Il valore della #cittadinanza: dallo ius sanguinis allo #ius soli

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Il valore della cittadinanza  Evidenze sociali, economiche e giuridiche ci inducono a ritenere che la promozione di adeguate ed efficaci politiche di inclusione sociale richieda un ripensamento del quadro giuridico relativo alla cittadinanza, con l’introduzione di regole che rendano più agevole l’accesso allo status di cittadino  L’integrazione degli immigrati e dei loro figli occupa, infatti, un posto

di rilievo nell’agenda, sia economia, che sociale del nostro Paese e dell’intera Unione Europea. Una partecipazione attiva degli immigrati e dei loro figli al mercato del lavoro e, più in generale, alla vita sociale è una condizione imprescindibile per garantire la coesione sociale del paese di accoglienza e per renderli cittadini autonomi e capaci di intraprendere un reale percorso di integrazione On. Elena Carnevali


 Secondo

le stime della Fondazione Leone Moressa (Fondazione Leone Moressa «L’economia dell’immigrazione: costi e benefici», dossier statistico 29 ottobre 2014)

- la ricchezza prodotta dagli occupati stranieri si aggira intorno a

123 miliardi di euro, l’8,8% del Pil; - i lavoratori immigrati versano quasi il 5% dei contributi

previdenziali complessivi, circa 10 miliardi di euro fondamentali per sostenere il sistema previdenziale italiano. On. Elena Carnevali


 La permanenza in Italia migliora l’integrazione: - tra gli immigrati che vivono in Italia da prima del 2001 il

tasso di attività è pari al 75,9%, mentre tra gli stranieri arrivati in periodi successivi la percentuale tende progressivamente a scendere, fino ad arrivare al 60,5% tra chi ha fatto ingresso dopo il 2006. - Una dinamica simile si registra per il tasso di occupazione,

che passa dal 47,0% degli stranieri arrivati dopo il 2006 al 64,6% dei cittadini stranieri immigrati prima del 2001. On. Elena Carnevali


Cittadinanza e Costituzione  Sul piano giuridico-costituzionale, il tema della cittadinanza si

intreccia strettamente con quello dell’uguaglianza, dei diritti fondamentali, della democrazia.  La cittadinanza è, infatti, funzionale all’uguaglianza, è fattore di

uguaglianza: nonostante lo straniero sia titolare di una serie di diritti fondamentali, la piena parità dei diritti è possibile solo con l’acquisizione della cittadinanza.

On. Elena Carnevali


Alcuni dati (a cura dell’Istat) Il 22 ottobre 2015 l'ISTAT ha pubblicato un breve rapporto intitolato «Cittadini non comunitari: presenza, nuovi ingressi e acquisizioni di cittadinanza»  Negli ultimi quattro anni è rapidamente cresciuto il numero di cittadini non

comunitari che ogni anno diventano italiani: passati da meno di 50mila nel 2011 a oltre 120mila nel 2014 (+143%). In particolare nell’ultimo anno ha acquisito la cittadinanza italiana il 3,1% del totale dei cittadini non comunitari al 1°gennaio 2014; considerando soltanto i minori tale quota sale al 4,5%.

 Aumentano in maniera costante e molto sostenuta, da circa 10mila nel 2011 a quasi 48mila nel 2014, coloro che acquisiscono la cittadinanza per trasmissione dai genitori e coloro che, nati nel nostro Paese al compimento del diciottesimo anno, scelgono la cittadinanza italiana  Dal punto di vista territoriale le acquisizioni di cittadinanza interessano soprattutto le province del Nord-ovest e del Nord-est, mentre il loro numero risulta molto più contenuto nel Mezzogiorno. Le province con il maggior numero di acquisizioni sono Milano, Brescia, Roma, Vicenza, Torino e Treviso. Al Sud e nelle Isole hanno inoltre un peso relativo più consistente le acquisizioni di cittadinanza per matrimonio. On. Elena Carnevali


 Il 52% di coloro che acquisiscono la cittadinanza italiana sono maschi. Le

modalità di accesso alla cittadinanza restano differenti tra uomini e donne, anche se nell’ultimo anno si registrano cambiamenti interessanti. Per gli uomini la modalità più frequente di accesso alla cittadinanza è la residenza (55% dei casi nel 2014), mentre il matrimonio è una modalità residuale (meno del 5%).

 Per quanto concerne le cittadinanze di origine, il numero maggiore di

acquisizioni riguarda marocchini (29.025 acquisizioni nel 2014) e albanesi (21.148), collettività storicamente stanziate sul nostro territorio e che da sole arrivano a coprire oltre il 40% delle acquisizioni nel corso del 2014. Seguono, ma con un numero molto più contenuto di provvedimenti, Bangladesh (5.323) ed India (5.015).

 Tra i primi dieci paesi spicca l’assenza della Cina, la cui collettività è da tempo

insediata sul territorio italiano e potrebbe aver maturato un periodo di presenza tale da consentire l’accesso alla cittadinanza per residenza.

On. Elena Carnevali


Breve ricognizione storica sulla disciplina della cittadinanza  L'unificazione legislativa ed amministrativa, conseguente alla proclamazione

del Regno d'Italia nel 1861, investì anche la disciplina della cittadinanza. Il codice civile del 1865 recò disposizioni al riguardo, nei suoi articoli 1-15.  Seguirono alcuni interventi normativi (con la legge del 1901 sull'emigrazione e

la legge del 1906 sulle naturalizzazioni).  Una disciplina compiuta della materia giunse solo con la legge n. 555 del 1912

(il Parlamento giusto allora approvava la riforma giolittiana di estensione del suffragio). La legge del 1912 pose una disciplina destinata ad avere solida durata e pur con inevitabili rimaneggiamenti, rimase in vigore fino al 1992., quando entrò in vigore la legge 5 febbraio 1992, n. 91 (la disciplina vigente), volta a dettare "Nuove norme sulla cittadinanza". On. Elena Carnevali


La disciplina vigente: legge 5 febbraio 1992, n. 91  Attualmente la cittadinanza italiana è regolata dalla legge 5 febbraio 1992,

n. 91 (con i relativi regolamenti di esecuzione: in particolare il DPR 12 ottobre 1993, n. 572 e il DPR 18 aprile 1994, n. 362) che, a differenza della legge precedente, rivaluta il peso della volontà individuale nell’acquisto e nella perdita della cittadinanza e riconosce il diritto alla titolarità contemporanea di più cittadinanze.

 I principi su cui si basa la cittadinanza italiana sono:

• la trasmissibilità della cittadinanza per discendenza (principio dello “ius sanguinis”); • l’acquisto “iure soli” (per nascita sul territorio) nei casi prescritti; • la possibilità della doppia cittadinanza; • la manifestazione di volontà per acquisto e perdita; On. Elena Carnevali


Modalità di acquisto della cittadinanza  La cittadinanza italiana può essere acquisita

secondo le modalità di seguito riportate:  1. Cittadinanza per filiazione (“ius sanguinis”)

Ai sensi della legge 5 febbraio 1992, n. 91 acquistano di diritto alla nascita la cittadinanza italiana coloro i cui genitori, o anche soltanto il padre o la madre, siano cittadini italiani (art. 1, comma 1, lettera a), L. 91/1992) Massimo Molgora


ď‚— 2. Cittadinanza per nascita in territorio italiano (“ius soliâ€?)

Acquista la cittadinanza italiana: - colui i cui genitori siano ignoti o apolidi o non trasmettano la propria cittadinanza al figlio secondo la legge dello Stato del quale sono cittadini (art. 1, comma 1, lettera b legge n. 91/92); - il figlio di ignoti che venga trovato abbandonato in territorio italiano e di cui non si riesca a determinare la cittadinanza (art. 1, comma 2 legge n. 91/92). On. Elena Carnevali


 3. Acquisto della cittadinanza durante la minore età  Particolare attenzione è riservata dalla legge n. 91/92

all’acquisto della cittadinanza durante la minore età a seguito di:

 a) riconoscimento o dichiarazione giudiziale della

filiazione;

 b) adozione;  c) naturalizzazione del genitore. On. Elena Carnevali


ď‚— 4. Acquisto della cittadinanza per beneficio di

legge  La fattispecie, regolata dall’art. 4 della legge n. 91/92, si

riferisce ad ipotesi che trovano applicazione solo in territorio italiano.

On. Elena Carnevali


 5. Cittadinanza per matrimonio con cittadino/a

italiano/a  L’acquisto della cittadinanza da parte del coniuge

straniero o apolide di cittadino italiano è disciplinato dagli artt. 5, 6, 7 e 8 della legge 91/92.

On. Elena Carnevali


 6. Acquisto per residenza  L’art. 9 della legge contempla l’istituto della concessione

della cittadinanza italiana mediante Decreto del Presidente della Repubblica, prevedendo modalità differenziate in considerazione di specifici requisiti degli aspiranti e graduando il periodo di residenza legale occorrente per legittimare la proposizione della relativa istanza.

 In via ordinaria viene richiesta una residenza legale sul

territorio dello Stato di almeno 10 anni per gli stranieri non comunitari (art. 9, lett. f), ma numerosi sono i casi per i quali il periodo di residenza occorrente è inferiore On. Elena Carnevali


 7. Concessione della cittadinanza per meriti

speciali  Il

secondo comma dell’art. 9 dispone che la cittadinanza italiana può essere concessa con Decreto del Presidente della Repubblica sentito il Consiglio di Stato e previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Interno, di concerto con il Ministro degli Affari Esteri, allo straniero che abbia reso eminenti servizi all’Italia, ovvero quando ricorra un eccezionale interesse dello Stato. On. Elena Carnevali


Spunti conclusivi  La crescente interdipendenza tra le politiche migratorie esercitate

dai singoli Stati europei ha reso evidente la necessità di un loro coordinamento a livello europeo.  È giunto forse il momento di tematizzare negli stessi termini anche la questione dell’armonizzazione a livello europeo, e della conseguente progressiva omogeneizzazione, delle politiche di attribuzione della cittadinanza nazionale.  Gli stranieri residenti in Italia sono oltre 4 milioni e 900 mila, di cui un milione sono minori e rappresentano l’8,1% della popolazione italiana. Dati evidenti che impongono una riflessione sul cambiamento epocale ed inarrestabile che sta attraversando la nostra società.  La discussione che investe la riforma della legge sulla cittadinanza è più attuale che mai e sono maturi i tempi per arrivare ad una soluzione che permetta di avvicinarci ai paesi più avanzati. On. Elena Carnevali


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