Digitalic n 21 - Femme Digitale

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tecnologie informatiche / business / innovazione / design /

/09/2013_ n. 21 Carta Stardream Quartz by GRUPPO CORDENONS Stampa UV by VISUAL PROJECT Serigrafia by COVER Vernici serigrafiche by MARABU ITALIA Inchiostri UV by HUBERGROUP

MERCATO +

La lista completa delle donne più influenti nel mondo della tecnologia

Tutti i numeri del Made in Italy digitale



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ITALGRAFICA srl Novara | Via Verbano, 146 | Tel. 0321 471269 | Fax 0321 478314 commerciale@e-italgrafica.it www.italgrafica.net



EDITORIALE

Qualcosa di nuovo, qualcosa di vecchio, qualcosa di giallo…

FRANCESCO MARINO

Direttore responsabile di Digitalic m@framarin francesco@digitalic.it

T

utti parlano di innovazione, proprio tutti. Solo che poi non è così semplice realizzarla. Nelle imprese, nelle start-up (vocabolo ormai abusato), nelle multinazionali, così come nelle piccole imprese la vera innovazione arriva sempre più spesso dal mondo femminile. Diceva Grace Murray Hopper: “Le donne finiscono per essere davvero delle brave programmatrici per una ragione in particolare. Sono abituate a portare a termine le cose, mentre gli uomini non lo fanno molto spesso”. Nel realizzare nuove cose il valore più grande non è l’idea, ma la capacità di portare a termine il progetto, farlo bene e nei tempi. In questo numero trovate storie di donne straordi-

narie provenienti da tutto il mondo e anche dall’Italia, leggetele c’è tanto da imparare. Trovate anche un bel po’ di innovazione nella rivista.

In questo numero trovate storie

di donne straordinarie provenienti da tutto il mondo e anche dall’Italia,

leggetele

c’è tanto da imparare. Trovate anche

un bel po’ di innovazione nella rivista.

Tutti, dicevamo, parlano di innovazione, noi proviamo a farla ogni mese, nel nostro piccolo. In due anni di vita Digitalic ha conquistato un posto

speciale nel mercato e, soprattutto, nei cuori dei lettori, dei partner, degli sponsor, dei “follower” che ogni mese ci accompagnano in questa avventura. La passione che Digitalic raccoglie intorno a sé è palpabile, significa che un po’ di innovazione siamo riusciti a portarla nel settore dell’editoria. Per noi questo numero e questi due anni sono un anniversario, una festa, e come nei migliori ricevimenti di matrimonio troverete le rubriche di sempre, ma con qualcosa in più: insomma qualcosa di nuovo, qualcosa di vecchio e poi (anziché blu) qualcosa di giallo, che per noi simboleggia le qualità speciali “fuori dalla noma” che hanno alcune persone, quelle che lasciano il segno in ciò che fanno. Questo mese, come non mai, buona lettura. n

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sommario

Registrazione Tribunale di Milano n. 409 del 21/07/2011 ROC n. 21424 del 3/08/2011 Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in conformità al Regolamento CSST Certificazione Editoria Specializzata e Tecnica per il periodo 1/10/2012-31/12/2012

Anno 2‚ numero 21‚ settembre 2013 www.digitalic.it

NEWS 08

LINUX 40 Il ritorno di Suse

PHOTO 10 Una stampante che va a matite

FASHIONIT 42 Design al femminile

GURU 12 Le persone sono il cuore della tecnologia

SICUREZZA 44 Un pericolo chiamato Android

GEOGRAFIA 16 L’indice della creatività

FEMME DIGITALE 48 Le 15 donne più influenti nel mondo della tecnologia

TREND 18 Italiani: navigatori e navigatrici WHITE PAPER 20 Innovazione, singolare femminile NOVITà 22 Arriva d-impresa, il sito per innovare MERCATO

06 DIGITALK 26 La sostenibile leggerezza del printing PUNTO G 34 A quale prezzo ciò che è male diventa bene STRATEGIE 36 Il grande storage per le piccole e medie imprese INNOVAZIONE 38 Startup: IBM premia Vivocha

FEMME DIGITALE 58 /2 Le donne italiane dell’innovazione

PRODOTTI 78 La action camera preferita dalla Pellegrini EVENTI 80 Sidin Summit: il business si colora EVENTI 82 Ingram micro ispirata dal cambiamento DIGITAL SIGNAGE 84 L’anima business di LG WEB SOCIAL

FEMME DIGITALE 60 /3 Il mestiere di essere donna

GIRLY TECH 88 Strano... ma vero!

MANAGEMENT 64 Donne e tecnologie un’associazione di idee

ATTUALITà 90 è l’era dell’internet of everything

TECNOLOGIA

INNOVAZIONE 92 Tutte le aziende hanno un blog, ecco come abbiamo fatto noi

PRODOTTI 68 La EOS 70D mette a fuoco come mai prima

SICUREZZA 94 Apple colpita duramente dagli hacker

MOBILE 70 Xperia by sony mobile, la gamma cresce ancora

SVILUPPO 96 Appsbuilder: crea app con pochi click

CREATIVE PARK 72 Addio al rosa

DESIGN 98 una nuova identità per Digitalic

STORAGE 76 CDLan offre nuovi servizi cloud, grazie ad Hitachi

RETRò 100 la nonna del Cobol

INSERZIONISTI 4 Words by Sanmarco Informatica Achab -Avira Agile Telecom /DigiTel Alias Altavia Avnet Brevi Cartotecnica Moreschini Charme & Relax Comufficio Cover Emc/V-Valley

19 40 7 23-43 93 51 53 86 95 - 97 85 83 46-47

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Neosoft - Bancomail Panda Security Pi-Emme Samsung Electronics Italia Sas Smau Thinkstock Trend Micro Viscom - Reed Exhibitions Italia Visual Project Wildix

33 29 91 74-75 37 - IV cop 63 - 81 55 39 77 57 71

Periodicità: 11 numeri Tiratura media:15.009 copie Diffusione media:14.575 copie Certificato CSST n. 2012/2334 del 27/02/2013 Società di Revisione: REFIMI Direttore Responsabile: Francesco Marino - francesco@digitalic.it Responsabile di Produzione: Raffaella Navarra - produzione@mmedia.info Hanno collaborato: Amir Baldissera, Luca Bastia, Barbara Bonaventura, Cecilia Cantadore, Domitilla Ferrari, Girl in the Cloud, Giuseppe Goglio, Gabriella Grignolio, Debora Manetti, Elena Moriondo, Emanuela Pasino, Rossella Rasulo, Valerio Rosano, Daniela Schicchi, Barbara Silbe, Monica Silva, Antonella Tagliabue, Andrea Veca, Elena Veronesi. Progetto grafico e impaginazione: Design: Studio Kmzero www.kmzero.com Creative direction: Debora Manetti Art Direction: Francesco Canovaro e Cosimo Lorenzo Pancini Progetto grafico e impaginazione: Martina Toccafondi Editor: Edoardo Molinelli Pubblicità e Pubblicità Web Ufficio Traffico: adv@mmedia.info Ufficio Abbonamenti: abbonamenti@mmedia.info Una copia euro 3,90 - Arretrato euro 7,80 Abbonamento annuale (11 numeri) Italia euro 33,00 - Estero euro 66,00 http://www.digitalic.it/wp/abbonati Stampa: Italgrafica srl Via Verbano, 146 - 28100 Novara NO Cellophanatura: Nuova Effea s.r.l. v.le Lombardia, 51/53 - 20861 Brugherio Mi Legatoria: C&G Srl Via Enzo Ferrari 12 20010 Arluno (MI) Distribuzione logistica: ME.PE.

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NEWS

Microsoft

premia Computer Gross

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Computer Gross ha ricevuto da Microsoft un riconoscimento importante: è il Distributor Italian Partner of The Year 2013, premio assegnato durante la Worldwide Partner Conference di Houston. Il premio è stato aggiudicato “per aver saputo vivere il cambiamento in un periodo difficile dell’economia”. Un successo arrivato per merito delle strategie, dell’organizzazione e delle sue persone. La divisione che si occupa del software è J.Soft. Tra le persone che contribuiscono tutti i giorni al successo di J.Soft sul mercato bisogna ricordare Silvia Restelli (nella foto), marketing manager della Business, apprezzata e rispettata da tutti che, con la sua determinazione, riesce a tradurre in azioni concrete i piani di sviluppo dei produttori.

Epson

ti fa pedalare

Epson mette alla prova i propri rivenditori, su strada. I dealer infatti nell’Epson Business Roadshow 2013 dovranno pedalare per il tempo necessario a generare l’energia per far funzionare le nuove stampanti Epson WorkForce Pro. Ma niente paura questa linea consuma così poco che basta un solo giro di pedale… È un modo un po’ diverso dal solito per dimostrare le virtù green della stampa inkjet, ma anche per ribadire quanto sia importante “pedalare tutti insieme” per ottenere i risultati raggiungibili grazie alle nuove soluzioni lanciate da Epson nella stagione autunnale per le piccole e medie aziende e per le microimprese.

WEBSITE X5

LA FACILITà DI CREARE SITI PER TABLET

Con il lancio di WebSite X5 Evolution 10 Incomedia ha introdotto una serie di novità nel suo software per la realizzazione di siti Web, mantenendo però la semplicità d’uso. Una delle maggiori novità è il supporto migliorato per il mobile. In pratica è possibile realizzare un sito web e automaticamente il software ne crea una versione adatta alla visualizzazione su smartphone e tablet, dotata anche del supporto per il touch. Non sarà più necessario duplicare i siti per avere la versione mobile: fatto uno questo potrà essere visualizzato tanto su desktop quanto su tablet e cellulari, e tutto continuerà a funzionare correttamente. In questo video: http://www. digitalic.it/wp/?p=57503 potete vedere esattamente come si comporta un sito realizzato con WebSite X5 quando si accede da un dispositivo mobile.

Avent insegna

la tecnologia IBM

IBM ha scelto: per la formazione sarà Avnet Technology Solutions il suo partner internazionale. Questo significa che Avent diventa il più importante centro di formazione sulle tecnologie e i servizi IBM. Il distributore a valore aggiunto, è ora in grado di offrire a partner e clienti finali, programmi di training approfonditi per consolidare le conoscenze sull’intero portafoglio di soluzioni IBM. I primi centri Avnet che supportano i nuovi corsi sono già operativi in Canada, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Norvegia, Svezia, U.K. e Irlanda, Stati Uniti. In una seconda fase si attiveranno Asia, Europa orientale e America Latina. In Italia e in altri paesi europei, la partenza è prevista entro la fine del 2013.


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Scarica l’ App Digitalic per vedere in realtà aumentata i contenuti aggiuntivi di questa pagina

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Una staMpante che va a matite Pencil Printer Tutto il fascino dello strumento di scrittura più antico e amato e tutta la praticità di una stampante dei nostri giorni. Pencil Printer è un progetto, arrivato alla sua seconda versione, che utilizza per stampare la grafite delle matite. Si inserisce la matita in un foro, la stampante la tempera, separa la grafite dal legno e ne usa la polvere per stampare, con il grande vantaggio che il foglio si può cancellare con una semplice gomma. Il progetto é di tre designer giapponesi: Hoyoung Lee, Seunghwa Jeong & Jin-young Yoon. L’idea alla base è che si possa trovare una nuova linea di prodotti di stampa, portatili, facili da alimentare e con un “toner” universale. La Pencil Printer è molto affascinante e può ispirare nuovi prodotti in un settore, come quello della stampa d’ufficio, a cui molti guardano con scarso interesse. n



DI FEM G M IT E AL E

GURU

Le persone sono il cuore della tecnologia di FRANCESCO MARINO

In Danimarca ha creato il CIID, uno degli istituti di design più apprezzati al mondo, dopo aver lavorato all’Interaction Design Institute di Ivrea. Non smette mai di farsi una domanda “Come la tecnologia può migliorare la vita?”. Un’intervista esclusiva con Simona Maschi che racconta la sua storia e il rapporto dell’uomo con le macchine.

S

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È tanto tempo che mi chiedo quale innovazione possa davvero migliorare le cose in Italia. la tecnologia potrebbe essere impiegata per riportare la trasparenza e la fiducia

imona Maschi è una persona accogliente, ti ascolta anche quando parla. È tra i massimi esperti di interaction design, fa ricerca, insegna e studia come il design e la tecnologia possano migliorare la vita delle persone. Perché lei vuole sinceramente migliorare la vita delle persone e non lo si vede solo dai suoi studi, ma da come si comporta, da come parla, come ascolta. È tra i fondatori del CIID (Copenaghen Institute of Interaction Design) un centro di eccellenza mondiale in cui si fa ricerca pura, consulenza e anche formazione con uno dei master più ambiti dagli studenti di tutto il mondo. Lei ha studiato Architettura a Milano, per poi contribuire alla nascita della facoltà di Design e a quella del famoso Interaction Design Institute di Ivrea (IDII). Tutto è partito da un negozio di mobili e da una scatola.

Quale mestiere voleva fare da ragazzina?

Sono cresciuta in un negozio di mobili e fin da quando avevo 8 anni gironzolavo e mi davo da fare: coloravo, andavo in falegnameria, ho fatto anche dei piccoli sgabelli e vendevo pure. Ricordo che proprio ad otto anni ho fatto il mio primo contratto: 6 sedie. Quindi ho sempre pensato che avrei fatto, l’arredatrice di interni. Dopo l’università le cose sono cambiate, con il dottorato e l’approdo all’IDII. Cosa ha rappresentato l’Interaction Design Institute di Ivrea?

È stata un’esperienza incredibile, penso irripetibile. Si erano concentrati ad Ivrea un tale numero di talenti e di energie. Sono stata chiamata come professore e credo che quella sia stata un’avventura fondamentale, per molte persone. Poi, dopo la fusione con Domus Accademy, il progetto è cambiato, come le risorse

a disposizione e molti hanno abbondonato quell’avventura. Come ha deciso di fondare il CIID in Danimarca?

Poco prima che terminasse l’avventura di Ivrea avevo partecipato ad un convegno “Index: Design to Improve Life”. In quell’occasione aveva parlato un economista del governo danese. Mi aveva colpito molto il suo modo di guardare al design, partendo da una prospettiva economica. Alla fine del convegno ci hanno regalato una scatola che conteneva la documentazione del congresso e i contatti delle persone che erano intervenute. Al momento non gli avevo dato molto penso, ma l’ho conservata a Copenaghen a casa del mio fidanzato. In quel periodo si spegneva l’esperienza di Ivrea, dopo 5 meravigliosi anni e avevo altro per la testa. Ho poi sposato il mio fidanzato e avevo già deciso di andare a vivere in Danimarca. Mentre facevamo i preparativi per spostarci nella nostra nuova casa, sono rimasta da sola nell’appartamento ormai vuoto. C’era solo una scatola, quella che mi avevano regalato al convegno; l’ho aperta, ho “preso in prestito” la connessione Wi-Fi da un vicino di casa e ho scritto a quell’economista del Ministero. Mi ha risposto subito dicen-


alcuni ostacoli e lo staff non avrebbe potuto essere molto internazionale. Altri elementi ci sono in Danimarca, ma anche in Italia e forse ancora più presenti, come essere riconosciutiti a livello mondiale come una nazione fortemente orientata al design.

Oggi, proprio per via della digitalizzazione, il tempo dell’apprendimento non è più una fase, in realtà non termina mai

domi “perché non ci vediamo domani al bar?”.

finanziamento dello Stato per i primi due anni.

E di cosa avete parlato?

In Italia un’iniziativa del genere sarebbe stata possibile?

Gli ho parlato dell’idea, che avevo avuto con altri 5 colleghi, di creare a Copenaghen un centro per “l’interaction design” cioè un luogo in cui studiare l’interazione tra l’uomo e le macchine e il dialogo tra le persone attraverso la tecnologia. Sono stata incoraggiata a proseguire, abbiamo preparato uno studio in cui si dimostrava che esistevano notevoli potenzialità per un’iniziativa del genere in Danimarca che sapesse sviluppare l’idea nata con l’esperienza di Ivrea e che la portasse ad un nuovo livello. La domanda è stata accolta e il progetto è partito con il

Sinceramente non lo so, magari sì, con presupposti diversi. Quello che posso dire con certezza è che in Danimarca ci sono stati degli elementi che hanno favorito la riuscita del progetto. Innanzitutto una fonte di finanziamento chiara e puntuale che ci ha permesso da subito di sostenere economicamente tutte le spese dell’avvio. Una logistica molto ben organizzata. La fluidità dell’inglese in questa nazione ha facilitato tutti gli studi di etnografia, in Italia la barriera linguistica avrebbe posto

Oggi il CIID non è solo una scuola, ma anche un centro di ricerca e un’azienda di successo che offre la sua consulenza ai brand più prestigiosi. Perché fare tutte queste cose insieme?

Per creare vera innovazione non si può solo fare ricerca, perché bisogna essere vicini alle esigenze delle persone e del mercato; ma non si può nemmeno fare unicamente consulenza, perché in quel caso si risponde sempre ad una domanda, e anche la formazione non basta; perché l’innovazione non è qualcosa che compri, non è qualcuno che assumi, non è una cosa che hai fatto una volta: l’innovazione è un comportamento e vive della sinergia tra ricerca, consulenza ed educazione.

L’innovazione non è qualcosa che compri o qualcuno che assumi

Quale sarà lo sviluppo futuro del CIID?

Sono convinta che per progettare prodotti e servizi che abbiano un vero impatto sulla vita delle persone devi essere dove sono i bisogni. A Copena-

ghen rispondiamo alle esigenze della civiltà occidentale avanzata e ricca, ed è magnifico. Ma quale impatto può avere l’innovazione in realtà come l’India, la Cina, il Sud America? Si tratta di un’innovazione differente, non sarà la tecnologia dalle mille funzionalità che utilizziamo in Europa, ma piccole innovazioni che però possono avere un effetto enorme sulle condizioni di vita delle persone. Stiamo già lavorando in India sugli strumenti per la cura del diabete. Questa potrebbe essere l’evoluzione del CIID. Magari aprire anche una sede in Italia, è tanto tempo che mi chiedo quale tecnologia possa davvero migliorare le cose nel nostro Paese. Forse il bisogno più grande che c’è è la trasparenza nella politica, nei processi, magari la tecnologia potrebbe essere impiegata per questo in Italia: per riportare la trasparenza e la fiducia. Lei studia l’interazione tra gli esseri umani e la tecnologia, ci sono delle differenze tra uomini e donne?

Direi di no, se si osservano soprattutto le nuove generazioni. Forse solo in Asia c’è una forte differenziazione estetica degli oggetti digitali indirizzati alle donne. È più interessante soffermarsi sulla curva di apprendimento nell’utilizzo della tecnologia. Oggi, proprio per via della digitalizzazione, il tempo dell’apprendimento non è più una fase, in realtà non termina mai. Da questo punto di vista è interessante studiare la “learning curve” delle persone riguardo a una determinata tecnologia. Ci sono diverse categorie: chi inizia, chi sa usare, chi sa spiegare e chi reinterpreta, trovando nuove modalità di utilizzo. Queste categorie sono indipendenti dal sesso, dall’età, dalle professioni. Credo che il design dovrebbe concentrarsi su questo, perché

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14 le persone amano imparare e i nuovi prodotti dovrebbero tenerne conto offrendo tutte le funzioni possibili agli esperti e accompagnando nell’apprendimento gli altri.

Almeno un terzo dei nostri studenti non sogna di entrare in una grande azienda, ma vuole creare qualcosa in proprio

Gli studenti arrivano da tutto il mondo per seguire il master in Interaction design del CIID. Cosa vogliono fare dopo?

Una cosa che abbiamo notato, soprattutto negli ultimi due anni, è che almeno un terzo degli studenti non sogna di entrare in una grande azienda, ma vuole creare qualcosa in proprio. Sono i nuovi artigiani, consapevoli delle proprie capacità e sanno di poter competere sul mercato. È questo il sogno delle nuove generazioni. n

Che cosa è l’interaction design L’Interaction Design è una pratica che unisce varie discipline di design tradizionale con le tendenze socio-tecnologiche. Questo approccio spesso porta a soluzioni innovative e intuitive per prodotti, software e servizi. Il processo utilizza la tecnologia come un mezzo, tuttavia non ha a che fare unicamente con la tecnologia. Le persone interagiscono tra di loro e l’ambiente che le circonda da tempo sempre. Pertanto, l’intercation

desing può essere applicato anche allo sviluppo di soluzioni analogiche che o comunicano informazioni o le mettono in connessione. L’Interaction Design pone la persona al centro dei suoi processi per questo uno degli aspetti fondamentali è ricerca sugli utenti e i test da loro effettuati sui prodotti. La creazione di prototipi è uno dei punti di arrivo di questa disciplina il cui obiettivo finale è creare prodotti e soluzioni che migliorino la vita delle persone.



Sono tre T quelle che determinato l’indice della creatività di ciascun paese: Tecnologia, Talento e Tolleranza. Sono questi gli elementi che compongono il “Global Creativity Index” realizzato dal “Martin Prosperity

geografia

l’indice

The Global Creativity Index

LE PRIME 25 NAZIONI

16

1. SVEZIA 2. USA 3. FINLANDA 4. DANIMARCA 5. AUSTRALIA 6. NUOVA ZELANDA 7. CANADA 7. NORVEGIA 9. SINGAPORE 10. OLANDA 11. BELGIO 12. IRLANDA 13. UK 14. SVIZZERA 15. FRANCIA 15. GERMANIA 17. SPAGNA 18. TAIWAN 19. ITALIA 20. HONG KONG 21. AUSTRIA 22. GRECIA 22. SLOVENIA 24. SERBIA 24. ISRAELE

5

2

7

0.923

3

8

8

0.902

1

1

19 0.894

7

4

14 0.878

15

7

5

0.870

19

5

4

0.866

11

17

1

0.862

12

6

11

0.862

10

3

17 0.858

17

11

3

16

12

13 0.813

20

21

2 0.805

18

19

10 0.789

6

22

20 0.785

14

23

16 0.764

9

26

18 0.764

24

28

6 0.744

2

32

21 0.737

26

18

23 0.707

22

37

12 0.691

13

30

35 0.663

38

9

37 0.638

23

10

51 0.638

28

35

27 0.614

4

20

66 0.614

Institute”. L’idea è che la creatività sia alla base della crescita economica delle nazioni. Non sono più i fattori fisici a determinare la ricchezza di un popolo ma è soprattutto l’innovazione. Al primo posto svetta la Svezia,

7

2

0.854

TECNOLOGIA

TALENTO

TOLLERANZA

1° 1° 1°

il più tecnologico

FINLANDIA

il più TALENTUOSO

FINLANDIA

il più TOLLERANTE

CANADA


seguita dagli Stati Uniti e dalla Finlandia. I paesi del Nord la fanno da padroni con la Danimarca al 4° posto e la Norvegia al 7°. L’Italia si piazza 19° alle spalle di Germania, Francia e Spagna, ma prima (se può essere una conso-

lazione) di Honk Kong, Austria e Grecia. L’analisi ha interessato 82 nazioni. Per misurare il fattore “tecnologia” sono stati presi in considerazioni gli investimenti in ricerca e sviluppo, il numero (per abitante) di persone che

svolgono lavoro di ricerca, il numero di brevetti registrati. Il “Talento” è composto da due fattoti: dal livello di istruzione della popolazione e dal numero dei “lavoratori creativi” (quelli che per lavoro risolvono proble-

mi complessi dalla matematica al design). Infine la “Tolleranza” misura la capacità di apertura alle minoranze, alle idee che arrivano dalle comunità di diverse etnie, perché è nella diversità che le idee si arricchiscono. n

della creatività 1

3

7 12

4 10 16 11

13

15 17

14 21 22 24 19 22 24

17 20

19°

LA POSIZIONE DELL’ITALIA NELL’INDICE

26°

38°

il MENO tecnologico

GRECIA

37° il MENO TALENTUOSO

HONGKONG

66°

il MENO TOLLERANTE

ISRAELE

18

9

R&D 27° RICERCATORI 34° INNOVAZIONE 21°

18° CAPITALE UMANO 18° LAVORI CREATIVI 16°

5

23° MINORANZE ETNICHE 30° GAY E LESBICHE 19°

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TREND

Più di 19 milioni di italiani accedono a Internet da uno smartphone, ma iL mezzo preferito rimane il pc di casa

Italiani:

navigatori e navigatrici di FRANCESCO MARINO

La popolazione Web cresce e si diffonde l’accesso dalle piattaforme mobili: sono 24,1 milioni le persone che si collegano ad Internet da un telefono o da un tablet.

G 18

li italiani sono navigatori, anche del Web. Gli ultimi dati rilasciati da AudiWeb (giugno 2013) dicono che l’81% della popolazione usa Internet. Cresce l’accesso da strumenti mobili: da dicembre 2012 si è innalzata del 17,5% la disponibilità di connessione da cellulare e dell’80% da tablet. Sono 38 milioni gli italiani che dichiarano di navigare in internet da postazioni fisse (casa, ufficio o scuola) o da

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GLI ITALIANI E L’ACCESSO AD INTERNET

mobile, si tratta appunto dell’81% della popolazione tra gli 11 e i 74 anni. La maggior parte (il 74,7%, cioè 35,2 milioni di persone) entra in Internet dal pc di casa, mentre il 21,9% dal posto di lavoro (10,3 milioni di persone, che rappresentano il 46,8% degli occupati); il 7,8% accede dal luogo di studio, il 40,9% attraverso uno smartphone (19,3 milioni) e il 10,1% da un tablet (4,8 milioni). Una comunità in grande crescita è quella delle donne.

Secondo i dati Istat erano il 26,9% nel 2005 e già nel 2011 erano balzate al 47,6% della popolazione online attiva. Non solo: sono anche le più attive sui Social Network, rappresentando infatti il 54% degli utenti di Facebook e il 52% di Twitter. AudiWeb ha poi approfondito il tema dell’attività svolta dagli utenti tramite smartphone. Chi accede a internet dal cellulare lo fa per navigare sul web (69%), inviare e ricevere e-mail (45%), scaricare e

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DONNE INTERNAUTE (ISTAT)

74,70% PC DI CASA

40,90%

73,10% UOMINI

52,40% UOMINI

26,90% DONNE

47,60% DONNE

2005

2011

21,90% PC AL LAVORO

TABLET

7,80% PC SCUOLA

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POPOLAZIONE PINTEREST 13% UOMINI

SMARTPHONE

10,10%

utilizzare applicazioni (43%), consultare motori di ricerca (40%), accedere ai social network (39%), guardare il meteo (37%) e, infine, consultare itinerari e mappe (32%). Il 79% di coloro che dichiarano di aver scaricato e utilizzato almeno una volta un’App ha preferito solo applicazioni gratuite (6,5 milioni), mentre il 21% scarica anche applicazioni a pagamento. Il mercato di acquirenti stabili di App è dunque di 1,7 milioni di utenti. n

87% DONNE


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/ Gruppo Cordenons

WHITE PAPER

innovazione, singolare femminile

a cura della redazione

Effetti metallici, trasparenze, nero, argento e un tocco di giallo per raccontare la strada delle donne verso il successo. Una copertina dedicata alle donne ma senza frivolezze.

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T

utta nuova, dedicata alle donne e senza rosa. La copertina di Digitalic celebra il mondo femminile dell’innovazione, ma non ci sono lustrini né il famigerato color confetto. Le donne si fanno avanti a passo sicuro nella tecnologia, ma anche nel design, attraverso i successi di persone consapevoli delle proprie capacità e dotate di quel qualcosa in più, simboleggiato dal triangolo giallo della cover. Per questi motivi abbiamo scelto i toni “noir” e ci siamo richiamati al mito della “femme fatale”, rivisto in chiave tecnologica, innovativa, di business.

Effetti perlescenti

Per ottenere questo risultato è stata scelta la carta Stardream di Gruppo Cordenons. Nella tonalità Quartz, com grammatura da 285 gr/mq, Stardream dona a questa copertina tutto il fascino dei suoi effetti perlescenti. Il viso in copertina

Gruppo Cordenons è un’azienda italiana produttrice di carte che offre al mercato internazionale oltre 2.500 prodotti specializzati. Accanto alle più avanzate tecnologie, l’azienda mantiene intatta la vocazione a creare carte preziose, che evocano l’eleganza e il fascino delle carte fatte a mano. Gruppo Cordenons ha sviluppato un portafoglio prodotti molto ampio che include carte classiche marcate, vergate e goffrate, carte più moderne metallizzate e iridescenti e carte innovative con effetti particolari che richiamano le sensazioni tattili e visive della plastica o dei tessuti alla moda. gruppocordenons.com

appare quasi metallizzato, iridescente con effetti luminosi cangianti, che variano a seconda dell’angolo di osservazione. La carta conferisce a tutta la copertina un aspetto tecnologico. La linea Stardream di Gruppo Cordenons è formata da carte e cartoncini realizzati con fibre di pura cellulosa vergine ECF (Elementary Chlorine Free) e è certificata FSC.

I colori del nero

Per rendere al meglio l’immagine high-tech sono stati utilizzati gli inchiostri UV di HuberGroup caratterizzati da un grande potere di adesione, intensità della cromia e resistenza nel tempo. Oltre agli inchiostri nei classici colori della quadricromia (ciano, magenta, giallo e nero) è stato utilizzato un pantone giallo fluo per il triangolo colorato sulle labbra, in modo da dare un contrasto netto con il resto dell’immagine giocata sui toni del grigio, dell’argento e del nero.

/ HuberGroup

HuberGroup è uno dei maggiori produttori europei di inchiostri, vernici e ausiliari per la stampa. L’azienda, oggi, comprende 40 consociate e oltre 150 organizzazioni commerciali. Con più di 250 anni di esperienza e grazie alla brillante conduzione familiare nel settore degli ink, il gruppo produce prodotti per la stampa di imballaggio, di quotidiani e per la stampa commerciale. In Italia ha la propria sede a Vicenza e una filiale in provincia di Milano. Huber Italia è uno dei principali attori nel mercato italiano in tutti i settori della stampa. Grazie al completo portafoglio prodotti e all’eccellente assistenza tecnica è in grado di supportare la propria clientela per qualsiasi esigenza. hubergroup.it


L’equilibrio della stampa

La stampa offset con colori UV é stata affidata a Visual Project, una delle aziende più conosciute nel settore che ha saputo rendere al meglio l’immagine di copertina. La ricercatezza dei toni del bianco e del nero è stata ottenuta bilanciando sapientemente i colori. Volutamente, non è stata utilizzata una maschera del bianco per permettere all’effetto perlescente della carta di trasparire attraverso la colorazione. Visual Project ha anche dovuto curare con particolare

/ Visual Project

attenzione la resa del giallo fluo per sposarlo perfettamente al resto della cover.

La nobile serigrafia

Su un supporto prezioso e su una stampa di qualità è intervenuta Cover, partner di Digitalic in molte altre copertine, che ha nobilitato l’immagine attraverso tre passaggi di serigrafia che hanno aggiunto dettagli tattili e visivi di grande impatto. Oltre alla precisione è stato necessario anche un attento dosaggio della materia e tutta l’esperienza per trarre il meglio da questo tipo di lavorazione.

/ Cover

Le vernici

Le vernici serigrafiche sono quelle di Marabu Italia. Con la vernice UV spessorata sono stati nobilitati gli “slash” della copertina, ovvero le barrette diagonali, i crocini presenti sull’immagine, le linee che solcano le labbra e una parte dei triangoli in cui sono scomposte. Con la vernice UV grigia sono stati impreziositi i triangoli rimanenti. Con l’argento invece sono stati realizzati la testata, il titolo di copertina e le sbarre sulla costa. n

/ Marabu Italia

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L’industria grafica e cartotecnica Visual Project è una realtà cooperativa con anni di storia alle sue spalle. Si può dire che sia una delle aziende che ha fatto nascere il settore della stampa UV in Italia. Visual Project è specializzata nella stampa offset e UV su tutti i supporti, dalla carta alla plastica, fino a materiali speciali.

L’azienda emiliana conta 26 dipendenti e uno staff sempre alla ricerca di nuove possibilità applicative nell’ambito della nobilitazione della carta. Floccatura, plastificazione, verniciatura offset, stampa a caldo e serigrafia sono il core business dell’azienda. L’esigenza di trovare nuove sinergie, mirate al miglioramento della produzione, ha spinto Cover a far parte di un gruppo specializzato nella ricerca di nuovi materiali. Le tecnologie all’avanguardia e i rapporti di partnership con altre imprese rendono possibile evadere grandi e piccole commesse con tempistiche e prezzi competitivi.

Con oltre 150 anni di attività, il gruppo Marabu sviluppa e produce inchiostri di alta qualità per applicazioni grafiche e industriali. L’azienda, con sede centrale in Germania, è presente in tutto il mondo con filiali e partners di distribuzione. Nata nell’autunno del 2008, la filiale italiana del gruppo – Marabu Italia – ha sede a Locate Triulzi (Milano) e opera su tutto il territorio nazionale, offrendo un portfolio di innumerevoli prodotti e soluzioni per la stampa serigrafica, tampografica e digitale, grazie alle esclusive rappresentanze estere garantite.

visual-project.it

coversrl.eu

marabu-italia.it


Novità

ARRIVA D-IMPRESA, IL SITO PER INNOVARE a cura della REDAZIONE

Suddivisione per numero degli addetti delle aziende a cui si rivolge d-impresa.it

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Digitalic allarga i suoi confini e lancia un nuovo sito: www.d-impresa.it dedicato alle aziende con una “D” in più: Digitali, Determinate, Decisive.

Dalla piattaforma Digitalic nasce un nuovo sito per diffondere la conoscenza della tecnologia e portare il messaggio dell’innovazione a tutte le aziende italiane.

D

alla piattaforma Digitalic nasce un nuovo sito per diffondere la conoscenza della tecnologia e portare il messaggio dell’innovazione a tutte le aziende italiane. Digitalic allarga i suoi confini e lancia un nuovo sito: www.dimpresa.it dedicato alle aziende con una “D” in più: Digitali, Determinate, Decisive. Perché oggi in Italia se si vuole avere successo bisogna possedere tutte queste caratteristiche. D-impresa è il sito in cui i CEO, gli imprenditori e tutte le figure coinvolte nell’innovazione aziendale possono trovare le informazioni che cercano: le novità tecnologiche, ma anche quelle legate alla strategia, alle tendenze e a come si evolve il “fare impresa” in Italia e nel mondo. C’è spazio per le startup e i nuovi modelli seguiti dai giovani che vogliono emergere. Anche perché le novità dell’imprenditoria giovanile possono dare molti spunti anche alle aziende affermate. Grande attenzione viene data

d impresa it

il siTo peR le aziende con la d in più:

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al design, in ogni sua possibile declinazione. Anche per questo abbiamo deciso di presentare d-impresa.it con una piccola opera di design: la brochure che trovate allegata a questo numero di Digitalic. Per realizzarla abbiamo selezionato alcune delle migliori imprese italiane nel campo della stampa. La carta è la Divina White (170 gr/mq) di Gruppo Cordenons appositamente studiata per l’editoria di alto livello. Divina, oltre ad essere particolarmente piacevole al tatto grazie alla sua superficie liscia e vellutata, è anche una carta amica dell’ambiente; è infatti prodotta col 30% di fibre riciclate ed è rigorosamente certificata FSC. La stampa di un supporto così speciale è stata affidata a Ital-

grafica di Novara (http://www. italgrafica.net) che ha saputo ottenere il massimo dalla carta e dagli inchiostri Hubergroup (http://www.hubergroup.it/) di cui potete ammirare la brillantezza straordinaria. L’argento brillante e la vernice lucida spessorata sono due dei tanti prodotti di alta qualità di Marabu Italia (www.marabu-italia.it) leader mondiale nel campo delle vernici serigrafiche. La stampa serigrafica è stata realizzata da Cover (www.coversrl.eu) che ha nobilitato, con il suo intervento, la prima e la quarta di copertina grazie alla sua tecnologia e alla grande esperienza... Il tocco finale è stato dato da Legatoria 2C (http://www.legatoria2c.it/) con una rilegatura artigianale chiamata “punto Singer”, che ha reso l’opuscolo davvero unico. n


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MERCATO

TUTTI I NUMERI DEL MADE IN ITALY DIGITALE di Emanuela Pasino

Sono 173.000 le nuove imprese digitali, a pieno titolo, operanti in Servizi Web, Mobile e Internet of Things, nel Software e Big Data, nella Consulenza, nei nuovi Media Sociali, nel Design, nelle Produzioni multimediali e nel Digital Entertaintment, nel Finance 2.0. È questa la fotografia del Made in Italy digitale che ha scattato ASSINTELdigitale, commissionando una ricerca che debutta per la prima volta in Italia. Realizzata dallo Studio Giaccardi e Associati, ha reso protagoniste queste organizzazioni liquide, che fanno della creatività e dell’innovazione anche sociale la loro ragion d’essere. Si tratta principalmente di piccole e medie imprese (17 collaboratori in media), fatte di under 35 molto preparati e lontani dalla logica del posto fisso. Riescono a crescere nonostante la crisi e, per i tre quarti di loro, il fatturato 2013 sarà in miglioramento o stabile. Nel 44% dei casi sono così giovani che si collocano sotto i 100.000 euro l’anno (75% nel

B2B e 87% generato in Italia). Le altre vantano un fatturato medio di un milione di euro circa. Il 63% è digital native mossa da passione e incontri professionali precedenti; il restante 37% deriva da una evoluzione delle “vecchie” imprese IT. “Sono la punta di diamante della nostra imprenditoria e tengono agganciata l’Italia alla modernità”, questo il commento di Giorgio Rapari, presidente Assintel. Dai dati emerge che le imprese digitali sono soprattutto piccole e medie imprese, con 17 collaboratori in media e un fatturato di 1.000.000 di euro. Quasi la metà (il 44%) resta comunque al di sotto dei 100.000 euro/anno, soprattutto perché molto “giovani”. Il fatturato proviene dal B2B per il 75% del totale e per l’87% è generato in Italia. Come anticipato per il 2013 la crescita è attesa dal 68% delle PMI digitali, mentre il 28% prevede la stabilità. Il lavoratore tipo è: giovane (67% under 35, che sale al 72%

nelle imprese native digitali) maschio (64%) laureato (il 65%) o addirittura con master, dottorato o PHD (12%) con esperienza lavorativa all’estero (29% nelle imprese digital native). Soprattutto hanno un contratto atipico (oltre un terzo di essi) anche a causa dei costi del lavoro, troppo alti per queste organizzazioni piccole e liquide. In esse, molto spesso, il titolare è factotum e i carichi di lavoro diventano critici. Non è però tutto luci questo rapporto. Gli imprenditori lamentano – oltre al costo dello Stato sul lavoro – difficoltà nell’accesso al credito bancario unito a vecchi modelli “fordisti” di offerta finanziaria, e l’ancora scarsa disponibilità in Italia di investimenti privati. Ci sono poi i problemi di tipo organizzativo: troppo carico di lavoro su poche persone, mancanza sul mercato di competenze tecniche e manageriali all’altezza e parallelamente una scarsa offerta formativa adeguata alle loro esigenze. n


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DIGITALK / DOSSIER

LA SOSTENIBILE LEGGEREZZA DEL PRINTING La stampa può essere ecologica, economica e super efficiente. Esistono tecnologie, procedure e servizi in grado di renderla uno dei punti di forza delle aziende attente ai costi e alla produttività. Rappresenta anche un’ ottima occasione per un business duraturo. di GIUSEPPE GOGLIO

D Da semplice attrezzatura di ufficio alla quale veniva richiesto solamente di mettere su carta il lavoro realizzato davanti a un monitor, nel corso degli anni la stampante è diventata in un primo tempo una sorta di status symbol per chi ambiva a poter vantare sulla propria scrivania il modello più sofisticato, a colori e ricco di funzioni, anche se non necessariamente indispensabile. Da qualche anno a questa parte invece, la situazione si è praticamente ribaltata. Con l’attenzione concentrata sulla riduzione dei costi nei processi aziendali, le stampanti si sono ritrovate presto al centro del mirino, individuate come una delle fonti di possibili sprechi. Resta fermo che l’interesse primario di un produttore è vendere nuovi prodotti e garantirsi la fedeltà di un cliente. A questo si aggiunge lo sviluppo di nuove tecnologie, un’attenzione quasi maniacale ai costi, e una nuova consapevolezza sulle tematiche green, che ha portato il settore a raggiungere importanti miglioramenti in termini di efficienza e risparmio mettendo mano all’organizzazione di stampa. Le soluzioni sono diverse, i possibili scenari molto di più e diventa difficile impostare linee guida valide per tutti. Più utile capire come analizzare la questione e valutare le opzioni.

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P SALVATORE RIONTINO Dell

STEFANO GELMETTI Ricoh

CORRADO MASSONE Samsung

Pagine di analisi “L’esigenza di un controllo e monitoraggio completo dei costi, e la necessità di essere sempre più efficienti hanno portato le imprese a comprendere che la stampa e, più nel complesso, il flusso documentale possono rappresentare un’area d’intervento significativa – esordisce Adriano Zuradelli, marketing manager di Kyocera- quello che noi identifichiamo come Managed Document Services (MDS), parte da un’analisi approfondita dell’installato aziendale e delle esigenze di business intrinseche per arrivare a soluzioni di gestione documentale che comprendono l’acquisto o il noleggio di nuovi sistemi di stampa, la razionalizzazione e l’ottimizzazione del parco macchine esistente”. Acquisto o noleggio, gestione tutta in casa oppure affidamento a servizi esterni, sono i dubbi principali che attanagliano tante organizzazioni nel momento in cui decidono di intervenire sulla gestione dei documenti. “In un’ottica di ottimizzazione non esiste una scelta migliore in assoluto: dipende dalle esigenze di ogni singola azienda – spiega Fulvio Re, marketing manager di Lexmark -. Una volta optato per l’acquisto o il noleggio, si può decidere di dimensionare la propria infrastruttura in base al reale utilizzo, scegliendo se implementare dei servizi di stampa gestiti”. Una strada sempre più frequentata. IDC ha stimato infatti come il 20% delle aziende di medie e grandi dimensioni abbia già adottato soluzioni di questo tipo per migliorare la visibilità e il controllo complessivo dei processi di stampa, riducendo i costi e il carico di lavoro del personale IT. Un mercato il cui valore è destinato a superare i 60 mi-

liardi di dollari entro l’anno. “I processi di ottimizzazione e di razionalizzazione rappresentano una vera e proprio chiave di svolta per passare a una gestione controllata – prosegue Corrado Massone, direttore marketing divisione IT di Samsung Electronics così facendo, questi risparmi diventano possibili grazie a una riduzione dei costi diretti, quali toner e carta, e anche grazie a una riduzione dei costi indiretti”.

T Ti devi decidere Di fronte a una scelta, una decisione non è mai facile. Ogni realtà presenta caratteristiche proprie, tali da rendere difficile applicare modelli studiati a tavolino. L’analisi della situazione aiuta spesso a individuare il migliore compromesso. “Il cliente deve valutare quale sia la soluzione migliore a seconda delle proprie esigenze, dimensioni, volumi e necessità di contenere i costi– afferma Luca Motta, printing category director, printing and personal systems di HP -. Le variabili in gioco sono tante e vanno valutate insieme al fornitore e ai partner di canale per trovare la proposta che soddisfi al meglio esigenze, dinamiche e tipologie di stampa del cliente”. Il richiamo della novità resta tuttavia difficile da ignorare, anche solo a scopo conoscitivo e in questo senso l’attenzione si concentra maggiormente sul noleggio e relativi servizi di MPS. “I servizi di stampa gestiti consentono alle aziende di ottenere risultati importanti dal punto di vista del risparmio e del miglioramento dei processi di printing – sottolinea Stefano Gelmetti, indirect channel marketing manager di Ricoh - la maggior parte di questi servizi disponibili sul mercato sono princi-

palmente focalizzati sui dispositivi di stampa e sul print management, mentre noi attraverso ii Managed Document Services intendiamo ampliare il raggio di azione, portando nelle aziende innovazione di processo”. A supporto di tale strategia, una ricerca elaborata da Coleman Parkes Research secondo cui nel 2009 il 39% delle aziende aveva già implementato una strategia per la gestione dei processi documentali critici e un ulteriore 14% aveva affermato di avere intenzione di implementarla a breve. Nel 2012 alla stessa domanda è risultato che solo il 43% del campione dispone di una strategia, con un incremento pari a solo il 4%, mentre il 33% ha dichiarato di avere una strategia in corso di definizione. Questi risultati indicano che la maggior parte delle aziende non è riuscita ad applicare i piani che stava mettendo a punto nel 2009, molto probabilmente a causa della complessità dei fattori esterni, quali per esempio il fenomeno dei Big Data. “Lo spazio per intervenire con nuove offerte quindi non manca. La sfida per i produttori è riuscire a garantire risposte adeguate. “In un’ottica costante di risparmio, diventa molto importante avere sotto controllo i costi legati alla stampa – riprende Salvatore Riontino, channel sales manager di Dell Printing -. Il modello MPS offre servizi e software passando dalle opzioni di approvvigionamento e creando di fatto una gestione molto più flessibile delle risorse”.

L Le ragioni del cambiamento Di fatto le prospettive di una riduzione dei costi di gestione e aumento dell’efficienza nei flussi di lavoro, si scontrano spesso con la realtà di apparati comunque funzionanti e non sempre ammortizzati per intero. Per


Come potete controllare quello che non vedete? Scoprite che cosa state gestendo realmente con Panda Cloud Systems Management.

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DANIELE PUCCIO Xerox

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FULVIO RE Lexmark

quanto promettente, la scelta tra una certezza e una previsione non è sempre scontata e a convincere un’organizzazione a effettuare novi investimenti non bastano le tabelle. “I dispositivi di stampa sono strumenti di lavoro essenziali all’interno di processi aziendali – spiega Romano Zanon, responsabile marketing OKI Systems - innovare o ottimizzare il proprio parco macchine significa migliorare notevolmente tali processi con strumenti innovativi che offrono benefici grazie a un impatto positivo sui costi di gestione. Un parco macchine obsoleto può invece spesso significare per l’azienda una perdita netta in termini di tempi, produttività e costi “. “La sostituzione o la razionalizzazione dell’installato si traducono in maggiore produttività ed efficienza operativa – aggiunge Zuradelli -, possibilità di condivisione dei sistemi, monitoraggio e gestione intelligente e sicura dell’output, semplificando al contempo l’infrastruttura IT e il flusso di lavoro documentale strutturato”. Difficile accontentare chi chiede cifre più rigorose sui tanto risaltati risparmi. Di sicuro, con un lavoro a regola d’arte, le prospettive non mancano. “Un dispositivo vecchio consuma molta più energia, incidendo sia sui costi sia sull’ambiente, e richiede interventi di manutenzione sempre più frequenti – avverte Re -. Una più adeguata strategia di gestione documentale si traduce nella possibilità di ridurre i propri costi operativi fino al 40%”. Consolidamento dell’infrastruttura aziendale e migliore gestione quotidiana dei dispositivi e materiali di consumo, piuttosto che implementazione di strategie per ridurre i volumi di stampa sono solo gli aspetti più evidenti di un problema dalle svariate sfaccettature. Anche chi non è disposto a stravolgere le proprie abitudini, può però puntare a risultati importanti. “Una strategia di gestione documentale più efficiente può portare a una riduzione dei

costi tra il 10 e il 20 per cento – ribadisce Massone -. Inoltre, è in grado di consentire il recupero della produttività a vari livelli e una riduzione dell’impatto ambientale”. Più in generale, i potenziali aspetti capaci di garantire riduzioni dei costi sono così tanti da faticare a non trovarne almeno uno da applicare alla propria organizzazione. “Le ragioni per investire in stampanti sono molteplici – spiega Daniele Puccio, general manager ECG di Xerox -. Razionalizzazione del parco ove necessario, contenimento dei costi legati alla stampa, ottimizzazione degli investimenti in applicativi di tipo software o di applicazioni già installate presso i clienti e accesso a nuove funzionalità”. Per quanto possa garantire un adeguato servizio, una stampante ormai datata non potrà per forza di cose essere in grado di assecondare esigenze che al tempo in cui è stata progettata non esistevano. “La necessità di cambiamento può essere dettata anche da fattori estranei alla funzione stampa – avverte Davide di Scioscio, business manager prodotti per l’ufficio di Epson -. Basti pensare all’adozione dei tablet che in maniera sempre più ampia vengono utilizzati anche in azienda, soprattutto per le persone che lavorano fuori sede”.

Q Quando l’innovazione conviene Sulla necessità di dover mettere mano ai processi di stampa e più in generale di gestione documentale, per ottenere importanti risparmi, l’accordo è pressoché unanime. Più difficile invece entrare nel merito, capire cioè dove si va esattamente a colpire per trovare gli

sprechi. A parte una riduzione fisiologica del consumo energetico, difficile prima di tutto capire esattamente quanto possa influire in realtà uno degli aspetti maggiormente sottolineati, il progresso della tecnologia, “Non credo sia la tecnologia in sé a consentire alle aziende di risparmiare – sottolinea Re credo che la differenza sia da ricercare nell’attenzione rivolta alle esigenze specifiche del cliente, fornendo servizi realmente a misura dell’azienda, che deve essere messa nella condizione di stampare solo in caso di necessità, di risparmiare carta e utilizzare i documenti in formato digitale”. Sotto questo punto di vista, dietro il termine tecnologia grazie alla quale risparmiare si raduna un insieme di servizi che rendono fruibili le informazioni in formato digitale, rendendo spesso la stampa superflua e intervenendo di fatto su una voce di spesa importante in modo ineccepibile.

L Le tecnologie Entrando invece nel merito dei sistemi di stampa veri e propri, emerge una netta differenza di vedute. “Il minor consumo energetico e la stampa fronte/retro in automatico già permettono di abbassare notevolmente l’impatto ambientale– puntualizza Motta -. Inoltre, possiamo contare sulla tecnologia PageWide Array con la quale si possono effettuare stampe di qualità con una riduzione fino al 50% del consumo energetico grazie alla larghezza a tutta pagina della testina”. Dopo un periodo dove i sistemi laser hanno dominato la scena in ambito office, le stampanti a getto d’inchiostro sembrano destinate a prendere il sopravvento anche in materia di costi di gestione. “Oggi i prodotti a tecnologia


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Kartha: i documenti digitali migliorano l’impresa Una realtà italiana all’avanguardia nella gestione documentale offre alla aziende e ai rivenditori soluzioni innovative per rendere più efficienti i processi aziendali.

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al 2005 si occupa di gestione elettronica dei documenti: Kartha è una realtà unica in Italia, che ha fatto della digitalizzazione la sua missione. Kartha sviluppa, distribuisce e personalizza soluzioni nell’ambito dell’archiviazione sostitutiva, della digitalizzazione dei documenti, della firma biometrica e della posta certificata. “La nostra offerta si adatta alla grande come alla piccola azienda – ha spiegato Silvia Mossuti, responsabile marketing di Kartha – perché le nostre soluzioni si compongono di moduli che possono essere attivati totalmente o solo in parte; in questo modo, dalla grande azienda allo studio professionale, ognuno ha a disposizione uno strumento ben calibrato”. Per l’archiviazione digitale dei documenti Kartha

offre anche un servizio nel cloud attraverso il quale le aziende, senza modificare in alcun modo i propri processi e le infrastrutture IT, possono beneficiare di tutti i vantaggi della tecnologia accedendo al servizio attraverso Internet. “Si tratta di una soluzione che viene adottata dalle aziende più lungimiranti – ha sottolineato Stefan Ranger, direttore commerciale di Kartha - che possono beneficiare così di un servizio dal costo fisso mensile avendo a disposizione sempre il meglio della tecnologia”. Tra le innovazioni di grande successo proposte da Kartha c’è il sistema per la firma biometrica, Kartha SignDoc. Questa tecnologia consente di dematerializzare alla fonte i documenti che spesso devono essere stampati firmati e poi ri-digitalizzati, perdendo però a quel punto la valenza legale. Grazie alla firma biometrica (con valore legale) è possibile

sottoscrivere in digitale un contratto o un ordine (o qualsiasi altro documento) senza dover produrre un documento cartaceo. Questo consente di avere documenti validi, digitali in forma nativa, eliminando la necessità che un operatore li scannerizzi: entrano in forma digitale nel sistema di archiviazione e si abbattono le esigenze di stampa perché, almeno per tutti i processi interni, un copia cartacea non è più necessaria. Un’altra soluzione che migliora radicalmente l’attività delle imprese è Kartha ForDocument, che consente il riconoscimento automatico dei documenti passivi come le fatture. Oggi, al ricevimento di una fattura (che avviene quasi sempre in Pdf), il reparto amministrativo deve stampare il file, sottoporlo ad approvazione e registrarlo nel software gestionale. Grazie a Kartha, invece, la fattura viene riconosciuta: un sofisticato sistema rintraccia tutti i campi e le informazioni presenti nel documento e li inserisce in automatico nel gestionale o nel software ERP. In questo modo si riduce drasticamente il tempo dedicato al data entry e, per le aziende che ricevono molti ordini, diminuiscono sensibilmente il tempo necessario alla messa in produzione e i costi legati alla gestione degli ordini. Kartha serve il mondo delle imprese attraverso una rete di rivenditori che supporta le aziende in tutte le fasi del progetto e poi dell’assistenza, personalizzando le proprie soluzioni in base alle specifiche esigenze del cliente finale. n


ADRIANO ZURADELLI Kyocera

romano zanon Oki

LUCA MOTTA HP

inkjet hanno prestazioni pari a quelli laser ma permettono di risparmiare su diversi fronti conferma Di Scioscio - da quello energetico (usano l’80% in meno di energia elettrica) a quello dei materiali di consumo (più ridotti come ingombro – pensiamo al tema dei trasporti - e meno complessi da smaltire)”. “La tecnologia laser è sicuramente da preferire alla tecnologia inkjet ribatte Massone - una stampante o un multifunzione laser infatti, assicura che i documenti stampati durino inalterati nel tempo, ma offre anche una migliore efficienza dei materiali di consumo”. Il confronto laser/inkjet insomma è in corso, sempre che nel frattempo, non si facciano strada dal settore della professionale anche le soluzioni Led. “Se opportunamente governati, garantiscono significativi risparmi in termini di consumi elettrici – puntualizza Puccio abbiamo anche sviluppato un software per un dispositivo in grado di monitorare il parco macchine di un’azienda. Quando si registra un minor impiego delle stampanti, adatta le impostazioni di alimentazione, riducendo la quantità di energia dal 10 al 20 per cento”. Anche le tanto decantate virtù green, al momento sembrano più argomenti di marketing che reali spunti per incidere sui bilanci con dati certi. “In ogni fase del ciclo di vita del prodotto coniughiamo sviluppo tecnologico ed eco-sostenibilità – spiega Gelmetti - il contenimento delle emissioni ha inizio dalla fase di Ricerca e Sviluppo, creando sistemi che garantiscono un basso impatto ambientale e integrano funzionalità che minimizzano i consumi energetici”. “Come molti produttori, lavoriamo duramente per ridurre l’impatto ambientale della stampa – precisa Zanon -. Interviste svolte da IDC ai responsabili IT confermano che i nuovi prodotti utilizzano mediamente il 30% di energia in meno e consumano il 20% in meno di toner rispetto ai dispositivi precedenti”.

L Lunga vita alla carta Tra i tanti interrogativi di chi sta valutando se sia il caso oppure no di mettere mano ai processi di stampa, si fa largo anche una certezza destinata a sfatare uno dei miti tra i più diffusi nel settore. “È ormai dai lontani Anni ‘80 che il mito del paperless office perseguita tutti coloro che hanno a che fare con il mondo della stampa – lamenta Zuradelli -. Anche in Italia ormai si è fatta strada una legislazione che regola il processo di dematerializzazione almeno nella Pubblica Amministrazione. Sono due fenomeni in apparente antitesi; in realtà il collante è costituito dai sistemi multifunzione la cui evoluzione ha consentito di rivedere il workflow cartaceo e convertirlo in quello elettronico”. “L’ufficio assolutamente senza carta è un’utopia come i fatti hanno dimostrato – ribadisce Di Scioscio -. Anche se si stampa un po’ meno per effetto della digitalizzazione, alla fine sono aumentate le fonti e i documenti, quindi, in definitiva, si produce più o meno la stessa quantità di fogli, almeno in valori assoluti”. Come spesso capita in circostanze analoghe quindi, le novità portano più innovazione che rivoluzione, contribuendo a rendere più completo un sistema e non a soppiantarlo. “Semplicemente, cambierà la modalità con cui si stampa – conclude Motta -. Grazie all’archiviazione digitale, ci sarà la necessità o meno di produrre un documento. Per esempio, stanno nascendo applicazioni dove un documento salvato direttamente in modalità digitale possa ricrearsi o rigenerarsi o nascere per la prima volta in originale cartaceo grazie a normative che supporteranno questo procedimento, come la firma digitale e il timbro digitale”. n

UN FILTRO HEPA PER LA STAMPANTE

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Gli Hepa sono definiti filtri assoluti, perché non lasciano passere alcun particolato, trattengono il 99,9% delle polveri sottili, quelle che possono fare male alla salute e alla respirazione. Questa tecnologia di filtrazione oggi è disponibile anche per le stampanti da ufficio. Air Top Italia è il produttore tutto italiano che porta la tecnologia Hepa (diffusa nel mondo automobilistico) nei filtri per le printer. Il filtro Etrasan, questo è il nome del prodotto, è concepito per trattenere ogni tipo di polvere che il processo di stampa può rilasciare. Le particelle nocive generate dal consumo di toner come carbone, titanio, ferro, cromo, nichel e zinco, vengono trattenute nel materiale filtrante permettendo all’ambiente di preservare sempre aria sana e pulita. Il filtro è realizzato in un unico formato universale delle dimensioni di 140 x 110 mm. La sua struttura flessibile permette un migliore adattamento del filtro sulla bocchetta di areazione. Pur essendo posizionato all’uscita dell’aria non provoca innalzamento della temperatura e non pregiudica il funzionamento della macchina. n



DI FEM G M IT E AL E ANTONELLA TAGLIABUE

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Amministratore delegato della società di consulenza strategica di direzione Un-Guru, esperta di sviluppo sostenibile. Laureata in Scienze Politiche, con specializzazione in Storia e Istituzioni dell’America Latina. Si è occupata di comunicazione e marketing per multinazionali e grandi gruppi italiani. Da anni si occupa di Green Economy e di responsabilità sociale e ambientale d’impresa, insegna in corsi e master. “Penso che la sostenibilità debba essere una scelta, prima che un dovere, ma che debba essere strategica e, quindi, responsabile. Quando parlo del Pianeta lo faccio con la P maiuscola e credo che il rispetto per la vita in senso biologico debba essere un istinto”. Leggo, viaggio e scrivo per passione. Camus diceva: “Sono contro tutti coloro che credono di avere assolutamente ragione’. Per questo pratico il dubbio, coltivo i miei difetti, cerco di sbagliare sulla base di ragionevoli certezze e mantengo un ottimismo ostinato”

punto g

a quale prezzo ciò che è male diventa bene

S

ono molti coloro che si schierano apertamente contro lo sfruttamento del lavoro minorile o la crudeltà nei confronti degli animali. Spesso si tratta delle stesse persone che ignorano i propri principi morali, quando si trovano ad agire in una situazione di mercato, magari alla ricerca del gadget elettronico in offerta o di un capo di abbigliamento firmato in saldo. Questa contraddizione sembrerebbe avere una spiegazione scientifica. È perché il mercato riduce le nostre tensioni di tipo morale. Lo dimostra una ricerca condotta da alcuni economisti delle università di Bonn e Bamberg, presentata dall’autorevole rivista Science. Sembrerebbe che, quando dobbiamo prendere delle decisioni che sono al di fuori di una logica di mercato, il nostro senso della morale sia semplicemente più elevato. Una morale che siamo disposti

a calpestare quando vogliamo vendere o comprare. Il mercato erige una barriera tra le persone e le conseguenze delle loro azioni. Chi pensa ai bambini che lavorano in condizione indegne quando compra una maglietta? Chi si ricorda dei disastri ambientali collegati alla produzione di mobili con legni preziosi? Gli esperimenti su cui si basa la ricerca sono stati condotti con centinaia di studenti universitari.

L’esperimento

Ad alcuni era richiesta una scelta individuale tra il salvare la vita a un topolino, piuttosto che ricevere una somma di denaro. Accettando i soldi (dieci euro), il topo sarebbe stato ucciso. Alcuni dei partecipanti erano chiamati a una scelta più complessa di quella tra etica e denaro, dovendo agire in un mercato in qualità di compratori o venditori. Ai venditori era affidato un topo e ai compratori una som-

ma pari a venti euro. Nel primo caso - quello della scelta tra la vita del topolino o il denaro - il 45% degli intervistati ha scelto il denaro, nella situazione di trattativa di mercato la proporzione di chi predilige i soldi sale al 75%. I topi venivano venduti in media a un prezzo basso, 6,40 euro, una somma che scendeva mano a mano che l’esperimento veniva ripetuto. Nelle condizioni di mercato quindi la morale è più limitata rispetto alle decisioni individuali, e degenera con il passare del tempo. La giustificazione data è che “se non compri o vendi, qualcun altro lo farà” e quindi non ci si può soffermare su aspetti di tipo etico. Quindi dato che nessuno sarebbe disposto a pagare 2.000 euro per un telefonino che rispetti gli standard etici, noi stessi siamo parte del problema. La giustizia sociale non sembra poter andare d’accordo con il mercato. I risultati della ricerca, ma anche le sue premesse, possono essere criticabili. C’è chi sostiene che più mercato serva a combattere forme peggiori di sfruttamento. Il lavoro minorile è inaccettabile, ma fame e prostituzione lo sono di più. E la crescita del mercato consente di affrancarsi dallo sfruttamento. Lo studio però mette in luce un aspetto troppo spesso sottovalutato. I padri nobili dell’economia erano anche filosofi, in alcuni casi filosofi morali (Adam Smith). Gli economisti moderni si sono affannati nel cercare di fare dell’economia una scienza esatta, mentre è una scienza di uomini che risponde a logiche che non è temerario definire molto spesso semplicemente istintuali. Per cui il salto dall’economia,


RISORSE 1 TECHLOVER A un recente incontro all’Aspen Ideas Festival due studenti del MIT Media Lab di Boston hanno lanciato la proposta di un design delle tecnologie che sia non tecnologico. L’idea è che le future creazioni digitali dovranno favorire un ritorno alla natura e svolgere un ruolo in genere assegnato all’arte. La giovane Lining Yao, appena arrivata dalla Mongolia, ha cominciato a lavorare a dei manufatti che non servono, una volta tanto, ad aggiungere dati e informazioni alla vita reale, ma a sottrarli, per “prestare più attenzione alle cose che davvero ci interessano”. È l’avvio di una nuova generazione di tecnologi romantici, alla ricerca della “semplicità, che è lo spirito della natura”.

alla finanza, alla speculazione non è stato avvertito come un balzo quantico, semplicemente perché strada facendo abbiamo smesso di riflettere criticamente sul nostro agire. Non è successo solo con l’economia, ma più in generale con lo sviluppo di tutta la conoscenza, soprattutto in campo scientifico e tecnologico. In ogni caso non siamo tutti amorali o immorali allo stesso

modo.È vero che se pensiamo - non importa che sia vero che ci sia qualcuno che possa guadagnare o approfittare di una situazione più o prima di noi, l’anonimato del mercato fa cadere le nostre barriere. La ricerca ha però dimostrato che le donne hanno concluso meno affari degli uomini e i vegetariani sono stati meno attivi dei carnivori. Coloro che hanno ottenuto

un punteggio più alto nei test di intelligenza hanno inoltre tenuto dei comportamenti morali più corretti. Quindi occorre lanciare un appello. Cercasi donne intelligenti e vegetariane. Occorre stabilire quanto vale un topolino e a quale prezzo ciò che è male diventa bene. La stagione dei saldi non finisce mai.

SE NON COMPRI O VENDI QUALCUN ALTRO LO FARà

2 CARTA CANTA La crisi fa calare i consumi e di conseguenza la produzione urbana di rifiuti. La raccolta di carta e cartone nel 2012 è calata del -2,3% ma è migliorato il dato relativo al riciclo, pari all’84,5%, +6% rispetto all’anno precedente. Si tratta di un sistema che ha prodotto per il 2012 benefici economici per 405 milioni di euro. Per la carta e cartone l’Italia è un’eccellenza europea. A partire dal 1999 sono state costruite nel nostro paese 270 nuove discariche, 22 nel solo 2012.

3 ECOMONDO Si terrà dal 6 al 9 novembre 2013 a Rimini Ecomondo, la 17° Fiera Internazionale del Recupero di Materia ed Energia e dello Sviluppo Sostenibile. Sono attese mille aziende e buyers da 25 paesi. Con l’edizione 2013 debutta la novità KEY WIND, la sezione dedicata all’eolico, e fa il suo ritorno SAL. VE, il salone dei veicoli ecologici. Info su www.ecomondo.com

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STRATEGIE

Il grande storage per le piccole e medie imprese di LUCA BASTIA

EMC pensa alle Pmi e ai partner italiani con i nuovi modelli del sistema Data Domain che rispondono alle esigenze di storage, backup e archiving delle medie imprese, con un costo per gigabyte ridotto fino al 38%.

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70%

di chi decide cosa scegliere per il backup non è sicuro che in caso di problemi si possa recuperare tutto

57%

delle imprese hanno avuto problemi di perdita dei dati negli ultimi 12 mesi

I

l 57% delle imprese hanno avuto problemi di perdita dei dati negli ultimi 12 mesi; il 70% di chi decide cosa scegliere per il backup non è sicuro che in caso di imprevisti si possa recuperare tutto; questo problema impatta con il 43% di perdita di produttività. Questi in estrema sintesi i risultati di un’indagine compiuta da EMC che sottolinea come i nuovi annunci vadano proprio nella direzione della risoluzione di tali problemi. La società ha infatti presentato nuovi sistemi Data Domain (DD2500, DD4200, DD4500 e DD7200), apparati che vedono quadruplicate le performance rispetto ai modelli precedenti e con scalabilità superiore fino a 27 volte. Gli annunci hanno anche riguardato aggiornamenti della componente software (Avamar 7 e NetWorker 8.1) per fornire” un’offerta di soluzioni di hardware e software backup sempre più connessa e integrata agli ambienti applicativi”, ha

sottolineato Manlio De Benedetto, Presales Manager Backup and Recovery Systems Division di EMC Italia. I nuovi sistemi midrange sono stati progettati per ridurre il TCO dello storage di backup e archivio, “tanto che abbattono il costo per gigabyte fino al 38%”. I sistemi Data Domain supportano il backup diretto da SAP Hana Studio via NFS. Inoltre, il nuovo DD Boost for Oracle Rman supporta Oracle Exadata e SAP su Oracle. Grazie a queste nuove integrazioni, i sistemi Data Domain possono essere utilizzati con ben oltre 20 prodotti per l’archiviazione di file, database, email, SharePoint e gestione dei contenuti. La più piccola tra le nuove macchine, la DD2500, nella configurazione più ridotta – ha spiegato De Benedetto - è posizionata in modo tale da essere molto adatta ai clienti medi; di conseguenza il partner che opera su quella tipologia di clienti è avvantaggiato. Precedentemente c’erano

sistemi o troppo piccoli o troppo grandi, questa consente di partire da 11 terabyte e può crescere fino a 130 aprendo il raggio dei clienti sui quali questo sistema può andare bene, da aziende molto piccole a imprese medio-grandi, specifiche della realtà italiana”. Per quanto riguarda il software, la nuova versione 7 di Avamar e la 8.1 di NetWorker propongono una maggiore integrazione con il Primary Storage “così da comandare la gestione dei salvataggi online degli storage di produzione per tramutarli in una copia di backup”; da qui, secondo De Benedetto, deriva una maggiore ottimizzazione per gli ambienti di virtualizzazione e una grande visibilità per la protezione delle enterprise application e per i loro amministratori. Infatti, grazie ad Avamar 7 gli amministratori di VMware potranno gestire in modalità self service il backup delle macchine virtuali con la certezza che le nuove virtual machine generate erediteranno in automatico le politiche di backup create precedentemente, mentre l’Instant Access di una qualsiasi virtual machine non necessiterà più di restore e “il tempo di recovery del server è garantito sotto i due minuti”.


Digitalic PER SAS

INNOVAZIONE

SAS Visual Analytics, uno strumento a misura di impresa La visualizzazione analitica dei dati permette di fare un salto in avanti nel modo di gestire un’impresa e SAS è il leader in questo settore. a crescita dei dati è una realtà con cui tutte le aziende devono fare i conti. Dietro ogni interrogativo c’è una decisione da cui può dipendere il futuro di un’azienda. La capacità di esplorare enormi volumi di dati, anche per utenti non esperti, offre l’opportunità di sfruttare tutti i big data a disposizione e di estendere il potere della conoscenza a tutte le funzioni aziendali, dal marketing al controllo di gestione fino al risk management. È così possibile portare alla luce nuove opportunità, dare risposte a

problemi complessi e reagire all’evoluzione del mercato in modo rapido e proattivo. SAS Visual Analytics unisce business intelligence e analytics in un unico pacchetto, coniugando la potenza degli High-Performance Analytics con la semplicità di un’interfaccia grafica e intuitiva. SAS Visual Analytics è in grado di adattarsi in modo flessibile a tutte le esigenze del mercato e del business: dal retail alle Telco, dalle utility al finance, dalla PA al Marketing 2.0. Visual Analytics per aziende di ogni settore

La visualizzazione analitica dei dati permette di fare un salto in

avanti nel modo di gestire un’impresa, qualunque sia il settore in cui opera. Manager e decisori hanno accesso istantaneo ai dati e possono così comprendere eventi e trend attraverso una visualizzazione semplice e immediata, che permette di massimizzare i ritorni e contenere le perdite. Ecco alcuni esempi. Nel manufactoring, SAS Visual Analytics consente di analizzare le prestazioni e la manutenzione delle apparecchiature e di identificare i principali driver di costo per migliaia di asset differenti, ma può anche analizzare i reclami in garanzia e identificare potenziali problemi e cause scatenanti. Nel retail, la soluzione SAS permette di analizzare facilmente i risultati di sales e marketing, in modo tale da migliorare le modalità di vendita e aumentare il fatturato. Nelle banche, SAS Visual Analytics consente di navigare i dati del per una migliore gestione dell’esposizione al rischio. Le banche potranno ottimizzare i flussi di liquidità, sia a livello centrale, sia di filiale, sapere quali sono i punti caldi nel portafoglio della banca e misurare in ogni momento quanto il rischio assunto su un’operazione di finanziamento ha prodotto in termini di esposizione, capitale impiegato e ritorno. SAS Visual Analytics nelle assicurazioni consente di tenere elevato il livello di performace, poiché dà la possibilità di esplorare serie storiche di dati per anagrafica e veicolo in modo da rendere evidenti tendenze o correlazioni nascoste. Nelle telco, la Visual Analytics consente agli operatori di analizzare una serie di KPI come l’accessibilità, il tasso di abbandono, i tempi di configurazione delle chiamate e il traffico di processo dei dati. I Visual Analytics di SAS nelle utility consentono di aggregare modelli di consumo energetico attraverso i dati dettagliati provenienti dal rilevamento in tempo reale dei contatori. n


INNOVAZIONE

STARTUP:

IBM PREMIA VIVOCHA di LUCA BASTIA

La società, fondata da Gianluca Ferranti e Federico Pinna, ha sviluppato una piattaforma di Customer Interaction online particolarmente indicata per siti di e-commerce.

I

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Vivocha

analizza il comportamento

online

dei possibili clienti e permette ai siti di e-commerce di interagire con loro utilizzando qualsiasi tecnologia

dal VoIP alla chat

Vivocha è risultata la migliore startup che ha partecipato all’iniziativa Global Enterpreneur Program di IBM, superando le altre tre finaliste Big Data Governance, C2B e Na-If. Vivocha è un’azienda con base a San Francisco, Milano e Cagliari, fondata da Gianluca Ferranti e Federico Pinna. L’idea della nuova società è di offrire una piattaforma di Customer Interaction online che consenta alle aziende di comunicare in modo trasparente con i clienti, utilizzando una qualsiasi combinazione di VoIP, video, chat, call-back audio e strumenti di collaborazione come la navigazione assistita e la condivisione di documenti e moduli. In pratica si tratta di un servizio cloud che affianca i navigatori dei siti di e-commerce con lo scopo di incrementare le percentuali di vendita, creando le condizioni per una “customer experience” ottima-

le, migliorando la produttività delle risorse aziendali e fidelizzando vecchi e nuovi clienti. Grazie alla multimedialità del Web, il cliente finale gode di una molteplicità di canali di accesso alle informazioni relative all’acquisto dei prodotti. Il personale di assistenza può servirsi della chat, del VoIP, della videochiamata o di servizi di call-back in tempo reale o in differita, anche utilizzando numeri telefonici tradizionali. Nel sistema Vivocha c’è una prima componente che studia il comportamento dei navigatori di un sito anche nella fase precedente all’arrivo nella home page aziendale, ripercorrendone le mosse sui motori di ricerca e attraverso i link promozionali e registrandone in seguito il percorso sul sito monitorato (pagine visitate, prodotti visualizzati e così via). Sulla base di tali informazioni entra in funzione la seconda componente di Vivocha, il motore decisionale, che stabilisce quali clienti debbano ricevere

la proposta di assistenza. IBM da sempre opera per sostenere l’innovazione nelle imprese. Con il programma “IBM Global Entrepreneur”, che seleziona e valuta le migliori startup di tutto il mondo, intende riconoscere e promuovere chi ha coraggio, idee e voglia di crescere. IBM inserisce le startup nel suo ecosistema di 121mila business partner e le aiuta a rendere la loro tecnologia pronta per essere introdotta nel mercato. Negli ultimi sei anni, IBM ha accolto più di 1.400 startup nel Global Entrepreneur Program. I precedenti finalisti sono arrivati a generare più di 95 milioni di dollari di finanziamenti da venture capitalist o angel investor, in seguito alla partecipazione agli SmartCamp: una parte essenziale del Global Entrepreneur Program di IBM, che offre agli imprenditori una varietà di modi per far crescere la propria attività, avere accesso ad esperti e tecnologie e, in definitiva, per portare i loro prodotti sul mercato più rapidamente. I professionisti di IBM VC Group lavorano con circa 300 società di venture capital, non solo nella zona della Silicon Valley ma in oltre 30 Paesi, con particolare attenzione a iniziative chiave quali Cloud Computing e Business Analytics. n


Digitalic per TREND MICRO

SICUREZZA

Leader nella tecnologia, ma non solo

Trend Micro: 25 anni per la protezione dei dati Venticinque anni fa i fondatori dell’azienda sono stati ispirati da un’idea: rendere il mondo un luogo sicuro per lo scambio di informazioni digitali. Oggi Trend Micro festeggia con le persone a cui tiene di più: i clienti e i partner.

contatti

TREND MICRO Italy Edison Park Center Viale Edison 110 - Edificio C 20099 Sesto San Giovanni (MI) Italia Telefono: +39 02 925931 Fax: +39 02 92593401 Internet: www.trendmicro.it Twitter: @TrendMicroItaly Facebook: Trend Micro Italia

1988

Steve Chang, Jenny Chang ed Eva Chen fondanoTrend Micro a Los Angeles, California.

1990

Viene presentata la prima soluzione di fascia consumer PC-cillin (ora denominata Titanium).

1991

ServerProtect viene introdotto nel mercato IT aziendale.

1992

L’azienda cresce e sposta la propria sede in Giappone.

1996

Trend Micro presenta Interscan VirusWall e consolida la sua posizione di leadership nel mercato IT aziendale.

1998

Offerta iniziale al pubblico dei titoli azionari: le azioni aprono a 8300 yen, quasi il doppio del prezzo dell’offerta iniziale.

2005

Eva Chen diventa il secondo CEO dell’azienda dopo Steve Chang.

2008

L’azienda festeggia il 20° anniversario e lancia Smart Protection Network, un nuovo approccio alla protezione dei contenuti.

2009

Trend Micro rivoluziona la sicurezza fisica, virtuale e in-the-cloud grazie all’acquisizione di Third Brigade e al lancio di Deep Security.

2010

Trend Micro e il partner VMWare offrono primo anti-malware agentless per desktop e datacenter virtualizzati; IDC elegge Trend Micro a leader mondiale della sicurezza dei server; Technavio proclama Trend Micro leader della sicurezza della virtualizzazione.

2011

Trend Micro viene riconosciuta da VMware come partner tecnologico dell’anno. IDC nomina Trend Micro leader internazionale nella sicurezza server per il secondo anno.

2012

Technavio nomina Trend Micro n. 1 nel mercato globale della sicurezza in-the-cloud. Trend Micro introduce la soluzione Custom Defense per individuare, analizzare, adattare e rispondere alle minacce costanti evolute e agli attacchi mirati. IDC nomina Trend Micro leader internazionale nella sicurezza server per il terzo anno consecutivo.

2013

Trend Micro festeggia il 25° anniversario. Canalys Research nomina Trend Micro n. 1 nella protezione dei contenuti per le piccole imprese.

CARLA TARGA Responsabile Marketing e Comunicazione Trend Micro Italia

Trend Micro è stata nominata l’azienda di protezione dei contenuti n. 1 al mondo per il settore delle piccole imprese nel 2012 da Canalys , un’azienda indipendente di analisi delle tecnologie. “È il secondo anno consecutivo che siamo al vertice nel segmento di mercato che riguarda le piccole imprese con una market share, che supera il 18% – ha sottolineato Carla Targa, responsabile Marketing e Comunicazione di Trend Micro Italia – questa è una conferma della qualità della tecnologia e del giusto approccio al mercato SMB che riguarda non solo gli aspetti tecnici, ma anche la capacità di supporto, la relazione con i partner di canale e le attività marketing. Non c’era modo migliore di festeggiare i 25 anni di attività”.n


LINUX

Vuoi mettere in sicurezza i tuoi clienti e ossigenare la cassaforte della tua azienda?

Il ritorno

di SuSe di Giuseppe Goglio

Dopo una serie di vicissitudini, l’azienda è pronta per tornare a giocare un ruolo da protagonista nel mondo Linux. In primo piano, virtualizzazione e cloud computing.

P

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Per chi sceglie un sistema operativo opensource c’è subito un’altra scelta da fare: quale delle varie distribuzioni sposare, cercando le dovute garanzie in fatto di stabilità, affidabilità, disponibilità nel tempo e capacità di rispondere alle proprie esigenze? “Da vent’anni ormai una buona parte del mercato ci riconosce come distribuzione robusta e affidabile – afferma Gianni Sambiagi di Suse - incontriamo favore soprattutto negli ambienti scientifici e più in generale dove sono richieste grandi prestazioni, spesso su mainframe IBM”. Entrata tempo fa nel mondo Novell, con l’ultimo passaggio societario compiuto dall’azienda tra i protagonisti della crescita del networking, Suse è tornata a brillare di luce propria. “In effetti, in quel periodo il nome è rimasto un po’ oscurato, forse il brand Novell era troppo ingombrante – ammette Sambiagi - ma ora che possiamo agire con la massima indipendenza, siamo tornati a riscuotere maggiore successo”. La conferma arriva da una quota cresciuta del

Da vent’anni SuSE è riconosciuta come una distribuzione robusta di Linux, soprattutto negli ambienti scientifici

30% negli ultimi ventiquattro mesi. Nel momento in cui i confini fisici degli ambienti operativi tendono a volatilizzarsi, la capacità di adeguarsi a ogni realtà si trasforma facilmente in un vantaggio competitivo. “Se parliamo per esempio di virtualizzazione, tecnologia che peraltro rendiamo disponibile dal 2004, non sposiamo alcuna causa, ma semmai lavoriamo con tutti i fornitori principali per garantire l’interoperabilità. In pratica, lasciamo libera scelta e garantiamo un adeguato supporto su ciascuna piattaforma”. n


Digitalic per EPSON

STAMPA

Epson WorkForce Pro: Progettate per il business Una gamma di stampanti e multifunzione inkjet che unisce prestazioni e costi ridottissimi, facilità d’uso e software per la gestione documentale.

contatti

EPSON ITALIA www.epson.it Via M. Viganò De Vizzi, 93/95 20092 Cinisello Balsamo (MI) Tel: +39 02.660321 Fax: +39 02.6123622

l progetto delle inkjet dedicate al business nasce in Epson tre anni fa, con il messaggio “Progettate per il business” e l’obiettivo di realizzare una nuova famiglia di stampanti e multifunzione inkjet per l’ufficio contraddistinte da livelli elevati di risparmio energetico e di economia di esercizio. Senza sacrificare le prestazioni, naturalmente, anzi portando la tecnologia a getto di inchiostro a occupare una fascia di mercato fino ad allora occupata dalle stampanti laser, offrendo le stesse prestazioni alla metà del costo, in termini di gestione. Altri aspetti vincenti sono la maggiore semplicità di utilizzo e manutenzione e la riduzione dei consumi energetici (fino all’80%) e ambientali (carta, inchiostro, componenti da smaltire). Sono state molte le aziende, di tutte le dimensioni, che hanno scelto le stampanti inkjet business Epson

per supportare la propria attività lavorativa. Per esempio Banca Marche, una realtà interregionale con oltre 300 filiali localizzate nel centro Italia: “La scelta delle stampanti a getto d’inchiostro Epson – ha detto Paolo Formiconi, Responsabile del Servizio Processi di Banca delle Marche – è stata guidata dall’affidabilità della tecnologia inkjet per le posizioni rilevanti in azienda. Prima avevamo stampanti consumer, inadeguate alle esigenze di contenimento dei costi, una tutela indispensabile per una società in crescita”. Nella famiglia Epson WorkForce Pro vi sono anche modelli di multifunzione dotati di software per la gestione documentale particolarmente indicati per le esigenze delle microimprese, che in Italia costituiscono la stragrande maggioranza del tessuto produttivo nazionale. Il progetto Digilavorando ha coinvolto cinque piccole aziende italiane (studi professionali e

realtà di servizi o artigianali), dimostrando come sia possibile e facile trasformare in digitale le attività svolte ancora manualmente, ottenendo validi benefici e un risparmio di tempo oltre che di reperibilità e sicurezza delle informazioni. Manifactura, piccola impresa torinese con sede a Chivasso, che progetta e realizza gioielli e bijoux di alta qualità, ha migliorato la gestione amministrativa verificando in concreto quanto fosse semplice ed efficace utilizzare il multifunzione inkjet Epson. “Produciamo mediamente 30-35 documenti amministrativi ogni mese: bolle e fatture che venivano raccolte in forma cartacea all’interno di cartelline – racconta Elena Imberti. – Pensavamo che passare al digitale sarebbe stato complicato e continuavamo a rimandare. Invece fa tutto lo scanner del multifunzione: digitalizza e invia i documenti al computer. A quel punto recuperare un ordine, una bolla o una fattura è questione di attimi e posso anche allegarli a messaggi di posta.” Il futuro della famiglia WorkForce Pro è sempre più nella gestione documentale, grazie anche a nuovi software che l’azienda sta mettendo a punto, e nella stampa gestita, che alleggerisce le aziende da tutta una serie di incombenze e, soprattutto, le mette in grado di avere costi certi per l’attività di stampa. n


DI FEM G M IT E AL E

FASHIONIT

DESIGN

AL FEMMINILE di CECILIA CANTADORE

Moda e design incontrano la tecnologia, dando vita a progetti altamente innovativi e particolarmente attenti allo stile

D 42 La moda influenza la tecnologia e la tecnologia

cambia il modo di comportarsi, ma anche di vestirsi, di vedere. Nascono abiti che si collegano a Facebook e occhiali per vedere molto più della realtà. Progetti spesso ideati dalle donne

Dalla passerella al mondo della tecnologia: questa nuova rubrica vuole essere un angolo in cui riflettere su quanti parallelismi ci siano tra le tendenze in atto nel mondo della moda e del lusso e quelle che sottendono il mercato IT. Forme, colori, trend... ciò che nasce nelle case di moda influisce anche sul mondo dell’Information Technology. Come? Cercheremo insieme di capirne le modalità. In questo numero prendiamo in considerazione le innovazioni tecnologiche “in rosa”. Se è vero che il target femminile è particolarmente seguito dai produttori di tecnologia che creano linee di oggetti e accessori ad hoc, le donne occupano ormai ruoli chiave nel settore. Nell’era in cui il Ceo di Yahoo e quello di IBM sono donne (solo per citare le più famose), il gentil sesso, così come accade nella moda e nel lusso, mette a disposizione il proprio sesto senso per ideare soluzioni e prodotti dall’inconfondibile tocco femminile. Design e high-tech diventano gli ingredienti per creare prodotti esteticamente belli e alla moda. Combinando grandi doti di creatività con conoscenze tecniche e dei materiali,

alcune donne hanno reso gli oggetti tecnologici dei perfetti modelli di stile. Un esempio particolarmente significativo arriva dalla designer americana Jennifer Darmour, che ha ideato una serie di accessori e capi di abbigliamento glamour “tecnologicamente avanzati” a marchio Electricfoxy (www.electricfoxy.com). C’è, ad esempio, Ping (http:// vimeo.com/16527220), un abito in grado di connettersi a Facebook e ai social network in modalità wireless e da qualsiasi punto del mondo, permettendo di aggiornare i propri status e di ricevere e inviare messaggi senza bisogno di cellulari. C’è Zip, cerniera che si connette al lettore mp3 e permette di gestire il volume di ascolto della propria musica: quando si alza la cerniera, per proteggersi dal mondo esterno, il volume sale, viceversa allo scendere della cerniera; c’è Peekiboo, cappellino per bambini che, integrando una piccolissima fotocamera e un sensore che registra l’attività celebrale del piccolo, fotografa ciò che il bimbo guarda con interesse. Le foto vengono trasmesse alla mamma permettendole di guardare il mondo da un altro punto di vista, con gli occhi del proprio figlio. C’è una donna anche dietro a Google Glass. L’industrial

designer Isabelle Olsson è infatti a capo del team legato a questo progetto e il suo obiettivo principale è riuscire a far convivere in questi “occhiali del futuro” fashion e tecnologia. Il compito è trasformarli in un accessorio altamente portabile e di grande stile. La stessa Olsson, nel mostrare un primo prototipo abbastanza ingombrante degli occhiali, pare abbia ironizzato affermando che questi non era altro che un telefono attaccato a una maschera per subacquei. Ora il suo team sta curando l’adattamento dei Google Glass sugli occhiali da vista, le ricerche stanno infatti puntando a trovare migliorie non solo nel design ma anche nel peso e nella vestibilità. n


Digitalic per ALIAS

SICUREZZA

Vasco Data Security e Alias insieme per la sicurezza dei dati ENZO PALUMBO Product Manager Security di Alias

contatti

ALIAS - SEDE OPERATIVA Via Postumia, 21 33100 Udine Tel. 0432 287777 Fax 0432 508305 info@alias.it www.alias.it

Potente e semplice: una password sicura per tutti grazie all’autenticazione degli accessi tramite Token. li apparati e i dispositivi che concorrono a formare il sistema di sicurezza aziendale possono essere paragonati a una catena: la sua forza è determinata dalla resistenza del suo anello più debole: le password statiche sono l’anello debole della catena di sicurezza”, afferma Enzo Palumbo, Product Manager Security di Alias, distributore a valore aggiunto specializzato nell’internetworking e in soluzioni di connettività e security.

ne che consiste nel verificare tutte le soluzioni teoricamente possibili fino a che si trova quella effettivamente corretta), una password di 5 caratteri costruita da un alfabeto a 26 lettere non maiuscole, viene scoperta in meno di 1 minuto. Mentre per trovare una password statica composta da 10 caratteri e costruita con un alfabeto alfanumerico di 96 caratteri, il medesimo attacco impiegherebbe 21 milioni di anni. Ma ricordare una password di tal genere sarebbe quasi impossibile, bisognerebbe scriversela e conservarla nel cassetto…”

Perché sono l’anello più debole?

Qual è la soluzione allora?

“Perché quasi la metà degli utenti utilizza lettere minuscole dalla “a” alla “z” e la maggior parte usa nomi propri o riconducibili alla propria persona, inoltre molti scelgono password statiche non più lunghe di 6 caratteri. Tramite un attacco a forza bruta (cioè un algoritmo di risoluzio-

“Una delle strade da percorrere è l’implementazione della soluzione di Strong Authentication di Vasco. Il concetto principale è il rimpiazzo dell’utilizzo delle password statiche con un meccanismo più sicuro in termini assoluti: un dispositivo fisico che

a richiesta genera una password casuale che può essere utilizzata una sola volta. In un colpo solo si risolvono tutti i problemi intrinsechi all’utilizzo delle password statiche: non sarà più necessario inventare password complesse e difficili da ricordare; si può utilizzare un unico strumento sia per l’accesso da remoto alla rete aziendale che per il login alla postazione di lavoro; nessun rischio dal furto di identità in quanto la password istantanea, anche rubata non può più essere utilizzata. Inoltre il dispositivo di strong authentication di Vasco è estremamente semplice nell’uso”. Cosa protegge la Strong Authentication di Vasco?

“La soluzione di Vasco va a coprire in maniera modulare tutti gli scenari possibili di sostituzione delle password statiche con un meccanismo di autenticazione a due fattori: l’accesso da remoto della forza lavoro mobile alle risorse aziendali mediante delle connessioni VPN (sia IPSec che SSL); l’accesso protetto da Internet al sistema di posta aziendale (Outlook Web Access) o a strumenti di lavoro condivisi (Citrix Web Interface); l’accesso protetto a portali web di E-Commerce piuttosto che a Intranet aziendali; l’accesso sicuro alla propria postazione di lavoro”. Vasco è un’azienda leader nella produzione e offerta di soluzioni e servizi di strong authentication e firma elettronica. Ha una base di clienti di oltre 9.500 aziende in più di 100 paesi, tra cui oltre 1.450 istituzioni finanziarie internazionali. n


SICUREZZA

Un pericolo

chiamato Android di DANIELA SCHICCHI

“Android è il sistema operativo più attaccabile presente oggi sul mercato. Se a Windows ci sono voluti 14 anni per giungere a queste cifre di malware, ad Android ne sono bastati 3.” Trend Micro ha catalogato ben

535.000 App maligne su Android

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L’Italia

è nella top 10 mondiale dei paesi per il

maggior numero di download di App Android

nocive

L

’incontro con Rick Ferguson, global vice president secure research di Trend Micro, è stato uno dei più entusiasmanti di questi ultimi mesi e non solo per la sua personalità eclettica. I dati che ha comunicato sono sconcertanti e disegnano un panorama preoccupante ma anche pieno di opportunità per chi si occupa di sicurezza. I crimini informatici non si arrestano ma, al contrario, continuano a crescere. Tra le ormai diversificate tipologie di reati, Trend Micro ha analizzato e catalogato nei primi tre mesi del 2013 le App per Android contenenti codice maligno: si tratta di ben 535.000 applicazioni. L’Italia è nella top 10 mondiale dei paesi per il maggior numero di download nocivi da Android (al quarto posto dopo Nigeria, Perù e India). Giocando non si impara, ma si rischia: sono migliaia i giochi “fake” (fasulli) e proliferano i siti di phishing per mobile insieme a nuove backdoor. Un elemento emerge chiaro: “Android è il sistema operativo più attaccabile presente oggi sul mercato. Se a Windows ci sono voluti 14 anni per giungere a queste cifre di malware, ad Android

ne sono bastati 3 – ha affermato Rick Ferguson - su questo OS gli utenti non si ritrovano, per esempio, a firmare un contratto con il provider GooglePlay, che diventa solo un facilitatore di servizi non responsabile in prima persona di quanto accade sul suo store. Con l’Apple Store, invece, gli utenti firmano un contratto, forniscono un ID e ogni volta che viene scaricata e/o comprata un’App, il pagamento viene fatto direttamente a Apple che, a sua volta, gira il denaro allo sviluppatore. Tutto questo mette in atto un sistema di sicurezza, inevitabilmente migliore”. Individuando e analizzando il software Android di tutto il mondo, il servizio di Mobile App Reputation di Trend Micro testa in modo dinamico applicazioni, attività malevole, violazioni della privacy e sorgenti sfruttando l’infrastruttura cloud Smart Protection Network. In questo modo il sistema fornisce i rating delle applicazioni mobili in termini di reputation e assegna punteggi rispetto a tre aree distinte: maliciousness, resource utilization e privacy. Lo sfruttamento, da parte dei criminali informatici, delle vulnerabilità mobile connesse anche dall’utilizzo di questi dispositivi in ambito lavorati-

vo (BYOD), insieme al rapido incremento degli attacchi mirati difficili da individuare, fa crescere l’esigenza di proteggere i dati anche negli ambienti virtuali, in-the-cloud e mobili, fattore chiave dell’approccio proposto da Trend Micro. Una risposta efficace, per tutelare tutti i dispositivi mobile che installano OS Android, è sicuramente Mobile Security Personal Edition. Il sistema è in grado, infatti, di bloccare App malevole prima che queste riescano a raggiungere il proprio dispositivo (tablet, smartphone). MSPE dispone di un sistema antivirus, antispyware, bakcup e di protezione della privacy in ambiente social. Identifica le App dannose, i siti fake e chiunque tenti di rubare informazioni personali. Mobile Security Personal Edition è ottimizzato grazie all’utilizzo della tecnologia Mobile App Reputation di Trend Micro nel cloud. n



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FEMME DIGITALE Le 15 donne più influenti nel mondo della tecnologia di FRANCESCO MARINO

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S Sono 15, sono brave e sono ai vertici del mondo high-tech Digitalic ha selezionato le donne più influenti nel mondo della tecnologia e ve le propone in questa classifica. Sono le “Femme Digitale” che si sono affermate senza aver paura di difendere le proprie idee, senza timori, hanno solcato con passo sicuro le strade del successo. Hanno lottato, si sono fatte valere, non hanno avuto paura di mettersi alla guida di imprese difficili, a volte giudicate impossibili dai maschi che le avevano precedute. Queste donne sono la dimostrazione che anche il mondo della tecnologia sta cambiando rapidamente. In un panorama ampiamente dominato dai maschi, soprattutto nelle figure di vertice, queste sono le 15 donne più influenti e di successo nel mondo hi-tech.


Anche grazie all’esplosione del fenomeno start-up (spesso fondate da donne) sono emersi nuovi talenti, molte hanno trovato la propria via nel mondo della tecnologia senza imitare i modelli maschili e quando hanno avuto successo lo hanno raggiungono rapidamente e a livello planetario.

È nata così una nuova generazione di manager e imprenditrici, arruolate da aziende solide e affermate oppure in prima linea con le proprie aziende.

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Anche la struttura più aperta dei nuovi grandi player del mercato (da Facebook a Google) ha aiutato l’emergere di figure femminili di spicco come Marisssa Mayer o Sheryl Sandberg.

Qui trovate le 15 donne più influenti nel mondo della tecnologia, le 15 FEMME DIGITALE. La classifica nasce da un’elaborazione di Digitalic basata su varie fonti come: “The 9 Most Influential Women In Tech” del motore di ricerca PeekYou; “10 most powerful women in tech” di Carolyn Leighton; “The 40 hottest women in tech” proposto da Complex.com; “50 women in business you must follow on Twitter” di Lisa Cherry (Birds of the blog) e l’annuale WITI “Hall of Fame” realizzato da Women in Technology International. n

Marissa Mayer

Sheryl Sandberg

Virginia “Ginni” M. Rometty

38 anni, Ceo di Yahoo! m @marissamayer

43 anni, Chief operating officer di Facebook m @sherylsandberg

55 anni, presidente e Ceo di IBM m @GinniRometty

È indubbiamente la donna più in vista nel mondo digitale; dopo essere stata il primo ingegnere donna assunto da Google, è stata poi nominata vice-presidente. È chiamata da Yahoo a risollevare le sorti della società. Sta facendo molto prendendo decisioni forti: ha eliminato il lavoro da casa, bollandolo come poco produttivo; ha rivoluzionato il servizio più importante di Yahoo, ovvero la mail; ha stretto un’alleanza strategica con Apple. Viene criticata e amata, ma indubbiamente con lei Yahoo è tornata al centro del mercato. Ora ha iniziato anche una campagna di acquisizioni da primato.

È la figura centrale di Facebook, almeno della sua operatività, visto che a lei fanno capo le vendite, il marketing, le risorse umane, lo sviluppo e le comunicazioni. Il suo compito principale è quello di riuscire a monetizzare il più grande social network del mondo, continuando ad avere utenti felici e coinvolti. La Sandberg è arrivata in Facebook nel 2008 (proveniva da Google). È stata a capo dello staff del dipartimento americano del tesoro ed economista per la “World Bank”. Il suo stipendio è da capogiro: 30 milioni di dollari netti. È tra le più impegnate nel garantire alle donne tutte le possibilità di carriera all’interno di Facebook.

È la prima donna a capo di IBM e ricopre questa posizione dal 1º gennaio 2012, dopo aver lavorato per 31 anni in IBM. Prima di essere nominata amministratore delegato, la Rometty ha occupato le posizioni di Senior vice president e Group executive vendita, marketing e strategia per IBM. La rivista Fortune l’ha classificata tra le 10 donne in carriera più influenti al mondo per sette anni consecutivi, posizionandola al settimo posto nel 2011. Guida una delle aziende simbolo nel mondo tecnologico, impegnata in un continuo rinnovamento, con lei Big Blue ha puntato ancora di più sul software, big data e social business.


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FABIOLA GIANOTTI

53 ANNI, Direttore dell’esperimento ATLAS al Large Hadron Collider presso il CERN

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Guida quello che è considerato il più grande esperimento scientifico mai realizzato: Atlas a cui collaborano 3.000 studiosi. È stata lei a presentare al mondo la prova dell’esistenza del Bosone di Higgs, “la particella di Dio”. Si è laureata in fisica sub-nucleare presso l’Università degli Studi di Milano, dove ha conseguito poi il dottorato di ricerca nel 1989. È entrata al Cern nel 1985 ed ha guidato Atlas dal 1999 al 2003, ha ripreso la carica nel 2009 eletta dai propri colleghi. Il Time l’ha indicata al quinto posto nella classifica “La persona dell’anno” nel 2012 (al primo posto c’era Barak Obama). È l’orgoglio della comunità scientifica e tecnologica italiana.

Cher Wang

Ursula Burns

Alisa Chumachenko

54 anni, co-fondatrice e presidente di HTC

54 anni, Ceo e presidente di Xerox

34 anni, fondatrice e Ceo di Game Insight International. m @Neudachnica

Soprannominata “l’orgoglio di Taiwan” Cher Wang non solo ha fondato HTC ma anche Via tecnologies (che produce chip). È stata l’artefice dell’internazionalizzazione di HTC che ha portato la società a diventare uno dei partner fondamentali per Goggle e Microsoft. Nel 2012 ha ottenuto la posizione n. 56 nella “Top 100 Women” di Forbes. Cher Wang non è solo un’imprenditrice di successo, ma anche una filantropa. È rimasta nella storia la sua donazione da 28,1 milioni di dollari a favore del Guizhou Forerunner College, una scuola nel sud della Cina realizzata da Via Technologies.

Ursula Burns è entrata in Xerox con una internship nel 1980. Nel 1981 è stata confermata. Lei, figlia di immigrati panamensi, ha stabilito vari record: è stata, per esempio, la prima donna afroamericana ad entrare nella classifica di Fortune 500. Nella vita ha studiato e lottato per arrivare dove è oggi. È diventata Ceo di Xerox nel 2009 e ha dovuto affrontare un profondo cambiamento e una dolorosa ristrutturazione della società. È stata l’artefice della più grande acquisizione mai effettuata da Xerox: quella di Affiliated Computer Services valsa 6,4 miliardi di dollari.

È la regina dei videogame social. Ha fondato la sua azienda a Mosca nel 2010 e da allora ha inanellato una serie di successi nel mondo del gaming mobile per iOs e Android e anche sui social. In particolare Game Insight International è tra i leader nei giochi gratuiti, il più famoso è Paradise Island, ma sono più di 30 i free-to-paly attualmente nel portafoglio. In pochi anni Alisa ha costruito un piccolo impero con 400 dipendenti, partendo dalla Russia e non dalla Silicon Valley, ma ha conquistato tutti. Ha studiato alla Russian Academy of Theatre Art.


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CATERINA FAKE

Safra Ada Catz

42 anni, fondatrice di Flickr e Hunch m@Caterina

51 anni, presidente e CFO di Oracle

È considerata (insieme al marito) una delle personalità che hanno creato il Web 2.0 con il lancio di Flickr, il sito che in brevissimo tempo è diventato il primo servizio di photosharing al mondo, acquisto nel 2005 (ad appena un anno dal lancio) da Yahoo. Ma Caterina (padre americano e madre filippina) non si è fermata e ha fondato Hunch un sito che misura i “gusti di Internet” monitorando l’attività di ogni utente in relazione a particolari entità. Anche questo sito è stato acquisito da uno dei grandi del Web: eBay. Le sue idee hanno avuto grande successo in pochissimo tempo, tutti aspettano le sue nuove “illuminazioni”.

Nata in Israele si è poi trasferita negli USA, con la famiglia, all’età di 6 anni. Secondo CNNMoney, la Catz è la donna più pagata al mondo con 42 milioni di dollari all’anno, secondo altre fonti il suo stipendio arriverebbe addirittura a 51 milioni di dollari. Dopo una carriera nelle principali banche americane è entrata in Oracle nel 1999 diventando prima uno dei membri del board of directors e poi presidente, nel 2004. È considerata la fautrice dell’acquisizione di PeopleSoft (2005) per un valore di 10,3 miliardi di dollari. Fortune e Forbes l’hanno inclusa diverse volta nella lista delle donne più potenti del mondo.

Jade Raymond

Meg Whitman

37 anni, general manager Ubisoft Toronto m@ubitorontomngr

56 anni, presidente e Ceo di HP m @MegWhitman

Laureata in Computer Science è diventa famosa come inviata speciale dell’emittente G4, canale televisivo dedicato alla tecnologia. Si è affermata nel mondo high-tech soprattutto per essere stata la producer di “Assansin’s Creed” uno dei videogame di maggior successo di sempre. È una programmatrice e il suo primo lavoro è stato alla Sony dove ha collaborato alla realizzazione di Jeoaprdy e Trivial Pursuit, in versione digitale. È considerata la più bella donna del campo dell’ICT. Sostiene con passione l’associazione no-profit “Love” a cui dedica parte del suo tempo.

È nata Long Island, New York, e si laureata alla Princeton University e poi alla Harvard Business School. È stata uno dei dirigenti della The Walt Disney Company negli anni ’80 per poi passare alla DreamWorks. La Whitman è stata anche presidente e Ceo di eBay per 10 anni: dal 1998 al 2008 che sono stati gli anni d’oro di eBay con un’espansione mirabolante: da 4 milioni a 8 miliardi di fatturato. È una delle persone più ricche della California e si era anche candidata alla poltrona di Governatore per i repubblicani, perdendo poi le elezioni. Oggi dirige una delle più importanti società del mondo IT.


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Mitchell Baker

MARGARET PEGGY JOHNSON

56 anni, presidente della Mozilla Foundation m @MitchellBaker

49 anni, Vice presidente esecutivo di Qualcomm Technologies m @JohnsonPeggy1

Californiana di Oakland, si è laureata in studi asiatici alla Berkley University per poi specializzarsi in diritto. È stata una delle prime persone assunte da Netscape nel 1994, il primo browser grafico, nel reparto legale. È stata coinvolta da subito nel progetto Mozilla ed ha personalmente scritto la Mozilla Public License, uno degli esempi più brillanti e dettagliati di licenza pubblica d’uso di un software. Nel 1999 viene nominata Chief Lizard Wrangler ovvero general manager di mozzilla.org. Diventa presidente della Mozilla Foundation nel 2003 (ruolo che ricopre ancora oggi), e anche Ceo di Mozilla corporation fino al 2009.

Peggy Johnson è la responsabile della commercializzazione delle nuove idee di Qualcomm, è anche a capo dei Qualcomm Labs, l’incubatore che sviluppa nuove soluzioni e analizza le emergenti nicchie di mercato. Sotto la sua guida Qualcomm ha sviluppato e lanciato la piattaforma “Brew” ovvero il primo App Store al mondo, in cui gli sviluppatori potevano finalmente monetizzare il proprio lavoro. La sua idea ha dato poi vita agli App Store più famosi creando un ecosistema da oltre 3 miliardi di dollari all’anno. È entrata in Qualcomm ad appena 23 anni, come ingegnere software, dopo aver lavorato per l’esercito americano.

Gwynne Shotwell

48 anni Presidente di SpaceX m @SpaceX

È la donna dello spazio. Gwynne Shotwell è presidente della Space Exploration Technologies Corporation (SpaceX) fondata da Elon Musk con il sogno di far viaggiare le persone nello spazio. Già oggi SpaceX produce e lancia i razzi spaziali più avanzati per il trasporto di satelliti e rifornimenti verso la stazione spaziale internazionale. Gwynne Shotwell è la responsabile di tutte le attività dell’azienda. È arrivata alla SpaceX nel 2002 e sotto la sua guida è decollato (è proprio in caso di dirlo) il progetto Falcon che ha portato a oltre 40 lanci e un fatturato di 3 miliardi di dollari. È laureata alla Northwestern University in ingegneria meccanica e in Matematica applicata.

Katie Jacobs Stanton 43 anni, responsabile delle strategie internazionali di Twitter m @katies

Il suo compito è fare in modo che il Mondo (non solo gli Stati Uniti) Twitti, e ci sta riuscendo molto bene dato che oggi il 70% di tutti i “cinguettii” ha origine fuori dagli USA . In più un quinto di tutti i capi di stato è sul social network. Con il suo contributo Twitter è diventata una delle fonti più improntati dell’informazione alternativa ed ha ispirato molti movimenti di rinnovamento nelle nazioni del mondo, come la Primavera Araba. Ha lavorato per il Dipartimento di Stato Americano e a stretto contatto con Hilary Clinton. È laureata in Affari Interazionali alla Columbia University.



FEMME DIGITALE

Le donne italiane

dell’innovazione di Francesco Marino

Una lista, non una classifica. Digitalic segnala alcune delle donne che hanno avuto successo nel complicato mondo della tecnologia, con una promessa torneremo a raccontavi nel dettaglio le loro storie.

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Q

uesta non è una classifica, non è una hit-parade. Abbiamo solo cercato di segnalare alcuni talenti femminili del settore dell’innovazione, della tecnologia, dell’informatica. Ci siamo basati sulla carriera e soprattutto sull’opinione di altre donne che ci hanno segnalato le figure che sono per loro di ispirazione. La lista di Digitalic delle “Donne Brillanti dell’innovazione” verrà aggiornata continuamente per cui segnalateci le figure che non sono state inserite in questa prima puntata. Non si tratta di un mero elenco, dietro a questi volti, a questi nomi, ci sono storie e idee. Nel corso dell’anno Digitalic pubblicherà le interviste a queste persone straordinarie per raccontare come si può riuscire a farsi strada in un mondo complesso come quello dell’innovazione. n

Luisa Arienti

Silvia Candiani

È alla guida di uno dei giganti del software dall’ottobre del 2012. Prima ha ricoperto incarichi importanti in Oracle. tinyurl.com/mez2b9s

Al vertice di Microsoft dal 2011 è la responsabile delle operazioni vitali per il colosso del software: dallo sviluppo dei nuovi business alla strategia marketing. tinyurl.com/kadvd2f

Amministratore Delegato di Sap Italia.

Paola Bonomo

Direttore Marketing & operations di Microsoft Italia

Marina Elvira Calderone

Head of online services di Vodafone Italia

Presidente Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro

Bruna Bottesi

Maria Cristina Farioli

Manager di successo e profonda conoscitrice della Rete. Gestisce anche un seguitissimo blog livepaola. blogspot.it/ su Twitter (@livePaola) è una star. Le sue opinioni non sono mai banali.

Country manager di NetApp

È stata vicepresidente e General manager della disizione imaging & printing di HP. La sua determinazione e la sua capacità di conciliare lavoro e famiglia sono stati d’ispirazione per molte donne manager. tinyurl.com/mx4xbel

Imprenditrice di successo è anche Presidente Nazionale del Comitato Unitario degli ordini e dei collegi professionali. Da sempre impegnata nell’innovazione delle Professioni e nella valorizzazione del ruolo delle donne. http://tinyurl.com/o4zwn3g

Direttore Marketing, Comunicazioni & Citizenship IBM Italia

È un punto di riferimento nel settore tecnologico, a lei oggi fanno capo tutte le attività marketing e comunicazione di IBM, ma anche quelle legate alle Smart Cities. tinyurl.com/mohznze


Emanuela Sferco

Direttore Marketing SAS Italia

Gabriella Franzini

CEO, azionista e co-fondatore di EidosMedia

La sua azienda produce le soluzioni software utilizzate dai più grandi giornali del mondo. Dal 1999 esporta la tecnologia italiana nelle più prestigiose redazioni del mondo. tinyurl.com/m4y2o6d

Daniela Intravaia

Direttore Generale a capo della Direzione Sistemi Informativi del Ministero della Giustizia

È la responsabile per tutta l’informatizzazione della Giustizia, cioè per gli Uffici giudiziari, penitenziari, minorili, ministeriali in genere. Porta la innovazione in uno dei settori pubblici dove serve di più con un approccio inedito. tinyurl.com/mpcmzx5

Ida Setti

Sales & Marketing Director della divisione consumer di Symantec Italia

Ricopre questo ruolo dal 2010, sotto la sua guida la società ha lanciato iniziative di grande successo come il SAS Forum, uno degli appuntamenti imperdibili per chi lavora nel mondo della tecnologia. tinyurl.com/k3lajo7

Dieci anni di carriera in Symantec, oggi è responsabile sia del marketing che delle vendite per la linea Norton. Ha ricoperto ruoli di prestigio anche in Samsung e Xerox. tinyurl.com/mvvaxtd

Carla Targa

Marketing e Communication manager di Trend Micro

È stata responsabile Marketing di Apple, ha sempre portato l’innovazione (non solo tecnologica) nelle aziende con le quali ha collaborato. Nel 2012 le è stato attribuito il secondo posto al prestigioso premio “Donna Comunicazione Azienda”. tinyurl.com/kqb2ya2

Valentina Morigi

Fondatrice e Ceo di TraveLinkin

Dopo un’esperienza a Houston, negli USA, ha fondato TraveLinkin.com un sito per rendere più redditizi i viaggi di lavoro. Si possono prenotare gli spostamenti ma anche incontrare i propri contatti di LinkedIN durante il viaggio. www.travelinkin.com

Layla Pavone

Piera Nathalie Salco

Una pioniera del Web che è stata anche presidente di IAB (di cui è tutt’ora presidente onorario) ha ricevuto vari premi e riconoscimenti per la sua carriera. tinyurl.com/n8db2d2

A 26 anni ha inventato una piattaforma online per l’archiviazione dei documenti. Dal web si possono anche prendere appunti sui file archiviati, condividerli o farli restare privati . www.moku.io.

Managing director di Isobar Communications e presidente della Consulta digitale di Assocomunicazione.

Fondatrice di Moku

Ilaria Zampori

Managing Director di QUISMA

Giovanissima, guida l’agenzia di performance marketing parte di GorupM. Dopo un’esperienza a New York (in DoubleClik) tinyurl.com/lkoasu3

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FEMME DIGITALE

Il mestiere di essere

donna a cura della redazione

Fare carriera seguendo le proprie passioni, conciliare il lavoro e la famiglia, confrontarsi con aziende dirette spesso da uomini. La strada delle donne verso l’affermazione è ancora piena di ostacoli, anche nel mondo dell’innovazione. 60

A

bbiamo chiesto ad alcune tra le più affermate figure nel mondo dell’innovazione - blogger, social media manager, fotografe, giornaliste, esperte di pubblicità online - il loro parere sul mondo femminile e la carriera. Essere una donna procura vantaggi o svantaggi nel mondo del lavoro? Sarebbe stata più facile la loro carriera nei panni di un uomo? Questi sono gli interrogativi che si sono poste; di seguito le loro risposte e un regalo: ciascuna segnala tre donne da seguire su Twitter. n

Ogni persona fa la differenza, a suo modo

Vantaggi competitivi?

Gli orari, le fazioni e un po’ di dolcezza

di Antonella Tagliabue CRS director di Un-Guru

di Elena Moriondo m @badralbudur Esperta di pubblicità Online, giornalista

Faccio un lavoro che mi permette di progettare cose nuove e molto spesso anche di scegliere le persone con le quali realizzarle. Ma so bene che per moltissime persone essere donna è ancora oggi un fattore di svantaggio, soprattutto in termini di accesso a posizioni di vera leadership. Credo fermamente che ogni persona possa fare la differenza, ognuna a modo suo. Per troppo tempo in ambito professionale le donne hanno cercato di essere “uguali” agli uomini, e spesso la differenza è stata percepita come una contrapposizione. Ma le cose stanno cambiando e molte delle donne che incontro per lavoro hanno la volontà e la determinazione di fare la differenza, anche in quanto donne. Non so misurare se e quanto la mia carriera sarebbe stata più facile da uomo, probabilmente sarebbe stato meno gravoso l’onere della prova di essere brava. Ma so per certo che in molti ambiti il pregiudizio, anche inespresso o inconsapevole, nei confronti delle donne c’è, eccome, e che si può ancora dire che per gli uomini sia più facile.

Una compagnia aerea indiana ha deciso di assumere solo donne. La motivazione è tanto singolare quanto banale: le donne pesano meno degli uomini e gli aerei possono così ottimizzare il consumo di carburante. Si tratta però di un vero vantaggio competitivo per il gentil sesso o è l’ennesima prova delle differenze tra donne e uomini nel mondo del lavoro che rischia di sfociare in un leggero sessismo? Fatto sta che, in generale, il genere rimane una discriminante oggettiva nella vita professionale. Le donne, tanto per fare un esempio, se escono dal seminato dei lavori tipicamente femminili, devono fare sforzi maggiori per affermare le proprie competenze. Inoltre sulla loro testa è sospesa la “spada di Damocle” della maternità che, a un certo punto, le porterà per cause di forza maggiore a stare lontano dal lavoro per un lungo periodo. E chissà se al ritorno poi ritroveranno la propria scrivania. Nonostante viviamo in una società avanzata, nel terzo millennio, dire che una donna si affermi professionalmente per quello che vale rimane ancora in molti casi un postulato a cui mirare. E difficilmente sarà il caso delle hostess indiane, valutate positivamente solo per il peso delle proprie membra.

Sono fotografa, scrivo di arte e fotografia e faccio la… “badante”. Nel senso che lavoro nella segreteria di un quotidiano nazionale, perno di tutta la struttura e luogo dove si catalizzano molti dei problemi di redazione, compresa la gestione delle esigenze di un direttore. Scherzi sulle badanti a parte, l’ambiente che frequento è decisamente molto maschilista. Essere una donna dove sto io non è e non sarà mai un vantaggio, tranne forse per qualche raccomandata. Primo problema sono gli orari: per una ragazza non è semplice e neanche sicuro chiudere la giornata di lavoro dopo mezzanotte nel centro di una Milano deserta. A me capita spesso, perché in un quotidiano le lavorazioni delle pagine vanno dal tardo pomeriggio alla sera. I maschi sono in maggioranza numerica, altro motivo di penalizzazione, e fanno comunella. Il nostro vantaggio è forse quello di riuscire a sdrammatizzare e trattare tutti con dolcezza, chiave che apre ancora qualche porta in questa società sempre più dura e cattiva. Questo biglietto da visita, unito a un elevato grado di sensibilità che (nel bene e nel male) mi caratterizza, mi ha aiutata molto anche per la mia attività di fotografa e ritrattista, mestiere che comporta un’apertura verso gli altri.

Tre donne da seguire su Twitter

Tre donne da seguire su Twitter

Tre donne da seguire su Twitter

Stacey Mulcahy

Maria Popova

Simona Colombo

@RealWomenofSTEM, ha scritto toafuturewomanintech.com

Fabiola Gianotti

@FabiolaGianotti ricercatrice CERN

Anna Masera

@annamaser giornalista de La Stampa, non è mai banale

@brainpicker da New York scrive il suo blog brainpickings.com

Yoani Sanchez

@yoanisanchez, è la blogger del celeberrimo Generazione Y

Francesca Borri

@francescaborri, reporter di guerra freelance

di Barbara Silbe m @lasilbe Giornalista e fotografa

@simonacolombo, marketing manager

Barbara Selis

@piparula illustratrice e grafica da noi intervistata in queste pagine

Elisa D’Ospina

@ElisaDospina, modella e giornalista che scrive di donne su Vogue.it


NUOVO ANNO CE

RT 20 IFICA 12 TO

DIGITALIC è UNA RIVISTA CERTIFICATA DA CSST. UNA GARANZIA PER TUTTI I NOSTRI PARTNER.


Una perdita di tempo di Rossella RasulO m@rossellarasulo Scrittrice, giornalista, appassionata di fotografia

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Non credo che essere una donna possa fare la differenza quando si parla di risultati o di traguardi professionali visto che passata la selezione è il nostro lavoro a parlare per noi. Ma può fare la differenza quando si tratta di essere scelti o meno per un progetto. È il processo iniziale a essere diverso per uomini e donne, e resto convinta di questo meccanismo basandomi sulla mia esperienza personale. In alcuni casi mi è capitato di essere stata scelta prima per il mio aspetto e poi per le mie capacità, quando il mio aspetto dovrebbe essere del tutto irrilevante. E spesso ho dovuto arginare quei fastidi generati dal classico “con chi sarà andata a letto?” Dubito che un uomo perda tempo con questioni del genere. È un dato di fatto che al giorno d’oggi esistano società e posizioni per cui un uomo viene preferito a una donna e viceversa. Purtroppo fa parte di un retaggio culturale che necessita di altro tempo per essere smantellato completamente.

Gli uomini non sono pronti

Il potere (d’acquisto) delle donne

Non siamo multitasking

di Monica Silva m@monicasilva2010 Fotografa, guru del ritratto

di ELENA VERONESI m@elenaveronesi Direttore creativo di “Creative Park”

di Domitilla Ferrari m@domitilla Social Media Strategist, blogger, TwitStar

Tre donne da seguire su Twitter

Il mondo è in gran parte gestito dagli uomini, o almeno questa è la credenza diffusa. E l’uomo si sente cacciatore, questo dà un piccolo vantaggio alle donne che possono farsi ascoltare, almeno per provare ad imporre le proprie idee, i proprio valori, far notare le proprie capacità. Lo svantaggio è che se l’interlocutore ha una sola “idea” in testa si rischia di pagare nel lavoro il rifiuto di essere usate. Nel mio lavoro di fotografa forse essere uomo è un vantaggio, soprattutto perché la società ha ancora un’idea sbagliata della donna: fragile e inadatta a svolgere certi ruoli. Tanto per fare esempi spiccioli nella fotografia tutta l’attrezzatura è fatta per la struttura fisica di un maschio, le macchine sono pesanti e le attrezzature scomode da trasportare e non ci sono borse o abiti femminili per svolgere questo lavoro. Nessun direttore poi pensa subito ad una donna per lavori dal fronte di guerra, per esempio. Chi vuole fare questo mestiere deve fare i conti con il fatto che nel settore ci sono tre volte più maschi che donne. Spesso il lavoro bisogna procurarselo da sole. Non vorrei generalizzare, ma quasi in tutti i settori la componente maschile è troppo alta e non ancora pronta a dare spazio alla donna.

Marina Catucci

Tre donne da seguire su Twitter

@marina_catucci http://www.besamemucho. it/ sulla violenza sulle donne

Futura Pagano

@futurapagano, bella, forte, giovane e intraprendente Licia Troisi

@licia_t scrittrice che non mette alcun filtro tra lei e i suoi fan

Lia Celi

@LiaCeli provare per credere

Raggiungeremo la parità il giorno in cui non faremo più distinzioni di genere. Non solo sul lavoro. Le donne non sono multitasking, come gli uomini non sono più affidabili e, per iniziare, smettiamo di dire che solo noi riusciamo a far tutto, a conciliare famiglia e lavoro, ma educhiamo (meglio) i figli maschi, mariti e compagni a impegnarsi in casa come nel lavoro e le donne a chiedere. Non solo aiuto. Essere una donna non è un vantaggio, come non dev’essere considerato uno svantaggio. Si diventa genitori, non si diventa mamma o papà. Purtroppo, però, si va solo in maternità perché non è ancora riconosciuto un congedo parentale equivalente per i papà.

Tre donne da seguire su Twitter

Maria Popova

@brainpicker, un’Indiana Jones in gonnella alla ricerca di ispirazioni fantasiose, opere d’arte e fonti di creatività.

Luisa Carrada Giovanna Gallo

@luisacarrada, sempre preziose e utili le sue pillole di copywrinting.

Chiara Cecilia Maria

Nancy Duarte

@Gioska23, dolce, tenace e lungimirante

@machedavvero, da anni fa tendenza sui social

Tre donne da seguire su Twitter

@nancyduarte, una fonte inesauribile di spunti per comunicare al meglio

Francesca Parviero

@fparviero

Valentina Divitini

@ipathia

Lia Celi

@liaceli



DI FEM G M IT E AL E

MANAGEMENT

GABRIELLA GRIGNOLIO

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Docente del corso di Informatica per l’economia presso l’Università Luigi Bocconi e socia fondatrice dell’Associazione Donne e Tecnologie è autore del libro Informatica per l’economia, con Dario Boschetti, Alberto Clerici, Maurizio De Pra, Alessandro Rezzani, Gianluca Salviotti e Marco Sampietro, edito da Tools Egea. Il volume fornisce un’introduzione ai temi più rilevanti dell’Information and Communication Technology, attraverso una panoramica ad ampio spettro che inizia dai sistemi informativi aziendali per arrivare agli strumenti di presentazione, passando per il Web 2.0, i database, il software collaborativo e i fogli elettronici.

donne e tecnologie un’associazione di idee

Q

uesta è una storia, quella dell’associazione “Donne e Tecnologie”. All’inizio del 2008 invito in Bocconi la mia amica Gianna Martinengo per coinvolgerla nel partecipare al World Computer Congress, un importante evento a cadenza biennale che stavo organizzando insieme ad Aica (Associazione Italiana per l’Informatica ed il Calcolo Automatico, www. aicanet.it ), che chiama a raccolta tutti i principali esponenti mondiali della ricerca e dello sviluppo tecnologico e applicativo nel campo dell’Ict; in quell’occasione Gianna mi disse: “Gabriella ho un’idea in testa …vorrei creare qualcosa che parli di Donne, di Tecnologia, di Innovazione, insomma di noi che da tanti anni ci crediamo ed avrei bisogno di una vetrina internazionale…”, siamo partite. Nel settembre 2008, proprio al World Computer Congress, a Milano viene svolta la prima

Women & Technologies

promuove continui momenti di incontri e scambio di esperienze e competenze negli ambiti

della tecnologia, ricerca e innovazione

conferenza internazionale Women&Technologies 20082015 principale evento dell’associazione Donne e Tecnologie che nasce ufficialmente nel 2009 su iniziativa di Gianna Martinengo , con l’obiettivo di promuovere il contributo delle donne come creatrici e produttrici di tecnologie e protagoniste dell’innovazione (da: www. donnetecnologie.org ). L’Associazione promuove continui momenti di incontri e scambio di esperienze e competenze negli ambiti della tecnologia, ricerca e innovazione valorizzando le sinergie di un network in continua crescita (il portale womentech. eu nei soli primi sei mesi del 2013 ha avuto oltre 8.000 visite da più di 75 nazioni); sviluppa progetti per valorizzare l’apporto femminile alla ricerca scientifica ed all’innovazione, formare ed orientare i giovani mestieri del futuro; proprio in quest’ultimo campo una delle iniziative ricorrenti dell’associazione è FutureCamp Europe: Job projects for young


people. FutureCamp Europe è una serie di eventi, rivolti a giovani, docenti e genitori interessati a scoprire e capire come addentrarsi e orientarsi nei settori professionali emergenti in Europa nel prossimo futuro. Raccontando la storia di Donne e Tecnologie ho raccontato un po’ la storia della mia vita professionale formata da due parole chiave: formazione e tecnologia; mi sono laureata a 22 anni in matematica e sono una delle prime donne a fare la sistemista (30 anni fa ero l’unica donna del team…) in Hewlett Packard; da quasi 20 faccio “la prof” in Università Bocconi e sono responsabile della formazione in ITG (International Technology Group, www.itgbox.it), formazione mirata a “trasmet-

+

tere” e quindi finalizzata ad una certificazione per cui ho appoggiato e collaborato, fin dall’inizio al progetto ECDL (European Computer Driving Licence) nella sua totalità. Vorrei concludere con un piccolo estratto dalla presentazione riguardo l’evento principale dell’associazione: la Conferenza Internazionale Women&Technologies: Ciò che crea innovazione sono, non solo le tecnologie, ma le persone, con la loro capacità di concepire diversamente i problemi e di identificare nuovi obiettivi. La conferenza intende inoltre fare emergere il contributo specifico delle donne a questo approccio per il progresso : le donne hanno dimostrato non solo di essere attente fruitrici

di tecnologie, esprimendo una notevole saggezza e creatività nell’adattarle al loro sistema di relazioni sociali e all’esigenza della sostenibilità, ma anche di saper dare un contributo sempre maggiore alla creazione di tecnologie e all’introduzione di innovazioni. E’ fondamentale quindi che aumenti il numero di donne che considerino le tecnologie, qualunque professione abbiano scelto, come terreno e opportunità intorno a cui sviluppare creatività e innovazione… e con queste parole vorrei invitare tutti i lettori (Uomini e Donne) alla prossima edizione della conferenza: Women&Technologies: e-Nutrition che si terrà a alla Camera di Commercio di Milano il 5 novembre 2013, (http://www.womentech.eu/).

RISORSE 1

FutureCamp Europe

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L’associazione

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Gianna Martinengo

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Oltre 250 persone, lo scorso 6 maggio, hanno gremito la Sala Consiglio di Palazzo Isimbardi a Milano per Future Camp Europe: job projects for young people, l’incontro interattivo, ideato e organizzato dall’Associazione Donne e Tecnologie, rivolto a giovani, genitori e docenti interessati a scoprire e capire come addentrarsi e orientarsi nei settori professionali emergenti in Europa. Focus del dibattito, che ha visto la partecipazione attiva anche di rappresentanti delle opportunità occupazionali offerta dai mercati della Sostenibilità Ambientale, dei Nuovi materiali, della Nutrizione e dell’Informatica Musicale, attraverso le esperienze e competenze di imprenditori, docenti e ricercatori.

Per conoscere le attività di “Donne e Tecnologie” e vedere i contributi delle donne più influenti nel mondo della tecnologia si può visitare il sito http:// www.womentech.eu. Un’intera sezione è dedicata ai contributi video realizzati in occasione delle varie conferenze. Si può anche interagire con le altre donne tecnologiche attraverso il blog.

È un’imprenditrice che dopo gli studi universitari a Milano in Bocconi e Cattolica fa esperienzaia presso la Stanford University e la C.C.C Palo Alto, California. Tra le numerose attività internazionali quella di rappresentante italiano per le PMI alla Commissione Europea. È stata rieletta nel Collegio dei Probiviri di Assolombarda – Confindustria dove ha ricoperto numerose cariche. È stata consigliere di amministrazione di importanti realtà italiane pubbliche e private. Dal 1983 ad oggi ha ideato e coordinato 700 applicazioni technology based e 75 progetti europei di ricerca nei settori Innovation Technology e Social Innovation. È stata nominata Cavaliere del lavoro e premiata con L’Ambrogino d’oro.


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TECNOLOGIA

A cosa servono 41 Megapixel in un telefono by IL TESTARDO

41 Megapixel sono tanti, tantissimi. Ma a cosa servono? Poi in un telefono... neanche le fotocamere dei professionisti vantano questi numeri. Eppure questa volta, forse non è solo la dimostrazione di un primato. Nokia Lumia 1020 è uno smartphone Windows Phone 8 che fa delle doti fotografiche il suo punto di forza. Il Lumia 1020 è dotato infatti di una fotocamera posteriore da ben 41 MP con ottiche a 6 lenti e tecnologia PureView, in grado di scattare foto ad altissima qualità in tutte le situazioni. Quei 41 Megapixel servono a zoomare (dopo aver scattato la foto) senza perdere in definizione, servono a dare una profondità di campo che normalmente la fotocamera di un telefonino non ha. Non sono da meno anche le altre specifiche tecniche. Il nuovo device Nokia offre infatti uno schermo Amoled HD da 4,5 pollici, un processore

dual core da 1,5 GHz, 2 GB di RAM, 32 GB di memoria interna e connettività LTE. Durante la presentazione ufficiale, avvenuta in occasione di un evento organizzato a New York, Stephen Elop, President e CEO dichiara “Vogliamo accompagnare le persone nel viaggio che le porterà dalla cattura di un semplice scatto alla possibilità di registrare e condividere la propria vita. Il Nokia Lumia 1020 darà un nuovo significato alle fotografie, continuando a rafforzare la leadership di Nokia nel campo dell’imaging digitale.” Successivamente all’evento, Nokia ha condiviso online i primi sample del Lumia 1020. Le cinque fotografie di prova ,davvero impressionanti ,mostrano dunque ciò che può esser fatto con la combinazione del sensore PureView da 41 megapixel di seconda generazione, dell’obbiettivo unico Carl Zeiss a 6 ottiche e del software Nokia Pro Camera installato di default

nello smartphone. Sarà disponibile dal 26 luglio, inizialmente negli Stati Uniti, in esclusiva presso AT&T ad un prezzo di 299,99 dollari, con un contratto della durata di due anni. Entro il trimestre è previsto l’arrivo in Cina e nei mercati chiave europei. Si potrà scegliere tra tre varianti di colore, il nero, il bianco ed il giallo. Assieme allo smartphone, Nokia ha presentato anche diverse nuove applicazioni dedicate al fotoritocco, come Hipstamatic e Snapcam, annunciando che presto saranno disponibili per i dispositivi con sistema operativo Windows Phone 8 anche la App di minivideo Vine e Flipboard. Nokia definisce quindi un nuovo benchmark nell’imaging degli smartphone. Il Nokia Lumia 1020, con foto da capogiro, video incredibili e caratteristiche super: lo smartphone che tutti, i “fotografi” dovrebbero avere.


PRODOTTI

LA EOS 70D

METTE A FUOCO COME MAI PRIMA di CECILIA CANTADORE

Con il sistema Dual Pixel CMOS AF viene migliorata la velocità e la precisione della messa a fuoco, una delle caratteristiche a cui gli utenti sono più attenti., anche quelli che usano le Reflex come videocamere i filmati in Full HD .

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La Canon EOS 70D ha un sensore CMOS APS-C da 20.2 MP / processore a 14 bit DIGIC 5+ / uno schermo LCD orientabile da 3’’ / connessione WiFi.

mmagini evocative in mezzo alla natura, animali in corsa, uccelli in volo, bambini che giocano, gare sportive: rappresentare il mondo nel pieno della sua vitalità è sempre stata una grossa sfida per i fotografi professionisti. Mettere a fuoco i soggetti in movimento (mantenendo la qualità quando si sceglie di girare un video), scattare in condizioni di luce scarsa, utilizzare tempi di posa rapidi e gestire ombre e luci non è certo impresa da poco. EOS 70D è la prima reflex digitale al mondo dotata dell’innovativa tecnologia autofocus Dual Pixel CMOS AF, che offre una messa a fuoco automatica precisa e rapida quando si scatta in modalità Live View, fluida durante la ripresa di filmati Full HD (il soggetto in movimento rimane a fuoco verso la fotocamera, pur mantenendo lo sfondo sfocato). La tecnologia utilizza un’architettura CMOS avanzata:

all’interno di ogni pixel sono montati due fotodiodi, che possono essere letti indipendentemente per ottenere l’autofocus o insieme per elaborare le immagini. Questo sistema di autofocus avanzato, che assicura alta velocità e precisione, comprende 19 punti AF tutti a croce sparsi sul fotogramma e visualizzabili nel mirino, ed è ideale per foto di sport e natura, dove i soggetti si muovono all’interno dell’inquadratura. A questa prima – fondamentale – caratteristica tecnica, se ne aggiungono poi svariate altre, come un processore a 14 bit DIGIC 5+ e la possibilità di catturare immagini a piena risoluzione fino a 7 fotogrammi al secondo, con una raffica che raggiunge 65 immagini JPEG o 16 RAW1. I fotografi che sceglieranno questo modello saranno agevolati anche nelle situazioni di lavoro più insolite da alcune funzionalità: un display LCD da 7,7 cm (3,0”) orientabile Clear View Touch.

II con una risoluzione di 1.040.000 punti, ideale per le riprese video o per comporre immagini da angolazioni insolite e creative; un nuovo sensore CMOS APS-C da 20,2 MP, progettato e prodotto da Canon; uno schermo touch di tipo capacitivo; la funzionalità Wi-Fi integrata, che consente di controllare in remoto la fotocamera e condividere le immagini. Utilizzando il WiFi, gli utenti possono connettersi all’App EOS Remote e controllare a distanza una vasta gamma di impostazioni wireless. La funzione HDR in-camera elimina le difficoltà di scatto in situazioni difficili con alti contrasti, unendo tre esposizioni in una per catturare maggiori dettagli nelle aree in luce e in ombra. Con la modalità di esposizione multipla, i fotografi possono scattare e combinare fino a nove esposizioni in una singola immagine, o utilizzare una serie di filtri creativi per cambiare istantaneamente lo stile e l’aspetto del loro scatto.



MOBILE

Xperia by Sony Mobile, la gamma cresce ancora di DANIELA SCHICCHI

Resistenti all’acqua e ad alta risoluzione per una user experience ancora più coinvolgente. Sono i nuovi smartphone firmati Sony Mobile.

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Uno smartphone che sembra unA Tv con lo schermo da 6,4’’ e tutta la qualità dei display Sony, ecco Xperia Z ultra

ony ha presentato due telefoni in pochi giorni. Il primo perfetto per un target professionale, il secondo in grado di garantire ottime prestazioni a chi cerca qualità a un prezzo concorrenziale. Iniziamo dal top di gamma, presentato presso il flagship store Alviero Martini a Milano. Si tratta di Xperia Z ultra, prodotto disponibile in Italia da metà settembre. La prima impressione è quella di un dispositivo con un display ad altissima risoluzione e di dimensioni notevoli. Le caratteristiche migliori dei wide screen televisivi firmati da Sony sono state adattate a un dispositivo che ha un display da 6.4” full HD, dotato di tecnologia Triluminos con X-Reality, il tutto per garantire la migliore esperienza d’intrattenimento visivo. Le dimensioni ultra sottili e il peso piuma (220 grammi) lo rendono perfetto anche per il pubblico femminile che, come

conferma Sony Mobile, fa da trend setter anche nel settore tecnologico. A questo si aggiunge la resistenza all’acqua e alla polvere con relativa certificazione IP55/IP58. Il processore Qualcomm Snapdragon 800 con CPU quad-core da 2.2 GHz e 4G/ LTE per performance sempre più veloci è il cuore di questo dispositivo, che consente di scrivere e disegnare con qualsiasi matita e penna. Forse 6 pollici di schermo sono tanti per parlare di un vero e proprio telefono, ma la gestione delle telefonate è stata semplificata da Sony Mobile. Si può utilizzare infatti un accessorio, l’SBH52, un dinamico Smart Bluetoot Handset che permette una facile gestione delle chiamate con un semplice tocco, lasciando lo smartphone nella borsa. Il display OLED consente di sfogliare il registro delle chiamate, visualizzare messaggi di testo e vedere chi sta chiamando. Inoltre, è pos-

sibile utilizzarlo anche come auricolare stereo di qualità per ascoltare musica. L’accoppiamento e la connessione avvengono avvicinando Xperia Z Ultra (o anche un altro dispositivo abilitato NFC). Ultima nota è la gamma cromatica all’interno della quale scegliere: nero, bianco e anche viola. Il secondo dispositivo è Xperia M, in grado di offrire le migliori esperienze della tecnologia Sony in una nuova fascia di prezzo (229 euro), oltre a combinare tecnica e design dallo stile elegante. È dotato delle funzionalità Sony One-touch, che permettono di usufruire di musica e foto in modo semplice e istantaneo attraverso diversi dispositivi, come gli auricolari Sony SBH20 wireless stereo e la recente gamma di TV Sony Bravia abilitati NFC, con un semplice tocco. Creato per completare la serie di dispositivi dallo stile “sottile”, Xperia M è dotato anche di Led luminosi che cambiano colore e sono personalizzabili, per visualizzare gli avvisi delle chiamate in arrivo, dei messaggi e delle notifiche. n


Digitalic per WILDIX

UNIFIED COMMUNICATION

Wildix: l’innovazione italiana passa per il WebRTC Intervista ad uno degli sviluppatori coinvolti nel progetto.

contatti

WILDIX SRL Wildix WebRTC www.wildix.com/contatti Tel. 04611715111 marketing@wildix.com

l web sta crescendo e cambiando: è il luogo in cui si incrociano le attività lavorative con quelle personali, il connettore dei nostri acquisti, delle nostre relazioni e della nostra comunicazione; è utilizzato da milioni di persone, in tutto il mondo, con un comportamento sempre più affinato e critico. Tutti gli utenti usano strumenti che permettano di ottenere il risultato cercato nel modo più veloce e semplice possibile, e selezionano nella grande offerta della rete i mezzi più comodi, precisi ed efficaci. WebRTC ha colto questa sfida e rappresenta l’espressione di come possa risultare semplice comunicare, riducendo a uno solo il numero dei dispositivi di cui abbiamo bisogno. Oggi, se desideriamo contattare un’azienda, con molta probabilità visitiamo un sito, cerchiamo il numero di telefono e lo componiamo su un altro dispositivo. WebRTC, invece, offre la possibilità di chiamare direttamente cliccando su un pulsante presen-

te sulla pagina web, riducendo il tempo dell’operazione e azzerandone i costi. Wildix crede fermamente in questo progetto, che ha visto anche l’impegno di un italiano. Salvatore Loreto, infatti, membro dell’IEFT (Internet Engineering Task Force) e responsabile del gruppo di lavoro di Websocket, è co-autore dello standard per la trasmissione di dati in WebRTC e ha raccontato a Digitalic il suo punto di vista sul progetto. “Con WebRTC gli utenti possono scambiare in real-time contenuti audio, video e dati direttamente da un browser a un altro, o tra piú browser, in modalità peer to peer. Pensate quali possono essere i risvolti pratici, dall’assistenza alla televendita, dalla condivisione del desktop alle applicazioni di gaming. Mi aspetto la maggior innovazione nella condivisione di dati peer to peer, dove si scatenerà la fantasia degli sviluppatori.” Loreto ha concluso affermando che la tecnologia è sostanzialmente già pronta, a disposizione di chi saprà utilizzarla non solo per creare nuovi mercati o opportunità di impiego, ma anche

STEFANO OSLER CEO Wildix

per cambiare radicalmente il modo di comunicare sul web e il web stesso. Stefano Osler, CEO di Wildix, aggiunge: “Google, Facebook e WhatsApp hanno conquistato il mercato grazie a immediatezza e semplicità; WebRTC farà altrettanto, perché condivide gli stessi principi chiave”. Wildix ha già integrato WebRTC con la propria soluzione di Comunicazione Unificata e, nella pagina dei contatti sul suo sito, è già possibile utilizzarlo. Ogni utente può vedere, in tempo reale, lo stato di presenza di ciascun collaboratore e, se un contatto è disponibile, lo può chiamare semplicemente cliccando sul relativo pulsante. A settembre Wildix presenterà a tutti i suoi clienti la propria soluzione integrata con WebRTC, attraverso cui sarà possibile comunicare in modalità chat, audio e video e condividere il desktop. Tra le novità previste Wildix annovera anche il trasferimento dell’IVR (Interactive Voice Response) sul sito; sviluppi futuri della tecnologia saranno, inoltre, le funzionalità di videoconferenza e webinar.n


DI FEM G M IT E AL E

CREATIVE PARK

ELENA VERONESI

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Docente del corso di Informatica per l’economia presso l’Università Luigi Bocconi e socia fondatrice dell’Associazione Donne e Tecnologie è autore del libro Informatica per l’economia, con Dario Boschetti, Alberto Clerici, Maurizio De Pra, Alessandro Rezzani, Gianluca Salviotti e Marco Sampietro, edito da Tools Egea. Il volume fornisce un’introduzione ai temi più rilevanti dell’Information and Communication Technology, attraverso una panoramica ad ampio spettro che inizia dai sistemi informativi aziendali per arrivare agli strumenti di presentazione, passando per il Web 2.0, i database, il software collaborativo e i fogli elettronici.

addio al rosa A

lla fine del 2012 il mercato dell’auto giapponese ha assistito all’arrivo di un nuovo modello Honda: la “Fit She’s”, un’auto pensata interamente per le donne. Quindi rosa. Per accattivarsi le simpatie del segmento femminile, infatti, la casa nipponica ha disegnato il veicolo ricalcando le forme

marketing che hanno al centro il pubblico femminile. Negli anni ’50 la Dodge cercò di strizzare l’occhio alle guidatrici creando il modello “LaFemme”, dal caratteristico colore rosa e con dettagli al limite del ridicolo, come un vano appositamente disegnato per riporre il cappello della sempre perfetta amazzone al volante. Anche in questo caso le vendite furono

IL VIRUS DEL ROSA HA INFETTATO MOLTI SETTORI MERCEOLOGICI

dell’esistente linea Fit, ma aggiungendo la classica nota di colore femminile e piccoli dettagli curati, come un cuoricino al posto dell’apostrofo tra “She” e “s”, ed i vetri con filtri UV per non rovinare la pelle delle passeggere. Inutile dire che il modello si è rivelato un fiasco. Il colore non basta. Quello di Honda è solo l’ultima di una serie di pessime idee di

talmente irrisorie che l’auto venne presto ritirata dal mercato. Il virus del rosa ha infettato molti settori merceologici: dai telefonini (Motorola Razr V3 Pink) alla cartoleria (Bic Cristal Pen for Her), passando per l’ultimissimo tablet “The ePad Femme” dall’inconfondibile tinta confetto. Considerando che l’85% degli acquisti viene effettuato e influenzato dalle

donne, c’è da chiedersi come mai ancora molti brand non investano in comunicazioni per le donne che vadano al di la di un semplice aspetto decorativo. Segnali positivi arrivano dalle catene di oggetti per la casa come Home Depot e Lowe’s, che, grazie all’osservazione della loro clientela “rosa”, hanno ampliato le corsie dei punti vendita permettendo un passaggio più facile tra uno scaffale e l’altro. Questa semplice modifica ha risposto a due esigenze importanti per le donne: il rispetto della propria “comfort zone” e la necessità di confrontare i prodotti, con la conseguente esigenza di spostarsi senza impedimenti da una scaffalatura all’altra, spesso accompagnate da carrello, borse e passeggino. Come spiega Lisa Johnson, Ceo di ReachWomen, alcuni prodotti richiedono l’utilizzo di un linguaggio prettamente femminile. Quando ben pensato, un approccio di questo tipo risulta essere efficace e distintivo. Tubbs Snowshoes, produttore di racchette da neve, in soli sei anni ha conseguito una crescita del 300% nel mercato femminile. Il brand ha disegnato una racchetta appositamente studiata per gli scarponi femminili, con il risultato di avvicinare lo sport - e i suoi prodotti - a un crescente numero di donne.

Femminile anche online

L’abitudine al confronto tra le alternative ha portato molti siti web a creare delle funzionalità che rispondono a questa esigenza prettamente femminile, permettendo di rapportare offerte diverse in un’unica schermata. In Rete le donne si muovono con grande agilità: secondo le ricerche trascorrono online in media 14 ore alla settimana, di cui 73 minuti dedicati alla lettura delle news, 27 alla condivisione di fotografie con


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parenti e amici, 138 minuti su Facebook e 139 per le mail. Internet è anche un grande contenitore di informazioni che le donne amano consultare per imparare cose nuove. Con questo presupposto è nata la sezione “Do-It Herself” del sito Homedepot.com, un luogo dove le donne possono trovare risorse utili per risolvere da sole i piccoli e grandi problemi di fai da te. Tramite il sito è anche possibile prenotare i workshop pratici di decorazione, bricolage, ecc… che settimanalmente vengono offerti dalla catena all’interno dei singoli punti vendita. Questi sono soltanto alcuni esempi di come il marketing possa parlare alle donne senza utilizzare stereotipi o concetti banalizzanti. Comprendere le loro specificità ed esaltarne le capacità è il primo passo per guadagnarsi la fiducia dell’altra metà del cielo.

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RISORSE

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Lisa Johnson

1 Mamme online

The ePad Femme

Il progetto è della società Eurostar. Si tratta di un tablet Android dall’involucro rosa con alcune App precaricate: yoga, dimagrimento, shopping. Il display è da 8 pollici e 16 GB di memoria. Pare che nessuna donna sia stata coinvolta nello sviluppo, e il goffo risultato finale lo dimostra. http://tinyurl.com/ot6q9ku

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Un’indagine condotta da FattoreMamma e Veesible su un campione di 1600 lettrici dei siti del FattoreMamma Network ha tracciato il ritratto delle Web mamme italiane. Il 93% afferma che Internet ha migliorato la propria vita. Per il 79,4% la Rete permette di stare in contatto con le persone; secondo il 72,3% di raccogliere informazioni prima di un acquisto; il 63,5% afferma che il Web aiuta nella gestione della casa; il 60,7% sottolinea come Internet permetta di comunicare ed essere creative. http://tinyurl.com/nv8y5sg

È il Ceo di Reach Women, una società di consulenza che aiuta le aziende a raggiungere il target femminile con i propri messaggi. È una delle pioniere in questo campo e i suoi studi sono un punto di riferimento. Ha ottenuto grande successo con il suo libro “Don’t think pink”. Dal 2005 studia l’impatto delle nuove tecnologie sul nostro modo di lavorare, studiare, divertirci. I risulatti di questa ricerca sono stati pubblicati nel libro “Mind Your X’s and Y’s”. A questo indirizzo trovate un suo studio su come un prodotto, in particolare per il tempo libero, dovrebbe essere proposto al pubblico femminile. http://tinyurl.com/nl6bnk8




STORAGE

CDLan offre nuovi servizi cloud, grazie ad Hitachi a cura della Redazione

L’innovazione è il motore del cambiamento e l’informazione è il suo carburante. Per questo lo storage è così importante e CDLan ha deciso di aggiungere nuove servizi per i propri clienti puntando sulla fibra ottica e la tecnologia HDS.

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76 Non solo servizi a banda larga ma anche cloud ed esternalizzazione della struttura IT. Per accrescere la propria offerta CDLan ha scelto lo storage Hitachi

ifferenziarsi attraverso la qualità e le prestazioni è questa la missione di CDLan, operatore di telecomunicazioni specializzato nella fornitura di soluzioni a banda larga per realtà nazionali ed internazionali, ISP, ASP ma anche piccole aziende molto innovative che vogliano sfruttare la velocissima connettività in fibra ottica a 40 Gbps. Nel corso del 2012 CDLan ha deciso infatti di affiancare ai propri servizi di accesso alla rete anche quelli cloud offrendo ai propri clienti la possibilità di esternalizzare la propria infrastruttura IT, erogando servizi critici e garantendone sicurezza e affidabilità. Per raggiungere questo obiettivo CDLan ha deciso di creare due nuovi datacenter di ultima generazione. Per poter offrire servizi storage di alto livello CDLan si doveva dotare di nuovi sistemi storage in grado di sfruttare appieno le qualità del protocollo Fiber Channel, che era possibile utilizzare in modo nativo sulla sua rete in fibra ottica. La scelta è caduta sulle soluzioni Hitachi. “Il vantaggio prin-

cipale che abbiamo riscontrato rispetto ad altri è la disponibilità di Hitachi Data Systems ad una maggiore flessibilità nello sviluppo delle soluzioni in ogni contesto, consentendo configurazioni altamente personalizzate e facilmente scalabili, anche in considerazione delle esigenze specifiche e dell’integrazione con le infrastrutture di una realtà innovativa come CDLan”, ha dichiarato Corrado Del Po, CEO di CDLan (nella foto). “Ciò è dovuto sia a caratteristiche peculiari delle soluzioni HDS, sia ad un approccio aperto e disponibile al dialogo”. Hitachi ha implementato nei datacenter di CDLan la soluzione Hitachi Unified Storage 150 (HUS 150) che fornisce un approccio bilanciato, in grado di ottenere un incremento lineare delle prestazioni, fino ai massimi livelli del settore, e raggruppa gli unici sistemi di storage di virtualizzazione enterprise in grado di consolidare file data, block data ed object data su una piattaforma centralizzata. “Grazie ad Hitachi, CDLan ha sviluppato e gestisce una piattaforma di cloud computing per l’erogazione di servizi IaaS

(Infrastructureas-a-Service) totalmente scalabile e nella quale lo storage ricopre un ruolo fondamentale. La soluzione prevede l’utilizzo congiunto sia di Block Storage, di cui Hitachi con i suoi HUS 150 è il cuore pulsante, sia di Object Storage basato su un cluster distribuito e ridondato che utilizza lo spazio disco presente sui server per memorizzare contenuti” , ha aggiunto Del Po .La collaborazione con HDS è destinata a crescere in futuro: l’obiettivo di CDLan è infatti quello di offrire servizi di storage anche ad aziende medio piccole. I datacenter possono infatti permettere alle PMI di esternalizzare l’infrastruttura computazionale e di storage – e con essa i rischi e gli oneri connessi - in modo da ridurre le spese fisse, garantire la disponibilità dei dati e aumentare la flessibilità delle risorse. Per affrontare questa sfida, CDLan è già orientata ad adottare una soluzione di storage virtualizzato Hitachi Unfied Storage VM (HUS VM), che consentirebbe di migliorare l’efficienza e al contempo contenere i costi grazie ad un’infrastruttura informativa ottimamente bilanciata. n



PRODOTTI

La action camera preferita dalla Pellegrini di EMANUELA PASINO

Nilox punta sulla tecnologia per lo sport e presenta la F-60, una videocamera in HD che permette di vedere in diretta e sul proprio polso le immagini registrate. La nuotatrice è la testimonial d’eccellenza.

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La Nilox F-60 è dotata di un sistema wireless che cosente – grazie a una nuova opzione – di vedere in diretta le immagini sul proprio polso

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e fotocamere compatte soffrono, tallonate dagli smartphone che offrono scatti impeccabili e una portabilità inarrivabile. Ma esiste una categoria di compatte in espansione: sono le action camera ovvero quelle video/fotocamere pensate per lo sport. Sono resistenti all’acqua, agli urti e hanno una serie di funzioni, ma anche di accessori che le rendono adatte ad un’escursione in montagna, come ad un’immersione o ad un gara in bici. Su questo segmento punta Nilox che ha lanciato una nuova mini-camera indossabile per l’outdoor: si chiama Nilox F-60 e promette immagini perfette e un set di accessori interessante. Dotata di un sistema wire-

less consentirà – grazie a una nuova opzione – di vedere in diretta le immagini sul proprio polso. Può effettuare riprese in full HD a 60 fotogrammi al secondo in 1080i (la stessa risoluzione delle immagini degli schermi TV di ultima generazione). Testimonial d’eccezione per questa action cam (e per tutta la linea Nilox) è la nuotatrice Federica Pellegrini. Nilox ha scelto infatti di sposare lo sport e la Pellegrini non è l’unica campionessa arruolata dal brand. La F-60 è dotata di un nuovo sensore, completamente ridisegnato, con una sensibilità da 100 a 1600 ISO, a cui si aggiunge il contrasto regolabile. Il “time lapse” automatico, con

intervalli di scatto regolabili, è la funzione che permette di rivedere le scene con l’effetto dei fotogrammi in sequenza. In più è in grado di effettuare fino a 10 scatti al secondo con fotografie da 16 megapixel, il doppio rispetto alla gamma Foolish e il massimo nel panorama delle action cam. Lo zoom digitale 10x consente di riprendere anche i minimi dettagli e, grazie alla nuova lente in vetro, l’immagine è due volte più potente e precisa. Naturalmente il grandangolo da 175° è garantito anche in questo modello, ma è modulabile: questa caratteristica e il nuovo laser ottico permettono di riprendere e scattare con estrema accuratezza e flessibilità. Tra gli accessori inclusi nella confezione vi sono: lo schermo, per vedere in diretta le riprese e le fotografie effettuate, il case waterproof per immersioni fino a 60 metri di profondità, il telecomando per la gestione in remoto, una piastra adesiva curva e una piana per adattarsi a ogni superficie, un cavo per collegare il dispositivo al televisore e rivedere le immagini in formato “maxi”. È incluso anche, dotazione importante, un battery pack aggiuntivo, per non rimanere mai senza batteria durante le riprese. La funzione black-box offre la possibilità di registrare senza limiti di tempo e in modo automatico, mentre l’ingresso per il microfono esterno è stato pensato per chi vuole cogliere, con altri accessori, tutto il sound dell’azione. Tutto questo per un prezzo suggerito di 349,90 euro. “Puntiamo decisamente a crescere nella categoria action: Nilox F-60 è la cam perfetta per chi vuole il massimo di prestazioni - commenta Michele Bertacco, Direttore Commerciale di Nilox - nei prossimi 30 giorni completeremo tutta la linea action presentandoci con 7 modelli differenti per riprese in azione”.


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EVENTI

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Guarda il video dell’evento

Sidin Summit:

IL BUSINESS SI COLORA di FRANCESCO MARINO

Lavoro e team building, progetti e relazioni. Il tradizionale appuntamento estivo del distributore torinese ha coinvolto i più imporranti produttori di tecnologia in un evento speciale per fare il bilancio dei primi sei mesi dell’anno e costruire le iniziative per la chiusura del 2013.

80 Un evento in tema anni ’80 per ricordare che il business dell’innovazione è vivo. Il grande sviluppo oggi avviene sul web, anche per i professionisti: distributori e rivenditori

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l Sidin Summit è un appuntamento unico: unisce business e divertimento, innovazione e intrattenimento. Dedicato ai vendor, ai giornalisti e ai dipendenti Sidin, ogni anno presenta qualcosa di nuovo e di inaspettato. Dal punto di vista del marketing è uno di quegli eventi che vengono definiti “trend setter”. Valerio Rosano, il responsabile marketing di Sidin, guida una squadra organizzativa e creativa che lavora a lungo per realizzare una giornata così speciale. Quest’anno il Summit è stato l’occasione per incontrare i vendor e analizzare i risultati ottenuti grazie all’impegno sviluppato nei confronti del canale, con iniziative, programmi e strategie ad hoc, orientate al costante sviluppo del mercato. In particolare, Sidin ha voluto sottolineare come lo sviluppo del nuovo sito web abbia messo a disposizione di tutti gli operatori una vera e propria

piattaforma di business. Il nuovo www.sidin.it, infatti, consente di rimanere aggiornati sulle nuove tecnologie e soluzioni dei brand, ma offre anche servizi commerciali quali promozioni, aste e bundle. Il Sidin Summit è servito anche per fare il punto sullo sviluppo del distributore a valore che, nel primo semestre del 2013, ha visto un numero di clienti e ordini raddoppiato rispetto allo stesso periodo del 2012. Sul totale dei dealer, il dato interessante è che ben il 60% di loro acquista online. “Questo dato è significativo – commenta Vittorio Zunino, Presidente e fondatore di Sidin – e rispecchia i cambiamenti evolutivi nelle abitudini di acquisto e nell’approccio al web, che ormai ha innegabilmente assunto il ruolo di protagonista indiscusso in tutte le operazioni di business, dalla più semplice alla più complessa. Ecco spiegato il motivo della nostra scelta, quella di concentrare e promuovere ulte-

riormente le nostre forze sul web, sfruttandone i canali al massimo sia per finalizzare un acquisto, sia per erogare formazione di qualità.” In quest’ambito, nell’ultimo anno Sidin è riuscita ad offrire formazione in maniera tradizionale e online, con webinar, seminari, certificazioni, eventi e virtual conference room, realizzati in collaborazione con i vendor e destinati (per la maggior parte) al canale, con aperture agli utenti finali su alcuni temi. Proprio questa formula si è rivelata uno dei punti di forza del progetto Sidin Go Hub: per i produttori che vogliono rafforzare la propria presenza sul mercato italiano e incrementare la propria visibilità, il distributore mette a disposizione una serie di risorse e strumenti di marketing con i quali raggiungere gli obiettivi di crescita. Dopo i momenti di business si sono svolti i giochi di Team Building, ispirati ai videogame vintage, e un festa, tutto a tema anni ‘80 e fluo. I colori accesi rappresentano la voglia di continuare a brillare di Sidin, e un richiamo a gli anni in cui l’informatica iniziava la sua diffusione capillare in Italia. n



EVENTI

Ingram Micro

ispirata dal cambiamento di Francesco Marino

Vedere, toccare e apprendere, è questo l’obiettivo della nuova edizione di Showcase. L’evento presenterà ambienti tecnologici funzionanti per guidare i reseller alla scoperta delle soluzioni che stanno modificando il mercato.

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Il 9 ottobre si svolge a Novegro lo Showcase, l’evento di Ingram Micro dedicato ai rivenditori: attese 1.500 aziende che potranno vedere sul campo le tecnologie che cambiano il mondo IT

arà dedicato al mutamento del panorama tecnologico il prossimo Showcase di Ingram Micro. L’evento del distributore che ogni anno riunisce i rivenditori e i produttori presentando le novità del settore, ma anche le nuove strategie. Iniziative inedite di quest’anno saranno l’area dedicata alla “Customer Experience” e l’area “Demo Show”. La prima è stata progettata per mostrare alcune novità in termini di presentazione di prodotti, servizi e soluzioni adatte a diverse tipologie di clienti. Nella seconda, si potranno sperimentare nuove modalità interattive per conoscere la tecnologia e apprendere nuove competenze. In pratica verranno realizzati degli ambienti perfettamente funzionanti: un ufficio e una casa iper-tecnologici in cui i rivenditori potranno non solo vedere i nuovi prodotti, ma capire in che modo cambino l’attività lavorativa o l’intrattenimento domestico. Questa prova sul campo è uno

di quegli elementi che, spazzata via dalla dematerializzazione del mercato, rimane fondamentale perché l’ambiente informatico (che sia da ufficio o domestico) è formato da differenti tecnologie, provenienti da produttori diversi: non esistono molte occasioni per vederle integrate e funzionanti. Showcase porterà questa novità agli oltre 1.500 rivenditori attesi. A Showcase saranno presenti anche i Servizi Finanziari e logistici di Ingram Micro e Universo Servizi, il marketplace on demand via web per i clienti Smb e corporate che consente di trovare e colloquiare direttamente con il fornitore giusto per lo specifico servizio nella specifica area geografica. “Il mercato sta cambiando e Ingram Micro si pone come ‘driver’ di questa trasformazione – ha commentato Annalisa Acquaviva, business management director Ingram Micro - questo è il senso del tema dell’edizione di quest’anno, “Inspired by Change”: non solo un’esposizione di prodotti, ma

una valida e concreta proposta di soluzioni complete e di servizi innovativi. La relazione con i nostri clienti è per noi una ricchezza fondamentale: i nostri reseller potranno osservare, testare e valutare le novità dei migliori brand e instaurare fin da subito una relazione con i diversi vendor presenti sul mercato italiano”. Showcase “Inspired by Change” si terrà mercoledì 9 ottobre 2013, con orario continuato dalle 9.00 alle 18.00, presso il Parco Esposizioni di Novegro (Via Novegro, Segrate - MI). Per conoscere i produttori e i partner presenti è già attivo il portale dedicato a Showcase, a cui si accede attrverso il sito www.ingrammicro.it. n



DIGITAL SIGNAGE

L’anima business di LG di Francesco Marino

Tutti la conoscono per i suoi prodotti consumer, ma anche nel mondo dei professionisti LG riscuote grande successo grazie a display di grande qualità e a tecnologie innovative al servizio della comunicazione.

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LA MODA CERTAMENTE È UNO DEI MERCATI DI RIFERIMENTO PER IL DIGITAL SIGNAGE DI LG ELECTRONICS CHE VANTA MOLTE REALIZZAZIONI IN ITALIA ANCHE NEL CAMPO DEI TRASPORTI, FINANZIARIO E DELLA CULTURA

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l prodotto è la sua forza. LG Electronics punta con decisione al mercato B2B in Italia e lo fa potendo contare su prodot­t i di altissima qualità. I suoi display non solo arre­d ano le case di molti italiani, ma gli stessi pannelli sono utilizzati dai brand più prestigiosi al mondo per realizzare tablet e smartpho­n e. La divisione Business Solutions utilizza questa tecnologia per porta­r e soluzioni innovative nel digital signage. Un esempio è il monitor da 84 pollici con risoluzione UltraHD, con la caratteristica di essere installato verticalmente, è capace di stupire. LG ha portato per la prima volta in Italia questo display in occasione della settimana del Design. Con una riso­l uzione 4 volte superiore a quella di un TV o monitor HD questo display dà la sensazione che gli oggetti e le persone raffi­ gurate siano davvero presenti nello spazio reale, fisico. “È una novità assoluta per il mercato italiano – ha spiega-

to Mauro Polticchia, Marketing Manager di LG (nella foto) – è la prima volta che questo prodotto viene esposto. Abbiamo scelto una showroom di un importante brand dell`alta moda perché le applicazio­n i anche in campo fashion sono davvero innovative”. La moda certamente è uno dei mercati di riferimento di LG che punta anche sui display trasparenti, che si sostituiscono alle vetrine, lasciano vedere i prodotti, ma sono in grado di mostrare immagini e video, accompagnando i clienti in una nuova esperienza. LG opera nel settore B2B attraverso partner estremamente qualificati in grado di integrare i prodotti in soluzioni complete e molto articolate. Tra gli altri con Voome Network ha realizzato i sistemi interattivi del Muse, il nuovo museo della Scienza di Trento. L’installazione è composta da monitor LG professionali di diverse linee, in particolar modo i modelli WS50 da 42 e 47 pollici. La linea di questi monitor

professionali si caratterizza da un pannello LED IPS Blue di straordinaria brillantezza, alta luminosità ed un design accattivante grazie al bordo ultra sottile. La parte interattiva è affidata ai monitor LG con dual touch screen e tecnologia infrarossi, installati in alcune aree dove i visitatori possono interagire. Oltre all’utilizzo nella mostra, i monitor LG sono anche ado­p erati come punti di informa­z ione al pubblico. “Le realizzazioni di grande impatto di LG sono tante in Italia” racconta Polticchia, come quella ideata per Fineco da un altro partner All Technology: nella filiale di corso Vercelli a Milano sono stati istallati 18 metri di videowall suddivisi in 7 finestre che ge­nerano una visione di grande impatto e comunicano i valori della Banca. n


Digitalic per COMUFFICIO

ASSOCIAZIONI

Dinamic GP per la gestione dei parchi di prodotti IT in assistenza

Una soluzione realizzata da Comufficio con la collaborazione di Hinser Data.

contatti

COMUFFICIO Via Sangro, 13/A 20132 Milano Tel. +39 02 28381307- Fax +39 02 2841032 E-mail: info@comufficio.it Web: www.comufficio.it

omufficio, Associazione Nazionale Aziende produttrici, importatrici e distributrici di prodotti e servizi dell’ICT, monitora costantemente le modalità operative dei propri associati ponendo attenzione a tutti i bisogni espressi dalla categoria. In particolare, a quelli che, in letteratura, vengono definiti “segnali deboli” perché ritiene di poter trovare indicazioni su quella parte di bisogni, non palesi, ma il cui soddisfacimento comporta un miglioramento della operatività aziendale e un efficentamento del sistema. Partendo da queste considerazioni Comufficio, attraverso il fondamentale contributo di un importante azienda partner, Hinser Data Srl, ha realizzato Dinamic GP, una soluzione software completa per im-

prese che abbiano il proprio core business nella gestione della manutenzione e della assistenza di un parco di prodotti ICT. Dinamic GP, data la sua incredibile flessibilità, può essere utilizzato per tutte le categorie merceologiche dei prodotti ICT, a partire dai parchi riprografici e i prodotti multifunzioni, passando ai misuratori fiscali, fino ai sistemi di pesatura e bilance. Un controllo completo

La soluzione Dinamic GP permette il controllo completo delle garanzie, dei contratti di assistenza e delle visite programmate o obbligatorie. Mette a disposizione dell’azienda un archivio storico particolareggiato di ogni singolo prodotto che contiene i dettagli di installazione, la manutenzione programmata, gli interventi di assistenza, i ricambi o i materiali di consu-

mo utilizzati. Fornisce delle informazioni statistiche e gestionali della singola installazione o di gruppi omogenei di installazioni (filtrabili per zona – modello – categoria – tipo di utilizzo), registrando il carico di lavoro, la produttività del servizio assistenza, lo scadenziario delle garanzie, dei contratti e delle visite programmate od obbligatorie. Ma non solo, la soluzione software consente la gestione completa delle problematiche legate alle apparecchiature per riprografia comprendendo i contratti di noleggio a costo-copia, il controllo della coerenza nella fornitura dei materiali di consumo, il calcolo automatico degli esuberi, l’importazione automatica delle letture di contatori, livelli consumabili, segnalazione di errore, gestite con opportuni strumenti di remotizzazione del parco. Inoltre consente la gestione diretta della creazione delle stampe in formato elettronico (pdf – doc – xls – html) e dell’invio tramite email dei documenti. In più prevede l’integrazione nella stessa procedura della soluzione per la gestione amministrativa dell’azienda (magazzino – fatturazione – cantabilità) e della soluzione degli aspetti legati alla fornitura del servizio di assistenza al proprio parco clienti. Il programma, che conta più di 1.200 installazioni, si integra con tutte le funzioni gestionali dell’azienda e può essere offerto anche con modalità di teleassistenza e di formazione a distanza. n


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P A C K A G I N G

S O L U T I O N S


WEB SOCIAL CLUB

LE PMI SONO PIù SOCIAL DELLE GRANDI AZIENDE di FRANCESCO MARINO

Le piccole e medie imprese non sono rigide, come molti le immaginano. Non sono spaventate dal mondo delle tecnologie più nuove, anzi. Proprio i social network, che molti considerano roba da ragazzini, vengono guardati con grande interesse dalle Pmi. Molti fino ad ora sono restati freddi di fronte all’esplosione dei social network, almeno quando se ne parla in ambito professionale. L’ultimo studio realizzato da Ipsos e presentato da Microsoft ai propri partner durante la WPC (World wide partner conferece) racconta una storia diversa. Il campione è stato di quasi 10.000 utenti appartenenti a PMI e grandi aziende in 32 Paesi diversi. Le grandi aziende e le PMI utilizzano già gli strumenti social per il business – ovvero le tecnologie che abilitano la collaborazione e la comunicazione aziendale, come intranet, videoconferenze e social network. Nonostante, sia nelle grandi aziende che nelle PMI, gli

strumenti social siano principalmente utilizzati per la comunicazione tra colleghi (7 su 10 utenti finali del campione totale), nelle aziende più piccole tali strumenti vengono utilizzati per svolgere una più ampia varietà di attività, tra cui la comunicazione con consumatori, clienti o fornitori e la ricerca di partner, clienti e concorrenti. Al contrario, è più probabile che gli utenti finali delle grandi aziende utilizzino gli strumenti social per trovare un esperto o un’informazione all’interno della loro azienda. Esistono ancora ostacoli all’adozione, sia nelle grandi aziende che nelle PMI. In entrambi i casi, la sicurezza (71% degli utenti finali delle grandi aziende vs. il 60% di quelli delle PMI) e il calo della produttività (58% nelle grandi aziende vs. 59% nelle PMI) vengono identificati come i rischi principali. Gli utenti finali delle grandi aziende sono più inclini ad affermare che i loro reparti IT possono rappresentare una barriera all’utilizzo degli strumenti

social (41% nelle grandi aziende vs. il 36% nelle PMI). Nelle grandi aziende è più probabile che l’utilizzo degli strumenti social sul posto di lavoro sia regolamentato per preoccupazioni legate all’immagine aziendale (27% vs. 21% nelle PMI) o alla perdita di dati (25% nelle grandi aziende vs. 22% nelle PMI). “La consumerizzazione dell’IT ha cambiato le fondamenta della comunicazione aziendale e gli strumenti enterprise social sul posto di lavoro seguono ora un modello ‘bring your own device’ - ha dichiarato Rebecca Sizelove, Associate Vice President, Ipsos Public Affairs - tuttavia, esistono differenze sostanziali nel modo in cui le PMI e le grandi aziende utilizzano questi strumenti, e gli IT decision maker necessitano ancora di formazione per comprendere appieno i potenziali vantaggi di questi strumenti social. Ciò determina un’opportunità per i fornitori IT che possono diffondere consapevolezza su questi strumenti e venderli ad aziende di qualsiasi dimensione”.


DI FEM G M IT E AL E

Girly Tech

strano... ma vero!

GIRL IN THE CLOUD

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Cammino sempre sollevata da terra - sia per i tacchi sia perché ho la testa sulle nuvole - e adoro la tecnologia perché rende la vita più interessante. Ho imparato a usare il computer da bambina, impallando diverse volte quello del papà, ma sono cresciuta facendo shopping con la mamma. Così, da sempre, lotto perché quello tra tecnologia e femminilità sia riconosciuto come un matrimonio felice.

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uando si parla di donne e tecnologie molti sono scettici. Come nella classica rubrica della “Settimana Enigmistica” queste sono tutte notizie vere e dimostrano che la stranezza, semmai, è negli occhi di chi guarda al mondo femminile.

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La mano che illumina

Una torcia che trasforma in energia elettrica il calore della mano. È l’invenzione di Ann

Makosinski, una quindicenne canadese di Victoria, piazzatasi tra i 15 finalisti della Google Science Fair. Il dispositivo funziona grazie alle celle di Peltier, che producono elettricità quando vengono riscaldate da un lato e raffreddate dall’altro. In questo caso il calore viene generato dalla mano, mentre si sfrutta l’aria per il raffreddamento. L’idea che ha ispirato la quindicenne canadese è quella che il corpo umano è una fonte inesauribile di energia che viene poco sfruttata: per questo la liceale ha deciso di studiare un’applicazione di questo fenomeno termoelettrico. La torcia è composta da un tubo in alluminio, che trasferisce la temperatura dell’aria - più fredda di quella della mano - su

un lato delle celle di Peltier. Questo tubo è contenuto in un altro tubo in Pvc, tramite il quale avviene il contatto tra la mano e l’altro lato delle celle. Il differenziale di temperatura genera l’energia che, attraverso un trasformatore, è in grado di tenere i Led della torcia accesi anche per venti minuti, con una temperatura esterna di 10 gradi. Un prodotto che, grazie alla sua semplicità e ai suoi bassi costi di produzione, è in grado di rivoluzionare il mondo. http://tinyurl.com/m8obrh3

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Piccole ingegneri crescono

La presenza delle donne nelle facoltà di ingegneria è molto scarsa. Per ridurre il gap, nell’età dell’apprendimento,si potrebbero favorire dei giochi per bambine che vadano al di là di bambolotti e pentoline, ma che le spingano invece a misurarsi con piccoli progetti di ingegneria. Questa è l’idea di Debbie Starling, ingegnere di Stanford, che ha lanciato sulla piattaforma di crowdfounding Kickstarter Goldie Blox. Si tratta di una scatola contenente un libro, delle figurine e un kit di costruzioni, attraverso il quale le bambine dai 5 ai 9 anni possono vivere le avventure di Goldie alle prese con la risoluzione di piccoli problemi pratici. Nel primo box, ad esempio, Goldie deve costruire una specie di macchina per filare per avvolgere la coda del suo cagnolino Nacho. Una storia che le bambine seguono e realizzano con le proprie mani a partire dagli oggetti che trovano nel kit, tramite i quali esplorano alcuni semplici principi di ingegneria. Il gioco ha raccolto su Kickstarter i


fondi necessari per iniziare la produzione: le prossime avventure saranno la costruzione di una piccola macchina a ruote e un ascensore con il quale il gattino Benjamin possa andare a trovare i suoi amici al piano superiore. http://tinyurl.com/kan5xxm

“Mix’n’mentor” organizzato ad Amman da Wamda, pubblicazione con focus sulle startup. Se in tutto il mondo le donne imprenditrici su Internet sono il 10%, nei paesi del Medio Oriente raggiungerebbero una quota del 35% (fonte Startup Compass). Una delle ragioni fondamentali sembra però essere il fatto che la tecnologia permette di lavorare da casa, rendendo più agevole per la donna il compito di badare ai figli.

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L’efficienza del pomodoro

Organizzare il proprio tempo con un timer da cucina. Si chiama “tecnica del pomodoro” e, nonostante utilizzi uno strumento proprio del regno femminile, è un metodo che può essere tranquillamente utilizzato da entrambi i sessi. Anzi, è stato proprio inventato da un uomo, Francesco Cirillo, negli anni ‘80. Il metodo consiste nel pianificare le attività da svolgere nella giornata e assegnare a ciascuna uno sforzo ben preciso, misurato con il numero di volte in cui si esaurisce il tempo del “pomodoro” (in totale 30 minuti, 25 di lavoro e 5 di pausa). Nelle fasi successive l’obiettivo è quello di ottimizzare i “pomodori” che si impiegano per svolgere ciascuna attività. http://tinyurl.com/mug373v

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Medio oriente: startup al femminile

Nei paesi arabi molte donne sono alla guida di startup. Lo riporta The Economist in un articolo sul congresso

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Quasi tutte le donne hanno uno smarphone

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Una ricerca condotta da eBay in collaborazione con alfemminile.com afferma che il 73% delle donne italiane ha uno smartphone. Di queste, il 10% ne possiede addirittura 2. Si tratta di uno studio condotto su un campione quasi esclusivamente femminile in diversi Paesi europei: Francia, Germania, Regno Unito, Spagna, Portogallo, Belgio e Italia. Lo smartphone, utilizzato quotidianamente, crea una vera e propria dipendenza alle donne intervistate: più della metà non riescono a starvi lontano per più di un’ora, nemmeno durante un appuntamento romantico. Il telefono viene cambiato con una certa frequenza, per possedere il modello più avanzato: tutti gli anni o al massimo ogni 18 mesi. Per gli acquisti online lo strumento preferito è il tablet: i ritmi di shopping sono però ancora lenti. Si parla, in Italia, di una volta al mese (16%) o al massimo ogni due settimane (8%). n

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Agostino Santoni

Amministratore Delegato di Cisco Italia

ATTUALITà

è L’ERA DELL’INTERNET OF EVERYTHING

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di LUCA BASTIA

Per Cisco l’IoE è una grande occasione per i partner, secondo Agostino Santoni, “non abbiamo mai visto davanti a noi tante opportunità come oggi”.

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La nuova frontiera della coNNEssione è l’IoE (Internet of Everything) in cui non solo le persone, ma anche le macchine saranno collegate alla Rete. VVVVVVV VV VV VVVV VVVVVVV

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i sono voluti 20 anni per avere 2 miliardi di persone collegate al Web, ma gli studi dicono che nei prossimi 10 anni gli utenti raddoppieranno. Inoltre “pensiamo che entro il 2015 ci saranno più di 15 miliardi di dispositivi collegati alla rete ed entro il 2020 saranno più di 50 miliardi” afferma Agostino Santoni, Amministratore Delegato di Cisco Italia. “Pensiamo che ci sia una straordinaria opportunità per integrare persone, cose, processi e dati e, attraverso l’integrazione e la nostra strategia, creare una fase nuova di Internet che

è molto più grande di quella vista fino a ora e questo è il denominatore comune di tutte le attività che Cisco sta portando avanti nelle sue priorità di business, all’interno delle diverse architetture. Questo è Internet of Everything”, aggiunge Santoni. Oggi le priorità architetturali di Cisco, come ha ribadito Santoni, sono il mantenere e accrescere la leadership nel proprio core business, da qui un fortissimo focus nel continuare l’evoluzione su routing, switching e servizi, altrettanto nell’area del data center e della virtualizzazione e del cloud, il video inoltre è visto come

strumento fondamentale per trasformare i processi di business, così come la collaboration. “Tutto ciò, come sempre, noi non lo facciamo da soli – sottolinea Santoni - i partner nella nostra organizzazione hanno un ruolo straordinariamente importante perché sono il nostro sensore attivo, l’interlocutore che ascoltiamo e sosteniamo, ma è anche l’integratore delle nostre soluzioni per i clienti, aziende o amministrazioni. E Internet of Everything è una grande opportunità per chi di loro la saprà cogliere. Non abbiamo mai visto davanti a noi tante opportunità di business come oggi”. “L’Internet of Everything è una spinta verso il futuro che porta nuovi modi di gestire i processi e impatta su molteplici mercati verticali: automazione industriale, energy, retail, trasporto, sanità, città intelligenti...” aggiunge Flavio Bonomi, Head Advanced Architecture and Research, Cisco Corp. È un mercato dalle potenzialità enormi: 1,2 miliardi di dollari di valore nel 2013, di cui 613 milioni già realizzati e 544 pronti per esserlo, che diventeranno 14,4 miliardi nel 2022. Però, secondo Bonomi, bisogna che l’intelligenza ritorni alla rete, in modo più distribuito. Da qui nasce il concetto di Fog computing, come complemento al cloud: è l’intelligenza da mettere nello strato di field area network, vicina ai dispositivi, per fare da mediatrice verso il data center. Una rete, cioè, che richiede intelligenza per le applicazioni. Per fare ciò deve essere disegnata via software, non deve essere solo utile per il trasporto dei dati. Questo concetto lo evidenzia Paolo Campoli, Cto di Cisco Europe che spiega come il Software Defined Networking significhi rendere le reti programmabili.


Digitalic per Pi-Emme

DESIGN

Pi-Emme, innovazione prima di tutto “Gli investimenti giusti aiutano a spingere il business anche nei momenti di difficoltà.”

contatti

Pi-Emme stampe a caldo Via San Giuseppe Cafasso, 2 10023 Chieri - Torino Telefono: +39 011 9471061 E-mail: info@Pi-Emme.com

i sono aziende che non si fermano, che guardano avanti, che continuano a restare convinte che gli investimenti – giusti, oculati, pensati e ben calcolati – siano un’arma vincente per rimanere competitivi sul proprio mercato di riferimento. È il caso di Pi-Emme, azienda specializzata nella stampa e nella nobilitazione degli stampati. Dalla sua fondazione fino a oggi, la società ha lavorato prefiggendosi come obiettivo la soddisfazione del cliente, immedesimandosi nelle sue esigenze e proponendo soluzioni sempre più accattivanti per la realizzazione di ogni progetto. La volontà e la ricerca di un sempre più elevato livello di servizio hanno generato, nel corso degli anni, un’evoluzione di natura tecnica e umana. L’azienda, nata come ditta individuale, si è più volte trasformata, passando dalla realtà artigianale a quella industriale, mantenendo però intatte le peculiarità artistiche della stampa a caldo.

Proprio per tenere fede al percorso professionale fatto finora, Pi-Emme ha recentemente acquistato un vero e proprio gioiello tecnologico: si tratta di una nuova autoplatina per la stampa a caldo firmata Brausse, brand asiatico acquisito da poco da Bobst. Le caratteristiche tecniche di questa innovativa periferica, una macchina con un formato 75x105, consentono a Pi-Emme di migliorare i tempi di produzione degli stampati e di velocizzare i tempi degli avviamenti e la qualità complessiva della lavorazione. A tutto ciò si aggiunge il fatto che il formato XL permette di far fruttare al massimo le potenzialità dell’ultima generazione di macchine 70x100 off-set, che tendono a diffondersi sempre di più. I settori merceologici per i quali viene e verrà impiegata questa macchina, come logica conseguenza, saranno sempre più quelli con un alto valore aggiunto: dal dolciario in genere, come l’industria del cioccolato, fino al farmaceutico, passando per il cosmetico e il food & beverage.

Tra tradizione e futuro

Accanto a questa nuova entrata restano i punti di forza di PiEmme. In particolare la lavorazione realizzata con la stampa a caldo, ovviamente, che in futuro non si limiterà alla carta e al cartone, ma verrà sempre più estesa anche a supporti quali materiali plastici, trasparenti e non, prodotti floccati o carte goffrate. La stampa a caldo, infatti, esprime sempre di più il suo carattere di arricchimento e preziosità, dando valore percepito allo stampato finale. Le soluzioni realizzabili, in questo caso, sono molteplici. Si va dalla semplice stampa “piatta” a quella più complessa detta a “rilievo in contemporanea”, con colori metallizzati e a pastello. Di impiego sempre crescente è anche la base argento riservata, destinata alla sovrastampa in off-set per ottenere effetti metallizzati a registro, soprattutto su carte non patinate. Va segnalato, infine, il mondo dei materiali “olografici”, con lavori che spaziano dalla semplice applicazione di elementi di decorazione all’ologramma di sicurezza per l’anticontraffazione vero e proprio.n


I contenuti

INNOVAZIONE

Tutte le aziende hanno un blog,

ecco come abbiamo fatto noi di ANDREA VECA

Andrea Veca è il fondatore di Achab, cioè un distributore di software che non ha mai spostato una scatola, in questo articolo racconta il processo che li ha portati ad essere una delle prime aziende b2b con un blog e una forte presenza social.

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Nella primavera del 2011 siamo stati colti dal sacro fuoco del blog. Tutti parevano avere un blog, libri sui corporate blog, gruppi LinkedIn sui blog in azienda: potevamo forse essere da meno? Inoltre il panorama dell’editoria IT presentava già sintomi di depressione (del resto Digitalic non era ancora nata): come comunicare meglio? Infine c’era il desiderio di avere uno spazio in cui poter parlare più liberamente rispetto al sito standard, che svolge quasi esclusivamente funzione di vendita. Era il momento di aprire un blog.

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Il consulente

Nella primavera del 2011 siamo stati colti dal sacro fuoco del blog. Tutti parevano avere un blog, libri sui corporate blog, gruppi LinkedIn sui blog in azienda: potevamo forse essere da meno?

Timoroso di commettere errori terrificanti – si sa che la rete non perdona – ho deciso di rivolgermi a un consulente che ci aiutasse a muovere i primi passi nella blogosfera. La scelta del consulente non è stata banale: trattandosi di materia ad alta percentuale di vapore la diffidenza era alta, acuita dalle presentazioni di alcuni sedicenti esperti che ricordavano molto da vicino la fuffa che circolava a tonnellate una quindicina di anni fa, all’avvento del web in Italia. In ogni caso alla fine ci siamo riusciti e ne è valsa sicuramente la pena. A posteriori il tenore

di alcune delle domande che ponevamo al professionista era demenziale. Obnubilati dalla novità dello strumento e dal timore reverenziale, formulavamo quesiti del tipo: “È meglio impugnare un coltello per il manico o per la lama?”. Con grande pazienza il nostro Virgilio ci ha guidati fuori dalla selva oscura e ci ha dato lo slancio iniziale. Una scelta che consiglio. Make or buy

Siamo arrivati quindi alla scelta del sistema di gestione dei contenuti. Sulla rete sono disponibili almeno ventisette ottime piattaforme. Nonostante questo ne abbiamo sviluppata una in casa, scelta influenzata dal fatto che abbiamo un team interno di sviluppo e che diamo molta importanza all’integrazione delle piattaforme. Del resto, o hai il mal di testa a causa dello sviluppo della piattaforma oppure hai il mal di testa dovuto alla sincronizzazione dei dati che ciascuna piattaforma gestisce. Sono soddisfatto della scelta che abbiamo fatto, ma non mi sento di consigliarla in generale. Credo che convenga prendere un Content Management System esistente e partire con quello.

Come al solito l’aspetto tecnologico è il più facile: una volta approntato il motore del blog, si è trattato solo di produrre i contenuti. Come linea editoriale abbiamo cercato di interpretare gli interessi dei clienti con cui lavoriamo da anni, e abbiamo così deciso di proporre argomenti tecnici, commerciali e gestionali per chi si occupa di IT all’interno delle piccole e medie imprese. Casi di vita vissuta, consigli pratici, divulgazione, spunti di riflessione. Ci siamo dati da subito alcune regole. Anzitutto, la frequenza minima sarebbe dovuta essere di almeno due post alla settimana, per mantenere aperto il canale di comunicazione con i nostri lettori. In secondo luogo, non avremmo parlato dei nostri prodotti per non cadere nella tentazione di fare un blog che fosse la fotocopia del sito. Abbiamo rispettato entrambe le regole, con un po’ di fatica ogni tanto. Consiglio di nominare un responsabile che coordini le attività di chi scrive e che abbia il polso abbastanza fermo da richiamare all’ordine eventuali ritardatari. I risultati

Ho provato ad avventurarmi nella lettura di Social Media ROI di Olivier Blanchard ma ho desistito, per cui non so indicare un numero che dica se ne vale la pena oppure no. A livello qualitativo posso dire che non si vende niente, dunque se l’obiettivo è questo conviene rinunciare. Si fa lead generation? Sì, ma a lungo termine. Più è specifico l’argomento del blog e maggiore è l’efficacia in questo senso. Quindi è un buono strumento per diffondere il proprio brand e stabilire un dialogo, anche se talvolta superficiale, con nuovi interlocutori. E sono convinto che continuando a macinare buoni contenuti questo dialogo diventerà sempre più ricco e profondo.n


30 anni 1983 2013 Vogliamo ringraziare l’insieme dei nostri clienti che, con fiducia, ci hanno affidato le loro esigenze. Una collaborazione quotidiana che ha contribuito a costruire il gruppo che siamo oggi. Da 30 anni Altavia lavora al servizio dell’attivazione commerciale con oltre 300 clienti, insegne e marche leader in Europa e in Cina.

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SICUREZZA

Apple colpita duramente dagli hacker di FRANCESCO MARINO

Sono entrati nel sito dedicato agli sviluppatori per carpirne i dati sensibili. La società ha assicurato che il database era criptato, ma non ha escluso che alcuni dati siano stati sottratti.

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Gli hacker sono entrati nel sito degli sviluppatori Apple per impossessarsi dei dati sensibili dei membri. VVVVVVVVVVVV

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Nemmeno Apple si salva: lo scorso luglio è stata colpita duramente dagli hacker. Il sito web dedicato agli sviluppatori era off-line, sembrava un normale aggiornamento, ma dopo qualche tempo è apparso un messaggio insolito: non solo il tradizionale “We’ll be back soon”, ma una spiegazione in cui si diceva che il sito aveva dei problemi più seri del previsto e che non sarebbe tornato a funzionare immediatamente. Poi è arrivata la delucidazione: il sito web è stato attaccato per entrare in possesso dei dati sensibili appartenenti agli sviluppatori di Apple, la

quale ha affermato che i dati personali erano criptati e che gli attaccanti non sono stati in grado di entrare in possesso del database. Ma questa rassicurazione è sembrata subito debole, dato che più avanti nel messaggio inviato si leggeva che “non possiamo escludere che alcuni dati come nomi, indirizzi ed email siano stati violati. Con spirito di trasparenza vogliamo informarvi della questione”. Per questo Apple stessa ha messo fuori servizio il sito e ha lavorato giorno e notte per arginare il problema. Onde evitare che questi rischi si presentino ancora, la Mela ha revisionando completamente il sistema in cui vengono archiviati i dati degli svilup-

patori, aggiornando i server e ricostruito interamente il database. Infine Apple ha chiesto scusa per i gravi disagi che il down-time del sito ha causato a tutti. È un duro colpo all’immagine di sicurezza di Apple, nell’immaginario di tutti meno esposta ai rischi e meno attaccata di altre società. I suoi sistemi operativi sono da sempre considerati più sicuri, ma forse solo perché il numero degli attacchi indirizzati alla piattaforma della Mela sono sempre stati numericamente inferiori. Con la crescita esplosiva degli ultimi anni Apple è oggi tra i leader indiscussi del mercato e i suoi sistemi sono molto diffusi, così la Mela è diventata un pasto succulento per i criminali della rete. Quanto questo episodio possa influire sull’andamento della società è difficile dirlo, ma certo scalfisce un po’ quell’aura di inviolabilità che la società fondata da Steve Jobs ha sempre avuto. Qui sotto il messaggio originale inviato a tutti gli sviluppatori Apple del mondo. “Last Thursday, an intruder attempted to secure personal information of our registered developers from our developer website. Sensitive personal information was encrypted and cannot be accessed, however, we have not been able to rule out the possibility that some developers’ names, mailing addresses, and/or email addresses may have been accessed. In the spirit of transparency, we want to inform you of the issue. We took the site down immediately on Thursday and have been working around the clock since then. In order to prevent a security threat like this from happening again, we’re completely overhauling our developer systems, updating our server software, and rebuilding our entire database. We apologize for the significant inconvenience that our downtime has caused you and we expect to have the developer website up again soon”.n



SVILUPPO

AppsBuilder:

crea App con pochi click di Luca Bastia

Una start up italiana che compete a livello internazionale: offre la possibilità di creare, in modalità self service, app mobile multipiattaforma.

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Da un’idea di due imprenditori di Catania è nato un servizio che permette di realizzare App, per sé o per i propri clienti, in pochi clic

Un sistema self service online per la creazione di App mobili multipiattaforma e per la distribuzione su iPhone/iPod, iPad, dispositivi Android, Windows Phone 7.5 e 8, BackBerry 10 e il mobile web site (la web App in HTML5). Questo è ciò che ha ideato e realizzato AppsBuilder, una start up Italiana che non si ferma però al mercato interno, ma già realizza tra il 75 e l’80% del fatturato all’estero, come ci ha confermato Daniele Pelleri, Ceo e co-fondatore con Luigi Giglio (CTO) della società. “Abbiamo iniziato con un sito senza alcun investimento – racconta Pelleri - e a settembre 2010 abbiamo fatto il lancio. Poi, visto che il progetto poteva diventare importante, ci siamo presentati a diversi investitori ottenendo un riscontro positivo da Annapurna Ventures e da The Next Value che ci hanno “incubato” per un anno e mezzo coprendo l’aspetto economico e consentendoci di operare full time alla costruzione dell’azienda e del progetto, sostenendoci dal lato imprenditoriale con il loro network. Successivamente, nel settembre 2012, abbiamo fatto altri investimenti, in questo caso di un milione e mezzo, cui hanno partecipato anche

Vertis Ventures e Zernike Meta Ventures. Oggi la società è composta da due sedi, una a Catania dove è collocata l’area di ricerca e sviluppo con 10 ingegneri e una a Milano con 4 persone che si occupano di marketing e sales”. Il mercato e la proposition

“Il 75-80% del nostro fatturato è realizzato all’estero – prosegue Pilleri - principalmente negli Stati Uniti e nei paesi anglosassoni”. La piattaforma, infatti, è internazionalizzata, realizzata in sei lingue (italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo e portoghese). Attualmente, con la piattaforma AppsBuilder vengono realizzate 8.000 App al mese e oltre mezzo milione di sviluppatori sono iscritti al portale. “Oggi contiamo solamente due competitor a livello internazionale – aggiunge il fondatore - ma il nostro prodotto, avendo anche 10 ingegneri alle spalle, ci ha permesso di sviluppare delle competenze interne molto più velocemente degli altri. L’utente che arriva da noi spesso ha già testato altre piattaforme, ma nel nostro prodotto trova più funzionalità e più possibilità gestione dell’App. Ora stiamo anche pensando di forzare sull’internazionalizzazione aprendo un ufficio

all’estero, probabilmente in Inghilterra”. AppsBuilder prevede due linee di business parallele, la parte B2C che consente, collegandosi al sito Apps-Builder. com, di creare self-service con pochi click guidati la propria App e di pubblicarla sui vari marketplace; “mentre la parte B2B prevede di presentarci da media agency o web agency, aziende che hanno un loro portafoglio clienti e propongono le App, fino a ieri proponevano solamente i siti. La parte B2B è focalizzata sulla strutturazione di un network a livello mondiale in cui tanti reseller rivendono il nostro servizio al loro portafoglio clienti”. La soluazione è fruibile mediante diverse formule di abbonamento. “Abbiamo due community – spiega Pelleri - una di designer che produce template, grafici e temi e una di sviluppatori che producono plug-in da allacciare alla nostra piattaforma; insieme queste due community e aiutano i nostri end user a costruire app”. “Negli ultimi sei mesi – conclude Pelleri - siamo cresciuti del 250% e contiamo di continuare a crescere con ritmi interessanti, perché il mercato mobile è in costante espansione con trend esponenziali”. n


DESIGN

UNA NUOVA IDENTITà per digitalic

di Debora Manetti / studio KMZERO

Non poteva essere altrimenti: è stata la casualità di un incontro sui social network a trasformare un’idea in una piccola rivoluzione tra le pagine di Digitalic.

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Studio Kmzero si occupa di consulenza d’immagine e comunicazione, sviluppo di caratteri tipografici e progetti di identità visiva per grandi realtà aziendali da oltre 10 anni. www.kmzero.com www.zetafonts.com

cco, finalmente uno spiraglio di tranquillità. Il telefono ha appena smesso di squillare, l’ultima email della giornata è appena stata spedita: è il momento giusto per concedersi una boccata d’aria virtuale sui vari social network per lasciarsi ispirare dalle voci del mondo, dai toni chiassosi e gergali, dalle tendenze e dai fenomeni-tormentone che rallegrano la vita digitale. È una sorta di pigra caccia al tesoro che permette di scovare ogni tanto un argomento interessante e - talvolta - di incontrare persone che guardano al web con la stessa nostra modalità, che interpretano la vita digitale in modo curioso e attivo.

Nel caso di Digitalic ci siamo chiesti quale fosse la migliore immagine da dare a una rivista che tratta di innovazione, idee, creatività, tecnologia e sviluppo, nell’ottica di fornire uno strumento utile al business dell’information tecnology.

È stato così, tra qualche commento di reciproco interesse e a colpi di retweet che ho conosciuto Francesco Marino, direttore di Digitalic, ed è cominciata la collaborazione tra la rivista e Kmzero, lo studio grafico responsabile del restyling che avete potuto scoprire in questo numero.

Il nuovo font, sviluppato da Francesco Canovaro, traduce i segni distintivi della rivista in una forma contemporanea con tratti script molto consistenti: curve morbide ma decise che coniugano spessori e tagli tipici del mondo teconologico con la morbidezza e la fluidità che contraddistingue i social network, con un tocco d’ispirazione hipster.

Per noi di Kmzero fare design non vuol dire solo dotare un progetto di un bell’aspetto ma piuttosto delineare una forma per i significati che il prodotto rappresenta.

Digitalic è una rivista che parla di futuro, di protagonisti e di visioni, e da questo settembre estenderà i propri approfondimenti anche su nuovi argomenti; per questo ci è sembrato naturale proporre un nuovo look per l’intero progetto, a cominciare dal disegno della testata, costruita con un nuovo carattere tipografico studiato per questo progetto dalla nostra font foundry Zetafonts.

Nel nuovo logo Digitalic uno slash (“/”) precede il titolo di testata, ed è proprio questo segno diagonale

che fa da linea guida anche all’impaginato interno, nel quale le geometrie si intersecano in delicati incastri per dare nuove forme ad un design fortemente coordinato al marchio di testata. Cosimo Lorenzo Pancini e Martina Toccafondi hanno dato identità alle varie rubriche, definendo un format originale ma contaminato dal meglio dell’editoria contemporanea e impreziosito da una copertina sulla quale è stato possibile sfogare tutto l’amore per le tecniche di nobilitazione tipografica che ha da sempre caratterizzato il nostro studio. Un lavoro di ricerca, questo, che ha portato Studio Kmzero ad aggiudicarsi un prestigioso Art Director Club Award con la rivista Ego[n], e che continuerà a costituire una sfida sulle pagine di questa rivista. Perché in un’era di fruizione digitale il piacere tattile e visivo prodotto dall’uso sapiente della tipografia tradizionale, portato all’eccellenza dalle numerose realtà produttive nel campo presenti nel nostro paese, rimane comunque irraggiungibile per qualsiasi ereader o tablet d’oltreoceano. n

Commenti e pareri sono ben accetti, usando l’hashtag

#newdigitalic su Twitter m


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DI FEM G M IT E AL E

RETRò

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La nonna del Cobol di FRANCESCO MARINO

Grace Murray Hopper è una delle figure femminili centrali dell’informatica, ecco la sua storia. VVVVV VVVV V VVVVV

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Grace Murray Hopper ha inventato il primo compilatore al mondo e per prima ha usato la parola “BUG” VV VV VVVV VVVVVVV

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race Murray Hopper è stata la prima donna al mondo a creare un compilatore: era infatti nel team che sviluppò l’Eniac, il primo computer digitale del mondo, e i suoi studi hanno dato vita al linguaggio di programmazione Cobol, di cui è considerata la “nonna”, ma non solo. È lei che

ha inventato la parola “Bug” per indicare un difetto nei software. Grace, nata a New York nel 1906, era una Hacker nel senso più puro del termine: già da bambina smontava gli orologi a pendolo per capirne il funzionamento e creava giochi con un kit da meccanico. Laureatasi in matematica e divenutane insegnante, durante la Seconda

Guerra Mondiale si arruola come volontaria della marina nel cosiddetto WAVES (Women Accepted for Voluntary Emergency Service). Diventa la terza programmatrice del computer Mark I, un super computer dell’epoca per calcolare la traiettoria dei missili, e crea il primo compilatore al mondo, il sistema A-0 nel 1952, che diventa un prodotto commerciale (Flow-Matic) nel 1955 e diviene il modello per lo sviluppo del Cobol. Diceva Grace Murray Hopper : “Le donne finiscono per essere davvero delle brave programmatrici per una ragione in particolare. Sono abituate a portare a termine le cose, mentre gli uomini non lo fanno molto spesso”. Muore nel 1992.n


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