A.V.R. S.p.a. Via Francesco Tensi, 116 00133 Roma
VALUTAZIONE DELLA STABILITA’ VISIVA E STRUMENTALE CON METODOLOGIA V.T.A. DELL’ESEMPLARE ARBOREO DI QUERCUS ROBUR N. 1606 ESISTENTE NEL PARCO SUARDI A BERGAMO
RELAZIONE TECNICO – AGRONOMICA Como, il 23.05.2017 Consulenza tecnico – agronomica Dottore Agronomo Nicola Canepa
Relazione tecnico – agronomica 23/05/2017
INDICE
PREMESSA....................................................................................................................................................... 3 UBICAZIONE DELLA PIANTA OGGETTO DELLA VALUTAZIONE DI STABILITÀ ..................................... 4 VALUTAZIONE DI STABILITÀ CON METODOLOGIA V.T.A. ........................................................................ 5 LIMITI APPLICATIVA DEL METODO E ASPETTI LEGALI ............................................................................ 8 DOCUMENTAZIONE TECNICA FORNITA ...................................................................................................... 9 DESCRIZIONE DELL’ALBERO OGGETTO DI VALUTAZIONE ................................................................... 10 SCHEDA VALUTAZIONE DI STABILITA’ VISIVA E STRUMENTALE ......................................................... 14 VALUTAZIONE DEL RISCHIO DERIVANTE DAL CEDIMENTO .................................................................. 15 RISULTATI DELLE INDAGINI CONDOTTE.................................................................................................. 16 OPERAZIONI DI MANUTENZIONE DA EFFETTUARE ................................................................................ 16 CONCLUSIONI ................................................................................................................................................ 17 BIBLIOGRAFIA ............................................................................................................................................... 18 ALLEGATI ....................................................................................................................................................... 19
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PREMESSA La società A.V.R. S.p.a. con sede in Via Francesco Tensi n. 116 - 00133 Roma e P.IVA: 00931311005 e Cod. Fisc. e Reg. Imp. RM n. 00787010586, ha conferito al Dott. Agronomo Nicola Canepa con studio in via Tommaso Grossi 32/a 22100 Como, C.F. CNPNCL81L01C933D e P.IVA 03117830137, iscritto all’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali delle provincie di Como – Lecco e Sondrio con il n° 275, l’incarico per la valutazione di stabilità visiva e strumentale con metodologia V.T.A. (Visual Tree Assessment) dell’esemplare arboreo di Quercus robur n. 1606 esistente nel Parco Suardi a Bergamo. La pianta oggetto della relazione è stata colpita da un fulmine nelle giornate di mercoledì 17 e giovedì 18 maggio 2017. Il sottoscritto Dott. Agronomo Nicola Canepa ha effettuato un sopralluogo in data 23/05/2016 per eseguire la valutazione di stabilità sia visiva che strumentale con metodologia V.T.A. dell’albero oggetto della relazione. L’attività di analisi visiva e strumentale è stata condotta a livello del piano di campagna e in quota. Le analisi strumentali sono state eseguite con Resistograph Iml PD-Series 400. Il Professionista incaricato dichiara di essere coperto da Polizza R.C. professionale "Collettiva" CONAF - Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali/AIG N. IFL0006723.
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UBICAZIONE DELLA PIANTA OGGETTO DELLA VALUTAZIONE DI STABILITÀ La pianta oggetto della valutazione di stabilità è sita all’interno del Parco Suardi e più precisamente nella porzione sud – ovest del parco stesso, in prossimità di un punto di divisione di un percorso ciclo – pedonale e nella vicinanza di una grossa area giochi.
Foto aerea e foto panoramica con indicazione della pianta oggetto della valutazione di stabilità (fonte Google Earth)
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VALUTAZIONE DI STABILITÀ CON METODOLOGIA V.T.A. Il V.T.A. è un sistema di diagnosi delle piante e di valutazione della stabilità elaborato da Claus Matteck (direttore del Reparto di Biomeccanica presso il Centro di Ricerca di Karlsruhe) nel 1994. Il metodo trae origine dall’Assioma della tensione costante, valido per tutte le strutture biologiche. Ciò significa che le strutture biologiche si sviluppano in modo da garantire una regolare e uniforme distribuzione delle tensioni sulla loro superficie. Fintantoché tale distribuzione rimane costante gli alberi mantengono un portamento e un aspetto esterno normale. Infatti, la distribuzione ottimale dei carichi e quindi delle forze, dell’intera struttura della pianta, permette alla stessa di vegetare senza rischi di rottura. Quando subiscono una sollecitazione di vario genere (una carie o una rottura che possono agire aumentando localmente la pressione sulla struttura), i tessuti vivi reagiscono formando più legno nel punto danneggiato e ristabilizzando lo stato di “stress costante”. Si trova quindi di fronte alla necessità di ricostruire il precedente equilibrio con un dispendio energetico tale da compromettere, in molti casi, la stessa vitalità. Questa formazione di materiale di riparazione è un segnale o un sintomo delle presenza di difetti meccanici e fisici all’interno dell’albero. Ad esempio, in prossimità di cavità, si possono avere rigonfiamenti o depressioni, mentre in corrispondenza di fenditure si possono formare delle costolature. Il metodo V.T.A. consta di tre fasi principali: 1) Analisi visiva dei difetti esteriori. Per le piante che manifestano segnali di anomalie interne si passa alla fase successiva: l’analisi strumentale. 2) Analisi strumentale: esame più approfondito delle anomalie interne con apparecchi di vario tipo. 3) Determinazione della classe di propensione al cedimento (CPC). L’analisi visiva E’ la prima fase del metodo V.T.A. e consiste nell’individuazione dei punti deboli della pianta, nonché nella misurazione di tutti i parametri vitali. Attraverso un’attenta osservazione vengono annotati i principali difetti che possono interessare le varie parti della pianta (colletto, fusto e chioma). All’osservazione si accompagna la determinazione del rapporto di snellezza, o indice di rastremazione, che analizza la conformazione della pianta e si ricava dal rapporto dell’altezza dell’albero con il diametro misurato a 1,30-1,50 m di altezza (h/d). Si ritiene che il cedimento, di solito ad una altezza intermedia del fusto, dovuto ad un diametro del tronco alla base troppo sottile, inizi a circa h/d = 50. In questi casi anche alberi sani possono cadere in condizioni di vento moderato o per il carico pioggia-vento. Il parametro h/d, soppesato all’età dell’albero nell’attribuzione alla classe di rischio fitostatico, distingue i seguenti casi: •
h/d < a 35: pericolo di schianto e ribaltamento basso;
•
h/d tra 35 e 50: pericolo di schianto e ribaltamento medio-basso;
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•
h/d tra 51 e 70: pericolo di schianto e ribaltamento medio;
•
h/d tra 71 e 100: pericolo di schianto e ribaltamento alto;
•
h/d > a 100: pericolo di schianto e ribaltamento molto alto. Si prevede l’immediata riduzione della pianta o, se accompagnata da altri difetti strutturali, l’abbattimento.
Dopo aver rilevato visivamente un sintomo, si passa ad una diagnosi più approfondita attraverso l’analisi strumentale. 1.2 L’analisi strumentale Le piante con evidenti sintomi esterni sono soggette ad analisi più approfondite mediante l’utilizzo di strumentazione (dal comune Succhiello di Pressler, al Resistografo o al Martello con impulsi ad ultrasuoni) allo scopo di sondare ed analizzare le parti interne della pianta. Una volta individuati i “punti critici” della pianta (come ad esempio la presenza di una fenditura verticale) si effettua un approfondimento strumentale con lo scopo di descrivere, a livello quantitativo, i danni o le lesioni presenti. 1.3 Determinazione della classe di propensione al cedimento L’ultima fase del V.T.A. è la determinazione della classe di propensione al cedimento per le piante sottoposte ad analisi. In questo modo è possibile da un lato programmare gli interventi di manutenzione e dall’altro di effettuare un monitoraggio periodico adeguato. Con la classificazione della classe di propensione al cedimento le piante vengono raggruppate in diverse classi sulla base dei risultati delle analisi precedenti. La determinazione della classe di propensione al cedimento può essere anche fatta solo con l’esecuzione dell’analisi visiva. Di seguito si riporta la tabella delle CPC (fonte sito SIA Società Italiana di Arboricoltura Onlus) A Trascurabile
Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell'indagine, non manifestano segni, sintomi o difetti significativi, riscontrabili con il controllo visivo, tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell'albero si sia ridotto. Per questi soggetti è opportuno un controllo visivo periodico, con cadenza stabilita dal tecnico incaricato, comunque non superiore a cinque anni.
B Bassa
Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell'indagine, manifestano segni, sintomi o difetti lievi, riscontrabili con il controllo visivo ed a giudizio del tecnico con indagini strumentali, tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell'albero non si sia sensibilmente ridotto. Per questi soggetti è opportuno un controllo visivo periodico, con cadenza stabilita dal tecnico incaricato, comunque non superiore a tre anni. L'eventuale approfondimento diagnostico di tipo strumentale e la sua periodicità sono a discrezione del tecnico.
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C Moderata
Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell'indagine, manifestano segni, sintomi o difetti significativi, riscontrabili con il controllo visivo e di norma con indagini strumentali *. Le anomalie riscontrate sono tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell'albero si sia sensibilmente ridotto. Per questi soggetti è opportuno un controllo visivo periodico, con cadenza stabilita dal tecnico incaricato, comunque non superiore a due anni. L'eventuale approfondimento diagnostico di tipo strumentale e la sua periodicità sono a discrezione del tecnico. Questa avrà comunque una cadenza temporale non superiore a due anni. Per questi soggetti il tecnico incaricato può progettare un insieme di interventi colturali finalizzati alla riduzione del livello di pericolosità e, qualora realizzati, potrà modificare la classe di pericolosità dell'albero. * É ammessa una valutazione analitica documentata.
C/D Elevata
Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell'indagine, manifestano segni, sintomi o difetti gravi, riscontrabili con il controllo visivo e di norma con indagini strumentali *. Le anomalie riscontrate sono tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell'albero si sia drasticamente ridotto. Per questi soggetti il tecnico incaricato deve assolutamente indicare dettagliatamente un insieme di interventi colturali. Tali interventi devono essere finalizzati alla riduzione del livello di pericolosità e devono essere compatibili con le buone pratiche arboricolturali. Qualora realizzati, il tecnico valuterà la possibilità di modificare la classe di pericolosità dell'albero. Nell'impossibilità di effettuare i suddetti interventi l'albero è da collocare tra i soggetti di classe D. * È ammessa una valutazione analitica documentata.
D Estrema
Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell’indagine, manifestano segni, sintomi o difetti gravi, riscontrabili con il controllo visivo e di norma con indagini strumentali. * Le anomalie riscontrate sono tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell’albero si sia ormai, quindi, esaurito. Per questi soggetti, le cui prospettive future sono gravemente compromesse, ogni intervento di riduzione del livello di pericolosità risulterebbe insufficiente o realizzabile solo con tecniche contrarie alla buona pratica dell’arboricoltura. Le piante appartenenti a questa classe devono, quindi, essere abbattute. * È ammessa la valutazione analitica documentata.
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LIMITI APPLICATIVA DEL METODO E ASPETTI LEGALI E’ doveroso precisare che con la metodologia V.T.A., riconosciuta da numerosi Tribunali Europei ed Italiani, vengono presi in considerazione sole le parti dell’albero che palesano sintomi che fanno presagire un qualunque danno interno. Di conseguenza, quando un albero nasconde sotto l’apparenza di un aspetto ottimale, un deterioramento di qualche suo componente e non presenta esteriormente sintomi riconoscibili, non è possibile valutarne lo stato di pericolosità. Questo tipo di analisi non può essere di dimensioni tali da individuare ed eliminare ogni situazione di pericolo, anche perché, così come sancito da diverse sentenze di Tribunali Europei, non si riesce, con una certificazione che abbia caratteristiche di certezza assoluta o almeno di altissima probabilità, a prevedere se un albero vecchio o già danneggiato, forse in futuro, potrà sradicarsi in seguito ad un temporale o ad una bufera, o potrà spezzarsi, o in ogni caso troncare rami di peso notevole causando così danni a persone o cose. Inoltre devono essere prese in considerazione anche le cause di forza maggiore, intese come avvenimenti ineluttabili ed imprevedibili che, in base alle circostanze, neanche l’utilizzo ragionevole e la massima accuratezza possibile nell’esecuzione delle indagini, potevano evitare. Risulta chiaro altresì che il fatto che un albero abbia dei rami sporgenti e relativamente grossi oppure che sia inclinato non induce di per sé a costituire alcun obbligo di rimozione. Una visione contraria porterebbe a far si che tutti i rami o gli alberi, anche se sani e non individuabili come pericolanti, debbano essere tagliati poiché vi è almeno il pericolo teorico che questi possono schiantarsi. Ma un obbligo di così ampia portata per il taglio degli alberi non ha ragione di esistere, andrebbe di gran lunga al di là di quanto ci si possa aspettare dagli addetti alla salvaguardia della sicurezza stradale e toglierebbe agli alberi l’importanza che spetta loro per motivi ambientali e paesaggistici.
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DOCUMENTAZIONE TECNICA FORNITA Le informazioni e i dati raccolti durante il sopralluogo ha permesso l’elaborazione della presente relazione tecnico – agronomica che riporta un quadro complessivo sulla stato di conservazione dell’albero verificato e le indicazioni per gli interventi di manutenzione straordinaria da eseguire. All’interno della relazione vi è una tabella riepilogativa per la pianta oggetto della valutazione di stabilità, ove sono indicati: •
Numero di pianta, tassonomia, dati dendrometrici (la circonferenza del fusto è misurata mentre e l’altezza della pianta è stimata);
•
difetti riscontrati con l’analisi visiva suddivisi nelle zone principali della pianta (radici, colletto, fusto, castello, branche e chioma);
•
l’esito delle analisi strumentali qualora effettuate (valori strumentali);
•
rapporto di snellezza con relativo commento;
•
classe di propensione al cedimento;
•
note;
•
necessità di eseguire analisi strumentale di approfondimento;
•
ricontrollo consigliato:
•
operazioni di manutenzione da effettuare;
Inoltre sono allegati tutti i grafici delle analisi strumentali eseguite. Le suddette informazioni sono integrate dalle informazioni specifiche relative ai sondaggi strumentali eventualmente effettuati (punto di analisi, altezza del rilievo da terra, orientamento del sondaggio, etc.). Il tipo di strumento diagnostico è indicato in premessa.
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DESCRIZIONE DELL’ALBERO OGGETTO DI VALUTAZIONE La pianta oggetto di valutazione è un esemplare arboreo di Quercus robur (farnia) di notevoli dimensioni, con portamento equilibrato e chioma asimmetrica, asimmetrica, in scarse condizioni vegetative La pianta come indicato in premessa è stata colpita da un fulmine nelle giornate di mercoledì 17 e giovedì 18 maggio 2017. L’evento atmosferico tmosferico e più precisamente il fulmine ha colpito la pianta nella sua interezza e ha causato notevoli danni nella porzione orientata a ovest e sud - ovest. Di seguito si riportano delle fotografie con indicazione sui danni causati dal fulmine:
Punto di rottura branca ove ha preso probabilmente il fulmine
Punto con notevole sollevamento e distaccamento della corteccia e formazione di cretti longitudinale
Punto con sollevamento della corteccia e formazione di cretti longitudinale
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Particolare della sbrancatura della branca che probabilmente ha preso il fulmine
Particolare dello sviluppo della ferita sul fusto a causa del fulmine
Particolare del punto di sbrancatu della branca sbrancatura sottostante a quella che ha probabilmente ha preso il fulmine
Particolare del punto di inserzioni della branche sottostanti con visibile la ferita causata dal fulmine
Particolare del cretto longitudinale con profonditĂ circa 15 â&#x20AC;&#x201C; 16 cm e larghezza 1 cm
Particolare dei cretti longitudinale
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Particolare sollevamento e assenza corteccia
Particolare sollevamento corteccia e cretti longitudinali nella parte basale del fusto
Particolare sollevamento e assenza corteccia
Particolare sollevamento e assenza corteccia
Particolare zona del colletto e distanza tra pianta e percorso in asfalto
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Il danno causato dal fulmine risulta pienamente evidente su tutta la pianta, partendo dall’apice sino al colletto. Nella porzione apicale della pianta vi è una grossa ferita dovuta allo sbrancamento della branca posta in direzione ovest che ha probabilmente ricevuto per prima il fulmine. La ferita creatasi che risulta molto estesa presenta assenza e sollevamento della corteccia e numerosi cretti longitudinali. La caduta al suolo della branca colpita dal fulmine ha causato la rottura delle branche sottostanti ove sono visibili numerose ferite da sfregamento – urto e di sbrancamento. Sul fusto ove era inserita la branca che ha preso il fulmine che risulta inclinato in direzione ovest, sono inserite a quote inferiori alcune branche di notevole dimensione che risultano attualmente sovraesposte alla radiazione solare e agli agenti atmosferici in quanto prive della copertura della branca superiore con la sua vegetazione. Scendendo verso la porzione centrale della pianta è ben evidente la ferita causata dal fulmine che ha portato all’eliminazione e/o distacco della corteccia e alla formazione di cretti longitudinali. Spostandosi verso la zona del colletto si vedono ancora numerose parti con eliminazione e/o distacco della corteccia disposte su tutta la circonferenza della pianta. E cercando di sollevare le porzioni parzialmente distaccata di corteccia si vedono i cretti longitudinali. Le ampie superfici prive di corteccia sono esposte alla radiazione solare e agli agenti atmosferici e pertanto sono più suscettibili alla formazione di scottature, necrosi dei tessuti e cancri corticali. Inoltre tutte le ferite createsi sono da considerare come porte aperte a problematiche fitosanitarie.
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SCHEDA VALUTAZIONE DI STABILITAâ&#x20AC;&#x2122; VISIVA E STRUMENTALE
Dati anagrafici albero Ambito: Parco Suardi Bergamo Specie arborea: Area di insidenza: Disposizione: Diam. fusto (cm): Altezza (m):
Quercus robur Terreno permeabile - tappeto erboso Gruppo 130 26,5
Analisi visiva
Radici:
in parte non visibile, presenza di alcune radici avvolgenti, possibile interferenza tra apparato radicale e percorso laterale sito a 30 - 35 cm di distanza
danni alla corteccia (eliminazione - distaccamento) , cretti verticali visibili sotto la corteccia Colletto: distaccata e ferite cicatrizzate
Fusto:
a livello corticale si osservano situazione di: assenza di corteccia e distaccamento di corteccia a livello sottocorticale vi sono cretti verticali visibili sino al piano di campagna, sbrancamenti e ferite aperte di notevole dimensione inclinato nella parte apicale (quello sul quale era inserita la branca che ha preso il fulmine)
danni alla corteccia (eliminazione - distaccamento) , cretti verticali visibili sotto la corteccia Castello: distaccata e ferite aperte Branche: ferite aperte da sbrancatura di notevoli dimensioni a causa della rottura di branche Chioma: asimmetrica, mancanza di parte della porzione di chioma orientata a ovest e sud - ovest Analisi strumentale Giudizio valori strumentali: Rapporto t/R: Dettagli sondaggi: H da terra (cm): Punto di analisi: Posizionamento (°N):
R1 - R2 - R3 - R4 - R5 - R6 - R7 - R8 nella norma R1 - R2 - R3 - R4 - R5 - R6 - R7 - R8 sufficiente R1 R2 R3 R4 R5 R6 R7 12 - 13 12 - 13 20 20 40 20 20 fusto fusto colletto colletto fusto colletto colletto 0 90 240 180 150 90 0
Giudizio conclusivo Rapporto di snellezza: Classe di Propensione al Cedimento: Operazione da effettuare: Analisi strumentali: Ricontrollo consigliato: Note:
20
Basso D Abbattimento Eseguita in data 23/05/2017
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R8 20 colletto 270
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VALUTAZIONE DEL RISCHIO DERIVANTE DAL CEDIMENTO La propensione al cedimento e la vulnerabilità del sito di potenziale caduta possono essere determinati da: 1) valutazione delle condizioni strutturali che possono condurre al cedimento, dei carichi potenziali dell’albero e della modalità di adattamento dell’albero ai suoi punti deboli (per determinare la propensione al cedimento); 2) valutazione della probabilità che un albero o un ramo possa colpire persone o proprietà; 3) definizione del valore o delle classi del valore dei bersagli e dei danni potenziali, al fine di stimare le conseguenze del cedimento; La pianta è radicata all’interno di Parco Suardi che è uno tra i parchi più frequentati della città di Bergamo. La pianta insiste su area verde con tappeto erboso in prossimità di un punto di divisione di un percorso ciclo – pedonale e nella vicinanza di una grossa area giochi. La pianta è radicata sul lato del parco a sud lungo Via San. Giovanni. Pertanto i possibili bersagli di caduta di piante o di parte di essa sono da considerarsi mobili e stazionali e hanno un tasso di occupazione costante dell’area. Per quanto riguarda l’area di potenziale caduta di piante o di parte di esse considerata come un cerchio intorno all’albero avente raggio pari a 1 – 1,5 volte la sua altezza si evince che parte della sede stradale di via S. Giovanni, l’area verde sottostante e attorno alla pianta inclusi i percorsi ciclo – pedonali e parte dell’area giochi sono da considerarsi come aree di potenziale caduta. Infine per la valutazione del rischio si è utilizzata la seguente tabella che è un sistema di combinazione delle classi di propensione al cedimento e delle conseguenze:
Tabella estratta da “FODAD Lombardia 2016 Linee guida per la valutazione di stabilità delle piante”
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RISULTATI DELLE INDAGINI CONDOTTE Dall’esecuzione della valutazione di stabilità visiva e strumentale eseguita sull’albero oggetto dell’incarico emerge che:
•
la pianta n° 1606 è iscrivibile alla classe di propensione al cedimento D;
Tale scelta deriva oltre dall’esito della valutazione di stabilità anche dal fatto che la conservazione in situ dell’albero oggetto dell’incarico previa ulteriore valutazione di stabilità strumentale con tomografo e intervento di manutenzione straordinario di sistemazione delle ferite causate dal fulmine e dalla caduta delle branche, di eliminazione di buona parte del fusto sul quale sono inserite la branca che ha probabilmente preso il fulmine e quelle sottostanti e la riduzione della chioma, porterebbe ad eseguire una “capitozzatura” della pianta con le relative problematiche che ne conseguono. Inoltre va ricordato che la pianta a seguito del fulmine risulta essere in uno stato di tress. In ultimo intervento su una pianta in queste condizioni in questa stagione porterebbero all’incremento degli stress alla quale è sottoposta la pianta. Pertanto rimarrebbe una pianta in scarse condizioni vegetative, con un portamento non più equilibrato e chioma non omogenea, fortemente stressata, con la probabilità che i tessuti esposti alla radiazione solare e agli agenti atmosferici vengano colpiti da scottature, da necrosi e da cancri corticali, oltre al fatto che tutte le ferite sono da considerare potenziali porte aperte a problematiche fitosanitarie.
OPERAZIONI DI MANUTENZIONE DA EFFETTUARE Dall’esito della valutazione di stabilità visiva e strumentale eseguita sull’albero oggetto dell’incarico emerge che:
•
la pianta n° 1606 dovrà essere abbattuta;
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CONCLUSIONI A seguito di quanto riportato nella presente relazione si evince che:
•
la pianta n° 1606 è iscrivibile iscrivibil alla classe di propensione al cedimento D; D
•
la pianta n° 1606 dovrà essere abbattuta;
Durante il sopralluogo non è stata riscontrata la presenza di nidi di avifauna sulla sull pianta oggetto dell’incarico. Si precisa che la valutazione di stabilità visiva e strumentale è stata eseguita e condotta a livello del piano di campagna e in quota. Inoltre si precisa che la possibile ile caduta di rami e delle branche in fase di deperimento, deperite, mal inserite e in precarie condizioni vegetative e in generale generale del secco non è prevedibile. In conclusione si ricorda che quanto affermato in merito alla stabilità delle piante oggetto della d presente relazione è da ritenersi corretto, salvo il verificarsi di condizioni che vadano ad alterare profondamente le caratteristiche morfologiche, fisiologiche e anemometriche delle piante (potature eseguite con tecniche errate, lesioni meccaniche, abbattimenti errati di piante nelle immediate vicinanze di quelle da preservare) o le caratteristiche del sito d’impianto (scavi nella zona esplorata dall’apparato radiale, posa di pavimentazioni, passaggio di mezzi pesanti e compattamento del terreno, variazioni variazioni del piano di campagna), o il verificarsi di eventi meteorologici che rivestano il carattere di eccezionalità. Il firmatario assicura l’obiettività e professionalità delle presente relazione che è stata elaborata senza aver alcun interesse personale o economico. La relazione si basa su principi qualificati, con l’appoggio di una bibliografia specifica e professionale. I fatti qui riportati si riferiscono esclusivamente a questo caso, e non sono trasferibili ad altre situazioni. Como, martedì 23 maggio 2017 Dottore Agronomo Nicola Canepa
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BIBLIOGRAFIA 1. 2. 3. 4. 5.
Sani L. 2008 – Valutazione integrate dell’albero. Nicomp. L.e.; Mattheck C. 2002 – La meccanica applicata all’albero. Il Verde Editoriale; Mattheck C., Breloer H. 1994 – The Body language of trees. HMSO; Shigo A., Vollebrecht K., Hvass N. 1987 – Biologia e cura degli alberi. Fitoconsult; Mattheck C., Weber K. 2002 – I funghi, gli alberi e la decomposizione del legno. Il verde Editoriale; 6. Klug P. 2011 – La cura dell’albero ornamentale in città. Blu Edizioni; 7. Schwarze F. 2015 – Diagnosi e prognosi dello sviluppo del decadimento del legno degli alberi in città. Studio Landscape – SIA; 8. AIDTPG 2015 – Linee guida per la gestione dei patrimoni arborei pubblici; 9. www.isaitalia.org; 10. FODAD Lombardia 2016 – Linee guida per la valutazione di stabilità delle piante;
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ALLEGATI Grafici analisi strumentali (nel finestra Measuring vi è il numero di piante es. QUERCUS ROBUR 1606 e nella finestra Comment vi è il numero di prova es. R1)
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