Guida erco

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Guida

Fondamenti

Arredare con la luce

La guida fornisce informazioni approfondite su tematiche che vanno dai fondamenti fisici dell'illuminazione fino a degli esempi di soluzioni per concrete situazioni di illuminazione e costituisce quindi un'enciclopedia dell'illuminazione delle architetture. I moduli informativi sfruttano le opportunitĂ di interattivitĂ offerte da Internet, ad esempio per rendere in modo intuitivo i fenomeni in cui il fattore tempo riveste un suo ruolo, gli esperimenti e i contrasti tra soluzioni alternative: www.erco.com/guide

Illuminazione di ambienti interni

Illuminazione di ambienti esterni

Programmazione luminosa

Illuminotecnica

Simulazione e calcolo

Glossario

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Fondamenti

Storia

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

Vedere e percepire

Per descrivere la percezione visiva non è sufficiente rappresentare l'occhio come un sistema ottico, ma si deve spiegare anche l'interpretazione dell'immagine. Sia la psicologia della percezione che l'oggetto della percezione contribuiscono alla comprensione di elementi importanti per la progettazione illuminotecnica.

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Guida Fondamenti Storia

Progettazione ­illumi­notecnica quantitativa

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

Progettazione ­illuminotecnica ­qualitativa

Progettazione illuminotecnica finalizzata alla percezione

Fino al XVIII secolo, gli uomini disponevano solo di due sorgenti luminose: la luce naturale del giorno e, fin dall‘età della pietra, della fiamma come sorgente luminosa artificiale. Questi due tipi di illuminazione hanno condizionato per lungo tempo la vita e l‘architettura. Con l‘invenzione dell‘illuminazione a gas, e in seguito delle sorgenti luminose elettriche, ebbe inizio una nuova epoca.

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Guida Fondamenti | Storia Progettazione illuminotecnica quantitativa

Torre per illuminazione in A ­ merica (San José 1885)

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

L‘illuminamento simile alla luce diurna con l‘illuminazione elettrica divenne un problema di profusione di impegno tecnico. Alla fine del XIX secolo, con l‘impiego per l‘illuminazione stradale di luce intensa mediante torri luminose si ottennero più svantaggi che vantaggi, a causa dell‘abbagliamento e delle ombre proiettate. Quindi questa forma d‘illuminazione esterna ebbe vita breve. Se in un primo tempo il problema principale erano le sorgenti luminose inadeguate, in seguito balzò in primo piano il trattamento intelligente di un eccesso di luce. Con l‘espandersi dell‘industrializ­ zazione, nel settore dell‘illumina­ zione degli ambienti di lavoro si fecero ricerche intensive sull‘influsso dell‘intensità e del tipo di illuminazione sull‘efficienza produttiva. Ne nacque un ricco corpus di regole che indicavano sia gli illuminamenti minimi, che le qualità della resa cromatica e la limitazione dell‘abbagliamento. Travalicando il settore degli ambienti di lavoro, questo catalogo normativo servì da linea guida per l‘illuminazione in genere e ancora oggi definisce la prassi della progettazione illuminotecnica. Questo approccio non prendeva però in considerazione la percezione. Rimanevano al di fuori delle regole quantitative dell‘illuminazione le modalità in cui l‘uomo percepisce chiaramente le strutture e l‘illuminazione comunica anche un effetto estetico.

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Guida Fondamenti | Storia Progettazione illuminotecnica qualitativa

Limitandosi a considerare la percezione umana da un punto di vista fisiologico, si perveniva a concetti d‘illuminazione poco soddisfacenti. Fu negli USA, dopo la seconda guerra mondiale, che emersero approcci di una nuova filosofia dell‘illuminazione che non si interrogava più esclusivamente sugli aspetti quantitativi. Allargando la fisiologia dell‘appa­ rato visivo alla psicologia della percezione, si presero in considerazione tutti i fattori dell‘interazione tra il percettore, l‘oggetto visto e la luce come mezzo di comunicazione. La progettazione illuminotecnica finalizzata alla percezione non pensava più prin­cipalmente in concetti quantitativi di illuminamento o distribuzione della luminanza, bensì in fattori qualitativi.

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Guida Fondamenti | Storia Progettazione illuminotecnica finalizzata alla percezione

Richard Kelly

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

William Lam

Negli anni '60 del '900, la progettazione illuminotecnica finalizzata alla percezione iniziò a considerare l‘essere umano, con le sue esigenze, come fattore attivo della percezione e non più come semplice recettore di un ambiente visivo. Il progettista analizzava quale valore di posizione possedessero singole aree e funzioni. Sulla base di questo modello di significato divenne possibile pensare all‘illuminazione come terzo fattore, dandole forma adeguata. Questo richiedeva criteri qualitativi e un vocabolario adeguato, che permettesse di descrivere sia i requisiti di un impianto di illuminazione, che le funzioni della luce.

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Guida Fondamenti | Storia | Storia Progettazione illuminotecnica finalizzata alla percezione Richard Kelly

Introduzione

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Richard Kelly (1919-1977) è stato un pioniere della progettazione illuminotecnica qualitativa, che riassume in un concetto unitario gli stimoli tratti dalla psicologia della percezione e dall‘illuminazione scenica. Kelly si svincolò dal principio di un illuminamento unitario come criterio centrale della progettazione illuminotecnica, sostituendo il problema della quantità della luce con quello delle singole qualità della luce stessa, secondo una serie di funzioni dell‘illuminazione orientate all‘osservatore che le percepisce. Negli anni '50 del '900 Kelly elabo­ rò una distinzione fra tre funzio­ni fondamentali: ambient luminescence (luce per vedere), focal glow (luce per guardare) e play of brilliants (luce per osservare).

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Guida Fondamenti | Storia | Storia Progettazione illuminotecnica finalizzata alla percezione Richard Kelly Luce per vedere Kelly indicò come prima e fonda­ mentale forma della luce il concetto di «ambient luminescence», traducibile come «luce per vedere». Questo elemento provvedeva un‘illuminazione generale dell‘ambiente, assicurando che al suo interno fossero visibili lo spazio, nonché gli oggetti e le persone che vi si trovavano. Questa forma d‘illuminazione, che fornisce la possibilità generale di orientamento e azione, per il suo indirizzo onnicomprensivo e uniforme coincideva in larga misura con le definizioni dell‘illuminotecnica quantitativa. Tuttavia, a differenza di questa, la luce per vedere

non era la finalità, bensì solo la base di una progettazione illuminotecnica che andava oltre. Non si cercava di ottenere un‘illuminazione «di massa» con un supposto illuminamento ottimale, bensì un‘illuminazione differenziata, costruita sul livello di base della ambient light.

Luce per guardare Per arrivare a una differenziazione, Kelly introdusse una seconda forma di luce, da lui denominata «focal glow», traducibile come «luce per guardare». Con questa forma si assegnava per la prima volta alla luce il compito esplicito di contribuire attivamente alla trasmissione di informazioni. Si teneva conto così del fatto che le zone illuminate attirano istintivamente l‘attenzione delle persone. Una distribuzione opportuna delle luminosità permetteva di mettere ordine nella congerie delle infor­mazioni di un ambiente. Le zone con le informazioni più importanti venivano evidenziate da

un‘illuminazione accentuata, mentre le informazioni seconda­ rie o fastidiose erano messe in secondo piano da un livello inferiore d‘illuminazione. Si facilitava così la rapidità e la sicurezza delle informazioni. L‘ambiente visivo veniva riconosciuto nelle sue strutture e nel significato dei suoi oggetti. Ciò valeva ugualmente sia per l‘orientamento nello spazio – ad es. per una rapida differenzia­ zione tra un ingresso principale e uno secondario – che per l‘accen­ tuazione di oggetti, ad esempio per la presentazione di articoli merceologici o per mettere in risalto la scultura più pregiata di una collezione.

Luce per osservare La terza forma della luce, «play of brilliants» o «luce per osservare», derivava dalla consapevolezza che la luce non solo può guidare l‘attenzione sulle informazioni, ma rappresenta un‘informazione di per sé. Questo valeva in particolare per gli effetti di brillanza quali quelli creati da sorgenti luminose puntiformi su superfici a specchio o rifrangenti. Ma anche la sorgente luminosa stessa poteva essere percepita come brillante. La «luce per osservare» conferiva vita e atmosfera soprattutto agli ambienti di rappresentanza. L‘effetto che si otteneva tradizionalmente con i lampadari a bracci e la fiamma delle candele poteva essere raggiunto anche in una moderna progettazione illuminotecnica con l‘impiego mirato di sculture luminose o con la produzione di brillanza sui materiali illuminati.

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Guida Fondamenti | Storia | Storia Progettazione illuminotecnica finalizzata alla percezione Richard Kelly Glass House Architetto: Philip Johnson Ubicazione: New Canaan, ­Connecticut, 1948-1949 Kelly sviluppò con la Glass House i principi fondamentali dell‘illuminazione per interni ed esterni da lui poi applicati in seguito in numerosi edifici commerciali e abitativi. Per la luce del sole Kelly evitò le imposte, che a suo parere disturbavano la veduta e compromettevano il senso di ampiezza spaziale. Per ridurre il forte con­ trasto di luminosità durante il giorno fra interno ed esterno si servì di un‘illuminazione attenuata delle pareti interne. Per la notte sviluppò un concetto che teneva conto del rispecchiamento della facciata in vetro e conservava il senso di spazio. Kelly consigliò per l‘interno l‘uso di candele, per produrre riflessi e un‘atmosfera stimolante. All‘esterno, l‘illuminazione ottenuta con diversi componenti consentivano la vista dal soggiorno e producevano profondità spaziale: dei proiettori sul tetto illuminavano il prato davanti all‘edificio e gli alberi vicini alla casa. Altri proiettori mettevano

in risalto gli alberi a distanza intermedia e quelli più lontani, in modo da rendere visibile lo sfondo paesaggistico. Le illustrazioni sono state cortesemente messe a disposizione dalla collezione Kelly.

Seagram Building Architetti: Ludwig Mies van der Rohe e Philip Johnson Ubicazione: New York, New York, 1957 La visione elaborata per il Seagram Building era quella di una torre di luce individuabile da lontano. In collaborazione con Mies van der Rohe e Philip Johnson, Kelly raggiunse questo scopo facendo rilucere l‘edificio dall‘interno – con soffitti luminosi nei piani degli uffici. L‘accensione a due stadi delle lampade fluorescenti consentiva di risparmiare energia durante la notte. L‘area illuminata alla base dava l‘impressione che il grattacielo galleggiasse al di sopra della strada. L‘illuminazione verticale uniforme del centro dell‘edificio, ottenuta con apparecchi da incasso a soffitto, garantiva di sera una visione straordinaria dell‘interno dell‘edifi­cio. Un tappeto di luce prosegui­va dall‘interno verso la piazza antistante. Per ottenere durante il giorno l‘uni­tarietà della prote­zione dal sole sulla facciata, le imposte a veneziana sulle finestre potevano essere regolate solo su tre posizioni: aperta, chiusa e aperta a metà.

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Guida Fondamenti | Storia | Storia Progettazione illuminotecnica finalizzata alla percezione Richard Kelly New York State Theater Lincoln Center for the Performing Arts Architetto: Philip Johnson Ubicazione: New York, New York, 1965 Per il New York State Theater, Kelly studiò le strutture dei cristalli per elaborare i lampadari della sala e l‘illuminazione del parapetto della balconata del foyer. Il lampadario della sala, del diametro di circa tre metri, era composto da un gran numero di piccoli «diamanti di luce». Nel foyer, gli apparecchi posti sulla balconata dovevano apparire come i gioielli di una corona e sottolineare la nobiltà dell‘ambiente. Le sorgenti luminose, schermate verso il lato anteriore, con la loro struttura sfaccettata producevano riflessi intensi all‘interno. Ne risultavano effetti di brillanza paragonabili allo scintillio delle pietre preziose. Kelly ideò inoltre anche l‘illumina­ zione delle altre aree del Lincoln Center, ad eccezione dell‘interno della Metropolitan Opera House.

Kimbell Art Museum Architetto: Louis I. Kahn Ubicazione: Fort Worth, Texas, 1972 L‘abile uso della luce naturale nel Kimbell Art Museum fu frutto della collaborazione tra Louis Kahn e Richard Kelly. Kahn progettò una serie di gallerie, orientate da nord a sud, con coperture a volta che presentavano al centro una fuga luminosa. Kelly progettò il sistema di guida della luce con la lamiera di alluminio curva attraverso la cui perforazione penetrava la luce diurna per smorzare il contrasto tra il riflettore e la volta in calcestruzzo illuminata dalla luce diurna stessa. La porzione centrale dello schermo di alluminio fu lasciata senza perforazione per bloccare la luce solare diretta. Nelle zone che non esigevano la protezione dai raggi UV, quali l‘ingresso o il ristorante, fu impiegato un riflettore con perforazione completa. Per calcolare la sagoma del riflettore e le caratteristiche luminose da prevedersi si fece già allora ricorso a programmi informatici. Sul lato inferiore del sistema di orientamento della luce furono integrati binari elettrificati e faretti. Per i cortili interni, Kelly suggerì l‘uso di piante per smorzare la luce del giorno troppo violenta per gli ambienti interni.

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Guida Fondamenti | Storia | Storia Progettazione illuminotecnica finalizzata alla percezione Richard Kelly Yale Center For British Art Architetto: Louis I. Kahn Ubicazione: New Haven, ­Connecticut, 1969-1974 Louis Kahn sviluppò insieme a Kelly un sistema di lucernari per l‘illuminazione dello Yale Center for British Art. Il compito assegnato dal museo era quello di illuminare le opere esclusivamente con luce diurna sia nelle giornate soleggiate che in quelle nuvolose. Solo in caso di luce diurna molto ridotta si doveva ricorrere all‘illuminazione artificiale. I lucernari a cupola, con la struttura lamellare a montaggio fisso sul lato superiore, lasciavano penetrare nell‘edificio luce da nord diffusa ed evitavano che la luce cadesse direttamente sulle pareti o sul pavimento dagli alti lucernari a pozzo. I lucernari si componevano della cupola superiore in plexiglas con protezione anti-UV e di una struttura a sand­wich formata da un pannello in plastica traslucida come protezione antipolvere, un diffusore ad alta rilucenza e una lente prismatica in acrilico a due strati sul lato inferiore. Sul lato inferiore delle cupole erano disposti binari elettrificati che sostenevano wall­ washer e faretti. Il processo di progettazione fu accompagnato dalla costruzione di modelli in scala 1:1.

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Guida Fondamenti | Storia | Storia Progettazione illuminotecnica finalizzata alla percezione William Lam

Introduzione

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William M. C. Lam (1924-), uno dei sostenitori più impegnati di una progettazione illuminotecnica ad orientamento qualitativo, elaborò negli anni '70 del '900 un catalogo di criteri, un vocabolario sistematico per la descrizione contestualizzata dei requisiti di un impianto d‘illuminazione. Lam distingueva due principali gruppi di criteri: gli «activity needs», cioè le esigenze che scaturiscono dalle attività svolte in un ambiente visivo, e i «biological needs», che riassumono i requisiti psicologici di un ambiente visivo validi in ogni contesto.

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Guida Fondamenti | Storia | Storia Progettazione illuminotecnica finalizzata alla percezione William Lam

Orientamento

Ora

Tempo

Ambiente

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Activity needs Gli «activity needs» descrivono le esigenze che scaturiscono dalle attività svolte in un ambiente visivo. Sono decisive per questi requisiti le caratteristiche delle esigenze visive presenti nel concreto. L‘analisi degli activity needs coincide in larga misura con i criteri dell‘illuminazione quantitativa. In questo campo si ha una concordanza sostanziale anche con gli obiettivi della progettazio­ ne illuminotecnica. Si tende ad ottenere un‘illuminazione funzio­ nale che crei le condizioni otti­ mali per l‘attività da considerare – si tratti di lavoro, di spostamento nello spazio o di tempo libero. Diversamente dagli esponenti

dell‘illuminotecnica quantitativa, Lam si pone in posizione critica nei confronti di un‘illuminazione pervasiva basata sull‘esigenza visiva di volta in volta più impegnativa. È invece più propenso a un‘analisi differenziata di tutte le esigenze visive, in base a luogo, tipologia e frequenza.

Biological needs Per Lam è più importante il secondo complesso del suo sistema, quello che include i «biologi­ cal needs». I «biological needs» riassumono i requisiti psicologici di un ambiente visivo validi in ogni contesto. Mentre gli activity needs derivano da un rapporto consapevole con l‘ambiente e tendono alla funzionalità dell‘ambito visivo, i biological needs comprendono esigenze per lo più inconsce, fondamentali per la valutazione emozionale di una situazione. Il loro obiettivo è il senso di benessere nell‘ambiente visivo. Nella sua definizione, Lam parte dal presupposto che soltanto in momenti di massima concentrazione la nostra attenzione si rivolge su un‘unica esigenza visiva. Quasi sempre l‘attenzione visiva umana si espande all‘osservazione di tutto l‘ambiente circostante. In questo modo le variazioni dell‘ambiente possono

essere percepite immediatamente, adattando senza indugio il comportamento alla nuova situazione. La valutazione emozionale di un ambiente visivo dipende in non piccola misura dal fatto di offrire chiaramente le informazioni necessarie o, viceversa, di tenerle celate all‘osservatore.

Orientamento Fra i requisiti psicologici fondamentali imposti a un ambiente visivo, Lam pone al primo posto l‘esigenza di un chiaro orientamento. L‘orientamento può essere inteso qui in primo luogo in senso spaziale. Quindi si riferisce alla riconoscibilità della meta e del percorso per arrivarvi, alla posizione nello spazio degli ingressi, delle uscite e delle offerte specifiche di un ambiente, si tratti di una reception o del reparto di un grande magazzino. L‘orientamento include però anche informazioni su altri aspetti dell‘ambiente, per es. l‘ora del giorno, il tempo atmosferico o quello che avviene intorno. In assenza di queste informazioni, come avviene ad es. negli ambienti chiusi dei grandi magazzini o nell‘atrio dei grandi edifici, l‘ambiente è percepito come artificioso e opprimente; solo lasciando l‘edificio si recu­ pera il deficit informativo. 13


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Guida Fondamenti | Storia | Storia Progettazione illuminotecnica finalizzata alla percezione William Lam

Sicurezza

Strutturazione

Veduta

Esposizione al pubblico

Comunicazione

Comprensibilità Un secondo gruppo di esigenze psicologiche mira all‘intelligibilità e comprensibilità delle strutture circostanti. In questo caso è importante innanzi tutto la visibilità sufficiente di tutte le zone dello spazio, decisiva per il senso di sicurezza in un ambiente visivo. Gli angoli bui, per es. nei sottopassaggi o nei corridoi dei grandi edifici, nascondono i possibili pericoli altrettanto quanto le zone con illuminazione eccessivamente abbagliante. L‘intelligibilità tuttavia non solo mira alla visibilità completa, ma include anche la strutturazione, il bisogno di un ambiente chiaro e ordinato. L‘essere umano sente come positiva una situazione in cui, pur essendo chiaramente individuabili la forma e la struttura dell‘architettura circostante, le zone più importanti spiccano nettamente su questo sfondo. Invece di una valanga di informazioni disorganizzate

e magari contraddittorie, uno spazio si presenta in questo modo con una quantità ragionevole di caratteristiche chiaramente ordinate. Per allentare la tensione è importante anche la presenza di una veduta sull‘esterno o di punti di vista interessanti, ad es. un‘opera d‘arte.

Comunicazione Un terzo settore include l‘equilibrio tra il bisogno umano di comu­ nicazione e l‘esigenza di una sfera privata definita. In questo caso entrambi gli estremi, sia l‘isolamento completo che la completa esposizione al pubblico, sono avvertiti come negativi; uno spazio, pur permettendo il contatto con gli altri, dovrebbe al tempo stesso consentire anche di definire zone private. Una zona privata di questo tipo può essere creata ad es. da un‘isola luminosa che evidenzia rispetto all‘ambiente un gruppo di sedute o un tavolo da riunioni all‘interno di uno spazio più grande.

Contemplazione

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Guida Fondamenti Vedere e percepire

Fisiologia dell‘occhio

Psicologia della vista

Percezione delle forme

Oggetti della percezione

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Costanza

Attraverso l’occhio raccogliamo la maggior parte delle informazioni sull‘ambiente che ci circonda. La luce non è solo una condizione ed un mezzo visivo; con la sua intensità, la sua distribuzione e le sue caratteristiche crea determinati fattori che influenzano la nostra percezione. La progettazione luminosa è quindi la progettazione dell‘ambiente visivo dell‘uomo – il suo obiettivo è quello di ottenere delle condizioni in cui la percezione consenta di lavorare efficacemente, di orientarsi con sicurezza, di procurare una sensazione di piacevolezza dell‘ambiente cogliendone gli aspetti estetici. Le caratteristiche fisiche di una situazione luminosa possono essere calcolate e misurate; l‘aspetto che determina il successo di un concetto illuminotecnico è però l‘effetto sull‘uomo, la sua percezione soggettiva.

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Guida Fondamenti | Vedere e percepire Fisiologia dell‘occhio

Sunlight Overcast sky Task lighting Circulation zone lighting Street lighting Moonlight

Sistemi ottici

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Ricettori

Adattamento

Per la descrizione della percezione visiva dell‘uomo non basta descrivere l‘occhio in quanto sistema ottico. La percezione effettiva non consiste tanto nella riproduzione dell‘ambiente sulla retina, quanto nell‘interpretazione di questa riproduzione; nella distinzione di oggetti con caratteristiche costan­ti anche quando si trovano in ambienti differenti.

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Guida Fondamenti | Vedere e percepire | Fisiologia dell‘occhio Sistemi ottici

Occhio e macchina ­fotografica

Aberrazione sferica. Gli oggetti raffigurati sono distorti per la curvatura della retina.

Aberrazione cromatica. Raffigurazione non nitida dovuta alle diverse rifrazioni dei colori dello spettro cromatico.

Prospettiva

Percezione costante di una forma nonostante la modifica dell‘immagine sulla retina per il cambiamento di prospettiva

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L‘approccio per illustrare il procedimento di percezione è quello del raffronto tra l‘occhio ed una macchina fotografica: nella macchina fotografica l‘immagine inversa di un oggetto viene proiettata sulla pellicola attraverso un sistema di lenti regolabili; il diaframma regola la quantità della luce. Dopo lo sviluppo e l‘inversione dell‘ingrandimento si ha un‘immagine visibile e bidimensionale dell‘oggetto. Allo stesso modo nell‘occhio si ha la proiezione sul fondo dell‘occhio di un‘immagine inversa attraverso una lente deformabile, l‘iride assume la funzione del diaframma e la retina, sensibile alla luce, assume il ruolo della pellicola. Dalla retina l‘immagine viene trasportata dal nervo ottico fino al cervello dove, nella regione del cervello detta corteccia visiva, viene nuovamente raddrizzata per prenderne coscienza. Nell‘occhio ci sono differenze tra l‘effettiva percezione e l‘immagine sulla retina. Ciò è dovuto alla distorsione dell‘immagine dovuta dalla proiezione sulla superficie curva della retina e dall‘aberrazio-

ne cromatica – i raggi di luce di diverse lunghezze d‘onda hanno diverse rifrazioni, quindi attorno agli oggetti si formano degli anelli di colore. Questo errore viene corretto dal cervello nell‘elaborazione dell‘immagine.

Quando vengono percepiti degli oggetti con una data disposizio­ -ne nello spazio, sulla retina si hanno delle immagini in prospettiva distorte. Si ha così ad esempio che un rettangolo visto da una data angolazione assume un‘immagine trapezoidale sulla retina. Tale immagine potrebbe anche essere una superficie trapezoidale vista da davanti. Viene percepita però solo una forma, il rettangolo che effettivamente ha dato luogo all‘immagine. Questa percezione di una forma rettangolare rimane addirittura costante quando l‘osservatore o l‘oggetto si muovono, anche se la forma dell‘immagine proiettata sulla retina cambia continuamente al variare della prospettiva.

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Guida Fondamenti | Vedere e percepire | Fisiologia dell‘occhio Ricettori

Ricettori

Esistono due tipi diversi di ricettori: i coni ed i bastoncelli. La loro distribuzione non è uniforme. C‘è un punto, detto «punto cieco», in cui non vi sono ricettori, perché lì i fasci dei nervi ottici sfociano nella retina.

Densità dei ricettori

Sulla retina c‘è un‘area caratterizzata da una densità di ricettori particolarmente elevata, detta fovea, situata nel punto focale del cristallino. In quest‘area cen­trale si trova una quantità estremamente elevata di coni, mentre la densità dei coni è molto minore nelle aree periferiche. Lì si trovano invece i bastoncelli, che sono completamente assenti nella fovea.

Numero N di coni e bastoncelli sul fondo dell‘occhio in funzione dell‘angolo visivo

Bastoncelli

Sensibilità relativa alla luce di coni V e bastoncelli V‘ in funzione della lunghezza d‘onda

Coni

Sensibilità dei coni ai colori dello spettro di luce in funzione delle lunghezze d‘onda.

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Tra i due sistemi quello che nella storia dell‘evoluzione si è svilup­ pato per primo è quello dei bastoncelli. Le sue caratteristiche consistono in una elevata sensibilità alla luce ed una grande capacità di percezione del movimento a tutto campo. D‘altra parte con i bastoncelli non è possibile distinguere i colori, la nitidezza della visione è limitata e non si può focalizzare la vista su di un oggetto, ossia non lo si può osservare meglio portandolo al centro del

campo visivo. Vista la sua grande sensibilità alla luce il sistema dei bastoncelli è attivato per la vista notturna in presenza di un illuminamento inferiore a circa 1 lx; le particolarità della vista notturna – soprattutto la mancata percezione dei colori, la limitata nitidezza e la migliore visibilità di oggetti poco luminosi nella periferia del campo visivo – vengono spiegate riconducendole alle caratteristiche del sistema a bastoncelli.

I coni costituiscono un sistema con caratteristiche differenti, che definisce la nostra vista in presenza di maggiore intensità della luce, ossia in presenza di illuminazione diurna o artificiale. Il sistema a coni è dotato di una minore sensibilità alla luce ed è concentrato nell‘area centrale del fondo dell‘occhio ed attorno alla fovea. Permette di distinguere i colori e di vedere con nitidezza gli oggetti osservati e focalizzati, la cui immagine viene indirizzata sulla fovea. A differenza dei bastoncelli non consentono di percepire in modo omogeneo l‘intero campo visivo; il punto di percezione ottimale è il centro del campo visivo stesso. Il margine del campo visivo non

è comunque ininfluente; se vi vengono percepiti dei fenomeni interessanti lo sguardo viene immediatamente rivolto verso tale punto per foca­lizzarlo nella fovea ed essere meglio percepito. Uno dei motivi più importanti per il direzionamen­to dello sguardo, oltre al presentarsi di movimenti o di colori o forme che attraggono l‘attenzione, è la presenza di una maggiore luminanza: lo sguardo e l‘attenzione delle persone vengono cioè guidati dalla luce.

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Guida Fondamenti | Vedere e percepire | Fisiologia dell‘occhio Adattamento

Giorno e notte E (lx) 100 000 10 000 1000 100 10 1

Sunlight Overcast sky Task lighting Circulation zone lighting Street lighting Moonlight

Sunlight Incandescent lamp (matt finish) Fluorescent lamp Sunlit Clouds Blue sky Luminous ceiling Louvred luminaires Preferred values in interior spaces White paper at 500 lx Monitor (negative) White paper at 5 lx

L (cd/m2) 1000 000 000 100 000 10 000 10 000 5 000 500 100 50–500 100 10–50 1

stella nel cielo notturno, anche Una delle prestazioni più note­se nell‘occhio raggiunge un illuvoli dell‘occhio è la sua capacità minamento di soli 10-12 lx. di adattarsi alle diverse condizioni di illuminazione; possiamo percepire l‘ambiente che ci circonda sia al chiaro di luna che sotto la luce del sole, anche se gli illuminamenti in un caso sono 100000 volte maggiori che nell‘altro. La capacità dell‘occhio si estende addirittura ad un ambito ancora maggiore – viene percepita anche la debole luce di una

Illuminamenti tipici E e luminanze tipiche L per luce diurna ed illumi­nazione artificiale

Luminanza

1 2 3 4

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6 -8

5

10

-6

10

-4

10

-2

10

0

7 L (cd/m2) 10 2 10 4 10 6 10 8

Fasce di luminanza L della visione con bastoncelli (1), della visione mesopica (2) e della visione con coni (3). Luminanze (4) e luminanze preferite (5) negli ambienti interni. Soglia visiva assoluta (6) e soglia dell‘abbagliamento assoluto (7)

Tempo di adattamento

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La capacità di adattamento agli illuminamenti è resa possibile solo in piccola parte dalla pupilla; la gran parte dell‘adattamento è opera della retina. Le aree di diversa intensità luminosa sono percepite dal sistema di coni e bastoncelli; il sistema di bastoncelli è efficace nella visione notturna (visione scotopica), i coni permettono la visione diurna (visione fotopica), mentre nelle fasi intermedie, come il crepuscolo, entrambe i sistemi di ricettori sono attivi (visione mesopica). Pur essendo in grado di percepire una gamma molto ampia di luminanze, per la percezione dei contrasti in ciascuna situazione dell‘illuminazione si hanno dei limiti molto più ristretti. Ciò è dovuto al fatto che l‘occhio non può coprire l‘intera gamma di luminanze allo stesso tempo, ma

si adatta di volta in volta ad una data fascia di luminanze ristretta nella quale può attuare una percezione differenziata. Gli oggetti dotati di una luminanza eccessiva per una data situazione di adat­ tamento, abbagliano, appaiono cioè come un chiarore indifferen­ ziato; gli oggetti di luminanza troppo ridotta appaiono al contrario come una zona scura indifferenziata.

Il riadattamento a situazioni più luminose avviene in modo relativamente rapido, mentre l‘adattamento al buio richiede un tempo sensibilmente maggiore. Dei chiari esempi a tal proposito sono la sensazione di abbagliamento nel passaggio da una sala buia di un cinema alla luce diurna, oppure la cecità provvisoria nell‘entrare in un ambiente dall‘illuminazione minima. Il fatto che i contrasti di luminanza possono essere elabo-

rati in una data misura dall‘occhio ed il fatto che l‘adattamento ad un nuovo livello di illuminazione richiede del tempo hanno degli effetti nella progettazione illuminotecnica; ad esempio si può avere la programmazione di diversi gradi di luminanza in un dato ambiente o l‘adattamento del livello di illuminazione alle aree vicine.

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Guida Fondamenti | Vedere e percepire Psicologia della vista

Contorno

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Forma complessiva

Colori

Per la comprensione della percezione visiva non è tanto significativo il trasporto delle informazioni fornite dall‘immagine quanto il processo di elaborazione di tali informazioni, la costruzione dell‘impressione visiva. La questione è se la capacità dell‘uomo di percepire ordinatamente l‘ambiente che lo circonda sia innata o debba essere appresa. Ci si chiede inoltre se per la percezione dell‘immagine siano responsabili solamente le impressioni sensoriali provenienti dall‘esterno o se il cervello trasformi questi stimoli in un‘immagine percettiva impiegando dei principi di classificazione propri. Non è possibile rispondere in modo univoco a queste domande; la psicologia della percezione su questi punti si divide in diverse posizioni.

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Guida Fondamenti | Vedere e percepire | Psicologia della vista

Contorno

L‘esperienza e le aspettative che da essa derivano possono avere un effetto tale che le parti mancanti di una forma vengano completate o i singoli dettagli vengono percepiti diversamente per adattare l‘oggetto alle aspettative. La percezione della forma in assenza di contorni può in questo caso avvenire solamente per via delle ombre.

Forma complessiva

L‘esperienza fa sì che la forma completa venga riconosciuta rendendo visibili dei dettagli rilevanti.

Colori

La grafica evidenzia il conformarsi di un colore al modello di volta in volta percepito. Il colore del punto centrale grigio si adatta al bianco o al nero dei modelli percepiti.

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E

Guida Fondamenti | Vedere e percepire Costanza

Luminosità

Andamento della luminanza

Spazialità

Struttura della parete

Cono luminoso

Percezione dei colori

Prospettiva

Grandezza

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Siccome per uno stesso oggetto, in seguito alla variazione dell‘illuminazione, della distanza o della prospettiva, si hanno immagini sulla retina di diversa forma, dimensione e distribuzione della luminosità, ci devono essere dei meccanismi che consentono di identificare gli oggetti e le loro caratteristiche e di percepirli in modo costante. Per spiegare il funzionamento della percezione in questo caso non basta un unico semplice approccio. Sono proprio gli errori di percezione che offrono la possibilità di valutare i modi in cui la percezione funziona e gli obbiettivi che si prefigge.

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E

Guida Fondamenti | Vedere e percepire | Costanza

Luminosità

Il fatto che l‘area grigia venga percepita come un grigio chiaro se circondata dal nero e venga percepita come grigio scuro se circondata dal bianco è spiegato dall‘elaborazione diretta degli sti­moli percepiti – il chiarore deriva dal rapporto tra il chiarore dell‘area grigia e quello delle aree immediatamente attorno ad essa. Ne risulta quindi un‘impressione visiva che si basa esclusivamente sulle impressioni sensoriali prodotte dall‘esterno e non viene influenzata dai criteri di classificazione mentali.

La percezione del chiarore dell‘area grigia dipende dall‘ambiente circostante: per un ambiente chiaro lo stesso identico grigio appare più scuro che per un ambiente scuro.

Andamento della luminanza

La continuità della luminanza sulla parete viene interpretata come una caratteristica dell‘il­ luminazione, il grado di riflessione della parete viene percepito come costante. La tonalità di grigio della superficie a contorni nitidi viene invece interpretata come una caratteristica materiale, anche se la sua luminanza è ­identica alla luminanza dell‘angolo della stanza.

Spazialità

L‘andamento della luminanza può derivare dalla forma dell‘oggetto illuminato; esempi in tal senso sono le forme delle ombre caratteristiche di corpi solidi come i dadi, i cilindri o le sfere.

L‘impressione dell‘ambiente è definita dall‘incidenza della luce dall‘alto.

Ruotando l‘immagine variano i rilievi e le profondità.

La forma dell‘ambiente può essere riconosciuta solo grazie alla forma delle ombre.

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E

Guida Fondamenti | Vedere e percepire | Costanza

Struttura della parete

Su di una parete non strutturata le figure luminose diventano una figura dominante.

Su di una parete strutturata le figure luminose vengono invece interpretate come sfondo, e non vengono percepite.

Luminanze non uniformi possono causare percezioni non chiare e fuorvianti. L‘esempio mostra un cono luminoso proiettato sulle pareti in modo non regolare e ­senza tener conto dell‘architettura. L‘attenzione dell‘osservatore viene deviata su di una forma creata dalle diverse luminanze che non è spiegabile né con le caratteristiche della parete, né come particolarità appositamen­ te creata con l‘illuminazione. Le luminanze dovrebbero quindi essere sempre riconducibili alle architetture dell‘ambiente, soprattutto se non sono omo­genee.

I coni luminosi che non seguono la struttura architettonica dell‘am­biente vengono percepiti come disturbi, come figure a sé stanti.

Cono luminoso

La posizione del cono di luce è decisiva perché esso venga percepito come sfondo o come forma fastidiosa. Il cono di luce che non corrisponde alle geometrie della superficie dell‘immagine viene percepito come un disturbo, una figura a sé stante.

Percezione dei colori

Come per la percezione delle luminosità, anche la percezione dei colori dipende dai colori circostanti e dal tipo di illuminazione. La necessità dell‘interpretazione delle impressioni cromatiche deriva soprattutto dalla presenza di colori in costante cambiamento nell‘ambiente. Così i colori vengono percepiti costantemente, sia nella luce bluastra del cielo coperto che nella luce calda dei raggi diretti del sole – invece delle fotografie scattate nelle stesse condizioni mostrano le ­prevedibili discrepanze cromati­ che in funzione del tipo di illu­ minazione.

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E

Guida Fondamenti | Vedere e percepire | Costanza

Prospettiva

L‘errore nella valutazione di linee della stessa lunghezza mostra come la dimensione percepita di un oggetto non dipende solo dalla dimensione dell‘immagine formata sulla retina, ma che si tiene conto anche della distanza apparente dell‘osservatore dall‘oggetto stesso. Al contrario gli oggetti di dimensioni note vengono anche utilizzati per stiL‘interpretazione delle prospettive mare le distanze o le dimensioni conduce ad un‘illusione ottica. La di altri oggetti ad essi vicini. Nelle linea verticale posteriore sembra esperienze quotidiane il meccapiù lunga di quella anteriore, pur nismo è sufficiente per percepire essendo della stessa lunghezza. in modo affidabile gli oggetti e le loro dimensioni. Così una persona molto distante non viene percepita come un nano ed una casa all‘orizzonte non viene percepita come una scatola. Solo in situazioni estreme la percezione fallisce: dall‘aeroplano gli oggetti appaiono minuscoli e gli oggetti a distanze ancora maggiori, come ad esempio la luna, danno un‘immagine di sé totalmente inaffidabile.

Grandezza

Costanza della percezione delle dimensioni. Con l‘interpretazione in prospettiva dell‘immagine, nonostante le diverse grandezze delle immagini proiettate sulla retina, le dimensioni degli apparecchi vengono percepite come uguali.

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Per la percezione delle dimensioni si ha anche un confronto della deformazione prospettica degli oggetti. I trapezoidi e le ellissi proiettate sulla retina vengono considerati tenendo conto dell‘angolo con cui l‘oggetto viene visto, per valutare se possano essere percepiti come proiezioni di oggetti solidi costanti, rettangolari o circolari.

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E

Guida Fondamenti | Vedere e percepire Percezione delle forme

Forma chiusa

Vicinanza

Parte interna

Simmetria

Forme di larghezza omogenea

Linee continue

Buon allestimento

Omogeneità

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Prima che una caratteristica possa essere assegnata ad un oggetto, essa dev‘essere riconosciuta, ossia dev‘essere distinta da ciò che la circonda. Dalla procedura di interpretazione si possono formulare delle regole in base alle quali determinate disposizioni vengono riassunte in figure, in oggetti percepiti. Le regole di interpretazione sono di interesse pratico anche per il progettista illuminotecnico. Ogni impianto di illuminazione è composto da una disposizione di apparecchi di illuminazione sul soffitto, sulle pareti o nell‘ambiente. Tale disposizione non viene percepita immediatamente, ma organizzata in figure in base alle regole dell‘interpretazione. L‘architettura circostante e gli effetti luminosi degli apparecchi creano ulteriori figure che vengono prese in considerazione nella percezione.

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E

Guida Fondamenti | Vedere e percepire | Percezione delle forme

Forma chiusa

Un principio significativo della percezione è la tendenza ad interpretare le forme chiuse come figure.

Vicinanza

Gli apparecchi vengono allacciati a coppie.

Quattro punti vengono collegati formando un quadrato.

Gli elementi disposti uno accanto all‘altro vengono raggruppati in base alla regola della vicinanza e formano un‘unica figura. Nell‘esempio qui a fianco si vede dapprima un cerchio, e solo in seguito una disposizione anulare dei punti. L‘organizzazione dei punti è così forte che le linee di collegamento pensate tra i singoli punti non sono rette ma curve; ne deriva quindi un cerchio perfetto, e non un poligono.

A partire da otto punti si forma un cerchio.

Parte interna

Per le curve aperte si crea una figura nella parte interna della linea.

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Anche le immagini circostanti non complete possono essere percepite come figure. Una forma compiuta si trova sempre all‘interno della linea di delimitazione – l‘effetto della linea nella defini­ zione della forma vale quindi in una sola direzione. In genere questa parte interna è identica alla parte concava di una limitazione che la circonda. Ciò ha come con­ seguenza che anche per le curve aperte o per gli angoli si ha una percezione di una forma, che rende visibile una figura interna alla linea e quindi un‘area in parte non delimitata. Se in questo modo si ottiene un significato plausibile del modello iniziale, l‘effetto della parte interna può essere molto forte.

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E

Guida Fondamenti | Vedere e percepire | Percezione delle forme

Simmetria

Con la simmetria il montaggio semplice e logico diventa un criterio per percepire una forma in quanto figura, mentre le strutture più complesse dello stesso campione scompaiono alla percezione in uno sfondo apparentemente omogeneo. Aggiungendo due apparecchi quadrati ai downlight rotondi si riorganizza la disposizione in base ad una regola estetica simmetrica creando due complessi da cinque apparecchi.

Forme di larghezza ­omogenea

Anche senza una rigida simmetria si può distinguere una figura nitidamente.

Linee continue

Dalle forme parallele e di omogenea larghezza si diffonde un effetto simile. In questo caso non si è in presenza di una rigida simmetria, si può però comunque riconoscere un chiaro principio organizzativo che conduce ad una percezione preferenziale di una figura. In tale processo due linee parallele denotano un comportamento analogo.

Una regola fondamentale di rappresentazione consiste nel preferire le linee, diritte o curve, e nell‘evitare quindi angoli e ­diramazioni. La tendenza a ­percepire linee continue è tanto forte da poter influenzare l‘intera interpretazione di un‘immagine. Regola di rappresentazione delle linee continue. La disposizione viene interpretata come un incrocio tra due linee.

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E

Guida Fondamenti | Vedere e percepire | Percezione delle forme

Buon allestimento

Per le forme piatte le linee continue costituiscono una regola di buona progettazione. Le forme vengono organizzate in modo da ottenere delle figure ordinate, le più semplici possibile.

La disposizione dei downlight, secondo una regola di progettazione, viene raggruppata su due linee.

Omogeneità

Gli apparecchi dello stesso tipo vengono raggruppati.

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La disposizione è concepita come una sovrapposizione di due rettangoli.

Oltre alla disposizione nello spazio, per il raggruppamento è determinante anche la costituzione delle forme stesse. Le forme nell‘esempio qui a fianco non vengono quindi organizzate in base alla loro vicinanza o ad un possibile asse di simmetria, ma vengono riunite in gruppi di ugual forma. Il principio della similitudine è efficace anche quando le forme di un gruppo non sono uguali ma solo simili.

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E

Guida Fondamenti | Vedere e percepire Oggetti della percezione

Attività

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Informazione

Sociale

La percezione però non considera ogni oggetto del campo visivo senza distinzione; già la preferenza dell‘area foveale, il fissare piccole diverse sezioni del campo visivo, mostra che il processo di percezione è mirato su determinate aree. Questa selezione non è evitabile, perché il cervello non è in grado di elaborare tutte le informazioni visive che provengono dal campo visivo; essa è tra l‘altro sensata, perché non tutte le informazioni che possono essere lette dall‘ambiente circostante sono di qualche interesse per il soggetto che le percepisce.

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E

Guida Fondamenti | Vedere e percepire | Oggetti della percezione

45˚

1

61

0˚ 10˚

1,70 m

30˚

2 3

20˚ 45˚

1,20 m

26

2

25˚ 35˚ 60˚

26 65˚

1

61

Attività

3

1 30˚ 15˚

2 3

65˚

Area visiva (1), area visiva preferenziale (2) e campo visivo ottimale (3) di una persona in piedi e seduta, per compiti visivi in verticale.

61

90˚

1,20 m

26

15˚ 30˚

L‘area in cui le informazioni vengono rilevate in modo mirato deriva dall‘attività che sta svolgendo il soggetto percettore. Tale attività può essere un determinato lavoro, un movimento continuato o qualsiasi altra attività per cui siano necessarie delle informazioni visive. Le caratteristiche dell‘attività definiscono le condizioni dell‘illuminazione che devono essere rispettate per poter eseguire in modo ottimale il compito visivo; si possono quindi definire in termini illuminotecnici le soluzioni ottimali per l‘esecuzione di determinate attività.

15˚ 25˚ 40˚

Area visiva preferenziale per ­compiti visivi in orizzontale. Angolo visivo preferenziale 25°

Informazione

Oltre alle necessità specifiche di informazione si ha un’ulteriore necessità di fondo di informazioni visive. Tale necessità di informazioni sorge dalle esigenze biolo­ giche dell‘uomo di informarsi sull‘ambiente circostante. La gran parte delle informazioni necessarie è conseguenza delle esigenze di sicurezza, per poter valutare la presenza di possibili pericoli. Ciò vale anche per l‘orientamento, per le conoscenze sulle situazioni metereologiche, sulle diverse fasi del giorno e su quanto accade nell‘ambiente. Se mancano queste

informazioni, ad esempio se si è in grandi edifici senza finestre, la situazione viene percepita come innaturale ed opprimente.

Sociale

Nelle esigenze sociali dell‘uomo si devono equilibrare le differenze nelle necessità, spesso tra loro contrastanti, che si creano quando le persone entrano in contatto tra loro e quando hanno una sfera personale delimitata. Sia dal tipo di attività che dalle necessità bio­ logiche fondamentali derivano dei fattori fondamentali per la raccolta di informazioni visive. Le aree che sembrano fornire delle informazioni più rilevanti – sia per le aree in sé che per l‘accentuazione con l‘ausilio dell‘illuminazione – vengono preferite

nell‘atto percettivo; in altre parole attirano l‘attenzione. Il contenuto informativo di un oggetto è innanzitutto dipendente dalla sua capacità di essere selezionato come oggetto percepito. D‘altra parte il contenuto informativo influenza anche il modo in cui un oggetto viene percepito e valutato.

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E

Guida Arredare con la luce

Illuminazione dell‘ar­ chitettura

Processo di proget­ tazione

Prassi di progetta­ zione

Nel dar forma ad un ambiente visivo la luce gioca un ruolo ­centrale. Con l'illuminazione le architetture, le persone e gli oggetti diventano visibili. La luce influenza le sensazioni, gli effetti estetici e gli stimoli che l'ambiente trasmette.

Visualizzare la luce

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E

Guida Arredare con la luce Illuminazione dell‘architettura

Solo la luce ci permette di perce­ pire gli spazi. Con la luce si può inoltre influire sulla percezione architettonica: amplia e accentua gli ambienti, crea collegamenti e delimita zone. Illuminare gli ambienti interni

Collegare gli ambienti Illuminare gli oggetti

Inscenare con luce colorata

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E

Guida Arredare con la luce | Illuminazione dell‘architettura Illuminare gli ambienti interni

Creare delle zone funzionali

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Delimitare l‘ambiente

Accentuare gli am­bienti architettonici

La luce può cambiare l‘aspetto di un ambiente senza modificar­ lo fisicamente. La luce guida lo sguardo, orienta la percezione e dirige l‘attenzione sui detta­ gli. Gli ambienti possono essere articolati e interpretati dalla luce per accentuare certe aree o creare collegamenti tra l‘interno e l‘esterno. La distribuzione della luce e il livello d‘illuminazione hanno un influsso decisivo sulla percezione dell‘architettura.

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E

Guida Arredare con la luce | Illuminazione dell‘architettura | Illuminare gli ambienti interni Creare delle zone funzionali

Osservazione

Le singole zone funzionali nello spazio, quali superfici di transito, zone di sosta e superfici esposi­ tive, possono essere evidenziate dalla luce. L‘illuminazione a zone con coni luminosi a contorni netti separa visivamente le varie aree. Le varie intensità luminose creano una gerarchia di percezione e guidano lo sguardo. La differen­ ziazione di effetti luminosi crea contrasti e accentua singole zone.

Follow-up

L‘illuminazione differenziata delle zone funzionali articola lo spazio e migliora l‘orientamento. Con coni di luce stretti e forti contrasti di luminosità le aree dello spazio vengono delimitate reciprocamente. I forti contrasti tra le singole zone e l‘ambiente circostante le svincola dalla loro dipendenza spaziale. Le grandi superfici illuminate con grande uniformità possono apparire monotone se prive di articola­ zioni. Un‘illuminazione generale bassa costituisce il punto di partenza per porre accenti. Con sistemi di programmazione lumi­ nosa è possibile adattare le zone funzionali alle varie fruizioni.

Applicazione

Progetti: Casa privata, Nuovo Galles del Sud Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, Monaco di Baviera Teattri Ravintola, Helsinki ERCO, Lüdenscheid

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E

Guida Arredare con la luce | Illuminazione dell‘architettura | Illuminare gli ambienti interni Delimitare l‘ambiente

Osservazione

L‘illuminazione per pavimento mette in risalto oggetti e superfici agibili. I limiti verticali dell‘am­ biente sono sottolineati dall‘illu­ minazione delle superfici delle pareti. Una distribuzione unifor­ me della luce evidenzia la parete come tutto unico. La luce radente d‘accento invece struttura la pare­ te con motivi luminosi. Le pareti chiare creano nell‘ambiente una frazione ele­vata di illuminazione diffusa.

Follow-up

L‘illuminazione verticale mira a configurare esteticamente l‘am­ biente visivo. Con diverse inten­ sità luminose le superfici degli ambienti possono essere distinte nel loro valore. Un‘illuminazione uniforme delle superfici le accen­ tua come elementi architettonici. Una luminosità decrescente sulla parete ai fini della definizione delle superfici dell‘ambiente non ha un effetto forte quanto un‘il­ luminazione uniforme di tutta la parete. Gli effetti ottenuti dalla luce radente evidenziano la tes­ situra delle superfici e diventano figura dominante. L‘illuminazione indiretta del soffitto produce una luce diffusa nell‘ambiente. Influi­ scono qui sull‘effetto cromatico il fattore di riflessione e il colore della superficie.

Parete chiara

Applicazione

Parete scura

Progetti: Fondación Banco Santander Cen­ tral Hispano, Madrid Lamy, Heidelberg Ezeiza Airport, Buenos Aires Light and Building, Francoforte

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E

Guida Arredare con la luce | Illuminazione dell‘architettura | Illuminare gli ambienti interni Accentuare gli ambienti architettonici

Osservazione

L‘illuminazione di dettagli archi­ tettonici sposta l‘attenzione dal­ l‘ambiente complessivo ai singoli elementi. Davanti a una parete illuminata i montanti appaiono come silhouette. Downlight a fascio stretto accentuano la for­ ma dei montanti. La luce radente accentua singoli elementi o super­ fici e ne mette in risalto la forma e la superficie.

Follow-up

Gli spazi possono essere strut­ turati visivamente dall‘illumina­ zione di elementi architettonici. Giocando sulle differenze di inten­ sità luminose è possibile stabilire una gerarchia degli spazi. Gli elementi molto plastici possono gettare forti ombre portate se illuminati a luce radente.

Applicazione

Progetti: Tokyo International Forum St. Chiesa di S. Pietro, Stavanger Palacio de la Aljaferia, Saragozza Catedral de Santa Ana, Las Palmas

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E

Guida Arredare con la luce | Illuminazione dell‘architettura Collegare gli ambienti

Interni – Interni

Interni – Esterni

Esterni – Interni

La combinazione di ambiente dà origine ad architetture complesse. La luce le interpreta nella loro struttura e direzione. L‘illumina­ zione mirata apre prospettive e produce profondità spaziale. L‘importanza delle caratteristiche dei materiali, la corretta intensità luminosa, l‘effetto cromatico e la distribuzione della luce sono aspetti importanti della proget­ tazione.

Esterni – Esterni

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E

Guida Arredare con la luce | Illuminazione dell‘architettura | Collegare gli ambienti Interni – Interni

Osservazione

La parete posteriore chiara con­ ferisce profondità all‘ambiente e rafforza la prospettiva spaziale. Gli oggetti illuminati sullo sfondo ottengono un effetto analogo. Se la focalizzazione del livello di illuminazione ritorna dalla zona posteriore a quella anteriore, l‘attenzione si mette a fuoco sul primo piano.

Follow-up

La luce rende visibili le superfici o gli oggetti e li fa diventare punti d‘attrazione per lo sguardo. Le zone scure dissolvono i confini spaziali recedendo sullo sfondo nel loro effetto. Un‘illuminazione differenziata permette di stabilire una gerarchia nella percezione spaziale. L‘illuminazione di super­ fici verticali è di particolare impor­ tanza creativa per la progetta­ zione, in quanto la prospettiva nello spazio raggiunge un effetto superiore che con le superfici orizzontali.

Applicazione

Progetti: Museo Georg Schäfer, ­Schweinfurt Catedral de Santa Ana, Las Palmas DZ Bank, Berlino Museo Guggenheim, Bilbao

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E

Guida Arredare con la luce | Illuminazione dell‘architettura | Collegare gli ambienti Interni – Esterni

Osservazione

Un livello elevato d‘illuminazione all‘interno e un ambiente ester­ no oscuro producono un forte riflesso sul piano della facciata. Lo spazio interno sembra raddop­ piarsi visivamente verso l‘esterno a causa del riflesso. È impossibile individuare gli oggetti all‘esterno. Diminuendo il livello d‘illumina­ zione all‘interno e aumentando la luminanza all‘esterno si riduce l‘effetto specchio e gli oggetti esterni ridiventano percepibili.

Follow-up

L‘effetto specchio del vetro è tanto minore, quanto più la luminanza è bassa davanti al vetro e quanto più è elevata dietro di esso. Degli apparecchi ben schermati davanti al piano del vetro producono poco riflesso. Un basso livello di illumi­ nazione nello spazio interno favo­ risce la percezione dello spazio esterno. Con l‘orientamento degli apparecchi all‘esterno bisogna cercare di evitare l‘abbagliamento diretto verso lo spazio interno.

Applicazione

Progetti: Nagasaki Prefectural Art Museum, Nagasaki Ristorante Olio e Pane, Metzingen Casa privata, Nuovo Galles del Sud ABN AMRO, Sydney

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E

Guida Arredare con la luce | Illuminazione dell‘architettura | Collegare gli ambienti Esterni – Interni

Osservazione

L‘alto livello d‘illuminazione della luce diurna crea un forte effetto specchio sulla superficie vetrata. Gli oggetti all‘interno non sono percepibili. Diminuendo il livello d‘illuminazione all‘esterno si ridu­ ce l‘effetto specchio. Le superfici o gli oggetti illuminati all‘interno diventano così visibili. Il vetro non è più percepibile.

Follow-up

L‘effetto specchio del vetro è tan­ to più ridotto, quanto più la lumi­ nanza è bassa davanti al vetro e quanto più è elevata dietro di esso. Se gli apparecchi davanti al vetro sono correttamente scher­ mati e integrati nell‘architettura, si rispecchiano poco nel vetro stesso. Un basso livello di illumi­ nazione all‘interno genera di not­ te un effetto di profondità. L‘illu­ minazione di oggetti nello spazio interno – ad es. vetrine – richiede durante il giorno, a causa dell‘alto livello di illuminazione all‘esterno, un‘intensità luminosa altissima per rendere visibili gli oggetti. Si impone l‘esigenza di adattare l‘illuminazione interna alle varia­ zioni della luce diurna. Un livello d‘illuminazione alto di giorno e basso di notte riduce i contrasti.

Applicazione

Progetti: Lamy, Heidelberg Bodegas Portia, Gumiel de Izán Dat Backhus, Amburgo Leonardo Glass Cube, Bad Driburg

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E

Guida Arredare con la luce | Illuminazione dell‘architettura | Collegare gli ambienti Esterni – Esterni

Osservazione

Una parete posteriore chiara con­ ferisce profondità all‘ambiente e sottolinea la definizione dei con­ fini spaziali. Gli oggetti illuminati sullo sfondo ottengono un effetto analogo. Se la focalizzazione del livello di illuminazione ritorna dalla zona posteriore a quella anteriore, l‘attenzione dallo sfon­ do si rimette a fuoco sul primo piano.

Follow-up

La luce rende visibili le superfici o gli oggetti e li mette in primo piano. Le zone scure dissolvono i confini spaziali e l‘effetto delle varie aree si ritrae sullo sfondo. A causa del basso livello d‘illu­ minazione notturno, le intensità luminose necessarie sono inferiori rispetto all‘illuminazione degli interni.

Applicazione

Progetti: Centro Congressi e Mostre di Hong Kong Grote Markt, Anversa Cancelleria Federale, Berlino Casa privata, Milano

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Guida Arredare con la luce | Illuminazione dell‘architettura Illuminare gli oggetti

Orientamento della luce

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Variare la distribu­ zione della luce

Accentuare un oggetto

La luce orienta lo sguardo e foca­ lizza l‘attenzione sui dettagli. La direzione della luce, l‘illuminamen­ to e la distribuzione della luce determinano l‘effetto suscitato da un oggetto immerso nel suo ambiente.

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E

Guida Arredare con la luce | Illuminazione dell‘architettura | Illuminare gli oggetti Orientamento della luce

Osservazione

Follow-up

La luce orientata dal davanti genera una marcata modellazio­ ne. La luce dall‘alto crea un‘ombra dell‘oggetto su se stesso. La luce da dietro ricalca la silhouette dell‘oggetto. Più verticale è l‘in­ cidenza della luce, maggiore è l‘effetto d‘ombra.

Se la luce frontale incide anche un po‘ lateralmente si ottiene una maggiore plasticità. La luce troppo frontale non crea nessuna ombra nella prospettiva dell‘os­ servatore e l‘oggetto perde di plasticità. Per gli oggetti con una minore profondità delle strutture è adatta un‘incidenza della luce dalla verticale, in modo da creare una plasticità.

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E

Guida Arredare con la luce | Illuminazione dell‘architettura | Illuminare gli oggetti Orientamento della luce

Disposizione

Applicazione

Più verticale è l‘incidenza della luce, maggiore è l‘effetto d‘om­ bra. L‘illuminazione degli oggetti può avvenire con un‘angolazione della luce di 5°, di 45°, fino a una illuminazione perpendicolare. La direzione ottimale della luce per l‘illuminazione degli oggetti è in genere di 30°. Si evitano così i riflessi troppo forti o la creazione di zone d‘ombra indesiderate.

Illuminazione d‘accento per la modellazione di oggetti in - Musei - Esposizioni - Aree di vendita Gruppi di apparecchi ideali - Faretti - Washer

Progetti: Pinacoteca Vaticana, Roma Museo Guggenheim, Bilbao Eremitage, San Pietroburgo Eremitage, San Pietroburgo

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E

Guida Arredare con la luce | Illuminazione dell‘architettura | Illuminare gli oggetti Variare la distribuzione della luce

Osservazione

I faretti a fascio stretto accentua­ no l‘oggetto e lo fanno emergere dall‘ambiente. Con una lente per sculture il cono luminoso viene ampliato e reso ovale. Le lenti Flood disperdono il cono lumino­ so a fascio stretto ed ottengono un tenue gradiente luminoso.

Faretti Follow-up

Più stretto è il fascio di luce che incide sull‘oggetto, maggiore è l‘effetto creato. Le lenti per scul­ ture sono particolarmente adatte per illuminare gli oggetti in tutta la loro altezza. Le lenti Flood illu­ minano maggiormente l‘ambiente circostante con un cono di luce a fascio largo e rappresentano l‘oggetto nel suo contesto. Lente Flood

Lente per sculture Applicazione

Illuminazione d‘accento per la modellazione di oggetti in - Musei - Esposizioni - Aree di vendita Gruppi di apparecchi ideali - Faretti con relativi accessori

Progetti: Bunkamura Museum of Art, Tokyo Museo del Prado, Madrid Vigelandmuseum, Norvegia Eremitage, San Pietroburgo

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E

Guida Arredare con la luce | Illuminazione dell‘architettura | Illuminare gli oggetti Accentuare un oggetto

Osservazione

Gli oggetti e la parete sono sog­ getti all‘illuminazione di base dei wallwasher. I coni luminosi di singoli faretti accentuano gli oggetti. Un maggiore contrasto di luminosità accresce l‘accen­ tuazione.

1:1 Follow-up

1:5

Con un contrasto di illuminazione di 1:2 tra ambiente e oggetto, il contrasto non viene quasi perce­ pito. Per un rapporto di 1:5 si crea un contrasto minimo di illumina­ zione tra i punti di illuminazione primaria e secondaria. Con un contrasto di 1:10 la differenza diventa marcata. Un contrasto di luminosità di 1:100 stacca l‘ogget­ to in modo deciso dall‘ambiente e si può avere una suddivisione non intenzionale della parete.

1:10 Applicazione

Illuminazione d‘accento di oggetti disposti sulle pareti impiegata in - Musei - Esposizioni - Stand espositivi - Aree di vendita

Progetti: Museo Ruiz de Luna Talavera, Spagna Museo dell‘Architettura Tedesca, Francoforte Museo Guggenheim, Bilbao Museo Picasso, Barcellona

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E

Guida Arredare con la luce | Illuminazione dell‘architettura Inscenare con luce colorata

Colori

Sistemi di colori

Colore della luce

Miscelazione ­cromatica

Resa cromatica

Effetto cromatico

Contrasto cromatico

Colori dell‘ambiente

Accentuare con i colori

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Il colore è una componente signi­ ficativa della percezione visiva. Il colore non è percepibile senza la luce diurna o l’illuminazione artificiale. La combinazione di lampade e filtri consente un’am­ pia gamma di possibilità creative in grado di sottolineare o modifi­ care con la luce colorata l’effetto luminoso di spazi e oggetti. Il con­cetto di colore della luce compren­ de sia la luce bianca che colorata. Il bianco caldo, bianco neutro e bianco nella tonalità della luce diurna sono tutti una derivazio­ ne del colore bianco della luce. La luce colorata include l’intero spettro del visibile.

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E

Guida Arredare con la luce | Illuminazione dell‘architettura | Inscenare con luce colorata Colori

Colore della luce

Per colore della luce s’intende un colore che viene irradiato da una sorgente luminosa. Il colore della luce si ottiene dalla somma dello spettro di luce irradiato. Il tipo di colore della luce viene definito dalla tinta, saturazione e brillan­ za. L’impiego di filtri colorati con­ sente di ottenere una luce colo­ rata. Ciò consente di variare gli spazi nel colore, senza modifi­carli fisicamente. Per sintesi cromatica additiva s’intende la miscelazione di più colori della luce.

Colore dell’oggetto

Il colore dell’oggetto è determina­ to dalla luce che colpisce l’oggetto e dalle caratteristiche di assorbi­ mento specifiche di quest’ultimo. Il valore luminoso del colore di un oggetto può essere stabilito quin­ di solo in connessione con il tipo di luce che illumina tale colore. Il colore di un oggetto viene defini­ to oltre che dalla tinta, brillanza e saturazione, anche dal grado di riflessione. Durante l’illumina­ zione di pareti o oggetti colorati con luce colorata svolge un ruolo di primo piano l’interazione fra i colori degli oggetti e i colori della luce. A fondamento di questa cor­ relazione sta la sintesi cromatica sottrattiva. Gli effetti cromatici possono essere potenziati o modi­ ficati.

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Guida Arredare con la luce | Illuminazione dell‘architettura | Inscenare con luce colorata Sistemi di colori

Sistema CIE

Nel sistema colorimetrico stan­ dard CIE i colori della luce e i colori degli oggetti vengono rappresentati in un diagramma bidimensionale continuo. Per i colori della luce la composizione spettrale si ottiene dal tipo di luce, mentre per i colori degli oggetti dal tipo di luce e dal gra­ do di riflessione o trasmissione spettrale. In questo caso non si tiene conto della dimensione della brillanza, per cui nel dia­ gramma possono essere stabilite solo la tinta e la saturazione di tutti i colori. La superficie croma­ tica viene circondata da un tratto curvilineo su cui si collocano i punti di colore dei colori spettrali completamente saturi. All’interno della superficie si trova il punto di minore saturazione, denomi­ nato punto bianco o acromatico. Tutti i livelli di saturazione di un colore possono essere trovati sulla retta fra il punto acromatico e la rispettiva tinta; qualsiasi miscela­ zione di due colori si colloca allo stesso modo su una retta fra le rispettive tinte. Nel sistema CIE i colori complementari si trovano su posizioni contrapposte e si completano a vicenda nel bianco.

Sistema Munsell

Nel sistema Munsell i colori degli oggetti vengono ordinati secon­ do i criteri di brillanza, tinta e saturazione, in modo da formare un atlante cromatico completo sotto forma di matrice tridimen­ sionale. Per brillanza s’intende il grado di riflessione del colore di un oggetto; la tinta identifica il colore effettivo, mentre il con­ cetto di saturazione riguarda il grado di varietà cromatica, dal colore “puro” alla scala dei grigi acromatica. Mentre per descrivere i colori della luce è sufficiente un diagramma bidimensionale, per i colori degli oggetti è necessario un sistema tridimensionale dato il rispettivo grado di riflessione.

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Guida Arredare con la luce | Illuminazione dell‘architettura | Inscenare con luce colorata Colore della luce: Luce bianca

Osservazione

L’elevata percentuale di rosso nella luce bianca calda fa apparire l’ambiente più caldo rispetto alla luce bianca neutra. L’elevata per­ centuale di blu nella luce bianca nella tonalità della luce diurna produce un’atmosfera spaziale più fredda.

Follow-up

Si preferiscono i colori caldi della luce soprattutto in caso di bassi valori di illuminamento e luce orientata, mentre i colori freddi della luce in caso di valori di illu­ minamento elevati e illuminazio­ ne diffusa. La luce bianca viene descritta dai valori di temperatura colore , resa cromatica, punto di colore e spettro. La temperatura colore del bianco si articola nei tre gruppi principali bianco caldo, bianco neutro e bianco nella tona­ lità della luce diurna. Una buona resa cromatica produce solo diffe­ renze minime di colore durante l’illuminazione. Il punto di colore identifica il colore all’interno del diagramma CIE.

Applicazione

Nell’illuminazione di presenta­ zione è possibile ottenere per gli oggetti illuminati colori più bril­ lanti mediante un utilizzo mirato degli effetti cromatici. Per accen­ tuare la luce diurna nei locali ad uso ufficio viene spesso utilizzata la luce bianca nella tonalità della luce diurna.

Progetti: Sony Center, Berlino Padiglione di vetro, Scuola pro­ fessionale di vetreria, Rheinbach Hong Kong and Shanghai Bank ERCO, Lüdenscheid

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Guida Arredare con la luce | Illuminazione dell‘architettura | Inscenare con luce colorata Colore della luce: Luce colorata

Osservazione

Rispetto ai colori fondamentali giallo, blu e rosso, i colori ambra e magenta sono espressivamente più deboli. La luce nei colori giallo e rosso produce una calda atmo­ sfera spaziale. La luce nel colore blu suscita invece un’impressione spaziale più fredda.

Follow-up

Nell’illuminazione architettonica i colori dello spettro della luce diurna vengono percepiti come naturali: magenta (situazione luminosa al tramonto del sole), ambra (situazione luminosa all’al­ ba), night blue (cielo notturno chiaro) e sky blue (luce del cielo di giorno). Per la luce colorata sono importanti i valori di punto di colore e spettro. Il punto di colore è indicato da coordinate sul diagramma CIE. Un determi­ nato colore della luce può essere creato mediante diversi spettri di colore.

Applicazione

La luce colorata viene utilizzata per - Esposizioni - Stand espositivi - Aree di vendita - Illuminazione di eventi

Progetti: ERCO P3, Lüdenscheid Assicurazioni Zürich, Buenos Aires Teattri Ravintola, Helsinki Teattri Ravintola, Helsinki

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Guida Arredare con la luce | Illuminazione dell‘architettura | Inscenare con luce colorata Miscelazione cromatica: Colori della luce

Osservazione

La sovrapposizione di diversi colo­ ri di luce è un processo di sintesi additiva. La sintesi di due dei tre colori fondamentali, vale a dire il rosso, il verde e il blu, consente di ottenere il magenta, l’azzurro o il giallo. Dalla sintesi uniforme dei tre colori fondamentali si ottiene la luce bianca.

Follow-up

Nell’illuminazione di oggetti con sorgenti luminose di diversi colori scaturiscono dalla sovrapposi­ zione spaziale interessanti effetti della sintesi cromatica additiva, ad esempio anche ombre colorate.

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Guida Arredare con la luce | Illuminazione dell‘architettura | Inscenare con luce colorata Miscelazione cromatica: Colore della luce e colore dell’oggetto

Osservazione

Parete: blu Luce: bianco caldo

Parete: blu Luce: blu

Follow-up Parete: blu Luce: magenta

Applicazione

Parete: blu Luce: gialla

La sintesi cromatica sottrattiva si forma durante l’illuminazione di superfici colorate con luce colorata. La sintesi di due dei tre colori fondamentali sottrattivi, vale a dire il magenta, l’azzurro e il giallo, consente di ottenere i colori fondamentali additivi rosso, verde o blu. I colori caldi degli oggetti vengono accentuati da una luce nella tonalità bianca calda. I colori freddi degli oggetti appaiono ancora più chiari e satu­ ri in presenza di una luce nella fredda tonalità bianca neutra e soprattutto nella tonalità della luce diurna.

Il colore di un oggetto può pre­ sentare un aspetto più saturo e chiaro se si utilizza un’illumi­ nazione colorata simile. I colori degli oggetti appaiono invece meno saturi oppure producono un effetto più scuro se si uti­ lizza un’illuminazione colorata dissi­mile. L’effettivo risultato di una sintesi cromatica sottrattiva dipende dalla composizione spet­ trale delle componenti di sintesi.

Nella pratica si consiglia di ese­ guire prove di illuminazione o ­ calcoli nell’illuminazione di super­ fici colorate. Lo stesso principio vale per l’impiego di filtri colorati.

Progetti: Banchina Indre, Haugesund Apropos Cöln The Concept Store, Colonia Teattri Ravintola, Helsinki Fiera ERCO, Hannover

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Guida Arredare con la luce | Illuminazione dell‘architettura | Inscenare con luce colorata Resa cromatica

Osservazione

Lampada ad incandescenza Gli spettri continui generano una buona resa cromatica. Le lampade ad incandescenza e la luce diurna hanno un indice di resa cromatica Ra 100.

100 % 80 60 40 20

La qualità della resa dei colori si definisce resa cromatica. Gli spettri lineari presentano un’ot­ tima resa cromatica. Gli spettri lineari consentono di percepire correttamente un solo colore. Gli spettri multilineari riproducono più colori del rispettivo spettro, con resa cromatica inferiore nelle zone intermedie. Alla luce bianca calda di una lampada ad incande­ scenza colori come il blu e il verde appaiono relativamente grigi e opachi, nonostante un‘ottima resa cromatica. Viceversa, questi stessi colori appaiono chiari e luminosi alla luce bianca nella tonalità della luce diurna di una lampada fluorescente, nonostante una scarsa resa cromatica. Per quanto riguarda la resa di colori come il giallo e il rosso, questo fenomeno di attenuazione o, viceversa, di intensificazione dell’effetto cromatico risulta invertito.

0 300

400

500

600

700

800 nm

Luce diurna Gli spettri continui generano una buona resa cromatica. Le lampade ad incandescenza e la luce diurna hanno un indice di resa cromatica Ra 100.

100 % 80 60 40 20 0 300

400

500

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600

700

800 nm

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Guida Arredare con la luce | Illuminazione dell‘architettura | Inscenare con luce colorata Resa cromatica

Follow-up

Dato che l’occhio umano si adatta alle più svariate temperature colo­ re della luce, è necessario stabilire la resa cromatica in funzione della temperatura colore. Le lampade alogene ad incandescenza presen­ tano un’ottima resa cromatica. Le lampade fluorescenti e le lampade ad alogenuri metallici presentano invece una qualità di resa croma­ tica da buona a mediocre. Il grado di alterazione dei colori rispetto ad una sorgente luminosa di rife­rimento è indicato dall’indice di resa cromatica Ra. L’indice di resa cromatica trova applicazione solo in caso di effetti cromatici bianchi.

Lampada fluorescente Le lampade a scarica, come le lampade fluorescenti, sono carat­ terizzate da uno spettro multi­ lineare. La loro resa cromatica è quindi inferiore a Ra 100

100 % 80 60 40 20 0 300

400

500

600

700

800 nm

Fisica

Spettro lineare

Spettro continuo

Spettro multilineare

Data la diversa composizione spettrale, gli stessi colori della luce possono produrre una diver­ sa resa cromatica del colore di un oggetto. Gli spettri continui producono una resa cromatica uniforme. Gli spettri lineari ripro­ ducono correttamente solo una piccola parte di colori. Gli spettri multilineari sono costituiti da diversi spettri lineari, migliorando in tal modo la resa cromatica. Maggiore è il numero di spettri collegabili in una sequenza conti­ nua, migliore sarà la resa cromati­ ca. Le lampade ad incandescenza presentano uno spettro lineare, mentre le lampade a scarica uno spettro multilineare.

Applicazione

Un’ottima resa cromatica è f­ ondamentale nel caso di - Esposizioni - Stand espositivi - Aree di vendita - Uffici - Luoghi di lavoro Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Arredare con la luce | Illuminazione dell‘architettura | Inscenare con luce colorata Effetto cromatico

Osservazione

Follow-up

L‘effetto dei colori si spiega con il punto di vista fisiologico della visione del colore e con gli aspetti psicologici della percezione senso­ riale. Il fascino dei colori evoca associazioni ed è interpretato nel contesto dell‘ambiente sociale e culturale. Le varie tonalità che appartengono a un colore posso­ no a loro volta avere effetti diver­ si. L‘effetto dei singoli colori può essere aumentato da un contrasto cromatico.

Applicazione

- Il rosso è il colore del fuoco ed esprime forza, colore ed energia. Il colore ha un effetto dominante. Nel rosso chiaro il calore cede il passo alla leggerezza. - Il giallo è il colore più luminoso del cerchio di colori, balza in primo piano, ma non ha la stessa energia del rosso. - Il blu è il colore del cielo e appar­ tiene ai colori freddi che danno un effetto di profondità. Il blunero produce un effetto piuttosto melanconico, mentre il verde-blu emana calma. - Il verde è il colore della vitalità. L‘effetto delle sue sfumature va dal calmante al rinfrescante. - Il bianco appartiene ai non ­colori e si contrappone al nero. Il bianco è sinonimo di purezza. - Il nero è sinonimo di oscurità con effetto di tristezza e nega­ tività. - Il grigio è un non colore e ha effetto indifferente.

Gli effetti cromatici sono di p­ articolare importanza per - Esposizioni - Stand espositivi - Aree di vendita - Ristoranti

Progetti: Iittala Flagship Store, Amsterdam Light and Building 2000, ­Francoforte Ristorante Aioli, Vienna Teattri Ravintola, Helsinki

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Guida Arredare con la luce | Illuminazione dell‘architettura | Inscenare con luce colorata Contrasto cromatico

Il colore in sé

I sette contrasti cromatici si basano sulla teoria dei colori di Johannes Itten. Questo approccio è basato non sulle caratteristiche fisico-chimiche del colore, ma sul loro effetto soggettivo. I colori primari giallo, rosso e blu danno il contrasto più forte. Il contrasto cromatico è più debole per i colori secondari o terziari o per saturazioni inferiori.

Chiaro-Scuro

I ‚non colori‘ bianco e nero forma­ no il contrasto più forte. Anche nei colori veri e propri l‘effetto è evidente. Un colore chiaro accan­ to a uno scuro ha un effetto più forte che accanto a un colore di chiarezza uguale o maggiore. L‘effetto delle tonalità può essere rafforzato da forti differenze di luminosità.

Caldo-Freddo

Nel disco colori i colori caldi, con componenti di rosso e giallo, sono contrapposti ai colori freddi, contenenti blu. Verde e magenta costituiscono le transizioni neu­ tre. L‘effetto di un colore prepon­ derante può essere aumentato dalla combinazione con un accen­ to del colore contrapposto. Freddo

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Caldo

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Guida Arredare con la luce | Illuminazione dell‘architettura | Inscenare con luce colorata Contrasto cromatico

Simultaneo

L‘effetto del contrasto simultaneo ha la sua causa nell‘elaborazio­ ne della percezione effettuata dall‘occhio. L‘occhio, se osserva a lungo un colore e poi vede un grigio neutro, crea un contrasto simultaneo. Il rosso dà origine a un grigio verdastro. Il verde fa apparire rossastra una superficie grigia. I colori mutano il loro effetto per l‘influenza dei colori circostanti.

Complementare

Le coppie di colori opposte nel cerchio dei colori formano un contrasto complementare tra un colore primario e il colore miscelato ottenuto dagli altri due colori primari. Giallo e vio­ letto presentano il massimo con­ trasto chiaro-scuro, l‘arancione e il blu il massimo contrasto freddo-caldo. Rosso e verde sono uguali come intensità di colore. Il contrasto complementare ha l‘effetto di intensificare la bril­ lantezza dei colori.

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Guida Arredare con la luce | Illuminazione dell‘architettura | Inscenare con luce colorata Contrasto cromatico

Qualità

Il contrasto di qualità o intensità descrive il contrasto tra colori puri e impuri. I colori puri, se miscelati con tonalità di grigio, diventano torbidi e spenti e va perduta la qualità della purezza. L'effetto dei colori puri domina sui colori spenti.

Quantità

Il contrasto quantitativo si rife­ risce al rapporto tra le dimen­ sioni delle superfici colorate. Una superficie colorata grande con una superficie piccola in un ­colore contrastante aumenta l‘effetto cromatico della super­ ficie principale.

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Guida Arredare con la luce | Illuminazione dell‘architettura | Inscenare con luce colorata Colori dell‘ambiente

Osservazione

Follow-up

La luce bianca riflessa da una superficie colorata acquista il colore di quella superficie, tra­ sformandosi nella luce colorata predominante di tutto l’ambiente. In caso di illuminazione colorata di una parete colorata è possibile potenziare, estraniare o invertire l’effetto. Parete: gialla Luce bianca: bianco caldo

Parete: rossa Luce colorata: magenta

Parete: bianca Luce colorata: ambra

Parete: gialla Luce colorata: sky blue

Il colore della luce in un ambien­te è influenzato dal colore del­ l‘ambiente stesso. La luce diretta rafforza l‘effetto luminoso nel­ l‘illuminazione di una superficie colorata rispetto alla luce diffusa. L‘effetto del colore di un oggetto può essere rafforzato da una luce colorata di colore simile. I contra­ sti di colore forti a parità di inten­ sità luminosa appaiono più lumi­ nosi di un contrasto più debole. I contrasti cromatici deboli sono

meglio percepibili con un‘illumi­ nazione più intensa. Nei locali chiusi l‘effetto è difficilmente percepibile per il fenomeno della costanza cromatica.

Applicazione

Nella pratica si consiglia di eseguire prove di illuminazione o calcoli per l’illuminazione di superfici colorate. Si utilizzano luci d’accento ­colorate per - Esposizioni - Stand espositivi - Aree di vendita

Progetti: Museo della cultura Tennispalatsi, Helsinki Kvadrat Sanden, Stoccolma Museo della cultura Tennispalatsi, Helsinki Apropos Cöln Concept Store, Colonia

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Guida Arredare con la luce | Illuminazione dell‘architettura | Inscenare con luce colorata Accentuare con i colori

Osservazione

Follow-up

La luce d’accento colorata e l’illu­minazione di fondo colorata modificano l’effetto di un ogget­ to nello spazio. La saturazione cromatica dell’oggetto aumenta in primo piano riducendo la lumi­ nosità di fondo. I colori blu sem­ brano passare in secondo piano, mentre il magenta dell’effetto cromatico passa in primo piano. Parete: bianca Stele: night blue

Parete: magenta Stele: bianca

Parete: ambra Stele: magenta

Parete: sky blue Stele: ambra

Gli effetti dell’illuminazione possono essere intensificati dal­ l’impiego di luce colorata. Forti contrasti cromatici aumentano i contrasti di luminosità. Elevati contrasti di luminosità aumen­ tano, a loro volta, i contrasti cromatici. I colori caldi della luce e i filtri colorati, come Skintone, magenta e ambra, oppure i colori freddi della luce, come sky blue e night blue creano effetti globali naturali.

Applicazione

Si utilizzano luci d’accento ­colorate per - Esposizioni - Stand espositivi - Aree di vendita

Progetti: Museo de Bellas Artes, Bilbao Assicurazioni Zürich, Buenos Aires Teattri Ravintola, Helsinki Light and Building 2002, ­Francoforte

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Guida Arredare con la luce Processo di progettazione

Il processo di progettazione fornisce una panoramica dello svolgimento delle singole fasi della progettazione luminosa. In architettura tale processo è strettamente collegato allo svolgimento della progettazione. I risultati dell‘analisi vengono dapprima inglobati nella creazione del concetto e poi concretizzati nello sviluppo e nell‘esecuzione. Gli schemi di manutenzione costituiscono inoltre una condizione per il mantenimento della qualità della luce nella prassi.

Edizione: 26.06.2006 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Arredare con la luce | Processo di progettazione Analisi di progetto

Introduzione

Alla base di ogni progettazione illuminotecnica c‘è l‘analisi del progetto: i compiti che deve svolgere l‘illuminazione, le condizioni e le particolarità di cui si deve tener conto. Una progettazione di qualità si può quindi basare a tal proposito sulle norme vigenti, alle quali si fa riferimento per gli illuminamenti, per le schermature, per tonalità cromatica e per la resa cromatica. Per una progettazione di qualità è comunque necessario raccogliere quante più informazioni è possibile sull‘ambiente da illuminare, sul suo utilizzo, sugli utenti e sull‘architettura.

Uso degli ambienti

Nell‘analisi del progetto la questione dell‘uso degli ambienti da illuminare gioca un ruolo centrale; oltre ai tipi di attività, anche la loro frequenza ed il loro significato. All‘interno di una compito di illuminazione complessivo si ha una serie di compiti visivi che vanno realizzati nei dettagli. Tra i criteri di un compito visivo sono significativi la grandezza ed il con­ trasto del dettaglio da realizzare; inoltre è importante la questione del colore o della struttura delle superfici del compito visivo, se il movimento e la disposizione nello spazio devono essere riconoscibili o se ci si devono aspettare dei disturbi di abbagliamento dovuto ai riflessi. Anche la disposizione nello spazio dei compiti visivi e la direzione principale dello sguardo dell‘osservatore possono essere dei temi centrali.

Edizione: 26.06.2006 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Arredare con la luce | Processo di progettazione Analisi di progetto

Requisiti psicologici

Tra le necessità psicologiche rientrano la visione dell‘ambiente circostante, l‘informazione sulla fase del giorno e sul tempo e l‘orientamento nello spazio. In edifici complessi con utenti sempre diversi l‘esigenza di sistemi di guida ottici può diventare una questione di primaria importanza. Una rappresentazione ordinata ed univoca degli spazi contribuisce ad una sensazione di benessere generale. Con illuminazioni diffe­ renziate si possono separare tra loro le aree addette a diverse funzioni. Se nelle grandi sale vi sono delle zone adibite ai colloqui, può essere opportuno realizzare delle aree private con un‘illuminazione adeguata.

Architettura ed atmosfera

Sotto l‘aspetto dell‘architettura e dell‘atmosfera l‘edificio o l‘ambiente devono essere resi visibili valorizzandone l‘atmosfera e le caratteristiche peculiari. A tal fine sono necessarie delle informazio­ ni dettagliate sull‘architettura, sul concetto architettonico complessivo, sugli effetti desiderati verso l‘interno e verso l‘esterno, di giorno e di notte, sull‘impiego della luce diurna e sul consumo di energia ammesso. Inoltre sono necessarie anche delle informazioni sui materiali, sui gradi di riflessione e sulle loro tonalità cromatiche. Nell‘illuminazione delle architetture non si tratta di realizzare un‘illuminazione finalizzata ad ottimizzare la percezione dell‘edificio illustrandone le strutture e le caratteristiche, si tratta piuttosto di coinvolgere l‘illuminazione nella creazione di un effetto estetico dell‘ambiente illuminato. A tal fine il punto centrale consiste nel linguaggio che l‘edificio esprime con le forme dei suoi ambienti, con i moduli ed i ritmi che la luce e gli apparecchi di illuminazione devono poter recepire e proseguire.

Edizione: 26.06.2006 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Arredare con la luce | Processo di progettazione

Concetto di illuminazione

I concetti illuminotecnici defini­ scono le caratteristiche dell‘illu­ minazione. Non danno ancora informazioni esatte sulla scelta delle lampade e degli apparecchi di illuminazione o sulla loro dispo­ sizione. L‘analisi del progetto conduce ad uno schema delle qualità della luce necessarie, che a sua volta dà delle indicazioni sulle singole forme di illuminazione relativamente alla loro quantità, alle diverse caratteristiche qualitative delle luce e al grado di differenziazione temporale e degli ambienti. Per essere realizzabile nella pratica una progettazione deve essere compatibile con gli altri sistemi, rispettare le normative vigenti e tener conto sia dei costi di realizzazione che dei costi di esercizio. Una progettazione illuminotecnica di qualità riesce a realizzare un concetto che coniuga le esigenze tecniche ed esteti­ che di una complessa griglia di elementi. Un concetto che realiz­zi le prestazioni richieste con un impiego adeguato di soluzioni tecniche e con la massima chiarezza di allestimento costituirà la soluzione più convincente.

Sviluppo

Nella fase di sviluppo del progetto vengono prese delle decisioni sulle lampade e sugli apparecchi da utilizzare, sulla disposizione e l‘installazione degli apparecchi, sulla eventuale componentistica e sulle unità di comando. In questa fase diventa possibile un calcolo affidabile degli illuminamenti e dei costi. Non è possibile stabilire una successione vincolante o anche solo indicativa delle fasi della progettazione. La decisione per un dato tipo di illuminazione può aver luogo già all‘inizio del progetto ma anche in una sua fase avanzata; la disposizione degli apparecchi può essere sia una conseguenza della decisione per un dato tipo di apparecchio, ma può essere anche una condizione per la scelta degli apparecchi. La progettazione illuminotecnica dovrebbe essere considerata come una procedura ciclica nella quale le soluzioni sviluppate vengono sempre confrontate con le esigenze da soddisfare.

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Guida Arredare con la luce | Processo di progettazione

Montaggio

Alcuni tipi di apparecchi – ad esempio i faretti e le strutture luminose – sono caratterizzati da un montaggio additivo, ossia vengono fissati sui binari elettrificati e sulle strutture portanti, appesi o fissati alla parete o al soffitto. Per l‘ampia gamma di downlight e di apparecchi modulari al contrario vi sono in genere diverse versioni pensate per una serie di tipi di montaggio. Per il fissaggio alla parete o nel pavimento il montaggio può essere a plafone o a incasso. Il montaggio al soffitto offre invece una maggiore scelta, potendo essere a incasso, a plafone ed a sospensione. Le istruzioni per l‘uso degli apparecchi illustrano in modo dettagliato il loro montaggio e la loro manutenzione.

Manutenzione

La manutenzione degli impianti di illuminazione comprende in genere la sostituzione delle lampade, la pulizia degli apparecchi, eventualmente la loro regolazione o l‘orientamento dei faretti e degli apparecchi mobili. Il fine della manutenzione è anzitutto quello di garantire un illuminamento minimo, ossia di evitare la diminuzione del flusso luminoso generato da un impianto di illuminazione. Le cause della diminuzione possono essere i guasti delle lampade, la loro progressiva diminuzione del flusso luminoso emanato o il calo del rendimento dell‘apparecchio a causa di riflettori o schermature sporchi. Per prevenire un calo del flusso luminoso si deve quindi sostituire periodicamente tutte le lampade e pulire gli apparecchi. Per la manutenzione possono essere decisivi anche degli aspetti qualitativi. Infatti il guasto di una sola lampada in una serie di apparecchi ordinati geometricamente ha un effetto rilevante sull‘aspetto complessivo dell‘ambiente. Il compito del progettista illuminotecnico è quello di redarre un piano di manutenzione preparato specificamente per le condizioni date e di dotarlo del materiale informativo necessario.

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Guida Arredare con la luce Prassi di progettazione

Scelta delle lampade

Scelta degli apparecchi

Montaggio

Manutenzione

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Disposizione degli apparecchi

Dopo la fase dell‘analisi del pro­getto e dello sviluppo di un concetto di illuminazione segue la fase della realizzazione, nella quale si prendono le decisioni relative alle lampade e agli apparecchi impiegati e alla disposizione ed installazione degli apparecchi stessi. Da un concetto quantitativo, che descrive principalmente le qualitĂ della luce da ottenere, si giunge in questo modo ad una progettazione concreta.

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Guida

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Arredare con la luce | Prassi di progettazione Scelta delle lampade

LED A QT (12V) QT, QPAR TC T HIT HST 20

LED A QT (12V) QT, QPAR TC T HIT HST

40

Modellazione

Flusso

60

80

LED A QT (12V) QT, QPAR TC T HIT HST

Resa cromatica

Lamp LED A QT (12V) A, R, PAR QT, QPAR QT TC T, TC T HME HIT HIT HST HSE 100 200 300 Economicità 400 500 luminoso 20

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100 Ra Effetto 2000

cromatico 3000

Oe (W/klm) UV

40

La scelta delle lampade per gli apparecchi dipende dalle esigenze dell‘illuminazione. I criteri funzio­ nali e gli aspetti fisici, come ad esempio la resa cromatica, sono decisivi per l‘affermazione di un concetto di illuminazione. 4000

Light

0,05-0,10 5-7 0,10-0,15 5-6 0,05-0,15 3-5 0,20-1,00 2-3 0,20-1,00 2-5 2-3 1000 P0,01-0,05 (W) Sollecitazioni provo60 80 100

cate dalle radiazioni

5000

6000

TF (K)

IR 35-60 25-30 6-10 10-15 6-10 4-6 h(lm/W)

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Guida Arredare con la luce | Prassi di progettazione Scelta delle lampade

Modellazione

Resa cromatica

La modellazione e la brillantezza sono effetti che vengono messi in risalto con la luce orientata. Come presupposto si hanno delle sorgenti luminose compatte, come le lampade alogene a bassa tensione o le lampade ad alogenuri metallici. Nell‘illuminazione di sculture, nella presentazione di merci o nell‘illuminazione di superfici dalle strutture interessanti la modellazione e la brillan­ tezza sono aspetti di primaria importanza.

LED A QT (12V) QT, QPAR TC T HIT HST 20

40

60

80

100

Ra

Livelli dell‘indice di resa cromatica Ra per diversi tipi di lampade

Effetto cromatico

LED A QT (12V) QT, QPAR TC T HIT HST 2000

3000

Livelli di temperatura del colore TF per diversi tipi di lampade

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4000

5000

6000

TF (K)

La resa cromatica di una sorgente luminosa viene determinata dallo spettro luminoso della lampada. Uno spettro continuo genera una resa cromatica ottimale. Gli spettri a linea o a bande rendono la resa cromatica fondamentalmente mediocre. La migliore della resa cromatica è offerta dalle lampade ad incandescenza, incluse le lampade alogene.

Il colore della luce di uno strumento di illuminazione dipende dalla distribuzione dello spettro della luce emessa. Nella prassi si ha una classificazione nei colori della luce bianco caldo, bianco neutro e bianco da luce diurna. Le lampade dalla luce bianco calda accentuano le bande dello spettro rossa e gialla, mentre con il bianco da luce diurna vengono messi in evidenza i blu ed i verdi, ossia i colori freddi.

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Guida Arredare con la luce | Prassi di progettazione Scelta delle lampade

Flusso luminoso

LED A QT (12V) QT, QPAR TC T HIT HST 10

50

100

500

1000 2000

5000 10000

50000 F (lm)

Livelli di flussi luminosi F per diversi tipi di lampade

I flussi luminosi particolarmente piccoli vengono emessi soprattutto dai LED e dalle lampade alogene a bassa tensione, seguite dalle lampade ad incandescenza convenzionali e dalle lampade fluorescenti compatte. I valori più alti li hanno le lampade alogene che funzionano con la tensione di rete, le lampade fluorescenti e le lampade a scarica ad alta pressione; i valori massimi li raggiungono le lampade ad alogenuri metallici.

LED A QT (12V) QT, QPAR TC T HIT HST 100

200

300

400

500

1000 P (W)

Livelli di potenza P di diversi tipi di lampade Economicità

LED A QT (12V) QT, QPAR TC T HIT HST 20

40

60

80

100

h(lm/W)

Livello dell‘efficienza luminosa η per diversi tipi di lampade

LED A QT (12V) QT, QPAR TC T HIT HST 2000

4000

6000

8000

10000

L‘economicità di una lampada dipende dalla sua efficienza luminosa, dalla sua durata utile e dal suo prezzo. Le lampade dotate della minore efficienza luminosa sono le lampade ad incandescenza e le lampade alogene. Le lampade incandescenti, le lampade ad alta pressione ai vapori di mercurio e le lampade ad alogenuri metallici presentano valori decisamente migliori. Le lampade con durata utile minore sono le lampade incandescenti e le lampade alogene; la durata utile delle lampade incandescenti e delle lampade ad alta pressione è sensibilmente maggiore.

50000 t (h)

Livelli di durata utile t per diversi tipi di lampade Sollecitazioni provocate dalle radiazioni

Lamp

A, R, PAR QT T, TC HME HIT HSE

Oe (W/klm) UV

Light

IR

0,05-0,10 0,10-0,15 0,05-0,15 0,20-1,00 0,20-1,00 0,01-0,05

5-7 5-6 3-5 2-3 2-5 2-3

35-60 25-30 6-10 10-15 6-10 4-6

Potenza relativa φe delle radiazioni di diversi tipi di lampade, riferita ad un flusso luminoso di 1000 lm, suddivisa in base alle gamme di lunghezza d'onda: UV (280 nm-380 nm), luce (380 nm-780 nm), IR (780nm-10000 nm). Esempio: φe = UV · lm / 1000 Per una lampada A60 da 100W e 1380 lm si ha una potenza di radiazioni UV di 0,069-0,138 W. Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

Nelle aree espositive le problematiche relative alle radiazioni sono importanti. Le radiazioni ad infrarossi e a raggi Ultravioletti possono danneggiare i dipinti. Le componenti troppo elevate di radiazioni infrarosse e di calore di convezione sono emesse soprattutto da sorgenti luminose di limi­ tata efficienza luminosa, come le lampade ad incandescenza o le lampade alogene. Nelle lampade fluorescenti convenzionali o compatte le radiazioni ad infrarossi sono significativamente minori. Con l‘impiego di filtri si possono ridurre sensibilmente le componen­ti di infrarossi e di ultravioletti delle radiazioni.

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Guida Arredare con la luce | Prassi di progettazione Scelta degli apparecchi

Distribuzione della luce

Colore della luce

Tipi di montaggio

Luminanza

Illuminamento

Requisiti di sicurezza

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Con la scelta delle sorgenti luminose si delineano le caratteristi­che tecniche dell‘impianto di illuminazione ed i limiti della qualità della luce ottenibile. Gli effetti luminosi che saranno realizzati all‘interno di questa gamma dipende però dalla scelta degli apparecchi nei quali le lampade saranno utilizzate. Tra la decisione sulle lampade e quella sugli apparecchi c‘è uno stretto collegamento; la decisione su di una sorgente luminosa restringe la scelta di tipi di apparecchi utilizzabili così come la decisione su di un tipo di apparecchio limita la scelta delle lampade.

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Guida Arredare con la luce | Prassi di progettazione | Scelta degli apparecchi Distribuzione della luce

generale – differenziata

Illuminazione generale omogenea ottenuta con distribuzione della luce a fascio largo

Una illuminazione generale uniforme costituisce un concetto luminoso molto comune. Per l‘illuminazione generale si possono impiegare apparecchi a fascio largo come i downlight e le strutture luminose. Un‘illuminazione omogenea può essere ottenuta anche con l‘illuminazione indiretta. Un concetto luminoso che miri esclusivamente ad accenti luminosi isolati è invece un caso anomalo. Spesso l‘illuminazione d‘accento comprende delle componenti di illuminazione generale, per consentire una collocazione nello spazio degli oggetti illuminati. Spesso basta la luce diffusa dalle aree accentuate per illuminare sufficientemente l‘ambiente circostante. Per l‘illuminazione d‘accento si utilizzano apparecchi che emanano una luce orientata, a fascio stretto. Si usano quindi i faretti mobili ed i faretti down­ light direzionali.

Illuminazione differenziata ottenuta con la luce a fascio stretto dei faretti

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Guida Arredare con la luce | Prassi di progettazione | Scelta degli apparecchi Distribuzione della luce

diretta - indiretta

Illuminazione diretta con luce orientata

L‘illuminazione diretta consente un‘illuminazione sia diffusa che orientata, un‘illuminazione sia generale che d‘accento. Con la luce diretta è possibile una progettazione illuminotecnica che consente una distribuzione differenziata della luce. Creando forti contrasti essa ottiene un‘ottima plasticità degli oggetti illuminati. Nell‘illuminazione indiretta ci si orienta più verso un‘illuminazione generale diffusa. L‘illuminazione indiretta crea una luce tenue, mol­ to omogenea, e provvede ad illuminare le superfici che delimitano un ambiente dando un‘impressione di un ambiente aperto. Si evitano i problemi di abbagliamento diretto o di riflessi abbaglianti. Da un‘illuminazione esclusivamente indiretta può deri­vare un effetto complessivo piatto e monotono dell‘ambiente.

L‘illuminazione indiretta crea l‘impressione di essere in un ambiente aperto

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Guida Arredare con la luce | Prassi di progettazione | Scelta degli apparecchi Distribuzione della luce

largo – stretto

La decisione tra una distribuzione della luce a fascio stretto o largo è strettamente legata alla scelta tra un‘illuminazione generale o differenziata. Gli apparecchi con un angolo di distribuzione sotto i 20° vengono definiti spot, sopra quella soglia vengono definiti flood. Nei downlight l‘angolo di schermatura esprime anche l‘ampiezza della distribuzione della luce. Una distribuzione della luce a fascio largo crea un maggiore illuminamento verticale.

Distribuzione della luce a fascio largo per un‘illuminazione ­indiretta

Luce a fascio stretto per ­l‘accentuazione

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Guida Arredare con la luce | Prassi di progettazione | Scelta degli apparecchi Distribuzione della luce

simmetrica – asimmetrica

La distribuzione simmetrica della luce serve ad una illuminazione omogenea. La distribuzione della luce può essere a fascio largo nei downlight per l‘illuminazione generale di superfici orizzontali. Nei faretti essa è a fascio stretto e serve per l‘accentuazione. Gli apparecchi con distribuzione della luce asimmetrica sono adatti ad una distribuzione della luce uni­ forme sulle superfici laterali. Gli apparecchi che tipicamente sono dotati di tali caratteristiche sono i wallwasher ed i washer per soffitti. Per apparecchi ad irradiazione a simmetria assiale, come le strutture luminose, si forniscono due curve di distribuzione dell‘inten­ sità luminosa.

Washer con distribuzione della luce simmetrica per illuminazione di base

Wallwasher con distribuzione della luce asimmetrica per illuminazione uniforme delle pareti

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Guida Arredare con la luce | Prassi di progettazione | Scelta degli apparecchi Distribuzione della luce

orizzontale – verticale

Illuminazione orizzontale di postazioni di lavoro

La focalizzazione su di un‘illumina­ zione orizzontale è spesso conseguente alla scelta di una luce funzionale, orientata all‘utilità. Ciò vale ad esempio per l‘illuminazione delle postazioni di lavoro, per le quali la progettazione luminosa è concentrata soprattutto sull‘illu­ minazione omogenea di compiti visivi orizzontali. Le componenti di illuminazione verticale derivano in questo caso soprattutto da una luce diffusa riflessa dalle superfici orizzontali illuminate. Anche la scelta di un‘illuminazione principalmente verticale può essere condizionata da principi di funzionalità nell‘illuminazione di compiti visivi verticali, ad esempio scaffali, lavagne da muro o dipinti. Spesso però è mirata ad una definizione dell‘ambiente visivo. Si cerca cioè di creare una luce che metta in risalto le caratteristiche e le peculiarità dell‘ambiente visivo. Ciò vale sia in riferimento all‘architettura, le cui strutture possono essere evidenziate con illuminandone le pareti, sia sot­ tolineando e modellando gli oggetti nell‘ambiente.

L‘illuminazione verticale mette in rilievo la struttura della facciata

Realizzazioni speciali

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Nella maggior parte dei casi la scelta degli apparecchi si limita a prodotti di serie, in quanto vengono consegnati in tempi brevi, hanno prestazioni collaudate e sono stati testati sotto il profilo della sicurezza. Anche nel caso di costruzioni particolari, come negli impianti di illuminazione integrati nelle architetture (ad esempio nelle illuminazioni a volta o nei soffitti luminosi) si impiegano di solito apparecchi standardizzati. Per illuminazioni più impegnative, grandi progetti rappresentativi si possono prendere in considerazione anche produzioni speciali o sviluppi di nuovi prodotti. Sia l‘inserimento estetico degli apparecchi nell‘architettura e nell‘alle­ stimento dell‘ambiente, sia la soluzione di complessi problemi illuminotecnici possono quindi avvenire su progetto, distinguendosi dagli impianti che impiegano apparecchi prodotti in serie. Oltre ai costi di sviluppo aggiuntivi si deve però tener conto soprattutto dei lunghi tempi di attesa per la consegna degli apparecchi di illuminazione.

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Guida Arredare con la luce | Prassi di progettazione | Scelta degli apparecchi Colore della luce Il colore della luce di un apparecchio dipende dal tipo di lampada utilizzato. Nell‘ambito delle tonalità di bianco si ha una suddivisione in bianco caldo, bianco neutro e bianco da luce diurna. Con queste lampade, impiegando dei filtri colorati, si può ottenere una luce colorata. Con l‘impiego di una sorgente di luce colorata come un LED o una lampada fluorescente si genera direttamente una luce colorata e, a differenza dei filtri colorati, non si ha una trasmissione ridotta della luce. Negli apparecchi con tecnica RGB è possibile ottenere una gran quantità di colori mescolando le sorgenti di luce colorate dai colori base rosso, verde e blu. Con degli strumenti di comando elettronico si può variare il colore della luce dinamicamente.

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Guida Arredare con la luce | Prassi di progettazione | Scelta degli apparecchi Tipi di montaggio

Tipi di montaggio

Per la disposizione degli apparecchi nell‘architettura vi sono due principi di base tra loro contrastanti che, oltre ad assegnare all‘impianto di illuminazione una diversa funzione estetica, offrono anche diverse possibilità illuminotecniche. Da un lato si ha un tentativo di integrare il più possibile gli apparecchi nell‘architettura, dall‘altro lato si ha un approccio che aggiunge gli apparecchi ad un‘architettura come elementi a sé stanti. Entrambi i concetti non vanno comunque considerati come approcci rigidi, vanno piuttosto considerati come i punti estremi di una scala di possibilità tecnologiche e di allestimento che ammette anche delle posizioni intermedie. La decisione per un impianto di illuminazione fisso o flessibile si distingue dalla decisione tra una soluzione integrata o additiva; in essa inoltre non sono tanto importanti i punti di vista estetici, quanto le esigenze illuminotecniche dei compiti visivi.

Illuminazione integrata

Con un‘illuminazione integrata l‘apparecchio passa in secondo piano rispetto all‘architettura; gli apparecchi sono visibili solo per gli schemi formati dalle loro aperture sulle pareti o nel soffitto. La progettazione si concentra sull‘impiego degli effetti luminosi generati dagli apparecchi. Un‘illuminazione integrata si adatta facilmente ai diversi ambienti e facilita il compito di adattare esteticamente gli apparecchi all‘ambiente. Per sua natura l‘illuminazione integrata costituisce d‘altra parte una soluzione rigida. Una modifica dell‘illuminazione può avvenire solamente con la programmazione luminosa o con l‘orientamento dei tipi di apparecchi mobili. Gli apparecchi uti­lizzati per questa soluzione sono gli apparecchi da incasso a soffitto o nelle pareti.

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Guida Arredare con la luce | Prassi di progettazione | Scelta degli apparecchi Tipi di montaggio

Illuminazione additiva

Nell‘illuminazione additiva gli apparecchi costituiscono degli elementi a sé stanti. Oltre alla progettazione degli effetti dell‘illuminazione, diventa importante anche la scelta degli apparecchi e la loro disposizione nell‘architettura; si va quindi dall‘adattamento alle strutture presenti fino alle ripercussioni sull‘aspetto comples­ sivo dell‘ambiente. Al guadagno in flessibilità si contrappone il compito di adattare l‘immagine estetica dell‘impianto di illuminazione all‘ambiente e di evitare che la mescolanza di diversi tipi di apparecchi o una loro disposi­ zione confusa costituiscano un elemento di disturbo. Gli apparecchi utilizzati per questa soluzione sono i faretti, le strutture luminose e le lampade a sospensione.

Illuminazione fissa

Con gli apparecchi ad installazione fissa è possibile ottenere diversi tipi di distribuzione della luce, ad esempio con lampade orientabili come i faretti downlight direzionali. Nella progettazione si deve controllare attentamente la disposizione degli apparecchi perché una successiva modifica della posizione delle lampade ad incasso è molto dispendiosa.

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Guida Arredare con la luce | Prassi di progettazione | Scelta degli apparecchi Tipi di montaggio

Illuminazione flessibile

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Si può ottenere un‘illuminazione flessibile in diversi modi. La più ampia flessibilità, necessaria ad esempio per l‘illuminazione di esposizioni sempre nuove o l‘illuminazione di aree di presentazione, viene ottenuta con l‘impiego di faretti mobili fissati su binari elettrificati o su strutture portanti. In questo caso è possibile un nuovo orientamento ed addirit­ tura uno spostamento o una sostituzione dell‘apparecchio.

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Guida Arredare con la luce | Prassi di progettazione | Scelta degli apparecchi Luminanza

Abbagliamento

3

2

Si distingue tra abbagliamento diretto, soprattutto dagli apparecchi (1), abbagliamento riflesso nei compiti visivi orizzontali (2) ed abbagliamento riflesso nei compiti visivi verticali, ad esempio sui monitor (3).

2

α

Limitazione dell'abbagliamento nelle postazioni di lavoro con monitor: negli ambienti con postazioni di lavoro con monitor si consiglia un angolo di schermatura α di almeno 30°.

Norme

25

Dalla proiezione della superficie di valutazione sul soffitto si ha l‘area nella quale gli apparecchi possono influenzare negativamente la resa del contrasto.

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3

1

Con gli apparecchi orientabili come i faretti o i downlight orientabili gli effetti di abbagliamento dipendono anche dalla distribu­ zione della luce dell‘apparecchio, ma l‘abbagliamento deriva soprat­ tutto da un orientamento non adeguato dell‘apparecchio. Negli apparecchi ad installazione fissa come i downlight o le strutture luminose si deve distinguere tra la limitazione dell‘abbagliamento diretto e la limitazione dei riflessi abbaglianti. Per l‘abbagliamento diretto la qualità delle misure antiabbagliamento dipende dalle caratteristiche di distribuzione dell‘apparecchio. Nei downlight il comfort visivo dell‘apparecchio aumentano all‘aumentare dell‘angolo di ­abbagliamento in seguito alla limitazione dell‘abbagliamento.

Per l‘illuminazione delle postazioni di lavoro si hanno delle norme che fissano gli angoli minimi di antiabbagliamento o le luminanze massime degli apparecchi per dati angoli di distribuzione; per le postazioni di lavoro dotate di monitor si hanno delle norme a parte. Si può considerare come critica la parte del soffitto che sarebbe vista dall‘utente in uno specchio che ricopre la superficie di lavoro. Per apparecchi con riflettori a specchio la limitazione dell‘abbagliamento diretto è migliore con maggiori angoli di schermatura. Lo standard prevede angoli di antiabbagliamento delle lampade di 30° e 40°. Il metodo UGR (Unified Glare Rating) serve a valutare e a limitare l‘abbagliamento psicologico diretto negli ambienti interni. La luminanza della sorgente luminosa, le sue dimensioni (angolo solido), la sua posizione (indice di posizione) e la luminanza dello sfondo influenzano il valore UGR, che di regola varia da 10 a 30. Più piccolo è il valore UGR, minore è l‘abbagliamento.

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Guida Arredare con la luce | Prassi di progettazione | Scelta degli apparecchi Illuminamento

Illuminamento E consigliato ­ dalle norme CIE per diverse tipi di attività

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Fondamentalmente la capacità visiva cresce all‘aumentare dell‘illuminamento. Sopra il 1000 Lux però essa cresce lentamente, per poi diminuire di nuovo per illumi­ namenti molto alti a causa del fenomeno dell‘abbagliamento. L‘indicazione di illuminamenti indicativi ci dice però molto poco sull‘effettiva percezione. Nell‘occhio non viene rappresentato il flusso luminoso che incide su di una superficie – ossia l‘illuminamento –, ma la luce emessa, trasmessa o riflessa da quella superficie. L‘immagine sulla retina si rifà agli schemi di luminanza dell‘oggetto percepito, all‘effetto combinato creato da luce e oggetto.

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Guida Arredare con la luce | Prassi di progettazione | Scelta degli apparecchi Requisiti di sicurezza

Grado di protezione

Indicazione del grado di prote­ zione (IP): Indicatore X protezione da corpi estraneo

Indicazione del grado di prote­ zione (IP): Indicatore Y protezione dall‘acqua

Classi di protezione

Gli apparecchi devono in ogni caso soddisfare i requisiti tecnici di sicurezza generici; ciò è garantito dal simbolo del collaudo. In alcuni casi gli apparecchi rispettano dei requisiti aggiuntivi, e ciò è indicato da ulteriori simboli. Per apparecchi che devono essere utilizzati in luoghi umidi, polverosi o in cui sussistono pericoli di esplosioni si hanno dei requisiti speciali. Gli apparecchi vengono quindi suddivisi per diversi gradi e classi di sicurezza, in cui la classe di protezione è il tipo di protezione dell‘apparecchio da scosse elettriche, il grado di protezione si riferisce alle sollecitazioni mec­ caniche e alla penetrazione di polvere e umidità.

Per il montaggio degli apparecchi di illuminazione su mobili o altri materiali infiammabili vigono altre specifiche norme antincendio.

Classi di protezione per la sicu­ rezza degli apparecchi sotto il profilo elettrico

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Indicazione di particolari qualità degli apparecchi e dei requisiti di sicurezza

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Guida Arredare con la luce | Prassi di progettazione Disposizione degli apparecchi

Pavimento

Parete

Soffitto

Oggetto

Griglia di punti

Elementi lineari

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La disposizione degli apparecchi va vista non solo come processo tecnico, ma anche come processo funzionale. Nella prassi della progettazione illuminotecnica dalla necessità di un‘illuminazione il più possibile omogenea è derivato l‘orientamento verso una griglia regolare di apparecchi da soffitto. Tra la disposizione degli apparecchi e l‘effetto della luce non c‘è un nesso diretto; sfruttando tutta la gamma di apparecchi disponibile si può ottenere il risultato di effetti luminosi desiderato con una serie di diverse disposizioni degli apparecchi. Questa libertà di movimento può e deve essere utilizzata per ottenere dei soffitti che coniughino un‘illuminazione funzionale con un allestimento della disposizione degli apparecchi che si intoni con l‘architettura.

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Guida Arredare con la luce | Prassi di progettazione | Disposizione degli apparecchi Pavimento

Pavimento

Si consiglia di tenere la metà del­ la distanza tra gli apparecchi (d) come distanza dalla parete (a). La distanza tra gli apparecchi (d) tra due strutture vicine dovrebbe corrispondere all‘altezza (h) dal pavimento o dalla superficie di lavoro.

Angolo di abbagliamento

In seguito alla limitazione dell‘abbagliamento il comfort visivo dell‘apparecchio aumenta all‘aumen­ tare dell‘angolo di abbagliamento. I downlight, pur essendo disposti allo stesso modo, creano diverse proiezioni del cono luminoso sulla parete. Con un angolo di abbagliamento di 40° si ottiene il migliore compro­ messo tra l‘illuminamento orizzon­ tale necessario per il pavimento e l‘illuminamento verticale.

L‘illuminamento verticale è impor­ tante ad esempio nei locali di vendita, dove si devono illuminare i prodotti negli scaffali. I downlight con un angolo di abbagliamento di 30° si ha il massimo del flusso luminoso per un angolo laterale più grande. Nei downlight con angolo di abba­ gliamento di 50° si ha una distribuzione della luce a fascio stretto ed un ottimo comfort visivo negli ambienti con soffitti alti.

α

Sopra l‘angolo di schermatura non viene emessa della luce.

Angolo di abbagliamento 30°

Angolo di abbagliamento 40°

Angolo di abbagliamento 50°

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Guida Arredare con la luce | Prassi di progettazione | Disposizione degli apparecchi Parete

Parete

Per i wallwasher la distanza dalla parete dovrebbe essere pari ad almeno un terzo dell‘altezza della stanza. In alternativa la distanza dalla parete può essere marcata con una linea a 20° che va dalla base della parete al soffitto. Mentre per gli ambienti di altezza normale la distanza tra gli apparecchi è uguale alla distanza dalla parete, per le stanze dai soffitti più alti essa deve essere ridotta per evitare dei cali di illumina-

mento. I wallwasher sviluppano la loro omogeneità di illuminazione in modo ottimale solo se gli apparecchi utilizzati sono almeno 3. La posizione dei wallwasher rispetto ad un angolo del locale dovrebbe essere sulla linea dei 45°.

Angolo del locale

Data la distanza tra gli apparecchi, i downlight vengono montati ad una distanza dalla parete pari alla metà della distanza tra gli apparecchi. Gli apparecchi negli angoli dovrebbero essere montati sulla linea a 45°, ottenendo così con i downlight due sezioni identiche del cono di luce su entrambe le pareti illuminate.

Parete a specchio

Per le pareti a specchio si dovrebbe scegliere la disposizione degli apparecchi in modo tale che nell‘immagine specchiata tale disposizione prosegua senza discontinuità. Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Arredare con la luce | Prassi di progettazione | Disposizione degli apparecchi

Elementi delle pareti

Negli ambienti con strutture architettoniche dominanti si dovrebbe adattare la disposizione degli apparecchi agli elementi architettonici. Soffitto

Per ottenere una distribuzione omogenea della luce nell‘illumi­na­ zione di un soffitto è necessa­rio che questo sia sufficientemen­te alto. Per evitare un abbagliamento diretto, i washer per soffitto vanno montati sopra l‘altezza degli occhi. La distanza dal soffitto dipende dall‘omogeneità richiesta; di regola è pari a 0,8m.

Oggetto

L‘illuminazione degli oggetti può avvenire con un‘angolazione della luce di 30°, di 45°, fino a una illu­minazione perpendicolare. Più verticale è l‘incidenza della luce, maggiore è la plasticità. Se l‘angolazione della luce è inferiore ai 30°, il cosiddetto «angolo da museo», si ha un‘illuminazione verticale massimale ed allo stesso tempo è possibile evitare che un possibile riflesso abbagli l‘osservatore. Per le superfici riflettenti, ad esempio per i dipinti ad olio o Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

per le grafiche con vetri, si deve tener conto dell‘angolo di incidenza della luce per evitare dei riflessi fastidiosi negli angoli visivi dell‘osservatore. Inoltre si evitano così delle ombre sulle superfici dipinte, ad esempio le ombre della cornice.

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Guida Arredare con la luce | Prassi di progettazione | Disposizione degli apparecchi

Superfici orizzontali

Le luminanze elevate che vengono riflesse da superfici o oggetti causano riflessi abbaglianti. Gli apparecchi non dovrebbero quindi essere dislocati in aree critiche. L‘illuminazione indiretta con luce diffusa riduce i riflessi abbaglianti. Orientando il cono di luce si può eliminare la formazione di ombre sulle superfici di lavoro.

Superfici verticali

Per una superficie riflettente disposta orizzontalmente si possono montare gli apparecchi sul soffitto frontalmente rispetto ad essa, per una superficie riflettente disposta verticalmente si possono montare gli apparecchi sul soffitto lateralmente rispetto ad essa.

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Guida Arredare con la luce | Prassi di progettazione | Disposizione degli apparecchi Griglia di punti

Punto

La disposizione più semplice di elementi puntiformi è quella di una griglia regolare, semplice o sfasata. Con una griglia regolare di apparecchi singoli identici tra loro si ottiene facilmente un effet­ to monotono, ma un‘illuminazione differenziata è praticamente esclusa.

Elementi puntiformi: disposizioni in griglie regolari e sfasate

Combinazione di punti

Le disposizioni più accentuate derivano da un utilizzo di diversi tipi di apparecchi alternati tra loro e dall‘impiego di combinazioni di apparecchi; in questo caso si possono raggruppare sia apparecchi dello stesso tipo che apparecchi di tipi diversi.

Apparecchi di diversa forma e grandezza, ma anche gruppi compatti di apparecchi, possono fungere da elementi puntiformi.

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Guida Arredare con la luce | Prassi di progettazione | Disposizione degli apparecchi Griglia di punti

Linea

L‘allineamento di elementi puntiformi costituisce un primo passo verso forme di allestimento più complesse. Diversamente dalla semplice disposizione a griglia, l‘allestimento del soffitto assume una stretta relazione con l‘architettura dell‘ambiente – il soffitto viene allestito in un confronto tra le linee dell‘ambiente, recependo tali linee oppure creando intenzio­ nalmente dei contrasti rispetto a tale linguaggio delle forme.

Elementi puntiformi: disposizioni lineari

Forme

Siccome la disposizione dei singoli apparecchi in modo lineare non è determinato per forza da linee reali quali le linee formate dalle pareti o dai dislivelli del soffitto, ma possono anche essere create solo per indurre la percezione di una forma, nella progettazione si deve tenere in particolare consi­ derazione le regole di rappresen­ tazione. I criteri decisivi sono soprattutto la regolarità della distanza e la vicinanza degli apparecchi tra loro.

Le disposizioni degli apparecchi possono seguire le strutture architettoniche o formare figure indipendentemente da esse.

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Guida Arredare con la luce | Prassi di progettazione | Disposizione degli apparecchi Elementi lineari

Linea

Mentre le strutture lineari in caso dell‘allineamento di apparecchi puntiformi vengono generate indirettamente dalla percezione, esse vengono realizzate direttamente con l‘ausilio di elementi lineari. Come elementi lineari si possono intendere degli appa­ recchi ma anche delle strutture portanti. Le strutture luminose e la disposizione di binari elettrificati o di altre strutture portanti fanno parte di queste categorie di allestimento. Il linguaggio delle forme delle disposizioni lineari è in sostanza identico con l‘allineamento dei punti. Le forme ottenute utilizzan­ do degli elementi lineari realmente esistenti e non solo accennati visivamente prevengono il rischio di una deformazione dovuta ad una percezione errata e consentono la percezione di disposizioni più complesse.

Linea e punto

La robustezza della struttura consente sia l‘alternanza di forme diverse degli apparecchi, sia la disposizione di faretti sulle strutture luminose o portanti; è quindi possibile un‘illuminazione differenziata dell‘ambiente senza che l‘aspetto di fondo della struttura venga sensibilmente disturbata dai singoli apparecchi.

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Guida Arredare con la luce | Prassi di progettazione | Disposizione degli apparecchi Elementi lineari

Soluzioni decorative

Con la combinazione di diversi elementi si ha un‘ampia gamma di possibilità di allestimento, fino alle soluzioni decorative.

Strutture lineari

Il rettangolo dei binari elettrificati deriva dalla forma della stanza. In questo modo è possibile sia un‘illuminazione flessibile di tutte le superfici delle pareti che l‘illuminazione di singoli oggetti nella stanza.

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Guida Arredare con la luce | Prassi di progettazione Montaggio

Soffitto

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Parete

Pavimento

Nel montaggio sono importanti sia gli aspetti tecnici che quelli estetici. Dopo che la disposizione degli apparecchi è stata decisa ci si focalizza sul montaggio. Per i downlight si hanno diverse possi­ bilità di montaggio, come l‘incas­ so, il montaggio a plafone o la sospensione.

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Guida Arredare con la luce | Prassi di progettazione | Montaggio Soffitto

Controsoffitti

Per i controsoffitti lisci, ad esempio in cartongesso, gli apparecchi possono essere posizionati indipendentemente dalle strutture portanti preesistenti. Gli apparecchi vengono fissati nelle relative aperture nel soffitto; eventualmente il peso dell‘apparecchio dovrà essere sopportato da un supporto che regge direttamente l‘apparecchio o che è fissato vicino ad esso. Se il soffitto deve essere intonacato sarà necessario un apposito anello da incasso per l‘apertura dell‘apparecchio.

Controsoffitti a doghe

Per i controsoffitti a doghe e per i soffitti a nido d‘ape esistono dei pannelli predisposti per l‘incasso dei downlight. Le dimensioni dei pannelli sono adattate alle misure della griglia, in modo da riempire una nicchia o per consentire il montaggio tra doghe non portanti.

Canale nel soffitto

Per integrare le sorgenti luminose nel soffitto e renderle invisibili si può montare gli apparecchi su di un binario elettrificato situato in un canale nel soffitto.

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Guida Arredare con la luce | Prassi di progettazione | Montaggio Soffitto

Apparecchi a sospensione

La sospensione degli apparecchi può aver luogo in diversi modi. Gli apparecchi più leggeri di solito sono appesi al cavo di collegamen­ to. Per gli apparecchi più pesanti il peso viene sopportato da una sospensione separata. Questa può essere una sospensione aggiuntiva con un cavo; ma può essere anche una sospensione rigida a tige che di solito contiene il cavo di collegamento.

Soffitti in calcestruzzo

Per l’incasso in soffitti in calcestruzzo i fori per l’apparecchio vengono preparati al momento della gettata del soffitto. Si ha la possibilità di montare i corpi da incasso prefiniti che vengono fissati sull‘armatura e rimangono nel soffitto. In ogni caso si deve chiarire se la disposizione degli apparecchi è compatibile con la statica del soffitto, se ad esempio determinati punti di montaggio vanno esclusi perché coperti dalle travi o se l‘armatura del soffitto debba essere adattata alla disposizione degli apparecchi.

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Arredare con la luce | Prassi di progettazione | Montaggio

Parete

Il montaggio degli apparecchi alle pareti è possibile con incasso o a plafone, e l‘incasso può essere in pareti in calcestruzzo o in intercapedini. Il montaggio su supporti a parete o su bracci a sbalzo viene eseguito negli interni sui tramezzi e negli ambienti esterni per l‘illuminazione delle facciate.

Pavimento

Il montaggio degli apparecchi da pavimento riguarda gli apparecchi a plafone e quelli ad incasso. Nell‘incasso nel pavimento si deve provvedere ad una adeguata chiu­ sura dell‘apparecchio che sia resistente alle sollecitazioni fisiche e che protegga l‘apparecchio dalle infiltrazioni di umidità. Per gli ambienti esterni si hanno anche gli apparecchi a colonna e quelli per tralicci.

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Arredare con la luce | Prassi di progettazione Manutenzione Fissando un fattore di riduzione in fase di progettazione, è possi­ bile regolare le distanze tra gli interventi di manutenzione. Con un minore fattore di riduzione si ottiene un maggiore livello di illuminazione iniziale e l‘intervallo di tempo fino al calo del flusso luminoso sotto il valore critico viene di conseguenza allungato. Con valori adeguati ed utilizzando il fattore di manutenzione si può pianificare il cambio delle lampade e la pulizia degli apparecchi in un unico intervento. Anche la regolazione degli apparecchi è parte costituente della manutenzione qualitativa. Soprattutto nell’illuminazione di aree di presentazione è necessario un nuovo orientamento degli apparecchi per ogni nuovo allestimento. Il piano di manutenzione consente di eseguire la manutenzione dell‘impianto di illuminazione nei tempi previsti in funzione dei requisiti tecnici e degli scopi ­dell‘impianto stesso.

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Arredare con la luce Visualizzare la luce

Disegno

Edizione: 19.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

Simulazione

Modello

Nella progettazione luminosa le rappresentazioni degli impianti di illuminazione e dei loro effetti luminosi nell‘architettura rivestono un ruolo importante. Lo spettro delle forme di rappresentazione spazia dagli schemi tecnici dei soffitti alle illustrazioni grafiche di diversa complessità, fino alle rappresentazioni dell‘ambiente calcolate al computer e ai modelli tridimensionali dell‘architettura o degli impianti di illuminazione. Un progettista esperto può farsi un‘immagine realistica dei singoli effetti luminosi ottenibili osservando gli schemi del soffitto e i diagrammi. Le altre persone che partecipano al progetto, dotate di una minore competenza specialistica, sono portate a preferire delle rappresentazioni immediate in aggiunta alle astratte documentazioni tecniche.

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Guida Arredare con la luce | Visualizzare la luce Disegno

Schizzo

Storyboard

Disegno tecnico

Diagramma

Edizione: 19.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

Moodboard

L‘impiego dei disegni va dai semplici schizzi fino ai processi dispendiosi e dettagliati nei quali all‘aumentare delle risorse investite cresce sia la ricchezza della rappresentazione dell‘ambiente illuminato che, soprattutto, la rappresentazione degli effetti luminosi. Le rappresentazioni dell‘ambiente in prospettiva rendono più immediata la disposizione degli apparecchi dell‘impianto di illuminazione.

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Guida Arredare con la luce | Visualizzare la luce | Disegno Schizzo Il modo più semplice di raffigurare gli effetti luminosi è quello di accennare al cono di luce segnandone i contorni, rappresentandolo come superficie colorata o disegnando diverse tonalità di grigio sullo sfondo. I disegni in cui si segna il cono luminoso con delle tinte chiare di matita o gessetto sullo sfondo scuro creano un intenso impatto luminoso e riescono a rendere soprattutto la rappresentazione notturna in ambienti esterni. Nella visualizzazione di un concetto complessivo uno schizzo appositamente semplificato può rendere gli effetti luminosi in modo più immediato di una rappresentazione realistica con diversi gradi di chiarore artificiosamente generati.

Edizione: 19.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Arredare con la luce | Visualizzare la luce | Disegno Storyboard

Facciata

Ingresso

Foyer

Reception

Stanza, variante 1

Stanza, variante 2

Stanza, variante 3

Dettaglio

Edizione: 19.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

Lo storyboard si serve di una serie di schizzi per visualizzare una suc­ cessione di scene luminose nello spazio e nel tempo. Si adatta alle progettazioni luminose scenografiche, per osservare dei processi dinamici negli edifici. Derivano ad esempio dalla sequenza spaziale che si crea percorrendo l’edificio, ma anche dalla dimensione cronologica nell’arco della giornata all’interno di un ambiente.

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Guida Arredare con la luce | Visualizzare la luce | Disegno Moodboard Il Moodboard è una raccolta di immagini, schizzi, materiali, colori e concetti volti a descrivere delle emozioni. Se una scenografia lumi­ nosa richiede diverse sensazioni, la comunicazione si può infittire creando collage paralleli su diversi temi, con contrasti e diversi colori nelle diverse situazioni luminose. Nel Moodboard si pone dapprima al centro dell‘attenzione la composizione non filtrata di immagini, ma poi ad un livello analitico segue la valutazione e l‘addensamento.

Moodboard con luce fredda ­diffusa

Edizione: 19.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

Moodboard con luce calda ­orientata

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Guida Arredare con la luce | Visualizzare la luce | Disegno

Disegno tecnico

I disegni tecnici forniscono informazioni esatte sul tipo e sulla disposizione degli apparecchi impiegati, in pianta e in sezione. Per i faretti si può ad esempio definire sul disegno anche la direzione degli apparecchi. Per una maggiore leggibilità si può elencare tutti gli apparecchi ed i loro relativi simboli e caratteristiche in una tabella. Gli schemi elettrici forniscono inoltre le informazioni necessarie su circuiti elettrici, interruttori, tasti e gradi di protezione.

Diagramma

I diagrammi documentano ad esempio la distribuzione dell‘illuminamento o della luminanza nell‘ambiente. Nei diagrammi isolux le linee indicano punti con uguale illuminamento. I diagrammi isocandela mostrano linee caratterizzate da uguale luminanza.

Edizione: 19.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Arredare con la luce | Visualizzare la luce Simulazione

Simulazione qualitativa

Edizione: 19.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

Simulazione quantitativa

Animazione

I programmi di simulazione, oltre a presentare la resa degli illumina­ menti in rappresentazioni dell‘am­ biente per mezzo dei diagrammi, comunicano anche un‘impressione visiva della concezione luminosa. A differenza dei disegni la grafica computerizzata offre delle informazioni obiettive, basate su calcoli concreti.

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Guida Arredare con la luce | Visualizzare la luce | Simulazione

Simulazione qualitativa

La simulazione della luce per rappresentazioni qualitative si focalizza sull‘atmosfera dell‘ambiente. Con una prospettiva tridimensionale si può dare un‘impressione più immediata nella presentazio­ ne dello sviluppo degli strumenti di illuminazione. Il livello dei dettagli può arrivare fino ad un‘immagine fotorealistica.

Simulazione quantitativa

La simulazione quantitativa serve all‘analisi delle progettazioni illuminotecniche. Fornisce dei valori numerici fisicamente corretti per dei dati compiti visivi. Il rispetto delle prescrizioni presenti nelle normative, quali l‘omogeneità della distribuzione dell‘illuminamento, può essere controllato con la simulazione. Per una migliore illustrazione si utilizzano anche le rappresentazioni a falsi colori, nelle quali si possono leggere le diverse fasce di valori in una scala di colori.

Animazione

Un‘animazione crea un film partendo da singole immagini realizzate nella simulazione. Si riesce così a rappresentare in modo eccellente una scenografia luminosa dinamica. Più semplicemente si possono ottenere delle animazioni con dei programmi adeguati, nei quali si ha una prospettiva costante e l‘illuminazio­ne varia oppure si ha un cambio della prospettiva mentre l‘illuminazione è costante. Le animazioni in cui variano sia l‘illuminazione che la prospettiva richiedono una quantità di calcoli incomparabile, in quanto si deve calcolare ogni singola immagine del film oppure si devono impiegare dei processi speciali di rielaborazione dell‘immagine.

Edizione: 19.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Arredare con la luce | Visualizzare la luce Modello

Costruzione del modello

Edizione: 19.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

Mock-up

Simulazione di luce diurna

Un vantaggio decisivo dei modelli consiste nel fatto che la luce non viene solo rappresentata ma diven­ ta reale ed effettiva. Gli effetti di illuminazione non vengono riprodotti schematicamente e possono essere quindi osservati in tutta la loro complessità. Un‘ulteriore van­ taggio dei modelli consiste nell‘interazione, in quanto l‘osservatore può scegliere le prospettive a piacere ed in modo immediato. Si distingue tra modelli di lavoro e modelli di presentazione.

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Guida Arredare con la luce | Visualizzare la luce | Modello

Costruzione del modello

Le dimensioni e la precisione ­limitano la capacità della simulazione di fornire dati utili, e vanno quindi scelte in modo conseguente. La scala varia tra valori da 1:100 o 1:200 per gli effetti della luce diurna su interi edifici, fino a valori da 1:20 o 1:10 per studiare gli effetti dell‘illuminazione di singole aree interne. Il dettaglio più critico, in particolare per modelli di misura molto ridotta, è costituito dai modelli di apparecchi. Gli scostamenti nelle caratteristiche di distribuzione della luce sono notevolmente amplificati. La precisione nella ricostruzione degli apparecchi in scala sottostà ai limiti imposti dalle dimensioni delle sorgenti luminose disponibili. Spesso quindi si utilizzano le tecnologie dei conduttori ottici, deviando così una sorgente di luce esterna in diversi modelli di apparecchi.

Mock-up

Con Mock-up si intende un modello in cui si ricostruisce un ambiente in scala 1:1. Soprattutto nella valutazione di un apparecchio realizzato o di un apparecchio integrato nell‘architettura il Mock-up dell‘apparecchio o della parte dell‘architettura interessata costituisce un ausilio ottimale per una decisione. Per contenere la dispendiosità della simulazione con il Mock-up si cerca di lavorare con una delle parti più significative del contesto architettonico.

Edizione: 19.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Arredare con la luce | Visualizzare la luce | Modello

Simulazione della luce diurna

Edizione: 19.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

La luce solare e diurna può essere utilizzata semplicemente all‘aperto, altrimenti può essere riprodotta con esattezza utilizzando un simulatore solare o un cielo artificiale. Con la simulazione della luce solare all‘aperto il modello viene portato nell‘angolo di incidenza della luce richiesto con uno strumento simile ad una meridiana, riproducendo le condizioni di un dato luogo geografico in una data stagione e ad una data ora del giorno. Nel simulatore solare questa operazione è eseguita da un sole artificiale mobile. Entrambi i metodi consentono delle osservazioni certe sugli effetti della luce negli edifici e su di essi anche con piccoli modelli in scala e costituiscono uno strumento per lo sviluppo di sistemi di orientamento della luce diurna o di schermature solari. Con delle fotografie si possono documentare le osservazioni e le variazioni dell‘illuminazione nel corso del giorno e delle stagioni. Con l‘ausilio di un cielo artificiale si possono simulare gli effetti sull‘illuminazione causati da un cielo coperto ed eseguire delle misurazioni sul rapporto di luce diurna.

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Guida Illuminazione di ambienti interni

Tipi di illuminazione

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

Gruppi di apparecchi

Impieghi illuminotecnici

La luce determina l'atmosfera di un ambiente. Gli impieghi illuminotecnici e gli effetti luminosi dei diversi apparecchi vengono presentati con l'aiuto di simulazioni ed esempi di applicazione alle architetture.

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Guida Illuminazione di ambienti interni Tipi di illuminazione

Generalità

Illuminazione diffusa

Proiezione

Orientamento

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

Accentuare

L‘effetto di locali, superfici e oggetti dipende in grandissima misura dal tipo d‘illuminazione. Questa va dall‘illuminazione ­estesa uniforme, all‘illumina­zione d‘accento, alla proiezione di gobo.

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Tipi di illuminazione Generalità

diretta orientata

diretta diffusa

indiretta

Con illuminazione generale si indica una illuminazione omoge­ nea in genere riferita ad un piano utile orizzontale. Gli aspetti quan­titativi assumono spesso primaria importanza nei posti di lavoro o nelle zone di traffico. L‘illumina­ zione diretta ammette sia una luce diffusa che una luce orien­ta­ ta. L‘illuminazione indiretta genera al contrario una luce tenue e molto omogenea.

diretta e indiretta

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Tipi di illuminazione | Generalità diretta orientata

Osservazione

Follow-up

Una illuminazione generale diretta ed orientata crea un‘illuminazione omogenea su di un piano utile orizzontale. Essa consente l‘orientamento ed il lavoro nell‘ambiente. L‘architettura viene resa visibile.

La luce orientata crea una buona modellazione e brillantezza. L‘uniformità sul piano utile cresce all‘aumentare dell‘altezza dell‘ambiente o all‘ampiezza dell‘angolo di distribuzione della luce. La luce orientata consente una buona percezione delle forme e delle strutture delle superfici. Il comfort visivo aumenta al crescere dell‘angolo di abbagliamento. L‘illuminazione diretta si contraddistingue per la sua efficienza energetica. Nei luoghi di lavoro si deve fare attenzione agli abbagliamenti dovuti alla riflessione.

Applicazione

Progetti: Stadthalle, Graz Centre Pompidou, Parigi Palazzo congressi, Valencia ERCO, Lüdenscheid

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Tipi di illuminazione | Generalità diretta diffusa

Osservazione

Un‘illuminazione generale diretta e diffusa indica un‘illuminazione omogenea su di un piano di utilizzo orizzontale. Essa consente l‘orientamento ed il lavoro nell‘ambiente. L‘architettura viene resa visibile.

Strutture luminose

Downlight a luce diffusa

Apparecchi da parete a luce ­diffusa

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Tipi di illuminazione | Generalità diretta diffusa

Soffitto luminoso

Follow-up

Una luce diretta diffusa genera un‘illuminazione tenue con poche ombre e pochi riflessi. La formazione di ombre limitata porta ad una modellazione contenuta. Le forme e le strutture delle superfici non vengono accentuate. L‘illuminazione di fondo con lampade fluorescenti si distingue per la sua efficienza energetica.

Applicazione

Illuminazione generale diretta e diffusa per - Aree di lavoro - Sale multifunzionali - Musei - Esposizioni - Zone di passaggio Gruppi di apparecchi ideali: - Strutture luminose - Downlight - Apparecchi da parete - Apparecchi per soffitti

Progetti: Congress Centre, Valencia Prada, Milano Museo dell‘Architettura Tedesca, Francoforte Fondazione Beyeler, Basilea

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Tipi di illuminazione | Generalità indiretta

Osservazione

Una illuminazione generale ­indi­retta utilizza il soffitto, una parete o altre superfici come riflettori secondari. L‘illuminazione delle superfici che delimitano un ambiente crea una sensazione di un ambiente aperto.

Strutture luminose

Uplight Follow-up

Con una luce diffusa si ha una formazione di ombre limitata ed una modellazione contenuta. Le forme e le strutture delle superfici non vengono accentuate. Con un‘illuminazione esclusivamente indiretta si ha una differenziazione degli ambienti limitata. In confronto all‘illuminazione diretta è necessario un flusso luminoso decisamente superiore per ottenere gli stessi illuminamenti sui piani di lavoro. Il riflettore secondario dovrebbe inoltre avere un grado di riflessione elevato. Si previene completamente l‘abbagliamento dovuto ai riflessi o diretto.

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Tipi di illuminazione | Generalità indiretta

Applicazione

Una condizione per una distribuzione della luce omogenea è una sufficiente altezza dell‘ambiente. L‘illuminazione indiretta va montata al di sopra dell‘altezza degli occhi. La distanza dal soffitto dipende dall‘omogeneità richiesta e dovrebbe essere di almeno 0,8m. Illuminazione generale indiretta per - Aree di lavoro - Sale multifunzionali - Zone di passaggio Gruppi di apparecchi ideali - Strutture luminose - Uplight

Progetti: British Museum, Londra Ezeiza Airport, Buenos Aires Eremitage, San Pietroburgo Villa privata, Salisburgo

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Tipi di illuminazione | Generalità diretta e indiretta

Osservazione

L‘illuminazione generale diretta/ indiretta indica una combinazio­ne di illuminazione diretta ed indi­ret­ta riferita ad una superficie utile orizzontale. Il soffitto o le pareti servono come superfici di rifles­ sione. L‘illuminazione delle super­ fici che delimitano un ambiente crea una sensazione di un ambien­te aperto.

Strutture luminose

Downlight a sospensione Follow-up

L‘uniformità sul piano utile cresce all‘aumentare dell‘altezza dell‘am­biente. La luce orientata consente una buona percezione delle forme e delle strutture delle superfici. Il riflettore secondario dovrebbe inoltre avere un grado di riflessione elevato. L‘uniformità sul soffitto aumenta all‘aumentare della distanza dal soffitto. Un’illu­minazione di base con lampade fluorescenti si distingue per la sua efficienza energetica.

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Tipi di illuminazione | GeneralitĂ diretta e indiretta

Applicazione

Illuminazione generale diretta/ indiretta per - Aree di lavoro - Sale multifunzionali - Zone di passaggio Gruppi di apparecchi ideali: - Strutture luminose - Downlight a sospensione

Progetti: Centro di formazione degli operatori ecologici, Berlino Reichstag, Berlino Palacio de la Aljaferia, Saragozza Fibanc, Barcellona

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Tipi di illuminazione Illuminazione diffusa

simmetrica

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

asimmetrica

Si definisce illuminazione uniforme un‘illuminazione prevista anzitutto per evidenziare ele­menti architettonici. In primo luogo serve per rendere visibili proporzioni e delimitazioni degli ambienti. Si usano i washer simmetrici per illuminare uniformemente superfici orizzontali o per l‘illuminazione generale di aree di presentazione. I washer asimmetrici si distinguono per una distribuzione uniforme della luce sulle superfici.

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Tipi di illuminazione | Illuminazione diffusa simmetrica

Osservazione

Follow-up

L‘illuminazione diffusa simmetri­ ca crea un‘illuminazione omoge­ nea su oggetti o superfici. L‘illu­ minazione diffusa si distingue per la sua elevata uniformità e per il gradiente tenue della distribuzio­ne della luce. Le parti dell‘ambien­te illuminate vengono portate in primo piano dall‘illuminazione diffusa.

La luce orientata crea una buona modellazione e consente una buo­na percezione di forme e strutture delle superfici. L‘illuminazione diffusa può fare da sfondo ad una illuminazione d‘accento.

Applicazione

I washer montati su binari elettrificati consentono un direzionamento flessibile dell‘apparecchio. Illuminazione diffusa per - Esposizioni - Musei - Aree di vendita e di presen­ tazione - Sale multifunzionali Gruppi di apparecchi ideali - Washer

Progetti: Catedral de Santa Ana, Las Palmas Passeig de Gràcia, Barcellona Royal Armouries Museum, Leeds Museo ‚Fournier‘ del Naipe, Vitoria

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Tipi di illuminazione | Illuminazione diffusa asimmetrica

Osservazione

L‘illuminazione asimmetrica diffusa serve all‘illuminazione omogenea delle superfici. L‘illuminazione diffusa delle pareti è molto importante nell‘illuminazione delle architetture. L‘illuminazione verticale accentua i confini dell‘ambiente e la loro struttura. Con l‘illuminazione delle superfici delle pareti si dà un‘impressione di un ambiente più spazioso.

Faretti wallwasher

Downlight-wallwasher

Wallwasher

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Tipi di illuminazione | Illuminazione diffusa asimmetrica

Apparecchi perimetrali

Uplight

Washer per pavimento

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Tipi di illuminazione | Illuminazione diffusa asimmetrica

Follow-up

Gli apparecchi puntiformi conferi­ scono alle superfici delle pareti una maggiore brillantezza, mentre con gli apparecchi lineari si ottiene una maggiore uniformità. Con l‘illuminazione diffusa asimmetrica si possono definire delle zone dell‘ambiente e guidare lo sguardo dell‘osservatore. Essa può anche fare da sfondo per un‘illu­minazione d‘accento o creare l‘illuminazione generale di un luogo di lavoro. Per mante-

Applicazione

nere una distribuzione uniforme dell‘illuminazione è importante un corretto posizionamento degli apparecchi.

Illuminazione diffusa per - Esposizioni - Musei - Aree di vendita e di presen­ tazione - Sale multifunzionali Gruppi di apparecchi ideali - Faretti-wallwasher - Downlight-wallwasher - Wallwasher - Uplight - Apparecchi perimetrali

Progetti: British Museum, Londra Reichstag, Berlino Palacio de la Aljaferia, Saragozza Museo dell‘Arte Moderna, ­Francoforte

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Tipi di illuminazione Accentuare

Osservazione

L‘illuminazione d‘accento eviden­ zia singoli oggetti o elementi archi­tettonici. Si può così guidare l‘attenzione dell‘osservatore creando una gerarchia delle percezioni.

Faretti

Faretti sagomatori

Faretti Downlight direzionali

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Tipi di illuminazione Accentuare

Apparecchi da tavolo

Follow-up

L‘illuminazione d‘accento consente una buona percezione delle forme e delle strutture delle superfici. La luce orientata crea delle ombre marcate e buone modellazione e brillantezza. Un cono di luce stretto ed un elevato contrasto di luminosità rispetto all‘ambiente possono accentuare un oggetto in modo particolare.

Applicazione

L‘illuminazione d‘accento cattura l‘attenzione e migliora le capaci­ tà visive locali, ad esempio alla postazione di lavoro. Con la luce orientata vengono messe in evidenza le strutture e le texture degli oggetti. Illuminazione d‘accento per - Esposizioni - Musei - Aree di vendita e di presen­ tazione - Ristoranti, caffè, bistrò - Aree di lavoro

Progetti: Neue Wache, Berlino Iglesia del Sagrado Corazón, Bilbao Issey Miyake, Parigi Pinacoteca Vaticana, Roma

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Gruppi di apparecchi ideali: - Faretti - Faretti sagomatori - Faretti downlight direzionale - Faretti direzionali da incasso nei pavimenti - Apparecchi da tavolo

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Tipi di illuminazione Proiezione

Osservazione

Follow-up

I proiettori consentono di proiettare disegni, modelli e immagini. Si crea così un ulteriore livello di informazione e percezione.

Con l‘impiego di gobo e filtri si possono creare degli effetti interessanti.

Applicazione

Proiezione in - Esposizioni - Musei - Aree di vendita e di presen­ tazione - Ristoranti, caffè, bistrò - Hotel Le proiezioni sono realizzabili con - Faretti-proiettori

Progetti: Padiglione Aragon, Siviglia Fiera di Hannover Teattri Ravintola, Finlandia ERCO, Lüdenscheid

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Tipi di illuminazione Orientamento

Osservazione

L‘illuminazione di orientamento è innanzitutto definita dalla funzio­ne di orientamento che deve svolgere. Questa può essere ottenuta con degli apparecchi luminosi o che fungono da segnali. In questo caso l‘illuminazione dell‘ambiente è di importanza secondaria e la fila di apparecchi crea piuttosto una linea di orientamento.

Washer per pavimento

Apparecchi da parete

Apparecchi da incasso nel ­pavimento

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Tipi di illuminazione Orientamento

Apparecchi di orientamento

Follow-up

Per l‘orientamento sono sufficienti degli illuminamenti contenuti. I piccoli apparecchi con elevata luminanza si staccano chiaramente dall‘ambiente. L‘illuminazione di orientamento facilita l‘orientamento negli edifici complessi ed aiuta il raggiungimento delle uscite di sicurezza in caso di pericolo.

Applicazione

Illuminazione di orientamento per la segnalazione di - Linee architettoniche - Gradini delle scale o aree ­riservate - Ingressi - Percorsi - Vie di fuga Gruppo di apparecchi ideale - Washer per pavimento - Apparecchi da parete - Apparecchi da incasso nel ­pavimento - Apparecchi di orientamento

Progetti: Light and Building, Francoforte Palazzo della Ragione, Bergamo Hilton Hotel Dubai Hilton Hotel Dubai

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Guida Illuminazione di ambienti interni Gruppi di apparecchi

Binari elettrificati

Faretti

Washer

Wallwasher

Strutture luminose

Downlight

Apparecchi per ambienti di lavoro

Apparecchi da parete

Apparecchi peri­ metrali

Apparecchi da incasso nel pavimento

Apparecchi di orien­ tamento

Apparecchi per illumi­ nazione segnaletica e di emergenza

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Gli apparecchi sono disponibili in molte tipologie per soddisfare le differenti esigenze di illuminazio­ ne. Si possono ottenere distribu­ zioni luminose uguali con appa­ recchi diversi. La scelta dipende dal fatto se gli apparecchi debba­ no essere un elemento creativo a sé stante oppure si persegua un approccio integrativo. Gli appa­ recchi su binari elettrificati con­ sentono una maggiore flessibilità rispetto a quelli a montaggio fisso.

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Gruppi di apparecchi Binari elettrificati

Luce

I binari elettrificati costituisco­ no la base di una progettazione flessibile che può essere variata a seconda dei cambiamenti estetici e d'uso di un ambiente. I differen­ ti adattatori da applicare sugli apparecchi creano il collegamen­ to elettrico e meccanico di volta in volta necessario.

Applicazione

I binari elettrificati servono per l'alimentazione flessibile del­ la tensione a faretti, washer e wallwasher per l'illuminazione d'accento e uniforme in tutte le situazioni professionali riguar­ danti l'illuminazione. Con binari multifase è possibile comandare circuiti elettrici diversi. I binari elettrificati incassati sono detta­ gli architettonici poco evidenti. I binari elettrificati possono essere anche appesi mediante sospen­ sioni a tige o funi metalliche. Per disposizione e forma devono con­ formarsi all'architettura.

Progetti: Teattri Ravintola, Helsinki Christie's Showroom, New York Caras Gourmet Coffee Kranzlereck, Berlino Haus Kayser, Neuenrade

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Gruppi di apparecchi Faretti

Luce

I faretti illuminano un'area limi­ tata. Il punto di montaggio e l'orientamento sono variabili. I faretti possono avere diversi angoli e diverse forme di disper­ sione della luce. Criteri per i faretti - La selezione delle lampade deter­ mina colore della luce, brillantez­ za, durata utile ed illuminamento - L'angolo di distribuzione defini­ sce il cono luminoso ed è determi­ nato dal riflettore - l'angolo di schermatura delimita l'abbagliamento ed aumenta il comfort visivo - apparecchi ruotabili ed orien­ tabili - Accessori: Lenti, filtri; scherma­ tura

Faretti I faretti sono dotati da una distri­ buzione a fascio stretto (Spot, cir­ ca 10°) o largo (Flood, circa 30°), con una cono luminoso rotazio­ nalmente simmetrico. I faretti vengono utilizzati tipica­ mente con degli accessori: - Lenti: lenti di diffusione o per sculture - Filtri: filtri colorati, filtri UV o infrarossi - Alette di schermatura, cilindri di schermatura, anelli antiriflesso o schermi a nido d'ape

Faretti sagomatori I faretti sagomatori sono dotati di sistemi ottici per la proiezione di con diversi angoli di diffusione della luce. Alcuni tipi di faretti sono dotati di lenti convesse o lenti Fresnel per offrire un'angolo di diffusione variabile. I faretti con sistemi di riproduzione (faretti sagomatori) consentono di proiettare diafram­ mi o mascherine (gobo) per creare immagini o per definire i contorni del cono di luce.

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Gruppi di apparecchi Faretti

Disposizione

Applicazione

Progetti: Casa d'aste Christie´s, New York Galleria Gmurzynska, Colonia Bunkamura Museum of Art, Tokyo Expo di Siviglia, Spagna

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Per le immagini sulle pareti o per gli oggetti in un ambiente la luce dovrebbe incidere con un angolo di 30°.

Accentuazione o proiezione in - Musei - Esposizioni, gallerie d'arte - Locali di vendita - Aree di presentazione Data la possibilità di variare la loro collocazione e la loro direzio­ ne, i faretti possono essere adat­ tati ai diversi compiti visivi. Una distribuzione della luce a fascio stretto consente l'illuminazione di aree più limitate anche da grande distanza, mentre con la distribuzione della luce a fascio largo dei faretti a luce diffusa è possibile illuminare delle superfici più grandi con un unico apparec­ chio. Per la proiezione di effetti luminosi si impiegano gobo e len­ ti strutturate. Con i faretti si pos­ sono inoltre utilizzare le gelatine.

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Gruppi di apparecchi Washer

Luce I washer sono caratterizzati da una emissione di raggi a fascio largo. In genere presentano una distribuzione simmetrica della luce. Criteri per i washer - La selezione delle lampade deter­ mina colore della luce, brillantez­ za, durata utile ed illuminamento - Uniformità: riflettore ottimizza­ to per un'illuminazione diffusa - Gradiente: cono luminoso dai contorni morbidi - Il rendimento ottico dell'appa­ recchio viene aumentato con l'ottimizzazione del sistema di riflettori Applicazione

I washer servono all'illumina­zione omogenea di superfici o oggetti in - Musei - Esposizioni - Stand espositivi - Locali di vendita - Aree di rappresentanza La forma e la disposizione degli apparecchi vanno abbinate ­all'architettura.

Progetti: Catedral de Santa Ana, Las Palmas Passeig de Gràcia, Barcellona Royal Armouries Museum, Leeds Museo ‚Fournier‘ del Naipe, Vitoria

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Gruppi di apparecchi Wallwasher

Luce

I wallwasher hanno una caratte­ ristica a fascio largo. Sono offerti con una distribuzione asimme­ trica della luce. Criteri per i wallwasher - La scelta della lampada deter­ mina colore della luce, brillanza, durata, intensità - Uniformità: riflettore ottimiz­ zato per illuminazione su tutta la superficie - Gradiente: cono luminoso a ­bordi ammorbiditi - Il livello di rendimento del siste­ ma è aumentato dalla tecnica ottimizzata dei riflettori

Wallwasher (faretti) I wallwasher presentano una distribuzione asimmetrica della luce per produrre una luce unifor­ me sulla superficie delle pareti. I wallwasher su binari elettrificati possono essere disposti flessibil­ mente nella distanza tra gli appa­ recchi.

Wallwasher orientabili (faretti) I faretti con elemento wallwasher presentano una distribuzione asim­ metrica della luce per produrre una luce uniforme sulla superficie delle pareti. I wallwasher su binari elettrificati possono essere dispo­ sti flessibilmente nella distanza tra gli apparecchi. Gli apparecchi con riflettore Kick possono essere ruo­ tati e inclinati e quindi posizionati individualmente.

Wallwasher Downlight I wallwasher downlight presenta­ no una distribuzione asimmetrica della luce per produrre una luce uniforme sulla superficie delle pareti. Inoltre sono provvisti di una parte downlight per l'illumi­ nazione uniforme del pavimento.

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Gruppi di apparecchi Wallwasher

Wallwasher bifocali I wallwasher bifocali presentano una distribuzione asimmetrica della luce per produrre una luce uniforme sulla superficie delle pareti. La schermatura della lam­ pada consente un elevato comfort visivo e impedisce l'uscita di luce diffusa. L'omogeneità dell'illumi­ nazione diffusa delle pareti è par­ ticolarmente elevata.

Wallwasher con lenti I wallwasher con lenti presentano una distribuzione asimmetrica della luce per produrre una luce uniforme sulla superficie delle pareti. La lente serve ad allargare il cono luminoso.

Wallwasher I wallwasher presentano una distribuzione asimmetrica della luce per l'illuminazione della superficie delle pareti.

Apparecchi perimetrali Gli apparecchi perimetrali con riflettore hanno una distribuzione asimmetrica della luce per l'illu­ minazione di superfici verticali. Come sorgenti luminose lineari producono un'illuminazione uni­ forme delle pareti.

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Gruppi di apparecchi Wallwasher

Disposizione

Applicazione

La distanza dei wallwasher dalla parete non deve essere inferiore a un terzo dell'altezza della parete stessa. Questo corrisponde a un angolo minimo di 20°. Il rapporto ottimale tra la distanza dalla pare­te e la distanza tra gli appa­ recchi è di 1:1 se si vuole ottenere un'illu­minazione uniforme. Indi­ pendentemente dall'altezza effet­ tiva dell'ambiente e dalla distanza dalla parete, gli apparecchi orien­ tabili devono essere orientati sulla parte inferiore della parete.

L'illuminazione diffusa delle pare­ ti è una componente importante dell'illuminazione architettonica per evidenziare zone dell'ambien­ te e illuminare superfici verticali alte o zone di parete per - musei - mostre - stand fieristici - auditorium - hall di edifici pubblici e centri commerciali - locali di vendita - aree di rappresentanza Gli apparecchi a plafone mettono accenti nello spazio. Per disposi­ zione e forma devono confor­mar­ si all'architettura.

Progetti: British Museum, Londra Crescent House, Wiltshire Mediateca, Sendai Ginnasio musicale, Weimar

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Gruppi di apparecchi Strutture luminose

Luce

Le strutture luminose sono appa­ recchi che spesso offrono la possi­ bilità del montaggio di apparecchi mobili aggiuntivi su binari elet­ trificati integrati o basette. Sono costituite da elementi a forma di tubo o di pannello e vengono in genere appesi ai soffitti. Le strutture luminose impiegano soprattutto degli elementi con apparecchi modulari integrati, che possono essere impiegati sia per l'illuminazione generale diretta che per un'illuminazione indiretta che sfrutti la riflessione della luce proiettata sul soffitto. Per l'illuminazione d'accento si utilizzano degli elementi con downlight o faretti direzionali downlight integrati.

Apparecchi Diretta Le strutture luminose con luce diretta hanno una distribuzione delle luce a simmetria assiale diretta verso il basso per l'illumi­ nazione delle superfici utili.

Apparecchi Indiretta Le strutture luminose con luce indiretta hanno una distribuzione della luce a simmetria assiale diretta verso l'alto per l'illumina­ zione del soffitto.

Apparecchi Diretta/Indiretta Le strutture luminose con luce diretta/indiretta hanno una distri­ buzione della luce a simmetria assiale diretta verso l'alto e verso il basso per l'illuminazione del soffitto e delle superfici utili.

Apparecchi Illuminazione diffusa delle pareti Le strutture luminose per l'illumi­ nazione diffusa delle pareti hanno una distribuzione della luce asim­ metrica per l'illuminazione uni­ forme delle superfici delle pareti.

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Gruppi di apparecchi Strutture luminose

Disposizione

Applicazione

Si consiglia di tenere la metà del­ la distanza tra gli apparecchi (d) come distanza dalla parete (a). La distanza tra gli apparecchi (d) tra due strutture vicine dovrebbe corrispondere all'altezza (h) dal pavimento o dalla superficie di lavoro. La distanza dal soffitto dipende dall'omogeneità con cui si desidera illuminare il soffitto. Per ottenere un'illuminazione indiretta omogenea la distanza dal soffitto dovrebbe comunque essere di almeno 0,8m.

Illuminazione generale in - Uffici, studi - Zone di passaggio - Ulteriore illuminazione diffusa o d’accento impiegando faretti, washer o wallwasher

Progetti: Reichstag, Berlino Xaverian Brothers High School, Westwood MA Delegazione regionale, Berlino Shanghai Museum

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Gruppi di apparecchi Downlight

Luce

I downlight proiettano verso il basso un cono di luce perpendi­co­ lare o orientabile. Possono avere una distribuzione della luce a fascio stretto, largo, simmetrico o asimmetrico.

Dato il loro grande angolo di scher­ matura, i downlight a fascio stret­ to non abbagliano. Nei downlight con riflettore darklight l'angolo di schermatura della lampada è identico all'angolo di antiabba­ gliamento dell'apparecchio, si ha Criteri per i downlight così un apparecchio con la mas­ - La selezione delle lampade deter­ sima ampiezza della distribuzione mina colore della luce, durata uti­ della luce ma allo stesso tempo le, efficienza ed illuminamento un rendimento ottico ottimizzato. - L'angolo di distribuzione defini­ L'impiego di un diffusore riduce sce il cono luminoso ed è deter­ la luminanza dell'apparecchio e minato dal riflettore migliora quindi il comfort visivo. - l'angolo di abbagliamento deli­ mita l'abbagliamento ed aumenta il comfort visivo - Il rendimento ottico dell'appa­rec­ chio viene aumentato con l'otti­mi­ zzazione del sistema di riflettori

Downlight a doppio fuoco I downlight a doppio fuoco sono caratterizzati da un cono lumi­ noso rotazionalmente simmetrico orientato perpendicolarmente verso il basso. Nei downlight a doppio fuoco una forma speciale dei riflettori consente una elevata potenza luminosa anche da pic­ cole aperture nei soffitti.

Downlight I downlight sono caratterizzati da un cono luminoso rotazional­ mente simmetrico orientato per­ pendicolarmente verso il basso.

Downlight-wallwasher I downlight-wallwasher sono carat­ terizzati da una distribuzione della luce asimmetrica, orientata verso il basso su superfici verticali. Ser­ vono all'illuminazione omogenea delle superfici delle pareti e dei pavimenti. I wallwasher bidimen­ sionali sono dei wallwasher speciali per l'illuminazione di due pareti una di fronte all'altra, mentre i wallwasher d'angolo servono per illuminare gli angoli di una stanza.

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Gruppi di apparecchi Downlight

Wallwasher a doppio fuoco I wallwasher a doppio fuoco hanno una distribuzione della luce asim­ metrica orientata su delle superfici verticali. Servono ad un'illumina­ zione omogenea delle superfici delle pareti. I wallwasher a doppio fuoco sono dotati al loro interno di speciali segmenti di wallwasher. Con questa tecnologia di riflettori la lampada è sempre sottratta allo sguardo diretto dell'osservatore.

Wallwasher con lenti I wallwasher con lenti hanno una distribuzione della luce asimme­ trica orientata su delle superfici verticali. Servono ad un'illumina­ zione omogenea delle superfici delle pareti. Nei wallwasher con lenti, particolari sistemi ottici a lenti consentono un’illuminazione uniforme della parete. La luce vie­ ne prima diffusa dalle lenti e poi proiettata sulla parete dai riflet­ tori dei wallwasher. I riflettori darklight dei wallwasher con lenti, visibili dal basso, non creano abba­ gliamento.

Wallwasher I wallwasher hanno una distri­ buzione della luce asimmetrica orientata su delle superfici verti­ cali. Servono ad un'illuminazione omogenea delle superfici delle pareti.

Downlight direzionali I downlight direzionali servono all'illuminazione d'accento di singole aree o di oggetti con distribuzione della luce a fascio medio o stretto. Abbinano i van­ taggi dei downlight alla flessibilità dei faretti direzionali. Poste sopra i riflettori darklight a rotazione simmetrica, le lampade irradiano il proprio cono luminoso vertical­ mente verso il basso, ma possono essere ruotate di 360° e sono orien­ tabili di 20°. Mentre il riflettore darklight nei faretti direzionali tradizionali è stato ridotto ad un cono, nei downlight direzionali l’angolo di antiabbagliamento del riflettore downlight risulta circolare. Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Gruppi di apparecchi Downlight

Faretti direzionali I faretti downlight direzionali ser­ vono all'illuminazione d'accento di singole aree o di oggetti con distribuzione della luce a fascio medio o stretto.

Disposizione Downlight

Per ottenere una luminosità adeguata sulla parete e creare delle conchiglie proporzionate, la distanza dalla parete dovrebbe essere pari a circa la metà della distanza tra gli apparecchi. Per un'illuminazione omogenea su di un piano di riferimento, la distan­ za tra gli apparecchi non dovreb­ be essere maggiore di 1,5 volte l'altezza di montaggio h. Con d=h si ottiene un'omogeneità ottima­ le. Per ottenere delle conchiglie in un angolo si deve posizionare un downlight sulla diagonale a 45°.

Disposizione Wallwasher

La distanza dalle pareti dovrebbe essere pari ad almeno un terzo dell'altezza della stanza. In alter­ nativa la distanza dalla parete può essere marcata con una linea a 20° che va dalla base della parete al soffitto. Per ottenere un'omoge­ neità ottimale la distanza tra gli apparecchi dovrebbe essere pari alla distanza dalla parete, e non deve essere in nessun caso supera­ ta di più della metà. I wallwasher sviluppano la loro omogeneità di illuminazione in modo ottimale solo se gli apparecchi utilizzati sono almeno 3. La posizione dei wallwasher rispetto ad un angolo del locale dovrebbe essere sulla linea dei 45°.

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Gruppi di apparecchi Downlight

Applicazione

I downlight sono uno strumento universale per una funzionale illuminazione architettonica e d'accento. I downlight ad incasso sono dei dettagli architettonici discreti. Gli apparecchi a plafone e le lam足 pade a sospensione creano invece degli accenti nell'ambiente. La loro forma e la loro disposizione vanno abbinate all'architettura.

Progetti: Pleats Please Issey Miyake Store, Bangkok British Museum, Londra Centre Pompidou, Parigi Armand Basi Shop, Barcellona

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Gruppi di apparecchi Apparecchi per ambienti di lavoro

Luce

Gli apparecchi per ambienti di lavoro illuminano una superficie di lavoro dall'alto. Possono avere una distribuzione della luce a fascio stretto o largo. Criteri per gli apparecchi per ambienti di lavoro - La selezione delle lampade determina colore della luce, durata utile, efficienza ed illu足 minamento - Gradiente: cono luminoso dai contorni morbidi - luce non abbagliante - apparecchi ruotabili ed orien足 tabili

Applicazione

Gli apparecchi per ambienti di lavoro servono all'illuminazione individuale del posto di lavoro.

Progetti: Studio di architettura, Stoccolma Victoria & Albert Museum, Londra Agenzia pubblicitaria Success Nordwalde; Direzione regionale, Berlino

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Gruppi di apparecchi Apparecchi da parete

Luce

Gli apparecchi da parete sono in linea di massima definiti per il loro tipo di montaggio più che per le caratteristiche della loro illuminazione. Sono possibili diversi tipi di distribuzione della luce, a fascio stretto, a fascio lar­ go, simmetrica, asimmetrica ed orientata in diverse direzioni. Criteri per apparecchi da parete - La selezione delle lampade deter­ mina colore della luce, durata uti­ le, efficienza ed illuminamento - L'angolo di distribuzione defini­ sce il cono luminoso ed è deter­ minato dal riflettore - l'angolo di abbagliamento deli­ mita l'abbagliamento ed aumenta il comfort visivo - Il rendimento ottico dell'appa­ recchio viene ottimizzato con una tecnica di riflettori adatta

Washer per soffitto I washer per soffitti hanno una distribuzione della luce asimme­ trica ed irradiano la luce verso l'alto su delle superfici orizzontali. Le superfici dei soffitti vengono illuminate in modo ampio ed omo­ geneo. Con i washer per sof­fitti e con l'ausilio di adeguati schermi si può impostare a piacere l'asse principale dell'apparecchio sulla parte del soffitto che si vuole illuminare. Gli uplight si distin­ guono dai washer per soffitti per la diversa geometria dei riflettori, per la diversa distribuzione della luce e per il maggiore livello di rendimento.

Washer per pavimento I washer per pavimenti hanno una distribuzione della luce asimmetrica ed irradiano la luce verso il basso su delle superfici orizzontali.

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Gruppi di apparecchi Apparecchi da parete

Disposizione Washer per soffitto

I washer per soffitti vanno mon­ tati sopra l'altezza degli occhi. La distanza dal soffitto dipende dal­ l'omogeneità con cui si desidera illuminare il soffitto. Per ottenere un'illuminazione omogenea la distanza dal soffitto dovrebbe comunque essere di almeno 0,8m.

Disposizione Washer per pavimento

L'altezza di montaggio h dei washer per pavimenti nelle vici­ nanze di posti a sedere deve esse­ re inferiore all'altezza degli occhi (1,2m); in genere è di 0,8m sopra il livello del pavimento.

Applicazione

Illuminazione di soffitti o ­pavimenti in - Chiese - Teatri - Musei - Zone di passaggio Gli apparecchi ad incasso nelle pareti sono dei dettagli architet­ tonici discreti. Gli apparecchi a plafone creano degli accenti negli ambienti. La loro forma e la loro disposizione vanno abbinate all'architettura.

Progetti: Citibank, Parigi Museo de Historia, Barcellona Hilton Hotel Dubai Creek Light and Building, Francoforte

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Gruppi di apparecchi Apparecchi perimetrali

Luce

Gli apparecchi perimetrali sono apparecchi lineari con caratte­ ristica a fascio largo per l'illumi­ nazione uniforme di superfici verticali. Con illuminazione peri­ metrale si indica un concetto di luce in cui si incassano lampade fluorescenti direttamente in una scanalatura nella parete. Questi apparecchi possono essere con o senza riflettore. Tuttavia si ottiene una qualità d'illuminazione più elevata e uniforme con apparec­

chi con riflettore distaccati dalla parete. La bassa luminanza e la linearità delle lampade fluore­ scenti hanno come conseguenza una brillanza ridotta. Criteri per gli apparecchi peri­ metrali - Uniformità: riflettore ottimiz­ zato per illuminazione su tutta la superficie

Apparecchi perimetrali Gli apparecchi perimetrali con riflettore hanno una distribuzione asimmetrica della luce per l'illu­ minazione di superfici verticali. Come sorgenti luminose lineari producono un'illuminazione uni­ forme delle pareti.

Luce radente lineare Gli apparecchi perimetrali per luce radente sono collocati diret­ tamente sulla parete. L'intensità luminosa sulla parete diminuisce rapidamente con l'aumentare ­della distanza dalla lampada.

Applicazione

Illuminazione di superfici verti­cali per - Musei - Esposizioni - Aree di rappresentanza L'illuminazione perimetrale da modanature evidenzia gli elemen­ ti architettonici. In generale gli apparecchi perimetrali sono det­ tagli architettonici poco evidenti grazie all'incasso nel soffitto. Gli apparecchi con plafone sporgente dal soffitto e riflettore realizzano un'illuminazione uniforme e con­ tinua della parete dal soffitto al pavimento.

Progetti: Reichstag, Berlino The Tricycle, Londra Ristorante Pacific Rim, Hong Kong Miss Saigon, Stoccarda

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Gruppi di apparecchi Apparecchi da incasso nel pavimento

Luce

Gli apparecchi ad incasso da pavimento dirigono la luce verso l'alto. Sono disponibili con una distribuzione della luce a fascio stretto o largo, simmetrica o asimmetrica. Criteri per gli apparecchi ad incasso da pavimento - La scelta della lampada deter­ mina colore della luce, durata, efficienza, intensità luminosa - Uniformità: riflettore ottimizza­ to per illuminazione di tutta una superficie zona orientabile per faretti con schermatura elevata - Il livello di rendimento è aumentato dalla tecnica otti­ mizzata dei riflettori

Uplight Gli uplight hanno un'emissione diretta verso l'alto con distribu­ zione simmetrica della luce. I coni luminosi a fascio stretto ottenuti per rotazione simmetrica servono per l'illuminazione d'accento di oggetti.

Faretti direzionali I faretti direzionali servono per l'illuminazione d'accento di sin­ gole aree o di oggetti con una distribuzione della luce con fascio di media ampiezza o stretto. Il cono luminoso è orientabile.

Uplight diffusori Gli apparecchi ad incasso da pavi­ mento con distribuzione diffusa dell'intensità luminosa servono a contrassegnare percorsi o sottoli­ neare linee architettoniche.

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Gruppi di apparecchi Apparecchi da incasso nel pavimento

Applicazione

Illuminazione d'accento o 足uniforme per - Teatri - Aree di rappresentanza - Locali di vendita - Aree di ricezione e ingresso - Elementi architettonici Gli apparecchi ad incasso da pavi足 mento sono dettagli architettoni足 ci poco evidenti. Per disposizione e forma devono conformarsi all'architettura.

Progetti: Hotel Palais Coburg Residenz, Vienna Centro de Historia de Zaragoza, Zaragozza The Aldrich Contemporary Art Museum, Ridgefield Bar Library, Belfast

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Gruppi di apparecchi Apparecchi di orientamento

Luce

Gli apparecchi di orientamento sono definiti innanzitutto dalla loro funzione di orientamento. Tale funzione si ottiene mediante apparecchi di illuminazione o di segnalazione. Criteri degli apparecchi di orien­ tamento - Diodo luminoso: appariscenza dell’apparecchio nell’ambiente

Apparecchi di orientamento locali Gli apparecchi di orientamento con emissione puntiforme della luce fungono da punti luminosi di orientamento locali.

Washer per pavimento I washer per pavimento rappre­ sentano punti luminosi sulla parete ed emettono una luce di orientamento sul pavimento.

Applicazione

Sottolineatura di - Linee architettoniche - Gradini o aree riservate - Ingressi - Percorsi - Vie di fuga

Progetti: Centro commerciale Sevens, ­Düsseldorf Hilton Hotel, Dubai Instituto Frances, Barcellona Hilton Hotel, Dubai

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Gruppi di apparecchi Apparecchi per illuminazione segnaletica e di emergenza

Luce

Gli apparecchi per illuminazione segnaletica indicano con scritte o pittogrammi i percorsi da seguire. Con "illuminazione d'emergenza" si intendono gli apparecchi che orientano l'utente verso le vie di fuga in situazioni di emergenza. Criteri per gli apparecchi di emer­ genza e segnaletici - Luminanza: visibilità dell'appa­ recchio nell'ambiente - Forma e colore: conformi alle norme - Disposizione degli apparecchi: indicazione delle vie di fuga - Alimentazione di emergenza - Efficacia: illuminazione dei segnali in caso di black out

Apparecchi L'illuminazione di emergenza e segnaletica si suddivide in tre gruppi: - Illuminazione di segnaletica: pittogrammi o testi informativi - Illuminazione di sicurezza: Illu­ minazione di vie di fuga, illumi­ nazione antipanico ed illumina­ zione di sicurezza per postazioni di lavoro con rischi particolari - Illuminazione d'emergenza: assume l'illuminazione artificiale per il mantenimento del funziona­ mento per un periodo di tempo limitato

Applicazione

Indicazione di - Uscite - Uscite di sicurezza - Vie di fuga e di salvataggio Gli apparecchi per illuminazione di segnaletica sono spesso ele­ menti di illuminazione secondaria e vanno adattati all'architettura. Gli apparecchi a cambiamento cromatico consentono di creare una guida dinamica al percorso da seguire. Gli apparecchi di illu­ minazione di sicurezza devono essere conformi alle normative locali.

Progetti: Palazzo della Ragione, Bergamo Potsdamer Platz, Berlino Norwegian Aviation Museum, Bodo GIRA, Radevormwald

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Guida Illuminazione di ambienti interni Impieghi illuminotecnici

Superficie utile

Parete

Soffitto

Pavimento

Oggetto

Illuminazione di orientamento

La luce svolge un ruolo centrale e multiforme nella creazione di un ambiente visivo. Oltre alle esigenze e alle necessità dell‘utente in materia di progettazione illuminotecnica, anche il concetto architettonico definisce condizioni quadro per la creazione di un‘illuminazione.

Illuminazione ­segnaletica

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Impieghi illuminotecnici Superficie utile

Postazione di lavoro

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Superficie piccola

Superficie grande

L‘illuminazione delle superfici orizzontali è uno dei compiti più ricorrenti dell‘illuminazione. In questa categoria rientra la gran parte dei compiti di illuminazione regolati da normative, ad esempio per le postazioni di lavoro e le vie di traffico, sia per l‘illuminazione dei piani di lavoro che per quella del suolo.

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Impieghi illuminotecnici | Superficie utile Postazione di lavoro

Osservazione

I compiti visivi più esigenti richie- uplight conferisce all‘ambiente un‘illuminazione generale di base. dono, oltre ad un‘illuminazione di base, un‘ulteriore illuminazione della postazione di lavoro. Con gli apparecchi da tavolo si può orientare la luce in funzione dell‘attività svolta. Le strutture luminose con lampade fluorescenti emettono una luce diffusa. I faretti direzionali proiettano una luce accentuata sulle postazioni di lavoro. La luce indiretta degli

Apparecchi da tavolo

Strutture luminose

Faretto Downlight direzionale

Follow-up

L‘illuminazione di fondo di un ambiente può essere ridotta in confronto a quella della superficie di lavoro, per garantire un‘illuminazione efficiente sotto il profilo energetico. La combinazione di componenti dirette ed indirette di illuminazione crea un buon comfort visivo nell‘ambiente e sulla superficie di lavoro.

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Criteri di illuminazione per le postazioni di lavoro - Livello dell‘illuminazione in ­funzione dell‘attività - Distribuzione della luminanza per prevenire abbagliamento diretto - e abbagliamento riflesso - Angolo di abbagliamento e posizione degli apparecchi tali da limitare l‘abbagliamento ed aumentare il comfort visivo - La selezione delle lampade determina il colore della luce e la resa cromatica

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Impieghi illuminotecnici | Superficie utile Postazione di lavoro

Disposizione

Elevate luminanze riflesse da superfici o oggetti causano abbagliamento riflesso. Gli apparecchi non dovrebbero quindi essere dislocati in aree critiche. L‘illuminazione indiretta con luce diffusa riduce i riflessi abbaglianti. Orientando il cono di luce si può eliminare la formazione di ombre sulle superfici di lavoro.

Applicazione

I criteri di illuminazione quantitativa sono di primaria importanza nell‘illuminazione delle postazioni di lavoro. Si possono ottenere dei risparmi energetici riducendo l‘illuminazione generale a vantaggio dell‘illuminazione locale della postazione, oltre che comandando un adattamento dell‘illuminazione in funzione della luce diurna. Gruppi di apparecchi ideali - Apparecchi per postazioni di lavoro - Strutture luminose - Faretti direzionali

Progetti: Shanghai Museum Agenzia pubblicitaria Success Palacio de la Aljaferia, Saragozza Fibanc, Barcellona

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Impieghi illuminotecnici | Superficie utile Superficie piccola

Osservazione

Le superfici utili possono essere illuminate direttamente o indirettamente: I downlight ed i down­ light a sospensione conferiscono all‘ambiente un‘illuminazione diretta. Le strutture luminose crea­ no una distribuzione della luce diffusa. Gli uplight illuminano la stanza in maniera indiretta con una luce diffusa ed omogenea.

Strutture luminose

Downlight

Downlight a sospensione

Uplight

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Impieghi illuminotecnici | Superficie utile Superficie piccola

Follow-up

In confronto all‘illuminazione indiretta e diffusa, la luce direttamente orientata crea una migliore modellazione. La combinazione di componenti dirette ed indirette di illuminazione crea un buon com­fort visivo nell‘ambiente e sulla superficie di lavoro.

Applicazione

Criteri di illuminazione per ­superfici utili - Livello dell‘illuminazione in ­funzione dell‘attività - Distribuzione della luminanza per prevenire abbagliamento diretto ed abbagliamento riflesso - Angolo di abbagliamento e posizione degli apparecchi tali da limitare l‘abbagliamento ed aumentare il comfort visivo - La selezione delle lampade determina il colore della luce e la resa cromatica

I criteri di illuminazione quantitativa sono di primaria importanza nell‘illuminazione delle superfici utili. Impieghi - Postazioni di lavoro negli uffici - Sale riunioni - Officine e superfici di produzione - Aree di ingresso e reception Gruppi di apparecchi ideali - Strutture luminose - Downlight - Uplight

Progetti: Dansk Design Center, Kopenhagen DZ Bank, Berlino Fibanc, Barcellona Fondazione Beyeler, Basilea

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Impieghi illuminotecnici | Superficie utile Superficie grande

Osservazione

Negli ambienti grandi, per questioni di risparmio energetico, si utilizza soprattutto l‘illuminazione diretta con downlight fissi.

Downlight

Downlight a sospensione

Faretti

Follow-up

Mentre i downlight rappresentano un tipo di illuminazione generale fissa, i faretti possono essere impiegati in modo flessibile negli spazi espositivi. Data la loro distribuzione della luce a fascio stretto i faretti causano una mag­giore schermatura. La luce orientata crea una buona modellazione.

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Criteri di illuminazione per ­superfici utili - Livello dell‘illuminazione in ­funzione dell‘attività - Distribuzione della luminanza per prevenire abbagliamento diretto ed abbagliamento riflesso - Angolo di abbagliamento e posizione degli apparecchi tali da limitare l‘abbagliamento ed aumentare il comfort visivo - La selezione delle lampade determina il colore della luce e la resa cromatica

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Impieghi illuminotecnici | Superficie utile Superficie grande

Applicazione

I criteri di illuminazione quantitativa sono di primaria importanza nell‘illuminazione delle superfici utili. L‘illuminazione diretta è molto più economica di quella indiretta. Illuminazione di fondo per - Officine e superfici di produzione - Musei - Esposizioni - Aree di vendita e di rappresentanza Gruppo di apparecchi ideale - Downlight

Progetti: Reichstag, Berlino Bank of China, Pechino ERCO, Lüdenscheid Galeria d'Arte Ständehaus, ­Düsseldorf

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Impieghi illuminotecnici Parete

Parete alta 3m

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Parete alta 5m

Parete strutturata

L‘illuminazione delle pareti può svolgere diversi compiti. Anzitutto può illuminare dei compiti visivi verticali, siano essi informativi, come le lavagne, gli oggetti presentati al pubblico (quadri, merci), le strutture architettoniche, ma anche la stessa superficie della parete. L’illuminazione delle pareti può però avere anche esclu­sivamente il compito di rappresen­ tare la parete nella sua funzione di delimitazione di un ambiente; infine l‘illuminazione della parete può essere un mezzo di l‘illuminazione generale indiretta dell’ambiente.

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Impieghi illuminotecnici | Parete Parete alta 3m

Osservazione

L‘illuminazione delle pareti può aver luogo con apparecchi punti­formi o lineari. A seconda dell‘altezza delle pareti si possono regolare in modo flessibile i faretti wallwasher. La caratteristica principale dei wallwasher è la luminosità uniforme sulla parete. I Wallwasher con lenti sono dotati di speciali sistemi ottici a lenti. I downlight wallwasher proiettano in maniera uniforme la luce verso la parete, mentre l’effetto down­

light rimane invariato nella direzione opposta. Nell‘illuminazione diffusa delle pareti con lampade fluorescenti le sorgenti luminose lineari creano un‘illuminazione molto omogenea. Con una lente Softec si ha un‘illuminazione estremamente omogenea di tutta la parete, anche nella parte superiore e fino al soffitto. Gli apparecchi perimetrali, collocati in una nicchia, sono situati immediata­mente sulla parete.

Creano un effetto di luce radente ed accentuano la struttura delle superfici. L‘omogeneità dell‘illuminazione diffusa della parete riveste in questo caso un‘importanza secondaria.

Fonti luminose puntuali Faretti wallwasher

Fonti luminose puntuali Downlight-wallwasher

Fonti luminose puntuali Wallwasher con lenti

Fonti luminose lineari Wallwasher

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Impieghi illuminotecnici | Parete Parete alta 3m

Fonti luminose lineari Strutture luminose

Fonti luminose lineari Apparecchi perimetrali

Fonti luminose lineari Apparecchi perimetrali con lenti Softec

Fonti luminose lineari Nicchie con apparecchi ­perimetrali

Follow-up

L‘illuminazione verticale accentua le superfici delle pareti e la loro struttura. Con l‘illuminazione dei suoi confini si dà un‘impressione di un ambiente più spazioso. Le sorgenti luminose puntiformi con­ feriscono alle superfici delle pareti una maggiore plasticità, mentre con gli apparecchi lineari si ottiene una maggiore uniformità. Criteri di illuminazione per le pareti - Uniformità dell‘illuminazione - La selezione delle lampade determina il colore della luce e la resa cromatica

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Impieghi illuminotecnici | Parete Parete alta 3m

Disposizione

Applicazione

La distanza dalle pareti dovrebbe essere pari ad almeno un terzo dell‘altezza della stanza. In alternativa la distanza dalla parete può essere marcata con una linea a 20° che va dalla base della parete al soffitto. Per un‘omogeneità ottimale la distanza tra gli apparecchi deve essere pari alla distanza dalla parete. I wallwasher sviluppano la loro omogeneità di illuminazione in modo ottimale solo se gli apparecchi utilizzati sono almeno 3. La posizione dei wallwasher rispetto ad un angolo del locale dovrebbe essere sulla linea dei 45°.

Illuminazione diffusa per superfici verticali - Musei - Esposizioni - Stand espositivi - Aree di vendita e di rappresentanza Gruppi di apparecchi ideali - Wallwasher - Downlight-wallwasher - Wallwasher con lenti - Wallwasher bidirezionali - Apparecchi perimetrali

Progetti: British Museum, Londra Crescent House, Wiltshire Museo Punta della Dogana, Venezia Ginnasio musicale, Weimar

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Impieghi illuminotecnici | Parete Parete alta 5m

Osservazione

Negli ambienti alti gli apparecchi escono dal campo visivo diretto. Aumentando l‘altezza, diminuisce la luminosità della parete a parità di illuminazione. La caratteristica principale dei wallwasher è la luminosità perfettamente uniforme sulla parete. I wallwasher con lenti hanno sistemi ottici speciali. Le sorgenti luminose lineari per l‘illuminazione diffusa di pareti con lampade fluorescenti danno un‘illuminazione perfettamente

uniforme della parete. Con una lente Softec si ottiene un‘illuminazione estremamente uniforme dell‘intera parete anche nella zona superiore fino al soffitto. L‘illuminazione perimetrale da una modanatura è collocata direttamente sulla parete, producendo un effet­to a luce radente e mettendo in risalto la struttura superficiale. L‘uniformità dell‘illuminazione diffusa della parete è secondaria.

Fonti luminose puntuali Faretti wallwasher

Fonti luminose puntuali Wallwasher con lenti

Fonti luminose lineari Apparecchio perimetrale

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Impieghi illuminotecnici | Parete Parete alta 5m

Fonti luminose lineari Apparecchio perimetrale con ­lente Softec

Fonti luminose lineari Apparecchio perimetrale a ­modanatura

Follow-up

L‘illuminazione verticale accentua i confini dell‘ambiente e la loro struttura. Con l‘illuminazione delle superfici delle pareti si dà un‘impressione di un ambiente più spazioso. Le sorgenti luminose puntiformi conferiscono alle superfici delle pareti una maggiore plasticità, mentre con gli apparecchi lineari si ottiene una maggiore uniformità. All‘aumentare dell‘altezza dell‘ambiente si deve aumentare la distanza degli apparecchi dalla parete. Il calo degli illuminamenti medi negli ambienti più alti può essere compensato con l‘impiego di lampade di potenza superiore e con l‘aumento del numero delle lampade. L‘illuminazione diffusa delle pareti crea un chiarore omogeneo solo sulle superfici opache. Criteri di illuminazione per le pareti alte - Uniformità dell‘illuminazione - La selezione delle lampade determina il colore della luce e la resa cromatica

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Impieghi illuminotecnici | Parete Parete alta 5m

Disposizione

Applicazione

Mentre negli ambienti di altezza normale la distanza tra gli apparecchi corrisponde alla distanza dalla parete, tale distanza deve ridursi in caso di ambienti molto alti per compensare la relativa riduzione dell‘illuminamento. La distanza dalla parete è data da una linea a 20 gradi che va da un punto alla base della parete al soffitto. La posizione del wallwasher all‘estremità della parete deve trovarsi su una linea a 45°.

Illuminazione uniforme per superfici verticali di - Musei - Esposizioni - Stand espositivi - Aree di vendita e rappresentanza Gruppi di apparecchi ideali - Wallwasher - Downlight-wallwasher - Wallwasher con lenti - Apparecchi perimetrali

Progetti: Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, Monaco di Baviera Bank of China, Pechino Stabilimento BMW, Lipsia Martin-Gropius-Bau, Berlino

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Impieghi illuminotecnici | Parete Parete strutturata

Osservazione

I wallwasher puntiformi evidenziano le strutture delle superfici. Con le sorgenti luminose lineari la superficie della parete appare omogenea e la struttura delle superfici viene accentuata limitatamente. Con gli apparecchi perimetrali, fissati direttamente sulla parete, non si ha omogeneitĂ ma si crea una plasticitĂ marcata.

Fonti luminose puntuali Downlight

Fonti luminose puntuali Wallwasher con lenti

Fonti luminose lineari Apparecchi perimetrali

Fonti luminose lineari Nicchie con apparecchi ­perimetrali

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Impieghi illuminotecnici | Parete Parete strutturata

Follow-up

Le sorgenti di luce lineari poco distanti dalla parete creano una plasticità della struttura molto marcata. Le sorgenti luminose puntiformi poco distanti dalla parete creano invece una forma luminosa propria, che sottolinea comunque la struttura, ma non crea un‘illuminazione diffusa ed omogenea delle pareti. La luce radente sulle pareti può accentuarne le irregolarità.

Applicazione

Più piccola è la distanza dalla parete, più viene messa in risalto la struttura delle superfici. Con la luce radente l‘omogeneità dell‘illuminazione delle pareti viene sensibilmente ridotta. Tipi di apparecchi ideali - Wallwasher - Downlight-wallwasher - Wallwasher con lenti - Apparecchi perimetrali

Progetti: Bodegas Portia, Gumiel de Izán Neues Museum, Berlin ABN AMRO, Sydney Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, Monaco di Baviera

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Impieghi illuminotecnici Soffitto

Soffitto piano

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Struttura portante

Nell‘illuminazione dei soffitti questi si illuminano i soffitti stessi e li si utilizza come riflettore per l‘illuminazione generale. Si illumina il soffitto soprattutto quando, per dei dipinti o per le sue strutture architettoniche, esso stesso offre dei contenuti visivi. Per creare un‘illuminazione generale indiretta mediante l‘illuminazione del soffitto questo deve avere un elevato grado di riflessione. Si deve tener conto del fatto che il soffitto diventa in questo modo la superficie più illuminata della stanza, e viene quindi messo in risalto.

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Impieghi illuminotecnici | Soffitto Soffitto piano

Osservazione

Gli apparecchi per l‘illuminazione diffusa dei soffitti possono essere appesi al soffitto stesso o essere fissati alle pareti. Le strutture lumi­ nose sono degli apparecchi lineari che costituiscono degli elementi architettonici a sé stanti, mentre i washer per soffitti vanno completamente in secondo piano rispetto all‘architettura. Le strutture luminose emanano una luce diffusa di ­limitata brillantezza.

Strutture luminose

Washer per soffitto

Follow-up

La selezione dei tipi di apparecchio dipende dal rapporto tra la grandezza e l‘altezza dell‘ambiente. Negli ambienti piani con grande superfici è possibile un‘illuminazione omogenea del soffitto con delle strutture luminose. Data la loro distribuzione della luce asimmetrica, i washer per soffitti necessitano di una maggiore distanza dal soffitto.

Disposizione

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Per ottenere una distribuzione omogenea della luce nell‘illuminazione di un soffitto è necessario che questo sia sufficiente­ mente alto. I washer per soffitti vanno montati sopra l‘altezza degli occhi. La distanza dal soffitto dipende dall‘omogeneità richiesta e dovrebbe essere di almeno 0,8m.

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Impieghi illuminotecnici | Soffitto Soffitto piano

Applicazione

Illuminazione diffusa di soffitti in - Uffici - Edifici storici - Chiese - Teatri - Gallerie Gruppi di apparecchi ideali - Washer per soffitti - Uplight - Strutture luminose

Progetti: Ginnasio musicale, Weimar Shanghai Museum Ezeiza Airport, Buenos Aires

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Impieghi illuminotecnici | Soffitto Struttura portante

Osservazione

Gli apparecchi per l‘illuminazione della struttura portante possono essere fissati alla struttura stessa, sospesi al pavimento o fissati alle pareti. Un‘illuminazione diffusa accentua l‘intera superficie del soffitto. Gli apparecchi a fascio stretto accentuano in particolare la struttura portante.

Strutture luminose

Strutture luminose con washer per soffitti

Washer per soffitto

Faretti

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Impieghi illuminotecnici | Soffitto Struttura portante

Follow-up

La selezione del tipo di apparecchio dipende dalle dimensioni e dalle proporzioni delle strutture portanti. I faretti possono essere montati direttamente alle strutture di supporto. La disposizione delle strutture luminose va adattata alle forme della struttura portante. Data la loro distribuzione della luce asimmetrica, i washer per soffitti necessitano di una maggiore distanza dal soffitto.

Applicazione

Illuminazione indiretta dei soffitti per - Edifici storici - Chiese - Teatri - Gallerie Tipi di apparecchi ideali - Faretti - Strutture luminose - Washer per soffitti

Progetto: Palacio de la Aljaferia, Saragozza

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Impieghi illuminotecnici Pavimento

Osservazione

Nell‘illuminazione dei pavimenti si illumina con luce diffusa il solo pavimento oppure si illumina l‘am­ biente nel suo complesso con i downlight. I washer per pavimento fanno risaltare in particolare le forme ed i materiali del suolo.

Downlight

Washer per pavimento

Follow-up

I washer per pavimenti garantiscono grazie alla distribuzione asimmetrica della luce un‘illuminazione radente il pavimento. Il montaggio in basso consente un buon comfort visivo. L‘assenza di abbagliamento dei downlight è data dall‘angolo di antiabbagliamento. L‘omogeneità dell‘illuminazione è maggiore con i downlight.

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Impieghi illuminotecnici Pavimento

Applicazione

Illuminazione diffusa di pavi足menti in - Zone di passaggio in hotel, 足teatri, cinema e sale da concerto - Corridoi - Scale Gruppi di apparecchi ideali: - Downlight - Washer

Progetti: Centro innovazione Lamy, 足Heidelberg Fondazione Konrad Adenauer, Berlino

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Impieghi illuminotecnici Oggetto

Oggetto nell‘ambiente

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Oggetto sulla parete

Per metterli al centro dell‘atten­ zione, gli oggetti possono essere accentuati con degli effetti marcanti. Le impressioni visive vengono stranite se sottoposte a delle illuminazioni a contorni netti. A questa illuminazione dramma­ tica si contrappongono delle soluzioni di illuminazione omo­ genee, ad ampio raggio.

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Impieghi illuminotecnici | Oggetto Oggetto nell‘ambiente

Osservazione

Gli oggetti nell‘ambiente possono effetto interessante, perché la luce essere illuminati in modo flessibi- proviene da una direzione insolita le con faretti o washer sul binario per l‘osservatore. elettrificato. Se si illumina un oggetto con un faretto nel senso dello sguardo, l‘effetto modellante è ridotto. Due faretti con frangiluce con lente per scultura da direzioni diverse producono un effetto plastico equilibrato. I contrasti di luminosità sono ridotti rispetto all‘impiego di un solo faretto. L‘illuminazione dal basso crea un

Faretto davanti

Faretto laterale

Faretti su tre lati

Faretto dal basso

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Impieghi illuminotecnici | Oggetto Oggetto nell‘ambiente

Washer

Follow-up

I faretti a fascio stretto pongono l‘accento sull‘oggetto, mentre i washer mostrano l‘oggetto nel contesto del suo ambiente. L‘effet­ to modellante è in questo caso più ridotto. Nell‘illuminazione dal basso può verificarsi un intenso effetto di straniamento. In questo caso si deve evitare in modo parti­colare un possibile abbagliamento.

Disposizione

Applicazione

Gli oggetti nell‘ambiente possono essere illuminati con un angolo d‘incidenza da 30° a 45° rispetto alla verticale. Più l‘incidenza è verticale, più è accentuata l‘ombra. Con un angolo d‘incidenza di 30° si evitano i forti riflessi o le ombre indesiderate.

Illuminazione d‘accento per - Musei - Esposizioni - Stand espositivi - Aree di vendita e di rappresentanza Gruppi di apparecchi ideali - Faretti - Washer

Progetti: Passeig de Gràcia, Barcellona Museum of Contemporary Art, Helsinki Museo Guggenheim, Bilbao Ermitage, San Pietroburgo

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Impieghi illuminotecnici | Oggetto Oggetto sulla parete

Osservazione

Si possono illuminare in modo flessibile gli oggetti sulle pareti con faretti o washer sui binari elettrificati. I faretti mettono in evidenza il quadro. Si crea così un effetto decorativo. Dei singoli wallwasher mettono in risalto i quadri in modo più discreto dei faretti Più wallwasher illuminano la parete in modo omogeneo. L‘oggetto non viene accentuato. I wahser creano un‘illuminazione omogenea dell‘intera superficie

della parete. Un faretto sagomatore crea un effetto molto marcato di accentuazione del quadro.

Faretti

Faretti wallwasher

Washer

Faretti sagomatori

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Impieghi illuminotecnici | Oggetto Oggetto sulla parete

Follow-up

I faretti a fascio stretto pongono degli accenti sugli oggetti, mentre i washer mostrano l‘oggetto immerso nell‘ambiente. I faretti sagomatori possono illuminare un oggetto con dei contorni netti ed accentuarlo in modo molto marcante. Si può così creare un effetto straniante, perché l‘oggetto sembra brillare di luce propria.

Disposizione

Applicazione

L‘illuminazione degli oggetti sulla parete può avvenire con un‘angolazione della luce di 30°, di 45°, fino a una illuminazione perpendicolare. Più verticale è l‘incidenza della luce, maggiore è la plasticità. Per le superfici riflettenti, ad esempio per i dipinti ad olio o per le grafiche con vetri, si deve tener conto dell‘angolo di incidenza della luce per evitare dei riflessi fastidiosi negli angoli visivi dell‘osservatore. Si evitano così delle ombre sulle superfici dipinte, ad esempio le ombre della cornice.

Illuminazione d‘accento per - Musei - Esposizioni - Stand espositivi - Aree di vendita e di rappresentanza Gruppi di apparecchi ideali - Faretti - Wallwasher - Washer

Progetti: Museum of Contemporary Art, Barcellona Museo Deu, El Vendrell Palacio Real de Madrid Reichstag, Berlino

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Impieghi illuminotecnici Illuminazione di orientamento

Osservazione

Gli apparecchi d‘orientamento sono definiti in primo luogo dalla loro funzione appunto di orienta­ mento ottenuta con apparecchi con funzione di illuminazione o di segnale. I washer per pavimento e gli apparecchi da parete orientano illuminando il pavimento o l‘ambiente. Gli apparecchi ad incasso da pavimento e di orientamento ottengono il loro effetto mediante la disposizione di più punti luminosi in linee o superfici.

Washer per pavimento

Apparecchi da parete

Apparecchi ad incasso da ­pavimento

Apparecchi d‘orientamento

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Impieghi illuminotecnici Illuminazione di orientamento

Follow-up

Per l‘orientamento sono sufficien­ ti basse intensità luminose. Appa­ recchi piccoli con luminanza elevata si distinguono nettamente dall‘ambiente circostante.

Applicazione

Illuminazione d‘orientamento per segnare - Linee architettoniche - Gradini o zone interdette - Entrate - Percorsi guidati - Vie di fuga Gruppi di apparecchi ideali - Washer per pavimento - Apparecchi da parete - Apparecchi ad incasso da ­pavimento - Apparecchi di orientamento

Progetti: Light and Building, Francoforte Palazzo della Ragione, Bergamo Mensa, Lüdenscheid Sevens, Düsseldorf

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Guida Illuminazione di ambienti interni | Impieghi illuminotecnici Illuminazione segnaletica

Osservazione

Gli apparecchi per illuminazione segnaletica trasmettono con scritte e pittogrammi delle informazioni o dei percorsi da seguire. Gli apparecchi per l‘illuminazione di sicurezza informano sulle delle vie di fuga e sulle uscite di sicurezza.

Applicazione

Applicazione: Indicazione di - Uscite - Uscite di sicurezza - Vie di fuga e di salvataggio Gli apparecchi per illuminazione segnaletica sono spesso elementi di illuminazione secondaria e vanno adattati all‘architettura. Gli apparecchi a cambiamento cromatico consentono di creare una guida dinamica al percorso da seguire. Gli apparecchi di illuminazione di sicurezza devono essere conformi alle normative locali.

Progetti: Palazzo della Ragione, Bergamo Deutsches Historisches Museum, Berlino Norwegian Aviation Museum, Bodo Taschenberg-Palais, Dresda

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Gruppi di apparecchi ideali - Apparecchi per illuminazione di segnaletica - Apparecchi per illuminazione di sicurezza - Apparecchi per pittogrammi

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Guida Illuminazione di ambienti esterni

Tipi di illuminazione

Gruppi di apparecchi

Esempi di progetta­ zione

Progettazione illumi­ notecnica

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Impieghi illumino­ tecnici

Si possono completare i progetti illuminotecnici di ambienti interni con le concezioni luminose per gli ambienti esterni. La base per la creazione di scenografie not­ turne con architetture, ambienti urbani e vegetazione è costituita da apparecchi caratterizzati da un'elevata classe di protezione.

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Guida Illuminazione di ambienti esterni Tipi di illuminazione

Generale

Illuminazione diffusa

Accentuare

L‘effetto di locali, facciate, oggetti e vegetazione dipende in grandissi­ ma misura dal tipo d‘illuminazio­ne, che va dall‘illuminazione generale a quella d‘accento. L‘illuminazione uniforme costituisce lo sfondo per l‘illuminazione d‘accento volta ad evi­denziare gli oggetti. Per l‘illuminazione d‘orientamento all‘esterno si utilizzano punti o linee di luce.

Orientamento

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Tipi di illuminazione Generale

diretta orientata

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diretta diffusa

Si definisce illuminazione genera­ le un‘illuminazione uniforme, per lo più relativa a un piano di lavoro orizzontale o un‘area di transito. Spesso sono in primo piano gli aspetti quantitativi. L‘illumina­ zione diretta ammette sia la luce diffusa che orientata.

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Tipi di illuminazione | Generale diretta orientata

Osservazione

Follow-up

Con un‘illuminazione generale diretta orientata si ottiene un‘illu­ minazione uniforme sul piano di lavoro orizzontale. L‘architettura diventa visibile ed è possibile orientarsi nell‘ambiente.

La luce orientata produce una buona modellazione e brillanza. L‘uniformità sul piano di lavoro aumenta quanto più aumentano l‘altezza di montaggio o l‘angolo di distribuzione. La luce orientata permette una buona percezione delle forme e delle strutture super­ ficiali. Il comfort visivo aumenta con l‘aumentare dell‘angolo di antiabbagliamento. L‘illumina­zio­ ne diretta si distingue per efficien­ za energetica.

Applicazione

I downlight producono una distri­ buzione uniforme dell‘illuminazio­ ne sul piano orizzontale. Come forma sono poco appariscenti e possono essere integrati facilmen­ te nell‘architettura. Illuminazione diretta orientata per - Zone d‘ingresso - Portici - Passaggi - Atri Gruppi di apparecchi ideali - Downlight

Progetti: Stazione di rifornimento Repsol, Spagna Palazzo dei Congressi, Valencia Cancelleria Federale, Berlino Kohlenwäsche (impianto di raffi­ nazione del carbone), miniera di Zollverein, Essen

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Tipi di illuminazione | Generale diretta diffusa

Osservazione

Follow-up

Si definisce illuminazione genera­ le diffusa diretta un‘illuminazione uniforme relativa a un piano di lavoro orizzontale. L‘architettura diventa visibile ed è possibile orien­ tarsi nell‘ambiente.

La luce diffusa diretta produce un‘illuminazione morbida, pove­ ra di ombre e riflessi. La ridotta forma­zione di ombre produce una debole modellazione. Forme e strutture superficiali sono mes­ se poco in evidenza. L‘illuminazio­ ne generale con lampade fluore­ scenti si distingue per efficienza energetica.

Applicazione

Illuminazione diretta diffusa per - Zone d‘ingresso - Spioventi di tetto - Illuminazione al suolo di passi carrai, percorsi e piazze Gruppi di apparecchi ideali - Downlight - Apparecchi da parete

Progetti: Abitazione privata, Ravensburg Abitazione privata, Ravensburg Cantina Bodegas Vega Sicilia, ­Valladolid

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Tipi di illuminazione Illuminazione diffusa

simmetrica

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asimmetrica

Si definisce illuminazione uni­ forme un‘illuminazione prevista anzitutto per evidenziare ele­ menti architettonici. In primo luogo serve per rendere visibili proporzioni e delimitazioni degli ambienti. Si usano i washer simme­ trici per illuminare uniformemen­ te superfici o per l‘illuminazione generale di spazi aperti. I washer asimmetrici si distinguono per una distribuzione uniforme della luce sulle superfici.

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Tipi di illuminazione | Illuminazione diffusa simmetrica

Osservazione

Follow-up

L‘illuminazione uniforme simme­ trica produce un‘illuminazione uniforme su oggetti o superfici. L‘illuminazione uniforme si distin­ gue per l‘elevata uniformità e un gradiente morbido della distribu­ zione. Le zone illuminate dell‘am­ biente sono messe in risalto dal­ l‘illuminazione uniforme.

La luce orientata produce una buona modellazione e permette una buona percezione delle for­ me e delle strutture superficiali. L‘illuminazione uniforme può fare da sfondo all‘illuminazione d‘accento.

Applicazione

Illuminazione uniforme per - Illuminazione di pareti - Facciate - Zone d‘ingresso - Spioventi di tetto - Alberi - Terreni a parco - Sculture - Oggetti Gruppi di apparecchi ideali - Washer

Progetti: Abitazione privata nelle Southern Highlands, Australia Giardino luminoso ERCO, ­Lüdenscheid Chiesa, Rörvik Rovine del convento, Paulinzella

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Tipi di illuminazione | Illuminazione diffusa asimmetrica

Osservazione

La distribuzione uniforme asim­ metrica della luce serve per l‘illu­ minazione uniforme di superfici. All‘illuminazione diffusa di pareti si attribuisce grande importanza nell‘illuminazione architettonica. L‘illuminazione verticale evidenzia la materialità dei limiti spaziali. L‘ambiente appare più grande grazie alle superfici illuminate delle pareti.

Wallwasher

Apparecchi ad incasso a soffitto

Washer per pavimento

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Tipi di illuminazione | Illuminazione diffusa asimmetrica

Apparecchi ad incasso da ­pavimento

Follow-up

Gli apparecchi con distribuzione puntiforme conferiscono alla superficie della parete una brillan­ za elevata, mentre con apparecchi lineari si ottiene una maggiore uniformità. Con l‘illuminazione uniforme asimmetrica si definisco­ no zone dell‘ambiente su cui vie­ ne quindi orientata l‘attenzione. Può servire da sfondo per un‘illu­ minazione d‘accento o costituire la luminosità che circonda un posto di lavoro. Per ottenere una distribuzione luminosa uniforme è molto importante il corretto posizionamento degli apparecchi.

Applicazione

Illuminazione uniforme per - Facciate - Zone d‘ingresso - Passaggi - Atri - Spioventi di tetto - Terreni a parco Gruppi di apparecchi ideali - Washer - Downlight-wallwasher - Wallwasher - Apparecchi ad incasso da ­pavimento

Progetti: Delegazioni statali di Bassa Sassonia e Schleswig-Holstein, Berlino Facciata del grande magazzino Kaufhof, Amburgo Museo del Teatro de Caesar­ augusta, Saragozza Porches de la Boquería, Barcellona

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Tipi di illuminazione Accentuare

Osservazione

L‘illuminazione d‘accento evi­ denzia singoli oggetti o elementi architettonici. Si stabilisce così una gerarchia percettiva e si orienta l‘attenzione.

Proiettori

Downlight direzionali Follow-up

L‘illuminazione d‘accento permet­ te una buona percezione delle for­ me e delle strutture superfi­ciali. La luce concentrata crea ombre nette, con buona modellazione e brillanza. Un cono di luce stretto e un forte contrasto di luminosità con l‘ambiente mettono in parti­ colare evidenza l‘oggetto.

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Tipi di illuminazione Accentuare

Applicazione

L‘illuminazione d‘accento crea centri d‘attenzione. Strutture e tessiture degli oggetti sono enfatizzate dalla luce orientata. Illuminazione d‘accento per - Facciate - Zone d‘ingresso - Portici - Parchi - Oggetti Gruppi di apparecchi ideali - Proiettori - Downlight direzionali

Progetti: Giardino luminoso ERCO, ­Lüdenscheid ERCO, Lüdenscheid Tempio Sri Senpaga Vinayagar, Singapore Tommy Hilfiger, Düsseldorf

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Tipi di illuminazione Orientamento

Osservazione

L‘illuminazione d‘orientamento è definita in primo luogo dalla fun­ zione appunto di orientamento, ottenuta con apparecchi con fun­zione di illuminazione o di segna­ le. L‘illuminazione dell‘ambiente è d‘importanza secondaria, ma piuttosto si ha una fila di apparec­ chi che creano una linea di orien­ tamento.

Washer per pavimento

Apparecchi da parete

Apparecchi ad incasso da ­pavimento

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Tipi di illuminazione Orientamento

Apparecchi d‘orientamento

Follow-up

Per l‘orientamento sono sufficienti basse intensità luminose. Apparec­ chi piccoli con luminanza elevata si distinguono nettamente dall‘am­ biente circostante.

Applicazione

Illuminazione d‘orientamento per segnare - Linee architettoniche - Gradini o zone interdette - Entrate - Percorsi guidati - Vie di fuga Gruppi di apparecchi ideali - Washer per pavimento - Apparecchi da parete - Apparecchi ad incasso da ­pavimento - Apparecchi di orientamento

Progetti: Centro commerciale Sevens, ­Düsseldorf Hilton Hotel, Dubai Piazza Czartoryskich, Cracovia Abitazione privata, Palamos

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Guida Illuminazione di ambienti esterni Gruppi di apparecchi

Gli apparecchi sono disponibili in molte tipologie per soddisfare le differenti esigenze di illuminazione. Per l‘esterno si impiegano soprattutto apparecchi fissi. Proiettori

Washer

Wallwasher

Apparecchi per illuminazione di aree all'aperto e di percorsi

Downlight

Apparecchi da parete e da soffitto

Apparecchi da incasso nel pavimento

Apparecchi di ­orientamento

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Gruppi di apparecchi Proiettori

Luce

I proiettori illuminano un‘area ristretta. Il tipo di montaggio e l‘orientamento sono variabili. I proiettori possono avere diversi angoli e diverse forme di dispersione della luce. Criteri per i proiettori - La selezione delle lampade determina colore della luce, brillantezza, durata utile ed illuminamento

- L‘angolo di distribuzione defi­ nisce il cono luminoso ed è determinato da lampada e riflettore - L‘angolo di abbagliamento limita l‘abbagliamento ed accresce il comfort visivo - ruotabile ed orientabile

I proiettori sono dotati di una distribuzione della luce a fascio stretto con un cono di luce rotazionalmente simmetrico. I proiettori vengono utilizzati tipicamente con degli accessori: - Lenti: lenti di diffusione o per sculture - Filtri: filtri colorati, filtri UV o infrarossi - Abbagliamento: schermi a croce

Applicazione

Accentuazione di - Facciate - Ingressi - Portici - Parcheggi - Oggetti

Progetti: Museo norvegese dell‘aereo­ nautica, Bodo Giardino luminoso ERCO, ­Lüdenscheid Giardino luminoso ERCO, ­Lüdenscheid ERCO, Lüdenscheid

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Gruppi di apparecchi Washer

Luce

I washer sono caratterizzati da una emissione di raggi a fascio largo. Sono disponibili con distribuzione a simmetria assiale o asimmetrica. Criteri per i washer - La selezione delle lampade determina colore della luce, durata utile, efficienza ed illu­ minamento

- Uniformità: riflettore ottimiz­ zato per un‘illuminazione diffusa - Gradiente: cono luminoso dai contorni morbidi - Il rendimento ottico dell‘appa­ recchio viene aumentato con l‘ottimizzazione del sistema di riflettori

Washer ad asse simmetrico I washer con distribuzione a simmetria assiale della luce sono particolarmente adatti all‘lluminazione uniforme di oggetti o superfici. La distribuzione della luce è caratterizzata da una forte focalizzazione.

Washer asimmetrico I washer con distribuzione asimmetrica della luce sono particolar­ mente adatti alla realizzazione di un’illuminazione uniforme delle superfici. Gli apparecchi vengono montati a parete, a soffitto o a pavimento e sono inoltre orientabili.

Applicazione

Illuminazione diffusa per un‘illuminazione omogenea di - Pareti - Facciate - Ingressi - Tetti a sbalzo - Parcheggi - Sculture - Oggetti Gli apparecchi a plafone creano degli accenti negli ambienti. La loro disposizione va adattata all‘ambiente in cui vengono inseriti.

Progetti: Abitazione privata nel Southern Highlands, Australia Giardino luminoso ERCO, ­Lüdenscheid Jahrhunderthalle, Bochum Tempio Sri Senpaga Vinyagar, Sinapore

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Gruppi di apparecchi Wallwasher

Luce

I wallwasher sono caratterizzati da una emissione di raggi a fascio largo. Sono caratterizzati da una distribuzione asimmetrica della luce. Criteri per wallwasher - La selezione delle lampade determina colore della luce, durata utile, efficienza ed illu­ minamento - Uniformità: riflettore ottimiz­ zato per un‘illuminazione diffusa

- Gradiente: cono luminoso dai contorni morbidi - Il rendimento ottico dell‘appa­ recchio viene aumentato con l‘ottimizzazione del sistema di riflettori

Wallwasher I wallwasher ad incasso con distri­ buzione asimmetrica della luce sono particolarmente adatti alla realizzazione di un’illuminazione uniforme delle superfici.

Wallwasher orientabili I wallwasher con distribuzione asimmetrica della luce sono particolarmente adatti alla realizzazione di un’illuminazione uniforme delle superfici. Gli apparecchi a plafone vengono montati a parete, a soffitto o a pavimento e sono inoltre orientabili.

Applicazione

L‘illuminazione diffusa delle pareti è una componente importante dell‘illuminazione delle architetture, per l‘accentuazione delle facciate. Altri impieghi sono possibili in - Ingressi - Gallerie - Atri - Tetti a sbalzo - Parcheggi Come apparecchi ad incasso i wall­washer sono dei dettagli architettonici discreti. Gli apparecchi a plafone creano degli accenti negli ambienti. La loro forma e la loro disposizione va abbinata all‘architettura.

Progetti: Delegazione regionale della Bassa Sassonia e del SchleswigHolstein, Berlino Facciata del grande magazzino Kaufhof, Amburgo ERCO P1, Lüdenscheid Monumento memoriale del campo di concentramento di Belzec

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Gruppi di apparecchi Apparecchi per illuminazione di aree all'aperto e di percorsi

Luce

Gli apparecchi per zone di passag­ gio e aree all’aperto si caratterizzano per un’illuminazione a fascio largo e sono disponibili con una distribuzione asimmetrica della luce. Criteri degli apparecchi per zone di passaggio e aree all’aperto - La scelta delle lampade determina colore della luce, durata, efficienza, intensità luminosa - Uniformità: riflettore ottimiz­ zato per l’illuminazione su tutta la superficie - Gradiente: contorno morbido del cono luminoso

- L’angolo di antiabbagliamento aumenta il comfort visivo e limita l’abbagliamento e l’inquinamento luminoso - Una tecnica a riflettori ottimizzata aumenta il rendimento degli apparecchi

Apparecchi per zone di ­passaggio Gli apparecchi per zone di passag­ gio con distribuzione asimmetrica della luce servono per illuminare uniformemente vie e percorsi. La luce viene dispersa in larghezza in modo da illuminare uniforme­ mente i percorsi. Apparecchi di forma piccola sono ideali per illuminare gradini.

Apparecchi per aree all’aperto La luce degli apparecchi per aree all’aperto è prodotta da un sistema asimmetrico di washer a riflettore. Una lente per scultura con funzione di vetro di protezione distribuisce la luce nell’ambiente esterno in profondità.

Washer per facciate Gli apparecchi per facciate con distribuzione asimmetrica della luce servono per illuminare uniformemente edifici.

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Gruppi di apparecchi Apparecchi per illuminazione di aree all'aperto e di percorsi

Applicazione

Progetti: Panticosa resort, Panticosa Abitazione privata, Berlino ERCO, Lüdenscheid Galleria d’Arte, Emden

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Gli apparecchi per zone di passaggio e aree all’aperto servono soprattutto per illuminare - Facciate - Zone d’ingresso - Portici - Passaggi - Illuminazione di pavimentazioni di vie d'accesso, percorsi pedonali e piazze - Illuminazione di orientamento di percorsi pedonali, vie d'accesso, ingressi e gradini - Parchi Gli apparecchi da incasso sono dettagli architettonici discreti. Gli apparecchi autonomi creano luci d’accento nello spazio. La loro disposizione deve corrispondere all’ambiente in cui vanno inseriti.

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Gruppi di apparecchi Downlight

Luce

I downlight proiettano verso il basso un cono di luce perpendico­ lare o orientabile. In genere sono montati sul soffitto ed illuminano il pavimento o le pareti. I down­ light possono avere una distribuzione della luce a fascio stretto, largo, simmetrico o asimmetrico. Dato il loro angolo di schermatura, i downlight a fascio stretto non abbagliano. Nei downlight con riflettore darklight l‘angolo di schermatura della lampada è identico all‘angolo di antiabbagliamento dell‘apparecchio, si ha così un apparecchio con la massima ampiezza della distribuzione della luce ma allo stesso tempo un rendimento ottico ottimizzato. L‘impiego di un diffusore riduce la luminanza dell‘apparecchio e migliora quindi il comfort visivo e l‘omogeneità.

Criteri per i downlight - La selezione delle lampade determina colore della luce, durata utile, efficienza ed illuminamento - L‘angolo di distribuzione defi­ nisce il cono luminoso ed è determinato da lampada e riflettore - L‘angolo di abbagliamento delimita l‘abbagliamento ed aumenta il comfort visivo - Il rendimento ottico dell‘appa­ recchio viene aumentato con l‘ottimizzazione del sistema di riflettori

Downlight I downlight sono caratterizzati da un cono luminoso rotazionalmente simmetrico orientato perpendicolarmente verso il basso.

Faretto Downlight direzionale I faretti downlight direzionali servono all‘illuminazione d‘accento di singole aree o di oggetti con distribuzione della luce a fascio medio o stretto.

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Gruppi di apparecchi Downlight

Disposizione

Applicazione

Per ottenere una luminosità suffi­ciente sulla parete e creare delle conchiglie proporzionate, la distan­ za dalla parete dovrebbe essere pari a circa la metà della distanza tra gli apparecchi. Per un‘illumina­ zione omogenea su di un piano di riferimento, la distanza tra gli apparecchi non dovrebbe essere maggiore di 1,5 volte l‘altezza di montaggio h. Con a=h si ottiene un‘omogeneità ottimale.

I downlight forniscono illuminazione generale per - Ingressi - Portici - Gallerie - Atri I downlight ad incasso sono dei dettagli architettonici discreti. Gli apparecchi a plafone e le lampade a sospensione creano invece degli accenti nell‘ambiente. La loro forma e la loro disposizione va abbinata all‘architettura.

Progetti: Stazione di rifornimento Repsol, Spagna Palazzo congressi, Valencia Cancelleria Federale, Berlino Intercontinental Resort, Berchtesgaden

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Gruppi di apparecchi Apparecchi da parete e da soffitto

Luce

Gli apparecchi da parete o da soffitto sono definiti anzitutto dalla tipologia di montaggio e non dalla caratteristica di distribuzione della luce. Questi apparecchi sono disponibili con una distribuzione della luce a fascio stretto, a fascio largo, simmetrica o asimmetrica. Alcuni apparecchi possono essere montati sia alla parete che al soffitto.

- Uniformità: riflettore ottimiz­ zato per l’illuminazione su tutta la superficie - L’angolo di antiabbagliamento aumenta il comfort visivo e limita l’abbagliamento e l’inquinamento luminoso

Criteri degli apparecchi da parete e da soffitto - La scelta delle lampade determi­ na colore della luce, durata, efficienza, intensità luminosa

Apparecchi per facciate Gli apparecchi per facciate sono disponibili con una distribuzione della luce a fascio stretto, a fascio largo, simmetrica o asimmetrica. La distribuzione della luce può avvenire tramite un’emissione di luce su uno o due lati.

Apparecchi da parete Gli apparecchi da parete a fascio luminoso diffuso nell’ambiente garantiscono un buon comfort visivo. Possono essere montati anche al soffitto.

Apparecchi da parete schermati Gli apparecchi da parete con scher­ matura su un semilato garantiscono un buon comfort visivo ed illuminano soprattutto la zona del pavimento.

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Gruppi di apparecchi Apparecchi da parete e da soffitto

Applicazione

Illuminazione di - Facciate - Zone d’ingresso - Tettoie a sbalzo - Illuminazione di pavimentazioni di vie d’accesso, percorsi pedonali e piazze La disposizione e la forma degli apparecchi da parete e da soffitto devono corrispondere all’architettura. Gli apparecchi per facciate devono essere disposti in modo da consentire un’illuminazione ottimale degli elementi da illu­ minare, senza tralasciare deter­ minati oggetti.

Progetti: Abitazione privata, Ravensburg Abitazione privata, Ravensburg Zara, Monaco di Baviera Centro artistico e di cultura costiera NORVEG, Rørvik

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Gruppi di apparecchi Apparecchi da incasso nel pavimento

Luce

Gli apparecchi ad incasso da pavi­ mento presentano un’irradiazione orientata verso l’alto. Questi appa­ recchi sono disponibili con una distribuzione della luce a fascio stretto, a fascio largo, simmetrica o asimmetrica.

- Orientabilitá dei faretti direzionali con elevato grado di schermatura - Il rendimento degli apparecchi aumenta con una tecnica a riflettori ottimizzata

Criteri degli apparecchi ad incasso da pavimento - La scelta delle lampade deter­ mina colore della luce, durata, efficienza, intensità luminosa - Uniformità in caso di wallwasher: riflettore ottimizzato per l’illuminazione su tutta la superficie

Uplight Gli uplight presentano un’irradia­ zione orientata verso l’alto con distribuzione simmetrica della luce. I coni luminosi a fascio stret­ to e a simmetria rotatoria servono per l’illuminazione d’accento di oggetti.

Wallwasher con lenti I wallwasher con lenti presentano un’irradiazione orientata verso l’alto con distribuzione asimmetrica della luce. Servono per un’illuminazione uniforme di pareti.

Uplight direzionali Gli uplight direzionali servono per un’illuminazione d’accento di singole zone o singoli oggetti con una distribuzione della luce a fascio da medio-largo a stretto. Il cono luminoso è orientabile.

Uplight diffusori Gli apparecchi ad incasso da pavimento con distribuzione diffusa dell’intensità luminosa servono per sottolineare percorsi o mettere in risalto linee architettoniche.

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Gruppi di apparecchi Apparecchi da incasso nel pavimento

Applicazione

Illuminazione d’accento o illu­ minazione a fascio largo di - Facciate - Zone d’ingresso - Portici - Passaggi - Atri - Tettoie a sbalzo - Parchi Gli apparecchi ad incasso da pavi­ mento sono dettagli architettonici discreti. La disposizione e la forma di questi apparecchi devono corrispondere all’architettura.

Progetti: Padiglione di vetro, Scuola Professionale di Vetreria, Rheinbach Porta di Brandeburgo, Berlino Khalil Al-Sayegh, Dubai Castello di Benrath, Düsseldorf

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Gruppi di apparecchi Apparecchi di orientamento

Luce

Gli apparecchi di orientamento sono definiti anzitutto dalla loro funzione di orientamento. Tale funzione si ottiene mediante apparecchi di illuminazione o di segnalazione. Criteri degli apparecchi di orienta­ mento - Diodo luminoso: visibilità dell’apparecchio nell’ambiente

Apparecchi di orientamento locali Gli apparecchi di orientamento con emissione puntiforme della luce fungono da punti luminosi di orientamento locali.

Washer per pavimento I washer per pavimento rappresen­ tano punti luminosi sulla parete ed emettono una luce di orientamento sul pavimento.

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Gruppi di apparecchi Apparecchi di orientamento

Applicazione

Sottolineatura di - Linee architettoniche - Gradini o aree riservate - Ingressi - Percorsi - Vie di fuga

Progetti: Centro commerciale Sevens, 足D端sseldorf Hilton Hotel, Dubai Piazza Czartoryskich, Cracovia Abitazione privata, Palamos

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Guida Illuminazione di ambienti esterni Impieghi illuminotecnici

Parete

Soffitto

Pavimento

Oggetto

Facciata

Vegetazione

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L‘illuminazione notturna delle facciate cambia l‘atmosfera di una città. In città o nei parcheggi si creano delle prospettive che consentono l‘orientamento e met­ tono creano un collegamento con l‘ambiente. La luce negli ambienti esterni amplia il raggio visivo dal­ l‘interno verso l‘esterno.

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici Parete

Parete alta 3m

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Parete alta 5m

Parete strutturata

L‘illuminazione delle pareti e delle facciate di notte amplia la perce­ zione e delimita gli ambienti. L‘illu­ minazione verticale è significativa per caratterizzare gli ambienti nella loro struttura, indipenden­ temente se essi siano delimitati da facciate di edifici o da muri di vegetazione. L‘obiettivo può essere quello di una illuminazione paragonabile all‘illuminazione dif­ fusa di una parete in un ambiente interno o una tenue illuminazione dell‘edificio immerso nella notte. La disposizione degli apparecchi dipende dall‘uniformità e dall‘il­ luminamento desiderati. Negli ambienti esterni di notte è spesso sufficiente una luminosità limita­ ta per rendere visibile l‘oggetto illuminato e per creare dei con­ trasti.

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Parete Parete alta 3m

Osservazione

La caratteristica principale dei wallwasher è la luminosità uni­ forme sulla parete.

Wallwasher sopra

Wallwasher sotto

Wallwasher da incasso

Follow-up

L‘illuminazione verticale accentua le superfici delle pareti e la loro struttura. Con l‘illuminazione dei suoi confini si dà un‘impressione di un ambiente più spazioso. Le sorgenti luminose puntiformi conferiscono alle superfici delle pareti una marcata plasticità. L‘il­ luminazione diffusa delle pareti crea un chiarore omogeneo solo sulle superfici opache. Criteri di illuminazione per le pareti - Uniformità dell‘illuminazione - La selezione delle lampade determina il colore della luce e la resa cromatica

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Parete Parete alta 3m

Disposizione

Applicazione

La distanza dalle pareti dovrebbe essere pari ad almeno un terzo dell‘altezza della parete. In alter­ nativa l‘angolo di incidenza della luce dovrebbe essere di 20° rispetto alla perpendicolare. Per ottenere un‘omogeneità ottimale la distanza tra gli apparecchi dovrebbe essere pari alla distanza dalla parete, e non deve essere in nessun caso superarla di più della metà. I wallwasher sviluppano la loro omogeneità di illuminazione in modo ottimale solo se gli appa­ recchi utilizzati sono almeno 3.

Illuminazione diffusa per superfici verticali - Illuminazione di pareti - Facciate - Ingressi Tipi di apparecchi ideali - Wallwasher

Progetti: ERCO, Lüdenscheid Castello di Benrath, Düsseldorf Berliner Tor Center, Amburgo Monumento memoriale del cam­ po di concentramento di Belzec

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Parete Parete alta 5m

Osservazione

All‘aumentare dell‘altezza della con lenti sono dotati di speciali parete e a parità di illuminazione sistemi ottici a lenti. la luminosità della parete diminui­ sce. La caratteristica principale dei wallwasher è una luminosità uni­ forme sulla parete. I Wallwasher

Wallwasher

Wallwasher con lenti

Follow-up

L‘illuminazione verticale accentua le superfici delle pareti e la loro struttura. Con l‘illuminazione dei suoi confini si dà un‘impressione di un ambiente più spazioso. La luce orientata conferisce alle superfici delle pareti una marcata plasticità. All‘aumentare dell‘al­ tezza della parete si deve aumen­ tare la distanza degli apparecchi dalla parete stessa. Il calo degli illuminamenti medi sulla parete può essere compensato con l‘im­piego di lampade di potenza supe­ riore e con l‘aumento del numero delle lampade.

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Criteri di illuminazione per le pareti alte - Uniformità dell‘illuminazione - La selezione delle lampade determina il colore della luce e la resa cromatica

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Parete Parete alta 5m

Disposizione

Applicazione

Mentre per le pareti di altezza normale la distanza tra gli appa­ recchi è uguale alla distanza dalla parete, per le stanze dalle pareti più alte essa deve essere ridotta per evitare dei cali di illumina­ mento. La distanza dalla parete viene marcata con una linea a 20° rispetto alla perpendicolare che va dal soffitto al pavimento.

Illuminazione diffusa per superfici verticali - Illuminazione di pareti - Facciate - Ingressi Tipi di apparecchi ideali - Wallwasher - Wallwasher con lenti

Progetti: Delegazione regionale della Bassa Sassonia e del SchleswigHolstein, Berlino Museum Georg Schäfer, ­Schweinfurt Porta di Brandeburgo, Berlino Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, Monaco di Baviera

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Parete Parete strutturata

Osservazione

Le sorgenti luminose puntiformi poco distanti dalla parete creano una forma luminosa propria che sottolinea comunque la struttura, ma non crea un‘illuminazione diffusa ed omogenea delle pareti.

La luce radente sulle pareti può accentuarne le irregolarità.

Downlight

Wallwasher

Wallwasher con lenti

Faretti direzionali

Follow-up

La luce radente orientata eviden­ zia le strutture delle superfici.

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Parete Parete strutturata

Applicazione

Più piccola è la distanza dalla parete, più viene messa in risalto la struttura delle superfici. Con la luce radente l‘omogeneità del­ l‘illuminazione delle pareti viene sensibilmente ridotta. Tipi di apparecchi ideali - Downlight a fascio stretto - Wallwasher - Apparecchi da incasso per pavi­ menti (uplight, wallwasher con lenti, faretti direzionali)

Progetti: Ristorante Rohrmeisterei, Schwerte Tempio Sri Senpaga Vinyagar Abitazione privata, Germania Museu Etnològic, Barcellona

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici Soffitto

Soffitto piano

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Struttura portante

Nell‘illuminazione dei soffitti que­ sti si illuminano i soffitti ­stessi e li si utilizza come riflettore per l‘illu­ minazione generale. Si accentua il soffitto soprattutto quando, per le sue strutture architettoniche, esso stesso offre dei contenuti visivi.

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Soffitto Soffitto piano

Osservazione

Gli apparecchi per l‘illuminazione diffusa dei soffitti possono essere montati sulle pareti o nel pavi­ mento.

Uplight

Apparecchi da incasso nel ­pavimento

Follow-up

La scelta dei tipi di apparecchio dipende dall‘ambiente e dall‘uso al quale esso è destinato. I washer per soffitti richiedono una mini­ ma distanza dal soffitto. Per pre­ venire l‘abbagliamento nell‘illu­ minazione del soffitto con faretti ad incasso per pavimenti, questi non vanno installati in zone di passaggio.

Disposizione

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Per ottenere una distribuzione omogenea della luce nell‘illumi­ nazione di un soffitto è neces­ sario che questo sia sufficiente­ mente alto. I washer per soffitti vanno montati sopra l‘altezza degli occhi. La distanza dal sof­ fitto dipende dall‘omogeneità richiesta e dovrebbe essere di almeno 0,8m.

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Soffitto Soffitto piano

Applicazione

Illuminazione diffusa di soffitti in - Ingressi - Portici - Gallerie - Atri - Tetti a sbalzo Tipi di apparecchi ideali - Washer per soffitti - Faretti ad incasso per pavimenti

Progetti: Stansted Airport, Londra Padiglione in vetro, Scuola Pro足 fessionale di Vetreria, Rheinbach Jahrhunderthalle, Bochum Distributore di carburante Cosmo, Tokyo

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Soffitto Struttura portante

Osservazione

Gli apparecchi per l‘illuminazione della struttura portante possono essere fissati alla struttura stessa, alle pareti o essere incassati nel pavimento. Un‘illuminazione diffu­ sa accentua l‘intera super­ficie del soffitto. Gli apparecchi a fascio stretto accentuano in particolare la struttura portante.

Faretti

Washer

Apparecchi da incasso nel p­ avimento, faretti direzionali

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Soffitto Struttura portante

Apparecchi da incasso nel ­pavimento, uplight

Follow-up

La selezione del tipo di apparec­ chio dipende dalle dimensioni e dalle proporzioni dei supporti. I faretti possono essere montati direttamente alle strutture di supporto. Con i washer si può illuminare tutta la struttura di supporto. Per prevenire l‘abba­ gliamento nell‘illuminazione della struttura di supporto con faretti ad incasso per pavimenti, questi non vanno installati in zone di passaggio. La disposizione degli apparecchi si deve adattare alla struttura portante.

Applicazione

Illuminazione di soffitti per - Ingressi - Portici - Gallerie - Atri - Tetti a sbalzo Tipi di apparecchi ideali - Faretti - Washer per soffitti - Apparecchi da incasso nel ­pavimento

Progetti: Post-Tower, Bonn Ciudad de las Artes y las Ciencias, Valencia Jahrhunderthalle, Bochum Museo del Teatro de Caesar­ augusta, Saragozza

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici Pavimento

Osservazione

Con l‘illuminazione di pavimenti si può illuminare le superfici con luce diretta dei downlight o con dei washer disposti lateralmente. I washer per pavimento fanno risaltare in particolare le forme ed i materiali del suolo.

Illuminazione di passaggi

Illuminazione di spazi aperti

Downlight

Downlight a fascio stretto

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici Pavimento

Washer per pavimento

Follow-up

I washer per pavimenti garanti­ scono grazie alla distribuzione asimmetrica della luce un‘illumi­ nazione radente il pavimento. Il montaggio in basso e la tecnica di riflettori consentono un buon comfort visivo. I gradienti sfumati del cono luminoso riducono il con­ trasto con l‘ambiente. L‘assenza di abbagliamento dei downlight è data dall‘angolo di antiabba­ gliamento.

Applicazione

Illuminazione diffusa di pavi­menti in - Ingressi - Passaggi - Piazze Gruppi di apparecchi ideali: - Downlight - Washer per pavimento - Apparecchi a colonna - Apparecchi per tralicci

Progetti: ERCO, Lüdenscheid Chiostro di Eberbach, Eltville Abitazione privata, Berlino Abitazione privata, Palamos

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici Oggetto

Oggetto in uno ­spazio aperto

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Oggetto sulla parete

Per metterli al centro dell‘atten­ zione, gli oggetti possono essere accentuati con degli effetti mar­ canti. La percezione di oggetti può essere distorta scegliendo una forte luce radente. A questa illuminazione drammatica si contrappongono delle soluzioni di illuminazione omogenee, ad ampio raggio.

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Oggetto Oggetto in uno spazio aperto

Osservazione

Gli oggetti nell‘ambiente possono essere illuminati con faretti o washer. Se si illumina un oggetto frontalmente con un faretto nel senso dello sguardo, l‘effetto modellante è ridotto. Due faretti con frangiluce con lente per scultura da direzioni diverse pro­ ducono un effetto plastico equi­ librato. I contrasti di luminosità sono ridotti rispetto all‘impiego di un solo faretto. L‘illuminazione dal basso crea un effetto interes­

sante, ma straniante, perché la luce proviene da una direzione insolita per l‘osservatore.

Faretti

Washer

Downlight direzionali

Uplight direzionali

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Oggetto Oggetto in uno spazio aperto

Follow-up

I faretti a fascio stretto pongono l‘accento esclusivamente sull‘og­ getto, mentre i washer mostrano l‘oggetto nel contesto del suo ambiente. L‘effetto modellante è in questo caso più ridotto. Nell‘illuminazione dal basso può verificarsi un intenso effetto di straniamento.

Disposizione

Applicazione

Gli oggetti nell‘ambiente possono essere illuminati con un angolo d‘incidenza da 30° a 45° rispetto alla verticale. Più l‘incidenza è ver­ ticale, più è accentuata l‘ombra.

Illuminazione d‘accento per - Terreni a parco - Sculture Gruppi di apparecchi ideali - Faretti - Washer

Progetti: Museo Norvegese dell‘Aviazione, Bodo ERCO, Lüdenscheid Rheinisches Landesmuseum, Bonn Let The Dance Begin, Strabane

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Oggetto Oggetto sulla parete

Osservazione

Si possono illuminare gli oggetti sulle pareti con faretti o washer. I faretti mettono l‘oggetto in evidenza. Si crea così un effetto decorativo. I washer non metto­ no l‘oggetto in evidenza come i

faretti perché creano un‘illumina­ zione omogenea di tutta la super­ ficie della parete.

Faretti

Washer sopra

Washer sotto

Faretti direzionali da incasso nel pavimento

Wallwasher con lenti

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Oggetto Oggetto sulla parete

Follow-up

I faretti a fascio stretto mettono l‘accento sull‘oggetto. I washer mostrano l‘oggetto nel suo con­ testo.

Disposizione

Applicazione

L‘illuminazione degli oggetti sulla parete può avvenire con un‘angolazione di incidenza della luce di 30°, di 45°, fino a una illu­ minazione perpendicolare. Più verticale è l‘incidenza della luce, maggiore è la plasticità.

Illuminazione d‘accento per - Facciate - Ingressi - Parcheggi - Sculture Gruppi di apparecchi ideali - Faretti - Wallwasher - Uplight

Progetti: ERCO, Lüdenscheid Vietnam Veterans Memorial, Washington DC Sinnet Tennis Club, Varsavia

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici Facciata

Facciata massiccia

Facciata, suddivisione in verticale

Facciata, suddivisione in orizzontale

Facciata a sporgenze e nicchie

Facciata con fori

Facciata a nastri

Il materiale e la forma, insieme alla luce con la sua direzione e il suo effetto cromatico deter­ minano l‘estetica delle facciate. L‘immagine di una facciata varia durante il giorno a causa della direzione della luce e delle diverse quote di luce diffusa e diretta. La distribuzione differente della luce e l‘impiego di sistemi di programmazione luminosa di notte conferiscono alle facciate un‘estetica particolare. Le diverse intensità luminose differenziano elementi o zone di una facciata. La luce radente mette in risalto i dettagli più fini di una facciata. L‘illuminazione uniforme valoriz­ za la facciata nella sua interezza. Si devono evitare i fasci luminosi esterni alla superficie della fac­ ciata diretti di lato e verso l‘alto.

Facciata trasparente

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Facciata Facciata massiccia

Osservazione

L‘illuminazione uniforme produce una grande uniformità di distri­ buzione della luce sulla facciata. Una linea luminosa demarca la fine dell‘edificio contro il cielo notturno. Gli uplight scandiscono

ritmicamente la facciata. Sotto la luce degli uplight e dei downlight nascono motivi grafici creati da coni luminosi marcati.

Washer in basso

Linea luminosa in alto

Uplight

Apparecchi per facciate downlight

Apparecchi per facciate uplight e downlight

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Facciata Facciata massiccia

Follow-up

L‘illuminazione uniforme può appiattire le facciate. La riduzione dell‘intensità luminosa verso l‘alto crea un passaggio privo di contra­ sti verso il cielo notturno scuro. La luce radente mette in risalto le strutture superficiali dei materiali. Le sequenze luminose su pareti non strutturate divengono una figura dominante e sono perce­ pite come motivo autonomo. I motivi luminosi per­mettono di strutturare grandi superfici uni­

formi. I coni di luce che non cor­ rispondono alla struttura archi­ tettonica sono percepiti come elemento di disturbo.

Disposizione

L‘illuminazione della facciata può essere disposta sul terreno, su un palo o sull‘edificio stesso. I wall­ washer con una distanza dalla facciata tra un terzo e metà del­ l‘altezza della facciata evitano le lunghe ombre portate. Gli appa­ recchi applicati a stretto contatto con la facciata producono una luce radente con forte accentua­ zione delle strutture superficiali. Gli apparecchi ad incasso da pavi­ mento sono invisibili dal punto

di vista architettonico. Si deve evitare che siano ricoperti dalla vegetazione. Gli apparecchi su palo si impongono come elementi addizionali davanti alla facciata. I bracci sporgenti permettono un fissaggio diretto sull‘edificio. Si devono evitare i fasci luminosi esterni alla superficie della fac­ ciata diretti di lato e verso l‘alto.

Apparecchi ad incasso da ­pavimento

Apparecchi da pavimento non incassati

Colonnina

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Facciata Facciata massiccia

Palo

Braccio sporgente

Apparecchi per facciate

Applicazione

Progetti: Museo Georg Schäfer, ­Schweinfurt Giardino luminoso ERCO, ­Lüdenscheid Giardino luminoso ERCO, ­Lüdenscheid Centro artistico e di cultura ­costiera NORVEG, Rørvik

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Facciata Facciata, suddivisione in verticale

Osservazione

I washer producono un‘illumina­ facciata con un‘illuminazione zione uniforme della facciata. L‘il­ dall‘alto e dal basso. luminazione con sorgenti lumino­ se puntiformi rende chiaramente visibile la struttura. L‘accentua­ zione dei montanti li distacca dalla facciata intorno. Gli uplight disposti sui due lati evidenziano il volume dei montanti. I downlight accentuano i montanti e illumi­ nano l‘area a terra. La combina­ zione di uplight e downlight sotto­ linea l‘articolazione verticale della

Washer

Uplight

Uplight bilaterali

Downlight

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Facciata Facciata, suddivisione in verticale

Downlight e uplight

Follow-up

I coni di luce a fascio stretto accen­ tuano l‘effetto di articolazione ver­ ticale. Per evitare le ombre laterali, gli apparecchi vanno disposti ad angolo retto parallelamente alla facciata. Forti contrasti e ombre portate possono essere bilanciati da un‘illuminazione generale uni­ forme della facciata. Il ritmo del­ l‘articolazione della facciata deve corrispondere alla disposizione degli apparecchi.

Applicazione

Progetti: Porta di Brandeburgo, Berlino Ente comunale servizi, ­Lüdenscheid Centro Congressi Ruhrfestspiel­ haus, Recklinghausen Faena Hotel, Buenos Aires

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Facciata Facciata, suddivisione in orizzontale

Osservazione

I washer illuminano tutta la fac­cia­ ta e ne sottolineano l‘articolazione orizzontale con ombre portate. Le linee luminose riproducono con la luce la struttura orizzontale sulle superfici scure della facciata.

Washer

Linee luminose

Follow-up

Gli apparecchi applicati a stretto contatto con la facciata ottengo­ no uno spiccato effetto plastico. Le lunghe ombre portate dell‘arti­ colazione orizzontale della faccia­ ta possono essere ridotte aumen­

tando la distanza degli apparecchi dalla facciata. L‘angolo più acuto d‘incidenza della luce nella zona superiore della facciata causa ombre portate più grandi che nella zona inferiore.

Applicazione

Progetti: Hongkong and Shanghai Bank, Hongkong Palazzo della Borsa, Trieste Magazzini Kaufhof, Mönchen­ gladbach

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Facciata Facciata, sporgenza – rientranza

Osservazione

Washer a fascio largo distanti dall‘edificio illuminano unifor­ memente la facciata. Le facciate con forti sporgenze e rientranze si distinguono per la creazione di ombre evidenti. La diversità delle intensità luminose o degli effetti cromatici favorisce la differenzia­ zione della facciata. Gli uplight demarcano gli angoli interni con luce radente.

Washer

Faretti con intensità luminose differenti

Faretti con effetti cromatici ­differenti

Uplight

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Facciata Facciata, sporgenza – rientranza

Follow-up

Le differenze di intensità lumi­ nosa, distribuzione della luce ed effetto cromatico scandiscono ritmicamente la facciata. I forti contrasti tra zone accentuate e non illuminate possono essere equilibrati con un‘illuminazione generale uniforme. Una distanza maggiore tra gli apparecchi e la facciata riduce la formazione di ombre portate. La struttura del­ l‘articolazione della facciata deve

corrispondere alla disposizione degli apparecchi.

Applicazione

Progetti: Museo delle arti e dei mestieri, Amburgo Palacio de la Aljaferia, Saragozza

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Facciata Facciata con fori

Osservazione

Alla luce del giorno le superfici delle finestre appaiono scure. Gli ambienti interni illuminati creano di notte un forte contrasto tra la superficie scura della facciata e le finestre luminose. I washer produ­ cono una distribuzione uniforme dell‘illuminazione sulla facciata. L‘illuminazione dell‘intradosso del­ la finestra mette in risalto la cor­ nice dell‘apertura nella facciata. Gli uplight a fascio stretto eviden­ ziano la struttura della facciata.

Luce diurna

Downlight interni

Washer

Linee luminose

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Facciata Facciata con fori

Uplight

Follow-up

Si deve evitare l‘abbagliamento del fruitore all‘interno. Gli appa­ recchi che mandano luce verso l‘interno compromettono la visuale dall‘edificio verso l‘ester­ no. Con sistemi di programmazio­ ne della luce è possibile coman­ dare individualmente i vari locali e produrre campi di luce sulla facciata.

Applicazione

Progetti: Università Humboldt, Ehrenhof, Berlino Torre Pentacon, Dresda Ernst-August-Carree, Hannover DZ Bank, Berlino

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Facciata Facciata a nastri

Osservazione

Alla luce del giorno la fascia di finestre appare scura. Gli ambienti interni illuminati creano di notte un forte contrasto tra la superfi­ cie scura della facciata e la fascia luminosa delle finestre. L‘illumi­ nazione dei davanzali sottolinea l‘orizzontalità della struttura.

Luce diurna

Uplight interni

Cornice luminosa

Follow-up

Il forte contrasto tra l‘illuminazio­ ne chiara dell‘interno e la super­ ficie esterna scura di notte può essere compensato solo in piccola misura da un‘illuminazione uni­ forme della facciata.

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Facciata Facciata a nastri

Applicazione

Progetti: Ente comunale servizi, 足L端denscheid Sede amministrativa di Astra, Stoccolma Padiglioni per eventi E-Werk/ SAP SI B端ros, Berlino

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Facciata Facciata trasparente

Osservazione

Alla luce del giorno la facciata trasparente appare scura e riflet­ te l‘ambiente. L‘illuminazione dell‘interno permette di guardare all‘interno dell‘edificio. I washer per soffitto all‘interno mettono in risalto le superfici dei soffitti e intensificano di notte l‘impres­ sione generale di luminosità. La struttura della facciata si delinea come silhouette. Le linee lumino­ se nella zona dei solai che marca­ no i piani sottolineano la struttu­

ra orizzontale dell‘edificio. Gli uplight accentuano gli elementi verticali della facciata.

Luce diurna

Downlight interni

Uplight interni

Linee luminose

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Facciata Facciata trasparente

Uplight esterni

Follow-up

A causa della prospettiva ottica, dal pavimento l‘effetto luminoso dello spazio interno appare più grande con gli uplight che con i downlight. Si deve evitare l‘abba­ gliamento del fruitore all‘interno. Gli apparecchi che mandano luce verso l‘interno compromettono la visuale dall‘edificio verso l‘esterno.

Applicazione

Progetti: Edificio amministrativo, Basilea Centro Congressi Ruhrfestspiel­ haus, Recklinghausen Assicurazioni Zürich, Buenos Aires Biblioteca Foral de Bizkaia, Bilbao

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici Vegetazione

Alberi

Tipi di albero

Gruppo di alberi

Alberi in fila

Viale alberato

Alberi disposti a griglia

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Gli alberi sono gli elementi più im­portanti per creare degli ambienti all‘aperto. La forma e le dimensio­ ni del tronco e delle chiome varia­ no a seconda del tipo di albero. Le forme tipiche degli alberi sono la sfera, la colonna, l‘ombrello e la palma. In inverno l’immagine è segnata dalla filigrana dei rami, mentre in estate le foglie delle chiome si addensano creando un volume. Oltre alla forma, la fio­ ritura e le foglie caratterizzano l‘aspetto degli alberi al variare delle stagioni.

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Vegetazione Alberi

Osservazione Tipologie di illuminazione

I washer orientati verso l‘alto con­ feriscono un effetto plastico alla chioma degli alberi. Due washer disposti sul davanti illuminano uni­ formemente la chioma degli alberi come volumi, mentre i washer disposti lateralmente accentuano notevolmente la plasticità degli alberi. I washer disposti su tre lati illuminano la chioma degli alberi uniformemente da tutti i lati, ridu­ cendo la plasticità della forma degli alberi. I washer sullo sfondo

creano un effetto di controluce e mettono in risalto la silhouet­ te della chioma degli alberi. Gli uplight sul tronco accentuano il tronco come elemento lineare e collegano visivamente la chioma degli alberi al pavimento. La luce dall’alto sottolinea in funzione della stagione il profilo della chio­ma o dei rami degli alberi sul pavi­ mento.

Washer davanti

Washer a destra

Washer a destra e a sinistra

Washer su tre lati

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Vegetazione Alberi

Washer dietro

Uplight

Faretto in alto

Follow-up

Apparecchi disposti su più lati creano un’illuminazione unifor­me dell’albero, mentre uno o due appa­recchi producono un effetto di maggiore plasticità. Gli uplight a fascio stretto sono ideali per ­l’illuminazione d’accento di alti e vistosi tronchi d’albero. La tra­matura della corteccia viene valo­ rizzata molto più con un’illumina­ zione dal davanti. La disposizione laterale degli apparecchi crea una linea di luce sottile sul tronco. Nell’illuminazione di una parete dietro ad un albero, la silhouette della chioma dell’albero e del tron­ co si staglia sulla parete. I faretti montati in atri o su facciate pos­ sono riprodurre sul pavimento il profilo dell’albero o dei rami sotto forma di ombra.

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Vegetazione Alberi

Osservazione Crescita degli alberi

Uno o due apparecchi accentuano gli alberi di altezza ridotta. Più washer producono un’illuminazio­ ne uniforme di alberi che raggiun­ gono altezze elevate.

Albero piccolo

Albero grande

Follow-up

La crescita degli alberi e la pre­ venzione dell’abbagliamento sono fattori da considerare nella disposizione e nell’orientamento degli apparecchi. In presenza di alberi alti possono essere neces­ sari più apparecchi per ottenere un’illuminazione uniforme e per evitare una percezione deformata di parti chiare e scure. Gli appa­ recchi ad orientamento flessibile con supporto a terra possono essere adattati nella disposizione

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

e nell’orientamento all’albero in crescita. Gli apparecchi ad incas­ so da pavimento si inseriscono meglio nel contesto paesaggistico, ma richiedono maggiori interven­ ti in caso di riposizionamento.

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Vegetazione Alberi

Osservazione Stagione

In primavera l’illuminazione a fascio largo della chioma degli alberi valorizza particolarmente i fiori più esterni. In estate, inve­ ce, mette in risalto il volume del ­denso fogliame della chioma.

Caratteristica dell’autunno è la varietà cromatica del fogliame. In inverno l’effetto luminoso si riduce alla struttura a filigrana dei rami.

Primavera

Estate

Autunno

Inverno

Follow-up

La scelta delle lampade consente di influenzare l’effetto cromatico e la resa cromatica delle foglie e dei fiori. Effetti cromatici bianchi nella tonalità della luce diurna sottolineano il fogliame di colore blu-verde, mentre effetti cromati­ ci bianchi caldi mettono in risalto il fogliame rosso-marrone.

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Vegetazione Alberi

Applicazione

Illuminazione di - Parchi - Zone d’ingresso - Atri Gruppi di apparecchi ideali - Faretti - Washer - Uplight

Progetti: Ernst-August-Carree, Hannover ERCO, Lüdenscheid ERCO, Lüdenscheid ERCO, Lüdenscheid

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Vegetazione Tipi di albero

Osservazione

L’illuminazione a fascio largo met­te in risalto il volume della forma della chioma degli alberi. Il posi­ zionamento ravvicinato dell’appa­ recchio all’albero sottolinea con un luce radente la tessitura della chioma degli alberi e del tronco. L’illuminazione dal basso valorizza la tridimensionalità della chioma degli alberi in presenza di foglia­ me più rado.

Forma dell’albero: sfera Washer davanti

Washer a destra

Washer su tre lati

Washer dietro

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Vegetazione Tipi di albero

Uplight

Faretto in alto

Forma dell’albero: schermo Washer davanti

Washer a destra

Washer su tre lati

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Vegetazione Tipi di albero

Washer dietro

Uplight

Faretto in alto

Forma dell’albero: colonna Faretto davanti

Faretto a destra

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Vegetazione Tipi di albero

Faretto su tre lati

Faretto dietro

Uplight

Forma dell’albero: sfera Washer davanti

Washer a destra

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Vegetazione Tipi di albero

Washer su tre lati

Washer dietro

Forma dell’albero: palma Faretto davanti

Faretto a destra

Faretto su tre lati

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Vegetazione Tipi di albero

Faretto dietro

Uplight

Follow-up

Gli alberi a forma sferica con fogliame denso, impenetrabile e proteso verso il basso si adattano ad un’illuminazione a fascio lar­ go e ad un posizionamento degli apparecchi all’esterno dell’area in cui sono piantati gli alberi. In caso di alberi a forma di ombrello con fogliame più rado e penetrabile, invece, un’illuminazione mediante uplight all’interno dell’area in cui sono piantati gli alberi mette in luce l’intera chioma degli alberi. L’illuminazione a luce radente di un albero richiede una sorgente luminosa con incidenza piatta di circa 15 gradi. Gli alberi a forma sferica necessitano in questo caso di una distanza maggiore fra l’ap­ parecchio e la chioma rispetto

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

agli alberi a forma cilindrica. Gli uplight a fascio stretto sono ideali soprattutto per illuminare palme molto alte. L’illuminamento desi­ derato deve essere stabilito in conformità con il grado di rifles­ sione delle foglie.

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Vegetazione Gruppo di alberi

Osservazione Apparecchi

I washer sul davanti illuminano uniformemente le chiome degli alberi. I washer disposti lateral­ mente producono un forte con­ trasto di luce e ombra. Gli appa­ recchi sui due lati impediscono forti effetti «drop shadow». Gli uplight sul tronco sottolineano il tronco dell’albero come elemento verticale lineare.

Washer anteriori

Washer laterali

Uplight

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Vegetazione Gruppo di alberi

Osservazione Distribuzione della luce

Follow-up

Gli alberi possono essere differen­ ziati visivamente con l’ausilio di diversi apparecchi e con il relativo orientamento. La profondità spa­ ziale si forma mediante determina­ ti punti d’attrazione illuminati in primo piano, nel piano interme­dio e sullo sfondo. Contrasti di lumino­ sità più marcati accentuano l’effet­ to. Gli apparecchi a fascio stretto servono per accentuare, mentre i washer a fascio largo provvedono all’illuminazione generale.

Più apparecchi con angolo di anti­ gliamento sono fattori da consi­ derare nella disposizione e nel­ abbagliamento elevato riducono l’orientamento degli apparecchi. l’abbagliamento a differenza di pochi apparecchi a fascio largo. Gli apparecchi a fascio stretto accuratamente orientati riducono l’irradiazione di luce superflua nell’ambiente. L’irradiazione de­centrata degli alberi ne con­sente un‘illuminazione differenziata. I faretti sono ideali per luci d’accen­ to supplementari. La crescita degli alberi e la prevenzione dell’abba­

Applicazione

Illuminazione di - Parchi - Zone d’ingresso - Atri Gruppi di apparecchi ideali - Faretti - Washer - Uplight

Progetti: ERCO, Lüdenscheid ERCO, Lüdenscheid Bank of China, Pechino Bank of China, Pechino

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Vegetazione Fila di alberi

Osservazione

I faretti orientati verso l‘alto sot­ tolineano la chioma degli alberi. I washer con distribuzione della luce asimmetrica producono una luce omogenea dal basso verso l‘alto anche in presenza di file di alberi che coprono quasi l’intera superficie. Gli uplight a fascio stretto accentuano il tronco degli alberi come elemento verticale lineare.

Forma dell’albero: sfera Washer

Forma dell’albero: sfera Uplight

Forma dell’albero: colonna Faretti

Forma dell’albero: colonna Uplight

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Vegetazione Fila di alberi

Forma dell’albero: palma Faretti

Forma dell’albero: palma Uplight

Follow-up

L’effetto spaziale di file di alberi dipende notevolmente dal tipo di pianta. Una fila di alberi molto rav­vicinati può apparire, a seconda del tipo di pianta, come una parete o una successione di colonne. Gli apparecchi a fascio stretto e accu­ ratamente orientati riducono l’ab­bagliamento e l’irra­diazione di luce superflua nell’am­biente. La cresci­ ta degli alberi è un fattore da con­ siderare nella disposizione e nel­ l’orientamento degli apparecchi.

Applicazione

Illuminazione di - Parchi - Zone d’ingresso - Percorsi Gruppi di apparecchi ideali - Faretti - Washer - Uplight

Progetti: ERCO, Lüdenscheid Parco «Loher Wäldchen», ­Lüdenscheid

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Vegetazione Viale alberato

Osservazione

I faretti orientati verso l‘alto sot­ tolineano la chioma degli alberi. I washer con distribuzione della luce asimmetrica irradiano una luce omogenea dal basso verso l‘alto anche su viali alberati che coprono quasi l’intera superficie. Gli uplight a fascio stretto accen­ tuano il tronco degli alberi come elemento verticale lineare.

Forma dell’albero: sfera Washer

Forma dell’albero: sfera Uplight

Forma dell’albero: colonna Faretti

Forma dell’albero: colonna Uplight

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Vegetazione Viale alberato

Forma dell’albero: palma Faretti

Forma dell’albero: palma Uplight

Follow-up

I profili spaziali dei viali dipendo­ no notevolmente dal tipo di pian­ ta. Un viale alberato con alberi molto ravvicinati può delimitare un chiaro spazio oppure apparire come una successione di colon­ ne a seconda del tipo di pianta. Gli apparecchi a fascio stretto e accuratamente orientati riducono l’abbagliamento e l‘irradiazione di luce superflua nell’ambiente. La crescita degli alberi è un fattore da considerare nella disposizione e nell’orientamento degli appa­ recchi.

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Vegetazione Alberi disposti a griglia

Osservazione

Ampi coni luminosi rivolti verso l’alto sottolineano la vista dal basso della sommità degli alberi. Gli uplight a fascio stretto accen­ tuano il tronco degli alberi come elemento verticale lineare.

Forma dell’albero: ombrello Uplight a fascio stretto

Forma dell’albero: ombrello Uplight a fascio largo

Forma dell’albero: colonna Faretti

Forma dell’albero: colonna Uplight

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Impieghi illuminotecnici | Vegetazione Alberi disposti a griglia

Forma dell’albero: palma Faretti

Forma dell’albero: palma Uplight

Follow-up

Una disposizione degli alberi molto ravvicinati crea sopra alla chioma degli alberi un effetto di copertura a tetto. Più apparecchi a fascio stretto riducono l’abba­ gliamento a differenza di pochi apparecchi a fascio largo. Nelle zone trafficate occorre garantire un buon antiabbagliamento degli apparecchi.

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Guida Illuminazione di ambienti esterni Esempi di progettazione

In questo capitolo sono mostra­ te le possibilità d‘impiego degli apparecchi per esterni sulla scor­ta di esempi di progettazione. Le varianti di progettazione sono presentate con simulazioni. Ingresso piccolo

Ingresso grande

Facciata storica

Percorso

Edizione: 26.10.2006 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Esempi di progettazione Ingresso piccolo

Situazione

Progettazione

L‘ingresso viene creato come un‘assenza di volume che con pochi gradini si solleva dall‘am­ biente esterno.

Progetto 1 I wallwasher integrati nel soffitto creano un‘illuminazione molto omogenea della parete. Gli appa­ recchi sono integrati nell‘archi­ tettura.

Progetto 2 La caratteristica di distribuzione della luce dei downlight deter­ mina l‘effetto complessivo della scena. Sulla parete sono visibili i coni di luce omogenei, che con­ tribuiscono a definire l‘immagine dell‘architettura. La struttura del materiale della parete di fondo viene messa in risalto dalla luce.

Progetto 3 Per svolgere i compiti funzionali dell‘ingresso basta l‘illuminazione del pavimento. L‘intero volume dell‘ingresso passa in secondo piano.

Edizione: 26.10.2006 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Esempi di progettazione Ingresso piccolo

Disposizione

Progetto 1 La distanza dei wallwasher dalla parete è la metà dell‘altezza della parete. La distanza tra gli appa­ recchi è pari alla distanza dalla parete.

Progetto 2 Si è scelta una posizione dei downlight vicina alla parete per creare un effetto luminoso deco­ rativo.

Progetto 3 Per non creare abbagliamento i washer per pavimenti sono a 60cm dal suolo.

Edizione: 26.10.2006 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Esempi di progettazione Ingresso grande

Situazione

Progettazione

Il progetto illustra un ingresso rap­ presentativo con un tetto molto sporgente. Questo è supportato da colonne disposte regolarmente. Il compito principale è quello di rafforzare la rappresentatività con l‘illuminazione.

Progetto 1 I downlight seguono la forma del tetto sporgente e dell‘allinea­ mento di colonne. Gli archi di luci disegnati sul pavimento sottoli­ neano la dinamica della facciata curva. La parete vicino alla faccia­ ta in vetro viene leggermente illu­ minata dai wallwasher incassati nel soffitto.

Progetto 2 Il tetto sporgente viene illuminato da washer per soffitti. Il soffitto riflette quindi la luce verso il pavi­ mento. L‘illuminazione indiretta riversa sul pavimento una luce omogenea e diffusa. Un‘ulteriore illuminazione della parete non è necessaria, in quanto anche que­sta riceve dalla riflessione sul soffitto una quantità di luce sufficiente. Gli apparecchi costituiscono degli elementi architettonici a sé stanti. Progetto 3 Ciascuna colonna viene accentua­ ta da quattro downlight a plafone. La materialità delle colonne viene messa in primo piano.

Edizione: 26.10.2006 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Esempi di progettazione Ingresso grande

Disposizione

Progetto 1 La disposizione dei downlight a fascio stretto segue la forma ­curva del tetto. Per creare una relazione tra pareti ed apparec­chi, la distanza dalla parete dei wall­washer a incasso nei soffitti è pari ad un quarto dell‘altezza della parete.

Progetto 2 I washer per soffitti sono mon­ tati a due terzi dell‘altezza delle colonne.

Progetto 3 La distanza dalla parete dai washer da incasso nel soffitto è pari ad un quarto dell‘altezza della parete. Disposizione circo­ lare dei downlight a plafone attorno le colonne e vicino ad esse.

Edizione: 26.10.2006 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Esempi di progettazione Facciata storica

Situazione

Le facciate storiche richiedono concezioni luminose in sintonia con le loro caratteristiche architet­ toniche. Nel realizzare un proget­ to illuminotecnico di una facciata classica si devono tenere in consi­ derazione i seguenti elementi. - Colonne - Portico - Fregi - Suddivisione della facciata in tre parti costituite da portale e dalle due ali In tutti gli esempi riportati si ha una tenue illuminazione di base della facciata con dei wallwasher con lenti. L‘illuminazione non dovrebbe essere troppo a ridosso dell‘edificio, altrimenti nella zona dei fregi si formerebbero delle ombre fastidiose.

Progettazione

Progetto 1 Le colonne creano delle ombre che costituiscono un elemento di rottura davanti alla zona di ingresso illuminata dai downli­ ght a plafone. L‘impressione di tri­dimensionalità del colonnato viene ridotta per l‘aspetto quasi piatto conferito alle colonne. Con l‘accentuazione della parte cen­ trale della facciata l‘edificio viene diviso nettamente in tre parti. Progetto 2 Le colonne vengono illuminate con degli uplight a fascio stretto. Il timpano viene illuminato sepa­ ratamente. L‘area d‘ingresso viene messa nettamente in rilievo. Lo sguardo viene guidato sulla parte centrale dell‘edificio.

Progetto 3 La suddivisione in orizzontale ­della facciata viene ottenuta con l‘illuminazione dei fregi. Ciò con­ ferisce una maggior importanza all‘ampiezza complessiva della facciata. Le colonne sono illumi­ nate come nel progetto 2, ma l‘illuminamento viene ridotto per non accentuare troppo l‘ingresso. Inoltre questo concetto di illumi­ nazione differenziato dà alla fac­ciata storica un aspetto molto imponente.

Edizione: 26.10.2006 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Esempi di progettazione Facciata storica

Disposizione

In tutti e tre gli esempi di pro­ gettazione si parte da una illumi­ nazione di base omogenea della facciata con wallwasher con lenti incassati nel pavimento. Questi sono allineati ad una distanza pari a un terzo dell‘altezza dell‘edificio nella parte destra e sinistra della facciata.

Progetto 1 Dietro ogni colonna è disposto un downlight a plafone con una caratteristica di distribuzione ­della luce a fascio largo.

Progetto 2 Le colonne vengono accentuate con degli Uplight a fascio stretto disposti ad arco attorno ad esse.

Progetto 3 I faretti direzionali per l‘accen­ tuazione dei fregi nelle parti late­ rali della facciata sono collocati ad una distanza di un decimo dell‘altezza della parete. Per otte­ nere un‘illuminazione omogenea dei fregi la distanza dei faretto direzio­nali tra loro è relativamen­ te piccola. Le quattro colonne sono illuminate dagli uplight a fascio stretto disposti a semi­ cerchio attorno ad esse.

Edizione: 26.10.2006 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Esempi di progettazione Percorso

Situazione

Progettazione

Si possono disporre delle luci di orientamento in un passaggio con un‘illuminazione diretta della superficie del passaggio oppure accentuando dei punti nell‘am­ biente.

Progetto 1 L‘orientamento avviene da un lato per la disposizione in linea delle sorgenti luminose puntifor­ mi dei washer per pavimenti, e dall‘altro lato con la visualizza­ zione di altri elementi. In questo esempio è sufficiente una tenue illuminazione del percorso con i washer per pavimenti, in quanto l‘illuminazione delle file di alberi fornisce delle informazioni per l‘orientamento. Progetto 2 La superficie del percorso è ben illuminata con dei washer per pavi­ menti ad ampio raggio. I washer per pavimenti disposti in modo omogeneo guidano lo sguardo. Gli alberi ai lati del passaggio sono delle sagome in ombra che si stagliano sullo sfondo del muro illuminato omogeneamente. I confini dell‘ambiente vengono accentuati e consentono di per­ cepire il suo volume.

Edizione: 26.10.2006 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Esempi di progettazione Percorso

Disposizione

Progetto 1 Gli uplight sono situati a destra e a sinistra degli alberi. Parallela­ mente si ha una fila di washer per pavimenti.

Progetto 2 La distanza dalla parete dei wall­ washer con lenti incassati nel pavimento che illuminano il muro è pari ad un terzo dell‘altezza del­ la parete stessa.

Edizione: 26.10.2006 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Illuminazione di ambienti esterni Progettazione illuminotecnica

Dark Sky

Edizione: 25.10.2006 | Versione attuale su www.erco.com

L‘evoluzione dell‘architettura ver­ so la trasparenza ha trasformato l‘immagine notturna degli edifici in oggetti che emanano luce ver­ so l‘esterno. Lavoro e tempo libero si spalmano su 24 ore e la luce si impone come tema di marketing in molte città. Un trattamento intelligente della luce negli spazi esterni è decisiva per una chiara visione del cielo notturno.

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Progettazione illuminotecnica Dark Sky

Introduzione

Con «Dark Sky» si intende una programmazione illuminotecnica per esterni in cui l‘illuminazione si concentra sull‘essenziale. Si evita così ogni inquinamento luminoso e si consente l‘osservazione del cielo stellato. Questo approccio unisce un concetto sostenibile di pianificazione e una tecnologia illuminotecnica adeguatamente adattata. La cooperazione tra ­progettisti illuminotecnici, archi­ tetti, architetti paesaggisti, com­ mittenti, installatori e produttori di apparecchi per illuminazione è la base della realizzazione di progetti Dark Sky.

Inquinamento luminoso

Si definisce inquinamento lumi­ noso la luce diffusa che risulta fastidiosa in un dato contesto a causa dell‘illuminamento, della direzione della luce e dello spettro luminoso. Luce diffusa e abbaglia­ mento riducono il comfort visivo e non è possibile trasmettere i contenuti informativi desiderati. Fra le conseguenze ecologiche si annoverano lo spreco energetico e gli effetti negativi su flora e fauna. Grafica: emissioni luminose nel cielo notturno sopra l‘Europa. Credit: P. Cinzano, F. Falchi (Uni­ versity of Padova), C. D. Elvidge (NOAA National Geophysical Data Center, Boulder). Copyright Royal Astronomical Society. Reproduced from the Monthly Notices of the RAS by permission of Blackwell Science. www.lightpollution.it/dmsp/

Edizione: 25.10.2006 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Illuminazione di ambienti esterni | Progettazione illuminotecnica Dark Sky

Apparecchi

Gli apparecchi idonei per la tec­ nica Dark Sky dispongono di un orientamento ottimale della luce e di una schermatura ben definita per un comfort visivo ottimale. La mancanza di luce emessa al di sopra del piano dell‘orizzonte è un criterio decisivo per gli ap­parecchi per illuminazione di superfici libere e percorsi. La luminanza ridotta in corrispon­ denza dell‘apertura di emissione della luce evita i contrasti ecces­ sivi di luminanza negli ambienti esterni.

Progettazione Disposizione

Per la progettazione Dark Sky si deve anzitutto verificare quali sono lo scopo e la qualità dell‘illu­ minazione di una data zona. Per un‘illuminazione sostenibile sono decisivi i seguenti fattori: - Intensità luminosa adeguata - Assenza di dispersione della luce al di sopra del piano dell‘orizzonte - Corretto orientamento dell‘appa­ recchio - Riduzione o esclusione dell‘illu­ minazione là dove non sia neces­ saria Gli apparecchi devono essere disposti in modo da illuminare in modo ottimale gli elementi da illuminare senza che la luce vada oltre il suo obiettivo. In questo modo si evita di abbagliare l‘osser­ vatore.

Progettazione Controllo

Edizione: 25.10.2006 | Versione attuale su www.erco.com

La tecnica Dark Sky attribuisce una particolare importanza alla programmazione luminosa per la regolazione dell‘intensità e della durata dell‘illuminazione di sin­ gole zone, e quindi dell‘emissione luminosa complessiva. La program­ mazione luminosa permette di collegare e regolare gli apparecchi per singole zone. Mediante rile­ vatori di movimento e sensori a regolazione temporale è possi­ bile attivare situazioni luminose predefinite in funzione dell‘ora e della stagione. I sensori permet­ tono di comandare situazioni di illuminazione secondo la funzione corrispondente per crepuscolo, sera e notte.

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Guida Programmazione luminosa

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Comandare la luce

Sistemi di comando

Apparecchi

Con una programmazione lumino­ sa si può adeguare l‘illuminazione alle necessità visive ed interpre­ tare l‘architettura creando delle scenografie. Con un software facile da utilizzare si possono pro­ grammare le situazioni luminose per poi richiamarle per mezzo di un interfaccia. L‘impiego di luce colorata e lo sfruttamento della dimensione temporale apre degli spazi per l‘illuminazione sceno­ grafica a sequenze dinamiche. Una programmazione luminosa che utilizza dei sensori o la pro­ grammazione temporale consente di adattare anche il consumo energetico agli utilizzi previsti, ottimizzando così l‘economicità dell‘impianto di illuminazione.

Esempi di ­progettazione

Edizione: 03.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Programmazione luminosa Comandare la luce

Funzioni

Edizione: 03.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

La modifica dell‘atmosfera del­ l‘ambiente può essere regolata con diversi parametri. Essi vanno dalle funzioni base come l‘accen­ sione e lo spegnimento dei circuiti luminosi fino alle successio­ni di luce colorata regolate automati­ camente da timer. Con la program­ mazione di situazioni luminose si possono memorizzare delle impo­ stazioni, ma anche ridefinirle in modo flessibile per adattarle alle mutevoli esigenze.

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Guida Programmazione luminosa | Comandare la luce Funzioni

Accensionespegnimento

Regolazione del ­flusso luminoso

Colore della luce

Scena

Fading

Successione dinamica dei colori

Sequenza

Timer

Sensore

Edizione: 03.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

L‘accensione, lo spegnimento ed il dimmeraggio fanno parte delle funzioni base dei sistemi di programmazione luminosa, per l‘adattamento dell‘illuminazione in modo differenziato. Per gli apparecchi che lo prevedono, si ha anche la possibilità di variare il colore della luce. Per registrare delle programmazioni luminose dinamiche sono decisivi dei fat­ tori come i tempi di transizione e le variazioni cromatiche. Con i comandi a tempo o a sensore le modifiche nell‘illuminazione ven­ gono avviate automaticamente.

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Guida Programmazione luminosa | Comandare la luce | Funzioni Accensione-spegnimento Il caso più semplice è quello di un interruttore o di un pulsante di accensione e spegnimento. Per ottenere diverse situazioni luminose sono necessari diversi circuiti con interruttori separati. Una disposizione intelligente degli interruttori facilita l‘utilizzo dell‘impianto. Nella gran parte degli strumenti luminosi l‘attiva­ zione ha effetti immediati. Nelle lampade a scarica ad alta pres­ sione, però, le lampade di regola necessitano qualche minuto per l‘accensione ed un periodo di raffreddamento ancora maggiore prima della riaccensione.

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Guida Programmazione luminosa | Comandare la luce | Funzioni Regolazione del flusso luminoso Dimmerare significa regolare sen­ za discontinuità il flusso luminoso di una sorgente luminosa. Si pos­ sono così impostare a piacere le situazioni luminose. Il comfort visivo è maggiore ed il consumo elettrico ridotto. La dimmerazione di lampade ad incandescenza ne aumenta inoltre la durata utile. I corpi radianti, quali le lampade alogene, possono essere dimme­ rati senza problemi. Le lampade fluorescenti ed i LED necessitano a tal fine di una componentistica speciale.

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Guida Programmazione luminosa | Comandare la luce | Funzioni Colore della luce Per lampade a tonalità cromatica variabile il colore della luce viene definito dalla tinta, dall‘in­ tensità e dalla luminosità. Lo spa­ zio cromatico ottenibile dipende dal tipo di lampada o dal tipo di tecnologia impiegato. Con la luce colorata si può variare l‘atmosfera dell‘ambiente ed accentuare i sin­ goli oggetti. Con la tecnica di sin­ tesi cromatica RGB la regolazione dei singoli colori rosso, verde e blu serve alla composizione della tonalità cromatica.

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Guida Programmazione luminosa | Comandare la luce | Funzioni Scena Una scena è una situazione lumi­ nosa statica. In una scena sono definiti gli stati di tutti i sistemi illuminotecnici, come gli apparec­ chi, i soffitti e gli oggetti luminosi e le loro impostazioni di accensio­ ne e dimmerazione. Nei sistemi di programmazione illuminotecnica è possibile salvare queste scene. L‘utente può quindi registrare in anticipo delle impostazioni com­ plesse degli apparecchi e quindi richiamarle comodamente, auto­ maticamente o manualmente.

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Guida Programmazione luminosa | Comandare la luce | Funzioni Fading Nella terminologia dell‘illumina­ zione per fading (dissolvenza) si intende la transizione da una da una situazione luminosa ad un‘al­ tra. Con il tempo di transizione si imposta la durata del cambia­ mento della scena. Esso può esse­ re brevissimo, con un cambio di scena immediato, oppure durare alcune ore. Le scene che presen­ tano forti contrasti e brevi tempi di transizione richiamano molto l‘attenzione. Le transizioni soft, con lunghi tempi di dissolvenza invece non vengono quasi perce­ pite. Il cambiamento di scena può essere avviato dall‘utente, da un sensore o da un timer.

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Guida Programmazione luminosa | Comandare la luce | Funzioni Successione dinamica dei colori Una sequenza cromatica dinamica è lo svolgimento nel tempo di una modifica di colori. Entro il tempo definito si ottengono in diversi dati momenti i colori selezionati. Per la ripetizione della sequenza ci sono diverse opzioni, come la ripetizione infinita o l‘«avanti e indietro».

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Guida Programmazione luminosa | Comandare la luce | Funzioni Sequenza Una sequenza indica lo svolgimen足 to di una successione di situazioni luminose. Per la definizione di una sequenza si devono definire sia le singole scene che i parame足 tri delle transizioni. Una sequenza pu嘆 essere ripetuta automatica足 mente o altrimenti terminata.

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Guida Programmazione luminosa | Comandare la luce | Funzioni Timer Il timer consente di richiamare le situazioni luminose nei momen­ ti definiti. Le funzioni dell‘orolo­ gio e del calendario consentono di automatizzare le scenografie lumi­nose con grande flessibilità. Si può così preimpostare l‘illu­ minazione ad esempio facendo coincidere l‘inizio e la fine delle sequenze luminose con gli orari di apertura di un locale.

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Guida Programmazione luminosa | Comandare la luce | Funzioni Sensore I sensori rilevano caratteristiche come la luminosità o il movimen­ to e permettono l‘adattamento automatico dell‘illuminazione alle condizioni variabili dell‘ambiente. Con un sensore di luminosità si può regolare l‘illuminazione in funzione dell‘intensità della luce diurna. I sensori di movimento rilevano la presenza di un‘attività nello spazio e regolano la luce in funzione dell‘utilizzo dell‘ambien­ te, consentendo di minimizzare i consumi energetici.

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Guida Programmazione luminosa Sistemi di comando

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Sistemi di program­ mazione luminosa

Edizione: 03.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

Sistemi di comando generale

Programmare ­l‘illuminazione

Negli edifici viene sempre più spesso adottata l‘automatizza­ zione per mezzo di sistemi di comando. L‘illuminazione è solo una componente di tali sistemi, assieme al comando dei dispositi­ vi per la protezione dalle radiazio­ ni solari, la tecnologia di climatiz­ zazione ed i sistemi di sicurezza. Il vantaggio degli speciali sistemi di programmazione luminosa sta nel particolare orientamento alle esigenze della progettazione illuminotecnica e la complessità contenuta in confronto ai sistemi per la gestione completa degli edifici.

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Guida Programmazione luminosa | Sistemi di comando Sistemi di programmazione luminosa

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Edizione: 03.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

DMX

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I sistemi di programmazione luminosa attivano e regolano gli apparecchi, riproducono le situa­ zioni luminose e le gestiscono sia negli spazi che nel tempo. La scelta di un dato sistema dipende dalle dimensioni dell‘impianto, dalle necessità in relazione alla sua modificabilità, dal comfort d‘uso e dagli aspetti di economi­ cità. In sistemi digitali che per­ mettono l‘assegnazione di indi­ rizzi individuali agli apparecchi offrono un elevato grado di fles­ sibilità. Tra le caratteristiche che lo contraddistinguono spiccano la comodità d‘uso e di program­ mazione, ma anche la semplicità dell‘installazione. I sistemi di pro­ grammazione luminosa possono essere anche integrati come sot­ tosistemi di impianti di gestione degli edifici.

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Guida Programmazione luminosa | Sistemi di comando | Sistemi di programmazione luminosa

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Edizione: 03.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

1V-10V Con la tecnologia di comando analogico 1V-10V vengono rego­ lati i reattori elettronici (EVG). Questa tecnica è molto diffusa negli impianti di illuminazione meno complessi. Il valore di dim­ merazione viene trasferito con un cavo di comando separato. Il reattore regola quindi la potenza dell‘apparecchio luminoso. Que­ sto tipo di reattori elettronici non è indirizzabile e quindi il circuito per i cavi di comando va proget­ tato scrupolosamente, perché sarà più possibile cambiarne la disposizione. I raggruppamenti di apparecchi sono definiti definiti­ vamente dai circuiti elettrici del­ l‘installazione elettrica. In caso di

modifiche dell‘impianto è neces­ saria una nuova posa dei cavi di collegamento e di comando. Con la tecnologia a 1V-10V non è pos­ sibile la segnalazione dei guasti delle lampade.

DMX Il protocollo di comando digitale DMX (Digital Multiplexed) viene impiegato principalmente per l‘illuminazione di palcoscenici. Nell‘illuminazione delle architet­ ture il protocollo si utilizza ad esempio per le facciate o per la creazione di effetti scenografici negli ambienti. La trasmissione dei dati avviene con un cavo sepa­ rato a 5 poli con una velocità di trasmissione di 250 Kbit/sec., con il quale si possono comandare fino a 512 canali. Su ogni appa­ recchio va impostato l‘indirizzo del bus. Per gli apparecchi a più canali con controllo cromatico e mobilità regolabile, le diverse funzioni vanno gestite con indi­

rizzi separati. La trasmissione dei dati è stata a lungo unidirezionale e permetteva esclusivamente il comando degli apparecchi. Non forniva però alcuna informazio­ ne di ritorno, ad esempio per un guasto della lampada. La versione DMX 512-A consente una comu­ nicazione bidirezionale.

DALI Il Digital Adressable Lighting Interface (DALI) è un protocollo di comando con cui gli apparecchi dotati di componentistica DALI possono essere comandati singo­ larmente. Il sistema permette una comoda gestione dell‘illuminazio­ ne nell‘architettura e può anche essere integrato come sottosiste­ ma nei moderni sistemi di gestione degli edifici. La linea di comando a due fili con velocità di trasmis­ sione di 1,2 Kbit/sec. viene posata assieme ai cavi di allacciamento alla rete utilizzando un cavo a 5 poli. Il sistema bidirezionale con­ sente l‘invio di segnali di ritorno dagli apparecchi, ad esempio per segnalare il guasto di una lam­ pada. Il Protocollo DALI limita il numero di componenti a 64. Nella versione standard si salvano nella componentistica le impostazioni di fino a 16 gruppi di apparecchi e fino a 16 situazioni luminose. Per delle informazioni generali su DALI: www.dali-ag.org Il Light System DALI ERCO salva invece le impostazioni in un siste­ma di controllo centrale con mag­ giore capacità di memoria. Ciò permette di gestire una maggiore quantità di gruppi di apparecchi, di situazioni luminose, di tempi

di dissolvenza ed i codici delle memorie della componentistica per altre funzioni. Ciò non fa venir meno la compatibilità con altri apparecchi DALI. Il Light System DALI può quindi essere impiegato sia per una gestione economica dell‘illuminazione che per l‘illuminazione scenografica.

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Guida

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3WITCH 2ELAY CONTACT #IRCUIT .EUTRAL CONDUCTOR

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Programmazione luminosa | Sistemi di comando Sistemi di comando generale

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KNX

Edizione: 03.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

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LON

I sistemi per la gestione degli edifici servono per gestire diversi impianti, ad esempio quello di riscaldamento, dei dispositivi di protezione dai raggi solari, di illuminazione. Sono sistemi piĂš complessi dei sistemi che rego­ lano esclusivamente l‘illumina­ zione e quindi piĂš complessi da proget­tare, installare ed utilizzare. Un protocollo unico consente la comunicazione tra i sistemi e per­ mette un’interconnessione fles­ sibile. I sistemi di comando sono la base per la semplificazione e l‘automazione delle funzioni negli edifici. L‘automazione degli edifici si divide in tre settori: il livello di gestione per fornire all‘utente una visualizzazione, il livello di automazione per lo scambio di informazioni ed il livello base con i sensori e gli attuatori. Per l‘illu­ minazione non sono disponibili degli interfaccia integrati negli apparecchi ed la programmazione luminosa ha luogo tramite i cir­ cuiti elettrici.

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Guida Programmazione luminosa | Sistemi di comando | Sistemi di comando generale

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Edizione: 03.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

KNX Il Konnex (KNX), conosciuto per l‘European Installation Bus (EIB), è un sistema di comando digitale standardizzato che può gestire, oltre all‘illuminazione, anche altri impianti, come il riscaldamento, l‘aerazione ed i dispositivi di protezione dai raggi solari. Il KNX è quindi adatto come rete per le installazioni elettriche per l‘auto­ mazione degli edifici. Il controllo ed il comando a distanza lo rendo­ no molto comodo. La trasmis­sione dei dati a 9,6 Kbit/sec. avviene in un cavo di comando separato da 24V a due fili intrecciati. La comu­ nicazione periferica è bidirezio­ nale, in modo che il ricettore può inviare messaggi di ritorno. Ogni

componente del bus può tra­ smettere in modo indipendente. L‘assegnazione di prioritĂ regola la comunicazione e previene la collisione dei dati. Gli indirizzi individuali di sensori ed attuatori rendono flessibile la modifica­ zione delle assegnazioni. Il KNX viene impiegato sia nelle abita­ zioni private che negli edifici piĂš grandi, quali uffici o aeroporti.

LON Il Local Operating Network (LON) è un protocollo di comando digi­ tale standardizzato adatto alla gestione di edifici ma anche di processi industriali automatiz­ zati. Mediante TCP/IP si possono comporre delle reti LON fino a formare delle reti sovralocali e le si possono comandare a distan­ za. Il LON è basato su sensori ed attuatori intelligenti. Il micro­ processore che fa da neurone di ogni nodo LON è programma­ bile e configurabile. La trasmissio­ ne dei dati di fino a 32000 nodi avviene in un cavo di comando separato a due fili intrecciati, alla velocità di 1,25 Mbit/sec.

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Guida Programmazione luminosa | Sistemi di comando Programmare l‘illuminazione

La programmazione di impianti di illuminazione con l‘ausilio di un software permette una gran­ de flessibilità nell‘adattamento dell‘illuminazione alle necessità individuali. Ne derivano dei siste­ mi di illuminazioni complessi con sensori ed interfaccia che spesso richiedono un‘installazione ed un servizio di assistenza professiona­ li. Per l‘utente è decisiva la sem­ plicità della regolazione dell‘illu­ minazione per poterla adattare a piacere nell‘utilizzo quotidiano. I sistemi non standardizzati pos­ sono avere un grado di comples­ sità molto elevato per assolvere a particolari necessità strutturali. Richiedono però l‘assistenza di un programmatore specializzato per la soluzione di problemi o per apportare delle modifiche. L‘impiego di sistemi di illumina­ zione standardizzati, per i quali si possono modificare i parametri selezionati, facilita la gestione e permette modifiche da parte del progettista illuminotecnico e dell‘utente. La decisione per la selezione di un sistema di programmazione luminosa con software di coman­ do dipende da aspetti tecnici quali le dimensioni dell‘impianto,

Edizione: 03.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

l‘integrazione multimediale o il controllo dell‘edificio ed i costi di installazione. A questi si aggiun­ gono dei criteri dal punto di vista delle necessità d‘impiego, quali l‘ergonomia, la flessibilità e la manutenzione. Un‘installazione semplice, un periodo di rodaggio adeguato ed un software sempli­ ce e chiaro facilitano il montaggio e l‘utilizzo.

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Guida Programmazione luminosa Apparecchi

Sensori

Elementi di comando

Interfacce

Software

Edizione: 03.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

Unità di output

Gli impianti di programmazione luminosa sono costituiti da diver­ se componenti: i sensori rilevano le variazioni nell‘ambiente, gli elementi di comando permettono il richiamo delle situazioni lumi­ nose o la programmazione delle impostazioni dell‘illuminazione. Le unità di output convertono i segnali del circuito di regolazione. Il collegamento con il computer consente di utilizzare i comodi software di gestione dell‘impian­ to di programmazione luminosa. Per la combinazione di diversi sistemi di comando si utilizzano i Gateway.

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Guida Programmazione luminosa | Apparecchi Sensori

Sensori fotoelettrici

Edizione: 03.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

Rilevatori di movi­ mento

I sensori sono dei dispositivi di misurazione che recepiscono delle condizioni ambientali quali la luminosità o il movimento. Il valore di misurazione o il supera­ mento di un valore limite causa l‘invio di un impulso al sistema di programmazione luminosa per l‘adattamento dell‘illuminazione.

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Guida Programmazione luminosa | Apparecchi | Sensori

Sensori fotoelettrici

Un sensore luminoso rileva gli illuminamenti. Esso consente di adeguare automaticamente le situazioni luminose in funzione dell‘intensità della luce diurna. Per gli ambienti interni si può ottenere un illuminamento costante dalla combinazione tra la mutevole luce diurna e l‘impianto di illumina­ zione, per mantenere ad esempio i valori minimi di illuminazione fissati per le postazioni di lavoro o per minimizzare l‘esposizione degli oggetti esposti nei musei alle radiazioni dannose. Con un sensore per la luce diurna dispo­ sto sul tetto (sensore esterno) si misura l‘illuminamento della luce diurna e si regola l‘illuminazione negli ambienti interni. Se il sen­

Rilevatori di movimento

I sensori di movimento rileva­ no i movimenti nello spazio e posso­no ad esempio dimmerare o spegnere automaticamente la luce negli uffici non utilizzati per ottimizzare il consumo di ener­ gia. Nei musei è possibile ridurre l‘illumina­zione degli oggetti deli­ cati quando non ci sono visitatori. Negli ambienti esterni i sensori di movimento riducono il consumo energetico notturno, attivando l‘illuminazione solo quando è necessaria. Le soglie di accensione vanno impostate empiricamente.

Edizione: 03.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

sore si trova nell‘ambiente (sen­ sore interno) si misura la somma dell‘illuminamento delle luce diurna che penetra nell‘ambiente e dell‘illuminazione nella stanza, per regolare l‘illuminazione in funzione della luce diurna. Il pri­ mo procedimento viene definito come un comando, mentre quello con il circuito viene definito rego­ lazione. In combinazione con il comando di una scena si possono regolare delle situazioni luminose in fun­ zione della luce diurna, ad esem­ pio con un interruttore crepusco­ lare. Allo stesso modo si possono regolare i dispositivi di protezione dalle radiazioni solari con dei comandi attivati da sensori.

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Guida Programmazione luminosa | Apparecchi Elementi di comando

Tasti

Interruttori

Telecomando

Negli impianti più semplici per comandare l‘illuminazione basta un pulsante. Per un utilizzo como­ do si hanno però degli elementi di comando con degli schermi. Pos­ sono essere utilizzati anche per la programmazione degli impianti di illuminazione. Le situazioni lumi­ nose possono essere anche richia­ mate con un telecomando.

GUI

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299


E

Guida Programmazione luminosa | Apparecchi | Elementi di comando

Tasti

Un tasto chiude o apre un circuito elettrico durante il periodo in cui viene attivato, per accendere o spegnere un gruppo di apparecchi o una situazione luminosa. Per far scattare diverse funzioni sono quindi necessari più tasti. Durante l‘installazione dell‘impianto di programmazione luminosa viene stabilita la sua funzione.

Interruttori

Un interruttore apre o chiude un circuito elettrico. L‘interruttore scatta in una posizione e non deve essere mantenuto premuto come un tasto. L‘interruttore di un apparecchio regola l‘illumi­ nazione con l‘accensione e lo spegnimento.

Telecomando

Con il telecomando si può rego­ lare la luce indipendentemente dagli elementi di comando sulla parete. Nelle sale per conferenze il telecomando si rivela comodo per richiamare senza problemi le diverse situazioni luminose. I tele­ comandi ad infrarossi richiedono un ricevitore IR per richiamare le diverse funzioni.

GUI

I Graphical User Interfaces (GUI) sono interfacce utente grafiche per l‘interazione con i software di computer o elementi di coman­ do. Delle interfacce utente ben strutturate risparmiano all‘utente l‘obbligo di apprendere complessi linguaggi di comando e facilitano l‘utilizzo. La combinazione di un GUI e di un Touch Screen consen­ tono l‘interazione direttamente sullo schermo.

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300


E

Guida Programmazione luminosa | Apparecchi Unità di output

Relè

Edizione: 03.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

Dimmer

Controller

Con Unità di output si intendono attuatori o controller che conver­ tono i segnali in un circuito di regolazione. Gli attuatori come i relè o i dimmer accendono, spen­ gono o regolano il flusso lumino­ so variando la tensione. I control­ ler sono dotati di un processore ed inviano dei segnali ai reattori.

301


E

Guida Programmazione luminosa | Apparecchi | Unità di output

Relè

Un relè è un interruttore attivato elettricamente. Nelle lampade ad alogenuri metallici si devono tener conto di tempi di accensio­ ne di qualche minuto e di tempi di raffreddamento ancora più lunghi prima della riaccensione.

Dimmer

La dimmerazione serve a regolare in modo continuo il flusso lumi­ noso di una sorgente luminosa. Con le lampade ad incandescenza si ha il comando dell‘anticipo di fase. Le lampade alogene a bassa tensione con trasformatore elet­ tronico vengono dimmerate con comando del taglio di fase. Le lampade radianti, ad esempio le lampade alogene, possono essere dimmerate senza problemi. Per le lampade fluorescenti sono neces­ sari degli speciali componenti per la dimmerazione. Per le lampade fluorescenti compatte si utilizza­ no degli speciali reattori elettroni­ ci. Le lampade fluorescenti com­ patte convenzionali non possono essere dimmerate. I LED possono essere dimmerati senza problemi facendo uso dell‘apposita compo­ nentistica.

Nella tecnologia analogica da 1V a 10V per la dimmerazione, oltre ad uno speciale reattore elettronico con ingresso per tensioni da 1V a 10V, è necessario un potenziome­ tro o un sistema di comando che fornisca tensione analogica da 1V a 10V, ad esempio ERCO Area Net o un attuatore KNX. In genere i dimmer sono raccolti negli arma­ di elettrici. Le linee di comando sono assegnate stabilmente agli apparecchi o ai gruppi di appa­ recchi. Il protocollo d‘interfaccia digitale DALI consente invece di comandare individualmente i reattori elettronici dimmerabili sugli apparecchi.

Controller

I controller sono unità elettroni­ che per il comando dei processi. In un sistema di programmazione luminosa come il Light System DALI la memorizzazione delle situazioni luminose ed il coman­ do degli apparecchi ha luogo nei controller. La quantità di dati per la memorizzazione delle imposta­ zioni dipende dalla capacità di memoria del controller. L‘utente comanda il controller tramite un software o degli elementi di comando. Una linea di comando crea un collegamento con gli apparecchi e trasmette i segnali ai reattori. Nel sistema LON per la memorizza­ zione ed il richiamo di situazioni luminose si hanno dei moduli D/A.

Come unità di uscita, consentono il collegamento di dimmer esterni ed il comando diretto dei reattori elettronici o dei trasformatori dimmerabili.

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302


E

Guida Programmazione luminosa | Apparecchi

Interfacce

I Gateway consentono uno scam­ bio di segnali e dati tra le diverse reti di dati o tra i diversi sistemi di bus. L‘impiego di più sistemi di comando in un edificio rende necessario un trasferimento di dati tra i diversi sistemi. I sistemi di programmazione luminosa possono essere così integrati come sottosistemi di un sistema di gestione dell‘edificio mediante un convertitore. Allo stesso modo si possono comandare le scher­ mature solari con il sistema di programmazione luminosa DALI mediante dei Gateway da 1V-10V.

Software

Con i software per la programma­ zione luminosa ciascun computer collegato al comando luminoso diventa un elemento di comando ed uno strumento per la program­ mazione dell‘impianto. Per mezzo di interfaccia come le porte USB si può collegare il computer al siste­ ma di programmazione luminosa. Le impostazioni della luminosità e del colore della luce vengono raccolte in situazioni luminose. La programmazione delle situazioni luminose avviene per mezzo del software e può essere richiamata con gli elementi di comando. Nel software si possono utilizzare molte altre funzioni, come l‘or­ ganizzazione dell‘illuminazione per ambiente e nel tempo. Con la programmazione del timer e del calendario si può comandare la luce in sequenze temporali. Programmando delle sequenze di ha la ripetizione periodica delle situazioni luminose programmate. Con la funzione del calendario ci si orienta ad orari fissi nella giornata. Nel sistema DALI con apparecchi indirizzabili individual­ mente si possono modificare in modo flessibile le assegnazioni. Il firmware è il software neces­ sario per il funzionamento degli apparecchi e viene salvato nella componentistica nella Flash Memory. Il software per compu­ ter serve per poter comandare i ­sistemi di programmazione lumi­ nosa tramite PC e viene salvato sul suo disco rigido.

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303


E

Guida Programmazione luminosa Esempi di progettazione

Museo

Ufficio

Ristorante

Sala multifunzionale

Edizione: 03.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

Showroom

Il campo d‘impiego di una pro­ grammazione luminosa compren­de l‘adeguamento funzionale dell‘esi­ genza individuale d‘illuminazio­ ne, l‘ottimizzazione dell‘energia im­piegata e la creazione differen­ ziata di architettura, esposizione e presentazione.

304


E

Guida Programmazione luminosa | Esempi di progettazione Museo

Osservazione

Edizione: 03.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

Ambiente di un museo per la pre­ sentazione di quadri e sculture. Esigenze: il livello di illuminazione deve essere basso se non si hanno visitatori nella sala. All‘ingresso di qualcuno nella sala viene im­po­ stata l‘illuminazione otti­male del­ l‘ambiente espositivo.

305


E

Guida Programmazione luminosa | Esempi di progettazione Museo

Progettazione

Edizione: 03.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

306


E

Guida Programmazione luminosa | Esempi di progettazione Ufficio

Osservazione

Edizione: 03.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

Esigenze: è possibile impostare diversi livelli di illuminazione che vengono richiamati in funzione dell‘illuminazione diurna. Il comando avviene mediante un tasto vicino alla porta. Con il tasto si possono selezionare fino a quattro livelli di illuminazione. Le situazioni luminose vengono definite con diversi illuminamenti a seconda delle attività svolte. La regolazione vera e propria del valore nominale nell‘ambito della situazione luminosa avviene con un dispositivo regolato dalla quan­ tità di luce diurna.

307


E

Guida Programmazione luminosa | Esempi di progettazione Ufficio

Osservazione

Edizione: 03.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

308


E

Guida Programmazione luminosa | Esempi di progettazione Ufficio

Progettazione

Edizione: 03.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

309


E

Guida Programmazione luminosa | Esempi di progettazione Showroom

Osservazione

Edizione: 03.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

Esigenze: il programma d‘illumi­ nazione si compone di situazio­ni luminose differenziate. Il coman­ do è dato da un preset alla rice­ zione. Un controllo in funzione della luce diurna ottimizza lo sfruttamento energetico.

310


E

Guida Programmazione luminosa | Esempi di progettazione Showroom

Osservazione

Progettazione

Edizione: 03.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

311


E

Guida Programmazione luminosa | Esempi di progettazione Ristorante

Osservazione

Edizione: 03.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

Esigenza: Per la colazione, il pran足 zo e la cena si possono richiamare diverse situazioni luminose.

312


E

Guida Programmazione luminosa | Esempi di progettazione Ristorante

Osservazione

Edizione: 03.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

313


E

Guida Programmazione luminosa | Esempi di progettazione Ristorante

Progettazione

Edizione: 03.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

314


E

Guida Programmazione luminosa | Esempi di progettazione Sala multifunzionale

Osservazione Sala grande

Edizione: 03.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

Esigenza: Diverse situazioni ­luminose per i diversi possibili impieghi della sala, con suddivi­ sione dell‘ambiente: - Formazione/seminario – ambien­te grande - Riunione – ambiente grande - Formazione – ambiente piccolo

315


E

Guida Programmazione luminosa | Esempi di progettazione Sala multifunzionale

Osservazione Sala grande

Progettazione

Edizione: 03.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

316


E

Guida Programmazione luminosa | Esempi di progettazione Sala multifunzionale

Osservazione Sala piccola

Edizione: 03.07.2007 | Versione attuale su www.erco.com

317


E

Guida Illuminotecnica

Grandezze, unitĂ

Edizione: 20.03.2007 | Versione attuale su www.erco.com

Lampade

Tecnologia degli apparecchi

Lo spettro dell'illuminotecnica include informazioni su gran­ dezze illuminotecniche, sorgenti luminose e tecnica degli apparec­ chi. Questi argomenti supportano l'orientamento per trovare una soluzione tecnica adeguata alle esigenze di illuminazione.

318


E

Guida Illuminotecnica Grandezze, unità

Nell‘illuminotecnica si utilizza tutta una serie di grandezze che servono a poter rappresentare quantitativamente le caratteri­ stiche delle sorgenti luminosi ed i loro effetti luminosi.

LED A QT (12V) QT, QPAR TC T HIT HST 20

Flusso luminoso

40

60

80

Efficienza luminosa

100

h(lm/W)

Intensità luminosa

661 I

Ap

L

Illuminamento

Illuminazione

Luminanza

LED A QT (12V) QT, QPAR TC T HIT HST 20

Colore della luce

Edizione: 01.03.2010 | Versione attuale su www.erco.com

40

60

80

100

Ra

Resa cromatica

319


E

Guida Illuminotecnica | Grandezze, unità Flusso luminoso, efficienza luminosa

Flusso luminoso

6661

O

61 66

16 66 1666

66 61

66 16 1666

Il flusso luminoso descrive l’intera potenza della luce prodotta da una sorgente luminosa. In linea di principio si potrebbe rilevare questa potenza irradiata sotto for­ ma di energia prodotta, indican­ dolo con l’unità di misura watt. In questo modo, tuttavia, non si descrive compiutamente l’effetto ottico di una sorgente luminosa, in quanto l’irradiazione emessa viene rilevata senza differenze nell’intero range di frequenza, senza tenere conto quindi della diversa sensibilità spettrale del­ l’occhio umano. Se si considera anche la sensibilità spettrale del­ l’occhio umano si ottiene l’unità di misura lumen. Un flusso d’irra­ diazione di 1W prodotto entro il limite massimo di sensibilità spet­ trale dell’occhio umano (fototi­ pica, 555 nm) produce un flusso luminoso di 683 lm. Viceversa, lo stesso flusso d’irradiazione nei range di frequenza di una minore sensibilità produce flussi lumino­ si proporzionalmente inferiori secondo la curva V (l).

Il flusso luminoso F è un’unità di misura della potenza di una sorgente luminosa. F = lumen (lm)

Efficienza luminosa LED A QT (12V) QT, QPAR TC T HIT HST 20

h=F/P h = lm / W

Edizione: 01.03.2010 | Versione attuale su www.erco.com

40

60

80

100

h(lm/W)

L’efficienza luminosa indica il rendimento di una lampada. Viene espressa dal rapporto fra il flusso luminoso prodotto in lumen e la potenza applicata in watt. Il valore massimo teoricamente raggiungibile in caso di completa espressione dell’energia a 555 nm sarebbe 683 lm/W. L’efficienza luminosa concretamente raggiun­ gibile varia in funzione della lam­ pada utilizzata, ma rimane in ogni caso molto al di sotto di questo valore ideale.

320


E

Guida Illuminotecnica | Grandezze, unitĂ IntensitĂ luminosa Definizione Una sorgente luminosa punti­ forme ideale irradia il suo flusso luminoso uniformemente in tutte le direzioni dello spazio, ciò signi­ fica che la sua intensitĂ luminosa è la stessa in tutte le direzioni. In pratica, tuttavia, si ottiene sempre una distribuzione spaziale disomogenea del flusso luminoso, in parte come conseguenza della struttura della lampada, in parte come effetto dell’orientamento mirato dell’apparecchio. La can­ dela come unitĂ di misura dell’in­ tensitĂ luminosa è l’unitĂ fonda­ mentale dell’illuminotecnica, da cui vengono derivate tutte le altre grandezze illuminotecniche.

'

)

IntensitĂ luminosa

L’intensitĂ luminosa I misura il flusso luminoso F emesso attra­ verso l'angolo solido O. I=F/O [I]=lm / sr lm / sr = Candela [cd]

Sorgente luminosa a ­simmetria rotativa

# ÂŞ # ÂŞ

ÂŞ

) ÂŞ Corpo di distribuzione dell’inten­ sitĂ luminosa di una sorgente luminosa con flusso a simmetria rotativa. Una sezione sul piano C del corpo di distribuzione del­ l’intensitĂ luminosa consente di ottenere la curva di distribuzione dell’intensitĂ luminosa.

Edizione: 20.03.2007 | Versione attuale su www.erco.com

Rappresentazione La distribuzione spaziale dell’in­ tensitĂ luminosa di una sorgente luminosa produce un corpo tridi­ mensionale di distribuzione del­ l’intensitĂ luminosa. La sezione di questo corpo d’intensitĂ lumi­ nosa produce una curva di distri­ buzione dell’intensitĂ luminosa, che descrive tale distribuzione su un piano. In questo caso l’inten­ sitĂ luminosa viene registrata per lo piĂš in un sistema di coordinate polari come funzione dell’angolo di distribuzione. Per confrontare direttamente la distribuzione dell’intensitĂ luminosa di varie sorgenti luminose, i dati vengono riferiti ad un flusso luminoso di 1000 lm. In caso di apparecchi a simmetria rotativa è sufficiente un’unica curva di distribuzione dell’intensitĂ luminosa per descri­ vere gli apparecchi. Gli apparecchi a simmetria assiale necessitano invece di due curve che, tuttavia, vengono rappresentate per lo piĂš in un unico diagramma.

321


E

Guida Illuminotecnica | Grandezze, unitĂ IntensitĂ luminosa

Apparecchi a simmetria assiale

# ÂŞ # ÂŞ

ÂŞ

) ÂŞ Corpo di distribuzione dell’inten­ sitĂ luminosa e curve di distri­ buzione dell’intensitĂ luminosa (piani C 0/180° e C 90/270°) di un apparecchio con flusso a simme­ tria assiale. Angolo di distribuzione

A

ÂŞ

ÂŞ )g

B

9'

ÂŞ

ÂŞ

)g ÂŞ

ÂŞ

ÂŞ

)g )g

9' A

A

B

ÂŞ

ÂŞ

ÂŞ

ÂŞ

ÂŞ

Curva di distribuzione dell'inten­ sitĂ luminosa normalizzata per 1000 lm, rappresentata in coor­ dinate polari. L'arco angolare nel quale l'intensitĂ luminosa massi­ male l‘ diminuisce fino a l‘/2 defi­ nisce l'angolo di irradiazione β. L'angolo di schermatura Îą è com­ plementare su 90° con l'angolo di irradiazione limite YG.

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322


E

Guida Illuminotecnica | Grandezze, unità Illuminamento

Illuminamento

%

Illuminamento E come misura del flusso luminoso presente per ogni unità di superficie A

Illuminazione orizzontale

!

L‘illuminamento è una misura della densità del flusso luminoso su una superficie. È definito come il rapporto tra il flusso luminoso che cade su una superficie e le dimensioni di tale superficie. L‘il­ luminamento non è tuttavia lega­ to a una superficie reale, ma può essere determinato in qualsiasi punto dell‘ambiente. L‘illumina­ mento può essere ricavato dall‘in­ tensità luminosa. L‘illuminamento diminuisce con il quadrato della distanza dalla sorgente luminosa (legge foto­metrica della distanza).

Illuminamento orizzontale Eh e illuminamento verticale Ev in spazi interni.

%H

%V

Illuminazione media

%M

Em = F A

L‘illuminamento medio orizzon­ tale Em si calcola dal flusso lumi­ noso F che cade sulla superficie osservata A.

!

Illuminazione su un punto

A

)

%P

L‘illuminamento su un punto Ep si calcola dall‘intensità luminosa 1 e dalla distanza a tra la sorgente luminosa e il punto osservato. E p = I2 a [Ep] = lx [I] = cd [a] = m

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323


E

Guida Illuminotecnica | Grandezze, unità Illuminazione, luminanza

Illuminazione

Come quantità d‘illuminamento il prodotto è definito dall‘inten­ sità luminosa e dalla durata dell‘illuminamento che illumi­ na una superficie. La quantità d‘illu­minamento svolge un ruolo soprattutto nel calcolo dei carichi d‘illuminazione sui pezzi esposti ad es. in un museo.

Luminanza

)

!P

,

Si ottiene la luminanza L di una superficie luminosa come il rap­ porto tra l'intensità luminosa I e la sua superficie proiettata Ap. L = I / Ap [L] = cd / qm

%H

%V

Mentre l‘intensità luminosa rileva la potenza luminosa che colpi­ sce una superficie, la luminanza descrive la luce che da questa superfici è emanata. Questa luce può essere emanata anche dalla superficie stessa (per es. dalla luminanza di lampade e diodi). La luminanza è qui definita come il rapporto tra l‘intensità luminosa e la superficie proiettata sul piano perpendicolarmente al senso di distribuzione. La luce tuttavia può anche essere riflessa o trasmessa dalla superficie. Per i materiali a riflessione dispersa (opachi) e a trasmissione dispersa (non tra­ sparenti) la luminanza può essere calcolata dall‘intensità luminosa e dal grado di riflessione o di trasmissione. La luminosità è in correlazione con la luminanza. L‘impressione effettiva di lumi­ nosità è comunque influenzata anche dallo stato di adattamento dell‘occhio, dai rapporti di con­ trasto circostanti e dal contenuto informativo della superficie vista.

* ,

* ,

La luminanza di una superficie a riflessione diffusa è proporzionale all'illuminamento ed al grado di riflessione della superficie. L1 = Eh . R1 / p L2 = Ev . R2 / p [L] = cd / qm [E] = lx

Edizione: 20.03.2007 | Versione attuale su www.erco.com

324


E

Guida Illuminotecnica | Grandezze, unitĂ Colore della luce

Sistema CIE

Costante di Planck con fascio di rette Dettaglio della superficie croma­ tica con la costante di Planck e il fascio di rette dei punti di colore con uguale temperatura colore piÚ simile tra 1600 e 10000 K. Sono indicate le aree degli effet­ ti cromatici bianco caldo (ww), bianco neutro (nw) e bianco della luce diurna (tw).

L‘effetto cromatico è il colore della luce emanata da una lam­ pada. L‘effetto cromatico può essere indicato dalle coordinate x, y come punto di colore nel sistema colorimetrico standard CIE, ma anche come temperatura colore TF per gli effetti cromatici bianchi. Nel sistema colorimetrico standard CIE l‘effetto cromatico viene calcolato dalla composizio­ ne spettrale e rappresentato in un diagramma continuo bidimen­ sionale. La tonalità è definita dal punto di colore spettrale e dalla saturazione. Dalla costruzione del diagramma risulta una super­ ficie contenente tutti i colori reali. La superficie cromatica è racchiusa da un tratto curvo su cui si trovano i punti dei colori spettrali completamente saturi. All‘interno della superficie si trova il punto di minima saturazione, indicato anche come punto bian­ co o acromatico. Tutti i gradi di saturazione di un colore possono essere trovati ora sulla retta tra il punto acromatico e il rispettivo punto di colore; anche tutte le miscele di due colori giacciono su una retta tra le rispettive tonalitĂ cromatiche.

Y

+

3PECTRAL COLOUR LOCI

+ + +

WW NW

TW

Costante di Planck con sorgenti luminose tipiche Dettaglio della superficie croma­ tica con la costante di Planck e i punti di colore dei tipi a luce normale A (lampade a incande­ scenza) e D 65 (luce diurna) e i punti di colore di sorgenti lumi­ nose tipiche: fiamma di candela (1), lampada a incandescenza (2), lampada alogena a incandescenza (3), lampade fluorescenti ww (4), nw (5) e tw (6).

Y

3PECTRAL COLOUR LOCI

X

$

! %

n

Edizione: 20.03.2007 | Versione attuale su www.erco.com

Temperatura colore piĂš simile La costante di Planck contiene i punti di colore di tutte le tempera­ ture dell‘irradiamento di Planck. PoichĂŠ il punto del colore di una sorgente luminosa si trova spesso in prossimitĂ della curva, parten­ do dalla curva del radiatore di Planck si iscrive un fascio di rette con temperatura colore simile. Con il loro aiuto si possono con­ trassegnare con una temperatura colore simile anche effetti croma­ tici che non giacciono su questa curva. Per i radiatori di tempera­ tura la temperatura colore piĂš simile corrisponde approssimativa­ mente alla temperatura effettiva della spirale della lampada. Per le lampade a scarica viene indicata la temperatura colore piĂš simile.

X

325


E

Guida Illuminotecnica | Grandezze, unità Colore della luce

Gruppi principali, temperature colore

0,42

y

Bianco caldo

4000 k

ww

nw dw

0,34

5000 k 0,26 0,30 0,42

y

x 0,50

0,40 4000 k

Gli effetti cromatici bianchi sono suddivisi ulteriormente in tre gruppi: il campo del bianco caldo (ww) con le temperature più simili sotto i 4000 K, il campo del bianco neutro (nw) fra 4000 e 5000 K e il campo del bianco della luce diurna (tw) con le temperature più simili sopra i 5000 k. Gli stessi effetti cromatici possono avere differenti ripartizioni spettrali e una resa cromatica altrettanto differente.

Bianco neutro

ww

nw dw

0,34

5000 k 0,26 0,30

0,42

y

x 0,50

0,40

4000 k

Bianco della luce diurna

ww

nw 0,34

dw 5000 k

0,26

0,30

Temperatura colore più simile T di sorgenti luminose tipiche

0,40

Light source

T (K)

Candle Carbon filament lamp Incandescent lamp Fluorescent lamps Moonlight Sunlight Daylight (sunshine, blue sky) Overcast sky Clear blue sky

1900–1950 2100 2 700–2 900 2 800–7 500 4100 5 000–6 000 5 800–6 500

Edizione: 01.03.2010 | Versione attuale su www.erco.com

x 0,50

6 400–6 900 10 000–26 000

326


E

Guida Illuminotecnica | Grandezze, unità Resa cromatica

Resa cromatica

Si indica come resa cromatica la qualità della riproduzione dei colori sotto una certa illumina­ zione. Il grado di alterazione del colore è indicato dall‘indice di resa cromatica Ra o dal grado di classificazione della resa croma­ tica. Come sorgente luminosa di riferimento si prende una sor­ gente luminosa analoga a spettro continuo, sia esso un proiettore termico con analoga temperatura colore o la luce diurna.

Indice di resa cromatica

LED A QT (12V) QT, QPAR TC T HIT HST 20 Aree dell‘indice di resa cromatica Ra per diversi tipi di lampada

Edizione: 01.12.2011 | Versione attuale su www.erco.com

40

60

80

100

Ra

Per determinare la resa croma­ tica di una sorgente luminosa, si calcolano gli effetti cromatici di una scala di otto colori del corpo sotto il tipo di illuminazione da valutare e sotto l‘illuminazione di riferimento e li si mette in rela­ zione tra loro. La qualità di resa cromatica così calcolata è espres­ sa in indici di resa cromatica che possono riferirsi sia alla resa cro­ matica generale (Ra) come media, che alla resa cromatica di singoli colori. L‘indice massimo di 100 rappresenta qui la resa cromatica ideale, quale quella che si ottiene con la luce delle lampade a incan­ descenza o con la luce diurna. I valori inferiori indicano una resa cromatica via via meno efficace. Gli spettri lineari indicano una buona resa cromatica, gli spettri discontinui in generale una resa peggiore. Gli spettri discontinui multipli sono composti da diversi spettri discontinui e migliorano la resa cromatica.

327


E

Guida Illuminotecnica Lampade

Lampade in generale

Lampade radianti

Lampade a scarica

Le conoscenza delle caratteristi­ che tecniche delle lampade aiuta a sceglierle correttamente tenen­ do presente la loro brillantezza, la resa cromatica, la capacità di modellazione e l‘efficienza ener­ getica. Le varietà vanno dalle lampade radianti fino ai semi­ conduttori radianti.

Lampade a elettro­ luminescenza

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

328


E

Guida Illuminotecnica | Lampade Lampade in generale

Elenco delle lampade

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

Codifica delle ­lampade

Le sorgenti luminose elettriche possono essere suddivise in alcuni gruppi principali che si distin­guono tra loro per i diversi processi che impiegano per tra­ sformare l‘energia elettrica in luce. Un gruppo è costituito dalle lampade radianti e comprende le lampade ad incandescenza e le lampade alogene. Un secondo gruppo è costituito dalle lampade a scarica; comprende un‘ampia gamma di sorgenti luminose, ad esempio tutti i tipi di lampade fluorescenti, le lampade a scarica ai vapori di sodio e le lampade ad alogenuri metallici. Un terzo gruppo è costituito dai semicon­ duttori radianti, ossia dai LED.

329


Guida

E

Illuminotecnica | Lampade | Lampade in generale Elenco delle lampade

LED

A

QT (12V)

QT, QPAR

TC

T

HIT

HST

Lamp power P (W)

2.2-54

100

20-100

80-1000

9-55

24-54

20-400

50-100

Luminous flux (lm)

145-3480

1380

320-2200

145022000

600-4800

1750-4450

1800-35000 2400-4900

Luminous efficacy max. (lm/W)

80

15

22

22

78

90

111

50

Light colour

various

ww

ww

ww

ww, nw, dw

ww, nw, dw

ww, nw

ww

Colour tempera足 ture TF (K)

1700-10000

2700

3000

3000

2700-6500

2700-6500

3000-4200

2550

Colour rendition index Ra

1b

1a

1a

1a

1b

1b

1b

1b

Colour rendition index Ra

80-90

100

100

100

80-82

89

81-90

83

Service life t (h)

50000

1000

4000

2000

1200013000

18000-20000

5000-15000 10000

Dimming behavior

+

+

+

+

+

+

-

-

Brilliance

+

+

+

+

-

-

+

+

Start up behavior

+

+

+

+

+

+

-

-

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

330


E

Guida Illuminotecnica | Lampade | Lampade in generale Codifica delle lampade

Abbreviazioni

Abbreviazioni comuni per le 足lampade presenti nella guida. Le lettere tra parentesi non sono necessarie nella prassi, quindi si ottengono le abbreviazioni a destra. Le abbreviazioni per indicare delle versioni speciali sono separate dal codice con un trattino.

Codice alfabetico

La prima lettera indica il tipo di emissione luminosa. La seconda lettera indica il mate足 riale del bulbo delle lampade ad incandescenza o il gas delle lam足 pade a scarica. La terza lettera o la terza combi足 nazione di lettere indica la forma del bulbo.

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331


E

Guida Illuminotecnica | Lampade Lampade radianti

Lampade ad incande­ scenza

Lampade R e PAR

Lampade alogene

Le lampade radianti emettono la luce da una spirale in metallo incandescente. Al crescere della temperatura lo spettro della luce si sposta dal rosso incande­ scente del filamento al bianco caldo. Sono sorgenti luminose punti­formi caratterizzate da una bassa temperatura del colore e da un‘eccellente resa cromatica e brillantezza.

Lampade alogene con riflettore

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E

Guida Illuminotecnica | Lampade | Lampade radianti Lampade ad incandescenza

Caratteristiche

Caratteristica delle lampade ad incandescenza comuni è una bas­ sa temperatura dei colori. Si ha la percezione di una luce calda. Lo Spettro continuo delle lampade ad incandescenza implica una resa cromatica eccellente. Sono sorgenti luminose puntiformi con elevata luminanza e brillantezza. Le lampade ad incandescenza possono essere dimmerate senza problemi. A tal fine non necessi­tano di alcun apparecchio acces­

Fisica

0,42

100 %

y

4000 k

sorio. Gli svantaggi delle lampade ad incandescenza sono l‘efficien­ za luminosa limitata ed una dura­ ta utile nominale relativamente breve.

ww

nw

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0,34

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dw 5000 k

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0,26

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400

500

600

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800 nm

0,30

0,40

x 0,50

Distribuzione relativa dello spettro Temperatura colore Le lampade comuni sono dei corpi radianti. Il flusso elettrico rende incandescente una spirale metal­ lica. Una parte dell‘energia irra­ diata è visibile in forma di luce. Nella dimmerazione al diminuire della temperatura lo spettro della luce si modifica verso lunghezze d‘onda maggiori – la luce di un bianco caldo della lampada assu­ me il colore rosso del filamento incandescente. La maggior parte delle radiazioni è costituita da raggi infrarossi. In confronto alla componente visibile delle radia­ zioni si ha un‘elevata irradiazione di calore, ma un‘irradiazione di raggi UV molto limitata. Lo Spet­ tro continuo delle lampade ad incandescenza implica una resa cromatica eccellente.

Forme

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

100 F(%)

2800 K

80 2700 K

60 40

2600 K

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2500 K 2400 K 2300 K 2200 K

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U/Un (%) 100

Dimmerabilità delle lampade ad incandescenza. Il flusso di luce relativo F e temperatura colore in funzione alla tensione relativa U/Un. La riduzione della tensione genera un calo più che proporzio­ nale del flusso luminoso.

Le lampade ad incandescenza o lampade A (di uso comune) sono disponibili in molte forme diverse, ed i bulbi possono essere traspa­ renti, opachi o opale. La luce vie­ ne irradiata in tutte le direzioni.

333


E

Guida Illuminotecnica | Lampade | Lampade radianti Lampade R e PAR

Caratteristiche

Una caratteristica delle lampade con riflettore e delle lampade PAR è la bassa temperatura del colore. Si ha la percezione di una luce calda. Lo Spettro continuo delle lampade ad incandescenza impli­ ca una resa cromatica eccellente. Sono sorgenti luminose puntifor­ mi con elevata luminanza e bril­ lantezza. Le lampade ad incande­ scenza possono essere dimmerate senza problemi. A tal fine non necessitano di alcun apparecchio

Fisica

0,42

100 %

y

4000 k

accessorio. Gli svantaggi delle lampade ad incandescenza sono l‘efficienza luminosa limitata ed una durata utile nominale relati­ vamente breve.

ww

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0,34

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dw 5000 k

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400

500

600

700

800 nm

0,30

0,40

x 0,50

Distribuzione relativa dello spettro Temperatura colore Le lampade alogene sono dei corpi radianti. Il flusso elettrico rende incandescente una spirale metallica. Una parte dell‘energia irradiata è visibile in forma di luce. Nella dimmerazione al dimi­ nuire della temperatura lo spettro della luce si modifica verso lun­ ghezze d‘onda maggiori – la luce di un bianco caldo della lampada assume il colore rosso del fila­ mento incandescente. La maggior parte delle radiazioni è costituita da raggi infrarossi. In confronto alla componente visibile delle radiazioni si ha un‘elevata irradia­ zione di calore, ma un‘irradiazio­ ne di raggi UV molto limitata. Lo Spettro continuo delle lampade ad incandescenza implica una resa cromatica eccellente.

Forme

100 F(%)

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

2700 K

60 40

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20 2100 K 2000 K

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2500 K 2400 K 2300 K 2200 K

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U/Un (%) 100

Dimmerabilità delle lampade ad incandescenza. Il flusso di luce relativo F e temperatura colore in funzione alla tensione relativa U/Un. La riduzione della tensione genera un calo più che proporzio­ nale del flusso luminoso.

Le lampade R (con riflettore) sono soffiate con vetro tenero e, data la loro forma ed una parziale specchiatura interna, direzionano la luce.

A sinistra: lampada con bulbo in vetro tenero e riflettore ellissoi­ dale, con capacità di concentra­ zione media. Destra: lampada con bulbo in vetro pressato e potente riflettore parabolico.

2800 K

80

re le sollecitazioni termiche sugli oggetti irradiati.

Perché siano resistenti agli sbalzi di temperatura e per conferir loro delle forme molto precise, le lam­ pade PAR sono in vetro pressato. Il riflettore parabolico può avere diversi semiangoli di irradiazione ed offrire quindi un angolo di dispersione definito. Un ulteriore sottogruppo delle lampade PAR, le lampade a luce fredda, si impie­ga la specchiatura dicroica. I riflet­ tori dicroici generano dei fasci di luce visibile ma lasciano passare la gran parte delle radiazioni ter­ miche. Si può così quasi dimezza­ 334


E

Guida Illuminotecnica | Lampade | Lampade radianti Lampade alogene

Caratteristiche

Rispetto alle comuni lampade a incandescenza la lampada aloge­ na emana una luce più bianca. Il colore della luce è di tipo bianco caldo. Dato lo spettro continuo, la resa cromatica è eccellente. Con la sua forma compatta la lampada alogena costituisce una sorgen­ te di luce puntiforme ideale. La possibilità di orientare particolar­ mente bene la luce le conferisce la brillantezza. L‘efficienza lumi­ nosa e la durata utile delle lampa­

Fisica

0,42

100 %

y

4000 k

de alogene sono superiori rispetto alle comuni lampade a incande­ scenza. Le lampade alogene sono dimmerabili e non necessitano di alcuna ulteriore componentistica; Le lampade alogene a bassa ten­ sione devono comunque essere attivate per mezzo di un trasfor­ matore.

ww

nw

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0,34

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dw 5000 k

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800 nm

0,30

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x 0,50

Distribuzione relativa dello spettro Temperatura colore Gli alogeni contenuti nel gas delle lampade riducono i cali di materiale del filamento dovuti ad evaporazione ed aumentano il rendimento della lampada. Il tun­ gsteno evaporato si combina con gli alogeni in alogenuri metallici ed i composti si depositano sul filamento. Con la loro forma compatta, oltre all‘aumento del­ la temperatura si ha anche un aumento della pressione del gas, che diminuisce la velocità di eva­ porazione del tungsteno. All‘au­ mentare della temperatura si ha uno spostamento dello spettro luminoso verso lunghezze d‘onda minori – il color rosso del filamen­ to diventa luce bianca calda della lampada ad incandescenza. In confronto alla componente visibi­ le delle radiazioni si ha un‘elevata irradiazione di calore, ma un‘irra­ diazione di raggi UV molto limi­ tata. La lampada alogena emette uno spettro continuo e genera una resa cromatica eccellente.

Forme

Da sinistra a destra: Lampade alo­ gene per tensione nominale con spina E27 e involucro a bulbo, con spina a baionetta, lineare bispina. Lampada alogena a bassa tensio­ ne con filamento assiale

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

100 F(%)

2800 K

80 2700 K

60 40

2600 K

20 2100 K 2000 K

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2500 K 2400 K 2300 K 2200 K

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U/Un (%) 100

Dimmerabilità delle lampade ad incandescenza. Il flusso di luce relativo F e temperatura colore in funzione alla tensione relativa U/Un. La riduzione della tensione genera un calo più che proporzio­ nale del flusso luminoso.

Le lampade alogene funzionano con la tensione di rete. In genere sono dotate di una spina speciale. Alcune sono dotate di una spina a vite e di un ulteriore involucro in vetro e possono essere utilizza­ te come le comuni lampade ad incandescenza. I vantaggi delle lampade alogene a basso voltag­ gio consistono soprattutto nel­ l‘elevato rendimento luminoso e nelle dimensioni ridotte. La lam­pada consente la costruzione di apparecchi compatti e l‘emissione di fasci di luce molto stretti. Vi sono lampade alogene a bassa tensione per diverse tensioni ed in diverse forme, e devono essere azionate con dei trasformatori. Le lampade emettono la luce in tutte le direzioni. Le lampade alogene

con tecnologia a bassa pressione sono ammesse per tutti i relativi apparecchi. Senza tecnologia a bassa pressione queste lampade sono ammesse solo in apparecchi con copertura protettiva. I vantag­ gi delle versioni a bassa pressione consistono in un flusso luminoso migliore lungo tutta la durata utile della lampada.

335


E

Guida Illuminotecnica | Lampade | Lampade radianti Lampade alogene con riflettore

Caratteristiche

Rispetto alle comuni lampade a incandescenza la lampada alogena con riflettore emana una luce più bianca. Il colore della luce è di tipo bianco caldo. Dato lo spettro continuo, la resa cromatica è eccellente. Con la sua forma compatta la lampada alogena con riflettore costituisce una sorgente di luce puntiforme ideale. La possibilità di orientare particolarmente bene la luce le conferisce la brillantezza. L‘effi­ cienza luminosa e la vita utile delle lampade alogene con riflet­ tore sono superiori rispetto alle comuni lampade incandescenti.

Fisica

0,42

100 %

y

4000 k

Le lampade alogene con riflettore sono dimmerabili e non necessi­ tano di alcuna ulteriore compo­ nentistica; Le lampade alogene a bassa tensione devono comunque essere attivate per mezzo di un trasformatore. Vi sono riflettori a fascio stretto o largo. Le lampade con riflettori a luce fredda sotto­ pongono gli oggetti illuminati a minori sollecitazioni termiche. Le lampade con una copertura inte­ grata possono essere impiegate anche negli apparecchi aperti.

ww

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80

0,34

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dw 5000 k

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800 nm

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x 0,50

Distribuzione relativa dello spettro Temperatura colore Gli alogeni contenuti nel gas delle lampade riducono i cali di materiale del filamento dovuti ad evaporazione ed aumentano il rendimento della lampada. Il tungsteno evaporato si combi­ na con gli alogeni in alogenuri metallici ed i composti si depo­ sitano sul filamento. Con la loro forma compatta, oltre all‘aumen­ to della temperatura si ha anche un aumento della pressione del gas, che diminuisce la velocità di evaporazione del tungsteno. All‘aumentare della temperatu­ ra si ha uno spostamento dello spettro luminoso verso lunghezze d‘onda minori – il calor rosso del filamento diventa luce bianca calda della lampada ad incande­

Forme

Lampada alogena a bassa ten­ sione con bispina e riflettore a luce fredda in vetro, al centro con riflettore in alluminio per una potenza maggiore. A destra, lampada alogena con riflettore a parabola

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scenza. In confronto alla com­ ponente visibile delle radiazioni si ha un‘elevata irradiazione di calore, ma un‘irradiazione di raggi UV molto limitata. La lampada alogena con riflettore emette uno spettro continuo e genera una resa cromatica eccellente.

100 F(%)

2800 K

80 2700 K

60 40

2600 K

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20

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2500 K 2400 K 2300 K 2200 K

60

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U/Un (%) 100

Dimmerabilità delle lampade ad incandescenza. Il flusso di luce relativo F e temperatura colore in funzione alla tensione relativa U/Un. La riduzione della tensione genera un calo più che proporzio­ nale del flusso luminoso.

Le lampade alogene con riflet­ tore funzionano con la tensione di rete. In genere sono dotate di una spina speciale. Alcune sono dotate di una spina a vite e di un ulteriore involucro in vetro e possono essere utilizzate come le comuni lampade ad incande­ scenza. I vantaggi delle lampade alogene con riflettore a basso voltaggio consistono soprattutto nell‘elevato rendimento luminoso e nelle dimensioni ridotte. La lam­ pada consente una costruzione di apparecchi compatti e un‘emissio­ ne di fasci di luce molto stretti. Vi sono lampade alogene con riflet­ tore a bassa tensione per diverse tensioni ed in diverse forme, e devono essere azionate con dei trasformatori. Possono avere diver­

si semiangoli di irradiazione. Le versioni con riflettore a luce fred­ da irradiano il calore lateralmente e riducono le sollecitazioni termi­ che del fascio di luce. Le lampade alogene con riflettore parabolico sommano i vantaggi della tecno­ logia alogena con la tecnologia delle lampade PAR.

336


E

Guida Illuminotecnica | Lampade Lampade a scarica

Lampade fluorescenti

Lampade fluorescenti compatte

Lampade ai vapori metallici

Le lampade a scarica compren­ dono delle sorgenti luminose che non emettono la luce mediante il riscaldamento dei materiali, o non solo con esso. A seconda del tipo di emissione si distingue ad esem­ pio tra fotoluminescenza ed elet­ troluminescenza. L‘emissione del­ la luce avviene soprattutto come conseguenza di processi chimici o elettrici. Le lampade a scarica si suddividono inoltre in lampade a bassa e ad alta pressione.

Lampade ai vapori di sodio ad alta pres­ sione

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E

Guida Illuminotecnica | Lampade | Lampade a scarica Lampade fluorescenti

Caratteristiche

Nelle lampade fluorescenti la luce viene emessa da una superficie grande e genera di solito una luce diffusa dalla brillantezza ridotta. I colori della luce delle lampade fluorescenti sono il bianco caldo, il bianco neutro ed il bianco da luce diurna. Le lampade fluore­ scenti si distinguono per la loro elevata efficienza luminosa e per la loro durata utile. Per il funzio­ namento delle lampade fluore­ scenti sono necessari degli starter e dei reattori. Si accendono subito e dopo un breve periodo raggiun­ gono la loro completa potenza luminosa. Dopo un‘interruzione

Tecnica

Gli elettroni (2) emessi dagli elet­ trodi (1) incontrano gli atomi di mercurio (3). Gli elettroni degli atomi di mercurio (4) vengono 6 eccitati ed emettono radiazioni UV (5). Nello strato di sostanze fluorescenti (6) le radiazioni UV vengono convertite in luce visi­ bile (7).

7 4 1

5 3

2

dell‘alimentazione è possibile una immediata riaccensione. Le lam­ pade fluorescenti possono essere dimmerate se dotate dell‘apposita componentistica.

Fisica

0,42

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4000 k

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Distribuzione relativa dello spettro

700

800 nm

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x 0,50

Temperatura colore bianco caldo

La lampada fluorescente è una lampada a scarica a bassa pressio­ ne con vapori di mercurio. Il gas è costituito da un gas nobile, che facilita l‘accensione e controlla la scarica. Con l‘eccitazione la lam­ pada ai vapori di mercurio emette delle radiazioni ultraviolette. Le sostanze fluorescenti all‘interno del tubo della scarica convertono le radiazioni ultraviolette in luce visibile diventando fluorescenti. Una scossa elettrica causa l‘accen­ sione della lampada. Lo spettro discontinuo delle lampade fluo­ rescenti fa sì che queste abbiano una resa cromatica peggiore delle lampade incandescenti con spet­ tro continuo. La resa cromatica delle lampade fluorescenti può essere migliorata a scapito del­ Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

0,40

l‘efficienza luminosa. Efficienze luminose elevate comportano d‘altra parte un peggioramento della resa cromatica. A seconda delle quantità delle singole sostan­ ze fluorescenti la luce può essere di colore bianco caldo, bianco neutro o bianco da luce diurna.

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E

Guida Illuminotecnica | Lampade | Lampade a scarica Lampade fluorescenti

Fisica

0,42

100 %

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40

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0 300

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500

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700

0,30

800 nm

Distribuzione relativa dello spettro

0,40

Temperatura colore bianco neutro

0,42

100 %

y

4000 k

ww

nw

80

0,34

60 40

0,26

20

dw 5000 k

0 300

400

500

600

Distribuzione relativa dello spettro

Forme

T26 18W, 36W, 58W

700

800 nm

0,30

0,40

x 0,50

Temperatura colore bianco da luce diurna

Le lampade fluorescenti sono in genere a forma di tubo, e la potenza luminosa dipende dalla lunghezza della lampada. Vi sono anche delle lampade fluorescenti speciali a forma di U o a forma circolare.

T16 14W, 35W, 54W

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E

Guida Illuminotecnica | Lampade | Lampade a scarica Lampade fluorescenti compatte

Caratteristiche

Essendo il tubo della scarica ripie­ consentono l‘uso delle lampade gato, le lampade fluorescenti com­ con un reattore elettronico e la patte sono più corte delle comuni dimmerazione. lampade fluorescenti. Sono dotate in sostanza delle stesse caratteri­ stiche delle lampade fluorescenti convenzionali, in particolare della stessa efficienza luminosa e lunga durata utile. Con il riflettore di un apparecchio, visto il volume relativamente ridotto del tubo di scarica, la lampada può emettere un fascio di luce. Le lampade fluorescenti compatte con starter inte­grato non possono essere dim­ merate, sono però disponibili delle versioni con starter esterno che

Fisica

La lampada fluorescente è una lampada a scarica a bassa pressio­ ne con vapori di mercurio. Il gas è costituito da un gas nobile, che facilita l‘accensione e controlla la scarica. Con l‘eccitazione la lam­ pada ai vapori di mercurio emette delle radiazioni ultraviolette. Le sostanze fluorescenti all‘interno del tubo della scarica convertono le radiazioni ultraviolette in luce visibile diventando fluorescenti. Una scossa elettrica causa l‘accen­ sione della lampada. Lo spettro discontinuo delle lampade fluo­ rescenti fa sì che queste abbiano una resa cromatica peggiore delle lampade incandescenti con spet­ tro continuo. La resa cromatica delle lampade fluorescenti può essere migliorata a scapito del­

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

l‘efficienza luminosa. Efficienze luminose elevate comportano d‘altra parte un peggioramento della resa cromatica. A seconda delle quantità delle singole sostan­ ze fluorescenti il colore della luce può essere bianco caldo, bianco neutro o bianco da luce diurna.

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E

Guida Illuminotecnica | Lampade | Lampade a scarica Lampade fluorescenti compatte

Fisica

0,42

100 %

y

4000 k

ww

nw

80

dw

0,34

60

5000 k

40

0,26

20

x 0,50

0 300

400

500

600

700

0,30

800 nm

Distribuzione relativa dello spettro

0,40

Temperatura colore bianco caldo

0,42

100 %

y

4000 k

ww

nw

80

0,34

60

dw 5000 k

40

0,26

20 0 300

400

500

600

700

Distribuzione relativa dello spettro

0,30

800 nm

TC-D 10W, 13W, 18W, 26W

TC-L 18W, 24W, 36W, 40/55W

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

x 0,50

Temperatura colore bianco neutro

Forme

TC 5W, 7W, 9W, 11W

0,40

TC-T 18W, 26W, 42W

Le lampade fluorescenti compat足 te sono disponibili soprattutto a for足ma di tubo. Per il loro funzio足 namento sono necessari starter e reattori; per le lampade a due poli gli starter sono comunque integra足 ti nelle spine. Oltre a queste forme standard si hanno anche lampade fluorescenti compatte con starter e reattore integrati. Sono dotate di una spina a vite e possono essere utilizzate come le lampade incandescenti.

341


E

Guida Illuminotecnica | Lampade | Lampade a scarica Lampade ai vapori metallici

Caratteristiche

Le lampade ad alogenuri metal­ lici sono dotate di un‘eccellente efficienza luminosa ed allo stesso tempo di una buona resa croma­ tica; la loro durata utile nominale è elevata. Sono sorgenti luminose compatte. La luce può essere ben orientata otticamente. La resa cro­ matica non è costante. Le lampade ad alogenuri metallici sono dispo­ nibili con colori della luce bianco caldo, bianco neutro e bianco da luce diurna, e non possono essere dimmerate. Per funzionare le lam­ pade ad alogenuri metallici devo­ no essere dotate di accenditori e di reattori. Richiedono un tempo di

Fisica

0,42

100 %

y

accensione di alcuni minuti ed una fase di raffreddamento ancora più lunga prima della riaccensione. In alcune versioni con accenditori o reattori elettronici è possibile una riaccensione immediata.

4000 k

ww

nw

80

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0,34

60

5000 k

40

0,26

20

x 0,50

0 300

400

500

600

700

Distribuzione relativa dello spettro

Le lampade ad alogenuri metallici sono paragonabili per la struttura 100 % e per il funzionamento alle lam­ pade ad alta pressione ai vapori 80 di mercurio. Contengono in più 60 una miscela di alogenuri metallici. Si ottiene così un miglioramento 40 dell‘efficienza luminosa e della resa cromatica. Con le opportune 20 combinazioni di metalli si riesce ad ottenere uno spettro a bande 0 multiple quasi continuo. Le lam­ 600 400 500 300 pade ad alogenuri metallici pos­ sono emettere luce di colore bian­ Distribuzione relativa dello spettro co caldo, bianco neutro o bianco da luce diurna. In confronto alle lampade al quarzo, le lampade con bruciatori in ceramica sono dotate di una maggiore efficienza luminosa e di una migliore resa cromatica per effetto della mag­ giore temperatura di esercizio.

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

0,30

800 nm

0,40

Temperatura colore bianco caldo

0,42

y

4000 k

ww

nw 0,34

dw 5000 k

0,26 700

800 nm

0,30

0,40

x 0,50

Temperatura colore bianco neutro

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E

Guida Illuminotecnica | Lampade | Lampade a scarica Lampade ai vapori metallici

Forme

Le lampade ad alogenuri metal足lici sono disponibili a forma di tubo con una o due spine, a for足 ma ellit足tica o come lampade con riflettore. Le lampade ad alogenu足 ri metallici con riflettore uniscono la tecnologia delle lampade ad alogenuri metallici a quella delle lampade PAR. Lampade ad alogenuri metallici con una spina (HIT), con due spine (HIT-DE) e lampade ad alogenuri metallici con riflettore (HIPAR)

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E

Guida Illuminotecnica | Lampade | Lampade a scarica Lampade ai vapori di sodio ad alta pressione

Caratteristiche

Le lampade ai vapori di sodio ad alta pressione sono dotate di un‘eccellente efficienza luminosa. La loro durata utile nominale è buona. La resa cromatica è da media a buona. Le lampade ai vapori di sodio ad alta pressione funzionano con un reattore ed un accenditore. Richiedono un tem­ po di accensione di alcuni minuti ed una fase di raffreddamento prima della riaccensione. In alcu­ ne versioni, con degli accenditori speciali o con dei reattori elettro­ nici, è possibile la riaccensione immediata.

Fisica

0,42

100 %

y

4000 k

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0,34

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dw 5000 k

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0,26

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400

500

600

700

800 nm

0,30

0,40

x 0,50

Le lampade ai vapori di sodio ad Distribuzione relativa dello spettro alta pressione sono paragonabili per la struttura e per il funziona­ mento alle lampade ad alta pres­ sione ai vapori di mercurio. La lampada contiene del gas nobile ed una miscela di mercurio e sodio, con il gas nobile ed il mer­ curio che servono all‘accensione ed alla stabilizzazione della scari­ ca. Con una pressione sufficiente­ mente alta si ha uno spettro quasi continuo, con una luce tra il gial­ lastro ed il bianco caldo, con una resa cromatica tra il medio ed il buono.

Temperatura dei colori

Forme

Le lampade ai vapori di sodio ad alta pressione sono disponibili a forma di tubo chiaro e come lam­ pade smaltate a forma di ellissoi­ de. Inoltre si hanno lampade com­ patte a tubo con doppia spina, che consentono una riaccensione immediata e costituiscono un tipo di sorgente luminosa particolar­ mente compatto. Alcune lampade ai vapori di sodio ad alta pressio­ ne sono dotate di un involucro esterno. Il rivestimento serve solamente a ridurre la luminanza della lampada e a una maggiore diffusione e non contiene alcuna sostanza fluorescente.

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344


E

Guida Illuminotecnica | Lampade Lampade a elettroluminescenza

LED

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Nelle lampade a elettrolumine­ scenza l‘energia elettrica crea ­delle radiazioni visibili. Nei diodi e i LED luminosi è caratteristico lo spettro in banda stretta. I van­ taggi dei LED consistono nelle loro dimensioni ridotte, nell‘ele­ vata satura­zione dei colori, nella durata utile molto lunga e nel contenuto con­sumo energetico.

345


E

Guida Illuminotecnica | Lampade | Lampade a elettroluminescenza LED

Caratteristiche

I diodi luminosi, LED, si con­ traddistinguono per la loro durata utile molto lunga, per la loro resistenza agli urti e per il consumo di energia contenuto. Nella dimmerazione il colore della luce rimane costante. Per il collegamento alla rete è necessa­ ria una componentistica adatta alla tensione di rete. La sorgente luminosa puntiforme consente un preciso orientamento della luce. L‘incapsulamento del diodo nella plastica funge da protezione e da lente. La conduzione delle radiazioni del LED diminuisce all‘aumentare della temperatura. È quindi importante per l‘esercizio una buona dispersione termica. Si devono inoltre evitare le radiazio­ ni solari dirette ed il montaggio vicino ad altre sorgenti di calore. Con una durata utile media di 50.000 ore i LED garantiscono dei tempi di funzio­namento molto lunghi. L‘accensione immediata e la reazione immediata alla regola­

zione ne consente l‘impiego nelle situazioni luminose dinamiche. La ricerca e lo sviluppo nel settore dei LED sono orientati verso for­ me più compatte, maggiori flussi luminosi, una maggiore efficienza luminosa ed una produzione più economica. Un ulteriore obbiet­ tivo è quello della riduzione delle tolleranze cromatiche derivanti dai problemi di produzione. I pro­ duttori classificano i LED in fun­ zione del flusso luminoso e della lunghezza d'onda dominante, assegnando loro un codice «BIN» ed una classe di selezione. Questa classificazione dei LED viene detta Binning.

Fisica

Cathode p-layer

Generalità I LED sono dei diodi semicondut­ tori e fanno parte delle lampade ad elettroluminescenza. La crea­ zione di radiazioni avviene ricom­ binando delle coppie di portatori di carica in un semiconduttore con intervallo di banda adeguato. I LED generano una radiazione in banda stretta. La temperatura colore rimane costante al dimi­ nuire dell‘intensità luminosa. Nell‘illuminazione con i LED non si hanno radiazioni UV e IR.

Active region n-layer Substrate Anode

Applicando una tensione a catodo e anodo il LED emette della luce dalla zona di svuotamento. Gli elettroni modificano il loro livello energetico e nella ricombinazione emettono dei fotoni dalla giunzio­ ne PN. La lunghezza d‘onda della luce emessa dipende dal materia­ le semiconduttore.

100 % 80 60 40 20 0 300

Triangolo cromatico CIE con i punti cromatici dei LED rossi, verdi e blu

400

500

600

700

800 nm

LED colorati I LED generano uno spettro in banda stretta. La lunghezza d‘on­ da dominante determina il punto cromatico del LED. In confronto alle lampade fluorescenti colorate i LED sono dotati di una maggiore saturazione del colore. La compo­ sizione dei materiali semicondut­ tori determina lo spettro della luce emessa. A parità di potenza collegata i flussi luminosi dei LED colorati non sono uguali.

Distribuzione relativa dello s­ pettro: LED rossi, verdi e blu

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida

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Illuminotecnica | Lampade | Lampade a elettroluminescenza LED

100 % 80 60 40 20 0 300

400

500

600

700

800 nm

Distribuzione relativa dello ­spettro: LED RGB

LED bianco Non ci sono semiconduttori in grado di ottenere una luce bianca. Attualmente si utilizzano quindi due tecniche per ottenere della luce bianca: la sintesi cromatica RGB o la conversione della lumi­ nescenza. Attualmente la resa cromatica dei LED bianchi riesce a raggiungere un indice di resa cro­ matica Ra pari a 90. Sono disponi­ bili LED a luce bianca calda, bianca neutra e a luce diurna, da 2500K a 8000K.

Conversione della luminescenza Con uno strato di fosfori è possi­ bile convertire lo spettro dei LED colorati. La produzione di LED blu con fosfori gialli è più semplice da impiegare che non i LED UV con fosfori RGB.

LED RGB La combinazione di tre diodi lumi­ nosi di colore rosso, verde e blu (RGB) consente di sintetizzare i colori della luce ottenendo una gran quantità di colori, tra questi anche il bianco. Con la regolazio­ ne si compensano i diversi flussi luminosi dei LED rosso, verde e blu.

100 % 80 60 40 20 0 300

400

500

600

700

800 nm

Distribuzione relativa dello s­ pettro: LED con conversione ­della luminescenza, bianco caldo

Forme

LED di tipo T

LED SMD

LED COB

LED di tipo T La forma standard dei LED a T è costituita da un corpo in plastica da 3-5mm per il LED ed i relativi cavi. La forma a lente determina l‘angolo di emissione della luce. Sorgente luminosa con flusso luminoso limitato, viene utilizzato come apparecchio di orientamen­ to o come apparecchio segnale­ tico. LED SMD Nella versione «Surface Mounted Device» (SMD) il corpo viene fissa­ to direttamente sul circuito stam­ pato ed i contatti sono saldati.

LED High Power Vengono definiti LED High Power dei LED la cui potenza assorbita è superiore ad 1W. Ciò è possibile sia per LED SMD che per LED COB. È importante che la loro struttura sia adatta alla resistenza termica tra chip e circuito stampato molto limitata. Di solito i LED High Power che richiedono una particolare gestione del calore negli apparec­ chi sono montati su circuiti stam­ pati con anima in metallo.

LED COB La tecnologia «Chip on Board» (COB) porta il chip direttamente su di un circuito stampato, sen­ za dotarlo di un corpo proprio. I contatti di anodo e catodo av­vengono per mezzo di fili sot­ tili. Una colata protegge il chip dagli agenti esterni. Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Illuminotecnica Tecnologia degli apparecchi

Principi dell‘orienta­ mento della luce

Riflettori

Sistemi di lenti

Filtro

Modulo a prisma

Accessori illumino­ tecnici

Gli apparecchi presentano una serie di funzioni. Il compito più importante dell‘apparecchio è di guidare il flusso luminoso della lampada. Si cerca così di realiz­ zare una distribuzione della luce corrispondente al compito par­ ticolare dell‘apparecchio, sfrut­ tando al tempo stesso al meglio l‘energia impiegata. Oltre agli aspetti estetici degli apparecchi come componenti dell‘architet­ tura di un edificio, sono rilevanti anche gli aspetti tecnici riguar­ danti l‘installazione e la sicurezza.

Miscelazione ­cromatica

Edizione: 10.01.2008 | Versione attuale su www.erco.com

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E

Guida Illuminotecnica | Tecnologia degli apparecchi Principi dell‘orientamento della luce

Riflessione

Trasmissione

Rifrazione

Interferenza

Edizione: 10.01.2008 | Versione attuale su www.erco.com

Assorbimento

Il compito più importante del­ l‘apparecchio è di guidare il flusso luminoso della lampada. Si cerca così di realizzare una distribuzio­ ne della luce corrispondente al compito particolare dell‘apparec­ chio, sfruttando al tempo stesso al meglio l‘energia impiegata. Un passo verso un orientamento mirato ed efficiente della luce è stato compiuto con l‘introduzione delle lampade con riflettore e con riflettore parabolico (PAR). La luce viene concentrata dai riflettori integrati nella lampada e può essere orientata nella direzione desiderata con angoli di distri­ buzione definiti. L‘esigenza di un orientamento differenziato della luce, di livelli superiori di rendi­ mento dei sistemi d‘illuminazione e di una maggiore assenza di abbagliamento ha determinato lo spostamento del riflettore dalla lampada all‘apparecchio. In questo modo è possibile costruire appa­ recchi perfettamente sintonizzati con i requisiti della sorgente lumi­ nosa e con il loro compito.

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Guida Illuminotecnica | Tecnologia degli apparecchi | Principi dell‘orientamento della luce Riflessione

Diffusione

Distribuzione dell‘illuminamento I per la riflessione diffusa

Distribuzione dell‘illuminamento per la riflessione mista

Nella riflessione, la luce che cade su un corpo è riflessa secondo il fattore di riflessione di tale cor­ po. Oltre al grado di riflessione, nella riflessione svolge ancora una volta un ruolo anche il grado di diffusione della luce respinta. Nelle superfici a specchio non si verifica alcuna diffusione; si parla in questo caso di riflessione orientata. Aumentando la capa­ Distribuzione della luminanza L cità di diffusione della superficie per la riflessione diffusa. La distri­ riflettente, la parte orientata della buzione della luminanza è uguale luce respinta si riduce sempre da tutti i punti di vista. più, fino ad arrivare alla sola luce diffusa in caso di riflessione com­ pletamente diffusa.

Distribuzione dell‘illuminamento per la riflessione a specchio

Forma delle superfici

Per la costruzione di apparecchi la riflessione orientata è d‘impor­ tanza decisiva, perché, grazie a opportuni profili dei riflettori e a superfici idonee, permette un orientamento mirato della luce ed è responsabile della grandezza del livello di rendimento del sistema d‘illuminazione. Riflessione a specchio parallela ai raggi luminosi incidenti su super­ fici piane (direzione parallela dei raggi)

Superfici concave (raggi a percorso convergente)

Superfici convesse (raggi a percorso divergente)

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Guida Illuminotecnica | Tecnologia degli apparecchi | Principi dell‘orientamento della luce Riflessione

Fattori di riflessione

-ETALS !LUMINIUM HIGHLY SPECULAR !LUMINIUM ANODISED MATT FINISH !LUMINIUM MATT FINISH 3ILVER POLISHED #OPPER POLISHED #HROME POLISHED 3TEEL POLISHED

n n n n . 0 n 0 n

Fattori di riflessione di metalli, vernici e materiali edilizi d‘uso comune

0AINT FINISH 7HITE 0ALE YELLOW 0ALE GREEN LIGHT RED PALE BLUE LIGHT GREY "EIGE OCHRE ORANGE MID GREY

DARK GREY DARK RED

DARK BLUE DARK GREEN

n n n n n

"UILDING MATERIALS 0LASTER WHITE 'YPSUM %NAMEL WHITE -ORTAR LIGHT #ONCRETE 'RANITE "RICK RED 'LASS CLEAR

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n n n n n n n n

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Guida Illuminotecnica | Tecnologia degli apparecchi | Principi dell‘orientamento della luce

Trasmissione

Distribuzione dell‘illuminamento I per la trasmissione diffusa

Distribuzione della luminanza L per la trasmissione diffusa. È uguale da tutti i punti di vista.

Distribuzione dell‘illuminamento per la trasmissione mista

Distribuzione dell‘illuminamento per la trasmissione orientata attraverso materiale trasparente

Assorbimento

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Nella trasmissione, la luce che cade su un corpo è trasmessa secondo il grado di trasmissione di tale corpo. Inoltre svolge un ruolo anche il grado di riflessione della luce trasmessa. Nei materiali di trasparenza ideale non si veri­ fica alcuna diffusione. Aumen­ tando la capacità di diffusione, la parte orientata della luce tra­ smessa si riduce sempre più, fino ad arrivare alla sola luce diffusa in caso di diffusione completa. I materiali trasmittenti negli appa­ recchi d‘illuminazione possono essere trasparenti. Questo vale sia per i semplici vetri di chiusura che per i filtri che assorbono determi­ nate fasce dello spettro, ma che trasmettono le altre e provvedono così a produrre luce colorata o a ridurre la frazione UV o infraros­ sa. In qualche caso si utilizzano come chiusura dell‘apparecchio anche materiali disperdenti – per es. vetro opalino o plastiche opa­ lescenti – per evitare l‘effetto abbagliamento riducendo la lumi­ nanza della lampada.

Nell‘assorbimento, la luce che cade su un corpo è assorbita total­ mente o parzialmente secondo il grado di assorbimento di tale corpo. Nella costruzione di appa­ recchi per illuminazione l‘assorbi­ mento viene sfruttato soprattutto per schermare le sorgenti lumino­ se; per ottenere il comfort visivo è in questo caso insostituibile. In linea di principio l‘assorbimento è però un effetto indesiderato, in quanto non orienta la luce, ma la annulla e quindi diminuisce il ren­dimento dell‘apparecchio. Tipici elementi assorbenti degli apparec­ chi sono gli anelli antiriflesso neri, i cilindri e le alette antiabbaglia­ mento, e gli schermi frangiluce di varie forme.

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Guida Illuminotecnica | Tecnologia degli apparecchi | Principi dell‘orientamento della luce Rifrazione

Introduzione

N

I raggi luminosi nel passaggio da un mezzo con indice di rifrazio­ ne n1 a un mezzo più denso con indice di rifrazione n2 sono devia­ ti dal piano d‘incidenza. (ε1>ε2). Per il passaggio dall‘aria al vetro si ha approssimativamente n2/n1=1,5.

N

Nel passaggio attraverso un ­mezzo di densità diversa i raggi luminosi subiscono una deviazio­ ne in parallelo.

Prismi e lenti

I raggi luminosi penetrando in un mezzo trasmittente di densità diversa – per es. dall‘aria al vetro e viceversa dal vetro all‘aria – si rifrangono, cioè cambiano dire­ zione. Nei corpi a superfici paral­ lele si ha in questo caso solo uno spostamento parallelo della luce, mentre nei prismi e nelle lenti si creano effetti ottici che vanno dal semplice cambiamento di angola­ zione, alla concentrazione e diffu­ sione della luce, alla riproduzione ottica. Nella costruzione di appa­ recchi per illuminazione ai fini dell‘orientamento mirato della luce si impiegano elementi rifran­ genti quali prismi o lenti, spesso in combinazione con riflettori.

Tipico percorso ottico di luce ad incidenza parallela al passaggio attraverso strutture prismatiche asimmetriche (in alto a sinistra), strutture prismatiche simmetriche (in alto a destra), lenti di Fresnel (in basso a sinistra) e lenti con­ vesse (in basso a destra)

Indice di rifrazione '

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N

N

Per il passaggio di un raggio lumi­ noso da un mezzo con indice di rifrazione n2 a un mezzo di den­ sità inferiore con indice di rifra­ zione n1 esiste un angolo limite εG. Se si supera l‘angolo limite il raggio luminoso nel mezzo più denso viene riflesso (riflessione totale). Per il passaggio dal vetro all‘aria si ha approssimativamente εG = 42°. Tecnicamente si usa la riflessione totale per es. nei con­ duttori della luce (a destra).

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Guida

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Illuminotecnica | Tecnologia degli apparecchi | Principi dell‘orientamento della luce Interferenza Si definisce interferenza il recipro­ co rafforzamento o indebolimento che si verifica nella sovrapposizio­ ne di onde. In illuminotecnica si usano effetti d‘interferenza quan­ do la luce colpisce strati molto sottili che causano la riflessione di determinate gamme di frequenza, mentre altre vengono trasmesse. Con una successione di strati di spessore e densità adeguati si può produrre una capacità riflettente selettiva per determinate gamme di frequenza, in modo che per es. – come nel caso delle lampade a luce fredda – sia riflessa la luce visibile mentre viene trasmessa la radiazione infrarossa. Si possono ottenere in questo modo anche riflettori e filtri che producono luce colorata. I filtri interferenzia­li possiedono un fattore di trasmis­sione molto alto e una separazio­ne particolarmente netta tra le bande spettrali riflesse e trasmesse. I riflettori lucidi brillanti sono privi di interferenze se il materiale è di buona qualità.

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Guida Illuminotecnica | Tecnologia degli apparecchi Riflettori

Riflettori in generale

Riflettori parabolici

Riflettori darklight

Riflettori sferici

Riflettori a evolvente

Riflettori ellittici

Come elementi di orientamento della luce i costruttori di apparec­ chi di illuminazione impiegano soprattutto i riflettori, soprattutto con superfici a specchio. Si posso­ no impiegare anche delle superfici a riflessione diffusa – in genere bianche o opache.

Sistemi a doppio riflettore

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Guida Illuminotecnica | Tecnologia degli apparecchi | Riflettori Riflettori in generale

Materiale

Per i riflettori si usano come materiali soprattutto l‘alluminio anodizzato o la plastica ricoperta da cromo o alluminio. I riflettori in plastica sono più economici, ma hanno una resistenza termica limitata e non sono robusti come i riflettori in alluminio che, grazie al loro resistente strato anodizza­ to, sono protetti meccanicamente e possono essere esposti ad alte temperature.

Superficie

I riflettori possono avere super­ ficie liscia o opaca; l‘opacizza­ zione incrementa la luminanza del riflettore, ma in compenso la rende uniforme. Se si desidera una leggera diffusione del cono di luce prodotto, sia per otte­nere un orientamento più dolce della luce che per compensare irregolarità nella distribuzione, la superficie del riflettore può essere sfaccet­tata o strutturata. I riflettori metallici possono avere un rivestimento dicroico. In que­ sto modo si possono controllare il colore della luce e la quantità di radiazione UV o infrarossa emessa.

Superficie del riflettore: liscia

Opaca

Strutturata

Sfaccettata

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Guida Illuminotecnica | Tecnologia degli apparecchi | Riflettori Riflettori in generale

Fattore di riflessione

Fattori di riflessione dei riflettori: lucido brillante

I riflettori possono essere classi­ ficati secondo diversi fattori di riflessione: lucido brillante, lucido e satinato. I riflettori lucidi brillanti sono pri­ vi di interferenze se il materiale è di buona qualità. L‘elevato fattore di riflessione e il massimo grado di lucentezza danno all‘apparec­ chio l‘aspetto di un «buco nero» nel soffitto. Sono possibili riflessi nel riflettore, per es. i riflessi degli arredi di colori chiari presenti nel­ la stanza. Un‘altra caratteristica sono gli elevati contrasti di lumi­ nanza nel riflettore. Nei riflettori lucidi, a causa del grado di lucentezza inferiore, si riduce l‘effetto degli svantaggi del riflettore lucido brillante. Anche i riflettori satinati sono privi di interferenze se lo spesso­re dello strato anodizzato è sufficien­ te. L‘elevato fattore di riflessione e il basso grado di lucentezza crea­ no pochi contrasti all‘interno del riflettore. In questo modo si evita­ no i riflessi molesti dell‘arre­damen­ to e si ottiene nell‘ambiente un‘im­ pressione generale più armoniosa. A causa del riflesso diffuso della superficie possono essere presenti luminanze >200cd/m2 nella zona di schermatura. Nella pratica non si hanno in pratica effetti molesti sullo schermo dei monitor.

Lucido

Satinato

Geometria

La caratteristica di un apparec­ chio è determinata sostanzial­ mente dalla forma del riflettore utilizzato. Quasi tutti i profili dei riflettori possono essere ricon­ dotti alla parabola, al cerchio o all‘ellisse.

Direzione della luce di sorgenti luminose nella riflessione su:

Cerchio

Ellisse

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Parabola

Iperbole

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Guida Illuminotecnica | Tecnologia degli apparecchi | Riflettori Riflettori parabolici

Profilo del riflettore

Profilo di riflettori per percorso ottico parallelo/parabola

Percorso ottico convergente/ ellisse

Percorso ottico divergente/­ iperbole

Percorso ottico convergentedivergente

I riflettori di forma parabolica sono quelli usati più di frequente. Offrono la possibilità di orientare la luce nei modi più diversi – a fascio stretto, largo o asimmetrico – e permettono una limitazione mirata dell‘abbagliamento. Se il profilo del riflettore è ottenuto per rotazione di una parabola o di un segmento di parabola intorno al proprio asse, si ottiene un riflettore con distribuzione della luce a fascio stretto. Nelle sorgenti luminose lineari si ottie­ ne un effetto analogo mediante riflettori scanalati a sezione para­ bolica.

Punto focale

Nei riflettori parabolici l‘emissio­ ne della luce di una sorgente lumi­ nosa che si trovi nel punto focale della parabola è parallela all‘asse della parabola. In un riflettore parabolico con breve distanza tra il punto focale e il vertice del riflettore, il rifletto­ re stesso scherma la componente diretta. Se la distanza è grande, la compo­ nente diretta non viene scherma­ ta. Si può invece realizzare questa schermatura con un riflettore sferico.

Distribuzione della luce a fascio largo

Se il profilo del riflettore è ottenu­ to per rotazione di un segmento di parabola intorno a un asse angola­ to rispetto all‘asse della parabola, si ottiene, a seconda dell‘angolo, una distribuzione della luce a fas­ cio largo, fino ad arrivare a una caratteristica Batwing. Gli angoli di irradiazione e di schermatura possono essere scelti liberamente, in modo da poter costruire appa­ recchi per varie esigenze di distri­ buzione della luce e limitazione dell‘abbagliamento.

A

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Guida Illuminotecnica | Tecnologia degli apparecchi | Riflettori Riflettori parabolici

Sorgenti luminose lineari A

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A

I riflettori parabolici possono essere usati anche con sorgenti luminose lineari o piatte – per es. lampade PAR o fluorescenti – ­sebbene in questo caso le lam­ pade non vengano a trovarsi nel punto focale della parabola. In questo caso tuttavia non si ricerca tanto un allineamento parallelo della luce, quanto una limitazione ottimale dell‘abbagliamento. In questa forma costruttiva il punto focale della parabola si trova sul piede del segmento opposto di parabola, per cui la luce della sor­ gente luminosa che si trova sopra il riflettore non può essere irra­ diata in nessun caso al di sopra dell‘angolo di antiabbagliamento prescritto. Si possono impiegare strutture simili non solo negli apparecchi, ma anche nell‘orien­ tamento della luce diurna; griglie paraboliche – per es. sui lucernari – deviano anche la luce solare in modo da escludere l‘abbaglia­ mento al di sopra dell‘angolo di antiabbagliamento.

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Guida Illuminotecnica | Tecnologia degli apparecchi | Riflettori

Riflettori darklight

Nei riflettori parabolici correnti si ha un‘emissione definita – e quindi un‘effettiva limitazione dell‘abbagliamento – solo per sor­ genti luminose puntiformi ideali. In caso d‘impiego di irraggiamen­ to volumetrico – per es. lampade fluorescenti compatte – si hanno effetti d‘abbagliamento già al di sopra dell‘angolo di schermatura; nel riflettore diventa visibile il riflesso della lampada, sebbene la lampada stessa sia comunque

schermata. Mediante riflettori con punto focale della parabola variabile (i cosiddetti riflettori Darklight) si può evitare questo effetto; quindi anche in caso di irraggiamento volumetrico si pro­ duce luminosità nel riflettore solo al di sotto dell‘angolo di scherma­ tura attraverso la sorgente lumi­ nosa visibile.

Riflettori sferici

Nei riflettori a evolvente la luce di una lampada che si trova nel punto focale della sfera viene riflessa nel punto focale stesso. I riflettori ad evolvente vengono impiegati soprattutto come stru­ menti ausiliari in combinazione con i riflettori a parabola o nei sistemi di lenti. Servono ad orien­ tare le componenti dell‘illumina­ zione irradiati verso il riflettore a parabola e quindi a coinvolgerli nell‘orientamento della luce o ad

impiegare in modo utile la luce emanata in una data direzione riflettendola indietro verso la lampada.

Riflettori a evolvente

Per i riflettori a evolvente la luce irradiata da una lampada non viene rimandata alla sorgente luminosa come nei riflettori sferi­ ci, ma viene sempre riflessa vicino alla lampada. I riflettori a evolven­ te sono impiegati soprattutto con lampade a scarica, per evitare un riscaldamento della lampada che ne diminuirebbe la potenza per effetto della luce riflessa.

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Guida Illuminotecnica | Tecnologia degli apparecchi | Riflettori

Riflettori ellittici

Downlight a doppio fuoco

Wallwasher a doppio fuoco

Per i riflettori ellittici la luce di una lampada che si trova nel pri­mo fuoco dell‘ellisse viene rifles­ sa nel secondo punto focale. Il secondo punto focale dell‘ellisse può essere così impiegato come una sorgente di luce libera, imma­ ginaria. I riflettori ellittici sono impiegati per creare sui soffitti delle sor­ genti luminose con i wallwasher ad incasso. Si possono utilizzare i riflettori ellittici anche quando si vogliono utilizzare dei downlight ed applicare sul soffitto dei fori quanto più piccoli possibile. Il secondo punto focale può essere quindi una sorgente luminosa libera situata allo stesso livello del soffitto; con un ulteriore rifletto­ re è però anche possibile ottenere un‘emanazione controllata della luce per limitare l‘abbagliamento.

Faretti

Sistemi a doppio riflettore

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I sistemi a doppio riflettore sono costituiti da un riflettore primario e da uno secondario. Il riflettore primario emana i raggi luminosi parallelamente o a fascio stretto e orienta la luce sul riflettore secondario. Per mezzo del riflet­ tore secondario si ha l‘effettiva distribuzione luminosa. Con i sistemi a doppio riflettore si ha un maggiore comfort visivo in quanto si previene la possibilità di guardare le lampade con eleva­ ta luminanza. La regolazione pre­ cisa della posizione reciproca dei riflettori è decisiva per l‘efficienza del sistema.

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Guida Illuminotecnica | Tecnologia degli apparecchi Sistemi di lenti

Le lenti vengono utilizzate quasi esclusivamente con apparecchi per sorgenti luminose puntiformi. In genere si crea un sistema ottico costituito dalla combinazione di un riflettore con una o piĂš lenti. Lenti convesse

Lenti Fresnel

Lente per sculture

Diffusore

Lente Flood

Lente Softec

Sistemi di riprodu­ zione

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Guida Illuminotecnica | Tecnologia degli apparecchi | Sistemi di lenti

Lenti convesse

Le lenti convesse orientano in un fascio di raggi paralleli la luce del­ la sorgente luminosa che si trova nel loro punto focale. In genere nella progettazione di un appa­ recchio le lenti convesse vengono combinate con un riflettore. Il riflettore serve ad orienta­re l‘inte­ ro flusso luminoso nella direzione di irradiazione; la lente genera un fascio di luce ben definito. Spesso la distanza della lente convessa dalla sorgente luminosa è varia­ bile per poter impostare diversi angoli di distribuzione.

Lenti Fresnel

Le lenti Fresnel sono formate da segmenti anulari della lente con­ centrici. L‘effetto ottico di queste lenti è assimilabile all‘effetto delle lenti convenzionali di uguale cur­ vatura. Le lenti Fresnel sono però molto più piatte, più leggere e più economiche, e per questo vengo­ no spesso impiegate al posto delle lenti convesse. Il rendimento ottico della lente Fresnel è limitato dai disturbi crea­ ti dai dislivelli tra i segmenti; di solito le parti posteriori delle lenti sono strutturate per compensare le irregolarità nella distribuzione della luce e per attenuare i con­ trasti. Gli apparecchi con lenti Fresnel sono stati utilizzati soprat­ tutto come proiettori per palcosce­

Lente per sculture

La lente per scultura crea una distribuzione della luce asimme­ trica. Rispetto ad un asse disperde i raggi luminosi mentre rispetto all‘altro asse la distribuzione lumi­ nosa rimane invariata. Con la sua struttura a segmenti paralleli disposta orizzontalmente la lente ottiene un ovale in verticale.

Diffusore

Il diffusore viene utilizzato nei wallwasher. Crea una distribuzio­ ne asimmetrica della luce. Rispet­ to ad un asse disperde i raggi lumi­ nosi mentre rispetto all‘altro asse la distribuzione luminosa rimane invariata. Con la sua struttura a segmenti paralleli disposti orizzon­ talmente la lente crea un ovale verticale e quindi un‘illumina­ zione diffusa delle pareti molto omogenea.

Edizione: 10.01.2008 | Versione attuale su www.erco.com

nici; col tempo però sono entrati in uso anche nell‘illumina­zione delle architetture per regolare di volta in volta gli angoli di diffu­ sione in funzione delle diverse distanze tra l‘apparecchio e l‘og­ getto illuminato.

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Guida Illuminotecnica | Tecnologia degli apparecchi | Sistemi di lenti

Lente Flood

Le lenti Flood disperdono il cono luminoso simmetricamente. La lente strutturata crea inoltre un effetto di sfumatura dei bordi del cono luminoso.

Lente Softec

La capacità dispersiva della lente Softec ammorbidisce i contorni del cono luminoso. Si può otte­ nere questo effetto con un vetro strutturato o opaco. La lente Softec viene impiegata per com­ pensare le striature fini delle lam­ pade con riflettore. Posta a chiu­ sura della lampada, evita ­l‘effetto abbagliamento abbassando la luminanza della lampada.

Sistemi di riproduzione

Proiettori con sistemi ottici di riproduzione: un‘immagine (1) illuminata omogeneamente viene riprodotta con un sistema di lenti (2). Il proiettore ellissoi­ dale (a sinistra) si distingue per l‘elevata intensità luminosa, il proiettore compatto (a destra) per l‘alta definizione dell‘immagine.

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I sistemi di riproduzione impie­ gano un riflettore ellittico o una combinazione di uno specchio sferico e di un condensatore per proiettare la luce sul piano del­ l‘immagine. Con la lente principa­ le dell‘apparecchio questo piano viene riprodotto sulla superficie illuminata. L‘immagine ed il cono luminoso possono essere modificati sul piano dell‘immagine. Le semplici maschere perforate o i diaframmi a iride generano coni luminosi di diverse dimensioni, mentre con i sagomatori si possono ottenere diversi contorni del cono lumino­ so. Con l‘ausilio delle maschere (gobo) è possibile proiettare scrit­ te o immagini.

Con lenti di lunghezza focale adatta si possono scegliere diversi angoli di distribuzione o diversi standard di riproduzione. A diffe­ renza degli apparecchi con lenti Fresnel, è possibile mantenere dei coni luminosi dai contorni nitidi; con una proiezione non focaliz­ zata si possono però creare anche delle dissolvenze graduali.

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Guida Illuminotecnica | Tecnologia degli apparecchi Filtro

100 T (%)

100 T (%) 80

80

60

60

Standard light type A T = 65%

40

40 20

20

0

0 300

Tipi di filtro

Standard light type A T = 47%

400

500

600

Filtri colorati

700

800 nm

300

400

500

600

700

Filtro correttivo

800 nm

I filtri sono elementi ottici a trasmissione selettiva. Viene tra足 smessa solo una parte della radia足 zione incidente, e viene quindi emessa luce colorata o vengono filtrate le componenti invisibili delle radiazioni (ultraviolette, infrarosse). Gli effetti di filtraggio possono essere di assorbimento selettivo o di interferenza. Il grado di trasmissione indica la trasparenza del filtro.

100 T (%) 80

Standard light type A T = 93%

60 40 20 0 300

400

500

600

700

800 nm

Filtro protettivo

Edizione: 01.03.2010 | Versione attuale su www.erco.com

365


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Guida Illuminotecnica | Tecnologia degli apparecchi Filtro

Tipi di filtro

I filtri di assorbimento assorbono determinate zone dello spettro e lasciano invece passare gli altri raggi. L‘assorbimento riscalda for­ temente il filtro. La separazione tra aree dello spettro trasmesse e riflesse non è così precisa come nei filtri interferenziali e deter­ mina un grado di trasmissione a fianchi meno ripidi. I filtri in vetro colorato producono quindi più che altro colori insaturi. La durata utile è lunga.

Filtri di assorbimento

I filtri interferenziali appartengo­ no ai filtri riflettenti che hanno un grado di trasmissione elevato e realizzano una separazione esatta delle aree di spettro trasmesse e riflesse. I filtri in vetro ricoperto con uno strato interferenziale possono produrre colori saturi. Si evita l‘accumulo di calore perché si verifica una riflessione e non un assorbimento. Lo spettro di rifles­ sione dipende dall‘angolo d‘osser­ vazione. La stabilità è inferiore a quella dei filtri di assorbimento a causa dell‘evaporazione.

Filtri riflettenti

Filtri colorati Caratteristiche

100 T (%)

100 T (%)

80

Standard light type A T = 6%

80

Standard light type A T = 38%

60

60

40

40

20

20

0

0 300

400

500

600

700

800 nm

300

400

500

600

700

800 nm

Night Blue

Magenta

100 T (%)

100 T (%) 80

80

60

60

Standard light type A T = 65%

40

I filtri colorati trasmettono solo una parte dello spettro colorato visibile, mentre le altre compo­ nenti vengono filtrate. I filtri colorati in film di plastica non resistono al calore. I filtri in vetro invece non sono delicati dal punto di vista termico e in parte resistono anche ai cambiamenti di temperatura. I filtri di assor­ bimento in vetro colorato realiz­ zano una saturazione inferiore ai filtri interferenziali. Nei filtri cromatici interferenziali la carat­ teristica cromatica non è imme­ diatamente visibile, in quanto appaiono non colorati.

Standard light type A T = 8%

40 20

20

0

0 300

400

500

Amber

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600

700

800 nm

300

400

500

600

700

800 nm

Sky Blue

366


E

Guida Illuminotecnica | Tecnologia degli apparecchi Filtro

Filtri colorati Applicazione

Filtro correttivo Caratteristiche

Anche nell‘illuminazione architet­ tonica i colori dello spettro della luce diurna sono percepiti come naturali: Magenta (situazione luminosa al tramonto), Amber (atmosfera luminosa al sorgere del sole), Night Blue (cielo not­ turno sereno) e Sky Blue (cielo durante in giorno). Nell‘illumina­ zione scenica trovano impiego tutti i colori, per creare accenti e contrasti. Nella pratica si consi­ glia, per l‘illuminazione di super­ fici colorate, di eseguire prove d‘illuminazione.

100 T (%)

100 T (%) 80

80

60

60

Standard light type A T = 65%

40

Standard light type A T = 47%

40 20

20

0

0 300

400

500

Skintone

Filtro correttivo Applicazione

600

700

800 nm

300

400

Daylight

500

600

700

800 nm

I filtri correttori nella versione di filtri di conversione innalza­ no o abbassano la temperatura colore della sorgente luminosa a causa della curva spettrale della trasmissione. I filtri Skintone cor­ reggono lo spettro della luce della lampada solo nella zona di spettro del verde e del giallo, realizzando così un effetto molto naturale e piacevole sulle tinte della pelle. I filtri di conversione Daylight trasformano la temperatura del bianco caldo nell‘area del colore bianco neutro, cioè da 3000K a 4000K.

I filtri Skintone sono filtri colo­ rati che provvedono a una resa migliore dei colori caldi naturali, in particolare quelli della pelle. L‘impiego dei filtri Skintone è molto conveniente nelle aree di comunicazione, per esempio ristoranti o caffè.

Si impiegano i filtri di conver­ sione per adattare il [colore della luce=1961] bianco caldo delle lampade alogene a un‘illumina­ zione a luce diurna. Inoltre c‘è anche la possibilità, con l‘impiego dei filtri di conversione, di creare zone con atmosfera luminosa bianco neutro in zone illuminate in bianco caldo.

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367


E

Guida Illuminotecnica | Tecnologia degli apparecchi | Filtro Filtro protettivo

Caratteristiche 100 T (%) 80

Standard light type A T = 92%

60 40 20 0 300

400

500

600

700

800 nm

Filtri UV

100 T (%) 80

Standard light type A T = 93%

60 40 20 0 300

400

500

Filtri IR

Applicazione

Filtri UV

600

700

800 nm

I filtri UV servono a bloccare inte­ ramente i raggi UV mantenendo al tempo stesso una trasparenza ottimale alla luce visibile. La sepa­ razione tra riflessione o trasmis­ sione è sui 400nm. Più è ripido il fianco della curva di trasmissione, tanto minore è l‘influsso del filtro sull‘alterazione dei colori nello spettro visibile. I filtri UV sono trasparenti, la trasmissione è orientata. I filtri per infrarosso assorbono o riflettono la radiazione termica superiore a 800nm mantenendo al tempo stesso una trasparenza ottimale allo spettro visibile. Il carico termico sugli oggetti è ridotto al minimo. I filtri IR sono trasparenti, la trasmissione è orientata. Con i filtri interferen­ ziali si evita l‘accumulo di calore perché si verifica una riflessione e non un assorbimento. Una distanza adeguata tra lampada

e filtro evita l‘accumulo del calore all‘interno dell‘apparecchio.

Il filtraggio quasi completo della radiazione ultravioletta ritarda sensibilmente il processo foto­ chimico di degrado di tessuti, colori ad acqua, documenti sto­ rici, opere d‘arte e altri oggetti esposti sensibili alla luce. Questo riguarda soprattutto lo sbiadi­ mento dei colori e l‘ingiallimento. Poiché la frazione UV nelle lam­ pade a scarica ad alta pressione è ridotta dai vetri di protezione prescritti, nella pratica la massima influenza degli ultravioletti si verifica nelle lampade alogene a incandescenza senza ampolla esterna.

I filtri UV sono idonei ai seguenti impieghi: - musei d‘arte - gallerie d‘arte - musei di scienze naturali - librerie antiquarie

L‘impiego di filtri IR riduce netta­ mente il carico termico e quindi il riscaldamento di un oggetto o della sua superficie. I materiali sensibili al calore e all‘umidità possono essere così protetti dall‘essiccazione o dalla defor­ mazione. Un‘elevata percentuale di raggi infrarossi è emanata soprattutto dalle sorgenti lumi­ nose di scarsa efficienza, quali i radiatori di temperatura.

I filtri IR sono idonei ai seguenti impieghi: - musei d‘arte - gallerie d‘arte - musei di scienze naturali - librerie antiquarie - negozi di prodotti alimentari

Filtri IR

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Guida Illuminotecnica | Tecnologia degli apparecchi Modulo a prisma

Caratteristiche

ª

ª

ª

ª

ª

ª

ª

Distribuzione della luce tipica di una lampada fluorescente con modulo a prisma

Edizione: 10.01.2008 | Versione attuale su www.erco.com

Anche la rifrazione nei prismi può essere impiegata come principio ottico per direzionare la luce. In tal caso si utilizza il fatto che la deviazione di un raggio di luce nell‘attraversamento di un prisma dipende dall‘angolo di uscita del prisma, e quindi l‘angolo di devia­zione della luce può essere defi­ nito con la scelta di un prisma adeguato. Se la luce ricade al di sopra di un dato angolo limite sul lato del prisma non si ha una rifrazione ma una riflessione totale. Anche questo principio viene spesso utilizzato nei sistemi a prisma per deviare la luce con angoli che superano il massimo angolo di rifrazione e diaframmare così la luce. I sistemi a prisma sono utilizzati soprattutto con apparecchi per lampade fluorescenti per control­ lare l‘angolo di dispersione e per ottenere un effetto antiabbaglia­ mento soddisfacente. A tal fine

si calcola l‘angolo di incidenza dei prismi e li si racchiude in un modulo orientato nel senso della lunghezza che costituisce la chiu­ sura esterna dell‘apparecchio.

369


E

Guida Illuminotecnica | Tecnologia degli apparecchi Accessori illuminotecnici

Schermi

Schermi a nido d‘ape

Sagomatori

Gobo

Edizione: 10.01.2008 | Versione attuale su www.erco.com

Schermi a croce

Molte lampade possono essere dotate di dispositivi addizionali per il cambiamento di alcune caratteristiche illuminotecniche. Se si mira alla limitazione dell‘ab­ bagliamento è possibile ricorrere ad alette o schermi a nido d‘ape.

370


E

Guida Illuminotecnica | Tecnologia degli apparecchi | Accessori illuminotecnici

Schermi

Per ridurre l‘abbagliamento si può limitare il cono luminoso in modo flessibile e separatamente sui quattro lati con le alette anti­ abbagliamento. Anche un dispositivo antiabbaglia­ mento a forma di cilindro riduce anche la possibilità di guardare nell‘apparecchio e quindi l‘abba­ gliamento, ma si tratta di una soluzione meno flessibile rispetto alle alette.

Schermi a nido d‘ape

Lo schermo a nido d‘ape serve a limitare il cono luminoso per ridurre l‘abbagliamento. Si impie­ gano gli schermi a nido d‘ape quando si hanno particolari esi­ genze di comfort visivo nelle aree espositive. Viste le sue dimensio­ ni, lo schermo a nido d‘ape può essere integrato negli apparecchi. La vernice nera assorbe la luce e riduce i contrasti di luminanza.

Schermi a croce

Lo schermo a croce serve a ridurre l‘abbagliamento. Si impiegano gli schermi a croce quando si hanno particolari esigenze di comfort visivo nelle aree espositive. La ver­ nice nera assorbe la luce e riduce i contrasti di luminanza.

Edizione: 10.01.2008 | Versione attuale su www.erco.com

I dispositivi antiabbagliamento sono in genere montati esterna­ mente sulla testata dell‘apparec­ chio. La limitazione dell‘abbaglia­ mento migliora con l‘aumentare delle dimensioni dei dispositivi. La vernice nera assorbe la luce e riduce i contrasti di luminanza.

371


E

Guida Illuminotecnica | Tecnologia degli apparecchi | Accessori illuminotecnici

Sagomatori

Applicazione: Museo Deu, El Vendrell Museo Ruiz de Luna Talavera, Toledo Esposizione di Goya, Madrid

Con un sagomatore è possibile ottenere diversi contorni del cono luminoso. Con i sistemi di ripro­ duzione ottica composti da riflet­ tore e lente è possibile ottenere dei coni luminosi dai contorni nitidi; con una proiezione non focalizzata si possono però creare anche delle dissolvenze graduali. Con gli elementi sagomatori inse­ ribili si possono ad esempio creare dei rettangoli di luce sulle pareti per accentuare gli oggetti con dei contorni nitidi.

Gobo

Applicazione: Teattri Ravintola, Finlandia Padiglione Aragon, Siviglia ERCO, Lüdenscheid

Edizione: 10.01.2008 | Versione attuale su www.erco.com

Il termine gobo sta per una mascherina o per una sagoma che viene riprodotta con l‘ausi­ lio di un proiettore. Con i gobo è possibile proiettare scritte o immagini. Con i sistemi di riproduzione costi­tuiti da riflettore e lente si possono ottenere delle immagini nitide, oppure con una proiezione non nitida è possibile creare delle dissolvenze graduali.

372


E

Guida Illuminotecnica | Tecnologia degli apparecchi Miscelazione cromatica

Varychrome

Edizione: 10.01.2008 | Versione attuale su www.erco.com

Con l‘inclusione della luce colo­ rata si aprono interessanti pos­ sibilità di influire sull‘atmosfera degli ambienti. Con il comando elettronico si può ottenere un gran numero di colori e un cam­ bio cromatico senza soluzione di continuità negli apparecchi.

373


E

Guida Illuminotecnica | Tecnologia degli apparecchi | Miscelazione cromatica Varychrome

Introduzione

L‘aggiunta al nome del termine ‚varychrome‘ indica per la ERCO gli apparecchi che possono modi­ ficare dinamicamente l‘effetto cromatico. Questi apparecchi pro­ ducono effetti cromatici variabili, sostanzialmente a comando elet­ tronico, mediante miscelazione additiva dei colori fondamentali rosso, verde e blu (tecnica RGB). Permettono di regolare diversi effetti cromatici senza soluzione di continuità. I vantaggi della miscelazione cro­matica mediante lampade colora­ te stanno nell‘assenza di compli­ cati elementi meccanici e di filtri colorati con bassa capacità di trasmissione. Il concetto ‚varychrome‘ indica la miscelazione dei colori. Deriva dall‘aggettivo latino ‚varius‘, che significa diverso, e dal sostantivo greco ‚chroma‘, colore.

Tecnica

I colori delle lampade fluorescenti in linea di principio possono esse­re scelti liberamente. Con lampa­ de fluorescenti colorate in rosso, verde e blu è possibile ottenere innumerevoli miscele di colori. La saturazione e il punto di colo­ re delle lampade determinano dimensioni e forma del triangolo cromatico che ne risulta. Con lampade in bianco caldo, bianco neutro e bianco della tonalità del­ la luce diurna è possibile produrre diversi effetti cromatici bianchi. Le lampade fluorescenti produ­ cono prevalentemente una luce diffusa con poca brillanza.

Lampade fluorescenti

Gli apparecchi con LED dispongo­ no di un‘alta saturazione croma­ tica e quindi creano un triangolo cromatico grande. Le caratteristi­ che dei LED sono il basso flusso luminoso, le piccole dimensioni e la lunga durata.

LED

Edizione: 10.01.2008 | Versione attuale su www.erco.com

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E

Guida Simulazione e calcolo

Introduzione alla simulazione

Simulazione della luce

Dati di progettazione

Esempi di progettazione

Edizione: 05.12.2006 | Versione attuale su www.erco.com

Calcoli

La simulazione ed il calcolo della luce sono diventati parte costituente della progettazione illuminotecnica e consentono degli sviluppo creativi di soluzioni luminose al computer. L‘impiego va dalla valutazione di concezioni sperimentali fino alle presentazioni fotorealistiche. Le procedure di calcolo consentono analisi quantitative per il controllo degli illuminamenti necessari. La conoscenza dei fondamenti tecnici facilita un impiego efficiente di questi strumenti.

375


E

Guida Simulazione e calcolo Introduzione alla simulazione

Valutazione e ­presentazione

Simulazione ed ­elaborazione grafica

Simulazione quantitativa e qualitativa

Simulazione e realtà

Interazione

Processo di ­progettazione

Edizione: 05.12.2006 | Versione attuale su www.erco.com

Gli architetti ed i progettisti illuminotecnici utilizzano diversi metodi per rappresentare le idee ed i dettagli tecnici e per comunicare con gli altri soggetti che partecipano al progetto. Già nella fase dello sviluppo si possono confrontare le concezioni in modo esaustivo e si possono prendere le decisioni necessarie per la fase di realizzazione. A partire dagli anni '80 la tecnologia digitale della simulazione ha superato gli affermati metodi degli schizzi, della produzione di modelli, campioni e disegni.

376


E

Guida Simulazione e calcolo Introduzione alla simulazione

Valutazione e presentazione

Come nella modellistica si distingue tra il modello di lavoro ed il modello di presentazione, anche nel settore della simulazione si ha una distinzione simile. Il modello di lavoro facilita il processo di sviluppo con diverse varianti abbozzate. Al contrario il modello di presentazione è molto attento al dettaglio. Gli schizzi, i disegni digitali o le foto ritoccate costituiscono per la progettazione luminosa delle veloci tecniche di visualizzazione. Per gli ulteriori studi sono poi possibili una prima simulazione grezza senza la precisa definizione dei materiali e degli apparecchi. Nella fase successiva si può poi realizzare una simulazione con superfici ed apparecchi realistici, con dati fotometrici precisi per la progettazione in dettaglio e per la presentazione.

Simulazione ed elaborazione grafica

In genere la simulazione viene associata con modelli in 3D e con una precisa illustrazione dell‘effetto luminoso. Per le visualizzazioni schematiche si impiega invece spesso l‘elaborazione digitale delle immagini in rappresentazioni in due o tre dimensioni. Queste hanno il vantaggio dell‘astrazione e della veloce realizzazione. Se l‘ambiente da illuminare è molto complesso questo metodo ha però dei limiti perché non fornisce quasi alcuna informazione sugli standard e sulle geometrie complesse, necessari per una progettazione dettagliata.

Simulazione quantitativa e qualitativa

La simulazione nella progettazione illuminotecnica comprende due campi. La simulazione quantitativa mira ad ottenere dei valori numerici fisicamente corretti per controllare il rispetto delle luminanze e degli illuminamenti previsti nelle normative. La simulazione qualitativa invece porta in primo piano l‘atmosfera dell‘ambiente. Il progettista illuminotecnico può così comunicare la sua idea estetica del progetto di illuminazione.

Edizione: 05.12.2006 | Versione attuale su www.erco.com

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E

Guida Simulazione e calcolo Introduzione alla simulazione

Simulazione e realtà

Spesso la qualità delle simulazioni viene misurata sulla sua attinenza alla realtà e ci si pone la domanda se il rendering sia fisicamente cor­retto o se la rappresentazione sia fotorealistica. Il criterio dei dati fisicamente corretti si rifà ai valori numerici della simulazione quantitativa. La rappresentazione su di un monitor o una stampa a colori su carta non potranno mai rendere la stessa impressione di un ambiente reale. Come un fotografo regola l‘esposizione con l‘apertura e la chiusura del diaframma, anche nella produzione di un rendering si dovrà prendere la stessa decisione per la rappresentazione. A ciò si unisce il contrasto del media utilizzato. Nè una stampa a colori nè una rappresentazione sullo schermo o un‘immagine proiettata di un Beamer può rendere correttamente i reali contrasti di luminanza. L‘impressione fotorealistica di una simulazione di qualità deriva piuttosto dalla rappresentazione precisa degli effetti di luce, come ad esempio l‘alternarsi di luci ed ombre o la riflessione della luce sulle superfici.

Interazione

Per vedere le modifiche direttamente nella fase di elaborazione l‘utente impiega volentieri una simulazione interattiva. All‘attuale stato della tecnica i program­mi possono offrire solo una dato livello di interazione. Ciò dipende molto dalle capacità dell‘hard­ ware. In genere i programmi rappresentano interattivamente le modifiche alle geometrie, la variazione del punto di vista, delle texture e le semplici modifiche alle sorgenti luminose e alle ­carat­teristiche dei materiali. Attualmente non si possono ese­ guire interattivamente le modifiche delle specchiature, delle ombre complesse e della luce indiretta.

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E

Guida Simulazione e calcolo Introduzione alla simulazione

Processo di progettazione

Edizione: 05.12.2006 | Versione attuale su www.erco.com

Per una simulazione efficiente della luce nel processo di progettazione è decisivo un adeguato livello di definizione dei dettagli ed una collaborazione con uno specialista. Stabilendo l‘entità dei dettagli si determinano i tempi ed i costi del progetto. Per la realizzazione della simulazione della luce lo studio di progettazione può scegliere tra la realizzazione interna o la delega ad uno specialista esterno. La soluzione interna consente di realizzare il rendering parallelamente al processo di progettazione. Nelle simulazioni più complesse lo scambio di informazioni con lo specialista esterno diventa inoltre piuttosto laborioso. D‘altra parte lo specialista esterno ha maggiore esperienza, può produrre più velocemente dei risultati e ridurre quindi i costi per lo studio di progettazione. La simulazione della luce in sé può essere suddivisa in quattro fasi: la modellazione delle geome­ trie, la definizione dei materiali, l‘illuminazione del modello ed il processo di rendering.

379


E

Guida Simulazione e calcolo Simulazione della luce

Modello ­tridimensionale

Superfici

Luce

Rendering

Valutazione

Hardware

Software

Sviluppi

Edizione: 05.12.2006 | Versione attuale su www.erco.com

La simulazione della luce si è affermata come un metodo utile per visualizzare e controllare l‘illuminazione. Richiede dapprima l‘esecuzione di alcune fasi del progetto che precedono il proces­ so di rendering: L‘idea di base e gli schizzi, il modello CAD in 3D e la specificazione delle sorgenti luminose e delle caratteristiche delle superfici. Per una simulazione luminosa professionale l‘utente impiega dei programmi spe­ ciali, come 3ds viz/max o DIALux. La maggior parte dei ­programmi CAD non sono invece in grado di simulare la luce in modo fisicamente corretto.

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E

Guida Simulazione e calcolo | Simulazione della luce Modello tridimensionale

Esportare ed ­importare

Edizione: 05.12.2006 | Versione attuale su www.erco.com

Topologia

Geometria

Alla base di una simulazione si hanno i dati tridimensionali di un ambiente, dai quali viene calcolata una sua immagine. I dati in 3D possono provenire da normali programmi CAD o da altre applicazioni speciali. Se lo studio di progettazione lavora già con dei dati in 3D, questi potranno essere importati nel software per la simulazione della luce. Quanto più dettagliato è il modello in 3D, tanto maggiore sarà la qualità della simulazione della luce, ma tanto maggiore sarà anche il ­tempo necessario per calcolarla.

381


E

Guida Simulazione e calcolo | Simulazione della luce Modello tridimensionale

Esportare ed importare

Se si ha un modello in 3D rea­ lizzato con un altro programma, diverso da quello della simulazione della luce, sarà possibile trasferire i suoi dati con le funzioni di import ed export. Siccome i modelli in 3D contengono dei dati complessi, l‘utente deve tener con­to degli errori ed eseguire ­delle correzioni manuali. Si consiglia quindi di eseguire le operazioni di export con i forma­ti più comuni. Dei formati tridimensionali CAD molto utilizzati sono ad esempio i formati DWG, DXF e 3DS.

Topologia

I programmi CAD funzionano sempre di più con funzioni in grado di generare le componenti delle costruzioni, ad esempio le colonne o i soffitti. Spesso non è chiaro se compongano gli elementi come delle superfici o come dei volumi. Nei programmi di simulazione l‘utente si confronta con gli elementi tridimensionali fondamentali senza avere delle indicazioni sulla loro costruzione: punto, linea, superficie e perpendicolare: il punto con le coordinate X, Y e Z, la linea tra due punti e la superficie derivante da tre punti. La normale è perpendicolare alla superficie e ne indica il lato anteriore. Dopo l‘esportazione da un programma CAD che genera le componenti delle costruzioni l‘utente deve considerare una struttura diversa per la modifica delle geometrie in un programma di simulazione.

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E

Guida Simulazione e calcolo | Simulazione della luce Modello tridimensionale

Geometria

Edizione: 05.12.2006 | Versione attuale su www.erco.com

Siccome i modelli CAD rispondono ad altre esigenze rispetto ai modelli per la simulazione della luce, spesso nelle simulazioni si hanno dei problemi dovuti alle geometrie dei modelli. Se in un programma CAD la costruzione di tutti le funi metalliche della rin­ghiera di una scala come cilindri ad alta risoluzione non costituisce un problema, il calcolo delle super­ fici dei cilindri nel Rendering si rivela molto complicato. L‘utente dovrà tenerne conto già nella costruzione del modello in 3D e nelle impostazioni per l‘esportazione. Le simulazioni richiedono comunque una gran­de quantità di calcoli, ma con l‘ottimizzazione delle geometrie si può ridurre sensibilmente la complessità per la simulazione dell‘illuminazione. Ponendo le geometrie piccole ma ricche di dettagli su di un Layer disattivato si possono ridurre i tempi di calcolo. Si consiglia inoltre una struttura di Layer basati sui materiali per dei veloci calcoli intermedi.

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E

Guida Simulazione e calcolo | Simulazione della luce Superfici

Shading

Edizione: 05.12.2006 | Versione attuale su www.erco.com

Texture

L‘osservatore riconosce i materiali dalla definizione delle caratteristi­ che della sua superficie. Nei programmi di simulazione si possono eseguire delle impostazioni semplici o complesse, a seconda del livello qualitativo desiderato.

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E

Guida Simulazione e calcolo | Simulazione della luce Superfici

Shading

Il termine inglese «Shading» signi­ fica ombreggiatura. Con uno shader l‘utente definisce le qualità illuminotecniche delle superfici assegnando loro colore, grado di riflessione e trasparenza. Questi parametri determinano l‘impressione che la luce crea sull‘oggetto e le influenze sull‘ambiente circostante. L‘effetto luminoso determinato dalle caratteristiche dei materiali dipende sempre dal tipo e dalla posizione delle sorgenti luminose e diventa visibile solo come risultante della combinazio­ ne dei fattori di ombreggiatura e di illuminazione. Così i punti lucidi sulle superfici riflettenti variano a seconda della luce e delle sorgenti luminose.

Texture

Per non rappresentare un oggetto con un unica tonalità cromatica si devono assegnare delle texture alle superfici. In questa tecnica definita «Mapping» si possono utilizzare come elementi dei campioni grafici astratti o delle foto. I programmi di simulazione sono dotati di un‘ampia biblioteca di campioni di materiali, come ad esempio legno o calcestruzzo a vista. Con delle speciali procedure di Mapping (Bump Mapping) si possono modificare le microstrutture per dare un‘impressione di superfici tridimensionali. Le foto creano un effetto molto realistico, che può essere assegnato alle superfici come texture. Per ottenere una buona qualità la foto deve avere un‘elevata definizione, deve essere scattata il più frontalmente possibile, non deve avere dei riflessi luminosi o degli specchi e non deve rappresentare un‘immagine distorta da lenti.

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Guida Simulazione e calcolo | Simulazione della luce Luce

Luce diretta

Luce indiretta

Sorgenti luminose

Quando il progettista vuole dare una sensazione immediata dell‘at­ mosfera di un ambiente la luce costituisce uno dei più importanti fattori della visualizzazione. Essa è una componente essenziale della percezione dell‘ambiente e determina l‘interpretazione che le persone danno agli spazi e agli oggetti. La simulazione della luce nei modelli tridimensionali con procedure di rendering richiede molto tempo. L‘utente può fare ricorso alle sorgenti luminose standardizzate o lavorare con serie di dati digitali per la raffi­ gurazione di apparecchi reali.

Luce diurna

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Guida Simulazione e calcolo | Simulazione della luce Luce

Luce diretta

Con la luce diretta il raggio di luce va direttamente dalla sorgente luminosa alla superficie illuminata. Se non ci sono osta­ coli al raggio di luce, il punto sulla superficie viene considerato illuminato. Il calcolo della luce diretta richiede una quantità di calcoli limitata ed era già possibile all‘inizio degli sviluppi della grafica computerizzata. Presenta però delle forti limitazioni, in quanto non tiene conto della luce indiretta: una stanza illuminata con un washer per soffitti sarebbe quindi completamente buia, tranne che per l‘area del soffitto investita dalla luce diretta.

Luce indiretta

La luce indiretta deriva dalla rifles­ sione della luce su di una superficie. Il grado di riflessione della superficie ed il grado di dispersione, in genere idealizzato, determinano la luce riflessa indiretta. Per dare un‘impressione realistica di un ambiente si devono calcolare quante più interriflessioni possibili, in modo da ottenere una distribuzione naturale della luce nell‘ambiente stesso. Solo negli anni '90 i progressi tecnologici a livello di hardware hanno reso possibili questi calcoli complessi. Il calcolo della luce indiretta viene detto anche «Global Illumination».

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Guida Simulazione e calcolo | Simulazione della luce Luce

Sorgenti luminose Distribuzione della luce

Nei programmi di simulazione si hanno delle sorgenti luminose generiche: luce accentuata, puntuale, diffusa o solare. La rappresentazione di apparecchi speciali richiede però un'interfaccia che consenta di importare i dati sulle caratteristiche di distribuzione del­ la luce degli apparecchi. Queste serie di dati sono messe a disposizione dalla maggior parte dei produttori di apparecchi e descrivono le specifiche caratteristiche di distribuzione di ciascun apparecchio. Il formato IES è il formato internazionale generalmente uti­lizzato. Senza tali file non si possono calcolare correttamente gli apparecchi, ad esempio quelli con una distribuzione asimmetrica della luce, come i wallwasher o i washer per soffitti. L‘impiego di accessori come le lenti per sculture influisce sulla distribuzione della luce e richiede quindi un file a sé stante.

Sorgenti luminose Modello tridimensionale

Se l‘utente non desidera limitarsi ad una simulazione quantitativa della luce ma vuole anche rappresentare l‘effetto degli apparecchi nell‘ambiente, ha bisogno dei modelli tridimensionali degli apparecchi. Alcuni produttori di apparecchi mettono a disposizione a tal fine degli apparecchi cosiddetti virtuali, che racchiudono la geometria tridimensionale dell‘apparecchio, le caratteristiche delle sue superfici, gli assi di rota­ zione funzionali e la distribuzione luminosa. Con la cinematica inver­ sa si possono allestire i faretti in modo veloce e realistico: l‘utente orienta la distribuzione della luce nell‘ambiente e gli elementi mobili degli apparecchi vengono inseriti di conseguenza.

Luce diurna

La luce diurna con luce solare direttamente incidente o con la luce diffusa del cielo coperto con­ferisce alle simulazioni un‘immagine molto realistica. Pur essendo la luce diurna semplice da calco­ lare per le presentazioni e gli stu­di sulle ombreggiature, l‘analisi quantitativa è molto complessa. Per ottenere dei risultati precisi sull‘abbagliamento nelle postazio­ ni di lavoro e per la trasmissione del calore a seconda delle diverse vetrate e schermature solari sono necessari dei software speciali e degli strumenti di analisi specifici.

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Guida Simulazione e calcolo | Simulazione della luce Rendering

Radiosity

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Photon mapping

Raytracing

Con il cosiddetto Render-Engine si possono generare delle immagini fotorealistiche da un modello tridimensionale. Ogni programma di simulazione è dotato di specia­li processi di rendering, ciascuno con i suoi vantaggi e svantaggi. L‘esperienza insegna che, visti i progressi nelle prestazioni degli hardware, ogni 3-4 anni vengono sviluppati dei nuovi tipi di calcolo. Anche se l‘ottimizzazione dei programmi di simulazione procede intensivamente, la qualità del rendering dipende anche e in modo consistente dalle capacità dell‘utente.

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Guida Simulazione e calcolo | Simulazione della luce Rendering

Edizione: 05.12.2006 | Versione attuale su www.erco.com

Radiosity Nel calcolo dell‘illuminazione con processi Radiosity i raggi luminosi partono dalle sorgenti luminosi e vengono riflessi quando incontrano una superficie. Questo processo continua in un dato numero di ite­razioni e tiene conto anche della luce riflessa di altre superfici. Un vantaggio significativo di Radiosity consiste nella memoriz­ zazione delle caratteristiche della luce in una rete basata sulla geometria del modello. Si può così successivamente variare il punto di vista senza dover eseguire di nuovo i calcoli. Come svantaggio con Radiosity si ha l‘effetto di allungamento dei tempi di calcolo dovuto ai detta-­ ­gli, alle sfere o alle scene comples­ se che richiedono una quantità molto elevata di poligoni. Selezionando una rete relativamente grezza di valori luminosi per velocizzare il calcolo si possono avere invece degli errori nel calcolo del­

la distribuzione luminosa. Radiosity è stato uno dei primi processi di calcolo della luce e si è diffuso molto per la sua capacità di calcolare l‘illuminazione indiretta diffusa. Se nell‘animazio­ ne di un modello architettonico si modifica solo il punto di vista ma non l‘illuminazione, basta un unico calcolo per avere a disposizione le diverse prospettive.

Photon mapping Il Photon Mapping funziona in modo simile al processo di Ray­ tracing. Mentre il Raytracing funziona con raggi che partono dall‘occhio, il Photon Mapping impiega i raggi che partono dalla sorgente luminosa. Il Photon Mapping funziona con particelle virtuali, cosiddetti «fotoni», dai quali la luce irradia nello spazio. Se incontrano una superficie ven­gono riflessi ed i valori luminosi vengono memorizzati. Una cartina a sé stante (Photon Map) memorizza le impostazioni dei fotoni. Non è quindi legata alle geometrie e può essere impiega­ ta per le simulazioni con calcoli distribuiti sulla rete. La posizione del punto di vista può essere modi­ ficata senza eseguire nuovamente i calcoli – sebbene questa procedura non sia possibile interattiva­ mente.

Quanti più fotoni presenta il mo­dello, tanto più accurate saranno le transizioni nel Rendering e tanto maggiore sarà la quantità di calcoli da eseguire. Dopo una determinata quantità di riflessio­ ni la cartina dei fotoni ha la precisione desiderata. In un ulteriore processo si possono fondere i punti con un‘ulteriore procedura di calcolo detta Gathering. Il Photon Mapping serve come base per successive procedure di calcolo. Per rappresentare al meglio i dettagli lo si impiega in combinazione con il Raytracing. Un metodo basato esclusivamen­ te sul Raytracing può essere più dispendioso nei modelli con sorgenti luminose molto piccole e molto forti.

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Guida Simulazione e calcolo | Simulazione della luce Rendering Raytracing Il calcolo della luce con Ray­trac­ing, detto anche Monte Carlo Ray­ tracing, a differenza di Radiosity e Photon Mapping, non parte dai raggi luminosi emessi dalle sorgenti luminose. I raggi partono invece dal punto di vista ed arrivano al modello ed alle sorgenti luminose. Quando i raggi che partono dal punto di vista incontrano una superficie, si controlla se vi sono altri raggi che la illuminano, se riflette la luce o se è in ombra. Il risultato per ciascun punto viene rappresentato come un pixel dell‘immagine. Maggiori sono la risoluzione selezionata per l‘immagine e il numero delle superfici riflettenti, maggiore il numero di raggi e quindi la complessità del calcolo della simulazione. Il vantaggio del Raytracing con­ siste nella rappresentazione preci­sa dei dettagli e delle ombre. Siccome questo modo dipende dal

Edizione: 05.12.2006 | Versione attuale su www.erco.com

piano scelto per l‘immagine, una modifica del punto di vista e della direzione dello sguardo richiede un nuovo calcolo. Le scene con molti contrasti sono critiche, in quanto le radiazioni incidenti partono dal punto di vista e delle sorgenti di luce, come ad esempio delle piccole finestre in una grande parete, potrebbero essere tralasciate nel calcolo.

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Guida Simulazione e calcolo | Simulazione della luce Valutazione

Rappresentazione in immagini

Edizione: 05.12.2006 | Versione attuale su www.erco.com

Artefatti

Così come si può valutare la qualità delle foto in base a dei criteri tecnici, così i progettisti possono controllare che i rendering non abbiano errori. Se la prima im­pressione spesso è decisiva per il giudizio estetico e la naturalezza degli effetti luminosi nell‘ambiente, per una valutazione tec­ nica ci sono invece diversi criteri da applicare. Al desiderio di un‘im­ magine il più possibile precisa si contrappone il dispendio per una modellazione dettagliata ed i tem­ pi di calcolo più lunghi. Per ogni simulazione si deve trovare un compromesso di buonsenso tra la precisione e la velocità.

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Guida Simulazione e calcolo | Simulazione della luce Valutazione

Rappresentazione in immagini

Edizione: 05.12.2006 | Versione attuale su www.erco.com

Nella valutazione della rappresen­ tazione sono di primaria importan­ za gli aspetti estetici. Scegliendo tra prospettiva isometrica, centrale o a due punti si sceglie tra un taglio geometrico ed uno realistico. Anche la luminosità complessiva, il contrasto e la saturazione dei colori consentono una rappresentazione realistica. Un‘accurata definizione delle superfici crea un effetto quasi fotografico.

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Guida Simulazione e calcolo | Simulazione della luce Valutazione

Artefatti

Ambiente con pochi punti ­campione

Ambiente con punti campione sufficienti

Ombre con forte interpolazione

Dettaglio delle ombre con forte interpolazione

Ombre con buona interpolazione

Superfici con pochi punti ­campione

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Una buona impostazione nel calcolo delle immagini può essere controllata valutando la realizzazione dei dettagli. Se le linee curve mostrano degli effetti aliasing, come spigoli e linee troppo grezze, ciò è indice di un’ecces­ siva riduzione delle capacità di calcolo. Spesso si possono ridurre sensibilmente i tempi di calcolo prendendo solo dei punti campione e livellandoli tra loro. Questa soluzione non viene notata sulle superfici piane, ma sulle forme piccole e complesse viene percepita come un errore. La rilevanza di questa operazione è maggiore per i dettagli con contrasti di luminanza. Lo stesso problema lo si ha con gli andamenti della luminanza sugli spigoli degli elementi o le ombre troppo leggere di una scultura quando le ombre di un ambiente vengono interpolate eccessivamente. Una griglia troppo grezza, così come un calcolo non ottimale delle componenti, conducono a distribuzioni della luce errate, per le quali ad esempio la luce viene irradiata attraverso la parete o il soffitto.

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Guida Simulazione e calcolo | Simulazione della luce Hardware

Processore

Edizione: 05.12.2006 | Versione attuale su www.erco.com

Memoria di lavoro

Scheda grafica

La maggiore velocità di calcolo di un hardware veloce è più chiara nella simulazione dell‘illuminazione che non in altre applicazioni, quali la comunicazione o l‘elaborazione di testi. Per un processo di simulazione efficiente sono decisive le qualità del processore, della memoria e della scheda grafica.

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Guida Simulazione e calcolo | Simulazione della luce Hardware

Processore

Il processore (CPU, Central Processing Unit) è responsabile delle capacità di calcolo. Se la velocità di un processore è doppia rispetto a quella di un altro, il tempo di calcolo per un rendering si dimezza. Oggi si consigliano i proces­sori duali. Alcuni centri di calcolo sono dotati di più di una CPU. Per i compiti più complessi l‘utente può collegare diversi computer in rete per distribuire i compiti di calcolo.

Memoria di lavoro

La memoria (RAM, Random Access Memory) non è direttamente collegabile alla velocità di calcolo. In prima linea decide le dimensioni della scena da elaborare, prima che i dati vengano fissati sul disco rigido. Questo processo di scrittura è lento e blocca il processo di rendering. Siccome questa dipendenza non è lineare, la capacità diminuisce in modo sensibile al di sotto di un dato valore limite. Se il calcolo deve ricorrere spesso al supporto del disco rigido, si rende necessaria un‘espansione della memoria di lavoro.

Scheda grafica

La scheda grafica determina il grado delle interattività possibili con i modelli 3D, in particolare per gli oggetti testurizzati. La scheda grafica non ha molto a che fare con l‘effettiva velocità di calcolo. Alcuni sviluppi lasciano però intendere che la scheda grafica verrà utilizzata in futuro anche per le simulazioni.

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Guida Simulazione e calcolo | Simulazione della luce Software

DIALux

Edizione: 05.12.2006 | Versione attuale su www.erco.com

Autodesk

Radiance

Per la simulazione dell‘illumina­zio­ ne si dispone di un‘ampia ­scelta di programmi. La varietà di software va da una veloce analisi quantita­ tiva ad una visualizzazione di qua­lità. L‘utente può riconoscere nel manuale se si tratti di una simulazione dell‘illu­minazione fisicamente corretta verificando se il programma supporti Global Illumination o Radiosity ed i formati IES o Eulumdat. In tal caso l‘utente può comporre i dati fotometrici con i rispettivi dati DXF 3D.

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Guida Simulazione e calcolo | Simulazione della luce Software

DIALux

DIALux è un programma di proget­ tazione illuminotecnica gratuito per il calcolo e la visualizzazione. Il programma è stato realizzato dal Deutschen Institut für Angewandte Lichttechnik (Istituto Tedesco per le Applicazioni Illuminotecniche, DIAL). Il software DIALux consente un‘analisi quantitativa di un progetto in modo semplice e veloce ed è dotato di una semplice funzione di visualizzazione tridimensionale. Il formato di dati ULD per gli apparecchi comprende le geometrie tridimensionali degli apparecchi, la distribuzione della luce ed una descrizione degli articoli. I moduli PlugIn dei produttori di apparecchi comprendono degli ulteriori dati di progettazione quali i fatto­ ri di manutenzione e i valori UGR. Per ulteriori informazioni sul soft­ ware DIALux: www.dialux.com

Autodesk

La Autodesk ha realizzato con il software VIZ un programma di alto livello per la visualizzazione. I dati degli apparecchi per Autodesk VIZ o per 3ds Max ­comprendono dei modelli tridimensionali degli apparecchi, per le caratteristiche delle superfici e delle tessiture e per la mobilità delle componenti (Inverse Kinematic). Con l‘Inverse Kinematic bastano poche impostazioni per orientare i faretti. Per la simulazione della luce sono necessari degli ulteriori dati fotometrici. Nello Autudesk VIZ o nel 3ds Max è possibile un calcolo della radiosità per una simulazione della luce fisicamente corretta.

Radiance

Radiance è un programma professionale di Berkeley Lab per la simulazione della luce. L‘ampia scelta di strumenti di calcolo e di analisi richiede delle conoscenze molto ampie dei sistemi operativi e dei comandi Shell e per questo viene in genere utilizzato nei centri di ricerca e nelle imprese altamente specializzate. Vista la sua complessità, questo programma non è adatto ad una rappresentazione veloce di una progettazione luminosa di qualità. Con i dati IES degli apparecchi di illuminazione si può ottenere una simulazione della luce corretta in termini fisici.

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Guida Simulazione e calcolo | Simulazione della luce Sviluppi

100 % 80 60 40 20 0 300

HDR

Edizione: 01.03.2010 | Versione attuale su www.erco.com

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700

Spettro luminoso

800 nm

Rendering in tempo reale

La visualizzazione tridimensiona­ le, in confronto ad altre tecnolo­ gie come la fotografia digitale o il Desktop Publishing, non è per niente ad uno stato maturo. Nel giro di pochi anni si potrebbero avere delle innovazioni che modi­ ficheranno sensibilmente i proce­ dimenti di calcolo. Lo sguardo per alcune aree di sviluppo è rivolto alla simulazione della luce.

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Guida

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Simulazione e calcolo | Simulazione della luce Sviluppi HDR L‘espressione HDR sta per «High Dynamic Range» e descrive un formato tecnico in grado di memo­ rizzare e visualizzare un elevato contrasto di luminanza. Gli odier­ni apparecchi di output grafico funzionano in gran parte come «Low Dynamic Range» con 255 gra­ di di canali cromatici RGN (8 bit). In una scena con contrasto di lumi­ nanza molto grande, ad esempio per la presenza del sole, ci posso­ no avere zone 100.000 volte più luminose delle zone in ombra. Se si salva l‘imma­gine come file .tif o .jpg, il contrasto viene compresso ed il sole è solo 255 volte più chia­ ro delle ombre. Nell‘immagine il sole ed un vaso bianco possono essere entrambe bianchi e quindi il reale contrasto di luminanza non viene reso correttamente. Siccome nelle immagini in forma­ to HDR (32 bit) tutta la gamma di contrasti viene mantenuta, si hanno nuove possi­bilità per la

100 % 80 60 40 20 0 300

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800 nm

700

800 nm

Distribuzione relativa dello spettro Lampade ad incandescenza

100 % 80 60 40 20 0 300

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500

600

Distribuzione relativa dello spettro Lampade a scarica ad alta pressione

Spettro luminoso La qualità della resa cromatica in genere non è riproducibile nei moduli di simulazione, in quanto non sono ancora disponibili dati e programmi dotati di tale funzio­ ne. Il software attualmente non calcola tutto lo spettro visibile del­ la luce, ma solamente determinati segmenti: rosso, verde e blu. Sic­ come i diversi tipi di lampade non hanno lo stesso spettro luminoso si hanno diverse rese cromatiche che non possono essere rappre­ sentate dai programmi di simu­ lazione. Al livello attuale della tecnologia non è quindi possibile esprimersi ad esempio sulla resa cromatica dei prodotti tessili in un negozio dotato di una determi­ nata illuminazione. Delle future funzioni in tal senso renderebbero possibile l‘ulteriore definizione sia delle sorgenti luminose che delle superfici in relazione al loro ­spettro cromatico. Rendering in tempo reale Nelle simulazioni si ha sempre un lasso di tempo tra l‘inserimento dei dati ed il risultato. D‘altra par­ te si cerca sempre di eseguire il calcolo in tempo reale. Già oggi numerose funzioni possono essere rappresentate in tempo reale. I progressi tecnici vanno però spes­ so in direzione di una maggior qualità della rappresentazione, e questo a scapito della velocità di calcolo. Un impulso viene dato dalle tecniche in tempo reale dei giochi per computer, per i quali l‘interazione modifica diretta­ mente le immagini sullo schermo. L‘utente nei giochi per computer assiste a dei complessi processi di calcolo comuni anche nella

Edizione: 01.03.2010 | Versione attuale su www.erco.com

simulazione dell‘illuminazione o il rendering. Se già oggi questa sta diventando la prassi, lo sviluppo dei monitor che supportano il formato HDR porterà questa tecnologia a migliorare qualita­ tivamente. Nel medio termine il formato HDR sostituirà gli odierni formati per immagini. Il formato per immagini RAW è già un primo passo in questa direzione.

simulazione dell‘architettura. Nei giochi i produttori di programmi di rendering sviluppano soluzioni che sfruttano le crescenti poten­ zialità delle funzioni hardware delle schede grafiche.

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Guida Simulazione e calcolo Calcoli

Potenza allacciata

Illuminamento ­puntuale

Fattore di ­manutenzione

Procedura UGR

Procedura di ­rendimento

Costi di illuminazione

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

La progettazione di impianti di illuminazione richiede tutta una serie di calcoli tecnici ed econo­ mici. Questi si rifanno di regola ai livelli di illuminazione media o ad illuminamenti esatti nei sin­ goli punti dell‘ambiente. Inoltre possono essere significativi la luminanza delle singole parti ­dell‘ambiente, le caratteristiche qualitative dell‘illuminazione, quali le ombre e la resa dei con­ trasti o i costi degli impianti di illuminazione, incluse le spese di manutenzione.

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Guida Simulazione e calcolo | Calcoli Potenza allacciata

Numero degli ­apparecchi

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

Illuminamento

Nella progettazione basata sulla potenza di allacciamento, dati gli apparecchi e le sorgenti luminosi, si fornisce la potenza di allaccia­ mento o il numero di apparecchi necessari per ottenere l‘illumina­ mento desiderato. In alternativa si può calcolare l‘illuminamento medio partendo dalla potenza allacciata e dalle sorgenti lumi­ nose. La progettazione basata sulla potenza allacciata trova applicazione nella progettazione di moduli regolari di apparecchi. Per una progettazione indicativa dell‘illuminazione i produttori di apparecchi forniscono delle tabelle per calcolare gli illumina­ menti in funzione del numero di apparecchi.

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Guida Simulazione e calcolo | Calcoli Potenza allacciata

Numero degli apparecchi

Illuminamento

Specifications 22227.000 Connected load of one luminaire P: 66.0 W Connected load per 100lx P*: 2.81 W/m2 Em Maintained value of illuminance DIN EN 12464 f Correction factor from separate correction table 0.93 MF Maintenance factor, reference value 0.80

Specifications 22227.000 Connected load of one luminaire P: 66.0 W Connected load per 100lx P*: 2.81 W/m2 Em Maintained value of illuminance DIN EN 12464 f Correction factor from separate correction table 0.93 MF Maintenance factor, reference value 0.80

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

Example with P* Em · a · b · P* n= P · f · MF 500lx · 12m · 14m · 2.81W/m2 n= 66W · 0.93 · 0.81 · 100lx n = 48

Example with P* n · P · f · MF Em = a · b · P* 48 · 66W · 0.93 · 0.80 · 100lx Em = 12m · 14m · 2.81W/m 2 E m =499

Il calcolo del numero di apparec­ chi necessari per un dato illumina­ mento si basa sui valori dati della potenza allacciata per apparec­ chio e per 100lx. Un‘altra misura da considerare è il fattore di manu­ tenzione, per poter garantire gli illuminamenti necessari per tutto il tempo in cui l‘impianto è in fun­zione. Siccome i valori sono calco­ lati su di un ambiente standard, il calcolo dovrà includere un fattore di correzione per le condizioni differenti.

La condizione per calcolare gli illuminamenti ottenuti con un dato numero di apparecchi è la conoscenza della potenza allac­ ciata per apparecchio e per 100lx. Con il coinvolgimento del fattore di manutenzione si può ricavare anche il valore della manutenzio­ ne dell‘illuminamento. Il valore di manutenzione indica l‘illumi­ namento sotto il quale l‘impianto di illuminazione non deve scen­ dere. Siccome i valori sono calco­ lati su di un ambiente standard, il calcolo dovrà includere un fattore di correzione per le condi­ zioni differenti.

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Guida Simulazione e calcolo | Calcoli Illuminamento puntuale Con l‘ausilio della legge fotome­ trica della distanza si può calco­ lare l‘illuminamento nei singoli punti dello spazio. Tale legge si basa sul fatto che l‘illuminamento diminuisce in modo proporzionale al quadrato della distanza dalla sorgente luminosa. In questo cal­ colo non si considerano le com­ ponenti indirette dell‘illuminazio­ ne. Il calcolo dell‘illuminamento puntuale può essere eseguito sia per l‘illuminazione con un singolo apparecchio che per più apparec­ chi. Per applicazioni molto limita­ te, con apparecchi singoli, è pos­ sibile anche un calcolo manuale. In presenza di diversi apparecchi e punti si hanno invece dei pro­ grammi per la progettazione illu­ minotecnica che tengono conto anche dell‘illuminazione indiretta. I programmi possono fornire gli illuminamenti per tutte le super­ fici che delimitano l‘ambiente e per i piani di lavoro. Per la rap­ presentazione grafica si hanno diagrammi isolux o la rappresen­ tazione a falsi colori.

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Guida Simulazione e calcolo | Calcoli Fattore di manutenzione

Fattore di manuten­ Fattore di manuten­ zione dell'apparecchio zione del locale

Fattore di manuten­ zione del flusso lumi­ noso della lampada

Per garantire l‘illuminamento necessario nel tempo la proget­ tazione illuminotecnica prevede il calcolo di un fattore di manu­ tenzione MF (Maintenance Factor) che valuti i cali dei flussi luminosi di un impianto di illuminazione. Il valore da nuovo dell’illuminamen­ to di un impianto viene quindi calcolato sulla base del valore di manutenzione dell’illuminamento e del fattore di manutenzione. Il piano di manutenzione fissa degli intervalli di pulizia degli apparec­ chi e dell‘ambiente e gli intervalli per la sostituzione delle lampade. Il valore di manutenzione dell‘illu­ minamento dipende quindi dagli apparecchi, dalle lampade e dalle condizioni dell‘ambiente.

Fattore di durata ­della lampada

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

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Guida Simulazione e calcolo | Calcoli Fattore di manutenzione

Fattore di manutenzione ­dell'apparecchio

Cleaning frequency (a) Environmental conditions A Open luminaires B Open-top reflectors C Closed-top reflectors D Closed reflectors E Dustproof luminaires F Luminaires with indirect emission 1 P C N D 0.96 0.93 0.89 0.83 0.96 0.90 0.86 0.83 0.94 0.89 0.81 0.72 0.94 0.88 0.82 0.77 0.98 0.94 0.90 0.86 0.91 0.86 0.81 0.74

Fattore di manutenzione del locale

2 P C N D 0.93 0.89 0.84 0.78 0.89 0.84 0.80 0.75 0.88 0.80 0.69 0.59 0.89 0.83 0.77 0.71 0.95 0.91 0.86 0.81 0.86 0.77 0.66 0.57

3 P C N D 0.91 0.85 0.79 0.73 0.84 0.79 0.74 0.68 0.84 0.74 0.61 0.52 0.85 0.79 0.73 0.65 0.94 0.90 0.84 0.79 0.80 0.70 0.55 0.45

Cleaning frequency (a) Environmental conditions Direct emission Direct/indirect emission Indirect emission Classification of Environmental ­Conditions P (very clean room) pure C (clean room) clean N (average conditions) normal D (dirty room) dirty 1 P C N D 0.99 0.98 0.96 0.95 0.96 0.92 0.88 0.85 0.94 0.88 0.82 0.77

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

2 P C N D 0.97 0.96 0.95 0.94 0.93 0.89 0.85 0.81 0.91 0.84 0.77 0.70

3 P C N D 0.97 0.96 0.95 0.94 0.90 0.86 0.82 0.78 0.84 0.78 0.72 0.64

Il fattore di manutenzione del­ l’apparecchio LMF (Luminaire Maintenance Factor) tiene conto della diminuzione del flusso lumi­ noso in seguito all’imbrattamento dell’apparecchio. Tale fattore è dato dal rapporto tra il livello di rendimento di un apparecchio al momento della pulizia e il valore da nuovo. Il rapporto dipende dal­ la forma dell’apparecchio e dalla sua propensione a raccogliere lo sporco. La classificazione LMF viene fornita con gli apparecchi. Per le tabelle di manutenzione si devono stabilire gli intervalli di pulizia ottimali.

Il fattore di manutenzione del locale RSMF (Room Surface Main­ tenance Factor) tiene conto della diminuzione del flusso luminoso in seguito all’imbrattamento delle superfici che delimitano l’ambien­ te. Tale fattore è dato dal rappor­ to tra il fattore di riflessione delle superfici del locale al momento della pulizia e il valore da nuovo. Dipende dall’imbrattamento del locale o dalle condizioni ambien­ tali e dall’intervallo scelto per la pulizia. Influiscono anche le dimensioni del locale e il tipo di illuminazione (a luce diretta e/o indiretta). Per il fattore di manutenzione del locale si hanno quattro cliassifica­ zioni dell‘ambiente: P pure (locale molto pulito), C clean (locale puli­ to), N normal (locale con sporco normale) e D dirty (locale molto sporco).

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Guida Simulazione e calcolo | Calcoli Fattore di manutenzione

Fattore di manutenzione del flusso luminoso della ­lampada

Hours of operation (h) Tungsten halogen lamps/ low-voltage Metal halide lamps High-pressure sodium vapour lamps Compact fluorescent lamps Fluorescent lamps 2000 4000 6000 8000 10000 12000 14000 16000 18000 20000 0.95 -- -- -- -- -- -- -- -- -0.86 0.82 0.75 0.69 0.66 -- -- -- -- -0.99 0.98 0.98 0.97 0.97 0.96 0.96 0.95 0.95 0.94

Il fattore di manutenzione del flusso luminoso della lampada, LLMF (Lamp Lumen Maintenance Factor), tiene conto della dimi­ nuzione del flusso luminoso in seguito all’invecchiamento della lampada. Tale fattore è dato dal rapporto tra il flusso luminoso della lampada in un determinato momento e il valore da nuovo. Si deve tenere conto dei dati tec­ nici attuali del produttore della lampada.

0.92 0.88 0.85 0.83 0.83 -- -- -- -- -0.96 0.95 0.94 0.93 0.92 0.91 0.90 0.89 0.88 0.88

Fattore di durata della lampada

Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com

Il fattore di durata della lampada LSF (Lamp Survival Factor) tiene conto della differenza della durata delle singole lampade rispetto alla durata media. Esso dipende dalla durata d’esercizio. Questo fattore deve considerare i dati attuali del produttore delle lampade. Per la sostituzione immediata di una lam­ pada difettosa, si pone il fattore di durata LSF = 1. Per il piano di manutenzione di un impianto d’il­ luminazione si deve anche definire l’intervallo ottimale per la sostitu­ zione delle lampade. Tale interval­ lo dipende dall’uso e si determina mediante l’analisi del tempo in cui l’illumi­na­zione rimane accesa e dalla dura­ta media delle lampade scelte.

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Guida Simulazione e calcolo | Calcoli

Procedura UGR

Il metodo UGR (Unified Glare Rating), la valutazione unificata dell’abbagliamento conforme a CIE 117, serve a valutare e delimi­ tare l’abbagliamento psicologico diretto creato dagli apparecchi luminosi. Contrariamente al metodo applicato in precedenza, 3.3 Practical planning in cui si valutava l’abbagliamen­ 3.3.6 Calculations to mediante la luminanza di un singolo apparecchio, ora si cal­ cola l’abbagliamento dell’intero impianto di illuminazione per un osservatore in una posizione defi­ nita. In conformità con la DIN EN 12464 viene indicato il valore di 3.3 Practical planning riferimento UGR per un ambiente standard. I moderni programmi 3.3.6 Calculations per progettazione illuminotecnica consentono un calcolo esatto dei valori UGR per una posizione del­ l‘osservatore definita nello spa­zio. Più piccolo è il valore UGR, minore è l‘abbagliamento. Viene inoltre indicato l’angolo d’eleva­ zione di 65°, 75° o 85° per lumi­ nanze < 1000 cd/m2. Si tratta in questo caso dell’angolo limite al di sopra del quale l’apparecchio presenta a 360° una luminanza di 1000 cd/m2.

n of luminous flux emitted by ources, which falls on the ane after interaction with lumiroom surfaces. The deciding his calculation is the utilance, erived from the geometry of the reflectance of the room surthe efficiency and the distriearacteristics portion of luminous flux emitted by of the luminaires e light sources, which falls on the rking afterthe interaction with lumiable toplane calculate appropriate res and room surfaces. The deciding each individual case, there tor in this which calculation is the available, contain the utilance, is derived from the with geometry of fich a standardised space eroom space,geometry, the reflectance of the changing re-room sures andand theluminaires efficiencywith and the ctors a distrition characteristics of the luminaires distribution characteristics. The ed. lised space is presumed to be Utilisation factor To regular be able to calculate the appropriate EN = V . n . Ï . æR . æLB of shape and propormethod: formula for lance in each individual case, there ectangular and having the ratio a.b calculating the nominal which the otables widthavailable, approx. 1.6 to 1. contain The . . illuminance EN for a n = 1 . En. a . b lance of a standardised space with are presumed to be arranged given number of lumiV Ï æR æLB naires or the number anging room ar pattern on geometry, the ceiling,changing either reof luminaires n for ction factors andceiling luminaires with a directly onto the or susa given illuminance. ietythe ofceiling. distribution The om Thesecharacteristics. standarsic, idealised space is presumed es have a decisive influence onto be . . . factor ptyofand regular shape proporProcedura rendimento cy theofcalculations fordiand the EN (lx) Utilisation Nominal illuminance EN = V . n Ï .æR æLB method: formula for ns,Ifi.e. having a b n. therectangular conditions and inherent in the ratio n Number of nominal luminaires calculating the length approx. 1.6 toin1. The onceptto arewidth in line with those a (m) Length of space . . N for a illuminance E n = 1 . En. a . b minaires areresults presumed to reabe arranged space, the will be number of lumib (m) givenWidth of space V Ï æR æLB or the number acurate. regularThe pattern on the more the basicceiling, con- either Ï (m) naires Luminous flux per luminaire of luminaires n for untedfrom directly onto the ceiling or susviate the standardised hR Utilance a given illuminance. nded ceiling. Theseisstandare. g. from if thethe lighting layout hLB Light output ratio ed values have a decisive influence on symmetrical, it must be accepted V Light loss factor ecreasing accuracy of the of calculations Nominal illuminance EN (lx) number errors will for the plication. If the conditions inherent in n Number of luminaires he calculation. eusing basicthe concept are infactor line with those in a (m)di rendimento Length ofserve space standard è possibile calcolare al utilisation Procedura di rendimento: formule La procedura space,utilance the results willhas be reab (m) indicativamen­ Width of space computer i valori necessari per ne model appropriate table per il calcolo degli illuminamenti a dimensionare nably accurate. more the Ï (m)di illuminazione. Luminous flux peri luminaire for each type ofThe luminaire. Thebasic consingoli sottoambienti in modo nominali EN con numero di appa­ te l’impianto semplice e veloce con degli appo­ ions standard deviate from the standardised recchi dato e per il calcolo del Essa consente hR di determinare Utilance il ding luminaire classifinumero di apparecchi n per un numero dihLBapparecchiLight necessari nditions, e. g. iffor the lighting layout is output ratiositi programmi. La procedura di e can be used this purpose. dato illuminamento per ottenere tinctly asymmetrical, it must be accepted V l’illuminamento Light loss factor rendimento continua a servire classification in accordance come base per le norme europee e desiderato sul piano di lavoro Light output ratio h LB : at an increasing numberLighting of errors will æLB = ÏLe 5040 and the German per i programmi di progettazione oppure la determinazione del­ ratio of the luminous cur in the is calculation. g Society made up of one ÏLa per calcolare gli illuminamenti l’illuminamento generato dal flux emitted by a lumiWhen using the utilisation factor two digits, a combination indimedi in ambienti con apparecchi numero di apparecchi dato. La nair ÏLe under operathod of an luminaire appropriate utilance table has mber qualities. ting conditions to the disposti in moduli regolari. procedura di rendimento si basa luminous flux of the be used for type ofclass luminaire. defines theeach luminaire and The sul fatto che si possono calcolare lamp ÏLa . responding standard emits luminaire classifigli illuminamenti medi orizzontali whether a luminaire per un ambiente di dimensioni ion table be used for this purpose. arily in thecan upper or lower part date partendo dal flusso luminoso minaire classification in lighaccordance ce, i.e. direct or indirect ÏLadegli apparecchi complessivo Light output ratio h LB : h DIN German Lighting Ï Le rst digit5040 refersand to the proportion æLB = installati, dal rendimento ottico ratio of the luminous gineering Society made up of one ÏLa us flux falling ontoisthe working dell’apparecchio flux emitted by a lumiÏLe e dal fattore di ter lower and two a combination he partdigits, of the space. The indinair ÏLe under operarendimento dell’ambiente. a numberthe ofcorresponding luminaire qualities. itesindicates ting conditions to Per the la progettazione la procedura Typical light outputflux of the luminous eheletter defines and upper part ofthe theluminaire space. It class is Lamp type hLB diLuminaire rendimento comunemente for direct ratios hLBlamp ÏLa . icates whether a luminaire necessary to use the standard emits usata non è praticamente più luminaires with various rilevante, in quanto ambienti 0.65–0.75 ht primarily in the upper lower part minaire classification, asorexact Louvred luminaire 30°in T26 cut-off angles and the space, or manuindirect lighupplied by i.e. thedirect lighting lamp types. Louvred luminaire 40° T26 0.55–0.65 ÏLa g. The first digit refers to the proportion Louvred lumin. square TC 0.50–0.70 Edizione: 20.02.2012 | Versione attuale su www.erco.com 408 uminous flux falling onto the working Downlight 30° TC 0.60–0.70 ÏTC Le ne in the lower part of the space. The Downlight 40° 0.50–0.60 ond digit indicates the corresponding Downlight 30° A/QT 0.70–0.75 Typical light outputDownlightLuminaire ue for the upper part of the space. It is Lamp type hLB 40° A/QT 0.60–0.70 ratios hLB for direct


they comprise the amotised costs for the luminaires, for their installation and cleaning. The variable costs are dependent on the operating time. They comprise costs for energy, material and wages for staff carrying out lamp replacement. On the basis of these values it is possible to calculate the different qualities of a lighting installation. The annual costs ofFormula a lighting instalfor calculating lation are of particular the interest. Ita islighting often costs of Formula for calculating di illuminazione installation K from the advisable to Costi compare the economic effithe costs of a lighting fixed costs and the ciency of different lampinstallation types inK'Kthe planfrom the annual operating costs fixed costs K' and the ning phase. This data can calculated K". be operating either as annual costs annual or as costs for costs the K". production of a specific quantity of light. The pay-back time is important in both completely new projects and refurbishment projects, that is to say the period time Formula for of calculating within which the operating costs that have the pay-back time t for calculating of new installation. been saved can be set Formula offapay-back against thet the time investment costs for the of anew new installation. installation.

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Comparison of the pay-back time of two Comparison of tthe new installations, pay-back time t of two whereby installation B new installations, has higher investment whereby installation B costs and lower operahas higher investment ting costs. costs and lower operating costs.

a (EU/kWh) (EU/a) aK (EU/kWh) K (EU/a) K' (EU/a) K" (EU/a) (EU/a) K' K1(EU/a) (EU) K" (EU) KK12(EU) K2 (EU) K l (EU) K l (EU)

Energy costs Annualcosts costs for a Energy lightingcosts installation Annual for a Fixed annual costs lighting installation Annual operating Fixed annual costscosts Costs per luminaire incl. mounting Annual operating costs per luminaire lamp Costs per incl. mounting incl. lamp replacement Costs per lamp Investment costs (n · K1) incl. lamp replacement Investment costs (n · K1)

nance L from one half of the space.

Guida

Linstallation from one half of the K from the space. fixed costs K' and the annual operating costs K".

Simulazione e calcolo | Calcoli Formula for calculating the pay-back time t of a new installation.

K = K' + K'' KK'==K'n +(pK'' . K1 + R) K' = n (p . K1 + R) of the ) K'' = n . tB (a . P + K2 Comparison pay-back time t of two 2 ) K'' = n . tB (a . P + KtLa new installations, whereby installation B K = n [p . K1 + R + ttLa B (a . P + K2 )] has highertinvestment La 2 )] opera. Pand K = n [p . K1 + R + tB (a + Klower costs ting costs.tLa Kl (new) t= – K'' (new) Kl (new) t = K'' (old) K'' (old) – K'' (new) t = Kl (B) – Kl (A) K'' (A) ––Energy (B)costs KK'' l (A) Kl (B) t a=(EU/kWh) K'' (A) – K'' (B) K (EU/a) Annual costs for a

K l (EU)

lighting installation Fixed annual costs Annual operating costs Costs per luminaire incl. mounting Costs per lamp incl. lamp replacement Investment costs (n · K1)

n np (1/a) p (1/a) P (kW) (EU/a) PR (kW) R (EU/a) t (a) ttB(a)(h) (h) ttBLa(h) tLa (h)

Number of luminaires Interest of payments for the installaNumber luminaires tion (0.1–0.15) Interest payments for the installaWattage per luminaire tion (0.1–0.15) Annual cleaning costs Wattage per luminaire per luminaire Annual cleaning costs Pay-back time per luminaire Annual operating time Pay-back time Service operating life of a lamp Annual time Service life of a lamp

K' (EU/a) K" (EU/a) K1 (EU) K2 (EU)

K' = n (p . K1 + R) K'' = n . tB (a . P + K2 ) tLa K = n [p . K1 + R + tB (a . P + K2 )] tLa t=

Kl (new) K'' (old) – K'' (new)

I costi di un impianto di illu­ minazione si dividono in costi fissi e costi correnti. I costi fissi t = Kl (B) – Kl (A) non dipendono dalla quantità K'' (A) – K'' (B)dell‘utilizzo dell‘impianto di illu­ minazione. Comprendono i costi annuali per le lampade, la loro installazione e la loro pulizia. I costi correnti invece dipendono dall‘entità dell‘utilizzo. Compren­ dono i costi energetici ed i costi per il materiale e per gli stipendi per la sostituzione delle lampade. In base a tali valori si possono calcolare diverse caratteristiche degli impianti di illuminazione. n Number In of particolare luminaires sono interessanti a tal proposito i costi annuali di un p (1/a) Interest payments for the installaimpianto di illuminazione. Spesso tion (0.1–0.15) nella progettazione è importante P (kW) Wattage per luminaire anche il confronto dell‘economi­ R (EU/a) Annual cleaning costs tipi di lampade, da cità di diversi per luminaire calcolare come costi annuali ma t (a) Pay-backanche time come costi per ottenere una datatime quantità di luce. Sia tB (h) Annual operating nell‘installazione di un impianto tLa (h) Service life of a lamp nuovo che, soprattutto, nella ristrutturazione di un impianto esistente, il calcolo dei tempi di 159 di tem­ pay back, ossia l‘intervallo po necessario perché i risparmi di spese correnti compensino gli investimenti per il nuovo impian­ to, riveste un ruolo importante.

159 159

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Guida Simulazione e calcolo Dati di progettazione

Simulazione della luce

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Valore di ­manutenzione

Il processo di progettazione del­ l‘illuminazione richiede informa­ zioni dettagliate per soddisfare le norme vigenti sugli illuminamen­ti e sul comfort visivo. Per i program­ mi di simulazione i produttori di apparecchi mettono a disposizio­ ne dei file con i dati illuminotec­ nici dei loro prodotti.

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Guida Simulazione e calcolo | Dati di progettazione Simulazione della luce

IES / Eulumdat

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DXF

i-drop

Per la simulazione della luce l‘utente può utilizzare le infor­ mazioni per la geometria e la distribuzione luminosa tridimen­ sionale. Si possono così fornire gli illuminamenti e le luminanze e valutare l‘impatto visivo degli apparecchi nell‘ambiente.

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Guida Simulazione e calcolo | Dati di progettazione Simulazione della luce

IES / Eulumdat

Il formato di dati IES è un for­ mato comunemente utilizzato per la descrizione della distribu­ zione luminosa degli apparecchi. Lo si può utilizzare in diversi programmi di progettazione illu­ minotecnica, di calcolo e di simu­ lazione. Il formato era originaria­ mente lo standard della IESNA (Illumi­nating Engineering Society of North America). La versione attuale è la IES LM-63-02. Eulumdat è il formato di dati in Lumen, una versione derivata dallo IES.

DXF

i-drop

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Il formato DXF memorizza la g­ eometria di un apparecchio. I materiali e la distribuzione lumi­ nosa non vengono salvati in que­ sto formato swap. Nella maggior parte dei sistemi CAD è possibile importarlo. I dati DXF con elemen­ ti bidimensionali servono nella progettazione per l‘inserimento degli apparecchi nei soffitti. I file DXF con elementi tridimensionali forniscono un‘impressione imme­ diata degli apparecchi rappresen­ tandoli nello spazio.

i-drop è una tecnologia del pro­ duttore di software Autodesk, che consente di trasferire con «drag & drop» i contenuti da internet alle applicazioni software. Per le simu­lazioni luminose si possono inse­ rire direttamente gli apparecchi virtuali con i relativi dati fotome­ trici dal sito di un produttore di apparecchi nel programma di simulazione. I dati comprendono le geometrie tridimensionali, le fotometrie e le texture. Si può inserire un apparecchio diretta­ mente nella scena della simula­ zione luminosa, nella posizione desiderata. Per orientare gli appa­ recchi automaticamente sulle superfici della stanza o in modo perpendicolare a delle superfici a piacere si deve attivare la funzio­ ne autogrid. Con l‘ausilio della cinematica inversa si può orien­ tare gli apparecchi a partire dal punto d‘arrivo della sorgente luminosa. i-drop funziona ad esempio con VIZ 4 VIZrender, Studio Max 3D 5

e 6, AutoCAD e DIALux. La condi­ zioni sono l‘impiego di Internet Explorer e l‘attivazione delle fun­ zioni Active X.

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Guida Simulazione e calcolo | Dati di progettazione Valore di manutenzione

Per il calcolo dei valori di manu­ tenzione di un impianto di illu­ minazione si assegna all‘impianto un livello di rendimento ed un fattore di manutenzione. Livello di rendimento dei sistemi di illumi­ nazione

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Fattore di manu­ tenzione dell'appa­ recchio

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Guida Simulazione e calcolo | Dati di progettazione Valore di manutenzione

Livello di rendimento dei ­sistemi di illuminazione

Fattore di manutenzione ­dell'apparecchio

Ai sensi delle norme DIN/EN 13032/2 il livello di rendimento dei sistemi di illuminazione viene indicato con LOR (Light Output Ratio) e descrive il rapporto tra flusso luminoso emesso da un apparecchio ed il flusso luminoso della lampada impiegata. Per gli apparecchi a luce diretta/ indi­ retta si indicano anche le com­ ponenti «DLOR» (Downward Light Output Ratio) e «ULOR» (Upward Light Output Ratio). Queste com­ ponenti individuano la distribu­ zione del flusso luminoso di un apparecchio nell’emispazio infe­ riore e superiore.

Cleaning frequency (a) Environmental conditions A Open luminaires B Open-top reflectors C Closed-top reflectors D Closed reflectors E Dustproof luminaires F Luminaires with indirect emission 1 P C N D 0.96 0.93 0.89 0.83 0.96 0.90 0.86 0.83 0.94 0.89 0.81 0.72 0.94 0.88 0.82 0.77 0.98 0.94 0.90 0.86 0.91 0.86 0.81 0.74

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2 P C N D 0.93 0.89 0.84 0.78 0.89 0.84 0.80 0.75 0.88 0.80 0.69 0.59 0.89 0.83 0.77 0.71 0.95 0.91 0.86 0.81 0.86 0.77 0.66 0.57

3 P C N D 0.91 0.85 0.79 0.73 0.84 0.79 0.74 0.68 0.84 0.74 0.61 0.52 0.85 0.79 0.73 0.65 0.94 0.90 0.84 0.79 0.80 0.70 0.55 0.45

Il fattore di manutenzione del­ l’apparecchio (LMF) tiene conto della diminuzione del flusso lumi­ noso in seguito all’imbrattamento dell’apparecchio. Tale fattore rap­ presenta il rapporto tra il livello di rendimento di un apparecchio al momento della pulizia e il valore da nuovo. Il rapporto dipende dal­ la forma dell’apparecchio e dalla sua propensione a raccogliere lo sporco. Agli apparecchi viene asse­gnata una classificazione per il «Fattore di manutenzione a norma CIE».

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Guida Simulazione e calcolo Esempi di progettazione

Simulazione

Edizione: 04.01.2007 | Versione attuale su www.erco.com

Prototipazione ­virtuale

Gli esempi di progettazione illu­ strano come la simulazione della luce possa essere utilizzata in modo efficace nel processo di progettazione. Le visualizzazioni non solo facilitano l‘ottimizzazio­ ne della disposizione degli appa­ recchi, ma sono anche utili nella comunicazione dei progetti. Gli esempi forniscono inoltre uno sviluppo storico, dal primo impiego di apparecchi virtuali, al calcolo dei riflettori fino alla rappresenta­ zione di concetti illuminotecnici dinamici con luci colorate.

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Guida Simulazione e calcolo | Esempi di progettazione Simulazione

La scelta dei progetti consente un esempio dell‘impiego della simulazione per monumenti, edifici sacri, edifici amministrativi e locali di vendita. Chiesa Dives in ­Misericordia

Porta di Brandeburgo

Ara Pacis

Parlamento scozzese

Concessionaria BMW Mini

Film: Tune the light

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Guida Simulazione e calcolo | Esempi di progettazione | Simulazione Chiesa Dives in Misericordia

Simulazione

La progettazione illuminotecnica della Chiesa Dives in Misericordia rappresenta una pietra miliare per ERCO, in quanto nel 1998 sono state impiegati per la prima volta degli apparecchi virtuali ERCO per la simulazione della luce. Fu così possibile rappresentare, controlla­re ed analizzare le diverse varian­ti di progetto già nella sua fase iniziale. Nel modello delle Chiesa sono state impiegate circa 160 apparecchi virtuali. Le singole immagini del programma Lightscape sono state combinate in moduli interattivi, ai quali tutti i progettisti avevano accesso via Internet. Essi poterono così valutare le diverse situazioni luminose.

Progettazione

La concezione illuminotecnica consiste in luce diretta ed orientata che mira a suddividere in zone l‘ambiente della chiesa e ad accentuare i punti su cui si concentrano gli sguardi, come l‘altare ed il crocifisso. A tal fine sono stati montati dei faretti sulla costruzione in acciaio del lucernario. Le altre componenti del progetto derivano dall‘illuminazione omogenea delle volte in cemento con proiettori e washer montati al di sopra del lucernario. Architetto: Richard Meier, New York Progettista illuminotecnico: Fisher Marantz Stone, New York Luogo: Roma

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Guida Simulazione e calcolo | Esempi di progettazione | Simulazione Porta di Brandeburgo

Simulazione

La Porta di Brandeburgo, simbolo di Berlino, è stata di recente restau­ rata e nuovamente illuminata. I progettisti illuminotecnici hanno fatto un uso intensivo della simula­ zione della luce in tutto il processo di progettazione. Non era possibile realizzare delle illuminazioni di prova in quanto l‘edificio è stato ricoperto per il restauro dalla fase di sviluppo fino all‘inaugurazione. Gli apparecchi virtuali con distribuzione fotometrica della luce hanno con­sentito di ottenere sia indicazioni qualitative che analisi quantitative. Dai risultati sono derivati la disposizione e l‘orientamento degli apparecchi. L‘impiego inten­sivo della simula­ zione per il concorso è stato poi decisivo per il successo della realizzazione.

Progettazione

I wallwasher con lenti incassati nel pavimento accentuano le colonne. I washer con distribuzione asimmetrica della luce illuminano in modo uniforme le superfici delle pareti e i passaggi della porta. I proiettori per il monumento della quadriga che domina la porta sono stati montati in modo discre­to sugli edifici circostanti. Architetto: Carl Gotthard Langhans (1732-1808) Progettazione illuminotecnica: Kardorff Ingenieure, Berlino Luogo: Berlino

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Guida Simulazione e calcolo | Esempi di progettazione | Simulazione Ara Pacis

Simulazione

Nelle simulazioni dell‘antico altare della pace si è impiegato il metodo della fototexture. Il tempio è stato fotografato completamente e le foto sono state assegnate alle singole componenti. Il programma DIALux ha consentito quindi di ottenere un effetto fotorealistico. Un punto centrale della simulazione della luce è costituito dall‘analisi dell‘angolo di incidenza della luce per i rilievi, finalizzata al controllo delle ombre del fregio sporgente e ad ottimizzare l‘integrazione degli apparecchi nell‘architettura. Per la vista esterna notturna la fototexture ha provveduto alle lastre di travertino delle pareti e ai rilievi dello zoccolo. Il modello è stato anche utilizzato per la simulazione della luce diurna. La posa dell‘architettura nel suo ambiente circostante è avvenuta per mezzo di un programma per l‘elaborazione delle immagini. Per le superfici utili nell‘edificio si sono ottenuti dei dati sugli illuminamenti in termini numerici e in curve isolux.

Progettazione

Il visitatore accede dapprima all‘edificio attraverso un atrio chiuso e poi gli si dischiude la sala con l‘altare illuminata da una diffusa luce diurna. Dalle nicchie della struttura in cemento del sof­ fitto i faretti illuminano i rilievi del tempio. Gli apparecchi dotati di filtro di conversione daylight si adattano in modo armonico al colore della luce diurna. Il colore caldo delle lampade alogene mette invece ottimamente in risalto i colori delle lastre di travertino delle pareti. Architetto: Richard Meier, New York Progettista illuminotecnico: Fisher Marantz Stone, New York Luogo: Roma

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Guida

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Simulazione e calcolo | Esempi di progettazione | Simulazione Parlamento scozzese Simulazione

Pianta Modello in 3D

Studio per la disposizione degli apparecchi

Il Parlamento scozzese, con i soffitti a volta asimmetrici, le strutture portanti del tetto a vista e la disposizione dei seggi per il Parlamento, denota una geometria complessa, il che rende difficile la progettazione illuminotecnica. Questa situazione ha richiesto l‘utilizzo della simulazione luminosa per ottenere dei dati sulla direzione della luce e sugli illuminamenti per la trasmissione televisiva. Siccome le diverse distanze tra gli apparecchi e le superfici illuminate creavano dei forti contrasti di luminosità, si sono calcolati gli illuminamenti sui volti delle persone che siedono al tavolo per conferenze e, ove necessario, li si è aumentati con degli ulteriori apparecchi. Il programma Autodesk 3ds max consente di impiegare degli apparecchi virtuali con geometrie in 3D e dati fotometrici che rendono possibile anche un controllo delle dimensioni dell‘apparecchio nell‘ambiente. Per la progettazione esecutiva è stato sviluppato un software che trasforma le informazioni in 3D sui 900 apparecchi della simulazione in schemi bidimensionali e fornisce la potenza, la posizione, l‘orientamento e la visualizzazione di ciascun apparecchio.

Analisi degli illuminamenti

Applicazione per l'analisi degli illuminamenti

Test del rendering

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Guida Simulazione e calcolo | Esempi di progettazione | Simulazione Parlamento scozzese

Progettazione

Nella sala plenaria 200 faretti con lenti regolabili per lampade HIT-CE da 150W con 4200K creano l‘elevato livello di illuminazione necessario per la trasmissione televisiva e garantiscono un buon comfort visivo per i parlamentari. Con le lenti regolabili il progetti­ sta illuminotecnico può impostare individualmente gli angoli di distribuzione dei singoli apparec­ chi ed adattarli alle diverse distan­ ze dalle superfici da illuminare. Architetto: EMBT Enric Miralles, Benedetta Tagliabue, Barcellona; RMJM, Edimburgo Progettista illuminotecnico: Office for Visual Interaction (OVI), New York Luogo: Edimburgo Simulazione: Pierre-Félix Breton, Montreal www.pfbreton.com

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Guida Simulazione e calcolo | Esempi di progettazione | Simulazione Concessionaria BMW Mini

Simulazione

Attraverso la simulazione da un lato si controlla il concetto di illuminazione e dall‘altro si rappresenta in modo immediato il progetto ai costruttori. La simulazione consente anche di ottenere il calcolo degli illuminamenti e delle luminanze per le auto, per le pareti e per le superfici di lavo­ro, per analizzare i contrasti di luminanza e per prevenire gli abbagliamenti. Invece di impiegare solamente disegni tecnici con piantine e sezioni, le visualizzazioni aiutano i soggetti che partecipano al progetto a farsi un‘immagine tridimensionale delle soluzioni luminose.

Progettazione

L‘illuminazione generale delle sale con downlight a sospensione per lampade ad alogenuri metallici da 150W non crea abbagliamento. I faretti montati sulle strutture luminose sospese fanno risaltare le singole superfici di presentazione. Creano degli effetti brillanti su vetro e metallo. Una fila di uplight circonda il perimetro dell‘edificio illuminando le lamiere in alluminio del tetto a sbalzo. Architetto: Scaramuzza/Rubelli Progettista illuminotecnico: Piero Comparotto, Arkilux, Verona Luogo: Brescia

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Guida Simulazione e calcolo | Esempi di progettazione | Simulazione Film: Tune the light

Simulazione

La simulazione luminosa di luce dinamica e colorata in presenza di movimenti nello spazio è molto difficile da realizzare. In un film le singole immagini si possono distinguere sia nelle variazioni della luce che nelle variazioni della prospettiva. Per mantenere la massima flessibilità nello sviluppo, i gruppi di apparecchi sono stati calcolati separatamente senza l‘impostazione del colore della luce definitivo. Il programma di elaborazione di video consente di raggruppare i film dei diversi gruppi di apparecchi e di presentare le impostazioni dinamiche della luce. È così possibile realizzare degli adattamenti dei colori senza dover calcolare nuovamente l‘intero film.

Progettazione

Nella sala i faretti, con la loro distribuzione della luce a fascio stretto, pongono degli accenti sui singoli tavoli e li fanno apparire come isole. I washer, dotati di luce di colore variabile, cambiano l‘atmosfera con delle fluttuazioni cromatiche. La proiezione dei gobo crea delle forme luminose decorative. Simulazione: Aksel Karcher, Berlino www.akselkarcher.com

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Guida Simulazione e calcolo | Esempi di progettazione Prototipazione virtuale

Apparecchi

Edizione: 04.01.2007 | Versione attuale su www.erco.com

Riflettori

Il virtual prototyping nella proget­ tazione degli apparecchi mira ad analizzare con delle simulazioni gli aspetti estetici e tecnici, quali le qualità illuminotecniche, statiche e termiche degli apparecchi già in una fase iniziale della progettazione, prima ancora di aver realizzato un apparecchio reale. La procedura accelera il processo di sviluppo ed aiuta la scelta tra diverse alternative di sviluppo.

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Guida Simulazione e calcolo | Esempi di progettazione | Prototipazione virtuale Apparecchi

Simulazione

Per mettere in atto lo sviluppo di un apparecchio nella sua forma ed estetica partendo dalle fotografie di un prodotto, si simula un modello di apparecchio in uno studio fotografico virtuale. La reale situazione luminosa dello studio fotografico viene trasmes­sa al software fotografando digitalmente lo studio in formato HDR. Una sfera a specchio è situata nella posizione in cui verrà raffigurato l‘apparecchio ed il fotografo scatta una serie di foto con diversi tempi di esposizione. Da queste foto un programma di elaborazione grafica ottiene una High Dynamic Range Image (HDRI). Al contrario delle fotografie conven­ zionali con il formato HDRI si può mascherare un contrasto di luminanza maggiore. L‘immagine HDR viene importato come sfondo nei programmi di simulazione e fornisce informazioni sulla direzione della luce, sul suo colore, sulle lumninanze relative, sui tipi di ombre e di riflessi, così come ­questi si presentano in un reale studio fotografico. Design degli apparecchi: ERCO Simulazione: ERCO; Aksel Karcher, Berlino

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Guida

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Simulazione e calcolo | Esempi di progettazione | Prototipazione virtuale Riflettori Simulazione

Definizione delle caratteristiche della lampada

Rendering lampada

Simulazione del riflettore

Con la simulazione dei riflettori si possono ottenere in breve tempo delle informazioni molto precise sulla distribuzione della luce, senza dover ricorrere a costosi strumenti e prototipi di riflettori. Per la simulazione dei riflettori si misurano dapprima le lampade dettagliatamente e ad ogni singola componente della lampada vengono assegnate la relativa luminanza ed altre caratteristiche illuminotecniche. Quindi si definisce la geometria del punto di emissione della luce e la posizione della lampada. Partendo dalla forma base di un riflettore, il costruttore ne modifica per gradi i contorni fino ad ottenere la distribuzione della luce desiderata. Dopo ogni modifica del contorno per poter valutare la distribuzione della luce il programma calcola l‘illuminamento di una superficie campione e quindi genera la curva della distribuzione dell‘illuminamento dell‘appa­ recchio virtuale. I programmi per la simulazione dei riflettori si basano di norma su procedure ray tracing, nelle quali i raggi ­partono dalla sorgente luminosa.

Distribuzione della luce su ­superfici campione

Curve di distribuzione della luce

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Guida Glossario

A Abbagliamento Termine che comprende la diminuzione delle → capacità visive od il disturbo della percezione dovuto a → luminanze elevate od a contrasti di luminanza di un ambiente visivo. Si distingue tra abbagliamento fisiologico, per cui si ha una riduzione obiettiva delle capacità visive, e l'abbagliamento psicologico, per cui un disturbo soggettivo della percezione è creato da un errato rapporto tra → luminanza e contenuto informativo dell'area osservata. L'abbagliamento può essere causato dalle sorgenti luminose stesse (abbagliamento diretto) o dalla → riflessione delle sorgenti luminose (abbagliamento riflesso). Accenditore Dispositivo che consente l'accensione delle → lampade a scarica generando dei picchi di tensione. Accomodazione visiva Adattamento dell'→ occhio per rappresentare in modo nitido gli oggetti situati a diverse distanze. Ha luogo con la deformazione del cristallino Adattamento Adeguamento dell'occhio alle → intensità luminose e luminanze nel campo visivo. Esso ha luogo dapprima con la dilatazione o con il rimpicciolimento delle pupille, in misura molto maggiore però con la variazione della sensibilità dei recettori sulla retina e con il passaggio tra l'impiego dei dei recettori coni e l'impiego dei recettori bastoncelli (vedi anche → Occhio). Adattamento al colore Adattamento dell'occhio alla → colore della luce di un ambiente. Consente una percezione del colore sostanzialmente naturale anche in presenza di diversi effetti cromatici. Adattatore Elemento di un apparecchio per il collegamento meccanico ed elettrico, in particolare nei → faretti o nei → washer per → binari elettrificati. Alette antiabbagliamento Denominazione delle alette disposte ad angolo retto, quali quelle impiegate soprattutto nei proiettori da palcosce-nico per ridurre l'abbagliamento diretto.

Angolo antiabbagliamento dell’apparecchio Angolo al di sopra del quale non è visibile nessuna → riflessione orientata della sorgente luminosa nel → riflettore. Nei riflettori Darklight l'angolo antiabbagliamento dell’apparecchio è identico all'→ angolo di schermatura della lampada.

i percorsi ed a creare un'illuminazione drammatica di oggetti e dettagli architettonici. Apparecchio da incasso nel soffitto → Downlight

Apparecchio di illuminazione Oggetto che contiene una lamAngolo di distribuzione pada e serve all'illuminazione. La → Semiangolo di distribuzione → lampada è fissata tramite il → portalampada. I → riflettori servono all'→ orientamento della Angolo di schermatura della luce. Gli apparecchi possono eslampada sere installati nell'architettura ad Nei → downlight, l'angolo tra esempio come apparecchi fissi ad il piano orizzontale e una retta incasso, a plafone, a sospensione che passa per il bordo dell'appaod a piantana, oppure possono recchio e per il bordo della sorgente essere orientati con direzione luminosa. Assieme all'→ angolo variabile della luce come apparecantiabbagliamento dell’apparecchi mobili per binari elettrificati. chio è una misura per il → comfort visivo di un apparecchio. Architettura solare Architettura orientata all'impiego Angolo visivo dell'energia solare e della → luce Angolo con il quale viene percediurna come fonte di luce e di pito l'oggetto osservato; misura la energia. grandezza dell'immagine dell'oggetto sulla retina. Assorbimento Capacità delle sostanze di non Apparecchi con schermo lariflettere né trasmettere la luce. mellare La misura è il grado di assorbiDefinizione comune per apparec- mento, che è definito come il chi rettangolari ed allungati, dotati rapporto tra il → flusso luminoso di → lampade fluorescenti e spesso assorbito e quello incidente. cor-redati di moduli a specchio, a prisma o antiabbagliamento. Attacco della lampada Elemento della → lampada che Apparecchi per ambienti di serve a creare il collegamento lavoro elettrico con il → portalampada Apparecchi di illuminazione dotati dell’→ apparecchio di illuminaprevalentemente di → lampade zione. fluorescenti o di → lampade alogene compatte e a contenuto consumo energetico, con testa posizionabile a piacere, caratterizzati da una buona schermatura per poter essere utilizzati in diversi Bianco caldo, ww tipi di postazioni di lavoro. → Colore della luce

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Apparecchi per illuminazione Bianco diurno, tw segnaletica Apparecchi conformi agli apparec- → Colore della luce chi per l'illuminazione di sicurezza a norma; le scritte sono illuminate Bianco neutro, nw dall'interno. → Colore della luce Apparecchi per pittogrammi Spesso in conformità formale con gli apparecchi per l'illuminazione di sicurezza a norma; i pittogrammi sono illuminati dall'interno. Apparecchio da incasso nel pavimento Un apparecchio incassato a filo del pavimento, con alto → grado di protezione; serve da guida per

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Binari elettrificati Base per una soluzione illuminotecnica variabile, adattabile alle spe-cifiche esigenze. È sempre corredabile con gli apparecchi più adatti ai diversi usi. In genere è preferibile l'impiego di → faretti e → washer, in particolare nelle aree espositive e di presentazione.

Brillantezza Effetto luminoso, sulle superfici lucide o sui materiali trasparenti. La brillantezza deriva dalla riflessione della sorgente luminosa o dalla rifrazione della luce; si ha brillantezza quando la luce proviene da sorgenti luminose puntiformi orientate. Bruciatore in ceramica Bruciatore di → lampade a scarica ad alta pressione. La tecnica con bruciatore in ceramica offre il vantaggio di una maggiore stabilità cromatica e di una → efficienza luminosa superiore rispetto alla tecnologia al quarzo.

C Candela, cd Unità di misura dell'→ intensità luminosa; misura fondamentale dell'illuminotecnica. 1 cd è definita come l'intensità luminosa emessa da una sorgente luminosa monocromatica con una potenza di irradiazione pari a 1/683 W a 555 nm. Capacità visiva Espressione riferita alla capacità di percezione dell'→ occhio o alle caratteristiche visive dell'oggetto da percepire. La difficoltà di una percezione visiva aumenta al ridursi del contrasto di colore o di luminanza e al ridursi delle dimensioni dei dettagli. Cilindro antiabbagliamento Elemento per la schermatura delle componenti di luce diretta dalla → lampada nella direzione di irradiazione dell'→ apparecchio di illuminazione. Il → cono luminoso viene limitato alla direzione principale di irradiazione e le componenti di disper-sione della luce vengono ridotte o completamente eliminate. Classe di protezione Negli apparecchi di illuminazione è la classificazione delle misure che impediscono che le componenti in metallo con le quali si può entrare in contatto siano sotto tensione in caso di malfunzionamento. Colore della luce Colore della luce emanata da una → lampada. La tonalità cromatica della luce può essere indicata con delle coordinate x e y come punto cromatico nel → sistema colorimetrico standard, e per lam427


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pade di colore bianco può essere indicata anche come → temperatura colore. Per le tonalità di luce bianca esiste inoltre una classificazione di massima che distingue le tonalità bianco caldo (ww), bianco neutro (nw) e bianco da luce diurna (tw). Le stesse tonalità di luce possono avere diverse distribuzioni dello spettro e di conseguenza una diversa → resa cromatica.

nosa, il rendimento, il tipo e la potenza massima della lampada; le caratteristiche tecniche di sicurezza vengono descritte con l'indicazione della → classe di protezione e con il → grado di protezione. Contrasto Differenza di → luminanza o di tonalità cromatica tra due oggetti o tra un oggetto e l'ambiente che lo circonda. Al diminuire del contrasto aumenta la difficoltà dell'esercizio visivo.

Comfort visivo Il comfort visivo consiste nella qualità di una illuminazione con riguardo ad es. a → intensità luminosa, assenza di abbagliamento e → resa cromatica. Controluce Tipo d'illuminazione in cui la luce colpisce l'oggetto da dietro, Compensazione cromatica facendo cadere l'ombra davanti. Processo dell'illuminotecnica per Sul lato superiore dell'oggetto la correzione della → colore della può essere presente un profilo luce di diversi apparecchi con sin- luminoso. Nell'illuminazione teatesi croma-tica in RGB, per garan- trale il controluce è impiegato per tire un effetto cromatico unitario creare un effetto drammatico. in un compito di illuminazione. Componentistica Componenti necessari per il funzionamento delle sorgenti luminose. In genere si tratta di → reattori per la limitazione della tensione e di → starter o → dispositivi di accensione per il funzionamento di → lampade a scarica o di → trasformatori per il funzionamento di → lampade alogene a bassa tensione. Conchiglia → Sezione di cono luminoso Conduttore della luce Strumento ottico per guidare la luce a piacere in delle guide, anche curve. La luce viene trasportata con la riflessione totale in guide cilindriche piene o cave in materiale trasparente (tubi o barre in vetro o in fibre plastiche). Coni → Occhio

luminosa per tutti gli angoli solidi. Per sorgenti luminose a simmetria rotazionale la distribuzione dell'intensità luminosa può essere caratterizzata da una unica curva di distribuzione dell'intensità luminosa, per sorgenti luminose a simmetria assiale sono necessarie due o più curve. Di regola le curve di distribuzione dell'intensità luminosa sono rappresentate su di un diagramma a coordinate polari. Per i proiettori la rappresentazione è in coordinate car-tesiane.

Dispersione luminosa Diffusione indesiderata della luce al di fuori del cono di luce. La dispersione luminosa può causare DALI abbagliamento o, all'esterno, Acronimo di → Digital Addressable essere ad esempio un fattore di Lighting Interface. → inquinamento luminoso.

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Dark Sky Termine della programmazione lumi-nosa per un'illuminazione che eviti l'→ inquinamento lumiConversione della luminescenza noso negli spazi esterni per evitare l'illuminazione del cielo notturno. Conversione di uno spettro dato in uno spettro diverso mediante sostanze fluorescenti. Questa tecDiagramma della isoluminanza nica viene impiegata nei → LED Diagramma per la rappresentao nelle → lampade fluorescenti zione della distribuzione della per produrre luce visibile dalle luminanza, in cui vengono radiazioni ultraviolette. rappresentate su di un piano di riferimento le linee sulle quali si riscontra la stessa luminanza. Coolbeam → Riflettore a irradiamento freddo Diagramma isolux Diagramma per la rappresentazione della distribuzione dell'ilCorpo radiante luminamento, in cui vengono Sorgente radiante che emette rappresentate su di un piano di della luce riscaldando un materiferimento le linee sulle quali si riale; normalmente il tungsteno riscontra lo stesso illuminamento. è il materiale impiegato per le → lampade ad incandescenza. Costanza Capacità della percezione visiva di riconoscere determinate caratteristiche non mutevoli degli oggetti (grandezza, forma, grado di riflessione, colore) nonostante le variazioni nell'ambiente circostante (variazione della distanza, della collocazione spaziale, dell'illuminazione). I fenomeni di costanza sono una condizione fondamentale per la ricostruzione di un'immagine ordinata della realtà dai mutevoli schemi di luminanza percepiti dalla retina.

Cono luminoso Definizione di un cono di luce che esce da un riflettore di norma a simmetria rotazionale. Il sistema ottico dell'appa-recchio determina se il gradiente del margine di questo cono sia netto o sfumato. Nei faretti, il cono luminoso può essere orientato flessibilmente Curva di distribuzione dell'inmediante rotazione e inclinazione. tensità luminosa La curva di distribuzione dell'intensità luminosa (LVK) è definita Contrassegni degli apparecchi come la sezione di un corpo di Le caratteristiche illuminotecniche distribuzione dell'intensità lumivengono descritte con la → curva nosa che rappresenta le → intendi distribuzione dell'intensità lumi- sità luminose di una sorgente Edizione: 01.03.2010 | Versione attuale su www.erco.com

Dimmer Dispositivo di regolazione per definire in modo continuo il → flusso luminoso di una sorgente luminosa con un comando dell'anticipo di fase a perdita di tensione limitata. Utilizzabile con → lampade ad incandescenza, → lampade alogene a bassa tensione e → lampade fluorescenti. La dimmerazione di → lampade a scarica ad alta pressione è possibile tecnicamente, ma poco utilizzata.

Diametro del cono luminoso Il diametro del → cono luminoso varia in funzione del → semiangolo di distribuzione e della distanza dall'→ appa-recchio. Diffusore Elemento ottico per diffondere i raggi luminosi ed ammorbidire i contorni del → cono luminoso. Sull'apparecchio il diffusore serve per ridurre la luminanza della lampada e quindi l'abbagliamento. Digital Addressable Lighting Interface Protocollo di comando digitale per la → programmazione luminosa nell'architettura. Il sistema permette il comando individuale degli apparecchi e può essere integrato come un sistema subordinato ed autonomo nei sistemi di comando di un edificio.

Dissolvenza Sovrapposizione di → situazioni lumi-nose. L'apertura di una dissolvenza indica il richiamo di una situazione luminosa, la chiusura indica la fine della dissolvenza. DMX Acronimo di Digital Multiplexed. Questo protocollo di comando digitale trova applicazione soprattutto per la → programmazione luminosa nell'illuminazione dei palcoscenici. Downlight Apparecchio in genere di piccole dimensioni con un'apertura circolare o rettangolare. I downlight sono concepiti per l'incasso nel soffitto o per il montaggio a plafone od a sospensione. La loro luce è orientata principalmente, ma non esclusivamente, verso il basso, su superfici orizzontali. Downlight a doppio fuoco Downlight dotato di un sistema di riflettori ellittici e darklight come chiusura dell'apparecchio; pur richiedendo un foro nel controsoffitto molto piccolo, offre una potenza luminosa molto elevata. Downlight-doppio wallwasher Apparecchio che nei passaggi serve all'illuminazione omogenea delle pareti parallele e della superficie del pavimento. Downlight-wallwasher Apparecchio con una combinazione di riflettore darklight e riflettore ellissoidale che offre un’illuminazione omogenea della parete con il massimo del comfort visivo; la condizione è una dispo428


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sizione omogenea dei wallwasher in una linea parallela alla parete. Durata utile → Durata utile della lampada Durata utile della lampada Per le lampade ad incandescenza dipende dalla durata utile fino al guasto del 50% delle lampade. Per le lampade a scarica e per i LED è la durata fino alla riduzione del 50% del flusso luminoso dell'impianto di illuminazione dovuto a guasti delle lampade e cali del flusso luminoso.

E Effetto stroboscopico Effetti di sfarfallamento o variazione apparente della velocità di oggetti in movimento sotto una luce pulsante (per la frequenza di rete) fino all'arresto apparente od all'inversione del senso di movimento. Gli effetti stroboscopici si verificano nell'illuminazione con → lampade a scarica. Si può ovviare al fenomeno con un funzionamento a spostamento di fase (circuito duo, allacciamento a rete trifase) o mediante → reattori elettronici ad alta frequenza. Efficienza luminosa Unità: Lumen/Watt (lm/W). L'efficienza luminosa è definita come il rapporto tra il → flusso luminoso emanato e la potenza elettrica impiegata da una → lampada. Elementi TWD a luce diurna TWD è l'indicazione per un isolante termico trasparente. Gli elementi TWD a luce diurna sono elementi in plastica disposti tra lastre di vetro, caratterizzati da un elevato grado di trasmissione della luce ed un basso grado di permeabilità al calore; sono adatti per l'illuminazione di ambienti interni con luce diurna. Ethernet Tecnologia di rete per network locali che consente uno scambio di dati tra tutti gli apparecchi collegati ad una locale rete → LAN. EULUMDAT Formato dati europeo in lumen per la descrizione della → distribuzione dell'intensità luminosa degli apparecchi.

F Faretto Apparecchio con una distribuzione della luce marcatamente orientata, può essere ruotato e girato verso i punti dell'ambiente da illuminare; impiegato preferibilmente su → binari elettrificati. Faretto direzionale Normalmente un apparecchio ad incasso la cui distribuzione della luce è regolabile in una gamma di angola-tura definita (ampiezza di inclinazione e di rotazione); apparecchi adatti ad aree di vendita e all'→illuminazione di ambienti espositivi. Fattore di calcolo Valore reciproco del fattore di riduzione; nella progettazione di un nuovo impianto tiene conto degli effetti dell'invecchiamento delle lampade, dei guasti alle lampade e dell'imbrattamento dell'impianto. Il valore da nuovo dell'illuminamento è superiore al valore di progettazione nella misura del fattore di calcolo. Fattore di durata della lampada Valore di calcolo per il piano di manutenzione di un impianto d'illuminazione, che tiene conto della differenza della durata delle singole lampade rispetto alla durata media, oppure del guasto prematuro in caso di scadenze fisse di manutenzione. Fattore di manutenzione del flusso luminoso della lampada Valore di calcolo per il piano di manutenzione di un impianto d'illuminazione, che tiene conto della diminuzione del flusso luminoso in seguito all'invecchiamento della lampada. Fattore di manutenzione dell'ambiente Valore di calcolo per il piano di manutenzione di un impianto d'illuminazione, che tiene conto della diminuzione del flusso luminoso in seguito all'accumulo di sporco sulle superfici che delimitano l'ambiente. Fattore di manutenzione dell'apparecchio Valore di calcolo per il piano di manutenzione di un impianto d'illuminazione, che tiene conto della diminuzione del → flusso luminoso di un apparecchio in seguito al deposito di sporco su di esso e alla tipologia dell'apparecchio stesso.

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Fattore di rendimento dell'ambiente Il rendimento dell'ambiente descrive gli influssi della geometria dell'ambiente e dei gradi di riflessione delle superfici che delimitano l'ambiente stesso, sulle dimensioni del → flusso luminoso che investe un piano utile definito. Fattore di riduzione → Fattore di calcolo Filtro Elemento ottico per una → trasmissione selettiva della luce. Viene trasmessa solo una parte della radiazione incidente, e quindi viene emessa luce colorata o vengono filtrate le componenti invisibili delle radiazioni (ultraviolette, infrarosse). Gli effetti di filtro vengono ottenuti tramite → assorbimento (filtro di assorbimento) o → riflessione (filtro a riflessione). I filtri interferenziali sono dei filtri a riflessione efficaci grazie ad uno speciale rivestimento vaporizzato. Filtro colorato → Filtro Filtro interferenziale → Filtro

mento, le altre grandezze vengono ricavate dall'→ illuminamento stesso. I fotometri sono adattati alla sensibilità dell'→ occhio alla luce dello spettro. Per la determinazione della → distribuzione luminosa degli appa-recchi sono necessari degli speciali dispositivi di misurazione (Goniofotometri). Fovea → Occhio

G Gateway Convertitore di protocollo che consente la comunicazione di diversi protocolli in un network. Global illumination Procedura di calcolo che nella grafica tridimensionale computerizzata indica la simulazione di tutte le possibilità di diffusione dei raggi di luce. Gobo Nell'illuminazione con faretti è un termine in uso per indicare una sagoma od una mascherina che con l'ausilio di un sistema di riproduzione ottica viene pro iettata e produce degli effetti luminosi.

Flood Denominazione d'uso corrente per Grado di protezione i → riflettori o le → lampade con Indicazione della sicurezza di un → apparecchio. La combinazione riflettore a fascio largo. di due cifre indica il tipo di protezione di un apparecchio di illuminazione dall'infiltrazione di Fluorescenza Nella fluorescenza alcune sostanze corpi estranei ed acqua. vengono sollecitate ed indotte a diventare luminose da radiazioni, Grado di rendimento dell'appaproducendo una luce la cui lunghezza d'onda è sempre maggiore recchio di illuminazione di quella della radiazione eccitante. Il grado di rendimento di un apparecchio di illuminazione è il La fluorescenza trova impiego soprattutto nelle lampade fluore- rapporto tra il → flusso luminoso scenti, che convertono le → radia- emesso e il flusso luminoso creato zioni ultraviolette in luce visibile. dalla lampada all'interno dell'apparecchio stesso. Viene indicato anche con l'acronimo LOR (light output ratio). Flusso luminoso Unità: Lumen (lm). Il flusso luminoso descrive l'intera → potenza luminosa emessa da una sorgente luminosa. Lo si calcola dalla → potenza di irradiazione dello spettro attraverso la valutazione HDR con la sensibilità dell'→ occhio Acronimo di → High Dynamic alla luce dello spettro. Range

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Fotometro Strumento per la misurazione delle grandezze illuminotecniche (fotometria). La grandezza misurata in via primaria è l'→ illumina-

High Dynamic Range Indicazione di un rapporto molto elevato del contrasto in un’immagine digitale. Le immagini in for429


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mato HDR possono registrare un maggiore contrasto di luminanza rispetto a quelle in Low Dynamic Range con 255 gradazioni. Hub Snodo per il collegamento di segmenti di rete o anche di altri hub, ad esempio via → Ethernet.

I IES Formato dati internazionale per la descrizione della distribuzione dell'intensità luminosa degli apparecchi. ILCOS Acronimo di International Lamp Coding System. → Sistema unificato di codificazione delle lampade. Illuminamento Unità di misura: lux (lx). L'illuminamento è definito come il rapporto tra il flusso luminoso incidente su di una superficie e la dimensione di tale superficie. Illuminamento puntiforme Contrariamente all'→ illuminamento medio, l'illuminamento puntiforme descrive l'illuminamento in un punto definito dell'ambiente. Illuminazione d'accento Accentuazione di oggetti o di singole parti dell'ambiente tramite un'illuminazione mirata, più intensa dell'illuminazione generale. Illuminazione dei locali di vendita Si basa sugli elementi dell'→ illuminazione generale orizzontale e verticale e sull'→ illuminazione d'accento; l'illuminazione a più componenti con → lampade a scarica (illuminazione generale) e → lampade alogene (illuminazione d'accento) può diventare un elemento fondamentale della corporate identity di un'impresa.

Illuminazione della singola postazione Al contrario dell'→ illuminazione generale, è un'illuminazione orientata ad una specifica postazione di lavoro, ad esempio per mezzo di → apparecchi per postazioni di lavoro. Illuminazione delle architetture Espressione che indica i concetti illuminotecnici che impiegano → luce diurna e luce artificiale, in cui le soluzioni tecniche sono parte integrante dell'architettura. Illuminazione di ambienti espositivi Un'illuminazione pensata per l'accentuazione visiva degli oggetti esposti; può essere eseguita con un'illuminazione omogenea o con degli accenti. Nei musei e nelle gallerie ha particolare importanza la → protezione dalla luce. Illuminazione di completamento della luce diurna Illuminazione addizionale ed artificiale, soprattutto negli ambienti profondi, illuminati da finestre disposte su di un solo lato. L'illuminazione complementare per la luce diurna compensa l'insufficienza di illuminamento nelle zone più distanti dalle finestre. Illuminazione di musei Esempio particolare di → illuminazione di ambienti espositivi; pone delle esigenze particolari di illuminazione dell’architettura, di distribuzione della luce sugli oggetti esposti e di → protezione dalla luce. Illuminazione di postazioni di lavoro In generale l'illuminazione delle postazioni di lavoro. In particolare un'illuminazione distinta dall'illuminazione generale, mirata alle specifiche esigenze visive delle postazioni di lavoro.

Illuminazione di postazioni di lavoro con monitor Illuminazione negli edifici amministrativi, rigidamente regolata da direttive ed ordinamenti, si contraddistingue per le elevate esigenze in tema di livello di illuIlluminazione d'emergenza minazione, distribuzione della luce Denominazione per illuminazione e limitazione della luminanza, in delle vie di fuga con apparecchi particolare per la prevenzione di d'emergenza e di indicazione delle riflessi luminosi sugli schermi, vie di fuga con apparecchi per sulle superfici di lavoro e sulle l'illuminazione di sicurezza. tastiere.

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Illuminazione di riempimento Tipo d'illuminazione per illuminare in modo discreto con una luce morbida un oggetto, una situazione od un'ombra, senza essere percepita consapevolmente dall'osservatore. L'illuminazione di riempimento integra l'→ illuminazione principale. Illuminazione di uffici È orientata in modo specifico alle esi­genze delle prestazioni di lavoro dota­te di monitor; vedere illuminazione di postazioni di lavoro con monitor. Vi è una distinzione tra l'→ illuminazione generale, l'illuminazione generale orientata alla postazione di lavoro e l'→ illuminazione della postazione di lavoro individuale. Illuminazione diretta Illuminazione emanata dagli apparecchi direttamente sul piano utile, ad esempio dai downlight. Illuminazione generale Illuminazione uniforme di un ambiente nel suo complesso, non mirata alla creazione di specifici effetti visivi. Illuminazione indiretta Illuminazione emanata da apparecchi di illuminazione, ad esempio da → Uplight, indirettamente sul piano utile, attraverso delle superfici di riflessione. Illuminazione multifunzionale Esigenza di illuminazione tipica negli → Hotel e nelle sale congressi, per seminari, conferenze, ricezione ed intrattenimento. L'illuminazione multifunzionale è realizzata con diverse componenti illuminotecniche, attivate separatamente e congiuntamente, spesso coordinate con → programmazioni luminose. Illuminazione per hotel Gli Hotel sono aree pubbliche che richiedono una illuminazione particolarmente esigente sulla qualità della progettazione illuminotecnica. L’illuminazione per hotel comprende l'illuminazione orientata all'architettura nella zona della reception, un'illuminazione di atmosfera nell'area del ristorante, un'illuminazione multifunzionale nei centri congressi, un'illuminazione economica nelle zone di transito e delle atmosfere luminose tipiche di ambienti privati nelle stanze.

Illuminazione per ristoranti Caratteristiche: → illuminazione generale limitata, luce focalizzata sui tavoli, accentuazione delle diverse aree dell'ambiente e delle decorazioni. Impiego della → programmazione luminosa per adeguare l'illuminazione degli ambienti alle diverse necessità del giorno e della sera. Illuminazione per vetrine Formalmente in stretta connessione con l'→ illuminazione dei locali di vendita; comprende in prevalenza l'impiego di → illuminazione d'accento, spesso con effetti scenici teatrali mediante l'utilizzo di luce colorata, di proiezioni luminose e di → programmazione luminosa dinamica. Illuminazione principale Tipo di illuminazione che tramite una → illuminazione d'accento determina sostanzialmente la percezione di un oggetto o di una situazione. Per evitare contrasti troppo forti serve una → illuminazione di riempimento. Indice di resa cromatica Grado di alterazione dei colori sotto una data illuminazione in confronto ad una sorgente luminosa di riferimento. L'indice ottimale di resa cromatica Ra è pari a 100. Inquinamento luminoso Espressione che indica un'emissione di luce che, per l'→ intensità dell'illuminazione, per la direzione della luce o per lo → spettro luminoso, in un dato contesto causa dei fastidi. Negli ambienti esterni l'inquinamento luminoso causa uno schiarimento del cielo notturno. Le sue conseguenze sono lo spreco di energia e degli effetti negativi sulla flora e sulla fauna. Nella progettazione illuminotecnica la prevenzione dell'inquinamento luminoso viene detta anche → Dark Sky. Intensità dell'irradiazione Indica la potenza di irradiazione per metro quadrato; il valore massimo per la luce diurna è di circa 1 kW/m2. Intensità luminosa Unità: → Candela (cd). L'intensità luminosa è il → flusso luminoso emesso in un angolo solido (lm/sr). La distribuzione nello spazio dell'intensità luminosa di una sorgente luminosa costituisce il corpo di distribuzione dell'intensità luminosa. 430


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Interferenza Fenomeno fisico nella sovrapposizione di onde fuori fase che può portare all'attenuazione selettiva delle gamme d'onda. L'interferenza viene utilizzata nei → filtri e nei → riflettori per la → trasmissione selettiva o la → riflessione della luce.

Lampada a scarica ad alta pressione In questa classificazione rientrano le → lampade ai vapori di mercurio, le → lampade ad alogenuri metallici e le → lampade ai vapori di sodio ad alta pressione.

Lampada alogena → Lampade ad incandescenza compatte con ulteriore riempimento di alogeni, che previene una sedimentazione del materiale della spirale evaporato sul bulbo della lampadina. Le lampade alogene, in confronto alle comuni lampade ad incandescenza, sono Lampada ad alogenuri metallici dotate di maggiore → efficienza Lampada a scarica ad alta pressione, luminosa e → durata utile. Irradiazione globale riempita di alogenuri metallici. Somma di irradiazione solare e di Partendo da numerose sostanze irradiazione dal cielo. iniziali si possono ottenere miscele Lampada alogena a bassa di vapori che per effetto della tensione scarica emettono → efficienze → Lampade alogene molto comluminose elevate con una buona patte, azionate con bassa tensio→ resa cromatica. ne (in genere 6, 12, 24 V). Spesso dotate di riflettore metallico o di riflettore ad irradiamento freddo KNX Lampada ad incandescenza incorporato. Abbreviazione di Konnex. Sistema → Corpo radiante che emette digitale standardizzato per il la luce in seguito al surriscaldasistema di comando dell'edificio, mento di una spirale di tungsteno Lampada con riflettore ad esempio per illuminazione, incandescente. La spirale incanLampada con → riflettore interiscaldamento e aerazione. descente è situata in un bulbo in grato. Le lampade con riflettore vetro riempito di un gas inerte sono disponibili con diversi angoli (azoto od un gas nobile) per predi distribuzione. Una forma spevenire l'ossida-zione della spirale ciale è costituita dal → riflettore e per rallentare l'evaporazione del a luce fredda. materiale della spirale. Ci sono molti diversi tipi di lampade ad Lampada incandescenza; i gruppi princiLampada fluorescente Sorgente luminosa elettrica, ad pali sono le lampade di uso comu- Lampade a scarica a bassa presesempio → lampade ad incande- ne, a forma di goccia, dal bulbo sione, a forma di tubo, contenenti scenza, → lampade a scarica, trasparente o smeri-gliato, le vapori di mercurio. Le → radiazio→ LED. In un → apparecchio di → lampade con riflettore incorni ultraviolette emesse dalla scailluminazione serve a produrre porato, caratterizzate da diversi rica nei vapori di mer-curio sono la luce e la sua luce può essere tipi di specchi interni, e le lamconvertite in luce visibile dalle orientata sugli oggetti tramite pade PAR, in vetro stampato e sostanze fluorescenti sulla parete → riflettori. con riflettori parabolici integrati. interna del tubo. Con diverse sostanze fluorescenti si possono ottenere una serie di tonalità Lampada a scarica Lampada ai vapori di mercurio cromatiche della luce e diverse Sorgente luminosa nella quale ad alta pressione qualità della → resa cromatica. la luce viene emessa per effetto → Lampade a scarica ad alta Le lampade fluorescenti sono in di scariche elettriche liberate nei pressione contenenti vapori di genere dotate di elettrodi riscalgas o nei vapori metallici. Si distin- mercurio. A diffe-renza della dati e possono quindi essere avgue tra lampade a scarica a bassa scarica a bassa pressione, che viate con tensioni relativamente e ad alta pressione. Fanno parte irradia quasi esclusivamente inferiori. Le lampade fluorescenti delle lampade a scarica a bassa → raggi ultravioletti, il vapore richiedono starter e → reattori o pressione le → lampade fluoredi mercurio ad altra pressione reattori elettronici. scenti e le → lampade fluorescenti emana una luce visibile, dotata compatte. In esse la luce viene di una contenuta componente creata con la sollecitazione delle di rosso. Con l'aggiunta di altre Lampada fluorescente compatta sostanze fluorescenti con delle sostanze fluorescenti si può com- → Lampada fluorescente che con radiazioni. Fanno parte delle lam- pletare la com-ponente di rosso la combinazione di più brevi tubi pade a scarica ad alta pressione le e migliorare la → resa cromatica. o con un tubo ripiegato riesce ad → lampade ai vapori di mercurio, avere dimensioni particolarmente le → lampade ad alogenuri metalcompatte. Le lampade fluorescenti lici e le → lampade ai vapori di Lampada ai vapori di sodio ad compatte hanno la spina su di un sodio ad alta pressione. Emettono alta pressione solo lato. il loro spettro della luce a causa → Lampade a scarica ad alta della loro elevata pressione di pressione contenenti vapori di esercizio. sodio. Siccome in presenza di Lampada PAR alta pressione i vapori di sodio → Lampada ad incandescenza sono aggressivi e distruggerebbeLampada a scarica a bassa ro il vetro, l'ampolla della scarica pressione è in ceramica di ossido di allumi- Lampadina comune In questa classificazione rientrano nio ed è avvolta da un ulteriore → Lampada ad incandescenza le → lampade fluorescenti e le ampolla che fa da involucro. Il lampade fluorescenti compatte. → colore della luce è di tipo bianco caldo. Le lampade ai vapori di sodio LAN ad alta pressione necessitano di Acronimo di Local Area Network. → dispositivi di accensione e di Rete di calcolatori locali sotto → reattori. forma di istallazione permanente su piccole distanze.

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LED Acronimo di Light Emitting Diode. Elemento che emette elettroluminescenza e produce luce mediante ricombina-zione di coppie di supporti di carica in un semiconduttore. I LED producono una banda spettrale stretta. La luce bianca viene ottenuta con una → sin-tesi RGB o con una → conversione di luminescenza. Legge fotometrica della distanza Legge che descrive l'→ illuminamento in funzione della distanza dalla sorgente luminosa. L'illuminamento è inversamente proporzionale al quadrato della distanza. Lente Elemento ottico per l'→ orientamento della luce. Raggio, forma della convessità e struttura determinano il comportamento ottico della lente. Nei faretti per proiezione i sistemi ottici servono alla riproduzione precisa dei → gobo. Le → lenti Fresnel piatte possono essere impiegate nei faretti come accessori per allargare il fascio di luce in modo simmetrico od asimmetrico. Lente Fresnel Lente a gradini, dove l’effetto desiderato della lente è ottenuto frazionando la lente sferica in una serie di sezioni anulari concentriche, chiamate anelli di Fresnel. Le lenti Fresnel sono utilizzate soprattutto nei proiettori per scenografie e nei faretti con → angoli di distribuzione variabili. Lente per sculture → Lente con una struttura parallela, che allarga un → cono di luce lungo un asse, lasciandolo sostanzialmente inalterato lungo l'altro asse. La lente per scultura è impiegata nell'illuminazione museale, per illuminare uniformemente con un cono di luce ovale una scultura allungata. Local Operating Network Sistema di bus per la comunicazione tra impianti e apparecchi, tra l’altro per il comando degli impianti di un edificio. LON Acronimo di → Local Operating Network Luce da osservare La luce da osservare agisce come elemento decorativo. Gli effetti di 431


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Luminanza Unità di misura: Candela/m2 (cd/m2). La luminanza descrive la luminosità di una superficie che emana luce in quanto sorgente luminosa od in seguito a → trasmissione o → riflessione. La luminanza viene quindi definita come il rapporto tra l'→ intensità luminosa e la superficie proiettata Luce diffusa ortogonalmente nella direzione di La luce diffusa viene emanata osservazione. Superfici di diversi da grandi superfici luminose. colori e di uguale luminanza sono Si genera così un'illuminazione omogenea e tenue, con → model- ugualmente luminose. lazione e → brillanza contenute. brillanza della sorgente luminosa - dalla fiamma di una candela, al lampadario, alla scultura luminosa - e dei materiali illuminati contribuiscono all'atmosfera di ambienti rappresentativi ed emozionali.

Luce diurna Si definisce luce diurna sia la luce diretta ed orientata della luce solare con cielo pulito, sia la luce diffusa del cielo coperto. Gli → illuminamenti della luce diurna sono molto superiori di quelli dell'illuminazione artificiale. Luce orientata La luce orientata viene emanata da → sorgenti luminose puntiformi. È caratterizzata da una direzione principale e crea effetti di → modellazione e brillantezza. Anche le sorgenti luminose senza riflettori generano una luce orientata, ma la direzione principale della luce, variabile nello spazio, viene in genere concentrata con l'→ orientamento della luce in un → cono di luce orientato.

Luminescenza Termine che comprende tutte le emissioni di luce che non vengono provocate da una radiazione termica (fotoluminescenza, chemiluminescenza, bioluminescenza, elettroluminescenza, catodoluminescenza, termoluminescenza, triboluminescenza). Lunghezza d'onda dominante Dimensione utilizzata per riepilogare una sintesi cromatica in un'unica lunghezza d'onda. Nel → sistema colorimetrico standard la lunghezza d'onda dominante può essere calcolata tracciando una linea dal punto bianco attraverso il punto di colore dato dalla linea del colore spettrale. Vi si contrappone la lunghezza d'onda complementare. La lunghezza d'onda dominante serve tra l'altro per la classificazione cromatica dei → LED.

Luce per guardare La luce per guardare pone degli Lux, lx accenti. La luce collabora attivaUnità di misura dell'→ intensità mente alla trasmissione di informazioni, evidenziando visivamente luminosa. le aree importanti e ponendo in secondo piano quelle meno importanti. Luce per vedere La luce per vedere provvede all'illuminazione generale dell'ambiente. Si assicura così visibilità all'architettura, agli oggetti e alle persone presenti, per consentire l'orientamento, il lavoro e la comunicazione. Luce radente Tipo di illuminazione con una luce che cade molto appiattita su una superficie per accentuarne la tessitura e la struttura. Luce solare → Luce diurna Lumen, lm Unità di misura del → flusso luminoso.

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Manutenzione Indicazione delle misure per il corretto funzionamento di un impianto di illuminazione: vi si includono la sostituzione delle lampade, la pulizia degli apparecchi e l'orientamento dei → faretti. Come → fattore di progettazione, questo aspetto viene tenuto conto nello sviluppo di un impianto di illuminazione. Modellazione Accentuazione delle forme degli spazi e delle strutture delle superfici per mezzo di luce orientata di sorgenti luminose puntiformi. In genere descritta con il concetto di ombreggiatura.

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Narrow spot Denominazione d'uso corrente per Portalampada i → riflettori o le → lampade con Supporto per fissare la lampada riflettore a fascio molto stretto. nell'apparecchio e creare il collegamento elettrico con la rete di alimentazione. I portalampada Nitidezza tipici sono quelli a vite, a baionetta Capacità dell'→ occhio di perceed a spina. Il tipo di portalampada pire i dettagli. La sua misura è il è documentato nel → sistema visus, definito come il reciproco ZVEI. della grandezza dei più piccoli dettagli percepibili in un dato esercizio visivo ed espresso in Potenza allacciata minuti d'arco. La somma delle → potenze nominali di tutte le utenze elettriche dà la potenza allacciata.

O Occhio L'occhio è un sistema ottico nel quale la cornea ed il cristallino formano l'immagine dell'ambiente circostante sulla retina; l'iride, attenuando l'apertura della pupilla, provvede ad una prima regolazione della quantità di luce che penetra nell'occhio. Sulla retina gli stimoli luminosi vengono trasformati dai recettori in impulsi nervosi. L'occhio è dotato di due sistemi di recettori, i bastoncelli ed i coni. I bastoncelli sono distribuiti in modo relativamente omogeneo sulla retina, sono molto sensibili alla luce e consentono una visione ad ampio raggio con → illuminamenti limitati (→ visione scotopica). La nitidezza è limitata, i colori non vengono percepiti. I coni sono invece concentrati in una concavità della retina che si trova nell'asse del sistema visivo (fovea). Essi permettono una visione nitida e a colori in un raggio visivo limitato, ma richiedono illuminamenti più elevati (→ visione fotopica). Orientamento della luce L'orientamento della luce, ottenuto per mezzo di → riflettori o → lenti, viene utilizzato per creare → apparecchi con determinate caratteristiche ottiche ottenendo così degli strumenti illuminotecnici. Per il → comfort visivo il significato dell'orientamento della luce è decisivo. Con l'aiuto dell'orientamento della luce l'→ abbagliamento degli apparecchi può essere ridotto ad un livello accettabile.

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Photon mapping Algoritmo nella simulazione della Multimirror → Riflettore ad irradiamento freddo luce, impiegato soprattutto come

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apliamento dei processi basati sul Raytracing.

Potenza allacciata dell'illuminazione Potenza massima dell'intero impianto di illuminazione, indipendentemente dall'effettivo consumo energetico. Potenza di irradiazione Nelle lampade elettriche è il prodotto della conversione della potenza elettrica. Unità di misura: watt. Nelle lunghezze d'onda tra 380 e 780 nm la potenza di irradiazione (W) può essere quantificata come → potenza luminosa (lm). Potenza luminosa Altra indicazione per il → flusso luminoso; nella fisica delle radiazioni corrisponde alla → potenza di irradiazione. Potenza nominale Potenza per cui è stato progettato un apparecchio elettrico. Procedura di rendimento Procedura di calcolo dell'→ illuminamento medio degli ambienti con ausilio del → grado di rendimento degli appa-recchi, del → fattore di rendimento dell'ambiente e del → flusso luminoso della lampada. Programmazione luminosa La programmazione luminosa consente di adattare l'illuminazione di un ambiente alle diverse necessità di utilizzo ed alle diverse condizioni ambientali. Ad ogni condizione di utilizzo corrisponde una → situazione luminosa, cioè uno schema di condizioni di apertura, chiusura e regolazione dei singoli circuiti elettrici. Le situazioni luminose sono memorizzate elettronicamente e possono essere richiamate premendo un pulsante. 432


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Proiettore a condensatore → Proiettore compatto

Radiazioni a infrarossi Radiazione di calore invisibile di lunghezza d'onda > 780 nm. Le radiazioni ad infrarossi vengono emesse da tutte le sorgenti luminose, ma soprattutto dai → corpi radianti; in esse costituiscono la parte prevalente delle radiazioni emesse.

Proiettore compatto Faretto con sistema ottico che permette proiezioni con → gobo e maschere con scritte per le diverse dotazioni di lampade. A seconda del sistema ottico di illuminazione della scena si distingue tra proiettori compatti e proiettori Radiazioni ultraviolette ellissoidali. Radiazioni di lunghezza d'onda inferiore a quella della luce visibile (Lunghezze d'onda < 380 nm). Le Proiettore ellissoidale sorgenti luminose tecnologiche → Proiettore compatto emanano una quantità di radiazioni ultraviolette contenuta. Le radiazioni ultraviolette possono Proiezione avere effetti dannosi, in partiRiproduzione ottica di una macolare fanno sbiadire i colori e schera bidimensionale o di un rendono i materiali più fragili. → gobo su una superficie. Gli I → filtri UV assorbono tali apparecchi da proiezione richieradiazioni. dono un'ottica particolare. La riproduzione può essere messa a fuoco con precisione mediante Radiosity un sistema di lenti. Procedura di calcolo per la simulazione della luce. Nel metodo Radiosity i raggi di luce partono Protezione dai raggi solari dalla soregente luminosa e venMisure tecniche basate sull'→ as- gono riflessi quando incidono su sorbimento, sulla → riflessione e di una superfice. sulla rifrazione, per il controllo della luce diretta del sole; lo scopo è il miglioramento del → comfort Ray tracing visivo (protezione da abbagliaProcedura di calcolo per la simumento) e la riduzione del surrilazione della luce. Il metodo scaldamento dell'ambiente. Ray tracing si basa sui raggi che partono dall’occhio che osserva il modello ed incontrano le sorgenti Protezione dalla luce luminose. → Schermatura dalla luce Psicologia della percezione Ramo della scienza che si occupa dei diversi aspetti della percezione, soprattutto della ricezione neuronale e dell'elaborazione dei ricettori sensoriali.

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Reattore Componentistica per la limitazione della corrente per le → lampade a scarica. La limitazione di corrente può essere induttiva, mediante uno starter, od elettronica. I reattori induttivi sono disponibili nella vecchia forma convenzionale o nella forma a basse perdite. Richiedono eventualmente un accenditore od uno starter supplementari. I reattori elettronici operano senza accenditore supplementare, evitando fastidiosi ronzii o → effetti stroboscopici.

Quoziente di luce diurna Rapporto tra l'→ illuminamento creato dalla → luce diurna sul piano utile di un ambiente e l'illuminamento esterno; il quoziente Reattore elettronico di luce diurna può essere misurato → Reattore nel → simulatore di luce diurna.

spetto alle sorgenti luminose di riferimento è dato dall'indice di resa cromatica Ra o dai gruppi di resa cromatica. Resa del contrasto Criterio per la limitazione dell'abbagliamento riflesso. La resa del contrasto viene descritta dal fattore di resa del contrasto (CRF), definito come rapporto tra il contrasto di luminanza per l'illuminazione osservata ed il contrasto di luminanza per l'illuminazione di riferimento. Resistenza alla luce Indicazione del grado in cui un mate-riale viene alterato dall'effetto della luce. La resistenza alla luce riguarda soprattutto l'alterazione dei colori, ma anche l'alterazione dello stesso materiale. RGB Abbreviazione di rosso-verde-blu (Red-Green-Blue). La sintesi cromatica RGB nell'illuminotecnica è basata sulla sintesi cromatica additiva per produrre luce di diversi colori. Riaccensione Nuova accensione dopo spegnimento od interruzione di corrente. Numerose → lampade a scarica possono essere riaccese solo dopo una fase di raffreddamento. Una riaccensione immediata è possibile solo con speciali → accenditori ad alta tensione. Riflessione Capacità delle superfici di respingere la luce. La misura del riflesso è il grado di riflessione; è definito dal rapporto tra il flusso luminoso riflesso ed il → flusso luminoso incidente. Il riflesso può essere orientato o diffuso.

Riflettore Sistema di orientamento della luce che sfrutta delle superfici riflettenti. La caratteristica di un riflettore consiste innanzitutto nel suo grado di riflessione e di diffusione, e per riflettori a specchio soprattutto nel tipo di curva Relè della sua sezione (Sagomatura del Un interruttore azionato dalla riflettore). I riflettori parabolici corrente. Il relè di norma è attivato orientano in raggi paralleli la da un circuito elettrico separato luce proveniente da una sorgente e può chiudere o aprire uno o più posta nel fuoco della parabola, i Radiatore di Planck circuiti. riflettori sferici rimandano la luce Corpo radiante nero. → Corpo nel punto focale, i riflettori ellitradiante termico ideale le cui tici la raccolgono in un secondo caratteristiche di irraggiamento Resa cromatica punto focale. sono descritte dalla legge di Planck. Qualità della resa dei colori sotto una data illuminazione. Il grado del cambiamento dei colori ri-

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Riflettore ad irradiamento freddo Riflettori dicroici che riflettono soprattutto luce visibile, mentre i raggi infra-rossi vengono trasmessi (riflettori in vetro) o assorbiti (riflettori in metallo). I riflettori ad irradiamento freddo generano una sollecitazione termica limitata sugli oggetti irradiati. Tali riflettori vengono comunemente definiti Coolbeam o Multimirror. Riflettore dicroico Riflettore con → riflessione selettiva che, attraverso strati d'interferenza applicati per evaporazione, riflette solo una parte dello spettro e trasmette altre bande. I riflettori dicroici sono impiegati prevalentemente come → riflettori ad irradiamento freddo, per la riflessione della luce visibile e la trasmissione delle → radiazioni infrarosse. Riflettore ellittico → Riflettore Riflettore parabolico → Riflettore Riflettore sfaccettato Riflettore con elementi piani sfaccettati, che produce un → cono luminoso più bilanciato rispetto ai → riflettori convenzionali lucidi. Riflettore Spherolit Sistema di orientamento della luce basato su calotte sferiche riflettenti. La distribuzione dell'intensità luminosa è determinata da fattore di riflessione, profilo del riflettore, numero delle calotte sferiche e raggio delle calotte. Rifrazione Variazione della direzione della luce nel passaggio da un mezzo ad un altro, di diversa densità. La capacità di rifrazione di un mezzo è data dal suo indice di rifrazione. Rifrazione della luce Variazione della direzione della luce nel passaggio da un mezzo ad un altro, di diversa densità. Per mezzo di → rifrazioni di diversa intensità di diverse bande dello spettro, con la rifrazione della luce si possono formare degli spettri di colore.

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S Saturazione cromatica Misura dell'intensità di un colore tra gli estremi del colore puro e del punto bianco nel → sistema colorimetrico standard CIE. Con la tonalità e la luminosità, appartiene alle tre caratteristiche fondamentali di un colore. La saturazione cromatica di norma viene espressa come una percentuale. Scenografia Termine per la messa in scena dell'ambiente. Nell'illuminazione scenografia indica la trasformazione dell'ambiente tramite la luce in una dimensione temporale. Schermatura antiabbagliamento → Protezione solare Schermatura dalla luce Limitazione dell'intensità dell'illuminazione, delle → radiazioni ultraviolette e delle → radiazioni ad infrarossi richiesta in particolare nelle aree espositive; la si ottiene con un'adeguata scelta delle → lampade, dei tipi di apparecchi e dei → filtri per le radiazioni. Schermo a croce Elemento deflettore per migliorare il → comfort visivo. Lo schermo a forma di croce riduce la visibilità del riflettore e della lampada. Schermo a nido d'ape Elemento antiabbagliante con struttura a nido d'ape per delimitare il → cono luminoso ed evitare l'→ abbagliamento.

Sistema colorimetrico standard Sistema per esprimere numericamente il → colore della luce e dei corpi. Il sistema colorimetrico standard è un diagramma bidimensionale in cui si trovano i punti di colore di tutti i colori e Sezione di cono luminoso di tutte le miscelazioni cromatiSezione a forma di iperbole di un che, in livelli di saturazione dal → cono luminoso, per es. ottenuta colore puro fino al bianco, e che con i downlight su una parete. permette di definire tali punti colore numericamente mediante le coordinate x e y. Le miscelazioni Simulatore di luce diurna cromatiche si trovano su una linea Strumento per la simulazione retta tra i colori da mescolare; il della luce solare e diurna. La → colore della luce dei → corpi → luce diurna viene simulata radianti è situato su di una curva disponendo numerosi apparecchi ben definita, detta anche curva di a formare una semisfera o con la Planck. riflessione multipla di un soffitto luminoso in uno spazio a specchi. La luce solare viene simulata con Sistema unificato di codificaun faretto con riflettore parazione delle lampade (ZVEI) bolico, il cui movimento segue il Sistema unificato per indicare le percorso del sole lungo la durata lampade elettriche. La sigla di una di una giornata o di un anno. lampada indica fra l'altro il tipo Un simulatore di luce diurna di produzione di luce, il materiale permette la simulazione delle dell'ampolla od i gas di riempiluci e delle ombre degli edifici mento, la potenza ed il portalamprogettati utilizzando dei modelli, pada. la sperimentazione con elementi per l'orientamento della luce e la misurazione del → quoziente di Sistemi a luce diurna luce diurna sul modello. Soluzioni tecniche nelle zone delle finestre e dei lucernai, basate sulla → riflessione e sulla → rifrazione, Simulatore solare volte a migliorare l'afflusso di → Simulatore di luce diurna → luce diurna in un ambiente e quindi a ridurre i consumi energetici. Simulazione della luce Calcolo di una situazione d'illuminazione mediante un software. La Situazione luminosa simulazione quantitativa serve a Situazione od atmosfera luminosa controllare i requisiti della proget- con una determinata costellazione tazione sulla base di valori nume- di stati di luminosità e colore. rici. La simulazione qualitativa Mediante una → programmazione investe l'atmosfera e l'estetica luminosa si possono memorizzare del progetto. o richiamare situazioni luminose mediante un pulsante. l'allestimento luminoso dinamico, mediante una → programmazione luminosa si definisce la successione delle situazioni luminose, la loro durata e le dissolvenze.

Sintesi cromatica Nell'illuminotecnica con la sinSemiangolo di distribuzione tesi cromatica additiva di rosso, Angolo tra i punti di una → curva verde e blu si aggiungono bande di distribuzione dell'intensità lumi- spettrali per ottenere dei colori nosa, in cui l'→ intensità luminosa miscelati. La somma dei tre colori scende al 50% del valore misurato fondamentali dà la luce bianca. La nel senso di distribuzione princisintesi cromatica sottrattiva parte pale. L'angolo di distribuzione è la invece dai colori fondamentali base per l'indicazione del diameciano, giallo e magenta e filtra tro del cono luminoso. delle componenti dello spettro. Sensore Dispositivo di misurazione per rilevare le condizioni ambientali. Il valore di misurazione oppure il superamento di un valore limite inviano un impulso al sistema, ad esempio per adattare l'illuminazione. Sequenza luminosa Successione di più → situazioni luminose una dopo l'altra. Per

Sintesi cromatica additiva Denominazione della miscelazione di colori mediante aggiunta di bande spettrali. I colori prodotti dalla sintesi cromatica additiva sono, secondo la teoria dei tre colori, i colori complementari dei colori fondamentali (rosso, verde, blu). La sintesi uniforme dei tre colori produce luce bianca.

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Sorgente luminosa puntiforme Definizione di sorgenti di luce compatte, quasi puntiformi, da cui esce luce diretta. Le sorgenti di luce puntiformi consentono di orientare la luce in modo ottimale, soprattutto concentrandola, mentre le sorgenti lineari o piane producono una luce tanto più diffusa quanto più sono estese. Spettro Distribuzione dell'intensità dell'irradiazione di una sorgente luminosa lungo le lunghezze d'onda. Dalla distribuzione sullo spettro derivano sia il → colore della luce che la → resa cromatica. A seconda di come si ottiene la luce, si possono differenziare dei tipi fondamentali di spettro: lo spettro continuo (luce del giorno e → corpi termici radianti), lo spettro discreto lineare (scarica

a bassa pressione) e lo spettro discreto a banda larga (scarica ad alta pressione). Spot Indicazione comune per i → riflettori o le → lampade con riflettore a fascio stretto. Starter → Accenditore per → lampade fluorescenti. Struttura luminosa Integrazione di singoli → apparecchi in una struttura in genere lineare, che normalmente viene sospesa al soffitto. Superficie di emissione della luce Piano dell'→ apparecchio da cui esce la luce. A seconda dell'illuminotecnica, un apparecchio dispone di uno o più piani. La → luminanza della superficie di emissione della luce serve alla valutazione dell'abbagliamento degli apparecchi.

T Tecnica a taglio di fase Metodo per il controllo della luminosità, in cui si comanda la potenza assorbita delle lampade mediante il taglio delle onde di corrente alternata. Nella tecnica a taglio di fase la corrente viene inserita senza ritardo dopo il passaggio dello zero della tensione di corrente alternata e disinserita prima del successivo passaggio dello zero. La tecnica a taglio di fase serve al comando della componentistica elettronica. Tecnica ad anticipo di fase Metodo per il controllo della luminosità, in cui si comanda la potenza assorbita delle lampade mediante blocco in anti-cipo delle onde di corrente alternata. Nella tecnica ad anticipo di fase la corrente viene inserita con un ritardo dopo il passaggio dello zero della tensione di corrente alternata e trattenuta fino al passaggio dello zero successivo. I dimmer con tecnica ad anticipo di fase per lo più non sono indicati per le lampade fluorescenti normali o compatte. La tecnica ad anticipo di fase serve al comando della compo-nentistica convenzionale.

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Tecnica Darklight Speciale tecnica di riflettori, con la quale l'osservatore non viene abbagliato finché la lampada si trova nell'ambito di schermatura del riflettore. L'→ angolo di schermatura della l­ampada e l'→ angolo antiabbagliamento del riflettore sono uguali. La tecnica darklight offre il massimo del → comfort visivo ed un'ottima efficienza. Tecnologia Dark Sky Speciale tecnica di riflettori con la quale si previene una emissione di luce al di sopra dell'apparecchio per non causare dell'→ inquinamento luminoso. Temperatura colore Indicazione della → tonalità cromatica di una sorgente luminosa. Nei → corpi radianti esprime l'effettiva temperatura del filamento della lampada in gradi Kelvin (K). Nelle → lampade a scarica si assume la temperatura colore più simile a quella irradiata. Questa è la temperatura per la quale un → corpo radiante emette una luce di un colore comparabile. Tempo di dissolvenza Durata dell'intervallo di tempo tra l'apertura e la chiusura di un cambio di situazione luminosa. Tensione Grandezza fisica che agisce in un conduttore elettrico mettendo in movimento i supporti di carica e producendo una corrente elettrica. Tensione di rete → Tensione elettrica che è messa a disposizione nella rete di alimentazione. Nella maggior parte del mondo la tensione di rete è di 230 V a 50 Hz. Per tensioni di rete diverse occorre un adattamento tecnico degli apparecchi elettrici. Termoluminescenza → Luminescenza Transadapter Elemento per il collegamento meccanico ed elettrico di un apparecchio ad un → binario elettrificato, in particolare di un → faretto o di un → washer; è collegato con un → trasformatore elettronico integrato o con un → reattore elettronico. Trasformatore Componente necessario per il funzionamento delle → lampade

Visione scotopica Anche: visione notturna. Vista con adattamento a → luminanze inferiore a 0,01 cd/m2. La visione scotopica avviene utilizzando i bastoncelli, interessa quindi soprattutto le parti periferiche della Trasmissione Capacità dei materiali di trasmet- retina. La → nitidezza è limitata e tere la luce. La trasmissione viene non si possono percepire i colori; d'altra parte la sensibilità al moviespressa mediante il grado di mento degli oggetti percepiti è trasmissione; esso è il rapporto tra il → flusso luminoso trasmesso elevata. sul flusso luminoso incidente. La trasmissione può essere indirizzata o diffusa. alogene a bassa tensione; si fa distinzione tra trasformatori convenzionali e trasformatori elettronici.

Watt Unità di misura della potenza. È il prodotto della → tensione per l'intensità di corrente. Wide flood Denominazione d'uso corrente per i → riflettori o le → lampade con riflettore a fascio molto largo.

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Wallwasher Apparecchio con uno speciale sistema → di riflettori o sistema ottico a riflettori e lenti per l'illuUGR minazione omoge-nea delle pareti; Unified Glare Rating; metodo di valutazione dell'→ abbagliamento è essenziale che i wallwasher psicologico, in particolare sul posto siano dipsosti su di una linea parallela alla parete e ad una di lavoro. distanza omogenea tra loro. Uplight Apparecchio a sospensione, da parete, da pavimento o interrato, che emana la luce prevalentemente verso l'alto.

V Varychrome Attributo per la descrizione di apparecchi che possono produrre luce colorata variabile, ad esempio sulla base della → sintesi cromatica RGB. Visione diurna → Visione fotopica Visione fotopica Anche: visione diurna. Vista con → adattamento a → luminanze superiori a 3  cd/m2. La visione fotopica ha luogo mediante i → coni, e si concentra quindi nella regione della → fovea. La → nitidezza è elevata e si possono percepire i colori. Visione mesopica Condizione di transizione dalla → visione fotopica diurna, mediante i coni, alla → visione scotopica notturna, mediante i bastoncelli. La percezione dei colori e la → nitidezza hanno di conseguenza valori intermedi. La visione mesopica ha luogo con luminanze tra 0,01 cd/m2 e 3 cd/m2. Visione notturna → Visione scotopica

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Wallwasher bifocale Apparecchio che serve all'illuminazione uniforme delle pareti. Il sistema ottico concentra la luce in un secondo punto focale ed emette solo luce riflessa. Ciò consente una schermatura totale della lampada ed offre quindi un maggiore → comfort visivo. Wallwasher con lente Apparecchio con distribuzione asimmetrica dell'intensità luminosa per l'illuminazione uniforme di pareti. La luce è diffusa da una → lente. Washer Apparecchi con distribuzione della luce diffusa, che possono essere ruotati e girati verso i punti dell'ambiente da illuminare; impiegati preferibilmente su → binari elettrificati. Washer per pavimenti Tipo di apparecchio che, singolarmente od allineato, viene disposto sopra il pavimento o sulle pareti. Illumina il pavimento in modo omogeneo e senza abbagliamento. Washer per soffitti Tipo di apparecchio che, singolarmente od in serie, viene disposto al di sopra del livello degli occhi; illumina il soffitto in modo omogeneo e senza abbagliamento, preferibilmente con → lampade alogene, → lampade fluorescenti o → lampade a scarica ad alta pressione.

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