Progetto Costituzione 2022

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Docente Daniela Gianoli


DALLA RESITENZA ALLA COSTITUZIONE ITALIANA

SUI PERCORSI DELLA MEMORIA

Docente Daniela Gianoli


PAROLE CHIAVE DEL PERCORSO MONARCHIA NAZISMO/FASCISMO CASA DEL FASCIO/CASA DEL PODESTÀ PODESTÀ/SABATO FASCISTA GDD STAFFETTE PARTIGIANE O UFFICIALI DI COLLEGAMENTO/BICICLETTE POSTO DI BLOCCO/BARRICATE PARTIGIANI/BRIGATE/GAP ANTIFASCISMO E ANTIFASCISTI STAMPA E PROPAGANDA CLANDESTINA ANTIFASCISMO OPERAIO SCIOPERI E SCIOPERI POLITICI DEPORTAZIONI/LAGER/REPRESSIONE/CONFINO/LEGGI SPECIALI CLN/CLNAI ALDO DICE 26X1/25 APRILE REFERENDUM/REPUBBLICA ASSEMBLEA COSTITUENTE

COSTITUZIONE ITALIANA

Docente Daniela Gianoli


Oltre il ponte di Italo Calvino O ragazza dalle guance di pesca o ragazza dalle guance d’aurora io spero che a narrarti riesca la mia vita all’età che tu hai ora. Coprifuoco, la truppa tedesca la città dominava, siam pronti: chi non vuole chinare la testa con noi prenda la strada dei monti. Avevamo vent’anni e oltre il ponte oltre il ponte ch’è in mano nemica vedevam l’altra riva, la vita tutto il bene del mondo oltre il ponte. Tutto il male avevamo di fronte tutto il bene avevamo nel cuore a vent’anni la vita è oltre il ponte oltre il fuoco comincia l’amore. Silenziosa suglia aghi di pino su spinosi ricci di castagna una squadra nel buio mattino discendeva l’oscura montagna. La speranza era nostra compagna a assaltar caposaldi nemici conquistandoci l’armi in battaglia scalzi e laceri eppure felici. Avevamo vent’anni e oltre il ponte oltre il ponte ch’è in mano nemica vedevam l’altra riva, la vita tutto il bene del mondo oltre il ponte. Tutto il male avevamo di fronte tutto il bene avevamo nel cuore a vent’anni la vita è oltre il ponte oltre il fuoco comincia l’amore. Non è detto che fossimo santi l’eroismo non è sovrumano corri, abbassati, dai corri avanti! ogni passo che fai non è vano.

Vedevamo a portata di mano oltre il tronco il cespuglio il canneto l’avvenire di un giorno più umano e più giusto più libero e lieto. Avevamo vent’anni e oltre il ponte oltre il ponte ch’è in mano nemica vedevam l’altra riva, la vita tutto il bene del mondo oltre il ponte. Tutto il male avevamo di fronte tutto il bene avevamo nel cuore a vent’anni la vita è oltre il ponte oltre il fuoco comincia l’amore. Ormai tutti han famiglia hanno figli che non sanno la storia di ieri io son solo e passeggio fra i tigli con te cara che allora non c’eri. E vorrei che quei nostri pensieri quelle nostre speranze di allora rivivessero in quel che tu speri o ragazza color dell’aurora. Avevamo vent’anni e oltre il ponte oltre il ponte ch’è in mano nemica vedevam l’altra riva, la vita tutto il bene del mondo oltre il ponte. Tutto il male avevamo di fronte tutto il bene avevamo nel cuore a vent’anni la vita è oltre il ponte oltre il fuoco comincia l’amore.

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Cenni storici In questa poesia scritta nel 1958, che fu musicata nel 1959 da Sergio Liberovici, Calvino si rivolge a una ragazza immaginaria che rappresenta la nuova generazione e le racconta gli eventi, i sentimenti, le emozioni della sua generazione, di quando a 20 anni si doveva convivere con la guerra. La guerra è vista attraverso gli occhi di un ventenne (Avevamo vent’anni…) che si unisce ai partigiani per non sottostare a Tedeschi e Fascisti. Paradossalmente Calvino racconta che in quei giorni, seppur terribili, quei giovani scoprirono la felicità nella vita in comune, nella solidarietà reciproca, nella lotta per la libertà e nel combattere per la propria vita e per ideali comuni.

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Le conquiste della resistenza e della lotta di liberazione sono i principi scritti nella Costituzione Repubblicana. La nostra Costituzione è nata sui valori antifascisti e della resistenza. Per questo è importante conoscere e partire dalla storia della Resistenza per comprendere la Costituzione Italiana. La Costituzione è il Patto tra i cittadini che vivono in Italia senza distinzione di genere, luogo di nascita e lo Stato. ALCUNI PRINCIPI FONDAMENTALI Art. 1 L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Art. 2 La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Art. 10 L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici. Art. 11 L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo. Art. 12 La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.

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MONARCHIA/NAZISMO/FASCISMO/CASA DEL FASCIO/CASA DEL PODESTÀ/PODESTÀ/SABATO FASCISTA

La nostra scuola! Nel nostro percorso abbiamo scoperto che la palazzina dove ora studiamo è stata durante il fascismo e il nazismo la casa del fascio e del podestà.

Nel sotterraneo gli antifascisti del quartiere venivano portati per bere “l’olio di ricino”. C’era il sabato fascista. Dal balcone il Podestà parlava alle persone riunite nella piazza mentre i giovani maschi dovevano correre intorno alle case vicine e passare sotto il balcone. Docente Daniela Gianoli


Il Balcone da cui parlava il Podestà Rossetti

La lapide posta sulla nostra scuola in memoria delle e degli antifascisti, partigiane e partigiani di Niguarda morti durante la resistenza. (Abbiamo scoperto che prima del fascismo Niguarda era un piccolo comune. Durante il fascismo è stato inserito nei confini di Milano).

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SCIOPERI E SCIOPERI POLITICI 1925 con l’inizio del fascismo viene abolito(tolto) il diritto di sciopero. Nel 1930 nel nuovo codice penale, Codice Rocco, viene chiaramente vietato. Settembre 1939 la Germania entra in guerra e invade (entra/occupa) la Polonia. 10 giugno 1940 Mussolini annunciava l'entrata in guerra dell'Italia al fianco della Germania nazista. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, nel settembre 1939, l'Italia restò inizialmente neutrale. 16 Ottobre 1941 Seconda guerra mondiale. Anni di miseria e razionamento alimentare: la decisione del regime fascista di

inserire il pane tra i generi acquistabili con la tessera annonaria fu accolta con profonda esasperazione. Le donne restate nelle città e nei paesi più piccoli, provate dalla miseria e dalla fame, si rivoltarono. Il 16 ottobre 1941 un gruppo di donne dell’Oltretorrente (vicino a Parma) assaltò un furgone della ditta Barilla che stava transitando in via Imbriani carico di pane, e ne distribuì il contenuto alla popolazione. La stessa cosa era avvenuta, poco prima, in un altro quartiere della città, ai “capannoni” di via Venezia, dove centinaia di famiglie ‒ qui trasferite dopo l’abbattimento di molti borghi(quartieri) ‒ vivevano in condizioni di povertà. La repressione fu forte, ma le donne continuarono e proseguirono la propria rivolta coinvolgendo altre donne, molte delle quali operaie dei vari stabilimenti che avevano sede nelle strade dell’Oltretorrente. Tutte insieme, in corteo, attraversarono il ponte di Mezzo per giungere, attraverso il Lungoparma, al palazzo della Prefettura, dimostrando alle autorità fasciste le dimensioni del dissenso sociale che cresceva in città. Anche per questo immediata e dura fu la riposta: dispersa la folla con gli idranti, diverse donne furono arrestate e condotte nel carcere di San Francesco dove alcune, come Ester Cabassi o Maria Zaccarini, vennero detenute molte settimane. 2 maggio 1942 malgrado il divieto di sciopero ci fu l’astensione totale dal lavoro nei pozzi carboniferi di Sirai (vicino Carbonia) contro la “Carbosarda” 26 maggio 1942 prima manifestazione a Sesto San Giovanni (vicino a Milano) fatta da circa 400 donne. Vennero fermate e arrestate le organizzatrici e portate per 6/7 ore nel carcere di San Vittore di Milano. Le altre segnalate come ribelli.

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Causa degli scioperi: la scarsità(mancanza) dei generi alimentari, aumento prezzi del cibo e in generale a causa della guerra, i licenziamenti nelle fabbriche milanesi (1943). Dal 1943 gli scioperi sono anche per la cessazione(fine) della guerra, contro la repressione degli operai. Nel 1944 gli scioperi diventano anche politici. 5 marzo 1943 Il 5 marzo del `43 è la data del «risveglio operaio», il riannodarsi del filo rosso spezzato nel `22 e reciso – sembrava definitivamente – con la guerra di Spagna. Il vero inizio della Resistenza. Sono pochi gli operai che scioperano il 5 marzo, ma dopo si allargheranno a tutta la Fiat. Il piccolo corteo si mosse in direzione delle presse raccogliendo qua e là l’adesione di altri operai. Non era un blocco massiccio (di tutte le persone), ma era la prima volta. Da quel giorno le fabbriche di Torino cominciarono a fermarsi, con un crescendo (aumentare) che fece impazzire questura e partito fascista, fino al blocco totale del 12 marzo 12 marzo 1943 sciopera tutta la Fiat e tutte le fabbriche torinesi. La notizia dello sciopero arriva a Milano, all’Emilia, al Veneto anche per la ripresa delle attività politiche di opposizione anche se clandestine. Si pubblica il giornale l’Unità e volantini clandestini, le donne organizzate nelle GDD (Gruppi di Difesa delle Donne) stampano sempre clandestinamente il giornale “Noi donne”

22 marzo 1943. La prima fabbrica a scioperare nella zona di Milano fu la Falck a Sesto San Giovanni. I fascisti presenti a sorvegliare nelle fabbriche cercarono di reprimere lo sciopero, ma le operaie in primis intervennero e fermarono la repressione dei fascisti. 25/30 marzo 1943 ci furono scioperi in tutte le fabbriche di Milano e dintorni. Dalle più piccole a quelle più importanti come la Pirelli, la Breda, Ercole Marelli, Magneti Marelli. Dove i gerarchi fascisti cercavano di reprimere gli scioperi, venivano accolti con la reazione forte delle lavoratrici e dei lavoratori. Nel milanese vennero arrestati 50 scioperanti che vennero processati dal Tribunale militare territoriale di Milano e liberati nell'agosto del 1943 dopo la caduta del regime, mentre alcuni dirigenti antifascisti vennero catturati e vennero portati nei lager. Un marzo di fuoco, sono gli scioperi del marzo `1943 a segnare l’inizio della fine del ventennio fascista.

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A teatro ad assistere allo spettacolo grazie al contributo del Municipio 9 SCIOPERI E SCIOPERI POLITICI/DEPORTAZIONI/LAGER/REPRESSIONE/CONFINO/LEGGI SPECIALI In seguito agli scioperi − i più grandi nell’Europa occupata dai nazisti – che durante la Seconda guerra mondiale paralizzarono i maggiori stabilimenti a nord di Milano, centinaia di lavoratori di Sesto San Giovanni e dei comuni vicini furono arrestati e deportati nei lager. Uomini in maggioranza, ma anche donne sottratti ai propri affetti, costretti a vestirsi rapidamente per poi sparire. Madri, mogli, sorelle e figlie si precipitavano inutilmente al carcere di San Vittore e in altri luoghi di detenzione di Milano alla loro disperata ricerca. In questo quadro si inserisce la narrazione di:

MATILDE E IL TRAM PER SAN VITTORE Una bambina che non vede tornare la sua mamma dopo uno sciopero alla Falck e allora…prende il tram per San Vittore, per andare a cercare sua madre… Produzione Teatro della Cooperativa di Renato Sarti con Rossana Mola e Marta Marangoni dal libro di Giuseppe Valota Dalla fabbrica ai lager Scritto da Renato Sarti, il testo nasce dalle testimonianze raccolte da Giuseppe Valota, presidente dell’ANED di Sesto San Giovanni e Monza recentemente scomparso, figlio di un deportato che perse la vita a Mauthausen. Matilde e il tram per San Vittore mette in luce il “non eroismo” di migliaia di persone che si opposero al fascismo e al nazismo pagando un caro prezzo. Lo fa attraverso le voci di quelle donne che si ritrovarono improvvisamente costrette a gestire da sole un quotidiano di fame e miseria, nel terrore della guerra e dei bombardamenti. Nel dopoguerra per molte di loro incominciò un periodo d’attesa ancor più terribile. Dei cinquecentosettanta deportati delle grandi fabbriche, duecentoventitre non fecero ritorno e dieci morirono per le malattie contratte nel lager. Sia per le mogli, le sorelle, le madri e le figlie di quegli uomini che non tornarono, sia per quelle che ebbero la fortuna di riabbracciare il proprio marito, fratello, padre e figlio, la vita non fu mai più quella di prima.

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DEPORTAZIONI/LAGER/REPRESSIONE/CONFINO/LEGGI SPECIALI Incontro con l’ANED (associazione nazionale ex deportati politici nei campi nazisti). Chi fa parte dell’ANED sono i sopravvissuti allo sterminio nazista e i familiari dei caduti nei lager.

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Uscita in quartiere sui percorsi della memoria. Pietra di inciampo dedicato a Giuseppe Berna operaio alla Breda Aeronautica deportato e morto a Mauthausen. (Le pietre d'inciampo sono dei piccoli blocchi quadrati di pietra ricoperti di ottone. Queste vengono poste da Gunter davanti alla porta delle case nelle quali vivevano le persone poi deportate nei campi di sterminio).

Davanti alla casa dove abitava Berna. Ascoltiamo la narrazione della sua vita.

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Il 25 luglio 1943 tra il 24 e il 25 del luglio del 1943 Mussolini viene deposto (tolto) dalla seduta del Gran consiglio del Fascismo dal suo ruolo i capo del Governo. Questo sancisce(dice) la caduta del fascismo (indicata anche come 25 luglio 1943 o semplicemente 25 luglio) dopo una serie di avvenimenti che si susseguirono in Italia dalla primavera del 1943. Gli eventi furono il risultato di manovre politiche parallele avviate dal gerarca Dino Grandi e dal re Vittorio Emanuele III, il cui esito finale fu la caduta del governo fascista dopo quasi ventuno anni, l'arresto di Mussolini e la conseguente nomina da parte del re di un nuovo capo del governo nel maresciallo dell'esercito Pietro Badoglio. Mussolini viene imprigionato per ordine di Badoglio e portato in cima al Gran Sasso a Campo Imperatore ritenuto il luogo più sicuro per evitare una sua fuga, ma non fu così. Il 3 settembre 1943 fu siglato segretamente l'armistizio (resa) di Cassibile tra il generale Castellano, incaricato da Badoglio, e il suo pari grado americano Eisenhower - che nel 1953 sarebbe diventato il 34° presidente degli Stati Uniti. Da questo momento l’esercito italiano è allo sbando. 8 settembre1943 I fatti dell'8 settembre del 1943, l'armistizio, fecero dell'Italia un Paese allo sbando: con l'illusione della pace, gli italiani si avviavano a un lungo periodo di stenti, bombardamenti, rappresaglie e guerra civile. 12 settembre 1943 con l’ “Operazione Quercia” Mussolini viene liberato dai nazisti. 23 settembre 1943 Nasce la Repubblica Sociale Italiana anche conosciuta come Repubblica di Salò, fu un regime collaborazionista della Germania nazista, esistito tra il settembre 1943 e l'aprile 1945, voluto da Adolf Hitler e guidato da Benito Mussolini, al fine di governare parte dei territori italiani controllati militarmente dai tedeschi dopo l'armistizio di Cassibile. Intanto i soldati USA, inglesi, La Legione Straniera risalgono la penisola italiana dal sud Italia. 4 ottobre 1943 La linea Gustav (o "linea invernale") fu una linea fortificata difensiva appronta (fatta) in Italia su disposizione(ordine) di Hitler del 4 ottobre 1943 dall'organizzazione Todt durante la campagna d'Italia nella seconda guerra mondiale per fermare le truppe alleate. Divideva in due la penisola italiana: a nord e al centro il territorio in mano alla Repubblica Sociale Italiana e alle truppe tedesche, a sud gli Alleati; si estendeva dal mar Tirreno al mar Adriatico. La sua funzione, che sfruttava il tratto più stretto della penisola italiana e gli ostacoli naturali costituiti dalle montagne appenniniche, era quello di ritardare l'avanzata degli Alleati e di tenerli impegnati affinché non potessero rinforzare la pressione sui fronti orientale e settentrionale. Dall’1 all’8 marzo 1944 1/2 marzo a Torino incrociano le braccia 70.000 lavoratori non curanti delle minacce di chiusura delle fabbriche, arresti, deportazioni nei campi di concentramento in Germania. 3 marzo 1944 gli operai all’uscita dalla fabbrica vengono attaccati dai militari fascisti e i capi governativi mettono soldati dentro alle fabbriche per non fare scioperare. Nello stesso giorno viene ordinato lo sciopero in Valsesia mentre in Val d’Aosta venivano sabotati(rotti) linee elettriche e impianti per sostenere lo sciopero mentre intorno a Torino i partigiani cerano di interrompere i collegamenti con le altre valli dove passavano quanto prodotto nelle fabbriche e non solo. 8 marzo 1944 finisce lo sciopero perché il comitato di agitazione finisce lo sciopero. La repressione messe in atto in quei giorni dai nazisti on l’appoggio dei fascisti e Mussolini non ebbe i risultati sperati e almeno 70.000 persone passarono alla Resistenza attiva. (Operai in sciopero alla Breda di Sesto San Giovanni nel 1944)

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ANTIFASCISMO OPERAIO/SCIOPERI E SCIOPERI POLITICI Uscita in quartiere sui percorsi della memoria.

Murales in ricordo degli scioperi operai

Il vice segretario della sezione ANPI “Martiri Niguardesi” incontra le e gli studenti del CPIA5 di Milano.

Il segretario della sezione ANPI “Martiri Niguardesi” incontra le e gli studenti del CPIA5 di Milano e narra la vita di Umberto Foganolo, ingegnere della Magneti Marelli, antifascista che partecipò attivamente alla resistenza e agli scioperi operai. Fu fucilato il p.le Loreto il 10 agosto 1944.

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Maggio 1944 sciopero delle mondine (le donne che raccolgono il grano). Mentre nelle industrie e fabbriche le lavoratrici e i lavoratori incrociano le braccia, nelle campagne si cerca di compiere azioni contro il raccolto per non dare cibo ai nazisti e ai fascisti. Nel maggio 1944 le mondine scioperano. Dal 1944 gli scioperi assumono una connotazione politica in quanto sono finalizzati anche a togliere potere e forza ai nazi-fascisti. 18 maggio 1944 venne sfondata (rotta) per l’ avanzata degli alleati e i tedeschi si dovettero attestare (mettersi) sulla linea Hitler, 10 Km a nord posta poco più a nord. 25 maggio 1944 gli alleati sbarcano ad Anzio e le truppe tedesche son costrette on dure battaglie a ritirarsi verso Roma (Linea Caesar). La Linea Caesar fu l'ultima linea fortificata difensiva costruita dall'esercito tedesco a protezione di Roma durante la campagna d'Italia della seconda guerra mondiale. Si estendeva dalla costa tirrenica, nei pressi di Ostia, fino ad arrivare sulla costa adriatica nei pressi di Pescara. 28, 29 e 30 maggio 1944 la Linea Caesar fu luogo di numerosi scontri, i tedeschi tentarono di fermare, invano l'avanzata degli alleati. Nella notte del 30 maggio la Linea Caesar cedette e l’armata tedesca si ritirò verso la linea Albert, dove si riorganizzarono in attesa di ritirarsi sulla Linea Gotica. Il 31 maggio 1944, le forze alleate avanzarono mettendo in atto la liberazione di Roma. Agosto 1944-21 aprile 1945 La Linea Gotica fu una poderosa opera difensiva fortificata costruita dall'Esercito tedesco nell'Italia centrosettentrionale durante le fasi finali della campagna d'Italia, nella seconda guerra mondiale. Questo apprestamento difensivo fu teatro di duri combattimenti tra le truppe tedesche e le forze Alleate La linea difensiva fortificata si estendeva dal versante tirrenico dell'attuale provincia di Massa-Carrara (allora denominata provincia di Apuania) fino al versante adriatico della provincia di Pesaro e Urbino, seguendo un fronte di oltre 300 chilometri che si snodava lungo i rilievi appenninici. Il feldmaresciallo Albert Kesselring, il comandante supremo di tutte le forze tedesche in Italia, intendeva con essa proseguire la sua tattica della ritirata combattuta per rallentare e addirittura fermare l'avanzata anglo-americana verso nord, difendendo la pianura Padana e quindi l'accesso al Reich(Hitler) attraverso il passo del Brennero, e l'accesso all'Europa centrale attraverso Trieste e il valico di Lubiana. Per permettere il superamento di questo ultimo importante baluardo della difesa tedesca le forze alleate idearono un piano strategico denominato che prese avvio nell'agosto del 1944: esso tuttavia ebbe solo parzialmente successo in quanto, pur a fronte dello sfondamento delle linee fortificate e della conquista di ampie porzioni di territorio, le forze tedesche (favorite anche dalle condizioni meteorologiche avverse) riuscirono a contenere l'attacco alleato bloccandolo alla fine del 1944. 21 aprile 1945 con l'offensiva alleata di primavera, la linea Gotica venne definitivamente superata. Nel frattempo la resistenza antifascista e antinazista si organizzava. Dopo l’armistizio i soldati allo sbando si univano alle brigate partigiane mentre nelle città, in maggioranza abitate da donne che per sostenere la famiglia prendono il posto degli uomini nelle fabbriche, iniziano i primi scioperi delle lavoratrici e dei lavoratori, si formano i GAP per sabotare e fermare gli invii dalle fabbriche di quanto serve a nazisti per la guerra. Le donne si organizzano nelle GDD (Gruppi Difesa Donne), nascondono antifascisti e partigiani, organizzano gli spostamenti, sostengono la lotta clandestina, le famiglie di chi è in prigione o in montagna o deportato, fanno scappare i giovanissimi perché non siano obbligati dalla RSI ad arruolarsi ed altro ancora. Per la prima volta in Italia donne di tutti i ceti sociali prendono consapevolezza ed insieme si uniscono sotto alla parola” antifascismo”. Alcune si uniranno alle brigate partigiane o ai GAP. Una lotta che ha visto anche alcune suore impegnarsi direttamente nel conflitto.

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POSTO DI BLOCCO/BARRICATE/PARTIGIANI/BRIGATE/GAP/ANTIFASCISMO E ANTIFASCISTI/STAMPA E PROPAGANDA CLANDESTINA

Dopo il 25 luglio 1943 molti antifascisti erano usciti dalle carceri o dal confino e ritornarono nelle città dove vivevano. Erano consapevoli che la resistenza era giunta a un punto di svolta: si trattava di portare l’Italia fuori dal fascismo. A Milano vennero organizzate le brigate Garibaldi, i Gruppi di Azione Patriottica (GAP) agiscono (fanno) nelle città organizzano la guerriglia conto i nazifascisti e le Squadre di Azione Patriottiche(SAP), agiscono nelle fabbriche.

BARRICATE A NIGUARDA

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GDD/STAFFETTE PARTIGIANE O UFFICIALI DI COLLEGAMENTO/BICICLETTE/POSTO DI BLOCCO/ STAMPA E PROPAGANDA CLANDESTINA

IL CONTRIBUTO DELLE DONNE ALLA RESISTENZA partigiane: 35.000 patriote: 20.000 gruppi di difesa: 70.000 iscritte arrestate/torturate: 4.653 deportate: 2.750 commissarie di guerra: 512 medaglie d’Oro: 16 medaglie d’argento: 17 fucilate o cadute in combattimento: 2.900

Nel ricordare la lotta partigiana raramente si parla del ruolo delle donne e del loro contributo alla Resistenza. La resistenza rappresenta la fase in cui per la prima volta le donne partecipano da protagoniste a un momento decisivo della storia italiana svolgendo un fondamentale ruolo di organizzazione e di supporto all’azione delle brigate partigiane: ruolo che non è stato ancora adeguatamente riconosciuto. Sono le donne partigiane e no che si assumono il compito di raccogliere informazioni e curarne il passaggio, trasportare armi, munizioni e esplosivi, portare alimenti, indumenti, medicinali, sono le ufficiali di collegamento tra le brigate partigiane organizzate in montagna, in campagna e in città e preparano i rifugi e i nascondigli per i partigiani. Una realtà nuova per l’Italia dove la partecipazione delle donne differentemente dal Risorgimento, non è più di una sola élite, ma diventa un fatto diffuso e di massa. Nella lotta di Liberazione dal nazi-fascismo, la partecipazione delle donne è ampia e importante. La loro presenza è costatante nella gestione delle operazioni di lotta clandestina dei partigiani: è un ruolo chiave nella organizzazione della Resistenza. Durante la dittatura fascista ogni aspetto della vita venne subordinato allo Stato: Gina Galeotti Bianchi nome di battaglia Lia il diritto di famiglia, basato sul codice del 1865, si fondava sulla supremazia maschile e negava l’autonomia della donna, che doveva sempre avere “un’autorizzazione del marito” e non aveva diritto di voto. Con la soppressione dei partiti politici e dell’associazionismo, vennero represse tutte le forme di attivismo femminile; era il 1926 e le uniche organizzazioni riconosciute erano i movimenti femminili fascista e cattolico. La guerra invece contribuì a creare un punto di rottura nella tradizione della gestione familiare. In particolare, gli eventi bellici avevano rovesciato alcuni normali equilibri familiari e sociali. È PROPRIO CON LA GUERRA CHE LE DONNE DIVENTANO SOGGETTI ATTIVI E FONDAMENTALI. Con la Resistenza le donne iniziarono il percorso di trasformazione in soggetti storicamente visibili che trovò spazio nella Costituzione del 1948 anche se alla fine del conflitto questo riconoscimento non era ancora maturato nelle coscienze degli uomini e continuava a persistere forte la visione culturale fascista-patriarcale nella società. L’atto che sancì l’ingresso ingresso delle donne nel movimento antifascista e nel movimento clandestino viene fatto risalire ad un significativo episodio del 1941 a Parma. La presenza femminile era particolarmente alta nei Gruppi di Azione Partigiana (GAP) e nelle Squadre d’Azione Partigiana (SAP).


Inoltre le donne organizzavano scioperi ed agitazioni di carattere femminile, come le grandi manifestazioni che si svolsero a Torino. Determinante era la loro funzione di collegamento che le vedeva superare le linee tedesche per portare i messaggi da una parte all’altra dei fronti di combattimento. Sempre le donne furono importanti e prevalenti nel gestire “Soccorso rosso”, organizzazione di mutua assistenza con la funzione di reperire viveri o denaro per le famiglie dei militanti in difficoltà. Nel solco della formazione del CLN si avviò a Milano, nel novembre 1943, su iniziativa del partito comunista clandestino, un'organizzazione femminile di massa denominata "Gruppi di difesa della donna e per l'assistenza ai combattenti della libertà"(GDD). Le militanti che di fatto fecero nascere l'associazione appartenevano ai partiti comunista, socialista e d'azione. L’obiettivo proposto era quello di coinvolgere nel movimento resistenziale donne di diversi percorsi ideologici e estrazione sociale, perché era palese che la stessa resistenza armata non avrebbe potuto svilupparsi e sopravvivere senza una partecipazione popolare alla lotta. La loro diffusione nelle regioni del Nord e del Centro fu capillare. I primi temi su cui i Gruppi di difesa della donna presero posizione furono il sostegno delle lotte operaie, la mobilitazione contro la chiamata alle armi dei giovani della RSI, la protesta contro le deportazioni. Nell'agosto 1944, le diverse componenti partitiche aderirono ai Gruppi di difesa della donna e nell'ottobre il CLNAI (Comitato di Lotta Nazionale Alta Italia) riconobbe nei Gruppi di difesa della donna "un'organizzazione unitaria di massa" in cui erano "rappresentate tutte le correnti politiche" e la cui azione si svolgeva "sulla linea e nello spirito della lotta di liberazione di cui il CLNAI è la guida unitaria". I Gruppi di difesa della donna furono attivi in tutte le regioni e le attiviste, stimate in settantamila, riuscirono a promuovere eventi e manifestazioni di piazza che coinvolsero altre donne, gli operai nelle fabbriche e i contadini nelle campagne. NON CI FU UNA STRUTTURA RESISTENZIALE ALTRETTANTO CAPILLARE E CAPACE DI MOBILITAZIONE AL DI FUORI DELLA PROPRIA CERCHIA MILITANTE. Nell'estate 1944, nelle realtà territoriali più dinamiche, si diede avvio alla costituzione di gruppi di donne disposte a compiere atti di sabotaggio delle comunicazioni telefoniche, azioni dimostrative, colpi contro donne collaborazioniste, atti di liberazione di prigionieri. L'organo ufficiale dei Gruppi di difesa era "Noi Donne"(titolo che era stato coniato a Parigi nel 1937 dalla militante comunista Teresa Noce), attività di stampa clandestina che usciva in varie edizioni regionali. Lo scopo fondamentale di “Noi Donne” era quello di spronare le donne, di fronte alle sofferenze causate dalla guerra e dalla violenza nazifascista, a reagire partecipando alle attività resistenziali, liberandosi così dal tradizionale atteggiamento di passività, di isolamento nello spazio privato familiare. Tra il 1944 e il 1945 sulla stampa femminile cominciò ad affermarsi anche una dimensione di emancipazione, in primo luogo sul piano lavorativo, sulla parità del salario e più in generale sul piano dei diritti. L’emancipazione femminile ricevette dalla Resistenza e dai fogli della stampa femminile un forte impulso e nel dopoguerra si impegnarono per consolidare il ruolo conquistato nella clandestinità, nella convinzione che "non vi può essere democrazia vera senza partecipazione femminile…”, A loro il nostro grazie per aver messo in gioco la vita come partigiane o impegnate nell’antifascismo civile. Alle tante “Lia” ufficiali di collegamento morte sotto i colpi nazisti e fascisti durante la battaglia, alle tante “Suor Enrichetta” e le consorelle della carità che sono state ufficiali di collegamento tra il carcere di S. Vittore e il CLNAI, alle partigiane e alle antifasciste arrestate, torturate, deportate nei campi di concentramento.


25 aprile 1945: Aldo dice 26X1 «A TUTTI I COMANDI ZONA. Comunicasi il seguente telegramma: ALDO DICE 26 x 1 Stop Nemico in crisi finale Stop APPLICATE PIANO E 27 Stop Capi nemici et dirigenti fascisti in fuga Stop Fermate tutte macchine et controllate rigorosamente passeggeri trattenendo persone sospette Stop Comandi zona interessati abbiano massima cura assicurare viabilità forze alleate su strade Genova-Torino et Piacenza-Torino Stop». “Aldo dice 26x1” fu la parola d’ordine attesa nel Nord Italia dai partigiani e gli antifascisti per far partire in contemporanea la controffensiva contro i nazisti e i fascisti. l 25 aprile 1945 è il giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) – il cui comando aveva sede a Milano - proclamò l'insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia di attaccare i presidi fascisti e tedeschi, imponendo la resa, prima dell'arrivo delle truppe alleate; il CLNAI emanò (fece) decreti legislativi (leggi) assumendo il potere «in nome del popolo italiano e quale delegato del Governo Italiano», Entro il 1º maggio tutta l'Italia settentrionale fu liberata. La Liberazione mise così fine a vent'anni di dittatura fascista e a cinque anni di guerra; la data del 25 aprile simbolicamente rappresenta il culmine della fase militare della Resistenza e l'avvio effettivo di una fase di governo da parte dei suoi rappresentanti. Il termine effettivo della guerra sul territorio italiano, con la resa definitiva delle forze nazifasciste all'esercito alleato, si ebbe solo il 2 maggio.

Milano

Torino

28 aprile 1945 Il 25 aprile Benito Mussolini scappa da Milano. Venne fermato mentre scappava verso la Svizzera vicino a Dongo (lago di Como) nascosto tra le truppe tedesche insieme alla sua compagna Clara Petacci. Il giorno 28 aprile 1945 viene giustiziato per fucilazione insieme a Petacci e ad altri gerarchi fascisti. Saranno appesi a testa in giù il 29 aprile a piazzale Loreto. 30 aprile 1945 Hitler si suicida mentre l’esercito sovietico entra a Berlino 7 maggio 1945 L’ammiraglio Donitz firmo la resa incondizionata della Germania. 8/9 maggio 1945 In occidente cessano le armi: è la sconfitta del fascismo e del nazismo. Dai campi di concentramento/lager i sopravvissuti, irriconoscibili per la magrezza, le malattie escono dai lager e tornano a casa. Dal 25 aprile 1945 al 2 giugno 1946 Finita la guerra, l’Italia era distrutta e in una situazione economica tragica. Quello fu un periodo di transizione dove occorreva fare una scelta politica su quale futuro l’Italia e il popolo italiano desiderassero. Durante il fascismo l’Italia era una monarchia, ma finita la guerra il re che permise a Mussolini di prendere il potere imponendo una dittatura aveva perso il suo valore.

Docente Daniela Gianoli


CLN/CLNAI/ALDO DICE 26X1/25 APRILE Il Comitato di Liberazione Nazionale (abbreviato in CLN) fu un'organizzazione politica e militare italiana formata da persone dei principali partiti e movimenti del Paese. Si formò a Roma il 9 settembre 1943, allo scopo di opporsi al fascismo e all'occupazione nazista in Italia. Finì la sua vita nel 1947. In particolare il CLN ha coordinato e diretto la resistenza italiana. Dentro al CLN si formò in Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI), con sede nella città di Milano, ed il Comitato Centrale di Liberazione Nazionale (CCLN), con sede a Roma. L'organizzazione operò come organismo clandestino durante la Resistenza ed ebbe per delega poteri di governo nei giorni di insurrezione nazionale. CLN e CLNAI

Milano 25-29 aprile 1945

Docente Daniela Gianoli


USCITA IN QUARTIERE: SUI PERCORSI DELLA MEMORIA 1) PARTENZA DA VIA DI CALBOLI LAPIDE CON I NOMI DEI MARTIRI NIGUARDESI FUNZIONE DELLA STRUTTURA DURANTE IL FASCISMO (PODESTÀ/SABATO FASCISTA) 2) MURALES DEDICATO ALLA RESISTENZA. IN EVIDENZA LE DONNE E IL RUOLO DELLE DONNE. IN QUEL PUNTO C'ERA ANCHE UNA BARRICATA. (GDD/BARRICATE/PARTIGIANI) 4) VIA GRAZIANO IMPERATORE LAPIDE DEDICATA A GINA GALEOTTI BIANCHI NOME DI BATTAGLIA LIA. (STAFFETTE PARTIGIANE O UFFICIALI DI COLLEGAMENTO /BICICLETTE/POSTO DI BLOCCO) 5) LAPIDE DI VIA ORNATO 7 LÌ ABITAVA ENRICO POZZOLI CHE AVEVA UNA STAMPERIA CLANDESTINA IN VIA FARINI. (ANTIFASCISMO/CLANDESTINITÀ/STAMPA E PROPAGANDA CLANDESTINA) 6) VIA HERMADA 4 PIETRA DI INCIAMO DEDICATA A GIUSEPPE BERNA OPERAIO ALLA BREDA AREONAUTICA DEPORTATO E MORTO A MAUTHAUSEN. (DEPORTAZIONE/LAGER O CAMPI DI INTERNAMENTO/ANTIFASCISMO OPERAIO) 7) VIA HERMADA 8 LAPIDE DEDICATA A MARIO BRAMBILLA, ANTIFASCISTA E OPPOSITORE DEL FASCISMO. ORGANIZZATORE DEL MOVIMENTO ANTIFASCISTA A NIGUARDA. INCARCERATO E INVIATO AL CONFINNO. (REPRESSIONE/CONFINO/LEGGI SPECIALI) 8) VIA HERMADA 14. MURALES DEDIDACATO AI LAVORATORI E AGLI SCIOPERI DAL 1943 AL 1944. GLI SCIOPERI ERANO STATI ABOLITI NEL 1925 E VIETATI NEL 1930 DAL CODICE ROCCO. TRA QUESTI UMBERTO FOGANOLO, INGEGNERE ELETTRONICO ALLA MARELLI FUCILATO INPIAZZALE LORETO IL 10 AGOSTO 1944 APPARTENENTE AL PARTITO D'AZIONE NEL CLN. (SCIOPERI/CLN/CLNAI) Docente Daniela Gianoli


ONU L'Organizzazione delle Nazioni Unite, in sigla ONU, abbreviata in Nazioni Unite, è un'organizzazione formata da Stati/Nazioni a carattere mondiale. Tra i suoi obiettivi principali vi sono: 1. il mantenimento della pace e della sicurezza mondiale, 2.sviluppo di relazioni amichevoli tra le nazioni, 3.il perseguimento di una cooperazione(collaborazione) internazionale, 4.la protezione dei diritti umani, 5.la fornitura di aiuti umanitari, 6.la promozione dello sviluppo sostenibile, 7.il rispetto del diritto internazionale.

Istituita dopo la seconda guerra mondiale con l'obiettivo di prevenire futuri conflitti,. Il processo/percorso che ha portato alla sua fondazione iniziò il 25 aprile 1945. Fu scritta la Carta delle Nazioni Unite approvata il 25 giugno dello stesso anno ed entrata in vigore il 24 ottobre successivo.

Docente Daniela Gianoli


2 giugno 1946 Gli italiani furono chiamati a esprimersi con il referendum tra monarchia o repubblica. Per la prima volta votarono le donne. Vinse la “Repubblica “. Vennero eletti i membri dell’Assemblea Costituente tra cui 21 donne. Occorreva una “nuova Carta Costituzionale” che sostituisse lo Statuto Albertino all’interno della quale venne formata una "Commissione per la Costituzione" composta da 75 rappresentanti di tutti i partiti politici, con il compito di presentare un progetto di Costituzione. I lavori durarono circa un anno e mezzo. 22 dicembre 1947 L’assemblea Costituente approva il testo definitivo della Carta Costituzionale, la legge fondamentale dello Stato, il patto tra il medesimo e le cittadine e i cittadini. 1 gennaio 1948 La Costituzione italiana entra in vigore!!!!!!!!!!!

Docente Daniela Gianoli


REFERENDUM/REPUBBLICA/ASSEMBLEA COSTITUENTE COSTITUZIONE ITALIANA

Scheda per il referendum 2 giugno 1946

Per la prima volta votano le donne

Docente Daniela Gianoli


LA CONVENZIONE DI ISTANBUL E LA COSTITUZIONE ITALIANA Art. 3 ( Principi fondamentali) Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Art. 32. (Titolo II rapporti etico-sociali) La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. Art. 37. (Titolo III rapporti economici) La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione. La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato. La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione.

https://www.senato.it/application/xmanager/projects/leg18/attachments/documento/files/000/029/237/ Guida_In_difesa_delle_donne.pdf

Docente Daniela Gianoli


LA CONVENZIONE DI ISTANBUL La Convenzione di Istanbul, così chiamata perché firmata a Istanbul, è una convenzione partita dall’Assemblea Europea. Precedentemente, dal 1990, ci sono state raccomandazioni dal Consiglio d’Europa contro la violenza di genere e sui generi, ma tra nazioni c’erano interpretazioni diverse e anche distanti. Si rese quindi necessario per armonizzare le posizioni delle nazioni europee, una presa di posizione politica con risoluzioni e raccomandazioni che chiedendo norme vincolanti per la prevenzione, la protezione e la repressione delle forme più gravi. Nel 2008 si dà il via al progetto che prevede la preparazione di un testo in materia. In una seconda fase furono apportati emendamenti dall’ Italia, la Gran Bretagna, la Russia, il Vaticano e in seguito a ciò ci furono delle critiche da Amnesty International. La stesura della bozza terminò nel 2010. La 121esima sessione del Consiglio dei comitati dei Ministri si tenne a Istanbul, il 7 aprile 2011 dove venne presentata. Firmata da 45 Paesi e non solo europei, ratificata da 34 nazioni tra cui l’Italia il 19 giugno 2013. Essa è uno strumento internazionale giuridicamente vincolante contro la violenza sulle donne e la violenza domestica. I Paesi che firmano la ratifica sono vincolati dalle disposizioni. Principali disposizioni: la Convenzione di Istanbul è "il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che crea un quadro giuridico completo per proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenza" ed è incentrata sulla prevenzione della violenza domestica, proteggere le vittime e perseguire i trasgressori. Un documento importante e da difendere che, per la prima volta in un Trattato, dichiara che la violenza di genere è strutturale e ha radici storiche e antropologiche fondate sulla ineguaglianza tra uomini e donne, definendo i ruoli di genere come socialmente costruiti.

Docente Daniela Gianoli


PAROLE CHIAVE

CONSENSO VIOLENZA PSICOLOGICA (DOMESTICA/LAVORO/AMBIENTALE) STEREOTIPI E STEREOTIPI DI GENERE I PASSAGGI TIPICI DELLE FASI DELLA VIOLENZA SPESSO SEGUONO QUESTO ORDINE: 1°) LOVE BOMBING (INSISTENZA-IPER PROTEZIONE- ISOLAMENTO) 2°) CONTROLLO ATTIVITÀ (IN CASA-AL LAVORO-CON LA FAMIGLIA-CON LE AMICHE) 3°) GASLIGHTING (MANIPOLAZIONE) 4°) SVALUTAZIONE (SMINUIRE CONTINUAMENTE LE CAPACITÀ, L’INTELLIGENZA, L’AUTOSTIMA) 5°) RICATTO (TI LASCIO/ TI PORTO VIA I FIGLI) 6°) ABUSO/PUNIZIONE (RABBIA-OFFESE-VIOLENZA FISICA) VIOLENZA DIGITALE E SUI SOCIAL IMMAGINI DI GENERE NEL MONDO DELLA PUBBLICITÀ E COMUNICAZIONE

I DIRITTI DELLE DONNE:

ALLA SALUTE AL PIACERE ALL’ISTRUZIONE AL LAVORO ALLA CASA AL DIVERTIMENTO ALLO SPORT ALLO SPOSTAMENTO ALLA PACE A RELAZIONI SANE

Docente Daniela Gianoli


NOI E LA CASA DELLE DONNE RICONOSCERE e COMBATTERE LA VIOLEZA DI GENERE DEFINIZIONE: Ogni tipo di violenza fisica, psicologica, economica e sessuale che avviene all’interno di una relazione affettiva, o di tale tipo, presente o passata. Viene agita prevalentemente dagli uomini sulle donne all’interno delle mura domestiche. Nella definizione di violenza domestica sono comprese diverse azioni e comportamenti che mirano all’affermazione del potere e del controllo dell’altra persona, del suo agire e del suo pensare.

Docente Daniela Gianoli


IL CICLO DELLA VIOLENZA: PRENDERE CONSAPEVOLEZZA!! Fase 1: Tensione crescente ed escalation delle strategie violente Fase 2: Agressione, esplosione improvvisa, da parte dell'autore, paura, tristezza e umiliazione per chi la subisce Fase 3: Negazione, trasferimento della responsabilità dall'autore vs. colpevolizzazione della vittima Fase 4: Luna di miele, speranza e occultamento delle violenze subite, prove d'amore e promesse da parte del maltrattante

Docente Daniela Gianoli


ALCUNI ESEMPI: • • • • • • • • •

Lui la umilia urlandole contro Lui la critica costantemente e sminuisce i suoi traguardi Lui la incolpa di renderlo violento (tu mi provochi) Lui è eccessivamente geloso e controlla i suoi spostamenti Lui controlla il conto in banca e la spinge a lasciare il lavoro o il percorso di studi Lui le impedisce/scoraggia di vedere amici o familiari Minaccia violenza fisica Utilizza i figli come ricatto Utilizza i documenti (permesso di soggiorno)/il rischio di rimpatrio come ricatto

La violenza contro le donne rappresenta un importante problema di sanità pubblica, oltre che una violazione dei diritti umani. La violenza ha effetti negativi a breve e a lungo termine, sulla salute fisica, mentale, sessuale e riproduttiva della vittima. Le conseguenze possono determinare per le donne isolamento, incapacità di lavorare, limitata capacità di prendersi cura di sé stesse e dei propri figli. I bambini che assistono alla violenza all’interno dei nuclei familiari possono soffrire di disturbi emotivi e del comportamento. Gli effetti della violenza di genere si ripercuotono sul benessere dell’intera comunità. Secondo il rapporto dell'OMS Valutazione globale e regionale della violenza contro le donne: diffusione e conseguenze sulla salute degli abusi sessuali da parte di un partner intimo o da sconosciuti, la violenza contro le donne rappresenta “un problema di salute di proporzioni globali enormi”. https://www.salute.gov.it/portale/donna/menuContenutoDonna.jsp?lingua=italiano&area=Salute %20donna&menu=societa

Docente Daniela Gianoli


VIOLENZA DIGITALE E SUI SOCIAL • IMPARA A CONOSCERE LA VIOLENZA DIGITALE PER DIFENDERTI. Con l’uso delle nuove tecnologie sono nate forme come il cyberbullismo e la violenza digitale. Vengono utilizzate app o programmi digitali per creare immagini intime non consensuali che poi vengono diffuse su internet. • È UNA VIOLENZA FISICA E PSICOLOGICA. La violenza digitale, come tutte le forme non consensuale, provoca un senso di impotenza, frustrazione, rabbia e vergogna in chi la subisce. I danni psicologici di questa forma di violenza sono spesso devastanti. A subire più di frequente queste aggressione sono le donne e i minori. Chi decide di aggredirti utilizzando questa forma non consensuale vuole distruggere la tua autostima e punta a farti sentire il peso del giudizio sociale. Allo stesso tempo, vuole farti sentire l’insicurezza di veder violata la tua sfera più privata, i tuoi segreti. La tua intimità viene mostrata al pubblico senza che tu ne sia consapevole o abbia approvato una tale esposizione. Queste pratiche sono comunemente usate per colpire le ragazze e le giovani donne. • DIFFONDERE VIDEO E IMMAGINI SENZA IL TUO CONSENSO È REATO. Un aspetto molto delicato è la mancanza di “consenso”. Esiste il “Codice Rosso” legge n. 69 del 2019 per contrastare il fenomeno. • ATTENZIONE ALLE PIATTAFORME DIGITALI. La paura delle sanzioni previste dal codice Rosso non sembra però fermare questo fenomeno.

Docente Daniela Gianoli


IMMAGINI DI GENERE NEL MONDO DELLA PUBBLICITÀ E COMUNICAZIONE LE PAROLE E LE IMMAGINI SONO IMPORTANTI!!!! Possono aiutare a prendere consapevolezza e a crescere in modo sano nella cultura del CONSENSO e dell’ASCOLTO, della parità di genere, nel rispetto delle scelte individuali non necessariamente binarie oppure possono indurre a comportamenti violenti e di xenofobia, di guerra, far credere che le donne non sia adatte a ruoli organizzativi e manageriali, a studi scientifici o matematici e altro ancora. Immagini e pubblicità quindi influisco sulla condizione sociale delle donne e sugli stereotipi di genere condizionando la psiche inconscia delle persone. In sintesi la strada aperta durante la seconda guerra mondiale dalle nostre nonne o bisnonne ha cambiato in meglio la vita di alcune donne, ma non di tutte. La strada da fare perché ci sia una reale liberazione delle donne di ogni ceto sociale e provenienza ha davanti a se un percorso ancora lungo e non facile. Ora questa strada la percorreremo insieme alle nostre sorelle che arrivano da tutte le parti del mondo e la scuola diventa un luogo fondamentale di incontro e educazione civica.

DIRITTI DELLE DONNE: ALLA SALUTE AL PIACERE ALL’ISTRUZIONE AL LAVORO ALLA CASA AL DIVERTIMENTO ALLO SPORT ALLO SPOSTAMENTO ALLA PACE A RELAZIONI SANE

Docente Daniela Gianoli


….MA NON FINISCE QUI!!!!! GRAZIE AL MUNICIPIO 9 CHE HA MESSO A DISPOSIZIONE LE RISORSE ECONOMICHE PER ORGANIZZARE SPETTACOLI TEATRALI E PERCORSI SULLA RESISTENZA E HA DATO LA POSSIBILITÀ ALLE NOSTRE STUDENTESSE E AI NOSTRI STUDENTI DI FARE UN’ESPERIENZA A TETARO. GRAZIE AL TEATRO DELLA COOPERATIVA PER LA LORO PRESENZA DI SUPPORTO ALLO SPETTACOLO “MATILDE E IL TRAM PER SAN VITTORE”. GRAZIE ALL’ASSOCIAZIONE ANED PER ESSERE VENUTA A SCUOLA A NARRARCI IL CAPITOLO DELL’ANTIFASCISMO E DELLE DEPORTAZIONI. GRAZIE ALL’ANPI “MARTIRI NIGUARDESI” PER LA GRANDE DISPONIBILITÀ E COLLABORAZIONE, PER AVERCI GUIDATO SUI PERCORSI DELLA MEMORIA DOVE È UBICATA LA SEDE DI VIA DI CALBOLI.

…E LA NARRAZIONE CONTINUA… Anno scolastico 2021-2022

Docente Daniela Gianoli


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