francesco zambon portfolio
Francesco Zambon | architetto
Indice portfolio
Contatti
formazione\progetti
• I’le illuminé (Venezia): Workshop di progettazione (Scienze dell’Architettura) - Arch. Christine Dalnoky (pag. 4)
francescozambon86@gmail.com
• Parco archeologico urbano (Aquileia): Laboratorio di progettazione architettonica 2 (Architettura per il Paesaggio) - Prof.ssa M. Vanore (pag. 10)
+39 329 9342034 +39 0429 57182 [PD] P.zza XXV Aprile 20\a - Baone [PD] - ITALY]
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• Stazione di servizi (Duino): Laboratorio di progettazione architettonica 3 (Architettura per il Paesaggio) - Prof.ssa S. Maffioletti (pag. 16) • Architetura
per la liturgia: una nuova chiesa per la parrocchia di S.M. delle Rose (Rovigo):
Tesi di Laurea Magistrale (Architettura per il Paesaggio) - Prof. S. Pittini, prof. R. Tagliaferri (pag. 24)
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I’le illuminé • Workshop di progettazione • Docente: Arch. Christine Dalnoky • 2007 • Venezia, isola del tronchetto, Italia ............................................................................................. L’isola del Tronchetto si presenta come una sorta di “porta” per chi arriva a Venezia percorrendo il ponte della Libertà via treno o tramite auto. Questo prolungamento della città rappresenta il suo parcheggio più grande e visivamente dialoga con difficoltà con il resto dello skyline così particolare e suggestivo che si scorge all’orizzonte. Risponde dunque ad una grande necessità ma al contempo non crea un impatto visivo adeguato al paesaggio in cui è inserita. Il progetto prevede di ripensare lo skyline dell’isola del Tronchetto, ponendo particolare attenzione al suo rapporto con la notte, concentrando dunque la maggior parte della progettazione sullo studio della luce e dei giochi luminosi a cui essa può dar vita una volta messa a stretto contatto con l’acqua, materia prima della città, in uno scambio continuo di riflessi. L’intento è quello di dar vita ad un profiloche si adatti in maniera equilibrata con il paesaggio circostante ma che offra al contempo, a chiunque si voglia recare a Venezia, una prima impressione suggestiva e affascinante. Gli elementi su cui ruota attorno tutto l’intervento sono le tre “torri di luce” (installazioni luminose) che ricoprono le rampe circolari di rasilta delle auto nel parcheggio a più livelli. La riflessione che guida il progetto è fatta sul concetto di “luce al negativo”; non ragionando sulla presenza o sull’assenza di questo elemento, quanto piuttosto sul conflitto tra pieni e vuoti da essa generato. Per indagare ciò si è realizzato un bar-code che descrivesse la situazione attuale delle fonti luminose dell’isola in questione. Da questa analisi si è partiti per pensare ad un intervento che, avendo la luce come suo materiale primario, potesse inserirsi con equilibrio all’interno di uno skyline così suggestio come quello veneziano. 4
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Parco archeologico urbano • Laboratorio di progettazione architettonica 2 • Docenti: M. Vanore, G. Rallo, M.P. Cunico, S. Munarin • 2010 • Aquileia (UD), Italia ............................................................................................. La progettazione di un parco archeologico-urbano necessariamente si rapporta con quelli che sono i punti forti e deboli di una città. In particolare Aquileia ha una forte caratterizzazione di tipo storico; tutti gli elementi che costituiscono questo bagaglio così importante per l’identità del luogo, non sempre sono visti come ricchezza. È il caso della via Giulia Augusta, che a differenza dei resti archeologici veri e propri (attraverso i quali viene ricordata la città), è percepita come fonte di problematiche. Divide in due il foro. Divide in due la città. Viene attraversata da traffico pesante. In definitiva, rende Aquileia una città di passaggio. L’obbiettivo dunque è quello di trasformare tale strada da problema a risorsa per le persone, immaginando in un possibile futuro, di renderla fondante per l’identità della città. L’idea di fondo, da cui sviluppare poi l’intero sistema del parco, consiste nel creare degli episodi di rallentamento lungo la via Giulia Augusta. Via che non perde la sua funzione di strada di scorrimento mezzi, ma che, in un’ottica di ritorno al passato, da valore a quelli che sono gli elementi che incontra ed ingloba, divenendo strumento base per la riqualificazione di spazi importanti per la città. Una serialità di spazi direttamente segnalati sulla strada (affacci, slarghi) che sono caratterizzati da cambiamenti di quota, da profondità orizzontali, da vuoti e pieni. Un sistema dunque di “sfondamenti”, che diventa, in quanto aggregazione unitaria di spazi, vera e propria spina dorsale del progetto. 10
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Stazione di servizi • Laboratorio integrato di progettazione paesaggistica • Docenti: S. Maffioletti, M. Virano, P. Ceccon, D. Trabucco, B. Zan • 2011 • Duino (TS), Italia ............................................................................................. Partendo da considerazioni di tipo funzionale, le prime idee di progetto riguardano un’area di servizi che viene intesa come un insieme di piazze, le quali diventano esse stesse spazio di sosta e al contempo punti privilegiati per la scoperta del territorio e del paesaggio. La policentrica, che quasi come una “mano” o una “C”, divide lo spazio in due ambiti ben separati, ha determinato sin da subito le tematiche principali con le quali il progetto si sarebbe dovuto confrontare. Prima fra tutti la tematica dell’edificio inteso come una vera e propria “passeggiata” che unisce un pezzo di territorio diviso dall’autostrada e che al contempo offre ai viaggiatori la possibilità di soste differenziate (lente o veloci) a seconda delle esigenze. Lo sviluppo della concenzione dell’area di servizi è stata sicuramente accompagnata da ragionamenti riguardo l’evoluzione della forma dell’edificio sia a partire dalla pianta che dall’alzato. L’intento che sempre ha guidato i vari cambiamenti formali è stato quello di concepire l’intera area di sosta come un unico edificio, unitario, che sapesse tenere assieme lato nord e lato sud in maniera sia fattiva che visiva. Inserito in un contesto straordinario e dal forte fascino ambientale e storico questo questo segno forte ma al contempo rispettoso della morfologia del sito, usa infine il verde, soprattuto nei bordi e nelle zone di retro più critiche, come vero e proprio materiale di costruzione dello spazio oltre che come “filtro” per far dialogare un paesaggio unico e ricco di bellezza con un’infrastruttura complessa come l’autostrada.
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Architettura per la liturgia: una nuova chiesa per la parrocchia di Santa Maria delle Rose • Tesi di laurea magistrale in architettura per il paesaggio • Docenti: Prof. S. Pittini, Prof. Don R. Tagliaferri • 2012-2013 • Rovigo, Italia ............................................................................................. L’edificio si inserisce in uno spazio libero appartenente alla parrocchia di Santa Maria delle Rose, attualmente utilizzato per le attività ludiche all’aperto. A nord del lotto in questione si trova un edificio prefabbricato in calcestruzzo che funge da piccola palestra e da sala per le assemblee della comunità. Il progetto prevede l’abbattimento di tale edificio per far spazio alla parte di ingresso posteriore dell’aula liturgica. La parrocchia ha inoltre nell’edificio contenente l’attuale chiesa e canonica, tutti gli spazi necessari per ospitare le opere parrocchiali. La nuova chiesa si pone come parte terminale di un’area verde, contenente campi sportivi e giardini pubblici, che inizia dalla parte nord più estrema del quartiere “Commenda est” e che scende poi nettamente per concludersi proprio con l’area della parrocchia di Santa Maria del Rose. In particolare, l’aula è concepita in modo molto semplice ed è impostata in senso longitudinale, dando vita ad uno spazio simmetrico e fortemente rigoroso. Il fedele nel suo entrare passa attraverso tre spazi che lo guidano gradualmente verso il punto visivo principale che è l’altare. Sagrato, grande portico d’ingresso e navata unica scandiscono l’ingresso della persona all’interno di uno spazio fortemente escatologico . 24
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