1916 - Il Bombardamento di Asiago di Francesco Lucianetti

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1916 - Fu un anno difficile per l’Esercito Italiano. Mentre le altre nazioni alleate combattevano sostanzialmente una guerra di difesa dall’aggressore straniero, rappresentato da Germania e Austria, l’Italia si trovava a dover condurre una guerra d’attacco. Mentre gli alleati, almeno inglesi e americani, avevano un campo di battaglia lontano, l’Italia doveva combattere alle porte di casa, o in casa stessa appena acquisiti territori liberati dal dominio austroungarico. La guerra in atto era nella sostanza l’ultima di una lunga serie che aveva caratterizzato il Risorgimento. Per tutto il 1915, pur con enormi perdite in battaglie logoranti combattute nel difficile teatro delle catene montuose di Alpi e Prealpi venete, l’Italia era riuscita a conquistare territori e a eliminare capisaldi dell’esercito nemico. Nel 1916 il Capo di Stato Maggiore dell’esercito austriaco, il Generale Conrad von Hötzeldorf, decise di scatenare una grande offensiva sul fronte italiano. L’intento era quello di spaccare in due tronconi le truppe italiane attraversando la pianura padano-veneta fino a Venezia. Si pensi che molto tempo prima Conrad, che non aveva mai nascosto il suo odio per l’Italia a causa delle lotte contro l’Austria, aveva suggerito all’Imperatore di invadere a sorpresa il Regno italiano nel momento di difficoltà dovute al terremoto di Messina, ritenendolo impreparato in quel frangente a reagire efficacemente! L’offensiva progettata fu denominata non a caso Strafeexpedition, dalla stampa austriaca, ovvero ‘spedizione punitiva’, ritenendo un tradimento quello dell’Italia nei confronti della Triplice Alleanza. Il Generale Conrad sguarnì a sorpresa il fronte sull’Isonzo e parte del fronte orientale russo concentrando truppe e artiglieria nel Trentino. Un accurato posizionamento delle bocche da fuoco produsse una ‘spallata’ che colse completamente di sorpresa le forze italiane. L’avanzata fu furiosa e sulle prime parve inarrestabile. Le truppe nemiche raggiunsero in breve il limite degli altopiani, ma da qui in poi il disegno di Conrad fallì. BOMBARDAMENTO DI ASIAGO – Avuta notizia dallo spionaggio della presenza in Asiago del Comando Divisionale Italiano (34^ Divisione affidata al Generale Angeli), nei piani della Strafeexpedition rientrò la sua distruzione con l’uso dell’artiglieria, privando in tal modo le truppe avversarie di un comando unico ed efficiente. In Boemia la Skoda aveva prodotto il primo di una serie di grandi cannoni per corazzate, ma la nave che doveva ospitarlo non era mai stata varata. Conrad, pur fra mille difficoltà, riuscì a posizionarlo a Calceranica, una piccola penisola sul Lago di Caldonazzo. Il Comando italiano non poteva immaginare di essere sotto tiro di un cannone che aveva una gittata di 36 km. e una traiettoria intermedia di 16.000 m. di quota! Il cannone era stato battezzato Die Lange Georg, il Lungo Giorgio, ed era affiancato da altri obici pesanti, tra i quali il Barbara, con gittata di 15 km. Ad Asiago non ci si preoccupò troppo del sorvolo di un aereo austriaco, il biplano Hansa-Brandenburg C-1, che era decollato dai pressi di Pergine; in realtà quell’aereo era dotato di ricetrasmittente collegata con la postazione del Grande Giorgio e avrebbe comunicato agli artiglieri lo scarto sull’obiettivo dopo ogni tiro. Nell’idea di Conrad il giorno 15 maggio doveva esserci in contemporanea un attacco di ben due armate austriache (la 3^ e la 11^) con un totale di 14 Divisioni e 60 batterie pesanti. Il primo colpo partì alle 07.15 del 15 maggio, ma accaddero due fatti non previsti: il Lungo Giorgio fece molti danni anche attorno alla postazione di lancio e le truppe austriache impiegarono troppo tempo a sfondare il fronte Lavarone-Folgaria e solo dopo il 20 maggio l’artiglieria riuscì ad appoggiare l’offensiva più a est. Era stato insomma sostanzialmente vanificato l’elemento sorpresa. Il primo colpo aveva colpito Asiago poco a nord del Duomo terorizzando la popolazione con una terribile esplosione. Un quarto d’ora più tardi un secondo colpo cadde in pieno centro città e demolì due case, causando morti e feriti tra i civili. Iniziò l’evacuazione frettolosa della popolazione e del Comando della 34^ Divisione, che riuscì a riorganizzarsi in altro luogo con un ___________________________________________________________________________________________________________________________________

Disegni

FRANCESCO LUCIANETTI Testo BRUNELLO GENTILE

Composizione Cons. storica LORENZO BRUNAZZO Print House srl ___________________________________________________________________________________________________________________________________ ha al suo attivo numerosi fumetti a carattere storico

Bibliografia - ABATE Rosario, APOSTOLO Giorgio – CAPRONI NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE – Ed. Vaccari 1970 - CALLEGARI Renato – IL FRONTE DEL CIELO – Guida all’Aviazione nel Veneto durante la Grande Guerra – Ed. Istituto per la storia del Risorgimento Italiano 2015 - CORNI Gustavo - LA GRANDE GUERRA IN VENETO E FRIULI vol. I-II – Ed. Nuova Dimensione 2015 - DE MARCO Claudia – IL MITO DEGLI ALPINI – Ed. Paolo Gaspari 2004 - GENTILINI Roberto, VARRIALE Paolo – I REPARTI DELL’AVIAZIONE ITALIANA NELLA GRANDE GUERRA – Ed. Ufficio Storico Aeronautica Militare - GIROTTO Luca, MONDINI Lorenzo – IL “LUNGO GIORGIO” STORIA DI UN SUPERCANNONE – su Rivista Militare n° 4, pag.55/66 Luglio-Agosto 2015 - RIVISTA STORIA MILITARE – Ed. Storia Militare S.r.l. – nn. vv. - TAZZER Sergio – PIAVE E DINTORNI – Fanti, Jager, Alpini, Honvéd e altri poveracci . Ed. Kellermann 2011 - VARRIALE Paolo – GLI ASSI ITALIANI DELLA GRANDE GUERRA – Ed. Libreria Editrice Goriziana 2011 Si ringrazia per il contributo fornito il MUSEO DELLA III ARMATA – Via Altinate – Padova


celere ripristino di tutti i collegamenti. Il Lungo Giorgio colpì ancora alle 10.00 e alle 11.00 causando un focolaio non curato, che tre giorni più tardi generò un devastante incendio. Il cannone sparò per tre giorni colpendo anche gli abitati di Fondi, Gallio e Camporovere. Alle 18.45 del 18 maggio un altro proietto distrusse tetto e vetrate della Chiesa Parrocchiale di Gallio. In tre giorni il Lungo Giorgio sparò 18 proietti; uno, inesploso, è tuttora conservato al Sacrario di Asiago.

La missione del cannone si era esaurita per mancanza di munizioni! Il 23 maggio venne smontato e la canna n. 1 trasferita a Pilsen per gli esami del caso; la seconda canna con l’affusto venne spedita sul fronte bulgaro lungo il Danubio.

Caratteristiche imponenti del Lungo Giorgio Calibro 35 centimetri; lunghezza bocca di fuoco 15,75 metri; granata in affusolato cilindrico al nichel-cromo con ogiva 710 kg.; peso carica esplosiva 193 kg.; Sviluppo pressione 2.800 atmosfere; velocità di uscita proietto 820 m/s; gittata massima oltre 31 km:;


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