i racconti dell'orrore

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Mattia Bertazzo

Ospedale maledetto

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Marco Contin

Notte di mezza estate

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Marco Danieli

Massacro

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Youssef El Badaoui

La stanza dei ricordi

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Denis Gagliardo

Un grido straziante

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Luca Giuriato

Il bagno di mezzanotte

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Emanuele Gjylkaj

L’ospedale maledetto

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Ionut Hazaparu

La casa degli spiriti

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Matteo Manin

Nascosto nel buio

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Gabriele Martin

Evocazione oscura

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Matteo Quaglio

La foto killer

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Giacomo Sturaro

Nascosto nel buio

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Marco Valvo

Amanti dell’oltretomba

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Di Mattia Bertazzo

C’era una volta un ragazzo di nome Giacomo che stava andando scuola in bicicletta ad un certo punto si ruppe la ruota della bici. Proprio davanti a lui vide un ospedale abbandonato da quasi 10 anni e Giacomo disse tra se: “Questo ospedale sembra maledetto!” e una voce disse “Vieni con me” e lui la seguì. Dentro l’ospedale lui vide dei morti viventi che erano vestiti da fascisti , nazisti, comunisti e due vampiri con una ragazza che era molto bella . I vampiri dissero: “ Vieni con noi che ci divertiremo”. Il ragazzo scappò mentre vide dietro di lui che i mostri tagliarono in due parti la ragazza. Giacomo disse “Questo ospedale è maledetto! Non è una superstizione!”. Nell’ospedale vide orribili cose e sentì il capo dell’ ospedale, che era uno zombi dire “Prede telo ci serve vivo!”. Poi gli zombi si riunirono. Il ragazzo prese una tanica di benzina e bruciò. Prese poi una torcia di una torcia e bruciò tutti gli zombi. Alla fine riuscì a ritrovare la sua prende li bicicletta e scappò verso casa.

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Di Marco Contin Era una notte di mezza estate.. Io e il mio amico Zamb stavamo passeggiando per le stradine di campagna della nostra città, ha pochi abitanti… non più di mille persone. Tirava una bella arietta fresca.. e Zamb passeggiando mi raccontava dei pasticci che il suo cane combinava a casa.. ci stavamo divertendo. Durante la camminata intravedi una casa, non l’avevo mai vista prima, eppure ci passavo spesso per tornare a casa da scuola, era una casa lugubre. Roby ebbe la geniale idea di entrarci, sembrava disabitata ed erano mesi che non sentivo quel senso di paura percorrermi. Era enorme, grandi finestre, una porta piccola, non ci viveva nessuno era palese, l’erbaccia in giardino arrivava alle mie ginocchia. Pensandoci bene non mi sono ancora presentato.. non dico il mio nome, non mi piace divulgarlo a estranei… in compenso vi dico il mio soprannome.. Bert.. lo hanno inventato i miei amici a scuola… ne ho molti altri ma non sono molto simpatici.. ho 15 anni, non esco molto di casa se non per camminare con Zamb e andare a scuola.. passo tutte le giornate in casa, a guardare il calcio, a tifare la mia squadra del cuore, a giocare con la play station. Mi piacciono molto i giochi con trama horror e mi faccio trascinare facilmente.. In quella casa mi vennero in mente molte scene dei videogiochi con cui giocavo, erano tutte orrende.. mi sembrava di essere dentro un gioco in particolare a cui avevo giocato pochi giorni prima.. Dentro era spaziosa, non aveva arredamento se non qualche sedia di legno, 2 tavoli e qualche sacco di patate vuoti.. Salimmo le scale, di fronte a me si aprì un corridoio pieno di porte, non avevo il coraggio di avanzare così Zamb si mise davanti a me e tenendomi per mano mi accompagnava lungo questo interminabile tunnel.. Ispezionammo stanza per stanza… tutte vuote… si girammo per tornare alle scale, Zamb era dietro di me mi seguiva, ma, ad un certo punto sentii come un soffio sul collo, mi girai di scatto ed era sparito.. pensavo fosse uno scherzo, ma la paura si stava impossessando di me.. mi appoggiai al muro e cominciai a chiamarlo, nulla, nessuna risposta; tutte le porte iniziarono a sbattere, non pensai ad altro, solo a scappare! Mi ero dimenticato di Zamb, pensavo soltanto a me stesso, arrivai alle scale, girai lo spigolo ma.. le scale erano sparite.. esclamai << NOOO, cosa volete da me, andate via!!>>, di colpo le porte si fermarono e cadde un silenzio mortuario.. solo dopo pochi secondi inizia a sentire come delle voci… strani versi, cupi, in fondo al corridoio intravedi degli zombie, era proprio come nel gioco, non sapevo cosa fare, ero intrappolato, iniziai a blaterare cose senza tipo << Via! Via! Comunisti maledetti! Andate via! Lasciatemi stare! Ok, lo ammetto, sono un po’ diverso e ingenuo ma non stupido come pensate voi!!>> Gli zombie continuavano a venire verso di me, ero appoggiato al muro, immobile, quasi paralizzato, i miei movimenti si limitavano, stavo morendo dalla paura quando ad un certo punto il muro mi inghiottì e mi trovai in una stanza con davanti il cadavere di Zamb, era come stato divorato, smembrato da quelle orrende creature.. cominciai a correre senza fermarmi, ad occhi chiusi finendo contro una porta di legno… dopo averla aperta vidi di fronte a me l’immensa campagna a me molto familiare.. ero fuori da quella casa! Mi girai.. continuavano a venire verso di me.. a terra, vicino un pozzo alcune taniche di benzina mi ispirarono… ne presi una e tornato nella stanza iniziai a spargerla dappertutto.. pochissimi passi e mi avrebbero preso.. svuotai la tanica, presi il mio zippo del ’78 e diedi fuoco al tutto scappando fuori, la casa iniziò ad ardere velocemente e le grida strazianti di quelle creature mi sollevarono il morale.. l’unica cosa che ancora mi terrorizzava era la morte del mio migliore amico…iniziai a camminare verso casa. Ero distrutto… moralmente distrutto. Arrivai a casa, mi misi a letto… da quel giorno sono cambiato completamente. 4

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Di Marco Danieli Carl Johnson era un agente di polizia della stazione di Boston. Uno dei migliori nel suo campo, risolveva tutti i casi che gli venivano assegnati, per questo il suo capo decise di assegnarli un caso irrisolto da 5 anni: "Massacro al Saint Louis". Il Saint Louis è un ospedale ormai chiuso nel quale era avvenuto un vero e proprio massacro; il 31 Ottobre del 2003 tutti i pazienti furono massacrati da qualcuno o qualcosa, e i corpi sparirono in seguito alle indagini della polizia. Il giorno dopo aver accettato il caso partì in macchina per andare all'ospedale che si trovava a qualche chilometro da Boston. Quando entrò nel paesino nel quale si trovava l'ospedale. Calò una fitta nebbia, la strada si vedeva a malapena, il paese sembrava deserto e c'era un'atmosfera lugubre. Arrivato all'ospedale si guardò intorno e non c'era un'anima viva, il paese sembrava deserto, senza vita. L'aspetto esterno dell'ospedale incuteva paura e disagio: le mura erano decadenti e sporche di sangue e le finestre sbarrate, ma Carl non si scoraggiò e decise di entrare e indagare. Le pareti erano sporche di sangue e ci sono dei graffi, probabilmente provocati da persone che venivano trascinate. Carl iniziò a perquisire le stanze dell'ospedale, partendo dalle stanze dei pazienti, ma non trovava alcun indizio che poteva portarlo a una ricostruzione dell'accaduto. Continuò a perquisire fino a trovare uno scantinato dal quale provenivano urla strazianti, qualcosa di terribile stava accedendo li dentro. Carl corse per vedere cosa stava succedendo fino a trovare la porta da cui provenivano le urla. La porta era chiusa da delle catene, sulla porta era scritto col sangue: "Vattene finchè sei in tempo". Carl senza timore cercò qualcosa per spezzare le catene e trovò un trancino in una cassetta degli attrezzi li vicino. Spezzò le catene ed entrò, assistendo a una scena mostruosa: una donna stava venendo squartata da un essere immondo: aveva la pelle di un colore verdastro, gli occhi tutti neri e delle zanne terrificanti. Appena Carl entrò nella stanza il mostro distolse lo sguardo dalla donna ormai priva di vita e cominciò a correre verso il detective. Carl cominciò a correre disperato, mille pensieri gli passavano per la testa; "Come aveva fatto la donna a entrare li dentro? Chi era? Che essere era mai quello?" ma in quel momento pensava solo a scappare più forte che poteva, era quasi arrivato all'uscita dell'ospedale quando il mostro lo raggiunse, lo prense per le gambe facendolo cadere, e Carl sbattè la testa perdendo i sensi.Da quel momento non si è mai risvegliato, e non si hanno più avuto notize di lui. Tutt'ora il mistero del massacro avvenuto 5 anni fa non ha spiegazione, e forse non l'avrà mai.

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Di Youssef El Badaoui

C’era una volta una casa in campagna che era abbandonata e dentro c’erano grandi mostri che erano invisibili e c’era anche denaro e oggetti di antichità. Un giorno un anziano che voleva sapere cosa ci fosse dentro si fermò con il suo cavallo e provò ad entrare ma c’era un cespuglio grande che copriva la porta che era chiusa con un lucchetto. Dopo una settimana tornò con la forbice per tagliare il cespuglio e con un trancino tagliò il lucchetto. dentro alla casa trovò un grande baule che conteneva oggetti antichi e denaro. I mostri si trovavano ancora chiusi dentro ai cassetti. L’anziano andò in fretta a casa a prendere i suoi figli perche lo aiutassero a trasportare il baule. Quando tornarono a casa la moglie lo aprì e da dentro uscirono, dopo quasi 300 anni che non vedevano la luce, i mostri che erano tipo dei fantasmi ma avevano il pelo nelle gambe e in pancia. La moglie dell’ anziano non vide niente quando aprì i cassetti, però durante la notte quando la famiglia dormiva sono saltati fuori. La moglie si accorse che c’era qualcosa che non andava infatti ha avuto ragione perché gli oggetti in cucina cominciavano a cadere per terra e la moglie andando in cucina prese paura e svenne. Il marito vedendoli prese un colpo, cadde dalle scale e morì e figli invece si sono salvati perché sono scampati vedendo i mostri che passeggiavano in casa. Sono andati in un altro paese che molto distante da dove stavano. Andando con gli anni, anche quella casa venne abbandonata ma prima e poi verrà qualcuno non ha niente da fare come quell’ anziano.

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Di Denis Gagliardo C’era una volta un ragazzo di nome Lorenzo. Un giorno incontrò alcuni suoi amici che giocavano a pallone vicino a un cimitero, si avvicinò ad un amico e gli disse che il giorno di Halloween alle ore 22:40 avrebbe fatto una festa e che era invitato . Il giorno di Halloween Lorenzo si mise al lavoro e iniziò a decorare la casa abbandonata vicino al cimitero. Alle 22:40 arrivarono tutti gli invitati vestiti da Halloween e iniziarono a ballare, cantare e a giocare a carte. Verso le 23:50 si misero seduti in cerchio, si raccontarono alcune storie e giocarono al gioco della bottiglia. Ad un certo punto tutti si misero a dormire ma ad un tratto , si senti uno spaventoso grido straziante accompagnato dal vento e dal temporale . Subito dopo si udirono dei rumori e entrò dalla porta di ingresso un indovino spaventato che disse ai ragazzi che a mezzanotte e cinque si sarebbero risvegliati gli spiriti maligni dall’oltretomba e che gli spiriti avrebbero ucciso qualsiasi persona che avessero incontrato . Detto questo l’ indovino sparì . I ragazzi spaventati si misero a urlare e uno di loro andò a chiudere la porta di corsa dicendo: “ Lo sapete tutti che gli spiriti maligni non esistono non c’è da preoccuparsi è solo una storia inventata!”. I ragazzi erano ancora troppo spaventati e quindi non riuscirono a dormire. A mezzanotte e cinque in punto si udì un altro rumore accompagnato da grida. I ragazzi allora si spaventarono di più e si misero a scappare in un angolo della casa.Subito dopo il centro del pavimento crollò e uscì un intenso fumo nero. E alcuni mostri armati di spade e artigli lunghissimi e affilati insieme a streghe e zombi. Uno dei ragazzi, il più grande, vide una scopa la prese e inizio ha fare il samurai scaraventandosi addosso a uno dei mostri e allora gli altri ragazzi facendosi coraggio si tolsero le cinture e andarono a dargli una mano. All’alba tutti i mostri, dopo che avevano intrappolato i ragazzi, cercarono di ucciderli ma ad un certo punto la porta si aprì e entrarono tutti i genitori che subito dopo con dei tubi di acciaio riuscirono a intrappolare e a chiudere i mostri dentro all’oltretomba sigillando la tomba. Quando il sole sorse, uscirono tutti dalla casa e gli operai con gli scavatori demolirono la casa e da quel giorno in poi tutti vissero felici e contenti.

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Di Luca Giuriato

15 agosto 2009. Una serata indimenticabile! In un paesino sperduto in provincia di Caorle, una compagnia di ragazzi composta da tre ragazzi e due ragazze, decisero di trascorrere una serata diversa dal solito andando a fare un bagno al mare. La serata era stupenda, il cielo era pieno di stelle e c’era la luna piena; non esisteva il buio quella sera. La partenza era programmata alle 23; e così fu. Ore 23:45 minuti la spiaggia era deserta. L’unico rumore che si sentiva nell’aria erano le onde che sbattevano sugli scogli, e il chiacchiericcio dei 5 ragazzi, che si stavano precipitando sulla riva. Allo scoccare della mezzanotte, come tradizione, i vestiti ricoprirono lo steccato del bagnino e i 5 ragazzi in un baleno erano già in mezzo alle onde. Passarono 20 minuti e la compagnia era ancora la che giocava quando ad un tratto, il mare si ritirò. I 5 giovani rimasero nudi in mezzo alla sabbia, impauriti e sorpresi ma, dopo pochi secondi il mare ritornò com’era prima, ricoprendo i ragazzi. La luna si spense. Buio totale. Il mare era ricoperto di alghe e i pesci facevano le corse sott’acqua. Erano momenti di terrore…! Ma i ragazzi riuscirono a mantenere la calma, si presero tutti e 5 per mano e con piccoli passi, con la paura di pestare qualcosa nel fondo del mare, riuscirono ad avvicinarsi alla riva. Erano tutti impauriti e sorpresi. Lanciarono subito lo sguardo al mare; era ricoperto di alghe,tronchi, pezzi di legno, granchi, pesci morti e tanto fango. L’aria era diventata gelida, e il freddo si faceva sentire. I ragazzi con una corsa si precipitarono subito a recuperare i vestiti, li indossarono con talmente tanta fretta che se li scambiarono. Con una corsa arrivarono alla macchina; finalmente si sentivano al sicuro! E finalmente questa esperienza terrificante finì ma i ragazzi se la ricordarono per tutta la vita.


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Di Emanuele Gjylkaj

In una periferia sperduta ai margini di una grande città c’era un edificio enorme abbandonato da moltissimi anni. Dalle finestre rotte si vedevano all’interno, tra i calcinacci sul pavimento letti arrugginiti, flebo e siringhe, attrezzature di sale operatorie. Tutto abbandonato. Nel quartiere si diceva che quello era un ospedale maledetto e dentro si vedevano ancora cose molto strane. Come ad esempio si sentivano urla che provenivano dai pazienti dell’ospedale che urlavano aiuto. In quel momento io entrai nell’ospedale. Appena entrato vidi un ombra strana dietro a una porta, sembrava uno zombi. Appena guardai dietro la porta non vidi nulla finché ad un certo punto qualcuno mi diede una botta sulla testa e mi fece svenire sul corridoio buio e freddo dell’ospedale. Quando ripresi i sensi mi ritrovai in un letto, al mio fianco c’erano altre persone morte. Scesi dal letto ancora un po’stordito mi diressi verso la porta per uscire dalla stanza e cercare di capire in che posto dell’ospedale ero stato portato. In un cartello vidi scritto primo piano, quindi voleva dire che se volevo uscire dovevo scendere al piano terra e trovare l’uscita dell’ospedale. Una volta uscito mi sono allontanato subito da quel dannato ospedale convinto di non tornarci mai più.

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Di Ionut Hazaparu

Il primo novembre del 2012 era una notte molto spaventosa. Il cielo era nuvoloso, c’erano tanti fulmini e tuoni però non pioveva. Era la terribile notte di Halloween e Carlo con il suo amico Andrea andavano in giro per raccogliere dolcetti e anche per divertirsi facendo scherzi a quelli che non aprivano le porte. Mancavano cinque minuti alla mezzanotte e Carlo con Andrea arrivarono alla fine della loro piccola città. Si trovarono davanti alla casa più vecchia del paese dove si vedevano le luci accese per la prima volta dopo tanti anni. Decisero di andare anche in quella casa. Erano un pò spaventati però alla fine andarono lo stesso. Prima di suonare il campanello, la porta si aprì da sola e una voce strana li accolse e li fece entrare. La porta si chiuse subito dietro di loro e la luce si abbassò. I ragazzi spaventati cercarono di aprire la porta ma il pavimento sotto di loro si aprì e loro scivolarono in un tubo pieno di sangue. Precipitarono in una piscina piena di pesci piranha ma riuscivano a scappare dandogli dei dolcetti. Appena usciti dalla piscina si trovarono davanti due porte. Decisero di andare a destra. Appena entrati videro un lungo e buio tunnel che era pieno di scherzi molto pericolosi ma i nostri amici riuscirono a superare ogni ostacolo. Dopo un po’ di tempo una palla di pietra grande quanto il tunnel arrivò alle loro spalle. I ragazzi cominciavano a correre pensando che erano giunti alla fine della loro vita. Però una speranza arrivò perche videro la fine del tunnel ma non riuscivano a vedere cosa ci fosse dopo quella luce forte. La loro unica speranza era di saltare oltre quella luce. Saltarono in un buco che non aveva fine e appena fuori una strega che cavalcava una scopa salvò i ragazzi e li portò in un posto sicuro. I Ragazzi volevano scappare ma la strega li trasformò in elefanti e la sua scopa si trasformò in un topo. Carlo e Andrea trasformati in elefanti cominciano a correre e Carlo sbattè la testa addosso ad un muro svegliandosi di colpo da questo brutto sogno!

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Di Matteo Manin Era una notte tranquilla e nuvolosa e un gruppo di ragazzi e ragazze organizzarono un tenda party in un boschetto fuori città, vicino a una vecchia segheria inutilizzata da una decina di anni perché al suo interno erano stati trovati diversi corpi di persone morte senza volto. Del colpevole però non si seppe più niente. Tanto per movimentare la serata presero la decisione di andare all’interno della vecchia segheria. A loro insaputa però c’era qualcuno che li teneva osservati da quando erano arrivati. Il più coraggioso si avventurò all’interno e dopo circa 5 minuti si sentì urlare. Subito tutta la compagnia si avventurò di corsa all’interno e trovarono il loro compagno li ad aspettarli sano e salvo. Quando gli chiesero cosa fosse successo gli disse che si era trattato di uno scherzo. Quando tutti capirono che era stato davvero uno scherzo se ne andarono con passo spedito verso l’uscita. Il ragazzo restò indietro e si sentì uno strano rumore tipo un volo di un uccello, e quando tutti uscirono si accorsero che mancava Marco. Per sicurezza rientrarono a cercarlo e lo trovarono nascosto in uno spazio oscuro. Quando uscirono il ragazzo sembrava un po’ diverso dal solito più silenzioso, come se stesse studiando gli altri. Arrivò l’ora di cucinare qualcosa, e venne chiesto l’ accendino all’ unica ragazza del gruppo che fumava; lei rispose di non trovare più l’ accendino quindi pensò di averlo perso nella vecchia segheria. Marco decise di seguirla. Entrati nella segheria la ragazza venne portata da Marco in un luogo nascosto e lì la ragazza iniziò a preoccuparsi. Ad un tratto il ragazzo si mise una mano sul viso e se lo tolse come una maschera. Era mostruoso, sembrava avere subito un incidente, era senza volto gli mancava la pelle! La ragazza tentò di urlare ma lui non le lasciò il tempo e la uccise rompendole il collo. Gli altri ragazzi preoccupati entrarono a cercarli ma senza risultati. Il killer intanto andò a tagliare le ruote delle auto per non farli fuggire e li stava aspettando nel luogo dove avevano acceso il fuoco con un macete in mano ovviamente con le sembianze di Marco. Un ragazzo intanto chiamò la polizia per avvertirla del rapimento della ragazza. Intanto tornarono nell’accampamento dove trovarono una brutta sorpresa. I ragazzi appena si accorsero del killer fuggirono nel bosco. Tutti vennero inseguiti, cercati, trovati e uccisi tranne una coppia che riuscì ad avvicinarsi alla città e ad incrociare una pattuglia di poliziotti che li portarono in salvo nella caserma più vicina. Il giorno seguente trovarono i corpi senza vita dei ragazzi tutti ammucchiati nella segheria e del colpevole nessuna traccia.

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Di Gabriele Martin In un paesino sperduto nella campagna inglese ogni anno succedono cose strane nel periodo di halloween. Vicino a questo paesino c’era un bosco dove ad ogni alba del 1° novembre venivano ritrovati i corpi di 3 persone del villaggio, che erano state rapite a caso e uccise nella notte del 31 ottobre, dopo essere state torturate nei giorni precedenti. Con queste 3 persone ne veniva rapita una quarta, che veniva costretta ad uccidere gli altri 3 dopo le torture, e se lo faceva veniva risparmiata e gli veniva offerta la possibilità di entrare nel clan degli assassini: il “three headed dog”. In questa notte le 3 persone torturate venivano messe su 3 alberi, a formare un triangolo, tutti con la faccia rivolta verso il centro, e nel centro, la quarta persona doveva offrire un po’ del suo sangue per evocare un cerbero demoniaco a cui venivano offerte le 3 vittime, una per ogni testa del demone. Quest’anno la persona che doveva effettuare il sacrificio era un giovane ragazzo, che era costretto ad uccidere i suoi amici più vicini. Dall’evocazione ne era uscito un cerbero diverso dal solito, perché questo aveva solo una testa normale, le altre 2 avevano il potere del fuoco e del ghiaccio. I membri del T.H.D. erano sorpresi, soprattutto perché l’animale sprigionava un’aura oscura ogni volta che qualcuno di loro si avvicinava al suo evocatore. A un certo momento il loro capo si lanciò contro il ragazzo per ucciderlo ma a quel punto il cerbero si mise davanti per difenderlo e venne colpito a morte, così facendo lo spirito della bestia si introdusse nel corpo del ragazzo causando un esplosione di luce, e quando tornò il buio i 3 ragazzi che erano legati agli alberi che erano spariti, mentre al centro era rimasta un ombra circondata dagli alberi in fiamme e dalle scariche elettriche che a malapena gli illuminavano il volto. Quando l’ombra alzò lo sguardo si vide il viso del ragazzo. A quel punto tutti quelli del clan si scagliarono contro di lui per finire il lavoro, ma in quel momento il ragazzo sprigionò una potentissima energia che mischiava insieme fuoco, ghiaccio, oscurità e fulmini, e dopo uno scatto verso l’alto, allargò le braccia e genererò un esplosione che rase al suolo tutto quello che si trovava nei dintorni a distanza di qualche chilometro, facendo fuori l’intero clan del T.H.D. Al mattino seguente fuori dal bosco non c’erano i 3 ragazzi, ma i membri del clan, morti e messi in croce a testa in giù. Dal quel giorno non si parlò più del clan, ma alcuni dicono di vedere ancora un ombra scura camminare per il paese, accompagnato da un cane a 3 teste.

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Di Matteo Quaglio

Era una notte molto ventosa e piovosa. Il signor John stava rientrando a casa dopo una cena di lavoro con i propri colleghi. Viveva da solo ed era vedovo da quasi un anno. Era un uomo affascinante infatti nella sua vita ebbe molte donne anche quando era sposato. Era molto ricco e faceva una vita lussuosissima. Non si faceva mancare nulla. Sua moglie non sapeva niente di tutte le amanti che aveva avuto. Non si era mai accorta di nulla. Il signor John dopo essere entrato in casa si diresse verso la sua stanza per spogliarsi e andare a farsi il bagno. Entrato nella camera fissò la foto appesa alla parete che lo ritraeva con sua moglie. Poi si ricordò di avere nascosto nel suo cassetto un album con tutte le foto delle sue amanti. Si mise a sfogliarlo tutto e poi lo appoggiò aperto sopra il letto. Si spogliò e andò a lavarsi. Mentre lui era in bagno, sua moglie nella foto in camera, prese vita vedendo le foto delle sue amanti. Si infuriò tantissimo, scese giù in cucina e prese un coltello. Ritornò sopra ed entrò in bagno con aria minacciosa. Il signor John uscì immediatamente dalla vasca con un grande spavento. Cercò un modo per scappare, ma sua moglie lo intrappolò e lo colpì alla schiena con il coltello e lo uccise. Dopo di che il fantasma di sua moglie andò da tutte le amanti che aveva avuto e uccise ad una ad una anche loro.

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Di Giacomo Sturaro

Kurt tornò nella sua camera dopo una faticosa giornata di lavoro, e stanchissimo si lasciò avvolgere dal calore delle sue coperte del letto. Stava ripensando a tutti gli avvenimenti di quella giornata quando un rumore sordo attirò la sua attenzione. Si sedette sul letto e diede un’occhiata alla stanza. Ogni cosa era al suo posto. Kurt pensò che fosse il vento fuori dalla finestra che ululava. Si distese nuovamente e prese sonno dopo breve tempo. Iniziò a viaggiare nei sogni e immaginò di trovarsi in un prato bellissimo. Stava camminando tra i fiori guardando l’orizzonte quando all’improvviso una granata esplose alla sua sinistra. No, era il suo armadio! Si svegliò di soprassalto e si mise in piedi. Guardò la stanza e l’armadio; era tutto apposto, così come quando l’aveva comprato la settimana prima. Ormai però non aveva più sonno e decise di andare a bere qualcosa dal frigo giù in cucina. Mentre stava per uscire dalla sua stanza, sentì ancora quel rumore… Si avvicino ancora all’armadio e un altro rumore provenì da esso. Kurt decise di prendere la sua nuova mazza da baseball e di usarla come arma per difendersi in caso vi fosse qualcuno che volesse aggredirlo dall’armadio… Si avvicinò al mobile lentamente, sollevò la mazza sopra la testa e aprì. Una luce accecante lo avvolse e lo trascinò dentro l’armadio…inizio a fargli male la testa e troppi brutti pensieri iniziarono a riempirgli la mente…i demoni lo avevano preso e non lo avrebbero lasciato mai più.

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Di Marco Valvo Questa storia parla di un signore molto ricco, sposato e famoso di nome Smith. Quest’uomo aveva un hobby che lo divertiva tanto ovvero trovarsi delle amanti farsele e poi ucciderle. Quello che lui non sapeva però era che ogni volta che uccideva una sua amante andava nell’oltretomba e trovava le altre amanti uccise. Un giorno incontrò una donna di nome Jessica molto furba che non si faceva intimidire e il signor Smith la corteggiò a tal punto da farla innamorare di lui. Come sempre, dopo un po’ di volte che si frequentavano, la uccise. Quando Jessica arrivò nell’oltretomba vide tutte le ragazze che il signor Smith aveva ucciso e capì subito perché c’erano tutte quelle ragazze li. Infuriata per le crudeltà di quell’uomo chiamò attorno a lei tutte le ragazze e gli chiese cosa fosse successo. Loro avevano lo stesso motivo di Jessica, e quindi si mise a pensare come fargliela pagare. Intanto il signor Smith continuava a compiere stragi. Quando Jessica vide che continuavano ad arrivare ragazze si arrabbiò sempre di più e le venne in mente un’idea. Decise di ritornare dall’oltretomba con tutte le ragazze e farlo a pezzi in modo che ogni pezzo del signor Smith venisse dato ad ogni ragazza. Un giorno il signor Smith tornò a casa dal lavoro e si rese subito conto che qualcosa non andava in casa, c’era troppa calma. Si sedette sulla poltrona per riposarsi e Jessica venne fuori dal pavimento con un coltello e cominciò a togliere un pezzo per sè e così per tutte le ragazze fino a quando rimasero solo i vestiti. Jessica non era ancora del tutto soddisfatta e quindi andò ad uccidere anche la moglie che si stava facendo un bagno. Uccisa anche la moglie Jessica fu davvero contenta per averle risparmiato di diventare la vedova di uno spietato assassino. Alla fine se ne tornò nell’oltretomba in pace.

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