Portfolio 14 • 20
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Francesca de Melo Rebelo Osorio 21 Dicembre 1992 Milano, ITA
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formAzIONe
EsPERIENzE professionali
Novembre, 2020
Agosto Febbraio
2021
Giugno Gennaio
2021
Dicembre Febbraio
2020/2021
Settembre Febbraio
2018/2020
Marzo Settembre
2017
Aprile Giugno
2016
ESAME DI STATO - architetTO a Università di Genova Novembre, 2020
MASTER IN MUSEOGRAFIA E ARCHITETTURA PER L’ARCHEOLOGIA, 28 Accademia Adrianea Onlus Giugno, 2020
LAUREA MAGISTRALE: ARCHITECTURE E DISEGNO URBANO, 107 Politecnico di Milano Settembre, 2018
PREMIO PIRANESI PRIX DE ROME Accademia Adrianea Onlus Febbraio, 2017
LAUREA TRIENNALE: SCIENZE DELL’ARCHITETTURA, 103 Politecnico di Milano Aprile, 2012
CORSO DI NUOVE TECNOLOGIE DELL’ARTE Accademica delle Belle Arti di Brera
2011
DIPLOMA DI LICEO ARTISTICO Liceo Artistico Orsoline - Milano
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CENED+2.0 Q-GIS Sketchup Lumion Corona Maquette Hand drawing
FONTANA_ARCHITETTI - Milano Collaboratrice
SCUOLA SECONDARIA E. MONTALE - Bollate Supplente di Tecnologia
M&C ARCHITETTI ASSOCIATI - Milano Collaboratrice
AOR ASSOCIATI - Milano Hostess per uno studio di avvocati
FSB ARCHITETTURA - Milano Assistente alla progettazione, Interior Design
ADM ARCHITETTURA - Milano Tirocinante, Interior Design
iNTERESsi PERSONALI Arte
Bricolage Cucina
Vela
Sport
indice
LAVORI ACCADEMICI
premi e lavori personali
01 02 03 04
vuoti urbani e innesti architettonici
05 06
piranesi prix de rome
_Milano Tesi Magistrale, 2020
memento camas _Camerino Magistrale, 2019
albergo diurno venezia FAI_Milano Magistrale, 2018
casa tufo
_Ischia Triennale, 2014
_Tivoli Premio XIX Centenario A Divi Hadriani Villa Condita, 2018
polimi sailing team _Foiling Week 2020 Logo design & branding
01 vuoti urbani e innesti architettonici
La tesi tratta delle aree residuali che si creano con la dismissione delle attività produttive nei tessuti marginali. La ricerca si pone l’obiettivo di delineare una strategia di rigenerazione urbana sulla quale viene proposto un approfondimento alla scala architettonica. La porzione di tessuto edificato oggetto di intervento si colloca a Sud-Est di Milano, per la quale il comune ha individuato diverse aree di trasformazione destinate a: grandi funzioni urbane per il quartiere di Porto di Mare; la riconversione dello scalo ferroviario di Rogoredo e l’ampliamento del quartiere Santa Giulia per le Olimpiadi Invernali del 2026. Assumendo come punto di partenza questo quadro in costante evoluzione, ci si è concentrati su un’area non risolta del tessuto urbano, posizionata a margine di una zona residenziale consolidata e con una buona accessibilità. L’area individuata si colloca tra piazzale Corvetto e l’ex scalo ferroviario di Rogoredo. Una zona ex-industriale sottoutilizzata, con manufatti dismessi e spazi residui dati dalla demolizione di edifici obsoleti. Il lavoro di tesi è organizzato in tre parti. La prima, che consiste nella lettura del contesto, propone una mappatura ed interpretazione critica delle realtà frammentate che caratterizzano l’area. In questa fase istruttoria, le indicazioni contenute nel PGT 2030 sono considerate come linee guida alla modificazione futura.
01_LAVORI ACCADEMICI
La seconda parte definisce la strategia di rigenerazione urbana tramite la riconnessione dei tracciati interrotti e la conversione degli vuoti residuali in un sistema di spazi verdi, in ottica di costituire una continuità ecologica tra il Parco Agricolo Sud e i parchi interni alla città. La strategia, espressa attraverso l’uso di schemi e diagrammi, è basata su principi di modificazione dello spazio quali: permeabilità degli isolati, compattezza del costruito, definizione di spazi vegetali, e l’uso sapiente del suolo.
La terza parte, quella progettuale, si articola in azioni di densificazione e rarefazione del tessuto urbano. I frammenti compatibili a una morfologia compatta vengono risaldati tra di loro tramite innesti architettonici. Questi interventi mirano a rafforzare le funzioni culturali e sportive, conservano la vocazione produttiva e instaurano una stretta relazione con lo spazio aperto. Al contrario, i frammenti isolati sono ceduti al vuoto mediante demolizione selettiva. Il vuoto diviene così generatore di possibilità. L’esito della tesi propone una metodologia di progetto per rigenerare tessuti urbani attraverso il riciclo di spazi residuali. Questi frammenti sono ricondotti a un’identità morfologica riconoscibile, preferendo una sovrascrittura architettonica in alternativa alla tabula rasa.
01_LAVORI ACCADEMICI
02 memento camas
Tutta la città di Camerino si erge su una collina fortificata, scandagliata da alte mura e terrazzamenti. Ed è proprio a questo particolare che deve in suo nome, Camas significava roccia. Per questo si è deciso che l’intervento rispetterà e seguirà i muri delle fortificazioni; andando così ad abitare il muro. L’intervento prevede l’intera sostituzione dell’ edificio preesistente degli anni ‘60 che ospitava l’istituto Costanza da Varano e la demolizione parziale del corpo a “L” della Ugo Betti, (entrambe danneggiate dagli sciami sismici del 2016) rimarrà intatto l’edificio d’ingresso in mattoni. La struttura portante in calcestruzzo di questo elemento risulta quasi intatta ad eccezione di alcuni punti ed incastri, che verranno tagliati chirurgicamente per permettere l’innesto del nuovo edificio della biblioteca. Essa ha una valenza sia pubblica che privata per Camerino. Privato è l’archivio storico, che conserva i volumi storici e le carte geografiche del borgo; attrattivo per studiosi e specialisti di nicchia.
02_LAVORI ACCADEMICI
Pubblica invece è la biblioteca universitaria aperta agli studenti, ai ricercatori delle varie discipline o anche ai cittadini. Difatti il progetto può essere considerato diviso in due parti simili e speculari, ma giunte da un legame fisico. L’elemento che recide in due il lotto è una lunga scalinata in pietra (con un dislivello di 16m), che collega due strade a senso unico e di piccole dimensioni, sulle quali si affacciano gli accessi principali del fabbricato. L’edificio può essere così attraversato da tutti i suoi fruitori, su più fronti. I vari edifici fronte strada si collegano fra di loro tramite bracci e si avvolgono su loro stessi, nascondendo al loro interno delle corti verdi, su cui si aprono le aule studio e le varie sezioni della biblioteca. L’edifico più imponente è quello Sud, si divide su cinque livelli, collegati tutti da una lunga passerella, su cui si affacciano tutte le aule studio, ma anche da elemento di congiunzione tra la corte Est e quella Ovest. La sagoma della passerella viene anche estradossata dal volume, come cornice che incorona il prospetto Sud e ospita al suo interno gli ascensori e un taglio di luce dato dal lucernario.
Le aperture nei prospetti sono ragionate e garantiscono l’entrata di luce adeguata per lo studio e la consultazione dei volumi. Hanno un’apertura maggiore su strada, per invogliare l’ingresso e accogliere gli studenti. Mentre man mano che si sale, le aperture si restringono, sino a diventare tagli e feritoie.
02_LAVORI ACCADEMICI
03 albergo diurno venezia
In piazzale Oberdan, nei pressi di Porta Venezia, vi sono nel sottosuolo i Bagni Diurni Venezia. Questi sono oggi sotto la tutela del FAI, con la quale si è avuto modo di collaborare per il restauro del manufatto e la progettazione al suo interno di uno spazio museale. Successivamente ad una mappatura di tutti i degradi presenti e uno studio dell’artefatto stesso, si è deciso di percorrere una via traversa per l’allestimento museale al suo interno. Il Diurno di porta Venezia È infatti diventato un museo di se stesso. Utilizzando le più avanzate tecnologie Si è optato per raccontare come il diurno sia stato un nodo centrale degli anni 20. Riconosciuto come un punto di riferimento per la sua epoca. Successivamente all’inaugurazione di Portaluppi (architetto del manufatto) i Bagni hanno avuto un impatto molto forte anche grazie ai suoi spazi eleganti e raffinati utilizzati sia nel cinema (di cui sono trovati molti spezzoni) sia nella fotografia (come scenografia di sfondo), sia nell’uso quotidiano della vita di chi passava per Milano. Successivamente a questo è stato quindi deciso un Programma Funzionale che potesse attirare persone di tutte le età; dai bambini, attraverso i vari giochi e percorsi pensate al suo interno, ai giovani attraverso le esperienze e le interazioni con le nuove tecnologie ed infine ai più anziani grazie agli spazi riabilitati dei primi anni del Novecento.
03_LAVORI ACCADEMICI
03_LAVORI ACCADEMICI
PROGRAMMA FUNZIONALE Museo FAI
Schermi con riproduzioni storiche: “Storia Diurni in Italia, Il Diurno Venezia, Portaluppi, Il riuso del Diurno”.
Cassa / Guardaroba
BookShop
Realtà Virtuale Pannelli storia Diurno QRcode
Deposito
Ologrammi Sala lettura
Realtà Virtuale
Proiezioni Spezioni cinematografici
Fotografie storiche Deposito
Proiezioni
Ologrammi Realtà Virtuale Proiezioni
Bagni
Legenda :
Punti d’accesso Flussi museo FAI
PROGRAMMA: Mercoledì - Domenica: Museo di Sè Stesso
03_LAVORI ACCADEMICI
- Storia del Diurno - Interazioni digitali con l’ambiente - Percorso Bambini (ricerca degli elementi ripetuti di Portaluppi)
Sistemi interattivi
PROIEZIONI
SISTEMI INTERATTIVI
REALTA’ VIRTUALE
OLOGRAMMI
04 casa tufo
Si richiedeva la realizzazione di un’unità abitativa monofamiliare, con annesso un piccolo museo del vino, nella tenuta Piromallo sull’isola di Ischia. L’edificio progettato non soltanto doveva inserirsi nel contesto e le condizioni climatiche del luogo, ma anche integrare casa Spigno; un rudere in tufo preesistente. Per tanto si è deciso d’innestare un volume bianco, lineare e di posizionarlo in corrispondenza un muro di contenimento in tufo alto 4mt. Esattamente accanto alla pre-esistenza, creando così un limite di demarcazione e nello spazio frapposto ai due manufatti, una piccola piazza. L’edificio lineare, pur essendo un volume unico incastonato nel terreno; si articola su due livelli: quello più alto e riservato ha destinazione residenziale. Il livello inferiore invece, di destinazione pubblica ospita le sale del piccolo museo del vino, il quale poi si affaccia sulla piazza e ne riprende la pavimentazione. Da questa piazza partono due rampe di scale in tufo, che collegano i differenti livelli. Casa Spigno è una costruzione campestre in tufo verde molto semplice, usata in tempi antichi come abitazione, ricovero per animali, con cisterna ipogea. Si erge su due livelli ed entrambi dialogano col nuovo edificio lineare. A livello della piazza, a conclusione della visita al museo, (in quella che una volta era una stalla) si è allestita una zona di degustazione di vini, al livello superiore invece è stata prevista una zona ristoro con servizi igienici annessi.
04_LAVORI ACCADEMICI
I due edifici sorgono uno accanto all’altro e al loro interno hanno destinazioni differenti, si è deciso quindi di limitare le aperture finestrate dell’abitazione, verso casa Spigno per dare più privacy, ma di aprirle sull’altro fronte. Allo stesso modo il fronte del museo verso casa Spigno è completamente finestrato, per creare un dialogo tra i due volumi e continuità nello spazio espositivo.
04_LAVORI ACCADEMICI
05 piranesi prix de rome
La composizione ipotattica e policentrica di Villa Adriana, ha costituito la base teorica dell’approccio alla progettazione all’interno della Buffer Zone. Inseriti in questo contesto si sono individuati nuovi centri che regolano la composizione dell’intervento. Mettendo a sistema questi centri con l’orografia del terreno si è evidenziata una fascia, che si declina in una serie di crinali che costituisce l’intervento. Questo segno si definisce con una serie d’incisioni generando un dinamismo di percorsi, che restringendosi o ampliandosi suggeriscono il flusso o la stasi, seguendo un principio riconoscibile nella stessa Villa Adriana. Questo spazio delimita e definisce ambiti di vegetazione autoctona; trattati con piantumazioni ed essenze, che nelle varie stagioni caratterizzeranno il paesaggio circostante. All’interno della Villa si colloca il secondo intervento. Più precisamente nella zona archeologica adiacente al Canopo e delimitata da Pretorio e il lungo muro caratterizzato da contrafforti.
Gli assi individuati dai contrafforti e dalla normale passante per il centro per Pretorio, hanno dettato una maglia su cui è stato estruso il basamento costituito da una sistema di setti in corten. La cui geometria è più rigida verso il canopo e va via via decostruendosi verso la zona più naturalistica degli uliveti; suggerendo un ponte formale con la Buffer Zone. Il ruolo di questi setti è quello di regolare la sequenza del percorso termale e di costituire il plateau su cui si impostano i padiglioni espositivi. La regolarità di questi volumi è arricchita dal passaggio del sistema distributivo sopraelevato, collegato alle rampe d’accesso fruibili anche ai disabili e interrotta dal trattamento particolare del volume aggettante, che costituisce un mirador verso l’area archeologica circostante.
05_premi & LAVORI personAli
05_premi & LAVORI personAli
05_premi & LAVORI personAli
Il sistema di setti in corten che definisce la zona termale, concepiti come themenos, che delimitano un’ambiente dall’altro. I blocchi degli spazi espositivi entrano in relazione con il piano sottostante generando attraverso le doppie altezze. Generando spazi complessi, in cui la zona termale e museografica sono in continua compenetrazione.
05_premi & LAVORI personAli
06 polimi sailing team
La squadra agosistica di vela del Politecnico di Milano necessitava di un nuovo logo che rappresentasse la squadra durante le competizioni e che fosse opportunamente applicato su divise, borse ed eventuale merchandise. L’idea sviluppata vuole rappresentare non solo la disciplina sportiva, ma anche la ricerca e lo studio dei materiali che vi è dietro. Le vele rigonfie indicano il desiderio del team di spingersi sempre oltre i propri limiti, mentre la divisione in 5 spicchi dello spinnaker simboleggia i cinque ambiti in cui è diviso il team (Structural Design, Performance, Materials Technologies, Logistic & Comunication, Skippers) che lavorano sinergicamente per ogni competizione.
06_premi & LAVORI personAli
06_premi & LAVORI personAli
Francesca de Melo Rebelo Osorio
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