, ha ricevuto l’onorificenza dell’Architectural League di New York, la laurea honoris causa al Politecnico di Milano e all’École Normale Supérieure de Cachan in Francia. È professore onorario alla Accademic Council of Guangzhou Academy of Fine Arts in Cina. I suoi lavori si trovano in vari musei e collezioni private. Nel 1989 ha aperto assieme al fratello architetto l’Atelier Mendini a Milano che ha ricevuto la Medaglia d’oro all’architettura italiana 2003 alla Triennale di Milano e il Villegiature Awards 2006 a Parigi.

Albero di primavera – Prova d’Autore (serie completa composta da 8 esemplari + 2 Prove d’Autore)

2014, h 70 x 40 x 50 cm – Produttore: Pampaloni Argento, ottone e marmo. Donatore: Alessandro Mendini, Pampaloni

Scultura con basamento in marmo, foglie in argento realizzate con fusione manuale e assemblate su un’asta di ottone.



WWW.SCACCHETTI.COM WWW.RIVA1920.IT

Luca Scacchetti Milanese, si laurea alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Nel 1978 fonda lo Studio di Architettura “Luca Scacchetti”. L’attività professionale dello studio include progetti e costruzioni su committenza pubblica e privata che spaziano da edifici civili, pubblici, alberghi, residenziali, spazi urbani, inclusa la progettazione di nuovi quartieri, aree urbane e lottizzazioni. Si occupa inoltre di interni e design collaborando con numerose e importanti aziende italiane ed europee nel campo del mobile, dell’illuminazione e dell’oggettistica. Progetta e realizza opere in Italia e in diversi Paesi del mondo variando i propri temi. Scrive saggi e articoli su differenti argomenti riguardanti la storia dell’architettura, la metodologia della progettazione architettonica e i rapporti tra questa e il design industriale. Numerose pubblicazioni e monografie si sono occupate del suo lavoro.

Ghiande – Pezzi Unici

2013, misure varie – Produttore: Riva 1920 Tornitura manuale. Legno massello di castagno. Donatori: Luca Scacchetti, Riva 1920

Ciotole/vasi con coperchio in legno di castagno tornite dal blocco massello. Forme come sagome ingigantite e stilizzate di nocciole, ghiande e castagne. Un omaggio ai boschi, ai nostri autunni, a quei ricordi d’infanzia fatti di fumi invernali e caldarroste. Castagne spaccate nella cottura così come queste ciotole che, realizzate in legno massello e vivo, si muovono, crepano, si fessurano, schioccano, diventano reperti e ricordi vivi. Quasi delle sculture primitive archetipe e allo stesso tempo pezzi di design esclusivi ed unici.



WWW.PHILIPPE-STARCK.COM WWW.ALESSI.COM

Philippe Starck Nato a Parigi, è tra i designer più originali e fecondi del momento. Vincitore di importanti riconoscimenti quali il Grand Prix National de la Création Industrielle e l’Honor Award dell’American Institute of Architects, si definisce come “un architetto giapponese, uno scenografo americano, un designer industriale tedesco, un direttore artistico francese, un designer di mobili italiano”.

Tools for Juicy Salif – 2/9

1990, h 44 x 54 x 28 cm – Produttore: Alessi Acciaio fucinato e ricotto. Acciaio PKR2. Donatore: Alessi

Stampo per la produzione in fusione realizzato in acciaio bonificato (le parti di ancoraggio, fisse) e in acciaio PKR2 (le parti mobili, le matrici), fucinato e ricotto. Alle lavorazioni meccaniche segue un trattamento termico (tempra sottovuoto con raffreddamento in bagno di sale). Lo stampo dello spremiagrumi “Juicy Salif” è a tre movimenti e ad oggi ne sono stati costruiti nove. All’interno delle piastre di ancoraggio un sistema di canali di raffreddamento a liquido mantiene costante la temperatura (circa 380 gradi).




DESIGNER, ARCHITETTI, ARTISTI

PRODUTTORI ADAMANTX ALESSI ARCHIMEDE FALEGNAMERIA ARTEMIDE BISAZZA CASALE BAUER CO.MODO DANESE GENESIA PERLE GORILAB GVM KOLLMAR 1921 ITALCEMENTI LEUCOS MARGRAF MARTINELLI LUCE MASCAGNI MEMPHIS / ASTOR MOBILI PAMPALONI RIVA 1920 ROBOT CITY SAWAYA & MORONI S.E.C. SUPEREGO EDITIONS TE COLLECTION TENDENTSE

EMILIO AMBASZ ARCHEA CHRISTIAN BALZANO CLAUDIO BELLINI MARIO BOTTA MICHEL BOUCQUILLON SERGIO MARIA CALATRONI CENTRO STILE LEUCOS / MARCELLO JORI SANDRO CHIA PAINÉ CUADRELLI E FRANCESCA RHO RICCARDO DALISI ODILE DECQ MICHELE DE LUCCHI FLAVIO FAVELLI LEO FENDER / JOHN “CRASH” MATOS JACOPO FOGGINI DORIANA E MASSIMILIANO FUKSAS MASSIMO GIACON ANNA GILI STEFANO GIOVANNONI ALESSANDRO GUERRIERO MARIA CRISTINA HAMEL DANIELE INNAMORATO MASSIMO IOSA GHINI DANIEL LIBESKIND DONIA MAAOUI ANTONIO MARRAS EMILIANA MARTINELLI RICHARD MEIER FRANCO MELLO ALESSANDRO MENDINI ANGELO MICHELI MARIO NANNI JEAN NOUVEL LUIGI ONTANI MIMMO PALADINO LUCA PANCRAZZI FRANCESCO PATRIARCA FABIO ROTELLA ANDREA SALVETTI WILLIAM SAWAYA LUCA SCACCHETTI CLAUDIO SILVESTRIN ETTORE SOTTSASS PHILIPPE STARCK TARSHITO AXEL VERVOORDT


CREDITI/ CREDITS

CHRISTIAN BALZANO – RITRATTO E OPERA, PHOTO BY CHRISTIAN BALZANO MARIO BOTTA – RITRATTO, PHOTO BY BEAT PFÄNDLER SERGIO MARIA CALATRONI – RITRATTO, PHOTO BY SERGIO MARIA CALATRONI, OPERA, PHOTO BY NUNZIO TONALI SANDRO CHIA – “MAPPAMONDO 6”, OPERA, PHOTO BY MATTEO MONTI PAINÈ CUADRELLI – RITRATTO, PHOTO BY DAVIDE BERNARDI MICHELE DE LUCCHI – RITRATTO, PHOTO BY GIOVANNI GASTEL ODILE DECQ – RITRATTO, PHOTO BY MAZEN SAGGAR LOUIS VUITTON FLAVIO FAVELLI – RITRATTO, PHOTO BY SEBASTIANO LUCIANO DORIANA E MASSIMILIANO FUKSAS – RITRATTO, PHOTO BY FABIO LOVINO MASSIMO GIACON – RITRATTO, PHOTO BY LUCA RUBBI ANNA GILI – RITRATTO, PHOTO BY CLAUDIO PORCARELLI ALESSANDRO GUERRIERO/EMILIANA MARTINELLI – OPERA, PHOTO BY SABA BENVENUTO MARIA CHRISTINA HAMEL – OPERA, PHOTO BY MARISA CHIODO DANIELE INNAMORATO – RITRATTO, PHOTO BY RICCARDO BAGNOLI MASSIMO IOSA GHINI – RITRATTO, PHOTO BY GIANNI FRANCHELLUCCI DANIEL LIBESKIND – RITRATTO, PHOTO BY MICHAEL KLINKHAMER PHOTOGRAPHY, OPERA, PHOTO BY NICCOLÒ BERRETTA & FEDERICO M. TRIBBIOLI ANTONIO MARRAS – RITRATTO, PHOTO BY MARIO SORRENTI RICHARD MEIER – RITRATTO, PHOTO BY RICHARD PHIBBS FRANCO MELLO – RITRATTO, PHOTO BY CARLO CAROSSIO ANGELO MICHELI – RITRATTO, PHOTO BY LAIZA TONALI LUCA PANCRAZZI – RITRATTO, PHOTO BY ELENA QUARESTANI FABIO ROTELLA – RITRATTO, PHOTO BY LARA VETTORATO ANDREA SALVETTI – RITRATTO E VIDEO, PHOTO BY EMILIO TREMOLADA, OPERA PHOTO BY STUDIO SALVETTI WILLIAM SAWAYA – RITRATTO, PHOTO BY SANTI CALECA LUCA SCACCHETTI – RITRATTO, PHOTO BY LUCA CASONATO, OPERA, PHOTO BY CARLO FLAGIELLO CLAUDIO SILVESTRIN – RITRATTO, PHOTO BY MALENA MAZZA PHILIPPE STARCK – RITRATTO, PHOTO BY JEAN-BAPTISTE MONDINO AXEL VERVOORDT – RITRATTO, PHOTO BY BERTRAND LIMBOUR WORK’S PHOTOS OF ARCHEA, MARIO BOTTA, MICHELE DE LUCCHI, ODILE DECQ, FLAVIO FAVELLI, DORIANA E MASSIMILIANO FUKSAS, MASSIMO GIACON, STEFANO GIOVANNONI, RICHARD MEIER, FRANCO MELLO, ALESSANDRO MENDINI, LUIGI ONTANI E ETTORE SOTTSASS ARE BY PAOLO DELLA CORTE WORK’S PHOTOS OF EMILIO AMBASZ, CLAUDIO BELLINI, MICHEL BOUQUILLON, CENTRO STILE LEUCOS/MARCELLO JORI, SANDRO CHIA (“SEDIE CON DUE VOLTI”), RICCARDO DALISI, LEO FENDER/JOHN MATOS, ANNA GILI, MASSIMO IOSA GHINI, DONIA MAAOUI, ANTONIO MARRAS, MARIO NANNI MIMMO PALADINO, LUCA PANCRAZZI, FRANCESCO PATRIARCA, FABIO ROTELLA, WILLIAM SAWAYA ARE BY ANDREA TESTI



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CHI SIAMO La Fondazione Hospice Seràgnoli Onlus ha sviluppato un modello di assistenza

innovativo e di eccellenza nel campo delle cure palliative che costituisce un punto di riferimento per il supporto ai pazienti inguaribili con i tre hospice attivi a Bologna (Hospice Bentivoglio, Bellaria e Casalecchio) e per la diffusione di una corretta cultura delle cure palliative attraverso l’Accademia delle Scienze di Medicina Palliativa. Grazie ai risultati ottenuti in questi anni la Fondazione ha assunto un ruolo rilevante nell’assistenza, nella programmazione sanitaria locale e nell’organizzazione e gestione dei servizi operando in partnership con le istituzioni in linea con la mission della Fondazione di agire in piena sussidiarietà con il settore pubblico. Tutti i servizi svolti dalla Fondazione Hospice, grazie all’accreditamento con il Sistema Sanitario Nazionale e all’attività di raccolta fondi, sono gratuiti per i pazienti, per le famiglie e per i professionisti della rete territoriale (medici di medicina generale e specialisti a cui è offerto un servizio di consulenza relativo alle cure palliative). Accanto all’attività assistenziale vera e propria, vengono avviati progetti di ricerca e di formazione a livello nazionale, in collaborazione con enti e istituzioni scientifiche.

ASSISTENZA La Fondazione Hospice opera in ambito assistenziale attraverso la gestione

dell’Hospice Bentivoglio, dell’Hospice Bellaria e dell’Hospice Casalecchio, strutture dove si può trovare un’accoglienza altamente qualificata. Un’équipe multidisciplinare composta da un insieme di professionisti, tra medici, infermieri, psicologi, fisioterapisti e personale di supporto, si prende cura del Paziente nella sua globalità con l’obiettivo di migliorarne la qualità della vita, facendo particolare attenzione alle sue reali e personali necessità e a quelle della sua famiglia. Questo implica una presa in carico completa da parte degli operatori sanitari che, attraverso un attento ascolto di ogni singolo Paziente, cercano di offrire una risposta assistenziale adeguata e soprattutto appropriata per ognuno. L’assistenza fisica, psicologica e spirituale viene, così, personalizzata nel pieno rispetto della dignità di ogni singola Persona e della realtà familiare. Dal 2002, anno di nascita del primo hospice gestito dalla Fondazione Hospice ad oggi, i pazienti ricoverati sono stati 6.800. Oltre all’esperienza nella gestione dei ricoveri, la Fondazione dal 2013 offre un servizio ambulatoriale completamente gratuito, attivato presso le tre strutture hospice, rivolto ai pazienti che, pur non avendo bisogno di un ricovero in hospice, hanno la necessità di essere aiutati a gestire situazioni complesse e decisioni difficili. Per rispondere adeguatamente e in diversi momenti alle esigenze di cura del paziente, gli Ambulatori gestiscono anche un servizio di consulenza specialistica rivolto ai medici di medicina generale e ai medici ospedalieri che possono trovare un supporto specifico nell’ambito delle cure palliative.


Assistenza

Formazione e Ricerca CAMPUS BENTIVOGLIO RESIDENZE

NUOVO PROGETTO

Hospice Pediatrico di riferimento regionale

Strutture altamente specialistiche come gli Hospice necessitano di formazione FORMAZIONE E RICERCA specifica e continua per tutte le figure professionali coinvolte. L’Accademia delle Scienze di Medicina Palliativa, istituita nel 2006, opera con l’obiettivo di promuovere la diffusione della cultura delle Cure Palliative attraverso la progettazione e l’implementazione di programmi formativi, progetti di ricerca e attività di divulgazione. L’Accademia realizza Master, Corsi universitari internazionali e percorsi di Formazione Continua dedicati all’acquisizione degli strumenti concettuali ed operativi fondamentali per operare nel settore delle Cure Palliative in collaborazione con l’Università di Bologna e un network di Centri Internazionali. Dal 2007 al 2013 hanno partecipato ai programmi formativi dell’Accademia circa 1900 discenti. La Fondazione Hospice Seràgnoli ha inaugurato nel 2012 il primo Campus in IL CAMPUS BENTIVOGLIO Europa interamente dedicato alla Medicina Palliativa dove all’attività assistenziale si unisce la formazione, la ricerca e l’accoglienza agli studenti. Il Campus è frequentato da discenti provenienti da tutta Italia che oltre a prendere parte ai programmi formativi svolgono anche tirocini presso l’hospice. A supporto delle diverse attività, sono state realizzate le Residenze, unità abitative destinate ad ospitare i partecipanti ai programmi di ricerca e formazione nazionali e internazionali con la possibilità di accogliere anche le famiglie dei Pazienti dell’Hospice. A fronte dell’esperienza maturata nelle cure palliative per adulti, la Fondazione PROGETTI DI SVILUPPO sta avviando un progetto per la realizzazione di un Hospice Pediatrico per fornire una risposta adeguata ai bisogni dei bambini inguaribili e delle loro famiglie. La scelta di estendere le cure palliative anche ai piccoli pazienti è prevista da una legge del 2010, cui la Regione Emilia-Romagna ha fatto seguito nel 2012 con “Linee Guida sulle cure palliative pediatriche” valorizzando la collaborazione pubblico/privato non profit con la Fondazione. La struttura avrà dieci posti e ospiterà pazienti provenienti dalla Regione EmiliaRomagna e da altre parti d’Italia.


COMITATO PROMOTORE E ORGANIZZATORE PATRIZIA BAUER NICOLA BEDOGNI STEFANO CASCIANI BARBARA CUNIBERTI ALESSANDRA FINI ZARRI DILETTA FRESCOBALDI MAURIZIO MARINELLI VALERIA MONTI MILENA MUSSI FLAVIO PANNOCCHIA CRISTIANA PERRELLA CARLOTTA PESCE VERONICA SASSOLI DE BIANCHI LAVINIA SAVINI BEATRICE SPAGNOLI FRANCESCA TOPI E… IL GRANDE SOSTEGNO DI ALESSANDRO MENDINI ORGANIZZAZIONE E RACCOLTA FONDI ASSOCIAZIONE AMICI DELLA FONDAZIONE HOSPICE MT. C. SERÀGNOLI UFFICIO STAMPA ASSOCIAZIONE AMICI DELLA FONDAZIONE HOSPICE MT. C. SERÀGNOLI TEL. 051 271060 EMAIL: PRESS@DOUTDO.IT CON LA COLLABORAZIONE DI LUCIA CRESPI SEGRETERIA ORGANIZZATIVA COMUNICAMENTE SAS TEL. 051 271060 EMAIL: SEGRETERIA@DOUTDO.IT IDENTITÀ VISIVA PER DO UT DO KUNI DESIGN STRATEGY PER IL CATALOGO SCHEDE ARTISTI NICLA SPORTELLI PROGETTO GRAFICO KUNI DESIGN STRATEGY IMPAGINAZIONE GRAFICHE DELL’ARTIERE STAMPA GRAFICHE DELL’ARTIERE EDITORE FORMA EDIZIONI


I SOSTENITORI PRINCIPALI DI DO UT DO 2014 SONO:

NELLO SPIRITO DI DO UT DO HANNO OFFERTO IL LORO SUPPORTO A TITOLO NON ONEROSO: COMITATO DO UT DO SEDI COLLEZIONE PEGGY GUGGENHEIM PER LA SEDE DELLA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO IN ANTEPRIMA A VENEZIA MAXXI PER LA SEDE DELLA MOSTRA DELLE OPERE A ROMA MADRE PER LA SEDE DELLA MOSTRA DELLE OPERE A NAPOLI MAMBO PER LA SEDE DELLA MOSTRA DELLE OPERE A BOLOGNA MAST PER LA SEDE DELLA SERATA FINALE CON ESTRAZIONE DELLE OPERE CAMPOGRANDE CONCEPT PER LA SEDE DELLA CONFERENZA STAMPA A BOLOGNA TRIENNALE DI MILANO PER LA SEDE DELLA CONFERENZA STAMPA A MILANO FORNITURE TECNICHE ABS GROUP SRL PER I TESSUTI SCENOGRAFICI DELLE MOSTRE FALEGNAMERIA FGC LOFT E GOLINELLI GIAMPIERO PER LA VETRINA ESPOSITIVA DEI GIOIELLI NELLE MOSTRE IGUZZINI PER L‘ILLUMINAZIONE DELLE MOSTRE RESTART SRL PER LA DOTAZIONE E IL MONTAGGIO DELLA STRUTTURA ALLESTITIVA PER LA MOSTRA AL MAXXI” PUBLIERRE PER LE DIDASCALIE E LA SEGNALETICA NELLE MOSTRE FORNITURE ENOGASTRONOMICHE GLI CHEF ROY CACERES (METAMORFOSI), RICCARDO DI GIACINTO (ALLORO), MARCO FADIGA (MARCO FADIGA BISTRÔT), ANDREA FUSCO (GIUDA BALLERINO), ENRICO PIERRI (IL SANLORENZO) E IL PASTICCERE ANDREA DE BELLIS (PASTICCERIA DE BELLIS) PER I BUFFET CAFFÈ ZANARINI, CANTINE GREGOLETTO, CHAMPAGNE POL ROGER, CULLIGAN, FONDAZIONE VILLA RUSSIZ, HERES, MACELLERIA ZIVIERI, ROYAL RICEVIMENTI PER I PRODOTTI SERVIZI ART DEFENDER PER LA CONSERVAZIONE DELLE OPERE ARTERIA PER IL TRASPORTO DELLE OPERE AXA ART PER LE COPERTURE ASSICURATIVE GARAGE SAN MARCO PER LA DISPONIBILITÀ DEI POSTI AUTO A VENEZIA GRAFICHE DELL’ARTIERE PER LA STAMPA DEL CATALOGO E DEGLI INVITI IOSA GHINI ASSOCIATI PER LA PROGETTAZIONE DELL’ALLESTIMENTO ALLE MOSTRE ISTITUTO ALBERGHIERO P. ARTUSI PER IL SERVIZIO DI SALA KUNI DESIGN STRATEGY PER IL PROGETTO GRAFICO DEL CATALOGO LT MULTIMEDIA PER LA MEDIA PARTNERSHIP OPEN PROJECT PER IL SOSTEGNO PAULA STUDIO PER LA DIREZIONE LAVORI E LOGISTICA ALLESTIMENTO AL MAXXI MARCO ROSSETTI PER L’ORGANIZZAZIONE DEL BUFFET AL MAXXI NTL TRADUZIONI PER LE VERSIONI IN INGLESE DEI TESTI DEL CATALOGO E I FOTOGRAFI PAOLO DELLA CORTE, VERONICA SANTANDREA E ANDREA TESTI INOLTRE FRANCO E ROBERTA CALAROTA, ROBERTO MERCOLDI, ROBERTO CIAMPICACIGLI


ASSOCIAZIONE AMICI DELLA FONDAZIONE HOSPICE MT. C. SERÀGNOLI Bologna T +39 051 271060 amici@FondazioneHospiceSeragnoli.org www.fondhs.org/amici www.facebook.com/AmiciHospiceSeragnoli www.hospiceseragnoli.it

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