Intervista rivista federmanager

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Intervista

NON SOLO

FRANCESCO DELZIO

UNA STRISCIA D’AS Si allungano come vene e arterie, si accavallano come nervi e muscoli, si estendono per chilometri e chilometri e conducono quasi ovunque. Sono le autostrade, percorse ogni giorno da un flusso interminabile di automezzi di ogni genere e dimensione. Eppure, le autostrade non sono solo strisce di grigio asfalto puntellate da caselli, oasi di rifornimento e ristoro: sono business, tecnologia, investimenti, comunicazione e strategia. Ne parliamo con Francesco Delzio, da due anni direttore relazioni esterne, affari istituzionali e marketing di Autostrade per l’Italia, società che si posiziona ai primi posti in Europa tra i concessionari di costruzione e gestione di autostrade a pedaggio con una rete di circa 5.000 km in Italia, Brasile, Cile, India e Polonia.

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direttore relazioni esterne, affari istituzionali e marketing di Autostrade per l’Italia. È conduttore del programma radiofonico La Scossa su Rtl.

Roberta Roncelli

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Giornalista, manager, scrittore, docente universitario… Un percorso professionale davvero creativo il suo. Ce lo racconta? «Da piccolo sognavo di fare il giornalista e per cinque anni l’ho fatto, lavorando in alcune testate Rai dopo aver frequentato il master Rai a Perugia. Mi sono laureato in Giurisprudenza presso la Luiss Guido Carli, che per me è una “seconda casa” per varie cariche tenute e attività svolte.

Sempre in Luiss oggi insegno Corporate communication e Lobby e politica e sono condirettore del master in Relazioni istituzionali, lobby e comunicazione d’impresa, che ho fondato. A 26 anni ho avuto l’opportunità di entrare in Confindustria come direttore dei giovani imprenditori: una vera sfida a quell’età, anche perché non c’era mai stato un dirigente così giovane nell’organizzazione confederale. Dopo


FALTO

sette anni appassionanti ho scelto una strada più prettamente manageriale: prima entrando nel gruppo Piaggio come direttore relazioni esterne e affari istituzionali, due anni fa in Autostrade per l’Italia come direttore relazioni esterne, affari istituzionali e marketing. Oggi presiedo anche Ad Moving, la nostra concessionaria di pubblicità e ho esteso le mie deleghe ad Atlantia, coordinando le stesse funzioni in Aeroporti di Roma». Quale ritiene debba essere oggi il percorso professionale di un giovane che si affaccia al mondo della comunicazione e dei rapporti istituzionali? «Difficile dirlo perché in realtà i

percorsi “non codificati” sono spesso i più efficaci. Direi che per la comunicazione servono curiosità, sensibilità “istintiva”, preparazione tecnica sul funzionamento dei diversi media e proiezione internazionale. Il resto si costruisce sul campo. I rapporti istituzionali, invece, sono stati affidati per troppo tempo alla “praticaccia” da corridoio». Come sta cambiando la comunicazione negli ultimi anni? Quale ruolo hanno le nuove tecnologie? «Oggi viviamo all’interno di un immenso frullatore. In media abbiamo a disposizione la più grande mole di informazioni della storia della comunicazione e paradossalmente il minor numero di

strumenti di formazione. Il rischio dello “spaesamento” è fortissimo. Vince chi riesce a scegliere in questo delirio informativo le notizie utili, avendo capito il “senso profondo” di ogni medium e riuscendo a definire strategie multi-media in cui ogni mezzo non si sovrappone all’altro, ma ne moltiplica l’effetto. Nel villaggio globale la comunicazione è questione di straordinaria complessità, che richiede strategie raffinate e nervi saldi». Qual è la strategia di comunicazione e di marketing adottata da Autostrade per l’Italia? «È una strategia innovativa e articolata. Da almeno due anni stiamo costruendo una nuova “narrazio-

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Intervista

Valorizziamo l’Italia

ne” del nostro gruppo, che racconta ed enfatizza quale contributo forniamo allo sviluppo e alla mobilità del Paese attraverso investimenti, tecnologie e servizi di qualità». In che modo? «Cerchiamo di farlo in modo caldo e interattivo per dare un volto a ciò che prima si tendeva a considerare semplicemente una striscia d’asfalto e un casello. Il nostro principio-cardine è “non lasciare mai solo” chi viaggia in autostrada. Fornendo un’offerta di servizi di qualità ai nostri clienti – offerta centrata sull’innovazione tecnologica e sull’efficienza – e un sistema di informazioni sulla mobilità completo e tempestivo, senza limitarci a raccontare ciò che succede ma dando consigli e indicando i trend di traffico, per consentire a tutti di programmare meglio un viaggio. Perché l’attenzione al cliente e ai servizi che vengono forniti è già oggi e sarà sempre di più nei prossimi anni il primo indicatore

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“Sei in un Paese meraviglioso” è l’iniziativa di valorizzazione del territorio di Autostrade per l’Italia che fa delle aree di servizio una vetrina e una cassa di risonanza del patrimonio del nostro Paese. Nelle aree di servizio, infatti, gli automobilisti possono trovare una maxi installazione racchiusa all’interno di una cornice all’ingresso del ristorante o del bar, che racconta e propone originali experience di viaggio studiate in relazione al tempo disponibile (3 ore, mezza giornata, 1 giorno, 2 giorni). Lungo la rete autostradale, in prossimità dei caselli di uscita dei diversi itinerari proposti, i cartelloni “Touring”, che ripropongono l’immagine rappresentativa di ogni experience e il nome dell’itinerario, segnalano le bellezze del territorio circostante. Le experience sono consultabili anche sul sito www.autostrade.it nella sezione dedicata a “Sei in un Paese meraviglioso”, ricca di foto e informazioni di dettaglio sulle tappe e sugli itinerari.

del successo (o meno) del nostro lavoro quotidiano». State pensando a investimenti sulla sicurezza? «La sicurezza di chi guida è la priorità assoluta di Autostrade per l’Italia da molti anni. Basti pensare

a Tutor (che permette di rilevare la velocità media dei veicoli, ndr), una tecnologia che abbiamo ideato e introdotto per primi in Europa. Ha letteralmente cambiato le abitudini di guida degli italiani, consentendo di salvare ogni anno 300 vite umane. Un altro investimento rile-


vante in tema di sicurezza è stato negli ultimi anni la stesa su tutta la nostra rete dell’asfalto drenante, che ha reso molto più sicure le nostre autostrade in condizioni meteo particolarmente critiche. La nostra attenzione per la sicurezza ci porta anche a occuparci della salute di chi viaggia in autostrada ogni giorno, perché lo fa per professione: in alcune aree di servizio è attivo “L’angolo della prevenzione”, un servizio gratuito – realizzato insieme alla Croce Rossa Italiana – che consente agli autotrasportatori di fare un piccolo “check up” in tempo reale del proprio stato di salute». Cos’è My Way? «My Way è un’iniziativa di grande successo e in continua crescita. È un vero e proprio canale tv, che abbiamo costruito insieme a Sky mettendo insieme due eccellenze.

Oggi My Way rappresenta lo strumento più efficace e impattante per chi vuole conoscere il “mondo” delle autostrade: non solo le informazioni sul traffico, ma anche i consigli di sicurezza, le experience turistiche offerte dai territori connessi dalla nostra rete autostradale, il Telepass, il Tutor, le aree di servizio. L’evoluzione più recente di My Way ci ha consentito di fornire – sempre su Sky Meteo24 e su Sky Tg24 – le informazioni aggiornate sul traffico delle grandi città, a partire da Roma e Milano, e di accompagnare i tifosi di calcio nelle loro trasferte attraverso un servizio di traffico dedicato che va in onda sui canali sportivi di Sky». Quale obiettivo si pone il progetto “Sei in un Paese meraviglioso. Scoprilo con noi”? «L’obiettivo è di far scoprire agli italiani le bellezze nascoste dei lo-

ro territori, raggiungibili in un raggio di 50 km dai caselli autostradali, e di valorizzare lo straordinario giacimento di potenziali mete della provincia italiana che oggi rischia di essere ignorato dai flussi turistici. È un progetto che stiamo sviluppando insieme a Touring Club e Slow Food – con i quali abbiamo già selezionato e messo a disposizione di chi viaggia circa 150 experience originali di tipo culturale, artistico, ambientale e gastronomico – e che ci ha portato fino ad oggi ad attrezzare più di 30 aree di servizio su tutto il territorio nazionale». Le autostrade possono essere quindi considerate una infrastruttura e un servizio per supportare il rilancio del turismo nostrano? «Credo proprio di sì. Le autostrade devono essere sempre più connesse con i territori che attraversano e le loro aree di servizio possono diventare una straordinaria vetrina delle bellezze del territorio. È un nuovo ruolo sociale della nostra infrastruttura, che Autostrade per l’Italia ha intenzione di svolgere nei prossimi anni in modo sempre più efficace e consapevole». Come sarà l’autostrada del futuro? «Sarà un hub di tecnologia e qualità, con il cliente-viaggiatore al centro. E si sposerà ancor di più con i territori che attraversa, esaltandone la bellezza e la capacità d’attrazione». 䡵

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