DIREZIONE GARE APPALTI LAVORI PUBBLICI INFRASTRUTTURE E STRADE SERVIZIO STRADE E PARCHEGGI
N. 0472-20 Registro N. 0003-20 Reg. Area VI.5/F0029-20
PROPOSTA DI DELIBERA DI GIUNTA
Oggetto: 'Riqualificazione strade, scalette, piazze e percorsi pedonali in Città Alta – anno 2020' (N° PTLP 2020-53 - Codice unico progetto (CUP): H17H20000050004) Approvazione del progetto definitivo. Spesa complessiva euro 400.000,00 (IVA compresa).
Premesso che:
nel programma triennale dei lavori pubblici 2020-2022, approvato nella seduta del 20 dicembre 2019 con delibera consiliare n° 0111-19 Reg. C.C. e successivamente modificato, sull’annualità 2020 è previsto l’intervento denominato “Riqualificazione strade, scalette, piazze e percorsi pedonali in Città Alta – anno 2020” (N° PTLP 2020-53 - Codice unico progetto (CUP): H17H20000050004), per una spesa complessiva pari ad euro 400.000,00 (IVA compresa);
la progettazione è stata svolta dal Dott. Ing. Arch. Marco Carrara, con studio in Grassobbio (BG) via Magellano 79/b;
l’Arch. Pierangelo Manca svolge il ruolo di responsabile unico del procedimento dell’intervento ai sensi dell’articolo 31 del D.lgs. 50/2016;
il progettista incaricato ha provveduto alla redazione della progettazione di livello definitivo, il cui quadro economico di spesa risulta così determinato: A - LAVORI A BAS E D’APP ALTO Lavori soggetti a ribasso di gara
Euro
308.000,00
oneri per la sicurezza
Euro
12.000,00
TOTALE LAVORI A BAS E D’APP ALTO
Euro
Euro
320.000,00
TOTALE SOMME A DISPOSI ZIONE
Euro
80.000,00
IMPORTO COMPLESSIVO DELL’OP ERA
Euro
400.000,00
B – SOMME A DISPOSIZIONE Spese per incentivo art. 113 del D.lgs. 50/2016
Euro
6.400, 00
I.V.A. al 10 % sui lavori
Euro
32.000,00
Euro
18.637,61
Spese tecniche sorveglianza archeologica
Euro
5.000, 00
Allacciamenti
Euro
3.000, 00
Imprevisti
Euro
14.962,39
Spese tecniche
progetto e DL (C.I.
e IVA
compres e)
l’appalto ha per oggetto la sistemazione del tratto terminale di via del Lavanderio che collega la stessa a via General Giovanni Marieni. Tale porzione di via verrà ripristinata per permettere la fruizione al transito esclusivamente pedonale;
il progetto è composto dai seguenti elaborati: relazione tecnica; relazione fotografica stato dei luoghi; disciplinare descrittivo e prestazionale degli elementi tecnici;
aggiornamento del documento contenente le prime indicazioni e disposizioni per la stesura dei piani di sicurezza; prime indicazioni di cronoprogramma; relazione illustrativa di dettaglio; computo metrico estimativo, analisi nuovi prezzi; elenco prezzi; quadro economico di progetto; tavole planimetriche. Dato atto che il progetto è stato redatto in conformità a quanto previsto dal D.lgs. 50/2016 e che il responsabile del procedimento, Arch. Pierangelo Manca, ha individuato gli elaborati che compongono il progetto di che trattasi, redatti in conformità al D.P.R. 207/10, la cui vigenza in ordine ai contenuti degli elaborati progettuali è confermata dall’articolo 216 comma 4 del D.lgs. 50/2016. Visto l’art. 183 del D.Lgs. 267/2000 Testo Unico sull’ordinamento degli enti locali, con particolare riguardo ai commi 6 e 8. Visto il citato D.lgs. 267/00 e il D.lgs. 50/2016 SI PROPONE 1. Di approvare il progetto definitivo dei lavori denominati “Riqualificazione strade, scalette, piazze e percorsi pedonali in Città Alta – anno 2020” (N° PTLP 2020-53 - Codice unico progetto (CUP): H17H20000050004), composto da tutti gli elaborati in premessa indicati, comportante una spesa complessiva di euro 400.000,00 (IVA compresa) ripartita come in premessa. 2. Di dare atto che il Dott. Arch. Pierangelo Manca ricopre la funzione di responsabile del procedimento. 3. Di dare atto che il quadro economico dell’intervento prevede una voce per funzioni incentivabili di cui all'articolo 113 del D.lgs. 50/2016. La suddetta quota di spesa viene prenotata tra quelle a disposizione e la sua effettiva spettanza, misura e liquidabilità avverrà nel rispetto del Regolamento approvato con deliberazione della Giunta comunale n° 0115 Reg. G.C. del 21.3.2019 . 4. Di prenotare la spesa di € 400.000,00 (IVA compresa) sul cap 685117 piano dei conti U.2.02.01.09.012 “Riqualificazione strade, scalette, piazze e percorsi pedonali in Città Alta – anno 2020” dando atto che la spesa complessiva relativa al progetto pari a euro 400.000,00 è finanziata mediante assunzione di mutuo passivo ed ha esigibilità coerente con il cronoprogramma dell’opera. 5. Di dare atto che, ai sensi del comma 8 dell’art. 183 del D.Lgs. n. 267/2000 e s.m.i. – TUEL, il programma dei conseguenti pagamenti dell’impegno di spesa di cui al presente provvedimento è compatibile con i relativi stanziamenti di cassa del bilancio e con le regole di finanza pubblica in materia di “pareggio di bilancio”, introdotte dai commi 707 e seguenti dell’art. 1 della Legge n. 208/2015 (c.d. Legge di stabilità 2016). 6. Di dichiarare inoltre il presente provvedimento immediatamente esecutivo, ai sensi dell’articolo 134 comma 4 del D.lgs. 267/00, per consentire l’immediata attivazione delle procedure amministrative correlate al finanziamento dell’intervento. Il Responsabile del procedimento Arch. Pierangelo Manca
L’Assessore ai Lavori Pubblici Marco Brembilla
Allegati: n° 1 copia progetto su supporto informatico + schema di deliberazione.
ELENCO ELABORATI
00
19-11-2020
Prima emissione
DE 01
MARCO CARRARA INGEGNERE | ARCHITETTO Albo degli Ingegneri di Bergamo n° A4245 Albo degli Architetti di Bergamo n° 3244
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Doc.
Cod. elab.
Rev. Oggetto elaborato ELABORATI DESCRITTIVI
RELAZIONI DESCRITTIVE 1
DE01
00
Elenco elaborati
2
DE02
00
Relazione generale illustrativa
3
DE03
00
Relazione fotografica stato dei luoghi
4
DE04
00
Disciplinare descrittivo e prestazionale degli elementi tecnici
5
DE05
00
Aggiornamento del documento contenente le prime indicazioni e disposizioni per la stesura dei piani di sicurezza
6
DE06
00
Prime indicazioni di cronoprogramma
RELAZIONI SPECIALISTICHE 7
DE07
00
Relazione illustrativa di dettaglio
ELABORATI ECONOMICI 8
DE08
00
Computo metrico estimativo, analisi nuovi prezzi
9
DE09
00
Elenco prezzi
10
DE10
00
Quadro economico di progetto ELABORATI GRAFICI
INQUADRAMENTO AREA E RILIEVI TOPOGRAFICI 11
DE11A
00
Inquadramento territoriale ed urbanistico
12
DE11B
00
Inquadramento generale - stato di fatto
13
DE11C
00
Sezioni longitudinali - profilo terreno 1
14
DE11D
00
Sezioni longitudinali - profilo terreno 2
15
DE11E
00
Sezioni longitudinali - profilo terreno 3
16
DE11F
00
Sezioni longitudinali - profili terreno 4
17
DE11G 00
Sezioni longitudinali - profili terreno 5
18
DE11H
Sezioni trasversali
00
STATO DI PROGETTO 19
DE11I
00
Progetto
20
DE11L
00
Manufatti uniti ALLEGATI
21
DE12
00
2032-DE01 Elenco elaborati_rev00.docx
Asseverazioni
Rev. 00
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RELAZIONE ILLUSTRATIVA GENERALE
00
19-11-2020
Prima emissione
DE 02
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INDICE 1.
PREMESSA................................................................................................................................. 2
2.
STATO DELL’ARTE ..................................................................................................................... 4
2.1.
Inquadramento urbano e descrittivo ....................................................................................... 4
2.2.
Analisi storica............................................................................................................................ 5
3.
ANALISI DEI LUOGHI E DEL DEGRADO .................................................................................... 14
4.
DESCRIZIONE DELLE OPERE IN PROGETTO ............................................................................. 22
4.1.
Pavimentazione in selciato ..................................................................................................... 22
4.2.
Smaltimento acque meteoriche ............................................................................................. 23
4.3.
Riempimenti pavimentazione per ripristini di quote ............................................................. 24
4.4.
Ricostruzione muretti a secco a valle ..................................................................................... 24
4.5.
Realizzazione grata viva per rinforzo pendio.......................................................................... 24
4.6.
Realizzazione corrimano ......................................................................................................... 26
4.7.
Illuminazione con segna passo ............................................................................................... 29
4.8.
Posa cartellonistica ................................................................................................................. 30
5.
CRITERI DI DIMENSIONAMENTO ............................................................................................ 31
6.
VINCOLI E INTERFERENZE ....................................................................................................... 32
6.1.
PARCO DEI COLLI .................................................................................................................... 32
6.2. D.P.R. 13 febbraio 2017 n. 31 - Regolamento recante individuazione degli interventi esclusi dall'autorizzazione paesaggistica o sottoposti a procedura autorizzatoria semplificata ................. 36 7.
MODALITA’ PER L’ESECUZIONE DELLE OPERE ........................................................................ 38
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1. PREMESSA Nella presente relazione si illustrano i contenuti del progetto esecutivo per gli interventi di “Riqualificazione strade, scalette, piazze e percorsi pedonali in Città Alta - anno 2020” affidato dal Comune di Bergamo - Direzione LL.PP. Infrastrutture, Strade, Coordinamento reti e opere idrauliche allo scrivente. Nel dettaglio dell’incarico è stato individuato come ambito d’intervento il tratto terminale di via del Lavanderio che collega la stessa a via General Giovanni Marieni. Tale porzione di via verrà ripristinata per permettere la fruizione al transito esclusivamente pedonale. La necessità d’intervento in tale zona è dovuta prevalentemente al fatto che la strada o meglio il sentiero date le caratteristiche prevalentemente naturalistiche che ne connotano la morfologia e geologia - è stato interessato recentemente da piccoli fenomeni di crolli parziali dei muri a secco e contemporaneamente si è sviluppata un’invasione abbondante del sedime del sentiero da parte della vegetazione autoctona. Ciò che ha caratterizzato la fase di progettazione è riassumibile attraverso l’analisi dei seguenti aspetti: •
caratteristiche dell’opera: essendo i luoghi di notevole rilevanza paesaggistica, la tipologia dell’opera dovrà avere il più possibile caratteristiche geometriche e materiche analoghe all’esistente senza comprometterne quindi l’identità e la riconoscibilità;
•
bisogni da soddisfare: eliminazione del pericolo generato dai crolli che si sono generati nel periodo appena trascorso e ri-funzionalizzazione del sentiero naturalistico senza stravolgere la sua natura;
•
obiettivi dell’intervento: riapertura al transito pedonale attraverso la messa in sicurezza delle zone che sono state oggetto di crolli e/o dissesti. Contemporaneamente si procederà all’uniformità della pavimentazione (ad oggi in parte costituita da acciottolato ed in parte da calcestre) attraverso la posa di nuovo selciato laddove oggi non è presente e con la contestuale rimozione di elementi superflui e aggiunti negli anni senza coerenza con il contesto. Inoltre si provvederà all’inserimento di sistemi di raccolta delle acque meteoriche (utili all’intercettazione dei fenomeni di “ruscellamento” che caratterizzano la zona alta del sentiero in prossimità di via General Marieni) con il relativo recapito delle
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stesse nella fognatura esistente. E’ anche prevista la predisposizione della linea di pubblica illuminazione.
Le opere individuate a ripristinare le condizioni di sicurezza e percorribilità di tale tratto sentieristico sono riassunte nel presente documento e verranno appaltate - dopo l’ottenimento dei pareri da parte degli Enti Preposti - con le procedure previste dalle norme e dai regolamenti per i lavori pubblici.
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2. STATO DELL’ARTE Considerati i luoghi d’intervento ad alto valore paesaggistico e vedutistico, il lavoro di manutenzione e ripristino del sentiero è iniziato da un’analisi dello stato di fatto esistente basatosi su di un rilievo fotografico in situ e da un rilievo digitale tramite laser-scanner con relativa restituzione grafica. Questi accorgimenti hanno consentito di avere un quadro complessivo delle problematiche e dei dissesti presenti nelle varie porzioni del sentiero.
2.1. Inquadramento urbano e descrittivo Il percorso terminale di via del Lavanderio risulta essere - a differenza del tratto della stessa via ma precedente al finale - a forte carattere naturalistico. A tal proposito si segnala che la pavimentazione risulta essere in prevalenza in calcestre, ad eccezione del tratto finale verso via General Marieni il quale risulta avere un acciottolato posato a secco su sabbia/terra. Questa differenza di pavimentazione è probabilmente dettata dal fatto che all’epoca di posa della pavimentazione in selciato non si avevano fondi a sufficienza per poter ricoprire l’intero percorso di selciato con la conseguente interruzione di quella tipologia a favore di una più “semplice ed economica” pavimentazione in calcestre. La lunghezza del tratto oggetto d’intervento è pari a circa 270 m mentre la larghezza va da un minimo di 1 metro ad un massimo di 4 metri. Il dislivello tra le due estermità del sentiero oggetto d’intervento risulta essere pari a 12,75 m (via del Lavanderio +350,710 m.s.l.m. e via General Marieni +363,455 m.s.l.m.): il sentiero presenta tuttavia un punto avente quota altimetrica più bassa rispetto ai precedenti punti indicati e più precisamente tale punto risulta avere una quota d’altitudine pari a +341,124 m s.l.m.: da ciò ne consegue che il dislivello - in termini assoluti - riferito al tratto oggetto d’intervento risulta essere in realtà pari a 22,33 m. Buona parte del tratto di sentiero presenta verso valle un muretto a secco la cui sommità appare in gran parte crollata e - ancor peggio - in alcuni punti lo stesso manufatto risulta completamente franato/crollato. Questo fenomeno di degrado è facilmente riconducibile ad una scarsa manutenzione dei luoghi che hanno causato un deterioramento dei manufatti. Tutto il tratto di sentiero è inoltre caratterizzato dalla presenza di un muro verso monte
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(di proprietà private riconducibili ai singoli appezzamenti di terreno per i quali funge da recinzione) costituito da pietre sbozzate locali e posate con varie metodologie (a secco, con giunti stilati di malta, inglobate in getti di cls) a sostegno del terreno a monte. Tale muro presenta in numerosi punti importanti e pericolosi fenomeni di “spanciamento” verso valle dovuto a vari fenomeni: •
presenza sulla sua sommità (o in zone prossime alla sommità) di piante e arbusti aventi fusti dai diametri importanti e conseguenti radici di età vetusta che causano lo smottamento dei conci del muro stesso;
•
presenza di importanti quantitativi di terreno in sommità dei muri stessi con conseguente spinta sul paramento murario non adatto a sopportare tali carichi (maggiorati nei periodi di forte piovosità);
•
presenza di murature non a secco e aventi giunti tra i conci sigillati con male e/o interamente costituiti da elementi in cls con conseguente aumento della spinta dell’acqua nelle giornate piovose e aggravio dei carichi agenti sul paramento.
In alcuni punti del sentiero risultano peraltro già crollate porzioni importanti di paramento murario di cui sopra descritto con il conseguente riversamento di terreno e materiale organico sul sentiero di proprietà pubblica. Si segnala inoltre la presenza alla base del muro a monte la presenza di numerosi (e talvolta importanti) depositi di terreno che comportano la restrizione della sezione utile di passaggio del sentiero stesso. La sistemazione di tali porzioni è già stata richiesta più volte da parte dell’Amministrazione Comunale e dei suoi uffici preposti direttamente ai singoli proprietari delle porzioni stesse di muro che presentano problematiche statiche. Non sarà tuttavia oggetto di questi lavori la sistemazione di tali murature.
2.2. Analisi storica Il nome “Lavanderio” deriva dal lavatoio, posto in una ampia zona di campi coltivati, dove le donne si recavano a lavare i panni. Partendo dal Monastero di Astino si percorre il sentiero acciottolato che sale verso via Sudorno. Arrivati al lavatoio si gira a sinistra e si affronta la ripida stradina, affiancata dalle vecchie cascine di Lavanderio. Proseguendo per la via si sale tra campi ed orti fino ad incrociare la via generale Marieni, prosecuzione di via Torni, che porta al Pascolo dei Tedeschi. Di seguito alcune fotografie che evidenziano i vari scorci tipici della
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zona (per il rilievo fotografico puntuale dell’intero tratto oggetto d’intervento si faccia riferimento all’elaborato allegato denominato “Relazione fotografica”. VIA LAVANDERIO 16
Figura 1: tratto "finale" pavimentato della via del Lavanderio
VIA LAVANDERIO 17
Figura 2: vista monastero di Astino dalla via del Lavanderio
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VIA LAVANDERIO 18
Figura 3: Scorcio dei palazzi di Milano visibili da via del Lavanderio
VIA LAVANDERIO 19
Figura 4: tratto in cui via del Lavanderio inizia a diventare sentiero sterrato (oggetto del presente intervento)
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VIA LAVANDERIO 20
Figura 5: tratto finale di via del Lavanderio in cui è presente l'acciottolato
VIA LAVANDERIO 21
Figura 6: intersezione tra via del Lavanderio e via General Marieni
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VIA LAVANDERIO 22 ANDERIVIA LAVANDERIO 24VIA LAVANDERIO 25
Figura 7: veduta da via del Lavanderio
VIA LAVANDERIO 26 VIA LAVANDERIO 27
Figura 8: veduta da via del Lavanderio
VIA LAVANDERIO 28 LAVANDERIO 2
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IA LAVANDERIO 30 MAPPA SCALETTE DI BERGAMO
Figura 9: scorcio del Monastero di Astino
VIA LAVANDERIO 1
Figura 10: tratto pavimentato di via del Lavanderio (non oggetto del presente intervento)
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VIA LAVANDERIO 2IA LAVANDERIO 3 VIA LAVANDERIO 4
Figura 11: flora e fauna della valle d'Astino
VIA LAVANDERIO 5
Figura 12: fontana del Lavanderio nel tratto iniziale della via
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VIA LAVANDERIO 6
Figura 13: tratto pavimentato di via del Lavanderio (non oggetto del presente intervento)
VIA LAVANDERIO 7
Figura 14: tratto pavimentato di via del Lavanderio (non oggetto del presente intervento)
VIA LAVANDERIO 8
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VIA LAVANDERIO 9
Figura 15: palazzo storico su via del Lavanderio
VIA LAVANDERIO 10 VIA LAVANDERIO 11
Figura 16: tratto pavimentato di via del Lavanderio (non oggetto del presente intervento)
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3. ANALISI DEI LUOGHI E DEL DEGRADO Facendo riferimento all’elaborato grafico che descrive in maniera più esaustiva l’analisi dei luoghi, si descrivono qui brevemente i caratteri principali riscontrati (da via del Lavanderio verso via General Marieni). Il tratto iniziale oggetto d’intervento presenta un primo dislivello (in discesa rispetto al senso di percorrenza) con lunghezza pari a circa una decina di metri e pari a circa 2 metri (di dislivello in termini relativi). A seguire il sentiero rimane sostanzialmente con tratto “pianeggiante” per i successivi 130 metri. Tutto questo tratto di sentiero è caratterizzato dalla presenza di un muretto a valle realizzato a secco (visibile nella foto sottostante) la cui parte sommitale risulta fortemente danneggiata ed in un punto addirittura crollata. Tale muretto ha la funzione di realizzare la controspinta utile al sostegno del sentiero che lo sovrasta che ad oggi ha pavimentazione in calcestre. La larghezza del sentiero in questo tratto è variabile da un minimo di 1,20 m ad un massimo di 2,50 m. E’ da sottolineare come in diversi punti di questo tratto di sentiero il muro a monte (di proprietà privata) presenta numerosi problemi di natura statica (in particolare fenomeni importanti e pericolosi di “fuori piombo”). La sistemazione di tali porzioni pericolanti è a carico dei rispettivi proprietari privati.
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Proseguendo lungo il percorso, l’altimetria tende a riabbassarsi per circa 5-6 m di dislivello e contemporaneamente lo sviluppo longitudinale del sentiero presenta un paio di cambi di direzione. In tale tratto la larghezza del sentiero si allarga fino ad arrivare a cica 3,50 m. Il fondo presenta sempre caratteristiche a calcestre ed è sempre presente - verso valle - un muretto a secco con la sommità mancante e/o crollata. Pag. 15 di 38
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Proseguendo il sentiero inizia ad aumentare la pendenza per arrivare su via General Marieni a quota + 363,45 m.s.l.m. con tratti ripidi. In tale zona sono presenti i primi elementi di selciato (visibili posati in maniera molto distante e disordinata l’uno dall’altro) e i primi elementi antropici quali piccoli gradini in cls e tratti di tubazioni ricoperti in cls. Sempre in questo tratto è presente infatti una rete di smaltimento delle acque meteoriche caratterizzata dalla presenza di una caditoia collegata ad un pozzetto il quale scarica l’acqua reflua direttamente nella piccola valletta naturale presente.
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Il tratto finale (in arrivo verso via General Marieni) è poi caratterizzato dalla presenza verso valle di una recinzione costituita da una rete metallica a maglie romboidali installata su
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montanti a T in acciaio a loro volta inglobati in un cordolo in c.a.: tale manufatto in cls risulta in parte ammalorato e presenta fenomeni locali di “ribaltamento” verso valle. La recinzione appare infatti in qualche punto “ruotata” verso valle per via dei fenomeni di ruscellamento che coinvolgono tale zona del sentiero (accentuati dalla pendenza importante del percorso) e che in mancanza di opportuno drenaggio trova “sfogo” naturale verso valle andando ad influire sulle capacità di stabilità e portanza del cordolo stesso. E’ da segnalare infine come questa parte finale del percorso sia - dal punto di vista della pavimentazione - diviso sostanzialmente in due macro zone: una prima parte con selciato in cattivo stato ed una seconda parte avente selciato in buone caratteristiche (la parte finale del sentiero).
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4. DESCRIZIONE DELLE OPERE IN PROGETTO Il progetto prevede un intervento di tipo conservativo con l’obiettivo principale di consolidare e stabilizzare i tratti di sentiero ammalorati sia intervenendo sui muretti a secco verso valle sia sul ripristino della pavimentazione. Inoltre si provvederà a dotare il camminamento di opportuno corrimano verso valle e rete d’illuminazione pubblica cercando di rendere l’intervento il meno impattante possibile in termini estetici. In termini di smaltimento delle acque meteoriche, per quanto riguarda il tratto verso via General Marieni (essendo un tratto con dislivello notevole), saranno previste griglie di raccolta dell’acqua piovana da convogliare nella rete di drenaggio esistente; per la restante parte del sentiero, trattandosi di pavimentazione pressoché pianeggiante, non verranno fatte opere di smaltimento acque meteoriche in quanto la geometria e natura degli elementi presenti in loco favoriranno il naturale smaltimento delle acque.
4.1. Pavimentazione in selciato Si procederà alla sistemazione della parte di selciato ammalorata attraverso le seguenti operazioni: •
Rimozione dei singoli elementi deteriorati e o posizionati in maniera scorretta;
•
Riposizionamento degli stessi dopo essere stati sottoposti ad un’azione di pulitura. Le eventuali mancanze verranno integrate con nuovo materiale di identica tipologia (in via preferenziale si provvederà all’utilizzo degli elementi recuperati dalla porzione di pavimentazione attualmente in cattivo stato per garantire l’originalità dei pezzi);
•
Ri-intasatura degli elementi con sabbia e cemento su letto di sabbia/terra (come esistente);
•
Sistemazione della parte laterale del sentiero dove è già presente la cunetta per il convogliamento delle acque meteoriche attraverso il riposizionamento degli elementi di acciottolato su letto di materiale misto cementato e contestuale sistemazione del cordolo in cls ammalorato;
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Le operazioni di cui in precedenza verranno effettuate anche sulla porzione di pavimentazione in cattivo stato attraverso la conservazione degli elementi esistenti (previa verifica della correttezza di posa allo stato di fatto) e - laddove sia necessaria - l’eventuale integrazione con posa di nuovi elementi aventi caratteristiche identiche a quelli esistenti. La posa/sistemazione di tale porzioni di selciato dovrà avvenire sotto stretta sorveglianza della Direzione Lavori.
4.2. Smaltimento acque meteoriche Data la presenza di un’importante dislivello con conseguenti problemi di “ruscellamento” nei periodi di pioggia intensa che causano il dilavamento degli intasamenti degli elementi di acciottolato con conseguente trasporto del materiale dilavato verso valle, verranno inseriti nel tratto di acciottolato delle caditoie trasversali rispetto allo sviluppo longitudinale del sentiero. In tal modo si faciliterà l’intercettazione dei fenomeni di “ruscellamento” con il corretto loro convogliamento attraverso tubazioni in PVC nella rete di smaltimento acque meteoriche già esistente. Le operazioni utili alla creazione della nuova rete di smaltimento delle acque meteoriche saranno caratterizzate dalle seguenti operazioni: •
Rimozione puntuale degli elementi di acciottolato per facilitare la posa della caditoia da posare in senso longitudinale allo sviluppo del sentiero;
•
Scavo a sezione ristretta per posa canaletta;
•
Posa canaletta in cemento prefabbricato (sezione 23x12) con griglia in ferro zincato antitacco (ispezionabile);
•
Scavo a sezione ristretta per posa tubazione scarico canaletta;
•
Posa in opera di tubazione in PVC SN4 per fognature posato su letto di malta e avente diametro esterno 200 mm. Il tubo verrà poi ricoperto con malta e superiormente dovrà essere ripristinata la pavimentazione in acciottolato su letto di sabbia;
•
Convogliamento delle tubazioni nel pozzetto finale esistente.
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4.3. Riempimenti pavimentazione per ripristini di quote Nella zona in cui allo stato di fatto è visibile la tubazione dello scarico delle acque meteoriche (ed analogamente nelle zone in cui sono presenti i 2 dislivelli costituiti da superfetazioni in cls) si provvederà alla messa in opera di materiale compatto (misto sabbiacemento) per eliminare il dislivello esistente e raccordare in maniera naturale le diverse quote ad oggi esistenti.
4.4. Ricostruzione muretti a secco a valle Laddove presenti i muretti a secco, data la loro conformazione attuale che presenta fenomeni di crollo parziale della sommità o - in alcune zone - di crollo dell’intera porzione di muratura, si prescrive il ripristino degli stessi per riconfigurare l’elemento utile al sostegno del sentiero stesso. Il ripristino dei muretti stessi varierà per un’altezza che va da un minimo di 50 cm ad un massimo di 90 cm. Si prescrive che - data la necessità di ripristinare A SECCO i muretti - la manovalanza che dovrà essere utilizzata per tale operazione ricostruttiva dovrà essere ampiamente esperta in materia, al fine di evitare cattive ricostruzioni del paramento murario che ne pregiudicherebbero nell’immediato una corretta funzionalità. Le pietre che dovranno essere utilizzate per i ripristini/ricostruzioni dovranno essere identiche a quelle esistenti e dovranno avere dimensioni adatte alla corretta posa in opera (come prescritto dalle linee guida in materia di muretti a secco). In ogni caso, viene prescritta anche la manutenzione di tutti i muretti (verso valle) esistenti attraverso le operazioni di: •
individuazione di eventuali smottamenti degli elementi lapidei e loro riposizionamento in posizione corretta;
•
Individuazione di “linee di frattura” tra elementi lapidei contigui e loro riposizionamento corretto.
A tal fine si prescrive l’attuazione di quanto contenuto nella relazione di dettaglio allegata.
4.5. Realizzazione grata viva per rinforzo pendio Relativamente ad una porzione del versante a valle si renderà necessaria la realizzazione di una “grata viva” con talee e/o piantine per il rinforzo del pendio. Più precisamente tale
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accorgimento si rende necessario laddove è presente la tubazione di scarico delle acque meteoriche nella valletta naturale. Infatti in tale zona è presente un doppio pericolo: •
assenza di muretto verso valle che sorregga il percorso pedonale calcestre;
•
presenza di acqua superficiale che in caso di abbondanti pioggie rischia di “dilavare” il versante con conseguente aumento del fenomeno di smottamento della porzione di terreno e successivo smottamento del sentiero.
La tecnica della grata viva con talee e/o con piantine è una tipologia d'intervento più complessa rispetto ad altri sistemi d'ingegneria naturalistica, ma molto efficace negli interventi di sistemazione, stabilizzazione e rinverdimento di versanti e di scarpate anche con elevata acclività. Questo sistema garantisce, al tempo stesso, un'efficace azione di sostegno ed una protezione dall'erosione superficiale. Attraverso l’intervento di applicazione di un “rinforzo naturale” del terreno si prevengono tali rischi. In particolare le operazioni che stanno alla base di una perfetta riuscita di tale accorgimento tecnico consistono in: •
esecuzione scavo di una piccola trincea sul terreno stabile in modo da formare la base d’appoggio della grata;
•
posa di pali ortogonali alla pendenza del versante da armare in modo da creare una base di appoggio;
•
posa di reticolo a maglie reticolari (passo 100 cm) creato con tondi di legno vivo (diametro Ø15-25 cm) parallelamente alla pendenza del versante. Gli elementi orizzontali sono fissati con chiodi o altro agli elementi verticali;
•
fissaggio della struttura di cui sopra al substrato da consolidare mediante infissione di picchetti di legno lunghi 1 metro circa;
•
riempimento dei riquadri con materiale inerte e terreno vegetale e successiva messa a dimora di talee, ramaglia disposta a strati e/o piantine radicate di specie pioniere, con l’eventuale supporto di rete metallica elettrosaldata per il contenimento del terreno fine;
•
Inerbimento della superficie esterna della struttura per una migliore resistenza all’erosione.
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4.6. Realizzazione corrimano Per tutta la lunghezza del percorso (nel tratto dove non è presente verso valle la rete a maglie romboidali infissa su pali in acciaio o altra protezione esistente) verrà predisposta l’installazione di un corrimano costituito da montanti (passo 2 metri) in profilo IPE100 Cor-Ten aventi altezza dal piano di calpestio pari a circa 110 cm. Orizzontalmente ai montanti verranno tesi 3 cavi d’acciaio inox (Ø6 mm) intervallati ogni 4 montanti da idonei tenditori (per garantire nel tempo la corretta tesatura dei cavi in seguito alla loro normale usura). Inferiormente il corrimano verrà dotato di “ferma-passo” naturale dato dalla conformazione sommitale dei muretti a secco: infatti nella loro ricostruzione in elevazione si procederà a posare l’ultimo corso di elementi lapidei avendo cura di “sovrastare” per circa 1015 cm la quota naturale del sentiero. Per il dettaglio tecnico di tale particolare si faccia
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riferimento alla tavola grafica allegata. Relativamente alla normativa vigente in materia di parapetti-corrimani, si è fatto riferimento al Regolamento Edilizio del Comune di Bergamo che all’art. 2 è esplicata la casistica di non applicabilità ad interventi di tipo conservativo su edifici preesistenti. Il dimensionamento e quindi la geometria del corrimano sono stati quindi esclusi dalla verifica con il Regolamento Edilizio. Si riporta per comodità l’estratto di tale articolo:
Art. 2 Casi di non applicabilità delle norme del presente regolamento Per gli interventi edilizi di tipo conservativo da effettuare su edifici preesistenti, le norme contenute nel Titolo III del presente regolamento non sono vincolanti quando l’intervento comporti un sostanziale miglioramento della situazione igienica preesistente, sempre che sia dimostrata, con specifica relazione asseverata del progettista, l’impossibilità tecnica di effettuare l’intervento previsto in conformità alla norma. In questi casi, quindi sulla possibilità di non applicare la norma regolamentare, perché comunque risultano in generale verificate le condizioni igienico-sanitarie, può pronunciarsi con proprio parere l’Azienda Territoriale Sanitaria (A.T.S). Sono comunque fatte salve le norme relative alle distanze dai confini, alle distanze tra edifici, all’altezza dell’edificio ed all’individuazione del caposaldo altimetrico, secondo le modalità previste nei rispettivi articoli, nonché le norme sulle distanze dalle canne fumarie previste dal presente Regolamento.
La geometria dell’intero corrimano nel suo insieme permetterà di inserirsi in maniera armoniosa nel contesto naturalistico in cui ci si trova ad operare. Infatti alla base di questa resa architettonica “minimale” vi è l’idea di non stravolgere lo stato dei luoghi (allo stato di fatto non è infatti presente alcun parapetto) ma al contempo di offrire ai potenziali fruitori del percorso naturalistico di un accessorio che segni e delimiti la larghezza del sentiero. Per il dimensionamento e la verifica strutturale degli elementi verticali si faccia riferimento alla relazione di dettaglio allegata. La fase realizzativa del corrimano è riassumibile nelle seguenti operazioni: •
Scavo con carotaggio (Ø12-15 cm) nella parte retrostante del muretto a secco per una profondità di 50 cm;
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•
Inserimento di porzione di tubazione in PVC (Ø120) come “tubo-camicia”;
•
Reinterro dello scavo laterale con materiale grossolano al fine di ripristinare la parte drenante del muretto a secco;
•
Getto di cls C25/30 nel tubo-camicia e contemporaneo inserimento del montante verticale (IPE100 S275J) con finitura COR-TEN e lunghezza fuori terra pari a 110 cm. Tale profilo metallico presenterà già prima della posa i 3 fori sull’anima utili a far passare i successivi cavetti in inox e sulla sua sommità una piastra (sp 8 mm) sempre in acciaio COR-TEN saldata al montante e utile ad evitare pericoli ad eventuali contatti degli spigoli vivi del montante da parte degli utenti del sentiero;
•
Inserimento cavetti inox e loro fissaggio al tenditore ogni 4 montanti.
Di seguito il foto-inserimento del corrimano con la contestuale ricostruzione del muro a secco posto a valle.
Figura 17: situazione PRE intervento
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Figura 18: simulazione POST intervento
4.7. Illuminazione con segna passo La volontà che ha portato alla progettazione e realizzazione del corrimano è stata anche caratterizzata dall’idea di dotare d’illuminazione artificiale il percorso stesso (fino ad oggi privo di tale dotazione). Anche in questo caso - analogamente alla progettazione del corrimano - si è voluto intervenire in maniera il più semplice possibile e apportando con tale innovazione il minor impatto visivo possibile sullo stato dei luoghi esistenti. Per tale motivo il sistema d’illuminazione previsto è costituito da dei corpi illuminanti che illuminano il sedime del sentiero con luce segna-passo. E’ previsto l’inserimento di un corpo ad incasso ad ogni montante del corrimano e a lavori finiti risulteranno pressoché invisibili agli occhi di un osservatore che si dovesse trovare a guardare la via del Lavanderio dal pendio (zona Astino) verso l’alto della collina. Di fatti ogni montante verrà affiancato da un piccolo manufatto accessorio in cls (delle dimensioni ridotte) che avrà sulla sua faccia verticale esposta verso l’interno del percorso pedonale uno scasso utile all’alloggio del futuro corpo illuminante. I singoli manufatti saranno poi collegati gli uni agli altri attraverso la posa di corrugato interrato per il loro futuro allacciamento e collegamento al quadro elettrico di alimentazione generale. Ogni 5 montanti del corrimano verrà poi realizzato
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un pozzetto d’ispezione (30x30 cm) con chiusino in cls vibrato e utile all’inserimento di trasformatori per i faretti ad incasso ed eventuali picchetti di messa a terra. Il manufatto in cls appena descritto verrà anche realizzato lungo il tratto di sentiero che presenta verso valle la rete a maglie romboidali. I sistemi d’illuminazione verranno collegati alla pubblica illuminazione esistente.
4.8. Posa cartellonistica Data la tipologia di percorso naturalistico e l’intenzione del progettista di non stravolgere tale funzione, a fronte degli interventi minimalisti di prevenzione dei rischi nei confronti di eventuali utenti pedonali che percorrano tale sentiero si è pensato di posizionare - a fini di ulteriore preventivazione in termini di sicurezza - alle estremità del sentiero la cartellonistica (simile a quella nell’immagine sotto) che avvisi i fruitori del sentiero alla sua percorrenza con cautela.
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5. CRITERI DI DIMENSIONAMENTO Per il progetto delle opere strutturali, in particolare per il corrimano di sostegno, si è fatto riferimento specifico alla normativa tecnica in vigore e precisamente: - Norme Tecniche per le Costruzioni 2018 (D.M. 17 Gennaio 2018) e relativa Circolare. Per le verifiche dell’elemento si faccia riferimento all’Allegato di dettaglio.
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6. VINCOLI E INTERFERENZE In riferimento ai vincoli presenti e relativi al sito d’intervento si può fare riferimento agli estratti degli strumenti di pianificazione urbanistica inseriti negli elaborati grafici di progetto. In particolare si fa riferimento ai vincoli di natura naturalistico-paesaggistico contemplati sia nel PGT del Comune di Bergamo che nelle cartografie proprie del Parco dei Colli. L’iter burocratico per l’ottenimento degli idonei permessi verrà ottemperato dal sottoscritto attraverso le richieste inoltrate sia al Parco Dei Colli di Bergamo che alla Sovrintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici con l’istanza per l’Autorizzazione Paesaggistica nella forma semplificata (data la natura dell’intervento come meglio specificato più avanti). Si evidenzia come l’area oggetto d’intervento rientra nella zona di “Vincolo ambientale” ai sensi del D. Lgs 42/2004 in quanto territorio interessato dalla tutela paesaggistica (bellezze d’insieme) con D.M. 04-07-1966 - zona della Valle d’Astino; l’intera area oggetto d’intervento rientra inoltre nell’ambito del “Parco dei Colli di Bergamo”. Pertanto l’intervento è assoggettato a tutela paesaggistica ai sensi dell’art. 136 del D. Lgs 42/04.
6.1. PARCO DEI COLLI L’intervento è localizzato in area “Zona C2 (tavole PTC vigenti): zona ad alto valore paesistico”. Si riporta l’estratto di tale articolo, ai fini di sottolineare la coerenza del progetto a tali dettami. [omissis] 16.1 Norme generali di zona 1. Le aree comprese in questa zona sono destinate alla conservazione ed al ripristino del paesaggio dei colli di Bergamo, nei suoi valori complessivi tradizionali, sono caratterizzate da terreni coltivati o comunque già adibiti ad uso agricolo sui versanti collinari, con particolari caratteristiche paesaggistiche dovute ai terrazzamenti naturali (ciglioni) o artificiali (muri di pietra a secco) da conservare. Tali aree sono inoltre caratterizzate dalla presenza di edifici rurali (cascine) o di particolari edifici ed opere monumentali (mura, castelli, conventi, chiese, fontane, parchi, giardini, torri, cappelle, portali, roccoli, percorsi a scaletta, acciottolati, ecc.) e di centri o nuclei di antica formazione. 2. Gli interventi devono tendere alla tutela, al ripristino, alla valorizzazione delle
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potenzialità paesistiche complessive presenti, nonché alla prevenzione degli effetti nocivi di origine antropica, in funzione educativa, culturale e ricreativa. 3. Nelle aree in cui è svolta attività agricola, la stessa costituisce destinazione funzionale principale. 4. Gli interventi colturali sui boschi, i tagli e gli abbattimenti di piante in filari e le utilizzazioni forestali sono regolati dalla normativa e dal Piano di Indirizzo Forestale vigenti. 5. Gli interventi consentiti sono quelli relativi a: a. il consolidamento del suolo e la sistemazione dei ciglioni e terrazzamenti; b. la realizzazione degli accessi carrai agli edifici esistenti che ne siano privi; c. la realizzazione di autorimesse interrate funzionali alla residenza; d. le opere connesse all'esercizio dell'attività agricola che non alterino la morfologia e la stabilità del suolo; e. l'ampliamento degli edifici fino al 20% del volume esistente. f. negli edifici esistenti sono consentiti interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro conservativo, adeguamento igienico statico e tecnologico, ristrutturazione edilizia di cui all'art 27 lettere a, b, c, d della l.r. 12/05, che non prevedano modificazioni della giacitura (collocazione sul terreno dell’immobile oggetto di ristrutturazione la cui linea perimetrale sul piano orizzontale è definita inviluppo). 6. Gli strumenti urbanistici generali comunali indicheranno la destinazione d'uso compatibile degli edifici e ne disciplineranno gli eventuali mutamenti. 7. Ogni intervento edilizio, quando ammesso, deve essere effettuato nel rispetto dei caratteri architettonici degli edifici oggetto dell'intervento, della preesistente edilizia rurale e dell'ambiente del Parco, sia nella scelta delle soluzioni tipologiche e morfologiche, che nella scelta dei materiali da costruzione. 8. Nelle zone C2 sono vietati i seguenti interventi: a. realizzare opere edilizie e manufatti di qualsiasi genere con le eccezioni di cui al comma 5; b. costruire strade, ad eccezione di quanto previsto al comma 5. lett. b), e realizzare linee di trasporto pubblico non convenzionale; c. impiantare colture industriali di specie arboree a rapido accrescimento;
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d. sbancare o modificare terrazzamenti, fatti salvi gli interventi di cui al precedente comma 5; e. realizzare discariche di rifiuti, nonché costituire depositi di materiali, salvo quelli preordinati all'esercizio dell'attività agricola, anche a carattere provvisorio, ivi compresi i depositi di autovetture destinate alla demolizione; f. captare, deviare o occultare acque e risorgive, salvo opere necessarie alla conduzione dell’azienda agricola.
9. È fatto obbligo altresì di salvaguardare i principali elementi orografici o paesistici di cui al comma 1 e di provvedere alla loro ricostruzione secondo progetti di interventi esecutivi. 10. Le recinzioni sono ammesse solo per esigenze di sicurezza e di tutela delle attività economiche dei complessi produttivi e tecnologici esistenti, nonché quelle inerenti lo stretto ambito di pertinenza delle costruzioni. E’ comunque vietata la realizzazione di recinzioni cieche e di tutte le tipologie che impediscano la vista, la trasparenza ed il passaggio della piccola fauna. 11. Per garantire la stabilità dei versanti è consentito il risanamento di muri di pietra a secco o la costruzione di nuovi muri di pietra purché siano realizzati secondo le indicazioni fornite dal Parco. [omissis] Art. 22 - Percorsi e itinerari 1. Rete dei tracciati principale e secondario. Il sistema delle percorrenze del territorio del Parco, che ne garantiscono l’effettiva fruibilità, sono stati classificati secondo l’importanza della loro funzione territoriale; questa reinterpretazione, ha permesso di individuare due reti di tracciati, una principale e l’altra secondaria, che si intersecano tra loro svolgendo un ruolo di complementarietà. Il Parco dovrà promuovere la realizzazione della rete principale attraverso il coordinamento dei progetti attuativi e il finanziamento per la costruzione, mentre la rete secondaria è lasciata all’iniziativa dei singoli comuni. 1.1 I tre percorsi ciclopedonali principali sono identificati nella tavola di PTC e si estendono su tutto il territorio del Parco Regionale dei Colli attraversando per tratti le
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aree interessate dal Parco Naturale. Il loro tracciato è indicativo e utilizza tracciati esistenti, che dovranno essere ristrutturati, e tracciati da realizzare ex novo, per cui in fase di progettazione esecutiva saranno studiate le soluzioni più idonee. Il tracciato della pista ciclopedonale di costa, da Villa d’Almè a Ranica, potrà avere anche la funzione di strada di servizio dei mezzi del Parco per lo svolgimento di tutte le attività di manutenzione, controllo e prevenzione antincendio delle aree boscate del Canto Alto. I tracciati principali che compongono la rete sono: a. percorso ciclopedonale di costa da Bruntino di Villa D’Almè alla Bergamina di Ranica che si sviluppa nella parte alta del sistema collinare del Canto Alto b. percorso ciclopedonale ai piedi del colle di Bergamo che si sviluppa lungo il Morla, Valmarina, il Quisa, Sombrero, Fontana, Astino c. percorso ciclopedonale di collegamento tra il percorso di costa del sistema del Canto Alto e quello ai piedi del colle di Bergamo, passando per la Ramera di Ponteranica. d. percorso pedonale di crinale del sistema collinare del Canto Alto, che percorre tutta la dorsale che delimita a nord il Parco, ha origine dal monte Bastia di Villa D’Almè, intercetta tutte le emergenze presenti sino alla vetta del Canto Alto, per discendere verso il colle della Maresana e il colle di Ranica. e. percorso pedonale di crinale del colle di Bergamo, percorre la seconda dorsale che caratterizza il Parco dei Colli di Bergamo, ha origine al santuario della Madonna di Sombrero, segue i tracciati di origine pre-romana, sino al sistema dei piccoli colli che definisce il luogo urbano di Città Alta. Lungo il crinale si staccano altri percorsi che seguono i crinali laterali che scendono verso Mozzo, la Ramera e S. Matteo della Benaglia. 1.2 La rete dei tracciati secondari è costituita dai percorsi a scala comunale che si diramano dalla rete principale. I tracciati che compongono la rete dei tracciati secondari sono: a. i sentieri pedonali da valorizzare b. percorsi di avvicinamento a Città Alta c. percorsi attrezzati d. percorsi didattici I percorsi indicati dal Piano per la fruibilità interna del Parco potranno, in sede di
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formazione ed adeguamento di strumenti urbanistici o in sede di progetto esecutivo, essere modificati limitatamente a piccoli tratti, in relazione allo stato delle proprietà o alla morfologia dei luoghi, nonché integrati con altri percorsi utili alla fruizione del Parco. Il Parco procederà periodicamente ad aggiornare il sistema dei percorsi in base alle variazioni proposte dai Comuni o da esso stesso autonomamente decisi, pubblicandoli sul sito del Parco. 2. I percorsi di crinale del Canto Alto e del Colle di Bergamo Sono identificati nella tavola 2, hanno un utilizzo pedonale e riprendono sentieri esistenti, per cui deve essere predisposto un progetto complessivo di valorizzazione del tracciato, che preveda la sistemazione della pavimentazione del sedime, la predisposizione di aree di sosta opportunamente previste nei punti di maggiore pregio naturalistico, attrezzate con servizi, in modo da favorire l’utilizzo di questi percorsi anche in alternativa a quelli maggiormente utilizzati di Città Alta. 3. La rete dei percorsi da valorizzare. È destinata a consentire la massima possibile fruizione pedonale del Parco, compatibilmente con le esigenze di limitazione degli accessi per la conservazione di habitat di particolare sensibilità, senza interferenze col traffico motorizzato, ciclistico od equestre, salvo che nei casi espressamente consentiti dal Parco. 4. I percorsi pedonali di avvicinamento a Città Alta. Tali percorsi, identificati nella tavola di Piano, svolgono un ruolo particolare ai fini di una corretta comprensione della strutturazione storica della Città e dei suoi rapporti col paesaggio; speciale rilevanza assumono pertanto gli interventi di restauro dei manufatti storici su cui insistono (in particolare delle pavimentazioni e degli arredi stradali in pietra, anche con eventuali completamenti per le parti mancanti) e la predisposizione di supporti informativi nei punti strategici di osservazione. Valgono inoltre, in quanto applicabili, le indicazioni di cui ai punti precedenti.
6.2. D.P.R. 13 febbraio 2017 n. 31 - Regolamento recante individuazione degli interventi esclusi dall'autorizzazione paesaggistica o sottoposti a procedura autorizzatoria semplificata Secondo il D.P.R. 31 del 13-07-2017, la tipologia d’intervento relativa alla manutenzione
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straordinaria delle pavimentazioni (in acciottolato/selciato e calcestre) esistenti con il ripristino dei caratteri tipologici e materici originari rientra tra quelle contemplate all’Allegato A:
A.10. opere di manutenzione e adeguamento degli spazi esterni, pubblici o privati, relative a manufatti esistenti, quali marciapiedi, banchine stradali, aiuole, componenti di arredo urbano, purché eseguite nel rispetto delle caratteristiche morfo-tipologiche, dei materiali e delle finiture preesistenti, e dei caratteri tipici del contesto locale; A tal riguardo l’intervento è escluso dalla procedura paesaggistica.
Sempre secondo il D.P.R. 31 del 13-07-2017, la tipologia d’intervento relativa alla sistemazione dei muri a secco (con la realizzazione del corrimano e del sistema d’illuminazione segna-passo) rientra tra quelle contemplate all’Allegato B: B.21. realizzazione di cancelli, recinzioni, muri di cinta o di contenimento del terreno, inserimento di elementi antintrusione sui cancelli, le recinzioni e sui muri di cinta, interventi di manutenzione, sostituzione o adeguamento dei medesimi manufatti, se eseguiti con caratteristiche morfotipologiche, materiali o finiture diversi da quelle preesistenti e, comunque, ove interessino beni vincolati ai sensi del Codice, art. 136, comma 1, lettere a), b) e c) limitatamente, per quest'ultima, agli immobili di interesse storico-architettonico o storicotestimoniale, ivi compresa l'edilizia rurale tradizionale, isolati o ricompresi nei centri o nuclei storici; A tal riguardo tale intervento è sottoposto a procedura paesaggistica semplificata.
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7. MODALITA’ PER L’ESECUZIONE DELLE OPERE Data la natura esigua degli spazi d’intervento si segnala la massima prudenza ed attenzione all’accesso ai luoghi di lavoro. Si demandano gli adempimenti relativi al Coordinamento della Sicurezza (ai sensi del D. Lgs. 81/2008 e s.m.i.) attraverso la relativa documentazione progettuale. Le attività di rimozione di opere e manufatti dovranno essere effettuate con la massima attenzione e cura cercando di salvaguardare le parti e gli elementi edilizi che dovranno rimanere in opera. Lo stesso dicasi per i lavori di scavo che necessariamente nelle parti più anguste e di difficile accesso dovranno essere eseguite in parte a mano. Nei prezzi degli scavi sono comprese tutte le attività necessarie a stabilizzarne le pareti per operare in sicurezza. Trattandosi di interventi sul patrimonio ambientale e storico comunale bisognerà valutare attentamente la possibilità di riutilizzare e recuperare in parte i materiali risultanti dalle demolizioni, in particolare al pietrame dei parapetti e delle murature esistenti.
Si segnala la necessità di esecuzione degli interventi in stretta collaborazione con l’ufficio tecnico comunale (nella persona del RUP) e con la D.L. Il riempimento delle sezioni di scavo, e a tergo dei muri di sostegno sarà effettuato impiegando materiale naturale di cava di nuova fornitura. Per quanto riguarda gli aspetti idraulici, dovranno sempre essere predisposti idonei accorgimenti per la raccolta e il drenaggio delle acque. Per gli interventi di stabilizzazione dei pendii e la messa in sicurezza della porzione di pendio con “grata viva” e talee, visto il contesto ambientale, si sono previste delle metodologie di intervento che fanno riferimento alle tecniche dell’ingegneria naturalistica con impiego quindi di materiali anche recuperati sul posto. Bergamo, 19-11-2020 MARCO CARRARA INGEGNERE | ARCHITETTO
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RELAZIONE FOTOGRAFICA STATO DEI LUOGHI
00
19-11-2020
Prima emissione
DE 03
Fotografie vicolo Lavanderio, tratto 1
Fotografie vicolo Lavanderio, tratto 2
Fotografie vicolo Lavanderio, tratto 3
Fotografie vicolo Lavanderio, tratto 4
Fotografie vicolo Lavanderio, tratto 5
DISCIPLINARE DESCRITTIVO E PRESTAZIONALE DEGLI ELEMENTI TECNICI 00
19-11-2020
Prima emissione
DE 04
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DISCIPLINARE DESCRITTIVO E PRESTAZIONALE DEGLI ELEMENTI TECNICI art. 30 del D.P.R. 207/2010
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1. PREMESSA Il presente elaborato, redatto ai sensi dell’art. 30 del D.P.R. 207/2010, costituisce il Disciplinare descrittivo e prestazionale del Progetto Definitivo relativo ai lavori degli “Interventi per la sistemazione delle strade. Scalette, piazze e percorsi pedonali in Città Alta Anno 2020 - PTLP 2020-53”. Nell'esecuzione di tutte le lavorazioni, le opere, le forniture, i componenti oggetto dei lavori, devono essere rispettate tutte le prescrizioni di legge e di regolamento in materia di qualità, provenienza e accettazione dei materiali e componenti nonché, per quanto concerne la descrizione, i requisiti di prestazione e le modalità di esecuzione di ogni categoria di lavoro, tutte le indicazioni contenute o richiamate negli elaborati grafici e descrittivi progettuali. Per quanto riguarda l’accettazione, la qualità e l’impiego dei materiali, la loro provvista, il luogo della loro provenienza e l’eventuale sostituzione di quest’ultimo, si applicano gli articoli del presente Disciplinare.
2. QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI E DEI COMPONENTI Condizioni generali di accettazione I materiali in genere occorrenti per la costruzione delle opere proverranno da quelle località che l'Impresa riterrà di sua convenienza, purché abbiano le caratteristiche stabilite dalle leggi e dai regolamenti vigenti in materia, rispondano alla specifica normativa del presente Disciplinare e delle prescrizioni degli artt. 15, 16 e 17 del Capitolato Generale approvato con il D.M. LL.PP. 19 aprile 2000, n. 145; tutti i materiali devono essere riconosciuti, ad insindacabile giudizio della Stazione Appaltante, della migliore qualità e devono rispondere ai requisiti appresso indicati. Il controllo in accettazione sarà eseguito dalla Direzione Lavori. Tuttavia resta sempre all'Impresa la piena responsabilità circa i materiali adoperati o forniti durante l'esecuzione dei lavori, essendo essa tenuta a controllare che tutti i materiali corrispondano alle caratteristiche prescritte ed a quelle dei campioni esaminati, o fatti esaminare, dalla Stazione Appaltante.
Caratteristiche dei materiali per la formazione dei calcestruzzi Riferimenti normativi da osservare: •
Decreto Ministeriale 17 gennaio 2018 - Aggiornamento delle «Norme tecniche per le costruzioni».
•
Circolare del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti 21 gennaio 2019, n. 7 del Consiglio superiore del Lavori Pubblici recante “Istruzioni per l’applicazione dell’«Aggiornamento delle
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“Norme tecniche per le costruzioni”» di cui al decreto ministeriale 17 gennaio 2018”. •
UNI EN 206-1:2006 – Calcestruzzo: per strutture gettate in sito, strutture prefabbricate e componenti strutturali prefabbricati per edifici e strutture di ingegneria civile.
•
UNI 8981-1 – Durabilità delle opere e degli elementi prefabbricati di calcestruzzo - Definizioni ed elenco delle azioni aggressive.
•
UNI 8981-2 – Durabilità delle opere e degli elementi prefabbricati di calcestruzzo - Istruzioni per ottenere la resistenza ai solfati.
•
UNI 8981-3 – Durabilità delle opere e degli elementi prefabbricati di calcestruzzo - Istruzioni per ottenere la resistenza alle acque dilavanti.
•
UNI 8981-4 – Durabilità delle opere e degli elementi prefabbricati di calcestruzzo - Istruzioni per ottenere la resistenza al gelo e disgelo.
•
UNI 8981-5 – Durabilità delle opere e degli elementi prefabbricati di calcestruzzo - Istruzioni per prevenire la corrosione delle armature.
•
UNI 8981-6 – Durabilità delle opere e degli elementi prefabbricati di calcestruzzo - Istruzioni per ottenere la resistenza all'acqua di mare.
•
UNI 8981-8 – Durabilità delle opere e degli elementi prefabbricati di calcestruzzo - Istruzioni per prevenire la reazione alcali-silice.
•
Legge 5 novembre 1971, n. 1086 – Norme per la disciplina delle opere di conglomerato cementizio armato, normale precompresso ed a struttura metallica.
•
Circolare Min. LL.PP. 31 luglio 1979, n. 19581 – Legge 5/11/1971 n. 1086, art. 7 Collaudo statico.
In particolare, in merito ai requisiti di base per i materiali componenti il calcestruzzo valgono le prescrizioni di seguito riportate.
Acqua d’impasto Riferimento normativo da osservare: •
UNI EN 1008 - Acqua d'impasto per il calcestruzzo - Specifiche di campionamento, di prova e di valutazione dell’idoneità dell'acqua, incluse le acque di recupero dei processi dell’industria del calcestruzzo, come acqua d'impasto del calcestruzzo.
•
UNI EN ISO 7027 - Qualità dell'acqua - Determinazione della torbidità.
La qualità dell’acqua d’impasto per la produzione del calcestruzzo può influenzare il tempo di presa, lo sviluppo della resistenza del calcestruzzo e la protezione dell’armatura contro la corrosione. L'acqua per gli impasti ed il lavaggio degli inerti dovrà essere dolce, limpida, esente da tracce di cloruri e/o solfati, non inquinata da materie organiche o comunque dannose all'uso cui le acque medesime sono destinate. L’acqua Pag. 3 di 65
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dovrà essere aggiunta nella quantità prescritta in relazione al tipo di conglomerato cementizio, tenendo conto dell’acqua contenuta negli aggregati. Il contenuto d’acqua efficace, da utilizzare nella valutazione del rapporto acqua/cemento dei conglomerati, sarà definito (UNI EN 206) come il contenuto totale di acqua nella miscela depurato dell’acqua di assorbimento degli aggregati, ossia, del quantitativo d’acqua necessario per portare gli aggregati dalla condizione di completo esitamento a quella di s.a.s. (saturo a superficie asciutta) definita come nella Norma UNI EN 1097-6.
Leganti idraulici Riferimento normativo da osservare:
•
"Norme per l'accettazione dei leganti idraulici" di cui alla legge 26/5/1965 n° 595 e successive modificazioni e integrazioni.
In base alla normativa sopracitata, i leganti idraulici si distinguono in cementi (di cui all'art. 1 lettera A, B, C della legge 595/1965) ed agglomerati cementizi e calci idrauliche (di cui all'art. 1 lettera D ed E della Legge 595/1965).
Cementi Riferimenti normativi da osservare:
•
D.M. 3/6/1968 che approva le "Nuove norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova dei cementi" (G.U. n°180 del 17/7/1968);
•
D.M. 20/11/1984 "Modificazione al D.M. 3/6/1968 recante norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova dei cementi" (G.U. n°353 del 27/ 12/1984);
•
Avviso di rettifica al D.M. 20/11/1984 (G.U. n°26 del 31/1/1985);
•
D.I. 9/3/1988 n° 126 "Regolamento del servizio di controllo e certificazione di qualità dei cementi";
•
UNI EN 197-1 – Cemento – composizione, specificazioni e criteri di conformità per cementi comuni;
•
UNI EN 197-2 – Cemento – Valutazione della conformità.
•
UNI 9156 – Cementi resistenti ai solfati. Classificazioni e composizione.
•
UNI 9606 – Cementi resistenti al dilavamento della calce. Classificazione e composizione.
•
UNI 10595:1997 – Cementi resistenti ai solfati e al dilavamento. Determinazione della classe di resistenza. Metodo chimico di prova
Per i manufatti strutturali potranno essere impiegati unicamente i cementi elencati nella norma UNI 197-1:2011 (Composizione, specificazioni e criteri di conformità per cementi comuni) che soddisfino i requisiti di Pag. 4 di 65
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accettazione previsti nella Legge 26/5/1965 n°595, con esclusione del cemento alluminoso e dei cementi per sbarramenti di ritenuta. Essendo l’ambiente chimicamente aggressivo, i cementi dovranno offrire resistenza ai solfati e al dilavamento secondo quanto previsto dalle norme UNI 9156, UNI 9606 ed UNI 10595:1997. Il cemento dovrà provenire da impianti di produzione in grado di garantire continuità e costanza della qualità della fornitura del tipo di cemento richiesto. I cementi utilizzati dovranno essere controllati e certificati secondo quanto previsto nella Norma UNI EN 197- 1:2011 per quanto applicabile, nel D.M. 126 del 9/3/88. Su richiesta del Direttore dei Lavori l’Impresa dovrà consegnare copia delle bolle di accompagnamento di tutte le singole forniture di cemento approvvigionate all’impianto. I requisiti meccanici, chimici e fisici del cemento dovranno essere controllati dall'Impresa per mezzo di prelievi, in contraddittorio con il fornitore, effettuati dalle autocisterne presso l’impianto di confezionamento, durante qualificazione e in corso d'opera, secondo le modalità e le cadenze prescritte nella tabella seguente e in conformità a quanto previsto al punto 9.3.2. della Norma UNI-EN 197-1:2011.
Agglomerati cementizi e calci idrauliche Riferimenti normativi da osservare:
•
D.M. 31/8/1972 che approva le "Norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova degli agglomerati cementizi e delle calci idrauliche" (G.U. n°287 del 6/11/1972).
•
D.M. 3/6/1968 che approva le "Nuove norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova dei cementi" (G.U. n°180 del 17/7/1968);
•
UNI EN 197-1 – Cemento – composizione, specificazioni e criteri di conformità per cementi comuni;
•
UNI EN 197-2 – Cemento – Valutazione della conformità.
I materiali dovranno trovarsi, al momento dell'uso, in perfetto stato di conservazione. La tipologia di cemento da impiegare è del tipo Pozzolanico. In funzione degli elementi da realizzare, verranno impiegate diverse classi di calcestruzzo: C 35/45 con classe di esposizione XS3 e XS2 e classe di consistenza S3, C 25/30, C 16/20 e C12/15. Il cemento dovrà corrispondere alle norme vigenti ed in particolare a quanto previsto dal D.M. 3 giugno 1968 e dalle norme UNI EN 197-1 e UNI EN 197-2. Il cemento in sacchi sarà depositato in magazzini asciutti e protetti, in modo da differenziare ogni spedizione giunta al cantiere. Il cemento sfuso sarà fornito ai silos degli impianti ad una temperatura non superiore a 65°C e si dovrà evitare un lungo periodo di stoccaggio. Il cemento dovrà essere usato nello stesso ordine col quale arriva, per evitare lunghi immagazzinamenti.
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Aggregati ordinari per la realizzazione di conglomerati cementizi Riferimenti normativi da osservare:
•
UNI EN 12620 – Aggregati per calcestruzzo;
•
UNI 8520-1 – Aggregati per calcestruzzo – Istruzioni complementari per l'applicazione della EN 12620 – Parte 1: Designazione e criteri di conformità;
•
UNI 8520-2 – Aggregati per calcestruzzo - Istruzioni complementari per l'applicazione della EN 12620 – Requisiti;
•
UNI 8520-8 – Aggregati per confezione di calcestruzzi - Determinazione del contenuto di grumi di argilla e particelle friabili.
•
UNI 8520-22 – Aggregati per confezioni di calcestruzzi - Determinazione della potenziale reattività degli aggregati in presenza di alcali;
•
UNI EN 13242 – Aggregati per materiali non legati e legati con leganti idraulici per l'impiego in opere di ingegneria civile e nella costruzione di strade;
Per tutti i tipi di conglomerato cementizio dovranno essere esclusivamente impiegati gli aggregati della categoria A di cui alla norma UNI 8520 parte 2°, aventi caratteristiche nei limiti di accettazione previsti nella Norma medesima. Gli aggregati da utilizzare nel confezionamento dei calcestruzzi dovranno essere dotati di marchio CE ai sensi della norma UNI EN 12620 e nel rispetto dei limiti previsti dalla UNI 8520-2 per un aggregato di Categoria A. In particolare dovrà essere certificata la rispondenza a tutte le prescrizioni relative alle caratteristiche fondamentali (prospetto 1 della UNI 8520-2). Inoltre, dovrà essere certificata la corrispondenza degli aggregati da utilizzare alle seguenti caratteristiche aggiuntive (prospetto 2 della UNI 8520-2):
•
potenziale reattività degli alcali;
•
contenuto di contaminanti leggeri;
•
resistenza ai cicli di gelo-disgelo, ovvero, degradabilità mediante soluzione solfatica;
•
resistenza alla frammentazione.
Additivi Riferimenti normativi da osservare:
•
UNI EN 480-8 – Additivi per calcestruzzo, malta e malta per iniezione - additivi per calcestruzzo metodi di prova
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•
UNI EN 480-10 – Additivi per calcestruzzo, malta e malta per iniezione - additivi per calcestruzzo
•
UNI 10765:1999 – Additivi per impasti cementizi - Additivi multifunzionali per calcestruzzo Definizioni, requisiti e criteri di conformità
•
UNI EN 934-2:2009 – Additivi per calcestruzzo, malta e malta per iniezione - Parte 2: Additivi per calcestruzzo - Definizioni, requisiti, conformità, marcatura ed etichettatura
•
UNI EN 13263-1:2009 – Fumi di silice per calcestruzzo – Parte 1: Definizioni, requisiti e criteri di conformità
•
UNI EN 13263-2:2009 – Fumi di silice per calcestruzzo – Parte 2: Valutazione della conformità
•
UNI 7119 – Determinazione del cloro
•
UNI 7120 –Determinazione dei tempi di inizio e fine presa delle paste cementizie contenenti additivi antigelo
L’impresa dovrà impiegare additivi garantiti dai produttori per qualità e costanza di effetto e di concentrazione. L’impresa dovrà impiegare additivi dotati di marcatura CE ai sensi della norma UNI EN 934-2:2009. Le caratteristiche degli additivi dovranno essere verificate preliminarmente in sede di qualifica dei conglomerati cementizi. Gli additivi dovranno possedere le seguenti caratteristiche:
- essere opportunamente dosati rispetto alla massa del cemento; - non contenere componenti dannosi alla durabilità del calcestruzzo; - non provocare la corrosione dei ferri d'armatura; - non interagire sul ritiro o sull'espansione del calcestruzzo. Nel caso di uso contemporaneo di più additivi l’Impresa dovrà fornire alla Direzione Lavori la prova della loro compatibilità. In ogni caso l'Impresa deve presentare uno studio da cui risultino le ragioni dell'uso, il fine cui si tende, il tipo di additivo da impiegare, le sue proprietà caratteristiche ed i risultati di prove sperimentali eseguite secondo le norme vigenti, con particolare riferimento agli effetti dell'uso dell'additivo medesimo sulla resistenza e durabilità del conglomerato.
Materiali metallici per carpenteria e per altri impieghi strutturali Riferimenti normativi da osservare:
•
Circolare Min. LL.PP. 16 luglio 1992, n. 36105 - Legge 5/11/1971 n. 1086 - D.M.14/2/1992 - Acciai per Pag. 7 di 65
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cemento armato e da carpenteria.
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UNI EN 10225 – Acciai strutturali saldabili destinati alla costruzione di strutture fisse in mare – Condizioni tecniche di fornitura
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UNI 572 – Viti a testa esagonale larga ad alta resistenza per carpenteria. Filettatura metrica ISO a passo grosso
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UNI 10219-1 – Profilati cavi formati a freddo di acciai non legati e a grano fine per strutture saldate Condizioni tecniche di fornitura
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UNI 10219-2 – Profilati cavi formati a freddo di acciai non legati e a grano fine per strutture saldate Tolleranze, dimensioni e caratteristiche del profilo
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UNI 5397 – Prodotti finiti di acciaio laminati a caldo. Travi HE ad ali larghe parallele. Dimensioni e tolleranze
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UNI 5398 – Prodotti finiti di acciaio laminati a caldo. Travi IPE ad ali strette parallele. Dimensioni e tolleranze
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UNI 6762 – Profilati di acciaio laminati a caldo. Profilati a L a spigoli vivi e lati disuguali.
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Dimensioni e tolleranze
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UNI 10163-1 – Condizioni di fornitura relative alla finitura superficiale di lamiere, larghi piatti e profilati di acciaio laminati a caldo - Parte 1: Requisiti generali
•
UNI 10163-2 – Condizioni di fornitura relative alla finitura superficiale di lamiere, larghi piatti e profilati di acciaio laminati a caldo - Parte 2: Lamiere e larghi piatti
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UNI 10163-3 – Condizioni di fornitura relative alla finitura superficiale di lamiere, larghi piatti e profilati di acciaio laminati a caldo - Parte 3: Profilati
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UNI EN 10137-3 – Lamiere e larghi piatti di acciai ad alto limite di snervamento bonificati o induriti per precipitazione, per impieghi strutturali. Condizioni di fornitura degli acciai induriti per precipitazione
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UNI EN 10025 – Prodotti laminati a caldo di acciai per impieghi strutturali - Parte 1,2,3,4,5
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UNI EN 10088-1 – Acciai inossidabili - Parte 1: Lista degli acciai inossidabili
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UNI EN 10088-2 – Acciai inossidabili - Parte 2: Condizioni tecniche di fornitura delle lamiere, dei fogli e dei nastri di acciaio resistente alla corrosione per impieghi generali
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UNI EN 10088-3 – Acciai inossidabili - Parte 3: Condizioni tecniche di fornitura dei semilavorati, barre, vergella, filo, profilati e prodotti trasformati a freddo di acciaio resistente alla corrosione per impieghi generali
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UNI EN 10137-3 – Lamiere e larghi piatti di acciai ad alto limite di snervamento bonificati o induriti per Pag. 8 di 65
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precipitazione, per impieghi strutturali. Condizioni di fornitura degli acciai induriti per precipitazione
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UNI EN 10255 – Tubi di acciaio non legato adatti alla saldatura e alla filettatura - Condizioni tecniche di fornitura
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UNI EN 10025-1:2005 – Prodotti laminati a caldo di acciai per impieghi strutturali - Parte 1: Condizioni tecniche generali di fornitura.
Le Nuove norme tecniche per le costruzioni ammettono esclusivamente l'impiego di acciai saldabili e nervati idoneamente qualificati secondo le procedure previste dalle stesse norme e controllati con le modalità previste per gli acciai per cemento armato precompresso e per gli acciai per carpenterie metalliche. L'acciaio impiegato come armatura per il cemento armato è del tipo B450C, ad aderenza migliorata e laminato a caldo, caratterizzato dai seguenti valori nominali delle tensioni caratteristiche di snervamento e rottura da utilizzare nei calcoli:
- fy nom: 450 N/mm2; - ft nom: 540 N/mm2. I materiali metallici per carpenteria saranno esenti da scorie, soffiature, saldature o da qualsiasi altro difetto. Per i materiali metallici dovranno essere presentati alla Direzione Lavori i certificati di provenienza e delle prove effettuate presso le fabbriche, fonderie fornitrici ed i laboratori ufficiali.
Lamiere, i tubi, i profilati ed i larghi piatti I profilati ed i larghi piatti utilizzati sono in acciaio corten e saranno conformi alle norme UNI in vigore. Le reti e le lamiere striate saranno in acciaio conforme alle norme UNI vigenti (UNI 5334/64 e successivi aggiornamenti). Il piombo, lo zinco ed il rame dovranno corrispondere per qualità e prescrizioni alle norme UNI in vigore. Le reti di acciaio, sia ad annodatura semplice con maglia romboidale o quadrata, sia a tripla torsione con maglia esagonale, dovranno corrispondere alle prescrizioni delle norme UNI in vigore.
Sabbie Riferimenti normativi da osservare: •
D.M. 3/6/1968 che approva le "Nuove norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova dei cementi" (G.U. n°180 del 17/7/1968);
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fascicolo 4/1953, edito dal CNR - Commissione studi dei materiali stradali - “Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali” e successivi aggiornamenti
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UNI 2332-1 – Vagli di controllo. Stacci di controllo e relativi fondi e coperchi. Dimensioni e tolleranze
Le sabbie dovranno essere composte da elementi silicei, di forma angolare e di grandezze assortite, e provenire da rocce con elevata resistenza alla compressione. Inoltre dovranno essere ruvide al tatto, esenti da salsedine, scevre da sostanze terrose, materie organiche o altre materie nocive ed eterogenee. Le sabbie che contenessero cloruri e/o materie terrose, argillose, limacciose, pulverulente, friabili, eterogenee, ecc. saranno rifiutate dalla D.L. Ove ritenuto necessario dalla D.L., la sabbia sarà lavata con acqua dolce per l'eliminazione delle eventuali materie nocive. Sottoposta alla prova di decantazione in acqua, la perdita in peso della sabbia non dovrà superare il 2%. La qualità delle sabbie e la quantità di materie organiche in esse contenute verranno controllate, per l’accettazione, con le modalità prescritte dalle norme di cui all’Allegato 1 del D.M. 3 giugno 1968. La D.L. si riserva la facoltà di sottoporre la sabbia ad una o più prove per la ricerca delle impurità limose, argillose e dei cloruri che fossero in essa contenute. L’Impresa dovrà mettere a disposizione della Direzione Lavori i vagli di controllo (stacci) di cui alla norma UNI 2332-1. La sabbia utilizzata per le murature dovrà avere grani di dimensioni tali da passare attraverso lo staccio 2, UNI 2332-1. La sabbia da impiegare nelle malte e nei calcestruzzi dovrà corrispondere alle condizioni di accettazione previste nelle norme di esecuzione delle opere in conglomerato semplice od armato di cui alle norme vigenti. In particolare, la sabbia utilizzata per i conglomerati cementizi dovrà essere conforme a quanto previsto nell’All. 1 del D.M. 3 giugno 1968 e dall’All. 1 p.to 1.2. D.M. 9 gennaio 1996. La granulometria dovrà essere adeguata alla destinazione del getto ed alle condizioni di posa in opera. È assolutamente vietato l’uso di sabbia marina.
Legnami Riferimenti normativi da osservare: •
D.M. 30 Ottobre 1912
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UNI 3252:1987 - Legno. Condizioni generali per prove fisiche e meccaniche.
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UNI 4143:1958 - Prove sul legno. Prova di spacco in direzione assiale.
I legnami da impiegare in opere stabili o provvisorie, di qualunque essenza essi siano, dovranno essere sempre ben stagionati ed asciutti, a fibra dritta, sana, senza fenditure, tarli o altri difetti, e comunque conformi a tutte le prescrizioni di cui al D.M. 30 Ottobre 1912 ed alle norme UNI vigenti sulle prove di accettazione (UNI 3252~3266 e UNI 4143+4147); saranno provveduti fra le più scelte qualità della categoria prescritta e non presenteranno difetti incompatibili con l'uso a cui sono destinati. Il tavolame dovrà essere ricavato dalle travi più dritte, affinché le fibre non riescano mozze dalla sega e si ritirino nelle connessure. I legnami rotondi o pali dovranno provenire dal tronco dell'albero e non dai rami, dovranno essere sufficientemente diritti, in modo che la congiungente i centri delle due basi non debba uscire in alcun punto dal Pag. 10 di 65
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palo, dovranno essere scortecciati per tutta la loro lunghezza e conguagliati alla superficie; la differenza tra i diametri medi delle estremità non dovrà oltrepassare i 15 millesimi della lunghezza né il quarto del maggiore dei 2 diametri. Nei legnami grossolanamente squadrati ed a spigolo smussato, tutte le facce dovranno essere spianate e senza scarniture, tollerandosene l'alburno o lo smusso in misura non maggiore di un sesto del lato della sezione trasversale.
Ghiaia e pietrisco Le ghiaie ed i pietrischi da impiegare nei conglomerati cementizi dovranno avere i requisiti prescritti nell'Allegato 1, punto 2 del D.M 27 luglio 1985. La ghiaia ed il pietrisco dovranno avere dimensioni massime commisurate alle caratteristiche geometriche della carpenteria del getto ed all'ingombro dell'armatura precisando che la dimensione massima degli elementi stessi dovrà essere tale da non superare il 60% - 70% dell'interferro ed il 25% della dimensione minima della struttura. La curva granulometrica degli aggregati per i conglomerati, contenuta all'interno del fuso indicato dalla Direzione Lavori, sarà proposta dall'Impresa in base alla destinazione, al dosaggio ed alle condizioni della messa in opera dei calcestruzzi. L'Impresa dovrà garantire per ogni lavoro la costanza delle caratteristiche granulometriche. Le ghiaie da impiegarsi per formazione di massicciate stradali dovranno essere costituite da elementi omogenei derivati da rocce durissime di tipo costante, e di natura consimile fra loro, escludendosi quelle contenenti elementi di scarsa resistenza meccanica o sfaldabili facilmente, o gelide o rivestite di incrostazioni. Il pietrisco, il pietrischetto e la graniglia, secondo il tipo di massicciata da eseguire, dovranno provenire dalla spezzatura di rocce durissime, preferibilmente silicee, a struttura microcristallina, o calcari puri durissimi e di alta resistenza alla compressione, all'urto, alla abrasione, al gelo ed avranno spigolo vivo: e dovranno essere scevri di materie terrose, sabbia o comunque materie eterogenee. Sono escluse le rocce marnose. Qualora la roccia provenga da cave nuove o non accreditate da esperienze specifiche di Enti pubblici e che per natura e formazione non diano affidamento sulle sue caratteristiche, è necessario effettuare su campioni prelevati di cava, che siano significativi ai fini della coltivazione della cava, prove di compressione e di gelività. Quando non sia possibile ottenere il pietrisco da cave di roccia, potrà essere consentita per la formazione di esso l’utilizzazione di massi sparsi in campagna o ricavabili da scavi, nonchè di ciottoli o massi ricavabili da fiumi o torrenti semprechè siano provenienti da rocce di qualità idonea. I materiali suindicati, le sabbie e gli additivi dovranno corrispondere alle norme di accettazione del fascicolo n. 4 ultima edizione, del Consiglio Nazionale delle ricerche. Rispetto ai crivelli U.N.I. 2334, i pietrischi saranno quelli passanti dal crivello 71 U.N.I. e trattenuti dal crivello 25 U.N.I. i pietrischetti quelli passanti dal crivello 25 Pag. 11 di 65
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U.N.I. e trattenuti dal crivello 10 U.N.I. le graniglie quelle passanti dal crivello 10 U.N.I. e trattenute dallo staccio 2 U.N.I. 2332. Di norma si useranno le seguenti pezzature:
1) pietrisco da 40 a 71 mm ovvero da 40 a 60 mm se ordinato, per la costruzione di massicciate cilindrate; 2) pietrisco da 25 a 40 mm (eccezionalmente da 15 a 30 mm granulometria non unificata) per la esecuzione di ricarichi di massicciate e per materiali di costipamento di massicciate (mezzanello);
3) pietrischetto da 15 a 25 mm per esecuzione di ricarichi di massicciate per conglomerati bituminosi e per trattamenti con bitumi fluidi;
4) pietrischetto da 10 a 15 mm per trattamenti superficiali, penetrazioni, semipenetrazioni, e pietrischetti bitumati;
5) graniglia normale da 5 a 10 mm per trattamenti superficiali, tappeti bitumati, strato superiore di conglomerati bituminosi;
6) graniglia minuta da 2 a 5 mm di impiego eccezionale e previo specifico consenso della Stazione Appaltante per trattamenti superficiali; tale pezzatura di graniglia, ove richiesta sarà invece usata per conglomerati bituminosi. Nella fornitura di aggregato grosso per ogni pezzatura sarà ammessa una percentuale in peso non superiore al 5% di elementi aventi dimensioni maggiori o minori di quelle corrispondenti ai limiti della prescelta pezzatura, purché, per altro, le dimensioni di tali elementi non superino il limite massimo o non siano oltre il 10% inferiori al limite minimo della pezzatura fissata. Gli aggregati grossi non dovranno essere di forma allungata o appiattita (lamellare).
Materiali per rilevati e rinfianchi I riempimenti a tergo della banchina sino alla quota di base dello strato di fondazione della pavimentazione, o in generale per la realizzazione di rilevati, devono essere eseguiti con materiali rispondenti alle caratteristiche di cui agli articoli precedenti e provenienti da scavi, dragaggi, demolizioni e/o da cave idonee e/o da impianti di recuperi idonei previa autorizzazione della Direzione dei Lavori, a seconda delle indicazioni progettuali.
Detrito di cava o tout venant di cava o di frantoio Quando per gli strati di fondazione della sovrastruttura stradale sia disposto di impiegare detriti di cava, il materiale deve essere in ogni caso non suscettibile all'azione dell'acqua (non solubile, non plasticizzabile) ed avere un potere portante C.B.R. (rapporto portante californiano) di almeno 40 allo stato saturo. Dal punto di Pag. 12 di 65
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vista granulometrico non sono necessarie prescrizioni specifiche per i materiali teneri (tufi, arenarie) in quanto la loro granulometria si modifica e si adegua durante la cilindratura; per materiali duri la granulometria dovrà essere assortita in modo da realizzare una minima percentuale dei vuoti: di norma la dimensione massima degli aggregati non deve superare i 10 centimetri. Per gli strati superiori si farà uso di materiali lapidei più duri tali da assicurare un C.B.R. saturo di almeno 80; la granulometria dovrà essere tale da dare la minima percentuale di vuoti; il potere legante del materiale non dovrà essere inferiore a 30; la dimensione massima degli aggregati non dovrà superare i 6 centimetri. Le prove di resistenza del materiale alla compressione, all'abrasione, alla salsedine marina e alla gelività, che la Stazione Appaltante riterrà opportuno dovranno essere eseguite a carico dell’Impresa secondo le norme in vigore per l'accettazione delle pietre naturali da costruzione di cui al R.D. n°2232 del 16/11/1939. In particolare devono essere rispettati i seguenti limiti:
•
peso specifico non dovrà essere inferiore a 2600 kg/m3;
•
resistenza a compressione dei massi non dovrà essere inferiore a 500 kg/cm²;
•
coefficiente di usura ≤ 2.0 mm;
•
perdita di peso alla prova Los Angeles (ASTM C 131 - AASHO T 96) ≤ 30%;
•
coefficiente di imbibizione: ≤ 5%;
•
resistenza chimica (ASTM-88 - 5 cicli solfato di sodio): ≤ 10%;
•
gelività (R.D. 16.11.1939 art.8) ≤ 5%.
Il giudizio di idoneità della cava da parte della Stazione Appaltante dovrà tenere conto dell’insieme dei risultati delle prove di qualifica potendo accettare che i risultati di una singola prova non rientrino nei limiti di accettabilità. Il tout venant deve presentare una distribuzione granulometrica uniformemente distribuita tra i due seguenti valori:
•
il peso degli elementi più grandi deve essere minore di 500 kg;
•
la percentuale di fini con diametro inferiore a 2 cm non dovrà essere maggiore del 10%.
Per il tout venant di cava potranno essere accettati valori del coefficiente di usura maggiori del limite definito per i massi naturali (2.0 mm), in tal caso la proposta tecnica dell’Appaltatore, che dovrà essere sottoposta all’approvazione della Direzione Lavori, dovrà essere supportato da uno studio sulla durabilità del materiale in ambiente marino e sotto l’azione del moto ondoso. Il misto di cava deve essere in ogni caso non suscettibile all'azione dell'acqua (non solubile, non plasticizzabile). Il valore del C.B.R. (rapporto portante californiano) del tout venant deve essere maggiore di 40 allo stato saturo, per gli strati superiori fuori acqua il C.B.R. deve essere superiore a 80.
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Per quanto riguarda la forma dei singoli elementi costituenti il misto di cava o tout-venant il rapporto tra dimensione minore e la dimensione maggiore del singolo elemento non deve essere inferiore a 0.2 (zero virgola due).
Ghisa I getti finiti di ghisa saranno unicamente ricavati dai disegni unificati di dettaglio allegati al progetto. Tutti i getti, oltre che portare i segni di riconoscimento, come lo stemma del Comune e le diciture "Comune di Bergamo" in stampatello sulle parti mobili e sui telai, dovranno pure portare l'indicazione per esteso dell’Impresa appaltatrice e dell'anno di fornitura. I chiusini per l'ispezione alle condotte di fognatura o tombinatura dovranno inoltre riportare la scritta "Fognatura" o "Acque Bianche in funzione del condotto. La ghisa per la fusione del materiale che forma oggetto dell'appalto, dovrà essere grigia di prima qualità (escludendo assolutamente tutta la ghisa ad alto tenore di zolfo e di fosforo), designata convenzionalmente G 22 UNI 668 nella tabella 668-670 del 18 gennaio 1938 dell'UNI. Essa dovrà presentare una matrice grigia a grana ben compatta, omogenea, senza presenze di soffiature, risucchi ed altri difetti suscettibili a diminuire la resistenza dei getti. Detta ghisa dovrà potersi lavorare facilmente alla lima, allo scalpello e con altri utensili e dovrà presentare una superficie esterna dei getti liscia ed uniforme. Verranno pertanto rifiutati i seguenti getti: •
che presentino difetti di fusione;
•
che non siano in tutto conformi al tipo richiesto e fra loro perfettamente intercambiabili;
•
che presentino le superfici reciproche di appoggio (chiusini e forate con i relativi telai) non
perfettamente piane e combacianti o che presentino fenomeni di basculamento; •
che infine non corrispondano in tutto e per tutto alle caratteristiche di qualità e di accettazione (requisiti
generali, di forme, di dimensioni, di peso, di tolleranza) contenute nella già citata tabella 668-670 del 18 gennaio 1938 dell'Ente Nazionale per l'Unificazione dell'Industria UNI; le prove di flessione o di trazione potranno essere fatte indifferentemente entrambe o una sola di esse. Devono intendersi sempre compresi nei prezzi netti di contratto i sotto elencati oneri particolari, senza pertanto che l'Impresa appaltatrice possa pretendere compensi speciali: •
esecuzione, a cura e spese dell'Impresa appaltatrice, di tutti i controlli di pesatura, dei prelievi dei
campioni di materiali e relative prove ed analisi; •
imballo, carico, trasporto, scarico ed accatastamento a regola d'arte dei materiali ordinati dalla
Direzione lavori nelle quantità e nelle località del Comune di Bergamo da essa indicate, in quanto tutti i prezzi netti liquidati devono sempre intendersi per merce resa franca di ogni spesa sul posto indicato dalla Direzione lavori, con ogni rischio e responsabilità, in particolare per il trasporto;
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•
prelievo e restituzione in ottime condizioni nei magazzini comunali, dei modelli di alluminio per le
fusioni dell'Amministrazione comunale e l'eventuale fabbricazione ed uso di altri modelli, di proprietà dell'Impresa appaltatrice, in legno o in metallo uguali ai suddetti, occorrenti per una più rapida fabbricazione delle forme colate. I modelli di alluminio di proprietà dell'Amministrazione comunale, restituiti in cattive condizioni, dovranno essere reintegrati con modelli nuovi a cura e spese dell'Impresa appaltatrice entro 30 (trenta) giorni dall'ultimazione della fornitura, rimanendo di proprietà dell'Impresa stessa i modelli vecchi.
Tubi in p.v.c. (policloruro di vinile) I tubi in p.v.c. debbono essere del tipo non plastificato, rispondenti in tutto alle prescrizioni della tabella UNI 7447/75. Le tubazioni in funzione degli impieghi dovranno essere del tipo UNI Essi debbono essere del tipo 303/1 serie normale per condotti completamente interrati. Le tubazioni dovranno presentare la superficie interna ed esterna liscia ed uniforme, esente da irregolarità e difetti. La superficie interna della sezione dovrà essere compatta, esente da cavità o da bolle. I tubi, del diametro stabilito e della lunghezza di m 6,00 o inferiore a seconda delle necessità, debbono essere diritti ed a sezione uniforme, perfettamente sagomata. I manufatti in resine sintetiche devono risultare stabili di fronte agli acidi inorganici ed organici (acido cloridrico, solforico, solfidrico, nitrico, acetico) ed agli alcali (idrato sodico, ammoniaca).
Prescrizioni sulle prove di collaudo delle tubazioni e delle condotte: Le prove di collaudo dovranno essere eseguite sia presso lo stabilimento di produzione che in opera, sempre alla presenza del Direttore dei lavori o di un suo rappresentante e dell'Ingegnere collaudatore. Per la scelta dei tubi da sottoporre a prove, si procederà di comune accordo tra l'Impresa appaltatrice e il Direttore dei lavori. Per le prove da eseguirsi presso lo stabilimento di produzione, i tubi dovranno essere prelevati dalla partita da fornirsi. Si procederà innanzitutto al controllo dell'aspetto, delle dimensioni e della tolleranza dei tubi; verifiche dell'armatura (sezione e posizione dei ferri) potranno effettuarsi, praticando dei fori in tubi già sottoposti alle prove meccaniche.
Prove di impermeabilità delle canalizzazioni e tenuta dei giunti: Le prove di tenuta dei giunti e di impermeabilità dei tubi, nel rispetto della legge, possono essere eseguiti sia nello stabilimento di produzione sia in cantiere su un tratto a scelta della tubazione già posta in opera. Per l'esecuzione delle prove di impermeabilità delle canalizzazioni, si procederà come indicato nel "Capitolato speciale d'appalto per le opere di fognatura" di De Fré/Di Fidio - Edizione Pirola, Milano ed in Pag. 15 di 65
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particolare secondo le prescrizioni di seguito descritte:
Per verificare l'impermeabilità delle giunzioni di un tratto di canalizzazione, questo sarà normalmente sottoposto ad un carico idraulico di 0,5 atmosfere; fanno eccezione le giunzioni in resine poliuretaniche per tubazioni in grés, che saranno sottoposte ad un carico di 0,7 Kg/cm2 se il condotto è rettilineo, e di almeno 1,5 Kg/cm2 se i vari elementi sono tra loro angolati entro i limiti ammissibili. Prima di iniziare la prova, si procederà a sigillare i due tubi estremi del tratto da esaminare. La tubazione verrà quindi riempita d'acqua avendo cura che non si subisca spostamenti o sollevamenti, adottando, se necessario, idonei congegni di sicurezza e lasciando in ogni caso libere le giunzioni, in modo da poter individuare con facilità eventuali punti permeabili. L'acqua sarà quindi sottoposta per 15 minuti alla pressione di prova, che potrà essere indifferentemente controllata con un manometro o un piezometro. Se durante il tempo prescritto la pressione diminuisce, si deve aggiungere altra acqua, in modo da mantenere costantemente il valore iniziale; se tuttavia si notano punti permeabili, la prova deve essere interrotta per riparare i difetti, eventualmente mediante sostituzione dell'intero tubo che perde, e successivamente ripetuta durante altri 15 minuti.
Prove di rottura per schiacciamento: Secondo le norme DIN 4032 la prova deve essere eseguita su un tubo intero lungo non meno di 1 metro. La resistenza allo schiacciamento è definita da due carichi: 1) carico di fessurazione; 2) carico di rottura. Il carico di fessurazione è quello che provoca l'apparizione, lungo le generatrici, di fessure aventi apertura di almeno 0,25 mm su di una lunghezza di almeno 30 cm. Il carico di rottura è quello rapportato prima dello schiacciamento, cioè prima che il provino non sia più capace di sopportare un ulteriore carico. I tubi verranno pertanto rifiutati nei seguenti casi: •
perché non rispondenti alle prescrizioni di dimensionamento con le relative tolleranze ed alle
prescrizioni di fabbricazione di cui alle presenti norme; •
per esito negativo delle prove di accettazione;
•
per manifesti difetti di proporzionamento dei componenti del calcestruzzo o mancanza di tenuta dei
giunti, di deformazioni costruttive, quali la non perfetta calibratura del diametro del tubo, la non perfetta aderenza nel bicchiere tra maschio e femmina, l'affioramento della maglia di ferro all'interno o esterno della Pag. 16 di 65
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superficie del tubo; •
per danneggiamento delle testate, che non consentono di effettuare una giunzione a regola d'arte.
Calcestruzzo per usi strutturali, armato e non, normale e precompresso. Controllo di Accettazione Il controllo di accettazione è eseguito dal Direttore dei Lavori su ciascuna miscela omogenea e si configura, in funzione del quantitativo di calcestruzzo in accettazione come previsto dal D.M. 17 gennaio 2018. Il prelievo dei provini per il controllo di accettazione va eseguito alla presenza della Direzione dei Lavori o di un tecnico di sua fiducia che provvede alla redazione di apposito verbale di prelievo e dispone l'identificazione dei provini mediante sigle, etichettature indelebili, ecc.; la certificazione effettuata dal laboratorio prove materiali deve riportare riferimento a tale verbale.
La domanda di prove al laboratorio deve essere sottoscritta dalla Direzione dei Lavori e deve contenere precise indicazioni sulla posizione delle strutture interessate da ciascun prelievo. Le prove non richieste dalla Direzione dei Lavori non possono fare parte dell'insieme statistico che serve per la determinazione della resistenza caratteristica del materiale.
Le prove a compressione vanno eseguite conformemente alle norme UNI EN 12390-3 tra il 28° e il 30° giorno di maturazione e comunque entro 45 giorni dalla data di prelievo. In caso di mancato rispetto di tali termini le prove di compressione vanno integrate da quelle riferite al controllo della resistenza del calcestruzzo in opera.
I certificati di prova emessi dai laboratori devono contenere almeno: - l’identificazione del laboratorio che rilascia il certificato; - una identificazione univoca del certificato (numero di serie e data di emissione) e di ciascuna sua pagina, oltre al numero totale di pagine; - l’identificazione del committente dei lavori in esecuzione e del cantiere di riferimento; - il nominativo del Direttore dei Lavori che richiede la prova; - la descrizione, l’identificazione e la data di prelievo dei campioni da provare; - la data di ricevimento dei campioni e la data di esecuzione delle prove; - l’identificazione delle specifiche di prova o la descrizione del metodo o procedura adottata, con l’indicazione delle norme di riferimento per l’esecuzione della stessa; Pag. 17 di 65
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- le dimensioni effettivamente misurate dei campioni provati, dopo eventuale rettifica; - le modalità di rottura dei campioni; - la massa volumica del campione; - i valori delle prestazioni misurate.
Per gli elementi prefabbricati di serie, realizzati con processo industrializzato, sono valide le specifiche indicazioni di cui al punto 11.8.3.1 del D.M. 17 gennaio 2018. L’opera o la parte di opera realizzata con il calcestruzzo non conforme ai controlli di accettazione non può essere accettata finché la non conformità non è stata definitivamente risolta. Il costruttore deve procedere ad una verifica delle caratteristiche del calcestruzzo messo in opera mediante l’impiego di altri mezzi d’indagine, secondo quanto prescritto dal Direttore dei Lavori e conformemente a quanto indicato nel punto § 11.2.6 del D.M. 17 gennaio 2018. Qualora i suddetti controlli confermino la non conformità del calcestruzzo, si deve procedere, sentito il progettista, ad un controllo teorico e/o sperimentale della sicurezza della struttura interessata dal quantitativo di calcestruzzo non conforme, sulla base della resistenza ridotta del calcestruzzo. Qualora non fosse possibile effettuare la suddetta verifica delle caratteristiche del calcestruzzo, oppure i risultati del controllo teorico e/o sperimentale non risultassero soddisfacenti, si può: conservare l’opera o parte di essa per un uso compatibile con le diminuite caratteristiche prestazionali accertate, eseguire lavori di consolidamento oppure demolire l’opera o parte di essa. I controlli di accettazione sono obbligatori ed il collaudatore è tenuto a verificarne la validità, qualitativa e quantitativa; ove ciò non fosse rispettato, il collaudatore è tenuto a far eseguire delle prove che attestino le caratteristiche del calcestruzzo, seguendo la medesima procedura che si applica quando non risultino rispettati i limiti fissati dai controlli di accettazione.
Per calcestruzzo confezionato con processo industrializzato, la Direzione dei Lavori, è tenuta a verificare quanto prescritto nel punto 11.2.8. del succitato decreto ed a rifiutare le eventuali forniture provenienti da impianti non conformi; dovrà comunque effettuare le prove di accettazione previste al punto 11.2.5 del D.M. e ricevere, prima dell'inizio della fornitura, copia della certificazione del controllo di processo produttivo. Per produzioni di calcestruzzo inferiori a 1500 m3 di miscela omogenea, effettuate direttamente in cantiere, mediante processi di produzione temporanei e non industrializzati, la stessa deve essere confezionata sotto la diretta responsabilità del costruttore. La Direzione dei Lavori deve avere, prima dell'inizio della produzione, documentazione relativa ai criteri ed alle prove che hanno portato alla determinazione delle prestazioni di ciascuna miscela omogenea di conglomerato, così come indicato al punto 11.2.3. del D.M. 17 gennaio 2018.
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Acciaio Prescrizioni comuni a tutte le tipologie di acciaio Gli acciai per l'armatura del calcestruzzo normale devono rispondere alle prescrizioni contenute nel vigente D.M. attuativo della legge 1086/71 (D.M. 17 gennaio 2018) e relative circolari esplicative. E' fatto divieto di impiegare acciai non qualificati all'origine.
Forniture e documentazione di accompagnamento Tutte le forniture di acciaio, per le quali non sussista l'obbligo della Marcatura CE, devono essere accompagnate dalla copia dell'attestato di qualificazione del Servizio Tecnico Centrale. Il riferimento a tale attestato deve essere riportato sul documento di trasporto. Le forniture effettuate da un commerciante intermedio devono essere accompagnate da copia dei documenti rilasciati dal Produttore e completati con il riferimento al documento di trasporto del commerciante stesso. La Direzione dei Lavori prima della messa in opera, è tenuta a verificare quanto sopra indicato ed a rifiutare le eventuali forniture non conformi, ferme restando le responsabilità del produttore.
Le forme di controllo obbligatorie Le nuove Norme Tecniche per le Costruzioni per tutti gli acciai prevedono tre forme di controllo obbligatorie (D.M. 17 gennaio 2018 paragrafo 11.3.1): - in stabilimento di produzione, da eseguirsi sui lotti di produzione; - nei centri di trasformazione; - di accettazione in cantiere. A tale riguardo il Lotto di produzione si riferisce a produzione continua, ordinata cronologicamente mediante apposizione di contrassegni al prodotto finito (rotolo finito, bobina di trefolo, fascio di barre, ecc.). Un lotto di produzione deve avere valori delle grandezze nominali omogenee (dimensionali, meccaniche, di formazione) e può essere compreso tra 30 e 120 tonnellate.
La marcatura e la rintracciabilità dei prodotti qualificati Ciascun prodotto qualificato deve costantemente essere riconoscibile per quanto concerne le caratteristiche qualitative e riconducibile allo stabilimento di produzione tramite marchiatura indelebile depositata presso il Servizio Tecnico Centrale, dalla quale risulti, in modo inequivocabile, il riferimento all’Azienda produttrice, allo Stabilimento, al tipo di acciaio ed alla sua eventuale saldabilità. Pag. 19 di 65
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Per stabilimento si intende una unità produttiva a sé stante, con impianti propri e magazzini per il prodotto finito. Nel caso di unità produttive multiple appartenenti allo stesso fabbricante, la qualificazione deve essere ripetuta per ognuna di esse e per ogni tipo di prodotto in esse fabbricato. Considerata la diversa natura, forma e dimensione dei prodotti, le caratteristiche degli impianti per la loro produzione, nonché la possibilità di fornitura sia in pezzi singoli sia in fasci, differenti possono essere i sistemi di marchiatura adottati, anche in relazione all’uso, quali, per esempio, l’impressione sui cilindri di laminazione, la punzonatura a caldo e a freddo, la stampigliatura a vernice, l’apposizione di targhe o cartellini, la sigillatura dei fasci e altri. Permane, comunque, l’obbligatorietà del marchio di laminazione per quanto riguarda le barre e i rotoli. Ogni prodotto deve essere marchiato con identificativi diversi da quelli di prodotti aventi differenti caratteristiche ma fabbricati nello stesso stabilimento, e con identificativi differenti da quelli di prodotti con uguali caratteristiche ma fabbricati in altri stabilimenti, siano essi o meno dello stesso produttore. La marchiatura deve essere inalterabile nel tempo e senza possibilità di manomissione. Per quanto possibile, anche in relazione all’uso del prodotto, il produttore è tenuto a marcare ogni singolo pezzo. Ove ciò non sia possibile, per la specifica tipologia del prodotto, la marcatura deve essere tale che, prima dell’apertura dell’eventuale ultima e più piccola confezione (fascio, bobina, rotolo, pacco, ecc.), il prodotto sia riconducibile al produttore, al tipo di acciaio, nonché al lotto di produzione e alla data di produzione. Tenendo presente che gli elementi determinanti della marcatura sono la sua inalterabilità nel tempo e l’impossibilità di manomissione, il produttore deve rispettare le modalità di marcatura denunciate nella documentazione presentata al servizio tecnico centrale, e deve comunicare tempestivamente le eventuali modifiche apportate. Il prodotto di acciaio non può essere impiegato in caso di: - mancata marcatura; - non corrispondenza a quanto depositato; - illeggibilità, anche parziale, della marcatura. Eventuali disposizioni supplementari atte a facilitare l’identificazione e la rintracciabilità del prodotto attraverso il marchio possono essere emesse dal servizio tecnico centrale.
Tutti i certificati relativi alle prove meccaniche degli acciai, sia in stabilimento che in cantiere o nel luogo di lavorazione, devono riportare l’indicazione del marchio identificativo, rilevato a cura del laboratorio incaricato dei controlli, sui campioni da sottoporre a prove. Ove i campioni fossero sprovvisti di tale marchio, oppure il marchio non dovesse rientrare fra quelli depositati presso il Servizio Tecnico Centrale, le certificazioni emesse dal laboratorio non possono assumere valenza ai sensi delle presenti norme e di ciò Pag. 20 di 65
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ne deve essere fatta esplicita menzione sul certificato stesso. In tal caso il materiale non può essere utilizzato ed il laboratorio incaricato è tenuto ad informare di ciò il Servizio Tecnico Centrale.
Centri di trasformazione Il Centro di trasformazione, impianto esterno alla fabbrica e/o al cantiere, fisso o mobile, che riceve dal produttore di acciaio elementi base (barre o rotoli, reti, lamiere o profilati, profilati cavi, ecc.) e confeziona elementi strutturali direttamente impiegabili in cantiere, pronti per la messa in opera o per successive lavorazioni, può ricevere e lavorare solo prodotti qualificati all'origine, accompagnati dalla documentazione prevista dalle norme vigenti. La Direzione dei Lavori è tenuta a verificare la conformità a quanto indicato al punto 11.3.1.7 del D.M. 17 gennaio 2018 e a rifiutare le eventuali forniture non conformi, ferme restando le responsabilità del centro di trasformazione. Gli atti di cui sopra sono consegnati al collaudatore che, tra l’altro, riporta nel Certificato di collaudo gli estremi del Centro di trasformazione che ha fornito il materiale lavorato.
Rintracciabilità dei prodotti Il centro di trasformazione può ricevere e lavorare solo prodotti qualificati all’origine, accompagnati dall’attestato di qualificazione del servizio tecnico centrale. Particolare attenzione deve essere posta nel caso in cui nel centro di trasformazione vengano utilizzati elementi base, comunque qualificati, ma provenienti da produttori differenti, attraverso specifiche procedure documentate che garantiscano la rintracciabilità dei prodotti.
Documentazione di accompagnamento e verifiche della Direzione dei Lavori Tutti i prodotti forniti in cantiere dopo l’intervento di un centro di trasformazione devono essere accompagnati da idonea documentazione, che identifichi in modo inequivocabile il centro di trasformazione stesso e che consenta la completa tracciabilità del prodotto. In particolare, ogni fornitura in cantiere di elementi presaldati, presagomati o preassemblati deve essere accompagnata: a) da dichiarazione, su documento di trasporto, degli estremi dell’Attestato di “Denuncia dell’attività del centro di trasformazione”, rilasciato dal Servizio Tecnico Centrale, recante il logo o il marchio del centro di trasformazione; b) dall’attestazione inerente l’esecuzione delle prove di controllo interno di cui al D.M. 17 gennaio 2018, fatte eseguire dal Direttore Tecnico del centro di trasformazione, con l’indicazione dei giorni nei quali la fornitura è stata lavorata; c) da dichiarazione contenente i riferimenti alla documentazione fornita dal fabbricante ai sensi del punto Pag. 21 di 65
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11.3.1.5 del D.M. 17 gennaio 2018 in relazione ai prodotti utilizzati nell’ambito della specifica fornitura. Copia della documentazione fornita dal fabbricante e citata nella dichiarazione del centro di trasformazione, è consegnata al Direttore dei Lavori se richiesta.
Acciaio per usi strutturali Prescrizioni per gli acciai per usi strutturali L'acciaio, costituito da una lega ferro-carbonio, si distingue in funzione della percentuale di carbonio presente in peso; in particolare si suddividono in: acciai dolci (C=0,15%-0,25%), acciai semiduri, duri e durissimi (C>0,75%). Gli acciai per usi strutturali, denominati anche acciai da costruzione o acciai da carpenteria hanno un tenore di carbonio indicativamente compreso tra 0,1% e 0,3%. Il carbonio infatti, pur elevando la resistenza, riduce sensibilmente la duttilità e la saldabilità del materiale; per tale motivo gli acciai da costruzione devono essere caratterizzati da un basso tenore di carbonio. I componenti dell'acciaio, comprensivi del ferro e del carbonio, non dovranno comunque superare i valori limite percentuali specificati nella normativa europea UNI EN 10025-5 (per i laminati). A tal proposito gli acciai vengono suddivisi in "legati" e "non legati", a seconda se l'acciaio considerato contiene tenori della composizione chimica che rientrano o meno nei limiti della UNI EN 10020 per i singoli elementi costituenti. Per la realizzazione di strutture metalliche e di strutture composte si dovranno in tutti i casi utilizzare acciai conformi alle norme armonizzate della serie UNI EN 10025 (per i laminati), UNI EN 10210 (per i tubi senza saldatura) e UNI EN 10219-1 (per i tubi saldati), e già recanti la Marcatura CE secondo norma UNI EN 10901. Solo per i prodotti per cui non sia applicabile la marcatura CE si rimanda a quanto specificato al punto B del punto 11.1 del D.M. 17 gennaio 2018 e si applica la procedura di cui ai punti 11.3.1.2 e 11.3.4.11.1 del citato decreto. Per le palancole metalliche e per i nastri zincati di spessore <= 4 mm si farà riferimento rispettivamente alle UNI EN 10248-1 ed UNI EN 10346. Per l’identificazione e qualificazione di elementi strutturali in acciaio realizzati in serie nelle officine di produzione di carpenteria metallica e nelle officine di produzione di elementi strutturali, si applica quanto specificato al punto 11.1, caso A) del decreto, in conformità alla norma europea armonizzata UNI EN 10901. Per la dichiarazione delle prestazioni ed etichettatura si applicano i metodi previsti dalla norme europee armonizzate, ed in particolare: - Dichiarazione delle caratteristiche geometriche e delle proprietà del materiale. Pag. 22 di 65
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- Dichiarazione delle prestazioni dei componenti, da valutarsi applicando le vigenti Appendici Nazionali agli Eurocodici; - Dichiarazione basata su una determinata specifica di progetto, per la quale si applicano le presenti norme tecniche. In ogni caso ai fini dell’accettazione e dell’impiego, tutti i componenti o sistemi strutturali devono rispondere ai requisiti della norma tecnica del D.M. 17 gennaio 2018; in particolare i materiali base devono essere qualificati all’origine ai sensi del punto 11.1 di detta norma. Per l’accertamento delle caratteristiche meccaniche indicate nel seguito, il prelievo dei saggi, la posizione nel pezzo da cui essi devono essere prelevati, la preparazione delle provette e le modalità di prova devono rispondere alle prescrizioni delle norme UNI EN ISO 377, UNI EN ISO 6892-1 e UNI EN ISO 148-1. Per le tipologie dei manufatti realizzati mediante giunzioni saldate, il costruttore dovrà essere certificato secondo la norma UNI EN ISO 3834 (parte 2 e 4). In sede di progettazione, per gli acciai di cui alle norme europee UNI EN 10025, UNI EN 10210 ed UNI EN 10219-1, si possono assumere nei calcoli i valori nominali delle tensioni caratteristiche di snervamento fyk e di rottura ftk riportati nelle tabelle seguenti.
PRODOTTI DI PIETRE NATURALI O RICOSTRUITE Pietra (termine commerciale) Roccia da costruzione e/o da decorazione, di norma non lucidabile. A questa categoria appartengono rocce di composizione mineralogica svariatissima, non inseribili in alcuna classificazione. Esse sono riconducibili ad uno dei due gruppi seguenti: -
rocce tenere e/o poco compatte;
-
rocce dure e/o compatte.
Esempi di pietre del primo gruppo sono: varie rocce sedimentarie (calcareniti, arenarie a cemento calcareo, ecc.), varie rocce piroclastiche, (peperini, tufi, ecc.); al secondo gruppo appartengono le pietre a spacco naturale (quarziti, micascisti, gneiss lastroidi, ardesie, ecc.), e talune vulcaniti (basalti, trachiti, leucititi, ecc.). Per gli altri termini usati per definire il prodotto in base alle forme, dimensioni, tecniche di lavorazione ed alla conformazione geometrica, vale quanto riportato nella norma UNI EN 12670 e UNI EN 14618. I prodotti di cui sopra devono rispondere a quanto segue: a) appartenere alla denominazione commerciale e/o petrografica indicata nel progetto, come da norma Pag. 23 di 65
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UNI EN 12407 oppure avere origine del bacino di estrazione o zona geografica richiesta nonché essere conformi ad eventuali campioni di riferimento ed essere esenti da crepe, discontinuità, ecc. che riducano la resistenza o la funzione; b) avere lavorazione superficiale e/o finiture indicate nel progetto e/o rispondere ai campioni di riferimento; avere le dimensioni nominali concordate e le relative tolleranze; c) delle seguenti caratteristiche il fornitore dichiarerà i valori medi (ed i valori minimi e/o la dispersione percentuale): -
massa volumica reale ed apparente, misurata secondo la norma UNI EN 13755 e UNI EN 14617-1;
-
coefficiente di imbibizione della massa secca iniziale, misurato secondo la norma UNI EN 13755 e
UNI EN 14617; -
resistenza a compressione, misurata secondo la norma UNI EN 1926 e UNI EN 14617;
-
resistenza a flessione, misurata secondo la norma UNI EN 12372 e UNI EN 14617;
-
modulo di elasticità, misurato secondo la norma e UNI EN 14146;
-
resistenza all'abrasione, misurata secondo le disposizioni del Regio Decreto 2234/39 e UNI EN 14617;
d) per le prescrizioni complementari da considerare in relazione alla destinazione d'uso (strutturale per murature, pavimentazioni, coperture, ecc.) si rinvia agli appositi articoli del presente capitolato ed alle prescrizioni di progetto. I valori dichiarati saranno accettati dalla Direzione dei Lavori anche in base ai criteri generali dell'articolo relativo ai materiali in genere ed in riferimento alle norme UNI EN 12057 e UNI EN 12058. Per quanto non espressamente contemplato, si rinvia alla seguente normativa tecnica: UNI EN 14617 UNI EN 12407 - UNI EN 13755 - UNI EN 1926 - UNI EN 12372 - UNI EN 14146. Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.
Segnaletica stradale orizzontale e manufatti stradali vari Norme generali Tutti i segnali stradali sia orizzontali che verticali, complementari e/o accessori dovranno essere rigorosamente conformi ai tipi, colori, dimensioni e misure prescritte dal D.Lgs. 30/4/1992 n. 285 “Nuovo codice della strada”, dal D.P.R. 16/12/1992 n. 495 “Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo Codice della strada” e successive modifiche.
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I segnali stradali dovranno essere prodotti obbligatoriamente da Ditte in possesso dei requisiti specificati all’art. 45, comma 8, del D.Lgs. 285/1992. Qualità e caratteristiche tecniche dei materiali per segnaletica orizzontale
Vernice spartitraffico La vernice da usare sarà pigmentata in bianco o in giallo e dovrà essere del tipo acrilico rifrangente a perline di vetro premiscelate; il contenuto in perline di vetro, del diametro compreso tra mm 0,006 e mm. 0,20, dovrà essere minimo del 25% in peso della vernice di colore bianco e minimo del 35% in peso della vernice di colore giallo. La vernice di colore bianco dovrà avere un contenuto di biossido di titanio non inferiore al 16% in peso della vernice fornita, mentre quella gialla un contenuto in cromato di piombo non inferiore al 11%. Il residuo non volatile dovrà essere compreso tra il 78% e 85% Il peso specifico, a 25°C, dovrà essere compreso tra 1,550 e 1,750 Kg/lt per ambedue i colori di vernice. La vernice spartitraffico dovrà essere composta con resine sintetiche essicanti del tipo gliceroftalmico ed essere miscelata con perline di vetro in sede di vetro durante il processo di lavorazione. La vernice dovrà essere omogenea, ben dispersa, esente da grumi, fondi e pellicole; deve essere semipronta all’uso. Le sostanze solventi non devono essere superiori al 22% in peso della vernice spartitraffico. E’ assolutamente vietato l’uso dei prodotti previsti dall’art. 1 della Legge 706/61, per ambedue i tipi di vernice. La vernice dovrà essere tale da aderire tenacemente a tutti i tipi di pavimentazione, dovrà possedere caratteristiche di buona resistenza all’usura prodotta dal traffico che dagli agenti atmosferici e dovrà presentare un’alta visibilità e rifrangenza sino alla completa consumazione. La vernice spartitraffico, applicata con normale macchina traccia linee su normali superfici bitumate, con condizioni di temperatura dell’aria comprese tra i 15° e 40°C e umidità relativa non superiore al 70%, dovrà avere un tempo di essicazione totale non superiore a min. 20. La vernice spartitraffico dovrà possedere un potere coprente o dare una resa media con spessore di 500 micron da 1,2 a 1,4 mq/Kg. Colato plastico a freddo bicomponente Questo materiale sarà usato esclusivamente per l’esecuzione di attraversamenti pedonali, linee di arresto e mezzeria e per la riproduzione di segnali stradali circolari o triangolari opportunamente modificati in altezza per la loro visibilità a terra. Il prodotto da utilizzare per la realizzazione della predetta segnaletica, dovrà essere costituito da un
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bicomponente con catalizzatore in polvere a base di resine acriliche per marcature a lunga durata, molto elastiche e resistenti all’abrasione ed alle intemperie. L’applicazione del prodotto deve avvenire mediante rullatura a mano o con l’utilizzo di macchina operatrice idonea per la sua stesura. Il prodotto dovrà possedere i seguenti requisiti: •
spessore di strato minimo non inferiore ad 1,5 mm.
•
consumo da 3,5 a 4,5 Kg/mq secondo la natura della superficie di applicazione superficie rifrangenza e
visibilità anche allo stato bagnato •
buona resistenza alle intemperie ed al sale antigelo forte resistenza all’abrasione
•
perfetta aderenza alla pavimentazione stradale
L’essicazione del prodotto posto in opera dovrà avvenire in un tempo minimo non superiore a 30 minuti.
Colato plastico a freddo - strutturato Questo materiale sarà usato esclusivamente per l’esecuzione di attraversamenti pedonali, linee di arresto e mezzeria e per la riproduzione di segnali stradali circolari o triangolari opportunamente modificati in altezza per la loro visibilità a terra. Il prodotto da utilizzare per la realizzazione della predetta segnaletica, dovrà essere costituito da plastica a freddo a due componenti a base di resine acriliche senza solventi per marcature a lunga durata, molto elastiche e resistenti all’abrasione ed alle intemperie, esente da cloro, sostanze aromatiche e cromato di piombo. L’applicazione del prodotto strutturato a gocce dovrà essere effettuata con l’utilizzo di macchina operatrice idonea per la sua stesura. Il prodotto dovrà possedere i seguenti requisiti: •
spessore di strato minimo compreso tra 2 e 2,5 mm;
•
consumo da 3,0 a 3,5 Kg/mq secondo la natura della superficie di applicazione microsfere in vetro 0,500-
0,600 kg/mq •
superficie rifrangenza e visibilità anche allo stato bagnato buona resistenza alle intemperie ed al sale
antigelo •
forte resistenza all’abrasione
•
perfetta aderenza alla pavimentazione stradale garanzia di perfetta efficienza per anni 3
•
L’essicazione del prodotto posto in opera dovrà avvenire in un tempo minimo non superiore a 30 minuti. Pag. 26 di 65
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Laminato elastoplastico Detto materiale, usato esclusivamente per l’esecuzione di attraversamenti pedonali, frecce direzionali e scritte varie, dovrà essere costituito da un laminato elastoplastico autoadesivo e non con polimeri di alta qualità, contenente una dispersione di microgranuli di speciale materiale ad alto potere antisdrucciolo e di microsfere di vetro o ceramica con buone caratteristiche di rifrazione che conferiscano al laminato stesso un buon potere retroriflettente. Il laminato dovrà essere posto in opera mediante idonei collanti Il suddetto materiale dovrà essere prodotto da Ditte in possesso del sistema di qualità secondo le norme UNI- EN 29000.
Esecuzione segnaletica orizzontale La segnaletica orizzontale riguarda tutte le linee continue ed intermittenti, nonché tutti i simboli (frecce, scritte, zebrature, ecc.) da eseguire lungo il nastro stradale ed in corrispondenza degli svincoli, degli incroci, degli spartitraffico e dei parcheggi. L'esecuzione della segnaletica orizzontale dovrà essere eseguita secondo gli ordini della Direzione lavori, in modo tale da risultare alla giusta distanza e posizione agli effetti della visibilità e della regolarità del traffico, secondo i tracciati, le figure e le scritte stabilite dal "Nuovo Codice Stradale" e dal D.P.R. 16.12.1992 n. 495 "Regolamento di esecuzione e di attuazione". La Ditta appaltatrice deve eseguire le opere di segnaletica a perfetta regola d’arte ed il giudizio sull'esattezza dei tracciamenti e sua della posa è riservato in modo insindacabile alla Direzione lavori e saranno ad esclusivo carico e spese dell'Impresa appaltatrice tutte le opere e le forniture relative alla eliminazione di eventuali errori o sbavature, ed alle bruciature, cancellazione e rifacimento della segnaletica orizzontale giudicata non correttamente eseguita. La superficie stradale, sulla quale dovrà essere stesa la vernice per l'esecuzione della segnaletica orizzontale, dovrà essere pulita ed asciugata con scope e getti di aria compressa, in modo che non vi siano residui di sorta. L'applicazione della vernice dovrà essere eseguita con idonee attrezzature (macchina traccialinee per l’applicazione della vernice e apposito macchinario per l’applicazione a gocce per il bicomponente), secondo le prescrizioni della Direzione lavori. L'Impresa appaltatrice dovrà essere quindi in possesso di tutta l'attrezzatura necessaria per il perfetto tracciamento ed esecuzione della segnaletica orizzontale. La quantità della vernice e la concentrazione della miscela vernice con diluente (5%-7%), deve corrispondere a quella dei campioni che la Ditta appaltatrice deve sottoporre all’atto della consegna dei lavori; in ogni caso la stessa deve essere tale da garantire, con una sola passata, uno strato di segnaletica perfettamente compatto e ben visibile anche a distanza, dello spessore costante di 500 micron con l’utilizzo Pag. 27 di 65
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della vernice spartitraffico e mm 2,0-2,5 per il colato plastico a freddo. L'essiccazione delle vernici deve avvenire in un tempo relativamente breve e comunque non superiore a 30 minuti. Nel caso in cui la segnaletica orizzontale non risultasse conforme alle prescrizioni sopra riportate, ovvero nonostante la buona esecuzione, le vernici in precedenza sottoposte all'esame della Direzione lavori e scelte da questa, non dessero risultati soddisfacenti o comunque la medesima non risulti perfettamente visibile entro la data di ultimazione dei lavori, l'Impresa appaltatrice è obbligata a propria cura e spese a riposarla senza che la stessa possa pretendere indennizzo alcuno.
Manufatti metallici da collocare in sede stradale (dissuasori di sosta, archetti parapedonali, ecc.) Dissuasori di sosta modello Comune di Bergamo I manufatti, di cui alla relativa tavola riportata nell’elaborato “manufatti unificati” dovranno essere realizzati in ferro tubolare e dotati di pellicola autoadesiva rifrangente bianca di classe 1^ da applicare ad avvenuta posa del manufatto. L'assemblaggio dovrà essere effettuato mediante saldatura continua a filo previa svasatura delle giunzioni e successiva completa molatura. I manufatti dovranno essere trattati con il seguente ciclo di lavorazione: •
sabbiatura S.A. 3 in riferimento alla normativa ISO 8501-1, rugosità min. 35 micron;
•
metallizzazione con filo di zinco puro al 99% in riferimento alla normativa ISO 22063, spessore min. 35
micron; mano di fondo nero opaco spessore min. 25 micron; •
mano di finale poliuretanico spessore min. 20 micron.
Lo spessore minimo complessivo del rivestimento del manufatto dovrà essere pari a 80 micron.
Archetti parapedonali sagomati modello Comune di Bergamo I manufatti, di cui alla relativa tavola riportata nell’elaborato “manufatti unificati”, dovranno essere costruiti in ferro tubolare del diametro di 60 mm, dello spessore di mm 3 e peso minimo di Kg 4,2/m e curve saldate aventi un raggio di curvatura esterno di cm 10. I manufatti dovranno essere dotati di pellicola autoadesiva rifrangente bianca, dell’altezza di cm 8, di classe 1^ da applicare su ogni elemento verticale, ad avvenuta posa del manufatto. L'assemblaggio dovrà essere effettuato mediante saldatura continua a filo previa svasatura delle giunzioni e successiva completa molatura.
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Per l'ancoraggio al terreno dovranno essere provvisti di spinotti alla base. I manufatti dovranno essere trattati con il seguente ciclo di lavorazione: •
sabbiatura S.A. 3 in riferimento alla normativa ISO 8501-1, rugosità min. 35 micron;
•
metallizzazione con filo di zinco puro al 99% in riferimento alla normativa ISO 22063, spessore min. 35
micron; mano di fondo nero opaco spessore min. 25 micron; •
mano di finale poliuretanico spessore min. 20 micron.
Lo spessore minimo complessivo del rivestimento del manufatto dovrà essere pari a 80 micron.
3. MODALITÀ' ESECUTIVE DI OGNI CATEGORIA DI LAVORO
Scavi di Sbancamento, Scavi di Fondazione, Scavi in Sezione per posa di Tubazioni e Canalizzazioni L'Impresa eseguirà tutti gli scavi necessari alla realizzazione delle opere, sia a mano che a macchina, qualunque sia il tipo di materiale incontrato, tanto all'asciutto che in presenza d'acqua. Gli scavi saranno eseguiti in larghezza, lunghezza e profondità secondo quanto indicato nei disegni e nei particolari di progetto. Gli scavi eseguiti dall'Impresa per comodità di lavoro od altri motivi, senza autorizzazione scritta della Direzione Lavori, non saranno contabilizzati agli effetti del pagamento. Gli scavi dovranno essere condotti in modo da non sconnettere e danneggiare il materiale d'imposta. L'Impresa prenderà tutte le precauzioni necessarie per evitare gli smottamenti delle pareti dello scavo, soprattutto in conseguenza di eventi meteorologici avversi e metterà in atto tutti gli accorgimenti necessari per evitare danni alle persone ed alle opere e sarà obbligata a provvedere a suo carico alla rimozione delle eventuali materie franate. Essa dovrà inoltre provvedere a sue spese affinché le acque scorrenti alla superficie del terreno siano deviate in modo che non abbiano a riversarsi negli scavi. La Direzione Lavori potrà ordinare che le armature di sostegno degli scavi siano aumentate o rinforzate per motivi di sicurezza senza che questo possa creare motivo di reclamo o richiesta di compensi da parte dell'Impresa. In ogni caso l'Impresa sarà l'unica responsabile per i danni alle persone ed alle opere che possono derivare da cedimenti delle pareti di scavo. La manutenzione degli scavi, lo sgombero dei materiali eventualmente e per qualsiasi causa caduti entro
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gli scavi stessi sarà a totale carico dell'Impresa indipendentemente dal tempo che trascorrerà fra l'apertura degli scavi ed il loro rinterro, che potrà essere effettuato solo dopo l'autorizzazione della Direzione Lavori e con le modalità da questa eventualmente prescritte in aggiunta od in variante a quanto indicato in queste specifiche.
Programma di Scavo Un mese prima della esecuzione degli scavi, l'Impresa dovrà presentare alla Direzione Lavori una relazione dettagliata in cui indicherà i mezzi e le modalità di esecuzione dei lavori, nonché il programma dettagliato delle opere con gli avanzamenti previsti mese per mese. Nell'esecuzione l'Impresa dovrà attenersi a tale programma, previamente approvato dalla Direzione Lavori. Sarà facoltà della Direzione Lavori disporre variazioni a tale programma, prima dell'inizio dei lavori o nel corso di essi. Resta, in ogni caso, stabilito che il sistema adottato, ed in special modo la successione delle varie fase di lavoro, dovrà essere rispondente alle migliori norme di esecuzione per i lavori del genere e rispettare le norme di sicurezza e le prescrizioni del piano di sicurezza, in relazione alle caratteristiche dei terreni da attraversare e al tempo stabilito per l'utilizzazione di tutte le opere connesse.
Variazioni delle linee di scavo Le variazioni nella quantità e profondità degli scavi non potranno giustificare richieste di compensi speciali da parte dell'Impresa, al di fuori di quanto risultante dall'applicazione dei prezzi di contratto. La quota definitiva di fondazione delle opere verrà stabilita d'accordo con la Direzione Lavori, in base alle effettive condizioni naturali riscontrate all'atto dello scavo; pertanto i piani di imposta sui disegni hanno valore puramente indicativo. Non si potrà procedere alla esecuzione del getto di calcestruzzo per le fondazioni se prima la superficie di scavo non sia stata ispezionata ed approvata dalla Direzione Lavori, pena la demolizione del già fatto. L'Impresa, inoltre, dovrà, provvedere a sua cura e spese, al riempimento dei vani rimasti al di fuori delle linee indicate con materiali che saranno specificati dalla Direzione Lavori di caso in caso.
Classificazione degli Scavi Gli scavi saranno classificati come più sotto indicato: •
Scavo in roccia
Si considera "roccia" un blocco di materiale con volume maggiore di 0,75 m3 e di resistenza e struttura tale da non poter essere rimosso e demolito senza l'uso di esplosivi o di materiali demolitori e che conserva la Pag. 30 di 65
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sua compattezza ad una elevata resistenza meccanica anche dopo una prolungata esposizione dell'acqua e di altri agenti atmosferici. •
Scavo di terreno sciolto di qualsiasi natura
Si considera terreno sciolto qualsiasi materiale che non sia la roccia sopra indicata. Rientrano in questa categoria di scavi anche i pezzi isolati di roccia inferiori a 0,75 m3. •
Scavo in acqua
Si considera scavo in acqua quello eseguito oltre 20 cm al di sotto del livello di equilibrio delle acque sotterranee entro lo scavo. L'esaurimento dell'acqua verrà disposto mediante ordine scritto dalla Direzione Lavori e l'Impresa ha l'obbligo di provvedervi adeguatamente con mezzi meccanici idonei e corrispondenti all'entità richiesta e con il personale e le scorte necessarie anche per il funzionamento continuativo nelle 24 ore, ed a mantenere il prosciugamento per tutto il tempo necessario al completamento del lavoro. Nel caso di scarico dell'acqua di aggottamento nelle fognature stradali, si dovranno adottare sistemi di decantazione per evitare interramenti od ostruzioni dei condotti. Gli scavi soggetti alle acque dovranno procedere da valle a monte, con il fondo ben livellato e con regolare canaletto sul fondo che conduca le acque al loro esito naturale od ai pozzetti delle pompe.
Tipi di Scavi •
Scavi di sbancamento
Per "scavo di sbancamento" s'intende quello occorrente per lo spianamento e sistemazione del terreno su cui dovranno sorgere le costruzioni, per la sistemazione dei piazzali, per la formazione di piani d'appoggio per platee di fondazione, scantinati, vespai, ecc., ed in generale qualsiasi scavo a sezione aperta in vasta superficie che permetta l'impiego di normali mezzi meccanici od ove sia possibile l'allontanamento delle materie di scavo, sia pure con la formazione di rampe provvisorie, che saranno eseguite a carico dell'impresa. Saranno pertanto considerati scavi di sbancamento anche quelli che si trovino al di sotto del piano di campagna quando gli scavi rivestano i caratteri sopra accennati. •
Scavi di fondazione
Si definisce "scavo di fondazione" lo scavo incassato ed a sezione ristretta effettuato sotto il piano di sbancamento disposto per accogliere gli elementi di fondazione di strutture, ed in generali tutti gli scavi che abbiano una larghezza media inferiore a 3,00 m ed una profondità uguale o superiore a 1/3 della larghezza. •
Scavi per tubazioni e canalizzazioni
Si definisce "scavo per tubazioni e canalizzazioni" lo scavo incassato ed a sezione ristretta effettuato sotto il piano di sbancamento disposto per posare canalette, fognature, condutture e tombinature. Gli scavi per posa in opera tubazioni dovranno avere sezione e larghezza tali da rendere agevole ogni manovra Pag. 31 di 65
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necessaria per la posa dei tubi, l'esecuzione delle giunzioni, le prove e le relative ispezioni e, eventualmente, lo smontaggio di condutture preesistenti. Il fondo degli scavi aperti per il collocamento delle tubazioni dovrà essere ben spianato e con le pendenze prescritte. Non saranno permesse sporgenze o infossature superiori ai 5 centimetri dal piano delle livellette di progetto. Nei punti corrispondenti alle giunzioni dei tubi e all'atto della posa di questi, si dovranno scavare, qualora necessario, nicchie larghe e profonde in modo da permettere di eseguire alla perfezione i giunti fra i tubi e di eseguire le ispezioni durante le prove. L'avanzamento degli scavi dovrà essere adeguato all'effettivo avanzamento delle forniture dei tubi. Le eventuali discontinuità nel ritmo di fornitura non potranno però, in nessun caso, dare titolo all'Impresa di richiedere compensi, maggiori di lavoro in maniera adeguata a quella della fornitura della tubazione. La Direzione Lavori si riserva il diritto di stabilire di volta in volta la lunghezza dello scavo da aprire.
Materiale Scavato e Discarica Il materiale scavato sarà di proprietà del Committente. La Direzione Lavori giudicherà dell'eventuale impiego del materiale scavato per l'utilizzo dello stesso nella formazione di rilevati o rinterri inerenti alla realizzazione delle opere e darà disposizioni circa l'invio alle discariche dei restanti quantitativi non utilizzati. Il materiale destinato a futura utilizzazione dovrà essere sistemato nelle aree che la Direzione Lavori metterà a disposizione come deposito, senza compenso supplementare. Senza compenso supplementare dovrà inoltre essere effettuato la stesa e sistemazione del terreno di risulta degli scavi nell'ambito del cantiere, se richiesto dalla Direzione Lavori. A cura e spese dell'Impresa il materiale non utilizzato dovrà essere allontanato senza indugio e trasporto a rifiuto a qualsiasi distanza a pubbliche discariche o su area che l'Impresa deve provvedere a sue spese. Tali aree verranno scelte in modo da non arrecare alcun danno ai lavori, alle proprietà ed al libero deflusso delle acque e pertanto verranno scelte a sufficiente distanza a valle delle zone interessate dalle opere. La Direzione Lavori farà asportare, addebitando la relativa spesa all'Impresa, le materie che fossero state depositate in contravvenzione alle precedenti disposizioni.
Smottamenti L'Impresa prenderà tutte le precauzioni possibili ed userà i metodi di scavo più idonei allo scopo di evitare smottamenti oltre le linee di scavo indicate nei disegni di progetto o approvate dalla Direzione Lavori. Qualsiasi smottamento, movimento di massi o terra, che si verifichi nelle aree e che secondo la Direzione Lavori sia dovuto a negligenza o mancanza di misure di precauzione sarà eliminato a carico dell'Impresa. Se tali smottamenti oltrepassano le linee fissate per gli scavi e siano richiesti riempimenti per ripristinare le linee di progetto con impiego di materiali come: argilla, calcestruzzo, ghiaia, ecc., l'onere relativo sarà a
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carico dell'Impresa. I materiali di riempimento saranno scelti dalla Direzione Lavori. Se, a giudizio della Direzione Lavori, gli smottamenti fossero derivati da cause non imputabili all'Impresa il costo dei lavori sarà contabilizzato secondo i prezzi indicati nell'Elenco Prezzi o, in mancanza di questi, secondo gli accordi presi fra l'Impresa e la Direzione Lavori.
Armature di Sostegno degli Scavi e Strutture Esistenti L'Impresa è responsabile della stabilità delle superfici degli scavi, e delle strutture e fabbricati esistenti in prossimità degli stessi, di conseguenza dovrà predisporre armature di sostegno e di contenimento degli scavi in quantità tale da garantire la sicurezza delle opere. Qualora, data la natura del terreno e la profondità degli scavi e le caratteristiche delle strutture e fabbricati adiacenti, le normali sbadacchiature non si dimostrassero sufficienti, si dovrà procedere all'armatura detta a cassa chiusa (marciavanti) delle pareti della zona, limitatamente alle zone che ne richiederanno l'impiego. L'eventuale uso di armature degli scavi con palancole metalliche o sistemi simili dovrà essere autorizzato per iscritto dalla Direzione Lavori. •
Prescrizioni generali
Gli scavi all'aperto ed in sotterraneo dovranno, tempestivamente e per iniziativa dell'Impresa, essere sostenuti dalle necessarie armature metalliche o di altra natura, sufficientemente robuste per resistere alle spinte che, secondo la natura dei terreni, saranno chiamate a sopportare; dette armature dovranno essere poste in opera a regola d'arte. La superficie dello scavo, negli interspazi fra le armature, dovrà essere sostenuta là dove risultasse necessario, con longarine, lastre prefabbricate, lamiere ed in genere con tutti i mezzi e gli accorgimenti atti ad impedire frane e rilasci e ciò sotto la diretta responsabilità dell'Impresa. •
Armature provvisorie
L'Impresa è responsabile della stabilità delle superfici degli scavi, pertanto dove sia necessario, l'Impresa dovrà provvedere a puntellare e sbatacchiare gli scavi con armature, in modo da evitare danni alle persone ed alle opere in costruzione. La Direzione Lavori potrà ordinare che le armature degli scavi siano aumentate o rinforzate, senza che questo possa costituire motivo di reclamo da parte dell'Impresa. Le armature provvisorie saranno tolte dallo scavo quando la loro funzione portante sarà terminata. Le armature occorrenti per gli scavi devono essere eseguite a perfetta regola d'arte, in modo da impedire qualsiasi cedimento o deformazione dei materiali non interessati dallo scavo. L'onere per la fornitura di armature provvisorie, per il magistero anche specializzato per la loro messa in opera e per la loro rimozione, qualunque ne sia il tipo ed il numero risultante necessario, è compreso e compensato nei prezzi degli scavi.
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Rifinitura delle Superfici di Scavo L'Impresa dovrà rimuovere dalle pareti e dal fondo degli scavi tutti i frammenti di roccia che fossero instabili e pulire con acqua ed aria compressa tutte le superfici. Nel caso di scavo in roccia le fenditure dovranno essere riempite di calcestruzzo tipo D.
Transito Stradale Qualora gli scavi abbiano sviluppo lungo strade delimitate da fabbricati, il loro inizio dovrà essere preceduto da attento esame delle fondazioni, degli edifici antistanti, esame che potrà essere integrato da idonei sondaggi per accertare la natura, profondità e consistenza delle fondazioni stesse in modo da prendere i necessari provvedimenti per evitare qualsiasi danno a edifici e strutture. Sarà cura dell'Impresa redigere in contraddittorio, con i legittimi proprietari, lo stato di consistenza di quelle strutture o edifici che presentino lesioni o inducano a prevederne la formazione durante i lavori. La realizzazione sarà corredata da completa documentazione, anche fotografica, installando se necessario, idonee spie. Tutti gli oneri derivanti da tali operazioni saranno a carico dell'Impresa. Durante l'esecuzione dei lavori comunque interessanti le strade, quale ne sia la categoria e l'entità del traffico, e per tutta la loro durata dovranno essere adottate tutte le disposizioni necessarie per garantire la libertà e la sicurezza del transito personale e meccanizzato a norma di leggi vigenti. Dovranno essere costruiti appositi ponticelli di legno o a struttura metallica tubolare, della larghezza minima di 0,60 m, protetti lateralmente da corrimano per dare comodo accesso ai fabbricati situati lateralmente alle trincee. Sono egualmente a carico dell'Impresa le segnalazioni luminose di pericolo di tutti gli ostacoli al libero traffico. Dette segnalazioni devono essere tenute in funzione ogni qualvolta ci sia poca visibilità di giorno e per tutta la notte e dovranno essere sorvegliate continuamente per evitare che qualsiasi causa rimangano spente. Quando per ordine della Direzione Lavori si renda necessario impedire il traffico nelle aree interessate dai lavori, l'Impresa dovrà provvedere all'ottenimento dei relativi permessi all'Autorità competente, ad installare le segnalazioni luminose e gli sbarramenti a cavalletto dell'impedimento.
Interferenze con Altri Servizi Tutte le volte che nell'esecuzione dei lavori si incontreranno condutture o cunicoli di fogne, tubazioni di gas o d'acqua, cavi elettrici, telegrafici e telefonici od altri ostacoli imprevedibili per cui si rendesse Pag. 34 di 65
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indispensabile qualche variante al tracciato ed alle livellate di posa, l'Impresa ha l'obbligo di darne avviso alla Direzione Lavori, che darà le necessarie disposizioni del caso. Resta stabilito che non sarà tenuto conto degli scavi eccedenti a quelli ordinati né delle maggiori profondità a cui l'impresa si sia spinta senza ordine della Direzione Lavori. Particolare cura dovrà porre l'Impresa affinché non siano danneggiate dette opere nel sottosuolo e pertanto Essa dovrà fare quello che sia necessario per mantenere le opere stesse nella loro primitiva posizione utilizzando in tal senso sostegni, puntelli, sbadacchiature, sospensioni, ecc. Dovrà quindi avvertire immediatamente l'Amministrazione competente e la Direzione Lavori. Ogni onere connesso all'esecuzione degli scavi in presenza di altri servizi (sostegni provvisori, puntellamenti, cautele e rallentamenti, ecc..) è a carico dell'Impresa essendosene tenuto conto nei prezzi di elenco. Nel caso che l'apertura di uno scavo provochi emanazioni di gas, si allontanerà immediatamente dalla zona ogni causa che possa provocare incendi od esplosioni e si avvertiranno le Autorità competenti. Resta comunque stabilito che l'Impresa è responsabile di ogni qualsiasi danno che possa derivare dai lavori a dette opere nel sottosuolo e che è obbligato a ripararlo o a farlo riparare al più presto sollevando il Committente e la Direzione Lavori da ogni gravame, noia o molestia. Qualora per effetto dei lavori da eseguire dovesse manifestarsi la necessità di spostare provvisoriamente o definitivamente alcuni di tali servi, l'Appaltatore dovrà darne preavviso alla Direzione Lavori e ottenere le necessarie autorizzazioni, le prestazioni così autorizzate sono a carico della Stazione Appaltante.
Misurazioni e Pagamenti I rilievi e la misurazione degli scavi agli effetti del pagamento saranno eseguiti in contraddittorio con l'Impresa prima dell'inizio dei lavori ed al momento della contabilizzazione. La misurazione degli scavi verrà effettuata come segue: •
gli scavi di sbancamento saranno misurati a volume di materiale in posto computato con il metodo delle
sezioni ragguagliate; •
gli scavi di fondazione saranno computati per un volume uguale a quello risultante dal prodotto della
base di fondazione per la sua profondità sotto il piano degli scavi di sbancamento ovvero del terreno naturale quando detto scavo di sbancamento non viene effettuato; •
gli scavi per la posa di tubazioni di diametro interno superiore a 30 cm saranno misurati a volume in
base alle sezioni obbligate di scavo risultanti dai disegni di progetto distinguendo la parte di scavo di profondità inferiore o uguale a m 3,50 dal piano campana originario o dal piano ottenuto a seguito di sbancamento, dalla parte di scavo di profondità superiore, salvo che la Direzione Lavori non adotti a suo insindacabile giudizio, altri sistemi; nel caso di scavi mediante l'uso di palancole metalliche, gli scavi saranno Pag. 35 di 65
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computati per il volume effettivo senza riferimenti alle sezioni obbligate risultanti dai disegni di progetto; •
gli scavi per la posa delle tubazioni di diametro interno inferiore o uguale a 30 cm la cui profondità del
piano di posa sia compresa tra 1 e 2 m e saranno misurati a volume uguale a quello risultante dal prodotto della larghezza misurata al piano di appoggio delle tubazioni per la sua profondità dal piano stradale o di campagna. Lo scavo per la formazione di eventuali taglioni o fossi o strutture di sezione orizzontale minore di quella delle fondazioni sovrastanti saranno valutati a parte, con lo stesso criterio di quelle superiori partendo dalla quota di fondo della fondazione sovrastante.
Oneri compresi nei relativi prezzi di Elenco Prezzi Nel prezzo degli scavi di cui sopra s'intendono compensati anche: •
l'esecuzione dello scavo in presenza d'acqua sino ad una profondità non maggiore di 20 cm dal livello
dell'equilibrio delle acque sotterranee entro lo scavo, compreso l'onere per gli eventuali aggottamenti con l'impiego di pompe. Come livello d'equilibrio delle acque sotterranee si intende quello naturale della falda esistente ovvero, quello assunto da quest'ultima, al momento del lavoro, nel caso in cui vengano impiegati sistemi di depressione della falda come impianti Wellpoint, pozzi filtranti e simili; •
l'innalzamento e la sistemazione del materiale scavato o risultante da demolizione, all'interno dei terreni
concessi per l'esecuzione dei lavori compreso il successivo rinterro dopo il completamento delle opere murarie, compreso il necessario costipamento, ovvero il successivo carico sui mezzi di trasporto, trasporto, scarico e sistemazione di qualsiasi entità del materiale proveniente dallo scavo, entro le aree poste a disposizione dal Committente o scelte dall'Appaltatore; •
i permessi o i diritti di discarica se necessari;
•
l'esecuzione di fossi di guardia e di qualsiasi altra opera per la deviazione delle acque superficiali e
l'allontanamento delle stesse dagli scavi; •
l'esecuzione delle armature, sbadacchiature e puntellamenti provvisori delle pareti degli scavi incluse le
eventuali armature a cassa chiusa, compreso mano d'opera, noleggio e sfrido di legname, chioderia e quant'altro occorra per l'armatura ed il disarmo. Sono escluse invece le armature continue degli scavi tipo palancole metalliche o simili a infissione o marciavanti, da utilizzare a insindacabile giudizio della Direzione Lavori; •
l'eventuale mancato recupero, parziale o totale, del materiale impiegato nelle puntellature, nelle
sbadacchiature e nelle armature suddette, e ciò anche se gli scavi fossero stessi in relazione alle condizioni naturali ed alle caratteristiche delle opere; •
l'accurata pulizia delle superfici di scavo e la loro regolarizzazione. Pag. 36 di 65
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Materiale di discarica La misurazione del materiale da trasportare alle discariche verrà effettuata a volume di materiale misurato in posto prima del carico. Il prezzo di cui all’articolo dell'Elenco Prezzi, compensa il trasporto dei materiali giacenti in cantiere alle discariche valutato per m3. A richiesta della Direzione Lavori il terreno in eccedenza dovrà essere disteso e livellato o spianato in cantiere senza sovrapprezzo. Transito Stradale Gli oneri derivanti dagli accorgimenti e dalle opere adottati per garantire la libertà di transito stradale nella zona dei lavori, sono compresi e compensati nei relativi prezzi di scavo.
Spostamento Servizi Gli oneri derivanti dall'attraversamento nel sottosuolo di condutture, tubazioni, cavi, ecc. incontrati durante l'esecuzione dei lavori saranno compensati con i prezzi dell'Elenco Prezzi.
Scarifica di pavimentazioni esistenti realizzata con sistemi tradizionali
La demolizione dell’intera o parziale pavimentazione bituminosa può essere effettuata con l’impiego di attrezzature tradizionali quali escavatori, pale meccaniche, demolitori, scarificatori o ripper a discrezione della Direzione Lavori. Le pareti dello scavo dovranno risultare perfettamente verticali e con andamento longitudinale rettilineo e privo di sgretolamenti. I bordi verso le pavimentazione da mantenere sia in senso longitudinale che trasversale dovranno presentare un taglio netto e perfettamente verticale eseguito con apparecchiature di taglio a disco diamantato. Eventuali danni causati dall’azione dei mezzi sulla pavimentazione non da demolire dovranno essere riparati a cura e spese dell’Impresa. L’Impresa è inoltre tenuta a regolarizzare, pulire ed eventualmente compattare il piano di posa della pavimentazione demolita..
Fresature di strati di conglomerato bituminoso con idonee attrezzature La fresatura della sovrastruttura per la parte legata a bitume per l’intero spessore o parte di esso dovrà Pag. 37 di 65
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essere effettuata con apposite macchine fresatrici autocaricanti, munite di frese a tamburo, funzionanti a freddo e dotate di nastro trasportatore per il carico del materiale di risulta direttamente sull’autocarro. Tutte le attrezzature dovranno essere perfettamente efficienti e funzionanti e di caratteristiche meccaniche, dimensionali e prestazionali approvate dalla D.L.. La superficie di scarifica dovrà risultare perfettamente regolare in tutti i punti, priva di residui di strati non completamente fresati che possono compromettere l’aderenza delle nuove pavimentazioni da posare (questa prescrizione non è valida nel caso di demolizione integrale degli strati bituminosi). L’impresa dovrà attenersi scrupolosamente agli spessori di demolizione stabiliti dal progetto oppure ordinati dalla Direzione Lavori. Qualora questi dovessero risultare inadeguati e comunque diversi in difetto o in eccesso rispetto all’ordinativo di lavoro l’impresa è tenuta a darne immediatamente comunicazione al Direttore dei Lavori che potrà eventualmente autorizzare la modifica delle quote di scarifica Il rilievo dei nuovi spessori dovrà essere effettuato in contraddittorio. Lo spessore della fresatura dovrà essere mantenuto costante in tutti i punti e sarà valutato mediando l’altezza delle due pareti laterali con quella centrale della scarifica. La pulizia del piano di scarifica dovrà essere eseguita con attrezzature munite di spazzole rotanti e/o dispositivi aspiranti o simili in grado di dare un piano perfettamente pulito. La non idonea pulizia delle superfici provoca una detrazione sul prezzo di elenco del 15%. Le pareti dei tagli longitudinali dovranno risultare perfettamente verticali e con andamento longitudinale rettilineo e privo di sgretolature. In corrispondenza dei chiusi di ispezione di qualsiasi genere, di forate o pilette si dovrà provvedere alla asportazione dello stesso spessore di pavimentazione attuata sul resto delle superficie oggetto di intervento utilizzando se del caso apparecchiature di ridotte dimensioni o procedendo a mano Sia il piano fresato che le pareti dovranno, prima della posa in opera dei nuovi strati, risultare perfettamente puliti, asciutti e uniformemente rivestiti della mano di aggrappo in emulsione bituminosa nella quantità indicata nelle specifiche voci riportate nei seguenti Articoli.
Tombinature e fognature Potranno essere costruite con tubazioni di cemento, di p.v.c. o di grès, completati da camerette d'ispezione di testa ed intermedie e dagli allacciamenti degli scarichi stradali e privati. Detti tubi o condotti saranno posti in opera su sottofondo in calcestruzzo dosato a 200 kg di cemento R 325 per m3 d'impasto dello Pag. 38 di 65
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spessore di cm 10 e saranno quindi sigillati con malta di cemento; dopo di che si procederà al getto laterale di rinfianco, sempre dello spessore di cm 10, che dovrà raggiungere la quota di cm 10 superiore all'estradosso del tubo o del condotto; si procederà quindi al reinterro dei predetti manufatti, ponendo intorno ad essi sabbia o ghiaia, secondo le prescrizioni della Direzione lavori e successivamente posando i materiali aridi di riempimento, da costiparsi a rifiuto a strati non superiori a cm 50. Qualora si procedesse al reinterro di un condotto senza preventivo assenso della Direzione lavori, l'Impresa appaltatrice sarà tenuta a scoprirlo, onde permettere le necessarie verifiche.
OPERE DI SOSTEGNO DEI TERRENI Generalità Le opere di sostegno delle terre sono opere in grado di garantire stabilità ad un fronte di terreno potenzialmente instabile.
Alcune tra le principali tipologie di opere di sostegno sono le seguenti: - muri a gravità (in calcestruzzo, muratura, pietrame, gabbionate, ecc.) - muri a mensola, a contrafforti e/o speroni (in calcestruzzo armato) - terra rinforzata (o armata) - paratie (palancole e diaframmi)
I più comuni tipi di muri di sostegno possono essere suddivisi dal punto di vista costruttivo in:
•
muri di pietrame a secco eventualmente sistemato a gabbioni;
•
muri di muratura ordinaria o di conglomerato cementizio;
•
muri di conglomerato cementizio armato, formati generalmente da una soletta di fondazione e da una parete con o senza contrafforti;
•
speciali muri in terra costituiti da associazione di materiale granulare e armature metalliche ad alta aderenza e da un paramento articolato di pannelli prefabbricati in calcestruzzo.
Requisiti di stabilità Il muro di sostegno dovrà offrire un'efficace risposta alla spinta delle terre, a quella dovuta all'acqua e ad eventuali spinte indotte da sovraccarichi superiori nonchè rispondere a tutti i requisiti statici richiesti dalla Pag. 39 di 65
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normativa vigente ed in particolare alle seguenti verifiche:
- VERIFICA ALLO SCORRIMENTO SUL PIANO DI POSA Per la sicurezza lungo il piano di posa del muro, il rapporto fra la somma delle forze resistenti, calcolate con i coefficienti della Tabella 6.5.I del DM 17/01/2018, con riferimento all’approccio geotecnico di tipo 2 (A1+M1+R3), nella direzione dello slittamento e la somma delle componenti nella stessa direzione delle azioni sul muro deve risultare non inferiore a 1,0.
- VERIFICA AL RIBALTAMENTO DEL MURO Lo stato limite di ribaltamento non prevede la mobilitazione della resistenza del terreno antistante il muro. Per la verifica di sicurezza si assume come punto di rotazione l’estremo alla base della fondazione più a monte. Il rapporto tra il momento delle forze stabilizzanti e quello delle forze ribaltanti, calcolate con i coefficienti della Tabella 6.5.I del DM 17/01/2018, con riferimento all’approccio geotecnico di tipo 2 (A1+M1+R3), non deve risultare minore di 1,0.
- VERIFICA AL CARICO LIMITE DELL'INSIEME FONDAZIONE-TERRENO Questa verifica deve essere eseguita secondo quanto prescritto nel §6.5.3.1.1 del DM 17/01/2018, con riferimento all’approccio geotecnico di tipo 2 (A1+M1+R3), tenendo conto dell'inclinazione ed eccentricità della risultante delle forze trasmesse dal muro al terreno di fondazione. Il coefficiente di sicurezza non dovrà risultare minore di 1.
- VERIFICA DI STABILITÀ GLOBALE La verifica di stabilità globale del complesso opera di sostegno-terreno deve essere effettuata secondo l’Approccio 1 - Combinazione 2 (A2+M2+R2), tenendo conto dei coefficienti parziali riportati nelle Tabelle 6.2.I e 6.2.II per le azioni e i parametri geotecnici e nella Tabella 6.8.I del DM 17/01/2018 per le verifiche di sicurezza di opere di materiali sciolti e fronti di scavo. Il coefficiente di sicurezza non dovrà risultare inferiore ad 1,0. I materiali costituenti i manufatti dovranno essere posti in opera a strati e costipati per ottenere caratteristiche fisico-meccaniche in accordo con i requisiti progettuali. Al riguardo devono essere indicate in progetto le prescrizioni relative alla posa in opera precisando i controlli da eseguire durante la costruzione ed i limiti di accettabilità dei materiali.
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L'opera di sostegno dovrà essere realizzata secondo tutte le prescrizioni dimensionali e strutturali indicate in progetto, secondo le seguenti tipologie:
Muro di sostegno a gravità (VEDASI RELAZIONE ILLUSTRATIVA DI DETTAGLIO) I muri di sostegno a gravità resistono alla spinta esercitata dal terreno esclusivamente in virtù del proprio peso. Essi saranno realizzati con i seguenti materiali indicati in progetto ovvero secondo prescrizione della Direzione Lavori: •
calcestruzzo
•
muratura di mattoni
•
muratura di pietrame
Affinchè ogni sezione orizzontale del muro sia interamente compressa è necessario che ad ogni quota, la risultante del peso e della spinta del terreno sia interna al nocciolo d'inerzia. Si tratterà pertanto di una struttura tozza, la cui altezza massima supererà raramente i 3,5 metri: per altezze maggiori di solito non sono economicamente convenienti.
Muro a gabbioni Un muro a gabbioni è formato da gabbie metalliche costituite da una maglia quadrata o esagonale di acciaio, con diametro variabile riempite da grosse pietre. I gabbioni sono elementi scatolari realizzati in rete metallica doppia torsione con maglia esagonale con caratteristiche meccaniche almeno pari a quanto previsto dalla UNI-EN 10223-3, certificati CE e in conformità alle “Linee guida per la certificazione di idoneità tecnica all’impiego e l’utilizzo di prodotti in rete metallica a doppia torsione” emesse dal Presidenza del Consiglio Superiore dei LL.PP. – Servizio Tecnico Centrale. Durante la costruzione ogni gabbia è assicurata a quella adiacente mediante ulteriore filo di acciaio, mentre la faccia esterna di solito è rastremata sfalsando i gabbioni ad ogni strato successivo. La loro permeabilità e flessibilità rende consigliabile l'utilizzo di tale tipologia di muri per quei terreni suscettibili di saturazione senza dover prevedere sistemi di drenaggio specifici o dove la capacità portante del terreno è scadente appunto per la loro elevata capacità di adattarsi alle deformazioni. L'opera di sostegno sarà realizzata mediante impiego di gabbioni in rete metallica a doppia torsione di maglia esagonale tipo 8x10 (conforme alle UNI EN 10223-3) tessuta con filo di diametro minimo 2,7 mm (conforme alle UNI EN 10218) protetto con lega Zn-Al5%-MM (conforme alle UNI EN 10244-2 Classe A tab. 2 minimo 255 gr/m2); nel caso di ambienti aggressivi il filo di diametro 2,7 mm sarà ricoperto di rivestimento plastico (conforme alle UNI EN 10245-2 e/o 3) di spessore nominale di 0,4, confezionato a parallelepipedo di varie dimensioni. Gli scatolari metallici verranno assemblati e collegati tra loro utilizzando per le cuciture ed i tiranti Pag. 41 di 65
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un filo metallico delle stesse caratteristiche di quello utilizzato per la fabbricazione della rete, con diametro di 2,2 mm. Nel caso di utilizzo di punti metallici meccanizzati per le operazioni di cucitura, questi dovranno essere in acciaio rivestito con lega zinco-alluminio 5%-MM, con diametro 3 mm e carico di rottura minimo pari a 170 kg/mm2. Gli scatolari, una volta assemblati devono essere riempiti in loco con pietrame grossolano o ciottoli non friabili di pezzatura (generalmente Ø 100 - 200 mm) non inferiore ad 1,5 volte la dimensione minima della maglia conformemente alle indicazioni di progetto e/o della Direzione Lavori.
Il filo utilizzato nella produzione dei gabbioni (a basso tenore di carbonio) può essere rivestito, con Galfan (lega eutettica di Zinco-Alluminio – 5%) secondo UNI EN 15646 in relazione alle caratteristiche di durata dell’opera e del grado di aggressività ambientale.
Muro di sostegno a mensola I muri di sostegno a mensola e a contrafforti e speroni sfruttano, contrariamente ai muri a gravità, anche il peso del terreno che grava sulle parti strutturali (es. la fondazione) per la stabilità al ribaltamento ed alla traslazione orizzontale. Le diverse parti della struttura (fondazione e pareti) tuttavia sono armate in modo da resistere anche a flessione e taglio.
I muri a contrafforti e speroni, essendo strutture scatolari, composte da lastre incastrate su tre lati, consentono un migliore sfruttamento dei materiali e sono quindi preferiti per i muri di grande altezza.
Drenaggio I muri di sostegno, dopo la loro realizzazione, necessitano di un riempimento del terrapieno di monte, la cui quantità dipende dalla forma della scarpata e dalle dimensioni geometriche del muro. Lo spessore del rinterro dipende dalla tipologia del muro: spessori maggiori sono richiesti per muri a mensola, mentre per muri a gravità lo spessore del rinterro è di solito minore. L'eventuale presenza di acqua a monte del muro contribuisce ad aumentare la pressione laterale sul muro stesso: sarà quindi necessario predisporre, specialmente in tali casi, un idoneo sistema di drenaggio. La scelta del tipo di drenaggio più idoneo è da porsi in relazione con il tipo di terreno da contenere, le precipitazioni atmosferiche, la presenza di falda idrica e la possibilità che si formi ghiaccio. La mancanza di un efficiente sistema di drenaggio è concausa di crolli dei muri di sostegno, quindi è auspicabile rendere impermeabile, per quanto possibile, il piano superiore del terrapieno per evitare infiltrazioni di acque meteoriche; predisporre un drenaggio inclinato per ridurre al minimo la sovrapressione idrostatica; utilizzare Pag. 42 di 65
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materiale permeabile per la parte di rinterro a contatto con il muro. Considerato che dietro il muro l'accumulo di acqua incrementa notevolmente il peso specifico del terreno (e quindi, la pressione laterale agente sul muro), risulta necessario porre particolare attenzione alla scelta del tipo di materiale impiegato ed alle modalità esecutive del terrapieno posizionato a monte del muro. Pertanto, è opportuno realizzare un sistema di drenaggio, capace di abbattere, o quanto meno ridurre al minimo, il valore della spinta dovuta alla pressione nel terreno, con dei fori di drenaggio lungo il muro e con l'utilizzo di terreni di riempimento dotati di elevata permeabilità, costituiti da materiale lapideo, con un'opportuna scelta della pezzatura. Per ridurre l’intensità della spinta, ed in particolare della sua componente orizzontale, è opportuno utilizzare terreni di riempimento sabbiosi e ghiaiosi, caratterizzati da un alto valore dell’angolo di resistenza al taglio. Per limitare l’influenza sulla spinta del terreno naturale in sito dietro il muro ed il suo riempimento, il pendio che si realizza con lo sbancamento deve avere una pendenza debole o addolcita. I sistemi di drenaggio più utilizzati sono: - fori di drenaggio, di 10÷15 cm di diametro e interasse 2÷4 m, muniti di rete reps o di filtro, disposti a quinconce su tutta l’altezza del muro, con maggiore densità nella parte inferiore; - materiali drenanti messi in opera dietro il muro, sia verticalmente a contatto diretto con la parete, sia come tappeti drenanti messi in opera sul pendio di terreno naturale prima del riempimento, in modo da abbattere la superficie di falda. Le acque di drenaggio che attraversano il muro, laddove è progettualmente compatibile, possono essere convogliate in una canaletta al piede. Il sistema drenante può essere ulteriormente migliorato con l’inerbimento del pendio in modo da ridurre l’acqua di infiltrazione e con la messa in opera di opportune specie vegetali a radici profonde che, per suzione, riducono il contenuto in acqua del terreno. Il progetto o la Direzione Lavori dovrà chiaramente indicare la scelta dei materiali (naturali od artificiali) tenendo conto dei requisiti richiesti per la funzionalità e le caratteristiche del terreno con il quale il dreno è a contatto. Per i rilevati ed i rinterri a tergo di opere di sostegno sono da preferire le terre a grana media o grossa. Terre a grana fine possono essere impiegate per opere di modesta importanza e quando non sia possibile reperire materiali migliori. Si possono adoperare anche materiali ottenuti dalla frantumazione di rocce. Sono da escludere materiali con forti percentuali di sostanze organiche di qualsiasi tipo e materiali fortemente rigonfiati. Il sistema di drenaggio migliore è quello che prevede di predisporre opportuni dreni orizzontali o suborizzontali, i quali riducono notevolmente la spinta dell'acqua. I dreni verticali, posizionati a tergo del muro, sono invece più semplici da realizzare e si limitano invece a ridurre sensibilmente il valore della spinta dell'acqua. Un buon drenaggio sarà costituito da materiali permeabili di opportuna granulometria e da un Pag. 43 di 65
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sistema di tubazioni. Affinchè i dreni funzionino correttamente, non devono essere contaminati da altro materiale impermeabile, o a bassa permeabilità, e devono stare a contatto con l'aria attraverso i tubi, aventi sezione e pendenza sufficienti a favorire lo smaltimento dell'acqua e di eventuali sedimenti. Qualunque sia il sistema di drenaggio utilizzato, va comunque tenuto in considerazione il problema della collocazione di opportuno materiale filtrante, tipo geotessile, sopra i fori sul lato del terrapieno a monte, in maniera da evitare la fuoriuscita di materiale fine, che comporta l'ostruzione degli stessi fori, non permettendo più la fuoriuscita dell'acqua a tergo del muro. Il costipamento del rinterro, quando previsto, deve essere eseguito secondo quanto prescritto in progetto ovvero dalla Direzione Lavori. La posa in opera senza costipamento è consentita per manufatti di pietrame. Le modalità della posa in opera e del costipamento devono essere considerate in progetto, sia nella definizione della sezione tipo dell'opera, sia nella valutazione delle proprietà fisico-meccaniche dei materiali.
OPERE E STRUTTURE DI CALCESTRUZZO Impasti di Calcestruzzo Gli impasti di calcestruzzo dovranno essere eseguiti in conformità di quanto previsto dal D.M. 17 gennaio 2018 e dalle relative norme vigenti. La distribuzione granulometrica degli inerti, il tipo di cemento e la consistenza dell'impasto, devono essere adeguati alla particolare destinazione del getto ed al procedimento di posa in opera del conglomerato. Il quantitativo d'acqua deve essere il minimo necessario a consentire una buona lavorabilità del conglomerato tenendo conto anche dell'acqua contenuta negli inerti. Partendo dagli elementi già fissati il rapporto acqua-cemento, e quindi il dosaggio del cemento, dovrà essere scelto in relazione alla resistenza richiesta per il conglomerato. L'impiego degli additivi dovrà essere subordinato all'accertamento della assenza di ogni pericolo di aggressività e devono essere conformi alla norma europea armonizzata UNI EN 934-2. L'acqua di impasto, ivi compresa l'acqua di riciclo, dovrà essere conforme alla norma UNI EN 1008. L'impasto deve essere fatto con mezzi idonei ed il dosaggio dei componenti eseguito con modalità atte a garantire la costanza del proporzionamento previsto in sede di progetto. Nei calcestruzzi è ammesso l'impiego di aggiunte, in particolare di ceneri volanti, loppe granulate d'altoforno e fumi di silice, purché non ne vengano modificate negativamente le caratteristiche prestazionali. Le ceneri volanti devono soddisfare i requisiti della norma europea armonizzata UNI EN 450-1. Per quanto riguarda l'impiego si potrà fare utile riferimento ai criteri stabiliti dalle norme UNI EN 206 ed UNI 11104. Pag. 44 di 65
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I fumi di silice devono soddisfare i requisiti della norma europea armonizzata UNI EN 13263-1. Per i calcestruzzi preconfezionati si fa riferimento alla norma UNI EN 206. Controlli sul Calcestruzzo Per i controlli sul calcestruzzo ci si atterrà a quanto previsto dal D.M. 17 gennaio 2018. Il calcestruzzo viene individuato tramite la resistenza caratteristica a compressione secondo quanto specificato nel suddetto D.M. Il calcestruzzo deve essere prodotto in regime di controllo di qualità, con lo scopo di garantire che rispetti le prescrizioni definite in sede di progetto. Il controllo di qualità del calcestruzzo si articola nelle seguenti fasi: - Valutazione preliminare della resistenza; - Controllo di produzione - Controllo di accettazione - Prove complementari Le prove di accettazione e le eventuali prove complementari, compresi i carotaggi, sono eseguite e certificate dai laboratori di cui all'art. 59 del d.P.R. n. 380/2001. Il costruttore resta comunque responsabile della qualità del calcestruzzo posto in opera, che sarà controllata dal Direttore dei Lavori, secondo le procedure di cui al punto 11.2.5 del D.M. 17 gennaio 2018. Norme per il cemento armato normale Nella esecuzione delle opere di cemento armato normale l'Appaltatore dovrà attenersi a quanto contenuto nel d.P.R. 380/2001 e s.m.i., nelle norme tecniche del D.M. 17 gennaio 2018 e nella relativa normativa vigente. Responsabilità per le opere in calcestruzzo armato e calcestruzzo armato precompresso Nell'esecuzione delle opere in cemento armato normale e precompresso l'Appaltatore dovrà attenersi strettamente a tutte le disposizioni contenute nel d.P.R. 380/2001 e s.m.i., e nelle norme tecniche vigenti (UNI EN 1991-1-6). Nelle zone sismiche valgono le norme tecniche emanate in forza del d.P.R. 380/2001 e s.m.i., e del D.M. 17 gennaio 2018. Tutti i lavori di cemento armato facenti parte dell'opera appaltata, saranno eseguiti in base ai calcoli di stabilità accompagnati da disegni esecutivi e da una relazione, che dovranno essere redatti e firmati da un tecnico abilitato iscritto all'Albo, e che l'Appaltatore dovrà presentare alla Direzione dei Lavori entro il termine che gli verrà prescritto, attenendosi agli schemi e disegni facenti parte del progetto ed allegati al contratto o alle norme che gli verranno impartite, a sua richiesta, all'atto della consegna dei lavori. Pag. 45 di 65
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L'esame e verifica da parte della Direzione dei Lavori dei progetti delle varie strutture in cemento armato non esonera in alcun modo l'Appaltatore e il progettista delle strutture dalle responsabilità loro derivanti per legge e per le precise pattuizioni del contratto. Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.
Acciaio
per
calcestruzzo
Caratteristiche
armato
dimensionali
e
di
impiego L'acciaio per cemento armato è esclusivamente prodotto in stabilimento sotto forma di barre o rotoli, reti o tralicci, per utilizzo diretto o come elementi di base per successive trasformazioni. Prima della fornitura in cantiere gli elementi di cui sopra possono essere saldati, presagomati (staffe, ferri piegati, ecc.) o preassemblati (gabbie di armatura, ecc.) a formare elementi composti direttamente utilizzabili in opera. La sagomatura e/o l'assemblaggio possono avvenire: - in cantiere, sotto la vigilanza della Direzione dei Lavori; - in centri di trasformazione, solo se provvisti dei requisiti di cui al punto 11.3.1.7. del D.M. 17 gennaio 2018. Tutti gli acciai per calcestruzzo armato devono essere ad aderenza migliorata, aventi cioè una superficie dotata di nervature o dentellature trasversali, uniformemente distribuite sull'intera lunghezza, atte a garantire adeguata aderenza tra armature e conglomerato cementizio. Per quanto riguarda la marchiatura dei prodotti e la documentazione di accompagnamento vale quanto indicato nel D.M. 17 gennaio 2018.
Reti e tralicci elettrosaldati Gli acciai delle reti e tralicci elettrosaldati devono essere saldabili. L’interasse delle barre non deve superare, nelle due direzioni, 330 mm. I tralicci e le reti sono prodotti reticolari assemblati in stabilimento mediante elettrosaldature, eseguite da macchine automatiche in tutti i punti di intersezione. Per le reti ed i tralicci costituiti con acciaio B450C, gli elementi base devono avere diametro (d) che rispetta la limitazione: 6 mm d = <16 mm. Per le reti ed i tralicci costituiti con acciaio B450A, gli elementi base devono avere diametro (d) che rispetta Pag. 46 di 65
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la limitazione: 5 mm d = <10 mm. La produzione di reti e tralicci elettrosaldati deve essere effettuata a partire da materiale di base qualificato. Nel caso di reti e tralicci formati con elementi base prodotti nello stesso stabilimento, la marchiatura del prodotto finito può coincidere con quella dell’elemento base. Nel caso di reti e tralicci formati con elementi base prodotti in altro stabilimento, deve essere apposta su ogni confezione di reti o tralicci un’apposita etichettatura con indicati tutti i dati necessari per la corretta identificazione del prodotto e del fabbricante delle reti e dei tralicci stessi. Il Direttore dei Lavori, al momento dell’accettazione della fornitura in cantiere, verificherà la presenza della predetta etichettatura.
Controlli di accettazione in cantiere I controlli di accettazione in cantiere sono obbligatori e secondo quanto disposto al punto 11.3.2.12 del D.M. 17 gennaio 2018 devono essere effettuati entro 30 giorni dalla data di consegna del materiale a cura di un laboratorio di cui all’art. 59 del DPR n. 380/2001. Essi devono essere eseguiti in ragione di 3 campioni ogni 30 t di acciaio impiegato della stessa classe proveniente dallo stesso stabilimento o Centro di trasformazione, anche se con forniture successive. I campioni devono essere ricavati da barre di uno stesso diametro o della stessa tipologia (in termini di diametro e dimensioni) per reti e tralicci, e recare il marchio di provenienza. Il prelievo dei campioni va effettuato alla presenza del Direttore dei Lavori o di tecnico di sua fiducia che provvede alla redazione di apposito verbale di prelievo ed alla identificazione dei provini mediante sigle, etichettature indelebili, ecc. Qualora la fornitura, di elementi sagomati o assemblati, provenga da un Centro di trasformazione, il Direttore dei Lavori, dopo essersi accertato preliminarmente che il suddetto Centro di trasformazione sia in possesso di tutti i requisiti previsti al punto 11.3.1.7 del D.M. 17 gennaio 2018, può recarsi presso il medesimo Centro di trasformazione ed effettuare in stabilimento tutti i controlli di cui sopra. In tal caso il prelievo dei campioni viene effettuato dal Direttore tecnico del centro di trasformazione secondo le disposizioni del Direttore dei Lavori; quest'ultimo deve assicurare, mediante sigle, etichettature indelebili, ecc., che i campioni inviati per le prove al laboratorio incaricato siano effettivamente quelli da lui prelevati, nonché sottoscrivere la relativa richiesta di prove. La domanda di prove al Laboratorio autorizzato deve essere sottoscritta dal Direttore dei Lavori e deve contenere indicazioni sulle strutture interessate da ciascun prelievo.
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ESECUZIONE DELLE PAVIMENTAZIONI Si intende per pavimentazione un sistema edilizio avente quale scopo quello di consentire o migliorare il transito e la resistenza alle sollecitazioni in determinate condizioni di uso. Esse si intendono convenzionalmente suddivise nelle seguenti categorie: - pavimentazioni su strato portante; - pavimentazioni su terreno (cioè dove la funzione di strato portante del sistema di pavimentazione è svolta dal terreno).
Tenendo conto dei limiti stabiliti dal d.P.R. 380/2001 e s.m.i., quando non è diversamente descritto negli altri documenti progettuali (o quando questi non sono sufficientemente dettagliati) si intende che ciascuna delle categorie sopracitate sarà composta dai seguenti strati funzionali (Costruttivamente uno strato può assolvere una o più funzioni). a) 1)
La pavimentazione su strato portante avrà quali elementi o strati fondamentali: lo strato portante, con la funzione di resistenza alle sollecitazioni meccaniche dovute ai carichi
permanenti o di esercizio; 2)
lo strato di scorrimento, con la funzione di compensare e rendere compatibili gli eventuali scorrimenti
differenziali tra strati contigui; 3)
lo strato ripartitore, con funzione di trasmettere allo strato portante le sollecitazioni meccaniche
impresse dai carichi esterni qualora gli strati costituenti la pavimentazione abbiano comportamenti meccanici sensibilmente differenziati; 4)
lo strato di collegamento, con funzione di ancorare il rivestimento allo strato ripartitore (o portante);
5)
lo strato di rivestimento con compiti estetici e di resistenza alle sollecitazioni meccaniche, chimiche,
ecc. A seconda delle condizioni di utilizzo e delle sollecitazioni previste i seguenti strati possono diventare fondamentali; 6)
strato di impermeabilizzante con funzione di dare alla pavimentazione una prefissata impermeabilità
ai liquidi dai vapori; 7)
strato di isolamento termico con funzione di portare la pavimentazione ad un prefissato isolamento
termico; 8)
strato di isolamento acustico con la funzione di portare la pavimentazione ad un prefissato isolamento
acustico; 9)
strato di compensazione con funzione di compensare quote, le pendenze, gli errori di planarità ed Pag. 48 di 65
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eventualmente incorporare impianti (questo strato frequentemente ha anche funzione di strato di collegamento). b) 1)
La pavimentazione su terreno avrà quali elementi o strati funzionali: il terreno (suolo) con funzione di resistere alle sollecitazioni meccaniche trasmesse dalla
pavimentazione; 2)
strato impermeabilizzante (o drenante);
3)
il ripartitore;
4)
strato di compensazione e/o pendenza;
5)
il rivestimento.
A seconda delle condizioni di utilizzo e delle sollecitazioni previste, altri strati complementari possono essere previsti.
Per la pavimentazione su strato portante sarà effettuata la realizzazione degli strati utilizzando i materiali indicati nel progetto; ove non sia specificato in dettaglio nel progetto od a suo complemento si rispetteranno le prescrizioni seguenti. 1)
Per lo strato portante a seconda della soluzione costruttiva adottata si farà riferimento alle
prescrizioni già date nel presente capitolato sulle strutture di calcestruzzo, strutture metalliche, sulle strutture miste acciaio e calcestruzzo, sulle strutture di legno, ecc. 2)
Per lo strato di scorrimento, a seconda della soluzione costruttiva adottata, si farà riferimento
alle prescrizioni già date per i prodotti quali la sabbia, membrane a base sintetica o bituminosa, fogli di carta o cartone, geotessili o pannelli di fibre, di vetro o roccia. Durante la realizzazione si curerà la continuità dello strato, la corretta sovrapposizione o realizzazione dei giunti e l'esecuzione dei bordi, risvolti, ecc. 3)
Per lo strato ripartitore, a seconda della soluzione costruttiva adottata, si farà riferimento alle
prescrizioni già date per i prodotti quali calcestruzzi armati o non, malte cementizie, lastre prefabbricate di calcestruzzo armato o non, lastre o pannelli a base di legno. Durante la realizzazione si curerà, oltre alla corretta esecuzione dello strato in quanto a continuità e spessore, la realizzazione di giunti e bordi e dei punti di interferenza con elementi verticali o con passaggi di elementi impiantistici in modo da evitare azioni meccaniche localizzate od incompatibilità chimico fisiche. Sarà infine curato che la superficie finale abbia caratteristiche di planarità, rugosità, ecc. adeguate per lo strato successivo. 4)
Per lo strato di collegamento, a seconda della soluzione costruttiva adottata, si farà riferimento Pag. 49 di 65
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alle prescrizioni già date per i prodotti quali malte, adesivi organici e/o con base cementizia e, nei casi particolari, alle prescrizioni del produttore per elementi di fissaggio, meccanici od altro tipo. Durante la realizzazione si curerà la uniforme e corretta distribuzione del prodotto con riferimento agli spessori e/o quantità consigliate dal produttore in modo da evitare eccesso da rifiuto od insufficienza che può provocare scarsa resistenza od adesione. Si verificherà inoltre che la posa avvenga con gli strumenti e nelle condizioni ambientali (temperatura, umidità) e preparazione dei supporti suggeriti dal produttore (norma UNI 10329). 5)
Per lo strato di rivestimento a seconda della soluzione costruttiva adottata si farà riferimento
alle prescrizioni già date nell'articolo sui prodotti per pavimentazioni. Durante la fase di posa si curerà la corretta esecuzione degli eventuali motivi ornamentali, la posa degli elementi di completamento e/o accessori, la corretta esecuzione dei giunti, delle zone di interferenza (bordi, elementi verticali, ecc.) nonché le caratteristiche di planarità o comunque delle conformazioni superficiali rispetto alle prescrizioni di progetto, nonché le condizioni ambientali di posa ed i tempi di maturazione.
Per le pavimentazioni su terreno, la realizzazione degli strati sarà effettuata utilizzando i materiali indicati nel progetto, ove non sia specificato in dettaglio nel progetto od a suo complemento si rispetteranno le prescrizioni seguenti. 1)
Per lo strato costituito dal terreno si provvederà alle operazioni di asportazione dei vegetali e dello
strato contenente le loro radici o comunque ricco di sostanze organiche. Sulla base delle sue caratteristiche di portanza, limite liquido, plasticità, massa volumica, ecc. si procederà alle operazioni di costipamento con opportuni mezzi meccanici, alla formazione di eventuale correzione e/o sostituzione (trattamento) dello strato superiore per conferirgli adeguate caratteristiche meccaniche, di comportamento all'acqua, ecc. In caso di dubbio o contestazione si farà riferimento alla norma UNI 8381 e/o alle norme CNR sulle costruzioni stradali. 2)
Per lo strato impermeabilizzante o drenante (questo strato assolve quasi sempre anche funzione
di strato di separazione e/o scorrimento.) si farà riferimento alle prescrizioni già fornite per i materiali quali sabbia, ghiaia, pietrisco, ecc. indicate nella norma UNI 8381 per le massicciate (o alle norme CNR sulle costruzioni stradali) ed alle norme UNI e/o CNR per i tessuti non tessuti (geotessili). Per l'esecuzione dello strato si adotteranno opportuni dosaggi granulometrici di sabbia, ghiaia e pietrisco in modo da conferire allo strato resistenza meccanica, resistenza al gelo, limite di plasticità adeguati. Per gli strati realizzati con geotessili si curerà la continuità dello strato, la sua consistenza e la corretta esecuzione dei bordi e dei punti di incontro con opere di raccolta delle acque, strutture verticali, ecc. In caso di dubbio o contestazione si farà riferimento alla UNI 8381 e/o alle norme CNR sulle costruzioni stradali. Pag. 50 di 65
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3)
Per lo strato ripartitore dei carichi si farà riferimento alle prescrizioni contenute sia per i materiali
sia per la loro realizzazione con misti cementati, solette di calcestruzzo, conglomerati bituminosi alle prescrizioni della UNI 8381 e/o alle norme CNR sulle costruzioni stradali. In generale si curerà la corretta esecuzione degli spessori, la continuità degli strati, la realizzazione dei giunti dei bordi e dei punti particolari. 4)
Per lo strato di compensazione e/o pendenza valgono le indicazioni fornite per lo strato
ripartitore; è ammesso che esso sia eseguito anche successivamente allo strato ripartitore purché sia utilizzato materiale identico o comunque compatibile e siano evitati fenomeni di incompatibilità fisica o chimica o comunque scarsa aderenza dovuta ai tempi di presa, maturazione e/o alle condizioni climatiche al momento dell'esecuzione. 5)
Per lo strato di rivestimento valgono le indicazioni fornite nell'articolo sui prodotti per
pavimentazione (conglomerati bituminosi, massetti calcestruzzo, pietre, ecc.). Durante l'esecuzione si curerà, a seconda della soluzione costruttiva prescritta dal progetto, le indicazioni fornite dal progetto stesso e comunque si curerà in particolare, la continuità e regolarità dello strato (planarità, deformazioni locali, pendenze, ecc.), l'esecuzione dei bordi e dei punti particolari. Si curerà inoltre l'impiego di criteri e macchine secondo le istruzioni del produttore del materiale ed il rispetto delle condizioni climatiche e di sicurezza e dei tempi di presa e maturazione.
Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.
GRATA VIVA Di versante Sostegno di scarpate e versanti in erosione molto ripidi con substrato compatto (che non deve essere smosso) con grata in tondame di larice, altra resinosa o castagno di Ø 15-40 cm e lunghezza 2-5 m, fondata su un solco in terreno stabile o previa collocazione di un tronco longitudinale di base, con gli elementi verticali distanti 1-2 m e quelli orizzontali, chiodati ai primi, distanti da 0,40 a 1,00 m, con maggiore densità all’aumentare dell’inclinazione del pendio (in genere si lavora su pendenze di 45°-55°); fissaggio della grata al substrato mediante picchetti di legno di Ø 8-10 cm e lunghezza 1 m, o di ferro di dimensioni idonee per sostenere la struttura; riempimento con inerte terroso locale alternato a talee e ramaglia disposta a strati, in appoggio alle aste orizzontali con eventuale supporto di una griglia metallica per un miglior trattenimento del terreno. L’intera superficie verrà anche seminata e in genere piantata con arbusti autoctoni. La grata può essere semplice o doppia a seconda della profondità e forma dello scoscendimento. La radicazione delle piante si sostituirà nel tempo alla funzione di consolidamento della Pag. 51 di 65
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struttura in legname. L’altezza massima possibile per le grate vive non supera in genere i 15-20 m. Inoltre, risulta necessario proteggere la testa della grata da eventuali infiltrazioni di acqua che potrebbero creare problemi di erosione e portare allo scalzamento della struttura; a tale scopo si potrà realizzare una canalizzazione a monte.
MURATURA DI PIETRAME A SECCO (VEDASI RELAZIONE DI DETTAGLIO) La muratura di pietrame a secco dovrà essere eseguita con pietre ridotte col martello alla forma più che si sia possibile regolare, restando assolutamente escluse quelle di forma rotonda. Le pietre saranno collocate in opera in modo che si colleghino perfettamente fra loro, scegliendo per i parametri quelle di maggiori dimensioni, non inferiori a 20 cm di lato, e le più adatte per il miglior combaciamento, per supplire così con l'accuratezza della costruzione alla mancanza di malta. Si eviterà sempre la ricorrenza delle connessure verticali. Nell'interno della muratura si farà uso delle scaglie, soltanto per appianare i corsi e riempire gli interstizi tra pietra e pietra. La muratura di pietrame a secco, per i muri di sostegno di controripa o comunque isolati, sarà poi sempre coronata da uno strato di muratura con malta di altezza non minore di 30 cm. Negli angoli con funzione di cantonali si useranno le pietre maggiori e meglio rispondenti allo scopo. Le rientranze delle pietre dovranno essere di norma circa una volta e mezzo l'altezza e mai comunque inferiori all'altezza. A richiesta della Direzione dei Lavori si dovranno eseguire anche opportune feritoie regolari e regolarmente disposte anche in più ordini per lo scolo delle acque. I riempimenti di pietrame a secco per fognature, bacchettoni di consolidamento e simili dovranno essere formati con pietre da collocarsi in opera sul terreno costipato sistemandole a mano una ad una.
PARAMENTI PER LE MURATURE DI PIETRAME Per le facce-vista delle murature di pietrame, secondo gli ordini della Direzione dei Lavori, potrà essere prescritta l'esecuzione delle seguenti speciali lavorazioni:
a)
con pietra rasa e testa scoperta (ad opera incerta);
b)
a mosaico greggio;
c)
con pietra squadrata a corsi pressoché regolari;
d)
con pietra squadrata a corsi regolari.
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Nel paramento con pietra rasa e testa scoperta (ad opera incerta) il pietrame dovrà essere scelto diligentemente fra il migliore e la sua faccia-vista dovrà essere ridotta col martello a superficie approssimativamente piana; le pareti esterne dei muri dovranno risultare bene allineate e non presentare alla prova del regolo rientranze o sporgenze maggiori di 25 mm. Le facce di posa e combaciamento delle pietre dovranno essere spianate ed adattate col martello in modo che il contatto dei pezzi avvenga in tutti i giunti per una rientranza non minore di 10 cm. La rientranza totale delle pietre di paramento non dovrà essere mai minore di 25 cm e nelle connessure esterne dovrà essere ridotto al minimo possibile l'uso delle scaglie. Nel paramento a mosaico greggio, la faccia a vista dei singoli pezzi dovrà essere ridotta col martello e la grossa punta a superficie perfettamente piana ed a figura poligonale, ed i singoli pezzi dovranno combaciare fra loro regolarmente, restando vietato l'uso delle scaglie. In tutto il resto si seguiranno le norme indicate per il parametro a pietra rasa. Nel paramento a corsi pressoché regolari, il pietrame dovrà essere ridotto a conci piani e squadrati, sia col martello che con la grossa punta, con le facce di posa parallele fra loro e quelle di combaciamento normali a quelle di posa. I conci saranno posti in opera a corsi orizzontali, di altezza che può variare da corso a corso e che potrà non essere costante per l'intero filare. Nelle superfici esterne dei muri saranno tollerate alla prova del regolo rientranze o sporgenze non maggiori di 15 mm. Nel paramento a corsi regolari i conci dovranno essere resi perfettamente piani e squadrati con la facciavista rettangolare, lavorata a grana ordinaria; essi dovranno avere la stessa altezza per tutta la lunghezza del medesimo corso, e qualora i vari corsi non avessero eguale altezza, questa dovrà essere disposta in ordine decrescente dai corsi inferiori ai corsi superiori, con differenza però fra due corsi successivi non maggiore di 5 cm. La Direzione dei Lavori potrà anche prescrivere l'altezza dei singoli corsi, ed ove nella stessa superficie di paramento venissero impiegati conci di pietra di taglio, per rivestimento di alcune parti, i filari del paramento a corsi regolari dovranno essere in perfetta corrispondenza con quelli della pietra da taglio. Tanto nel paramento a corsi pressoché regolari, quanto in quello a corsi regolari, non sarà tollerato l'impiego di scaglie nella faccia esterna; il combaciamento dei corsi dovrà avvenire per almeno due terzi della loro rientranza delle facce di posa e non potrà essere mai minore di 15 cm nei giunti verticali. La rientranza dei singoli pezzi non sarà mai minore della loro altezza, né inferiore a 30 cm; l'altezza minima dei corsi non dovrà essere mai minore di 20 cm. In entrambi i paramenti a corsi, lo spostamento di due giunti verticali consecutivi non dovrà essere minore di 10 cm e le connessure avranno larghezza non maggiore di un centimetro. Per le murature con malta, quando questa avrà fatto convenientemente presa, le connessure delle facce Pag. 53 di 65
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di paramento dovranno essere accuratamente stuccate. In tutte le specie di paramenti la stuccatura dovrà essere fatta raschiando preventivamente le connessure fino a conveniente profondità per purgarle dalla malta, dalla polvere, e da qualunque altra materia estranea, lavandole a grande acqua e riempiendo quindi le connessure stesse con nuova malta della qualità prescritta, curando che questa penetri bene dentro, comprimendola e lisciandola con apposito ferro, in modo che il contorno dei conci sui fronti del paramento, a lavoro finito, si disegni nettamente e senza sbavature. Il nucleo della muratura dovrà essere costruito sempre contemporaneamente ai rivestimenti esterni. Riguardo al magistero ed alla lavorazione della faccia-vista in generale, ferme restando le prescrizioni suindicate, viene stabilito che, ove la Stazione Appaltante non abbia provveduto direttamente prima della gara di appalto, l'Appaltatore è obbligato a preparare, a proprie cure e spese, i campioni delle diverse lavorazioni per sottoporli all'approvazione della Direzione dei Lavori, alla quale spetta esclusivamente giudicare se esse corrispondano alle prescrizioni del presente articolo. Senza tale approvazione l'Appaltatore non può dar mano all'esecuzione dei paramenti delle murature di pietrame.
LIMITAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE Oltre al rispetto dei limiti previsti dal d.P.R. 380/2001 e s.m.i., nei termini previsti nel progetto, comprovati da una specifica dichiarazione di conformità di un tecnico abilitato, ai sensi del d.P.R. 380/2001 e s.m.i., del D.M. LL.PP. 236/89 e del d.P.R. 503/96, le varie parti dell'opera, i singoli componenti e/o materiali, dovranno garantire l'accessibilità, l'adattabilità o la visibilità limitando la presenza di barriere architettoniche. In particolare dovranno essere evitati: - ostacoli fisici che causino disagio alla mobilità di chiunque ed in particolare di coloro che, per qualsiasi motivo, hanno una capacità motoria ridotta o impedita in forma permanente o temporanea; - ostacoli che limitano o impediscono a chiunque la comoda e sicura utilizzazione di parti, attrezzature o componenti; - la mancanza di segnalazioni e accorgimenti che permettono l'orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque ed in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi. La Direzione dei Lavori raccoglierà in un fascicolo i documenti progettuali più significativi, la dichiarazione di conformità predetta (ed eventuali schede di prodotti) nonché le istruzioni per la manutenzione con modalità e frequenza delle operazioni.
Manufatti unificati Pag. 54 di 65
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Tutti i manufatti stradali, di tombinatura, di fognatura e di ogni altro genere in materiale bituminoso, pietra, ferro, ghisa, alluminio, calcestruzzo, saranno del tipo unificato conforme ai relativi disegni unificati in vigore presso l'Amministrazione comunale di Bergamo ed allegati al progetto.
Fondazione, massicciate e rilevati La fondazione di una strada sarà di norma costituita da uno strato di spessore uniforme di "ghiaia mista di fiume" (tout-venant), priva di sostanze organiche, di pezzatura varia e continua, con elementi fino ad un diametro massimo di cm 15; questo strato, dello spessore compresso indicato dalla Direzione lavori e proporzionato sia alla natura del sottofondo che alle caratteristiche del traffico, dovrà essere posto all'interno di adatto cassonetto, con superficie di posa opportunamente livellata, secondo le sezioni di progetto e con i necessari riferimenti di quota per indicare la superficie finita; la mista dovrà essere completamente costipata con i necessari passaggi di rullo compressore o di altra apposita ed adatta attrezzatura meccanica di costipamento, a strati non superiori a cm 30. La succitata "ghiaia mista di fiume", se ordinato dalla Direzione lavori, dovrà essere posta su uno strato compresso di sabbione di cava di fiume, di spessore indicato dalla Direzione lavori. I ricarichi a macadam su nuova massicciata o su vecchia strada eventualmente scarificata saranno eseguiti mediante pietrisco greggio di dimensioni 40-71 mm o mista di fiume frantumata con elementi di dimensione massima di cm 6, opportunamente cilindrati. La cilindratura meccanica, del tipo chiuso, dovrà essere eseguita con rullo compressore del peso di 1618 t il quale, nella sua marcia di funzionamento, manterrà una velocità oraria non superiore a Km 3 e dovrà procedere dai fianchi verso il centro. La cilindratura dovrà essere accompagnata da abbondante innaffiamento, intendendosi detto onere compenetrato nei prezzi di elenco. La Direzione lavori si riserva la facoltà di fare allontanare, a cura e spese dell'Impresa appaltatrice, i materiali di qualità scadente: altrettanto dicasi nel caso che i materiali non fossero messi in opera con le modalità prescritte dalla Direzione lavori.
Strato di base in misto cementato. Descrizione: Lo strato di base in misto cementato è lo strato intermedio disposto tra lo strato superficiale (bituminoso) e lo strato di fondazione nelle sovrastrutture di tipo semi-rigido. Ad esso è demandato principalmente il compito di resistere ai carichi verticali trasmessi localmente dallo strato superficiale, ripartendolo sui sottostanti strati di fondazione. Pag. 55 di 65
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Lo strato di base in misto cementato deve essere realizzato con una miscela di inerti di opportuna composizione granulometrica, impastato con cemento ed acqua in idonei impianti fissi o mobili provvisti di dosatori a peso o a volume: da stendersi in un unico strato dello spessore di compreso tra i 15 cm. e i 25 cm. Altri spessori potranno essere richiesti dalla Direzione Lavori, purché non inferiori a 12 cm e non superiori a 30 cm. Saranno impiegate ghiaie e sabbie di cava e/o di fiume con percentuale di frantumato complessiva compresa tra il 30% ed il 60% in peso sulla miscela di inerti. A discrezione della Direzione Lavori potranno essere impiegate quantità di materiale frantumato superiori al limite indicato, in questo caso la miscela di progetto finale deve essere tale da presentare le stesse resistenze a compressione e a trazione a 7 giorni prescritte successivamente.
Caratteristiche dei materiali (Inerti): Nel confezionamento del misto cementato dovranno essere utilizzate non meno di n.3 pezzature di inerti. Gli inerti utilizzati per il confezionamento del misto cementato dovranno essere qualificati in conformità alla direttiva 89/106/CEE sui prodotti da costruzione dalla marcatura CE attestante la conformità all’appendice ZA della norma europea armonizzata UNI EN 13242 “Inerti per materiali non legati e legati con leganti idraulici per l'impiego in opere di ingegneria civile e nella costruzione di strade”.
Il materiale inerte dovrà rispondere alle seguenti caratteristiche: L’inerte deve avere dimensioni tali da risultare completamente passante al setaccio da 40 mm; Il contenuto di fini, passante al setaccio da 0,063 mm (f), secondo la norma UNI EN 933-1, determinato nell’inerte grosso, deve risultare inferiore al 4% [f4], Il contenuto di fini, passante al setaccio da 0,063 mm (f), secondo la norma UNI EN 933-1, determinato nell’inerte fine, deve risultare inferiore al 10% [f10], Il Coefficiente di appiattimento (FI), secondo la norma UNI EN 933-3, deve risultare inferiore al 20% [FI20], Il Coefficiente di forma (SI), secondo la norma UNI EN 933-4, deve risultare inferiore al 20% [SI20], La perdita in peso alla prova Los Angeles (LA) secondo la norma UNI EN 1097-2, eseguita sulle singole pezzature, , non deve essere superiore al 30% [LA30], L’equivalente in sabbia, secondo la norma UNI EN 933-8, determinato sull’aggregato della miscela da utilizzare, deve essere compreso fra 30% e 65%. Valori differenti da quelli indicati potranno essere accettati dalla Direzione Lavori solo dopo che i risultati prestazionali (valori di cbr) daranno esito favorevole. L’aggregato fino (frazione di dimensioni minori di 2 mm) deve avere un Limite Liquido, ai sensi della
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Norma UNI CEN ISO/TS 17892-12 “Indagini e prove geotecniche - Prove di laboratorio sui terreni - Parte 12: Determinazione dei limiti di Atterberg”, non superiore al 25%; il Limite Plastico e l’Indice di Plasticità non devono essere determinabili.
Composizione della miscela di inerti La miscela di inerti utilizzata per il confezionamento del misto cementato deve avere andamento continuo ed uniforme concorde a quello delle curve limiti inserite nella Tabella 3 e rappresentati graficamente nel Grafico 3. La determinazione della composizione granulometrica della miscela deve essere eseguita secondo la norma UNI EN 933-1. La granulometria, in frazione unica, dovrà appartenere alle Categorie GA80 o GA85.
Tabella 3 Setacci a maglia
Passante in peso
quadra (serie base Limite
Limite
inferiore
superiore
Setaccio 40
100
100
Setaccio 31,5
90
100
Setaccio 20
70
90
Setaccio 16
60
80
Setaccio 10
45
62
Setaccio 6,3
35
50
Setaccio 4
27
40
Setaccio 2
18
30
Setaccio 0,5
10
20
Setaccio 0,25
8
16
Setaccio 0,063
5
11
+ set 2) Apertura maglie in mm
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Grafico 3
Legante idraulico (Cemento): Nel confezionamento del misto cementato saranno utilizzati cementi che dovranno essere qualificati in conformità alla direttiva 89/106/CEE sui prodotti da costruzione. Ogni fornitura dovrà essere accompagnata dalla marcatura CE attestante la conformità all’appendice ZA della norma europea armonizzata UNI EN 197- 1. Devono essere impiegati unicamente cementi della classe di resistenza 32.5, dei tipi I, II ,III Portland, pozzolanico o d’alto forno. Il dosaggio di cemento dovrà essere compresa tra il 2,5% e il 4,0% in peso sula miscela secca. La percentuale minima di cemento sarà determinata attraverso le prove previste nello studio della miscela in laboratorio (mix-design).
Umidità di impasto: Nel confezionamento del misto cementato deve essere utilizzate acqua esente da impurità dannose quali, oli, acidi, alcali, sostanze organiche o altra sostanza che possa in qualche modo compromettere le prestazioni della miscela finale. La quantità di acqua nella miscela deve essere quella corrispondente all’umidità ottima di costipamento determinata attraverso le prove previste nello studio della miscela in laboratorio (mix-design).
Studio della miscela in laboratorio (mix-design): L’Appaltatore dovrà preliminarmente e con congruo anticipo rispetto l’inizio dei lavori, svolgere uno studio Pag. 58 di 65
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di fattibilità e di ottimizzazione del materiale che intende utilizzare e presentarlo alla Direzione Lavori. L’appaltatore dovrà inoltre obbligatoriamente allegare allo studio di fattibilità l’etichetta della marcatura CE dei diversi materiali (inerti e cemento) che vengono utilizzati nel confezionamento della miscela di aggregati. Nello studio dovranno essere rese evidenti oltre alle caratteristiche dei singoli materiali utilizzati nel confezionamento, la composizione e le seguenti prestazioni meccaniche:
Una volta definita la composizione granulometrica della miscela di aggregati, incluso il cemento, l’umidità ottimale di costipamento e relativa densità massima secca della miscela di progetto sarà determinata mediante studio Proctor, eseguita secondo la Norma UNI EN 13286-2 “Miscele non legate e legate con leganti idraulici: Metodi di prova per la determinazione della massa volumica e del contenuto di acqua di riferimento di laboratorio - Costipamento Proctor” con il procedimento AASHTO modificato. (in alternativa la norma CNR B.U. n.69:1978). Se il materiale impiegato contiene una percentuale (m) di materiale eccedente alla dimensione massima dell’aggregato (D) il risultato deve essere corretto secondo le seguenti formule: per il calcolo della densità corretta sarà utilizzata la seguente formula:
ρd’ = ρd * ( 1 – m ) + 0,9 * m * ρssd dove: ρd’ = è la corretta densità secca del campione intero, espressa in Mg/mc, ρd = è la corretta densità secca del campione testato, espressa in Mg/mc,, ρssd = è la densità delle particelle del campione eccedente, in condizioni di saturazione e a superficie asciutta (norma UNI EN 1097-6), espressa in Mg/mc,,
Operando ripetutamente nel modo suddetto, con l’impiego di percentuali in peso d’acqua diverse potranno essere determinati i valori necessari al tracciamento dei diagrammi di studio. La variazione della percentuale di cemento nello studio sarà pari allo 0,5% in peso. Il dosaggio minimo di cemento necessario al raggiungimento sarà stabilito in relazione alle prove di resistenza eseguite sui provini cilindrici confezionati entro stampi C.b.r. (norma CNR UNI 10009, norma UNI EN 1328647) impiegati senza disco spaziatore (altezza 17,78 cm, diametro 15,24 cm, volume 3242 cm3). Per il confezionamento dei provini, gli stampi verranno muniti di collare di prolunga allo scopo di consentire il regolare costipamento dell’ultimo strato con la consueta eccedenza di circa 1 cm rispetto all’altezza dello stampo vero e proprio.
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Tale eccedenza deve essere eliminata, previa rimozione del collare suddetto e rasatura dello stampo, affinché l’altezza del provino risulti definitivamente di cm 17,78. La miscela di studio verrà preparata partendo da tutte le classi previste per gli inerti mescolandole tra loro, con il cemento, e l’acqua nei quantitativi necessari ad ogni singolo provino. Comunque prima di immettere la miscela negli stampi C.b.r. si opererà una vagliatura sul crivello UNI 25 mm allontanando gli elementi trattenuti con la sola pasta di cemento ad essi aderente. I campioni da confezionare in laboratorio devono essere protetti in sacchi di plastica per evitare l’evaporazione dell’acqua. Saranno confezionati almeno due campioni per ogni percentuale di ogni 250 m di lavorazione. La miscela verrà costipata su 5 strati con il pestello e l’altezza di caduta di cui alla norma AASHTO modificata e 85 colpi per strato, in modo da ottenere una energia di costipamento pari a quella della prova citata (diametro pestello 51 ± 0,5 mm, peso pestello 4,535 ± 0,005 daN, altezza di caduta 45,7 cm). I provini devono essere estratti dallo stampo dopo 24 ore e portati successivamente a stagionatura per altri 6 giorni in ambiente umido (umidità relativa non inferiore al 90% e temperatura di circa 20°C); in caso di confezione in cantiere la stagionatura si farà in sabbia mantenuta umida. Tutti i provini saranno confezionati a diverse percentuali di cemento e all’umidità ottima determinata attraverso lo studio Proctor. I provini devono avere resistenze a compressione (norma Cnr BU n. 29) a 7 giorni non minori di 2,5 MPa e non superiori a 4,5 MPa, ed a trazione secondo la prova di resistenza a trazione indiretta (norma Cnr BU n. 97) non inferiori a 0,25 MPa. Questi valori per la compressione e la trazione devono essere ottenuti dalla media di 3 provini, se ciascuno dei singoli valori non si scosta dalla media stessa di ± 15%, altrimenti dalla media dei due restanti dopo aver scartato il valore anomalo. Da questi dati di laboratorio devono essere scelti la curva, la densità e le resistenze di progetto da usare come riferimento nelle prove di controllo.
Modalità esecutive (applicazione): Lo strato di base in misto cementato sarà applicato solo dopo che sarà verificata la buona qualità dello strato di fondazione. Il misto cementato verrà steso in strati di spessore finito non superiore a 30 cm e non inferiore a 12 cm. Il materiale potrà essere steso mediante la vibrofinitrice stradale o mediante mezzi idonei che impediscano la segregazione superficiale dei suoi componenti. Il costipamento sarà effettuato con rulli di idoneo peso o con l’attrezzatura più idonea al tipo di materiale impiegato e comunque dovrà essere preventivamente approvata da parte della Direzione Lavori.
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Dopo la cilindratura dello strato non dovrà presentarsi nessuna segregazione superficiale dei suoi componenti. L’applicazione dello strato di base in misto cementato deve essere eseguita quando le condizioni meteorologiche lo permettano e dovranno essere sospese quando le condizioni ambientali ne possano compromettere la buona esecuzione (pioggia, neve, gelo e temperature dell’aria superiori ai 35°C). Al termine della rullatura il misto cementato deve essere protetto superficialmente applicando uno strato di sabbia umida o uno strato di emulsione bituminosa al 55% in ragione di 0,6-1,0 kg/m².
Controllo dei requisiti di accettazione (prove di controllo): La Direzione Lavori potrà provvedere al prelievo ed alla verifica dei campioni di materiale durante la stesa al fine di controllarne le caratteristiche e la conformità con quanto prescritto precedentemente.
Al termine della cilindratura di ogni strato di base in misto cementato la Direzione Lavori potrà richiedere l’esecuzione delle seguenti prove al fine di verificare le caratteristiche dello strato.
peso specifico di una terra in situ, secondo la Norma CNR B.U. n° 22:1972, in relazione alla densità massima determinata con procedura AASHTO Modificato, tale valore non dovrà essere inferiore al 95% della densità Proctor dichiarata nello studio o a quella determinata in sito durante la fase di stesa. Modulo di deformazione Md, a distanza di 24 ore dall’applicazione, determinato con prova di carico su piastra al primo ciclo di carico, nell’intervallo di pressione compreso tra (σ1) 0,25 e (σ2) 0,35 N/mm2, secondo la Norma Svizzera SNV 670 317b; esso dovrà risultare non inferiore a 100 Mpa; regolarità dello strato: la superficie finita non dovrà scostarsi dalla sagoma di progetto di oltre 1 cm, controllato a mezzo di un regolo di m 4,50 di lunghezza e disposto secondo due direzioni ortogonali. Verifica dello spessore dello strato finito: saranno previste tolleranze, in più o in meno, fino al 5% dello spessore totale.
Pavimentazioni in acciottolato o selciato Verranno eseguite o con ciottoli comuni sani, di natura resistente, delle dimensioni di cm 4-6, 6-10, 8- 12 e 12-15 o con selci in pezzame di pietra tipo Val Calepio o collina di Bergamo o di Berbenno, delle dimensioni di cm 4-8 di spessore x 5-15 di lunghezza x 8-12 di altezza, posti in in opera (su fondazione precostituita da valutarsi a parte), secondo quanto ordinato dalla Direzione lavori, su letto di sabbia o sabbia mista a cemento R 325, con la dosatura di 300 kg per m3 d'impasto (spessore della sabbia o sabbia e cemento e dell'acciottolato o selciato finiti di cm 15-20), battuto a rifiuto con mazzapicchio a mano od a motore ed opportunamente innaffiato ed intasato con sabbia fine o sabbia e cemento. I ciottoli o i selci dovranno essere scelti di dimensioni il più possibile uniformi e disposti di punta con la faccia più piana Pag. 61 di 65
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rivolta superiormente. A lavoro finito i ciottoli o i selci dovranno presentare una superficie uniforme, secondo i profili e le pendenze ordinate.
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Sommario 1.
PREMESSA .......................................................................................................................................................2
2.
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI E DEI COMPONENTI .....................................................................2 Condizioni generali di accettazione.....................................................................................................................2 Caratteristiche dei materiali per la formazione dei calcestruzzi .........................................................................2 Acqua d’impasto..................................................................................................................................................3 Leganti idraulici ...................................................................................................................................................4 Cementi ...............................................................................................................................................................4 Agglomerati cementizi e calci idrauliche.............................................................................................................5 Aggregati ordinari per la realizzazione di conglomerati cementizi .....................................................................6 Additivi ................................................................................................................................................................6 Materiali metallici per carpenteria e per altri impieghi strutturali .....................................................................7 Lamiere, i tubi, i profilati ed i larghi piatti ...........................................................................................................9 Sabbie ..................................................................................................................................................................9 Legnami .............................................................................................................................................................10 Ghiaia e pietrisco ...............................................................................................................................................11 Materiali per rilevati e rinfianchi .......................................................................................................................12 Detrito di cava o tout venant di cava o di frantoio ...........................................................................................12 Ghisa ..................................................................................................................................................................14 Tubi in p.v.c. (policloruro di vinile) ....................................................................................................................15 Calcestruzzo per usi strutturali, armato e non, normale e precompresso. ......................................................17 Controllo di Accettazione ...............................................................................................................................17 Acciaio ...............................................................................................................................................................19 Forniture e documentazione di accompagnamento ...................................................................................19 Le forme di controllo obbligatorie.................................................................................................................19 La marcatura e la rintracciabilità dei prodotti qualificati ...........................................................................19 Centri di trasformazione.................................................................................................................................21 Rintracciabilità dei prodotti ............................................................................................................................21 Documentazione di accompagnamento e verifiche della Direzione dei Lavori ......................................21 Acciaio per usi strutturali ..................................................................................................................................22 PRODOTTI DI PIETRE NATURALI O RICOSTRUITE ..............................................................................................23 Segnaletica stradale orizzontale e manufatti stradali vari ................................................................................24 Norme generali..................................................................................................................................................24 Vernice spartitraffico.........................................................................................................................................25
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Colato plastico a freddo - strutturato ...............................................................................................................26 Laminato elastoplastico ....................................................................................................................................27 Esecuzione segnaletica orizzontale ...................................................................................................................27 3.
MODALITÀ' ESECUTIVE DI OGNI CATEGORIA DI LAVORO .............................................................................29 Scavi di Sbancamento, Scavi di Fondazione, Scavi in Sezione per posa di Tubazioni e Canalizzazioni .............29 Variazioni delle linee di scavo ...........................................................................................................................30 Classificazione degli Scavi ..................................................................................................................................30 Tipi di Scavi ........................................................................................................................................................31 Materiale Scavato e Discarica ...........................................................................................................................32 Smottamenti......................................................................................................................................................32 Armature di Sostegno degli Scavi e Strutture Esistenti.....................................................................................33 Rifinitura delle Superfici di Scavo .................................................................................................................34 Transito Stradale .............................................................................................................................................34 Interferenze con Altri Servizi .........................................................................................................................34 Misurazioni e Pagamenti ................................................................................................................................35 Oneri compresi nei relativi prezzi di Elenco Prezzi............................................................................................36 Materiale di discarica ........................................................................................................................................37 Spostamento Servizi ..........................................................................................................................................37 Fresature di strati di conglomerato bituminoso con idonee attrezzature ........................................................37 Tombinature e fognature ..................................................................................................................................38 OPERE DI SOSTEGNO DEI TERRENI ....................................................................................................................39 Requisiti di stabilità .........................................................................................................................................39 Muro di sostegno a gravità (VEDASI RELAZIONE ILLUSTRATIVA DI DETTAGLIO)..............................41 Muro a gabbioni ..............................................................................................................................................41 Muro di sostegno a mensola .........................................................................................................................42 Drenaggio .........................................................................................................................................................42 OPERE E STRUTTURE DI CALCESTRUZZO ...........................................................................................................44 Controlli sul Calcestruzzo ...............................................................................................................................45 Norme per il cemento armato normale .......................................................................................................45 Acciaio per calcestruzzo armato Caratteristiche dimensionali e di impiego ...........................................46 Reti e tralicci elettrosaldati ............................................................................................................................46 Controlli di accettazione in cantiere .............................................................................................................47 ESECUZIONE DELLE PAVIMENTAZIONI ..............................................................................................................48 GRATA VIVA .......................................................................................................................................................51 Pag. 64 di 65
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MURATURA DI PIETRAME A SECCO (VEDASI RELAZIONE DI DETTAGLIO) .........................................................52 PARAMENTI PER LE MURATURE DI PIETRAME .........................................................................................52 LIMITAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE...........................................................................................54 Manufatti unificati.............................................................................................................................................54 Fondazione, massicciate e rilevati.....................................................................................................................55 Strato di base in misto cementato. ...................................................................................................................55 Pavimentazioni in acciottolato o selciato..........................................................................................................61
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PRIME INDICAZIONI PIANO DI SICUREZZA
00
19-11-2020
Prima emissione
DE 05
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1 PREMESSA Il presente documento definisce le linee guida del Piano di Sicurezza e Coordinamento
nell’ambito della redazione del progetto di sistemazione di via Del Lavanderio (BG) da attuare attraverso il progetto di “Riqualificazione strade, scalette, piazze e percorsi pedonali in Città Alta ANNO 2020 - PTLT 2020-53”. In particolare, di seguito vengono raccolte le prime indicazioni di massima per poter redigere il piano di sicurezza e coordinamento dei lavori in oggetto e per poter dare in via estimativa una valutazione degli oneri di sicurezza. Il piano di sicurezza e coordinamento dovrà essere redatto in conformità a quanto previsto dall’art. 100 del D. Lgs. 81/08 e quindi dall'Allegato XV; il fascicolo dell'opera secondo l'Allegato XVI allo stesso Decreto. Nel seguito viene quindi fornita un’analisi preliminare del rischio mediante l’evidenziazione dei rischi specifici per ogni singola lavorazione, al fine di garantire il rispetto delle norme per la prevenzione infortuni e la tutela della salute dei lavoratori e degli utenti. I contenuti del presente documento dovranno essere ampliati ed integrati nell’ambito della redazione del progetto esecutivo in ottemperanza a quanto previsto negli artt. 33 e 39 del D.P.R. n. 207/2010. Tutti i soggetti interessati dal lavoro, maestranze e figure responsabili, dovranno essere resi edotti sui rischi specifici e sulle misure di sicurezza previste. Il piano di sicurezza subirà l’evoluzione necessaria all’adattamento alle esigenze reali e concrete del cantiere, tenendo conto dell’utilizzo comune di impianti, attrezzature, mezzi logistici e di protezione collettiva. Il Piano di Sicurezza che sarà sviluppato in seguito prenderà in considerazione ed approfondirà la salvaguardia dell'incolumità delle maestranze addette ai lavori. Naturalmente tutte le problematiche comuni e generali di cantiere dovranno essere tenute in debita considerazione nella redazione del Piano di Sicurezza. Tutte le scelte di natura logistica, annoverate nel normale andamento dei lavori in cantiere, saranno prese in accordo con il settore Lavori Pubblici del Comune di Faenza e riportate nel piano di sicurezza o nei successivi aggiornamenti operativi.
2 DESCRIZIONE SOMMARIA DEI LAVORI L’intervento consiste nella sistemazione del tratto finale di Via del Lavanderio ad oggi chiuso al transito in quanto è in stato di problemi dovuti a smottamenti, crolli parziali di manufatti. L’intera area d’intervento ha una lunghezza pari a circa 270 m e un dislivello (in termini assoluti) di circa 25 mt Per le caratteristiche di dettaglio delle opere da realizzare si rimanda alla Relazione generale Pag. 1 di 11
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illustrativa ed agli elaborati grafici.
I lavori dovranno essere programmati e realizzati per singole fasi/zone di intervento da individuarsi nelle planimetrie di cantiere allegate al PSC, e opportunamente delimitate e segnalate durante le fasi lavorative. Potranno essere presenti due o più Imprese nella realizzazione dell’intervento in quanto, oltre ai lavori di movimentazione terre e sistemazione dei manufatti esistenti (muretti a secco, pavimentazioni in selciato) nell'appalto sono comprese anche opere strutturali in cls armato, lavorazioni di carpenteria metallica e posa di canalizzazioni. 2.1 Organizzazione e gestione del cantiere L’allestimento, la pianificazione e la gestione del cantiere dovrà essere oggetto di studio approfondito durante la redazione del piano di sicurezza e coordinamento. La natura del luogo d’intervento richiederà attenta analisi delle zone adibite a stoccaggio materiale (deposito e rifiuti), cosi come sarà oggetto di particolare attenzione le modalità di approvvigionamento delle materie prime e l’avanzamento dei lavori.
Ciò premesso, l’organizzazione del cantiere si articolerà nei seguenti punti: A) Definizioni progettuali, lay-out di cantiere: − accessi, recinzioni, compartimentazioni, segnalazioni − viabilità di cantiere − stoccaggio, depositi e trasporti interni dei materiali − smaltimento rifiuti e materiali − movimentazione dei materiali in cantiere − quadro di cantiere, alimentazioni elettriche − servizi logistici ed igienico assistenziali: spogliatoi, bagni, lavabi B) Definizioni gestionali: − piano di emergenza – Antincendio ed evacuazione dei lavoratori − movimentazione manuale dei carichi − organizzazione delle lavorazioni − dispositivi personali di protezione − informazione dei lavoratori − azioni di coordinamento con gli Uffici tecnici della stazione appaltante − precauzioni per rumori, polveri − organizzazione temporale delle lavorazioni Pag. 2 di 11
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− gestione COVID-19 Le fasi lavorative possono essere organizzate in funzione di categorie di interventi fra loro omogenei, in modo da poter indicare nel piano di sicurezza e coordinamento l’individuazione, analisi e valutazione dei rischi e le successive misure di prevenzione e protezione per categorie di lavorazioni che presentano problematiche fra loro vicine. Le fasi lavorative principali delle opere saranno in sintesi le seguenti: 1) installazione di cantiere 2) posizionamento barriere e cartelli di segnalazione 3) taglio piante e vegetazione infestante esistente 4) sistemazione muretti a secco esistenti 5) sistemazioni fondi sentiero (con rimozione materiale in eccesso, reintegro dei sottofondi laddove non più presenti, pulizia da materiale incoerente depositato nel tempo) 6) realizzazione di canalette drenaggio acque meteoriche 8con relativi collegamenti alla rete esistente e pozzetti) 7) realizzazione parapetto e predisposizione impianto illuminazione 8) realizzazione/sistemazione selciato 8) posa di segnaletica di sicurezza 9) smontaggi e ripristini Più in dettaglio, attraverso la via del Lavanderio si raggiunge la parte terminale di tale via, da cui ha inizio il cantiere vero e proprio. L’estremità opposta (su via General Marieni) verrà mantenuta chiusa al traffico e sarà oggetto di utilizzo per l’approvvigionamento di materie prime quali acqua, sabbia, cemento. Il cantiere avrà preferibilmente accesso da via del Lavanderio (con mezzi idonei data la natura stretta della via stessa). Qualora serva maggiori stazionarietà dei mezzi di trasporto dei materiali, che accederanno al cantiere da via General Marieni se di grosse dimensioni, si provvederà a fare idonea richiesta di O.S.P. presso gli uffici comunali competenti. Dovrà essere predisposta idonea segnaletica ben visibile nei punti di sosta dei mezzi. Per le operazioni di carico e scarico alcuni addetti alle operazioni dovranno vigilare affinché il passaggio di persone e movimento di mezzi o scarico e carico dei materiali non avvengano contemporaneamente. Tutte le attività dovranno essere seguite dalla pulizia dell’area di cantiere interessata dalle lavorazioni. La logistica del cantiere dovrà contemplare inoltre una serie di accorgimenti (recinzioni, accessi, segnaletica, etc.) atti a garantire la facile messa in sicurezza di mezzi e macchine operatrici per le lavorazioni. L'Appaltatore dovrà essere dotato di mezzi (motocarriole) per via delle dimensioni esigue del cantiere All’interno delle aree di cantiere vanno previsti tutti i servizi per le attività correlate (spogliatoi, Pag. 3 di 11
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depositi, aree per varie lavorazioni, ecc.). Le opere provvisionali sono costituite essenzialmente da: − delimitazione e recinzione delle aree di cantiere; − installazione di prefabbricati di servizio all’interno dell’area di cantiere; − impianto elettrico di cantiere; − opere provvisionali per il montaggio di casseri o a protezione delle scarpate. 3 INDICAZIONI E PRESCRIZIONI DI SICUREZZA PRELIMINARI Un obiettivo principale da perseguire, nel pieno rispetto della sicurezza per i lavoratori e gli utenti, è quello di diminuire il disagio alla circolazione accelerando gli adempimenti attinenti l'intervento. Si dovrà aver cura e la massima attenzione di osservare le seguenti principali prescrizioni inerenti i possibili pericoli derivanti dal contesto ambientale: a) utilizzare i prescritti indumenti ad alta visibilità, conformi alle norme UNI EN 471, anche ed in particolare quando per necessità operative si opera al di fuori delle delimitazioni di cantiere; b) porre particolare attenzione a mettere in atto le opportune precauzioni quando si opera nelle vicinanze di macchine operative in particolare durante la loro movimentazione (escavatori, terne, bob-cat, rulli, ect…) c) durante le fasi di demolizione e scavo, porre particolare attenzione a mettere in atto le opportune prescrizioni per la possibile presenza di reti interrate non segnalate (Enel-Gas-P.I.Acquedotto-Fognatura, ect..); d) avere sempre la disponibilità di movieri, opportunamente attrezzati che segnalino il movimento/ trasferimento di mezzi e/o addetti ai lavori al di fuori dell’area di cantiere. Tutti i materiali di scavo, di risulta o di imballaggio e in genere i rifiuti di cantiere dovranno essere temporaneamente stoccati e confinati nelle aree appostamente identificate e - data la loro esigua dimensione - prevedere il loro smaltimento in tempi ragionevolmente brevi per evitare il sovraccarico di tali aree. In generale, se presenti più imprese sarà necessario mettere in atto misure preventive atte a limitare l’insorgenza di rischi dovuti alla contemporanea presenza di più imprese consistenti in: − identificazione dei soggetti che dovranno attuare le misure di coordinamento. In questo contesto è necessario individuare in modo circostanziato i referenti delle stazioni appaltanti perché ad essi bisognerà riferirsi per attivare un corretto flusso di informazioni in relazione alle misure di sicurezza da adottare; − attivazione di riunioni di informazione reciproca fra datori di lavoro (committenti, appaltatori o lavoratori autonomi); − verifica periodica e aggiornamento del piano di sicurezza mediante "riunioni di coordinamento" fra committente, appaltatori e relativi rappresentanti dei lavoratori da effettuarsi con scadenza Pag. 4 di 11
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mensile ed all’inizio di lavorazioni a rischio elevato per tutta la durata dei lavori. L’ordine delle fasi lavorative riguarderà essenzialmente le operazioni per la preparazione del terreno, riporti di terreno vegetale, scavo con accantonamento delle terre, rimozioni di materiali di risulta opere esistenti, espianto alberature/siepi, esecuzione delle opere strutturali (muri di sostegno, rampa, ponte), realizzazione della pista ciclopedonale con relative opere complementari (barriere protettive, canalizzazioni, fossi di regimazione, recinzioni, etc.). Tali fasi si ripeteranno per ogni singola area/zona di lavoro. Per gli scavi e movimentazione terreno, saranno utilizzati omologati tipo scavatori, bulldozer e camion per il trasporto del terreno, Per il trasporto dei materiali e delle forniture nonché per le lavorazioni sarà utilizzata una motocarriola. I lavori nell’area potranno iniziare solo dopo aver affisso tutta la cartellonistica di cantiere. 4 VALUTAZIONE DEL RISCHIO ED AZIONI DI DIMINUZIONE/RIDUZIONE DELLO STESSO Nel Piano di Sicurezza e Coordinamento verranno analizzati i rischi che procederanno dalle lavorazioni previste per la realizzazione dei lavori in oggetto. L'organizzazione e le modalità operative saranno alla base della valutazione del Piano di Sicurezza. A seguito dell'individuazione della varie fasi lavorative, saranno evidenziati i rischi prevedibili e l’eventuale impiego di sostanze pericolose e, quindi, le misure di prevenzione da adottare per il mantenimento delle condizioni di sicurezza in cantiere. L’obiettivo della valutazione dei rischi, è di consentire al datore di lavoro di prendere tutti i provvedimenti
necessari
per
salvaguardare
la
sicurezza
dei
lavoratori,
sulla
base
dell’individuazione dei possibili rischi. Le indicazioni qui riportate non vogliono analizzare o riguardare le problematiche inerenti le diverse fasi lavorative che dovranno essere oggetto del piano di sicurezza e coordinamento e dei relativi POS, ma vogliono solo sottolineare alcune criticità che dovranno essere valutare durante la progettazione del cantiere. Pertanto in linea di massima si individuano di seguito una serie di rischi potenziali che potranno essere analizzati in dettaglio nel Piano di sicurezza. SARA’ DA VALUTARE IN PARTICOLARE IL RISCHIO DA COVID-19 5 INDIVIDUAZIONE DEI RISCHI PROBABILI DEL CANTIERE IN OGGETTO Come esito della individuazione, analisi e valutazione preliminare si evidenziano i seguenti rischi: • Infortunistico: questo tipo di rischio, ed in particolare la possibilità di lesioni quali ferite, tagli, abrasioni, lesioni da schiacciamento, cadute dall'alto, scivolamenti, impatti, urti, colpi, compressioni, ecc. è presente in tutte le varie fasi lavorative, dall’allestimento allo smontaggio del Pag. 5 di 11
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cantiere, dall’avviamento alla movimentazione ed infine alla manutenzione dei mezzi utilizzati. Particolare attenzione dovrà poi essere prestata al rischio da movimentazione manuale dei carichi, caduta di materiali dall'alto, investimento da parte di macchine operatrici, mezzi di cantiere e autovetture private. Nella fase di realizzazione degli scavi per la realizzazione dei muri di sostegno e preparazione del terreno sarà sicuramente da valutare il rischio di caduta entro lo scavo ed il seppellimento per crollo di parti dello scavo e la presenza di polveri. Le lavorazioni dovranno essere eseguite con l’ausilio di idonei parapetti a delimitazione degli scavi che dovranno avere scarpa di inclinazione di 45° o eventuale armatura se profondi più di m 1,50. Dovranno essere attuati gli apprestamenti necessari al fine di mettere in sicurezza i lavoratori che effettueranno le attività in prossimità della scarpata (ad esempio con l’uso di imbracature e cordini di sicurezza). Un altro aspetto del rischio infortunistico è quello di tipo elettrico legato alla distribuzione della corrente, all’utilizzo di taluni macchinari necessari alla movimentazione in particolare durante le fasi di allestimento del cantiere, alla manutenzione delle macchine quali le idropulitrici, nella illuminazione del cantiere, ecc. Va segnalato infine il rischio di esplosione o di incendio legato all’uso improprio di macchine elettriche o a combustione. • Biologico: un aspetto riguarda la possibilità di penetrazione di microrganismi presenti nel terreno attraverso le mucose (naso-faringea, congiuntivale ecc) o attraverso lesioni della cute. Gli effetti sulla salute umana che il contatto con taluni microrganismi può causare riguardano essenzialmente la possibilità di infezioni, di fenomeni tossici e di sensibilizzazioni allergiche, possibilità peraltro considerate allo stato attuale delle conoscenze decisamente remote. Un altro aspetto del rischio biologico da tenere in considerazione è rappresentato dalla possibilità di punture di insetto e morsicature di animali. Valutare anche COVID19 • Fisico: relativamente al rischio fisico sono principalmente da tenere in considerazione gli aspetti relativi al rumore e ai parametri microclimatici, mentre altri possibili rischi, quale quello da campi elettromagnetici, sono da ritenersi di scarso o nullo rilievo. Per quanto riguarda il rumore, per il tipo di attrezzature che verranno utilizzate potrebbero esservi alcune situazioni che comportano un livello di rumore superiore alla soglia di 90dBA. E’ comunque da notare che i lavori si svolgeranno non in modo continuativo, e che sarà possibile adottare diverse misure di prevenzione tecniche, organizzative o procedurali, nel pieno rispetto della legislazione vigente. 6 MISURE PER LA PROTEZIONE DELL’AMBIENTE Recinzione dell’area impiantistica ed in generale dell’area di cantiere Pag. 6 di 11
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La recinzione di cantiere è il sistema di confinamento dell’area di cantiere, avente lo scopo di regolamentare l’accesso alle aree di cantiere e proteggere i lavoratori e i terzi dai rischi di interferenza tra attività che avvengono sul luogo all’interno e in prossimità del cantiere. L’area del cantiere in oggetto dovrà essere interamente delimitata da apposita recinzione mobile; al fine di evitare il rischio di eventuali intrusioni volontarie o involontarie da parte di non addetti, e considerata la durata del lavori, potrebbe configurarsi la necessità di costituire una ulteriore recinzione stabile sul perimetro esterno. Le caratteristiche di tali recinzioni saranno eventualmente meglio precisate in fase di stesura del progetto esecutivo. Fornitura di un generatore elettrico Al fine di assicurare energia anche in caso di guasti e di interruzioni nell’erogazione sarà disponibile in cantiere un generatore elettrico di potenza adeguata per essere in grado di mantenere in funzione le luci di emergenza ed eventuali impianti semaforici. Segnaletica relativa ai divieti di accesso ed ai rischi presenti (infortunistico, biologico, fisico, etc.) All’ingresso del cantiere sarà affissa la cartellonistica relativa ai divieti e alla segnalazione di pericolo per cantiere in atto (divieto di accesso ai non addetti, pericolo di movimentazione dei mezzi e dei carichi sospesi, uscita mezzi pesanti, obbligo dell’uso dei Dispositivi di Protezione Individuale (D.P.I.) per tutti gli addetti, segnale di rischio biologico, ecc.). 7 MISURE PER LA PROTEZIONE DEI LAVORATORI 7.1 Rischio infortunistico Un ruolo importante è svolto dall’utilizzo dei D.P.I. e da una adeguata organizzazione del lavoro, che potrà essere meglio delineata in una fase successiva. Tutti gli addetti saranno sottoposti a visita medica preventiva ed agli opportuni accertamenti sanitari, oltre che a successivi controlli periodici, secondo uno specifico piano sanitario che il medico competente, in aggiornamento al piano di sicurezza già redatto dall’impresa, dovrà redigere nel rispetto della vigente normativa in tema di prevenzione e protezione dei lavoratori (D. Lgs 81/2008 e s.m.i.), oltre a quanto altro di rilievo. Tale piano dovrà essere costantemente tenuto aggiornato anche in funzione degli esiti del monitoraggio ambientale, di quelli delle visite mediche e degli accertamenti sanitari, e dell’analisi dell’andamento del fenomeno infortunistico, rilevabile dai dati del registro infortuni. Tutti i lavoratori dovranno essere validamente informati e formati sulle procedure di sicurezza in caso di incendio, inoltre in cantiere sarà costantemente presente almeno un addetto in grado di coordinare l’emergenza e l'evacuazione del sito. L'eventuale necessità della presenza di più di un addetto al primo soccorso e di più di un addetto all’emergenza verrà valutata sulla base della complessità del cantiere e della stima del rischio. In cantiere sarà disponibile, presso gli uffici di cantiere, una serie di attrezzature per il primo Pag. 7 di 11
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intervento di pronto soccorso presso un locale dedicato. Sarà inoltre predisposto, nei pressi della zona operativa, negli uffici di cantiere e nella sede della direzione dei lavori un elenco dei numeri telefonici di emergenza e di quelli utili. In particolare dovranno essere indicati i numeri di: Emergenza Sanitaria, VV.FF., Emergenza Sanitaria - Pronto Intervento, Ospedali più vicini, Guardia Medica, Distretto Sanitario, Centro Antiveleni, Farmacia, Acquedotto comunale, oltre ai numeri telefonici dei responsabili a vario titolo dei lavori (Direzione Lavori, Responsabile del lavori, Coordinatore per la sicurezza, medico competente, ASL di riferimento, Uffici comunali, A.R.P.A., Provincia, ecc.). Uno dei rischi più sottovalutati nelle aree di cantiere è il rischio elettrico. Data la particolarità degli ambienti di lavoro (con presenza di acqua e di tassi elevati di umidità), si rende indispensabile prestare una particolare attenzione alle modalità di esecuzione degli impianti elettrici. L’intero impianto sarà progettato, realizzato e certificato da un tecnico abilitato (con iscrizione all’albo della Camera di Commercio per la qualifica richiesta) al sensi del D.M. 37/2008. L’intero impianto di cantiere, sarà dotato di idoneo impianto di messa a terra. La progettazione di cui sopra sarà completata dalla verifica della effettiva necessità delle protezioni degli impianti e strutture contro il rischio di scariche atmosferiche e di conseguenza se ne valuterà il dimensionamento. Al fine di poter affrontare l'emergenza data dall’insorgere di principi di incendio (piccoli fuochi), distribuiti nei punti più strategici del cantiere saranno presenti idonei estintori (a polvere) portatili o carrellati, che dovranno essere adeguatamente segnalati. Una proposta in tal senso sarà illustrata nel Piano di Sicurezza da allegare al progetto esecutivo. Tutti gli estintori saranno sottoposti a manutenzione dopo ogni uso e, comunque, periodicamente secondo un apposito programma. Saranno inoltre previste adeguate cassette di primo soccorso in punti strategici; il contenuto di tali cassette dovrà essere costantemente rifornito. Al fine di evitare l’utilizzo di macchine e attrezzature mancanti dei previsti dispositivi di sicurezza, in particolare pulsanti di arresto di emergenza, griglie protettive ecc., oltre che inadeguate dal punto di vista ergonomico, tutte le attrezzature di cantiere dovranno avere le caratteristiche di sicurezza previste dalla legge. Verranno utilizzate macchine e attrezzature con marchio CE e a norma del D. Lgs. 81/2008 e s.m.i. 7.2 Rischio biologico Sulla base della valutazione del rischio è stato affrontato il tema del rischio biologico per la componente legata alla presenza di microrganismi e dei loro prodotti (rischio infettivologico e immuno-allergico). Valutazioni relative all’effetto sulla salute delle componenti microbiche che vengono veicolate da polveri e da aerosol, e di conseguenza possono venire inalate, sono state formulate da differenti Pag. 8 di 11
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autori senza però giungere alla definizione del reale rischio infettivo/allergico. In particolare le polveri e gli aerosol sprigionati a partire da una matrice in cui gli eventuali microrganismi sono stati sottoposti per un lungo periodo a trattamenti naturali di disinfezione non sembrano rappresentare né un habitat favorevole né un serbatoio di infezione per i principali microorganismi patogeni dell’apparato respiratorio. Anche in questo caso, comunque, non esistono evidenze scientifiche in grado di dimostrare che, al di fuori della loro specifica localizzazione, questi microrganismi possano essere fonte di un’alterazione dello stato di salute. Alla luce di queste considerazioni, si ritiene che la principale fonte di esposizione a microrganismi per i lavoratori sia rappresentata dal contatto per via inalatoria con polveri che si liberano durante la movimentazione di terre di copertura ed eventuali rifiuti presenti tra la vegetazione, mentre sia sicuramente di minore importanza il contatto diretto per ingestione fortuita di materiale. Considerando sempre il rischio biologico è da valutare la possibilità di infezioni trasmesse per via cutanea o mucosa, anche in presenza di lesioni di entità minima: a questo proposito è necessario assicurarsi della adeguata copertura immunitaria dei lavoratori per quanto riguarda la prevenzione dell’infezione tetanica e dell’infezione da virus dell’epatite B attraverso immunoprofilassi specifica. Quanto a tutte le infezioni che possono essere trasmesse sempre per questa via, così come per la prevenzione di punture di insetti e di morsicature di animali, la più efficace misura di prevenzione consiste nell’adozione di presidi di barriera quali i Dispositivi di Protezione Individuale (D.P.I.). 7.2.1 Dispositivi di protezione individuale (D.P.I.) Saranno da adottare D.P.I. che tutelino gli operatori dal contatto diretto cutaneo e mucoso in tutte le prevedibili posture di lavoro, in condizioni di comfort in relazione alle condizioni microclimatiche stagionali. Apposite procedure aziendali dovranno stabilire le corrette modalità di conservazione, eventuale decontaminazione, adeguata sostituzione, oltre alle modalità per un corretto smaltimento di tali dispositivi. Se il medico competente dell’impresa lo riterrà opportuno in ragione delle condizioni in fase di esecuzione dei lavori, potrà valutare di apportare gli opportuni aggiornamenti al piano sanitario ed al programma degli interventi per la sicurezza igienico-sanitaria per gli addetti. 7.3 Rischio fisico Dovrà essere limitata la durata delle operazioni rumorose. Nelle fasi in cui si utilizzeranno attrezzature che producono rumore superiore alla soglia di 90 dBA dovranno essere adottati Pag. 9 di 11
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idonei otoprotettori. Una più precisa valutazione del rischio da rumore, e delle necessarie misure, potrà essere ottenuta sulla base di una misurazione effettuata ai sensi di quanto previsto dal D.Lgs 277/91. Per ciò che riguarda le condizioni microclimatiche, il rischio sanitario può essere affrontato sia adottando adeguati capi di abbigliamento, sia organizzando i turni di lavoro (ad es. adottando interruzioni, pause lavorative, turnazioni ecc.) sulla base delle condizioni meteorologiche e dei parametri microclimatici propri della stagione in cui si svolgeranno i lavori. 7.4 Rischio chimico Si ritiene che le misure di barriera quali i D.P.I., che impediscono qualsiasi contatto con cute e mucose, rappresentino un adeguato strumento di prevenzione; tuttavia dovranno essere disponibili, ed essere tempestivamente indossate, maschere con respiratori dotati di filtro oronasale ad alta protezione contro polveri, gas, odori, nel caso in cui il monitoraggio della qualità dell’aria evidenziasse la presenza di sostanze nocive impreviste o di particolari esalazioni odorifere. Anche in questo caso, eventuali misure/aggiornamenti al piano sanitario potranno essere previste sulla base dei rilevamenti effettuati.
7.5 Formazione ed informazione degli operatori A tutti gli addetti, prima dell’inizio del lavori verranno date le informazioni relative ai rischi generici e a quelli connessi allo specifico tipo di attività. Gli operatori saranno già stati formati/informati sui rischi connessi alle generiche attività dei cantieri edili con presenza di scavi (in particolare cadute, scivolamenti, movimentazione del carichi, elettrici, tagli, colpi, ecc ), e sui rischi connessi all'attività lavorativa specifica di questo cantiere, sui programmi di monitoraggio, sui D.P.I. da utilizzare, sulla movimentazione dei materiali, sull’utilizzo degli impianti sulle procedure di emergenza nel caso di superamento dei livelli di soglia di preallarme e di allarme relativi ai limiti da rispettare per le componenti ambientali. Un’adeguata informazione verrà inoltre fornita anche sul nominativo del Medico competente e sulle misure sanitarie adottate, sul loro significato, ecc. Sarà poi particolarmente curata la formazione/informazione degli addetti al pronto soccorso e antincendio. 7.6 Riferimenti normativi Gli strumenti normativi da tenere in considerazione sono: - leggi dello Stato in materia di prevenzione degli infortuni ed igiene del lavoro e in materia di dispositivi di protezione individuale. - D. Lgs. 81/2008 e s.m.i. - Testo unico in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro
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- D. Lgs. 4 dicembre 1992, n. 475 - Attuazione della direttiva 89/686/CEE del Consiglio del 21 dicembre 1989, in materia di ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai dispositivi di protezione individuale. - norme tecniche nazionali (UNI) ed europee (EN). 8 STIMA DEGLI ONERI INERENTI LA SICUREZZA La stima sommaria dei costi della sicurezza è stata effettuata, per tutta la durata delle lavorazioni previste nel cantiere, secondo le seguenti categorie: a) apprestamenti previsti nel piano di sicurezza e coordinamento; b) misure preventive e protettive e dei dispositivi di protezione individuale eventualmente previsti nel piano di sicurezza e coordinamento per lavorazioni interferenti; c) impianti di terra e di protezione contro le scariche atmosferiche, degli impianti antincendio, degli impianti di evacuazione fumi; d) mezzi e servizi di protezione collettiva; e) procedure contenute nel piano di sicurezza e coordinamento e previste per specifici motivi di sicurezza; f) eventuali interventi finalizzati alla sicurezza e richiesti per lo sfasamento spaziale o temporale delle lavorazioni interferenti; g) misure di coordinamento relative all'uso comune di apprestamenti, attrezzature, infrastrutture, mezzi e servizi di protezione collettiva. Una stima corretta e attendibile dei costi delle misure preventive e protettive finalizzate alla sicurezza e salute dei lavoratori potrà essere esplicata solo in fase esecutiva. Già in questa fase preliminare, però, è possibile effettuare una stima sommaria dei costi della sicurezza, in funzione della pericolosità, rischiosità ed entità delle opere da realizzare. In linea di massima, sulla base di elementi raccolti attraverso l’analisi di appalti simili, il costo della sicurezza per la realizzazione del presente progetto, calcolato analiticamente, sulla base di prezziari specializzati disponibili in letteratura, potrà aggirarsi intorno a € 14.000,00 (oltre IVA), corrispondente a circa il 6 % dell’importo stimato per tutti i lavori. In sede di predisposizione della documentazione per procedere alla gara per l’affidamento dei lavori, detto costo dovrà essere evidenziato, in quanto non soggetto a ribasso d’asta.
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PRIME INDICAZIONI CRONOPROGRAMMA
00
19-11-2020
Prima emissione
DE 06
Descrizione lavorazioni
Impresa
Allestimento cantiere
Edile
Durata Giorni naturali consecutivi (gg)
Addetti
1
Pulizia sentiero e decespugliamento Edile Rifacimento/sistemazione muretto a secco L=30 m Edile Rifacimento/sistemazione muretto a secco L=90 m Edile Scavi e reti drenaggio acque Edile Balaustra Edile Luci Elettricista Selciato PARTE 1 Edile Selciato PARTE 2 Edile Selciato PARTE 3 Edile Selciato PARTE 4 Edile Selciato PARTE 5 Edile Dismissione cantiere Edile TOTALE GIORNI
2
2
2
4
2
15
2 3 3 2 3 3 3 3 3 2
40 15 20 8 15 6 6 15 15 2 93
2
3
4
5
6
7
8
9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93
RELAZIONE ILLUSTRATIVA DI DETTAGLIO
00
19-11-2020
Prima emissione
DE 07
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INDICE 1.
PREMESSA................................................................................................................................. 2
2.
LA COSTRUZIONE-RICOSTRUZIONE DI UN MURO A SECCO ..................................................... 3
3.
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA MONTANTE CORRIMANO ................................................. 17
3.1.
DESCRIZIONE DELLL’OPERA .................................................................................................... 17
3.2.
RIFERIMENTI NORMATIVI ....................................................................................................... 17
3.3.
I MATERIALI ............................................................................................................................ 18
3.4.
AZIONI E CARICHI SULLA STRUTTURA .................................................................................... 19
3.5.
PROGETTO E VERIFICA IN CONDIZIONE STATICA ................................................................... 23
3.6.
PROGETTO E VERIFICA IN CONDIZIONE SISMICA ................................................................... 25
3.7.
ANALISI DEI CARICHI ............................................................................................................... 28
3.8.
RISULTATI DI CALCOLO ........................................................................................................... 28
3.9.
VERIFICA CARICO ORIZZONTALE SU PALO INFISSO NEL TERRENO ......................................... 39
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1. PREMESSA Nella presente relazione di dettaglio si intende raccogliere gli approfondimenti relativamente alle tematiche di - recupero dei muretti a secco; - dimensionamento e verifica degli elementi strutturali (montanti corrimano).
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2. LA COSTRUZIONE-RICOSTRUZIONE DI UN MURO A SECCO Nella tecnica di costruzione di un muro a secco di un terrazzamento, la stabilità dello stesso era affidata alla bravura del costruttore, solitamente lo stesso agricoltore, che tramandava la tecnica verbalmente. Le dimensioni del muro (altezza, larghezza, spessore) venivano valutate in funzione della pendenza e dell’estensione del versante da terrazzare, mentre la tessitura e il colore del muro erano il risultato dell’utilizzo del materiale reperibile sul posto. La costruzione di un muro di sostegno era un’attività molto faticosa poiché attuata in condizioni disagevoli, di notevole pendenza dei versanti e di difficoltà di trasporto delle pietre da costruzione. Secondo la tradizione rilevata oralmente in Val Camonica, erano ritenuti basilari alcuni principi nella scelta della collocazione del muro rispetto al versante e la sua realizzazione: - fondazioni realizzate su "suolo buono", possibilmente su substrato roccioso messo a nudo; era questo un aspetto essenziale perché questi muri sono sensibili all'azione erosiva dall'acqua piovana agente sulle fondazioni. Se lo strato roccioso era posizionato ad eccessiva profondità, si realizzava una base di blocchi di pietra di larghezza superiore a quella del muro stesso; - utilizzo prevalente del materiale presente in loco, proveniente dalla spietratura dello strato di suolo da coltivare. Le pietre portate da un luogo diverso da quello della costruzione costituivano l'eccezione e venivano impiegate per usi specifici, come la realizzazione dei gradini di collegamento fra terrazzi, oppure la realizzazione di basamenti per fondazione o per ricoprire la parte superiore del muro usata come corridoio di transito e pertanto lasciata libera dalle colture. I muri a secco costituiscono oggi un manufatto difficilmente realizzabile a causa del sempre più esiguo numero di persone capace di costruirli a regola d'arte. Purtroppo, molti muri di sostegno vengono rifatti legando le pietre con malta cementizia: questo costituisce un danno non solo dal punto di vista paesaggistico, ma anche ecologico (discontinuità del passaggio di microfauna), statico (rischio di distacco del paramento murario e suo ribaltamento) e di conseguenza idrogeologico (instabilità del versante).
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Le scelte da attuare per terrazzare ex-novo un versante non sono state prese in esame poiché si è privilegiato dare rilievo alle tecniche di recupero dei manufatti esistenti. Le tecniche di seguito descritte riguardano solo i muri di sostegno dei terrazzamenti, escludendo quelli di confine, degli edifici, ecc. Gli aspetti statici della costruzione di un muro sono trattati seppur sommariamente in appendice. Le componenti di un muro a secco Per descrivere la tecnica di recupero di un muro a secco è utile introdurre alcuni termini tecnici o di uso pratico (in corsivo tra parentesi) delle parti in cui è composto un muro e che verranno usati nella spiegazione delle fasi di intervento. Fondazione. Parte del muro di sostegno, posta al di sotto del piano di campagna, che costituisce la base del muro e che è composta generalmente da pietre di maggiori dimensioni rispetto a quelle del resto del muro. Paramento murario o esterno (faccia). Parte del muro di sostegno costituita dagli elementi litici posti in vista; è la parte visibile del muro e che ne determina le principali caratteristiche di aspetto. Coronamento. Parte terminale superiore del muro di terrazzamento che, generalmente, si conclude a filo del piano di coltivazione. Piano di coltivazione (pianello, pianale). Parte pianeggiante o leggermente inclinata (in base alla pendenza del versante) del terrazzamento su cui avviene la coltivazione, sostenuta a valle da un muro a secco. Materiale drenante, drenaggio, riempimento. Parte del muro di sostegno costituita da materiale litico, generalmente di piccola pezzatura, nascosto alla vista, disposto tra il paramento murario e il terreno retrostante; svolge la funzione di drenare le acque interne al
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terreno e distribuirne la pressione uniformemente lungo il muro. Corsi. Strati orizzontali di pietre disposte il più possibile ordinatamente che, sovrapposti gli uni agli altri, costituiscono il muro di sostegno. Ogni corso comprende sia gli elementi del paramento murario, sia gli elementi del drenaggio. La loro altezza è, generalmente, data dall’altezza delle pietre di maggiori dimensioni che sono impiegate nel paramento esterno. Giunto. Interfaccia di separazione di due elementi litici. Si intendono divisi in orizzontali e verticali in base alla loro giacitura. Scarpa. Inclinazione della facciata del muro rispetto alla verticale.
Il degrado del muro a secco Le forme di alterazione dei muri si distinguono in: - dissesto: alterazione degli equilibri statico-strutturali del modello costruttivo; - degrado: alterazione dovuta ad agenti chimici, fisici e biologici che provoca effetti distruttivi sui materiali. I dissesti danno luogo principalmente alle seguenti manifestazioni: - Spanciamento - Sgretolamento - Crollo Le cause possono essere endogene, dovute alle caratteristiche costruttive dei muri, come difetti di costruzione, o esogene, dovuti a cause esterne di sovraccarico antropico e/o animale, oppure a pressioni generate da componenti naturali (eccesso d’acqua). Si tratta solitamente di una combinazione di diverse forze che sollecitano contemporaneamente il muro fino a provocarne il crollo in uno o più punti. Per quanto riguarda le cause esogene le più frequentemente riscontrate sono di tipo: - Fisico: la formazione di ghiaccio derivante da ristagni di acqua all'interno della muratura comporta un aumento del volume che genera spinte tra le pietre. - Meccanico: eccessiva sollecitazione del piano sovrastante con carichi animali o meccanici. Le capre, pur non essendo pesanti, sono particolarmente dannose, poiché si sporgono sul limite del muro a mangiare, spostando le pietre di coronamento del muro stesso. Le radici
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degli alberi d’alto fusto, sebbene da giovani contribuiscano a trattenere le pietre, a maturità possono generare spinte tali da compromettere la stabilità del muro e causarne il crollo. Molti alberi crescono infatti vicino ai muretti e, dove non viene effettuata una manutenzione costante, ne provocano il dissesto. Lo sradicamento di un albero di grosse dimensioni, per esempio a causa del vento, provoca il crollo del muro. Dissesti innescati da una difettosa circolazione idrica, si manifestano in occasione di precipitazioni intense o abbondanti. Unitamente ai dissesti, possono inoltre verificarsi fenomeni di degrado delle pietre stesse tali da consumarle e generare delle lacune nel paramento murario: si può ad esempio trattare di fatturazione (soluzioni di continuità del materiale che può implicare lo spostamento delle sue parti), scagliatura (distacco parziale o totale di piccole porzioni di materiale), polverizzazione (decoesione del materiale in forma di polvere o granuli).
Gli stadi del degrado e gli interventi da effettuare Sono stati identificati diversi stadi di deterioramento del muro a secco di sostegno dovuti alla combinazione di dissesti strutturali e degradi materici, cui possono seguire diverse modalità di intervento di recupero da attuare. Le fasi di esecuzione che la tecnica tradizionale prevede in caso di parziale o totale smontaggio del muro sono descritte nel capitolo “Recupero del muro a secco: modalità operative.”
A. Degrado localizzato del coronamento. Si tratta della perdita di stabilità in un preciso punto di alcune pietre superiori, che possono cadere alla base del muro. E’ solitamente accompagnato da un eccesso di vegetazione che cresce tra gli interstizi del muro stesso. In tal caso basta effettuare una pulitura della vegetazione presente sulla parte
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superiore terminale del muro e riposizionare gli ultimi corsi di pietre limitatamente alla zona interessata dallo smottamento (eventualmente ri-sagomando le canalette di scolo delle acque se presenti o da costruire nel caso murature di oltre 2 metri di altezza).
B. Degrado diffuso della parte superiore del muro. Si tratta della perdita di stabilità della parte superiore del muro, anche continua ed estesa in lunghezza, che può dare origine a piccoli crolli. In questo caso è necessario smontare la parte superiore del muro fino allo strato di pietre smosso e ricostruire il muro, giustapponendo gli strati di pietre e riempiendo posteriormente con materiale drenante. Lo smontaggio del muro interessa solo la parte instabile o crollata e non coinvolge l’intera sezione verticale del muro. Gli interventi da effettuare sono di parziale ricostruzione del manufatto, nel rispetto della sagoma del tracciato e delle dimensioni.
C. Spanciamento del muro. Si tratta del rigonfiamento del paramento murario, che tende a staccarsi dallo strato drenante posteriore. Può interessare solo la metà superiore del muro oppure compromettere tutta la sezione verticale. In presenza di questo dissesto è necessario smontare tutta la porzione di muro caratterizzata dallo spanciamento e ricostruirla secondo la tecnica tradizionale. Lo smontaggio può non arrivare fino alla base del muro, ma è bene intervenire su tutta la porzione che si è mossa. Gli interventi da effettuare sono di smontaggio e ricostruzione del manufatto nel rispetto di sagoma e tracciato, se possibile con miglioramento delle condizioni di drenaggio retrostanti.
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D. Crollo di porzione di muro. Il crollo interessa l’intera sezione verticale del muro. In caso di crollo di parte più o meno lunga del muro risulta sempre necessaria la ricostruzione dell’intera porzione crollata secondo la tecnica tradizionale. È necessario prestare attenzione agli attacchi del muro da ricostruire con quello già esistente: è preferibile nello smontaggio del muro mantenere un profilo “a scaletta” per consentire un aggancio più stabile della nuova muratura. Gli interventi da effettuare sono di ricostruzione totale della porzione di manufatto.
Il recupero del muretto a secco: modalità operative La tecnica di recupero del muro è stata tracciata a partire da interviste effettuate ad alcuni muratori e agricoltori che, a giudizio dei tecnici del Parco, hanno eseguito in modo corretto il recupero dei muri stessi. Il recupero comprende le seguenti fasi: - smontaggio del muro danneggiato e preparazione delle fondazioni - selezione e posa delle pietre nel muro - completamento del muro
Smontaggio del muro danneggiato/crollato e preparazione delle fondazioni La ricostruzione di un muro inizia dalla asportazione, dall’accumulo e dalla selezione delle pietre che componevano il muro crollato o, comunque pericolante. Prima di cominciare la costruzione del muro, è opportuno selezionare le pietre per ordine di grandezza e/o di spessore o di lunghezza. Conviene che esse formino piccoli mucchi tali da facilitare la scelta delle singole pietre. In tal modo sarà più facile, in seguito, collocare le pietre per realizzare il muro. Si tratta di una fase importante perchè permette di comprendere se e quanto materiale originale è possibile recuperare o se è necessario reperire altre pietre e di quale tipologia. Fondazione: nel caso più frequente di ricostruzione, le fondazioni sono già presenti o sono tutt’al più da riordinare. Nel caso di nuova costruzione conviene tracciare sul terreno ed evidenziare con picchetti e funicelle l’area da scavare.
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Dallo spazio così delimitato, togliere lo strato superiore di terra vegetale con un badile. Con un piccone (o con una zappa) e una pala, scavare una trincea profonda circa 20/40 cm, leggermente pendente verso monte. La larghezza delle fondazioni è in funzione del muro. Indicativamente la larghezza dovrebbe essere circa 1/3 dell’altezza: così per muri di 1,5 m, la larghezza di fondazione può essere di 50 cm, per muri fino a 3 m la larghezza può essere tra gli 80 e i 100 cm. È utile accumulare sul piano la terra scavata che servirà successivamente per la messa a dimora delle piante. Parte della terra fertile che si trova in sommità viene tolta e spostata a monte del pianello. Il terriccio asportato può essere accumulato a valle mediante il deposito provvisorio su tavole e pannelli di legno. Alla base del muro (se l’intervento prevede la ricostruzione fino a terra) vanno poste le pietre più grandi, resistenti e pesanti, sia per la difficoltà di spostamento, sia per creare una base solida per il muro. Le fondazioni non devono necessariamente formare una superficie piana ma è bene che le pietre impiegate siano ben inserite nella loro sede. Nello scavare o nel ripristinare il sottosuolo per la fondazione, occorre togliere la vegetazione fastidiosa e soprattutto i ceppi delle piante per evitare che rendano instabili le fondazioni stesse. Consolidamento struttura: Per consolidare il terreno retrostante, nei manufatti più alti, è utile conficcare uno o più pali di rinforzo trasversalmente alla muratura, per aumentare la resistenza del muro stesso alla spinta della terra. Durante la posa, pietre corte vengono alternate, anche se non regolarmente, con pietre lunghe che danno consistenza al muro. Le pietre più lunghe devono essere infilate nel terreno retrostante, poste leggermente inclinate verso monte per contrastare le spinte allo spanciamento e ribaltamento. Quante più pietre lunghe saranno disposte perpendicolarmente all’andamento del muro, quanto maggiore sarà l’ammorsamento tra il paramento murario e il terreno retrostante e dunque minore il rischio di crollo e di spanciamento. Riempimento: è importante utilizzare negli spazi vuoti sabbia da frantoio o ghiaietto evitando sabbia o ghiaia di fiume, a spigoli arrotondati: questo materiale infatti non darà luogo a una struttura solida, poiché gli attriti sono minori.
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Nel caso frequente di giunzione con muro esistente, occorre togliere le pietre da quest’ultimo, predisponendo la parte di muro restante a forma di scaletta che servirà ad avere una maggiore superficie di giunzione. Nel caso sia presente un grosso masso bisogna predisporre l'attacco ad esso cercando di sbozzare la pietra in modo da formare il più possibile un appoggio piano da cui far partire il muro. Il muro deve essere smontato non solo nel punto in cui è crollato, ma almeno per 0,5-1 m da entrambi i lati. A volte nel caso di attacco diretto alla roccia madre, può essere utile un ancoraggio del muro a secco tramite “spezzoni” di ferro infissi nella roccia stessa. Lo spazio a monte va progressivamente e accuratamente riempito, man mano che aumenta l’elevazione del manufatto, con scarti di pietrame e terriccio in modo da favorire lo scorrimento delle acque piovane, come pure la crescita di vegetazione e la dimora futura di insetti e animali utili.
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Il riempimento è indispensabile per avere un buon drenaggio attraverso il muro, senza il quale si avrebbe un’eccessiva spinta della terra che comprometterebbe la stabilità del manufatto. È preferibile che anche le piccole pietre per il drenaggio siano collocate di punta per favorire il corretto deflusso delle acque. Posa: per l'allineamento, posare verticalmente due tavole o tondini indicatori ai lati estremi del muro in esecuzione, poi tendere una cordicella tra i due supporti, in modo che questa sfiori lo spigolo esterno del pietrame posato. La scelta e la posa delle pietre del muro Negli interventi di recupero dei manufatti esistenti, la pietra da utilizzare è la pietra del posto, quella che si può recuperare nelle immediate vicinanze. Questo per evitare rappezzi di muro non omogenei con le caratteristiche dell’esistente. Nei nuovi manufatti e in quelli più complessi, i materiali da costruzione preferibili sono le rocce dure quali il granito o altre pietre purché resistenti al gelo. Nel caso il materiale in loco sia difficilmente recuperabile e insufficiente, bisogna procurarsi pietre della stessa roccia presente nella zona. Le pietre adatte per l’edificazione di un muro a secco presentano facce grandi e piatte. Quelle che si trovano sulla faccia visibile devono avere almeno un lato liscio. Per questa ragione è bene preferire le pietre piatte e angolose piuttosto che quelle arrotondate e curvilinee. Le pietre angolose sono più facili da mettere in posa e offrono di conseguenza un appoggio durevole all’insieme della costruzione.
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Le pietre meno idonee servono da materiale di riempimento. È bene avere abbondanza di materiale per consentire una scelta più facile al momento della posa in opera. La scelta e la posa di ogni pietra, spesso anisotropa (cioè che resiste di più su un lato piuttosto che su un altro), deve avvenire evitando che questa sia soggetta a forze di taglio, specialmente se caratterizzata da venature, che ne comprometterebbero la resistenza. Inoltre, nella scelta della faccia della pietra, ovvero il lato che rimane a vista, bisogna scegliere quella più "bella" (più regolare, ben squadrata, piuttosto liscia e che presenta le venature più gradevoli alla vista) e/o più piatta per mantenere omogenea la superficie del muro (che non è verticale). In tal senso è interessante notare che l'esigenza di costruzione, o ricostruzione, del muretto è accompagnata dalla volontà di realizzare un manufatto gradevole alla vista e di cui ci si possa compiacere sia durante la costruzione sia al termine di essa.
La costruzione del paramento murario avviene apponendo strati successivi distribuiti
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su tutta la larghezza. Le pietre vanno depositate su uno strato di ghiaietto fine e assestate con una martellina o un mazzuolo in gomma nella parte posteriore. Non deve comparire alcun giunto continuo né in senso verticale né orizzontale; è indispensabile sfalsare i giunti verticali in modo tale da distribuire meglio i carichi. È importante che le pietre di paramento non siano semplicemente posate le une sulle altre nella parte anteriore del muro: devono essere disposte nel modo più ordinato possibile e devono presentare fin da subito la massima stabilità, ovvero evitare il minimo spostamento, se caricate.
Può essere necessario rendere più regolare la forma di certe pietre. Spesso si tratta di correggere gli angoli o gli spigoli. Per tagliare correttamente le pietre e adattarle all’impiego previsto, occorrerà uno scalpello e una mazzuola, o meglio, il testù.
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Per evitare incidenti nel maneggiare le pietre sbrecciate, è opportuno indossare guanti da lavoro idonei e calzature con puntale d’acciaio resistenti alla caduta di pietre. Si procede ponendo le pietre per file il più possibile orizzontali (corsi), in modo da pareggiare costantemente il profilo superiore. L’altezza di ogni corso è determinata dalla pietra di maggior dimensione usata nel paramento esterno: ogni volta che si inizia un nuovo corso, si alza il filo-guida all’altezza della pietra–guida e si procede riempiendo la fila. Ogni strato va eseguito con sassi che abbiano altezza simile e pareggiato con scaglie di pietrame, prima di passare alla posa del successivo. Bisogna rispettare un'inclinazione della facciata (scarpa) di circa il 10% verso monte. Lo spessore del muro deve diminuire progressivamente: da una base di 60-70 cm ad una testa di 20-30 cm (per muri alti circa 1 m fuori terra (per muri più alti sono necessari spessori maggiori). Per ottenere questo effetto basta arretrare progressivamente il filo della facciata e inclinare le pietre verso monte. Ciò consente una maggiore resistenza al ribaltamento e allo slittamento delle pietre verso l’esterno in presenza di spinte dal terreno retrostante. Nel caso di un muro che deve seguire una curva, per mantenere correttamente il profilo curvilineo è opportuno aiutarsi predisponendo una serie di guide costituite da assi verticali
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disposte ad intervalli regolari e fissate a monte e a valle.
Il completamento del muro È opportuno terminare il muro superiormente con pietre piatte e aggiungere il cotico erboso, separato all’inizio del lavoro. Nel caso di muri di divisione o nella costruzione di un edificio bisogna procedere alla realizzazione di muri a doppia testa o doppia facciata, con riempimento interno con pietre di scarto (piccole pietre o schegge) e giunzione effettuata in vari punti grazie a grosse pietre piatte e lunghe passanti da una facciata all’altra. Tale muro non viene rastremato.
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3. DIMENSIONAMENTO E VERIFICA MONTANTE CORRIMANO Il presente elaborato costituisce la relazione di calcolo strutturale, comprensiva di una descrizione generale dell'opera e dei criteri generali di analisi e verifica, in accordo con le prescrizioni contenute nel paragrafo 10.1 delle "Norme Tecniche" per le Costruzioni. Relativamente al progetto in oggetto il documento descrive in particolare le modalità operative di applicazione della normativa vigente. Le fasi di progetto, analisi, calcolo e verifica sono state svolte a "regola d'arte" dal progettista, secondo i dettami della scienza e tecnica delle costruzioni. Per verificare gli elementi strutturali e le sezioni sollecitate dalle azioni di modello ed al fine di garantire la sicurezza della costruzione è stato utilizzato il metodo agli stati limite, rispettando le prescrizioni previste dalle normative di riferimento elencate nel documento. Si riporta di seguito in proposito l'insieme delle verifiche strutturali, atte a garantire la resistenza ed il comportamento della struttura sia in condizioni di esercizio che sotto l'azione di eventi di carico straordinari. Secondo le indicazioni delle Norme Tecniche per le Costruzioni la relazione di calcolo riporta infine una sezione relativa alle analisi svolte con l'ausilio di codici di calcolo automatico, al fine di facilitare l'interpretazione e la verifica dei calcoli svolti e di consentire elaborazioni indipendenti da parte di soggetti diversi dal redattore del documento.
3.1. DESCRIZIONE DELLL’OPERA Oggetto di questa analisi è la verifica dei montanti che si intendono realizzare al fine di dotare il percorso pedonale di corrimano che delimiti la larghezza del camminamento. L'elemento montante è costituito da un profilato in acciaio S275J con finitura in CorTen e avente sezione IPE100 e altezza libera 110 cm. Il montante stesso verrà incastrato nel terreno per mezzo di un getto in cls in "tubo-camicia" della profondità di ulteriori 50 cm. I montanti verranno posti a distanza di crica 2 m l'uno dall'altro e verranno collegati gli uni agli altri per mezzo di 3 cavetti metallici (diametro 6 mm) passanti (svincolati quindi ai montanti ad eccezione del loro fissaggio ogni 4 montanti).
3.2. RIFERIMENTI NORMATIVI I calcoli della presente relazione fanno riferimento alla normativa vigente ed in
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particolare: Normativa nazionale •
Decreto Ministeriale 17 Gennaio 2018 “Norme Tecniche per le Costruzioni 2018”
•
Circolare 21 Gennaio 2019, n. 7 “Istruzioni per l'applicazione dell’ ‘’Aggiornamento delle 'Nuove norme tecniche per le costruzioni' di cui al decreto ministeriale 17 gennaio 2018’’. (GU n. 35 del 11-2-2019)”
•
Decreto Ministeriale 16 Gennaio 1996. “Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche. (G.U. 5-2-1996, N. 29)”
•
Circolare 10 aprile 1997, n. 65/AA.GG. “Istruzioni per l’applicazione delle "Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche" di cui al decreto ministeriale 16 gennaio 1996”
•
Decreto Ministeriale 9 Gennaio 1996 “Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione ed il collaudo delle strutture in cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche. (Da utilizzarsi nel calcolo col metodo degli stati limite) (G.U. 5-2-1996, N. 29)”
•
Circolare 15 ottobre 1996, n. 252 AA.GG./S.T.C. “Istruzioni per l'applicazione delle "Norme tecniche per il calcolo, l'esecuzione ed il collaudo delle opere in cemento armato normale e precompresso e per le strutture metalliche" di cui al decreto ministeriale 9 gennaio 1996. (G.U. 26-11-1996, n. 277 - suppl.)”
•
Decreto Ministeriale 20 novembre 1987 “Norme tecniche per la progettazione, esecuzione e collaudo degli edifici in muratura e per il loro consolidamento. (Suppl. Ord. alla G.U. 5-12-1987, n. 285)”
Eurocodici •
UNI EN 1993-1-1: 2005 “Eurocodice 3, parte 1-1 - Progettazione delle strutture di acciaio. Regole generali e regole per gli edifici”.
•
UNI EN 1993-1-2: 2005 “Eurocodice 3, parte 1-2 - Progettazione delle strutture di acciaio. Regole generali. Progettazione della resistenza all'incendio”.
3.3. I MATERIALI
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I materiali ed i prodotti ad uso strutturale, utilizzati nelle opere oggetto della presente relazione, rispondono ai requisiti indicati dal capitolo 11 delle "Norme Tecniche per le Costruzioni". Questi sono stati identificati univocamente dal produttore, qualificati sotto la sua responsabilità ed accettati dal direttore dei lavori mediante acquisizione e verifica della documentazione di qualificazione, nonché mediante eventuali prove sperimentali di accettazione. Sulla base delle verifiche effettuate in sito ed in conformità alle disposizioni normative vigenti si prevede per la realizzazione del progetto in analisi l’adozione dei materiali di seguito descritti.
Descrizione Nome: S 275
Tipologia del materiale: acciaio per strutture metalliche
Descrizione:
Caratteristiche dell’acciaio Tensione caratteristica di snervamento fyk : 275,00 N/mm²
Tensione caratteristica di rottura ftk : 430,00 N/mm²
Modulo elastico Es : 210.000,00 N/mm²
Modulo di elasticità trasversale G : 80.769,23 N/mm²
Coefficiente di Poisson ν : 0,30
Densità ρ : 77.008,50 N/m³
Coefficiente di dilatazione termica lineare αt : 1,2E-05
Tensione ammissibile σs : 186,39 N/mm²
3.4. AZIONI E CARICHI SULLA STRUTTURA Con riferimento al paragrafo 2.5.1.3 delle NTC, le azioni che investono la struttura sono classificate in relazione alla durata della loro presenza nell’arco della vita di progetto come: •
permanenti (G): azioni con sufficiente approssimazione costanti nel tempo, tra le quali: - peso proprio di tutti gli elementi strutturali; peso proprio del terreno, quando pertinente; forze indotte dal terreno (esclusi gli effetti di
carichi
variabili applicati al terreno); - peso proprio di tutti gli elementi non strutturali; - spostamenti e deformazioni imposti, previsti dal progetto e realizzati all’atto della costruzione; •
variabili (Q): azioni sulla struttura o sull’elemento strutturale con valori istantanei che possono risultare sensibilmente diversi fra loro nel tempo: - di lunga durata: agiscono con un’intensità significativa, anche non
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continuativamente, per un tempo non trascurabile rispetto alla vita nominale della struttura; - di breve durata: azioni che agiscono per un periodo di tempo breve rispetto alla vita nominale della struttura; •
eccezionali (A): azioni che si verificano eccezionalmente: - incendi - esplosioni - urti ed impatti
•
sismiche (E): azioni derivanti dai terremoti.
L’effetto delle azioni viene valutato ai fini delle verifiche con l’approccio semiprobabilistico agli stati limite, secondo diverse combinazioni:
Combinazione fondamentale dei carichi, impiegata per gli stati limite ultimi (nei risultati SLU statica) gG1×G1 + gG2×G2 + gP×P + gQ1×Qk1 + gQ2×y02×Qk2 + gQ3×y03×Qk3 + …
Combinazione caratteristica rara, impiegata per gli stati limite di esercizio irreversibili (nei risultati SLE rara) G1 + G2 + P + Qk1 + y02×Qk2 + y03×Qk3+ …
Combinazione frequente, impiegata per gli stati limite di esercizio reversibili (nei risultati SLE frequente) G1 + G2 +P+ y11×Qk1 + y22×Qk2 + y23×Qk3 + …
Combinazione quasi permanente, impiegata per gli effetti a lungo termine (nei risultati SLE quasi permanente) G1 + G2 + P + y21×Qk1 + y22×Qk2 + y23×Qk3 + …
Combinazione eccezionale, impiegata per stati limite ultimi conessi alle azioni eccezionali A
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G1 + G2 + P + Ad + y21×Qk1 + y22×Qk2 + …
Combinazione sismica, impiegata per gli stati limite ultimi e di esercizio connessi all’azione sismica E (nei risultati SLU sisma) E + G1 + G2 + P + y21×Qk1 + y22×Qk2 + … Dettagli per la combinazione sismica La valutazione dell’azione sismica E è condotta secondo le specifiche del capitolo 3.2 e in accordo con le prescrizioni del capitolo 7.3.3 delle NTC per i tipi di analisi sismica lineare sia dinamica che statica.
I risultati così ottenuti per ciascuna direzione, X e Y (eventualmente anche Z), vengono poi combinati secondo le indicazioni del capitolo 7.3.5 delle NTC, ovvero vengono sommati i contributi secondo il seguente criterio: E1 = 1,00×Ex + 0,30×Ey + 0,30×Ez E2 = 0,30×Ex + 1,00×Ey + 0,30×Ez E3 = 0,30×Ex + 0,30×Ey + 1,00×Ez la rotazione dei coefficienti moltiplicativi permette l’individuazione degli effetti più gravosi, la direzione Z è opzionale in virtù delle prescrizioni al paragrafo 7.2.2 delle NTC.
Nella verifica allo stato limite ultimo si distinguono le combinazioni EQU, STR e GEO (cfr NTC § 2.6.1), rispettivamente definite come: stato limite di equilibrio EQU, che considera la struttura ed il terreno come corpi rigidi; stato limite di resistenza della struttura STR, da riferimento per tutti gli elementi strutturali, e stato limite di resistenza del terreno GEO. Nelle verifiche STR, per la progettazione di elementi strutturali, si adottano I coeffcienti della colonna A1. Nelle verifiche STR e GEO che coinvolgono azioni di tipo geotecnico possono essere adottati in alternativa, due diversi approcci progettuali. Per l’approccio 1 si considerano due diverse combinazioni di gruppi di coefficienti di sicurezza parziali per le azioni, per i materiali e per la resistenza complessiva, nell’approccio 2 si definisce un’unica combinazione per le azioni, per la resistenza dei materiali e per la resistenza globale.
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Approcio 1, combinazione 1: si utilizzano per le azioni i coeffcienti della colonna A1 Approcio 1, combinazione 2: si utilizzano per le azioni i coeffcienti della colonna A2 Approcio 2: si utilizzano per le azioni i coeffcienti della colonna A1 Coefficienti parziali per le azioni [cfr. NTC 2018 Tabella 2.6.I] Coefficiente γf Carichi permanenti Carichi permanenti non strutturali Carichi variabili
Favorevoli
γG1
Sfavorevoli Favorevoli
γG2
Sfavorevoli Favorevoli
γQi
Sfavorevoli
EQU
A1
A2
0,9
1,0
1,0
1,1
1,3
1,0
0,8
0,8
0,8
1,5
1,5
1,3
0,0
0,0
0,0
1,5
1,5
1,3
Le Norme Tecniche prescrivono i valori dei coefficienti y in dipendenza dalle caratteristiche della funzione di ripartizione di ciascuna azione: si ammette infatti che, assieme alle azioni permanenti, esistano combinazioni di azioni in cui una sola azione è presente al valore caratteristico mentre le altre hanno intensità ridotte y0Qk. Le categorie di azioni variabili ed i rispettivi coefficienti di combinazione utilizzati nell’applicazione dei carichi al modello sono riportati nella tabella seguente: ψ0
Destinazione d’uso/azione
ψ1
ψ2
Permanenti
1,00
1,00
1,00
Permanenti non strutturali
1,00
1,00
1,00
Categoria A - Residenziale
0,70
0,50
0,30
Categoria B - Uffici
0,70
0,50
0,30
Categoria C - Ambienti affollati
0,70
0,70
0,60
Categoria D - Aree commerciali
0,70
0,70
0,60
Categoria E - Aree di accumulo o aree industriali
1,00
0,90
0,80
Categoria F - Veicoli con peso <= 30kN
0,70
0,70
0,60
Categoria G - Veicoli con peso > 30kN
0,70
0,50
0,30
Categoria H - Coperture non praticabili
0,00
0,00
0,00
Categoria I - Coperture praticabili
0,00
0,00
0,00
Categoria K - Coperture per usi speciali
0,00
0,00
0,00
Vento
0,60
0,20
0,00
Neve (a quota <= 1000 m s.l.m.)
0,50
0,20
0,00
Neve (a quota > 1000 m s.l.m.)
0,70
0,50
0,20
Variazioni termiche
0,60
0,50
0,00
Dettagli per le combinazioni di calcolo.
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Per il progetto e la verifica degli elementi strutturali vengono distinti i risultati dell’analisi in condizione statica da quelli dell’analisi sismica. 3.5. PROGETTO E VERIFICA IN CONDIZIONE STATICA La verifica degli elementi è condotta considerando i risultati di ciascuna combinazione delle azioni di calcolo in condizione statica, ovvero vengono considerati ed inviluppati i risultati massimi e minimi delle seguenti combinazioni: •
Combinazione fondamentale SLU
• •
Combinazione SLE caratteristica rara
• •
Combinazione SLE frequente
• •
Combinazione SLE quasi permanente
Per ciascuna combinazione elencata vengono valutate le distinte configurazioni di carico distinguendo i diversi gruppi di carico e considerando tutte le possibili varianti secondo i metodi del calcolo combinatorio ottenendo cosi ‘2n + 1’ combinazioni, dove ‘n’ coincide con il numero di carichi accidentali considerati nell’analisi, qui di seguito un esempio esplicativo. Carico permanente
P
Carico accidentale residenziale
A
Le combinazione dedotte sono: P
solo carico permanente
PA
carico permanente + carico accidentale A
Inoltre per le combinazioni SLU e SLE caratteristica vengono individuate in aggiunta le permutazioni di tali configurazioni aventi di volta in volta un carico accidentale principale differente fra quelli considerati, qui di seguito un esempio esplicativo. Carico permanente
P
Carico accidentale residenziale
A1
Carico accidentale tipo neve
A2
Carico accidentale tipo vento
A3
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Le combinazione dedotte sono: P
solo carico permanente
P A1
carico permanente + carico accidentale A1
P A2
carico permanente + carico accidentale A2
P A3
carico permanente + carico accidentale A3
P A1 A2
carico permanente + carico accidentale A1 (principale) + carico accidentale
P A2 A1
carico permanente + carico accidentale A1 + carico accidentale A2
A2
(principale) P A1 A3
carico permanente + carico accidentale A1 (principale) + carico accidentale
P A3 A1
carico permanente + carico accidentale A1 + carico accidentale A3
A3
(principale) P A2 A3
carico permanente + carico accidentale A2 (principale) + carico accidentale
P A3 A2
carico permanente + carico accidentale A2 + carico accidentale A3
A3
(principale) P A1 A2 A3 carico permanente + carico accidentale A1 (principale) + carico accidentale A2 + carico accidentale A3 P A2 A1 A3 carico permanente + carico accidentale A1 + carico accidentale A2 (principale) + carico accidentale A3 P A3 A1 A2 carico permanente + carico accidentale A1 + carico accidentale A2 + carico accidentale A3 (principale) Le effettive combinazioni generate per i diversi stati limite sono riportate nei paragrafi seguenti. Per gli elementi trave e pilastro, e in generale gli elementi ‘asta, vengono inviluppati i risultati di ciascuna combinazione e vengono individuati i valori massimi e minimi dando luogo alle seguenti sollecitazioni: •
massima e minima per l’azione assiale N,
•
massima e minima per le azioni di flessione attorno agli assi principali di inerzia
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di ciascun elemento Mz e My, •
massima e minima per le azioni taglianti lungo gli assi principali d’inerzia Tz e Ty.
Nella verifica di travi e pilastri, e in generale gli elementi ‘asta, queste 6 sollecitazioni (N+, N-, Mz+, Mz-, My+, My-) vengono considerate in condizione di pressoflessione deviata e vengono ulteriormente combinate tra di loro in modo da garantire la copertura delle condizioni più gravose, dando luogo alle seguenti 8 combinazioni: •
N+, Mz+, My+
•
N+, Mz+, My-
•
N+, Mz-, My+
•
N+, Mz-, My-
•
N-, Mz+, My+
•
N-, Mz+, My-
•
N-, Mz-, My+
•
N-, Mz-, My-
Per la verifica delle sezioni a taglio vengono individuati i valori massimi in modulo per ciascuna direzione principale scegliendo tra i valori inviluppati di progetto (Tz+, Tz-, Ty+, Ty-). Per gli elementi shell vengono individuati i seguenti valori di verifica: •
massimi e minimi per le tensioni membranali sx e sy,
•
massimi e minimi per le tensioni membranali txy,
•
massimi e minimi per le azioni flessionali Mx, My e Mxy,
•
massimi e minimi per le azioni taglianti Tzx e Tzy.
La verifica degli elementi shell di tipo piastra è condotta valutando i valori massimi e minimi delle azioni inviluppate di flessione Mx, My e Mxy. Gli elementi bidimensionali a comportamento membranale vengono progettati combinando le sollecitazioni inviluppate in un calcolo sezionale indipendente.
3.6. PROGETTO E VERIFICA IN CONDIZIONE SISMICA Le verifiche effettuate in condizione statica vengono integrate con i risultati della combinazione sismica (anche SLU sisma) e secondo le specifiche delle Norme Tecniche per le
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Costruzioni. I risultati dell’azione sismica E danno luogo a sollecitazioni inviluppate e prive di segno in accordo con la combinazione quadratica completa (CQC, § C7.3.3 della Circolare Ministeriale 617 del 2009) necessarie per considerare le correlazioni tra i massimi contributi modali. La combinazione dei risultati nelle diverse direzioni, attraverso gli opportuni coefficienti di interazione, da luogo alla combinazione sismica più gravosa (E1, E2, E3). Per la verifica di travi e pilastri, e in generale degli elementi ‘asta’, la componente E della combinazione sismica individuata viene considerata positiva e negativa; la combinazione sismica da luogo quindi alle sollecitazioni di progetto le quali vengono considerate in condizione di pressoflessione deviata (NE+, NE-, ME1+, ME1-, ME2+, ME2-)e vengono ulteriormente combinate tra di loro in modo da garantire la copertura delle condizioni più gravose, dando luogo alle seguenti 8 combinazioni: •
NE+, MEz+, MEy+
•
NE+, MEz+, MEy-
•
NE+, MEz-, MEy+
•
NE+, MEz-, MEy-
•
NE-, MEz+, MEy+
•
NE-, MEz+, MEy-
•
NE-, MEz-, MEy+
•
NE-, MEz-, MEy-
Per la verifica delle sezioni a taglio vengono individuati i valori massimi in modulo per ciascuna direzione principale scegliendo tra i valori inviluppati di progetto (TEz+, TEz-, TEy+, TEy-). Per gli elementi shell vengono individuati i seguenti valori di verifica: •
massimi e minimi per le tensioni membranali sx e sy,
•
massimi e minimi per le tensioni membranali txy,
•
massimi e minimi per le azioni flessionali Mx, My e Mxy,
•
massimi e minimi per le azioni taglianti Tzx e Tzy.
La verifica degli elementi shell di tipo piastra è condotta valutando i valori massimi e minimi delle azioni inviluppate di flessione Mx, My e Mxy. Gli elementi bidimensionali a comportamento membranale vengono progettati combinando le sollecitazioni inviluppate in
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un calcolo sezionale indipendente.
Combinazioni SLU statica Sono presenti 14 diverse combinazioni. Saranno riportate solo le prime 10. 1,3*Permanenti+0,8*Permanenti non strutturali|SPINTA ORIZZONTALE+0,8*Permanenti non strutturali|CARICO ASSIALE 1,3*Permanenti+0,8*Permanenti non strutturali|SPINTA ORIZZONTALE+1,5*Permanenti non strutturali|CARICO ASSIALE 1,3*Permanenti+1,5*Permanenti non strutturali|SPINTA ORIZZONTALE+0,8*Permanenti non strutturali|CARICO ASSIALE 1,3*Permanenti+1,5*Permanenti non strutturali|SPINTA ORIZZONTALE+1,5*Permanenti non strutturali|CARICO ASSIALE 1*Permanenti+1,5*Permanenti non strutturali|SPINTA ORIZZONTALE+1,5*Permanenti non strutturali|CARICO ASSIALE 1*Permanenti+0,8*Permanenti non strutturali|SPINTA ORIZZONTALE+1,5*Permanenti non strutturali|CARICO ASSIALE 1*Permanenti+1,5*Permanenti non strutturali|SPINTA ORIZZONTALE+0,8*Permanenti non strutturali|CARICO ASSIALE 1*Permanenti+0,8*Permanenti non strutturali|SPINTA ORIZZONTALE+0,8*Permanenti non strutturali|CARICO ASSIALE 1,3*Permanenti+1,5*Permanenti non strutturali|SPINTA ORIZZONTALE 1*Permanenti+0,8*Permanenti non strutturali|SPINTA ORIZZONTALE 1,3*Permanenti+1,5*Permanenti non strutturali|CARICO ASSIALE ...
Combinazioni SLE caratteristica 1*Permanenti+1*Permanenti non strutturali|SPINTA ORIZZONTALE+1*Permanenti non strutturali|CARICO ASSIALE 1*Permanenti+1*Permanenti non strutturali|SPINTA ORIZZONTALE 1*Permanenti+1*Permanenti non strutturali|CARICO ASSIALE 1*Permanenti+1*Permanenti non strutturali
Combinazioni SLE frequente 1*Permanenti+1*Permanenti non strutturali|SPINTA ORIZZONTALE+1*Permanenti non strutturali|CARICO ASSIALE 1*Permanenti+1*Permanenti non strutturali|SPINTA ORIZZONTALE 1*Permanenti+1*Permanenti non strutturali|CARICO ASSIALE 1*Permanenti+1*Permanenti non strutturali
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Combinazioni SLE quasi permanente 1*Permanenti+1*Permanenti non strutturali|SPINTA ORIZZONTALE+1*Permanenti non strutturali|CARICO ASSIALE 1*Permanenti+1*Permanenti non strutturali|SPINTA ORIZZONTALE 1*Permanenti+1*Permanenti non strutturali|CARICO ASSIALE 1*Permanenti
3.7. ANALISI DEI CARICHI Analisi dei carichi
Data la natura della struttura in esame, non si ritiene necessario applicare i carichi esterni (dovuti a neve, vento o temperatura).
3.8. RISULTATI DI CALCOLO Nel calcolo, si è proceduto ad eseguire un’analisi statica, la quale è risultata più gravosa rispetto ad un’analisi sismica.
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COORDINATE NODALI Nodo
x
y
z
m
m
m
1
0,00
0,00
0,00
2
0,00
0,00
1,20
3
2,00
0,00
0,00
4
2,00
0,00
1,20
5
0,00
0,00
0,40
6
0,00
0,00
0,80
7
2,00
0,00
0,40
8
2,00
0,00
0,80
INCIDENZA E PROPRIETÀ DELLE ASTE Elemento strutturale
Asta
Descrizione
Nodo iniziale
Nodo finale
Lunghezza
Rotazione
m
°
Sezione
Materiale
Kw y
Kw z
N/cm³
N/cm³
1
Asta
2
4
2,00
0,0
C 0,3.TTSez
S 275
0,00
0,00
2
Pilastro
Montante 2|0|10
1
5
0,40
0,0
IPE 100
S 275
0,00
0,00
3
Pilastro
Montante 2|0|10
5
6
0,40
0,0
IPE 100
S 275
0,00
0,00
4
Pilastro
Montante 2|0|10
6
2
0,40
0,0
IPE 100
S 275
0,00
0,00
5
Pilastro
Montante 1|1|2
3
7
0,40
0,0
IPE 100
S 275
0,00
0,00
6
Pilastro
Montante 1|1|2
7
8
0,40
0,0
IPE 100
S 275
0,00
0,00
7
Pilastro
Montante 1|1|2
8
4
0,40
0,0
IPE 100
S 275
0,00
0,00
8
Asta
6
8
2,00
0,0
C 0,3.TTSez
S 275
0,00
0,00
9
Asta
5
7
2,00
0,0
C 0,3.TTSez
S 275
0,00
0,00
VINCOLI ESTERNI (RIFERIMENTO GLOBALE) Nodo
x
y
z
rx
ry
rz
Tipo di vincolo
1
√
√
√
√
√
√
incastro
3
√
√
√
√
√
√
incastro
SVINCOLI INTERNI ASTE (RIFERIMENTO LOCALE) Asta
Nodo
N
Ty
Tz
Mx
My
% My
Mz
% Mz
1
2
√
0
√
0
1
4
√
0
√
0
8
6
√
0
√
0
8
8
√
0
√
0
9
5
√
0
√
0
9
7
√
0
√
0
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Psi 0j
Psi 1j
Psi 2j
Permanenti
1,000
1,000
1,000
Permanenti non strutturali
1,000
1,000
1,000
Categoria A - Residenziale
0,700
0,500
0,300
Categoria B - Uffici
0,700
0,500
0,300
Categoria C - Ambienti affollati
0,700
0,700
0,600
Categoria D - Aree commerciali
0,700
0,700
0,600
Categoria E - Aree di accumulo o aree industriali
1,000
0,900
0,800
Categoria F - Veicoli con peso <= 30kN
0,700
0,700
0,600
Categoria G - Veicoli con peso > 30kN
0,700
0,500
0,300
Categoria H - Coperture non praticabili
0,000
0,000
0,000
Categoria I - Coperture praticabili
0,000
0,000
0,000
Categoria K - Coperture per usi speciali
0,000
0,000
0,000
Vento
0,600
0,200
0,000
Neve (a quota <= 1000 m s.l.m.)
0,500
0,200
0,000
Neve (a quota > 1000 m s.l.m.)
0,700
0,500
0,200
Variazioni termiche
0,600
0,500
0,000
CARICHI DISTRIBUITI SULLE ASTE. PESO PROPRIO IN DIREZIONE -Z Asta
Peso proprio
Descrizione
N [2 - 4]
4,31
[1 - 5]
31,80
[5 - 6]
31,80
[6 - 2]
31,80
[3 - 7]
31,80
[7 - 8]
31,80
[8 - 4]
31,80
[6 - 8]
4,31
[5 - 7]
4,31
Ascissa
Lunghezza
p1
p2
m
m
N/m
N/m
Tipo
Direzione
Gruppo
Massa sismica
CARICHI SUI NODI Nodo
Descrizione
Valore
Tipo
Direzione
Gruppo
Massa sismica
N 2
spinta orizzontale
4.000,00
Accidentale
y
Permanenti non strutturali
No
4
carico assiale
4.000,00
Accidentale
y
Permanenti non strutturali
No
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Figura 1: azione assiale agente
Figura 2: azione di taglio agente
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Figura 3: azione di momento sollecitante
Figura 4: deformata
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Figura 5: spostamenti nodali
REAZIONI VINCOLARI (RIFERIMENTO GLOBALE) COMBINAZIONE: SLU (STATICA) INVILUPPO No Rx max Rx min Ry max Ry min do N N N N
Rz max
Rz min
Mx max
Mx min
N
N
Nm
Nm
My max Nm
My min
Mz max
Mz min
Nm
Nm
Nm
1
0,00
0,00
6.000,00
3.200,00
132,43
101,87
-3.840,00 -7.200,00
0,00
0,00
0,00
0,00
3
0,00
0,00
6.000,00
3.200,00
132,43
101,87
-3.840,00 -7.200,00
0,00
0,00
0,00
0,00
SPOSTAMENTI NODALI (RIFERIMENTO GLOBALE) COMBINAZIONE: SLU (STATICA) INVILUPPO Dx Dx Nodo Dy max Dy min Dz max max min cm cm cm cm cm
Dz min
Rx max
Rx min
Ry max
Ry min
Rz max
Rz min
cm
rad 0,00000 0E00 1,20270 7E-02 0,00000 0E00 1,20270 7E-02 6,68170 4E-03 1,06907 3E-02 6,68170 4E-03 1,06907 3E-02
rad 0,000000 E00 6,414436 E-03 0,000000 E00 6,414436 E-03 3,563576 E-03 5,701721 E-03 3,563576 E-03 5,701721 E-03
rad 0,0000 00E00 0,0000 00E00 0,0000 00E00 0,0000 00E00 0,0000 00E00 0,0000 00E00 0,0000 00E00 0,0000 00E00
rad 0,0000 00E00 0,0000 00E00 0,0000 00E00 0,0000 00E00 0,0000 00E00 0,0000 00E00 0,0000 00E00 0,0000 00E00
rad 0,000000 E00 0,000000 E00 0,000000 E00 0,000000 E00 0,000000 E00 0,000000 E00 0,000000 E00 0,000000 E00
rad 0,000000E0 0 0,000000E0 0 0,000000E0 0 0,000000E0 0 0,000000E0 0 0,000000E0 0 0,000000E0 0 0,000000E0 0
1
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
2
0,00
0,00
-0,51
-0,96
0,00
0,00
3
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
4
0,00
0,00
-0,51
-0,96
0,00
0,00
5
0,00
0,00
-0,08
-0,14
0,00
0,00
6
0,00
0,00
-0,27
-0,50
0,00
0,00
7
0,00
0,00
-0,08
-0,14
0,00
0,00
8
0,00
0,00
-0,27
-0,50
0,00
0,00
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REAZIONI AGLI ESTREMI DELLE ASTE (RIFERIMENTO LOCALE) COMBINAZIONE: Rx Asta max N [2 - 4] 0,00 nodo 2 [2 - 4] 0,00 nodo 4 [1 - 5] nodo 1 101,87 [1 - 5] -70,07 nodo 5 [5 - 6] -67,91 nodo 5 [5 - 6] -36,11 nodo 6 [6 - 2] -33,96 nodo 6 [6 - 2] -2,15 nodo 2 [3 - 7] nodo 3 101,87 [3 - 7] -70,07 nodo 7 [7 - 8] -67,91 nodo 7 [7 - 8] -36,11 nodo 8 [8 - 4] -33,96 nodo 8 [8 - 4] -2,15 nodo 4 [6 - 8] 0,00 nodo 6 [6 - 8] 0,00 nodo 8 [5 - 7] 0,00 nodo 5 [5 - 7] 0,00 nodo 7
SLU (STATICA) INVILUPPO Mx max Nm
Mx min Nm
Rx min
Ry max
Ry min
Rz max
Rz min
My max
My min
Mz max
Mz min
N
N
N
N
N
Nm
Nm
Nm
Nm
0,00
-2,15
-2,80
0,00
0,00
0,04
-0,04
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
2,80
2,15
0,00
0,00
0,04
-0,04
0,00
0,00
0,00
0,00
132,43 3.200,00 -91,09 3.200,00 -88,29 3.200,00 -46,94 3.200,00 -44,14 3.200,00 -2,80 3.200,00 132,43 3.200,00 -91,09 3.200,00 -88,29 3.200,00 -46,94 3.200,00 -44,14 3.200,00 -2,80 3.200,00
6.000,00 6.000,00 6.000,00 6.000,00 6.000,00 6.000,00 6.000,00 6.000,00 6.000,00 6.000,00 6.000,00 6.000,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-3.840,00
-7.200,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-2.560,00
-4.800,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-2.560,00
-4.800,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-1.280,00
-2.400,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-1.280,00
-2.400,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,04
-0,04
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-3.840,00
-7.200,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-2.560,00
-4.800,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-2.560,00
-4.800,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-1.280,00
-2.400,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-1.280,00
-2.400,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,04
-0,04
0,00
-2,15
-2,80
0,00
0,00
0,04
-0,04
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
2,80
2,15
0,00
0,00
0,04
-0,04
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-2,15
-2,80
0,00
0,00
0,02
-0,02
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
2,80
2,15
0,00
0,00
0,02
-0,02
0,00
0,00
0,00
0,00
RIASSUNTO MASSIMI E MINIMI ASTE: FORZE COMBINAZIONE: SLU (STATICA) INVILUPPO Asta
N max
x
N min
x
Ty max
x
Ty min
x
Tz max
x
Tz min
x
N
m
N
m
N
m
N
m
N
m
N
m
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
1
0,00
0,00
0,00
0,00
2,80
2,00
2
0,00
0,40
-132,43
0,00
0,00
0,00
3
0,00
0,40
-88,29
0,00
0,00
0,00
4
0,00
0,40
-44,14
0,00
0,00
0,00
5
0,00
0,40
-132,43
0,00
0,00
0,00
6
0,00
0,40
-88,29
0,00
0,00
0,00
7
0,00
0,40
-44,14
0,00
0,00
0,00
-2,80 6.000,00 6.000,00 6.000,00 6.000,00 6.000,00 6.000,00
34
MARCO CARRARA INGEGNERE | ARCHITETTO Albo degli Ingegneri di Bergamo n° A4245 Albo degli Architetti di Bergamo n° 3244
Via T. Tasso, 89 - 24121 BERGAMO info@studio-carrara.eu | www.studio-carrara.eu | +39 035 0383259 | +39 346 9695521 8
0,00
0,00
0,00
0,00
2,80
2,00
-2,80
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
9
0,00
0,00
0,00
0,00
2,80
2,00
-2,80
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
Mz min
x
Nm
m
RIASSUNTO MASSIMI E MINIMI ASTE: MOMENTI COMBINAZIONE: SLU (STATICA) INVILUPPO Mx My Asta Mx max x x min max Nm m Nm m Nm
x
My min
x
Mz max
x
m
Nm
m
Nm
m
1
0,04
0,00
-0,04
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
1,40
1,00
0,00
0,00
2
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,40
-7.200,00
0,00
3
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,40
-4.800,00
0,00
4
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,04
0,40
-2.400,00
0,00
5
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,40
-7.200,00
0,00
6
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,40
-4.800,00
0,00
7
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,04
0,40
-2.400,00
0,00
8
0,04
0,00
-0,04
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
1,40
1,00
0,00
0,00
9
0,02
0,00
-0,02
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
1,40
1,00
0,00
0,00
RIASSUNTO MASSIMI E MINIMI ASTE: DEFORMATE COMBINAZIONE: SLU (STATICA) INVILUPPO Asta
Dy max
x
Dy min
x
Dz max
x
Dz min
x
cm
m
cm
m
cm
m
cm
m
1
0,00
0,00
-4,44
1,00
0,00
0,00
0,00
0,00
2
0,03
0,20
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
3
0,02
0,20
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
4
0,01
0,17
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
5
0,03
0,20
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
6
0,02
0,20
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
7
0,01
0,17
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
8
0,00
0,00
-4,44
1,00
0,00
0,00
0,00
0,00
9
0,00
0,00
-4,44
1,00
0,00
0,00
0,00
0,00
35
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Figura 6: sfruttamento resistenza nel profilo
VERIFICA DI RESISTENZA ACCIAIO COMBINAZIONE: SLU
Criterio
Asta 1
Asta 8
Verifica non richiesta pressoflessione retta y-y e taglio pressoflessione retta y-y e taglio pressoflessione retta y-y e taglio pressoflessione retta y-y e taglio pressoflessione retta y-y e taglio pressoflessione retta y-y e taglio Verifica non richiesta
Asta 9
Verifica non richiesta
Asta 2 Asta 3 Asta 4 Asta 5 Asta 6 Asta 7
Verifica a Verifica a Verifica a Verifica a Verifica a Verifica a
Sfrutta mento
Asciss a m
N
M3
T2
M2
T3
Verifica
N
Nm
N
Nm
N
--
--
--
--
--
--
--
--
0,70
0,000
-132,43
-7.200,00
6.000,00
--
--
OK
0,47
0,000
-88,29
-4.800,00
6.000,00
--
--
OK
0,23
0,000
-44,14
-2.400,00
6.000,00
--
--
OK
0,70
0,000
-132,43
-7.200,00
6.000,00
--
--
OK
0,47
0,000
-88,29
-4.800,00
6.000,00
--
--
OK
0,23
0,000
-44,14
-2.400,00
6.000,00
--
--
OK
--
--
--
--
--
--
--
--
--
--
--
--
--
--
--
--
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Figura 7: sfruttamento stabilità del profilo
VERIFICA DI STABILITÀ ACCIAIO COMBI NAZIO NE: SLU
Criterio
Sfrutta mento
Ascissa m
Asta 1 Asta 2
Asta 3
Asta 4
Asta 5
Asta 6
Asta 7 Asta 8 Asta 9
Verifica non richiesta Verifica stabilità a flessotorsione Verifica stabilità a flessotorsione Verifica stabilità a flessotorsione Verifica stabilità a flessotorsione Verifica stabilità a flessotorsione Verifica stabilità a flessotorsione Verifica non richiesta Verifica non richiesta
N
M3 N
M2
Nm
Nm
Ncr
La mb da y
La mb da z
Chi y
C h i z
N
Mcr
Chi LT
Kc
kyy
k y z
k z y
kz Verifica z
Nm
--
--
--
--
--
--
--
--
--
0,70
0,000
0,000
7.200,0 0
--
--
--
--
0,47
0,000
0,000
4.800,0 0
--
--
--
0,23
0,000
0,000
2.400,0 0
--
--
0,70
0,000
0,000
7.200,0 0
--
0,47
0,000
0,000
4.800,0 0
0,23
0,000
0,000
--
--
--
--
--
--
--
--
--
--
--
--
--
- 52.904, 77
0,90
1,00
--
--
--
--
OK
--
--
- 52.904, 77
0,86
1,00
--
--
--
--
OK
--
--
--
- 52.904, 77
0,75
1,00
--
--
--
--
OK
--
--
--
--
- 52.904, 77
0,90
1,00
--
--
--
--
OK
--
--
--
--
--
- 52.904, 77
0,86
1,00
--
--
--
--
OK
2.400,0 0
--
--
--
--
--
- 52.904, 77
0,75
1,00
--
--
--
--
OK
--
--
--
--
--
--
--
--
--
--
--
--
--
--
--
--
--
--
--
--
--
--
--
--
--
--
--
--
--
37
--
MARCO CARRARA INGEGNERE | ARCHITETTO Albo degli Ingegneri di Bergamo n° A4245 Albo degli Architetti di Bergamo n° 3244
Via T. Tasso, 89 - 24121 BERGAMO info@studio-carrara.eu | www.studio-carrara.eu | +39 035 0383259 | +39 346 9695521
Figura 8: sfruttamento deformabilità del profilo
VERIFICA DI DEFORMABILITÀ ACCIAIO COMBINAZIONE: SLE CARATTERISTICA Asta 1
Criterio
Asta 8
Verifica non richiesta Macroelemento nodo 3 nodo 2 Macroelemento nodo 3 nodo 2 Macroelemento nodo 3 nodo 2 Macroelemento nodo 3 nodo 2 Macroelemento nodo 3 nodo 2 Macroelemento nodo 3 nodo 2 Verifica non richiesta
Asta 9
Verifica non richiesta
Asta 2 Asta 3 Asta 4 Asta 5 Asta 6 Asta 7
Sfruttamento
Lunghezza [m]
Spostamento [cm]
--
--
--
--
--
0,10
2,332
0,10
0,93
OK
0,36
2,332
0,33
0,93
OK
0,69
2,332
0,64
0,93
OK
0,10
2,332
0,10
0,93
OK
0,36
2,332
0,33
0,93
OK
0,69
2,332
0,64
0,93
OK
--
--
--
--
--
--
--
--
--
--
38
Spostamento limite [cm]
Verifica
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3.9. VERIFICA CARICO ORIZZONTALE SU PALO INFISSO NEL TERRENO Di seguito si è proceduto alla verifica del nodo d’incastro alla base del montante caratterizzato dall’infissione dello stesso nel terreno per una quota pari a 50 cm. A tal fine si è utilizzata la teoria di Broms. Peso specifico terreno γ Lunghezza palo L Diametro Φ Momento plasticizzazione palo My Terreno laterale Coesione non drenata cu Rapporto L/Φ nh Caso costante ks
Palo corto Mmax = Rterreno, palo corto = Rterreno, palo intermedio = Rterreno, palo lungo = Cerniera plastiche (palo lungo) zc Coefficiente sicurezza R3 Portata laterale
14,00 400 110 3,00
kN/m3 mm mm kNm
0,040 MPa 3,64 300,00 kN/m3 0,030 kg/cm3 0,024 N/mm3 2,436 kg/cm3 2,63 9,31 10,22 16,22 0,37 1,30 7,16
kNm kN kN kN m kN
39
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Rigidezza orizzontale n° strati 20 delta z 0,02 m zsup Strato 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
m 0,00 0,02 0,04 0,06 0,08 0,10 0,12 0,14 0,16 0,18 0,20 0,22 0,24 0,26 0,28 0,30 0,32 0,34 0,36 0,38 0,40
Rigidezza verticale
ks,z = nh * z / Φ kN/m3 0,00 54,55 109,09 163,64 218,18 272,73 327,27 381,82 436,36 490,91 545,45 600,00 654,55 709,09 763,64 818,18 872,73 927,27 981,82 1036,36 1090,91
N/mm3 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 0,001 0,001 0,001 0,001 0,001 0,001 0,001 0,001 0,001 0,001 0,001
Kmolla equiv. kg/cm3 0,000 0,005 0,011 0,016 0,022 0,027 0,033 0,038 0,044 0,049 0,055 0,060 0,065 0,071 0,076 0,082 0,087 0,093 0,098 0,104 0,109
kN/m 0,00 0,12 0,24 0,36 0,48 0,60 0,72 0,84 0,96 1,08 1,20 1,32 1,44 1,56 1,68 1,80 1,92 2,04 2,16 2,28 2,40
40
ν E G ζ kv,lat kv,punta
0,10 20,00 9,09 2,80 8174 2222
MPa MPa kN/m kN/m
MARCO CARRARA INGEGNERE | ARCHITETTO Albo degli Ingegneri di Bergamo n° A4245 Albo degli Architetti di Bergamo n° 3244
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Bergamo, 12-11-2020 MARCO CARRARA INGEGNERE | ARCHITETTO
41
COMPUTO METRICO ESTIMATIVO ed ANALISI DEI PREZZI 00
19-11-2020
Prima emissione
DE 08
LAVORI DI RIQUALIFICAZIONE VIA DEL LAVANDERIO PTLP 2020-53
COMPUTO METRICO ESTIMATIVO ANALISI NUOVI PREZZI
Codice
DESCRIZIONE SINTETICA
SISTEMAZIONE SENTIERO PARTE 2
SISTEMAZIONE SENTIERO PARTE 3
SISTEMAZIONE SENTIERO PARTE 4
SISTEMAZIONE SENTIERO PARTE 5
NOTE
ipotizzato 10 metri di larghezza per disboscamento verso valle di tutto il sentiero
U.M. N°
Lungh. (m)
Largh. (m)
100 m²
1,00
270,00
10,00
- da 10 ÷ 20 m
cad
3,00
Creazione e/o sistemazione cunetta laterale per raccolta e drenaggio acque (sentiero parte 1, 2, 3)
m²
1,00
m²
1
1U.06.530.0100
Decespugliamento o taglio delle scarpate stradali o bordi stradali, delle sponde, delle rogge, dei fossati con inclinazione inferiore a 45°, di erbe infestanti e infestanti arboree e vegetazione spontanea, compresa la pulizia, la raccolta e il trasporto alle discariche dei materiali di risulta, esclusi oneri di smaltimento.
2
1U.06.590.0010
Eliminazione di piante poste su tappeto erboso in luoghi privi di impedimenti. Compresi: i tagli, il carico e trasporto della legna che passa in proprietà all'impresa. Per altezza delle piante:
1U.06.590.0010.c
SISTEMAZIONE SENTIERO PARTE 1
Descrizione lavorazione Prezziario Regionale Opere Pubbliche 2020 Camera di Commercio di Bergamo 2019
1/8
Fattori Altezza (m)
Peso (kg)
Area (mq)
Volume (mc)
Quantità parziali
Quantità da sottrarre
Quantità Totali
Prezzo unitario (€)
Importo totale (€)
2.700,00
27,00
€ 53,26
€ 1.438,02
3,00
3,00
€ 189,10
€ 567,30
40,00
40,00
40,00
€ 91,47
€ 3.658,80
0,60
140,00
140,00
84,00
€ 149,62
€ 12.568,08
m²
1,00
60,00
60,00
60,00
€ 52,47
€ 3.148,20
m²
0,80
60,00
60,00
48,00
€ 149,62
€ 7.181,76
3
NO04
4
W2.3.60.40 c)
5
NP01
6
W2.3.60.40 c)
7
NP01
Pulizia semplice della vegetazione erbacea e arbustiva e spietramento del piano di calpestio (pietre di piccole e medie dimensioni), accatastamento del materiale di risulta negli avvallamenti presenti e/o secondo quanto disposto dalla DL
m²
1,00
70,00
70,00
70,00
€ 52,47
€ 3.672,90
8
W2.3.60.40 c)
Pavimento a selciato in pietra di berbenno inclusa sabbia di sottofondo ed intasatura, copresa assistenza muraria: posata a coltello, con blocchetti tranciati, pezzatura 8/10
m²
1,00
70,00
70,00
70,00
€ 149,62
€ 10.473,40
9
NP01
Pulizia semplice della vegetazione erbacea e arbustiva e spietramento del piano di calpestio (pietre di piccole e medie dimensioni), accatastamento del materiale di risulta negli avvallamenti presenti e/o secondo quanto disposto dalla DL
m²
1,00
155,00
155,00
155,00
€ 52,47
€ 8.132,85
10
W2.3.60.40 c)
Pavimento a selciato in pietra di berbenno inclusa sabbia di sottofondo ed intasatura, copresa assistenza muraria: posata a coltello, con blocchetti tranciati, pezzatura 8/10
m²
1,00
155,00
155,00
155,00
€ 149,62
€ 23.191,10
11
NP01
Pulizia semplice della vegetazione erbacea e arbustiva e spietramento del piano di calpestio (pietre di piccole e medie dimensioni), accatastamento del materiale di risulta negli avvallamenti presenti e/o secondo quanto disposto dalla DL
m²
1,00
160,00
160,00
160,00
€ 52,47
€ 8.395,20
12
W2.3.60.40 c)
Pavimento a selciato in pietra di berbenno inclusa sabbia di sottofondo ed intasatura, copresa assistenza muraria: posata a coltello, con blocchetti tranciati, pezzatura 8/10
m²
1,00
160,00
160,00
160,00
€ 149,62
€ 23.939,20
per Pavimento a selciato in pietra di berbenno inclusa sabbia di sottofondo ed intasatura, 60% esistente copresa assistenza muraria: posata a coltello, con blocchetti tranciati, pezzatura 8/10
ripristino
Pulizia semplice della vegetazione erbacea e arbustiva e spietramento del piano di calpestio (pietre di piccole e medie dimensioni), accatastamento del materiale di risulta negli avvallamenti presenti e/o secondo quanto disposto dalla DL per Pavimento a selciato in pietra di berbenno inclusa sabbia di sottofondo ed intasatura, 80% esistente copresa assistenza muraria: posata a coltello, con blocchetti tranciati, pezzatura 8/10
ripristino
Progettista
MARCO CARRARA Committente
INGEGNERE | ARCHITETTO
REV00
COMUNE di BERGAMO
LAVORI DI RIQUALIFICAZIONE VIA DEL LAVANDERIO PTLP 2020-53
COMPUTO METRICO ESTIMATIVO ANALISI NUOVI PREZZI
DESCRIZIONE SINTETICA
Codice
13
1F.01.010.0030
NOTE Descrizione lavorazione Prezziario Regionale Opere Pubbliche 2020 Camera di Commercio di Bergamo 2019 Muratura realizzata con pietrame a secco in elevazione di volume non inferiore a 0,4 mc con ricostruzione muri crollati come da sezione su materiale proveniente da cave, lavorato e posto in opera
2/8
U.M. N°
Lungh. (m)
Largh. (m)
Fattori Altezza (m)
m³ m³
1,00 1,00
90,00 30,00
0,60 0,60
1,00 1,00
54,00 18,00
m³ m³
0,70 0,70
90,00 30,00
0,60 0,60
1,50 1,50
aggregati riciclati per la realizzazione di recuperi ambientali, riempimenti e colmate
m³
1,00
120,00
0,50
1,50
Peso (kg)
Area (mq)
Volume (mc)
Quantità parziali
Quantità da sottrarre
Quantità Totali
Prezzo unitario (€)
Importo totale (€)
54,00 18,00
€ 352,27 € 352,27
€ 19.022,58 € 6.340,86
81,00 27,00
56,70 18,90
€ 352,27 € 352,27
€ 19.973,71 € 6.657,90
90,00
90,00
€ 34,98
€ 3.148,20
50,00
50,00
€ 81,14
€ 4.057,00
tavola grafica
h 80+20 cm h 100 cm 14
1F.01.010.0030
Muratura realizzata con pietrame a secco in elevazione di volume non inferiore a 0,4 mc con SISTEMAZIONE MURI ESISTENTI CON materiale proveniente da cave, lavorato e posto in opera RIFACIMENTO TRATTI NON POSATI CORRETTAMENTE (ipotizzato da ripristinare il 70% dei muretti esistenti) H media muro 1,5 mt
SISTEMAZIONE MURETTI A SECCO E DRENAGGIO RETROSTANTE h 80+20 cm h 100 cm 15
A2.3.15.45.a)
ipotesi h 1,5 mt e largh. 50 cm retro muretti a secco
16
Z.3.15.45
Realizzazione di una grata in legname idoneo (diametro: 20 cm, lunghezza: 3 m) previo scavo di una trincea sul terreno stabile; la struttura in elementi verticali ed orizzontali e' a maglia quadrata (1 m) ed e' fissata tramite picchetti di legno (diametro: 8-10 cm, lunghezza: 1 m) infissi nel suolo comprese messa a dimora di talee e carta catramata sulla sommita' della grata.
m²
1,00
17
NP02
Fornitura e posa in opera di corrimano costituito da montanti in acciaio S275J finitura CORTEN infissi nel suolo con idoneo basamento incamiciato in cls. Compresa installazione di cavetti e relativi tenditori, il tutto come da dettagli grafici allegati alle tavole di progetto
m
1,00
185,00
185,00
185,00
€ 174,52
€ 32.286,20
18
NP03
Fornitura e posa in opera di manufatti come da disegni di dettaglio allegati allo scopo di alloggiare i futuri corpi illuminanti (non oggetto di questo appalto)
m
1,00
250,00
250,00
250,00
€ 176,42
€ 44.105,00
19
NP05
Fornitura, posa in opera, collegamento tra di loro in serie e collegamento all'illuminazione 1 faretto ogni 2 mt (270 pubblica comprensivo di qualsiasi accessorio serva per dare l'opera funzionante a regola /2) d'arte
cad
135,00
135,00
135,00
€ 354,65
€ 47.877,75
20
W2.3.30.15.a)
eseguito a mano, con materiale lasciato a tergo dello scavo
mc
1,00
185,00
0,30
0,40
22,20
22,20
€ 208,21
€ 4.622,26
Reinterro di scavi, eseguito con mezzi meccanici, con materiale idoneo proveniente dagli stessi scavi: depositato presso il ciglio dello scavo
mc
1,00
185,00
0,30
0,40
22,20
22,20
€ 4,27
€ 94,79
GRATA VIVA
CREAZIONE PARAPETTO E ILLUMINAZIONE (PREDISPOSIZI ONE)
Fornitura e posa in opera di materiale per rinterri o riempimenti di scavi o depressioni:
21
W2.3.30.35.a)
per Scavo a sezione ristretta in tereno asciutto di qualsiasi natura, escluse la roccia, i trovanti scavo rocciosi, i residui di muratura di volume superiore a 0,2 mc e altre interferenze da corrugato sottoservizi, esclusa l'eventuale armatura delle pareti di scavo
50,00
posa
Progettista
MARCO CARRARA Committente
INGEGNERE | ARCHITETTO
REV00
COMUNE di BERGAMO
LAVORI DI RIQUALIFICAZIONE VIA DEL LAVANDERIO PTLP 2020-53
COMPUTO METRICO ESTIMATIVO ANALISI NUOVI PREZZI
DESCRIZIONE SINTETICA
Codice
22
W2.3.75.35.d)
Descrizione lavorazione Prezziario Regionale Opere Pubbliche 2020 Camera di Commercio di Bergamo 2019 Fornitura e posa in opera di tubi in PVC serie UNI-EN 1401 SN4 per fognature, posate su letto di sabbia, lunghezza dei tubi 6,00 m, esclusi scavo, rinfianchi, rivestimento, rinterro e pezzi speciali da valutarsi a parte:
NOTE
U.M. N°
Lungh. (m)
m
1,00
60,00
eseguito a mano, con materiale lasciato a tergo dello scavo
mc
1,00
50,00
0,50
Reinterro di scavi, eseguito con mezzi meccanici, con materiale idoneo proveniente dagli stessi scavi: depositato presso il ciglio dello scavo
mc
1,00
50,00
0,50
Fornitura e posa in opera di canalette in cemento prefabbricato per raccolta acque pluviali con griglia: canaletta normale da cm 29x23x100 luce, diametro 20 cm con griglia in ferro zincato normale griglia 1 griglia 2 griglia 3 griglia 4 griglia 5 griglia 6
m m m m m m
1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00
m
6,00
diametro esterno 200 mm 23
W2.3.30.15.a)
24
RETE SMALTIMENTO ACQUE
W2.3.30.35.a)
25
25
W2.3.85.25.d)
1U.01.250.0110.a
3/8
Largh. (m)
Fattori Altezza (m)
Peso (kg)
Area (mq)
Volume (mc)
Quantità parziali
Quantità da sottrarre
Quantità Totali
Prezzo unitario (€)
Importo totale (€)
60,00
60,00
€ 28,93
€ 1.735,80
0,50
12,50
12,50
€ 208,21
€ 2.602,63
0,50
12,50
12,50
€ 4,27
€ 53,38
3,00 3,00 2,50 2,50 3,00 3,50
3,00 3,00 2,50 2,50 3,00 3,50
3,00 3,00 2,50 2,50 3,00 3,50
€ 103,50 € 103,50 € 103,50 € 103,50 € 103,50 € 103,50
€ 310,50 € 310,50 € 258,75 € 258,75 € 310,50 € 362,25
2,00
2,00
12,00
€ 362,65
€ 4.351,80
Scavo a sezione ristretta in tereno asciutto di qualsiasi natura, escluse la roccia, i trovanti scavo per posa tubazioni acque rocciosi, i residui di muratura di volume superiore a 0,2 mc e altre interferenze da smaltimento meteroriche sottoservizi, esclusa l'eventuale armatura delle pareti di scavo
allacciamenti Allacciamento dei pozzetti stradali, comprendente tutte le opere necessarie, quali taglio e 6 disfacimento della sovrastruttura stradale, scavo armato e trasoprto alle discariche 12metro ciascuno autorizzate, fornitura e posa tubi e relativi pezzi speciali, rinterro scavi con misto cementato o misto granulare stabilizzato, compreso comunque ogni intervento per dare l'era finita in ogni sua parte. con l'impiego di tubi in PVC De 200 s= 4
di
MA.00.005.0005
Operaio specializzato edile 3° livello
ora
44,00
44,00
44,00
€ 37,08
€ 1.631,52
MA.00.005.0015
Operaio specializzato edile 1° livello
ora
40,00
40,00
40,00
€ 31,23
€ 1.249,20
Arrotondamenti
€ 11,36
TOTALE OPERE € 308.000,00 SICUREZZA DEL CANTIERE Per il dettaglio degli oneri relativi la sicurezza si faccia riferimento al computo contenuto nel PSC (4% stima, da approfondire con progetto esecutivo)
€ 12.000,00
NOTE Per la compilazione del presente computo metrico estimativo, sono state considerate le voci del Prezziario OOPP 2020 di Regione Lombardia e Prezziario camera commercio di Bergamo 2019
Progettista
MARCO CARRARA Committente
INGEGNERE | ARCHITETTO
REV00
COMUNE di BERGAMO
ANALISI PREZZI NP 01 SISTEMAZIONE DEL FONDO E SPIETRAMENTO DEL PIANO DI CALPESTIO (PIETRE DI PICCOLE E MEDIE DIMENSIONI) PREZZO AL MQ Oggetto
1-
Materiali
2-
Noli, trasporti, mezzi d'opera e prestazioni est.
NC.90.050.0050
NC.10.300.0010.b
3MA.00.005.0002 MA.00.005.0005 MA.00.005.0010 MA.00.005.0015
note
Unità di misura
Quantità Prezzo unitario
Importo
Carico esclusivamente manuale di materiali sfusi (terre di scavo, macerie, inerti, ecc), trasporto a discarica autorizzata a qualsiasi distanza e scarico
mc
0,100
€ 28,30
€ 2,83
Nolo di martello demolitore pesante, ad aria compressa o a scoppio, senza operatore
ora
0,500
€ 5,86
€ 2,93
ora ora ora ora
0,000 0,000 1,000 0,000
€ 39,00 € 37,08 € 34,51 € 31,23
€ 0,00 € 0,00 € 34,51 € 0,00
Manodopera (rif.to Prezzario OOPP Reg. Lombardia 2020) Operaio edile 4° livello Operaio specializzato edile 3° livello Operaio qualificato edile 2° livello Operaio comune edile 1° livello
TOTALE PARZIALE Spese generali Totale parziale + spese generali Utile d'Impresa
Oneri per la sicurezza (comprensivi della per_ centuale per spese generali e utili d'impresa)
15% 10%
€ 40,27 € 46,31 TOTALE PREZZO NETTO 4,00%
TOTALE COSTO AL MQ
€ 40,27 € 6,04 € 46,31 € 4,63 € 50,94 € 2,04
€ 52,98
ANALISI PREZZI NP 02 CORRIMANO COSTITUITO DA MONTANTI IN PROFILI S275J IPE100 E CAVETTI TENDITORI, COMPRESA FONDAZIONE IN CLS PREZZO AL ML Oggetto
note
1MC.12.010.0010.h
Materiali Tubi in PVC …. De 140
MC.01.210.0010.a
Cemento conforme alla norma UNI EN 197-1 e rispondente 0,01 ai CAM …. Tipo normale 32,5 N mc/fondazione
MC.01.010.0030
Sabbia viva di cava
MC.01.010.0021
Quantità Prezzo unitario
Importo
m
0,60
€ 3,78
€ 2,27
100 kg
3
€ 12,96
€ 0,39
mc
0,4
€ 22,83
€ 0,09
Ghiaietto 4/8 - 8-16 mm
mc
0,8
€ 23,83
€ 0,19
indagine mercato
Acqua per impasto
mc
0,2
€ 25,00
€ 0,05
MC.22.010.0020.a
Profilati HE laminati a caldo S275J - UNI EN 10025
kg
13,77
€ 1,14
€ 15,70
indagine mercato
extra costo per finitura COR-TEN
%
50
indagine mercato
Cavetto d'acciaio (fi 6 mm)
3 a montante e L=2 mt
m
6
€ 0,70
€ 4,20
indagine mercato
tenditori
3 ogni 4 montanti
cad
1,5
€ 45,00
€ 67,50
2-
tubo camicia per fondazione
Unità di misura
0,01
IPE 100 = 8,1 kg/m L=1,7 m
€ 7,85
Noli, trasporti, mezzi d'opera e prestazioni est.
NC.10.250.0070.b
Nolo gruppo elettrogeno silenziato, dato funzionante, compreso consumo di combustibile ed assistenza al funzionamento - potenza da 11 a 30 Kva
ora
1
€ 15,74
€ 15,74
NC.10.250.0020.c
Nolo di betoniera ad azionamento elettrico, compreso operatore, consumo di f.e.m. - capacità 500 l
ora
0,5
€ 31,74
€ 15,87
ora ora ora ora
0,000 0,000 4,000 0,000
€ 39,00 € 37,08 € 34,51 € 31,23
€ 0,00 € 0,00 € 138,04 € 0,00
3MA.00.005.0002 MA.00.005.0005 MA.00.005.0010 MA.00.005.0015
Manodopera (rif.to Prezzario OOPP Reg. Lombardia 2020) Operaio edile 4° livello Operaio specializzato edile 3° livello Operaio qualificato edile 2° livello Operaio comune edile 1° livello
TOTALE PARZIALE Spese generali Totale parziale + spese generali Utile d'Impresa
Oneri per la sicurezza (comprensivi della per_ centuale per spese generali e utili d'impresa)
15% 10%
€ 267,89 € 308,07 TOTALE PREZZO NETTO 4,00%
TOTALE COSTO PARAPETTO L=2 MT TOTALE COSTO ML
€ 267,89 € 40,18 € 308,07 € 30,81 € 338,88 € 13,56
€ 352,43 € 176,22
ANALISI PREZZI NP 03 SISTEMA D'ILLUMINAZIONE OGNI MONTANTE E RELATIVO CAVIDOTTO IN CORRUGATO PREZZO AL ML Oggetto
note
1MC.01.210.0010.a
Materiali Cemento conforme alla norma UNI EN 197-1 e rispondente 0,01 ai CAM …. Tipo normale 32,5 N mc/fondazione
MC.01.010.0030
Sabbia viva di cava
MC.01.010.0021
Unità di misura
Quantità Prezzo unitario
Importo
100 kg
3
€ 12,96
€ 2,33
mc
0,4
€ 22,83
€ 0,55
Ghiaietto 4/8 - 8-16 mm
mc
0,8
€ 23,83
€ 1,14
indagine mercato
Acqua per impasto
mc
0,15
€ 25,00
€ 0,23
MC.02.050.0010 indagine mercato
Pannelli multistrato, spessore 27 mm, per casseforme extra costo per inserimento corrugati (entrata e uscita) e scasso per faretto (10x10x10 cm)
mq %
0,8 30
€ 19,98
€ 15,98 € 4,80
indagine mercato
Tubo corrugato per cavidotti in PEAD in rotoli - diametro 40 mm
m
2
€ 10,00
€ 20,00
MC.12.610.0010.a
Pozzetto con fondo in cls dimensioni 30x30x30
1 pozzetto ogni 4 mt
cad
0,5
€ 6,86
€ 3,43
MC.12.610.0030.a
Chiusino completo di telaio in cls dimensioni 30x30 sp 10 cm
1 chiusino ogni 4 mt
cad
0,5
€ 12,08
€ 6,04
2-
0,06
Noli, trasporti, mezzi d'opera e prestazioni est.
NC.10.250.0070.b
Nolo gruppo elettrogeno silenziato, dato funzionante, compreso consumo di combustibile ed assistenza al funzionamento - potenza da 11 a 30 Kva
ora
0,5
€ 15,74
€ 7,87
NC.10.250.0020.c
Nolo di betoniera ad azionamento elettrico, compreso operatore, consumo di f.e.m. - capacità 500 l
ora
0,25
€ 31,74
€ 7,94
ora ora ora ora
0,000 0,000 4,000 2,000
€ 39,00 € 37,08 € 34,51 € 31,23
€ 0,00 € 0,00 € 138,04 € 62,46
3MA.00.005.0002 MA.00.005.0005 MA.00.005.0010 MA.00.005.0015
Manodopera (rif.to Prezzario OOPP Reg. Lombardia 2020) Operaio edile 4° livello Operaio specializzato edile 3° livello Operaio qualificato edile 2° livello Operaio comune edile 1° livello
TOTALE PARZIALE Spese generali Totale parziale + spese generali Utile d'Impresa
Oneri per la sicurezza (comprensivi della per_ centuale per spese generali e utili d'impresa)
15% 10%
€ 270,80 € 311,42 TOTALE PREZZO NETTO
€ 270,80 € 40,62 € 311,42 € 31,14 € 342,57
4,00%
€ 13,70
TOTALE COSTO OGNI 2ML TOTALE COSTO ML
€ 356,27 € 178,13
ANALISI PREZZI NP 04 CUNETTA LATERALE RACCOLTA E DRENAGGIO ACQUE PREZZO AL MQ Oggetto
1indagine mercato
Materiali Pietra naturale proveniente da cava per selciato
indagine di mercato Materiale granulare per sottofondo e giunti
2-
Noli, trasporti, mezzi d'opera e prestazioni est.
3-
Manodopera (rif.to Prezzario OOPP Reg. Lombardia 2020) Operaio edile 4° livello Operaio specializzato edile 3° livello Operaio qualificato edile 2° livello Operaio comune edile 1° livello
MA.00.005.0002 MA.00.005.0005 MA.00.005.0010 MA.00.005.0015
note
Unità di misura
Quantità Prezzo unitario
mc
0,15
€ 120,00
€ 18,00
mc
0,15
€ 30,00
€ 4,50
ora ora ora ora
0,000 0,500 0,000 0,500
€ 39,00 € 37,08 € 34,51 € 31,23
€ 0,00 € 18,54 € 0,00 € 15,62
TOTALE PARZIALE Spese generali Totale parziale + spese generali Utile d'Impresa
Oneri per la sicurezza (comprensivi della per_ centuale per spese generali e utili d'impresa)
Importo
15% 10%
€ 56,66 € 65,15 TOTALE PREZZO NETTO 4,00%
TOTALE COSTO AL MQ
€ 56,66 € 8,50 € 65,15 € 6,52 € 71,67 € 2,87
€ 74,54
ANALISI PREZZI NP 03 FARETTI SEGNAPASSO PREZZO CAD Oggetto
note
Unità di misura
1indagine mercato
Materiali Unità di illuminazione da incasso a parete (uso esterno) (tipo Delta Light HELI X SCREEN LED WW) colore grigio alluminio. Montaggio ad incasso (max 10x10x10 cm) IP65, 3000K, 120lm, classe III, LED 4W
indagine mercato
Cavo per alimentazione faretto e collegamento ad illuminazione pubblica esistente
cad
indagine mercato
Morsetti
cad
indagine mercato
Trasformatore per 5 faretti (da mettere nel pozzetto 1 ogni 5 faretti)
2-
Noli, trasporti, mezzi d'opera e prestazioni est.
3-
Manodopera (rif.to Prezzario OOPP Reg. Lombardia 2020) Operaio impiantista 5° S livello Operaio impiantista 5° livello Operaio impiantista 4° livello Operaio impiantista 3° S livello Operaio impiantista 3° livello Operaio impiantista 2° livello Operaio impiantista 1° livello
MA.00.060.0000 MA.00.060.0005 MA.00.060.0010 MA.00.060.0015 MA.00.060.0020 MA.00.060.0025 MA.00.060.0030
cad
Quantità Prezzo unitario
1
€ 180,00
€ 180,00
€ 15,00
€ 15,00
1
€ 5,00
€ 5,00
cad
0,2
€ 80,00
€ 16,00
ora ora ora ora ora ora ora
0,000 0,000 1,000 0,000 1,000 0,000 0,000
€ 31,34 € 29,26 € 27,35 € 26,74 € 26,22 € 23,68 € 21,48
€ 0,00 € 0,00 € 27,35 € 0,00 € 26,22 € 0,00 € 0,00
1
TOTALE PARZIALE Spese generali Totale parziale + spese generali Utile d'Impresa
Oneri per la sicurezza (comprensivi della per_ centuale per spese generali e utili d'impresa)
Importo
15% 10%
€ 269,57 € 310,01 TOTALE PREZZO NETTO 4,00%
TOTALE COSTO CAD
€ 269,57 € 40,44 € 310,01 € 31,00 € 341,01 € 13,64
€ 354,65
ELENCO PREZZI
00
19-11-2020
Prima emissione
DE 09
ELENCO PREZZI
LAVORI DI RIQUALIFICAZIONE VIA DEL LAVANDERIO PTLP 2020-53
1/2
Codice
Descrizione lavorazione Prezziario Regionale Opere Pubbliche 2020 Camera di Commercio di Bergamo 2019
U.M.
Prezzo unitario (€)
1U.06.530.0100
Decespugliamento o taglio delle scarpate stradali o bordi stradali, delle sponde, delle rogge, dei fossati con inclinazione inferiore a 45°, di erbe infestanti e infestanti arboree e vegetazione spontanea, compresa la pulizia, la raccolta e il trasporto alle discariche dei materiali di risulta, esclusi oneri di smaltimento.
100 m²
€ 53,26
1U.06.590.0010
Eliminazione di piante poste su tappeto erboso in luoghi privi di impedimenti. Compresi: i tagli, il carico e trasporto della legna che passa in proprietà all'impresa. Per altezza delle piante: - da 10 ÷ 20 m
cad
€ 189,10
NO04
Creazione e/o sistemazione cunetta laterale per raccolta e drenaggio acque (sentiero parte 1, 2, 3)
m²
€ 91,47
W2.3.60.40 c)
Pavimento a selciato in pietra di berbenno inclusa sabbia di sottofondo ed intasatura, copresa assistenza muraria: posata a coltello, con blocchetti tranciati, pezzatura 8/10
m²
€ 149,62
NP01
Pulizia semplice della vegetazione erbacea e arbustiva e spietramento del piano di calpestio (pietre di piccole e medie dimensioni), accatastamento del materiale di risulta negli avvallamenti presenti e/o secondo quanto disposto dalla DL
m²
€ 52,47
W2.3.60.40 c)
Pavimento a selciato in pietra di berbenno inclusa sabbia di sottofondo ed intasatura, copresa assistenza muraria: posata a coltello, con blocchetti tranciati, pezzatura 8/10
m²
€ 149,62
NP01
Pulizia semplice della vegetazione erbacea e arbustiva e spietramento del piano di calpestio (pietre di piccole e medie dimensioni), accatastamento del materiale di risulta negli avvallamenti presenti e/o secondo quanto disposto dalla DL
m²
€ 52,47
W2.3.60.40 c)
Pavimento a selciato in pietra di berbenno inclusa sabbia di sottofondo ed intasatura, copresa assistenza muraria: posata a coltello, con blocchetti tranciati, pezzatura 8/10
m²
€ 149,62
NP01
Pulizia semplice della vegetazione erbacea e arbustiva e spietramento del piano di calpestio (pietre di piccole e medie dimensioni), accatastamento del materiale di risulta negli avvallamenti presenti e/o secondo quanto disposto dalla DL
m²
€ 52,47
W2.3.60.40 c)
Pavimento a selciato in pietra di berbenno inclusa sabbia di sottofondo ed intasatura, copresa assistenza muraria: posata a coltello, con blocchetti tranciati, pezzatura 8/10
m²
€ 149,62
NP01
Pulizia semplice della vegetazione erbacea e arbustiva e spietramento del piano di calpestio (pietre di piccole e medie dimensioni), accatastamento del materiale di risulta negli avvallamenti presenti e/o secondo quanto disposto dalla DL
m²
€ 52,47
W2.3.60.40 c)
Pavimento a selciato in pietra di berbenno inclusa sabbia di sottofondo ed intasatura, copresa assistenza muraria: posata a coltello, con blocchetti tranciati, pezzatura 8/10
m²
€ 149,62
1F.01.010.0030
Muratura realizzata con pietrame a secco in elevazione di volume non inferiore a 0,4 mc con materiale proveniente da cave, lavorato e posto in opera
m³
€ 352,27
1F.01.010.0030
Muratura realizzata con pietrame a secco in elevazione di volume non inferiore a 0,4 mc con materiale proveniente da cave, lavorato e posto in opera
m³
€ 352,27
1U.06.590.0010.c
Progettista
MARCO CARRARA Committente
INGEGNERE | ARCHITETTO
REV00
COMUNE di BERGAMO
ELENCO PREZZI
Codice
LAVORI DI RIQUALIFICAZIONE VIA DEL LAVANDERIO PTLP 2020-53
2/2
Descrizione lavorazione Prezziario Regionale Opere Pubbliche 2020 di Commercio 2019 Fornitura e posa in operaCamera di materiale per rinterridioBergamo riempimenti di scavi o depressioni:
U.M.
Prezzo unitario (€)
aggregati riciclati per la realizzazione di recuperi ambientali, riempimenti e colmate
m³
€ 34,98
Z.3.15.45
Realizzazione di una grata in legname idoneo (diametro: 20 cm, lunghezza: 3 m) previo scavo di una trincea sul terreno stabile; la struttura in elementi verticali ed orizzontali e' a maglia quadrata (1 m) ed e' fissata tramite picchetti di legno (diametro: 8-10 cm, lunghezza: 1 m) infissi nel suolo comprese messa a dimora di talee e carta catramata sulla sommita' della grata.
m²
€ 81,14
NP02
Fornitura e posa in opera di corrimano costituito da montanti in acciaio S275J finitura COR-TEN infissi nel suolo con idoneo basamento incamiciato in cls. Compresa installazione di cavetti e relativi tenditori, il tutto come da dettagli grafici allegati alle tavole di progetto
m
€ 174,52
NP03
Fornitura e posa in opera di manufatti come da disegni di dettaglio allegati allo scopo di alloggiare i futuri corpi illuminanti (non oggetto di questo appalto)
m
€ 176,42
NP05
Fornitura, posa in opera, collegamento tra di loro in serie e collegamento all'illuminazione pubblica comprensivo di qualsiasi accessorio serva per dare l'opera funzionante a regola d'arte
cad
€ 354,65
W2.3.30.15.a)
Scavo a sezione ristretta in tereno asciutto di qualsiasi natura, escluse la roccia, i trovanti rocciosi, i residui di muratura di volume superiore a 0,2 mc e altre interferenze da sottoservizi, esclusa l'eventuale armatura delle pareti di scavo eseguito a mano, con materiale lasciato a tergo dello scavo
mc
€ 208,21
Reinterro di scavi, eseguito con mezzi meccanici, con materiale idoneo proveniente dagli stessi scavi: depositato presso il ciglio dello scavo
mc
€ 4,27
m
€ 28,93
eseguito a mano, con materiale lasciato a tergo dello scavo
mc
€ 208,21
Reinterro di scavi, eseguito con mezzi meccanici, con materiale idoneo proveniente dagli stessi scavi: depositato presso il ciglio dello scavo
mc
€ 4,27
m
€ 103,50
A2.3.15.45.a)
W2.3.30.35.a)
W2.3.75.35.d)
Fornitura e posa in opera di tubi in PVC serie UNI-EN 1401 SN4 per fognature, posate su letto di sabbia, lunghezza dei tubi 6,00 m, esclusi scavo, rinfianchi, rivestimento, rinterro e pezzi speciali da valutarsi a parte: diametro esterno 200 mm
W2.3.30.15.a)
W2.3.30.35.a)
W2.3.85.25.d)
Scavo a sezione ristretta in tereno asciutto di qualsiasi natura, escluse la roccia, i trovanti rocciosi, i residui di muratura di volume superiore a 0,2 mc e altre interferenze da sottoservizi, esclusa l'eventuale armatura delle pareti di scavo
Fornitura e posa in opera di canalette in cemento prefabbricato per raccolta acque pluviali con griglia: canaletta normale da cm 29x23x100 luce, diametro 20 cm con griglia in ferro zincato normale
1U.01.250.0110.a
Allacciamento dei pozzetti stradali, comprendente tutte le opere necessarie, quali taglio e disfacimento della sovrastruttura stradale, scavo armato e trasoprto alle discariche autorizzate, fornitura e posa tubi e relativi pezzi speciali, rinterro scavi con misto cementato o misto granulare stabilizzato, compreso comunque ogni intervento per dare l'era finita in ogni sua parte. con l'impiego di tubi in PVC De 200 s= 4
m
€ 362,65
MA.00.005.0005
Operaio specializzato edile 3° livello
ora
€ 37,08
MA.00.005.0015
Operaio specializzato edile 1° livello
ora
€ 31,23
Progettista
MARCO CARRARA Committente
INGEGNERE | ARCHITETTO
REV00
COMUNE di BERGAMO
QUADRO ECONOMICO
00
19-11-2020
Prima emissione
DE 10
Sistemazione via del Lavanderio Bergamo QUADRO ECONOMICO
A) Importo dei Lavori
Importo
A.1
Lavori a corpo (soggetti a ribasso)
A.2
Oneri di sicurezza complessivi (non soggetti a ribasso)
A.3
TOTALE
€ 308.000,00 € 12.000,00 € 320.000,00
B) Somme a disposizione dell'Amministrazione
Importo
B.1
Sorveglianza archeologica
€ 5.000,00
B.2
Allacciamenti ai pubblici servizi
€ 3.000,00
B.3
Spese tecniche di servizi tecnici esterni di Progettazione, Direzione dei Lavori, redazione del Certificato di Regolare Esecuzione e Coordinamento della Sicurezza in Fase Progettuale ed Esecutiva compresa Cassa Nazionale ed IVA 22%
€ 18.637,61
B.4
Spese tecniche servizi tecnci interni (R.U.P., validazione del progetto, controllo ed espletamanto delle procedure di gara) art. 113 D. Lgs 50/2016
€ 6.400,00
B.5
Imposta di valore aggiunto (IVA) 10% sui lavori
€ 32.000,00
B.6
Arrotondamenti ed imprevisti
€ 14.962,39 Sommano B)
€ 80.000,00
TOTALE QUADRO ECONOMICO A) + B) inclusa I.V.A.
€ 400.000,00
DATA BASE TOPOGRAFICO
PR8 (PDR PGT) scala 1:2000
PR7 (PDR PGT) - ASSETTO URBANISTICO GENERALE scala 1:2000
ORTOFOTO
scala 1:2000
scala 1:2000
PIF - TAVOLA VINCOLI scala 1:5000
PROGETTO
PTC - TAV 3 - AZZONAMENTI scala 1:5000
SENTIERO VIA DEL LAVANDERIO CUP: H17H20000050004 ELABORATO
OGGETTO ELABORATO
INQUADRAMENTO TERRITORIALE ED URBANISTICO REV.
PROVINCIA DI BERGAMO
scala 1:5000
PTC - TAV 2 - TUTELA MONUMENTALE, AMBIENTALE scala 1:5000 E TEMPO LIBERO
COMUNE DI BERGAMO
PTC - TAV 1 - TUTELE, VINCOLI, FASCE ED AREE DI RISPETTO
RIQUALIFICAZIONE STRADE, SCALETTE, PIAZZE E PERCORSI PEDONALI IN CITTÀ ALTA ANNO 2020 - n° PTLP 2020-53
00
DATA
DE 11A
OGGETTO
19-11-2020 Prima emissione
cod. comm. scala
2032
1:2000 1:5000
COMMITTENTE
COMUNE di BERGAMO Direzione: Gare, Appalti, Lavori Pubblici, Infrastrutture e Strade Servizio: Strade e parcheggi
via Quarenghi, 33 24122 - Bergamo
R.U.P. Dott. Arch. PIERANGELO MANCA PROGETTISTA
MARCO CARRARA
studioCARRARA
INGEGNERE | ARCHITETTO
ARCH ITETTURA INGEGNERIA
Dream builders
Albo Ingegneri della Provincia di Bergamo - n. A4245 Albo Architetti della Provincia di Bergamo - n. 3244
via T. Tasso, 89 - 24121 Bergamo info@studio-carrara.eu | www.studio-carrara.eu +39 035 0383259 | marco.carrara2@ingpec.eu
QUESTO DISEGNO NON PUO' ESSERE RIPRODOTTO E DATO IN CONSEGNA A TERZI SENZA ESPRESSA AUTORIZZAZIONE
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VIA
GEN Sezione 32
L ERA
2 Sezione 30
Sezione 25 Sezione 24
4 Profilo in corrispondenza scarico acque
Sezione 26
Sezione 23
Sezione 22
Sezione 21
7
N VAN
GIO
IENI
R I MA
FOTOGRAFIA 1
Sezione 19
Sezione 10
Sezione 11
Sezione 12
Sezione 13
Sezione 14
Sezione 15
Sezione 16
Sezione 17
Sezione 18
Sezione 20
STATO DI FATTO Presenza di selciato in generale avente buono stato di conservazione. Presenza di muro a monte (di proprietà privata) in buono stato. Presenza a valle di recinzione in rete romboidale metallica su montanti metallici annegati in "cordolo" di cls. Tale cordolo risulta non in buono stato per bunoa parte della sua parte terminale di sviluppo
STATO DI FATTO Presenza di selciato in generale avente buono stato di conservazione. In alcuni punti il selciato è divelto.
Sezione 9
Profilo in corrispondenza del muretto di sostegno crollato
10
6 STATO DI FATTO Pavimentazione in terreno e ghiaia, regolare per il tratto iniziale. I muretti di sostegno del tratto iniziale (proseguimento di via del Lavanderio verso via General Giovanni Marieni) hanno subito integrazioni non coerenti e un aggravio di carico dovuto a riporti di terreno e alberi piantati in eccessiva prossimità alle strutture nei giardini delle abitazioni a monte. I muretti a valle hanno subito cedimenti/franamenti con perdita della parte sommitale del manufatto. In generale risulta tuttavia in buono stato conservativo.
FOTOGRAFIA 5
FOTOGRAFIA 3
1 FOTOGRAFIA 6
FOTOGRAFIA 2
STATO DI FATTO Traccia dello scarico che collega la caditoia a monte con il pozzetto di ispezione e trova sbocco in una delle bocche di scarico delle acque per il drenaggio del terreno STATO DI FATTO Gradino/dislivello in calcestruzzo che delimita le differenti quote del terreno STATO DI FATTO Caditoia di scarico delle acque piovane e terreno con quote differenti dovuto presumibilmente a mancato riporto del materiale dopo la realizzazione del sistema di deflusso delle acque
PROVINCIA DI BERGAMO
Sezione 29
Sezione 27
FOTOGRAFIA 9
COMUNE DI BERGAMO
Sezione 31
3
Sezione 33
Sezione 28
Sezione 6
Sezione 7
Sezione 8
Sezione 3
Sezione 1
Sezione 2
Sezione 34
Sezione 4
Sezione 5
STATO DI FATTO Presenza di muro a monte con evidenti lesioni , unitamente alla presenza di piante infestanti tipo Bambuseae
P1
Quote Terreno 344.511 344.496 344.458 344.443 344.387 344.353 344.278 344.272 344.260 344.252 344.235 344.243 344.188 344.173 344.140 344.142 344.026 343.990 343.899 343.875 343.890 343.898 343.856 343.824 344.066 344.108 344.166 344.204 344.206 344.228 344.229 344.221 344.222 344.232 344.199 344.200 344.167 344.158 344.146 344.131 344.108 344.096 344.086 344.056 344.048 344.035 344.024 344.020 344.007 344.003 344.002 343.996 343.991 343.989 343.985 343.986 343.984 343.985 343.984 343.988 343.989 343.992 343.995 343.995 343.996 343.997 343.998 343.998 343.998 344.003 344.003 344.004 344.010 344.021 344.024 344.021 344.029 344.025 344.039 344.041 344.050 344.024 344.028 344.029 344.054 344.063 344.062 344.048 344.120 344.111 344.107 344.134 344.115 344.116 344.151 344.160 344.159 342.432 342.431 342.363 341.766 341.722 341.474 341.458 341.380 341.367 341.316 341.276 341.258 341.212 341.193 341.159 341.125 341.124 341.171 341.155 341.142 341.144 341.146 341.148 341.148 341.150 341.153 341.153 341.151 341.151 341.156 341.151 341.149 341.151 341.150 341.153 341.155 341.155 341.157 341.158 341.159 341.161 341.163 341.165 341.166 341.167 341.171 341.341 341.345 341.353 341.359 341.369 341.379 341.367 341.354 341.340 341.337 341.371 341.400 341.417 341.437 341.445 341.456 341.461 341.485 341.500 341.509 341.532 341.549 341.568 341.591 341.614 341.641 341.680 341.719 341.807 341.815 341.857 341.873 341.895 341.915 341.920 341.922 341.929 341.941 341.943 341.946 342.111 342.121 342.119 342.133 342.412 342.438 342.427 343.812 346.978 347.283 347.613 347.636 347.963 347.996 348.069 348.220 348.472 348.674 348.928 349.120 349.381 349.407 349.566 349.649 349.858 349.889 349.931 349.978 350.019 350.456 350.495 350.536 350.572 350.663 350.708 350.751 350.788 351.257 351.307 351.341 351.409 351.538 351.535 351.591 351.644 352.103 352.150 352.193 352.243 352.280 352.325 352.370 352.415 352.465 352.515 352.985 353.028 353.080 353.126 353.173 353.219 353.267 353.317 353.363 353.416 354.139 354.186 354.226 354.273 354.320 354.359 354.410 354.459 354.525 354.850 354.891 354.945 355.006 355.107 355.161 355.214 355.269 355.675 355.717 355.776 355.827 355.886 355.927 355.978 356.036 356.100 356.474 356.523 356.581 356.643 356.740 356.815 356.881 356.929 357.357 357.411 357.470 357.527 357.592 357.640 358.290 357.768 357.822 358.211 358.265 358.317 358.435 358.490 358.552 358.961 359.005 359.058 359.105 359.173 359.228 359.292 359.350 359.748 359.799 359.860 359.909 359.957 360.013 360.071 360.127 360.551 360.599 360.636 360.697 360.756 360.813 360.883 360.940 361.338 361.394 361.459 361.522 361.573 361.646 361.702 361.768 362.217 362.284 362.348 362.416 362.480 362.547 362.590 362.839 363.868 363.974 363.984 363.937 363.352 363.371 363.408 363.455
344.806 344.733 344.698 344.624 344.589 344.577
345.084 345.065 345.043 345.016 345.004
345.788 345.756 345.720 345.695 345.652 345.615 345.581 345.545 345.516 345.484 345.449 345.223 345.200
348.481 348.464 348.449 348.432 348.183 348.106 348.092 348.068 348.043 348.045 348.037 348.029 348.019 348.012 348.006 348.003 347.999 348.000 347.999 347.992 347.989 347.986 347.987 347.986 347.981 347.973 347.971 347.965 347.959 347.953 347.948 347.942 347.936 347.922 347.892 347.840 347.775 347.727 347.683 347.650 347.612 347.578 347.541 347.502 347.463 347.433 347.383 347.355 347.328 347.293 347.253 347.211 347.161 347.118 347.083 347.054 347.016 346.980 346.947 346.901 346.858 346.811 346.769 346.722 346.677 346.638 346.595 346.554 346.515 346.488 346.463 346.428 346.403 346.366 346.329 346.302 346.247 346.231 346.197 346.171 346.136 346.106 346.083 346.051 346.040 345.998 345.964 345.925 345.897 345.863
348.595
350.710 350.701 350.669 350.561 350.522 350.386 350.346 350.234 350.218 350.201 350.158 350.081 350.042 350.022 349.932 349.912 349.893 349.873 349.771 349.751 349.729 349.713 349.604 349.562 349.453 349.415 349.292 349.247 349.133 349.093 348.969 348.926 348.909 348.807 348.785 348.757 348.731 348.633
SISTEMAZIONE MURETTI A SECCO ESISTENTI
SEZIONE ALTIMETRICA IN ASSE AL SENTIERO scala 1:25
scala 1:500
via General Giovanni Marieni
MONTE
363.455
via del Lavanderio 350.710
Ghiaietto (pezzatura 10-15 mm) sp 0-2 cm
341.124
1-2%
VALLE
FOTOGRAFIA 4
STATO DI FATTO Presenza di selciato in generale avente cattivo stato di conservazione. Presenza di deposito di terra ai piedi del muro a monte (di proprietà privata). Presenza di tratti di cls in cattivo stato.
REV.
00
DATA
2032
P.d.c.
Porzione di muretto a secco crollata o parzialmente danneggiata
331.000
Sottofondo materiale misto compattato spessore variabile da 2 a 15 cm
PLANIMETRIA GENERALE scala 1:500
SEZIONE STATO DI FATTO
FOTOGRAFIA 8
STATO DI FATTO Porzione di muretto a secco a valle crollato. Presenza di alberi radicati nel muretto. FOTOGRAFIA 11
VIA DEL LAVANDERIO
11
12
FOTOGRAFIA 10
89
5
FOTOGRAFIA 7
STATO DI FATTO Gradino/dislivello in calcestruzzo con laterizi a coronamento che "risolve" il salto di quota del terreno STATO DI FATTO Pavimentazione in terreno e ghiaia, regolare per il tratto iniziale (proseguimento di via del Lavanderio verso via General Giovanni Marieni) .
PROGETTO
RIQUALIFICAZIONE STRADE, SCALETTE, PIAZZE E PERCORSI PEDONALI IN CITTÀ ALTA ANNO 2020 - n° PTLP 2020-53
SENTIERO VIA DEL LAVANDERIO CUP: H17H20000050004
OGGETTO ELABORATO ELABORATO
INQUADRAMENTO GENERALE STATO DI FATTO
PROGETTISTA
studioCARRARA Dream builders
DE 11B
OGGETTO
19-11-2020 Prima emissione
cod. comm. scala
1:500 1:25
COMMITTENTE Direzione: Gare, Appalti, Lavori Pubblici, Infrastrutture e Strade
COMUNE di BERGAMO Servizio: Strade e parcheggi
via Quarenghi, 33 24122 - Bergamo
R.U.P. Dott. Arch. PIERANGELO MANCA
MARCO CARRARA INGEGNERE | ARCHITETTO
ARCH ITETTURA INGEGNERIA Albo Ingegneri della Provincia di Bergamo - n. A4245 Albo Architetti della Provincia di Bergamo - n. 3244
via T. Tasso, 89 - 24121 Bergamo info@studio-carrara.eu | www.studio-carrara.eu +39 035 0383259 | marco.carrara2@ingpec.eu
QUESTO DISEGNO NON PUO' ESSERE RIPRODOTTO E DATO IN CONSEGNA A TERZI SENZA ESPRESSA AUTORIZZAZIONE
y:\000-srv\01-srv\centro 20\2032-via lavanderio_bergamo\01-progetto\a-definitivo\11-disegni\2032-11 disegni 2_rev00.dwg
PROFILO TERRENO 1 scala 1:100
porzione del muro di sostegno "incapsulata" da getto in calcestruzzo con integrazione di materiali edili di risulta
porzione del muro di sostegno rifatta / integrata con elementi in pietra serena (probabilmente soglie scartate in una ristrutturazione) che presenta problemi di spanciamento dovuti alla spinta del terreno di riporto
porzione del muro di sostegno a valle del sentiero caratterizzata da disallineamenti e cedimenti puntuali legati alla presenza di vegetazione ad alto fusto
PROGETTO
RIQUALIFICAZIONE STRADE, SCALETTE, PIAZZE E PERCORSI PEDONALI IN CITTÀ ALTA ANNO 2020 - n° PTLP 2020-53
sezione 5
sezione 4
sezione 3
sezione 34
vista crollo
sezione 2
sezione 1
ELABORATO
OGGETTO ELABORATO
DE 11C
SEZIONI LONGITUDINALI PROFILO TERRENO 1 REV.
PROVINCIA DI BERGAMO
sezione 6
COMUNE DI BERGAMO
SENTIERO VIA DEL LAVANDERIO CUP: H17H20000050004
00
DATA
OGGETTO
19-11-2020 Prima emissione
cod. comm. scala
2032
1:100
COMMITTENTE
COMUNE di BERGAMO Direzione: Gare, Appalti, Lavori Pubblici, Infrastrutture e Strade Servizio: Strade e parcheggi
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MARCO CARRARA
studioCARRARA
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PROFILO TERRENO 2 scala 1:100
muro alto che presenta fuori piombo
muretto basso che presenta elementi di discontinuità che denunciano un eccessiva spinta del terreno, fuori piombo e mancanze di elementi lapidei
muro alto che presenta fuori piombo
PROGETTO
RIQUALIFICAZIONE STRADE, SCALETTE, PIAZZE E PERCORSI PEDONALI IN CITTÀ ALTA ANNO 2020 - n° PTLP 2020-53
SENTIERO VIA DEL LAVANDERIO CUP: H17H20000050004
sezione 12
sezione 11
sezione 10
sezione 9
sezione 8
sezione 7
sezione 6
ELABORATO
OGGETTO ELABORATO
DE 11D
SEZIONI LONGITUDINALI PROFILO TERRENO 2 REV.
PROVINCIA DI BERGAMO
sezione 13
COMUNE DI BERGAMO
muro alto che presenta evidenti spanciamenti
00
DATA
OGGETTO
19-11-2020 Prima emissione
cod. comm. scala
2032
1:100
COMMITTENTE
COMUNE di BERGAMO Direzione: Gare, Appalti, Lavori Pubblici, Infrastrutture e Strade Servizio: Strade e parcheggi
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PROFILO TERRENO 3 scala 1:100
soluzione di continuità verticale del paramento murario
porzione del muro di sostegno rifatta in maniera non coerente con laterizi pieni e setto in calcestruzzo armato gettato; il calcestruzzo presenta a vista le tracce dei ferri d'armatura.
PROGETTO
RIQUALIFICAZIONE STRADE, SCALETTE, PIAZZE E PERCORSI PEDONALI IN CITTÀ ALTA ANNO 2020 - n° PTLP 2020-53
sezione 18
sezione 17
sezione 16
sezione 15
sezione 14
ELABORATO
OGGETTO ELABORATO
DE 11E
SEZIONI LONGITUDINALI PROFILO TERRENO 3 REV.
PROVINCIA DI BERGAMO
sezione 19
COMUNE DI BERGAMO
SENTIERO VIA DEL LAVANDERIO CUP: H17H20000050004
00
DATA
OGGETTO
19-11-2020 Prima emissione
cod. comm. scala
2032
1:100
COMMITTENTE
COMUNE di BERGAMO Direzione: Gare, Appalti, Lavori Pubblici, Infrastrutture e Strade Servizio: Strade e parcheggi
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PROFILO TERRENO 4 scala 1:100
porzione del muro di sostegno che presenta soluzione di continuità con il pendio del terreno
porzione del muro di sostegno che presenta mancanze, soluzioni di continuità e lievi fuori piombo; da verificare se la eliminazione del collegamento di questa porzione con quella che prosegue nella salita per la creazione di passaggio pedonale di accesso a residenza privata non abbia causato questa labilità del sistema. Il terreno a monte non presenta alberature d'alto fusto né eccessivi riporti di terreno in corrispondenza dei bordi che possono causare spinte eccessive alle strutture.
PROGETTO
RIQUALIFICAZIONE STRADE, SCALETTE, PIAZZE E PERCORSI PEDONALI IN CITTÀ ALTA ANNO 2020 - n° PTLP 2020-53
sezione 26
sezione 25
sezione 24
sezione 23
sezione 22
sezione 21
sezione 20
vista scarico
sezione 19
ELABORATO
OGGETTO ELABORATO
DE 11F
SEZIONI LONGITUDINALI PROFILO TERRENO 4 REV.
PROVINCIA DI BERGAMO
sezione 27
COMUNE DI BERGAMO
SENTIERO VIA DEL LAVANDERIO CUP: H17H20000050004
00
DATA
OGGETTO
19-11-2020 Prima emissione
cod. comm. scala
2032
1:100
COMMITTENTE
COMUNE di BERGAMO Direzione: Gare, Appalti, Lavori Pubblici, Infrastrutture e Strade Servizio: Strade e parcheggi
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PROFILO TERRENO 5 scala 1:100
sistema di delimitazione del confine realizzato sul pendio del terreno in assenza di muretto
PROGETTO
RIQUALIFICAZIONE STRADE, SCALETTE, PIAZZE E PERCORSI PEDONALI IN CITTÀ ALTA ANNO 2020 - n° PTLP 2020-53
sezione 32
sezione 31
sezione 30
sezione 29
sezione 28
ELABORATO
OGGETTO ELABORATO
DE 11G
SEZIONI LONGITUDINALI PROFILO TERRENO 5 REV.
PROVINCIA DI BERGAMO
sezione 33
COMUNE DI BERGAMO
SENTIERO VIA DEL LAVANDERIO CUP: H17H20000050004
00
DATA
OGGETTO
19-11-2020 Prima emissione
cod. comm. scala
2032
1:100
COMMITTENTE
COMUNE di BERGAMO Direzione: Gare, Appalti, Lavori Pubblici, Infrastrutture e Strade Servizio: Strade e parcheggi
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SEZIONI TRASVERSALI STATO DI FATTO
00
19-11-2020
Prima emissione
DE 11H
DETTAGLIO SEGNAPASSO
PLANIMETRIA GENERALE - ZONA 3
scala 1:10 scala 1:200 30
DETTAGLIO ESECUTIVO GRATA VIVA Inserimento di canalette raccolta acqua meteoriche (e collegate con tubazioni interrate Ø200 alla caditoia esistente) e loro collegamento alla condotta esistente.
NI
ARIE M I NN OVA I G L ERA N E G VIA
2
10
2
B
20
B
Sezione 28 Sezione 27
4.93
7.36
8.10
7.00
18.28
20
5.90
Sezione 32
Pavimento finito
3 3
Sezione 30
Sezione 33
11
Pavimento finito
8.3
25
28
25
11 15
Sezione 25
Sezione 31
11
Sezione 26
6.25
Sezione 24 15
Sezione 29
4. 9
9
10
Sezione 23
PARTE 1 - Sistemazione selciato esistente nelle zone in cui è divelto. Sup tot. 140 mq
40
5. 61
4
15
62
28
5.
25
Sistemazione/creazione cunetta laterale scolo acque. Sup tot. 40 mq
15
11
PARTE 2 - Rifacimento di selciato esistente con riempimento zona centrale e rifacimento pavimentazione. Sup tot. 60 mq
30
Sezione 22
Sezione 21 9
Pavimento finito
Installazione incassi per futuri segnapasso (ogni 2 metri vedasi particolari) L=250 m
3
4.9 5
7.1 1
PARTE 3 - Sistemazione pavimentazione con selciato ex-novo, sup tot. 70 mq
sezione BB 6 7.8
Realizzazione corrimano con montanti
PLANIMETRIA GENERALE - ZONA 2
PLANIMETRIA GENERALE - ZONA 1 scala 1:200
scala 1:200
4 5.7
5.
61
5. 6
2
4.93
Sezione 21
GENE
GIO RAL
Sezione 28
VANN
RIE I MA
Sezione 27
NI
scala 1:25
NAVIGATORE
VIA
PARTE 2 - Rifacimento di selciato esistente con riempimento zona centrale e rifacimento pavimentazione. Sup tot. 60 mq
ZONA SELCIATO E CUNETTA LATERALE SELCIATO
Sezione 7
Sezione 26
Sezione 32
Rete romboidale esistente Incasso per faretti segnapasso (ogni 2 metri) vedi particolare Rivestimento in conci di pietra naturale (selciatone) recuperati
.40
Sezione 25
Sezione 31 Sezione 30
Sezione 6
5
Sezione 24 Sezione 29 Sezione 23
Sezione 22
ZONA 3
Sezione 21
Sezione 20
7.1
Pendenza trasversale selciato da
Profilo in corrispondenza scarico acque
1
Sezione 19
PARTE 3 - Sistemazione pavimentazione con selciato ex-novo, sup tot. 70 mq
monte verso valle di circa 1-2%
.25
4.9
Installazione incassi per futuri segnapasso (ogni 2 metri vedasi particolari) L=250 m
Sezione 33
Sezione 18
Sezione 17
P.d.c. Sezione 16
MONTE
7.8
.32
Sezione 15
6
Realizzazione corrimano con montanti IPE100 (interasse 2 mt) e cavetti d'acciaio post-tensionati (L= 185 m )
Installazione incassi per futuri segnapasso (ogni 2 metri vedasi particolari) L=250 m
Sezione 20
Sezione 14
15.50
VALLE
Sezione 13
Sezione 12
Sezione 11
Sezione 10
Sezione 9
Sezione 8
Sottofondo in materiale misto compattato
Sezione 7
ZONA 2 Sezione 6
Sottofondo in materiale misto cementato
Muratura a monte con evidente "spanciamento" da sistemare (a cura dei privati)
9 8.2
Creazione rinforzo scarpata con grata viva di sostegno. Sup tot. 50 mq
Realizzazione corrimano con montanti IPE100 (interasse 2 mt) e cavetti d'acciaio post-tensionati (L= 185 m )
Sezione 5
Sezione 5
Sezione 4
Sezione 3
Sezione 19
Sezione 34 Profilo in corrispondenza del muretto di sostegno crollato
Sezione 2
7.69
P1
Sezione 18
Sistemazione percorso con ripristini nei punti in cui manca il fondo e creazione di nuovo selciato simile all'esistente. Sup tot. 160 mq
4.88
A
30x30
Corrugato PEAD (Ø40mm) per linea elettrica
MONTE
Ricostruzione in quota del muro a secco non più presente e/o crollato (L= 30 m Hmedia=100 cm)
Incasso per faretti segnapasso (ogni montante)
Sezione 3
PROGETTO
RIQUALIFICAZIONE STRADE, SCALETTE, PIAZZE E PERCORSI PEDONALI IN CITTÀ ALTA ANNO 2020 - n° PTLP 2020-53
5.30
.20
.30
Ricostruzione in quota del muro a secco non più presente e/o crollato (L= 90 m Hmedia=80+20 cm)
Installazione incassi per futuri segnapasso (ogni 2 metri vedasi particolari) L=250 m 11.84
2.00
Sezione 17
VALLE
Muratura a monte in C.A. con gravi lesioni da sistemare (a cura dei privati) e presenza di piante "a canneto" infestanti da valutare la rimozione (a cura dei privati)
12.02
Cavetto acciaio inox (Ø6 mm) passante ogni montante
Pozzetto d'ispezione 30x30 con chiusino in cls per impianto d'illuminazione (1 ogni 5 montanti)
ZONA 1
Sezione 4
PARTE 4 - Sistemazione percorso con rimozione pietre presenti e realizzazione nuovo selciato. Sup tot. 155 mq
A
Sezione 1
VIA DEL LAVANDERIO
Muratura a monte crollata da sistemare (a cura dei privati)
scala 1:25
Tenditore (1 ogni 4 montanti)
11.08
SISTEMAZIONE MURETTI A SECCO - INSERIMENTO FARETTI SEGNAPASSO
Sezione 34
var. min 1,20 m max 2,50 m
SENTIERO VIA DEL LAVANDERIO CUP: H17H20000050004
Sezione 15 Sezione 14
Realizzazione corrimano con montanti IPE100 (interasse 2 mt) e cavetti d'acciaio post-tensionati (L= 185 m )
Sezione 2
Pianta da rimuovere
Incasso per faretti segnapasso (ogni montante) vedi particolare Tubo camicia PEHD con cls per fondazione montanti (Ø120 h 50 cm) ogni 2,00 mt
PARTE 4 - Sistemazione percorso con rimozione pietre presenti e realizzazione nuovo selciato. Sup tot. 155 mq
Selciato pezzatura 8/10
Sezione 12
10.43
1.10
Sezione 13
8 5.4
Porzione di muretto a secco da ricostruire (previa sistemazione della parte sottostante e rintasamento retrostante con ghiaione e pietrisco per favorire il drenaggio
MONTE
7.36
Profilo IPE100 in acciaio "Cor-Ten" h 110 cm con piatto superiore Cavetto acciaio inox (Ø6 mm) passante ogni montante e interposto tenditore (ogni 4 montanti)
Realizzazione corrimano con montanti IPE100 (interasse 2 mt) e cavetti d'acciaio post-tensionati (L= 185 m )
12.47
2.28
PIANTA
Muratura a monte con evidente "spanciamento" da sistemare (a cura dei privati)
Sezione 11
P.d.c.
Sezione 1
91
VALLE
Sezione 10
3.
Realizzazione corrimano con montanti IPE100 (interasse 2 mt) e cavetti d'acciaio post-tensionati (L= 185 m )
Sezione 9 7
8 5.
Sottofondo materiale misto compattato spessore 15 cm Pozzetto d'ispezione 30x30 con chiusino in cls per impianto d'illuminazione (1 ogni 5 montanti)
Sezione 8
4
5 5.
Sistemazione percorso con ripristini nei punti in cui manca il fondo e creazione di nuovo selciato simile all'esistente. Sup tot. 160 mq
Muratura a monte con evidente "spanciamento" da sistemare (a cura dei privati)
DRENAGGIO con riempimento di ciotoli e ghiaia grossa (pezzatura 30-50 mm)
PRESCRIZIONI MURETTO A SECCO
Ricostruzione in quota del muro a secco non più presente e/o crollato (L= 90 m Hmedia=80 +20cm) 5.7
Sezione 7
4 4.93
Sezione 6
SEZIONE AA
VIA DEL LAVANDERIO
.25
30
5.
1-2%
ELABORATO
OGGETTO ELABORATO
6H
DETTAGLIO INTERVENTI REV.
PROVINCIA DI BERGAMO
3.93
Ripempimento fondo percorso e ricostruzione muro a secco (a valle) crollato
COMUNE DI BERGAMO
Sezione 16
00
DATA
OGGETTO
19-11-2020 Prima emissione
cod. comm. scala
2032
1:200 1:25
1:10
COMMITTENTE
COMUNE di BERGAMO Direzione: Gare, Appalti, Lavori Pubblici, Infrastrutture e Strade Servizio: Strade e parcheggi
via Quarenghi, 33 24122 - Bergamo
R.U.P. Dott. Arch. PIERANGELO MANCA PROGETTISTA
MARCO CARRARA
studioCARRARA
INGEGNERE | ARCHITETTO
ARCH ITETTURA INGEGNERIA
Dream builders
Albo Ingegneri della Provincia di Bergamo - n. A4245 Albo Architetti della Provincia di Bergamo - n. 3244
via T. Tasso, 89 - 24121 Bergamo info@studio-carrara.eu | www.studio-carrara.eu +39 035 0383259 | marco.carrara2@ingpec.eu
QUESTO DISEGNO NON PUO' ESSERE RIPRODOTTO E DATO IN CONSEGNA A TERZI SENZA ESPRESSA AUTORIZZAZIONE
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MANUFATTI UNITI
00
19-11-2020
Prima emissione
DE 11L
per ulteriori informazioni sull'opera rivolgersi presso Comune di Bergamo - Area Lavori Pubblici
DIREZIONE STRADE E PARCHEGGI
DIREZIONE STRADE E PARCHEGGI
DIREZIONE STRADE E PARCHEGGI
DIREZIONE STRADE E PARCHEGGI
DIREZIONE STRADE E PARCHEGGI
DIREZIONE STRADE E PARCHEGGI
DIREZIONE STRADE E PARCHEGGI
DIREZIONE STRADE E PARCHEGGI
GRIGLIA IN GHISA SFEROIDALE CLASSE D400 IN DUE ELEMENTI TRIANGOLARI AD APPOGGIO TRIPODE ASSEMBLATI NON RIGIDAMENTE FRA LORO, PER CADITOIE RICADENTI NEI LUOGHI DI IMPIEGO DI CUI AL GRUPPO 4 (A NORMA UNI EN 124), MARCATA A RILIEVO CON NORME DI RIFERIMENTO (UNI EN 124), CLASSE DI RESISTENZA (D400) MARCHI FABBRICANTE E SIGLA DELLâ&#x20AC;&#x2122;ENTE DI CERTIFICAZIONE
DIREZIONE STRADE E PARCHEGGI
DIREZIONE STRADE E PARCHEGGI
DIREZIONE STRADE E PARCHEGGI
DIREZIONE STRADE E PARCHEGGI
DIREZIONE STRADE E PARCHEGGI
DIREZIONE STRADE E PARCHEGGI
DIREZIONE STRADE E PARCHEGGI
DIREZIONE STRADE E PARCHEGGI
DIREZIONE STRADE E PARCHEGGI
3(5&256, 7$77,/,
Come si segnalano gli attraversamenti con l'Attenzione Servizio...
Come si segnalano gli attraversamenti con la Direzione Rettilineaâ&#x20AC;Ś
Come si segnalano gli attraversamenti su marciapiedi molto profondiâ&#x20AC;Ś
Come si segnalano i passi carrabili
Come segnalare le fermate del bus
Muro, recinzione o cordolo che possano costituire guida naturale
Muro, recinzione o cordolo che possano costituire guida naturale
ATTESTAZIONI
00
19-11-2020
Prima emissione
DE 12
Direzione: LL.PP., Infrastrutture, Strade, Coordinamento reti e opere idrauliche Servizio Strade e Parcheggi Valorizzazione e tutela del patrimonio stradale
ATTESTAZIONE DI CONFORMITA’ ALLE NORME SULLE BARRIERE ARCHITETTONICHE articolo 24, comma 5, Legge n. 104/92 articolo 21, comma 1, D.P.R. n. 503/96
DICHIARAZIONE DI CONFORMITA’ ALLE NORME FUNZIONALI PER LA COSTRUZIONE DELLE STRADE DECRETO DEL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI DEL 05.11.2001
PROGETTO DEFINITIVO DEI LAVORI DI RIQUALIFICAZIONE STRADE, SCALETTE, PIAZZE E PERCORSI PEDONALI IN CITTA’ ALTA ANNO 2020 - n° PTLP 2020-53 Via Del Lavanderio L'anno 2020 il giorno 25 del mese di novembre il sottoscritto progettista dei lavori di cui sopra, viste le norme sopra richiamate, ATTESTA l’esistenza dei nulla osta di conformità alle norme di sicurezza, sanitarie, ambientali e paesistiche; ATTESTA INOLTRE la NON SUSSISTENZA dei requisiti in materia di eliminazione e superamento delle barriere architettoniche in quanto l’intervento è prettamente relativo ad un ambito fortemente naturalistico; DICHIARA la conformità del progetto esecutivo alle norme funzionali per la costruzione delle strade. Letto, confermato e sottoscritto. IL PROGETTISTA Ing. Arch. Marco Carrara …………………………… Visto il Responsabile Unico del Procedimento Arch. Pierangelo Manca ……………………………
Pagina 1 di 3
Direzione: LL.PP., Infrastrutture, Strade, Coordinamento reti e opere idrauliche Servizio Strade e Parcheggi Valorizzazione e tutela del patrimonio stradale
DICHIARAZIONE DI CONFORMITA’ ALLE PRESCRIZIONI DEL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO VIGENTE, ALLE NORME DEL REGOLAMENTO EDILIZIO ai sensi dello articolo 2 comma 60 della legge 23-12-1996, n. 662 e successive modificazioni
PROGETTO DEFINITIVO DEI LAVORI DI RIQUALIFICAZIONE STRADE, SCALETTE, PIAZZE E PERCORSI PEDONALI IN CITTA’ ALTA ANNO 2020 - n° PTLP 2020-53 Via Del Lavanderio L'anno 2020 il giorno 25 del mese di novembre il sottoscritto progettista dei lavori di cui sopra, viste le norme sopra richiamate, DICHIARA che il progetto è conforme alle prescrizioni del Piano di Gestione del Territorio vigente, alle norme del Regolamento edilizio e d’igiene nonché alle norme di sicurezza.
Letto, confermato e sottoscritto
IL PROGETTISTA Ing. Arch. Marco Carrara ……………………………
Visto il Responsabile Unico del Procedimento Arch. Pierangelo Manca
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Direzione: LL.PP., Infrastrutture, Strade, Coordinamento reti e opere idrauliche Servizio Strade e Parcheggi Valorizzazione e tutela del patrimonio stradale
DICHIARAZIONE DI CONGRUITÀ SUI PREZZI
PROGETTO DEFINITIVO DEI LAVORI DI RIQUALIFICAZIONE STRADE, SCALETTE, PIAZZE E PERCORSI PEDONALI IN CITTA’ ALTA ANNO 2020 - n° PTLP 2020-53 Via Del Lavanderio
L'anno 2020 il giorno 25 del mese di novembre il sottoscritto A r c h . P i e r a n g e l o M a n c a quale Responsabile Unico del Procedimento dei lavori a margine indicati, per quanto di competenza, ESPRIME PARERE FAVOREVOLE in ordine all’aggiudicazione dei lavori a margine indicati, ritenendo congrui i prezzi a base d’appalto di cui all’elenco prezzi allegato al progetto. Letto, confermato e sottoscritto.
IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO Arch. Pierangelo Manca …………………………………
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