Università degli Studi di Sassari Dipartimento di Architettura, Urbanistica e Design DADU
Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
Potager du Roi, Versailles
a cura di
4UFGBO 5JTDIFS e 'SBODFTDP 'SBTDBSP
Nella pagina a lato Illustrazione dell’arrivo del Re Luigi XIV a Versailles, Jean Le Pautre, 1676
Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
Potager du Roi, Versailles
On doit estimer ce fruit Ă cause de sa tendretĂŠ. Jean Baptiste de La Quintinye
Questo lavoro è parte della tesi di laurea magistrale a ciclio unico in Architettura “Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage, Potager du Roi de Versailles” discussa nel luglio 2014 presso il Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica di Alghero, Università degli Studi di Sassari. Relatore Prof. Stefan Tischer Corelatori Arch. Annacaterina Piras Arch. Erika Bonacucina
Progetto grafico e impaginazione Francesco Frascaro
Università degli Studi di Sassari Dipartimento di Architettura, Urbanistica e Design DADU
Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
Potager du Roi, Versailles
a cura di
4UFGBO 5JTDIFS e 'SBODFTDP 'SBTDBSP
Ai miei nonni
INDICE
1
Introduzione
3
CAPITOLO I Inquadramento e analisi storica
6
I.I Le origini del Potager du Roi: Jean Baptiste de La Quintinye
24
I.II Il Potger du Roi durante il regno di re Luigi XIV: i Le Normand
30
I.III Il Potager du Roi durante la Rivoluzione: Antoine Richard
36
I.IV Il Potager durante l’Impero e la Restaurazione: Jean-Baptiste Lelieur e Placide Massey
42
I.V Il Potager du Roi durante la Repubblica del 1848 e il Secondo Impero: Auguste Hardy
48
I.VI Il Potager du Roi durante la Terza Repubblica: L’Ecole Nationale d’Horticulture
54
I.VII
Il Potager du Roi nel Novecento: descrizione della scuola
116
CAPITOLO II Il Potager oggi: analisi sullo stato attuale
136
CAPITOLO III Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
156
BIBLIOGRAFIA
INTRODUZIONE
Il Potager di Versailles o Potager du Roi è un giardino urbano che si estende su una superficie di 9 ettari e 864 m2 nell’asse sud del Castello di Versailles, al
confine
con
l’Orangerie
e
la
Piece
d’eau
des
Suisses.
Creato nel 1683 dal progetto di Jean Baptiste de La Quintinie, su commissione del Re Luigi XIV, dal 15 marzo 1926 è classificato, insieme all’adiacente Parc
Balbi,
come
monumento
storico
nazionale.
Il Potager du Roi, che attualmente ospita la sede dell’Ecole Nationale Superieure
du
Paysage,
è
stato
oggetto
di
numerosi
studi.
Nel 1890 il collezionista e mecenate Edouard François André ne ha descritto la storia all’interno del volume L’Ancien Potager du Roi, Histoire et Description del’Ecole
Nationale
che
illustra
dalla
sua
i
d’Horticulture
de
processi
evolutivi
vari
fondazione
fino
al
Versailles.
1900,
è
F JM QSJODJQBMF SJGFSJNFOUP CJCMJPHSBGJDP per svolte
durante
questo
del
Questo Potager
stato
tutte
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documento, di
base attività
Versailles
di di
partenza ricerca
studio.
La storia del Potager, dalla sua fondazione fino all’apertura della scuola, costituisce
la
prJma
parte
di
questo
volume.
Per poterla scrivere e garantirne la veridicità delle informazioni, è stato necessario recuperare e verificare l’attendibilità di tutte le documentazioni possibili, tra cui manoscritti, libri, rappresentazioni e testimonianze orali. I luoghi la
della
Digital
ricerca Baker
sono
Library
stati
gli
Archives
dell’Harvard
Nationales
University,
la
de
Fran-ce,
Bibliothèque de
l’Ecole Nationale Superieure de Paysage de Versailles, la Bibliothèque Municipale de Versailles, la Biliothèque Nationale de France, il Centre Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
Potager du Roi, Versailles
1
du Recherche du Chateau de Versailles e la Digital Library of the University of California. Alla fase di documentazione, è seguita quella di rilievo dei manufatti storici. Questo passaggio è stato fondamentale sia per comprendere le molteplici situazioni architettoniche che compongono l’area, sia per sviluppare il progetto, che costituisce la chiusura del percorso di tesi. La situazione di disorganizzazione in cui versa l’intera area è il problema che questo studio cerca di affrontare e di risolvere sia attraverso la sistemazione del parco, sia attraverso la strutturazione di nuove funzioni. Queste azioni cercano di rispondere da un lato alle necessità di nuovi spazi e di nuovi ambienti per la didattica e, dall’altro, mirano a riportare il parco alla sua condizione originaria, ovvero quella di strumento connettivo tra le due parti della città.
Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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Potager du Roi, Versailles
CAPITOLO I Inquadramento e analisi storica
3
Inquadramento sullo stato di fatto
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Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
Potager du Roi, Versailles
I.I Le origini del Potager du Roi: Jean Baptiste de La Quintinye
1 | La Piece d’eau des Suisses è un bacino che fa parte del parco della reggia di Versailles. Costruito nel 1665 all’interno di una zona paludosa come prolungamento del Parterre de l’Orangerie, venne ingrandito nel 1678 dalle guardie svizzere al servizio del re Luigi XIV. Questo bacino, lungo 682 metri e largo 334 metri, si estende sopra una superficie di 13 ettari. E’ situato all’estremità sud dell’asse nord-sud dei giardini della reggia di Versailles. Questo asse comprende da nord a sud le bassin de Neptune, l’allée d’eau e le parterre du Nord, le parterre d’eau (punto dal quale parte l’asse est-ovest), le parterre du midi (situato al di sopra de l’Orangerie) e le parterre de l’Orangerie e infine la Piece d’eau des Suisses che attualmente è al di fuori del perimetro della reggia, poiché separato dalla strada di Saint-Cyr.
Le Potager de Versailles è situato tra la rue de Satory e il bacino denominato Pièce d’eau des Suisses1 che lo delimitano ad est e ad ovest, mentre la rue du Potager e il Parc du Grand Séminaire lo delimitano a nord e a sud. La sua creazione risale al regno del re Luigi XIV. Nel 1678 L’architetto del re Luigi XIV, Jules Hardouin-Mansart e l’architetto dei paesaggi André Le Nôtre, completavano la prima realizzazione della residenza reale e del parco, estendendo questo entro i nuovi e più ampi confini. Questa espansione portò inevitabilmente alla distruzione di un Potager risalente al regno del re Luigi XIII e creato per questi dall’architetto dei paesaggi
2 | Joseph Adrien Le Roi, Histoire de Versailles, Versailles, Libraire de l’Evèché, 1868.
e sovrintendente dei giardini reali Jules Boyceau. Questo Potager era situato dove ora si trova la rue Gambetta, anticamente rue de la Sutintendance e de la Bibliothèque e la rue des Récollets. Joseph Adrien Le Roi descrive le Potager all’epoca del re Luigi XIII all’interno del suo libro Histoire de Versailles2 : “esisteva tra l’Orangerie di Luigi XIII e la chiesa di Saint-Julien, dove più tardi venne costruito il Grand Commun e le abitazioni che formano il centro urbano di Versailles, un grande terreno incolto dove venne ubicato il Potager, al quale era possibile accedere dall’ingresso principale lungo il lato dell’Orangerie. Questo Potager era di forma rettangolare, lungo 260 metri e largo 126 metri, e diviso in due parti uguali da un lungo viale che lo attraversava in tutta la sua lunghezza. Ognuna delle due parti, formate da questa divisione, era ulteriormente divisa in tre piccoli giardini chiusi all’interno di una cinta muraria e separati tra di loro da corridoi trasversali, che conducevano ad
Nella pagina a lato Statua di Jean Baptiste de La Quintinye,
un ulteriore viale circolare. Questo, che permetteva di girare intorno ai giardini Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
Potager du Roi, Versailles
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I.I Le origini del Potager du Roi: Jean Baptiste de La Quintinye
ma non di accedervi, era affiancato a sua volta da una cinta muraria sulla quale erano disposti degli impianti a spalliera. Ciascuno dei sei giardini così formatisi
3 | Con il termine Parterre si indica un area del giardino all’italiana ornata da piante, aiuole ed arbusti, con scopi principalmente estetici e ornamentali.
era diviso in quattro Parterre3 e in due piccoli bacini di forma circolare, disposti al centro di due di questi giardini. Infine, a destra dell’entrata, furono edificate alcune costruzioni alte e alcune serre”. Il re Luigi XIV che, secondo le fonti amava molto l’orticultura e la botanica, in un primo momento pensò di spostare questo Potager presso Saint-Cloude ma, in seguito, decise di ricostruirlo a Versailles, su un terreno molto più vasto rispetto a quello precedente, in modo da poter dare più lustro e rendere più piacevole la già sontuosa residenza reale. Il “grande re” aveva, del resto, a suo servizio uno dei giardinieri più istruiti, abili e talentuosi, del quale apprezzava la grandissima esperienza: Jean-Baptiste de La Quintinye. Giacché, in precedenza questo esperto giardiniere aveva diretto la realizzazione di alcuni giardini reali, il re Luigi XIV gli affidò il compito di trovare un luogo adatto per la creazione del nuovo Potager: Le Potager du Roi. Nato il 1° marzo del 1624 a Chabanais, nel La Charente, La Quintinye aveva inizialmente previsto una carriera di avvocato ma, dopo aver terminato in maniera eccellente gli studi presso l’ordine dei Gesuiti a Potiers, abbandonò la giurisprudenza per dedicarsi all’arboricoltura, guidato da un’innata inclinazione nei confronti della natura. La passione per questa disciplina, stando alle fonti, nacque durante un viaggio condotto in Italia per accompagnare, in veste di precettore, il figlio del presidente della Chambre des Comptes4, Michel Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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Potager du Roi, Versailles
4 | Le Chambres des comptes o Camere dei conti, erano in Francia, sotto l’Ancien Régime, degli organi giurisdizionali sovrani specializzati negli affari delle finanze. La Chambre des comptes di Parigi, la più antica, è l’antenata dell’attuale Corte dei conti francese.
I.I Le origini del Potager du Roi: Jean Baptiste de La Quintinye
5 | Louis Le Vau (Parigi, 1612-1670), rappresenta l'anello di congiunzione tra lo stile del primo Seicento e quello di Luigi XIV. Esordì realizzando diverse abitazioni private per ricchi committenti (Hôtel de Bautru, 1634-37; Hôtel Tambonneau, 1639), dando un notevole contributo alla formazione della tipologia della casa parigina. In seguito eseguì molti lavori nell'Ile Saint-Louis, tra cui l'Hôtel Lambert (terminato nel 1644) e l'Hôtel de Lauzun, manifestando già, nella grandiosità dei rapporti volumetrici e nello sviluppo delle planimetrie, i caratteri distintivi della sua produzione. Nel 1653 fu scelto dal Mazarino per i lavori di ampliamento del castello di Vincennes; l'anno seguente succedette al Lemercier nella carica di architetto del re e nella direzione dei lavori del Louvre (del quale completò le facciate interne della Cour Carrée) e del palazzo delle Tuileries (1659-68). Negli stessi anni realizzò il suo capolavoro, il castello di Vaux-le-Vicomte, rimanendo fedele al proprio linguaggio (salone ovale, ordine gigante, effetti prospettici) e giovandosi della collaborazione di Le Nôtre per i giardini e di Le Brun per la decorazione. Il castello, costruito per il finanziere Nicolas Fouquet e considerato il miglior esempio di età barocca prima di Versailles, entusiasmò Luigi XIV che affidò allo stesso gruppo di artisti i lavori di ampliamento della propria residenza a Versailles, dove però l'attività di Le Vau fu parziale, nonostante la costruzione di tre facciate, perché il successivo intervento di Jules Hardouin-Mansart modificò ulteriormente la reggia. A Parigi Le Vau realizzò anche il Collège des Quatre Nations (1662), oggi sede dell'Istituto di Francia.
Tambonneau. Questi offrì al giovane avvocato la possibilità di poter educare il proprio figlio e di trasferirsi così presso la residenza di Parigi. L’edificio, costruito nel 1646 dall’architetto Louis Le Vau5 in stile classico francese, era caratterizzato dalla presenza di un ampio giardino, luogo di grande importanza nella formazione di La Quintinye, all’interno del quale iniziò ad osservare la natura, concentrandosi sullo sviluppo delle piante ornamentali. In seguito, Tambonneau, decise che, per completare l’educazione di suo figlio, questi avrebbe dovuto compiere un viaggio insieme al suo educatore, in Italia. La ricchezza della flora, il verde brillante della vegetazione e la bellezza dei giardini di questo paese, innescò in La Quintinye un insieme di processi creativi che lo portarono, al suo rientro in Francia, allo studio dei fiori e delle piante. Fu così che, grazie all’autorizzazione di Tambonneau, La Quintinye poté sperimentare all’interno del giardino le idee e le riflessioni sviluppate durante il viaggio. Questa occasione gli permise di elaborare nuove tecniche sia per la coltura di piante ornamentali, sia per la produzione di prodotti orticoli, e di attirare così l’attenzione del mondo dell’orticoltura, soprattutto di quella inglese, attivando una corrispondenza, successivamente raccolta all’interno delle Transaction Philosophiques, con Henry Oldenbourg, segretario della Royal Society of London. La coltivazione degli alberi da frutto e, più in generale, il giardinaggio erano, alla fine del XVII secolo, molto di moda. Robert Arnaud d’Andilly, uno dei massimi esponenti della letteratura e della poesia francese del XVII secolo, scrive all’interno del suo saggio La manière de cultiver les arbres fruitiers6 : “mai prima d’ora si è Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
Potager du Roi, Versailles
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I.I Le origini del Potager du Roi: Jean Baptiste de La Quintinye
lavorato così intensamente su questa nobile branca dell’agricoltura e mai come in questo momento se ne discute. Tuttavia ci sono quelli che non hanno un lembo di terra da coltivare e che, al tempo stesso, non consentono agli altri di godere dei prodotti del giardino, o di studiarne le inimmaginabili curiosità. Nonostante ci siano piaceri eccessivi e superflui, il nostro secolo e il nostro paese non riescono, però, a rinunciare a questo gradevole divertimento, che amplia l’orizzonte della conoscenza e crea professioni. Questo mi fa dire che, se quest’arte non merita di essere inserita all’interno dell’insieme delle scienze nobili o delle principali occupazioni dello spirito, essa ha il vantaggio di essere una disciplina studiata da tutte le persone del mondo”. La Quintinye si dedicò da subito allo studio del giardinaggio, “questa occupazione così piacevole e utile” per la quale, come scrisse più tardi, “la maggior parte degli uomini ne sono naturalmente attratti”. All’epoca esistevano molti trattati in materia di giardinaggio, ma la maggior parte di questi scritti erano semplicemente collezioni di poco valore che, non avrebbero permesso a La Quintinye di ottenere grandi progressi nella coltivazione degli orti. Così l’arboricoltura e l’orticultura iniziarono a diventare quelle scienze capaci di offrirgli spiegazioni a una serie di “infinite curiosità”, quell’insieme di risposte, cioè, atte a rispondere alle sue domande. Desideroso di esportare i suoi modelli empirici all’estero, intraprese dei viaggi in Italia e in Inghilterra, durante i quali egli raccolse molte informazioni importanti, che gli permisero di completare e portare a maturazione la propria formazione. In Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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Potager du Roi, Versailles
6 | R. A. D’Andilly, La manière de cultiver les arbres fruit, Paris, De L’imprimerie d’Antoine Vitré, 1652.
I.I Le origini del Potager du Roi: Jean Baptiste de La Quintinye
questo periodo Giacomo II, re d’Inghilterra, gli propose di riorganizzare i giardini reali, offerta che La Quintinye rifiutò. Tornato in Francia, iniziò ad applicare le proprie conoscenze attraverso la realizzazione di giardini, esperienze che gli permisero di diventare in breve tempo il miglior giardiniere del suo tempo. Nicolas Fouquet, sovrintendente alle finanze durante la minorità di Luigi XIV, aveva creato, presso la sua residenza di Vaux a Melun, un’anticipazione di quella che in seguito sarebbe stato le Château de Versailles. Questo fu reso possibile grazie ai lavori dell’architetto Le Vau, del pittore Charles Le Brun, dell’architetto dei paesaggi André Le Nôtre e dal giardiniere La Quintinye, al quale venne affidato il compito di preparare un modello di giardino, esperienza attraverso la quale venne chiamato dal re Luigi XIV per lavorare a corte. Non è possibile stabilire in quale data precisa La Quintinye entra a lavorare a servizio del re, ne che tipo di mansione viene chiamato a svolgere. Tutte le informazioni, dice M. L. H. Philippar che, nel 1673, lavorava come giardiniere presso il re Luigi XIII, dimostrano che fino al 1687 La Quintinye era a capo dei giardini della reggia di Versailles e che il 25 agosto dello stesso anno, gli venne affidato l’incarico di direttore dei giardini e dei frutteti di tutte le proprietà reali. Ma queste informazioni sono in disaccordo con quelle riportate in altre documentazioni, infatti, stando a queste fonti, è nel 1670 che La Quintinye diviene direttore dei giardini e dei frutteti reali, ma del resto è probabile che La Quintinye sia giunto a Versailles prima, nel 1668. J. A. Le Roi scrisse: “Il re Luigi XIV iniziò ad effettuare i primi abbellimenti del Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
Potager du Roi, Versailles
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I.I Le origini del Potager du Roi: Jean Baptiste de La Quintinye
Château de Versailles nel 1662; Già nel 1664 Le Nôtre aveva effettuato enormi cambiamenti all’interno dei giardini, occasione per la quale il re organizzò la sua
7 | A. Félibien, Description sommaire du Château de Versailles, Paris, Livre de La Communauté des Libraires & Imprimeurs, 1673.
prima grande festa”. Possiamo presumere che proprio in occasione di questa festa La Quintinye diventò direttore dei frutteti reali. Questo è desumibile dalla descrizione della
8 | J. Laurent, Abrégé pour les arbres nains et autres, Paris, Livre de La Communauté des Libraires & Imprimeurs, 1673.
festa presente nell’opera dello storico André Félibien description sommaire du Château de Versailles7 del 1673, che scrive “l’intero giardino era ornato con alberi da frutto curati secondo la sapiente tecnica di La Quintinye”. A lui, nel 1673, Jean Laurent, notaio del comune di Laon, dedica un libro intitolato Abrégé pour les arbres nains et autres8, all’interno del quale egli descrive le operazioni svolte dal direttore dei frutteti di sua maestà nei giardini reali, il che indica che La Quintinye era presente a corte già da diverso tempo. Inoltre La Quintinye, all’interno del primo capitolo del libro Instruction pour les jardins fruitiers et potgers9 edito nel 1689, scrive: “Ho avuto l’onore di dirigere per tanti anni i giardini e i frutteti reali”. Questo sembra confermare che l’arrivo di La Qtuintinye a Versailles sia databile al 1664 e che per 20 anni ne sia stato direttore dei frutteti. In ogni caso, nel 1678, il re Luigi XIV commissionò a La Quintinye l’incarico di trovare un luogo adatto per la creazione di un nuovo Potager. L’abile giardiniere propose al re un terreno situato presso lo stagno di Clagny, eccellente sotto tutti gli aspetti, sia in termini di esposizione, sia di qualità del terreno. Tuttavia il re Luigi XIV non assecondò la scelta, optando invece per la proposta dell’architetto Mansart. Questi indusse il re a scegliere l’area a sud dell’Orangerie, sistemando il nuovo Potager nella zona paludosa a destra del bacino Piece d’eau des Suisses. Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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Potager du Roi, Versailles
9 | J.B. De La Quintinye, Instructions pour les jardins fruitiers et potagers, Paris, Livre de La Communauté des libraires & Imprimeurs, 1689, pp. n° 35.
I.I Le origini del Potager du Roi: Jean Baptiste de La Quintinye
L’obiettivo di Mansart era di ampliare la visuale del parterre sud, inglobando all’interno di questa il Potager, in modo da aumentarne la decorazione generale. Le decisioni intraprese per la scelta dell’area erano spinte dalla necessità di trovare una posizione confortevole, che garantisse al re di poter raggiungere il Potager senza dover percorrere grandi distanze. Tuttavia, nonostante l’area fosse vicina al palazzo, La Quintinye ne criticò le condizioni di salubrità. Questo rimprovero è dichiarato all’interno del libro Instructions pour les jardins fruitiers et potagers, dove il giardiniere descrive le pessime qualità del terreno nel quale è costretto a lavorare, scrivendo che quella scelta era esattamente “una condizione che nessuno vorrebbe mai trovare in alcun luogo”. All’interno della stessa opera sono descritte le difficoltà incontrate durante la realizzazione del tracciato e durante i processi di sistemazione delle terre nel Potager. Appare necessario, ai fini della comprensione del progetto, riprodurre la descrizione per intero: “Il Potager è situato all’interno di un’ex area paludosa, nella quale vi era la presenza di un grande stagno. I primi interventi effettuati riguardarono le operazioni di bonifica, resi possibili attraverso il riempimento dello stagno con il materiale estratto dalla realizzazione del bacino adiacente Piece d’eau des Suisses, profondo tra i 10 e i 12 piedi. L’operazione di riempimento permise di rialzare la superficie rispetto al terreno circostante, in modo da isolarla dai canali d’acqua sotterranei e in maniera tale da prevenire fenomeni di allagamento, essendo in una posizione di avvallamento rispetto alle montagne circostanti. Tuttavia, Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
Potager du Roi, Versailles
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I.I Le origini del Potager du Roi: Jean Baptiste de La Quintinye
per avere un terreno capace di adattarsi al substrato sabbioso, fu necessario (le spese e i tempi previsti per il trasporto della quantità di materiale utile per riempire 25 ettari di terreno avrebbero potuto annullare l’impresa) recuperare il materiale dalla vicina Montagne de Satory. A primo impatto notai che questo tipo di terreno argilloso diventava debole quando l’acqua vi ristagna, dopo le grandi piogge, mentre con il sole induriva fino a pietrificarsi. Costatai, inoltre, che questi difetti potevano dipendere dalla presenza del tufo all’interno del composto argilloso, che lo rendeva impermeabile all’acqua. Tuttavia, consolai nella speranza di trovare un rimedio per gestire lo strato sabbioso intermedio sul quale poggia questo terreno instabile. Su queste considerazioni, disposi le terre del nuovo Potager su una superficie perfettamente pianeggiante, priva di ogni possibile pendenza, come d’altronde sono tutti i frutteti del mondo. Tuttavia, nonostante i miei accorgimenti, rimasi sorpreso quando accadde il contrario di ciò che avevo ipotizzato. Infatti, durante il primo anno di lavori, si verificarono grandi e frequenti piogge che, sradicando alberi e sommergendo piante, trasformarono il cantiere in uno stagno fangoso, rendendolo inaccessibile e mortale. L’unica cosa positiva fu che questa situazione disastrosa mi permise di elaborare un piano alternativo, relativo alla costruzione di un acquedotto che, attraversando per intero l’area di lavoro, raccoglieva le acque, che naturalmente confluivano in quest’area creando lo stagno, e le distribuiva verso il bacino adiacente. Ho pensato inoltre di poter raccogliere le acque in eccesso, facendole confluire Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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Potager du Roi, Versailles
I.I Le origini del Potager du Roi: Jean Baptiste de La Quintinye
10 | J.B. De La Quintinye, Instructions pour les jardins fruitiers et potagers, Paris, Livre de La Communauté des libraires & Imprimeurs, 1689.
nell’impianto del grande acquedotto dei giardini reali. Per fare questo ho dovuto aumentare l’altezza di tutto il cantiere, in maniera tale da creare una pendenza tale da facilitare lo scolo dell’acqua verso il basso e quindi verso la rete di distribuzione idrica. Questo rimedio era ottimale, ma se per poterlo realizzare avrei dovuto far portare altra terra argillosa, avrei contribuito ad aumentare l’instabilità del terreno. Quindi scelsi un altro tipo di terreno più morbido, che potesse al tempo stesso fertilizzare le colture. Con quest’accorgimento riuscii ad ottenere ottimi risultati. In seguito, divisi l’intero cantiere in quattro lotti, dando a ciascuno una pendenza impercettibile, al fine di far convogliare l’acqua agli angoli, in ognuno dei quali piazzai delle canalette capaci di trasportare l’acqua raccolta verso l’acquedotto principale. Questi accorgimenti progettuali mi permisero di mantenere in un buono stato di conservazione i quattro lotti sopraelevati, attraverso anche la piantumazione in questi di piante e alberi. Dai vuoti derivati dalla sopraelevazione, riuscii ad ottenere dei camminamenti, accanto ai quali sistemai degli alberi10”. Dal testo di La Quintinye è possibile capire quali siano state le difficoltà riscontrate nella realizzazione del tracciato del nuovo Potager, e come questi riuscì a gestire la situazione. Sono di rilevante importanza le soluzioni ingegneristiche adottate per la distribuzione delle acque. La Quintinye scrisse: “Le acque furono incanalate all’interno di un sistema di pompaggio messo in moto da alcuni mulini ad acqua situati presso Bièvre, nel bacino idrografico della Plaine de Satory. Questo Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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I.I Le origini del Potager du Roi: Jean Baptiste de La Quintinye
sistema era in grado di portare l’acqua in un secondo bacino, quello situato presso la Butte de Satory, sopra la Piece d’eau des Suisses, per distribuirle infine
11 | L. E. Dussieux, Le Château de Versailles, histoire et description, Versailles, Cerf et Fils Imprimeurs, 1885.
nel nuovo Potager”. A quel tempo l’abitudine era, a quanto riferisce Louis Dussieux11, quella di tagliare i cespugli in modo da dargli forme singolari. D’Andilly aveva dimostrato l’assurdità di queste pratiche attraverso la creazione del suo giardino-modello di Port Royale, nel quale, attraverso l’uso degli impianti a spalliera, illustrò un nuovo modo di organizzare i giardini da frutta. Questa nuova tecnica permetteva una migliore organizzazione del terreno coltivato e, soprattutto, una miglior resa. La Quintinye adottò questa tecnica per la sistemazione delle colture all’interno del Potager, ma per poterlo fare, dovette ridurre l’ampiezza dell’area da 25 a 8 ettari e dividere questi in piccoli giardini recintati e separati da muri. Il suo obiettivo era di creare più superfici verticali possibili, sulle quali sistemare degli impianti a spalliera. Questo intervento aveva una duplice finalità, da un lato generava un gran numero di superfici verticali esposte al sole, dall’altro proteggeva le colture dall’azione dei venti. ottenere dei camminamenti, accanto ai quali sistemai degli alberi12”.
Nella pagina a lato Dipinto che illustra l’Orangerie e la Piece d’eau des Suisses. Jean-Baptiste Martin, c.a. 1670 Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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Potager du Roi, Versailles
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Potager du Roi, Versailles
I.I Le origini del Potager du Roi: Jean Baptiste de La Quintinye
L’intera superficie del Potager fu divisa in 28 zone, ognuna dei quali andava a formare un jardin en creux o giardino incavo, nella tipica forma dell’hortus conclusus12 . La Quintinye, come abbiamo detto, elevò l’intero perimetro del Potager, eccezion fatta per lo spazio centrale. Questo livello, circondato da 4 terrazze e disposto su una superficie di 3 ettari, venne diviso il 16 lotti quadrati. A nord di questo spazio, lungo la rue du Potager, già rue de Tournelles, vale a dire, tra la rue de Satory Grado di accessibilità
e gli edifici della scuola, furono costruiti 5 jardins en creux, rispettivamente: la Figuerie, n°29, la Melonnière, n°26 e le Trois Jardins, n°23, 24 e 25. A est, lungo la rue de Satory, il terreno fu diviso in 3 jardins en creux: les Jardins Bourgeois, n°20, 21 e 22. Invece, tutta la parte situata a sud, che ora confina con le Parc Balbì, già Parc du Grand Séminaire, fu divisa in 11 piccoli jardins en creux:
Flussi
les Onze Jardins, dal N°9 al n°19. Infine, l’area situata lungo la Piece d’eau des Suisses, venne divisa in 8 lotti quadrati. I primi 4, les Jardins Biais, rispettivamente i n°5, 6, 7 e 8, vennero separati da muri sui quali vennero installati i tralicci, al fine di esporre le colture
12 | L’hortus conclusus (latino, trad. orto recintato) è la forma tipica del giardino medievale. Si tratta di una zona verde, generalmente di piccole dimensioni e circondata da alte mura, dove è possibile coltivare piante e alberi per scopi alimentari.
verticali alla luce del sole nelle 4 differenti esposizioni. Gli altri 4 lotti, chiamati les 4 Jardins, rispettivamente i n°1, 2, 3 e 4, furono destinati, invece, alle colture tradizionali. La Figuerie, caratterizzata da grandi aperture verso est e da muri spessi 1,20
A sinistra Planimetria del Potager du Roi nel 1690
m, aveva la funzione di deposito invernale degli arbusti, al fine di ripararli dal Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
Potager du Roi, Versailles
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I.I Le origini del Potager du Roi: Jean Baptiste de La Quintinye
gelo. All’epoca di La Quintinye, il giardino antistante alla Figuerie, come si può osservare dalla planimetria, era ribassato, ma in seguito, fu riempito con della terra, in modo da allinearlo alle terrazze intorno. Infine, la zona n°35, compresa tra le abitazioni dei giardinieri e il muro che separa il Potager dalla Piece d’eau des Suisses, accoglie un piccolo jardin en creux, destinato alle colture floreali. Gli edifici presenti in questa zona, costruiti per volere del re Luigi XIV, includevano la residenza di La Quintinye e quella dei giardinieri. All’interno di questo insieme di giardini, La Quintinye riuscì nell’intento di coltivare tutte le migliori varietà di alberi da frutta, “sistemando ciascuna pianta in modo da avere la migliore esposizione solare possibile”. I prodotti del Potager non erano riservati solamente al re, ma gran parte di essi veniva sia destinata a Saint-Cyr, sia distribuita gratuitamente alla popolazione. Infatti, era possibile accedere ai prodotti, che dopo la raccolta erano depositati in due locali, attraverso l’accesso sistemato lungo il muro di confine, ancora visibile.
Il progetto del Potager, che costituiva l’ampliamento dell’Orangerie lungo il parterre sud, si doveva integrare con l’insieme dei parchi reali. Anche se era Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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Potager du Roi, Versailles
Nella pagina a lato Scena di lavoro nel Potager du Roi. Stampa fotografica, 1907 c.a.
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I.I Le origini del Potager du Roi: Jean Baptiste de La Quintinye
prerogativa di La Quintinye realizzare un giardino con funzioni produttive e non decorative, egli dovette comunque realizzarlo nella maniera più gradevole possibile, poiché doveva contribuire ad aumentare il prestigio generale dei parchi reali. A tal fine, nel grande spazio centrale, fu realizzato un bacino circolare, finalizzato a interrompere la simmetria del tracciato regolatore che ne caratterizzava l’impianto. Era possibile accedere a questo spazio dall’entrata principale, che costituiva l’entrata reale, localizzata lungo il muro di cinta che costeggiava la Piece d’eau des Suisses. Qui fu sistemata la Grille du roi o cancello del re, realizzata dall’artista A. Fondrin. Da questo ingresso il re poteva accedere direttamente al Potager, per “andare a parlare di orticultura con l’uomo che più di tutti la conosceva bene e che riusciva a farla amare”. In effetti, il re Luigi XIV, secondo quanto riporta Pluche, amava molto ascoltare La Quintinye e partecipare personalmente alla coltivazione degli alberi da frutto: “Io non posso di certo affermare che la terra è suscettibile al privilegio di essere coltivata dalle mani abituate a reggere uno scettro, ma possiamo convenire con il fatto che la sua produttività non può venir meno se trattata con la stessa prudenza con cui è trattato lo stato”. Il re, quindi, ascoltava le teorie di La Quintinye con una fiducia incrollabile e a questi niente lo lusingava più di quanto facesse l’attenzione, rivoltagli da Luigi XIV nell’occuparsi e nel godere dei frutti del lavoro. Il Potager du Roi, iniziato nel 1678, fu completato nel 1683. “Questa grande opera, la cui spesa per la realizzazione13 fece tanto rumore, fu Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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I.I Le origini del Potager du Roi: Jean Baptiste de La Quintinye
13 | Per gli interventi di bonifica e di sistemazione delle terre intrapresi nella realizzazione del Potager du Roi furono spese 1,179,983 lire, mentre per la costruzione degli edifici e dei muri divisori furono spese 467,362 lire. La manutenzione annuale contava, nel 1685, una spesa compresa tra 18 e 20,000 lire.
un grande successo per La Quintinye, che attraverso la sua realizzazione superò di gran lunga le precedenti opere, come quella per il principe di Condé, per M. Boisfranc, per il duca de Montausier, per Colbert e Fouquet, rispettivamente: i giardini di Chantilly, di Saint-Ouen, di Ramboulliet, di Sceaux e ti Vaux”. Jean-Baptiste de La Quintinye morì l’11 settembre del 1688. Il suo libro Instructions pour les jardins fruitiers et potagers costituisce uno dei trattati scientifici più importanti del XVIII secolo.
A destra Illustrazione dell’innaugurazione del Potager du Roi. In particolare si nota la presenza del livello inferiore Figuerie.
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I.II Il Potger du Roi durante il regno di re Luigi XIV: i Le Normand
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I.II Il Potger du Roi durante il regno di re Luigi XIV: i Le Normand
Secondo alcune fonti incerte, alla morte di La Quintinye, la direzione del Potager fu affidata a un giardiniere di nome Gilles Loistron Ballon. Le ricerche condotte hanno confermato l’inesattezza di questa informazione, infatti, dalla fine del XVII fino agli inizi del XVIII secolo, Ballon era il responsabile dei lavori per la Grado di accessibilità
costruzione dei giardini nelle casate reali e supervisore della piantumazione delle colture, incarichi che gli valsero, insieme ai suoi figli, l’acquisizione dei titoli nobiliari, come riscontrato nei documenti scritti tra il 1708 e il 1717: “Ai figli di Gilles Ballon, in considerazione dei servizi che il padre ha reso durante
Flussi
la creazione dei giardini delle case reali”. Tuttavia dei documenti Ballon non è menzionato tra i direttori del Potager, possiamo quindi costatare che lui non abbia mai svolto quel ruolo. In effetti, alla morte di La Quintinye, la direzione del Potager fu affidata a Nicolas Bérnard, la cui direzione fu del tutto priva di note straordinarie. Morì l’11 gennaio 1691. Il 10 gennaio 1691, un famoso orticoltore, François Le Normand ricevette l’incarico di giardiniere manutentore del Potager du Roi. Anche se i documenti dell’epoca trascurano che François Le Normand arrivasse da famiglia storicamente impegnata nella direzione del Potager, appare invece utile sottolinearlo, al fine di capire perché i suoi ragionamenti fossero perfetti per la gestione dei giardini. Dal matrimonio con Catherine Hulard, François Le Normand generò 4 figli: François, Jacques-Louis, Jean e Paul. I primi 2, dopo la morte del padre avvenuta nel 1706, presero l’incarico di dirigere il Potager. In seguito, dopo la morte di
A sinistra Planimetria del Potager du Roi nel 1710
Louis, avvenuta il 7 gennaio 1754, divenne direttore il figlio, Jacques-Louis, fino Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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al 1782. I Le Normand si succedettero senza interruzione per quasi un secolo e, grazie alle loro capacità, l’opera di La Quintinye continuò ad essere un giardino esemplare, arricchito costantemente con nuove varietà di piante e di alberi da frutto. L’abate Nöel-Antoine Pluché aveva un’alta considerazione dei fratelli JaquesLouis e François Le Normand e, all’interno del suo libro Le spectacle de la nature14, scrisse come grazie a loro fu in grado di portare avanti le sue ricerche: “In questi cortesi signori ho trovato tutta la disponibilità e il sostegno di cui avevo bisogno. Tutti i libri ora in commercio parlano di loro e questo mostra come le loro capacità siano reali e quanto mai necessarie per lo sviluppo delle teorie sul giardinaggio. Parlando di loro e descrivendone il lavoro renderò i miei lettori felici e, di conseguenza, loro renderanno felice me”. Secondo alcune fonti, sotto la direzione di Jacques-Louis il Potager fu ingrandito entro i confini che lo delimitano nei giorni nostri (vedi piano attuale). Infatti, secondo queste fonti, nel 1750 fu acquistata e unita al Potager l’area a sud del giardino, quella che all’epoca dei Le Normand accoglieva il giardino botanico e l’arboreto. Tuttavia, la planimetria redatta dal disegnatore Jacques Dubois nel 1732, illustra come già all’epoca al Potager era stata annessa la nuova area. E’ possibile dedurre quindi che l’acquisizione dei terreni a sud di Satory sia precendente alla direzione di Jacques-Louis Le Normand. Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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14 | N. A. Pluche, Le Spectacle de la Nature, Paris, Imprimerie de Vincent, 1752.
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Dal punto di vista delle innovazioni, appare per la prima volta la serra olandese, finalizzata alla produzione di frutta fuori stagione. Questa, da come si può osservare dalla planimetria del 1732, fu collocata sulla terrazza della Figuerie. Oltre ad avere un’esposizione favorevole, al suo interno furono installati degli impianti di riscaldamento che gli permettevano di conservare per circa 7 mesi all’anno un grado di temperatura costante. Jacques-Louis Le Normand diresse il Potager fino al 1° Ottobre 1782.
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I.III Il Potager du Roi durante la Rivoluzione: Antoine Richard
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I.III Il Potager du Roi durante la Rivoluzione: Antoine Richard
A Jacques-Louis Le Normand succedette un giardiniere inglese, Alexandre Brown, che fu dal 1768 responsabile sia della manutenzione dei giardini del Castello di Choisy, sia supervisore delle colture del Potager du Roi di Versailles, del quale divenne ispettore. Brown fu un giardiniere molto stimato, infatti, durante la sua supervisione, rimise il giardino a nuovo, restaurando e riparando le strutture degradate, anche se, soprattutto dopo la Rivoluzione, furono apportate ulteriori modifiche, che quindi non possono essere ricondotte a Brown. A questo periodo è riconducibile l’installazione del cancello sulla Rue de Satory, davanti alla Rue Flussi
d’Anjou, che per tanto tempo ha segnato l’ingresso principale. Alexandre Brown, morto il 5 gennaio 1790, fu rimpiazzato da Jacques Gondouin, ex giardiniere del parco di Versailles. Come il suo predecessore, Gondouin, fu un giardiniere di grande merito che, dopo essersi specializzato in tecniche di coltivazione in Olanda, le applicò con grande successo nelle serre del Potager di Versailles. Tuttavia la direzione del distretto di Versailles lo costrinse a lasciare il suo lavoro. In effetti, il governo della Prima Repubblica affermò che le attività di manutenzione del Potager, non essendo connesse ai servizi pubblici, provocavano spese insostenibili e non giustificate e, per evitarne l’abbandono, era necessario cambiarne il carattere. In una delibera del febbraio 1793, il distretto di Versailles dichiarò “la possibilità di affittare totalmente o parzialmente il Potager, in virtù dell’interesse della Repubblica, viste le enormi spese impiegate per la sua
A sinistra Planimetria del Potager du Roi nel 1790
manutenzione”. Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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Infatti, dai registri delle deliberazioni della giunta distrettuale di Versailles datati al 1793, si legge che “il Potager può essere affittato sia nella sua interezza, insieme agli edifici che lo compongono, sia parzialmente. I muri che lo circondano si estendono per 2400 metri e formano più di 400 metri di superficie sulla quale sono sistemati da 12 a 1500 tipi di piante da frutta. Inoltre sono presenti all’interno del giardino più di 1000 alberi da frutto, anch’essi sistemati nei impianti a spalliera. Le acque sono abbondanti e ben distribuite. Gli edifici sono ampi, comodi e versano in un ottimo stato di conservazione”. L’intero Potager fu affittato per diverso tempo. Alla fine del 1794, la giunta distrettuale espropriò il terreno compreso tra la Piece d’eau des Suisses e il Potager, per creare un logo adatto alla prova delle armi che nel frattempo il ministro dell’interno Pierre Bénézech fece fabbricare presso il vecchio Grand-Commun. L’ingresso all’area di prova esiste ancora, almeno in parte, ed è collocato esattamente dove si trova l’entrata reale del Potager, dov’è ubicato il cancello realizzato da Fondrin. Pian piano a tutti i locatari fu tolta la terra che in precedenza presero in affitto. Tuttavia questa situazione si protrasse per altri 3 anni, fino a quando la giunta decise, attraverso un decreto datato al 25 febbraio 1798, di convertire il Potager in una scuola centrale. Così, nel 1799, la direzione del Potager fu affidata all’abile giardiniere Antoine Richard, il quale come primo intervento creò un giardino botanico diviso tra l’area centrale e la terrazza nord, in linea con le serre. Questo Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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I.III Il Potager du Roi durante la Rivoluzione: Antoine Richard
15 | Richard Mique (Nancy, 18 settembre 1728 – Parigi, 8 luglio 1794) fu un architetto francese del Rococò che si guadagnò la fiducia della Delfina e del Delfino, che una volta divenuto re come Luigi XVI nel 1774, lo nominò intendant et contrôleur général des bâtiments du Roi. Succedette a Ange-Jacques Gabriel come premier architecte l'anno seguente e si occuppò di tutti i lavori di abbellimento della reggia di Versailles sino alla Rivoluzione francese. Divenuto l’architetto preferito della regina Maria Antonietta, portò a termine il Petit Trianon, un piccolo gioiello neoclassico, iniziato sotto il regno di Luigi XV per Madame de Pompadour. Tra il 1775 e il 1784 progettò e realizzò gli attuali giardini del Petit Trianon: le serre di Luigi XV furono sostituite da giardini all’inglese. Mique realizzò inoltre il celebre Hameau de la Reine, un villaggio rustico costruito intorno ad un laghetto artificiale, situato a nord-est della tenuta.
progetto in seguito fu abbandonato. Antonie Richard, figlio di uno dei più illustri botanici dell’epoca, Claude Richard, era originario di Saint-Germain e si trasferì a Versailles dopo che il re Luigi XV lo chiamò, nel 1730, per creare la celebre Ecole de Botanique du Trianon, luogo nel quale Bernard de Juissieu sperimentò i suoi metodi di classificazione delle piante. Antoine Richard, nato a Saint-Germain nel 1735 era, come il padre, appassionato di botanica. Dopo diversi viaggi, intrapresi tra il 1756 e il 1761, iniziò a lavorare con il padre nella realizzazione dell’Ecole de Botanique du Trianon attraverso la piantumazione di rarissime specie arboree. Purtroppo, nel 1776, Luigi XVI, dopo aver messo il Petit Trianon a disposizione della regina Maria Antonietta, eliminò per volere di quest’ultima la scuola, sostituendola con un giardino all’inglese, progettato dall’architetto Richard Mique15 e coltivato dal giardiniere Antoine Richard. Tuttavia, da questo intervento furono recuperate le piante più rare, poi inserite nella decorazione del nuovo giardino. Con l’avvento della Rivoluzione i membri della corte reali furono costretti ad abbandonare Versailles e solo Antoine Richard, come riporta nei suoi scritti J. A. Le Roi, rimase per difendere il suo lavoro, che nel frattempo la neo giunta decise di distruggere. Appellatosi alla clemenza del commissario Delacroix, A. Richard riuscì, attraverso ragioni del tutto fondate, a salvare “il giardino consacrato alla più amabile delle scienze”, che comunque, nel 1795, fu dato in affitto e quindi Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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gravemente danneggiato. Nonostante la difficile situazione, A. Richard riuscì a mettere in salvo parte del suo lavoro. Negli anni successivi la giunta decise di ricostruire, “considerato il valore culturale
16 | Antoine-Nicolas Duchesne (Versailles, 7 ottobre 1747 – Versailles, 18 febbraio 1827) è stato un agronomo francese, figlio di Antoine Duchesne, direttore nella costruzione degli edifici della Reggia di Versailles. Lavorò nel giardino botanico del Trianon, sperimentando nuove tecniche di coltivazione.
che questa scienza rappresenta per la Francia e l’ardore con cui i suoi principali sostenitori la difendono”, la nuova scuola di botanica, la cui direzione e gestione fu affidata ad A. Richard. Tuttavia si dovette aspettare fino al 1798, anno in cui fu indetta una sentenza solenne guidata da Antoine Nicolas Duchesne16 , alla quale parteciparono il
17 | Antoine-Laurent de Jussieu (Lione, 12 aprile 1748 – La Plata, 17 settembre 1836) è stato un botanico francese. Famoso per essere stato il primo a proporre una naturale classificazione delle Magnoliophyta o “piante fiorite”. Larga parte del sistema di classificazione da lui elaborato è ancor oggi in uso.
botanico Antoine-Laurent de Jussieu17, nipote di Bernard de Jussieu18. Il fine della sentenza fu di recuperare, almeno in parte, il giardino del Trianon, dandogli un carattere culturale. A tal fine, una parte del giardino fu messa a disposizione della Société Royale d’Agriculture et des Arts de Seine-et-Oise, la quale costituì una commissione incaricata di promuovere gli esperimenti in campo botanico, capace di ripristinare quella che in precedenza fu l’Ecole de Botanique du Trianon, spostandone però la sede all’interno del Potager. Dal 1801 A. Richard ne diresse i lavori. Tuttavia, nel 1805, il Potager rientrò ufficialmente nei domini reali e l’impero decise di ripristinarne la funzione originaria.
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18 | Bernard de Jussieu (Lione, 17 agosto 1699 – Paris, 6 novembre 1777) è stato un botanico francese, zio di Antoine-Laurent de Jussieu. Nel 1722 iniziò a lavorare come professore di botanica presso le Jardin du Roi a Versailles, sostituendo Sébastien Vaillant e, nel 1758, il re Luigi XV gli assegna l'incarico di creare l'Ecole de Botanique nei Jardins du Trianon, diretti da Claude Richard. Bernard sviluppa un nuovo sistema di classificazione basato sui caratteri morfologici delle piante, sistema che, in seguito, approfondirà il nipote.
I.IV Il Potager du Roi durante l’Impero e la Restaurazione: Jean BaptisteLelieur e Placide Massey
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I.IV Il Potager du Roi durante l’Impero e la Restaurazione: Jean BaptisteLelieur e Placide Massey
19 | André Thouin (Parigi, 10 febbraio 1747 - Parigi, 27 ottobre 1824) è stato un botanico e agronomo francese. Il padre, Jean André Thouin lavorò come capo giardiniere presso il Jardin du Roi, mentre il fratello Gabriel Thouin lavorò come paesaggista, progettando giardini. André apprese la botanica da Bernard de Jussieu e si specializzò in innesti e nelle coltivazioni di specie esotiche, divenendo membro della Società di Agricoltura, dell'Accademia delle scienze di Francia. Assieme a René Louiche Desfontaines stilò l'inventario di tutti gli orti botanici presenti nei dintorni di Parigi e collaborò all'Encyclopédie.
Durante il periodo dell’Impero, la direzione dei parchi del le Château de Versailles, dei giardini del Trianon e del Potager costituivano un servizio speciale, amministrato e gestito da un numero rilevante di persone. Nel 1805, il Potager fu riportato alla sua funzione originaria e la gestione fu affidata all’esperto di arboricoltura, il conte Jean-Baptiste Lelieur, al quale, in seguito Napoleone ne affidò la direzione. Affiancato da Jean-Pierre Peradon, J. B. Lelieur riuscì in breve tempo a ripristinare le caratteristiche che il Potager perse durante la rivoluzione. Ciò fu possibile attraverso interventi di riparazione e rigenerazione dei terreni e delle colture, nonché di restauro degli edifici danneggiati. J. B. Lelieur, all’interno di un testo, descrive così la situazione che si trovò ad affrontare non appena ricevette l’incarico di direttore: “Quando l’amministrazione dei parchi e dei giardini imperiali prese il possesso del Potager di Versailles, potei constatare, attraverso lo studio dei libri e delle planimetrie, che era presente un solo albero di quelli piantati durante la direzione di La Quintnye. In effetti, secondo i calcoli, gli alberi piantati dal primo direttore avrebbero dovuto avere almeno 150 anni e, come sappiamo, gli alberi coltivati secondo il suo metodo, non potevano raggiungere un quarto di quel tempo, ecco perché il Potager fu in seguito ri-piantato dai Le Normand e, infine, dalla nostra direzione nel 1806”. D’altra parte, un arboricoltore di nome Dumoutier, allievo di André Thouin19 , professore presso le jardin des plantes, nel 1813 entrò a lavorare nei giardini
Nella pagina a sinistra Particolare impianto contro spalliera a Candelabre. Stampa fotografica, 1907 c.a.
dell’imperatore per restaurare gli alberi del Potager. In uno dei suoi scritti, J. B. Lelieur, parla di Dumoutier affermando che non ebbe Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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I.IV Il Potager du Roi durante l’Impero e la Restaurazione: Jean BaptisteLelieur e Placide Massey
mai conosciuto “persona più capace di lui nella coltivazione delle piante e nella creazione di giardini pittoreschi”. Alla fine dell’impero, le attività agricole del Potager furono divise in due sezioni: le attività riguardanti la coltivazione delle primizie, e le attività di coltivazione al suolo. Le prime furono seguite da Barthélemy Edy, che fu, prima della Rivoluzione, capo giardiniere al Château de Choisy-le-Roi e giardiniere al Potager durante l’Ancien Régime. Invece, tutte le attività di coltivazione al suolo furono affidate, dal 1817, al capo giardiniere Lampérière20 B. Edy cercò, così come J. B. Lelieur, attraverso lo spirito conservatore, di rispettare le tradizioni del Potager, al fine di ripristinarne le qualità. J. B. Lelieur infatti reintegrò i metodi storicamente usati per la coltivazione e lo sviluppo degli alberi da frutto, introducendo, però, elementi innovativi, appresi durante gli studi effettuati nei giardini reali. Si potrebbe affermare che, quindi, i metodi utilizzati dal conte costituirono una “nuova scuola di coltivazione” e che i prodotti ottenuti dall’applicazione di questi metodi furono i migliori di sempre. Tuttavia J. B. Lelieur applicò nel Potager le tecniche che, in precedenza, adottò per la creazione del Jardin du Luxemburg di Parigi, tra le quali furono presenti quelle relative alla coltivazione delle viti sui impianti a spalliera. Alla sua morte, avvenuta il 28 maggio 1844, gli succedette Placide Massey che, in precedenza, lavorò come ispettore dei giardini e dei parchi reali durante le ultime 3 dinastie. Affiancato dal giardiniere B. Edy, introdusse nel Potager moderne tecniche di coltivazione. Una di queste fu l’introduzione all’interno delle serre dei sistemi per il riscaldamento, ampiamente utilizzati in Inghilterra: Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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20 | Almanach et annuaire des bâtiments, des travaux public set de l’industrie, Parigi, 1841, pp.225-226.
I.IV Il Potager du Roi durante l’Impero e la Restaurazione: Jean BaptisteLelieur e Placide Massey
i caloriferi. Questa invenzione permise, nel 1838, di introdurre all’interno delle serre colture tropicali. Dal 1840, grazie all’insieme delle nuove tecnologie, le coltivazioni si svilupparono molto rapidamente.
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I.V Le Potager du Roi durante la Repubblica del 1848 e il Secondo Impero: Auguste Hardy
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I.V Le Potager du Roi durante la Repubblica del 1848 e il Secondo Impero: Auguste Hardy
21 | E. Tisserand, H. Grosjean, Rapport sur l'enseignement professionel agricole en France, 1894, pp. 229-296.
Nel 1850, così come accadde nel 1793, il Potager dovette cambiare ulteriormente carattere, passando da luogo della coltivazione a luogo dell’istruzione, attraverso la creazione di un polo culturale. La Repubblica, proclamata nel 1848, come disse il ministro dell’agricoltura
22 | Christophe-Joseph-Alexandre Mathieu de Dombasle (Nancy, 26 febbraio 1777 - Nancy, 27 dicembre 1843) è stato un agronomo francese, precursore dell'insegnamento superiore agricolo in Francia.
Eugène Tisserand all’interno del suo importante rapporto sull’insegnamento professionale agricolo in Francia21 , si interessò di ripristinare le tradizioni culturali, preoccupandosi principalmente dei bisogni delle persone che popolavano gli
23 | Antoine Richard du Cantal (Pierrefort, 3 febbraio 1802 - Parigi, 10 febbraio 1891) è stato un politico francese, membro del Conseil Général de l'Agriculture. Nel 1838 fondò una scuola di agricoltura, del quale divenne professore di storia naturale e, nel 1840, direttore. Durante il Secondo Impero si dedicò allo studio dell'agronomia, partecipando, nel 1854, alla fondazione della Société Zoologique d'Acclimatation.
ambiti rurali. “L’ultimo governo, infatti, abbandonò completamente l’agricoltura, per concentrarsi esclusivamente sullo sviluppo industriale. Questa assenza, purtroppo, portò inevitabilmente alla rovina di gran parte dei territori agricoli e lasciò in una situazione di stallo l’ambiente intellettuale”. In questa circostanza, l’agronomo francese Mathieu de Dombasle22 , evidenziò quali furono le difficoltà incontrate e come le istituzioni lo sostennero insufficientemente. L’unico modo per cambiare la situazione, affermò, fu quello di fare qualcosa insieme agli esponenti dell’ambiente agricolo. Il Conseil général de l’Agriculture, tra il 1845 e il 1846, attraverso la stesura di un programma dettagliato, richiamò l’attenzione del governo sulla possibilità di dare un’organizzazione all’insegnamento agricolo in Francia e, il 3 ottobre del 1848, l’Assemblée Nationale, sostenuta dal governo della Repubblica, decise, sulla base della relazione scritta da Antoine Richard du Cantal23 , di costituire alcune scuole regionali e una scuola superiore, gestite da un Institut National
Nella pagina a sinistra Scena di lavoro nel Potager du Roi. Stampa fotografica, 1907 c.a.
Agronomique, al fine di diffondere su tutti i livelli di formazione le discipline agrarie. Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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I.V Le Potager du Roi durante la Repubblica del 1848 e il Secondo Impero: Auguste Hardy
L’I. N. A.24, così come descritto nel progetto adottato, fu inaugurata il 2 dicembre 1850 e collocata a Versailles. Per questioni organizzative, la struttura fu divisa tra
24 | Attraverso il decreto legislativo del 14 settembre 1852, l’I. N. A. fu soppresso e ricostruito a Parigi nel 1876 per volere di Napoleone Bonaparte, con a capo Eugène Tisserand.
le grandes écuries del Château Luigi XIV, le serre del Trianon e il Potager, il quale fu convertito in polo per insegnamento e per la ricerca. I lavori per la trasformazione del Potager iniziarono nel 1849, anno in cui a P. Massey succedette Auguste Hardy.
25 | Gustave Heuzé (Versailles, 16 settembre 1816 - Parigi, 18 aprile 1907) è stato un agronomo francese, insegnante presso l'Institut Agronomique de Paris e ispettore generale onorario dell'agricoltura. I suoi interventi furono presenti in tutte le esposizioni universali.
Purtroppo, l’applicazione del vasto programma incontrò numerose interferenze politiche, legate soprattutto al fatto che la realizzazione delle opere avrebbe richiesto l’investimento d’ingenti cifre di denaro. Ne seguì la soppressione dell’I. N. A. Di conseguenza, il Potager cessò di essere polo di ricerca e d’insegnamento di questo istituto, riacquistando le funzioni svolte prima del 1848. Nello stesso anno, il governo scelse come direttore l’esperto di orticultura Auguste Hardy, al quale fu affidato il compito di tutelare l’opera di La Quintinye. In effetti, la sua direzione, durata 39 anni, portò il Potager a pieno sviluppo e lo consacrò come uno dei migliori giardini d’Europa, come affermò nel 1865 Gustave Heuzé25: “Il Potager du Roi è conosciuto in tutta Europa e conserva ancora ai nostri giorni lo splendore che lo caratterizzò fin dalla sua creazione. E’ impossibile, per chiunque lo visiti, non osservare e ammirare la maestranza tecnica e scientifica con le quali sono costantemente sviluppate tutte le colture”26 . Questo testo, scritto 12 anni dopo la nomina di A. Hardy, mostra come il direttore, in un arco di tempo relativamente breve, abbia riportato il Potager alla sua fama originaria di giardino modello. Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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26 | G. Heuzé, Assolements et les systèmes de culture, Paris, Librairie de L. Hachette, 1862.
I.V Le Potager du Roi durante la Repubblica del 1848 e il Secondo Impero: Auguste Hardy
Il 1° luglio del 1850, Louis Bernard entrò all’interno dell’Institut Agronomique de Versailles, sostenendo il lavoro di A. Hardy e apportando, soprattutto all’interno degli edifici, numerose modifiche.
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I.VI Il Potager du Roi durante la Terza Repubblica: L’Ecole Nationale d’Horticulture
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I.VI Il Potager du Roi durante la Terza Repubblica: L’Ecole Nationale d’Horticulture
Se l’Impero fece sopprimere l’I. N. A. e chiuse la maggior parte degli enti creati dall’Assmblée Legislative del 1848, la Terza Repubblica s’impegnò fin da subito a organizzare, su tutto il territorio francese, un insieme d’istituti per l’insegnamento e la formazione professionale agricola, inoltre, da questo momento in avanti, durante gli ultimi anni del Regime Imperiale, si formò un movimento culturale finalizzato a intraprendere azioni di sensibilizzazione alle materie agricole che, per di più, riuscì a coinvolgere le autorità pubbliche. Anche se poco incline ad assecondare le intenzioni promosse da questo movimento, l’Impero costituì, nel 1866, una commissione presieduta dall’illustre chimico Jean-Baptiste André Dumas, e finalizzata a studiare la riorganizzazione dell’insegnamento agricolo. Questa commissione sviluppò un programma di riforme da apportare alle istituzioni esistenti, oltre a reintegrare l’Institut Nationale Agronomique. La Société Nationale d’Agriculture, la Société des Agriculteurs de France e la maggior parte delle associazioni adottarono il programma di riforme promosso dalla commissione e, a loro volta, ne formularono di simili. Nonostante il governo Imperiale non accettasse per intero il programma, non ne ostacolò l’applicazione. Dopo la guerra del 1870-71 e viste le nuove esigenze della popolazione rurale, il Governo della Repubblica si preoccupò di concretare l’idea di dotare la nazione di scuole per la formazione agricola professionale. A sinistra Veduta a volo d’uccello del Potager du Roi. Stampa fotografica, 1928 c.a.
Le conclusioni del rapporto della commissione del 1866 furono riprese da Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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I.VI Il Potager du Roi durante la Terza Repubblica: L’Ecole Nationale d’Horticulture
un gruppo di membri dell’Assemblée Nationale, i quali, in data 30 luglio 1875, formularono una proposta di legge che gli avrebbe permesso sia di istituire le scuole professionali agricole, sia di modificare il funzionamento di quelle già esistenti. Il 9 agosto 1876 la proposta di legge fu approvata e, di conseguenza, fu istituita nel Potager di Versailles, sotto l’autorità dell’Institut National Agronomique, l’Ecole d’Horticulture. L’Assemblée Nationale, come si può notare dal testo della proposta di legge, espresse, inoltre, la volontà di inserire all’interno dei programmi formativi, il giardinaggio: “Noi aggiungiamo che, dunque, sarebbe opportuno, ai fini di un’istruzione completa, istituire una scuola tecnica di giardinaggio. Infatti, secondo tutti i membri di quest’assemblea, la formazione di personale altamente specializzato in questa materia, sarebbe in grado sia di divulgare, all’interno del nostro dipartimento, i giusti metodi di coltivazione e, sia di sensibilizzare un sempre più ampio numero di persone al giardinaggio e all’orticoltura. Il Potager di Versailles, che in questo momento fa parte del demanio pubblico, potrà, a costi molto bassi, essere convertito in Ecole Nationale de Jardinage. Questa iniziativa sarà capace di far uscire questo importante giardino dalla situazione di trascuratezza nella quale versa. Infatti, bisognerebbe celebrarlo quale creazione di La Quintinye, piuttosto che abbandonarlo a se stesso. Così facendo, renderemo un servizio utile e dignitoso al nostro paese. Ci affrettiamo, quindi, nel vedere realizzate queste proposte, appellandoci all’intelligenza e alla competenza del primo direttore, verso il quale noi tutti siamo debitori.27 ” Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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27 | Tratto dalla proposta di legge del 30 luglio 1875, relativa all’istituzione di una Ecole Nationale de Jardinage nel Potager di Versailles, presentata da Jooigneaux, dal generale Guillemaut, da Rameau e da Guichard, membri dell’Assemblée Nationale.
I.VI Il Potager du Roi durante la Terza Repubblica: L’Ecole Nationale d’Horticulture
Scelto nel 1873 per dirigere l’Ecole Nationale de Jardinage, ma già presente nel Potager di Versailles dal 1849, A. Hardy mise insieme rapidamente tutti gli elementi necessari per lo studio delle scienze che questa nuova scuola fu destinata a divulgare. Il Potager fu riorganizzato in luogo di studio, all’interno del quale gli studenti avrebbero potuto, per fini istruttivi, seguire le lezioni frontali dei propri docenti e costatare direttamente la superiorità dei nuovi metodi scientifici, attraverso le esercitazioni in loco. Così, il 1° dicembre 1874, meno di un anno dopo l’approvazione della legge finanziaria che permise di istituire quest’organo, l’Ecole Nationale d’Horticulture et de Jardinage poté aprire i corsi. Nel frattempo, gli edifici del Potager furono preparati per accogliere le nuove funzioni, grazie anche alla concessione dei finanziamenti. La scelta del Potager di Versailles per l’ubicazione della nuova Ecole d’Horticulture et de Jardinage fu, come affermò G. Heuzé, quanto mai perfetta: “Le Potager du Roi contiene tutti gli elementi istruttivi che potrebbero servire agli studenti per conoscere tutti gli aspetti della botanica e dell’orticultura. Questi importanti studi, potrebbero permettere ai giovani orticoltori di unire con successo le tecniche apprese all’arte del giardinaggio e continuare così il lavoro iniziato da La Quintinye”. “La coltivazione dei fiori è, nei giorni nostri, inseparabile sia dall’orticoltura, sia dall’arboricoltura e, in questo panorama, tutti i giardinieri dovrebbero saper progettare giardini ornamentali e, al tempo stesso, produttivi, che riuniscano Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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I.VI Il Potager du Roi durante la Terza Repubblica: L’Ecole Nationale d’Horticulture
insieme queste discipline. Molte pratiche di coltivazione richiedono, però grandi ambienti, interni ed esterni. Il Potager di Versailles e i parchi del Trianon
28 | Jardin d'hiver, trad. It.: giardino d'inverno, consciuto anche come orangerie, è uno spazio adibito ad accogliere agrumi e altre piante durante il periodo invernale.
rappresentano, sicuramente, i luoghi più adatti a svolgere queste attività culturali”. Il direttore A. Hardy sviluppò all’interno del Potager spazi per la coltivazione dei fiori, al fine di sensibilizzare gli studenti alle pratiche del giardinaggio. Così, nel 1880, furono costruiti un gruppo di serre e un Jardin d’hiver 28, per permettere la coltivazione e le sperimentazioni sulle piante, esotiche e non, anche durante il periodo invernale. “I suoi corsi di arboricoltura e di giardinaggio, modelli di chiarezza e di precisione, restarono, per chi ebbe la fortuna di seguirli, una fonte inesauribile d’insegnamenti, teorici e pratici29 ”. Alla morte di A. Hardy, la direzione provvisoria dell’Ecole de Versailles affidò, dal 24 novembre 1892 al 12 aprile 1892, la direzione a Henry Grosjean, ispettore generale dell’insegnamento agricolo.
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29 | Naudine Charles, Potager, jardin du coltivateur, Paris, Libraire Agricole de la Maison Rustique, 1860.
I.VII Il Potager du Roi nel Novecento: descrizione della scuola
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I.VII Il Potager du Roi nel Novecento: descrizione della scuola
In seguito all’apertura dell’ Ecole d’Horticulture, il Potager subì grandi interventi che ne modificarono l’organizzazione spaziale dei giardini e degli edifici, ai quali furono date nuove funzioni. Queste, lo caratterizzarono per tutto il corso del novecento, fino al 1976, anno in cui fu fondata L’Ecole Nationale Superieure du Paysage. All’interno di questo capitolo sono descritte le trasformazioni subite dal giardino del corso del novecento. L’Ecole Nationale d’Horticulture de Versailles, come indicato dalla planimetria Flussi
riportata all’inizio di questo capitolo, si sviluppava su tutta la superficie del Potager, che all’epoca di La Quintinye occupava un’area di 8 ettari e 64 m2. Verso il 1750, fu annesso alla scuola, un nuovo giardino, le Parc, ampio 1 ettaro e 2.240 m2., che ne aumentò la grandezza complessiva fino a 9 ettari e 2840 m2. Il perimetro del Potager era cinto da mura alte 3 metri e spesse 80 cm. Agli inizi del XVII erano presentt 25 differenti ingressi alla scuola, dei quali se ne conservarono solamente 6, rispettivamente: 2 aperti sulla Rue du Potager, 2 sulla Rue de Satory e 2 sul viale che costeggia il bacino della Pièce d’eau des Suisses. Il primo ingresso lungo il lato est (n°30), situato sulla Rue de Satory, si trovava in adiacenza alla cattedrale di Saint-Louis, davanti alla Rue d’Anjou, dalla quale prese nome il cancello che ne segnava l’entrata: la Grille d’Anjou. Questo era situato all’estremità del grande viale che attraversa per intero il Potager, da est a ovest e, di conseguenza, era in posizione opposta rispetto al grande ingresso reale
A sinistra Planimetria del Potager du Roi nel 1850
situato davanti alla Pièce d’eau des Suisses. Fu, infatti, per togliere importanza a Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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Nella pagina a sinistra Veduta sulla sequenza dei Jardins Bourgeois. Stampa fotografica, 1928 c.a. Sotto Veduta generale del Potager du Roi, sullo sfondo la Piece d’Eau des Suisses. Stampa fotografica, 1907 c.a.
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quest’ultimo, chiamato Grille des Suisses o Grille de Fondrin, che Brown decise di costruire nel 1784 la Grille d’Anjou. Il secondo ingresso, il n°31, era situato in corrispondenza con l’entrata al giardino annesso al Potager nel 1750. Un altro ingresso, il n°32, era caratterizzato da una grande porta di servizio, utilizzata per l’ingresso delle vetture e dei macchinari agricoli all’interno del Potager. Delle due entrate situate sul lato ovest, lungo il bacino della Pièce d’eau des Suisses, la Grille de Fondrin era sicuramente la più rappresentativa, avendo costituito per molto tempo l’accesso personale del re. In seguito quest’accesso non fu più utilizzato, a causa dello stato di precarietà e di delicatezza dei decori che lo costituivano. Sempre su questo lato, la seconda entrata era situata a ovest del Potager, all’estremità sud del muro che costeggiava la Piece d’eau des Suisses. Questa si caratterizzava più che altro come ingresso di servizio, utilizzato per il trasporto dei materiali all’interno del Potager. Tuttavia, di tutte queste entrate, alcune non furono utilizzate spesso, salvo per qualche necessità di servizio.
Nella pagina a lato Grille de Fondrin che segna l’accesso sul lato ovest. Stampa fotografica, 1928 c.a.
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NOME FOTO
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I.VII Il Potager du Roi nel Novecento: descrizione della scuola
L’ingresso principale della scuola era situato lungo il lato nord, in Rue du Potager. Qui un edificio sviluppato su 3 piani ne scandiva l’ingresso. Nel corso del novecento questa struttura ospitava, oltre alle abitazioni dai
30 | Marcel-Nöel Lambert (1847-1928) è stato un architetto francese. Premier Grand Prix de Rome nel 1873, architetto dei monumenti storici, professore all’Ecole des Beaux-Arts a Parigi e, per 25 anni, dal 1888 al 1912, architetto della Reggia di Versailles e del Trianon.
giardinieri e del custode della scuola, le stalle e la rimessa. Creata all’epoca di La Quintinye, nel 1896 fu ristrutturata dall’architetto del Château de Versailles e del Trianon Marcel-Nöel Lambert30 . Oltre quest’edificio, si apriva la Cour d’honneur della scuola, già nota, ai tempi della Rivoluzione come Cour des jardiniers, al centro della quale era collocata
31 | Pierre Joigneaux (Ruffey-lès-Beaune, 23 dicembre 1815 - Asnières, 26 gennaio 1892) è stato un giornalista e un uomo politico dell'estrema sinistra francese. Nel 1875 propose l'istituzione dell'Ecole Nationale Supérieure d'Horticulture de Varsailles.
la statua in onore di Pierre Joigneaux31, che in seguito fu spostata nel Parc Balbì. Intorno alla corte si ergevano altri 4 edifici. Sul lato sud l’edificio più alto accoglieva l’appartamento del direttore e gli uffici. Questa struttura, avente 2 secoli di storia, fu “la casa che il re”, disse La Quintinye, “mi costruì con estrema generosità”. Il piano terra, nel XVII secolo, era suddiviso in 4 grandi ambienti: una sala da pranzo, una cucina, uno studio e una dispensa, quest’ultima suddivisa in 3 stanze. Alla fine dell’ottocento la sala da pranzo fu convertita nell’ufficio del direttore, mentre la cucina e lo studio furono convertiti, nel 1875, negli uffici della segreteria e della contabilità. La prima dispensa, chiamata Le petit fruitier, situata all’angolo nord-est dell’edificio, fu convertita nel 1895, in sala dei professori. La seconda dispensa, situata al centro della facciata sud dell’edificio, divenne, al momento della fondazione della scuola, la sala degli archivi. La terza e ultima dispensa, situata all’angolo sud est, fu convertita in biblioteca. Nel 1896, questa stanza era ancora una dispensa e l’esposizione a sud non ne garantiva una buona conservazione dei prodotti, come indicò J. B. Lelieur all’interno dell’opera La Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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Nella pagina a lato Edificio progettato da Jules-Hardouin Mansart con annesso giardino. Stampa fotografica, 1928 c.a.
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In basso a destra Ingresso dell’Ecole Nationale d’Horticulture su la Rue du Potager. Stampa fotografica, 1928 c.a.
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I.VII Il Potager du Roi nel Novecento: descrizione della scuola
32 | J. B. Lelieur, La Pomone Francaise ou traité de la culture et de la taille des arbres fruitiers, Paris, Imprimerie de Guiraudet et Jouaust, 1842.
Pomone Française32 . Secondo le planimetrie consultate nel Centre de Recherche du Château de Versailles, sul lato sud della corte, cioè, alla destra dell’ingresso dalla Rue du Potager, prima della Rivoluzione erano presenti 2 edifici, uno relativo alla casa di giardinieri e uno al deposito dei prodotti. Dietro, tra questi locali e la Pièce d’eau des Suisses, era presente il deposito dei marmi utilizzati per le decorazioni della residenza reale. Tale deposito fu, insieme a una parte della casa dei giardinieri, venduto a dei privati durante la Rivoluzione. Accanto al deposito si trovava, ai tempi di La Quintinye, un piccolo giardino (n°35) destinato alle colture floricole che, durante la Rivoluzione, fu convertito in cortile e annesso all’abitazione del direttore.
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I.VII Il Potager du Roi nel Novecento: descrizione della scuola
Le aule per lo studio e la sala delle collezioni 33 | A. N. Ducherne, Le Cicerone de Versailles ou l’Indicateur des Curiosites et Etablissements de Cette Ville, Versailles, Chez J. P. Jacob, 1806.
Ai tempi di La Quintinye esisteva un grande spazio chiuso destinato alla coltivazione dei figuers en caisse, chiamato la Figuerie e sistemato allo stesso livello del Carré des serres. Secondo i registri del Château de Versailles, nel 1745, questa struttura continuava a essere la serre aux Figuieurs. Durante la Rivoluzione, secondo i documenti sull’affitto e la vendita di alcune parti del Potager, l’edificio in questione fu ristrutturato e la sua facciata completamente rifatta. Questa trasformazione gli valse l’appellativo di le Modèle. Tuttavia, prima di queste trasformazioni, nel 1793, quello che poi sarebbe diventato le Modèle, era suddiviso in 3 parti: una, all’estremità sud, era chiamata Vestibule; la parte ad est costituiva l’Orangerie e il resto i magazzini. Questi edifici non furono mai venduti, ne affittati poiché ritenuti troppo importanti. Nel 1802 questo edificio fu trasformato in salone delle scienze dalla Société d’Agricolture de Seine-et-Oise. L’almanacco Le Cicerone de Versailles33, nel 1806 scrisse a questo proposito:”In Rue du Potager n°2, nella Cour des jardiniers, all’interno dell’edificio che veniva utilizzato come Orangerie e come Figuerie venne costruita, nel 1802, sul volere dell’ispettore generale J. A. Le Roi, un salone delle scienze della Société d’Agricolture che, chiusa su un lato da una grande vetrata, apriva la visuale sul giardino botanico”. Lo stesso edificio, nel 1848, fu trasformato in salone delle conferenze per gli
A sinistra Vista sul Carre des Serres. Stampa fotografica, 1928 c.a.
allievi dell’Institut National Agronomique de Versailles. Restaurato e arredato, al momento della fondazione dell’Ecole d’Horticulture questo edificio Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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In basso Vista sul Carre des Serres, sullo sfondo la Figuerie. Stampa fotografica, 1928 c.a.
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In basso Vista sulla Terrasse Nord, sullo sfondo il Jardin d’Hiver e la Cathédrale Saint Louis. Stampa fotografica, 1907 c.a.
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In basso Vista interna delle aule. Stampa fotografica, 1907 c.a.
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In basso Vista interna dei laboratori. Stampa fotografica, 1928 c.a.
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In basso Scena che riprende una lezione di Arboricoltura. Stampa fotografica, 1928 c.a.
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In basso Scena che riprende una lezione di topografia sulle curve di livello. Stampa fotografica, 1928 c.a.
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I.VII Il Potager du Roi nel Novecento: descrizione della scuola
comprendeva: 1.
La cantina per il deposito degli strumenti necessari per la coltivazione
degli alberi da frutto e per il giardinaggio. Questo locale era, un tempo, allo stesso livello del giardino, dove usualmente si collocavano gli alberi durante le stagioni calde; 2.
Il piano terra, diviso in 7 spazi, era diviso tra l’estremità nord, sulla Rue du
Potager, dove si trovava un piccolo frutteto; mentre, all’estremità opposta era presente un grande vestibolo che dava sui giardini. In quest’ultima sala erano sistemati degli armadietti all’interno dei quali gli studenti potevano depositare i propri lavori. Infine, tra questi due edifici, erano collocate 5 stanze, rispettivamente 3 aule per lo studio, una sala per le collezioni e un ufficio della sorveglianza. Tutti questi locali erano uniti da un corridoio, che permetteva di passare dalla Cour d’honneur ai giardini. 3.
Le 3 aule per lo studio, sopra le quali erano disposti dei locali mansardati,
utilizzati per il deposito del grano, apparivano così: La prima, di 12,25 m di lunghezza e 6,45 m di larghezza, poteva ospitare fino a 90 alunni. La seconda, la vecchia sala da disegno, lunga 10 m e larga 6,45 m, poteva ospitare fino a 48 alunni. La terza, la più piccola, era lunga 5 m e larga 6,45. Tutte le aule avevano un’altezza di 3,90 m. Invece, la sala delle collezioni si estendeva su una superficie lunga 7,55 m e larga A sinistra Scena di lavoro degli studenti dell’Ecole Nationale d’Horticulture. Stampa fotografica, 1928 c.a.
6,45 m. All’interno di questo spazio fu organizzato un piccolo museo di storia naturale, contenente una collezione di circa 700 esemplari di piante e minerali. Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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I.VII Il Potager du Roi nel Novecento: descrizione della scuola
Nel corridoio di collegamento tra le sale di studio e la sala delle collezioni, lungo l’intera lunghezza delle pareti, erano presenti una serie di vetrine contenenti 1500 specie di piante importate da tutto il mondo, parte delle quali arrivava
34 | Bois de Boulogne è un parco situato al limite occidentale del XVI arrondissement della città di Parigi, lungo la Senna e al confine con Boulogne-Billancourt e Neuilly-sur-Seine. Fu progettato da J. C. A. Alphand.
direttamente dall’Esposizione Universale del 1878. Sull’altro lato della galleria invece furono sistemate le collezioni degli arbusti donati alla scuola dalla Société d’Agriculture de Seine-et-Oise, da Madame Briot, giardiniera del Trianon, e da A. Pissot, custode del Parc Bois de Boulogne34 e professore dell’Ecole de Versailles. Nel vestibolo, infine, si conservava tutta la strumentazione utile al giardinaggio.
A destra La Figuerie, prima dei lavori di ampliamento. Stampa fotografica, 1928 c.a.
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I.VII Il Potager du Roi nel Novecento: descrizione della scuola
La biblioteca I circa 2000 volumi di cui disponeva la scuola, di cui 800 donati da A. Hardy, furono, per un breve periodo, distribuiti in diverse aule e, in particolare, negli uffici della direzione. In seguito furono trasferiti in quello che fu l’antico frutteto.
A destra Biblioteca. Stampa fotografica, 1907 c.a.
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I laboratori Tutte le stanze al piano terra erano collegate da una galleria che andava dalla Cour d’honneur al vestibolo. Questo corridoio era utilizzato dagli studenti e dal personale per accedere ai
35 | J. Nanot, C. Deloncle, Histoire et Description de l’Ecole Nationale d’Horticulture de Versailles, Paris, Librairie de la France Agricole, 1898.
giardini. Seguendo questo itinerario, era possibile,“ammirare 9 ettari di culture orticole, di giardini progettati metodicamente, eleganti, irripetibili, nei quali i viali e i muri divisori ne mettevano in risalto la simmetria, la regolarità e l’ordine. Tutto questo era unico nel suo genere35”. Il piano ribassato rispetto alla terrazza sulla quale si affacciano gli edifici, ampio 3 ettari, corrisponde a un giardino modello, coltivato al suolo e alle pareti, attraverso l’uso dei tralicci. Invece, a sinistra, sulla terrazza ove era riposta la statua in onore di La Quintinye, furono disposte le serre, la cui ultima, più alta delle altre, costituiva il Jardin d’hiver. Al di la di questo, sulla terrazza nord del Carré Saint-Louis, si trovava il laboratorio della scuola. Questo era finalizzato alla ricerca e alla sperimentazione botanica. Creato da un ordine ministeriale il 21 agosto 1893, fu installato all’interno di una costruzione di legno, all’interno del quale si trovava un’aula di botanica, un’aula di chimica e l’ufficio del professore. La facciata esposta a nord era completamente vetrata, in modo da garantirne un’illuminazione favorevole. A destra Laboratori. Stampa fotografica, 1907 c.a.
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In basso Interno dei laboratori. Stampa fotografica, 1928 c.a.
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In basso Intermo dei laboratori. Stampa fotografica, 1928 c.a.
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In basso Interno dei laboratori di ricerca. Stampa fotografica, 1896 c.a.
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In basso Intermo dei laboratori di ricerca. Stampa fotografica, 1928 c.a.
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I.VII Il Potager du Roi nel Novecento: descrizione della scuola
Gli ateliers Gli Ateliers erano situati presso l’entrata sul lato ovest, in corrispondenza della Grille de Fondrin, nell’area dove, in passato, erano presenti i Jardin biais, successivamente rinominati Banc d’épreuve e, infine, Carré de la collection. In questo punto era presente la casa del portiere ma, quando l’ingresso reale cessò di funzionare, questa fu convertita in locale per il deposito invernale dei prodotti orticoli. Tuttavia, nel 1893, quest’edificio subì una nuova riconversione, infatti, fu diviso in due parti, una fu organizzata in fucina e l’altra in falegnameria, per permettere agli studenti della scuola di riparare la strumentazione per la coltivazione. In ognuna delle due parti fu, in seguito, aggiunta una serra. La prima costituiva una “serra calda”, formata da pareti con doppi vetri, mentre la seconda una “serra temperata”, composta con vetri singoli. Poco oltre gli Ateliers si trovava un grande hangar, costruito nel 1894. Questo comprendeva un granaio, un magazzino e un locale per i lavori invernali.
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In basso Ateliers forge et adjustage. Stampa fotografica, 1907 c.a.
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In basso Interno degli Ateliers. Stampa fotografica, 1896 c.a. Nella pagina a destra Deposito dei mezzi agricoli. Stampa fotografica, 1928 c.a.
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In basso Interno degli Ateliers. Stampa fotografica, 1896 c.a.
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I.VII Il Potager du Roi nel Novecento: descrizione della scuola
I giardini Confrontando le planimetrie risalenti a diversi periodi storici, è possibile osservare come il Potager abbia cambiato ripetutamente configurazione. Nel Grand Carré, dei 29 lotti presenti nel periodo di La Quintinye, nel novecento se ne contavano 16. Inoltre, con l’annessione al Potager del le Parc (n° 15) nella seconda metà del XVIII secolo, la sua superficie ne risultò più ampia.
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In basso Vista sui Jardins Bourgeois, sulla Rue du Maréchal Joffre. Stampa fotografica, 1907 c.a.
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In basso Impianti a spalliera Palmette Cossonnet. Stampa fotografica, 1928 c.a.
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I.VII Il Potager du Roi nel Novecento: descrizione della scuola
Le grand carré Lo spazio centrale del Potager prendeva il nome di Grand Carré. Quest’area, coltivata con alberi da frutto, era circondata da 4 terrazze alte 2 metri. La superficie, estesa su 3 ettari e 3.200 m2, era divisa in 16 lotti, attraversati da viali. Al centro era presente un bacino circolare, creato da La Quintinye, il cui diametro raggiungeva i 100 m di lunghezza e nel quale erano state riunite molteplici piante acquatiche. Ciascuno dei 16 lotti, lungo 28 m e circondato da aiuole alte 1,80 m, era delimitato da 2 filari di alberi, che scandivano la regolarità dei viali. L’area, ribassata di 2 m rispetto al livello del Potager, era delimitata lungo tutto il perimetro da 4 terrazze, lunghe complessivamente 800 m. Ogni terrazza permetteva l’accesso al piano ribassato attraverso una doppia rampa di scale. Tuttavia, nel 1828, le gradinate delle terrazze est e ovest, furono sostituite da una serie di rampe, per facilitarne l’accesso. Ogni terrazza permetteva l’accesso, attraverso delle aperture situate in posizione centrale, ai locali sotterranei che, connessi tra di loro attraverso un sistema di gallerie, mettevano in comunicazione i lotti con gli edifici. La grande terrazza, che va dagli edifici della scuola fino alla cattedrale di SaintLouis, fu utilizzata come base d’appoggio per l’installazione di 4 serre. Queste, originariamente di legno, furono ricostruite in metallo nel 1887. Prima delle serre, A sinistra Vista dal Bassin, sullo sfondo il Jardin d’Hiver e la Cathédrale de Saint Louis. Stampa fotografica, 1930 c.a.
lungo tutta la terrazza erano disposte delle aiuole, mentre nel lato opposto, lungo il muro di sostegno, un filare di erba. Qui, durante la stagione estiva, erano Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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collocati alcuni degli alberi provenienti dall’Orangerie del Château de Versailles. Sempre su questa terrazza, che si inoltra fino alla rue de Satory, era collocata la statua di La Quintinye e, poco più avanti, verso il Jardin Satory, il monumento in onore di A. Hardy.
A destra Vista dal Bassin, sullo sfondo la Figuerie. Stampa fotografica, 1930 c.a.
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In basso Vista sulla Terrasse Nord con particolare sugli impianti a spalliera Vignes (Palmettes). Stampa fotografica, 1907 c.a. Nella pagina a destra Particolare sulle serre. Stampa fotografica, 1930 c.a.
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In basso Vista d’insieme sul Grand Carré. Stampa fotografica, 1907 c.a. Nella pagina a destra Vista dalla Terrasse Sud sulla Terrasse Ovest. Stampa fotografica, 1930 c.a.
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In basso Vista d’insieme sul Grand Carré e sulla Terrasse Ovest. Stampa fotografica, 1907 c.a. Nella pagina a destra Vista dalla Terrasse Nord sulla Terrasse Ovest, sullo sfondo la copertura dell’Atelier. Stampa fotografica, 1907 c.a.
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Carré des Serres Nel 1874, l’area ribassata del Potager che si estendeva per 8910 m2 dalle sale di studio al Jardin d’hiver, e che, più tardi prese il nome di Grand Carré, fu rialzata fino al livello delle terrazze. Prima di questo periodo quest’area accoglieva
35 | Charles-Auguste Questel (Parigi, 19 settembre 1807 - Parigi, 1888) è stato un architetto francese. Membro della Commission des Monuments Historiques dal 1848 al 1879, fece parte dell’istituto di architettura del Château de Versailles nel 1849 e membro dell'Académie des beaux-arts nel 1871.
una serie di 8 serre e alcuni padiglioni (n° 3,5), separati da un prato (n° 4). Le serre, progettate dall’architetto Charles-Auguste Questel35, si estendevano per lunghezza di 80 metri sull’area della Figuerie, ed erano caratterizzate da strutture in muratura. Alla loro estremità, verso la rue du Potager, era presente un edificio
36 | A. Bérigny, C. C. S. Lacroix, J. Haeghens, Notice sur les travaux météorologique de la Societè des Sciences Naturelles des Seine-etOise, Versailles, Imprimerie de Montalant-Bougleux, 1847.
al centro del quale fu sistemata una grande cupola di vetro. I padiglioni, invece, occupavano lo spazio della vecchia Figuerie (n° 3). L’insieme di queste strutture era già presente quando, nel 1798, fu costruito il giardino botanico da A. Richard. Tuttavia, a causa del loro stato di degrado, furono ricostruite probabilmente sotto la direzione di P. Massey e infine scomparvero. Tuttavia, tra di loro esisteva un vecchio edificio, chiamato Hangar che fu ristrutturato nel 1877 e, in seguito, dal 1885 al 1896, utilizzato come osservatorio meteorologico. Quest’ultimo, fondato nel 1846 da Haeghens Lacroix e dal Dr. Adolphe Bérigny36 , sotto il patrocinio della Société des Sciences Naturelles et Médicales de Seine-et-Oise, venne trasferito, nel 1896, all’interno del Jardin des onze. Nella pagina a destra Vista d’insieme sul Carré des Serres e sul Jardin Française. Stampa fotografica, 1907 c.a.
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In basso Impianti a spalliera Cordons doubles in zig-zag, nella Terrasse del 5° Jardin des Onze. Stampa fotografica, 1907 c.a.
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I.VII Il Potager du Roi nel Novecento: descrizione della scuola
Jardin d’hiver
38 | Alexandre-Théodore Lavalley (Progny, 9 ottobre 1821 - Château de Bois-Tillard, 20 luglio 1892) è stato un ingegnere francese. Tra le sue opere più importanti si ricorda quella dei drenaggi per la costruzione del canale di Suez.
Le Jardin d’hiver era costituito da una grande serra vetrata, collocata al limite del Carré des serres. Lunga 50 m, larga 9 m e alta 8,90 m, fu progettata da Guillaume nel 1880. Sulla porta d’ingresso furono collocate 2 vasche in marmo bianco che, in seguito, furono sistemate nel parco del Château de Versailles, all’interno della Ménagerie. All’interno della serra furono raccolte tutte le specie vegetali più rare e più particolari conosciute all’epoca. In generale, all’interno del Potager, si utilizzarono 3 tipologie di serre. Le serre dedicate alla coltivazione delle primizie ricoprivano una superficie di 3549,15 m2, le serre dedicate alla floricoltura 3057,18 m2 e, infine, quelle utilizzate per la coltura all’aperto 582 m2. La superficie totale vetrata delle serre era di 7528,33 m2, mentre la superficie dei teloni per le coltivazioni a terra era di 3899,15 m2. Le serre del Potager erano riscaldate da 2 sistemi differenti. Le più vecchie utilizzavano un sistema di riscaldamento innovativo, progettato dall’ing. Alexandre-Théodore Lavalley38 . Invece, quelle più recenti adoperavano un sistema di riscaldamento radiante a parete, basato sulla tecnologia dei termosifoni. Tutte le caldaie funzionavano a carbone.
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Jardin Saint-Louis Questo giardino ribassato si trovava dopo le Jardin d’hiver, all’angolo tra la rue du Potager e la piazza di Saint-Louis, chiamata anche le Carré des couches. Quest’area ricopriva una superficie di 2920 m2. All’epoca di La Quintynie, quest’area era chiamata le Trois jardins, in ragione della sua divisione in 3 lotti da parte di un muro orientato da nord a sud. Nel corso del novecento il muro scomparve più e il giardino stesso subì una configurazione totalmente diversa. Sulla parete di confine con la rue d’Anjou era disposta una serra a vetrate mobili, mentre, sulla terrazza nord era presente un edificio, costruito nel 1896, che serviva da laboratorio per gli studenti. Su questo lato era presente anche serbatoio per l’acqua. Jardin Satory Compreso all’angolo del Jardin Saint-Louis e il limite della rue de Satory, davanti alla cattedrale, questo giardino ribassato (n° 11) si estendeva su una superficie di 4370 m2. All’epoca di La Quintinye era chiamato le Jardin Bourgeois. Alla fine dell’ottocento fu destinato ad accogliere alberi da frutto coltivati sui tralicci, alti 3 m. Sulla terrazza che domina questo giardino, si trova il monumento in onore di A. Hardy.
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Jardin de la Grille Questo giardino si estende su una superficie di 3330 m2. Chiamato le Jardin de la Prunelay ai tempi di La Quintinye, durante la Rivoluzione fu chiamato Jardin de la Figuerie, nome che conservò durante il corso del novecento. Infine fu chiamato Jardin de la Grille, per la sua posizione in vicinanza alla Grille d’Anjou. Fu piantato con alberi da frutto, sistemati sugli impianti a spalliera in direzione est-ovest, cioè perpendicolarmente alla direzione del Jardin Satory. Jardin d’Anjou Situato in prossimità della rue d’Anjou e della rue de Satory, questo giardino (n° 13) si estendeva, al momento della Rivoluzione, su una superficie di 4160 m2. Durante il novecento divenne una riproduzione del Jardin Satory.
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Le Parc Questo giardino si estende su una superficie di 1 ettaro e 1920 m2. E’ l’unico giardino del Potager nel quale i terreni sono molto sabbiosi. In precedenza esistevano sul muro esposto a sud, una serie di basse serre, che furono smantellate verso il 1848. Il terreno fu coltivato a destra a sinistra del grande viale che prolungava la rue des Bourdonnais, colture che furono rinnovate nel 1880. Invece, il resto del parco fu diviso in 3 grandi lotti, orientati da est a ovest. Il primo lotto, situato lungo la rue de Satory, costituiva l’Arboretum, creato tra il 1882 e il 1883. Il secondo, era utilizzato dagli alunni della scuola per la coltura di piante ornamentali. L’ultimo, il Jardin Botanique, fu creato nel 1875. Il muro di confine del Potager, che si estende lungo tutta questa via, fu ricostruito nel 1853 con 5 grandi porte, di cui 2 sono utilizzate come accesso.
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Jardins des Onze Questi giardini (n° 14, 16, 17, 18 e 19), ribassati di 2 m rispetto al livello della scuola, si estendono dalla rue de Satory al viale che costeggia la Piece d’eau des Suisses, limitando il Potager sul lato sud, ad eccezione del lato del le Parc. Il loro nome fu assegnato da La Quintinye, il quale, facendo costruire 10 muri divisori orientati da nord a sud e distanti tra di loro 30 metri, originò 11 giardini. Durante il regno di Luigi XIV, in quest’area fu costruita una terrazza che, estendendosi per 312 m, occupava tutto il lato sud dalla rue de Satory alla Piece d’eau des Suisses. Sulla terrazza fu costruita una parete di separazione dai giardini, in seguito eliminata. Sul finire dell’800, a causa dell’elevata umidità del terreno dovuta alla vicinanza del bacino idrografico e del sempre più ampio Parc Balbì, i giardini furono ridotti da 11 a 5. -
Premier des Onze: 50 m2;
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Deuxième des Onze: 25 m2, ripartito in 9 appezzamenti;
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Troisième des Onze: 30 m2;
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Quatrième des Onze: 3000 m2;
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Cinquième des Onze: 2780 m2.
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In basso Vista d’insieme del Potager du Roi dalla Cathédrale de Saint Louis. Stampa fotografica, 1930 c.a.
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In basso Scena di lavoro. Stampa fotografica, 1907 c.a.
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Jardin de la Collection Questo giardino occupava una superficie di 1510 m2 e costituiva, insieme al jardin d’agrément, le 4 jardins. Durante la Rivoluzione fu chiamato le Carré de la Grille des Suisses. Nel 1890 furono inserite 4 serre. Jardin d’Agrément Sistemato al bordo con il viale che costeggiava la Piece d’eau des Suisses, questo giardino fu chiamato durante la Rivoluzione le Jardin fleuriste. In posizione frontale rispetto all’edificio della direzione, al quale era possibile accedere attraverso una doppia rampa di scale, questo lotto occupava una superficie di 1880 m2. Nel 1877, le serre presenti furono ricostruite.
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Petit Jardin 39 | Couard E., l’Administration départementale et Seine-et-Oise de 1790-1913, Versailles, Imprimerie de J. Aubert, 1913.
Questo giardino (n° 24), situato in contiguità all’edificio della direzione, occupa una superficie di 700 m2. Dai progetti consultati negli archivi del Château di Versailles, è stato possibile osservare come il Potager, attraverso gli anni abbia, cambiato continuamente configurazione. Nonostante i possibili errori dovuti ai metodi trascrizione delle informazioni o di rappresentazione dei disegni, è possibile comunque affermare che il Potager, così come lo ideò di La Quintinye, ha sicuramente subito profonde modifiche. Già dal 1783 al 1790, durante la direzione di A. Brown, i muri divisori dei diversi giardini vennero in parte abbattuti. I documenti risalenti all’epoca della Rivoluzione lo confermano, infatti, i registri conservati negli Archives Départementales de Seine-et-Oise39 , che riportano gli atti relativi alle aggiudicazioni dei diversi lotti messi all’asta nel 1793, affermano che: -
il primo dei muri divisori del Jardin Saint-Louis venne eliminato, mentre il secondo rimase fino al 1850;
-
I Jardins des Onze furono ridotti a 5;
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Il lotto dei Jardins Biais non fu più utilizzato come giardino;
-
I muri incrociati dei 4 Jardins non esistevano più.
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In basso Vista d’insieme del Potager du Roi, sullo sfondo la Cathédrale de Saint Louis.
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Il Potager oggi: analisi sullo stato attuale
Dall’osservazione sulla situazione attuale è possibile comprendere che l’intero complesso del Potager du roi, versa in uno stato di degrado e di disorganizzazione. Questa condizione nasce dal fatto che le diverse fasi evolutive, susseguitesi in un arco temporale di 331 anni, non sono state accompagnate da un piano di sviluppo preciso. Infatti il progetto iniziale, quello risalente a Jean Baptiste de La Quintinie, finalizzato alla creazione di un parco interposto tra la sfera privata nobiliare e quella pubblica andò via via annullandosi. Flussi
L’iniziale volontà di strutturare il parco come connettore risulta evidente dalla presenza delle simmetrie e dall’ortoganilità delle linee che ne disegnano la pianta. Attraversato da 2 grandi assi principali, allineati nord-sud, tutto il complesso cercava di unire la città con il Parco del Castello di Versailles. Possiamo affermare che la posizione di centralità quindi mirava ad avvicinare il Re alla popolazione. Questo era reso possibile non solo attraverso la sua configurazione spaziale, ma anche attraverso le funzioni contenute nel parco, cioè quelle della produzione agricola e della convivialità. L’unico luogo in cui il Re, portavoce della volontà divina, poteva unirsi alla realtà del popolo e, in senso figurato, prosperare con esso nella condivisione dei frutti della terra. La presenza di 25 accessi garantiva quindi un costante flusso tra le 2 parti, rendendole strettamente connesse. Questa condizione di apertura fu superata,
A sinistra Stato attuale del Potager du Roi
dimenticata e il Potager perse totalmente la sua funzione primitiva, la propria Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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In basso Vista sul Grand Carré.
Nella pagina a destra Vista sul Carré des Serres.
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In basso Vista d’insieme sul Potager du Roi.
Nella pagina a destra Vista dall’interno delle gallerie.
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Il Potager oggi: analisi sullo stato attuale
caratteristica intrinseca. Cionostante si cercò di conservare la produttività frutticola. Come abbiamo visto nel Capitolo I, il Potager nel tempo ospitò diverse funzioni. Sopratutto successivamente al periodo della Rivoluzione, alcune aree furono affittate, quindi è possibile che alcuni edifici principali abbiano subito sostanziali modifiche sia all’interno che all’esterno. Attualmente sede della Ecole Nationale Supérieure du Paysage, in precedenza accolse la più vecchia Ecole Nationale d’Horticulture. Durante questo periodo furono apportate grandi modifiche. E’ importante sottolineare che in quel periodo la scuola seguiva un percorso educativo differente da quello odierno. Nacque infatti in risposta alle esigenze della Repubblica Francese di formare nuove generazioni di persone scientificamente esperte nel settore agricolo, visto come nuovo settore produttivo. I lavori intrapresi in questo periodo, quelli relativi alla modifica degli spazi esterni e alla creazione di nuove strutture come le serre, cambiarono definitivamente l’aspetto precedente. Alla chiusura dell’Ecole Nationale d’Horticulture il Potager attraversò un periodo di stallo, fino all’apertura dell’ENSP. Le funzioni di quest’ultima vennero adattate alle strutture e agli spazi esistenti, nonostante le esigenze fossero evidentemente diverse. Questa adattamento a spazi totalmente inadeguati, portò nel tempo ad una condizione di estrema confusione e degrado.
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Il Potager oggi: analisi sullo stato attuale
La perdita della caratteristica di filtro tra la realtà urbana e quella del Parco del Re arrivò alle estreme conseguenze con la chiusura fisica degli accessi, che portò il Potager e la ENSP ad una condizione di isolamento. Dei 25 accessi presenti, attualmente ne risultano fruibili solamente 3. Il primo, localizzato davanti alla Place Saint Louis rappresenta l’accesso principale alla scuola. Qui è ubicato l’edificio di testata, che accoglie alcune aule per la didattica, i laboratori, gli uffici del personale amministrativo, la student house e un bookshop. Sviluppato su 3 piani, la struttura raggiunge un altezza di 17 metri dal piano stradale. Lo spazio antistante è occupato da un parcheggio confuso. Verso l’interno del Potager, oltre la rampa di risalita che conduce il livello superiore, quindi al Carré des Serres, sono presenti 2 edifici gemelli, che accolgono le aule per la didattica, il centro multimediale, il centro stampa e la biblioteca. Questi edifici raggiungono un altezza interna al Potager di 9 metri, mentre sul lato retrostante, sulla Rue du Potager, hanno un altezza di 13 metri. In prossimità dello spazio esterno sono sistemate 6 serre, una delle quali è utilizzata come punto di ritrovo degli studenti e del personale della scuola. L’edificio che originariamente ospitava la Figuerie e La Galleria dei Modelli, posto perpendicolarmente agli altri, ha subito estreme modifiche. Il piano terra, che serviva come deposito invernale degli alberi, attualmente ospita un magazzino per gli attrezzi. Gli accessi di questo livello sullo spazio antistante furono chiusi in seguito al riempimento del suolo intorno al 1800. Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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Il Potager oggi: analisi sullo stato attuale
L’attuale piano terra invece è stato trasformato da grande galleria dei modelli a luogo della didattica, compresa un’aula magna. La sua suddivisione in scomparti ne ha totalmente annullato la bellezza e la funzionalità. In epoche recenti fu aggiunto un nuovo piano, che attualmente ospita gli uffici della segreteria e della direzione, nonché un auditorium e una grande aula priva di funzione. L’edificio, complessivamente alto 14 metri sul lato del Potager e 17 metri sulla Rue du Potager, ha perso la propria funzione di centralità. In adiacenza sono presenti i due edifici più antichi dell’area, quelli che originariamente ospitavano la residenze dei giardinieri e quella del gestore del parco. Il primo dei due edifici si affaccia sulla Rue du Potager e su questo lato scandisce l’ingresso al Potager. Oltrepassato l’edificio si accede alla corte d’onore, privata della sua funzione originaria, che attualmente è utilizzata come parcheggio. In posizione speculare, rivolto verso l’interno del giardino, è ubicato il secondo edificio, che attualmente ospita al piano terra gli uffici dei giardinieri e dei gestori del parco, al primo piano la residenza del direttore dell’ENSP e, infine, all’ultimo piano, 2 residenze per gli studenti, mentre la soffitta è utilizzata come deposito. Dal piano terra è possibile accedere al piano interrato, quindi ad una galleria che collega al piano sotterraneo della Figuerie e, attraverso un’ulteriore galleria, al centro del Parco, in prossimità della grande fontana. Dal piano terra è inoltre possibile uscire su quello che in origine era il giardino Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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Il Potager oggi: analisi sullo stato attuale
privato del gestore del parco, disegnato dal paesaggista André Le Notre. Da qui, attraverso una rampa di scale, è possibile accedere al piano esterno inferiore, fino ad arrivare alla Grille de Fondrin, quindi all’ingresso del Re. Entrambi gli edifici, anche se esternamente non risentono del degrado complessivo, internamente sono estremamente confusi, privi di decoro e disorganizzati. Sul livello inferiore, verso sud è presente la struttura che inizialmente ospitava un Atelier per la rimessa dei mezzi agricoli. Attualmente privo di funzione, questo edificio assume una posizione strategica all’interno del Potager, poiché ubicato sull’asse principale est-ovest, fronte Grille de Fondrin, sull’accesso ovest, davanti alla Piece d’eau des Suisses. Più a sud, in linea con l’Atelier, è presente un edificio di recente costruzione. Questo si sviluppa su 2 piani e spazialmente si interpone sul’’asse che disegna la terrazza a sud, interrompendola e deviandone la linearità. Il piano di accesso, ribassato di 2 metri rispetto alla quota d’accesso al Potager, ospita l’ingresso e laboratori per gli artisti. quest’ultima funzione è presente anche al primo piano. Esternamente, dal punto di vista architettonico, gli edifici storici restaurati da Marcel-Noel Lamber appaiono in buono stato di conservazione. I restanti edifici, realizzati in risposta all’esigenza di ampliare lo spazio per le attività, prima dall’Ecole d’Horticolture e, successivamente, dall’ENSP, presentano un’architettura che cerca di emulare lo stile Neoclassico che ne caratterizza le originali. Queste strutture non interagiscono con i principi di simmetria e di eleganza ma, al contrario, confondono. Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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Il Potager oggi: analisi sullo stato attuale
Per quanto i giardini, la situazione è relativamente confusa. Seppur produttivi, alcuni spazi risentono della mancanza di un disegno e di un organizzazione precisa. Le antiche geometrie, adoperate per dar forma agli arbusti, sono in parte conservate e in parte perdute. E’ il caso degli impianti a spalliera, per la maggior parte abbandonati. I giardini del Grand Carré, a differenza del Jardin Saint Louis, ospitano colture diversificate, che danno come risultato un aspetto stagionale disomogeneo. Il Jardin Satory, il Jardin de La Grille d’Anjou e i Jardin des Onze sono conservati in maniera confusa, segnale della definitiva perdita del disegno originale. Nonostante si cercò di conservare la produttività frutticola , il Potager nel tempo ospitò diverse funzioni. Come abbiamo visto nel Capitolo I, successivamente al periodo della rivoluzione, alcune aree furono affittate, quindi è possibile che alcuni edifici principali abbiano subito sostanziali modifiche sia all’interno che all’esterno.
Nella pagina a sinistra Vista sul Carré des Serres, sullo sfondo la Cathédrale de Saint Louis e l’ingresso attuale dell’Ecole Nationale Superieure du Paysage.
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CAPITOLO III Il progetto
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Il progetto
In base alle criticità riscontrate nell’analisi dell’area presa in esame, è apparso opportuno intervenire inizialmente nella gestione dell’impianto nella sua complessità. La posizione di centralità che riveste Le Potager du Roi, così come tutti i giardini a Potager apparsi in Francia intorno al XVII secolo, è la caratteristica che dovrebbe renderlo il centro motore degli spostamenti sull’asse est-ovest, cioè dal limite dell’espansione della maglia urbana di Versailles sulla Rue du Maréchal Joffre Grado di accessibilità
fino al parco Piece d’eau des Suisses e quindi all’Orangerie. Nonostante la posizione strategica, il Potager non riesce comunque a esprimersi come elemento connettivo tra le due parti. Come descritto in precedenza, questa condizione di entropia è originata principalmente da due cause: da un lato la chiusura degli accessi che origina
Flussi
isolamento, dall’altro gli errori derivanti dalla confusa gestione logistica degli spazi e delle funzioni presenti in esso. Perciò nel primo approccio al progetto è apparso fondamentale aprire gli accessi strategici all’area, in modo da poterne ripristinare la permeabilità. Successivamente l’intero parco è stato suddiviso in 4 funzioni principali, rispettivamente gli spazi per la ENSP, la struttura dell’Accademia Francese Premio
Nella pagina a sinistra Planivolumetrico
del Paesaggio, gli spazi per i visitatori e quelli per i giardinieri e i gestori del Parco. Sulla base di questa suddivisione, ogni funzione è stata inserita all’interno di strutture esistenti e/o progettate ex novo. Tra di esse sono stati strutturati i Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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Il progetto
percorsi, organizzati in modo tale da poter facilitare gli spostamenti sulle grandi e brevi distanze e, sopratutto, strutturati per evitare i problemi di filtraggio forzato tra pubblico e privato. Considerata l’estensione dell’area, per questioni di chiarezza la seguente descrizione del progetto è stata divisa in 2 parti, ognuna delle quali spiegata in base all’accesso a cui fa riferimento. La prima considera le funzioni destinate alla ESNP e all’Accademia Francese Premio del Paesaggio, mentre la seconda ai visitatori e ai giardinieri. Accesso Saint Louis (A) Localizzato su la Rue du Maréchal Joffre, all’altezza della Cathédrale De Saint Louis, questo accesso risale al primo progetto del Potager. Originariamente facente parte del più esterno dei Trois Jardins (Vedi Cap. I), attualmente accoglie l’ingresso principale alla scuola ENSP. Caratterizzata dalla presenza dell’edificio amministrativo (1), che si struttura in posizione di testata, quest’area versa in una situazione di degrado. Qui il progetto prevede l’allargamento dell’accesso attraverso l’apertura del muro perimetrale. Quest’azione, rivolta a risolvere il problema di accessibilità al Parco, si completa con l’inclinazione del piano fronte edificio amministrativo. Quest’ultimo,riorganizzato nella sua funzione originaria, accoglie tutte le funzioni relative all’amministrazione e alla logistica. Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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Il progetto
Aperto su 2 accessi, relativamente Rue du Potger e l’area considerata dal progetto, l’edificio è stato inglobato nelle funzioni del progetto, ma è stato forzatamente isolato dalle linee. L’area antistante ingloba la nuova strutta ricettiva, quale bookshop e area mercato dei prodotti del Potager (2). Il piano assume 2 inclinazioni, la prima in adiacenza al muro esistente è rivolta verso il livello superiore del parco, mentre la seconda, quella principale, risulta essere l’ingresso principale alla ENSP. Questo passaggio, articolato al di sotto dell’edificio-serra (3), segna l’ingresso al fossato. Questo, ricavato da azioni di svuotamento del terrapieno, ricalca la quota del livello originario. Se in origine quest’area era destinata ad accogliere la Figuerie, nel progetto è il primo grande spazio verde sul quale si affacciano i laboratori e le aule per la didattica della scuola (4). Questi ambienti, realizzati ex-novo, si agganciano al piano interrato degli edifici esistenti, anch’essi destinati alla didattica. Da questi è possibile accedere ai piani superiori e quindi alla terrazza che si articola nel secondo livello di progetto. Procedendo, il complesso si sviluppa in due ambienti differenti, il primo è caratterizzato dalla nuova aula magna (5), ricavata dalla pendenza sulla quota originaria del Parco. Il secondo, inglobato all’interno del nuovo edificio è relativo Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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Il progetto
alla caffetteria, ai servizi sanitari e alla sala lettura. Qui l’edificio si articola su 6 livelli, di cui i primi due destinati alla biblioteca e i successivi agli uffici dei docenti, direzione e segreteria (6). La presenza di un secondo ingresso alla struttura, destinato esclusivamente ai fruitori della scuola, collega questa parte di progetto alla retrostante Rue du Potager (7). Procedendo si incontra il secondo grande spazio aperto del progetto, che ricalca anch’esso la quota originaria. Su questo spazio, che in origine ospitava la Figuerie, si affacciano differenti funzioni (8). Le aulee multimediali e le aulee per il disegno e la realizzazione dei modelli, rappresentano i nuovi spazi per la didattica e si agganciano anch’essi alla preesistenza. Questi permettono l’accesso sia ai piani superiori, sia all’edificio in testata, ovvero il manufatto architettonico realizzato nel primo progetto del parco (9). Questo edificio, costruito dall’architetto Jules Hardouin-Mansart, anticamente veniva adoperato al piano terra per lo svernamento degli aranci, mentre al piano superiore ospitava la galleria dei modelli delle proprietà reali del Re Luigi XIV. Attualmente utilizzato come deposito per la frutta, nel progetto ospita la galleria espositiva delle opere realizzate sia dagli studenti della ENSP e dai borsisti dell’Accademia Francese del Paesaggio. La riapertura degli accessi, permette l’affaccio diretto all’area comune degli studenti. Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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Il progetto
In adiacenza alla facciata è stata inserita una vasca di raccolta dell’acqua (10). Al piano terra l’edificio si collega con il secondo manufatto storico, e quindi agli archivi, mentre al piano superiore accoglie il ristorante e struttura l’accesso agli uffici amministrativi dell’Accademia Francese del Paesaggio, quindi a un piccolo giardino privato, che affaccia sull’Allee de la Piece d’Eau des Suisses (11). Infine, nell’ultimo piano, si articolano gli spazi per la didattica dell’Accademia Francese Premio del Paesaggio. I restanti 2 edifici speculari, risalenti alla costruzione del Potager, la cui facciata versa sulla corte d’onore, ospitano rispettivamente gli uffici amministrativi e gli appartamenti per gli studenti nel primo (12), mentre il secondo, quello che scandisce l’ingresso su la Rue du Potager, i servizi di accoglienza al piano terra e, nei restanti 2 piani, gli alloggi del personale (13). La corte d’onore ospita un piccolo parcheggio custodito, adiacente alla casa del custode (14). Il livello superiore, quello relativo alle grandi terrazze, si struttura perimetralmente agli edifici, garantendone l’accesso. Le azioni di svuotamento del terrapieno e di recupero della quota originaria, creano una doppia altezza sulle aule, che garantisce un confortevole ingresso della luce. Invece le serre che attualmente occupano lo spazio fronte il primo edificio per la didattica, nell’ipotesi di progetto sono state spostate nella parte del Parco Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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gestito dei giardinieri, cioè nel giardino al confine con il Parc Balbi, quello che in origine era Le Parc (15). Accesso des Suisses (B) Localizzato sull’Allee de la Piece d’eau des Suisses, quest’ingresso rappresenta l’accesso principale al Parco sul lato ovest. Se anticamente controllava gli accessi del Re al Potager, attualmente non viene utilizzato. Il progetto ne prevede la riapertura e la strutturazione dei servizi di accoglienza dei visitatori. In particolare la struttura originariamente usata come Atelier per la rimessa dei mezzi agricoli, nel progetto viene intesa come centro di accoglienza al visitatore (16). Il piano che conduce al caffè letterario (17) e all’ingresso per l’edificio residenziale (18) dei giardinieri e dei gestori del parco, subisce un inclinazione verso il basso, finalizzata al transito dei mezzi agricoli nelle due direzioni. I mezzi, che utilizzano uno spazio di sosta hanno accesso diretto anche al sistema di micro giardini di sola competenza dei giardinieri (19). Da qui questi hanno la possibilità di accedere al confinante Parc Balbi (20). Il sistema dei giardini si sviluppa verso est, fino al limite con la Rue du Maréchal Joffre, fino ad arrivare a Le Parc, dove sono state disposte le serre. Qui è presente l’accesso sud al Parco, nel quale è ubicata lastruttura di controllo (21).
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L’edificio ospitante le unità abitative dei giardinieri è caratterizzato da 3 accessi su 3 quote differenti. Il primo apre sul livello di transito dei mezzi agricoli ed è di sola competenza dei giardinieri. Il secondo, aperto sulla quota principale, cioè quella di accesso al parco, consente l’ingresso sia ai giardinieri, sia agli artisti e quindi alle aule per le prove. L’ultimo invece è localizzato sulla quota delle terrazze. Le nuove strutture, ovvero l’edificio che accoglie gli uffici dei docenti e quello con gli alloggi dei giardinieri, si sviluppano entro un altezza di 20 metri. Questo slancio, volutamente cercato, che supera di circa 3 metri le altezze del contesto, mira a raggiungere la quota della copertura del Chateau, al fine di instaurare con esso un rapporto comunicativo, perduto da tempo. Durante la fase di progetto sono state considerate, aldilà del recupero delle quote originali, le azioni di avvicinamento e allontanamento rispetto agli edifici esistenti. Nel primo caso si è cercato di avvicinarsi il più possibile, spesso attraverso inserimenti diretti, agli edifici storici, cioè quelli relativi alla prima fase di costruzione del Potager. Nel secondo caso si è cercato di isolare tutte le parti edificate successivamente e che quindi rappresentano dei falsi storici. Questo isolamento ha come fine il metterli in evidenza, isolandoli ma, al tempo stesso, rifunzionalizzandoli. L’edificio-serra, che scandisce l’ingresso alla ENSP, ricalca il perimetro del Progetto per l’École Nationale Supérieure du Paysage
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Il progetto
vecchio Jardin d’Hiver. Questo edificio, che occupa una superficie di 500 m2, ospita i laboratori degli studenti per lo studio delle piante, ma non accoglie, come succedeva in origine, le specie vegetali esotiche.
Tutte le nuove strutture presentano prospetti fittamente lavorati, sui quali sono stati applicati dei pannelli di rivestimento in acciaio ossidato, ad esclusione dell’edificio-serra. La trama che li caratterizza deriva dall’analisi dei disegni e delle geometrie che caratterizzavano gli antichi impianti a spalliera. Il concetto è quello del muro, costante fondamentale presente in tutta l’area di progetto. Le piante, finemente coltivate, originano movimento e linearità, che sono i fini ai quali aspira il progetto. Un muro che cerca di imporsi e di comunicare con gli elementi che lo circondano. Quindi un elemento che accoglie la vita, che nasce dalla terra e che cresce in costante armonia con le geometrie umane. Un connubio tra forma e funzione che, partendo dal basso aspira verso l’alto.
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