I doni della natura © Casa Editrice: Margherita A cura di: Martina Frangella Stampato e rilegato presso: La Legatoria - Roma
Margherita
Indice
1 Piante
12-59
Camomilla
12-15
Rosa Canina
16-19
Calendula
20-23
Girasole
24-27
Fiordaliso
28-31
Malva
32-35
Genziana
36-39
Sambuco
40-43
Iperico
44-47
Violetta
48-51
Crisantemo
52-55
Guaranà
56-59
3
2 Piante edibili
Tisane
62-71
Frittelle di Malva
62
Crackers di Girasole
63
Crostata di Fiordaliso
64
Riso Fiordaliso
65
Marmellata Rosa Canina
66
Biscotti Camomilla
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70-77
Infuso Rosa Canina
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Infuso Camomilla
71
Infuso Malva
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Infuso Sambuco
73
Infuso Girasole
74
Infuso Crisantemo
75
Infuso Genziana
76
Infuso Violetta
77
Cosmesi
84-91
Collirio Fiordaliso
84
Acqua di Fiordaliso
85
Pomata Calendula
86
Olio Calendula
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Oleito Iperico
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Uguento Iperico
89
Violetta Candita
68
Bagnodoccia Sambuco
90
Sciroppo Violetta
69
Tonico Camomilla
91
Liquore Genziana
70
Bevanda Guaranà
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Introduzione La conoscenza e l’uso della piante si trovano sin dai tempi antichi. L’uomo quando non era a conoscenza delle componenti scientifiche e delle ragioni della loro efficacia, utilizzava la terapia delle piante medicinali. Nel corso del tempo grazie ai suoi studi nella botanica si è potuto conoscere i benefici delle piante nel nostro organismo. Le piante ci hanno accompagnato anche nel nostro regime alimentare, per il quale oggi è fondamentale integrare una dieta a base di verdure. Sono state e sono un ingrediente essenziale nella nostra cucina e siamo stati in grado di assumere le loro proprietà anche attraverso le bevande come le tisane. Le piante oltre ad essere un aiuto per la nostra salute ed un alimento importante in cucina, hanno dato un grande contributo alla cosmesi, per creare dei prodotti benefici per il nostro corpo. I prodotti naturali, stanno ritornando in voga e molto persone stanno cercando di incrementare la realizzazione di prodotti di cosmesi “fai da te” per avere dei prodotti naturali efficaci che gratificano il nostro corpo.
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Asteraceae
Camomilla Matricaria chamomilla L.
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Descrizione La pianta invadente
La camomilla, Matricaria chamomilla è una pianta erbacea rustica ed appartiene alla famiglia delle “Asteraceae”. Ha un altezza di 50 cm nelle forme spontanee mentre può arrivare agli 80 cm se coltivata. Ha più fusti che partono dalla base, più o meno ramificati nella porzione superiore e una radice a fittone con foglie alterne, sessili, bipennatosette. I suoi caratteristici fiori sono bianchi e gialli, riuniti in capolini dai petali all’ingiù. La camomilla è annua ed è originaria del Bacino Mediterraneo, ma si è poi diffusa, oltre che in Europa anche in Asia occidentale, India, Siberia, Algeria, nelle Americhe e anche in Australia. Cresce spontaneamente nei prati e in aperta campagna, non oltre gli 800 m, diventa spesso invadente comportandosi come pianta infestante delle colture agrarie. È una specie rustica che si adatta anche a terreni poveri e acidi. Sono presenti due tipi di Camomilla che l’attuale medicina erboristica utilizza, quella tedesca o ungherese “Matricaria” , oppure quella romana o inglese “Chamaemelum”. La più utilizzata a scopo terapeutico, è la Camomilla tedesca, la quale si ottiene dai semi sparsi su terreni secchi e ben esposti al sole.
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Storia
Dagli Egizi al medioevo Era definita dagli antichi greci la “mela della terra” per via del suo caratteristi profumo, il suo nome deriva infatti dalla parola khamaìmelon che in greco significa mela di terra o piccola mela, successivamente il nome fu latinizzato e divenne chamomilla. La camomilla è nota da moltissimo tempo per via delle sua qualità medicinali, per gli antichi egizi, ad esempio, era un’erba officinale tra le più pregiate e adoperate, nella mitologia egiziana il fiore di camomilla era dedicato al Dio del sole, Ra. Tracce di polline di camomilla sono state ritrovate nell’imbottitura della mummia di
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Re Ramsete II, probabilmente alcuni fiori furono messi li per accompagnare il faraone nel suo viaggio verso l’aldilà allo scopo di dargli coraggio e calma. Durante il medioevo fu molto utilizzata per allontanare e curare le infezioni di tubercolosi e di peste. Il procedimento usato era molto semplice, bastava infatti bruciare alcune piante, preferibilmente secche o appassite, sulla brace del camino come fosse incenso. Inoltre, ciuffi di camomilla venivano appesi sulle culle dei neonati per proteggerli dalle malattie epidemiche.
Proprietà Miorilassante La Camomilla ha moltissime proprietà, produce effetti antinfiammatori, antibatterici, antifungini, antisettici ed antispasmodici. Ha principalmente proprietà antispasmodiche produce un rilassamento muscolare, per la presenza nel suo fitocomplesso dei flavonoidi (eupatuletina, quercimetrina) e delle cumarine. Queste combinazioni di principi attivi rendono la camomilla un ottimo miorilassante, utile in caso di crampi intestinali, cattiva digestione, sindrome dell’intestino irritabile, spasmi muscolari e dolori mestruali, ma anche in caso di tensione nervosa e stress, perché provoca una sensazione di piacevole rilassamento con effetto calmante sul nervosismo e l’ansia.La pian-
ta, contiene molte sostanze come i Flavonoidi, importanti antiossidanti contro diverse patologie, fra cui il cancro ed è dotata di buone proprietà antinfiammatorie naturali, grazie all’azione protettiva sulle mucose esercitata dalle mucillagini e dai componenti del suo olio essenziale (azulene e alfa-bisabololo). Per questa ragione è utilizzata come rimedio lenitivo, decongestionante, addolcente e calmante, in tutti tipi d’irritazioni dei tessuti esterni e interni: dermatiti, ferite, ulcere, gastrite, congiuntivite, riniti, irritazioni del cavo orale, gengiviti e infiammazioni urogenitali. Con i fiori di camomilla si preparano infusi notoriamente adoperati per le loro virtù blandamente sedative. Le tisane ot-
tenute con questa pianta eliminano i gas intestinali e favoriscono la digestione, producendo un generale miglioramento delle funzionalità del sistema gastroenterico. L’infuso di camomilla può ad esempio essere utilizzato nell’acqua del bagnetto del bambino e nella vasca da bagno per calmare irritazioni o allergie diffuse sul corpo. Si possono fare impacchi sulle zone da trattare con delle garze sterili imbevute nell’infuso, come per dare sollievo agli occhi affetti da congiuntivite. La tisana preparata con la camomilla e l’idrolato di camomilla sono validi sostituti del tonico e possono essere utilizzati per lenire e riequilibrare le pelli che presentano problemi come acne, rosacea e dermatiti.
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Rosacee
Rosa Canina Rosa Canina L.
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Descrizione I falsi frutti
Rosa Canina appartiene alla famiglia delle Rosacee, ed è la più comune in Italia. Può raggiungere di 2 e 3 metri di altezza e formare talvolta, siepi impenetrabili. La rosa canina è un arbusto perenne, rampicante, spinoso, con fusti ramificati, che presentano spine arcuate e robuste. Generalmente cresce nelle siepi, nei boschi radi e nei luoghi cespugliosi collinari o di bassa montagna, fino ai 1900 m, su terreni silicei ma può anche essere presente vicino al mare. I frutti di rosa canina sono carnosi, avvolti da sepali pelosi, tinti di rosso scarlatto: più precisamente sono dei falsi frutti, la cui piena maturazione è raggiunta nel tardo autunno. I frutti contengono vitamina C, presente nei ricettacoli fruttiferi, chiamati cinorrodi. I cinorrodi devono il loro nome volgare, grattaculo, al prurito irritante causato dai piccoli peli che ricoprono i semi. Le bacche, solitamente giallognole, virano ad un rosso brillante nei mesi di settembre e ottobre, quando diventano mature, e possono essere colte, solitamente dopo le prime gelate notturne.
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Storia
La cura della rabbia La rosa canina è una pianta antichissima, nata più di quaranta milioni di anni fa. Datano a quel tempo infatti i reperti fossili di questo fiore ritrovati nel Colorado e nell’wwOregon. Rosa Canina considerata tra i più importanti fiori coltivati, nonostante la sua importanza fu definita “canina”, ovvero “di nessun valore”. Il nome risale all’antica Grecia, era considerata uno specifico rimedio contro i morsi dei cani affetti da rabbia. . Il nome è poi passato ai Romani. Plinio il Vecchio che affermò che un soldato venne guarito dalla rabbia proprio grazie a questa pianta. Per questo nel 1700 Linneo, il naturalista svedese fondatore della moderna sistemati-
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ca botanica e zoologica, attribuì a questa rosa l’appellativo ‘canina’. In realtà però le attuali conoscenze farmacologiche hanno escluso che la rosa canina abbia qualche effetto sulla malattia trasmessa dai cani. Questa pianta veniva anche largamente utilizzata per il suo contenuto di vitamina C, presente nei ricettacoli fruttiferi, chiamati cinorrodi. Essi contengono anche muricina, fibrina, vaniglina, un olio volatile e caroteni. I fiori possono essere utilizzati come lassativo leggero. Grazie alla presenza di vitamica C Durante la seconda guerra mondiale, fu molto usata come sostituto degli agrumi nell’alimentazione dei bambini.
Proprietà
Le molteplici proprietà Questo tipo di rosa presenta anche molte proprietà terapeutiche; antiscorbutico, astringente, cicatrizzante, diuretico, lassativo, tonico e antisettica. Gli estratti dei germogli più giovani presentano spiccate proprietà immuno-modulanti e antinfiammatorie. Sono dunque efficaci nel regolare e migliorare la risposta immunitaria dell’organismo contro allergie, malattie a carico dell’apparato respiratorio, congiuntiviti, asma, raffreddore e tosse. Nella polpa e nella buccia sono presenti vitamina E, tannini, pectine e soprattutto bioflavonoidi, pigmenti naturali dall’azione antiossidante. Il frutto migliora migliora la capacità di assorbimento di calcio e ferro nell’intestino. Fiori e foglie vengono impiegati soprattutto per produrre e preparare tisane ed in-
fusi. Può stimolare l’attività renale favorendo l’eliminazione di tossine; ha un effetto disintossicante e rende più pulito il sangue. Petali e frutti possono servire per produrre preparati energizzanti che possono aiutare persone debilitate e stanche o molto stressate. In cucina si utilizzato i frutti freschi per preparare buonissime marmellate oppure essiccati per fare liquori , mentre con i petali si può produrre dell’ottimo miele. I petali in decotto aiutano a combattere diarrea, mal di gola e possono essere perfino spremuti per preparare un collirio. L’impiego della rosa canina è molto noto anche in ambito cosmetico, infatti questa pianta e molto ricca di betacarotene e provitamina A molto utili con-
tro l’invecchiamento, gli eritemi solari e la comparsa di rughe. L’acqua distillata prodotta con l’uso di rosa canina viene usata per curare pelli arrossate e particolarmente sensibili, mentre con i frutti freschi frullati si ottiene una crema molto utile per levigare e tonificare la pelle attraverso una maschera di bellezza. Gli impieghi di bacche di Rosa Canina riguardano sia le bacche fresche che le bacche essiccate. Preparare una tisana di bacche di Rosa Canina e assumerla regolarmente può essere utile già dai primi sintomi di raffreddore, influenza, tosse e mal di gola così da evitare che le condizioni peggiorino. I semi sono utilizzati in agricoltura biologica per farne un antiparassitario.
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Asteraceae
Calendula
Calendula officinalis
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Descrizione Il fioraccio
La calendula “Calendula officinalis” appartiene alla famiglia delle Composite. La Calendula è una pianta erbacea annuale ed è una pianta rustica che si adatta a diversi ambienti e terreni Conosciuta con il nome di “Fioraccio”, la Calendula può essere coltivata anche in collina fino a 600 m di altitudine, in zone con una buona esposizione. La si trova allo stato selvatico nell’Italia meridionale. Fiorisce dalla primavera fino all’autunno, i fiori si raccolgono in aprile a giugno e in settembre a novembre, e la sua caratteristica fioritura a capolino dura per molti mesi. I suoi fiori sbocciano quando il sole è alto e lo seguono fino a chiudersi al suo tramonto. Gli steli della Calendula possono raggiungere l’altezza di circa 70 cm e presentano diverse ramificazioni, al cui termine si sviluppano fiori di colore giallo-arancio raccolti in capolini; sono proprio questi ultimi a costituire la droga di interesse cosmetico e fitoterapico ricavata dalla pianta. Le foglie sono spesse, lanceolate con margine intero o leggermente dentato. Una pianta che viene molto utilizzata negli ortaggi per allontanare via i parassiti.
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Storia
Primo giorno del mese Il nome calendula deriva dal latino Calendae, cioè “primo giorno del mese”, perché fiorisce il primo giorno di ogni mese per tutto l’anno. Se al mattino i fiori rimangono chiusi probabilmente pioverà e la Calendula nei testi medievali era indicata col nome di Solis sponsa, ossia “sposa del sole”. I romani utilizzavano i petali di Calendula freschi o essiccati, al posto dello zafferano. I fiori, inoltre, venivano spremuti freschi per trarne un succo per tinture gialle. Gli Aztechi credevano nella leggenda che la calendula fosse nata dal sangue dei guerrieri morti in battaglia. Nel medioevo si scoprì anche l’uso decorativo della calendula, essendo adeguatamente essiccata, non subì nessuna degradazione di colore rimanendo di un giallo intenso per molti anni, è
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per questo che da allora ad oggi è uno dei fiori più usati per il pot pourri. Per la cultura Messicana era associata al dolore a al rancore per loro è il simbolo della morte. La Calendula è il simbolo del Dia de Los Muertos in Messico, con il suo colore molto acceso. Nella prima epoca pre-ispanica, veniva utilizzata nei templi, come l’offerta e per le sepolture. Utilizzata per decorare le tombe, perché si pensava che mantenesse in sé il calore dei raggi solari e potesse così illuminare il cammino del ritorno dei morti. Per gli inglesi le Calendule sono simbolo di gelosia, infatti secondo le credenze popolari, esse sono delle zitelle che , non essendo mai state amate da nessuno, alla loro morte si trasformano in Calendule gialle dalla rabbia.
Proprietà Curare le ferite
La Calendula varia ha proprietà antinfiammatorie, antibatteriche, antispasmodiche e cicatrizzanti. La Calendula è anche in grado di favorire la guarigione delle ferite ed è un rimedio naturale particolarmente utile durante l’estate in caso di scottature ed eritemi solari. Contiene molti polisaccaridi, flavonoidi, caroteni e mucillagini e viene anche utilizzata per curare le disfunzioni dell’apparato genitale femminile, regolarizza il ciclo mestruale e lenisce i dolori. Ha anche proprietà antispasmodiche, valide per chi soffre di forti dolori legati al mestruo. Data la presenza di mucillagini, è molto adoperata per la cura di gastriti, ulcere e patologie varie dell’intestino. Grazie al suo potete ipolipidemizzante, si può diminuire il livello di colesterolo e di trigliceridi nel sangue. Nella cura e pulizia della pelle, la calendula ha proprietà emollienti e idratanti, nonché antibatteriche. È dunque una pianta officinale perfetta per la produzione di latte detergente, creme viso idratanti, creme viso nutrienti, creme piedi e dopo barba.
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Asteraceae
Girasole
l’Helianthus annuus
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Descrizione Il sole
Il girasole è una pianta annuale erbacea appartenente alla famiglia delle Asteraceae. La specie più diffusa e più coltivata è “l’Helianthus annuus”, il nome scientifico “Helianthus” deriva da “helios” parola greca che significa sole , e “anthos” cioè fiore. Il nome comune “girasole” deriva da una particolarità di questa pianta, che presenta un notevole eliotropismo, il fiore, cioè, si muove seguendo gli spostamenti del sole, in questo modo è rivolto verso di esso per l’intera giornata; ciò è possibile grazie al “pulvino”, un filamento che si trova sullo stelo. Presenta un’infiorescenza, ovvero un insieme di fiori, per la precisione un’infiorescenza a capolino. Il capolino è composto da due tipi di fiori: al centro i fiori del disco “il bottone marrone” e alla periferia i fiori del raggio “i petali”. Il fusto è dritto e robusto e può raggiungere grandi altezze, addirittura fino ai tre metri. I girasoli non temono particolarmente il caldo: sono fiori estivi che vivono bene in piena esposizione solare. Il periodo arido è molto sopportato, ma l’umidità e i ristagni creano numerosi danni alla pianta.
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Storia Dio sole
Le civiltà precolombiane che celebravano il Dio Sole ornando di girasoli i loro templi. E’ originario del Nord America, coltivato dagli indiani per scopi alimentari e lo ritenevano una pianta sacra. Era il simbolo del sole per gli Incas, conoscevano le proprietà nutritive dei semi e ricavavano fibre dalle foglie e dal fusto. In seguito venne introdotto in Europa dal Perù dai primi esploratori europei nel XVI secolo; si diffuse soprattutto come pianta ornamentale, grazie alla sua bellezza e al colore vivace. Più tardi fu coltivato anche per scopi alimentari. Oggi è coltivato in tutto il mondo per uso alimentare, per l’estrazione di coloranti, oli e sostanze medicinali, anche in Italia è molto presente ed è possibile trovarlo soprattutto nelle regioni centrali.
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Proprietà I semi di Girasole
I petali di Girasole contengono sapogenine, xantofila, antocianina, flavonglucosidi e l’acido solatene che contribuiscono insieme a ridurre i sintomi influenzali come tosse e febbre, a combattere la malaria e a calmare gli stati d’ansia. Importanti sono i semi oleosi del girasole che sono stati anche oggetto di studi che ne hanno evidenziato le proprietà benefiche . I semi misurano da 6 a 10 mm di lunghezza, sono ricchi di acidi grassi essenziali, vitamine e minerali. Sono inoltre un concentrato di fitoestrogeni, ormoni vegetali che possono aiutare, se assunti in quantità adeguate, a prevenire molte malattie, come alcune forme di tumore e le patologie cardiovascolari. Tuttavia aiutano a mitigare i malesseri tipici della menopausa e riducono il rischio di osteoporosi. Va sottolineato che i semi di girasole contengono un apporto vitaminico tra i più elevati nel mondo vegetale. Inoltre presentano importanti quantità di vitamine del gruppo B, vitamina A, D ed E, potente antiossidante. Sono un’importante fonte di sali minerali, soprattutto magnesio, fosforo e potassio, ma anche ferro e selenio. I semi di girasole sono anche in grado di aiutare il nostro sistema cardiocircolatorio grazie alla vitamina E e alla vitamina B1, utilissime per la salute del cuore e la prevenzione delle malattie cardiovascolari. La vitamina E particolarmente utile per avere la pelle giovane, tonica ed è un potente antiossidante che aiuta a sconfiggere i radicali liberi e protegge le pareti cellulari delle arterie. Inoltre i semi di girasole contengono anche lipidi essenziali e acidi grassi che ti aiutano a mantenere la pelle idratata, proteggendola dagli effetti provocati dal sole e dall’inquinamento. I semi di girasole non servono solo per estrarre l’olio, ma anche per essere mangiati. Sono commestibili e si possono consumare al pari di qualsiasi frutta secca, come noci e mandorle.
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Malvacee
Fiordaliso
l’Helianthus annuus
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Descrizione Il fiore del giglio Il suo nome deriva dal francese fleur de lis, fiore di giglio, anche se a volte viene indicata con il termine ‘ciano’ per la sua colorazione. Il nome botanico, è Cyanus segetum o anche Centaurea cyanus, che, fu attribuito da Linneo nel 1737. Il fiordaliso appartiene alla famiglia delle Asteraceae, è una pianta erbacea biennale rustica, coltivata anche come annuale. I suoi fiori si riuniscono in infiorescenze a capolino solitarie di colore principalmente blu-azzurro, ma si possono trovare varietà di colore rosa, bianco, rosso, giallo e molti altri. Le foglie lanceolate di colore grigio-verde e
Il fusto eretto della pianta raggiunge un’altezza compresa fra i 20 e i 90 centimetri. Il fiore è formato da petali lunghi e sottili, raggruppati attorno a una corolla centrale scura. Questa pianta infatti cresce spontaneamente nei campi di cerali, ma spesso la si trova anche in terreni incolti e talvolta aridi, questo fiore teme i ristagni idrici e per evirali è bene amalgamare al terreno sabbia che permette il rapido scolo delle acque piovane. I frutti sono degli acheni con pappo, gli acheni a forma ellissoide sono lunghi 3–4 mm; i lati sono striati longitudinalmente; la superficie è scarsamente
pubescente. Il pappo è formato sia da setole esterne lunghe 2–3 mm, che da scaglie più interne lunghe 1–2 mm, disposte su più righe. L’ambiente ideale dove coltivare i fiori di fiordaliso è un terreno a ph neutro, preferibilmente secco. La riproduzione del fiore avviene attraverso i semi che in natura vengono trasportati dal vento o da piccoli insetti. Il fiordaliso è molto diffuso in Italia ma in molte parti d’Europa è a rischio estinzione come in Gran Bretagna dove i pesticidi e diserbanti hanno fatto si che questo splendido fiore diventi un fiore raro da trovare.
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Storia La leggenda
Centaurea nome attribuito da Linneo, trova la genesi nella figura mitologica del Centauro Chirone, metà uomo e metà Cavallo. Nella Leggenda di Chirone, Zeus il Dio dell’Olimpo, aveva dato l’immortalità al Centauro. Hercules un giorno colpì il centauro alla zampa con una freccia avvelenata. Il centauro per via della sua immortalità non morì ma non riuscì ad alzarsi per via del veleno. Dopo moltissima sofferenza, in primavera, il centauro preparò un impacco di fiori di fiordaliso e grazie ad essi guarì. In una leggenda storica, il fiordaliso si trova nello stemma araldico del regno di Guglielmo I, re di Germania. Nella leggenda il re Guglielmo I, fuggendo da una battaglia, arrivò in un campo di grano, dove vide sua madre che per tranquillizzare i bambini con lei, intrecciava dei piccoli mazzi di fiordalisi. Tornato a palazzo decise di utilizzare il fiordaliso come stemma.
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Proprietà Il collirio
Gli estratti dei fiori, in particolare, svolgono un’azione astringente, antinfiammatoria e diuretica. In fitoterapia, trova applicazione sopratutto per la cura degli occhi. I colliri a base di fiordaliso sono ideali per gli occhi arrossati o affetti da congiuntivite. Sotto forma di infuso, è un ottimo rimedio decongestionante per il trattamento esterno delle palpebre arrossate e della bocca screpolata. L’azione antinfiammatoria e astringente di questa pianta la rende un valido rimedio per la tosse, un diuretico e un astringente naturale. Queste virtù benefiche sono dovute alla presenza di flavonoidi e altre sostanze antiossidanti. Non a caso, i fiori di fiordaliso sono spesso utilizzati in infusi, lavande o compresse utili a contrastare le infiammazioni del cavo orale o del tratto intestinale. Utilizzato anche per la preparazione di bevande alcoliche, come elemento in più per migliorarne il sapore e le proprietà digestive. L’infuso, inoltre, è un ottimo trattamento per combattere la forfora. Ha degli effetti benefici anche sulla pelle,l’acqua di fiordaliso dona alla pelle un aspetto radioso e tonico lenendo irritazioni e arrossamenti. Utilizzato sui capelli come risciacquo finale dopo lo shampoo dona lucentezza e vitalità ai capelli e attenua le alterazioni del cuoio capelluto. Ottimo per la preparazione di bevande alcoliche, come elemento in più per migliorarne il sapore e le proprietà digestive (contiene flavonoidi e antociani), e sotto forma di infuso da utilizzare dopo il normale shampoo per combattere la forfora.
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Malvacee
Malva Malva silvestris L.
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Descrizione Il fiori marroni
La malva è una pianta erbacea perenne o biennale, diffusa in Italia dalle regioni mediterranee fino alle zone montane, presente anche nelle isole maggiori; fino a 1300m. Ha una forma cespugliosa non tanto grande, l’altezza oscilla tra i 50 centimetri e il metro, ma regala fioriture abbondanti. La pianta è dotata di un robusto apparato radicale e di un fusto in parte eretto e poco ramificato, la sua altezza può superare un metro. La pianta della malva è caratterizzata da foglie lobate, lungamente picciolate, sono palmate e di dimensioni variabili con peli ruvidi. I fiori sbocciano a primavera e in estate,sono privi di profumo e sono costituiti da una corolla a cinque petali striati nelle tonalità del rosa, lilla e porpora . I frutti che si sviluppano dopo la fioritura sono piccoli, di colore verde che diventeranno marroni dopo la maturazione. Tutta la pianta è commestibile e ogni parte può essere utilizzate in cucina: le foglie si utilizzano soprattutto per addensare minestre e zuppe, il midollo dei fusti si consuma crudo o cotto come verdura, mentre i fiori e i frutti acerbi si usano a crudo per decorare insalate e altri piatti freddi. Esistono diversi tipi di malva oltre alla Malva sylvestris: la malva neglecta e la malva nicaeensis che si utilizzano con le stesse indicazioni.
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Storia Mollire
Le proprietà emollienti della malva sono conosciute e apprezzate sin dai tempi antichi, infatti, il suo nome deriva dal latino “mollire” cioè “capace di ammorbidire”. La malva è una pianta utilizzata già nel 700 a.c. dai Romani sia come alimento che come rimedio naturale per le sue proprietà lassative. D’infatti Ippocrate la utilizzava per le sue proprietà emollienti e lassative, invece le famiglie povere la usavano come cibo. Conosciuta anche come
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pianta ornamentale, Carlo Magno la volle nei suoi giardini imperiali e la inserì come pianta obbligatoria nel suo Capitulare de villis. Le popolazioni celtiche la consideravano sacra, credevano infatti che i suoi semi, posti sugli occhi dei defunti, avessero la capacità di scacciare gli spiriti maligni e che aprissero le porte del paradiso. Nel XVI secolo, in Italia, era denominata omnimorbia: rimedio per tutti i mali.
Proprietà Emollienti e lenitive La malva è una pianta ricca di mucillagini dalle proprietà emollienti e lenitive, flavonoidi, tannini, vitamine e minerali e viene impiegata sia come rimedio naturale sia come alimento. I fiori e le foglie della malva vengono utilizzati per le proprietà emollienti e antinfiammatorie date dalla capacità protettiva delle mucillagini su pelle e mucose. Le foglie e i fiori raccolti in estate rimedio contro la tosse secca e per alleviare infiammazioni a carico di gola, faringe e laringe. L’uso della malva è impiegato anche in caso di irritazioni del cavo orale (gengi-
viti, stomatiti, ascessi) e dell’esofago, ulcere gastriche e duodenali e per calmare le infiammazioni alla vescica e le irritazioni vaginali. Un rimedio molto importante nel trattamento di infiammazioni intestinali, coliche e stipsi lieve, grazie all’azione lenitiva e blandamente lassativa, dovuta alla capacità delle mucillagini di formare una sorta di gel, che ammorbidisce le feci e aumenta la massa fecale, favorendone l’eliminazione. Il trattamento della stitichezza con la malva è indicato anche in gravidanza, nei bambini e negli anziani.
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Gentianaceae
Genziana
Gentiana alpina
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Descrizione La Genziana
La Genziana alpina, di cui il nome scientifico “Gentiana alpina” rappresenta un tipico fiore di montagna. Appartenente alla famiglia delle Gentianaceae, si tratta di una pianta erbacea perenne, sottospecie della Gentiana aucalis. La si trova oltre i 2000 metri di altitudine verso le alpi con una clima mite rigido. Nota sicuramente per i suoi fiori blu. Essa fiorisce nel periodo estivo, in particolare tra i mesi di giugno e luglio. La genzianella si raccoglie strappandola tutta in una volta dal terreno, cioè estirpandola. Una volta raccolta si conserva in sacchetti di plastica per alimenti o di carta. Le parti utili della pianta a scopo officinale sono lo stelo, i fiori, le foglie e radici, ovvero tutta la pianta che va raccolta in estate, quando fiorisce cioè quando è possibile raccoglierla nella sua interezza.
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Storia La leggenda Il nome deriva dal nome Gentius, l’ultimo Re dell’Illiria tra il 180 e il 168 a.C., il quale scoprì le proprietà della radice. Nell’antica Grecia veniva utilizzata per combattere la febbre e la stitichezza. Conosciuta anche nell’epoca Medioevale per i suoi benefici teraupetici. Un’altra leggenda, questa volta ungherese, narra che fu la pianta prescelta per salvare il popolo da una grave carestia. Altri narrano di cavalieri vittime di incantesimi d’amore provocati dalla bellezza dei fiori e dal fascino mistico della pianta.
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Proprietà Il principio amaro La Genziana ha proprietà digestive, antipiretiche, antianemiche, carminative, vermifughe. Stimola la produzione dei globuli bianchi aumentando le difese immunitarie. Le sue proprietà sono benefiche anche per l’intestino: uccide i parassiti intestinali, ed evita le fermentazioni dell’intestino stesso. Tutti quei benefici sono dovuti alla presenza di principi attivi quali genziocaulina, acido tannico, acido gallico e zuccheri. L’acido gallico ha proprietà antiossidanti e antiemorragiche, mentre l’acido tannico o tannino ha effetti astringenti e carminativi in caso di disturbi gastrointestinali come coliche e diarrea. L’acido tan-
nico non è presente nella genziana gialla o genziana maggiore. Nella Genzianella il principio attivo amaro è formato dalla genzioacaulina a cui si attribuiscono gli effetti digestivi, di stimolazione della funzionalità epatica, antipiretici e vermifughi. Il principio amaro è ben utilizzato anche per la preparazione di liquori e amari utili per la digestione. Gli estratti di genzianella, a scopo officinale, vanno assunti sotto forma di tisane e tinture. Questa tisana è indicata per chi soffre di anemia, per chi vuole rinforzare l’organismo, per chi è in convalescenza dopo una malattia e per chi vuole stimolare l’appetito.
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Caprifoliacee
Sambuco Sambucus nigra L.
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Descrizione I frutti profumati
Il Sambuco con il cui nome scientifico Sambucus nigra, è una pianta appartenente alla famiglia delle Caprifoliaceae. Si tratta di una specie vegetale a portamento arbustivo, originaria dell’Europa e Caucaso. Si presenta come arbusto o piccolo albero che, però, in alcuni casi può raggiungere altezze anche superiori ai cinque metri, fino ad un massimo di dieci. Le foglie sono verdi scure, sono imparipennate con margine seghettate, i frutti sono bacche nerastre; i fiori del sambuco sono invece piccoli e bianchi. I fiori fioriscono tra la fine di Maggio ed il mese di Giugno, emanando il loro buon profumo. Sia il fiore che i frutti sono commestibili e ricchi di proprietà benefiche. Ma non tutti i fiori di sambuco sono commestibili ad esempio il Sambucus ebulus è velenoso. Per ricavare la droga si utilizzano frutti ed infiorescenze essiccate; i fiori essiccano rapidamente se esposti a sole ed aria, assumendo una caratteristica colorazione giallastra ed un piacevole odore aromatico. Si trova largamente rappresentato in Italia ed in gran parte d’Europa sopratutto negli habitat di montagna, luoghi ruderali, umidi e boschi radi.
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Storia
La Farmacia degli Dei Del Sambuco si hanno tracce già dai tempi dell’età della pietra. Era già conosciuto dai popoli preistorici, i quali probabilmente preparavano, con le sue drupe, robuste bevande fermentate o tinture per tessuti. Un arbusto di Sambuco non doveva mai essere tagliato con cattiveria o la sua legna bruciata perché poteva sprigionare le forze maligne. Nella tradizione cristiana veniva usato nei riti funerari, come viatico per il viaggio verso l’aldilà mentre nella tradizione pagana, invece, la si riteneva protettrice della casa e del bestiame. Il Sambuco è sempre stato presente vicino a monasteri e abitazioni, perché si diceva proteggesse
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da mali. Le sue doti erano talmente conosciute che il famoso flauto magico delle leggende germaniche non era altro che un ramoscello di Sambuco, svuotato del suo midollo. Per esprimere i suoi poteri eccezionali doveva però essere tagliato in un luogo dove non fosse possibile udire il canto del gallo. Si riteneva che questa pianta proteggesse anche dal morso dei serpenti e che il suono di un flauto, ricavato da un ramo di Sambuco, potesse vanificare sortilegi, come nel “Flauto Magico” di Mozart. In Austria il Sambuco viene definito ancora oggi “la farmacia degli dei”, perché la tradizione lo riteneva benefico in tutte le
sue parti e portatore di sette doni officinali: fiori, frutti, radici, midollo, legno, germogli, corteccia. I Cimbri lo piantavano attorno ai loro baiti, perché rendeva fertile la terra degli orti e l’odore delle sue foglie teneva lontani i parassiti dagli altri vegetali. Conservavano spesso un rametto di Sambuco in tasca, per allontanare i demoni. I Druidi, maghi erboristi celti, ricavavano dal Sambuco le proprie bacchette magiche. Gli antichi medici hanno riconosciuto al Sambuco la ricchezza di proprietà benefiche soprattutto nei riguardi delle funzioni intestinali e renali.
Proprietà Molti benefici Il sambuco è utilizzato nella fitoterapia diaforetico, antinfiammatorio, diuretico, digestivo e lassativo. I fiori hanno dei benefici depurativi che favoriscono l’eliminazione delle tossine. Grazie ai bioflavoidi, i fiori sono in grado si contrastare i danni, provocati dai radicali liberi, stimolare il sistema immunitario, promuovere il corretto funzionamento del sistema epatico e prevenire alcune patologie cardiovascolari ed infiammatorie. E’ riconosciuto che le bacche di Sambuco ed il loro succo, ricchi di vitamine A, B1 ,B2 , B6, e C, contengono anche un elevato tenore di selenio, lipidi, carboidrati, proteine, oligoelementi, sodio,
potassio, fosforo e ferro. I fiori e lo sciroppo da essi ottenuto sono pregni di oli essenziali, vari zuccheri, potassio, calcio, enzimi, acidi della frutta, tannini, vitamina C, nonché tutto un complesso di flavonoidi. Le infusioni di fiori hanno un effetto sudorifero e combattono i sintomi influenzali. In caso di tosse, favoriscono la fluidificazione del muco. Lo stesso infuso può essere utilizzato anche per curare la congiuntivite. I frutti sono indicati in caso di reumatismi, mal di testa, dolori di origine nervosa e ipertensione. Il decotto è utilizzato come un lassativo e anche nelle diete o per favorire la diuresi, data la presenza di potassio. Il
decotto delle foglie viene bevuto per abbassare la glicemia, mentre quello dei rami più giovani, preso a digiuno, serve contro il colesterolo. La seconda corteccia raschiata, aiuta la cicatrizzazione, posta direttamente sulle ferite oppure, unita alla mollica di pane, appoggiata su parti infiammate e coperta con un telo. Allontana anche le mosche, basta appendere sulle porte o sulle finestre dei rametti di Sambuco. I fiori sono inoltre apprezzati anche in cucina perché sono un ottimo ingrediente per la preparazioni di dolce e salato.
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Hypericaceae (Guttiferae)
Iperico Hypericum perforatum
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Descrizione Erba di San Giovanni L’iperico il cui nome scientifico è Hypericum, appartiene alla famiglia delle Hypericaceae (Guttiferae). È una pianta erbacea perenne caratterizzata da un caule legnoso e ramificato che può raggiungere un metro di altezza. I fiori sono riuniti in una sorta di corimbo e compaiono in estate, Il singolo fiore è giallo e possiede 5 petali e moltissimi stami vistosi. Le foglie sono opposte, ovali, molto fitte e di forma oblungo ellittica. Questa pianta ha una particolarità interessante: il parenchima delle foglie è disseminato di piccole
glandole traslucide di essenza che, osservate controluce, sembrano tanti piccoli fori; da ciò il nome volgare “mille buchi” o “perforata”. Il frutto Iperico è una capsula ovoidale e deiscente. La fioritura in genere è dal mese di luglio a ottobre. Non necessita di cure particolari essendo una specie molto rustica resiste fino a -30/-20 °C, ed adattabile. Il loro habitat è principalmente in Europa, nei terreni abbandonati, boschi radi, radure, prati asciutti, vecchi muri fino a 1.600 m di altitudine.
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Storia
Erba caccia diavoli Il suo nome deriva dal greco hyper-eikon, cioè pianta che cresce sulle vecchie statue. Plinio il naturalista Romano prescriveva lo spirito di Iperico come cura contro i morsi di serpenti velenosi. Per i medici greci Ippocrate e Dioscoride il suo nome significherebbe “al di sopra del mondo degli Inferi”. Una pianta nota soprattutto con il nome “erba caccia diavoli” per il suo potere di cacciare via gli spiriti maligni ed assicurare buoni raccolti. Il suo nome più conosciuto è senza altro “erba di San Giovanni”, alla vigilia di questa festa, per proteggersi dai malefici delle streghe, bisognava portare una piantina di Iperico con la ruta, l’artemisia e l’aglio. Nella notte di San Giovanni in molti paesi Europei si danzava attorno ad un fuoco, cingendosi il capo con il suo fogliame, una volta spento il fuoco, lo gettavano sui tette delle case per proteggerle dai fulmini. La prima Farmacopea di Londra del 1618 consigliava di triturare i fiori di Iperico, immergerli in olio ed esporre la mistura al sole per tre settimane. La tintura risultante fu per secoli il trattamento di routine per ferite e contusioni.
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Proprietà stati depressivi
La pianta è nota per combattere gli stati depressivi e ansiosi. L’Iperico ha proprietà antinfiammatorie, cicatrizzanti, antidepressive e ansiolitiche. Le proprietà antinfiammatorie sono dovute alla produzione di ipericina e all’amentoflavone che sono contenuti all’interno della pianta. L’Iperico viene impiegato per trattare ferite e ustioni grazie alle proprietà antinfiammatorio, cicatrizzante e rigenerativo nei confronti della pelle. Per la cura della pelle l’olio Iperico viene molto utilizzato e si può anche produrre in casa raccogliendo i fiori nel periodo estivo. L’attività ansiolitica, viene prodotta attraverso l’attivazione del recettore per le benzodiazepine. Ha la capacità di aumentare i livelli di serotonina in caso di disturbi del sonno e regola la produzione di melatonina responsabile a sua volta di un efficace ritmo sonno veglia.
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Amaryllidaceae
Violetta Gentiana acaulis L.
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Descrizione Una pianta resistente
Le Violette appartengono alla famiglia delle Violacee, con una varietà di 500 specie e comprendono una grande varietà di piante erbacee annuali o perenni diffuse anche allo stato spontaneo. Sono un tipo di pianta molto resistente e sono presente in luoghi ombreggiati, nei boschi e lungo corsi d’acqua. Fioriscono alla fine dell’inverno ed hanno de petali che vanno verso il basso e due verso l’alto. I fiori sono in genere viola o blu con piccole o medi dimensioni ed hanno foglie cuoriformi. Le violette più conosciute sono la Viola tricolore, nota anche come viola del pensiero, la Viola odorata o viola mammola dai fiori profumati, e la Viola hortensis, rustica e con fiori particolarmente grandi.
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Storia
Dai Romani al medioevo La Violetta veniva utilizzata come decorazione per i banchetti dagli antichi romani, per prevenire l’ubriachezza. Producevano anche un vino per alleviare i postumi della sbornia ricavato dalle ghirlande di viole. Plinio documentò le viole e le loro proprietà medicinali, prescrivendole per o disturbi della gotta e della milza. I Greci usavano questo fiore per favorire il sonno e per calmare la rabbia. Gli antichi Persiani con la Violetta curavano il cuore e la testa. Nel tardo medioevo si credeva che le Violette servissero s contrastare le malattie cardiache, per via delle foglie a forma di cuore. è proprio nel tardo medioevo che si credeva che le viole servissero a contrastare le malattie cardiache, proprio perchè le foglie, a forma appunto di cuore, erano certamente un segno mandato da Dio.
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Proprietà Vitamine A e C Le violette sono ricchissime di vitamine A e C, di sali minerali ed altri antiossidanti. Contengono anche mucillagini che calmano e lubrificano le mucose infiammate, aiutando a guarirle. Per alleviare il mal di gola si possono masticare le foglie fresche e si può anche utilizzare l’infuso per fare dei gargarismi. L’infuso alla Violetta viene usati per molteplici problematiche, favorisce il sonno, per ghiandole gonfie o linfa stagnante. Le Violette contengono l’acido salicilico, un’aspirina naturale, per curare il mal di testa e il raffreddore. Agisce anche sul sistema linfatico, ridando movimento in stati di congestione.
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Compositae
Crisantemo Chrysanthemum L.
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Descrizione Piccoli cespugli
Il Crisantemo appartiene alla famiglia delle Compositae, Il genere Chrysanthemum conta circa 40 varietà selvatiche cui si aggiungono oltre un centinaio di ibridi con fioriture molto diverse tra loro. È una pianta suffruticosa perenne ed originario dell’Asia e dell’Europa. Il crisantemo è formato da piccoli cespugli arrivando ad un altezza di un metro, ha delle foglie lanceolate leggermente profumate e grandi fiori con colori diversi e nella stagione autunnale sbocciano. Ci sono Crisantemi nati da vari incroci e presentano fioriture differenti con petali molto lunghi, gli ibridi ad esempio hanno dei fiori più grandi e una maggiore tonalità di colori come rosa, bianco, lilla, viola e rosso.
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Storia
Il fiore dei morti In italia il Crisantemo è sempre stato associato al fiore dei morti, per via della sua stagionalità. Il fiore fiorisce in coincidenza con la celebrazione della festa del giorno dei morti a novembre. Nel mondo viene interpretato con altri diversi significati, in Corea e in Cina è il fiore dei festeggiamenti e in Giappone è il fiore nazionale. In Oriente il fiore viene regalato in ricorrenze ordinarie come matrimoni, comunioni e anche ai compleanni. Nel regno unito, ri regala alle nascite dei bambini, in Australia è il fiore della festa della mamma mente negli Stati Uniti d’America è il simbolo della gioia e positività.
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Proprietà Molteplici benefici
Il Crisantemo ha molteplici proprietà antifungine molto marcate, insieme all’azione antivirale e antibatterica. Il fiore è molto utile in caso di raffreddore e infuenza, mal di gola, prurito agli occhi e infezioni. La parte del fiore è la più utilizzata in capo medico a seconda del colore del fiore ha delle proprietà diverse. I crisantemi bianchi sono adatti per migliore l’acutezza visiva e placare le vertigini, i fiori gialli sono usati per la febbre, mal di testa e mal, mal di gola, influenza e brividi. I principi attivi del crisantemo sono le piretrine e ad altri composti chimici contenuti nei fiori e nella parte aerea della pianta insieme a beta carotene, calcio, magnesio e ferro. Tra gli oli volatili contenuti, ci sono diversi aminoacidi, piccole quantità di B1, canfora, borneolo e adenina.
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Papindaceae
Guaranà
Paullinia cupana
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Descrizione Dal sud-America
Il Guaranà, anche chiamato anche Paullinia Cupana Kunth, appartiene alla famiglia delle Papindaceae La pianta del Guaranà è un rampicante che può raggiungere i 13 metri di altezza, per scopi commerciali nella raccolta dei semi può arrivare a 2-3 metri d’altezza. pianta originaria del Sud-America e proveniente dalle regioni della foresta amazzonica. Le sue foglie verdi lucide sono coriacee, i fiori sono di colore bianco e sono peduncolati. Il frutto rosso è una drupa che contiene al suo interno l’endocarpo, ovvero il seme di colore biancastro con una dimensione di un cece con due puntini neri come se fossero due occhi.
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Storia
Dagli occhi degli dei Le origini dell’uso della pianta del Guaranà risalgono agli antichi abitanti dell’Amazzonia, che ebbero una grande convinzione per via del suo seme che il Guaranà nascesse dagli occhi degli dei. Nella tribù degli Indios il Guaranà veniva coltivato e poi seccato, pestato in un piccolo mortaio per poi trasformarlo in palla che stimavano molto. Questi preparati venivano utilizzati come bevanda per dare forza all’Indio per la caccia, diminuiva la fame, faceva urinare, guariva dalla febbre, mal di testa e brivi. Il nome stesso Guaranà, deriva dal termine “warana”, della lingua degli Indios, che significa “frutto che somiglia agli occhi della gente”. I due punti neri presenti nel seme hanno portato varie credenze fra i popoli nativi, fra cui pensare che questa pianta avesse gli occhi e considerata una pianta magica.
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Proprietà La caffeina Il Guaranà insieme alla pianta del caffè, alla Camelia sinensis ed alla Cola Acuminata, contiene la caffeina, ad altissime concentrazioni. Nei semi di Guaranà contengono il doppio della caffeina rispetto ai chicchi di caffè. Ha proprietà lipolitica sulle adiposità localizzate ed anticellulitica, poiché la caffeina stimola il sistema nervoso a dare il via al processo di lipolisi, che consiste nello scioglimento e successiva eliminazione dei lipidi. È considerato antiossidante e antibatterico, la
presenza della caffeina serve come tossina difensiva come purificazione all’interno del corpo. L’estratto di guaranà è conosciuto anche per le sue proprietà snellenti e astringenti ed è considerato anche tonificante e anti-invecchiamento. Inoltre la pianta di guaranà è ricca di tannini, vitamine e sali minerali, che le conferiscono proprietà antirughe. La presenza di tannini, come detto in precedenza in riferimento al tè verde, dona anche azione purificante, ideale per le pelli grasse o miste.
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Le piante sono sempre state un gran alimento nella nostra cucina. Nel tempo è umentato l’utilizzo di piante in determinate ricette. Non tutte le piante sono edibili d’infatti deterinate piante sono velenose e deleterie per l’uomo. Le piante edibili sono una grande risorsa per il nostro organismo e sopratutto per le nostre papille gustative. Molti Chef hanno incrementato l’utilizzo di piante nelle ricette non solo come elemento decorativo ma principalmente come ingrediente principale.
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Frittelle di Malva •2 uova fresche •2 cucchiai di formaggio gratt. •1 tazzina di latte o latte di soja •sale q.b. •1 manciata abbondante di fiori e foglie di malva •Olio evo
Una volta pronta, anziché servila come frittata, la si taglia con un taglia biscotti in modo da formare varie frittelle da poter servire a tavola.
In una pentola, far sbollentare le foglie e i fiori di malva.
Fare una frittata classica cotta in una piccola padella anti aderente. Far dorare la frittata da entrambi i lati.
In una ciotola amalgamare le uova, il formaggio, il sale e il latte. Aggiungere le foglie e i fiori.
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Crackers di Girasole •100 gr di fiocchi d’avena •45 gr di semi di lino •45 gr di semi di sesamo •45 gr di semi di girasole •45 gr di semi di zucca •250 ml di acqua •5 gr di sale •1 cucchiaio di rosmarino
Infornare nuovamente i crackers e lasciarli asciugare per altri 10-15 minuti, a 180°C. Spegnere il forno e lasciar raffreddare i crackers al suo interno: conservare in una vaschetta a chiusura ermetica.
In una ciotola, mischiare i fiocchi d’avena con tutti i semi (girasole, sesamo, lino e zucca). Unire l’acqua, mescolare e lasciar riposare per almeno un’ora.
Trascorso il tempo necessario, rimuovere il rettangolo di semi e tagliarlo a piccoli pezzi, avendo cura di conferire una forma regolare, rettangolare o quadrata.
Dopo un’ora, il composto avrà assunto una consistenza gelatinosa e densa: aggiungere il sale e il rosmarino. Preriscaldare il forno a 200°C.
Trasferire il tutto su una placca foderata con la carta da forno, rimuovendo lo strato di carta superiore. Cuocere per 20 minuti a 200°C (modalità: ventilato). Stendere il composto tra due fogli di carta da forno, fino ad ottenere uno spessore di pochi millimetri.
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Crostata Fiordaliso •500 g pasta frolla •1 vasetto di marmellata di limone •300 g crema pasticciera •1 cucchiaio petali essiccati di Fiordaliso • latte q. .
In forno, a 180 gradi per circa 20 minuti. Appena cotta, aggiungere la crema pasticcera al fiordaliso e riporla in forno per altri 15 minuti. Lasciare intiepidire e servire fredda.
Lavorare la pasta frolla e poi metterla in frigo per circa 30 minuti.
Impastare la pasta frolla che hai lasciato riposare e stenderla con il mattarello, disporla nella teglia e tagliare i bordi. Incorporare la marmellata di limoni per uno spessore di 3-4 millimetri .
Realizzare la crema pasticcera e versare in un tegame del latte con un cucchiaio di fiori.
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Metterlo sul fuoco e raggiunta l’ebollizione, filtrare il tutto ed incorporarlo nella crema.
Riso con Fiordaliso • 320 g di riso Arborio • 3 carciofi con le spine •1/2 spicchio di aglio •10 g di foglie di prezzemolo •40 g di Grana Padano •2 limoni •1/5 bicchiere di vino bianco •olio extravergine d’oliva •sale e pepe •1 l e 1/2 di acqua • carota, sedano e cipolla •petali commestibili di fiordaliso
Una volta cotto, sale, cospargere il riso con il trito di prezzemolo rimanente, la buccia grattugiata di mezzo limone, i petali di fiordaliso, una generosa macinata di pepe nero.
Preparare il brodo vegetale. In una pentola versare l’acqua, pulire una carota, una cipolla e il sedano. Aggiungere le verdure all’acqua con un pizzico di sale grosso, far bollire il brodo. In alternativa un dado senza conservanti.
Tostare il riso e sfumarlo con vino. Aggiungere carciofi frullati, prezzemolo e aglio. Incorporare il tutto pian piano con un mestolo di brodo vegetale
Acqua e 1 limone per i carciofi. Pulirli, eliminando spine, gambo, barbetta e foglie più dure. Mettere la parte rimanente in acqua e limone.
Tritare prezzemolo e aglio. Tagliare la cipolla e sfumarla in padella e aggiungere gli spicchi di carciofo. Cuocere per 3/4 d’ora. Prendere la metà e frullarla e metterla da parte.
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Marmellata Rosa Canina •1 kg di bacche di rosa canina •1/3 di zucchero rispetto al peso delle bacche pulite
Versare in vasetti sterilizzati, che chiuderete e capovolgerete, per creare il sottovuoto e conservare quindi in un luogo fresco.
Lavare bene le bacche e togliere delicatamente i piccioli, aprirle a metà per levare i semi e la peluria interna.
Quando bolle cominciare a mescolare per addensare. Dopo 5 minuti spegnere la fiamma.
Mettere in uno scolapasta per sciacquarle e poi trasferirle in una bilancia per pesarle, in base al peso regolare la quantità di zucchero.
Con il frullatore a immersione ridurre in una purea e filtrare con un colino a maglie strette, per levare i filamenti. Se si preferisce si può aggiungere un po’ di pectina.
Mettere le bacche in una pentola di metallo e copritele a filo con dell’acqua. Cuocere 20 minuti o finché saranno morbide.
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In una grande pentola mettere lo zucchero (1/3 rispetto al peso delle bacche pulite) e la purea di bacche.
Biscotti Camomilla •150 gr di farina 00 •100 gr di farina integrale •125 gr di burro •1 uovo •5 gr di lievito per dolci •1 pizzico di sale •1 pizzico di cannella •50 ml di miele •100 gr di zucchero di canna •3 bustine di Camomilla •1 limone •4 cucchiai d’acqua bollente
Per aumentare il profumo e il sapore dei biscotti aggiungete qualche goccia di olio essenziale di camomilla.
Preparate l’infuso di camomilla. Svuotare 3 bustine con la camomilla setacciata in una tazza e versate sopra l’acqua bollente. Lasciare in infusione per 10 minuti. Aggiungere un cucchiaino di succo di limone.
Stendere l’impasto con matterello, aggiungendo se necessario un pò di farina per non appiccicare. Tagliare i biscotti con gli stampini preferiti e cospargete con la camomilla setacciata. Infornare in forno ventilato preriscaldato a 180°C per 15 minuti. Aggiungere il miele e mescolare. Tagliare il burro a cubetti e unitelo alle farine setacciate. Aggiungere lo zucchero, l’uovo e alla fine l’infuso di camomilla. Mescolare per unire bene tutti gli ingredienti.
Trasportare l’impasto sul piano di lavoro e lavorate a mano. Quando il burro non sarà più visibile, formate una palla, avvolgerla nella carta da forno prenderla e metterla in frigo per almeno 40 minuti.
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Violetta canditi • Violette con gambo • Uova • Zucchero a velo
Conservarle in sottovuoto oppure consumarle subito.
Sbattere gli albumi e intingere le violette tenendole dal gambo.
Lasciare freddare le Violette in una carta da forno oppure usare il forno a basse temperature.
Intingere il fiore completamente e cercare di farlo rimanere aperto aiutandosi con una forchetta.
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Nello stesso procedimento intingerlo nello zucchero.
Sciroppo Violetta • Violette con gambo • Uova • Zucchero a velo
Conservarle in sottovuoto oppure consumarle subito.
Sbattere gli albumi e intingere le violette tenendole dal gambo.
Lasciare freddare le Violette in una carta da forno oppure usare il forno a basse temperature.
Intingere il fiore completamente e cercare di farlo rimenere aperto aiutandosi con una forchetta.
Nello stesso procedimento intigerlo nello zucchero.
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Liquore Genziana Dal sapore particolarmente amaro il liquore di genziana è un ottimo digestivo aromatico
Infine aggiungere 500 ml di alcol nel restante vino che è stato precedentemente filtrato. Quando il siero di vino e zucchero sarà freddo potremo raggiungerlo al vino filtrato mescolandolo e imbottigliandolo.
•300 gr radice secca di Genziana •5 l vino (bianco o rosso) •700 gr zucchero semolato •500 ml alcol alimentare
Passati 30 giorni di infusione della radice nel vino, ci sarà la preparazione del siero prelevare 500 g di vino, successivamente filtrato, al quale saranno aggiunti 700 g di zucchero mettendolo in un bollitore per circa 4/5 minuti (non arrivare ad ebollizione). Mettere in infusione la radice secca nel vino per circa 40 giorni possibilmente al buio. Ogni giorno rimescolare il vino.
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Bevanda Guaranà Integratore per trattare i sintomi di fatica e utilizzata nello sport per ottenere un effetto ritemprante ed energizzante.
In caso di nausea, dolore addominale, ansia, diarrea: terminare subito di assumerla e consultate il proprio medico.
•1 cucchiaino di polvere Guaranà •1 cucchiaino di lievito di birra •1 altro cucchiaio da caffè di germe di grano •3 cucchiaino di miele •1 cucchiaino di acqua naturale
È importante però conoscere le controindicazioni e gli effetti indesiderati, la cui probabilità di comparsa aumenta con all’aumentare delle dosi assunte.
Riponete tutti gli ingredienti in un mixer e frullate tutto. Una volta ottenuta può essere assunta tutti i giorni adigiuno.
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Le tisane sono un grande aiuto per l’organismo, che può beneficiare delle proprietà rilasciate dalle piante nell’acqua. Un modo semplice per godere dei benefici delle piante. Le tisane vengono preparate utilizzando sia la parte legnosa sia la parte tenera della pianta, quindi sia le foglie, fiori e sia corteccia e radici.
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Tisana Rosa Canina
Si utilizzano sia le bacche che i germogli essiccati per preparare una deliziosa tisana dall’aroma e dal sapore agrumato. È un ottimo rimedio naturale contro influenza, raffreddore e tosse.
Filtrare e bere dolcificato con zucchero o miele. Mettere in infusione in acqua bollente.
È un ottimo rimedio naturale contro influenza, raffreddore e tosse. Un cucchiaio raso di bacche essiccate, si possono trovare in Erboristeria.
Spegnere il fuoco subito dopo e lasciare in infusione per 10 minuti.
L’acqua non deve aver ancora raggiunto il punto di ebollizione.
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Tisana Camomilla
Un paio di cucchiai di fiori o capolini essiccati, che si possono coltivare anche a casa propria.
Uso: sorseggiare ben calda appena dopo cena, per coadiuvare la digestione, o prima di coricarsi.
Prendere un paio di tazze abbondanti di acqua. Preparazione: portare a bollore il pentolino di acqua.
Si può dolcificare con miele o addizionare di limone, semi di finocchio o cumino, tiglio o rosa canina.
Spegnere e lasciare in infusione cinque/sette minuti prima di filtrare.
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Tisana Malva L’infuso si prepara sistemando una manciata di fiori e foglie freschi o essiccati in acqua fredda.
Può essere utilizzato anche per gargarismi, risciacqui del cavo orale e lavande vaginali esterne per alleviare le irritazioni delle mucose.
Lasciando poi macerate per una notte per estrarre le mucillagini presenti nelle foglie.
La si può bere più volte nel corso della giornata in caso di tosse, mal di gola, stipsi e irritazioni a carico dell’apparato gastrointestinale.
Far bollire l’acqua, lasciando poi in infusione un cucchiaino circa di malva per ogni tazza preparata per cinque minuti e poi filtrare.
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Tisana Sambuco Procurarsi i fiori di Sambuco essiccati o già comprati in Erboristeria.
Far bollire l’acqua in un pentolino e versare due cucchiaini di fiori secchi di sambuco.
Filtrare bene il tutto e si consiglia di berla molto calda sopratutto di sera.
Una volta pronto, lasciare riposare l’infuso per circa 5 minuti.
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Tisana Girasole La tisana di Girasole è un rimedio naturale per la febbre.
Procurarsi i petali di Girasole essiccati o già comprati in Erboristeria.
Filtrare bene il tutto e addolcirlo con il miele, si consiglia di bere l’infuso 2 o 3 tazza al giorno.
Far bollire l’acqua in un pentolino e versare due cucchiaini di petali essiccati. Una volta pronto, lasciare riposare l’infuso per circa 10 minuti.
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Tisana Crisantemo La tisana al Crisantemo è un ottimo aiuto come digestivo e come disintossicante del fegato. Abbassa la febbre in caso di influenza, di insolazioni e colpi di calore.
Prendere 50 gr di fiori di Crisantemo essiccati. Fate bollire l’acqua in un pentolino e versare i fiori e lasciare riposare per 5-8 minuti.
Lo stesso infuso può esser utilizzato ad uso esterno per lenire la pelle.
Una volta passata i minuti filtrare l’acqua e servire nelle tazze. Lo stesso infuso può esser utilizzato ad uso esterno per lenire la pelle.
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Tisana radici di Genziana La tisana di Genziana è un rimedio naturale per la digestione.
Azione digestiva e stimola l’appetito, è utile contro i parassiti intestinali, contro l’affaticamento. Può essere ideale come tonico per pelli grasse e favorisce la cicatrizzazione delle ferite.
Una volta arriva l’ebollizione, l’infusione è di 2 o 5 grammi per 250 ml d’acqua.
Procurarsi delle radici di Genziana, comprate eventualmente in Erboristeria. Mettere a bollire l’acqua su un pentolino.
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Tisana di Violetta La tisana si può prepara sia con fiori freschi e firoi essiccati. In questa preparazione verranno utilizzati i fiori freschi.
Prendere 2 o 3 cucchiaini di petali freschi di violette, lavare i petali accuratamente sotto acqua corrente.
Una volta pronta la tisana, addolcire come si preferisce.
Far a bollire l’acqua, una volta arrivata a ebollizione mettere i petali e lasciare in infusione per almeno 10 minuti o più.
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Realizzare prodotti naturali è un modo per rispettare la natura e avrà un impatto minore ambientale. Per sostenere l’ambiente bisognerebbe evitare oli minerali, siliconi e conservanti sintetici. La natura ci mette a disposizione tutti i suoi benefici, con un prodotto naturale i tessuti della pelle saranno più nutriti, potranno respirare e con il risultato di una pelle più sana.
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Collirio al Fiordaliso
Impacco per congiuntivite e irritazioni agli occhi.
Ripetere la procedura sin quando la problematica non sarà debellata.
Versare 10 gr di fiori in 250 ml d’acqua distillata e lasciare che la temperatura raggiunga l’ebollizione.
Aspettare che l’acqua si raffreddi e imbevere delle garze sterili nell’infuso ponendole delicatamente sulle palpebre chiuse per circa 10 minuti.
Attendere circa 15 minuti e filtrare il tutto con un colino.
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Acqua di Fiordaliso
L’acqua di Fiordaliso è un idrolato che possiede un’azione rinfrescante, lenitiva, emolliente e decongestionante. Consigliata per chi ha una pelle mista e grassa
Infine versare un po’ di acqua di fiordaliso su un dischetto di cotone e tenere in posa sulle palpebre chiuse per circa 10/15 minuti mentre sul viso procedere picchiettando delicatamente.
Mettere in una pentola 500 g di fiori freschi e versarci sopra 1 litro di acqua distillata.
Filtrare, trasferire il composto in una bottiglia col vetro scuro e conservare al fresco.
Raggiungere l’ebolizione e lasciar riposare il tutto per 15 minuti.
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Pomata Calendula
Tritare i fiori e trasferirli in un contenitore ermetico insieme all’alcol. Fate riposare la tintura per 21 giorni scuotendo di frequente. Filtrare, quindi, e conservare in bottiglie scure in un luogo fresco, al riparo dalla luce.
Raggiunta una consistenza soffice e omogenea il composto è pronto per essere trasferito in un canovaccio di cotone. Avvolgerlo, lasciarlo raffreddare a temperatura ambiente e poi strizzare energicamente.
•30 gr di petali di calendula freschi, preferibilmente appena colti •100 gr di lanolina (cera di lana, si trova in farmacia) •1 tazza d’acqua
Dopo di che aggiungere la lanolina continuando a mescolare bene.
Procedere versando in una pentola l’acqua e i petali e lasciare cuocere a fuoco dolce. Mescolare spesso finché l’acqua non sarà quasi del tutto evaporata.
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Olio Calendula
L’olio di Calendula cura, lenisce e protegge la pelle in profondità.
Trascorso questo periodo, filtrate il tutto con un filtro per caffè e travasate in un contenitore di vetro scuro in modo che il vostro olio naturale alla Calendula si conservi a lungo e meglio, trattenendo al suo interno tutte le proprietà benefiche e il profumo che lo contraddistingue.
Ingredienti: •2 manciate di Calendula Fresca •olio d’oliva •qualche filtro per caffè
Versare sopra l’olio d’oliva fino a coprirli completamente, chiudere il barattolo e fare riposare la miscela per 2-3 settimane. Riporre i petali in un barattolo di vetro con coperchio a vite e lasciare seccare poco, per un paio di ore.
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Oleolito Iperico
•Fiori di Iperico •Olio di oliva o di semi •Cera d’api
Infine versare un po’ di acqua di fiordaliso su un dischetto di cotone e tenere in posa sulle palpebre chiuse per circa 10/15 minuti mentre sul viso procedere picchiettando delicatamente.
Mettere le cime del fiore ben pulite e asciutte in un vasetto di vetro.
Tenere a stagionare per un mese circa, l’ultima settimana esporre al sole.
Coprire fino all’orlo con olio di semi o olio di oliva.
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Unguento Iperico
•88 gr oleolito di Iperico (in olio di oliva o di semi) •12 gr cera d’api •30 gocce o.e. timo
È un ottimo coadiuvante contro le scottature, stati di arrossamento, contusioni, herpes e pruriti. Ha azione levigante e calmante sugli stati di pelle screpolata e secca delle mani e del corpo.
Pesare la cera direttamente in un contenitore di pyrex o di acciaio e farla fondere a bagnomaria.
Far raffreddare un pochino e aggiungere l’olio essenziale e versare il tutto in un vasetto pulito e sterilizzato.
Aggiungere l’oleolito e mescolare fino a che tutto non sia uniformemente sciolto.
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Bagnoschiuma Sambuco
•5 gocce olio essenziale di limone •1 cucchiaio di latte intero •2 cucchiai di glicerina •80 ml di tisana fatta con 50 gr di fiori secchi di Sambuco •80 g di avena colloidale in polvere
I fiori di Sambuco contengono proprietà idratanti, fotoprotettive e antifiammatorie.
Mettere i fiori secchi di Sambuco in infusione per 15 minuti in 80 ml d’acqua calda, filtrare il tutto e usare il liquido per sciogliere l’avena colloidale.
Il composto può essere utilizzato su una spugna per la doccia o può essere versato in una vasca con una dose di 3 cucchiai
Aggiungere la glicerina, il latte e l’olio essenziale di limone. Conservare il tutto in un contenitore di vetro in frigo 2-3 giorni.
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Tonico Camomilla
•10 gr di fiori secchi di Camomilla oppure 3 filtri •150 ml d’acqua distillata
Questo tonico è utile per chi ha la pelle sensibile, ha delle proprietà addolcenti, attenua i rossori ed è levigante.
Mettere a bollire l’acqua distillata in un pentolino. Raggiunta l’ebollizione, aggiungere i fiori secchi di Camomilla oppure i tre filtri. Lasciare riposare i fiori o i filtri per 15 minuti
Se si desidera aggiungere goccia di aceto di mele o limone (2-3 gocce per chi ha la pelle sensibile e un cucchiaino per chi ha la pelle mista) sono acidificanti utili per conservare il tonico.
Lasciare freddare e filtrare, può essere conservato in frigo per 3-5 giorni possibilmente in un contenitore di vetro con chiusura ermetica.
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Siamo arrivati alla fine del libro, ma non si finirà mai di parlare della natura e dei suoi meravigliosi miracoli. In questo libro si è condivisa solo una piccola parte di ciò che essa possa fare. I rimedi, le ricette sono semplicemente un modo per aiutare noi stessi nel nostro quotidiano. Impariamo dalla natura e cerchiamo ogni giorno di amarla sempre di più e di rispettarla, perché in fondo facciamo tutti parte di questo mondo.
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Bibliografia e Sitografia
Segreti e virtù delle piante, selezione dal Reader’s Digest Le piante medicinali - come conoscerle e usarle, Mariagrazie Piana Gli oli essenziali - come conoscerli e usarli, Mariagrazie Piana Curarsi con i fiori - come conoscerli e usarli, Mariagrazie Piana
www.lifegate.it
www.cristalfarma.it
www.ortodacoltivare.it
www.cibo360.it
www.wikibotanica.astrogeo.va.it
www.blog.strabuono.it
www.pearlagecosmetic.com
www.elicriso.it
www.blog.lasaponaria.it
www.cure-naturali.it
www.karunatara.com
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www.tuttogreen.it
www.bellezzaebenessere.eu
www. erbeofficinali.org
www.casaegiardino.it
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Margherita
Questo libro è dedicato alla flora, illustra come le sue potenzialità siano importanti per noi e si possano sfruttare nel nostro quotidiano. In questo volume sono state selezionate alcune piante, dove si parlerà della loro descrizione, la loro storia e le loro proprietà. Verranno illustrate delle ricette e dei rimedi naturali per ritrovare una vita sostenibile e avvicinarsi sempre di più alla natura in modo divertente.