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IBM Italia e la stampa aziendale “Soluzioni IBM” e “Rivista IBM”

progetto di ricerca di: Alessandro Arena Ilaria Montanari Fosca Salvi


I.U.A.V UniversitĂ di Venezia Corso di laurea magistrale in Comunicazioni Visive e Multimediali prof. Carlo Vinti a. a. 2009/2010 Corso di Storia delle Comunicazioni Visive redazione e impaginazione Alessandro Arena Ilaria Montanari Fosca Salvi font The Mix Gotham su macintosh finito di stampare 13 aprile 2010


INDICE

1. Introduzione 2. La storia 2.1 IBM america 2.2 IBM italia 3. Gli house organ in Italia 4. Rivista IBM 5. Soluzioni IBM 6. Conclusioni 7. Bi bl i ogr a f i a


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1. Internet e IBM Grafico “inverso” che mostra la grande assenza dal web di informazioni relative a IBM Italia, soprattutto a proposito delle sue house organ.

1. Introduzione

Per quanto riguarda la nostra proposta di ampliamento del canone abbiamo focalizzato l’attenzione sull’azienda americana IBM perchè, documentandoci su diversi testi di storia del design grafico è risultato che IBM compare esclusivamente quando si parla del lavoro svolto da Paul Rand per l’immagine coordinata dell’azienda negli anni ‘80. Ci è subito parsa una trattazione frammentaria in quanto è risaputa la grande importanza storica della società, sia dal punto di vista produttivo, risalente addirittura agli ultimi anni dell’800, che da quello sociale, per le grandi innovazioni tecnologiche apportate dalla IBM. Continuando questa ricerca iniziale è affiorata sempre più fortemente la presenza di rilievo di una sede italiana della grande società d’oltreoceano. A questo punto ci rendiamo conto che la IBM Italia potrebbe essere un campo di ricerca relativamente inesplorato dal punto di vista della

comunicazione visiva, sappiamo che, come tutte le aziende italiane del dopo-boom-economico anche la IBM italiana avevo tutto un suo personale sistema di comunicazione interna ed esterna all’azienda, costituito da varie pubblicazioni ed iniziative culturali, che puntavano a migliorare l’immagine pubblica della società avvicinandola all’idea di un ente culturale di grande importanza sociale. Questi compiti erano principalmente svolti dalla pubblicazione di un house organ, il cui primo numero risale al 1965 e porta il nome di Rivista IBM . Dalla ricerca è emersa l’esistenza di svariate riviste minori, ma non meno rilevanti per il nostro lavoro, tra cui una consultabile si rivelata essere Soluzioni IBM nonostante, come per tutte la altre riviste pubblicate da IBM Italia, la documentazione scarseggi, soprattutto per quanto riguarda i primi anni di diffusione della testata.


2. IBM house organ library map Mappa per illustrare la reperibilità delle riviste IBM nelle biblioteche italiane.

IBM house organ library map

BOLOGNA Biblioteca universitaria di Bologna. Biblioteca comunale dell'Archiginnasio. Biblioteche del Dipartimento. di archeologia dell'Università degli studi di Bologna. CAGLIARI Biblioteca comunale di studi sardi. Biblioteca della Camera di commercio. Biblioteca provinciale. Biblioteca universitaria di Cagliari. Centro di documentazione e educazione ai rapporti, all'ecologia e alla non violenza della Cooperativa Passaparola. FERRARA Biblioteca del Liceo statale Ludovic o Ariosto.

FIRENZE Biblioteca nazionale centrale. Biblioteca di scienze sociali dell'Università degli studi di Firenze. GENOVA Biblioteca della Fondazione Mario Novaro. LIVORNO Biblioteca comunale Labronica Francesco Domenico Guerrazzi. Emeroteca e sezione bibliotecaria delle collezioni ottocentesche. MACERATA Biblioteca del Dipartimento di studi su mutamento sociale, istituzioni giuridiche e comunicazione dell'Università degli studi di Macerata.


TRIESTE ROMA PADOVA RIMINI

RAVENNA

PERUGIA FERRARA PALERMO

MACERATA

BOLOGNA MILANO TORINO CAGLIARI LIVORNO GENOVA FIRENZE PARMA VENEZIA

MILANO Biblioteca comunale. Biblioteca nazionale Braidense. Biblioteca d'arte. Centro bibliografico e di documentazione del Servizio biblioteche della Regione Lombardia. Biblioteca centrale di ingegneria del Politecnico di Milano. Biblioteca e Archivi del Dipartimento di progettazione dell'architettura del Politecnico di Milano. Biblioteca di Politeia. Biblioteca dell'Istituto milanese per la storia della Resistenza e del movimento operaio.

Biblioteca G. Ricci del Dipartimento di matematica dell'Università. PALERMO Biblioteca centrale della Regione siciliana Biblioteca del Centro studi sociali. PADOVA Biblioteca della Facoltà di scienze statistiche dell'Università degli studi di Padova. Biblioteca del Dipartimento di elettronica e informatica dell'Universita' degli studi di Padova. PERUGIA Biblioteca comunale Augusta. PARMA Biblioteca dell'Archivio storico comunale.

Servizio biblioteca di economia dell'Università degli studi di Parma. ROMA Biblioteca della Fondazione Lelio e Lisli Basso. Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II. Biblioteca ISTAT. Biblioteca del Dipartimento di statistica, probabilità e statistiche applicate dell'Università degli studi di Roma La Sapienza. Biblioteca centrale Giovanni Boaga della Facoltà di ingegneria dell'Universita'degli studi di Roma La Sapienza. Biblioteca del Dipartimento di meccanica

e

aeronautica dell'Università degli studi di Roma La Sapienza. RIMINI Biblioteca civica Gambalunga. TORINO Biblioteca d'arte dei musei civici di Torino. Biblioteca nazionale universitaria. Biblioteca del CIDAS. TRIESTE Biblioteca generale dell'Università degli studi di Trieste. VENEZIA Biblioteca nazionale Marciana Biblioteca dell'Archivio storico delle arti contemporanee, ASAC.


2. La storia

2.1 IBM america L’azienda IBM nasce a New York nel 1911, ma è già attiva alla fine dell’Ottocento col nome di Computing Tabulating-Recording Company (CTRC), la compagnia inizialmente è di proprietà di Herman Hollerith, tedesco emigrato in America. La CTRC produceva inizialmente pesatrici e orologi. Nel 1890 Hollerith brevetta una macchina in grado di leggere schede perforate, l’obiettivo è quello di velocizzare lo spoglio delle schede del censimento di quell’anno negli USA. I risultati del censimento dell’anno precedente infatti furono disponibili solo sette anni dopo. Hollerith vendette i suoi brevetti in Germania a un commerciante di macchine addizionatrici (Willy Heidinger) che fonderà la Deutsche Hollerith Maschinen Gesellschaft ( Dehomag). Già nel 1924 la CTRC diventerà “International Business Machine Company” grazie all’ingresso in società della figura di Thomas Watson. Thomas J.Watson Senior sarà la figura più importante dell’azienda il quale renderà popolare il suo amato slogan “THI NK” (pensa) applicato su tutta la comunicazione della società per i successivi cinquant’anni. Durante la Grande Depressione del 1930, IBM è riuscita a crescere, mentre il resto dell’economia statunitense annaspava. Egli si prese cura dei suoi dipendenti, continuando a investire sulle persone, produzione e innovazione tecnologica, nonostante i tempi di difficile ristrettezza economica. Gli anni Quaranta sono anni di grande sviluppo della produzione di massa. Il 1° gennaio 1947 compare per la prima volta il nuovo logo IBM sulla testata del periodico aziendale Business Machines . Il familiare “globo” è stato sostituito con le semplici lettere “IBM” in outline scritte in carattere tipografico Beton Bold. Dopo aver assistito alla devastazione che la Prima


3. Illustrazione, 1921 Immagine composita che illustra alcuni dei famosi slo gan di Thomas J. Watson.

-

4. loghi 1. International Time Recording Company (ITR), 1889-1914. 2. Computing Scale Company, 1891-1914. 3. Computing-Tabulating-Recording Company, 1911-1924. 4. International Business Machines, 1924-1946. 5. IBM in transition, 1947-1956. 6. IBM continuity, 1956-1972. 7. IBM international recognition 1972 - oggi.

Guerra Mondiale provoca alle società e alle imprese, Watson ideò lo slogan “la pace nel mondo attraverso il mondo del commercio”. Nonostante gli sforzi di Watson, a nome della pace nel mondo, la volontà del mondo del commercio, non riuscirono a impedire lo scoppio della seconda guerra.É durante la Seconda Guerra Mondiale che si registra un comportamento ambiguo da parte dell’azienda americana, la quale mise a disposizione del governo tedesco tutti i suoi servizi, anzi potenziando la filiale IBM tedesca, che continuava a mantenere il vecchio nome Dehomag camuffando così la sua vera identità e facendo in modo che la stessa potesse operare indisturbata anche in anni di embargo, da parte degli USA contro la Germania nazista. L’IBM collaborerà col regime, fornendo gli strumenti indispensabili per la schedatura della popolazione del Reich e la catalogazione razziale. Alla morte di Thomas J. Watson, lo succede il figlio Tom Watson Jr. apportando notevoli cambiamenti all’organizzazione aziendale, ciò è anche sottolineato col ridisegno del logotipo ideato dal rinomatissimo progettista grafico Paul Rand. Nel 1972, l’azienda introduce un’ulteriore versione del logo ridisegnato dallo stesso Rand.


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IBM ITALIA

5. IBM history ITA and USA Timeline che incrocia i principali avvenimenti storici di IBM Italia e IBM America.


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6.

2.2 IBM italia La storia di IBM in Italia ha un inizio piuttosto controverso, i racconti ufficiali ci dicono che la prima apparizione di IBM sul suolo italiano è collegata con quella prima società fondata del 1927 dal nome di Società Italiana Macchine Commerciali (SIMC). Analizzando più approfonditamente questo punto della storia IBM si può però intuire che la società in Italia dovesse la sua fondazione ad un’azienda tedesca a nome di Herman Hollerith, il quale già agli inizi del ‘900 aveva contribuito alla nascita di IBM in America. Questo legame tra IBM Italia e Hollerith riaffiora nella storia ufficiale negli anni ‘30, quando la SIMC si trasforma in Hollerith Italia. Nonostante esistesse fin dagli anni ‘20, l’azienda italiana, resta in disparte sino al secondo dopoguerra quando acquista maggior luce agli occhi degli americani. Si può dire che IBM arrivi in Italia insieme all’esercito USA, o meglio, grazie alla scelta di alcuni ex-militari di fermarsi nella penisola italica dopo l’attuazione del piano Marshall. L’idea che gli americani si fanno dell’Italia è quella di un “terzo mondo dell’informatica” in cui non esiste alcun mercato del settore e dove è la sola Olivetti a farla da padrona, dove neppure le aziende estere hanno la possibilità di comparire. La situazione appare


6. Vista aerea dello stabilimento di Vimercate (MI), anni 1972. 7. Diagramma che illustra la diffu sione di IBM in Italia, 1983.

7.

appetitosa agli americani, resi forti da tutte le loro conoscenze strategiche e comunicative, vengono così affidati a questi ex-militari posizioni di controllo all’interno dell’azienda italiana. L’IBM in Italia per un lungo tempo si limita a commercializzare i prodotti provenienti dall’America, il passo successivo è la nascita di stabilimenti che assemblano semi-lavorati sempre fatti negli Stati Uniti, è proprio a questo punto della storia che fanno capolino i primi problemi di ordine sindacale per IBM Italia: gli operai si sono stancati, continuando a fare questo genere di lavoro è addirittura difficile ritenersi veri e propri operai, ed essi richiedono a gran voce che anche la produzione vera e propria avvenga in Italia. Dopo le dure battaglie per il ciclo di produzione completo, nel 1966 viene aperto in Italia il primo stabilimento in cui si produce veramente qualcosa, quello di Vimercate in provincia di Milano, destinato alla produzione del primo calcolatore con la tecnologia del chip integrato. Nel 1981 il secondo stabilimento viene aperto a sud di Roma, oltre alla diffusione di numerosissimi laboratori di ricerca e sviluppo sul suolo italiano; è solo ora che ci è possibile dire che la IBM Italia ha acquistato una sua indipendenza vera e propria.


3. Gli house organ in italia

Gli house organ nascono, in paesi come la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, dove l’idea del giornale aziendale si era andata affermando in contemporanea con il crescere di dimensioni delle industrie, con la conseguente necessità di ovviare alle difficoltà di comunicazione tra direzione e dipendenti e tra impresa e opinione pubblica. Presto si ebbero dei processi di specializzazione e differenziazione dei titoli, una stessa azienda incomincia a differenziare le proprie pubblicazioni; ad esempio si fanno giornali interni per il personale, e pubblicazioni con temi culturali ed eterogenei rivolte al pubblico esterno. L’Italia, tra gli anni ‘50 e ‘60, proprio gli anni del rapido sviluppo industriale, vede la nascita degli house organ più conosciuti, pubblicati da aziende come la Pirelli e l’italsider, rispettivamente con le testate Pirelli e Rivista Italsider, ma vi sono anche testate meno note, promosse da aziende di dimensioni più piccole, in molti casi appartenenti a settori strategici del made in Italy. Il Repertorio della stampa aziendale italiana si concentra sul fenomeno degli house organ e dei periodici d’impresa intesi come fondamentale strumento di mediazione tra il mondo dell’azienda e quello della produzione culturale, in un percorso, che partendo dagli avvii negli anni Trenta, giunga fino ad esperienze più recenti. Il giornale aziendale nasce inizialmente come strumento per informare, tenere unita e “educare” la comunità dei dipendenti. Tale funzione originaria, di strumento di public e human relation, rende molte riviste e bollettini aziendali una preziosa fonte per documentare anche visivamente la vita di officina e la quotidianità del lavoro in azienda.

7.


7. Copertina Rivista Italsider , numero 1, 1963 8. Copertina Pirelli , numero 6, 1958 9. Copertina Civiltà delle macchine , numero 6, 1953

L’altro ruolo fondamentale svolto storicamente dalla stampa aziendale riguarda la costruzione dell’immagine pubblica delle imprese, contribuendo a stabilire e a consolidare l’identità dell’azienda. Un tratto peculiare delle testate aziendali italiane è stato il tentativo generoso di trovare un terreno di incontro tra le cosiddette “due culture”: nello specifico del discorso aziendale, la cultura ingegneristica e manageriale e quella artistico-letteraria.

8.

9.


Gli house organ ibm

Dragoni, Lantiero

10. House organ made in Italy Grafico che prende in esame le “vite� dei due house organ di IBM, Soluzioni IBM e Rivista IBM . Qui rappresentate la loro nascita e i principali cambiamenti editoriali.

1970

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1960

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Studio Gaffuri

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1990

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4. scheda tecnica Rivista IBM

titolo Rivista IBM if dal 1993 azienda promotrice IBM Italia durata 1965 - 1993 periodicitá Trimestrale (spedizione in abbonamento postale) editore IBM Italia direttore Nino Regorda, Angela Cerizza, Marcella Antozzi redattore Iva Bergamini (Redattore Capo), Alberto Braschi, Antonio Steffenoni, Laura Ragazzo impaginatore Ferruccio Dragoni, Roberto Lanterio Italo Lupi dal 1986 stampatore Arti Grafiche Ambra, Milano Industrie Grafiche Italiane Stucchi, Milano fotografie Marcello Antozzi, Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Cesare Colombo, Luciano d’Alessandro, Studio Grabb, Luciano Ferrari, Mario Mulas, Ugo Mulas, Giuseppe Pino, Edward Rozzo reperibilità Biblioteca Gambalunga, Rimini


11. Copertina Rivista IBM vol. VIII, n 1, 1972


12.

A partire dalla seconda metà degli anni ‘60 la parte italiana di IBM subisce una sensibile crescita, la sua diffusione sul territorio aumenta, conseguentemente è sempre più forte la volontà di dare alla società una specifica connotazione italiana. Si ricorre principalmente alle iniziative di comunicazione d’immagine per assolvere questo compito, si cerca così di far conoscere meglio la Società e di farle occupare un ruolo definito nella realtà commerciale del nostro paese. In primo luogo la presenza pubblicitaria su quotidiani e periodici viene rinforzata, in seguito la linea culturale si fa più marcata e continua cercando di allontanarsi dall’immagine della mera produzione industriale. Da questa volontà deriva una nuova serie di programmi culturali, libri, pubblicazioni, annual reports e con essi la nascita di Rivista IBM , nel 1965, il tutto ideato e progettato all’interno degli uffici italiani in modo del tutto indipendente dalla sede americana. Lo scopo che sta alla base di tutto questo è quello di contribuire alla crescita dell’immagine dell’azienda nell’ambiente italiano, per fare ciò è necessario usare il giusto linguaggio, quello che viene compreso in Italia, quindi completamente diverso da quello della comunicazione grafica di Madison Avenue. Rivista IBM , edita dalla Direzione Comunicazioni, nasce a seguito del decollo dell’azienda nel mercato internazionale con l’intento di informare gli italiani sullo situazione del mondo dell’elaborazione di dati. Inizialmente molti degli articoli arrivavano direttamente dall’America con la volontà di far approdare anche in Italia i lineamenti di questa nuova cultura strettamente legata al mondo dell’elettronica, del calcolo e dell’automazione, tutti sinonimi di modernità e di emancipazione tecnologica. In pochi

13.

anni la “Rivista IBM” incomincia a trattare sempre di più temi “italiani”, ricerche e studi fatti nei laboratori di casa nostra. Sommessamente Rivista IBM lavora per affiancarsi alle riviste che altre aziende pubblicano contemporaneamente, periodici come Rivista Pirelli e Civiltà delle Macchine . Seguendo la tendenza attuale, anche Rivista IBM inizia a trattare temi come tecnologia e società, arte e scienza e cultura industriale. Mantenendo questa direzione, la rivista redatta in via Pirelli 18 a Milano, diventa sempre più qualificata e completa, a partire dalla prima metà degli anni ‘70 si registrano collaborazioni prestigiose, inizialmente soprattutto per quanto riguarda la fotografia: vengono pubblicate foto di Ugo Mulas, Gabriele Basilico e Henri Cartier-Bresson; successivamente anche le copertine subiscono l’intervento di grandi nomi con le illustrazioni di Alberto Giacometti, Bruno Munari e Francis Bacon, il tutto coronato da una veste grafica accurata e originale. Anche per IBM Italia vale la regola stabilita già dalle grandi aziende come Pirelli e Italsider: se la rivista si trasforma e smette di affrontare temi strettamente connessi alla produzione industriale, se il suo pubblico si fa più vasto e variegato, allora è necessario pubblicare più di una rivista aziendale in modo da poter affrontare più specificatamente ogni tema; nel caso di IBM Italia è difficile risalire all’esatto numero delle su pubblicazioni, tra annuari e riviste redatte dai vari laboratori di ricerca italiani, ma sappiamo che esse sono molteplici. Per quanto riguarda la veste grafica di Rivista IBM fin dall’inizio si opta per uno stile minimale e che lasci largo spazio agli argomenti trattati, esso rimane


12. Copertina Rivista IBM vol. IX, n 1, 1973 13. Doppia pagina Rivista IBM vol. IX, n 1, 1973 14. Copertina Rivsta IBM vol. X, n 1, 1974

tale per tutti i 25 anni di pubblicazione del periodico, variando leggermente solo quando, nel 1973, cambia il suo direttore responsabile. Da questo momento in poi si nota la forte volontà di incorporare sempre più i temi attuali e mettere ancora più in risalto le collaborazioni prestigiose. Si può dire che la rivista sia ora realmente competitiva nel settore delle house organ italiane restando fedele agli obiettivi prefissati inizialmente. Solo nel 1986, con l’arrivo di Italo Lupi nel ruolo di art director, la rivista subisce un vero e proprio stravolgimento. Lupi resterà al comando anche quando la rivista cambierà il suo nome in If, dal momento che, nel 1993, la Direzione Comunicazione IBM diventa la Fondazione IBM, sempre più distante dalla produzione dell’azienda per quanto riguarda i temi trattati. La rivista, grazie al contributo di Italo Lupi vince anche il Compasso d’Oro nel 1998, massimo riconoscimento raggiunto dal periodico di IBM Italia.

14.


vol. VI, n 1, 1970

vol. VI, n 3, 1970

vol. VII, n 1, 1971

vol. VII, n 1, 1971 esempio di doppia pagina

vol. VIII, n 2, 1972

vol. VIII, n 3, 1972

vol. VIII, n 3, 1972 esempio di doppia pagina


vol. VI, n 1, 1970 esempio di doppia pagina

vol. VIII, n 1, 1972

vol. IX, n 1, 1973

vol. VI, n 2, 1970

vol. VIII, n 1, 1972 esempio di doppia pagina

vol. IX, n 1, 1973 esempio di doppia pagina


vol. IX, n 2, 1973

vol. IX, n 3, 1973

vol. X, n 2, 1974

vol. X, n 3, 1974

vol. X, n 3, 1974 esempio di doppia pagina

vol. XI, n 1, 1975

vol. XI, n 3, 1975

vol. XI, n 3, 1975 esempio di doppia pagina


vol. IX, n 3, 1973 esempio di doppia pagina

vol. X, n 1, 1974

vol. X, n 4, 1974

vol. X, n 4, 1974 esempio di doppia pagina

dopo 1986

dopo 1986

dopo 1986


5. scheda tecnica Soluzioni IBM

titolo Soluzioni IBM sottotitolo Per l’elaborazione dei dati e della parola. Per l’elaborazione delle informazioni. azienda promotrice IBM Italia durata 1977 - ? periodicitá Trimestrale con indicazione del mese, ma con uscite irregolari. Pubblicazioni irregolari di supplementi in allegato al numero d’uscita. editore IBM Italia direttore Paolo Piccardo Riccardo Comboni redazione Giampiera Menduni impaginatore Studio Gaffuri stampatore Grafiche Alma pagine da 39 a 51 illustratori L. Sangiorgi dello Studio Gaffuri fotografie Studio Caggi, Elisabetta Catalano, Cesare Colombo, Studio Crabb, Studio Regazzini, Agenzia Contrasto Archivi Alpitur, Api, Bauli, Banca Popolare di Lecce, Elcat, Falk, Ferrari, Gabetti, Montedison, Oscartielle, Sip, Sisas scrittori Mario Massazza, Giampiera Menduni, Maria Grazia Fabretto reperibilità ASAC venezia


15. Copertina Soluzioni IBM Per l’elaborazione dei dati e della parola , n.14, marzo 1982, design di Studio Gaffuri


16. Soluzioni IBM . Per l’elaborazione dei dati e della parola , n.17, luglio 1982, design di Studio Gaffuri 17. Soluzioni IBM . Per l’elaborazione dei dati e della parola , n.22, marzo 1985, design di Studio Gaffuri 18. Soluzioni IBM . Per l’elaborazione dei dati e della parola , n.23, luglio 1985, design di Studio Gaffuri 19. Copertina e quarta di copertina di Soluzioni IBM . Per l’elaborazione dei dati e della parola , n.15, novembre 1983, design di Studio Gaffuri

Soluzioni IBM è uno dei periodici pubblicati dalla società IBM italiana, la cui prima pubblicazione risale alla fine degli anni Settanta. Nel frattempo la struttura organizzativa della società italiana cambia, aumentando la produzione di nuovi macchinari sempre più specializzati e destinati ad un gruppo sempre più ampio e diversificato di clienti. Questo spiega il motivo per il quale la testata cambia la sua veste editoriale a distanza di cinque anni dalla prima pubblicazione. Si tratta di un periodico trimestrale che offre una panoramica molto ampia di ambienti applicativi differenti: dall’azienda manifatturiera all’ente locale, dalla banca al supermercato, dal tessile all’assicurazione. Al di là delle caratteristiche grafiche tipicamente anni Ottanta, disegnate dallo studio Gaffuri di Milano, riteniamo opportune alcune considerazioni riguardo ai contenuti, sul significato e l’importanza nel settore dell’informatica e del suo impatto sulla società. Non è un caso che nel giugno del 1983 venga indetto il convegno “L’informatica nell’evoluzione dell’editoria commerciale e aziendale” , i cui argomenti riguardavano l’editoria in Italia, le pubblicazioni aziendali e l’informatica nelle pubblicazioni. A proposito di questa tematica, il numero di giugno del 1985 è interamente dedicato all’editoria. L’ editoriale racconta di quanto l’incontro tra tipografia e informatica abbia determinato di lì a poco conseguenze maggiori rispetto l’invenzione della stampa. La sperimentazione col computer nella produzione editoriale, cominciata negli Stati Uniti agli inizi degli anni Sessanta, suscita in Italia reazioni diverse, talvolta contrastanti, inizialmente di incredulità e wscetticismo e conseguentemente

di interesse e fiducia. Nell’arco di vent’anni le pubblicazioni commerciali e aziendali italiane cominciavano ad avvicinarsi alla realtà che si respirava in gran parte dell’ Europa. Dall’analisi dei numeri disponibili (dal 1982 al 1985) si nota un evidente cambiamento grafico nelle copertine a partire dal 1984, si passa dalle fotografie a soluzioni grafiche interessanti che sottolineano questo momento di sperimentazione e utilizzo del computer. La produzione informatica, dal punto di vista della quantità dei prodotti che vengono continuamente annunciati all’interno del periodico, attraverso inserti ed edizioni speciali monografiche, oltre ad essere uno dei criteri alla base delle edizioni dei numeri Soluzioni IBM, è anche il fattore che ci ha spinto a considerare il trimestrale un importante progetto editoriale in quanto ci permette di delineare il contesto sociale ed economico influenzato dalla nascita dell’informatica, oltre che farci capire quanto e in quale maniera la società abbia contato su di esso, attraverso la sponsorizzazione dei propri prodotti con l’esempio delle aziende che già utilizzavano e valorizzavano le tecnologie IBM.


16.

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18.

19.


n.14, marzo 1982

n.16, marzo 1983 supplemento

n.17, luglio 1983

n.17, luglio 1983, esempio di doppia pagina

n. 22, marzo 1985

n. 22, marzo 1985 esempio di doppia pagina


n.14, marzo 1982 indice e editoriale

n. 14, supplemento

n.18, novembre 1983

n. 20, agosto 1984

n. 23, giugno 1985



6. Conclusioni

Quest’analisi, sia la parte storica che quella più specificatamente connessa agli house organ di IBM Italia, ci spinge a fare due ipotesi sul motivo per cui la produzione grafica, o meglio editoriale, dell’azienda sia stata così trascurata dalla storia del graphic design. La prima consiste nell’osservare come tutte le house organ non vengano comprese in quasi nessun testo di storia della grafica, quindi è ovvio che nemmeno Rivista IBM compaia in alcun luogo. La seconda ipotesi, più strettamente connessa alla nostra ricerca, riguarda l’idea che si è avuta di IBM Italia fin dalla sua origine: IBM in Italia è sempre apparsa una succursale dell’azienda americana, fatto che si è rivelato essere falso, dato che in Italia erano presenti molti laboratori di ricerca, che operavano proprio per la produzione italiana, e più di uno stabilimento nel quale avveniva l’intero ciclo produttivo. Quindi si può dire che, IBM Italia, fosse relativamente indipendente. Affrontando l’argomento più accuratamente dal versante della comunicazione visiva, abbiamo notato, inoltre, che la trattazione di IBM nei manuali di storia della grafica molto spesso si limita al caso

Paul Rand che offusca tutti gli altri progettisti di fama minore, soprattutto sul versante italiano. Il nostro parere è che, per i contenuti trattati, per le collaborazioni prestigiose e per il ricercato progetto editoriale, le riviste IBM si meriterebbero sicuramente di apparire nei libri di storia del design grafico affianco a quelle che vengono ritenute l’eccellenza delle house organ italiane, come Pirelli , Civiltà delle Macchine , Rivista Italsider e Notizie Olivetti . Un altro luogo dove si sente la mancanza della trattazione delle riviste IBM è all’interno del discorso più ampio sulla corporate identity di IBM, dove andrebbero incluse sia gli le pubblicazioni americane che le riviste aziendali italiane.



7. B i bl i ogr a f i a

Si t o g r a f i a a.a. v.v. , Immagine/Comunicazione: iniziative, programmi, progetti di cominicazione istituzionale in e dall’Italia 1962-1993 , Edizioni IBM Italia, Roma 1993 Carlo Vinti, Gli anni dello stile industriale 1948-1865 , Marsilio, Venezia 2007 Soluzioni IBM Soluzioni IBM Soluzioni IBM Soluzioni IBM

n. 14 – 15, 1982 n.16 – 17 – 18, 1983 n.19 – 20 – 21,1984 n. 21- 23, 1985

Rivista IBM , volume VI, n 1, 1970 Rivista IBM , volume VI, n 2, 1970 Rivista IBM , volume VII, n 2, 1970 Rivista IBM , volume VII, n 3, 1971 Rivista IBM , volume VII, n 4, 1971 Rivista IBM , volume VIII, n 1, 1972 Rivista IBM , volume VIII, n 2, 1972 Rivista IBM , volume VIII, n 3, 1972 Rivista IBM , volume VIII, n 4, 1972 Rivista IBM , volume IX, n 1, 1973 Rivista IBM , volume IX, n 2, 1973 Rivista IBM , volume IX, n 3, 1973 Rivista IBM , volume X, n 2, 1974 Rivista IBM , volume X, n 3, 1974 Rivista IBM , volume XI, n 1, 1975 Rivista IBM , volume XI, n 2, 1975 Rivista IBM , volume XI, n 3, 1975 Rivista IBM , volume XI, n 4, 1975 Rivista IBM , anno XXII, n 1, 1986 Invenzione e innovazione. Strumenti e tecniche dal 1000 al 1003, a cura di Angela Cerizza, in supplemento “Rivista IBM”, n. 4, 1974

www.ibm.com www.francogaffuri.com www.infoservi.it www.aiga.org www.sbn.it www.atariarchives.org www.vsapartners.com


I.U.A.V UniversitĂ di Venezia Corso di laurea magistrale in Comunicazioni Visive e Multimediali prof. Carlo Vinti a. a. 2009/2010 Corso di Storia delle Comunicazioni Visive


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