Il Giorno - Così "Tata Francesca" libera i talenti

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LE NOSTRE FAMIGLIE

L’ALLEATA

GUIDA IN TV, DA SOS TATA ALLA PROVA DEL CUOCO È SEGUITISSIMA SUI SOCIAL

AUTRICE DI LIBRI E FORMATRICE AIUTA GLI ADULTI A RISCOPRIRE IL MONDO DEI PICCOLI

Mamma, maestra e consigliera: educazione emotiva diventi materia a scuola mentale come sostenere i sogni dei figli».

di SIMONA BALLATORE – MILANO –

Non ci sono talenti da maschio e da femmina.

«TATA Francesca, aiutaci tu: mio figlio mica mi ascolta. Come faccio?», la domanda ricorrente. Così, dopo aver conquistato con le sue “dritte” gli spettatori di S.O.S. Tata, Francesca Valla, mamma, maestra in una scuola elementare e consigliera, risponde con “Libera i talenti del tuo bambino” (Sperling & Kupfer), e dispensa pillole di saggezza anche a Milano, arruolata per “Stem in the city” ad abbattere anche i tabù di genere.

«Il talento non è palcoscenico: è nella quotidianità. Ci sono bambini che sanno abbracciare in modo incredibile: un talento meraviglioso. Quante volte anche inconsciamente c’è chi dice: “Smettila di piangere come una femminuccia...”? Alziamo muri, ma i bambini devono poter manifestare emozioni. Rompere i pregiudizi è fondamentale. Non ci sono giochi da maschi e da femmine. Il gioco è gioco: è la cosa più seria che possa fare il bambino».

Tata Francesca, aiutaci tu: come si “liberano” i talenti dei fanciulli?

Sos Tata: com’è arrivata la chiamata? «Mi hanno scelto mentre lavoravo con i bim-

«Il concetto di talento è nevralgico: sono quasi

bi. Sono sempre stata in mezzo a loro. È stata

ASCOLTARE I BIMBI SENZA FILTRI

Da 30 anni lavoro con i bambini sono stati loro a insegnarmi che dentro nascondono tesori Gli adulti fanno la differenza aiutandoli a valorizzarli

un’esperienza inaspettata, di grande crescita. Da insegnante non immaginavo potessi fare una cosa così forte. Non si smette mai di imparare, bisogna continuare a formarsi, aggiornarsi». Quante famiglie ha intercettato?

«Tantissime. Anche sui social c’è una community attenta. I genitori si mettono in discussione e porsi domande significa approfondire».

Cosa possiamo fare, quindi?

«Parte tutto dall’ascolto attivo, anche per rinforzare il legame con i propri figli. Togliere il giudizio, ascoltare senza filtri: è un allenamento che dobbiamo fare. Essere onesti nel bene e nel male, ammettere anche di fare degli errori. E l’empatia è fondamentale: dobbiamo prenderci cura delle emozioni dei bambini. Gli stimoli? Spesso li immaginiamo come attività serrate, riempiendo le loro agende, ma a lungo andare questo spazio pieno non permette di conoscere e rielaborare ciò che abbiamo fatto. Mettere un po’ di spazio al silenzio è fonda-

L’ESPERIENZA SUL PICCOLO SCHERMO

Mi hanno scelto mentre lavoravo per i bambini, sono sempre stata in mezzo a loro: è stata un’esperienza inaspettata, di grande crescita Ora ho una community attenta sul web

30 anni che lavoro con i bambini e sono stati loro a insegnarmi che dentro di loro si nascondono tesori, risorse. Dipende da come stiamo loro accanto. Di per sé il bambino è dotato di talento, e lo scoprirà man mano, ma non sempre l’adulto è in grado di aiutare il proprio figlio affinché riconosca e valorizzi i propri talenti. La differenza la fa anche l’adulto».

Progetti in cantiere?

«Sto accompagnando il libro, mi sto godendo questo progetto: ho appena saputo che hanno comprato i diritti anche in Spagna. Il progetto più bello è prendersi cura dell’infanzia che abbiamo spesso bistrattato. L’educazione emotiva dovrebbe diventare materia scolastica: su questo bisogna investire».

IMPEGNO Francesca Valla

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IL PERSONAGGIO

«Così Tata Francesca libera i talenti»

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CRONACHE

GIOVEDÌ 4 APRILE 2019

CINQUE STIMOLI

1

Rispettare l’unicità del bambino

Parola d’ordine: ascolto attivo. Guardando negli occhi, senza interrompere

Educare alla creatività

2

Lasciare liberi di sperimentare, rispettare i tempi e dare più strumenti

3

Dare un po’ di spazio al silenzio

Il linguaggio non verbale esprime tanto. Analizzare quello che comunica il corpo

Noia come occasione per ascoltarsi

4

Non riempire le agende dei piccoli: lo spazio pieno non permette di rielaborare

5

Ridare valore al gioco

Il gioco è una cosa seria Non ci sono giochi da maschi o da femmine

IL DEBUTTO DUE NUOVI INSEGNAMENTI IN BICOCCA FINANZIATI DALLA REGIONE

La lotta alla violenza si studia in università – MILANO –

ESPERTA Marina Calloni, docente di filosofia politica e sociale dell’università Milano Bicocca formerà gli operatori contro la violenza di genere

DUE INSEGNAMENTI universitari per contrastare la violenza di genere: uno dedicato ai giuristi, l’altra agli operatori sociali. Promotrice l’università Milano Bicocca che ha progettato il percorso formativo dedicato all’antiviolenza col sostegno finanziario di Regione Lombardia, attraverso l’assessorato alle Politiche per la famiglia, Genitorialità e Pari opportunità . Due gli insegnamenti “a libera scelta”, che gli studenti potranno inserire nel proprio piano di studi già a partire dal secondo semestre dell’anno accademico in corso. Il primo si chiama “Donne e violenza: prevenzione e repressione” e può essere seguito dagli studenti degli ultimi due anni del Corso di laurea a ciclo unico in Giurisprudenza e del terzo anno del corso triennale in Scienze

giuridiche. L’insegnamento, coordinato da Claudia Pecorella, docente di diritto penale, prevede 42 ore di formazione per 6 crediti formativi e due incontri seminariali, aperti a tutti gli studenti. «Mi auguro che i nostri studenti e le nostre studentesse – sottolinea Claudia Pecorella - sap-

OBIETTIVO PREVENZIONE Il primo è dedicato ai giuristi il secondo agli operatori sociali al fianco delle donne piano cogliere e apprezzare l’opportunità che diamo loro di acquisire una formazione che potrà rivelarsi utile nella loro futura attività professionale e non solo. Abbiamo bisogno di giovani sensibili e capaci nella battaglia quotidiana contro

la violenza sulle donne». Il secondo, dal titolo “Formare le operatrici/gli operatori sociali per il contrasto alla violenza di genere”, vede alla regia invece il dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale e farà parte dell’offerta formativa del corso di laurea in Servizio sociale, così come dei corsi di laurea di Scienze umane per la formazione, Psicologia, Medicina e Chirurgia: 60 le ore tra lezioni frontali, esercitazioni e conferenze nazionali e internazionali, per 6 crediti formativi totali. Il corso è coordinato da Marina Calloni, docente di filosofia politica e sociale. «L’Università deve giocare un ruolo fondamentale nella prevenzione e nel contrasto alla violenza sessuale e domestica – ribadisce -. È fondamentale una previa formazione, tanto specialistica quanto interdisciplinare». Si.Ba.

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