RE Real Estate - Giugno 2010

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EDITO RIALE

Occhi puntati sulle opportunità del settore all’Eire

Real estate, eppur si muove

È

il momento della ricostruzione in tutti i sensi. Il Real Estate mette a posto i tasselli di un puzzle. Dopo il vento che ha spazzato via molte tessere e ha scompigliato i contorni del settore, ora (sempre più velocemente) i vari tasselli si attraggono e si ricostruisce un quadro d’insieme. Che è molto diverso da quello a cui si era abituati; è come se il puzzle ricomponendosi cambi anche disegno. “Paion traversie, eppure sono opportunità”- con questa frase di Gian Battista Vico, Antonio Intiglietta, presidente di Ge.Fi e patron dell’Eire, tratteggia la situazione del mercato presentando la manifestazione. “La crisi ha segnato il mercato, cambiato le sue dinamiche e le linee di sviluppo del settore non saranno mai più quelle distorte degli anni passati. La ripresa avrà tempi lunghi e non facili” - spiega Intiglietta. Ma le opportunità esistono e sono molte, forse il lungo immobilismo ha solo atrofizzato la propensione a investire, o ha reso tutti più titubanti. Proprio Eire è una di quelle forze aggreganti, una calamita che aiuta a unire competenze e opportunità, aziende e investitori, progetti e territori. Dall’8 al 10 giugno, in Fiera a Rho, si capiranno meglio i contorni e le prospettive del nuovo settore immobiliare italiano. Dalla finanza arriva anche la notizia che Risanamento ha ricostruito, con molte cure, i propri bilanci. Il gruppo immobiliare, infatti, ha annunciato un utile di 40,3 milioni, contro la perdita di poco inferiore ai 50 milioni registrata nel 2009. Norman95 evita sorti peggiori approdando al concordato preventivo. In tempi difficili anche questa è una buona notizia.

Poi arrivano i primi dati davvero positivi: dopo tre anni di calo torna il segno + davanti alle prestazioni del mercato immobiliare italiano, che nel primo trimestre ha registrato un aumento delle compravendite del 3,4%. Lo rileva la nota trimestrale dell’Agenzia del Territorio. Sono le abitazioni a trascinare questa ripresa, in particolare quelle situate nelle grandi città. Le compravendite di immobili residenziali sono infatti aumentate del 4,2%. Ma sta cambiando molto intorno al mattone che torna a essere al centro delle attenzioni degli investitori. Molti hanno parcheggiato i capitali, che sono disponibili, in attesa di buone occasioni e di tempi più certi. Il mattone, insieme all’oro, è ormai considerato l’unico bene rifugio quando anche i titoli di Stato e i bond non riescono a essere una vera alternativa. E anche in Italia non mancano le opportunità di investimento tra patrimoni in vendita e progetti di sviluppo che si sono arenati con la crisi. Dal punto di vista normativo, poi, le cose stanno cambiando rapidamente con il federalismo demaniale. Non sarà un anno facile il 2010, sicuramente un anno pieno di novità, ricco di rischi ma anche di grandi opportunità.

Francesco Marino direttore di Re Real Estate francesco.marino@fieramilanoeditore.it

I consigli dello chef. La poesia e l’amore risolleveranno le sorti del mattone, faranno volare alto progetti e persone che credono nella qualità e nella bellezza... parola di Daniel Libeskind, un architetto che sa vedere idee... dove gli altri vedono deserto post-industriale. La sua ispirazione sia di insegnamento e di auspicio per tutti coloro che contribuiscono a fare belle le nostre città, per una nuova cultura dell’estetica e della vivibilità dell’architettura. Anche nella distruzione c’è creazione... leggete la storia di Giovanni Conte che insegna come costruire dalle macerie

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SOMMARIO

REAL ESTATE Il primo mensile italiano di economia e finanza immobiliare

Giugno 2010 in questo numero Editoriale Real estate, eppur si muove La copertina General Smontaggi, come demolire per tutelare l’ambiente

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Italia Daniel Libeskind, è il tempo delle grandi idee E’ partito il federalismo demaniale. Ma lo Stato presenta il conto Ance, ultimatum al Governo per salvare le costruzioni Eire: immobiliare, eppur sono opportunità Roma vince la sfida olimpica su Venezia

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Portfolio Nuova Sede 3M

52

Finanza Ora che Pirelli ha salutato il mattone I Toti lasciano Sansedoni al palio

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SOMMARIO REAL ESTATE

In questo numero Rubriche Profumo di business Chiacchiere e mattoni Yield a cinque stelle News Analysis Smart estate 360° Megatrend Appuntamenti

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I numeri Congiuntura

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Oziografia/Claudio Scajola

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LA FRASE

“È finito l’idillio dei mercati con l’euro, quella luna di miele che aveva consentito di azzerare i differenziali nei tassi di interesse e considerare tutti i paesi ugualmente meritevoli di fiducia. D’ora in poi con un’unica moneta ci saranno tassi di interesse diversi. Per avere un basso costo del denaro saranno necessarie finanze pubbliche in ordine e competitività elevata” Emma Marcegaglia all’assemblea degli Industriali a Roma il 27 maggio 2010

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IN QUESTO NUMERO

NOME

PAGINA

3M Italia

52

Aedes

NOME

PAGINA

NOME

PAGINA

Giro Francesco Maria

43

NCTM

33

14

Gruppo Belvita

58

Nori Carlo

49

Albertini Claudio

14

Gruppo Essere

49

Norman 95

69

Alemanno Gianni

43

Gruppo Mela

19

Parsitalia

51

Ance

25

Hilton

59

Petrucci Gianni

43

Andersen John

73

Igd

Prelios

62

Antoitalia

38

Incorpora Gianfranco

80

Purini Franco

51

Artale Angelo

60

Intiglietta Antonio

44

Quadri Enrico

69

Banca Finnat

15

Ipi

15

Rec Solar

73

Belotti Daniele

75

Larry Smith

48

Regina Aurelio

41

Bossi Umberto

21

Leading Hotels

58

Rics

49

BPMC2

76

LG

31

Risanamento

69

Braggiotti Gerardo

64

Libeskind Daniel

16

Rockwool

32

Buzzetti Paolo

25

Mainetti Veronica

71

Sansedoni

66

Calderoli Roberto

21

Mannaerts Angela

83

Scajola Claudio

96

Caputi Massimo

64

Marcegaglia Emma

5

Siemens

77

CBRE

28

Massaia Maurizio

9

Sorgente

71

Cmc

48

Matteoli Altero

27

Studio Mca

52

Cogei

80

Mediobanca

62

Sviluppo Commerciale

35

Consorzio Zip

76

Mela Mario

19

Teng Ted

58

Conte Giovanni

9

Monte Paschi

65

Toti Claudio

66

14,26

Di Pietro Antonio

23

Montescani Francesco

14

Toti Pierluigi

66

Fieramilano

46

Morena Marzia

49

Tree Real Estate

69

Fimit

64

Moscatelli Vittorio

15

Tronchetti Provera Marco

63

Ge Capital

64

Mussari Giuseppe

65

Urso Adolfo

27

Ge.Fi

44

Nattino Arturo

15

Yard

14

Navone Gianfranco

14

Zimmerhofer Paul

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General Smontaggi

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Giovanni Conte

Ha abbattuto l’ecomostro di Punta Perotti a Bari, uno dei simboli dell’abusivismo edilizio nazionale. Ha demolito con una tecnica d’avanguardia basata su decine di micro cariche il grande Padiglione 20 della vecchia Fiera di Milano dove sorgeranno i grattacieli di Citylife. Per il lavoro alla raffineria Sarom di Ravenna ha vinto nel 2009 il premio per la miglior demolizione industriale, assegnato ad Amsterdam dalla European Demolition Association, che rappresenta oltre mille imprese di demolizioni in tutta Europa. di Paolo Enzo Mazzanti


COPERTINA

A colloquio con il fondatore della società leader del settore Giovanni Conte

General Smontaggi, come demolire per tutelare l’ambiente

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a abbattuto l’ecomostro di Punta Perotti a Bari, uno dei simboli dell’abusivismo edilizio nazionale. Ha demolito 40 viadotti della Salerno-Reggio Calabria, l’autostrada in corso di rifacimento che dovrebbe dare nuova energia al Mezzogiorno. Ha abbattuto con una nuova tecnica basata su decine di micro cariche il grande Padiglione 20 della vecchia Fiera di Milano dove sorgeranno i grattacieli di Citylife. Per il lavoro alla raffineria Sarom di Ravenna ha vinto nel 2009 il premio per la miglior demolizione industriale assegnato ad Amsterdam dalla European Demolition Association, che rappresenta oltre mille imprese di demolizioni in tutta Europa. Con 70 milioni di fatturato, in crescita anche in questi anni di crisi, 150 addetti e una trentina di cantieri aperti contemporaneamente sul territorio nazionale, General Smontaggi, azienda di Novara, creata nel 1984 da Giovanni Conte, si è conquistata in questi 26 anni un ruolo di tutto rilievo in Italia e nel mondo. È l’azienda leader nel nostro Paese ed è tra le prime 15 al mondo nel decommissioning. Oggi, al settore demolizioni, affianca anche attività importanti come bonifiche ambientali e smaltimento rifiuti.

Azienda all’avanguardia tecnologica, con clienti come Fiat, Pirelli, Ansaldo, Eni, Impregilo, Generali Immobiliare, Dow Chemical, Ibm, dispone delle macchine più avanzate, tra cui uno dei quattro esemplari al mondo di escavatore PMI 980 da 140 tonnellate e sei impianti mobili di recupero dei rifiuti non pericolosi. All’inizio del 2010, l’ultimo riconoscimento: l’amministratore delegato di General Smontaggi, Maurizio Massaia, 43 anni, è diventato presidente dell’Associazione Nazionale Demolitori Italiani. Con Giovanni Conte facciamo il punto sull’azienda e sul settore del decommissioning, sempre più importante per operare nei Paesi sviluppati e nelle aree urbanizzate, dove la gestione delle demolizioni, delle bonifiche e dei rifiuti è un segmento decisivo delle attività industriali ed edilizie. Quanto conta in un’opera di trasformazione industriale ed immobiliare il lavoro di demolizione e bonifica? Le iniziative di trasformazione industriale ed immobiliare sono inevitabilmente condizionate dai tempi e dagli oneri relativi alla bonifica delle strutture ed alla loro successiva demolizione parziale o totale, in quanto queste operazioni sono propedeu-

tiche alla realizzazione dei nuovi progetti di riconversione. Laddove, poi, si rendesse necessario procedere ad attività di scavo, allora sarebbe obbligatorio procedere a tutte le verifiche preliminari per accertare la qualità del terreno scavato e, nel caso, procedere all’attivazione della procedura di bonifica del suolo. Anche la fase di pura intermediazione immobiliare è fortemente condizionata dall’individuazione e risoluzione delle problematiche legate alla presenza delle passività ambientali. Il vostro è un settore molto sensibile anche dal punto di vista politico e sociale, pensiamo alle bonifiche ambientali e alla gestione dei rifiuti: che contributo possono dare imprese come le vostre? I settori della bonifica e dello smaltimento rifiuti sono stati oggetto di una massiccia produzione normativa negli ultimi vent’anni, ma sono ancora oggi esposti all’operato di qualche soggetto che, soprattutto nell’ambito dello smaltimento, è poco rispettoso delle regole e getta pesanti ombre sull’intero settore. Diventa allora fondamentale la rigida applicazione, da parte di tutti, dei principi etici di imprenditorialità e degli standard tecnici imposti dalla normati-

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Padiglione 20 di Ex Fiera Milano

va, senza alcun compromesso. Allo scopo di fornire il maggior contributo possibile alla società civile, in General Smontaggi abbiamo stabilito con chiarezza la nostra mission aziendale: ovunque si intraveda la possibilità di agire vantaggiosamente per ristabilire l’armonia ambientale e rivalorizzare territori in disuso, lì si concentra la nostra attenzione ed a tale scopo sono dedicati i nostri sforzi quotidiani e la professionalità di tutto il nostro personale. Lavorate solo per grandi imprese o anche per pubbliche amministrazioni? I lavori pubblici rappresentano una frazione minoritaria del nostro fatturato. Gli appalti pubblici di nostro interesse sono quelli ove, nei meccanismi di assegnazione del lavoro, è prevista ed è decisiva la valutazione del contenuto tecnico dell’offerta e del progetto: ciò perché, oltre alla variabile prezzo, entrano in gioco e sono valorizzate le competenze tecniche specifiche dell’azienda e la capacità di creare un valore aggiunto sul progetto in termini di tutela dell’ambiente, dei terzi e di scelta delle migliori tecnologie per l’esecuzione dell’intervento.

Avete comunque un filo diretto con le pubbliche amministrazioni e lo Stato, basti pensare al vostro intervento in occasione del terremoto in Abruzzo. Come siete intervenuti? Siamo stati onorati di poter aiutare la Protezione Civile a L’Aquila. Inviammo già dalle prime ore dell’alba del 6 aprile 2009, operatori specializzati e macchine escavatrici dotate di attrezzature specifiche per operare in condizioni di emergenza. Tutte le squadre sono state costantemente impegnate presso la zona dell’epicentro del sisma, in centro a L’Aquila, 24 ore su 24 in diversi contesti, dalla demolizione controllata di edifici pericolanti, alla movimentazione di materiali pesanti ed ingombranti, alla ricerca di persone disperse sotto le macerie, sempre con estrema professionalità ma soprattutto con molto coinvolgimento. Oggi, a distanza di poco più di un anno ci piacerebbe contribuire a risolvere il grosso problema delle macerie. Siamo tra le poche aziende in possesso di tutti i requisiti tecnici e di tutti gli attestati e autorizzazioni necessarie. Possediamo ben sei frantoi mobili che riducendo volumetricamente le macerie e rendendole riutilizzabili per le opere di rico-

struzione, ridurrebbero anche l’impatto ambientale delle stesse. General Smontaggi è cresciuta molto nei 25 anni di vita e oggi è una delle 15 maggiori aziende di demolizioni al mondo: qual è stato il segreto di questa crescita? Non esiste un segreto vero e proprio, bensì un impegno quasi senza limiti ed una particolare filosofia imprenditoriale. L’azienda mette a disposizione dei propri clienti un servizio di decommissioning a 360 gradi, l’intero ciclo produttivo, che partendo dalla demolizione e dalla bonifica termina nello smaltimento e nel riciclaggio dedicato di ogni tipo di materiale e rifiuto. Inoltre, per supportare tutti i nostri settori di intervento, gli investimenti General Smontaggi sono sempre stati mirati al raggiungimento di diversi obiettivi fondamentali: oltre ad una forte e specializzata componente umana, la disponibilità e la qualità dei macchinari e delle attrezzature, il raggiungimento dei migliori standard di sicurezza e lo studio applicativo delle migliori tecnologie disponibili. Il parco macchine della nostra azienda rappresenta l’eccellenza in Italia ed in Europa


COPERTINA

e ci consente di affrontare qualunque lavoro con la certezza di poterlo eseguire utilizzando gli strumenti più appropriati. Riguardo alla sicurezza, da sempre l’azienda è impegnata in una continua attività di formazione delle risorse umane e in scelte operative che prevedono operazioni sul campo sempre meno labour intensive e quindi meno rischiose. In ultimo, nel settore del risanamento ambientale e della rivalutazione del territorio urbano, l’ingegneria interna all’azienda è costantemente impegnata nello sviluppo anche di nuove tecnologie, allo scopo di rendere possibile quello che la ricerca di punta può sperimentare solo su piccola scala. Quest’ultimo passaggio è indispensabile per poter realizzare progetti di riconversione di aree inutilizzate e contaminate che per la loro consistenza esigono tempi certi e applicazioni sostenibili con produttività elevate e costanti. Gli interventi di questi anni avvengono dunque con l’impiego di tecnologie sempre più sofisticate e di macchinari sempre più efficienti e sicuri. Ma, a fronte di un massiccio incremento delle attrezzature, rimangono sempre le intuizioni che rendono innovativa sul mercato la nostra azienda e che le consentono di continuare a crescere, con grande determinazione e professionalità.

Demolizione ex Bormioli Rocco Parma

Come avete fatto ad aumentare il fatturato anche negli scorsi due anni di crisi del settore immobiliare? Innanzitutto lo spirito dell’azienda è connotato da una solida etica imprenditoriale e da elevata professionalità nell’esecuzione dei lavori. Questo stile ha permesso di creare rapporti fiduciari e di lunga durata con le realtà di maggior peso a livello nazionale ed internazionale e, quindi, di rappresentare un riferimento stabile anche in presenza di nuove entrate nel settore. È poi vero che la crisi economica non ha risparmiato neanche questo settore; è però anche vero che, non solo da oggi, noi abbiamo sempre avuto grande attenzione a contenere i costi di realizzazione dei progetti dei nostri clienti pur senza rinunciare alla nostra missione aziendale e questo approccio, in questo momento, è per noi sicuramente premiante. Punto di forza aziendale è inoltre quello di aver mantenuto una specializzazione di eccellenza pur ricoprendo diversi settori di attività, dalla demolizione civile ed industriale alla bonifica dei suoli, passando attraverso la rimozione dei materiali pericolosi come l’amianto e i prodotti di processo degli impianti industriali. Una delle ragioni della nostra leadership è proprio l’interdisciplinarietà e complementarietà delle attività che eseguiamo. Quali sono i lavori di cui andate più fieri? Nella demolizione civile, tra i più recenti, ricordo volentieri la demolizione degli ecomostri di Punta Perotti e San Giuliano Milanese, entrambi abbattuti con micro cariche esplosive, senza dimenticare che la stessa tecnica è stata utilizzata per il Padiglione 20 della Fiera di Milano, una tonnellata di esplosivo, la più grande demolizione con micro cariche in ambito urbano avvenuta in Italia. Nella demolizione industriale sono sicuramente da citare i numerosi interventi nei complessi produttivi del Gruppo Eni e della Dow Chemical di Porto Marghera. Devo però sottolineare che sono anche molto impressionato dalla grande mole di lavoro che stiamo svolgendo nelle aree contaminate. A partire dalla bonifica, ancora in atto, del sito che ospitava la raffineria IP a La Spe-

Allo scopo di fornire il maggior contributo possibile alla società civile, in General Smontaggi abbiamo stabilito con chiarezza la nostra mission aziendale: ovunque si intraveda la possibilità di agire vantaggiosamente per ristabilire l’armonia ambientale e rivalorizzare territori in disuso, lì si concentra la nostra attenzione ed a tale scopo sono dedicati i nostri sforzi quotidiani e la professionalità di tutto il nostro personale

zia, oltre 700 mila tonnellate di terreno contaminato da idrocarburi pesanti, e proseguendo per gli innumerevoli interventi di scavo e bonifica in pieno tessuto urbano delle grandi città (ad esempio l’area della ex farmaceutica Carlo Erba a Milano) stiamo riuscendo ad unire tutta l’esperienza acquisita negli ultimi 25 anni nel movimento terra con le competenze specifiche e la tecnologia degli impianti acquisiti negli ultimi dieci anni. Restano poi da ricordare anche alcuni interventi particolari come quelli in presenza di materiali radioattivi svolti presso un impianto di produzione fertilizzanti a Manfredonia e all’interno della centrale nucleare del Caorso. Ad oggi sono circa 30 i cantieri General Smontaggi aperti sul territorio nazionale. Dai 40 km di viadotti alti anche 180 metri da demolire sulla Salerno-Reggio Calabria, dove sono impiegate tecniche differenti a seconda del contesto, delle altezze e dall’accessibilità dell’area, alla demolizione dell’ex Policlinico Monteluce di Perugia, riqualificazione che interessa un’area di 75 mila metri quadri, in cui

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COPERTINA

Salerno - Reggio Calabria: demolizione con microcariche

l’azienda si è occupata prima della bonifica da amianto e lane minerali e poi della demolizione, per restituire alla città un nuovo polo urbano; dalle numerose bonifiche da amianto, alla demolizione del complesso industriale Bormioli di Parma, per arrivare ad una delle ultime acquisizioni, la demolizione della Centrale Termoelettrica e di 3 ciminiere alte oltre 150 metri che stiamo decostruendo meccanicamente presso lo Stabilimento Syndial di Porto Torres, in Sardegna. Quale futuro prevede per l’attività del decommissioning? La sfida del futuro vedrà la nostra società sempre più spesso messa alla prova da un mondo che sembra dirigersi rapidamente verso inevitabili necessità: il recupero delle aree industriali dismesse, la nascita di nuovi poli cittadini, il risanamento e la riqualificazione delle nostre città. Siamo leader in questo settore, e vogliamo continuare ad esserlo, anche perché guardiamo al futuro e vediamo sempre più progetti di recupero ambientale e di edilizia sostenibile che re-integrino quegli spazi deturpati dalla disordinata industrializzazione ed edificazione degli anni ’60 e ’70. Tutto senza lasciare niente al caso. General Smontaggi assicura competenza come avveniva agli inizi di questa “avventura” grazie ad una continua formazione sulla sicurezza erogata costantemente agli uomini e

un continuo investimento in tecnologia e macchinari all’avanguardia. I nostri progetti poi vanno sostanzialmente nelle seguenti direzioni: sviluppo di una divisione aziendale specializzata nelle urbanizzazioni; acquisizione e formazione di nuove risorse umane specializzate nel settore del risanamento ambientale; progettazione e costruzioni di nuovi impianti di trattamento di terreni contaminati, allo scopo di accorciare la filiera del settore e di minimizzare la produzione di rifiuti; sviluppo delle relazioni con le istituzioni accademiche e con i centri di ricerca, rendendoci disponibili a testare le nuove tecnologie. Nel periodo in cui avrete la presidenza dell’Associazione dei demolitori italiani che cosa vi proponete di fare per far crescere il settore?

Nel periodo di nostra presidenza continueremo senz’altro a redigere e pubblicare i volumi di tecnica delle demolizioni, ove vengono raccolte e messe a frutto le esperienze di tutte le imprese del settore, allo scopo di creare un insieme di protocolli tecnici di assoluta affidabilità sotto il profilo della sicurezza e della tecnica applicativa. Cercheremo, inoltre, di essere più presenti a livello istituzionale, allo scopo di accreditare ufficialmente l’Associazione negli ambiti consultivi a livello normativo e tecnico. Provvederemo anche ad aumentare lo scambio formativo con i più importanti istituti universitari mediante la partecipazione a corsi in qualità di docenti, l’istituzione di premi di laurea e la partecipazione e convegni e seminari coerenti con il nostro patrimonio tecnico.

Blue Residence San Giuliano Milanese

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PROFUMO DI BUSINESS Retail..........................................2,3 milioni A Igd Siiq Spa due rami d’azienda

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Igd Siiq Spa, tramite la propria controllata al 100% Millennium Gallery Srl Unipersonale, ha acquistato un ramo d’azienda per la vendita al dettaglio di prodotti non alimentari e di un ramo d’azienda per la somministrazione di alimenti e bevande, entrambi all’interno del centro commerciale “Millennium Center” di Rovereto (Trento). Il valore dell’acquisizione dei due rami d’azienda, che comprende anche gli immobili, è di 2,3 milioni di euro oltre imposte e costi accessori. Dopo l’operazione, che va ad aggiungersi ai rami d’azienda già acquisiti a febbraio 2007, il Gruppo Igd arriva ad avere la proprietà del 40% dell’intero Centro Commerciale “Millennium Center”. Il Gruppo quotato ha ceduto anche il 20% del capitale sociale della controllata Porta Medicea Srl a Cmb Cooperativa Muratori e Braccianti di Carpi tramite la propria controllata al 100% Immobiliare Larice Srl. Cmb è l’impresa nazionale di costruzioni con un giro d’affari 2009 di oltre 630 milioni di euro. Il valore dell’operazione è di 13,1 milioni di euro e il closing definitivo è atteso entro fine maggio 2010. Alla conclusione dell’operazione, Igd arriverà a una quota del 60% del capitale di Porta Medicea, attraverso la holding Immobiliare Larice Srl, interamente controllata. Cmb svolgerà funzioni di Project Management e attività di costruzione come general contractor, oltre che avere il ruolo di advisor nella commercializzazione del progetto. Il progetto di trasformazione del frontemare di Livorno, vicino al centro storico della città, prevede un investimento complessivo superiore a 200 milioni di euro, con sviluppi immobiliari per oltre 70 mila mq di slp (superficie lorda di pavimento), che porteranno a un nuovo quartiere multifunzionale di eccellenza, a varie destinazioni di tipo residenziale, commerciale, terziario e ricettivo. Claudio Albertini, amministratore dele-

gato di Igd, ha dichiarato: “Questo accordo conferma ancora una volta la puntuale attuazione della strategia del nostro gruppo, annunciata lo scorso novembre con il nuovo Piano Strategico 2009-2013. In particolare su un’operazione complessa come quella di Livorno, che è peraltro l’unico progetto di sviluppo multifunzione nel portafoglio di investimenti di Igd, siamo molto soddisfatti di essere riusciti a coinvolgere Cmb, un partner industriale di elevato profilo e di provata esperienza”.

Londra ........................................20 milioni Aedes cede Wilton La società quotata ha ceduto la società Wilton 18 Sa che detiene la proprietà dell’immobile in 18 Wilton Crescent, a Londra, per 17.300.000 sterline (circa 20 milioni di euro). L’acquirente è Grosvenor Street Trust Company Limited. L’operazione ha consentito di chiudere l’esposizione in sterline sulla società Wilton 18 Sa, registrando anche un utile su cambi per circa 280 mila euro rispetto al 31 dicembre 2009. Il gruppo Aedes registra invece un effetto di cassa positivo di 6,3 milioni, completamente pagati al closing, con un miglioramento della posizione finanziaria netta di circa 20 milioni. La cessione di Wilton Crescent rientra nella strategia del piano industriale 2009-2013, finalizzata alla focalizzazione dell’attività sul mercato italiano con la dismissione delle attività estere e degli immobili e delle iniziative immobiliari non più strategici.

Torino .........................................40 milioni Chiamparino chiama Ipi e Yard La Città di Torino affida a Ipi e a Yard in raggruppamento temporaneo la commercializzazione dei propri immobili cartolarizzati, dopo una gara. Il portafoglio vale oltre 78 milioni, mentre la parte in vendita è stato stimato a 40 milioni. Gli immobili si tro-

Da sinistra: Claudio Albertini, amministratore delegato di Igd Immobiliare Grande Distribuzione Siiq Spa e Francesco Montescani, ad di Aedes. A destra Gianfranco Navone, amministratore delegato di Yard


PROFUMO DI BUSINESS

vano tutti a Torino, hanno diverse destinazioni d’uso e localizzazione rispetto al centro. Si tratta del Lotto I dell’Ex Villaggio Olimpico Moi a via Giordano Bruno 159, di un terreno tra via Guala, Monte Pasubio e Casana, di un altro terreno tra via Anselmetti e la Strada del Drosso, di un compendio immobiliare tra corso Spezia 14 e via Bizzozero 20-28. Infine è in vendita anche un edificio a corso Chieri 19. Ipi e Yard hanno già avviato la predisposizione del Piano Industriale per la massima valorizzazione delle aree e dei fabbricati in vendita prima della commercializzazione. “Sono molto fiero – commenta Vittorio Moscatelli, amministratore delegato di Ipi – che Ipi, società torinese anche se operativa a livello nazionale, possa porre la propria professionalità a favore della Città di Torino, una metropoli che guarda il proprio passato ma che punta al futuro, proprio come Ipi che ha la forza di 40 anni di storia nei servizi immobiliari e che dall’estate del 2009 ha avviato un programma di sviluppo delle proprie attività. Esprime soddisfazione anche Gianfranco Navone, amministratore delegato di Yard, che vede in questo incarico l’opportunità per la società di mettere a disposizione del Comune di Torino la sua esperienza specifica e consolidata nel campo delle dismissioni di immobili pubblici.

Napoli .........................................56 milioni Bagnoli: asta per nuove case La società Bagnolifutura mette all’asta aree dove sorgeranno 200250 appartamenti. Il modello di vendita è stato spiegato da Rocco Papa, presidente della Stu che gestisce l’operazione, nel corso dell’audizione presso la commissione consiliare di Vigilanza presieduta da Mariano Malvano. “Un modello, quello della società di trasformazione urbana partenopea, che sta per essere replicato in Lombardia, dove sta per nascere una società a capitale interamen-

te pubblico, partecipata da Regione, Comune e Provincia di Milano, che acquisterà i terreni su cui sorgerà il sito espositivo dell’Expo 2015” – dichiara Papa. “L’area messa all’asta insiste su una superficie complessiva di 66 mila metri quadri, nella quale potranno essere costruiti 215 mila metri cubi, 65 mila dei quali destinati a residenze, 50 mila al commercio e 100 mila al terziario, in prevalenza uffici. La base d’asta è 56 milioni, in base alla valutazione dell’Agenzia del Territorio che ha tenuto conto del contesto circostante e degli investimenti in corso. Chi vorrà partecipare dovrà presentare un progetto di massima delle opere da realizzare e, in una busta a parte, l’offerta economica. Sarà prima valutata la qualità dei progetti in base ad alcuni criteri, il tipo di intervento architettonico, l’integrazione con il contesto circostante, il rispetto dell’ambiente, il risparmio energetico, l’utilizzo di fonti rinnovabili”. Il meccanismo, dunque, dovrebbe essere a prova di ricorso.

Roma ...........................................unknown Vendita fronte stazione La Società Gestione per il Realizzo Spa in liquidazione (Società Gestione per il Realizzo) ha venduto un immobile a Roma, in via Curtatone, di proprietà di una sua controllata. Ad assistere il venditore è Banca Finnat Euramerica Spa, che ha il ruolo di advisor. Si tratta di un palazzo cielo-terra vicino alla Stazione Termini, che risale alla metà degli anni cinquanta, con nove piani fuori terra a destinazione uffici e due livelli interrati. Il suo valore è costituito oltre che dalla posizione centrale, anche dalle finiture di pregio, da una prestigiosa scala elicoidale in marmo con ringhiera in bronzo dello scultore Francesco Coccia, da una scultura lignea di Pericle Fazzini, dai pavimenti in marmo bianco di Carrara e da un altorilievo bronzeo dello scultore Pericle Fazzini che dà su piazza Indipendenza.

Vittorio Moscatelli, amministratore delegato di Ipi. A destra Arturo Nattino, amministratore delegato Banca Finnat

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Architettura e immobiliare

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È il tempo delle grandi idee Incontro con Daniel Libeskind, l’architetto alla guida della ricostruzione di Ground Zero e di molti altri progetti anche in Europa da Dublino a Milano di Francesco Marino

La sua arte, come dice lui stesso, è imprevedibile. Percorre strade inusuali, componendo e ricomponendo un mosaico con pezzi provenienti da diverse discipline. Ama disegnare ed è stato anche un musicista. Per lui l’architettura è soprattutto una dimensione spirituale. Una delle cose che colpisce di più è la sua capacità di portare nella realtà edifici che non seguono l’ordine stabilito tradizionale, ma che si esprimono con forza, non solo dialogando con i luoghi in cui sorgono ma dando nuovo dinamismo ai luoghi stessi. Ma Libeskind è anche un architetto che vanta molte realizzazioni e che alla guida di alcuni dei progetti più significativi del nostro tempo, come la ricostruzione di Ground Zero per il quale ha vinto un concorso internazionale.

E’ stato definito da BusinessWeek “l’architetto sempre ottimista”, e come lui stesso ha detto in un’intervista “Non si può fare architettura se non si crede in un futuro migliore. Si può essere un poeta, o un musicista che compone in chiave minore. Ma per essere un architetto bisogna costruire qualcosa”. Ma per costruire qualcosa bisogna passare dalla carta ai mattoni ed è forse questa una delle cose più difficili, e di maggior valore, nel lavoro di un architetto. Quali sono i problemi più difficili da risolvere, gli ostacoli per portare un progetto nella realtà? La tecnologia, il tempo, il denaro… Non si può isolare un sola dimensione, ogni progetto porta con sé una tale complessità… Ogni opera ha un mes-

saggio, un’idea e deve confrontarsi con budget, aspetti politici, tecnologia. La vera sfida per far diventare un progetto realtà è quella di far passare le idee attraverso tutte queste grandi complessità, mantenendole intatte. Gropius ha detto “le idee muoino non appena diventano compromessi” L’architettura dovrebbe essere un’arte senza compromessi? Solo le idee non possono scendere a compromessi, un’idea non deve mai e poi mai essere compromessa, ma su tutto il resto si possono fare compromessi, a tutti i livelli. Si può intervenire sul budget, sulla tecnologia, su tutto. L’architettura non è contraddittoria perché un’idea può essere ingegnerizzata.


ITALIA

Lei ha detto “L’architettura è un linguaggio”. Cosa ci stanno dicendo gli architetti contemporanei? Esiste un messaggio comune, un comune sentire? Esiste un messaggio comune ed è che il mondo è uno spazio dinamico e sta cambiando. Non è solo una questione relativa all’eluzione della tecnologia, tutto il nostro modo di vivere si sta modificando rapidamente. E quale è, in particolare, il suo messaggio? L’architettura offre più possibilità, è in grado di ampliare gli orizzonti delle persone, anche di emanciparle. Non bisogna necessariamente conformarsi all’ordine prestabilito, viviamo una nuova era con più possibilità, più libertà, con più partecipazione, e nell’architettura non esistono solo le tradizionali dimensioni, non è so-

Con la tecnologia digitale della virtualizzazione si aprono nuovi spazi per l’architettura, spazi che non verranno più occupati dagli strumenti di lavoro. La tecnologia poi porta maggiore intelligenza nei palazzi

lo su e giù destra e sinistra. Ci sono diverse possibilità, nuovi percorsi, nuovi modi di orientarsi. Quali sono, secondo lei, i capolavori dell’architettura degli ultimi anni? Gli edifici più significativi degli ultimi anni, che per me hanno un significato profondo sono il Museo Di Bilbao e il Calatrava Turing Torso. Come descriverebbe il rapporto tra architettura e real estate? Sono nemici, amici, padre e figlio… Si tratta indubbiamente di un matrimonio e di un matrimonio basato sull’amore. E’ una relazione profonda, intensa e le realizzazioni sono i figli che vegono nutriti da entrambi in egual misura. I progetti non potrebbero vivere se non avessero entrambi questi genitori. La crisi economica sta influenzando i progetti, il modo di lavorare? La mancanza di denaro impone nuove regole, e ogni progetto deve essere un grande progetto, “a bold project”. Non è tempo per idee piccole, è il tempo per le grandi idee. La crisi ha spazzato via l’architettura mediocre, non ci sono soldi, non ci sono finanziamenti per i progetti che non hanno un grande valore Gli architetti come lei possono portare valore anche al recupero, alla valorizzazione di edifici esistenti, magari storici? Certamente sì. Rapportarsi con edifici esistenti, che hanno una storia, è una delle attività che rientrano a pieno titolo nel-

l’architettura. Che siano edifici residenziali, culturali e commerciali, un architetto può aggiungere grande valore. Io stesso mi sono trovato più volte a interagire con edifici esistenti: è il caso del Museo di Berlino, o del Jewish Contemporary Museum di San Francisco. In molti progetti si ha che fare con la storia, o con vecchi edifici e si può intervenire aggiungendo valore. Come cambierà la vita negli uffici nei prossimi anni? Con la tecnologia digitale della virtualizzazione si aprono nuovi spazi per l’architettura, spazi che non verranno più occupati dagli strumenti di lavoro. La tecnologia poi porta maggiore intelligenza nei palazzi. Ci saranno più architettura e meno strumenti, studi innovativi per gli spazi e per le luci. Ma soprattutto l’architettura porterà cambiamenti nei luoghi di lavoro, intesi come spazio culturale e spirituale. Lei ha vissuto in Italia. Cosa le piace di più di questo Paese e di Milano in particolare? Amo la cultura italiana e le persone soprattutto, l’attitudine italiana alla vita. Poi Milano ha un fascino speciale, una musica speciale, una poesia speciale, nel suo profondo e non solo in superficie. E’ una combinazione con un bilanciamento unico di meditazione e di attività di carattere e di riflessione. Mi sono innamorato di Milano molto prima di venire a vivere in questa città, sono molto legato a questa città.

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Concentrati sulla Sardegna

Se l’immobiliare è a prova di territorio Il gruppo Mela ha deciso di occuparsi unicamente della Regione dalla quale proviene e ancora più precisamente di mirare ogni investimento alla parte settentrionale dell’Isola a cominciare dalla Maddalena Nasce in Sardegna con l’obiettivo di promuovere quel territorio, di creare progetti di valore non solo per chi investe, per la società, per chi li abiterà, ma anche per la regione. Il gruppo Mela è una società sarda, guidata da Mario Mela. “La nostra fortuna non è solo quella di avere a disposizione in Sardegna un territorio dalla bellezza unica, ma soprattutto che questa bellezza sia stata apprezzata nel tempo e abbia attirato in Sardegna persone e società provenienti da tutta Italia e da tutto il mondo, questo ha fatto crescere la nostra cultura anche quella imprenditoriale e oggi il nostri gruppo è in grado di offrire qualcosa che unisce la bellezza di un territorio e gli interessi della comunità immobiliare ed economica europea”. Il Gruppo Mela è una holding attiva nel settore finanziario e real estate. Dal 1986, ha ha realizzato 2.500 unità abitative e oggi, Sardegna House srl, la società del Gruppo che si occupa di transazioni immobiliari, presenta un’offerta composta da più di 440 unità immobiliari, tra monolocali e ville di lusso. “Abbiamo deciso di concentrare tutte le nostre attività in Sardegna – ha sottolineato Mela - e in particolare nella parte settentrionale dell’Isola quella che va da Alghero alla Maddalena (dove abbiamo i nostri uffici), in modo da essere più efficaci, più incisivi e anche più centrali nello sviluppo di questo territorio”. Il gruppo ha creato poi il Fondo Immobiliare Sardegna, con all’attivo 19 asset legati all’ospitalità alberghiera e turistico-ricettiva, per un totale di oltre 230 mila mq di strutture dislocate nelle località della punta nord dell’isola.

I progetti più interessanti del portfolio sono: Sos Pianos - Alghero (Hotel, residenziale, Wellness e Golf ); Lu Brandali - Santa Teresa di Gallura (Hotel e residenziale); Li Canneddi –Trinità d’Agultu - loc. Cala Rossa (Hotel e residenziale); Sunset Village – Badesi (Hotel, residenze, Wellness & sport); Luna Jana – Budoni-loc. Porto Ottiolu (Hotel); Isola Rossa – Trinità d’Agultu-loc. Isola Rossa (Hotel e residenziale); Rocce Rosse – Trinità d’Agultu - loc. La Paduledda (Hotel e Wellness & sport) e Punta Tegge – La Maddalena (Hotel, residenziale, Wellness & sport). Proprio l’intervento nell’Isola della Maddelena è uno dei fiori all’occhiello della società che sta per realizzare, su una superficie di oltre 27 mila mq, un Hotel a 5 stelle e residenza in pietra locale che si armonizzi con il contesto circostante. “Abbiamo realizzato molto – ha spiegato Mario Mela – e vogliamo continuare

Le residenze di Padule

Mario Mela

su questa strada anche utilizzando nuove competenze esterne alla nostra struttura. Abbiamo imparato che solo aggiungendo intelligenze, persone, accordi commerciali, si può crescere davvero”.

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A Regioni, Province e Comuni vanno immobili, aeroporti, laghi e fiumi dello Stato

È partito il “federalismo demaniale” Ma lo Stato presenta subito il conto Nella manovra da 24 miliardi un taglio dei trasferimenti statali da 13 miliardi in due anni: 10 miliardi a carico delle Regioni, e 3,2 a carico di Province e Comuni. I beni demaniali potranno essere valorizzati e, se venduti, il ricavato andrà per il 75% alla riduzione dei debiti territoriali e per il 25% alla riduzione del debito nazionale di Paolo Enzo Mazzanti

Non hanno fatto in tempo a rallegrarsi per il trasferimento dei beni demaniali dallo Stato, che dà concretamente avvio al federalismo fiscale, che hanno dovuto ingoiare un taglio dei trasferimenti statali da 13 miliardi in due anni: 10 miliardi a carico delle Regioni, soprattutto per la spesa sanitaria, e 3,2 miliardi a carico di Province e Comuni. Così, del federalismo gli

Umberto Bossi. A destra Roberto Calderoli

enti territoriali stanno sperimentando le rose, ma anche le spine. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il 20 maggio il decreto legislativo sul federalismo demaniale, primo decreto attuativo del federalismo fiscale. E solo pochi giorni dopo, il 25 maggio, il Consiglio dei Ministri ha varato la manovra di correzione dei conti pubblici per il 2011 e il 2012 che chiede forti sacrifici alle Regioni, alle province e ai Comuni: sui 24 miliardi complessivi della manovra, infatti, ben 13, più di un terzo sono a carico delle Regioni e degli enti locali in termini di minori trasferimenti da parte dello Stato, soprattutto per la Sanità. A questo punto agli enti territoriali non resterà che tagliare i propri bilanci o valorizzare rapidamente i beni demaniali che lo Stato trasferirà loro nei prossimi mesi. Ma vediamo in concreto i contenuti del federalismo demaniale. Beni trasferiti a titolo gratuito - I beni statali saranno trasferiti “a titolo non oneroso” a Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni che “sono tenuti a garantirne la massima valorizzazione funzionale”. Dopo l’entrata in vigore del federalismo demaniale, nei prossimi mesi, con uno o più decreti della presidenza del Consiglio, sono individuati i beni statali che possono essere attribuiti gratuitamente. Lo Stato, previa intesa in sede di Conferenza Unificata, individua i beni da attribuire a titolo non oneroso secondo “i

criteri di territorialità, sussidiarietà, adeguatezza, semplificazione, capacità finanziaria, correlazione con competenze e funzioni, nonché valorizzazione ambientale”. Massima valorizzazione dei beni – L’ente territoriale, a seguito dell’attribuzione, dispone del bene nell’interesse della collettività rappresentata ed è tenuto a favorirne la “massima valorizzazione

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funzionale”; ciascun ente è inoltre chiamato ad assicurare l’informazione circa il processo di valorizzazione anche tramite pubblicazione sul proprio sito internet istituzionale, mentre i comuni possono indire al riguardo forme di consultazione popolare, anche in forma telematica. Rischio commissario – “Il Governo esercita il potere sostitutivo”, attraverso il commissariamento, qualora l’ente territoriale non utilizzi il bene nel rispetto delle finalità e dei tempi. Patrimonio idrico-marittimo alle Regioni - Entro 180 giorni dall’ entrata in vigore del decreto sul federalismo demaniale vengono trasferiti alle Regioni i beni del demanio idrico e del demanio marittimo. Una quota dei proventi dei canoni di concessione di quei beni sarà destinata alle province. Risorse in vendita per il taglio del debito - Le risorse nette derivanti a ciascun ente dall’ alienazione degli immobili del

Il federalismo è partito: abbiamo raggiunto la prima tappa importante

patrimonio loro attribuito sono acquisite dall’ente territoriale per un ammontare pari al 75% e destinate alla riduzione del debito dell’ente; la residua quota del 25% è destinata al fondo per l’ ammortamento dei titoli di Stato, cioè alla riduzione del debito pubblico nazionale. Stop a comuni e province in rosso - Agli enti locali in dissesto finanziario “non possono essere attribuiti beni”. Quirinale, Camera e Senato restano allo Stato - Oltre al Quirinale “i beni in uso a qualsiasi titolo al Senato, alla Camera dei Deputati, alla Corte Costituzionale e agli organi di rilevanza costituzionale” non potranno essere trasferiti. Strade e ferrovie - Sono in ogni caso esclusi dal trasferimento le reti di interesse statale, comprese quelle stradali e le strade ferrate in uso di proprietà dello Stato. Porti - Nelle città sedi di porti di rilevanza nazionale possono essere trasferite dall’ Agenzia del Demanio al Comune aree già comprese nei porti e non più funzionali all’ attività portuale e suscettibili di programmi pubblici di riqualificazione urbanistica. Aeroporti - Restano statali gli aeroporti “di interesse nazionale”. I parchi sono nazionali - Esclusi dal trasferimento anche i parchi nazionali e le riserve naturali statali. I grandi laghi alle Regioni ma serve intesa - I grandi laghi del nostro paese che bagnano più di una Regione potranno

essere trasferiti alle Regioni interessate, ma solo in caso di un’intesa tra di esse. Energia - La competenza sullo stoccaggio del gas, le concessioni idroelettriche e le piattaforme petrolifere resterà allo Stato. Così come le reti energetiche di interesse statale. Fondi immobiliari – L’articolo 6 del provvedimento prevede il riordino e l’ adeguamento della disciplina dei fondi comuni di investimento immobiliari con apporto pubblico. Ai fondi immobiliari previsti dal decreto legislativo potrà partecipare anche la Cassa Depositi e Prestiti. L’avvio del federalismo demaniale ha soddisfatto il leader della Lega Umberto Bossi che ha commentato: “Il federalismo è partito: abbiamo raggiunto la prima tappa importante”. Ulteriore motivo di soddisfazione, per la Lega, il consenso di parte dell’ opposizione. Solo l’ Udc di Casini e l’ Api di Rutelli hanno votato contro il parere, mentre il Pd si è astenuto. L’Italia dei Valori ha invece votato sì al parere, perché, ha spiegato il leader Antonio Di Pietro “con questa riforma il Paese avrà dei vantaggi e non certo dei costi aggiuntivi”. Dalle prossime settimane inizierà il lavoro sui successivi decreti legislativi delegati: “A inizio giugno sarà pronto il secondo decreto legislativo sul federalismo, quello sul quadro finanziario - ha promesso il ministro alla Semplificazione Calderoli - Si tratterà di una bozza aperta al confronto con le forze politiche”.

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DALLE AZIENDE

Risultati in crescita nel primo trimestre dell’esercizio e uno sguardo rivolto verso le tematiche sociali per il Gruppo IGD

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Da destra: Roberto Zoia, direttore patrimonio e sviluppo, Grazia Margherita Piolanti, direttore amministrazione, affari legali e societari, Gilberto Coffari, presidente di Igd Immobiliare Grande Distribuzione Siiq Spa, Claudio Albertini, amministratore delegato di Igd Immobiliare Grande Distribuzione Siiq Spa, Daniele Cabuli, direttore generale alla gestione e Antonio Di Berardino, amministratore delegato Winmarkt Magazine Sa

Claudio Albertini, Amministratore Delegato di Igd Immobiliare Grande Distribuzione SIIQ S.p.A., conferma l’importante piano di sviluppo del Gruppo - che prevede per il 2010 l’acquisizione di due nuovi centri commerciali (Palermo e Conegliano Veneto), la riqualificazione del portafoglio esistente e l’avanzamento degli investimenti - e sottolinea i brillanti risultati ottenuti anche nel primo trimestre dell’esercizio 2010 dalla property company. La prima e finora unica SIIQ italiana quotata, infatti, al 31 marzo 2010, ha realizzato Ricavi Totali pari a 29,90 milioni di euro, in crescita del 11,53% rispetto al primo trimestre dell’esercizio 2009, con un incremento principalmente riconducibile agli effetti delle nuove aperture effettuate nel corso del 2009 e, in particolare, all’incremento negli ingressi, a rete omogenea, del 2,92% e nelle vendite dei tenant del 3%. La crescita più significativa è stata registrata nell’area del core business del Gruppo, dove i ricavi da attività locativa sono incrementati del 12,03% rispetto

allo stesso periodo del 2009. I ricavi da servizi, pari a 1,12 milioni di euro, sono aumentati del 21,69% rispetto allo stesso periodo del 2009. Il Margine Operativo Lordo (EBITDA) al 31 marzo 2010 del Gruppo IGD è risultato pari a 20,10 milioni di euro, con un incremento del 17,74%. L’Ebitda Margin, calcolato sui ricavi gestionali, è pari al 71,58%, in crescita del 4,71% rispetto al dato relativo al primo trimestre dell’esercizio 2009. Al 31 marzo 2010, il Risultato Operativo (EBIT) del Gruppo IGD è pari a 19,62 milioni di euro, in aumento del 18,64%. L’Utile Netto consolidato di Gruppo al 31 marzo 2010 è pari a 8,46 milioni di euro, in crescita del 15,89% rispetto al 31 marzo 2009. Il Funds from Operations (FFO) al 31 marzo 2010 è pari a 9,89 milioni di euro, con un incremento dell’11,63% rispetto al 31 marzo 2009. Risultati tanto più importanti alla luce del periodo nel quale sono stati conseguiti: un trimestre ancora difficile a causa del perdurare delle incertezze e dei

rischi connessi al trend sfavorevole che caratterizza il quadro macroeconomico, con particolare riferimento alla instabilità dei mercati finanziari, al calo dei consumi e con ripercussioni sul settore immobiliare, sia italiano che internazionale. “Siamo molto soddisfatti dei buoni risultati raggiunti dal nostro Gruppo anche in questo primo trimestre del 2010, ma il nostro impegno va anche oltre”, prosegue l’A.D. Albertini, “Lo scorso 10 maggio, infatti, per aver dato un importante contributo all’inclusione lavorativa e sociale di persone disabili o in situazioni di disagio, al nostro Gruppo è stato conferito il Logo di Azienda Solidale 2010 per l’inclusione delle diversità”. Nella stessa direzione, IGD sta approntando i processi per elaborare il proprio Bilancio di Sostenibilità, tra i primi Gruppi in Italia nel settore del Real Estate, un’iniziativa che va ancora una volta nel senso di rispondere al meglio alle aspettative dei propri stakeholders, con l’obiettivo di contemperare i diversi interessi nel processo di gestione responsabile del Gruppo.


ITALIA

Le proposte degli Stati Generali per rilanciare il settore

Buzzetti (Ance): ultimatum al Governo per salvare l’industria delle costruzioni Oltre 130 mila (210 mila con l’indotto), posti di lavoro persi nel 2009. Oltre duemila imprese fallite, il 20% in più rispetto al 2008. Investimenti in costruzioni ridotti del 18% negli ultimi tre anni. Bandi di gara per lavori pubblici ridotti del 55% negli ultimi 6 anni. Compravendite di abitazioni diminuite del 30% in tre anni di Paolo Enzo Mazzanti

Un drammatico bollettino è presentato il 14 maggio scorso a Roma dagli Stati Generali delle Costruzioni, a un anno esatto dalla manifestazione nella quale tutte le principali sigle del settore, guidate dall’Ance, insieme ai sindacati avevano presentato le loro proposte al Governo. Dodici mesi dopo le cose non sono certo migliorate. Anzi, gli indicatori segnalano un preoccupante peggioramento. E gli investimenti pubblici e privati sbloccati dal Cipe il 13 maggio sono solo una prima apertura, apprezzata dal presidente dell’Ance Paolo Buzzetti, ma non al punto da scongiurare iniziative anche clamorose, come “una manifestazione di piazza con gli scavatori” evocata da Buzzetti in alcune recenti assemblee di costruttori, se entro luglio non arriveranno risposte soddisfacenti da Palazzo Chigi. Ma andiamo con ordine. Presidente Buzzetti, si profila una manovra biennale da 27 miliardi per ridurre la spesa pubblica, che potrebbe toccare anche gli investimenti in infrastrutture: come conciliare questa esigenza con le vostre richieste di rimettere in moto il settore? Siamo tutti consapevoli della necessità di fronteggiare la crisi finanziaria riducendo il deficit e il debito pubblico. Ma questa necessità non può avvenire a scapito delle imprese che non vengono pagate dalle

pubbliche amministrazioni per non far aumentare la spesa. Noi a fine mese dobbiamo pagare stipendi e contributi, mentre lo Stato può permettersi di non pagare. In altri tempi sono scoppiate rivoluzioni per questioni fiscali come queste. E poi dobbiamo conciliare la riduzione del deficit con il rilancio della crescita economica; questo vuol dire indirizzare i pochi fondi pubblici disponibili verso investimenti che possono aumentare la competitività, come le infrastrutture. Segnalo che Paesi più in difficoltà di noi, come la Spagna, stanno accelerando gli investimenti in opere pubbliche. Ma l’ultima riunione del Cipe ha sbloccato investimenti pubblici e privati. E noi abbiamo pubblicamente apprezzato questo segnale di buona volontà. Però si tratta solo di un primo passo. Prendiamo lo stanziamento per la messa in sicurezza delle scuole, che richiede complessivamente 10 miliardi. Era stato stanziato un miliardo: il Cipe ha sbloccato 358 milioni per 1700 interventi urgenti. Altri 245 milioni sono stati destinati all’Abruzzo. Mancano ancora 407 milioni che spero vengano sbloccati al più presto. Intanto noi abbiamo fatto un accordo con l’Associazione dei Comuni per realizzare un Osservatorio che controlli che questi soldi si spendano subito e non nei tre anni medi che ci vogliono di solito per gli in-

Paolo Buzzetti

terventi. Abbiamo anche dichiarato che i costruttori sono disposti a contribuire attraverso project finance alla messa in sicurezza e alla ricostruzione degli edifici. Il Governo si è anche impegnato per l’housing sociale e per il Piano Casa… Sono progetti importanti, che però languono e non stanno dando i risultati sperati in questa fase di crisi. Il piano per l’housing sociale era stato annunciato nel giugno 2008 e solo in queste settimane, con un ritardo superiore a un anno, potrebbe partire la fase operativa. Solo l’8 marzo scorso è stato varato il decreto che ripartisce le risorse tra le Regioni e da allora sono decorsi i 180 giorni per la presentazione delle proposte di intervento. E’

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essenziale che Regioni ed enti locali rispettino questa scadenza definendo rapidamente un quadro di regole che possano attivare al più presto i cantieri, coinvolgendo le imprese private. Il Ministero delle Infrastrutture, dal canto suo, deve definire celermente le procedure per l’avvio degli accordi di programma in una logica di snellimento delle procedure. E per quel che riguarda il Piano Casa che cosa chiedete? Sul Piano Casa erano riposte molte aspettative, ma non riesce a decollare. Ci sono stati ritardi accumulati principalmente nella estenuante trattativa tra Stato e Regioni. Ma è necessario anche dare concretezza a quegli snellimenti procedurali che avrebbero dovuto essere varati a livello nazionale con un decreto legge più di un anno fa e di cui si sono perse le tracce. Quello della semplificazione è un tema scottante. Basti pensare che nelle scorse settimane nella Commissione Affari costituzionali della Camera ci sono state resistenze da parte dei ministeri dell’Ambiente e dei Beni culturali alla semplificazione sulla Conferenza dei Servizi che va assolutamente snellita se vogliamo accelerare le procedure. Voglio proprio vedere chi resiste. Se necessario faremo i nomi e i cognomi. Che cosa chiedete in concreto? Chiediamo in primo luogo lo sblocco degli 11,2 miliardi per le infrastrutture deliberate dal Cipe un anno fa, nel giugno 2009. Sinora le ricadute sul mercato sono

Adolfo Urso e Altero Matteoli

state praticamente nulle, appena 20 milioni. Speriamo che la recente decisione del Cipe acceleri effettivamente la spesa. Poi dobbiamo puntare sulle piccole e medie opere, quindi sugli interventi diffusi sul territorio, che sono immediatamente cantierabili e possono avere un effetto immediato contro la crisi, creando un volano di sviluppo. Per questo chiediamo la revisione del Patto di stabilità interno per consentire ai Comuni che hanno risorse di spenderle. Cosa fare per arginare la perdita di occupazione? Dobbiamo ampliare gli ammortizzatori sociali in edilizia, innalzare il limite massimo della disoccupazione sociale parificandolo a quello del settore manifatturiero e favorire la qualificazione professionale. Lo possiamo fare, perché la Gestione della Cassa integrazione in edilizia prezzo l’Inps risulta in avanzo di due miliardi, anche perché le nostre imprese pagano un contributo per Cassa integrazione del 5,2% contro l’1,9-2,2% dei settori manifatturieri. Se diminuissimo questo contributo potremmo destinare risorse importanti alla formazione e qualificazione professionale dei nostri dipendenti. Molti di questi problemi non derivano anche dal fatto che in Italia ci sono troppe piccole imprese edili che hanno difficoltà a stare sul mercato e c’è molto lavoro nero? Abbiamo il 50% in più delle imprese tedesche con un mercato

che è poco più della metà. Che cosa si può fare per aumentare la dimensione delle imprese? Siamo da tempo impegnati a favorire le aggregazioni e la qualificazione delle imprese, ma il nostro sistema edilizio resterà comunque formato da poche grandi imprese, molte imprese medie e piccole, moltissimi artigiani, che del resto garantiscono un’elevata qualità ai nostri manufatti. Non dobbiamo perdere questi valori. Dobbiamo invece impegnarci tutti per garantire la presenza sul mercato di imprese regolari in materia retributiva e contributiva: per questo chiediamo che venga richiesto il Durc, cioè il documento che attesta il regolare pagamento dei contributi, sia nei lavori pubblici sia nei lavori privati, verificando inoltre la congruità del costo del lavoro rispetto al valore dell’opera. Dobbiamo anche parificare le aliquote contributive previste per il lavoro autonomo e subordinato per rendere omogenei i relativi costi. Un’ultima domanda: la politica è scossa da scandali che ruotano attorno a un costruttore. Vi sentite chiamati in causa? Assolutamente no. Siamo stati i primi nel dicembre scorso e per molto tempo siamo stati gli unici a contrastare il progetto della “Protezione Civile Spa” che avrebbe generalizzato la pratica dei lavori “in house”. Poi è scoppiato lo scandalo e il provvedimento si è arenato. Ma la logica dei lavori “in house”, che evitano il mercato e le gare, è molto diffuso: riguarda per esempio molte ex municipalizzate a livello locale. Il sistema degli appalti è imperfetto e malato. Dopo Tangentopoli non abbiamo fatto le riforme che ci avrebbero portato in Europa, dove ci sono meno norme, più controlli, e ci vuole meno tempo per selezionare le imprese più adatte a realizzare un’opera pubblica. Da noi vige ancora la regola del massimo ribasso, che non favorisce i migliori, ma nella migliore delle ipotesi i fortunati, oppure coloro che hanno a disposizione risorse ingenti, magari fondi neri da riciclare, che possono aggiudicarsi i lavori con il 50 o il 60% di ribasso. Dobbiamo rimettere mano alle regole per gli appalti. E non ci vuole molto: basterebbe guardare all’Europa.

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DALLE AZIENDE

Segreen Business Park Energia rinnovabile per i knowledge workers Segreen Business Park: Ingresso principale

28 Sono più di 30.000 mq di spazi per ufficio ambientalmente sostenibili, efficienti e flessibili quelli che si vedono crescere a Segrate. Stiamo parlando di Segreen Business Park una destinazione di eccellenza pensata per i lavoratori della conoscenza da CB Richard Ellis Investors, progettata interamente da Lombardini22 coadiuvati da ReValue per la parte di progettazione interna e già in fase di cantiere gestito da Bovis Lend Lease. “Abbiamo pensato alle aziende internazionali di primario standing, abituate a competere sul mercato del lavoro per attrarre persone di talento.” dice Alberto Radice Fossati, Asset Manager di CBRE Investors “I cosiddetti knowledge workers sono abituati a produrre senza distinguere tempi di lavoro e tempo libero. Il loro luogo di lavoro ideale accoglie tutti i momenti della giornata, in un avvicendamento conti-

nuo di momenti di concentrazione, di interazione e di svago”. Lombardini22 ha progettato un complesso di tre edifici principali che crea una piazza pedonale vivibile in tutte le

Photo: Beppe Raso

ore del giorno, luogo di svago e di incontro, di attività sociale e di interazione casuale. Un luogo di qualità urbana, immerso in un parco alle porte di Milano.


DALLE AZIENDE

Edifici B&C: vista dalla piazza

Segreen Business Park è vicinissimo a Milano, nel Comune di Segrate, da sempre attento ad attrarre attività eccellenti e a valorizzare la propria identità territoriale. Grazie alla scorrevole accessibilità in auto da Milano centro e grazie agli efficienti collegamenti con le grandi arterie di trasporto autostradale, ferroviario ed aeroportuale, Segrate ha sviluppato una riconosciuta vocazione terziarioamministrativa ed è da sempre sede degli headquarters di importanti aziende internazionali. “Siamo molto contenti di questo progetto immobiliare” dice Adriano Alessandrini Sindaco di Segrate “ in un momento di incertezza economica è bello vedere che il nostro Comune continua ad attirare l’attenzione di in-

Photo: Beppe Raso

vestitori internazionali. Siamo vicini a Milano ma i nostri cittadini e le aziende che verranno qui con i loro uffici sanno di poter contare su un rapporto molto stretto e diretto con l’amministrazione cittadina: siamo attenti allo sviluppo dell’economia e del territorio. Stiamo lavorando molto” prosegue Alessandrini “sul sistema dei trasporti sia con l’ATM sia con le Ferrovie dello Stato e oggi arriva da Milano un treno ogni 15 minuti”. Il Parco Forlanini, l’Idroscalo, l’area verde di San Felice, i Centri Sportivi Marconi e Malaspina ed un elevato standard di strutture sportive e per il tempo libero, offrono una dotazione di aree verdi di primario valore contribuendo a posizionare positivamente l’area nel panorama milanese.

“Abbiamo accettato con grande entusiasmo il mandato in co-agency con Cushman & Wakefield per commercializzare Segreen Business Park” dice Pierre Marin, Amministratore Delegato di Jones Lang Lasalle “perché ci ha colpito la visione strategica che ha animato il progetto fin dall’inizio. L’attenzione alla sostenibilità ambientale e l’attenzione alla qualità urbana del costruito fanno di questo sviluppo il luogo ideale per aziende che ricercano per la propria sede un luogo con una vocazione identitaria in linea con i propri valori”. “Apprezziamo che gli edifici siano diversi per altezza e dimensione” dice Harry Farthing, Amministratore Delegato di Cushman & Wakefield “danno ritmo e dinamicità al complesso. In più hanno ampi spazi pensati per la caratterizzazione con i brand delle aziende che verranno qui, in un bilanciamento tra visibilità e coerenza con l’immagine complessiva. I piani tipo sono stati studiati con cura, per garantire un’ottima efficienza”. L’accesso al Business Park privilegia la qualità e la sicurezza dei flussi pedonali e ciclabili, separandoli in modo netto dalla circolazione dei veicoli a motore privati diretti al parcheggio o alla piazza per il punto controllato di dropoff. Già oggi è attiva la pista ciclopedonale che unisce il Campus alla Stazione Ferroviaria di Segrate. “La piazza semipubblica che abbiamo creato al centro del complesso, intera-

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DALLE AZIENDE

Photo: Beppe Raso

gisce direttamente con lo spazio verde circostante e crea percorsi interessanti. Gli edifici proteggono la piazza, ne aumentano la qualità, come luogo animato e riparato” dice Marco Amosso Par-

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SEGREEN BUSINESS PARK, VIA SAN BOVIO 3, SAN FELICE - SEGRATE – MILANO Destinazione d’uso Uffici con 5-Star ServicesTM Fund Manager CB Richard Ellis Investors Fondo Strategic Partners Europe III Studio di progettazione Lombardini 22 Management Contractor Bovis Lend Lease Trasporti pubblici e infrastrutture • Stazione Ferroviaria • Linea S5 - S6 • Bus 73 • Milan city centre: 10km • Linate Airport: 5km • Metro MM4, Bre.Be.Mi: (in costruzione) Dati di Progetto • Uffici: 25.400 mq • Terrazzi: 961 mq • Archivi: 2.992 mq • 5-Star Services: 1.986 mq • Parcheggi: 624 • Edificio E: piano terra + 4 piani • Edificio A: piano terra + 3 piani • Edificio C: piano terra + 5 piani Inizio lavori: Novembre 2009 Fine lavori: Dicembre 2012 Disponibile in locazione Contatti CB Richard Ellis Investors SGRpA Via Santa Maria Segreta 6, 20123 Milano T +39 02 72 73 70 1 F +39 02 72 73 70 70 infomilan@cbreinvestors.com www.segreen.it

tner di Lombardini22 “Lo spazio attrezzato per la sosta, le panchine, i percorsi pedonali, i rivestimenti e i giochi di ombre e luce danno valore allo spazio: ci immaginiamo la piazza che si anima durante la giornata, con i grandi flussi del mattino e piccoli gruppi che passeggiano, chiacchierano o si siedono su una panchina per una riunione informale all’aperto”. Il verde è curato e integrato con l’arredo urbano: le sedute in pietra dialogano con la pavimentazione, i sistemi di illuminazione creano percorsi e accenti sull’architettura del luogo e invitano alla fruizione dello spazio comune. Gli edifici principali dialogano fra loro con corpi di collegamento che si aprono sulla piazza, trasparenti e permeabili, con spazi di grande altezza e di grande qualità. Un edificio più piccolo si sviluppa orizzontalmente e ospita i servizi di ristorazione e i servizi alle persone, rinforzando la logica della comunità e creando spazi di incontro e conversazione. Segreen Business Park è stato progettato con grande attenzione ai temi della sostenibilità ambientale. “Siamo in linea con i parametri dell’edilizia sostenibile e Segreen Business Park otterrà la Certificazione CENED in classe A e la Certificazione LEED - GOLD” dice Roberto Cereda, Partner di Lombardini22 “L’orientamento degli edifici, l’involucro edilizio, le tipologie impiantistiche, l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, la gestione dell’acqua, le scelte di accesso pedonale e ciclabile fino alla scelta delle specie arboree: tutto è stato fatto pensando alla salvaguardia ed al rispetto dell’ambiente”. “Le aziende eccellenti, consapevoli del proprio ruolo nella comunità, valutano con attenzione la valenza simbolica del luogo che scelgono come propria sede e l’effetto di comunicazione che questa scelta genera all’interno e all’esterno dell’organizzazione” dice Christine Sonnier, Direttore Generale Europa Continentale di CBRE Investors “Con questo sviluppo diamo una mano alle aziende che possono alleggerire la propria impronta ecologica, il famoso carbon foot-

print. Abbiamo pensato anche ai servizi” continua Christine Sonnier “portando anche a Segrate il nostro concetto 5 STAR SERVICESTM: un luogo e una serie di persone organizzate per risolvere i bisogni delle aziende che offrirà servizi di concierge, reception centralizzate, sale riunioni condivise, organizzazione eventi, centro stampa, gestione della posta, noleggio auto e biciclette, servizi di fattorinaggio, ma non solo. Faciliterà anche le persone nelle proprie attività personali.” Il cantiere è iniziato da qualche mese e sul sito www.segreen.it si possono vedere in sequenza i progressi settimanali. “E’ un cantiere complesso” dice Andrea Ruckstuhl, Country Manager di Bovis Lend Lease che si è aggiudicata l’appalto generale “Siamo molto concentrati sulla sicurezza e sulla sostenibilità del cantiere. Sentiamo il grande impegno e la grande responsabilità di concludere entro i tempi e i costi previsti, nel rispetto degli obiettivi di qualità prefissati”. “Ringrazio CBRE Investors” continua Ruckstuhl “perché ci ha dato fiducia permettendoci di applicare per la prima volta in Italia un modello di gestione del Progetto e degli Appalti che consente di allineare gli obiettivi di tutti i membri del team secondo logiche di flessibilità e di partnership, pur nel rispetto dei vari ruoli”. “Siamo fiduciosi sui tempi di conclusione dell’iniziativa, cioè entro la fine del 2010 per la prima fase e la fine del 2011 per il completamento di tutto l’intervento” conclude Alberto Radice Fossati “Il progetto è totalmente finanziato e siamo pronti ad impegnarci formalmente sulle date con tutte le aziende che hanno un interesse concreto a venire da noi. Abbiamo già contatti molto interessanti, senza aver ancora iniziato una vera e propria campagna di comunicazione”. Segreen Business Park conferma l’impegno di CBRE Investors in Italia su progetti di sviluppo sostenibile e di alta qualità: contiamo di ospitare presto le immagini dell’inaugurazione e di avere l’occasione di presentare nuove iniziative.


DALLE AZIENDE

Multi V Water II: la nuova frontiera LG Le ultime novità introdotte sul mercato da LG Electronics Italia nel settore della climatizzazione dimostrano come l’azienda coreana sia all’avanguardia nel proporre soluzioni complete ed innovative, sia in ambito commerciale che residenziale. L’offerta di soluzioni tecnologicamente avanzate e flessibili per il riscaldamento, la ventilazione, il condizionamento (HVAC, Heating, Ventilation, Air Conditioning) ma anche i nuovi sistemi per l’energia solare e l’illuminazione hanno contribuito all’affermazione di LG come uno dei principali player di riferimento nel mercato della climatizzazione riconosciuto per l’estrema versatilità e per l’indiscussa qualità dei prodotti offerti. Per la climatizzazione professionale, LG propone una vasta gamma di modelli, tra cui il nuovo sistema Multi V Water II, punto di forza della collezione LG ed espressione autentica della mission aziendale, ovvero quella di offrire prodotti e soluzioni in grado di migliorare significativamente la qualità della vita delle persone. MULTI V WATER II Tecnologia, risparmio energetico e rispetto per l’ambiente grazie al contenimento dei consumi: questi i dri-

vers che caratterizzano la nuova gamma di unità VRF condensate ad acqua MULTI V WATER II, modello di punta della linea di climatizzatori firmata LG. A completamento della gamma a flusso di refrigerante variabile MULTI V sono disponibili le unità condensate ad acqua sia nella versione a pompa di calore che nella versione a recupero di calore. Le unità MULTI V Water II nascono per soddisfare le richieste dei professionisti che, apprezzando il prodotto MULTI V nella versione condensata ad aria, vogliono sfruttarne le prestazioni anche nelle soluzioni con condensazione ad acqua. Caratteristiche principali La potenza frigorifera delle unità parte dalla piccola 8 HP (22,4 kW – 13 unità interne collegabili) fino ad arrivare alla potenza massima di 60 HP (168 kW raffr. - 64 unità interne collegabili) tramite l’abbinamento di un numero di moduli contenuto e dalle dimensioni compatte. L’unità da 20 HP (56 kW raffr. – 32 unità interne collegabili) per esempio è composta da un singolo modulo di 772 mm x 547 mm x H 1120 mm per un peso complessivo di soli 238 Kg. Sfruttando queste caratteristiche è possibile realizzare centrali frigorifere anche dalla potenza complessiva importante, rispettando allo stesso tempo i vincoli architettonici che sempre più di frequente condizionano le scelte dei professionisti. Le prestazioni delle unità sono di assoluto livello con valori di COP superiori a 5,3 in riscaldamento tali da giustificare lo studio e l’impegno economico che richiedono gli impianti con unità condensate ad acqua. Tutte le unità interne ed accessori già presen-

ti nella gamma MULTI V sono disponibili anche per la serie MULTI V Water. In particolare la soluzione a recupero di calore, come la versione condensata ad aria MULTI V Sync II, utilizza per la distribuzione del refrigerante le unità HR Unit che permettono una importante riduzione del numero di saldature necessarie e consentono ad ogni unità interna del sistema di poter operare nella modalità voluta (Riscaldamento/Raffrescamento) indipendentemente dalla modalità di funzionamento delle altre unità. In occasione di Mostra Convegno Expocomfort 2010, LG ha presentato in anteprima assoluta anche la serie Multi V III, la nuova generazione di unità esterne che sarà disponibile sul mercato italiano a partire da fine ottobre 2010. Multi V III rappresenta un ulteriore deciso passo in avanti nell’innovazione di questi prodotti e grazie ai nuovi compressori assicura un notevole risparmio energetico e una riduzione degli ingombri del 30% rispetto ai precedenti modelli.

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DALLE AZIENDE

Qualità acustica nelle scuole per un miglior apprendimento Rockwool, in collaborazione con il Politecnico di Torino, presenta il nuovo manuale tecnico.

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Il tema della qualità acustica negli ambienti scolastici rappresenta un argomento di grande dibattito a livello europeo e in molte nazioni, quali Francia, Inghilterra e Svezia, esiste una forte attenzione normativa che determina specifici criteri di progettazione. A livello italiano il decreto di riferimento è iI DPCM 14/11/1997 che classifica le aree scolastiche come particolarmente protette (classe I con valore limite assoluti di immissione pari di 50 dB(A)), ma tale normativa da sola non è sufficiente per assicurare la buona qualità acustica degli ambienti scolastici perché non prende in considerazione la componente interna, generata dal rumore antropico e dai tempi di riverberazione. Il rumore interno può essere causa di forte disturbo dell’apprendimento

degli studenti, nonché possibile fonte di malattie professionali per gli insegnanti, causando ad esempio danni uditivi e laringopatie. Tali aspetti, trascurati dalla normativa, sono però oggetto di numerosi studi ed analisi da oltre trent’anni. Dal monitoraggio dell’esposizione al rumore sugli insegnanti e sugli studenti sono emersi dati elevati, specialmente in scuole materne ed elementari. Tenendo presente che la corretta progettazione acustica di aule per la didattica è finalizzata alla garanzia di un’ottimale comprensione del messaggio parlato, risulta pertanto facile intuire che un eccesso di rumore e di riverberazione non è accettabile. Per questo motivo Rockwool, in collaborazione con il Politecnico di Torino, ha pubblicato il manuale “ACUSTICA

Installazione dei pannelli fonoassorbenti in un'aula scolastica

Copertina del nuovo manuale tecnico

DELLE AULE SCOLASTICHE”, all’interno del quale vengono ampiamente trattate ed affrontate le diverse tematiche per realizzare nuovi edifici acusticamente corretti e fornire soluzioni per migliorare l’acustica degli ambienti esistenti, la cui correzione prevede l’adeguamento di determinati vincoli già insiti nel costruito attraverso scelte ed adattamenti più complessi. La pubblicazione approfondisce la questione della progettazione acustica delle aule scolastiche sia da un punto di vista teorico che normativo, avvalendosi di numerose immagini e tabelle esplicative, che rendono la lettura di facile comprensione non solo agli addetti ai lavori ma anche a chi si approccia alla materia per la prima volta. A supporto vengono analizzati in maniera approfondita due tipi di interventi correttivi eseguiti su aule scolastiche esistenti, presentando misurazioni e calcoli fonometrici ante e post opera, dettagli costruttivi e fotografie di allestimento. È possibile richiedere una copia gratuita del manuale scrivendo a inforockwool@rockwool.it o collegandosi al sito internet www.rockwool.it.


DALLE AZIENDE

Il recupero delle aree marittime e portuali a cura del Dipartimento Immobiliare di NCTM

La riqualificazione delle aree marittime e portuali costituisce ormai un fenomeno di rilevanza mondiale. Molteplici, infatti, sono stati gli interventi di recupero di quella porzione di città compresa tra acqua e tessuto urbano che, per la sua collocazione, rappresenta un’opportunità unica per uno sviluppo urbano che punti alla crescita socio-economica delle città marittime. A fronte di interventi di matrice europea portati a termine in media in 3-6 anni, per gli interventi di tra-

A fronte di interventi di matrice europea portati a termine in media in 3-6 anni, per gli interventi di trasformazione realizzati in Italia si registra la tendenza ad un allungamento dei tempi di realizzazione. In effetti, le città straniere, a differenza di quanto avviene in Italia, non si attivano quasi mai da sole, ma sono sempre più spesso collegate con le regioni circostanti o associate in reti di città

sformazione realizzati in Italia si registra la tendenza ad un allungamento dei tempi di realizzazione. In effetti, le città straniere, a differenza di quanto avviene in Italia, non si attivano quasi mai da sole, ma sono sempre più spesso collegate con le regioni circostanti o associate in reti di città. Inoltre, tali città, per quel che concerne gli strumenti di pianificazione, difficilmente fanno riferimento a semplici piani regolatori ma tendono a preferire i cosiddetti master plan che rappresentano il miglior strumento di attuazione di “marketing urbano e territoriale”. Tra i fattori che si devono considerare fondamentali per il successo di tale tipologia di operazione può annoverarsi sicuramente l’elemento della plurifunzionalità. Le aree marittime, infatti, creano sviluppo e tale sviluppo deve attuarsi anche mediante l’introduzione di spazi liberi civici ed usi complementari (residenze, commercio, servizi), liberando il tessuto urbano dalle funzioni obsolete o non più compatibili con lo sviluppo della città. Per quel che concerne, invece, gli strumenti più idonei ad attuare detta tipologia di operazione si segnalano il Project Financing e le la Società di Trasformazione Urbana (Stu). Il Project Financing (artt. 152 e ss. del D.Lgs. n. 163/2006) è uno strumento di finanziamento di iniziative economiche che, per la loro complessità, non possono essere gestite da un unico soggetto e che si basa sui flussi di cassa – generati dall’opera

progettata - che consentono il rimborso del prestito e la remunerazione del capitale investito. La Società di Trasformazione Urbana (art. 120 del D.Lgs. n. 267/2000), invece, è uno strumenti strumento che il legislatore ha messo a disposizione degli enti locali per intervenire nelle aree urbane consolidate, in per l’attuazione degli strumenti urbanistici vigenti. Dovrà, quindi, sussistere un piano unitario che individui gli obiettivi dell’intervento, rinvenendo nella Stu lo strumento più adatto a concretizzarlo mediante, in via esemplificativa, la preventiva acquisizione da parte della Società degli immobili interessati dall’intervento (consensualmente o mediante esproprio), la trasformazione degli stessi e la commercializzazione del risultato, da intendersi non solo come l’alienazione degli immobili ma, più in generale, come sfruttamento economico degli stessi (es. locazione, gestione diretta di attività economiche, ecc.). Possiamo concludere questo breve intervento segnalando come ogni operazione di recupero concernente aree marittime o portuali presenti caratteristiche peculiari che la rendono unica nel suo genere. A fronte di tale unicità, sarà opportuno creare le condizioni - anche di conoscenza più idonee allo sviluppo del progettato intervento procedendo preventivamente con una Due Diligence giuridico/urbanistica, ambientale, tecnica nonché economico-finanziaria che evidenzi le caratteristiche proprie delle aree interessate e conseguentemente consenta l’individuazione delle procedure e degli strumenti più adeguati alla realizzazione dell’intervento di recupero programmato.

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DALLE AZIENDE

Lo sguardo oltreconfine Dopo ogni crisi si generano nuovi equilibri. Anche questa volta sarà così. Dopo due anni che hanno messo a dura prova il mercato del retail real estate, ora si inizia a vedere una seppur lenta ripartenza. Il livello di fiducia degli stakeholders è tornato a crescere e si guarda al futuro con rinnovato ottimismo. Sul versante dei consultants, il nostro specifico settore, i fattori critici di successo saranno sempre più: la capacità di generare valore aggiunto; l’integrazione tra una reale conoscenza del territorio ed una profonda comprensione delle tendenze del mercato a livello internazionale; l’efficienza in termini di contenimento dei costi di gestione; la specializzazione e l’indipendenza; la capacità di adattamento della propria organizzazione agli specifici bisogni del cliente. Dal canto nostro come Sviluppo Commerciale abbiamo operato nel corso del 2009 una radicale riorganizzazione aziendale, al fine di fronteggiare meglio i cambiamenti in corso ed essere pronti ad esercitare un ruolo da protagonisti nella nuova scena del retail real estate. Abbiamo progettato ed implementato una nuova struttura organizzativa che fa perno sulla figura dei Property Manager, responsabili del progetto e referenti del cliente. A supporto dei PM vi sono i singoli dipartimenti che svolgono funzioni chiave per il conseguimento di performance ottimali. In particolare abbiamo: rafforzato il dipartimento Legal e Credit Recovery che può contare, unico caso nel nostro settore in Italia, su 5 avvocati interni; sviluppato il dipartimento Leasing in termini di risorse, qualità e produttività; puntato molto sul marketing, con risultati oggettivi come dimostrato dai 3 premi nazionali assegnati a Sviluppo Commerciale al CNCC ITALY AWARDS 2009. Sappiamo bene che prevarrà chi saprà

Il Cleopatra Mall – Cairo (Egitto)

allo stesso tempo ricercare ed attrarre nei propri centri nuovi tenants, brands e format di livello internazionale, ma anche selezionare ed inserire la parte più qualificata dell’offerta del mercato locale. Noi di Sviluppo Commerciale facciamo da sempre dell’integrazione tra la presenza dei tenants più qualificati del settore e la migliore espressione dell’offerta del territorio una nostra mission. Nati nel 1996 da un’esperienza locale, abbiamo sin dall’inizio approfondito la conoscenza delle tendenze del mercato dei centri commerciali a livello internazionale. Attualmente siamo nel pieno di un processo di internazionalizzazione che ci vede coinvolti su diversi fronti: con due centri gestiti e altri due progetti in commercializzazione abbiamo ormai consolidato la nostra presenza in Albania. Nel 2009 abbiamo avviato l’attività di leasing e property management di alcuni progetti in Bulgaria attraverso la partnership strategica

con il gruppo bulgaro Iris Trade Property Management. Ma il lavoro di maggiore prestigio che stiamo seguendo a livello internazionale è senz’altro il Cleopatra Mall al Cairo in Egitto: un centro commerciale mixeduse, con oltre 300 unità distribuite su 100.000 mq di GLA. Un progetto innovativo, caratterizzato da un merchandise e tenants mix targettizzato e articolato per aree omogenee e con un fresh food market di 4.000 mq, un’ampia luxury zone, una forte componente di fine dining, leisure e entertainment. Il più importante sviluppo immobiliare in Nord Africa con un bacino di 18 milioni di abitanti. In questo progetto Sviluppo commerciale è shareholder e partner strategico di D.I. Leasing, nella commercializzazione del Mall.

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DALLE AZIENDE

Intervista a Fabio Tonello, presidente Antoitalia Real Estate

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Come si sta muovendo Antoitalia nello scenario economico attuale? “Lavoriamo nel settore immobiliare ormai da quattro generazioni e abbiamo acquisito l’esperienza e la serenità necessarie per rimanere sul mercato anche in momenti di difficoltà. Ogni crisi porta con sé anche delle opportunità, che si riescono a cogliere soltanto avendo alle spalle una struttura solida e altamente flessibile. Antoitalia negli ultimi anni non ha mai smesso di crescere, grazie alla propria expertise nell’intermediazione e consulenza per il corporate real estate. Siamo entrati in nuovi segmenti del mercato, come il property management e il real estate turisticoalberghiero, con risultati più che soddisfacenti. Da poco abbiamo creato –

mediante una partnership strategica una divisione specializzata in engineering e construction. Crediamo nelle nostre capacità e puntiamo a valorizzare e capitalizzare i risultati raggiunti sinora per rafforzare l’identità e la riconoscibilità di Antoitalia come full service provider nel settore del real estate.” Abbiamo letto di “San Pietro all’Orto 6”, di cui gestite la commercializzazione. Quale è il carattere distintivo di questa operazione? “San Pietro all’Orto 6” è un’iniziativa realizzata da EstCapital SGR, gestore del fondo immobiliare RealEst I, e rappresenta la prima offerta milanese di luxury serviced apartments. Si tratta di trenta appartamenti, di

Da sinistra: Stefano Sala, Fabio Tonello, Luca Mazzucato, Paolo Villa

varia metratura, in un prestigioso building nel pieno centro di Milano, in via San Pietro all’Orto, a pochi passi da Piazza San Babila e da Via Montenapoleone. L’operazione è caratterizzata dal fatto che i proprietari delle unità residenziali potranno usufruire di tutti i servizi che si potrebbero trovare nella suite di un hotel a cinque stelle, come l’house-keeping giornaliero e i servizi di personal concierge, ma anche il facility management e la possibilità di affittare la propria residenza nei periodi in cui non viene occupata personalmente. Ulteriori tratti distintivi sono la dotazione completa di arredi Armani/Casa e la gestione dei servizi di personal concierge da parte di Quintessentially. La scelta di adottare que-


DALLE AZIENDE

sto concept ci ha consentito di proporre al mercato un prodotto innovativo e unico, in cui il prestigio e l’esclusività della location si coniugano perfettamente con lo stile e l’eleganza italiani.” In ambito di hospitality real estate, quale segmento di mercato ritenete abbia maggiore potenziale di crescita in Italia? “Sicuramente quello del turismo e dell’immobiliare turistico legato al golf. In Europa sono 12 milioni i turisti che si spostano ogni anno per poter giocare a golf, soprattutto verso quei paesi dell’area mediterranea che grazie a clima favorevole e strutture adeguate consentono di giocare tutto l’anno. Le esperienze di Spagna e Portogallo, tanto per citare due esempi che rappresentano ormai dei “casi di studio”, dimostrano come questo sport sia in grado di creare un circolo virtuoso nello sviluppo turistico ed economico di regioni che sanno sfruttarne al meglio il potenziale di attrattività. Abbiamo sempre creduto nel golf come leva vincente per sviluppare il turismo anche in aree che non hanno una vocazione specifica. La nostra divisione di ho-

Gianni Buccheri, Divisione Antoitalia Engineering & Construction

Piergiorgio Mangialardi, Divisione Antoitalia Hospitality

spitality advisory – accanto ad iniziative più tradizionali relative a business hotel e villaggi/resort per vacanze al mare o in montagna - ha in corso diversi progetti legati al golf. Siamo impegnati su operazioni di sviluppo in Toscana nell’immediato entroterra di Livorno, in Puglia, in Campania nell’area del Cilento, in Emilia Romagna, nelle Marche in provincia di Pesaro. Il format del “golf resort”, costituito da campo golf da almeno 18 buche, hotel di alta gamma, apart-hotel, residenze e servizi dedicati, è senza dubbio una formula vincente, ma il successo dell’iniziativa golfistica come catalizzatore per il turismo dipende anche e in larga misura dalle infrastrutture: strade, autostrade, aeroporti ecc. Inoltre occorre promuovere la creazione di “circuiti golfistici” che facciano sistema tra loro e che a loro volta consentano di creare sinergie con il patrimonio di arte, storia, natura, enogastronomia dell’area. Sono infine necessarie iniziative continuative ed incisive da parte delle amministrazioni locali e nazionale – anche in termini di agevolazioni finanziarie e fiscali e di snellimento delle procedure burocratiche – affinchè si crei la necessaria “massa critica” per attrarre

investimenti internazionali in questo settore. Il disegno di legge recentemente presentato dal Ministero del Turismo che individua nel golf un importante strumento per il rilancio turistico italiano conferma una “linea di pensiero” in cui crediamo da anni. L’Italia possiede il più ampio patrimonio culturale e artistico a livello mondiale, ma occorre saper valorizzare questa e le altre ricchezze di cui il nostro paese è dotato, con un’adeguata “politica del turismo”. Per anni si è puntato su un “turismo di massa”, basato su prezzo e standardizzazione del prodotto, ma il contesto ambientale e competitivo è radicalmente cambiato. Oggi la domanda è sempre più segmentata, non esiste più “il turista”, esistono “tanti turisti di nicchia”, ognuno con esigenze e aspettative proprie. Per rispondere a questo cambiamento della domanda occorre segmentare e personalizzare l’offerta. In questo scenario, il golf rappresenta un segmento ad alto valore aggiunto, in grado di destagionalizzare e internazionalizzare l’offerta turistica, con ricadute positive non solo sul mercato immobiliare ma su tutta l’economia.” www.antoitalia.it

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DALLE AZIENDE

Accordo Gabetti-King Sturge Esclusiva Re: Lazzaro parla del nuovo accordo

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Gabetti Agency e King Sturge, due tra i principali player della consulenza immobiliare in Italia e in Europa, hanno recentemente firmato un accordo strategico di partnership operativa. King Sturge e Gabetti offrono servizi speculari, oggetto di questo accordo saranno tutte le attività svolte per il segmento corporate, nelle aree agency, valuation, due diligence e technical service. Concretamente, Gabetti assisterà i clienti di King Sturge negli investimenti e nel tenant representation nel nostro paese, mentre King Sturge, dal canto suo, faciliterà i clienti del Gruppo Gabetti a internazionalizzare il loro profilo di investimento.

Ne parla a Re Giorgio Lazzaro, amministratore delegato di Gabetti Agency: “Gabetti è ben radicata in Italia ma non era presente all’estero, King Sturge, player internazionale ci dà questa opportunità”. L’accordo, che risale al 21 maggio, è il coronamento di una serie di rapporti già avviati nei mesi passati. Infatti, i due gruppi stanno già lavorando insieme per soddisfare le esigenze di alcuni importanti clienti quali Warner Chilcott e Generali, oltre che Tyco per il quale stanno cercando i nuovi uffici a Milano. “Le richieste che pervengono dalle società per la locazione, riguardano metrature medio piccole da 500-1000 metri quadri,

mentre per le compravendite sono ritenuti interessanti palazzi dal valore anche molto elevato, ma a reddito. Abbiamo già ricevuto incarico per un building da 150 milioni di euro”. Lazzaro prevede che numerosi retailer siano in arrivo sul suolo italiano. “Diversi fashion retailer ma anche marchi tecnologici sono interessati al nostro paese, probabilmente con priorità sul nord Italia e poi su tutto il territorio”. L’organizzazione del lavoro sarà strutturata grazie a uno staff dedicato che si interfaccerà con King Sturge: ci saranno riunioni ogni 15 giorni e conference call ogni settimana. “King Sturge società con 250 anni di storia, si è affidata a noi – conclude Lazzaro – grazie alla nostra tradizione, alla nostra profonda conoscenza del mercato e alla nostra capillarità, per puntare sull’Italia, paese strategico per l’implementazione della loro presenza in Europa”.

Giorgio Lazzaro, amministratore delegato di Gabetti Agency

Le richieste che pervengono dalle società per la locazione, riguardano metrature medio piccole da 500-1000 metri quadri, mentre per le compravendite sono ritenuti interessanti palazzi dal valore anche molto elevato, ma a reddito. Abbiamo già ricevuto incarico per un building da 150 milioni di euro


ITALIA

Il Coni ha assegnato alla Capitale la candidatura per i Giochi del 2020

Roma vince la sfida olimpica con Venezia ma rischia di perdere il Gp di Formula Uno Il presidente dell’Unione industriali, Aurelio Regina, ha proposto la creazione di una Fondazione aperta a tutte le imprese della Capitale per affiancare il Coni e il Comitato organizzatore in vista della decisione del Comitato internazionale che deciderà nel 2013 la città che ospiterà i Giochi del 2020 di Paolo Enzo Mazzanti

Aurelio Regina

Roma ha vinto la sfida con Venezia per la candidatura italiana alle Olimpiadi del 2020, ma rischia di perdere il Gran Premio di Formula Uno che pensava di poter organizzare all’Eur del 2012. Nel frattempo il presidente dell’Unione industriali di Roma, Aurelio Regina, ha proposto la creazione di una Fondazione aperta a tutte le imprese della Capitale per affiancare il Coni e il comitato orga-

nizzatore nell’organizzazione della candidatura per le Olimpiadi in vista della decisione del Comitato internazionale che deciderà nel 2013 la città che ospiterà i Giochi del 2020. Roma è stata scelta dal Coni il 19 maggio scorso. In realtà si è trattato di una scelta obbligata, perché Venezia non aveva raggiunto il punteggio minimo per essere ammessa alla candidatura. In base all’analisi del Comitato Ristretto che ha dovuto valutare le due candidature, infatti, la Giunta Coni ha attribuito il punteggio di 20,1 su 35 al dossier di Venezia che non ha raggiunto il punteggio minimo di 21 punti richiesto per poter approdare alla candidatura. A Roma, invece, è stato attribuito il punteggio di 32,3. “Non è stata una scelta di parte, per accontentare una parte o scontentarne un’altra – ha commentato il presidente del Coni Petrucci - Abbiamo fatto gli interessi del Paese accettando la candidatura più credibile e con maggiori possibilità di successo. Abbiamo tenuto conto del decalogo approvato dalla Giunta del Coni il 21 ottobre scorso. Per questo non bisogna sorprendersi dell’iter seguito. Il Comitato formato da grandi personalità dello sport mondiale come Mario Pescante, Franco Carraro, Manuela Di Centa, Francesco Ricci Bitti e Ottavio Cinquanta, ha offerto le massime garanzie di serietà e competenza”.

Il sottosegretario ai beni culturali, il romano Francesco Maria Giro ha sottolineato che la battaglia per portare i Giochi in Italia “non sarà facile”, ma che per vincere la Capitale “dovrà dimostrare di essere unita e all’altezza di questa impresa”. Tre le parole d’ordine, secondo Giro: “Rigore, trasparenza e strategia”. “Per organizzare e preparare questo straordinario evento dovranno convergere in un lavoro comune tutti i mondi vitali del lavoro, dell’impresa e della società civile, in stretta collaborazione con le istituzioni pubbliche, garanti di un progetto chiaro, ben definito e certo. Per questo sarà necessario un forte coordinamento fra tutti i soggetti interessati pubblici e privati, per scongiurare di sprecare risorse pubbliche ed evitare di alimentare un sistema vischioso e inefficiente che, anziché garantire l’interesse pubblico, finisce per alimentare interessi talvolta illeciti”. Una difesa della candidatura di Venezia è venuta dal presidente di Confindustria Veneto Andrea Tomat. “Mi preme sottolineare – ha detto Tomat - come la candidatura di Venezia, partita in maniera spontanea grazie all’entusiasmo dei politici e degli imprenditori veneti, sia risultata una seria e caparbia antagonista a quella della Capitale, capace di raccogliere intorno a sé numerosi consensi e di attivare sinergie complesse e innovative. Abbiamo dimostrato come la capacità di fare siste-

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ITALIA

ma sia la strategia vincente per competere a livello nazionale e internazionale. Questa esperienza ha fatto maturare la consapevolezza che il rapporto virtuoso tra istituzioni locali (politiche e economiche) e imprese può funzionare. I grandi eventi sono ormai da considerare veri e propri driver di sviluppo infrastrutturale e culturale, per questo non ci faremo demoralizzare da una sconfitta, ma ne metteremo a frutto gli insegnamenti per fare di Venezia la Capitale Europea della Cultura del 2019”. Una possibilità di collaborazione con gli imprenditori veneti per l’organizzazione delle Olimpiadi potrebbe essere proprio nella Fondazione proposta dal presidente dell’Unione i industriali di Roma, che si propone di raccogliere un miliardo per partecipare agli investimenti necessari per il grande evento che prevederà investimenti per 43 miliardi, gran parte dei quali in infrastrutture. “Le regole del Cio – ha detto Regina – non consentono di suddividere i giochi tra le due città come qualcuno aveva proposto. Ma sarei felice se le aziende venete, così importanti per le nostra economia entrassero nella nostra Fondazione. Tra l’altro sono proprio veneti gli azionisti principali degli Aeroporti di Roma, un soggetto fondamentale per rendere Roma capitale olimpica”. Fiumicino ha infatti in corso un piano di investimenti assai rilevante che dovrebbe portare la capienza dell’aeroporto dagli attua-

Gianni Petrucci e Gianni Alemanno

li 40 a 100 milioni di passeggeri l’anno. Gli investimenti in opere pubbliche sono del resto un patrimonio che resterà alla città: si calcola che il 60% degli investimenti per le Olimpiadi di Barcellona sia rimasto alla città e abbia portato 300 mila posti di lavoro. Ma mentre si prepara alla sfida internazionale per le Olimpiadi, Roma rischia di perdere il Gran Premio di Formula uno. Fino al 2016, infatti, il Gran Premio d’Italia di F1 resterà a Monza. Lo ha annunciato nel marzo scorso Claudio Viganò, presidente della Sias, la società che gestisce l’autodromo lombardo, che ha concordato il prolungamento di altri 4 anni del contratto che impegna la Formula One Management, la società di Ecclesto-

Per organizzare e preparare questo straordinario evento dovranno convergere in un lavoro comune tutti i mondi vitali del lavoro, dell’impresa e della società civile, in stretta collaborazione con le istituzioni pubbliche, garanti di un progetto chiaro, ben definito e certo

Francesco Maria Giro

ne che gestisce il Circus della massima categoria automobilistica, a disputare la gara italiana sul circuito di Monza. Il contratto era in scadenza nel 2012. A fine maggio il presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo ha confermato: “Il Gran Premio d’Italia resta a Monza. Se poi altre città vogliono organizzarne altri in altre città italiane facciano pure”. Il riferimento, neppure troppo velato, era proprio a Roma dove l’organizzatore Flammini sta cercando di strappare a Bernie Ecclestone un secondo Gran Premio da organizzare a Roma su strada nella zona dell’Eur. Secondo il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, il prolungamento del contratto “dimostra in maniera inequivocabile come tutte le accuse lanciate contro di noi di voler cancellare il Gran Premio d’Italia nella città lombarda erano destituite di fondamento. Lo avevamo detto più volte e oggi trova piena conferma l’idea che in Italia ci possono essere due Gran Premi: quello di Monza e quello di Roma”. Per Alemanno i due GP rappresentano un’opportunità: “Dal 2012 o al massimo dal 2013 - ha affermato il sindaco – l’Italia potrà vantare l’invidiabile situazione di avere due Gran Premi di Formula 1 sul proprio territorio nazionale che si rafforzeranno reciprocamente nella promozione turistica e nella valorizzazione sportiva”. Ma ora, dopo l’assegnazione della candidatura olimpica e la proroga al 2016 del contratto di Monza, le possibilità di Roma nella Formula Uno sembrano in discesa.

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Expo Italia Real Estate a Milano dall’8 al 10 giugno

Immobiliare, eppur sono opportunità Mediterraneo, Balcani, America Latina, i mercati di riferimento dell’EIRE. Il valore aggiunto dell’Italia nell’esportare la qualità all’estero. La fiera si concentrerà sulle opportunità concrete per la community del real estate: fondi, società di private banking e altri operatori che hanno risorse da investire. Antonio Intiglietta, presidente di Ge.Fi, ci illustra i contenuti dell’edizione di quest’anno di Laura Lepri

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Quali sono le novità rispetto alla scorsa edizione? La prima vera notizia è che EIRE conferma, e in alcuni casi supera, i numeri dello scorso anno, in totale controtendenza rispetto alle altre fiere di settore. Le novità sui contenuti sono da ricercare non solo nei tre giorni di manifestazione ma anche nei mesi precedenti a questa nuova edizione. EIRE infatti non è più solo “una fiera” ma un network che vive, oltre che dei 3 giorni di giugno, anche di alcuni determinati momenti e strumenti durante il resto dell’anno, dove si può ritrovare e confrontare la community. Abbiamo deciso di partire dall’esplorazione del mercato che fa riferimento al bacino del Mediterraneo, un’area geopolitica molto interessante: basti pensare che nei paesi del Nord-Africa il pil cresce mediamente del 3-6% all’anno. Un’altra area verso cui abbiamo rivolto le nostre attenzioni è quella balcanica, anch’essa caratterizzata da una grande voglia di emergere. Alla fine, abbiamo pensato che EIRE quest’anno potesse rappresentare un valido punto di attrazione proprio per questi nuovi, promettenti mercati. Così, lo staff di EIRE ha realizzato una serie di missioni in quei paesi, le ultime in Turchia e Montenegro. Gli operatori coinvolti vi hanno riscontrato molte opportunità; noi abbiamo dimostrato come EIRE possa offrire appuntamenti importanti nell’arco

dell’anno. Infatti, sono convinto che EIRE debba rappresentare una tappa di un percorso più ampio, dando costanti stimoli a tutto il mercato, non un evento fine a sé stesso, che si esaurisce nei giorni della manifestazione. Un’altra area che intendiamo rappresentare è l’America Latina, Brasile in primis, anch’essa in grande sviluppo. Senza contare che proprio in Brasile il 35-40% della popolazione è di origine italiana e quindi ci può assicurare un grande coinvolgimento nella manifestazione. Inoltre dobbiamo adoperarci per portare gli investitori italiani all’estero.

gua. A tal proposito il convegno inaugurale metterà a tema lo sviluppo del real estate in Italia e nel Mediterraneo, con l’intervento di importanti personalità politiche e imprenditoriali italiane, come i sindaci Alemanno e Moratti che presenteranno lo sviluppo di Roma e Milano, il presidente di Promos Bruno Ermolli ed altri esteri provenienti da Paesi come Turchia, Egitto e Marocco. In questa nuova edizione metteremo a tema le principali dimensioni del mercato: opportunità di investimento, retail, turismo, social housing e logistica.

Quale ruolo può giocare l’Italia per il Mediterraneo e i paesi emergenti? L’Italia può e deve giocare il ruolo di accentratore delle opportunità di sviluppo di questi paesi, molti dei quali hanno la necessità di importanti riqualificazioni urbanistiche, infrastrutturali e anche turistico-commerciali. Per troppo tempo siamo stati ripiegati su noi stessi e invece abbiamo una grande tradizione di qualità, di gusto del bello, che potremmo esportare. In fiera saranno presenti i più importanti operatori pubblici e privati che presenteranno progetti di diversi ambiti interessati a partecipare a nuove operazioni di sviluppo, provenienti non solo dall’Italia ma anche tra gli altri dalla Russia, Slovenia, Romania, Ungheria, Turchia, Repubblica Ceca, Egitto, Malta e Nicara-

Cosa può rappresentare l’EIRE in questo momento difficile del settore immobiliare? Mi piace molto introdurre la fiera con una citazione del filosofo Gian Battista Vico: paion traversie, eppure sono opportunità. La crisi ha segnato il mercato, cambiato le sue dinamiche e le linee di sviluppo del settore non saranno mai più quelle distorte degli anni passati. La ripresa avrà tempi lunghi e non facili. Il 2010 diventa per le imprese che cercano di ripartire l’anno per investire su di sé e per vagliare ciò che realmente è un’opportunità per la loro crescita. Per questi motivi EIRE aprirà i battenti concentrandosi sulle opportunità concrete per la community del real estate: esistono infatti fondi, società di private banking e altri soggetti che


ITALIA

do anno consecutivo affronteremo il tema del turismo e in particolare del turisticoalberghiero, che svolge nello sviluppo del territorio e nell’attrazione degli investimenti un ruolo di primaria importanza. In fiera saranno presenti le più importanti realtà associative e istituzionali, con un convegno istituzionale previsto il 10 giugno che tratterà il tema degli investimenti nel settore e al quale interverrà tra gli altri Massimo Caputi, amministratore delegato di Fimit. Ma EIRE è anche formazione: ancora una volta organizzeremo conferenze formative per i dirigenti della pubblica amministrazione su temi attualissimi come il federalismo demaniale, il nuovo regolamento in materia di appalti pubblici e i fondi immobiliari per la gestione del patrimonio immobiliare della pa locale.

Antonio Intiglietta, presidente di Ge.Fi

hanno risorse da investire. Il loro essere fermi è dettato da un anno di immobilismo e dalla difficoltà nell’individuare le vere opportunità. EIRE è il contesto giusto per ripartire: un luogo di rapporti e relazioni con uomini e imprese del real estate che può generare opportunità e incontri con soggetti qualificati per l’allargamento del proprio business, conoscere meglio il mercato, dialogare con professionalità e competenze nuove, scoprire altre esperienze nel proprio ambito di azione. La manifestazione vuole diventare un centro aggregante di conoscenza e di rapporti, che sono fattori determinanti per non fare passi falsi e trovare vie concrete per la ricrescita. Com’è distribuita la presenza degli operatori (tra pubblico e privato), quali i settori maggiormente rappresentati e che promettono di più? EIRE anche quest’anno presterà particolare attenzione a diverse tematiche attuali. Penso per esempio al social housing, per il quale abbiamo messo in piedi la prima e più grande esposizione italiana ed europea: la Social Housing Exhibition. Un’area della fiera dedicata esclusivamente a questo settore con 72 espositori tra studi di progettazione e di architettura, imprese e consorzi, che presenteranno 86 progetti. All’interno di questo contesto è stato organizzato per il 9 giugno un con-

vegno istituzionale che sarà l’occasione per capire con le istituzioni, le fondazioni e l’intervento della Cassa Depositi e Prestiti, i nuovi criteri e le modalità di intervento per gli investimenti e il finanziamento dei progetti di social housing in Italia attraverso il fondo gestito di 2,6 miliardi di euro. Verranno inoltre presentate esperienze presenti sul territorio italiano, le modalità operative per rispondere alle esigenze abitative, le modalità reali della gestione di immobili destinati a edilizia sociale: insomma, chi ha la responsabilità di rispondere al bisogno della casa, non ha più scuse. Ma non solo il Social Housing ha un focus dedicato. Ovvero? Anche il retail sarà protagonista, in un contesto che aiuta a individuare nuove direttrici di espansione internazionale, a trovare nuove location e a far crescere uno scambio proficuo di know-how e confronto sulle best practices internazionali. Va detto che EIRE è l’unica fiera italiana dedicata a questo settore e in particolare ai retailer, se si pensa che nella scorsa edizione erano presenti oltre 200 società italiane retailer. A tema soprattutto il commercio d’alta gamma come valorizzazione dei centri storici, al quale è dedicato il convegno istituzionale del 9 giugno e nel quale parteciperanno tra gli altri l’imprenditore e stilista Elio Fiorucci. Inoltre per il secon-

Ottime basi per ripartire quindi… In un contesto economico mondiale in grande difficoltà, è su queste basi che iniziamo questa nuova avventura il prossimo 8 giugno, e su cui intendiamo proseguire in futuro, perché riteniamo che solo con un lavoro comune, di “community” quindi, si potrà dare un valido aiuto al settore a ripartire, alle imprese di ritrovare slancio e opportunità e agli imprenditori di approfondire e allargare la loro conoscenza del mercato e delle persone che lo fanno vivere.

L’Italia può e deve giocare il ruolo di accentratore delle opportunità di sviluppo di questi paesi, molti dei quali hanno la necessità di importanti riqualificazioni urbanistiche, infrastrutturali e anche turisticocommerciali. Per troppo tempo siamo stati ripiegati su noi stessi e invece abbiamo una grande tradizione di qualità, di gusto del bello, che potremmo esportare

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Milano/nuova costruzione

Una Torre orizzontale a fieramilano

46 Febbraio 2009, luglio 2010: due date, peraltro molto vicine, che comprendono la realizzazione della fulminea Torre orizzontale che sta per essere completata sul sito di fieramilano, a Rho. Nato dalla

penna dello studio 5+1AA Alfonso Femia Gianluca Peluffo, con Jean Baptiste Pietri, è la più recente delle opere di alto profilo architettonico finanziate da Fondazione Fiera Milano per il

I numeri superficie totale superficie lorda superficie edificabile altezza parcheggi

note concorso internazionale ad inviti HQE – classe A

25.730 mq 21.000 mq 4.800 mq 54 m 200 auto 4 bus 100 taxi 700 moto

nuovo polo fieristico a Rho. Con questo edificio si completa quello che è ormai conosciuto come il Parco delle Architetture, e che annovera agli interventi di Massimiliano Fuksas (fieramilano), Mario Bellini (i parcheggi multipiano), Dominique Perrault (le torri albergo) e Andreas Kipar (il sistema del verde). L’edificio da una parte ospiterà in un’unica location gli uffici di alcune delle consociate di Fiera Milano Spa e dall’altra, è a disposizione di potenziali nuove utenze. L’opera sorge su un’area situata in prossimità di Porta Est del quartiere espositivo e occupa una superficie lorda di pavimento di circa 21 mila metri quadrati. La Torre si compone di due corpi di fabbrica di 13 piani, raccolti in un unico complesso edilizio che si estende in orizzontale per oltre 50 metri. Si tratta di un edificio compatto che, ottimizzando le fasi di realizzazione, rispetta


IN COSTRU ZIONE

tempi e costi stabiliti dal concorso a inviti bandito da Sviluppo Sistema Fiera, controllata e braccio operativo di Fondazione Fiera Milano. La Torre sarà certificata in classe energetica A, grazie ai requisiti passivi della costruzione, ad un alto grado di efficienza distributiva ed energetica e a un basso fattore di impatto ambientale. Sul fronte della sostenibilità, le soluzioni adottate saranno finalizzate a ridurre i consumi d’acqua ed energia, impiegando al massimo le fonti rinnovabili, ma anche a migliorare le condizioni di benessere

degli occupanti dal punto di vista termico, acustico, visivo e di completa fruizione degli spazi. E’ prevista inoltre una elisuperficie circolare in copertura dell’edificio, del diametro di 25 metri, per l’atterraggio degli elicotteri di grandi dimensioni; le sistemazioni a terra prevedono parcheggi pertinenziali per circa 200 auto, oltre a quattro bus, 100 taxi e 700 moto, tutti mezzi necessari alla logistica della fiera. La Torre segue un criterio compositivo classico, è composta da basamento, elevazione e coronamento. Il primo accoglie e separa i flussi di perso-

ne in una successione di spazi. L’elevazione è attraversata poi dal taglio dell’interpiano a doppia altezza, che crea un momento di sospensione. All’ultimo piano, un giardino caratterizza ulteriormente lo spazio e conferisce comfort climatico all’intero edificio. Cromaticamente, la torre è definita dal colore dell’oro, la cui preziosità è in rapporto diretto al tema della luce solare, ma soprattutto alla sua capacità di arricchire l’intorno di trasparenze e specchiature, variabili in base ai tempi e alla posizione del fruitore.

Nuove Strutture Direzionali fieramilano Location largo Metropolitana, 1 - 20017 Rho, Milano (Porta Est fieramilano) Committente Sviluppo Sistema Fiera spa per Fondazione Fiera Milano Progetto architettonico e paesaggistico 5+1AA Alfonso Femia Gianluca Peluffo Con Jean-Baptiste Pietri Architectes Ingegneria strutturale IQuadro Ingegneria Ingegneria impiantistica AI Engineering, AI Studio Impresa costruttrice Italiana Costruzioni Spa (Gruppo Navarra) Durante EIRE 2010 sarà possibile visitare la "Torre Orizzontale" previo appuntamento da fissare presso gli stand di Sviluppo Sistema Fiera (Pad. 4 stand F28-F30) e Italiana Costruzioni (Pad. 2 stand M31-M39/N32-N40), oppure telefonando al 328.3326366

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Chiacchiere e Mattoni Outlet

Cmc realizza il primo polo del lusso in Sicilia

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Il Fashion Garden Outlet

Si chiamerà Fashion Garden Outlet il nuovo polo commerciale progettato e realizzato da Cmc di Ravenna. La struttura commerciale del nuovo outlet si estenderà su una superficie di oltre 200 mila mq. Dotata di parcheggio per oltre 2 mila posti auto, la nuova struttura avrà un’offerta commerciale composta da circa 150 negozi con una gla di 28 mila mq e la possibilità di una successiva espansione di 20 mila mq. Sarà caratterizzata da un’architettura che si integrerà con lo scenario ambientale circostante. Il nuovo Fashion Garden Outlet si colloca nel cuore dell’area turistica più ricettiva della Sicilia, con un bacino di utenza calcolato in oltre 2 milione e 200 mila

abitanti nel raggio di 90 minuti, oltre al flusso turistico (calcolato nel solo comprensorio di Taormina) di oltre 3 milioni di presenze annuali. Il Fashion Garden Outlet sarà il primo outlet in Italia raggiungibile a piedi dalla adiacente stazione ferroviaria. Il Gruppo Cmc di Ravenna è presente da anni in Sicilia, sia nel campo dell’edilizia civile che delle infrastrutture, ha recentemente inaugurato il centro commerciale Katanè a Gravina di Catania e partecipa all’appalto per la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina. Larry Smith è advisor di Cmc nella strategia di sviluppo del retail real estate del Fashion Garden Outlet.


CHIACCHIERE

E MATTONI

INAUGURAZIONI

DAL TEATRO DELLE ERBE LA NUOVA SEDE LEO BURNETT E’ stata inaugurata la nuova sede dell’agenzia Leo Burnett: il Theater of Imagination nasce dalla ristrutturazione del Teatro delle Erbe di Foro Bonaparte a Milano. Lo spazio è stato riconvertito con abbinamento di elementi moderni, come il banco reception situato all’ingresso, i pavimenti in graniglia di marmo, le porte in legno massiccio di rovere e i soffitti con decorazioni decò. Tutte le zone di passaggio sono in resina, mentre le aree di lavoro sono realizzate in parquet di rovere, proveniente da foreste che vengono disboscate secondo principi ecocompatibili. Nella ristrutturazione del teatro di circa mille mq, Leo Burnett ha voluto mantenere la vocazione iniziale, con un palcoscenico in grado di essere utilizzato per presentazioni ai clienti. L’edificio si articola su due piani, comprende una parte centrale organizzata per team di lavoro, in cui è stato creato un patio vetrato realizzato con legno ricomposto. La sala lounge è dotata di un video chat in grado di unire le due sedi di Roma e Torino. SEGGIOLE E POLTRONE

NORI AL GRUPPO ESSERE, MORENA A RICS ITALIA Carlo Nori è stato nominato nuovo direttore generale del Gruppo Essere, società di intermediazione finanziaria controllata dal Gruppo Sopaf. “E’ per me motivo di orgoglio e passione occuparmi del settore dell’intermediazione creditizia - dichiara Carlo Nori - arrivare a dirigere Gruppo Essere significa far crescere la società, che punta a diventare il primo operatore multi-brand, multi-prodotto e multi-canale, come benchmark di riferimento in questo settore. Gruppo Essere crede nel valore della consulenza finanziaria globale al servizio delle esigenze di credito della famiglia e continuerà a investire per accrescere la qualità del suo modello di servizio monomandatario”. Il capitolo italiano della Royal Institution of Chartered Surveyors ha nominato il nuovo consiglio direttivo in carica per i prossimi tre anni. Marzia Morena è il nuovo presidente di Rics Italia in occasione delle elezioni del consiglio direttivo. Morena approda in Rics Italia nel 2006, divenendo dapprima MRics e, nel 2008, membro del board italiano. “Riteniamo che in questo particolare momento del mercato immobiliare sia molto utile avere la possibilità di riorganizzare e definire degli standard che possano essere condivisi non solo in Italia ma anche a livello internazionale - dichiara Marzia Morena, neo-presidente di Rics Italia - attraverso il Red Book cerca di veicolare non solo uno standard ma anche una deontologia professionale che possa essere riconosciuta e che, soprattutto, possa divenire garanzia per tutti gli operatori del real estate sia nazionali che internazionali”.

In alto Carlo Nori, direttore generale del Gruppo Essere. Sotto Marzia Morena, presidente di Rics Italia

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CHIACCHIERE

E MATTONI

Progetti

Entro il 2011 a Roma la Torre Eurosky

L’Eurosky Tower

Entro la fine del prossimo anno sorgerà a Roma un grattacielo di 120 metri di altezza. Si tratta della Eurosky Tower, una torre residenziale firmata dall’architetto Franco Purini e promossa dall’impresa romana Parsitalia Real Estate. Il progetto rientra nell’ambito di un più ampio intervento che prevede la realizzazione di un complesso di edifici a uso abitativo, commerciale e pubblico, organizzato in due tipologie morfologiche dif-

ferenti: la torre e la piastra urbana. L’intero complesso verrà realizzata nel contesto dell’Europarco Castellaccio, a ridosso dell’Eur, e sarà una delle diciotto nuove centralità metropolitane. Purini ha messo a punto il masterplan dell’intera area più il progetto di una delle due torri previste; la seconda, a destinazione direzionale, porta la firma dello studio Transit. La piastra sarà costituita dal centro commerciale Euroma ed edifici privati e pubblici per uffici. Il grattacielo sorgerà all’interno del Business Park Europarco all’Eur, nella zona di viale Oceano Pacifico, e si svilupperà su 28 piani residenziali (i primi tre adibiti ad uso ufficio) oltre a 3 piani tecnici e 2 livelli interrati destinati a garage e cantine. Sono inoltre previsti spazi di comune utilizzo con la realizzazione di una palestra panoramica, una lavanderia e sala riunioni. L’Eurosky Tower utilizza avanzate tecnologie: sula copertura saranno installati pannelli fotovoltaici con potenza di 180KW; è prevista la raccolta differenziata pneumatica dei rifiuti, che saranno in tal modo convogliati in una centrale dove saranno trasformati in pallet combustibile. Sarà inoltre installato un sistema di trigenerazione per la produzione di caldo, freddo (con piastre radianti a pavimento) ed energia elettrica, con abbattimento delle emissioni di CO2; sono previsti dispositivi per il recupero dell’acqua piovana, il risparmio dell’acqua sanitaria e la produzione di acqua microfiltrata.

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PORTFOLIO

All’interno di Malaspina Business Park La nuova sede di 3M Italia

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Premiata dallo Us Award 2009, categoria Archittettura, l’opera è firmata dallo Studio Mca (Mario Cucinella Architects), e punta su elementi come la qualità ambientale e il verde, grazie all’integrazione tra spazi lavorativi ed elementi esterni, dai sistemi di ombreggiamento, alle terrazze, ai percorsi pedonali, agli specchi d’acqua esistenti, ai viali alberati. L’edificio si trova all’interno del Malaspina Business Park, nel comune di Pioltello alle porte di Milano, nelle immediate vicinanze del quartiere San Felice a destinazione mista tra residenziale e terziario grazie alla presenza di diverse aziende. Il palazzo è collegato con l’aeroporto di Linate e con il sistema tangenziale/autostrade e offre le fermate delle linee ferroviarie MilanoTreviglio e Milano Greco-Pioltello, con la linea Arac Cernusco Mm2 - Malaspina Business Park. Verrà realizzata la linea Mm4 che collegherà direttamente l’area con Milano. Si tratta di un complesso direzionale per un totale di circa 10.600 mq di slp, ideali per il posizionamento di circa 600 postazioni lavoro. Gli spazi sono distribuiti su 5 piani fuori terra più uno interrato destinato a parcheggi, magazzini. La sezione dell’edificio, le corti interne e l’andamento della copertura assicurano una forte integrazione formale e visiva tra il volume e gli spazi verdi circostanti. Il palazzo presenta un involucro esterno studiato per assicurare un controllo efficace della luce solare mediante un sistema di brise soleil che permette alla luce di entrare e al tempo stesso di schermare i raggi del sole, attenuando l’apporto di calore nella stagione estiva così da favorire un minore uso degli impianti per il raffrescamento. Inoltre la copertura dell’edificio prevede la predisposizione di pannelli fotovoltaici. Il risparmio energetico, stimato intorno al 30-35%, ha garantito alla nuova sede di 3M Italia la Certificazione energetica di classe “A” della Regione Lombardia. L’edificio è dotato di due corti interne a cielo libero che favoriranno l’ingresso di luce naturale anche al centro dell’edificio. La tipologia dell’edificio associata alla distribuzione interna degli spazi di lavoro garantisce che nessun utente lavorerà a una distanza superiore di 4 metri dalla sorgente di luce naturale più vicina. Luminosità e trasparenza sono accentuate dall’utilizzo di pareti parzialmente vetrate per tutti gli uffici chiusi e le sale riunioni. Il comfort acustico è garantito dall’utilizzo da moquette e da materiali fonoassorbenti, l’impianto di condizionamento a travi fredde unito all’afflusso di aria primaria nel controsoffitto fornisce un microclima interno controllato e silenzioso, la Gestione computerizzata (Bms) degli impianti di condizionamento e di illuminazione dell’edificio contribuisce ad un comfort ambientale generalizzato, la qualità delle aree verdi circostanti è frutto della collaborazione di 3M con il comune di Pioltello. I lavori sono terminati 16 mesi dalla posa della prima pietra, la realizzazione è affidata a Pirelli Re Direzione Development Management Italy, come applicazione di Ecobuliding. 3M commercializza 75 mila prodotti nati da 45 piattaforme tecnologiche e detiene la leadership in numerosi settori di mercato. Fondata 108 anni fa, 3M è oggi presente in tutto il mondo con 70 Consociate in 196 Paesi, per un fatturato globale di 23 miliardi di dollari nel 2009. E’ presente in Italia da oltre 50 anni con la Sede a Pioltello Milano, un Centro di Distribuzione Europeo, 3 unità produttive ed una sede di rappresentanza a Roma. In Italia la struttura conta circa 900 persone ed un fatturato di 487 milioni di euro.


L’edificio costituisce il naturale punto di richiamo e di incontro tra 3M e i propri clienti. Per questo motivo gran parte dei piani terreno e primo saranno destinati a tutte quelle attività che possono favorire questo processo. Un grande show room è dedicato alla dimostrazione dei prodotti e allo sviluppo di applicazioni sulle necessità dei clienti. L’Atrio d’ingresso (con Company Store, Internet bar, mensa ristorante Customer Technical Center, Design Center, Auditorium, Sale riunioni e Sale training) favorisce l’incontro con il personale e la conoscenza dei prodotti 3M.

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SOCIETÀ/1

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RIALZO NELLE VENDITE PER LEADING HOTELS

BELVITA LEADING PONE L’ACCENTO SULLA QUALITÀ

Gli hotel in Italia registrano una crescita del 54%, mentre cresce del 15% anche il fatturato generato dai clienti italiani. The Leading Hotels of the Worlds ha registrato una significativa crescita di fatturato nei primi tre mesi 2010: 140,9 milioni di dollari, con un incremento del 27% sullo stesso periodo del 2009. Le tariffe medie giornaliere sono migliorate dallo scorso anno, attestandosi a fine trimestre su un valore di usd 432(+ 14%). Ted Teng, presidente e ceo della compagnia ha dichiarato: “I risultati positivi ci incoraggiano a proseguire nell’impegno di creare sempre nuove iniziative di marketing che siano di supporto ai nostri alberghi associati e che ci consentano di surclassare la generale ripresa del mercato. E’ stato proprio grazie ai numerosi programmi di marketing lanciati già dallo scorso anno che la nostra produzione del primo trimestre ha potuto fare un balzo in avanti. Il segmento leisure ha raggiunto un fatturato di usd 52,8 milioni, con un incremento del 32% sull’anno scorso, grazie anche al contributo dato da programmi come Leading Golf e Leading Villas, oltre alla continua crescita che registrano di anno in anno le offerte Leading Spas e quelle riservate alle famiglie. Anche il tradizionale programma Leading Suites, pur con tariffe alte, ha visto un’impennata del 74% di aumento nelle vendite, a dimostrazione della volontà della clientela di scegliere sistemazioni più spaziose e comode. Anche il programma fedeltà Leaders Club ha giocato un ruolo importante, con un fatturato di USD 17,6 (+ 39%)” .

Il gruppo alberghiero altoatesino Belvita Leading Wellnesshotels Alto Adige investe sulla formazione e la qualità. Il Gruppo Belvita è stato costituito nel 1995 e ad oggi conta 31 alberghi benessere, 4 e 5 stelle. Si tratta di alloggi a conduzione familiare “Nei nostri alberghi dobbiamo investire continuamente per quanto riguarda l’hardware ed essere sempre all’altezza delle aspettative degli ospiti. Ma sta emergendo anche, e sempre più marcatamente, l’importanza del software - commenta Paul Zimmerhofer, presidente di Belvita Leading Wellnesshotels Alto Adige - I nostri ospiti sono straordinariamente emancipati e, ormai da tempo, ben sanno gli sforzi che possono richiederci. E tutto ciò presuppone una determinata attrezzatura. I nostri ospiti conoscono gli standard elevati delle strutture alberghiere a 4 o 5 stelle dell’Alto Adige e non si fanno più conquistare con l’argomento degli spazi e delle dimensioni. Ciò che conta sono specializzazione e professionalità in tutti i servizi offerti, unitamente all’importanza data al valore emozionale della vacanza. Se vogliamo fidelizzare a lungo l’ospite nei confronti del nostro albergo e di Belvita, abbiamo bisogno di personale con un’ottima formazione, che si prenda cura dell’ospite con impegno e competenza, facendosi carico dei suoi desideri e dei suoi problemi”. L’obiettivo specifico resta principalmente quello di tenere legato a lungo il personale all’albergo, facendolo diventare un fattore importante per la fidelizzazione e il benessere vacanziero degli ospiti. Questa è la strada che il Gruppo Belvita sta percorrendo e che seguirà anche in futuro, forte della collaborazione con la

A sinistra Ted Teng, presidente di The Leading Hotels of the World. A destra Paul Zimmerhofer, presidente di Belvita Leading Wellnesshotels Alto Adige


YIELD A 5

società di consulenza Michaeler & Partner. “In futuro ci differenzieremo con sempre maggiore decisione grazie alla professionalità e alla motivazione del nostro personale”, conclude il presidente.

servizio offerto agli ospiti. La progettazione e la ristrutturazione sono state curate da Bruno de Cola mentre l’interior design è stato affidato all’Arch. Rosario Picciotto dello Studio Arplan di Padova.

RISTRUTTURAZIONI

INAUGURAZIONI

L’HOTEL IMPERIALE CAMBIA LOOK

HILTON SI RAFFORZA IN SICILIA

Quattordici suite tra cui 2 suite con piscina privata e 4 con terrazza panoramica, 49 camere, una piscina a sfioro che domina il Teatro Greco e il mare, una spa e ristorante: è il nuovo Hotel Imperiale Taormina, il 5 stelle lusso firmato Exclusive Hotel Collection. Situato nel centro storico di Taormina, nei pressi del Corso Umberto I e del Palacongressi (sede della rassegna cinematografica internazionale), l’ Hotel Imperiale, storico albergo costruito agli inizi del Novecento, ha riaperto lo scorso aprile 2010 a pieno regime, dopo il completamento di imponenti lavori di ristrutturazione, iniziati nel 2006, che avevano consentito già un soft opening la scorsa estate. E’ situato nel centro storico di Taormina, a pochi passi da Corso Umberto I. La spa di 380 mq è costituita da sauna finlandese, bagno turco, percorso con docce emozionali, cascata di ghiaccio, cinque cabine trattamenti, zona fitness e relax. La progettazione e la ristrutturazione dell’Hotel recupera i volumi storici dell’albergo unificandone il linguaggio di facciata con gli stilemi dell’edificazione più antica, risalente al 1900. Il volume centrale, destinato agli spazi comuni dell'albergo, vuole invece proporsi come un elemento totalmente nuovo: la facciata interamente vetrata diviene tetto trasparente verso il cielo, protetto da un brise soleil realizzato con una struttura strallata su due grandi colonne che individuano e proteggono l’ingresso dell’hotel. Come una corte questo spazio ospita la hall, il ristorante e, più in alto, la piscina panoramica fulcro della vita dell'albergo e del

L’Hotel Imperiale Taormina

Hilton Worldwide ha inaugurato l’Hilton Giardini Naxos, la terza struttura del brand Hilton Hotels in Sicilia. Nota come Russott Hotel, la struttura è stata convertita in un hotel Hilton ed è gestita nell’ambito di un contratto di franchising con Russott Finance Spa. L’hotel offre 296 camere, tra cui 28 lussuose suite e spiaggia privata sul mar Ionio. Simon Vincent, area president Europe di Hilton Worldwide, ha così commentato la nuova apertura: “Sono lieto di poter includere nel nostro portfolio Hilton Giardini Naxos, una splendida struttura in una delle isole più frequentate in Europa. L’Italia continua a rappresentare un mercato di grande successo per il nostro brand e questo nuovo hotel, unito alla fama internazionale dei nostri servizi, dovrebbe attrarre numerosi turisti su questa bellissima isola e dettare le regole nel mondo dell’hotêllerie di lusso”. Hilton Gardini Naxos ha due ristoranti e bar full-service. Le strutture dell’hotel includono anche una spa progettata e attrezzata da Klafs, un centro Fitness e una piscina. Nell’area meeting, l’hotel offre uno degli spazi più ampi dell’Isola, grazie alle 11 sale e una capienza complessiva per gli eventi fino a 1350 persone. La sala riunioni più ampia può accogliere fino a 950 ospiti. Sebastiano Russotti, presidente e ceo di Russott Finance spa, proprietario di Hilton Giardini Naxos, ha dichiarato: “Hilton Giardini Naxos è ora un hotel completamente rinnovato che, come anticipato, apporterà notevoli benefici alla Sicilia orientale, specialmente alle aree di Naxos e Taormina”.

Hilton Giardini Naxos

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Finco

Il Codice dei Contratti Pubblici: vizi e virtù a cura di Angelo Artale, direttore generale di Confindustria Finco

“ 60

Confindustria Finco, la Federazione Nazionale che rappresenta le industrie dei prodotti, impianti ed opere specialistiche del comparto delle Costruzioni, esprime complessivamente una valutazione positiva del lavoro che il Ministero delle Infrastrutture ha svolto per attuare la riforma del Codice dei Contratti Pubblici. In primo luogo, esso sembrerebbe andare nella direzione di un mercato degli appalti più trasparente, che dovrebbe consentire alle imprese realmente dotate delle attrezzature e delle capacità professionali adeguate di qualificarsi nella dovuta categoria. Il tutto a vantaggio della qualità dell’opera pubblica (intesa anche sotto il fondamentale aspetto della efficienza energetica degli edifici) e non certo a danno della concorrenza visto che in Italia siamo già in presenza di una frammentazione patologica dell’offerta anche specialistica, la quale anzi andrebbe selezionata. Finco ritiene pertanto infondate, quando non strumentali, le preoccupazioni di chi teme che il nuovo Regolamento di attuazione del Codice Appalti porterebbero nel mondo dell’edilizia effetti distorsivi del mercato e della concorrenza,

Categorie

OS4 OS5 OS8 OS11 OS12 OS13 OS14 OS20 OS25 OS27 OS29 OS34 OS21

Numero di attestazioni (Fonte Ance) 382 451 703 185 754 284 202 117 302 138 178 150 3280

legati all’introduzione di requisiti maggiormente restrittivi per l’ottenimento della qualificazione SOA nelle categorie superspecialistiche. E lo fa appellandosi ad un’analisi molto puntuale, elaborata in collaborazione con Ait - Unione Industriali di Torino, relativa ai bandi pubblicati dal 1° gennaio 2009 al 1° aprile 2010, dalla quale si evince che l’incidenza del numero di gare in cui sono previste quali “scorporabili” le lavorazioni cosiddette superspecialistiche è assolutamente marginale: si tratta tendenzialmente di percentuali inferiori all’1%. Nella tabella riportata di seguito vengono analizzati i bandi di gara pubblicati dal 1° gennaio 2009 al 1° aprile 2010 per verificare in quanti di questi fossero indicate opere scorporabili ascrivibili a categorie di particolare specializzazione e valutare, quindi, se siano realistici o meno i rischi, per il mercato e la concorrenza, paventati dall’ANCE. In Italia, nel periodo di riferimento, i bandi relativi ad appalti di lavori pubblicati su Gazzetta Ufficiale UE e della Repubblica Italiana, Bollettini Ufficiali delle Regioni e delle Province Autonome e siti internet delle stazioni appaltanti sono stati 28.296. I numeri delle attestazioni relative alle imprese qualificate per opere di parti-

Numero di bandi in cui compaiono come scorporabili

Percentuale sul totale dei bandi (28.296)

139 5 102 16 100 0 1 0 2 0 12 14 314

0,491 0,017 0,360 0,056 0,353 0 0,003 0 0,007 0 0,042 0,049 1,109

Imprese per bando 2,748 90,2 6,892 11,56 7,54 202 151 14,833 10,714 10,445


NEWS ANALYSIS

Il Codice dei Contratti Pubblici deve tutelare la piccola e media impresa specializzata più qualificata – Urgente che venga dopo due anni licenziato

colare specializzazione sono tratti - onde evitare differenziazione nella fonte - dal documento reperibile sul sito dell’Associazione nel periodo di aprile 2010. Nell’esaminare i dati sono state prese in considerazione solo le categorie che hanno meno di mille imprese attestate, presupponendo che con almeno mille attestazioni la concorrenza sia da ritenersi, comunque, sufficientemente garantita (a dimostrazione di tale presupposto è stata inserita nella tabella che segue la categoria OS21 in cui risultano attestate 3.280 imprese.) La tabella riporta nella prima colonna le categorie SOA, nella seconda il numero di attestazioni nella categoria, nella terza colonna il numero di bandi in cui nel corso del periodo esaminato è comparsa tale categoria come opera scorporabile (si tratta di un dato che non tiene conto dell’importo e pertanto vi è la possibilità che non in tutti questi bandi la categoria superasse il 15%), la quarta colonna indica il valore percentuale di incidenza di questi bandi sul totale dei bandi rilevati e infine nell’ultima colonna è indicato il numero di aziende per bando di gara (dato assolutamente indicativo in quanto questi bandi sono rilevati su 15 mesi).Come si può rilevare l’incidenza delle gare in cui queste opere appaiono come scorporabili è talmente marginale (si tratta in ogni caso di percentuali inferiori all’1%) che ci pare assolutamente ingiustificato ipotizzare turbative del mercato e della concorrenza. Le uniche opere per cui si potrebbero paventare difficoltà relative alla possibilità di individuare già in sede di gara il partner di ATI potrebbero essere quelle relative alla categoria OS4, ma anche in questo caso vale la considerazione che tali eventuali problemi, nel corso di questi 10 anni di applicazione della norma, non hanno mai compromesso nessuna gara e non hanno mai causato turbative del mercato. In secondo luogo, per quanto attiene l’altro tema che sollecita la riflessione sempre nell’ambito del Codice dei Contratti Pubblici, ossia quello dei ritardati pagamenti, Finco sottolinea come esso non riguardi solo la Pubblica Amministrazione nei confronti delle imprese, ma anche e soprattutto queste ultime nei confronti dei subappaltatori e dei fornitori con posa in opera, i cui diritti andrebbero opportunamente difesi, sempre in assoluta coerenza con l’attuazione a livello nazionale dei principi di tutela effettiva della piccola e media impresa contenuti nello Small Business Act.

In concreto, Finco torna a richiamare l’attenzione delle Istituzioni competenti perché venga previsto, il pagamento obbligatorio e non facoltativo da parte delle Stazioni Appaltanti (per le gare di qualunque importo) direttamente anche ai subappaltatori. Oggi questa è una facoltà di cui quasi nessuna Stazione Appaltante si avvale adducendo che l’'applicazione di essa comporta un maggiore onere burocratico. Ad avviso di Finco tale motivazione è irricevibile, in un momento in cui i ritardati pagamenti stanno portando le imprese alla morte ed alla scomparsa delle relative professionalità. Peraltro è già tecnicamente possibile (purtroppo si tratta appunto di una possibilità e non di un obbligo) procedere ad una unificazione delle piccole stazioni appaltanti e degli uffici tecnici onde aumentare la massa critica del personale dedicato alle gare d’appalto. La pubblica amministrazione è debitrice nei confronti delle imprese per circa 60 miliardi di euro, una percentuale dei quali, se sbloccata, apporterebbe una reale “boccata di ossigeno” al sistema. Questo aspetto merita un attenzione straordinaria ed interventi anche attraverso canali fin qui non praticati, che hanno a che fare certo con le situazioni di cassa, ma anche con l’inefficienza delle pa centrali e periferiche. Se ritardi imputabili allo Stato sono infatti gravi ed ingiustificabili (anche perché un’opera appaltata è già finanziata!), anche il sistema bancario ha però le sue responsabilità. Da un’indagine su un campione ristretto, ma rappresentativo, di imprese aderenti alle Associazioni federate in Finco, emerge infatti che circa 1/3 delle imprese ha ricevuto dalle banche richiesta di cambiamento delle condizioni nel corso dell’anno appena trascorso. Per quanto i rapporti con banche locali, come sempre accade nelle congiunture economiche difficili, si siano intensificati, sempre nell’ultimo anno, 1 impresa su 3 ha avuto difficoltà di accesso al credito, con particolare riferimento alla richiesta di ulteriori garanzie, a causa del prolungarsi delle istruttorie e soprattutto dell’aumento degli spread. Nelle transazioni onerose, in genere, i tempi di pagamento medi risultano superiori ai 150 giorni.

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Spin-off

Ora che Pirelli ha salutato il mattone….

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L’operazione pone fine al sodalizio tra il gruppo guidato da Tronchetti Provera e il real estate. Prelios, si chiamerà così la nuova Pirelli Re, vedrà l’ingresso di Unicredit e il rafforzamento tra gli altri di Mediobanca. E intanto i conti di inizio anno fanno ben sperare di Fabio Pandolfini

L’accordo che ha sancito l’addio di Pirelli al real estate prevede un aumento di capitale da 20 milioni che verrà interamente sottoscritto da UniCredit e Mediobanca a seguito del quale le due banche rivelerebbero ciascuna una quota di poco superiore al 2%

Il mattone esce dal perimetro di operatività di Pirelli e la costola immobiliare della Bicocca dovrà d’ora in avanti reggersi sulle proprie gambe. E’ questa la principale sfida che attende il management di Pirelli Re, d’ora in avanti Prelios, dopo l’ufficializzazione dell’avvenuto spin-off delle attività immobiliari del gruppo guidato da Marco Tronchetti Provera. Il via libera, come noto, è arrivato all’inizio di maggio in occasione della comunicazione al mercato dei risultati relativi al primo trimestre e che per molti versi lasciano ben sperare per il prossimo futuro. L’operazione è coincisa con il sostanziale ritorno in

pareggio, dopo sette trimestri in perdita, di Pirelli Re che ha registrato infatti un utile di 0,4 milioni di euro nei primi tre mesi del 2010. Per giungere al distacco del mattone, Pirelli ha dovuto, tra le altre cose, chiedere l’ok alle banche per il cambio di proprietà. Un benestare ottenuto non senza sacrifici, dal momento che gli istituti di credito coinvolti sembra abbiano dettato il rispetto di almeno due diverse condizioni. La prima, è che fosse garantita stabilità nell’ambito dell’azionariato, almeno in una fase iniziale; condizione per la quale sarebbe prevista la costituzione di un nuovo patto di


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sindacato su poco meno del 30% del capitale e con il coinvolgimento di Camfin oltre a molti dei soci già sindacati di Pirelli. La seconda condizione imposta riguarderebbe invece il finanziamento di Pirelli a Pirelli Re. In pratica le banche chiedono che rimanga in piedi il prestito infragruppo di 150 milioni, dei quali solo 80 sarebbero stati a oggi utilizzati, con un prolungamento fino al luglio 2012, con l’obiettivo di allinearlo al maxi prestito da 320 milioni erogato da un pull di banche, e con scadenza per l’appunto nell’estate 2012. Ma non è tutto. L’accordo che ha sancito l’addio di Pirelli al real estate prevede un aumento di capitale da 20 milioni che verrà interamente sottoscritto da UniCredit e Mediobanca a seguito del quale le due banche rivelerebbero ciascuna una quota di poco superiore al 2%. E così UniCredit, che attualmente non partecipa al capitale di Pirelli Re ma rappresenta fino a oggi soltanto un finanziatore, entrerebbe nel patto della nuova società immobiliare, mentre Mediobanca accrescerà la propria partecipazione fino al 5%. La sottoscrizione dell’aumento di capitale rappresenterà quindi un chiaro segnale di fiducia al processo che porterà Prelios a rimodulare il proprio business, che con molta pro-

Certo la cura è stata piuttosto drastica a giudicare dal taglio apportato ai costi, dagli aumenti di capitale e dalla rimaneggiamento del business, passato da una connotazione tipicamente aggressiva basata su attività di trading a una più cauta orientata sui servizi

Marco Tronchetti Provera. Nella pagina precedente la sede di Pirelli & C a Milano

babilità verrà convogliato verso il settore dei servizi. Una nuova operatività senza l’apporto diretto della Bicocca; un’assenza questa che potrà garantire però maggiore libertà nella definizione delle strategie future e nella riorganizzazione delle linee di business della società immobiliare. Sul fronte del concambio il piano di scissione del mattone prevede che per ogni nuova azione Pirelli & C, derivante dall’accorpamento di 11 dei vecchi titoli della controllante, verrà distribuita un’azione Pirelli Re, ovvero Prelios. Sarà in autunno però che il quadro della compagine sociale sarà più chiaro, quando la quota di Pirelli Re detenuta da Pirelli sarà integralmente trasferita ai soci della controllante. Di certo c’è che a tenere le redini della nuova società immobiliare sarà il patto sociale a cui come detto aderiranno Camfin, Mediobanca e UniCredit, oltre a Intesa Sanpaolo, Generali, i Benetton e la famiglia Moratti. Analisti e investitori però ritengono che si tratterà solo di un equilibrio ad interim. Infatti c’è chi scommette sul fatto che non troppo in là nel tempo si assisterà all’ingresso di un nuovo socio di riferimento. Al momento Marco Tronchetti Provera, proprio in relazione a questa ipotesi, ha più volte smentito l’esistenza di trattative in corso riconducibili a presunti quanto fantomatici compratori. Smentite, quelle del patron di Pirelli, che non sono però riuscite a bloccare tempestivamente la circolazione di alcuni nomi, come quelli di Vittorio Casale ed

Emanuele Degennaro, che con la loro Fire (Financial Investment Real Estate) pare abbiano già provveduto a bussare alla porta per intrattenere profittevoli, quanto vani scambi d’opinione. Per la tempistica, bisognerà aspettare come detto ottobre, prima di vedere operativa la scissione. Infatti dopo le assemblee di luglio decorreranno i 90 giorni per l’eventuale azione di opposizione dei creditori e solo allora, appunto, il nuovo corso di Pirelli Re avrà inizio. Intanto la società immobiliare sembra partire con il piede giusto, stando almeno a quanto si legge dalla relazione trimestrale di gestione che rileva conti in pareggio. Certo la cura è stata piuttosto drastica a giudicare dal taglio apportato ai costi, dagli aumenti di capitale e dal rimaneggiamento del business, passato da una connotazione tipicamente aggressiva basata su attività di trading a una più cauta orientata sui servizi. Va ricordato che solo nel primo trimestre del 2010 Pirelli Re ha ridotto i costi fissi di oltre 14 milioni, in pratica la metà dei 25-30 previsti per l’intero anno. Anche le iniezioni aggiuntive di liquidità hanno fornito e continueranno a fornire il proprio contributo al riordino dei conti. Infatti, sia i 400 milioni di aumento di capitale approvato dai soci della Bicocca solo un anno fa, sia l’ultimo da 20 riservato a UniCredit e Mediobanca, consentiranno di ridurre l’indebitamento che a marzo è già in parte rientrato a quota 458,6 milioni, rispetto agli 861,8 milioni rilevati a fine 2008.

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Finanza immobiliare a stelle e strisce

Ge Capital e Gordon & Co chiudono un fondo Usa Ge Capital Real Estate e Angelo, Gordon & Co hanno annunciato nelle scorse settimane la chiusura del proprio Public-Private Investment Fund in Legacy Securities. Il fondo era stato lanciato il 30 ottobre 2009. Con commitment totali pari a quasi 1,25 miliardi di dollari, ai quali si aggiungono 3,7 miliardi di dollari del Tesoro degli Stati Uniti, il fondo ha circa 5 miliardi di dollari da investire in titoli mortgage-backed nonagency sia residenziali sia commerciali, conformi a determinati requisiti. Ge

Capital Real Estate e Angelo, Gordon & Co sono i gestori selezionati dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti per partecipare al Public-Private Investment Program in Legacy Securities. “Realizzare un fondo di queste dimensioni nell’attuale contesto economico è un risultato importante, e rientra nella nostra strategia di lancio di un’attività di gestione degli investimenti” - ha dichiarato Ron Pressman, presidente e amministratore delegato di GE Capital Real Estate. “La nostra vasta

esperienza nel settore immobiliare commerciale e il rigore dei nostri processi di compravendita consentono al nostro team di continuare a identificare e acquisire titoli con interessanti rendimenti aggiustati per il rischio” - ha aggiunto Pressman. Gli investitori del fondo sono un gruppo ampiamente differenziato, che comprende fondi pensione aziendali e pubblici, fondi di dotazione, high networth individuals (privati con patrimonio superiore al milione di dollari) e un fondo sovrano.

64 Caputi chiama, Braggiotti risponde Alleanze immobiliari

Massimo Caputi

L’asse Roma-Milano, che unisce insieme ad altri soci, Massimo Caputi e Gerardo Braggiotti adesso rappresenta qualcosa di più concreto. La partnership tra il patron di Fimit e il numero uno di Banca Leonardo infatti, ha da poco individuato in Ge reim Sgr il braccio operativo che si

affiancherà anche a 21 partners e Isabella Seragnoli. La vendita della Sgr di General Electric capital investment avverrà a un prezzo attorno a 1,5 milioni. L’acquirente della società di gestione sarà Aiming, costituita pariteticamente per il 25% da Banca Leonardo, da Massimo Caputi, Alessandro Benetton e dalla Arx re di Isabella Seragnoli. La scelta di acquistare una Sgr già operativa sul mercato consentirà ai soci di ridurre notevolmente i tempi per l’inizio dell’operatività visto che possiede tutte le autorizzazioni necessarie previste da Bankitalia e porta già in dote tre fondi immobiliari (Zefiro, Calipso e Orfeo) speculativi e riservati a investitori qualificati. Presidente di Aiming sarà Sergio Iasi, ex numero uno di Sansedoni, designato dallo stesso Caputi. Saranno almeno quattro i fondi immobiliari che presto saranno lanciati dalla Sgr e tra questi, portafogli immobiliari, distressed asset real estate, non performing loans e un ultimo dedicato alle infrastrutture per il settore fotovoltaico.

Gerardo Braggiotti

Potenzialmente la capacità di investimento in immobili e debito real estate potrebbe aggirarsi intorno ai 2 miliardi se si considera l’obiettivo di raccolta iniziale di 600 milioni oltre ai quali si aggiungerebbero con ogni probabilità circa 1,4 miliardi di operazioni in leva.


FINANZA

FINANZA

Dismissioni / 1

Torre Sgr punta alla vendita di Monte Rosa 91 Duecento milioni di euro. A tanto ammonta il valore della possibile vendita dell’immobile di via Monte Rosa 91 a Milano dove hanno sede il Sole 24 Ore e PricewaterhouseCoopers. A questa operazione starebbe pensando Torre Sgr attuale proprietaria dell’intero asset mediante il fondo Unicredit Immobiliare Uno. L’edificio, progettato da Renzo Piano e realizzato nel 2004, ha una superficie complessiva tra uffici, parcheggi, terrazze e giardino di cir-

ca 80 mila mq. Secondo alcune stime il valore del complesso direzionale ammonterebbe a 193 milioni, almeno stando a una perizia condotta a fine 2009. Certo, viste le attuali contingenze di mercato non si fanno pronostici né sui potenziali acquirenti né tantomeno sulle tempistiche per portare a termine l’operazione. Potrebbero apparire troppi i 200 milioni da mettere sul piatto per ottenerne la proprietà, soprattutto se si considera il fatto che

la cifra richiesta verrebbe convogliata su un unico asset fattore questo, che conferirebbe all’investimento un elevato profilo di rischio. Sconosciuto al momento lo stato di avanzamento delle trattative e i possibili compratori. Da alcune indiscrezioni si ipotizzano però tra i possibili acquirenti alcuni fondi immobiliari tedeschi specializzati nel segmento uffici o fondi sovrani, come ad esempio Singapore, interessati a investire in tal senso in Italia.

Dismissioni / 2

Andranno ai clienti i palazzi del Monte Paschi Correntisti in fila allo sportello e non per versare contanti. Questa volta i clienti della banca senese si accoderanno l’uno dietro l’altro per potersi aggiudicare, si fa per dire, i 187 immobili di proprietà della banca da poco messi in vendita mediante trattativa privata senza l’intervento di alcun intermediario. Valore complessivo di tutta l’operazione, circa 200 milioni di euro. Tra gli asset pronti a passare di mano ci sarebbero alcuni palazzi residenziali, uffici, spazi commerciali e terreni sparsi lungo lo stivale e pertanto ad oggi non ritenuti più strategici. Ragioni di cassa hanno portato i vertici della banca senese a effettuare le vendite in maniera diretta senza il ricorso ad intermediari specializzati. I clienti interessati saranno messi in contatto con i responsabili preposti all’operazione di dismissione. Gli asset sono stati classificati in due gruppi: il primo relativo agli edifici rilevanti, comprendente per questo palazzi di pregio per i quali si procederà con gara per offerte in busta chiusa; il secondo invece, riguarda la restante parte

La sede Monte dei Paschi di Siena

del patrimonio immobiliare che verrà venduto dopo aver raccolto tutte le offerte e individuato l’acquirente con negoziazione finale. A vantaggio del cliente, confermano i vertici del Monte dei Paschi di Siena, la mancanza di commissioni di intermediazione, documentazione pronta e

mutui vantaggiosi targati ovviamente Mps. Questo progetto di vendita messo in campo dalla banca presieduta da Giuseppe Mussari rientra in un più ampio piano di dismissione già avviato mesi fa e riguardante sempre immobili non strategici dell’istituto.

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Manovre di primavera

I Toti lasciano Sansedoni al “palio” e Ligresti la vince su Casalboccone L’affaire del gruppo immobiliare senese è ormai al suo giro di boa. L’uscita di scena dei costruttori romani segna l’avvio di due distinti progetti imprenditoriali. E nelle more dell’accordo, Ligresti punta i piedi su Casalboccone

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Pierluigi e Claudio Toti

Due distinte società. Questo lo scenario futuro che si è delineato e che sta per essere formalmente ufficializzato dopo il divorzio tra Pierluigi e Claudio Toti dai vertici di Sansedoni. Un addio che ha comportato ovviamente la spartizione del patrimonio in due differenti macro-asset. Da un lato ci sarà il salvadanaio della IfibImmobiliare Bufalotta, la prima delle due nuove società, interamente controllata al 100% da Toti Spa, e che conterrà liquidità per 25,4 milioni oltre all’intera proprietà di Sviluppo e interventi edilizi, per un valore contabile di quest’ultimo pari a 49 milioni di euro. Ad arricchire la dote della newco dei fratelli Toti ci sarà inoltre un’area da 53 mila mq, dei quali 22 mila sono costituiti da superficie fondiaria, poco fuori Roma, un progetto di sviluppo residenziale da 83 mila metri cubi e 4 mila inve-

ce tra commerciale, servizi e verde pubblico. La nuova Sansedoni invece rimarrà a Siena con la Fondazione Mps, presieduta da Gabriello Mancini, che ne deterrà il 67% del capitale, di cui il 35% in titoli privilegiati privi di diritti di voto. A seguire nella compagine sociale del nuovo gruppo anche Banca Monte dei Paschi di Siena con il 21,75% e Unieco Coop con l’11,2%. Anche la newco di stanza nella città del Palio porterà in dote immobili, in pancia a società immobiliari, per 107 milioni di euro e altri immobili propri sparsi tra Roma, Siena, Napoli, Mantova e Reggio Emilia per un valore complessivo di 208 milioni, supportati da perizie che stimano il valore in 245 milioni. Dal development all’asset management; questo il percorso di trasformazione che la nuova Sansedoni si accinge a seguire dopo l’uscita di scena dei Toti.

Infatti, sciolto l’accordo con i costruttori romani la società senese è pronta ad abbracciare un nuovo business plan che prevede politiche di gestione su immobili a reddito caratterizzati da profili di rischio più contenuti, oltre a una serie di alleanze con Sgr e società di facility management. Addio quindi allo sviluppo di progetti che richiedono elevati investimenti e partnership finanziarie rivelatesi talvolta poco profittevoli. Ma l’addio dei due cugini Toti ha determinato effetti non solo nella città toscana ma anche oltre il confine regionale. A Roma infatti, l’affaire Toti-Sansedoni ha sferrato gli ultimi colpi di coda con Salvatore Ligresti che, è riuscito a farsi onorare da Siena un vecchio preliminare d’acquisto relativo al progetto di sviluppo immobiliare di Casalboccone, un’area periferica a nord est della capitale. Così i soci della nuova Sansedoni hanno costituito una newco, la Casalboccone Spa, con Fondazione Mps e Banca Mps che figurano rispettivamente con il 67,1% e il 21,75% del capitale. Obiettivo ultimo dell’intera operazione è stato l’acquisto di Eurocity, proprietaria dell’area, con un supporto finanziario da 80 milioni erogati dal Monte Paschi e Intesa Sanpaolo serviti tra l’altro allo stesso Ligresti per rientrare dalla posizione debitoria per due analoghi finanziamenti con le stesse banche. Il valore totale dell’intreccio di acquisti è stato di 110 milioni con una fidejussione che Mps rilascerà a Eurocity per 30 milioni proprio a favore di Ligresti a garanzia della parte di prezzo dilazionata per Casalboccone.


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Il pericolo “finanziaria”

La scure si abbatte sui fondi immobiliari Che si trattasse di sacrifici, lo avevano già detto, ma che il settore immobiliare dovesse incassare un colpo così brutto, questo proprio non lo si immaginava. Sì perché la manovra finanziaria da poco approvata ha riservato brutte sorprese per chi gestisce fondi immobiliari. Molte le novità e tra queste, l’introduzione di una patrimoniale secca dell’8% è quella che sta scatenando le maggiori polemiche. La proposta infatti ha subito provocato una levata di scudi capitanata da Assoimmobiliare che ritiene che la norma debba essere

limitata ai soli Fondi familiari o a quelli elusivi, come già definiti nella finanziaria del 2008. Diversamente l’introduzione di questa misura avrebbe l’effetto di colpire le tasche dei risparmiatori italiani, oltre a scoraggiare l’afflusso degli investitori esteri, limitare l’offerta di prodotto qualificato, mettere in pericolo la prosecuzione delle attività della maggior parte delle Società di Gestione del Risparmio, arrestare la crescita del comparto dei fondi immobiliari che, secondo le stime della stessa associazione, in assenza di provvedi-

menti ostativi, potrebbe raddoppiare la massa gestita nei prossimi due anni a vantaggio della trasparenza. C’è da aggiungere che, anche nel caso in cui il ministro Giulio Tremonti ci ripensasse su, parte del danno provocato all’industria immobiliare non verrebbe immediatamente riassorbito. In queste settimane infatti, a causa dell’incertezza normativa, alcuni investitori stanno congelando lo stanziamento di liquidità da impiegare in fondi di real estate creando quindi un black out finanziario a totale carico delle Sgr che li gestiscono.



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Novità sul franchising immobiliare

Tree Finance lancia l’affiliazione gratuita Un’inusuale forma di franchising che potrebbe presto stravolgere il mondo delle reti. Una vera e propria sfida per il Gruppo Tree Finance guidato da Enrico Quadri che, a fronte di un mercato finanziario in lenta ma positiva ripresa, ha da poco lanciato sul mercato per tutti gli attuali e i nuovi franchisee delle tre reti immobiliari di Tree Real Estate (Gabetti Franchising Agency, Professionecasa e Grimaldi Immobiliare) una campagna incentivazioni, volta a migliorare le sinergie che scaturiscono tra le due società del Gruppo TREE. Il progetto prevede di azzerare i costi di affiliazione per tutti gli aderenti alle reti di Tree Real Estate, mediante una formula innovativa e rivoluzionaria che prevede tre step al superamento dei quali gli affiliati di Gabetti Franchising Agency, Professionecasa e Grimaldi Immobiliare, potranno ottenere l’azzeramento delle royalties secondo un piano ben definito. “Questa formula premia sia gli affiliati di Tree Real Estate, che attraverso l’utilizzo

Enrico Quadri

dei servizi offerti dal Gruppo vedranno azzerarsi i costi di affiliazione, sia gli affiliati di Tree Finance che attraverso questa campagna avranno l’opportunità di aumentare notevolmente i volumi intermediati” ci ha confermato Enrico Quadri consigliere

delegato di Tree Finance. A tale offerta si aggiunge poi anche l’incremento di commissioni agli affiliati Rexfin e Gabetti Finance, che hanno l’opportunità di azzerare i propri costi di affiliazione al raggiungimento di un minimo livello di erogato.

Si salvi chi può

Norman95 spera e Risanamento tira un sospiro di sollievo Che la bella stagione tardi ad arrivare è cosa nota ma almeno nelle ultime settimane un po’ di sereno è arrivato in casa di due big del mattone che ad oggi navigano a vista. Il primo dei due è Norman95 che all’inizio di maggio ha comunicato di aver depositato presso il Tribunale fallimentare di Milano la richiesta di ammissione al concordato preventivo. Obiettivo ultimo, ovviamente, evitare il crack. La società che fa capo a Massimo Cimatti è esposta nei confronti di 23

banche e 12 fornitori per 47 milioni di euro. A salvare il salvabile ci sarà Concilium, la newco di Vittorio Farina e la Cassa di Risparmio di Alessandria, oltre alla Cassa di Risparmio di Torino. Si tira già un sospiro di sollievo invece in casa Risanamento. Il gruppo immobiliare fondato da Luigi Zunino infatti è tornato in utile. Il primo trimestre del 2010 infatti è stato chiuso con ricavi in crescita a 360 milioni, contro i 27 per lo stesso periodo dell’anno precedente, e con

un utile di 40,3 milioni, contro la perdita di poco inferiore ai 50 milioni registrata nel 2009. Migliorata anche la posizione finanziaria netta, con un indebitamento sceso di 210 milioni a 2,63 miliardi rispetto al dato rilevato alla fine del 2009. Visti i numeri è chiaro quindi che il piano di ristrutturazione varato grazie alla collaborazione con le principali banche creditrici sta già portando buoni frutti e consentirà al gruppo di riportarsi al più presto in acque più tranquille.

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FINANZA

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Fondi

Sorgente fa tris in America Il Gruppo guidato da Veronica Mainetti negli Stati Uniti acquista tre palazzi affiancati in cast-iron a Tribeca e pensa al primo restauro completamente verde

60-66 White Street a Tribeca, New York

Nel 1869 era una vecchia fabbrica tessile, oggi è un complesso di tre immobili dalla facciata integra e con una solida struttura. I tre palazzi commerciali in cast iron al 60, 62 e 66 White Street nel Historic District di Tribeca sono costati al Gruppo Sorgente 23 milioni di dollari. L’immobile, con superficie totale di 50 mila piedi quadrati (4.645,152 mq), è oggi interamente locato a vari tenant, tra cui società di architettura, di design, di cinematografia e di editoria, insieme al conduttore-venditore Blumberg Excelsior. Non esistono a questo punto progetti di rinnovo, anche se Sorgente conferma la concreta possibilità di un restauro “verde” in futuro. “C’è voluto un anno per concludere questo deal, oltre 30 immobili visitati – racconta il direttore di Sorgente Usa, Veroni-

ca Mainetti – e ad aprile c’è stata la chiusura del contratto vero e proprio. L’immobile è un fantastico esempio di edificio storico a reddito, visto che ha un inquilino dal profilo sicuro come Blumberg e una qualità architettonica notevole”. Il giovane direttore trascorre dunque molto tempo alla ricerca di questi “gioielli” in ghisa che ricordano tanto una New York da cartolina e che per un gruppo focalizzato sui throphy buildings, come Sorgente, costituiscono l’investimento dal profilo più interessante. Nessun cambio di destinazione, dunque. “La prospettiva di intervento non si concretizzerà prima di tre anni, tutti i tenant rimarranno stabilmente nel complesso. Però – e questa è la vera novità – potrebbe essere il primo esempio di restauro ecologico storico”. Cosa vuol dire? Risponde Veronica Mainetti: “Si potrebbe preservare il palazzo mediante interventi che non solo rispettino la sua antica costruzione ma che rechino con sé anche una impronta ecologica marcata. Pensiamo dunque a interventi in linea con l’ambiente anche per i dettagli, come le finiture, le travi in legno, i mattoni, all’uso di materiali ecologici come nella ristrutturazione dell’immobile di Greene Street, fino a qualificarsi come un palazzo eco-friendly al 100%”. In concomitanza dell’acquisto, Bob Blumberg, amministratore delegato di Blumberg Excelsior, ha firmato un contratto di locazione con durata 3 anni per il secondo piano dei tre palazzi, oltre alla porzione retail di 60 e 62 White Street. Le prossime sfide per Sorgente Group? “Sto trattando l’acquisto di un altro immobile,

dal profilo trophy, in ghisa, ma ho preso in esame anche altri due edifici: parola d’ordine è location, location, location, insieme a qualità e storia” – continua Veronica Mainetti. “Il mercato di New York sta andando finalmente meglio – conclude – a Greene Street siamo riusciti a vendere un appartamento e a metterne sotto contratto altri due nell’ultimo mese ai prezzi di listino, segnale inequivocabile che la Grande Mela si sta davvero rimettendo in piedi”.

Veronica Mainetti

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SMART ESTATE HOME AND OFFICE AUTOMATION

REC LANCIA PEAK ENERGY PRODOTTI

Si tratta del primo prodotto commerciale di Rec che genera maggiore output energetico per metro quadrato. Il modulo è caratterizzato da celle efficienti, da un design in vetro ottimizzato e da un aumento medio di nove watt per modulo. Il Rec Peak Energy Module è il primo prodotto commerciale ad essere fabbricato nel nuovo impianto di produzione Rec in Singapore. “Il Rec Peak Energy Module è un valido investimento per i clienti dei segmenti commerciale, residenziale e utility e aiuta Rec a divenire un produttore leader di moduli - ha affermato John Andersen, Jr., vice presidente esecutivo Rec Solar e direttore operativo del Gruppo - con la riuscita fase di avviamento dell’impianto e con il lancio di questo prodotto, Rec ha unito l’impegno per la qualità (parte del retaggio norvegese dell’azienda) alla capacità di produzione di alta qualità di Singapore. Il Rec Peak Energy Module genera un maggiore output energetico per metro quadrato, grazie alle varie migliorie apportate al design. Grazie all’introduzione di tre bus bar e al contatto ottimizzato tra la cella e le connessioni secondarie (finger) metalliche, si ottiene un migliore flusso elettrico e quindi un aumento medio di energia pari a nove watt”. Il processo di incisione del vetro, svolto presso l’impianto, si avvale della tecnologia Sunarc per aumentare del 2% la produzione di energia. “La serie Rec Peak Energy, che genera un maggiore output energetico per metro quadrato, è frutto di innovazione e continueremo con le innovazioni, producendo moduli di

alte prestazioni orientati alla qualità e all’efficacia”, afferma Åsmund Fodstad, vice presidente delle vendite e del marketing Rec”. ECCO I PARAMETRI PER CHI CERCA CASA A MILANO FOCUS

Il Gruppo Immobiliare.it dà vita al suo focus, un‘analisi che, trimestralmente, analizzerà il mercato delle compravendite immobiliari in una singola città. Milano è la prima città analizzata dall’ufficio studi di Gruppo Immobiliare.it che ha analizzato i dati delle oltre 300 mila richieste e delle offerte fatte dagli utenti sui siti del Gruppo per il capoluogo meneghino negli ultimi 24 mesi. Il primo dato importante è che a Milano la ricerca dell’immobile avviene ormai tramite internet (+39% rispetto all’anno precedente) che distanzia notevolmente il canale classico delle pubblicazioni gratuite (-27%) e quello delle visite in agenzia (-19%). Il prezzo è senza dubbio un fattore determinante nella ricerca della nuova casa, ma non è l’unico. Secondo i dati raccolti da Gruppo Immobiliare.it, i milanesi (che nel 48% dei casi vorrebbero maggiori sgravi fiscali per la prima casa) hanno dichiarato che gli elementi principali che prendono in considerazione per l’acquisto di una casa nuova sono: la luminosità (84%), l’efficienza energetica (79%) e la zona in cui si trova l’appartamento (77%). Il clima di maggior incertezza legato alla crisi economica del 2009 ha fatto si che la ricerca della casa sia sempre più legata al bisogno e la percentuale di chi acquista un appartamento perché sia la sua

John Andersen Jr, vice presidente esecutivo Rec Solar e direttore operativo del Gruppo. A destra una veduta del Duomo di Milano

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SMART ESTATE

prima casa è passato dal 44% del 2008 al 58% del 2009, mentre quella di chi compra per investimento è scesa dal 18% al 13%. Anche la sostituzione della prima casa è risultata più difficile e se nel 2008 aveva interessato il 31% delle ricerche, nel 2009 la percentuale è crollata al 22%. La prossima città oggetto del Focus di Gruppo Immobiliare.it sarà Roma. IL COMUNE DI CAVENAGO VEDE VERDE NEL FUTURO EVENTI

L’efficiente gestione dell’energia e l’utilizzo delle fonti rinnovabili sono lo strumento principale per il risparmio energetico. La consapevolezza delle problematiche legate all’ambiente deve essere finalizzata alla messa in opera di misure ed azioni concrete che siano ove possibile anche di stimolo all’economia sul territorio. Questa l’idea di fondo del comune di Cavenago di Brianza per il convegno che, partendo dalla descrizione generale della situazione climatica mondiale, ha illustrato concretamente i percorsi e i progetti realmente attuati. L’evento è stato organizzato dal Comune di Cavenago di Brianza, e patrocinato dalla Provincia di Monza Brianza, Confindustria Monza e Brianza e dal Politecnico di Milano. “Verde Futuro rappresenta per Cavenago e per tutti i suoi cittadini l’approfondimento per capire in realtà dove va il mondo e le risposte che vogliamo mettere in campo – ha dichiarato il sindaco di Cavenago Galbiati – Cavenago ha anticipato i tempi per quanto riguarda determinati obblighi nei regolamenti edilizi e nelle certificazioni energetiche e la nostra ambizione è quella di abbattere il 20% di CO2 in atmosfera non entro il 2020, ma prima”. “Da qui in avanti ci sarà l’intenzione di valorizzare al massimo i centri storici con ristrutturazioni agevolate, attraverso uno sviluppo edilizio del territorio, ma soprattutto l’obiettivo è quello di recuperare aree dismesse. con tecniche moderne finalizzate al risparmio energetico - ha commentato Daniele Belotti, assessore regionale Territorio e Urbanistica - Gli incentivi al fotovoltaico devono servire anche per portare avanti una nuova cultura che è quella della tutela ambientale, diminuendo sempre più i consumi e di conseguenza le emissioni inquinanti”. Il vice presidente della Provincia di Monza e della Brianza Antonino Brambilla, infine, ha posto le proprie attenzioni sulla situazione attuale del territorio. “Monza e Brianza è tra tutte le province della Lombardia quella che ha consumato maggior parte di territorio con tante costruzioni, più del 57%. La Provincia di Milano, per farne un esempio, ne ha utilizzato il 39%. Sino ad oggi non abbiamo saputo risparmiare territorio e occorre fare dei passi in avanti, perché non c’è ancora una cultura particolarmente sviluppata nel risparmio energetico. Su questo territorio c’è molto da fare e non sarà semplice invertire la rotta e le abitudini. Il cambiamento culturale devo riguardare noi tutti, ma soprattutto la nuova generazione che da questi concetti dovrà presto partire”.

Daniele Belotti, assessore regionale Territorio e Urbanistica e delle immagini del convegno

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SMART ESTATE HOME AND OFFICE AUTOMATION

BPMC2 PUNTA AL GREEN BUILDING PROGETTAZIONE

Applicare i concetti del green building alla produzione è l’obiettivo dello studio di progettazione italo-spagnolo BPMC2 Architectura. “Le idee e le tecniche legate al risparmio energetico degli edifici e alla loro sostenibilità ambientale, ormai ben chiare e via via sempre più diffusamente applicate soprattutto all’edilizia residenziale e terziaria, vengono riprese e ampliate nell’attività di BPMC2 che ha concentrato le proprie attenzioni e specializzazioni al settore dell’industria che da solo impiega, nel suo complesso, circa il 37% della quantità di energia spesa a livello globale. Nel concetto di progettazione integrata assumono specifico rilievo tutti gli elementi che concorrono al costo, diretto e indiretto, sia economico che ambientale, connessi con un edificio produttivo (fabbrica, ufficio, officina, magazzino) nuovo o esistente dal momento della sua concezione fino al termine della sua vita utile prevista - spiegano gli architetti dello studio - le scelte progettuali architettoniche e tecniche sono quindi determinate da logiche di audit energetico, anche applicando metodologie derivanti da settori affini, come ad esempio la metodologia ExternE (Externalities of Energy - progetto di ricerca dell’UE relativo ai costi esterni dell’energia) e usando strumenti specialistici come Ecotect ed EconSense, in un processo integrato altamente innovativo”.

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CONSORZIO ZIP VENDE TRE LOTTI DISMISSIONI

Una realizzazione di Bpcm2 Architectura. Sotto due dei lotti di Consorzio Zip

Il Consorzio Zona Industriale di Padova valuta manifestazioni d’interesse all’acquisto di tre lotti di terreno edificabile di sua proprietà, situati in Zip Sud. Il primo lotto di terreno si trova all’incrocio tra via Messico e via Portogallo, retrostante l’hotel Campanile e a circa 200 metri dal casello autostradale Padova Zona Industriale della A13. Di forma rettangolare, ha una superficie complessiva di 10.240 mq di cui 7.830 di terreno edificabile, 1.133 destinati a verde e 1.277 destinati a parcheggio pubblico. Il secondo lotto di terreno edificabile si trova all’incrocio tra via Nuova Zelanda e via Marina, distante 1,5 km dal casello autostradale Padova Zona industriale della A13. Di forma irregolare, ha una superficie complessiva di 24.687 mq. Infine, il terzo lotto di terreno edificabile è all’incrocio tra via Nuova Zelanda e via Inghilterra, distante 2 km dal casello autostradale Padova Zona industriale della A13. Di forma trapezoidale ha una superficie complessiva di 24.155 mq. La costruzione degli immobili nei lotti dovrà rispettare il Prg del Comune di Padova per quanto riguarda le aree per servizi di interesse generale: attrezzature partecipative, culturali, sociali, associative, assistenziali, ricettive; sede e/o uffici del Consorzio Zona Industriale di Padova e degli enti fondatori; sede e/o gli uffici degli enti orientati alla ricerca scientifica e tecnologica; agenzie bancarie, assicurative, locali destinati alla vendita di superficie non superiore a 100 mq, impianti sportive, ricreativi.


SMART ESTATE

VA ALLA NUOVA SEDE SIEMENS IL GREEN BUILDING AWARD PREMI E RICONOSCIMENTI

Ridurre il fabbisogno energetico, progettare gli impianti in maniera efficace e integrare nel progetto le fonti energetiche rinnovabili. Questo il lait motive del design team del progetto di via Vipiteno a Milano, la nuova sede Siemens, che è valso il titolo di miglior progetto innovativo nell’ambito del Green Building Award. Partendo da questo assunto progettuale é stato progettata l’architettura dell’involucro edilizio armonizzando le superfici opache e quelle trasparenti, progettando le caratteristiche di trasmittanza dell’involucro e la configurazione ottimale del brise-soleil di protezione della facciata a Sud. Il disegno della architettura é stato sviluppato unitamente alla selezione delle soluzioni impiantistiche più energeticamente efficienti e confortevoli, prevedendo l’integrazione di elementi radianti a bassa temperatura con la tecnologia della pompa di calore ad acqua di falda in grado di funzionare in maniera più efficacie a basse temperature. Unitamente al progetto del sistema involucro-impianto é stato previsto un sistema di integrazione di produzione della energia elettrica negli elementi di schermatura a piano terra. Queste premesse di una progettazione integrativa (piuttosto che integrata, intendendo quindi il processo continuo di integrazione di ciascuna disciplina) hanno consentito al progetto di Vipiteno di soddisfare i requisiti per la partecipazione al Programma Green Building. “Siemens da decenni impegnata nella sfida offerta dalla green economy, vede nel riconoscimento al progetto offerto dal Green Building Programme anche un premio agli sforzi economici e all’impegno di tutta la sua struttura verso una nuova cultura industriale sostenibile”, ha commentato Anselmo Campaner, Manager Siemens Real Estate Italia,

spiegando così le ragioni che stanno a fondamento di un head-quarter sostenibile. “Al di là delle esigenze immobiliari specifiche di ciascuna locations – ha proseguito Campaner, e pur essendo un gruppo multinazionale che non ha il settore immobiliare nel suo core business, Siemens si è dotata per la progettazione dei suoi uffici e delle sue fabbriche di strutture di elevata professionalità con regole e guideline specifiche”. Green Buildings Program e Natural Resource Management sono programmi consolidati all’interno del mondo Siemens per la costruzione e gestione di green buildings. “GreenBuilding è un programma sviluppato dalla Commissione Europea, così come ci ha spiegato Giuseppe Dibari, head of sustainability, di Hilson Moran Italia SpA, che ha supportato Siemens nel progetto, mirato al miglioramento dell'efficienza energetica e all'introduzione di fonti energetiche rinnovabili negli edifici non residenziali”. “Il Programma, prosegue Dibari, nasce nel gennaio 2005 come parte di un progetto più ampio denominato Intelligent Energy Europe e si riferisce principalmente agli edifici non residenziali pubblici e privati, basandosi su un impegno volontario e gratuito intrapreso da ciascuna organizzazione, società o impresa partecipante”.

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BIBLIOTECA IMMOBILIARE

Giacomo Morri e Martin Hoesli Hoepli Editore

Investimento immobiliare Mercato, valutazione, rischio e portafogli

I commenti di due luminari per illustrare il volume sul mercato immobiliare appena pubblicato. Enrico Campagnoli, World President 20102011 International Real Estate Federation (Fiabci): “Il Volume illustra metodologie e principi che sono universalmente applicati nel campo dell’investimento immobiliare; fa infatti emergere la rilevanza del real estate private sector per l’economia nel suo insieme e la conseguente esigenza di un’approfondita conoscenza dei suoi complessi meccanismi e in particolare delle metodologie e dei principi necessari per un avveduto investimento immobiliare. Anche se

il testo si cala necessariamente nel quadro normativo italiano, in modo specifico in relazione ai fondi e alle Società di Investimento Immobiliare Quotate, la visione dei mercati, dei beni immobiliari e del loro rendimento è quella propria del mercato globale. I criteri, le metodologie e i principi di valutazione degli investimenti e degli immobili, proposti nel libro spesso in modo comparativo, si riferiscono in generale a best practice consolidate e adottate a livello mondiale e costituiscono pertanto uno strumento essenziale per l’investitore, italiano e internazionale. Un merito particolare di questa pubblicazione è poi quello di dare significativo rilievo alla valutazione del rischio immobiliare: elemento fondamentale per garantire trasparenza al mercato e fiducia ai prodotti finanziari con sottostante immobiliare, nonché elemento essenziale dell’analisi di ogni investitore. La recente crisi finanziaria ha evidenziato la pericolosità di una globalizzazione dei mercati senza regole globali e, soprattutto, senza un’efficace valutazione del rischio comunemente accettata. Da un certo punto di vista, questa pubblicazione può quindi essere letta come un significativo contributo per determinare delle regole a supporto della trasparenza e di un’adeguata valutazione del rischio immobiliare, necessarie per restituire fiducia al mercato e per

evitare che in futuro dal settore immobiliare possano trarre origine analoghe crisi finanziarie. In tal senso, questo libro è di particolare attualità perché traspone a livello operativo, sul mercato e tra i professionisti del settore, i recentissimi indirizzi emersi dal dibattito sulla crisi finanziaria e sul mercato immobiliare in organismi internazionali come le stesse Nazioni Unite. Una testimonianza ne sono le linee guida e i principi per favorire uno sviluppo del mercato immobiliare finalizzato a portare benefici economici e sociali, contenuti in una recentissima pubblicazione della Commissione economica per l’Europa alle Nazioni Unite (UN-ECE, 2010). Continua Maurizio Dallocchio, Nomura chair of Corporate Finance, Università Bocconi: in un mondo che sembra sottoposto a una rivoluzione continua, il valore degli immobili, almeno in certi Paesi, pareva essere un punto fermo. Se sovrapponiamo l’andamento di un indice del mercato azionario – supponiamo l’S&P 500 negli Stati Uniti – e l’indice dell’andamento dei prezzi immobiliari espresso dal Case-Shiller negli anni che precedono il 2006, ci colpisce immediatamente la relativa stabilità del secondo, rispetto alla volatilità del primo. D’altra parte si sa, il mattone (e il suo valore) non tradiscono mai…

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Gianfranco Incorpora

A Napoli un nuovo centro commerciale firmato Cogei Costruzioni S.p.A.

Parole chiave: riqualificazione 80 ambientale e rilancio territoriale Cogei Costruzioni S.p.A. ha consegnato in questi giorni il nuovo grande Centro Commerciale di Via Argine a Napoli, nato da una collaborazione con il Gruppo Auchan - Gallerie Commerciali Italia, su progetto dello studio partenopeo Pica Ciamarra Associati. Cogei ha curato l’intera operazione urbanistico-commerciale, dall’individuazione dell’area alle procedure di autorizzazione, dalla realizzazione tecnico costruttiva alle diverse fasi di promozione immobiliare fino all’individuazione dei partner societari per lo sviluppo commerciale. Abbiamo chiesto a Gianfranco Incorpora, Direttore Generale della Società, di illustrarci questa nuova realizzazione e di spiegarci come si colloca nel quadro della filosofia imprenditoriale di Cogei. Quali sono le caratteristiche di questa nuova importante realizzazione a Napoli? Si tratta di un’opera moderna e altamente funzionale che restituisce alla città e ai

suoi abitanti un’area urbana strategica completamente riqualificata dal punto di vista ambientale e infrastrutturale. Una struttura commerciale direi finalmente in controtendenza perché, proprio in quanto situata nel cuore della città, valorizza le attività commerciali e minimizza l’impatto territoriale. Cosa significa per un centro commerciale minimizzare l’impatto territoriale? Veniamo da una stagione caratterizzata da grandi centri commerciali posti nella prima o seconda periferia delle nostre città. Questa impostazione del retail ha spesso sottovalutato l’impatto automobilistico, e quindi ambientale, di questi grandi attrattori commerciali collocati in periferia. La tendenza oggi, come dimostrano anche alcuni significativi esempi del mercato anglosassone, colloca le nuove strutture commerciali in zone cittadine da riqualificare, sviluppandole in altezza, su più piani, per minimizzare l’uso del territorio e renderle fruibili soprattutto attraverso il sistema del trasporto pubblico. Per “fun-

zionare” in un’area urbana, il centro commerciale deve essere pensato con una pluralità di accessi-uscite dai parcheggi verso tutte le diverse direzioni di traffico in modo che l’opera stessa diventi uno snodo funzionale di riqualificazione della rete viaria cittadina. Il tutto rafforzato da scelte costruttive che premiano la longevità delle strutture e la polivalenza degli spazi, anch’essi improntati a criteri di salvaguardia ambientale, di sicurezza e di tutela della salute pubblica. Con il centro commerciale di Napoli abbiamo cercato di realizzare un’opera che produce valore economico e sociale, in termini di impatto ambientale, occupazionale e di aggregazione. Come si esprime concretamente tutto questo nel nuovo centro commerciale Auchan? Con più di 38 mila mq di superficie tota le e circa 30mila mq di superficie commerciale, il Centro si sviluppa su quattro livelli complessivi, due commerciali e due di parcheggio posti a mo’ di sandwich rispetto ai primi, cioè uno interrato e uno


FOCUS ON

in copertura, offrendo così un’immagine di compattezza e funzionalità. Dal punto di vista infrastrutturale il centro è facilmente raggiungibile da tutti i punti nevralgici della città, offre alla zona oltre 2000 nuovi spazi parcheggio e riqualifica la rete viaria circostante che prevede pure un nuovo accesso alla rete autostradale. Importante anche il contributo sociale di questa realizzazione. L’opera costituisce infatti un significativo polo di attrazione per un vasto territorio, che dal centro di Napoli comprende i quartieri di Barra, S. Giovanni, Ponticelli, mentre, dal punto di vista occupazionale il solo ipermercato crea circa 300 posti di lavoro a cui se ne aggiungono altri 500 per i negozi presenti in Galleria oltre agli addetti impiegati nelle società fornitrici di servizi.

diviene presupposto per assicurare, in ogni contesto territoriale, il pieno rispetto delle regole nel rapporto con le istituzioni, in quello che ci lega ai partner e al sistema di imprese che concorre con noi alle realizzazione dei nostri progetti.

Cogei Costruzioni Spa è una azienda bolognese che opera in tutta Italia. Quali sono le caratteristiche imprenditoriali che permettono di garantire alti livelli qualitativi in contesti territoriali diversi e talvolta anche molto critici? Per operare in ambiti eterogenei è necessario a mio avviso disporre di un sistema condiviso di procedure e comportamenti. Nel caso di Cogei si tratta di un corpo consolidato di strategie che definirei “dorsali”, che riguardano le procedure di qualità, sicurezza e legalità. Procedure, indispensabili per assicurare un alto ed omogeneo livello qualitativo ad ogni realizzazione e in grado di essere ricalibrate nei diversi contesti. Così la sicurezza può, da semplice ottemperanza alle normative, diventare modello culturale da condividere tra coloro che lavorano con noi; così il protocollo di legalità, pensato come un “progetto specifico” all’interno del progetto immobiliare,

Cosa chiede oggi la committenza ad una impresa come Cogei Costruzioni? Rispondo senza esitazione: la completezza. E’ la sfida forse più difficile. Oggi un buon investitore chiede ad una società come la nostra un servizio di assistenza a 360°: dalla messa a punto dell’idea immobiliare, alla selezione delle opportunità, all’accertamento delle condizioni urbanistico-amministrative; dalla verifica delle potenzialità di sviluppo, alla programmazione tecnico - finanziaria delle attività operative; e poi ancora dalla progettazione alla realizzazione, fino spesso alla commercializzazione. Per offrire un contributo professionale adeguato ad esigenze tanto complesse è nostra consuetudine integrare le risorse umane presenti in azienda con contributi esterni di altissima qualità consulenziale. Lo sforzo è quello di migliorare sempre più le competenze tecniche in senso lato, affinché il nostro prodotto si distingua

Il centro commerciale Auchan in pillole Superficie Totale 38.000 mq. Superficie di Vendita 21.000 mq Posti auto n. 2.000 Ipermercato 15.000 mq. Galleria Commerciale 83 Negozi Committente: Cogei Costruzioni S.p.A. – Auchan - Gallerie Commerciali Italia Impresa esecutrice: Cogei Costruzioni Spa Bologna

sempre per la sua efficienza e garanzia complessiva. In breve: utilizziamo un gruppo di lavoro già molto coeso ma che è convinto anche di poter crescere ancora. Da questo punto di vista, come è organizzata la Società? Cogei Costruzioni Spa è organizzata in tre aree: Settore Costruzioni, nell’ambito del quale si assumono appalti per clienti nazionali e internazionali; Settore Immobiliare, che si occupa di gestire in modo coordinato l’intero processo urbanisticoedilizio promuovendo iniziative di sviluppo di grandi aree per la realizzazione di complessi immobiliari fino alla loro “messa a reddito”; Global Service col quale vengono offerti servizi integrati di gestione e manutenzione di immobili e impianti tecnologici per conto di Amministrazioni, Enti Pubblici e società private. Oltre al nuovo centro commerciale Auchan di Napoli, quali sono stati gli interventi recenti più significativi? Tra gli interventi più significativi, ricordo il Centro Sviluppo Prodotto Ferrari (su progetto di Massimiliano Fuksas), le nuove Linee di Montaggio Ferrari (progetto di Jean Nouvel), il Padiglione 14-15 di Bologna Fiere e la realizzazione di uno dei primi green building in Italia, sede di Pall Italia a Buccinasco. Nel settore retail, Cogei ha realizzato centri commerciali per importanti attori nazionali e internazionali della grande distribuzione tra i quali Ikea, Castorama, Auchan, Gruppo Ipercoop. In fase di consegna, infine, il nuovo Centro Commerciale Torre Ingastone a Palermo, anche questo… rigorosamente in area urbana.

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Focus

Olanda – Italia: quali sinergie, quali business Dal 12 al 16 aprile si è tenuta a Roma una missione commerciale per l’imprenditoria femminile olandese. Imprenditrici e dirigenti olandesi, insieme alle socie Arel, hanno messo in comune le proprie conoscenze nell’ambito dell’imprenditoria sostenibile e della tecnologia ambientale, dei beni immobili (inclusi gli alloggi per anziani e la domotica), dell’architettura degli interni, dell’agri-business, del settore finanziario e dei servizi. Abbiamo approfondito il discorso con Angela M.H. Mannaerts, avvocato dello studio legale Pontecorvi Mannaerts & Triboldi, esperta del settore immobiliare e “traghettatrice” di imprese olandesi in Italia. di Onelia Onorati

Continua dal numero precedente

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Attualmente quali sono, secondo Lei, gli sviluppi immobiliari più interessanti? Si costruisce ancora? Nonostante la crisi economica attuale abbia avuto ripercussioni ed effetti negativi anche sul settore degli immobili destinati ad uso ufficio, nonostante l’assenza di sufficienti finanziamenti bancari e l’estrema cautela degli investitori nella selezione dei progetti, il volume complessivo degli investimenti nel settore immobiliare olandese è triplicato nel primo trimestre del 2010 rispetto al medesimo trimestre del 2009. I complessi logistici di concezione moderna e nella giusta localizzazione sono attualmente considerati uno degli investimenti più interessanti nei Paesi Bassi. Come già detto, gli immobili commerciali con ubicazione A-1 sono rimasti un investimento molto appetibile. Inoltre, nonostante l’attuale situazione del settore degli spazi adibiti ad uffici, il suggerimento ricorrente per gli investitori è quello di valutare e prendere in considerazione la parte ecosostenibile di questo segmento di mercato, oltre alla parte delle vecchie costruzioni che saranno rese ecosostenibili, tenendo conto non soltanto degli aspetti del progetto connessi alla riduzione dei consumi e all’emissione di Co2, ma anche all’utilità, alla loro collocazione ed al fattore flessibilità. Si prevede che 930 mila metri quadri di spazi adibiti ad

ufficio verranno costruiti nel 2010. Poiché gli investitori temono ancora una seconda crisi nel settore residenziale in quanto i consumatori sono molto cauti e comunque spesso, non ottenendo finanziamenti, non acquistano le case, si stanno anche interessando a forme di investimento alternative, ad esempio all’acquisto di case di nuova costruzione ad un prezzo interessante per affittarle invece che rivenderle immediatamente. In un momento di crisi c'è ancora più bisogno degli interventi delle cooperative per coprire il bisogno abitativo delle categorie svantaggiate. Le residenze sociali stanno crescendo molto e anche dal punto di vista dell'investimento garantiscono buoni risultati e quindi gli investitori hanno acquisito in-

teresse in eventuali forme di collaborazione con le cooperative. La fiera di settore più importante è la Provada. Quest’anno a cosa punterà? Provada è realmente la fiera immobiliare più importante dell’Olanda. Il numero di visitatori sta rapidamente crescendo, tanto da renderlo, nel giro di cinque anni, uno dei maggiori eventi espositivi del settore in Europa. Provada, che si terrà quest’anno dall’8 al 10 giugno nel Centro Conferenze Rai di Amsterdam, in genere non sposa temi particolari per le sue fiere annuali. Quest’anno, però, verrà data particolare attenzione al settore immobiliare destinato alle residenze sanitarie assistite e alla eco sostenibilità, dal momento che


MONDO

molti stand e forum di discussioni trattano questi argomenti. Il settore immobiliare destinato alle residenze sanitarie assistite è quello sviluppato non solo attorno e per la terza generazione, ma anche per quelle persone che necessitano di assistenza medica in generale per problematiche fisiche o mentali, minori o invalidanti. L’altro argomento interessante è quello delle nuove tecnologie per l’ecosostenibilità; più specificamente quello del risparmio energetico non solo per le nuove costruzioni ma anche nel risanamento di quei già menzionati 6 milioni di metri quadri di spazi adibiti ad uffici, attualmente vacanti, evitando lo spreco di risorse conseguente alla loro distruzione e successiva ricostruzione. Mi è stato richiesto di accompagnare una delegazione di Italiani a Provada. Anche se tutti gli stand sono ormai prenotati, ritengo sia molto interessante per i professionisti e gli imprenditori del settore immobiliare italiano poterla visitare. Gli olandesi reputano un settore di eccellenza italiano quello della creatività, del design e della presentazione dei prodotti. Gli italiani potrebbero acquisire aspetti innovativi delle attività immobiliari olandesi, non solo per quanto riguarda il settore immobiliare della “cura e assistenza” e della eco-sostenibilità, ma anche dall’esperienza olandese nella pianificazione delle città e nello sviluppo dei centri storici delle città, grazie all’esperienza maturata dalla situazione demografica già indicata, per cui vi sono 16,5 milioni di olandesi in una superficie appena più

Il settore immobiliare destinato alle residenze sanitarie assistite è quello sviluppato non solo attorno e per la terza generazione, ma anche per quelle persone che necessitano di assistenza medica in generale per problematiche fisiche o mentali, minori o invalidanti

grande della Toscana e del Lazio messi assieme. Una visita a Provada può anche costituire opportunità per lo scambio di esperienze ed opinioni con le società olandesi che operano in Italia, tra le quali si segnalano Multi Development, Foruminvest, Corio, Arcadis e Fakton, tutte società che conoscono i due diversi mercati ed in grado di spiegare le differenze tra il mercato immobiliare italiano e quello olandese. Una volta acquisita una prima idea di cosa sia Provada, si potrà tornare il prossimo anno o negli anni successivi, quando auspicalmente la fiera non si terrà nella stessa settimana dell’EIRE, come, invece, accade quest’anno e valutare l’opportunità di prenotare uno stand o partecipare ai forum di discussione. A tal fine è stato predisposto per la delegazione italiana un pacchetto speciale, a un prezzo ragionevole, che include l’ingresso libero alla fiera, agli eventi speciali ed alle manifestazioni, visite guidate dal direttore generale di Provada, colloqui specifici e contatti diretti con espositori. Inoltre è previsto il pernottamento per tre notti nell’Hilton Hotel di Amsterdam, una cena nel suo apprezzabile ristorante Italiano e una gita guidata - in bici per i più sportivi – per ammirare l’architettura moderna di Amsterdam. Di cosa si occupa il Suo studio? Per motivi personali, mi sono trasferita da Amsterdam a Roma 11 anni fa. In virtù della normativa comunitaria, in quanto avvocato di uno stato membro dell’Unione Europea ho potuto iscrivermi all’Ordine degli Avvocati di Roma e ho collaborato 7 anni con un grande studio legale italiano. Quattro anni fa, con altri colleghi provenienti da questo precedente studio, abbiamo realizzato uno spin-off e avviato una nostra autonoma attività. Il settore di operatività nel quale siamo specializzati è il diritto civile, focalizzato su tutti quegli aspetti che interessano la “vita” di una società: ciò significa che ci occupiamo prevalentemente di diritto commerciale e societario, di diritto del lavoro nonché di problematiche connesse ai settori bancario e finanziario delle imprese, alle operazioni di fusione, scorporo di attività e acquisizioni, a quelle connesse al-

Angela MH Mannaerts, avvocato Pontecorvi Mannaerts & Triboldi

la gestione dei crediti commerciali, ristrutturazioni e problematiche fallimentari, inclusa la gestione del contenzioso connesso a ciascuno di tali settori. Specifiche competenze sono poi investite nel settore immobiliare, in quello degli appalti pubblici nonché in quello energetico. Oltre a professionisti italiani, fanno parte dello studio anche professionisti abilitati ad operare in Olanda, Stati Uniti e Francia e, pertanto, lo studio ha una concreta caratterizzazione internazionale, sia per la conoscenza di diversi ordinamenti giuridici, sia perché vi è diffusa e approfondita conoscenza di lingue, oltre all’italiano, all’inglese, al francese ed all’olandese anche lo spagnolo ed il tedesco. Operiamo in un settore di nicchia, assistendo clientela straniera con interessi in Italia e clientela italiana che intende investire all’estero. La conoscenza di aspetti legali e culturali di varie giurisdizioni ci consente, oltre alla possibilità di fornire differenziata assistenza legale, anche di creare e favorire legami professionali e commerciali, di favorire e promuovere opportunità di investimento e business ma, soprattutto di intercedere al meglio con la clientela nazionale e straniera per evitare incomprensioni tra soggetti di nazionalità diverse e risolvere problemi, molto spesso riconducibili a differenze culturali. Tutto ciò rende il nostro lavoro oggettivamente vario e molto affascinante.

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360°

360° CHI SOSTIENE DI PIÙ L’EDILIZIA UNIONE EUROPEA

Deloitte ha condotto una studio sulle misure fiscali adottate dai paesi dell’Unione europea per sostenere il mercato dell’edilizia residenziale: è l’esenzione di imposta sul capitale guadagnato dalla vendita di un immobile residenziale lo strumento più utilizzato dai Paesi dell’Ue. Su 27 stati membri l’89% ha introdotto questa norma, che permette ai proprietari che vogliono vendere la propria abitazione di non dover pagare imposte sull’introito della compravendita, entro certe tempistiche o nei casi di edifici residenziali. In generale ogni Governo ha adottato norme fiscali per favorire chi già possiede o sta per acquistare un immobile ad uso di abitazione. Deloitte ha individuato cinque tipi di misure maggiormente utilizzate dagli Stati Europei: 1) deducibilità degli interessi ipotecari; 2) esenzione d’imposta sul capitale guadagnato dalla vendita dell’abitazione; 3) riduzione o esenzione dall’Iva; 4) fondi di garanzia; 5) riduzione degli oneri fiscali legati agli affitti percepiti. Dodici paesi dell’Unione europea hanno già adottato almeno quattro di queste misure, sia mercati come Francia, Germania e Regno Unito che paesi meno maturi e ammessi solo recentemente nell’Unione europea, come Repubblica Ceca o Polonia. L’Italia, in questo scenario, si trova fra gli 11 paesi che hanno preso in considerazione solo 3 delle misure fiscali individuate. Tra queste l’esenzione d’imposta sul capitale guadagnato dalla vendita dell’abitazione e il ricorso a fondi di garanzia. Quest’ultimo strumento, introdotto dal governo italiano, prevede la possibilità, in casi di difficoltà finanziarie, di sospendere il pagamento delle rate del mutuo ipotecario per un determinato periodo. A livello Ue i fondi di garanzia, che possono essere sia pubblici che pri-

vati, risultano fra gli strumenti fiscali meno utilizzati, anche se alcuni paesi come Polonia, Ungheria, Slovenia e Regno Unito, ne hanno fatto ricorso all’interno dei diversi pacchetti di misure anti-crisi promossi nel 2009. “Dal report commenta Elena Vistarini, partner Deloitte e responsabile del settore real estate - emerge un’attenzione crescente da parte dei governi europei verso il mercato dell’edilizia residenziale”. “Le misure fiscali adottate dai Paesi Europei continua Vistarini - mirano ad una maggiore stabilità del mercato edilizio e, contemporaneamente, forniscono uno stimolo per uno sviluppo futuro”. NASCE LA JOINT VENTURE MAB/NEINVER FRANCIA

L’operatore immobiliare specializzato in outlet Neinver stringe un accordo con Mab Development per lo sviluppo di 135 mila mq di superfici e un investimento di 350 milioni di euro in Francia e Germania nei prossimi 5 anni. Mab Development si occuperà dell’acquisizione dei progetti, dell’iter burocratico, del co-finanziamento dei progetti, dello sviluppo e della gestione degli stessi in cooperazione con il partner Neinver, il quale si focalizzerà invece sulla progettazione e commercializzazione. Secondo i vertici della società, nei prossimi 3 anni l’attività di Neinver sarà intensa in tutte le linee di business, sia per quanto concerne l’area sviluppo, con più di 500 mila mq di superfici, sia per l’area investimenti e acquisizioni, con più di 550 milioni di euro. Attualmente sta sviluppando due progetti in Francia: “Honfleur The Style Outlets” e “Roppenheim The Style Outlets”. Il primo ha 19 mila mq di gla, 100 unità di vendita e 1.000 posti auto e si trova sulla costa occidentale della Normandia, con apertura prevista a fine del 2011. Il

A sinistra gli uffici Horizon Plaza a Varsavia. A destra lo Shoppi Tivoli Spreitenbach

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360°

secondo progetto, il “Roppenheim The Style Outlets”, ha 27.200 mq di gla, 107 unità di vendita e 1.700 posti auto; si trova in Alsazia e aprirà a fine 2011. UNION INVESTMENT FA SHOPPING A VARSAVIA POLONIA

La società ha appena comprato l’edificio direzionale Horinzon Plaza a Varsavia da Ivg Immobilien Ag per circa 103 milioni di euro. Si tratta del secondo investimento polacco per il fondo UnImmo: Global. Il primo è stato un centro commerciale a Katowice acquisito per 95 milioni di euro nell’ottobre 2008. Completato nel 2009, l’Horizon Plaza offre 38 mila mq di spazio direzionale e una piccola area commerciale per 3.200 mq, più magazzini. Gli spazi sono affittati al 90%.

“The Opposite House”, primo boutique hotel del gruppo asiatico Swire Hotels, inaugurato nella capitale cinese nel 2008, l’anno dei giochi olimpici di Pechino. Realizzato dall’architetto giapponese Kengo Kuma e dai designer di Shangay, Lyndon Neri e Rossana Hu, The Opposite House lancia un’iniziativa a favore delle giovani promesse cinesi dell’arte contemporanea. Kengo Kuma ha ideato per l’albergo una facciata in vetro color smeraldo che contrasta con gli interni minimalisti. La collezione permanente è legata alla moda e ai vestiti di artisti cinesi provenienti da Hong Kong, Australia e Gran Bretagna. La collezione, composta da creazioni artistiche di abiti, è realizzata in svariati materiali: dalla porcellana alla terracotta sino al Pvc.

UN CENTRO PER REDEVCO SVIZZERA

L’investitore Redevco punta alla Svizzera e rinnova il centro di cui è comproprietario, Shoppi Tivoli Spreitenbach. Redevco ha investito circa 12 milioni di franchi svizzeri, pari a 8,4 milioni di euro, per il complesso commerciale, affittando anche a due nuovi tenant, Dosenbach-Ochsner e C&A. Grazie a questo investimento, la gla di 4 mila mq originariamente in portafoglio a Redevco cresce di altri 700 mq. I nuovi negozi apriranno a settembre (il punto vendita di scarpe Dosenbach-Ochsner) e ottobre (C&A). E’ PRONTO L’AVIVA STADIUM DI POPULOUS IRLANDA

Era soprannominato “Nuovo Stadio di Lansdowne Road”, ora è noto come Aviva Stadium, la nuova struttura di Dublino progettata dallo studio Populous e da Scott Tallon Walker Architects. La copertura trasparente è realizzata in lamelle in policarbonato e si inclina verso sud per massimizzare l’uso di luce solare sul campo sportivo garantendo la migliore superficie di gioco possibile. La facciata ha una forma fluida e un rivestimento in policarbonato che riflette il cielo, addolcendo l’impatto della struttura sullo skyline urbano. Lo stadio ha 50 mila posti a sedere, suddivisi in quattro ordini, che godono di viste a tutto campo il più vicine possibili alla zona di gioco. Fanno parte del complesso eleganti ristoranti e lounge bar, ma anche spazi adatti al grande pubblico. L’Aviva Stadium ospiterà anche eventi internazionali di rugby, calcio e concerti.

L’Aviva Stadium a Dublino, quando era ancora in costruzione

La collezione temporanea presentata in questi giorni al The Opposite House

L’ALBERGO FA IL PIENO… D’ARTE CINA

L’ospitalità diventa a regola d’arte: Pechino si apre agli eventi culturali sempre di più… tenuto conto tra l’altro che nell’ultimo periodo le quotazioni di alcuni artisti cinesi sono tanto salite nelle gallerie internazionali. E ne approfitta

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CON GIUNTURA

Indicatori del mercato Insieme verso la ripresa di Paolo Crisafi – segretario ASSOIMMOBILIARE

Il 2009 è stato un anno caratterizzato da una generale diminuzione dei prezzi degli immobili, diminuzione trasversale alle varie aree geografiche ed ai mercati. Sebbene, infatti, la discesa dei prezzi iniziata negli USA già verso la fine del 2006 si sia manifestata in Italia solo a partire dalla seconda metà del 2008, e con percentuali decisamente inferiori, tale raffreddamento del mercato ha comunque registrato valori degni di nota. Secondo i dati diffusi da Nomisma nel “I Rapporto sul mercato immobiliare 2010”, sul fronte dei prezzi nel 2009, infatti, le così dette città intermedie hanno performato un -3,7% nelle abitazioni nuove, un -3,5% nelle abitazioni usate, un –3,3% negli uffici, un – 4% nei negozi, un –3,2% nei capannoni e un -3,4% nei box e garage; valori simili sono stati parimenti riscontrati nelle 13 grandi aree urbane, in cui i prezzi delle abitazioni sono calati in media del –4,1%; degli uffici del –3,9%; dei negozi del -3,2%; dei capannoni industriali del -6,2%. Un ulteriore dato che dà la misura della congiuntura appena attraversata è la grandezza degli sconti applicati all’atto di compravendita nel medesimo anno, che nelle città di grandezza intermedia sono cresciuti sino ad assestarsi al 12,6% per le abitazioni (limitandosi, tuttavia, all’8,7% per le abitazioni nuove), al 12,4 per gli uffici, all’11,3% per i negozi tradizionali, all’11,5% per i capannoni industriali e al 5,3% per i box auto. Da un punto di vista geografico, invece, va ricordato che gli sconti più significativi si sono registrati nel Sud. Quindi, pur riconoscendo la particolarità del mercato italiano, che ha realizzato

riduzioni dei prezzi inferiori a molte altre realtà estere, compensando piuttosto con una riduzione dei volumi di scambio, va comunque sottolineato che tutti i valori rimangono significativi. Per quanto riguarda le compravendite di abitazioni, infatti, i valori raggiungono le due cifre, con un calo dell’11,3% rispetto al 2008, generatosi con 609.145 compravendite totali. Sommando al dato evidenziato per il 2009 quello registrato nel 2008 (15,1%), si arriva a una perdita complessiva del 27% rispetto ai valori del 2007, ritornando così sui valori di inizio anni 2000. Anche qui tornano a farsi sentire le differenze territoriali; va, infatti, esplicitato che le aree metropolitane hanno registrato delle diminuzioni nelle compravendite più ridotte (pari a circa il –5,8%), così come i capoluoghi di provincia (-8,1%), fattore che denota una maggiore debolezza dei mercati secondari. Spaziando dal residenziale, troviamo una diminuzione del –10,2% negli uffici, mentre le performance peggiori le realizzano due mercati estremamente sensibili alla crisi economica reale e alla contrazione dei consumi: i negozi con il –17% e gli immobili produttivi con il –20,2%. Per spiegare l’andamento del mercato, è utile osservare l’andamento delle erogazioni dei mutui, che sono speso un elemento indispensabile per l’acquisto di un immobile. Nel terzo trimestre del 2009 (ultimo dato disponibile di fonte Banca d’Italia) prosegue il calo delle erogazioni di mutui, che ha raggiunto un complessivo –18,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e se analizziamo i soli

mutui stipulati per l’acquisto nel residenziale troviamo un valore simile del – 14,9%. Mettendo a confronto, nel periodo della crisi, la diminuzione delle compravendite (-28,8%) con quella del finanziamento (-44,1%), e la diminuzione del finanziamento medio per singola compravendita (-22%), ne possiamo dedurre che, in tale periodo, chi ha comunque preso parte al mercato delle compravendite lo ha fatto ricorrendo per una percentuale molto alta a capitali personali, potendo immaginare, come conseguenza, un’ulteriore marginalizzazione delle fasce più deboli e dei giovani, mediamente meno in disponibilità di risparmi. Su basi di altri elementi è stata realizzata la analisi fatta dall’Agenzia del Territorio nella prima nota trimestrale 2010, da cui risulta, per il settore residenziale, con 141.770 compravendite, un tasso tendenziale positivo in tutte le macro aree, sebbene più contenuto per il Nord (+2,7%), leggermente più elevato per le regioni del Sud (+3,9%) e decisamente positivo nel Centro (+7,9%). In particolare si registrano andamenti positivi per tutto il residenziale e i mercati connessi, tra cui le ‘pertinenze’ che annoverano posti auto e magazzini (+5,6%); appare, invece, anche secondo questa fonte, ancora in difficoltà il mercato non residenziale. Di fronte ad una fase di mercato ancora delicata, nonostante il promettente annuncio di una ripresa finalmente in arrivo, appare ancora più importante che le Associazioni della filiera immobiliare collaborino per rappresentare in maniera sempre più compiuta le esigenze del settore nelle sedi istituzionali. Per uscire dall’attuale fase di crisi, infatti, è importante che vengano varati

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CON GIUNTURA

provvedimenti in grado di rilanciare il settore, mentre agli operatori è richiesto un modus operandi che, memore di quanto appena accaduto, sia trasparente e sempre più ispirato a principi di professionalità, di etica e di responsabilità sociale di impresa. Da un punto di vista delle Associazioni di categoria è in corso un processo di avvicinamento tra le varie realtà della filiera, con la finalità di aumentarne la capacità rappresentativa, attualmente indebolita dall’esistenza di molte - spesso piccole – sigle, e mettere il nostro settore nella giusta luce per poter reclamare, a ragione, quelle necessarie azioni di policy capaci di liberarne le potenzialità. Si tratta di completare un percorso che porti a realizzare una Rappresentanza del Settore Immobiliare che includa, in misura più consistente di quanto accade ad ora, le varie componenti dell’immobiliare (finanziarie, dei servizi, bancarie e assicurative, ecc.) e che consenta di raggiungere una scala dimensionale

adeguata per una presenza territoriale ancora più solida ed incisiva. Un cammino iniziato con le presidenze di Nicola Migliore e Cesare Ferrero quando ci chiamavamo Assogesti, ed ora un sogno in corso di realizzazione con Gualtiero Tamburini, gli altri Rappresentanti della Governance, ed ulteriori Illustri e Cari Amici volto alla costruzione di alleanze tattiche, su tematiche di interesse specifico, e strategiche per dare voce comune al fine di una politica dell’Industria Immobiliare efficace a tutti i livelli. In questo senso le iniziative ultimamente promosse da ASSOIMMOBILIARE insieme con: - ANCE, FEDERCOSTRUZIONI e altre importanti sigle, per gli Stati Generali - ANCI per la mappatura dei progetti immobiliari “Italia in Sviluppo” e per iniziative comuni quali il SH, ecc. - ASSOGESTIONI, con la quale si è realizzato, per la Banca d’Italia, un

primo documento congiunto in materia di Fondi Immobiliari. - ASPESI con cui si è sottoscritto un protocollo di intenti volto a favorire sinergie del settore. Il dialogo è in atto con tutte le Componenti della Filiera, dell’Economia e del Territorio. Proprio di recente, la Presidente di CONFINDUSTRIA Emma Marcegaglia ha espresso, nel quadro di una valutazione complessivamente positiva della manovra di Governo, una forte preoccupazione per le ripercussioni negative che il ventilato intervento sui fondi immobiliari potrebbe avere. Ben vengano, quindi, tutte le iniziative che possano attirare l’attenzione sul Settore, come quella promossa dall’EIRE, occasione di dialogo e di confronto tra gli Attori del Mercato, ma anche utile per favorire la conoscenza verso l’ Opinione Pubblica delle professionalità e dei comportamenti etici presenti nel Settore Immobiliare.

RE Real Estate anno VII numero 78 – Giugno 2010 Pubblicazione periodica mensile registrata presso il Tribunale di Roma n. 58 in data 11.02.2003 Editore Fiera Milano Editore S.p.A. Sede legale Viale Espinasse 141, 20156, Milano Tel. +39 02 366 092.1 Fax +39 02 366 092 280 info@fieramilanoeditore.it www. fieramilanoeditore.it Sede operativa Via Muzio Clementi 18 , 00193 Roma Tel. +39 06 32110476 Fax +39 06 32110419 www.mmholding.it Presidente Sergio Maggioni Amministratore Delegato Corrado Minnella corrado.minnella@fieramilanoeditore.it Iscrizione Roc n. 11125 del 25/07/2003 Direttore responsabile Francesco Marino Art director/Layout Diego Foschi Redazione Laura Lepri, Onelia Onorati, Fabio Pandolfini Consulente editoriale Paolo Enzo Mazzanti Collaboratori Isobel Lee, Adriano Alimonti, Andrea Boeri, Mario Breglia, Federico Chiavazza, Angelo Ciccarelli, Sara Ludovici, Francesco Marzari, Giovanna Landi, Catherine Leguillou, Paolo Crisafi, Giovanni M. Marini, Alessandro Prino, Lia Quilici, Fulvio Ravasio, Eric Reskala, Francesco Sanna, Federico Sutti, Oliviero Tronconi, Francesco Versaci, Nicola Zeni Progetto grafico Sylvie Pinsonneaux, Foto Imagoeconomica, Pubblicità Chiara Scagliusi, Tel. +39 06 32 65 11 45, c.scagliusi@mmholding.it Abbonamenti Ines Hadziahmetovic ines@mmholding.it - www.mmholding.it email: redazione@rerealestate.it Stampa Artigrafiche srl, Pomezia, Roma Distribuzione per l’Italia Poste italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n°46) art. 1 comma 1, DCB Roma, Mepe Messaggerie periodici S.p.A., via Giulio Carcano, 32 20141 Milano Testata Associata

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MEGATREND di Pied de Nez Samuel Eto’o

Sandra Bullock

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I vip che comprano…

Salento mon amour

Il campione sotto la Madonnina

Gerard Depardieu cerca casa

Il calciatore Samuel Eto’o – è storia di queste settimane vince e stravince con la squadra la sfida della Coppa Italia, dello Scudetto e della Champions League. Non solo, ma gioca bene anche su un altro campo, quello dell’immobiliare… Samuel ha acquistato un intero piano di un palazzetto a via Turati a Milano. Curiosità: i tre mega appartamenti hanno una vista privilegiata sugli uffici del rivale storico dell’Inter, il Milan. Possiamo immaginare il calciatore camerunense che guarda dall’alto – precisamente dall’ultimo piano – i colleghi in riunione nel palazzo di fronte. La metratura e la posizione sono dunque di tutto rispetto: 1.000 mq acquistati per 17 milioni di euro.

E’ nota come la Jamaica d’Italia… anche se negli ultimi anni locali alla moda (vedi Gibò a Santa Maria di Leuca), festival cari ai radical chic (la Notte della Taranta), ne fanno meta di artisti e letterati. Coglie la palla al balzo Gerard Depardieu, attore francese amato in casa ma anche in Italia. Ecco che l’interprete di tanti film popolari ha adocchiato l’assolata e magica Lecce per farne la sua residenza estiva e comprare una villa. Stupisce la scelta del centro della città rispetto alla costa… probabilmente Depardieu si è già fatalmente innamorato della movida leccese.

… e quelli che vendono

Prestigiacomo via dalla Colombo

Troppi ricordi, Sandra va via Il tradimento mediatico del marito non ha lasciato indifferente, com’è umanamente giusto, Sandra Bullock, una delle attrici più amate degli Stati Uniti, fresca di Premio Oscar come miglior protagonista per il film “The Blind Side”. La brava interprete di tante commedie e film impegnati ha deciso di divorziare ma anche di mettere in vendita la villa in California. Prezzo: 5.995.000 dollari.

Ministero cerca casa La ministro dell’Ambiente ha detto no! Al traffico, allo smog, alle strutture fatiscenti e non all’altezza del ministero che ospitano. La location di via Colombo a Roma, una delle più trafficate della capitale, è ormai da abbandonare secondo Stefania Prestigiacomo, che ora cerca un ufficio in affitto ma che sia al centro storico e soprattutto efficiente dal punto di vista energetico. Dovrà ospitare 1.200 dipendenti e avere una superficie di 24 mila mq. La scelta avverrà su una rosa di proposte già arrivate.


MEGA TREND

A sinistra Gerard Depardieu, sotto Stefania Prestigiacomo

Audrey Hepburn nel film Colazione da Tiffany tratto dal romanzo di Truman Capote

Truman Show 18 milioni per Capote Erano strafamosi i suoi party a tema, quasi come i romanzi che hanno fatto la storia della letteratura americana contemporanea… L’autore di “A Sangue Freddo” e “Colazione da Tiffany” ha vissuto in una lussuosa casa gialla con 38 finestre nel quartiere Brooklyn Heights di New York, ora in vendita. Abitazione esclusiva già a partire dal prezzo: la cifra record di 18 milioni di dollari, la più alta mai pagata per un appartamento a New York, a patto che si trovi un compratore. L’edificio risale al 1839, ha avuto un unico proprietario negli ultimi 71 anni e si trova al 70 di Willow Street. I vani comprendono undici stanze, ciascuna dotata di caminetti, sette toilettes, una cantina per i vini, un salone con scala interna. All’esterno c’è un giardino di 230 metri quadrati.

Si torna al baratto Lo swap sarà di moda? In Italia va di moda lo “scambio” d’abiti – in inglese swap quello che le amiche fanno quando vogliono rinnovare l’armadio e decidono di incontrarsi per scambiarsi capi d’abbigliamento, che ormai non gli garbano più… e l’usanza potrebbe estendersi all’immobiliare. Ecco allora che sempre più italiani ricorrono al baratto, almeno secondo l’ufficio studi di idealista.it, che ha pubblicato sul proprio sito

un annuncio di 50 case che offrono lo scambio come metodo di vendita: il forum di idealista news si è trasformato in una sorta di piazza affari dove proporre o ricevere offerte per il proprio immobile in permuta. Un esempio su tutti: un proprietario di Napoli è disposto a permutare la propria casa nel centro storico senza ascensore con una casa anche più piccola ma con ascensore. Intermediari: all’erta! La creatività nell’offerta di servizi premia…

Volumetria ad personam Ampliamento a Villa Certosa Ecco che anche l’ampliamento delle volumetrie edilizie previsto dal Piano casa si rivela l’ennesimo provvedimento utile per incrementare le “proprietà” del premier… e così Villa Certosa, la splendida magione del Presidente del Consiglio in Sardegna potrebbe beneficiare di una richiesta di aumento delle cubature e arricchirsi di alcuni bungalow vicini. La Idra Immobiliare Spa, riconducibile alla famiglia del premier, ha chiesto alla commissione paesaggistica regionale il pronunciamento di compatibilità per un progetto di ampliamento con un numero imprecisato di strutture probabilmente abitabili piuttosto lontane dal corpo centrale della villa. Bungalow per gli ospiti vip del premier, forse.

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APPUNTA MENTI

DATA 8 - 10 giugno

LUOGO Milano

9 giugno

Milano

9 - 13 giugno

Instambul

16 - 17 giugno

Barletta

18 - 20 giugno

Messina

23 - 26 giugno

Milano

1-2 luglio

Rimini

1 - 3 luglio

Pisa

8 - 9 luglio

Wiesbaden (Germania)

29 agosto - 21 novembre

Venezia

23 settembre

Bolzano

28 settembre - 2 ottobre

Bologna

29 settembre - 2 ottobre

Verona

EVENTO Eire 2010, The real estate for a new world, organizzato da Ge.Fi. Info: italiarealestate@gestionefiere.com - +39 0231911911 Rea - Real Estate Awards, Ballo del Mattone 2010. Info e candidature: +39 0632110476, redazione@rerealestate.it Ankomak, la principale fiera delle costruzioni della Turchia, organizzata da Ite Group Plc. Info: www.ankomak.com Forum energetico internazionale (Fei): "Il futuro dell`energia: le nuove infrastrutture". Info: www.feiforum.it/index.html Bioedilizia Messina 2010, mostra-convegno organizzata dal gruppo Energy Days Italia con il patrocinio di Ance Messina. Info: www.energydays.eu/portale Eres Conference 2010 Milano (www.eres2010.org), presso SDA Bocconi. Per ricevere aggiornamenti sull’evento, scrivere un’email vuota con oggetto ISCRIVIMI a giacomo.morri@eres2010.org BTC, la fiera della meeting industry in Italia, presso il nuovo Palacongressi di Rimini. Info: Alessandra Piccione Ufficio espositori, a.piccione@btc.it Green city energy, forum internazionale dedicato alle nuove energie per lo sviluppo competitivo e sostenibile delle città , organizzato da ClickUtility e promosso da Comune di Pisa, Provincia di Pisa e Regione Toscana. Info: www.greencityenergy.it Denex: fiera e conferenza sui sistemi energetici decentrati, sull'efficienza energetica nell'edilizia e sulle ristrutturazioni, organizzata da Reeco GmbH. Info: www.denex.info Dodicesima mostra internazionale di architettura: diretta da Kazuyo Sejima e intitolata "People meet in architecture", organizzata dalla Biennale di Venezia. Info: www.labiennale.org/it/architettura Klimaenergy, fiera internazionale delle energie rinnovabili, organizzata da FieraBolzano. Info: www.klima-energy.it Cersaie: salone internazionale della ceramica per l'architettura e l'arredo bagno, organizzato da Edi.Cer. spa e promosso da Confindustria ceramica in collaborazione con Bologna Fiere. Info: www.cersaie.com Marmomacc: fiera internazionale di pietre, design e tecnologie organizzata da Veronafiere in collaborazione, con l'Ance. Info: www.marmomacc.it

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VIRTÙ & VIZI

OZIOGRAFIA Scajola e gli altri

Il “vizietto” della Casta per il mattone - L’uomo politico ideale non deve avere moglie e non deve avere

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figli. Deve essere asessuato. E non deve avere casa. Praticamente, uno zingaro single, casto e nomade. Gli scandali degli ultimi mesi, dalle “escort” baresi di Tarantini fino alle case di Roma pagate dalla “cricca” Balducci-Anemone, che sono costate le dimissioni all’ex ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, stanno facendo emergere una rete impressionante di affari opachi, collusioni trasversali, possibili ricatti. E al centro di questi ricatti c’è sempre la passione dei politici per il mattone. Si sa che la casa è il sogno di noi italiani. Per questo siamo per l’82% proprietari dell’alloggio dove abitiamo, a differenza per esempio dei tedeschi: in Germania, infatti, la percentuale di proprietari immobiliari è attorno al 50%. Ma per i politici la casa sembra proprio un’ossessione: Berlusconi ne possiede 17 da solo, mentre i suoi ministri ne hanno ben 126, una media di 5,5 a testa. Perché questa passione per il mattone? Forse perché la politica è un’attività precaria, che ti sbalza in quattro e quattr’otto dalle stalle alle stelle (e viceversa). E la casa è pur sempre un elemento di stabilità. O forse perché attorno all’edilizia c’è un inestricabile intreccio tra pubblico e privato fatto di permessi urbanistici ed edilizi, oneri di urbanizzazione, patrimoni pubblici o parapubblici, come quelli degli enti previdenziali attorno ai quali, a metà degli Anni Novanta, esplose lo scandalo di “Affittopoli”, con decine di case di pregio degli enti previdenziali affittate a equo canone a esponenti politici e sindacali di primo piano. Dove lo scandalo non stava tanto nell’entità dell’affitto, fissato appunto dalla legge sull’equo canone, quanto nel fatto che per quegli inquilini particolari una casa libera si trovava sempre, mentre per i comuni mortali non si trovava mai. Da allora il sistema sembra essersi affinato ed è arrivato oggi agli acquisti di favore a base di fondi neri e assegni circolari di piccolo taglio, che non debbono essere segnalati alla Banca d’Italia e possono essere trasferiti per girata, come quelli che sarebbero serviti per pagare in parte l’alloggio di Scajola di fronte al Colosseo. Frattanto, il Giornale ha fatto le pulci al segretario del Pd Pierluigi Bersani - che ha categoricamente smentito ogni irregolarità - rivelando che quando era vicepresidente della Regione Emilia Romagna, all’inizio degli Anni Novanta, abitava in un elegante appartamento di Bologna il cui affitto era pagato per metà, 500 mila lire al mese, da un patronato del sindacato Cisl finanziato con fondi europei. Dal canto suo, il quotidiano Libero ha messo sotto la lente altri politici importanti, da Veltroni a Mancino, dalla Bindi a Violante, da Buttiglione a Marini, che per ragioni diverse e non necessariamente riconducibili a comportamenti discutibili, sono riusciti negli anni scorsi ad acquistare casa pagando dal 30 al 60% in meno del prezzo di mercato. Bastava essere inquilini di case di enti previdenziali messe in vendita con forti sconti per gli inquilini. Tutto legale, per carità. Ma in quel caso i politici in questione sono stati beneficiati due volte: prima come inquilini ad equo canone di case di pregio e poi come acquirenti di quegli stessi appartamenti venduti con lo sconto a chi li occupava.


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