"Progettare sul Confine"_Master's Degree Thesis_IT

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Francesco Scarpati

PROGETTARE SUL CONFINE Strumenti IT e Progettazione Ambientale per il Design Adattivo degli spazi aperti Progetto pilota a Napoli: la Duchesca e Porta Capuana Dallo Spazio Outdoor agli Effetti Indoor



Università degli Studi di Napoli Federico II Dipartimento di Architettura DiArc Corso di Lauea Magistrale in Architettura 5 UE A.A. 2015/2016 Tesi di Laurea Magistrale in Architettura Tecnologia e Progettazione Ambientale Relatore: Prof. Arch. Mario Rosario Losasso Correlatore: Prof. Arch. Valeria D’Ambrosio Elaborato di Prova Finale di Francesco Scarpati Matricola N14/1515

Francesco Scarpati, Studente di Architettura, Via generake Giordano Orsini n. 5, Napoli, Italia, Tel: +39 3939094214, Email: francesco-scarpati@hotmail.com







INDICE PARTE I: GLI STRUMENTI IT NEL PROGETTO DEGLI SPAZI APERTI 1.1 L’utilizzo degli strumenti IT nell’architettura contemporanea e definizione del workflow 1.2 Dalla cavaletta alla città: Strumenti IT e strumenti parametrici

PARTE VI: ANALISI AMBIENTALE

P. 15

6.1 Valutazione dei dati ambientali 6.2 Estrazione dei dati meteo

P. 20

PARTE VII: STRUMENTI IT PER L’ANALISI DEGLI INDICI DI BENESSERE TERMOIGROMETRICO

PARTE II: IL CAMBIAMENTO CLIMATICO 2.1 Il Cambiamento Cimatico: Definizione e scenari futuri

P. 23

2.2 Il cambiamento climatico alla scala urbana

P. 27

2.3 Principali effetti del cambiamento climatico nella regione Campania

P. 29

PARTE III: CARTE E DOCUMENTAZIONE STORICA 3.1 La Duchesca e Porta Capuana: a cavallo fra più epoche

P. 31

3.2 Le trasformazioni di Piazza Garibaldi

P. 33

3.3 Il Palazzo in via Mancini: speculazione edilizia ai margini del centro storico

P. 35

P. 57 P. 58

7.1 7.2 7.4 7.5

Comfort ambientale e benessere termoigrometrico Gli Indici di Benessere a confronto Analisi olistica microclimatica in ENVI-met Analisi del comfort out-to-indoor

P. 65 P. 66 P. 67 P. 74

PARTE VIII DAL METAPROGETTO AL PROGETTO 8.1 Una lettura del contesto

P. 81

PARTE IX LA DUCHESCA 9.1 Legerezza strutturale nella città di pietra

P. 91

PARTE IV: ANALISI URBANA 4.1 I piani regolatori generali e la lettura funzionale-morfologica 4.2 Evoluzione nella definizione del confine del centro storico 4.4 Una lettura soggettiva: una zona di tensione

P. 37 P. 41 P. 44

PARTE X IL PALAZZO IN VIA MANCINI 10.1 un palazzo coperto da un velo

P. 109

PARTE XI LE MURA, PORTA CAPUANA E IL PARCO

PARTE V: INTERVENTI E PROPOSTE NEL CONTESTO 5.1 La lezione di chi precede

P. 49

5.2 Le proposte di Roberto Pane: L’isolamento di Santa Caterina a Formiello e il restauro urbanistico del centro storico

P. 50

5.3 Un progetto per Napoli: Corso Garibaldi e l’Albergo dei Poveri

P. 51

5.6 Il progetto di Dominique Perrault della nuova stazione metropolitana di Piazza Garibaldi

P. 52

5.7 Piano regolatore generale della città di Napoli del 1958

P. 54 INDICE 9

11.1 la ricostruzione della memoria: quando le pietre parlando

P. 117

PARTE XII LA VERIFICA DEI RISULTATI 12.1 la verifica dei risultati come dimostrazione del metodo

P. 129



PREMESSA

P

rima di passare all’illustrazione del seguente lavoro di tesi, ritengo fondamentale fornire al lettore alcuni chiarimenti relativi alla genesi dello stesso. Tale lavoro è infatti il primo traguardo di un percorso di ricerca personale, iniziata nel 2015 durante il mio soggiorno di studi in Germania, inizialmente presso la Beuth Hochschule für Technik di Berlino, dove ho avuto modo di confrontarmi per la prima volta, sotto la direzione del professor Lars Schiemann, con la disciplina del design strutturale (Konstruktive Gestaltung) e con gli insegnamenti lasciati al mondo dell’architettura dai principali esponenti di questa corrente architettonico-ingegneristica, primo fra i quali Frei Otto. Tale ricerca è poi proseguita più nello specifico nel contesto della Technische Universität di Monaco, in particolare sotto la direzione del professor Thomas Auer e del phd student Daniele Santucci. Qui infatti, e grazie anche ai loro insegnamenti, ho avuto la possibilità di confrontarmi per la prima volta con gli strumenti di analisi e progettazione parametrici e di scoprire il forte legame fra quest’ultimi e quella disciplina, la progettazione ambientale, la quale ha sempre segnato i fini primi delle mie ricerche e dei miei lavori.

progettazione architettonica, la quale, come il lettore avrà modo di comprendere, rappresenta il cuore di questo lavoro di tesi, può esserne considerato il massimo esponente. Il seguente lavoro di tesi (che ha avuto modo di potersi raffinare sempre di più grazie anche alla sempre più consapevole padronanza degli strumenti parametrici, acquisita in seguito grazie agli insegnamenti dell’architetto Arturo Tedeschi), va inoltre considerato come il proseguimento di una precedente ricerca, relativo all’utilizzo e all’impatto degli strumenti digitali e parametri per il progetto degli spazi aperti, condotta dai phd Students Eduardo Bassolino e, in particolare, Luciano Ambrosini, che ancora oggi entrambi ringrazio per tutti gli insegnamenti e costanti confronti. Facendo propri infatti quelli che sono gli esiti e i risultati di quest’ultimo lavoro, ho provato, nell’ambito di questa tesi, a spingere la suddetta ricerca oltre, abbracciando ulteriori strumenti d’indagine, grazie ai quali fosse possibile indagare anche lo spazio interno, oltre che semplicemente quello esterno.

È proprio al mio soggiorno presso quest’ultima istituzione che va datato un evento che ha, se si può dire, segnato la mia carriera di studente: l’incontro, organizzato dal professor Auer, degli studenti della TUM con il professor Carlo Ratti, una figura che, di quella della compenetrazione fra strumenti digitali e PREMESSA 11

Francesco Scarpati



ABSTRACT INTRODUZIONE

È

indubbio quanto attualmente l’avanzamento tecnologico e informatico stia profondamente influenzando tutti i campi della conoscenza, fra i quali anche l’architettura. Nel caso specifico di quest’ultima disciplina tale influenza assume una duplice accezione: da un lato strumentale, in virtù della quale si assiste ad una progressiva sostituzione degli strumenti e supporti tradizionali in vantaggio di un ventaglio di soluzioni digitali ed informatiche; dall’altro lato v’è un’influenza più propriamente architettonica, in virtù della quale le soluzioni progettuali assumono caratteri specifici (nuovi valori e nuove peculiarità), che solo l’utilizzo cosciente di tali strumenti consente di raggiungere, sia negli aspetti qualitativi che tecnologici. A riprova di sciò basterebbero citare gli studi e le ricerche di Ratti sul tema delle città sensibili, nel contesto del SENSEable City Laboratory del MIT – Massachusetts Institute of Technology, nei quali l’architetto si pone come obiettivo sfruttare al massimo le possibilità crescenti della tecnologia, finalizzando la loro ricerca alle esigenze umane, sempre più articolate ma pur sempre riconoscibili, spesso costanti nella storia. Lo stesso Gropius affermava che i tempi nuovi richiedono un’espressione adeguata, confermando, di fatto, come l’architettura sia figlia del suo tempo, sia in termini più propriamente espressivi, che in relazione alle tecnologie e agli strumenti che, di fatto, determinano il valore di un progetto in un dato periodo. Questa nuova prospettiva pone l’esigenza quindi di analizzare ed indagare più attentamente il ruolo e il valore degli strumenti di information technology nel

processo architettonico. Non è più possibile considerarli semplicemente come supporto facoltativo al processo progettuale, bensì quale parte del processo stesso. Se infatti è ormai noto che il loro utilizzo, nelle mani degli utenti meno esperti, può portare a soluzioni aberranti ed inesatte, negando, di fatto, anche quello che ne è il beneficio principale, ossia l’affievolimento dei tempi di lavoro, è soltanto attraverso una dettagliata analisi e conoscenza ed un’acquisita consapevolezza del peso e del ruolo di quest’ultimi nel mestiere dell’architetto che è possibile evitare inesattezze e soluzioni incongruenti. Da ciò quindi il duplice ruolo del seguente lavoro di tesi: da un lato didascalico, con l’obiettivo di convincere il lettore, attraverso l’applicazione degli strumenti IT nell’ambito di un progetto urbano e architettonico, sul possibile ruolo e vantaggio di quest’ultimi quali supporto integrato al mestiere dell’architetto; dall’altro lato propositivo, definendo un workflow nel quale gli strumenti IT assumono un ruolo centrale, che possa guidare il progetto (nel caso specifico di adattamento al cambiamento climatico degli spazi aperti) in tutte quelle che ne sono le singole fasi, analitiche, decisionali e di verifica. Infine, non trattandosi di una definizione astratta, bensì applicata nel caso specifico di un progetto ambientale, ci si propone anche l’intento di verificarne l’applicabilità ad ulteriori casi, magari convincendo anche il lettore, se quest’ultimo potrà confermarlo.

ABSTRACT INTRODUZIONE 13


Evitate il software, il problema del software è che tutti ce l’hanno. (B. Mau, Incomplete Manifesto)


L’UTILIZZO DEGLI STRUMENTI IT NELL’ARCHITETTURA CONTEMPORANEA E DEFINIZIONE DEL WORKFLOW

PARTE I GLI STRUMENTI IT NEL PROGETTO DEGLI SPAZI APERTI

1.1 L’UTILIZZO DEGLI STRUMENTI IT NELL’ARCHITETTURA CONTEMPORANEA E DEFINIZIONE DEL WORKFLOW

O

ggigiorno la sempre più crescente settorializzazione dei processi d’architettura ha come conseguenza la nascita di figure professionali e competenze sempre più specifiche, ognuna delle quali con l’obiettivo di apportare una specifica qualità e di indagare approfonditamente un singolo aspetto del progetto di architettura. Una fondamentale e naturale conseguenza di questa settorializzazione consiste quindi nell’inadeguatezza degli strumenti di supporto tradizionali, a vantaggio della nascita e dello sviluppo di sempre più sofisticati strumenti di information technology – IT, soprattutto per quanto riguarda il campo della progettazione ambientale, dove l’uso di tali strumenti (o tools) consente la simulazione e il controllo delle prestazioni energetiche e microclimatiche del progetto, definendo quindi dei margini entro i quali dirottare le decisioni progettuali. La digitalizzazione dei processi dell’architettura quindi, di concerto con i notevoli progressi nello sviluppo di software dedicati, sta determinando continue riorganizzazioni all’interno degli studi di progettazione e delle grandi società di ingegneria come ad es. Zaha hadid Architects, Mario Cucinella Architects, BIG – Bkarke Ingles Group, ARUP, ecc.; questi sono infatti alla continua ricerca di nuove figure professionali che possano supportare il processo digitale del progetto e la continua sperimentazione mediante l’uso innovativo di strumenti

informatici per l’architettura[1]. Tale fenomeno è anche conseguenza degli attuali processi che stanno esercitando un’insistente influenza sul mondo della progettazione architettonica ma soprattutto della progettazione ambientale. In primo luogo l’inasprimento degli aspetti di criticità connessi al fenomeno del cambiamento climatico e del surriscaldamento terrestre impongono l’utilizzo di strumenti sempre più sofisticati volti a garantire non soltanto la comprensione della complessità del fenomeno, da un lato, ma anche di definire soluzioni specifiche ed adattive volte a contrastarne le conseguenze; dall’altro: una valida strategia è quella di avvalersi del contributo di strumenti software per la simulazione delle prestazioni dello spazio aperto urbano e nel rapporto con l’edificato, consentendo di ampliare la conoscenza dei fenomeni che contribuiscono ad alterare in maniera negativa l’ambiente in cui viviamo[2]. In secondo luogo, sempre come conseguenza della variazione delle condizioni 1  Bassolino, Eduardo, Climate-adaptive design strategies for the built environment: metodologia per il controllo tecnico-decisionale con strumenti IT del progetto dell’esistente nel contesto napoletano, Dottorato di Ricerca in Tecnologia dell’Architettura - XXVIII ciclo, Maggio 2016, “2.3. Il ruolo della sperimentazione e l’utilizzo di strumenti IT per la verifica delle prestazioni progettuali: analisi critica”, p.39. 2  op. cit., 2.2. La strategia delle simulazioni: edifici e spazi urbani”, p.35.

PARTE I GLI STRUMENTI IT NEL PROGETTO DEGLI SPAZI APERTI 15


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

climatiche, il sempre più restrittivo apparato normativo (specie in materia di edilizia), al fine di ridurre le emissioni di CO2 e di limitare i consumi energetici, hanno dirottato i progettisti verso strumenti sempre più raffinati, volti a garantire una valutazione e conoscenza sempre più accurata delle performance e dei comportamenti prestazionali del progetto di architettura. Ma non sono soltanto fenomeni contingenti a spingere le competenze specifiche del campo della progettazione ambientale a far uso degli strumenti IT. Numerosi sono infatti i vantaggi che derivano da una loro applicazione. In primo luogo, come già precedentemente affermato, ne deriva un’accurata comprensione ed interpretazione da parte di specifiche competenze di singoli fenomeni che influenzano il progetto d’architettura. Ne discende quindi la possibilità di sfruttare i dati e i risultati provenienti dai software per definire e sperimentare soluzioni innovative ed adattive, volte a contrastare problematiche attuali, come quelle conseguenti al fenomeno di cambiamento climatico. Risulta chiaro, infatti, come un approccio di tipo tradizionale non sia più in grado di far fronte a quelle che sono le problematiche attuali, almeno non affiancandosi ad utenti e competenze specifiche che possano apportare alla progettazione i contributi e i risultati dei processi di digitalizzazione. Infine l’uso di strumenti IT consente, in maniera molto più avanzata che rispetto al passato, di interfacciare e relazionare fra loro i dati e i risultati provenienti da differenti realtà digitali ed analogiche, permettendo quindi di comprendere la complessità di determinati fenomeni e le relazioni che se ne instaurano a dif-

ferenti scale (per esempio comprendendo gli effetti che un microclima outdoor può determinare in ambiente indoor, come verrà illustrato più avanti). Allo stesso modo però è necessario fare delle opportune considerazioni: se da un lato infatti, risulta chiaro il sempre più crescente ruolo e la sempre maggiore importanza che gli strumenti di information technology assumono nel campo della progettazione architettonica, dall’altro è necessario tener conto che l’uso di strumenti ICT da parte di utenti inesperti può divenire causa di scelte inappropriate nei progetti [...]. La corretta interpretazione degli output richiede, infatti, specifiche conoscenze e la consapevolezza dei dati di input assunti per il progetto. Gli strumenti ICT possono essere in grado di simulare la realtà con vari livelli di precisione; tuttavia, è il loro uso appropriato che determina il grado in cui essi contribuiscono a una progettazione efficiente[3]. In altre parole, soltanto la definizione di competenze specifiche nell’organizzazione del processo di progettazione consente un uso appropriato degli strumenti IT e tutti i vantaggi che quest’ultimi consentono di apportare al progetto. È inoltre necessario fare un’ulteriore considerazione. Nel campo dell’edilizia 3  Tersigni, Enza, Strumenti informatici di supporto alla progettazione per gli interventi di retrofit, da , Retrofit per la resistenza: Tecnologie per la riqualificazione del patrimonio edilizio in Campania, a cura di Bellomo, Mariangela e Ascione, Paola, Napoli, Clean Edizioni, 2012, p.156

PARTE I GLI STRUMENTI IT NEL PROGETTO DEGLI SPAZI APERTI 16


L’UTILIZZO DEGLI STRUMENTI IT NELL’ARCHITETTURA CONTEMPORANEA E DEFINIZIONE DEL WORKFLOW

Maggiore accuratezza dei dati

VANTAGGI STRUMENTI IT

Interrelatibilità dei dati

Minor Tempo speso

Risparmio risorse economiche

nelle diverse fasi del processo edilizio. Il database di progetto, inoltre, diventa un patrimonio informativo utile lungo tutto il ciclo di vita del manufatto per le operazioni di gestione[4].

IMMAGINE 1.1 Vantaggi nell’utilizzo degli strumenti IT nella progettazione architettonica. Oltre alla maggiore accuratezza dei risultati, non è da escludere un elevato vantaggio economico in termini di tempo speso e prestazioni delle soluzioni.

e del retrofit, infatti, soprattutto in luogo degli apparati normativi sempre più restrittivi, si è determinato uno sviluppo di software sempre più raffinati e specifici che consentano un’accurata valutazione delle risposte in termini prestazionali degli edifici. Un caso particolare è costituito dagli strumenti di Building Information Modeling - BIM, i quali, differentemente da un approccio CAD tradizionale, dove documenti di disegno ed informazioni tecniche sono archiviati separatamente, organizzano in un unico documento 3D tutte le informazioni e i dati relativi ad un progetto edilizio, interfacciandoli tra di loro: l’intero modello di costruzione, quindi, e la serie completa di documenti progettuali si trovano in un database integrato, in cui tutto è parametrico e interconnesso. In questo modo l’informazione risulta aggiornata e coerente, e il rischio di errori dovuti a modifiche è ridotto al minimo. Il modello virtuale permette di identificare per tempo conflitti di progetto con benefici in termini di tempi e costi

Differente invece è la situazione per quanto riguarda il controllo ambientale e microclimatico del progetto dello spazio aperto urbano, a causa anche della carenza di normative ed indirizzi precisi in tale campo, che non ha attirato nel tempo l’attenzione delle softwarehouse nello sviluppo di strumenti IT specifici. Ancor inferiori sono i contributi volti a definire strumenti che, analogamente ai BIM, siano in grado di interfacciare e relazionare in maniera parametrica i dati e le informazioni ambientali con le informazioni volumetriche ed i semplici documenti di disegno relativi al progetto dello spazio aperto. In questo panorama può però considerarsi l’esperienza di Carlo Ratti e Eugenio Morello, i quali hanno svolto ricerche sulla delicata relazione che esiste tra la valutazione del tessuto urbano e la progettazione degli spazi aperti, definite dalla qualità ambientale ed esprime la qualità della città. Per questo motivo Lo sviluppo di software e la definizione di modelli di lavoro 4  op. cit., p. 155.

PARTE I GLI STRUMENTI IT NEL PROGETTO DEGLI SPAZI APERTI 17


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

che facciano uso di strumenti di information technology nell’ambito del progetto ambientale in ambiente urbano è divenuta prerogativa di istituti di ricerca, specialmente universitari.

l’utilizzo di strumenti di tipo parametrico, al fine di organizzare sempre in un ambiente di lavoro interoperabile ed interconnesso anche le informazioni riguardanti i fenomeni indoor.

Il seguente lavoro di tesi, pertanto, si propone lo sviluppo di un workflow di supporto al progetto degli spazi aperti, in grado di definire soluzioni adattive al cambiamento climatico, facendo uso sia di strumenti IT, per comprendere, attraverso opportune simulazioni, il comportamento mircoclimatico dello spazio urbano, sia di strumenti parametrici, volti a garantire l’interoperabilità e l’interconnessione fra le diverse informazioni ambientali e quelle relative al progetto urbano, grazie ad linguaggio ed ad un’ambiente di lavoro di tipo algoritmico-generativo, fino ad indagare quelle che sono le conseguenze che il microclima esterno determina in ambiente indoor.

È tuttavia fondamentale precisare che tale flusso di lavoro rappresenta soltanto un supporto al processo progettuale e i singoli esiti che provengono dagli strumenti IT e parametrici adoperati non costituiscono gli esiti del progetto d’architettura in sé: al cointrario, essi vanno comunque confrontati ed affiancati agli esiti di studi e ricerche esterne ed è sempre da attribuire al cosciente giudizio del progettista stabilire quali siano le scelte più opportune per il progetto urbano.

Per fare ciò il seguente lavoro si avvale dei risultati di due precedenti ricerche. In primo luogo fa proprio il flusso di lavoro proposto dai ricercatori del DiARC – Università degli Studi di Napoli Federico II Luciano Ambrosini ed Edurardo Bassolino in Parametric Environmental climate adaptive design the role of data design (Procedia – Social and behavioral sciences 216, Gennaio 2016), dove gli autori definiscono un approccio metodologico che, facendo uso di differenti software volti a fornire e ad elaborare informazioni differenti, consenta di sviluppare soluzioni per il progetto degli spazi aperti ottimizzate in vista della riduzione del fenomeno di urban Heat island, mantenendo quel carattere fondamentale di interoperabilità, derivante dall’organizzazione dei dati in un ambiente di lavoro parametrico.

IMMAGINE 1.2 Chengzhi Peng e Amr Elwan, An outdoor-indoor coupled simulation framework for Climate Change–conscious Urban Neighborhood Design. La possibilità di esportare le informazioni meteo relative allo spazio esterno in altri ambienti di lavoro, consente anche una visualizzazione simultanea dei dati relativi all’ambiente outdoor e indoor.

Dall’altro lato, con lo scopo di indagare quelle che sono le conseguenze che il microclima urbano può avere in ambiente indoor, ripropone il workflow definito da Chengzhi Peng e Amr Elwan, del Dipartimento di Architettura e Paesaggio dell’università di Sheffield, in An outdoor-indoor coupled simulation framework for Climate Change–conscious Urban Neighborhood Design (Simulation: Transactions of the Society for Modeling and Simulation International 1–18, Novembre 2015), mantenendo tuttavia (come nel caso precedente) PARTE I GLI STRUMENTI IT NEL PROGETTO DEGLI SPAZI APERTI 18


L’UTILIZZO DEGLI STRUMENTI IT NELL’ARCHITETTURA CONTEMPORANEA E DEFINIZIONE DEL WORKFLOW

IMMAGINE 1.3 Definizione del workflow adottato.

SIMULAZIONI Generazione modelli

Fase prettamente simulativa

Generazione modello ENVI-met

Valutazione degli indici di benessere

Generazione modello Rhino

HAZZARD

Il cambiamento climatico

· Valutazione PMV e PET

Confronto rislutati

· Valutazione UTCI e PET 1 · Valutazione UTCI e PET 2 Criticità ambientali

SIMULAZIONI OUTDOOR

METAPROGETTO, PROGETTO E VERIFICHE SOLUZIONI LETTURA DATI DI PROGETTO

Analisi ambientali · Analisi solari

Estrazione dei dati ambientali del contesto (ENVI-met receptors)

· Umidità relativa · Velocità del vento · Potential Temperature · MRT

SIMULAZIONI EFFETTI INDOOR

Definizione Soluzioni progettuali

Individuazione Criticità

Definizioni Obiettivi Trasferimento dati in ambiente Grasshopper

Ottimizzazione ambientale: ENVIRONMENTAL FORM FINDING

Definizioni Strategie

VERIFICHE

Conseguenze Indoor

TOOLS

Documentazione storica

Analisi tecnologica

Piani urbanistici

Suggestioni soggettive

Lettura morfologica

Considerazione precedenti scelte progettuali

Morphing dei dati ambientali agli scenari futuri

Simulazioni come feedback di verifica dei risultati

DOCUMENTAZIONE E SOPRALLUOGHI

PROGETTO CONCLUSIVO

PARTE I GLI STRUMENTI IT NEL PROGETTO DEGLI SPAZI APERTI 19

VERIFICA DELLE SOLUZIONI PROGETTUALI


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

1.2 DALLA CAVALETTA ALLA CITTÀ: STRUMENTI IT E STRUMENTI PARAMETRICI Il portato rivoluzionario che la tecnologia parametrica ha avuto sul linguaggio architettonico contemporaneo è inconfutabile. Alcuni teorici contemporanei, Patrik Schumacher su tutti, lo assurgono al ruolo di nuovo stile globale paragonandone l’influenza a quella che l’International Style ebbe sull’architettura del secolo scorso.

di ottimizzarle nonché riutilizzarle; - Possibilità di lavorare con un Linguaggio di programmazione visuale, basato sulla manipolazione di componenti, detti nodi, che interfacciano la sintassi di programmazione scritta inglobando essi stessi specifiche soluzioni.

In questo modo è possibile organizzare tutto il workflow di lavoro, dalle fasi analitiche fino a quelle decisionali, e tutti i dati provenienti da differenti fonti in un unico ambiente informatico, con la possibilità di modificare singole parti del processo progettuale anche in fase avanzata. (F. Wirz, Architettura parametrica: introduzione a Grasshopper) È tuttavia necessario tenere a mente alcune considerazioni affinché l’utilizzo di Grasshopper 3D è un linguaggio di programmazione virtuale per la genera- tali strumenti non influenzino, negativamente, le soluzioni di progetto: zione di algoritmi abbinato al software di programmazione 3D Rhinoceros 3D della McNeel & Associates. La possibilità fornita da Grasshopper è quella di - L’utilizzo degli strumenti IT suggeriti in questo lavoro di tesi costituisce solo generare modelli tridimensionali in seguito ad una serie di operazioni algorit- un supporto, che non deve condizionare il progettista nella definizione dell’inmiche, garantendo dunque anche la conservazione dei singoli processi genera- tervento, bensì semplificare l’elaborazione di dati ed informazioni, comunque tivi e la possibilità di intervenire con modifiche puntuali, senza alterare l’intero elaborabili anche con altri strumenti. - Gli strumenti IT, sia in fase analitica, che di design, non devono rappresentare processo. Col passare del tempo, grazie anche alla sua natura open-source, numerosi un vincolo al processo decisionale e progettuale, bensì una possibilità atta a programmatori hanno sviluppato indipendentemente plug-in e componenti riappropriarsi della libertà espressiva, sottolineando la necessità di un percorso aggiuntivi per il suddetto software, rendendolo non solo uno strumento di mo- creativo originale , libero dai vincoli imposti dal software[1]. dellazione algoritmica, ma anche analitico e simulativo. Scopo del seguente la- - Gli strumenti IT non costituiscono il metodo vero e proprio, che rappresenta voro di tesi, pertanto è quello di dimostrare la possibilità di utilizzo dei sistemi una definizione molto più complessa, che va dalle analisi e dalla ricerca dei dati parametrici come completo strumento di controllo e di analisi, oltre che di mo- fino all’elaborazione e verifica del progetto, passando per diverse fasi e interadellazione, nell’ambito della progettazione ambientale, riferendosi ad un’unica gendo con diversi strumenti. Al contrario, essi rappresentano solo un supporinterfaccia digitale e senza dover ricorrere a dati separatamente archiviati e pro- to e dunque solo una fase dell’intero processo metodologico precedentemente proposto. Si definisce invece metodo: Ogni procedimento volto alla conoscenza venienti da diverse fonti. e alla sistematizzazione di ciò che via via si acquisisce, in base a criteri generali Grazie alla possibilità di organizzare i dati in un unico ambiente di lavoro che assicurino non soltanto la significatività e la comunicabilità dei risultati, ma Grasshopper 3D garantisce, in ogni fase del processo progettuale, la presenza di anche la riproducibilità e la verificabilità di essi [2]. due fondamentali caratteristiche: - Interoperabilità dei dati, ossia la capacità dei componenti e delle applicazioni 1  Tedeschi, Arturo, Architettura parametrica: introduzione a Grasshopper. (hardware/software) di condividere informazioni tra di essi ed esserne in grado 2  Encicopedia Treccani, www.treccani.it

PARTE I GLI STRUMENTI IT NEL PROGETTO DEGLI SPAZI APERTI 20


DALLA CAVALETTA ALLA CITTÀ: STRUMENTI IT E STRUMENTI PARAMETRICI

IMMAGINE 1.4 Interazione fra i vari strumenti IT: i dati possono essere importati o elaborati in un unico ambiente, secondo un processo circolare, che consente variazioni e verifiche. Ciò, inoltre, garantisce la valutazione degli effetti che, lo spazio estero, produce sul microclima interno.

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ADati fra software madre e add-on Ladybug e Honeybee, Grasshopper add-ons ENVI-met, software di analisi microclimatiche Leonardo, ENVI-met add-on per la gestione dei dati ambientali

PARTE I GLI STRUMENTI IT NEL PROGETTO DEGLI SPAZI APERTI 21

Ecotect, software di simulazione ambientale GeCo, Grasshopper add-on, bridge con Ecotect Galapagos, risolutore evolutivo per l’ottimizzazione ambientale


Calore. Ecco che cosa significano per me le città grosse. Si scende dal treno, si esce dalla stazione e si è presi dalla scalmana. Il calore dell’aria, del traffico, della gente. Il calore del cibo e del sesso. Il calore dei grattacieli. Il calore che esce dalla metropolitana e dalle gallerie. Nelle città grosse ci sono almeno cinque gradi di piú. Il calore si leva dai marciapiedi e cala dal cielo inquinato. Gli autobus sbuffano calore. (Don DeLillo, Rumore bianco)


IL CAMBIAMENTO CLIMATICO: DEFINIZIONE E SCENARI FUTURI

PARTE II IL CAMBIAMENTO CLIMATICO

2.1 IL CAMBIAMENTO CLIMATICO: DEFINIZIONE E SCENARI FUTURI

S

i definisce Cambiamento Climatico Globale (più spesso riportato nella sua versione inglese come Global Climate Change):

Cambiamento climatico attribuito direttamente o indirettamente all’attività umana che altera la composizione dell’atmosfera globale e che si aggiunge alla variabilità naturale del clima osservata in periodi di tempo comparabili[1]. Ne discende che il Cambiamento Climatico rappresenta, appunto, un fenomeno a scala globale, assumendo, negli ultimi decenni, intensità e frequenza sempre più ampie, venendo percepito da strati sempre più ampi della popolazione mondiale: Secondo il rapporto del norvegese Jorgen Randers, la temperatura media del pianeta salirà di due gradi entro il 2052 provocando un un surriscaldamento precoce e inarrestabile che porterà solo danni al pianeta”. “L’umanità - scrive Randers - potrebbe non sopravvivere sul pianeta se continuerà sulla sua via di eccessivi consumi e calcoli a corto termine”. “Ormai continua - abbiamo superato la disponibilità di risorse della Terra, e in alcuni casi vedremo collassi su scala locale già prima del 2052. Emettiamo due volte la

quantità di gas di serra in un anno che può essere assorbita dalle foreste e dagli oceani del pianeta”[2]. Uno degli effetti di tale fenomeno di ciò è che esso determina conseguenze anche sul modo di intervenire e trasformare l’ambiente urbano e il patrimonio costruito. Come infatti riporta Mario Cucinella: L’internazionalizzazione dei processi del costruire indifferente ai luoghi, alle culture, alle condizioni paesaggistiche, ha creato una diffusione di modelli non adeguati al clima e alle condizioni locali, tanto da trasformare il costruito non in opportunità, ma in problema energetico planetario[3]. E’ chiara quindi la responsabilità del ruolo dell’architetto in termini di adeguamento del progetto al Cambiamento Climatico, esigenza quest’ultima che non può essere banalizzata ad un semplice vezzo ecologista, ma concepita come una vera e propria necessità architettonica. Per poter avere un quadro degli effetti che i cambiamenti climatici avranno a livello globale, è possibile fare riferimento agli RPC (Rapresentative Concen2  Surriscaldamento globale, siamo al punto di non ritorno, La Repubblica, 26 Maggio 2012.

1  United Nation Framework Convention on Climate Change (UNFCCC), Article 1.

3  Cucinella, Mario, (www.mariocucinella.com)

PARTE II IL CAMBIAMENTO CLIMATICO 23


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

tration Pathways), quattro proiezioni di concentrazione (e non emissione) di gas serra redatte dall’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) in occasione del Quinto rapporto di Valutazione (Fifth Assessment Report AR5) tenutosi nel 2014, sostituendosi pertanto agli SRES (Special Report on Emissions Scenarios), pubblicati dallo stesso ente nel 2000. Tali proiezioni descrivono quattro possibili futuri scenari climatici globali, che sono tutti considerati possibili a seconda di quanti gas serra sono emessi negli anni a venire. I quattro RCP, RCP2.6, RCP4.5, RCP6, e RCP8.5, prendono il nome da un possibile intervallo di valori forzante radiativo nel 2100 (+2,6, +4,5, +6,0, e 8,5 W /m2, rispettivamente) rispetto ai valori pre-industriali. Le proiezioni RCP sono coerenti con una vasta gamma di possibili cambiamenti nelle emissioni antropiche di gas serra, andando così a descrivere quattro possibili scenari futuri: - RCP 2.6: Le emissioni annuali globali raggiungono il picco tra il 2010 e il 2020, con un calo delle stesse da tale periodo fino al 2010-2100. - RCP 4.5: Le emissioni annuali globali raggiungono il picco attorno al 2040, delineando in seguito.

- RCP 6: Le emissioni annuali globali raggiungono il attorno al 2080, declinando in seguito. - RCP 8.5: Le emissioni annuali globali incrementano costantemente per tutto il ventunesimo secolo. Principali conseguenze del surriscaldamento terrestre consistono in un aumento della temperatura globale terrestre fra i 2° e i 4° (a seconda dei differenti scenari considerati) entro il 2080 ed altri fenomeni locali. Fra quest’ultimi, per quanto riguarda il caso europeo, si assiste ad un costante fenomeno di tropicalizzazione del mediterraneo e migrazione lessepsiana. Per quanto riguarda il caso della penisola italiana, per avere un’idea dei possibili effetti che il cambiamento climatico può operare sul suolo italiano, è possibile fare riferimento al modello HADCM3 (più facilmente applicabile alla scala locale), elaborato dall’ IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) al quale corrispondono le due classi di scenari IPCC A2 e IPCCB2. Fra i principali cambiamenti si assiste ad una variazione ed alterazione delle zone climatiche italiane. Inoltre “Il modello di previsione adottato, relativamente alla situazione italiana, vede per i due scenari un incremento della

PARTE II IL CAMBIAMENTO CLIMATICO 24


IL CAMBIAMENTO CLIMATICO: DEFINIZIONE E SCENARI FUTURI

temperatura media di gennaio variabile a seconda del territorio considerato. In 0.5 °C nel 2020, di 1.8 °C nel 2050 e di 3.2 °C nel 2080, mentre per il B2a, rispetsingole porzioni del territorio, si arriverebbe ad un aumento di 4.4 °C nel 2080 tivamente, di 1 °C, 1.9 °C e 2.2 °C”. per lo scenario A2a. In media, per lo scenario A2a si avrebbe un incremento di A - Molto fredda (< -8 °C) B - Fredda (da -8 a -4 °C) C - Temperata (da -4 a 0 °C) D - Temp.-calda (da 0 a +4 °C) E - Calda (da +4 a +8 °C) F - Molto calda (> +8 °C)

(B) 2020 B2A (A) 2020 A2A

(B) 2020 B2A

(D) 2050 B2A (C) 2020 A2A

(D) 2050 B2A

CAMBIAMENTO ANNUALE, ESTIVO ED INVERNALE DI TEMPERATURA PROEVISTO PER GLI SCENARI RCP 4.5 ED RCP 8.5 Area esterna all’analisi .5

2 0a

2.

.0

2.

3 5a

.5

3.

3 0a

.0

3.

4 5a

.5

4.

4 0a

.0

1.

2 5a

.5

5.

5 0a

.0

5.

6 5a

.0

1.

2 5a

°C

(F) 2050 B2A (E) 2080 A2A

(F) 2050 B2A

IMMAGINI 2.1 & 2.2 A sinistra: (2.3) Cambiamento della temperatura media superficiale in Europa tra il periodo compreso tra gli anni 1971-2000 d il futuro scenario compreso tra gli anni 2081-2100 secondo le RCP 4.5 e RCP 8.5. (European Environment Agency (http://www.eea.europa.eu). A destra: (2.5) Estensione delle sei zone termiche per gli scenari A2a e B2a del modello HADCM3, negli anni 2020 (A-B), 2050 (C-D) e 2080 (E-F), (G. Pignatti, La vegetazione forestale di fronte ad alcuni scenari di cambiamento climatico in Italia, Italian Society of Silviculture and Forest Ecology, 2011). PARTE II IL CAMBIAMENTO CLIMATICO 25


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

Ciascuno degli scenari RCP precedentemente illustrati prende in considerazione una certa quantità di CO2 che sarà emessa entro il 2100 e ciascuno scenario conduce a risultati diversi sull’entità dei cambiamenti climatici prodotti dalle attività umane. I cambiamenti climatici continueranno anche dopo il 2100 e le temperature rimarranno elevate per molti secoli anche dopo che le Impatti dei cambiamenti climatici sulle attività economiche Business as usual RCP 8.5

Tra probabile ed improbabile che si superino i 4°C

emissioni di CO2 saranno cessate. è tuttavia possibile, se non annullare, per lo meno minimizzare le emissioni di gas serra, raggiungendo così lo scenario dagli esiti meno negativi Ciò è possibile incoraggiando le decisioni degli enti politici e governativi. I vantaggi di una simile politica sono numerosi ed evidenti (si veda l’illustrazione sottostante). Impatti dei cambiamenti di politiche su economie ed imprese

Poca Mitigazione RCP 6.0

Forte Mitigazione RCP 4.5

Probabile che si superino i 2 °C

Molto probabile che non si superino i 2 °C

PARTE II IL CAMBIAMENTO CLIMATICO 26

Mitigazione “aggressiva” RCP 2.6

Non probabile che si superino i 2 °C


IL CAMBIAMENTO CLIMATICO ALLA SCALA URBANA

2.2 IL CAMBIAMENTO CLIMATICO ALLA SCALA URBANA Il Cambiamento Climatico produce non soltanto fenomeni considerevoli alla macroscala, in quanto quest’ultimi possono determinare a loro volta, a seconda della loro intensità e delle caratteristiche costruttive dei contesti urbani, effetti, più o meno considerevoli, alla scala urbana. E’ proprio nel contrastare tali fenomeni che si evince la responsabilità dell’architetto in merito al Cambiamento Climatico, dovendo apportare nel progetto soluzioni idonee EFFETTI LEGATI ALL’ISOLA DI CALORE:

a contrastare, o per lo meno diminuire d’intensità, quelli che sono gli effetti alla scala urbana. Fra i principali di essi se ne considerano due i quali possono esser considerati le conseguenze alla scala urbana dei principali effetti a livello globale del Cambiamento Climatico: l’Isola di Calore Urbana (in inglese Urban Heat Island o UHI), connesso alle Ondate di Calore e al generalizzato aumento della temperatura media globale e il Pluvial Flooding, derivante dall’aumento delle precipitazioni. EFFETTI LEGATI AL PLUVIAL FLOODING:

AUMENTO DELLA TEMPERATURA PERCEPITA NEI CENTRI URBANI

DANNI INFRASTRUTTURALI

CONCENTRAZIONE DI GAS SERRA NEI CENTRI URBANI

DANNI ECONOMICI

MINOR RAFFRESCAMENTO NOTTURNO

DANNI AL PATRIMONIO EDILIZIO

DIMINUZIONE DELLA CAPACITÀ DI EVAPOTRASPIRAZIONE DEL SUOLO

SOVRACCARICO DEL SISTEMA DI DRENAGGIO URBANO

30%

Acqua dispersa per evapotraspirazione

55% Infiltrazione superficiale 5%

10%

Acqua in eccesso (water runoff)

Infiltrazione superficiale PARTE II IL CAMBIAMENTO CLIMATICO 27


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

2.3 PRINCIPALI EFFETTI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO NELLA REGIONE CAMPANIA Per analizzare gli effetti del cambiamento climatico in Campania nel 2015 è stata realizzata una simulazione dal Centro Italiano Ricerche Aerospaziali (Cira) e dal Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc) in collaborazione con l’Autorità di bacino regionale della Campania Centrale, basandosi sui dati relativi agli scenari di cambiamento climatico del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Ipcc) e analizzando due periodi, compresi tra il 2021-2050 e 2071-2100. I risultati della simulazione hanno in particolare evidenziato i seguenti fenomeni: - Aumento delle temperature medie fino a 2° e fino a 3° entro la fine del secolo;

temperatura corrisponde anche un maggior riscaldamento delle masse d’acqua e quindi anche un aumento dell’evaporazione: la maggiore energia in gioco determina quindi che le maggiori masse d’acqua evaporate vadano poi a determinare successivi rovesci più intensi in forma di temporali, uragani e trombe d’aria.[1] Questi fenomeni, unitamente all’inadeguatezza delle infrastrutture fognarie a rispondere ad eventi di portata eccezionale, sono causa principale del fenomeno di “pluvial flooding”.

1  Rete clima, Cambiamenti climatici ed aumenti delle precipitazioni piovose estreme (alluvioni e “bombe d’acqua”), 20 Agosto 2012.

- Diminuzione delle precipitazioni estive del 30% nel periodo 2021-2050 e del 70% entro la fine del secolo; - Aumento delle precipitazioni invernali del 20%; - Peggioramento del dissesto idrogeologico e conseguente aumento nel rischio di frane. Confrontando i dati relativi alle precipitazioni, registrati negli ultimi 100 anni, si è rilevato un calo globale del 5%. Inoltre, gli studi segnalano che, rispetto a trent’anni fa, i giorni di pioggia annui sono diminuiti di circa 10-14 unità e che contemporaneamente è notevolmente aumenta l’intensità di pioggia (mm di pioggia oraria). Questa variazione provoca fenomeni di piena, soprattutto a carico dei piccoli bacini imbriferi, con frequenti inondazioni e gravi dissesti idrogeologici. Il numero delle frane e degli smottamenti è in aumento. Secondo il Prof. Colin Price, coordinatore del Dipartimento di Geofisica e di Scienze Atmosferiche e Planetarie dell’Università di Tel Aviv, l’aumento della temperatura media terrestre corrisponde ad un aumento dell’intensità dei fenomeni piovosi ed alluvioni, generando così le cosiddette “bombe d’acqua” o “bombe di pioggia” (e le conseguenti alluvioni). Infatti, un aumento della PARTE I IL CAMBIAMENTO CLIMATICO 28


PRINCIPALI EFFETTI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO NELLA REGIONE CAMPANIA

IMMAGINI 2.3, 2.4, 2.5 & 2.6 Nella pagina a fianco: (2.3) Testimonianza di un fenomeno di pluvial flooding a Napoli (Ottobre 2014). Pagina corrente, da sinistra a destra, dall’alto in basso: (2.4) Temperature media annua in °C relativa al periodo 1951-1980 (A) e 1981-1999 (B); (2.5) Precipitazioni medie annue (mm/ anno) relative al periodo 1951-1980 (A) e 1981-1999 (B); (2.6) Picco delle piogge (Rain Peak) in Campania: Il grafico mostra come l’aumento delle precipitazioni invernali la contemporanea diminuzione di quelle estive comporti il verificarsi di precipitazioni in intervalli di tempo molto ristretti con modalità estremamente severe (presenza di molta acqua in spazi ristretti e per un massimo di due volte all’anno).

rain peak

160

140

140 A

B

120

120

126

125

119

100

rain peak

160

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140 120

120

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125

119

80

0

60

Lin 51

40

22

20 1885

1915

mm A

60

20

m

0

100

40

80

B

Linear (mm)

51 22

PARTE I IL CAMBIAMENTO CLIMATICO 29

1921

1947

1957

1979

1986

2001


Ciò che manca molto spesso nell’architettura contemporanea adesso è un legame con la storia. (Jean Nouvel)


LA DUCHESCA E PORTA CAPUANA: A CAVALLO FRA PIÙ EPOCHE

PARTE III CARTE E DOCUMENTAZIONE STORICA

3.1 LA DUCHESCA E PORTA CAPUANA: A CAVALLO FRA PIÙ EPOCHE

N

el seguente capitolo verrà introdotta (dopo aver definito quelle che sono le premesse del progetto) l’area di studio prescelta per l’applicazione delle soluzioni definite, che diverrà da questo momento in poi oggetto principale della trattazione. Nel caso specifico si è voluto scegliere come zona d’indagine una porzione del centro storico della città di Napoli a cavallo fra la città antica (di origine greco-romana) e le stratificazioni successive. Le ragioni alla base di questa scelta sono varie: da un lato v’è la volontà di definire un metodo progettuale di adeguamento alle nuove esigenze (particolarmente connesse al fenomeno di Climate Change) ad un contesto storico, nella convinzione di garantire così, nel riqualificare quello è che è il cuore di un centro urbano, non soltanto vantaggi di ordine ambientale e sociale, ma anche economici, particolarmente connessi ad un incremento del turismo; dall’altro lato, tuttavia, la scelta è ricaduta in una porzione della città storica non appartenente al tessuto antico (e come vedremo successivamente, solo parzialmente parte dell’area protetta World Heritage UNESCO), per evitare che eccessive condizioni vincolanti potessero compromettere l’applicazione della definizione metodologica trattata. Risulta quindi già chiaro come la zona di studio sia caratterizzata da delle peruliarità storiche derivanti dalla sua natura di area a cavallo fra diverse stra-

tificazioni storiche: da un lato, infatti, ad est, i margini della città medievale, come dimostra la presenza ancora oggi visibile dei confini delle cinta murarie di epoca aragonese; dall’altro lato, invece, le successive espansioni settecentesche ed ottocentesche; infine, Piazza Garibaldi e l’area definita del “Vasto”, ad ovest, fanno di questa zona una vera e propria porta verso la periferia orientale. Nelle seguenti illustrazioni e schede saranno brevemente descritte le principali fasi della trasformazione storica dell’area di progetto, facendo particolare riferimento all’evoluzione del confine fra la città medievale e la città orientale, leggibile nelle trasformazioni subite nel corso del tempo dalla murazione aragonese, la quale ha sempre reso chiaramente leggibile la divisione fra una città interna ed una città esterna, inizialmente occupata dalle paludi. Tale divisione, col passare del tempo, in seguito al disgregarsi del confine delle mura e alla crescente urbanizzazione degli spazi esterni, è andata perdendosi e nel contempo altre realtà urbane sono andate a caratterizzare lo spazio della città esterna, prime fra tutte il grande vuoto di Piazza Garibaldi, le cui trasformazioni sono strettamente connesse alle storie delle diverse stazioni che nel tempo in quest’area si sono succedute. Si precisa che i dati riportati in questo capitolo non rappresentano un’indagine di natura storiografica, quanto piuttosto un compendio di informazioni storiche e cartografiche che andranno successivamente ad arricchire e motivare il progetto urbano.

PARTE III CARTE E DOCUMENTAZIONE STORICA 31


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

PRINCIPALI CARTE STORICHE: IL RAPPORTO FRA MURA, CITTÀ INTERNA E CITTÀ ESTERNA

Città dentro le mura

1566

Città fuori le mura

Tracciato mura aragonesi

Assialità principali fuori le mura

PIANTA DI DUPERAC-LAFRERY (1566)

PIANTA DEL DUCA DI NOJA (1775)

- Prima documentazione cartografica del confine orientale delle mura aragonesi. - Divisione ben leggibile fra la città interna stratificata e la città esterna. - Presenza di una lottizzazione ad impianto ortogonale in corrispondenza dell’area dei Giardini della Duchesca.

- Le mura aragonesi sono ancora integralmente presenti. - Intensificazione dell’edilizia in prossimità del quartiere della Duchesca. - Prima testimonianza delle espansioni settecentesche fuori i confini delle mura aragonesi.

1628

1775

1872

CARTA ALESSANDRO BARATTA (1628)

CARTA SCHIAVONI (1872)

- La città fuori le mura è ancora priva di edificazione e occupata interamente dalle paludi

- Continua l’edificazione fuori i confini delle mura. - Prima testimonianza di aperture attraverso le murazioni - Presenza della Stazione ferroviaria nell’attuale Piazza Garibaldi

PARTE III CARTE E DOCUMENTAZIONE STORICA 32


LE TRASFORMAZIONI DI PIAZZA GARIBALDI E DELL’IMPIANTO ASSIALE

3.2 LE TRASFORMAZIONI DI PIAZZA GARIBALDI Uno degli elementi più caratterizzanti il contesto dell’area di progetto è sicuramente il grande spazio di Piazza Garibaldi, soprattutto in virtù delle drastiche trasformazioni subite da quest’ultimo nel tempo. Lo spazio venne originariamente occupato nel XIX secolo dalla prima stazione ferroviaria, la quale, oltre ad occupare quasi interamente lo spazio della attuale piazza, presentava un fortissimo impianto assiale che si interrompeva solo in prossimità delle mura, all’epoca della realizzazione ancora presenti. Tale impianto assiale, successivamente, in seguito al Risanamento di Napoli, venne prolungato ulteriormente fino all’interno del quartiere Duchesca, con lo sventramento parziale di quest’ultimo e la creazione dello spazio della Piazza-Via Mancini. La decisione di demolire la suddetta stazione nel dopoguerra fece sì che per decenni lo spazio di Piazza Garibaldi si trasformasse in un caos urbano

informe, che ha ritrovato ordine soltanto recentemente, con la realizzazione del progetto della Stazione metropolitana e dell’allestimento della Piazza di Dominique Perrault, il quale ripristina l’originario impianto assiale della Piazza. IMMAGINI 3.1, 3.2 & 3.3 A destra: (3.1) La Stazione ottocentesca di Piazza Garibaldi In Basso: (3.2) Piazza Garibaldi negli anni ‘90; (3.3) Render del progetto, non ancora ultimato del nuovo allestimento di Piazza Garibaldi e della Stazione metropolitana di Dominique Perrault.

PARTE III CARTE E DOCUMENTAZIONE STORICA 33


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

LE TRASFORMAZIONI DI PIAZZA GARIBALDI E DELL’IMPIANTO ASSIALE PIAZZA GARIBALDI E LA STAZIONE OTTOCENTESCA

PIAZZA GARIBALDI NEL SECONDO DOPOGUERRA

La stazione ottocentesca per Piazza Garibaldi occupava gran parte dello spazio occupato dall’attuale piazza. La stazione presentava un’andamento assiale, che si interrompeva in prossimità delle cortina delle mura aragonesi

La demolizione della stazione ottocentesca determinò la nascita nella Piazza di un vuoto caotico, privo di identità urbana, che sarebbe rimasto irrisolto per quasi quarant’anni. Si perde completamente l’impianto assiale che aveva caratterizzato la piazza a partire dall’ottocento, conservatosi soltanto nella Piazza Mancini del quartiere della Duchesca.

Carta Schiavoni (1872). Dal 1867 al 1885

1885

Dal 1960 al 2015

LA DUCHESCA E IL RISANAMENTO DI NAPOLI

Napoli e Il Risanamento, Tavole 125 e 126.

Una conseguenza degli interventi del Risanamento di fine ottocento per l’area di progetto fu lo sventramento parziale dell’area della Duchesca, con l’accentuazione dell’assialità con Piazza Garibaldi.

PARTE III CARTE E DOCUMENTAZIONE STORICA 34

Oggi

PIAZZA GARIBALDI OGGI NEL PROGETTO DI PERRAULT

Il progetto attuale ed ancora in corso di realizzazione di Perrault da ordine al vuoto caotico della Piazza e ripristina l’originale assialità della stazione ottocentesca, assialità che prosegue nel quartiere della Duchesca attraverso Piazza Mancini.


IL PALAZZO IN VIA MANCINI: SPECULAZIONE EDILIZIA AI MARGINI DEL CENTRO STORICO

3.3 IL PALAZZO IN VIA MANCINI: SPECULAZIONE EDILIZIA AI MARGINI DEL CENTRO STORICO Con il boom economico degli anni cinquanta-sessanta, si sviluppa in Italia un conseguente boom edilizio dovuto allo spostamento di grandi quantità di popolazione, alle accresciute attività economiche ed una maggiore ricchezza diffusa. Le città si espandono senza che le amministrazioni né gli architetti ed urbanisti riescano a governare il fenomeno. In tale situazione i terreni inizialmente agricoli divengono in poco tempo aree edificabili. Lo speculatore non deve far altro che acquistare il terreno a prezzo agricolo ed aspettare le strade, le fognature, l’energia elettrica, ecc. che inevitabilmente verranno costruite. Non solo i terreni agricoli, ma anche le città storiche furono vittime di questo fenomeno, come dimostra il caso napoletano del palazzo sulla via Marina, detto “Palazzo Ottieri”, opera dell’imprenditore edilizio Mario Ottieri, che venne ad alterare inesorabilmente l’impianto dell’adiacente Piazza Mercato. Sem-

pre opera dell’Ottieri è il palazzo in via Mancini, definito da Giancarlo Alisio come uno spaventoso edificio eretto da una bieca speculazione edilizia[1], il quale, non solo, come il suo analogo in Piazza Mercato, supera per dimensioni e caratteristiche gli elementi del contesto circostante, ma costituisce una vera e propria interruzione della fuga prospettica che, partendo da Piazza Garibaldi, prosegue in via Mancini. Il fenomeno della speculazione edilizia napoletana viene denunciato dal film-inchiesta Le mani sulla città, da cui la celebre affermazione:

I personaggi e i fatti qui narrati sono immaginari, è autentica invece la realtà sociale e ambientale che li produce” 1  Alisio, Giancarlo, Napoli e il Risanamento, Recupero di una struttura urbana, Napoli, ESI, 1991, p. 460.

IMMAGINI 3.4, 3.5, & 3.6 Da sinistra a destra: (3.4) Interruzione della fuga prospettica che da Piazza Garibaldi prosegue nella Duchesca attraverso via Mancini; (3.5) Il Palazzo di Mario Ottieri in via Mancini; (3.6) Fotogramma de Le mani sulla città, regia di Francesco Rosi, 1963.

PARTE III CARTE E DOCUMENTAZIONE STORICA 35


Ogni volta che si entra nella piazza ci si trova in mezzo ad un dialogo. (Italo Calvino, Le cittĂ invisibili)


I PIANI REGOLATORI GENERALI E LA LETTURA FUNZIONALE-MORFOLOGICA

PARTE IV ANALISI URBANA

4.1 I PIANI REGOLATORI GENERALI E LA LETTURA FUNZIONALE-MORFOLOGICA

Napoli è una delle città più antiche d’Europa, il cui tessuto urbano contemporaneo preserva gli elementi della sua lunga ed importante storia.[1]

trettamente connessa all’analisi storica dell’area di studio è quella urbana, una fase nella quale l’area di studio viene analizzata non solo da un punto di vista morfologico e spaziale-funzionale, ma viene letta anche in funzione di quelle che sono le direttive proposte dai piani regolatori che si sono succeduti nel tempo. Ancora una volta, non si tratta di proporre una storiografia urbana del contesto, bensì di individuare dati, proposte e direttive che possano indirizzare o giustificare le scelte progettuali.

Successivamente, con delibera Gc 875/2012, è stato definito il Grande progetto UNESCO, volto alla conservazione e valorizzazione del centro storico di Napoli e distinguendo, in particolare, fra l’area del World Heritage UNESCO e quella cosiddetta Buffer zone, dove si definisce Buffer zone:

S

Una caratteristica che emerge ancora una volta dall’analisi è quella che vede l’area di progetto come una zona di confine fra diverse realtà urbane e spaziali, in particolare fra una città storica (comprendente sia il nucleo di origine greco-romana che le successive stratificazioni storiche) e una città metropolitana. Ciò è confermato non solo dalle zonizzazioni proposte dai vari piani urbanistici, fino all’ultimo piano del 2004 che prevede un’allargamento della zona A di insediamenti di interesse storico fino a comprendere le aree circostanti la Piazza Garibaldi, ma anche dalla zonizzazione proposta dal Grande Progetto UNESCO. Nel 1995, infatti, il centro storico di Napoli entra a far parte della World Heritage List dell’UNESCO, sulla base della seguente motivazione:

A Buffer Zone is an area surrounding the World Heritage Site that gives an added layer of protection to the Site[2]. Tutta la documentazione disponibile, dunque, propone una lettura dell’area come zona di “confine” fra diverse realtà, piuttosto che una zona dotata di un’identità univocamente definita, ed è proprio a partire da una lettura dell’area in tal senso che saranno orientate le singole soluzioni progettuali. 1 http://whc.unesco.org/en/list/726 2  In italiano: Buffer Zone è un’area che circonda il Sito del Patrimonio mondiale e che dona a quest’ultimo un livello aggiunto di protezione del Sito stesso; www.unesco.org

PARTE IV ANALISI URBANA 37


AREA UNESCO E BUFFER ZONE

Area di studio

World Heritage UNESCO

Unesco Buffer Zone


PIANO REGOLATORE GENERALE 1972

Zona A: conservazione dell’edilizia esistente e restauro conservativo Edifici pubblici di rilievo urbano e territoriale

Zona C: Risanamento e ristrutturazione dilizia Zona C: Ristrutturazione con prevalente utilizzazione per attrezzature e servizi nonchè per attività terziarie


PIANO REGOLATORE GENERALE 2004

Zona A: insediamenti di interesse storico

Zona B: Espansione recente Zona D: Nuovi insediamenti per la produzione di beni e servizi

Zona G: Insediamenti urbani integrati


EVOLUZIONE NELLA DEFINIZIONE DEL CONFINE DEL CENTRO STORICO

4.2 EVOLUZIONE NELLA DEFINIZIONE DEL CONFINE DEL CENTRO STORICO E IL DISSIPAMENTO DELLE MURA ARAGONESI Riassumendo le informazioni contenute nei piani urbanistici precedentemente analizzati è possibile definire una sintesi della variazione del confine del centro storico, dalla città aragonese fino ad oggi. Se infatti fino al ‘72 si assiste

ad una sostanziale coincidenza fra il limite occidentale del centro storico e le murazioni aragonesi, col passare del tempo si assiste invece ad un allargamento dello stesso, come dimostrano il Grande Progetto UNESCO e il Piano regolatore generale del 2004, nel quale, in particolare, il centro storico arriva a comprendere anche tutte le espansioni ottocentesche, quali l’area del Vasto. Della murazione aragonese, invece, pochi sono i frammenti superstiti e concentrati in particolare nell’area della Porta Capuana.

DALLA CITTÀ ARAGONESE FINO AL PRG DEL ‘72:

CENTRO STORICO SECONDO IL GRANDE PROGETTO UNESCO:

CENTRO STORICO SECONDO LA VARIANTE DEL 2015 AL PRG DEL 2004:

Sostanizale coincidenza fra il centro storico e l’area compresa nel confine delle Mura Aragonesi.

Apmliamento del centro storico rispetto alle precedenti definizione e distinzione di quest’ultimo dall’area di “buffer zone”, anch’essa di rilievo storico.

Il centro storico e la “buffer zone” della definizione UNESCO coincidono nella Zona A degli insediamenti di interesse storico.

Mura Aragonesi

Centro storico

“Buffer zone” UNESCO PARTE IV ANALISI URBANA 41


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

1.1 DEFINIZIONE DI CAMBIAMENTO CLIMATICO SCHWARZPLAN Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Proin nec malesuada sem, vel tempor nisi. Ut at varius arcu, sed vestibulum velit. Maecenas venenatis nulla at lorem hendrerit, non imperdiet ipsum pulvinar. Nunc vel fringilla ante. Praesent lectus purus, ornare a nisi non, pretium tempus nisi. Nulla facilisi. In vel dignissim metus. Ut non eros quis ante interdum dapibus. Cras aliquam efficitur elit sit amet dignissim. Mauris sodales iaculis erat, ut facilisis libero mollis vitae. Ut imperdiet pulvinar lectus, sed molestie ipsum feugiat in. Integer auctor massa a tempus pharetra. Morbi non felis lectus. Nam sit amet libero quis ex rhoncus dignissim. Quisque tincidunt ipsum facilisis, dapibus diam ullamcorper, suscipit leo. In quis orci turpis. Nam justo lacus, pellentesque eu pretium sit amet, tincidunt interdum dui. Proin ullamcorper placerat malesuada. Vivamus suscipit hendrerit facilisis. Donec porta pulvinar nulla. Donec malesuada libero varius nunc consequat egestas. Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Aenean volutpat metus eget urna scelerisque, a dapibus nisl imperdiet.

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EFFETTI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO

IMMAGINI 1 & 2COLLEGAMENTI METROPOLITANI PRINCIPALI Da destra a sinistra: (1) Il cambiamento climatico. L’idea è quella di trasmettere la fine del mondo a chi non ricicla;

Università e poli universitari

(2) New York distrutta. La famosa apocalisse di New York del 2025 fu dovuta a un eccesso di isteria collettiva che, unitamente alla tesi con Losasso, portò alla distruzione.

Istruzione

Musei e centri culturali

Biblioteca

Stazioni ferroviarie

Luoghi di culto

Tribunale

Ospedale

PARTE I IL CAMBIAMENTO CLIMATICO 43


EDILIZIA SPECIALISTICA E SPAZI VERDI

Edilizia specialistica

Edilizia seriale

Spazi Verdi Created by Andrew Nolte from the Noun Project


EFFETTI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO

IMMAGINI 1&2 4.3 IL SISTEMA DI VUOTI URBANI

Da destra a sinistra: (1) Il cambiamento climatico. L’idea Ilè quella risultato delle analisi condotte è laa definizione di trasmettere la fine del mondo chi non ricicla;dell’area di proget-

to come il sistema dei vuoti urbani compresi fra le differenti porzioni (2) New York distrutta. La famosa apocalisse di New York della (ledovuta espansioni ottocentesche, la cittàche, storica, l’area della del città 2025 fu a un eccesso di isteria collettiva Duchesca, e la Piazza Garibaldi) delle quali i vuoti rappresentano unitamente alla tesi con Losasso, portò alla distruzione. l’intersezione stessa. Il sistema si articola inoltre secondo una serie di assialità che rappresenteranno le principali direttrici di progetto e rispettivamente: - La direttrice che, riproponendo l’assialità della Piazza Garibaldi, raggiunge la città storica. - L’asse di Via Poerio che collega l’area di porta Capuana alla Piazza Garibaldi. - La direttrice che, passando per la Porta Capuana, ripropone il suo originario ruolo di congiungente la città storica ad oriente. - L’asse che, passando per la Piazza Principe Umberto, ricongiunge la zona afferente Porta Capuana e Piazza Garibaldi.

PARTE I IL CAMBIAMENTO CLIMATICO 45

Principali assialità


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

4.3 UNA LETTURA SOGGETTIVA: UNA ZONA DI TENSIONE Date le continue vicende storiche che hanno caratterizzato l’area d’esame e la sua natura di zona di bordo, la quale l’ha anche esposta nel tempo alle trasformazioni urbane tanto del tessuto storico, quanto di quello ottocentesco ed orientale, è possibile percepire in essa una sorta di tensione, come se lo spazio fosse coeso fra tre distinte forze attrartici: l’anima della città storica e medievale, che cerca nonostante le trasformazioni successive, di ritagliarsi un posto di primo piano; un moderno che, indifferente nei confronti della storia, si è inserito violentemente lasciando tuttavia un segno indelebile; infine un mondo contemporaneo, che vede quest’area, ed in particolare la vicina Piazza Garibaldi, proiettata verso quelle che sono le attuali trasformazioni di Napoli al ruolo di metropoli europea. Data questa particolare contingenza si ritiene nell’ambito di questo progetto di non poter ignorare ciascuna delle tre precedentemen-

te menzionate entità, ma anzi della necessità di considerarle, armonizzarle e convogliarle verso un’unica soluzione coerente alle necessità e ai bisogni della città attuale. In particolare, venendo da Piazza Garibaldi, si può osservare come l’assialità della piazza stessa prosegui verso il centro storico, tagliando nettamente l’originaria area de La Duchesca e riproponendo un modello urbanistico di tipo ottocentesco. La cosa che più colpisce l’attenzione, tuttavia, è come questa assialità non sia stata mantenuta nel tempo, venendo interrotta da un’edificio di XX secolo, indifferente, oltre che al precedentemente descritto schema urbano, anche alle caratteristiche del luogo. A questo scontro dialettico fra istanze ottocentesche e modernità si contrappone invece un’impianto urbano antico, ancora intatto nella sua griglia ortogonale e che racchiude al suo interno spazi e colori di una città che sembra bloccata nel tempo.

PARTE IV ANALISI URBANA 46


IMMAGINE 4.1 Il sistema dei vuoti urbani, vista volumetrica: la natura del contesto, come zona di bordo fra diverse realtà storiche ed urbane, se da un lato costituisce fonte di vitalità, dall’altro comporta che l’area sia caratterizzata da una profonda frammentazione e disaggregazione, come un confine sfrangiato, privo di ordine e autonomia.

Risulta ancora una volta chiara la peculiarità dell’area di progetto quale luogo di incontro fra diversi volti della città, nel cui perimetro ricadono spazi dotati di peculiarità urbane edilizie e storiche diverse. Subito al di fuori del perimetro definito è il vuoto di Piazza Garibaldi, da cui la necessità di confrontarsi nell’ambito delle definizioni delle soluzioni progettuali. PARTE IV ANALISI URBANA 47


L’architetturaha il suo proprio ambito di esistenza. Ha con la vita un rapporto corporeo, [...] involucro e sfondo della vita che scorre. (Peter Zumthor, Pensare Architettura)


LA LEZIONE DI CHI PRECEDE

PARTE V INTERVENTI E PROPOSTE NEL CONTESTO

5.1 LA LEZIONE DI CHI PRECEDE

U

ltimo step della fase di indagine storico-urbana consiste nello studio di tutte le proposte che hanno preceduto il suddetto lavoro. L’architettura infatti, si potrebbe dire, è una disciplina autoritaria, nel senso che qualsiasi intervento o proposta debba essere strettamente connessa alle teorie e le intuizioni elaborate da chi ha preceduto: ed è proprio in ciò che consiste il senso stesso della ricerca, che non consta di singoli traguardi isolati, configurandosi piuttosto come un continuum disciplinare. Tali proposte, pertanto, saranno analizzate non tanto al fine di fornire un compendio di diversi progetti caratterizzati da un minimo comune denominatore, quanto piuttosto al fine di, ancora una volta, trarre da esse informazioni, dati e soluzioni che, in virtù della loro autorevolezza, possono fungere da catalizzatore delle singole soluzioni progettuali. Inoltre, la maniera stessa in cui lo spazio viene letto ed interpretato nei singoli progetti illustrati fornisce un’ulteriore lettura del contesto che, altrimenti, sarebbe di difficile intuibilità.

collegamento metropolitane. Attualmente due sono gli interventi in fase di realizzazione: da un lato il progetto di riqualificazione della Porta Capuana e del tratto di mura aragonesi adiacente, nonché delle piazza circostanti; dall’altro la riqualificazione della Piazza Garibaldi in connessione al progetto realizzato della nuova stazione metropolitana. Nelle pagine successive verranno mostrati, attraverso delle immagini significative nonché delle brevi descrizioni, alcuni dei progetti selezionati, comprendendo sia proposte puramente accademiche, che interventi realizzati o in fase di realizzazione. I singoli progetti inoltre si differenziano tanto per la scala d’indagine quanto per l’ampiezza delle soluzioni. Verranno inoltre riassuntivamente illustrati alcuni dei principali temi progettuali che sono emersi da tale studio, temi che verranno quindi ripresi nella definizione del progetto architettonico e urbano.

Numerosi sono gli interventi e le proposte di progetto, tanto architettoniche, quanto accademiche, che hanno come tema gli spazi che caratterizzano l’area di progett. Ciò è dovuto alla particolare natura dell’area, da un lato a metà fra il confine del centro storico UNESCO e la zona definita di “buffer zone”, dall’altro in quanto nodo cruciale di collegamento fra il centro storico e la Napoli est ed infine per quanto riguarda gli interventi di realizzazione delle nuove linee di PARTE V INTERVENTI E PROPOSTE NEL CONTESTO 49


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

5.2 LE PROPOSTE DI ROBERTO PANE: L’ISOLAMENTO DI SANTA CATERINA A FORMIELLO E IL RESTAURO URBANISTICO DEL CENTRO STORICO

e alla Porta. Per gli spazi compresi fra le superstiti torri delle mura egli propone una sistemazione a verde, così da conservare la leggibilità dei tracciati e della murazione

Tra il 1926 ed 1927 Roberto Pane collabora con Giovannoni alla commissione per il piano regolatore di Napoli, per il quale studia alcune sistemazioni urbane, tra le quali la liberazione del fianco di Santa Caterina a Formiello. Secondo Pane, infatti, attraverso la demolizione dell’edificio addossato al fianco destro della chiesa e la parziale liberazione della Porta Capuana, sarebbe stato possibile ripristinare l’immagine originaria della chiesa rinascimentale, il cui fianco era stato appunto concepito per poter essere letto nella sua integrità. Al 1971 risale Il centro antico di Napoli, nel quale il restauratore delinea un piano d’intervento per il centro della città, basato sull’analisi dei valori ambientali. Nel caso specifico dell’area di Porta Capuana Pane ripropone il tema dell’eliminazione delle superfetazioni al fine di dar respiro alla Chiesa di S. Caterina

PARTE V INTERVENTI E PROPOSTE NEL CONTESTO 50


UN PROGETTO PER NAPOLI: CORSO GARIBALDI E L’ALBERGO DEI POVERI

5.3 UN PROGETTO PER NAPOLI: CORSO GARIBALDI E L’ALBERGO DEI POVERI Il progetto proposto da Agostino Renna in occasione del cinquantenario della Facoltà di Architettura di Napoli parte dal presupposto che l’area del progetto, il cui impianto è fissato dall’intervento ottocentesco a ridosso del Centro Storico, è un luogo nevralgico nel sistema urbano napoletano e che la cerchia delle mura, in parte tangente ad essa, segna i due grandi tempi della costruzione della città. Poste tali premesse l’intervento si basa sulla riproposizione delle mura aragonesi quale confine fra una città stratificata e l’originariamente spazio esterno delle paludi: un segno, quest’ultimo, che non è soltanto urbano, ma soprattutto storico e che, nell’ipotesi di Renna torna a vivere a scapito delle trasformazioni urbane ed edilizie successive. L’architetto, inoltre, ripropone l’originaria idea di Pane (precedentemente illustrata nel corso di questa trattazione) di un parco verde a ridosso delle mura aragonesi, ottenuto grazie al parziale abbattimento dalle espansioni ottocentesche e novecentesche, con il duplice scopo sia di dare un respiro ai superstiti ruderi delle antiche mura, sia di ristabilire un sistema di connessioni fra gli spazi esterni e la città storica. Un ulteriore asse verde tangente le mura stabilisce infine una connessione fra l’Albergo dei Poveri e gli spazi sopracitati.

IMMAGINI 5.1, 5.2, 5.3 & 5.4 Nella pagina a fianco, da sinistra verso destra: (5.1) progetto di isolamento di Santa Caterina a Formiello (Architettura ed Arti decorative, VI, 10, 1927); (5.2) Planimetria e connessione Albergo dei poveri e Mura aragonesi (Roberto Pane, Il centro antico di Napoli: restauro urbanistico e piano di intervento, 1971) Pagina corrente, da sinistra a destra: (5.3) Veduta da sud dell’intervento; (5.4) Planimetria e connessione Albergo dei poveri e Mura aragonesi (Progetti per Napoli: Università degli Studi di Napoli facoltà di Architettura Celebrazione del Cinquantenario della Fondazione, a cura di Giancarlo Alisio, Alberto Izzo, Roberta Amirante, 1987).

PARTE V INTERVENTI E PROPOSTE NEL CONTESTO 51


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

5.4 IL PROGETTO DI DOMINIQUE PERRAULT DELLA NUOVA STAZIONE METROPOLITANA DI PIAZZA GARIBALDI Il progetto di ridisegno di piazza Garibaldi comincia nel 2004, quando Dominique Perrault, architetto parigino di fama internazionale, riceve l’incarico dal Consorzio Metropolitana di Napoli (MN). La sfida si presenta subito enorme. Infatti, con la demolizione della vecchia stazione centrale negli anni ’60 e l’arretramento del fascio di binari nella posizione dell’attuale stazione, piazza Garibaldi si trasforma in un enorme vuoto urbano di quasi sei ettari. L’intervento, dunque, prima di essere di tipo urbanistico ed architettonico, è sociale: l’occasione dell’arrivo di una nuova importante linea di trasporto pubblico diventa un vettore di riqualificazione economica e culturale di quella che è, a tutti gli effetti, la porta principale di accesso della città.

Da queste premesse, la nuova piazza Garibaldi viene quindi immaginata come un luogo d’incontro e non di semplice passaggio. Sul lato sud (inaugurato ad Aprile 2015), cogliendo la necessità di dover collegare la stazione della Linea 1 (collocata al centro della piazza) con la Stazione Centrale e la stazione della Linea 2, Perrault realizza una vera e propria galleria commerciale – piazza ipogea a circa dieci metri di profondità. A coprire l’asse attrezzato vi è la scenografica pensilina in carpenteria d’acciaio, che, se da un lato richiama la copertura della Stazione Centrale disegnata dal grande architetto Pier Luigi Nervi, dall’altro rielabora in maniera moderna il tema dell’albero artificiale. La copertura, che parte dal livello della piazza ipogea, si articola come un gigantesco pergolato in forma di una foresta di alberi metallici per un’altezza totale di 16,5 metri, e si sviluppa, nelle parole di Perrault, come una superficie prismatica cangiante

PARTE V INTERVENTI E PROPOSTE NEL CONTESTO 52


IL PROGETTO DI DOMINIQUE PERRAULT DELLA NUOVA STAZIONE METROPOLITANA DI PIAZZA GARIBALDI

alla luce per effetto della verniciatura metallica della struttura e delle vele, realizzate in PVC microforato. Sul lato nord è invece prevista la realizzazione di un parcheggio sotterraneo da circa 300 posti auto e un parco pubblico. Un’altra zona verde sorgerà invece attorno la statua di Garibaldi, verso corso Umberto, dove sarà valorizzata anche l’attuale linea tranviaria.

IMMAGINI 5.5, 5.6, 5.7, 5.8, 5.9, 5.10 & 5.11 Nella pagina a fianco, da sinistra verso destra, dall’alto in basso: (5.5) & (5.6) Immagini di progetto (Attu Studio, http://www.attu.it/); (5.7) dettaglio delle tensostrutture (Foto di Peppe Maisto). Pagina corrente, da sinistra verso destra, dall’alto in basso: (5.8) Schizzo di Perrault dell’albero artificiale; (5.9) & (5.10) pianta e sezione di progetto (Archdaily, Piazza Garibaldi / Dominique Perrault Architecture, http://www.archdaily.com/541617/piazza-garibaldi-dominique-perrault-architecture-2); (5.11) Diagramma di composizione degli alberi artificiali (Progettare Architettur, Perrault e la stazione Garibaldi della metropolitana di Napoli, http:// www.progettarearchitettura.it/perrault-e-la-stazione-garibaldi-della-metropolitana-di-napoli/)

PARTE V INTERVENTI E PROPOSTE NEL CONTESTO 53


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

5.5 PIANO REGOLATORE GENERALE DELLA CITTÀ DI NAPOLI DEL 1958 Un ultimo intervento che si tiene particolarmente ad analizzare consiste nell’insieme di proposte per la riqualificazione dell’area di Porta Capuana e delle mura aragonesi contenute nella carta del Piano Regolatore generale di Napoli del 1958. Si è infatti voluto esporre tale piano urbanistico in questa sede, piuttosto che nell’analisi dei piani urbanistici, sia perché esso non è stato mai approvato, sia perché risulta essere più interessante per le soluzioni di dettaglio proposte, piuttosto che per il suo aspetto propriamente urbanistico (circostanza, quest’ultima, che ne ha anche impedito l’attuabilità). Per l’area relativa alle Mura aragonesi, da Porta capuana fino alla Caserma Garibaldi, il piano propone una serie di interventi di piccoli diradamenti, in particolare degli edifici che, ancora oggi, impediscono la fruibilità delle mura aragonesi, e realizzazione di spazi aperti, garandendo la visibilità delle mura stesse, accentuata dalla presenza del parco delle mura, e spazi pubblici per la fruibilità dei monumenti e la collettività sociale. L’intervento ricorda non solo, in particolare per quanto riguarda le azioni di diradamento edilizio, quelle che sono le proposte suggerite successivamente da Pane nel 1971, precedentemente illustrate, ma anche il progetto-masterplan di Agostino Renna per la celebrazione del cinquantennio della Facoltà di Architettura di Napoli, caratterizzato, ugualmente, dalla realizzazione di un parco delle mura all’esterno della città stratificata.

IMMAGINE 5.12 Piano Regolatore generale del 1958, dettaglio degli interventi nell’area di Porta Capuana e delle Mura aragonesi.

PARTE V INTERVENTI E PROPOSTE NEL CONTESTO 54


PRINCIPALI TEMI D’ARCHITETTURA DEI PROGETTI E DEI DOCUMENTI ANALIZZATI

PRINCIPALI TEMI D’ARCHITETTURA DEI PROGETTI E DEI DOCUMENTI ANALIZZATI

1

Tema del confine fra Città dentro e fuori le mura

2

4

Tema dell’Isolamento di Santa Caterina a Formiello

Tema della Passeggiata sulle Mura Aragonesi PARTE V INTERVENTI E PROPOSTE NEL CONTESTO 55

3

5

Tema dell’Assialità fra Piazza Garibaldi e la Duchesca

Tema della Connessione delle preesistenze


Io sono me più il mio ambiente e se non preservo quest’ultimo non preservo me stesso. (Josè Ortega y Gasset)


VALUTAZIONE DEI DATI AMBIENTALI

PARTE VI ANALISI AMBIENTALE

6.1 VALUTAZIONE DEI DATI AMBIENTALI

S

lisi ambientali.

e le precedenti analisi e ricerche rappresentano un importante bagaglio di informazioni necessarie alla elaborazione delle soluzioni progettuali è nella fase di Analisi Ambientale (e alla successiva fase di Analisi degli indici di Benessere Termoigrometrico) che, potremmo dire, è racchiuso il cuore del seguente lavoro di tesi e ciò in virtù di diverse ragioni. In primo luogo, infatti è grazie ai risultati dell’Analisi Ambientale che è possibile abbracciare pienamente l’aspetto ambientale del progetto, elaborando delle soluzioni che, sempre nel rispetto delle ragioni più propriamente architettoniche, siano calibrate in funzione delle informazioni ambientali raccolte. In secondo luogo poiché è a partire da questa fase di analisi che si passa dall’ambito più tradizionale della ricerca a quello dell’utilizzo degli Strumenti di Information Technology, elaborando un modello, tridimensionale, ambientale e parametricamente controllato, che successivamente farà da base per tutte le successive analisi, scelte progettuali e verifiche. pertanto, una fase preliminare di quest’Analisi consiste nella realizzazione di un modello tridimensionale dell’area di progetto. Come già affermato nel Primo Capitolo (vedesi paragrafi 1.2 e 1.3) il software scelto consiste nel modellatore tridimensionale Rinocheros 3D, della Robert McNeel & Associates. Successivamente tale modello, grazie alla possibilità di sfruttare il linguaggio di programmazione visuale Grasshopper 3D e più precisamente gli associati plug-in open source Ladybug e Honeybee, verrà sottoposto ad opportune ana-

La scelta di utilizzare software a carattere parametrico, piuttosto che un tradizionale software di analisi ambientale, deriva proprio dalla possibilità di poter usare i dati, sia geometrici che numerici, provenienti dalle simulazioni in un unico ambiente di lavoro nel quale, ad ogni modifica, corrisponde una correzione dei risultati. Di seguito, attraverso una serie di schede illustrative, verranno mostrati i risultati provenienti dalle principali analisi ambientali svolte. In generale possiamo dire che l’area di progetto presenta delle condizioni ambientali al di sopra della soglia tollerabile, cosa che verrà più precisamente confermata nella fase di Analisi del Comfort Termoigrometrico.

PARTE VI ANALISI AMBIENTALE 57


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

6.2 ESTRAZIONE DEI DATI METEO Come già precedentemente affermato, in base a quelle che sono le premesse del lavoro di tesi, le seguenti analisi ambientali sono state valutate in ambiente parametrico, facendo uso in particolare del plug-in Ladybug, che, sfruttando l’interfaccia algoritmico-parametrica di Grasshopper3D, consente di elaborare ed interagire con diverse informazioni ambientali in un unico ambiente tridimensionale. Quest’ultime, a loro volta, sono calcolate in base ad un file meteo in formato .epw, un compendio di informazioni meteorologiche relative a più anni e ad una specifica stazione meteo, solitamente coincidente con la stazione meteo del più vicino aeroporto.

In particolare, grazie al componente ImportEPW contenuto in Ladybug, è possibile collegare il modello tridimensionale dell’area di studio alla piattaforma ambientale EnergyPlus, consentendo quindi l’estrazione e visualizzazione secondo diversi output grafici di tutte le informazioni ambientali elaborabili dal file meteo .epw di riferimento. Quanto più le informazioni contenute in questo file sono precise, tanto più accurate saranno le analisi svolte. Nella pagina a fianco saranno illustrate, in una serie di grafici, delle informazioni meteorologiche generiche relative all’area di studio e provenienti dal file meteo ITA_Napoli-Capodichino.162890; successivemante verranno riportate ulteriori analisi ambientali svolte sul modello dell’area studio.

TRASFERIMENTO DATI AMBIENTALI

VISUALIZZAZIONE OUTPUT GRAFICI

FILE .epw DELLA STAZIONE METEO

POSSIBILITÀ DI LEGGERE I SINGOLI DATI PARTE VI ANALISI AMBIENTALE 58


VALUTAZIONE DEI DATI AMBIENTALI

IMMAGINE 6.1 Definizione in ambiente Grasshopper3D dell’algoritmo usato per le analisi ambientali. Usando il modello geometrico dell’area studio come input geometrico e importando il file meteo tramite il componente ImportEPW è possibile sottoporre il modello a differenti analisi ambientali, i cui risultati sono riportati nelle schede seguenti

SKY DOM & ROSE SOLARI

IMPORT-EPW

INPUT GEOMETRICI

ANALISI RADIAZIONE SOLARE PARTE VI ANALISI AMBIENTALE 59

SUN LIGHT HOURS E STUDIO DELL’OMBREGGIAMENTO


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

ANALISI DELLA RADIAZIONE SOLARE ANALISI ANNUALI P.zze S. Francesco e Giovanni Leone

Piazza Principe Umberto

Periodo invernale

Periodo estivo

Analisi annuali

Duchesca

PARTE VI ANALISI AMBIENTALE 60

Viste prospettiche


SUNLIGHT HOURS

SUNLIGHT HOURS ANALISI ANNUALI, INVERNALI ED ESTIVE P.zze S. Francesco e Giovanni Leone

Piazza Principe Umberto

Periodo invernale

Periodo estivo

Analisi annuali

Duchesca

PARTE VI ANALISI AMBIENTALE 61

Viste prospettiche


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

STUDIO DELL’OMBREGGIAMENTO DIAGRAMMI D’OMBREGGIAMENTO: RANGE 8:00-19:00 P.zze S. Francesco e Giovanni Leone

Piazza Principe Umberto

Equinozio 20 Marzo e 22 Settembre

Solstizio d’Inverno 22 Dicembre

Solstizio d’Estate 21 Giugno

Duchesca

PARTE VI ANALISI AMBIENTALE 62

Butterfly Shadow Diagrams


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

FATTORE DI PERCENTUALE DI CIELO VISIBILE PER L’INDIVIDUAZIONE DEI CANYON URBANI

SKY VIEW FACTOR FATTORE DI PERCENTUALE DI CIELO VISIBILE PER L’INDIVIDUAZIONE DEI CANYON URBANI P.zze S. Francesco e Giovanni Leone

Piazza Principe Umberto

Percentuale di cielo visibile

Duchesca

Il fenomeno dell’Urban Canyon si verifica in strade finacheggiate da edifici alti, garantendo, da un lato, una maggiore area ombreggiata durante il giorno, contribuendo a generare, di contro, maggiori riflessioni della radiazione solare, che resta intrappolata nello spazio urbano. Il canyon inoltre ha anche conseguenze sulle correnti, determinando vortici d’aria qualora la direzione del vento sia parallela alla strada. Un indice per individuare e descrivere le condizioni termiche dei canyon urbani e lo Sky View factor - SVF, compreso tra 0 ed 1, ovvero la porzione di cielo visibile da un punto all’interno dello spazio urbano.

Effetti della forma urbana sulla radiazione e la ventilazione

Definizione per la valutazione dello Sky View Factor PARTE VI ANALISI AMBIENTALE 63

Viste prospettiche


Lo stile di vita e la forma urbana sono strettamemnte connessi; ecco perchè nel prossimo futuro dovremmo adattare il nostro ambiente costruito ad un clima diverso. (Bill Gething, Design for the future Climate Change)


COMFORT AMBIENTALE E BENESSERE TERMOIGROMETRICO

PARTE VII STRUMENTI IT PER L’ANALISI DEGLI INDICI DI BENESSERE TERMOIGROMETRICO 7.1 COMFORT AMBIENTALE E BENESSERE TERMOIGROMETRICO

C

onnessa alla fase di Analisi Ambientale è quella di Analisi del Benessere Termoigrometrico, la quale rappresenta il punto cruciale dell’intero lavoro analitico: è qui infatti che è possibile verificare se le condizioni ambientali dell’area di progetto siano effettivamente tollerabili e garantiscano lo svolgimento delle attività quotidiane. Si definisce comfort ambientale quella particolare condizione di benessere determinata, in funzione delle percezioni sensoriali di un individuo inserito in un ambiente, da temperatura, umidità dell’aria e livello di rumorosità e lumiVARIABILI SOGGETTIVE

nosità rilevati all’interno dell’ambiente. Si definisce, invece, benessere termoigrometrico (in inglese thermal comfort) quel particolare stato della mente che esprime soddisfazione con l’ambiente circostante. Il benessere si raggiunge a seconda delle relazioni che si instaurano tra le variabili soggettive e le variabili ambientali. Nel tempo sono stati definiti differenti indici per descrivere il benessere termoigrometrico, sia per quanto riguarda condizione interne (indoor) che esterne (outdoor). Nell’ambito del seguente lavoro di tesi si farà riferimento in particolare a tre differenti indici.

BENESSERE TERMOIGROMETRICO

VARIABILI AMBIENTALI

Attività svolta (methabolic rate)

Temperatura dell’aria

Vestiario

Umidità relativa dell’aria Velcità dei flussi d’aria Temperatura media radiante (mean radiant temperature MRT)

PARTE VII STRUMENTI IT PER L’ANALISI DEGLI INDICI DI BENESSERE TERMOIGROMETRICO 65


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

7.2 GLI INDICI DI BENESSERE A CONFRONTO Il Predicted Mean Vote (Voto Medio Previsto) è un indice di valutazione dello stato di benessere di un individuo che tiene conto delle variabili soggettive e ambientali; si tratta quindi di una funzione matematica che dà come risultato un valore numerico su una scala con range da -3 (indice di sensazione di troppo freddo) a +3 (indice di sensazione di troppo caldo), dove lo zero rappresenta lo stato di benessere termico. Essendo un indice sviluppato per le condizioni indoor, risulta non del tutto idoneo alle valutazioni outdoor. Non è espresso in gradi, non fornendo quindi una misura della temperatura percepita, ma risulta utile per comprendere nell’immediato condizioni di scomfort. L’Universal thermal Climate Index (Indice Universale di Clima Termico) è un indice che, tenendo conto della temperatura radiante, della radiazione solare, umidità relativa e velocità del vento, fornisce un valore della temperatiura che indica come da un individuo, in un dato contesto climatico, la temperatura sia percepita. Esso è pertanto basato su un equazione di bilancio energetico, indicativa dello stress termico percepito dagli individui in condizioni esterne. Ha il vantaggio di essere sviluppato unicamente per condizioni outoodr ed è espresso in gradi Celsius, fornendo quindi di un valore della temperatura percepita. Ha tuttavia un range di valori corrispondenti al comfort termico molto ampio, rendendolo più utile in fase d’analisi che di verifica di attendibilità del progetto La Physiological Equivalent Temperature (Temperatura Fisiologica Equivalente) è definita come la temperatura dell’aria per la quale, in un ambiente interno (senza vento e radiazione solare) il bilancio termico del corpo umano tra la temperatura interna e quella della pelle è equilibrato alle condizione assegnate. Si misura con una scala di valori in gradi Celsius dove l’intervallo da 18 °C a 23 °C corrisponde al benessere termoigrometrico. Analogamente all’UTCI viene espresso in gradi, rendendolo di facile interpretabilità. Ha inoltre un range di valori corrispondenti all’assenza di stress termico molto ristretto, rendendolo quindi un utile strumento per la definizione del progetto ambientale.

IMMAGINE 7.1 Grafici annuali degli indici di benessere PMV, UTCI e PET per le condizioni climatiche di Napoli (Simulazioni prodotte con: Ladybug, Grasshopper add-on.). Predicted Mean Vote

Universal Thermal Climate Index

Physiological Equivalent Temperature

PARTE VII STRUMENTI IT PER L’ANALISI DEGLI INDICI DI BENESSERE TERMOIGROMETRICO 66


ANALISI OLISTICA MICROCLIMATICA IN ENVI-MET

7.3 ANALISI OLISTICA MICROCLIMATICA IN ENVI-MET L’utilizzo di strumenti IT per la progettazione ambientale consente la valutazione per specifiche aree studio degli Indici di benessere termoigrometrico precedentemente introdotti. Nell’ambito del seguente lavoro di tesi verranno presentati i risultati ottenuti elaborati con il software ENVI-met System, un software di simulazione ambientale, che, attraverso la modellazione di aree urbane, ne consente di simulare il comportamento fisico e climatico, al fine di comprendere le interazioni fra gli elementi presenti all’interno delle stesse. Grazie a tale software è possibile conoscere, con elevata precisione, il valore dell’indice di benessere PMV per ciascuna cella d’analisi, oltre che altri valori utili nella determinazione del benessere ambientale, quali Velocità del Vento e Umidità Relativa. Al termine della simulazione i risultati possono essere estratti attraverso il software associato Leonardo, generando, per ogni dato ambientale un file .dat dei risultati delle analisi.

IMMAGINE 7.2 Definizione per l’importazione dei file .dat di ENVI-met in Grasshopper.

Al fine di rendere il processo di analisi ambientale parametrico e di lavorare con un unico modello tridimensionale in ambiente Rhinocheros 3D, grazie ad una definizione e la programmazione, nel linguaggio di programmazione C#[1], di opportuni componenti, i risultati delle analisi sono stati importati in Grasshopper 3D, rendendoli leggibili sulle singole facce di una mesh di dimensioni pari al quadrante analizzato in ENVI-met. Infine, per la valutazione del PET si è invece ricorso ad una scala di equivalenza con il PMV[2], convertendo i risultati espressi in quest’ultimo per mezzo di un opportuno componente programmato in codice C#.

1  I Codici e la Definizione suddetti sono stati scritti da ©Luciano Ambrosini, phd presso Università degli Studi di Napoli Federico II. 2  Pezzoli, Cristofori, Gozzini, Marchisio e Padoan, 9th Conference of the International Sports Engineering Association (ISEA), Analysis of thermal comfort in cycling athletes, Procedia Engineering – Social and behavioral sciences, 34, 2012. PARTE VII STRUMENTI IT PER L’ANALISI DEGLI INDICI DI BENESSERE TERMOIGROMETRICO 67


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

VALUTAZIONE DEGLI INDICI DI BENESSERE TERMOIGROMETRICO IN AMBIENTE ENVI-MET PREDICTED MEAN VOTE (PMV) Periodo di Analisi: 3 Luglio 2016 ore 12:00

Unit Comfort

0 1 2 2.5

B D 2

B D 3

B E 2

C D 1

C D 4

C E 1

3 3.5 4 5 5.5

2 0 1 6 PARTE VII STRUMENTI IT PER L’ANALISI DEGLI INDICI DI BENESSERE TERMOIGROMETRICO 68


VALUTAZIONE DEGLI INDICI DI BENESSERE TERMOIGROMETRICO IN AMBIENTE ENVI-MET

PHYSIOLOGICAL EQUIVALENT TEMPERATURE (PET) Periodo di Analisi: 3 Luglio 2016 ore 12:00

°C

%

K

1.0

0.25

18.0

32

302.0

1.6

0.5

19.5

38.18

303.1

7.2

0.75

21.0

34.04

303.27

2.79

1.0

22.5

34.90

303.63

8.39

1.25

24.0

35.75

303.8

3.98

1.5

25.5

36.61

303.98

9.58

1.75

27.0

37.47

304.16

5.17

2.0

28.5

38.33

304.3

0.77

2.25

30.0

39.19

304.5

Comfort

m/s

B D 2

B D 3

B E 2

C D 1

C D 4

C E 1

2 0 1 6 PARTE VII STRUMENTI IT PER L’ANALISI DEGLI INDICI DI BENESSERE TERMOIGROMETRICO 69


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

VALUTAZIONE DEGLI INDICI DI BENESSERE TERMOIGROMETRICO IN AMBIENTE ENVI-MET VELOCITÀ DEL VENTO Periodo di Analisi: 3 Luglio 2016 ore 12:00

K

m/s

°C

%

K

311.0

0.25

20.05

32

302.0

311.6

0.5

26

38.18

303.1

317.2

0.75

32

34.04

303.27

322.79

1.0

38.0

34.90

303.63

328.39

1.25

40

35.75

303.8

333.98

1.5

41

36.61

303.98

339.58

1.75

41.5

37.47

304.16

345.17

2.0

42.5

38.33

304.3

350.77

2.25

43

39.19

304.5

B D 2

B D 3

B E 2

C D 1

C D 4

C E 1

2 0 1 6 PARTE VII STRUMENTI IT PER L’ANALISI DEGLI INDICI DI BENESSERE TERMOIGROMETRICO 70


VALUTAZIONE DEGLI INDICI DI BENESSERE TERMOIGROMETRICO IN AMBIENTE ENVI-MET

UMIDITÀ RELATIVA Periodo di Analisi: 3 Luglio 2016 ore 12:00

°C

%

K

20.05

32

302.0

26

38.18

303.1

32

34.04

303.27

38.0

34.90

303.63

40

35.75

303.8

41

36.61

303.98

41.5

37.47

304.16

42.5

38.33

304.3

43

39.19

304.5

B D 2

B D 3

B E 2

C D 1

C D 4

C E 1

2 0 1 6 PARTE VII STRUMENTI IT PER L’ANALISI DEGLI INDICI DI BENESSERE TERMOIGROMETRICO 71


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

VALUTAZIONE DEGLI INDICI DI BENESSERE TERMOIGROMETRICO IN AMBIENTE ENVI-MET PREDICTED MEAN VOTE (PMV) Periodo di Analisi: 3 Luglio 2050 ore 12:00, Scenario RCP 8.5

Unit Comfort

0 1 2 2.5

B D 2

B D 3

B E 2

C D 1

C D 4

C E 1

3 3.5 4 5 5.5

2 0 5 0 PARTE VII STRUMENTI IT PER L’ANALISI DEGLI INDICI DI BENESSERE TERMOIGROMETRICO 72


VALUTAZIONE DEGLI INDICI DI BENESSERE TERMOIGROMETRICO IN AMBIENTE ENVI-MET

PHYSIOLOGICAL EQUIVALENT TEMPERATURE (PET) Periodo di Analisi: 3 Luglio 2050 ore 12:00, Scenario RCP 8.5

°C

%

K

1.0

0.25

18.0

32

302.0

1.6

0.5

19.5

38.18

303.1

7.2

0.75

21.0

34.04

303.27

2.79

1.0

22.5

34.90

303.63

8.39

1.25

24.0

35.75

303.8

3.98

1.5

25.5

36.61

303.98

9.58

1.75

27.0

37.47

304.16

5.17

2.0

28.5

38.33

304.3

0.77

2.25

30.0

39.19

304.5

Comfort

m/s

B D 2

B D 3

B E 2

C D 1

C D 4

C E 1

2 0 5 0 PARTE VII STRUMENTI IT PER L’ANALISI DEGLI INDICI DI BENESSERE TERMOIGROMETRICO 73


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

7.4 ANALISI DEL COMFORT OUT-TO-INDOOR L’ultimo step della fase di analisi del comfort riguarda la valutazione dell’impatto che il contesto ha nel microclima interno dell’edilizia circostante.

MATERIALI E COSTRUZIONI

Tale analisi, inizialmente condotta per la condizione di stato di fatto, consentirà successivamente di valutare i benefici che una soluzione progettuale per lo spazio pubblico determina oltre che sul microclima locale outdoor, ma anche in ambiente indoor. Settando dei Receptors nella griglia d’analisi di ENVI-met in una o più singole celle, è possibile raccogliere, a simulazione avvenuta, le informazioni microclimatiche relative alle celle stesse. In ambiente Leonardo è quindi possibile scaricare un file in formato .dat delle informazioni presenti nelle celle.

MODELLO ENERGETICO

IMMAGINI 7.3 & 7.4 Definizione in ambiente Grasshopper 3D dell’algoritmo usato per le simulazioni energetiche dell’alloggio tipo analizzato. A cavallo fra le pagine alcune fasi del processo che va dall’analisi outdoor, alla generazione del file meteo, fino all’analisi indoor. PARTE VII STRUMENTI IT PER L’ANALISI DEGLI INDICI DI BENESSERE TERMOIGROMETRICO 74


ANALISI DEL COMFORT OUT-TO-INDOOR

Nell’interfaccia Weather Tool di Autodesk Ecotect, per mezzo di opportuni settaggi, è possibile convertire il file .dat estratto in un file meteo .wea., che, affinchè sia leggibile da EnergyPlus deve essere convertito, grazie al tool EP Launch, in un file meteo .epw. Infine è possibile usare il file meteo generato in un software di simulazioni ambientali, in questo caso il plug-in Honeybee di Grasshopper 3D. Le analisi svolte ovviamente terranno conto degli effetti che gli elementi del contesto esercitano sul microclima urbano.

VISUALIZZAZIONE RISULTATI

SIMULAZIONI ENERGYPLUS

PARTE VII STRUMENTI IT PER L’ANALISI DEGLI INDICI DI BENESSERE TERMOIGROMETRICO 75


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

IMMAGINI 7.5 & 7.6 In basso: (7.5) Diagramma riassuntivo del workflow di analisi out-to-indoor; (7.6) Diagramma dell’effetto di azioni sullo spazio aperto in ambiente indoor: Il miglioramento microclimatico dello spazio outdoor si riflette indirettamente anche nello spazio indoor circostante, senza intervenire direttamente su di esso. La possibilità di tradurre i risultati delle analisi outdoor in dati utilizzabili per le analisi indoor consente di comprenderne chiaramente l’incremento quantitativo. SETTAGGIO DEI RECEPTORS

Valori di Resistenza e Trasmittanza dell’alloggio analizzato Coperura:

R= 0.50 U= 1.98

SIMULAZIONI AMBIENTALI

Muri esterni:

GENERAZIONE FILE METEO

PARTE VII STRUMENTI IT PER L’ANALISI DEGLI INDICI DI BENESSERE TERMOIGROMETRICO 76

R= 0.65 U= 1.54

Infissi:

R= 0.25 U= 4.08


VALUTAZIONE DEL COMFORT INDOOR IN AMBIENTE HONEYBEE-OPENSTUDIO

VALUTAZIONE DEL COMFORT INDOOR IN AMBIENTE HONEYBEE-OPENSTUDIO PREDICTED MEAN VOTE (PMV) Periodo di Analisi: 3 Luglio 2016 ore 12:00

Unit

Periodo di Analisi: 3 Luglio 2016 ore 12:00

Periodo di Analisi: 3 Luglio 2016 ore 08:00-19:00

Comfort

0 1 2 2.5 3 3.5 4 5 5.5

Assonometria

Sezione

Vista Assonometrica

Pianta PARTE VII STRUMENTI IT PER L’ANALISI DEGLI INDICI DI BENESSERE TERMOIGROMETRICO 77


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

VALUTAZIONE DEL COMFORT INDOOR IN AMBIENTE HONEYBEE-OPENSTUDIO PHYSIOLOGICAL EQUIVALENT TEMPERATURE PET Periodo di Analisi: 3 Luglio 2016 ore 12:00

m/s

°C

%

K

0.25

18.0

32

302.0

1.6

0.5

19.5

38.18

303.1

7.2

0.75

21.0

34.04

303.27

2.79

1.0

22.5

34.90

303.63

8.39

1.25

24.0

35.75

303.8

3.98

1.5

25.5

36.61

303.98

9.58

1.75

27.0

37.47

304.16

5.17

2.0

28.5

38.33

304.3

0.77

2.25

30.0

39.19

304.5

Comfort

1.0

Periodo di Analisi: 3 Luglio 2016 ore 12:00

Periodo di Analisi: 3 Luglio 2016 ore 08:00-19:00

Assonometria

Sezione

Vista Assonometrica

Pianta PARTE VII STRUMENTI IT PER L’ANALISI DEGLI INDICI DI BENESSERE TERMOIGROMETRICO 78


Alta probabilità di Pluvial Flooding in seguito a precipitazione Eccessiva Radiazione Solare, conseguente UHI

IMMAGINE 8.7 Sintesi delle Criticità Ambientali. La somma delle analisi ambientali e del benessere termoigrometrico ha consentito di individuare le aree più soggette a pluviald flooding e al fenomeno di Isola di calore (Urban Heat Island o UHI), così da calibrare le strategie ambientali in funzione del grado di criticità.


Il progetto si fonda sulla conoscenza del luogo, ponendosi in diretta continuitĂ con esso. (V. Greogotti, Architettura come modificazione, Casabella n. 498-499, 1984)


UNA LETTURA DEL CONTESTO

PARTE VIII DAL METAPROGETTO AL PROGETTO

8.1 UNA LETTURA DEL CONTESTO

C

i sono alcuni progetti che sono stati già scritti, in cui è il luogo stesso nel quale si inseriscono a determinarne le peculiarità. Tutto ciò diviene ancora più forte e predominante in un contesto, come quello della città stratificata di Napoli, dove ogni elemento continua a vivere sotto forma di segno non-scritto, influenzando qualsiasi trasformazione. E sono proprio questi segni che potrebbero aver guidato Agostino Renna nel delineare quel confine rosso che ripropone l’antichissima divisione fra una città esterna e, usando un termine di Hegemann, una città di pietra. Lo stesso Werner Hegemann, in La Berlino di pietra (Das Steinerne Berlin) nel definire i tratti più salienti dell’evoluzione della città di Berlino, individua i segni delle mura medievali come elementi assenti nella realtà materiale ed edilizia, ma ancora vivi come tracce regolatrici delle trasformazioni urbane. Per tutte le ragioni precedentemente citate, si è preso in considerazione quale punto di partenza di una definizione progettuale del seguente lavoro proprio la lettura del Renna, individuando le mura, e i segni del suo tracciato passato, quale elemento regolatore delle soluzioni progettuali e segno di distinzione fra due distinte realtà urbane. IMMAGINE 8.1 Renna, Agostino, Planimetria del progetto di connessione Albergo dei poveri e Mura aragonesi (Progetti per Napoli: Università degli Studi di Napoli facoltà di Architettura Celebrazione del Cinquantenario della Fondazione, a cura di Giancarlo Alisio, Alberto Izzo, Roberta Amirante, 1987). PARTE VIII DAL METAPROGETTO AL PROGETTO 81


CONCEPT 1: DIVISIONE FRA CITTÀ DI PIETRA E CITTÀ ESTERNA

IMMAGINE 8.2 Il primo passo è consistito nella trasposizione allo stato attuale della lettura fornita da Renna. Individuando i frammenti superstiti delle Mura Aragonesi e quelli inglobati nell’edilizia successiva, si è ricostruito il tracciato delle fortificazioni medievali come luogo di divisione fra una Città Interna ed una Città Esterna, riducendo quindi la soluzione progettuale ad un problema di dentro e fuori.

Cittù Fuori le Mura

Città Dentro le Mura (“Città di Pietra”*)

Edilizia specialistica e tracciato delle Mura Aragonesi


CONCEPT 2: INVIDIVIDUAZIONE DELLE ASSIALITÀ PRINCIPALI, DEI CONFINI E DELLE PERMEABILITÀ

IMMAGINE 8.3 Si è passato quindi all’individuazione delle principali assialità urbane e di progetto, e all’individuazione in particolare di quella fondamentale assialità fra Piazza Garibaldi e la Duchesca, che connette spazialmente e visivamente la Stazione Ferroviaria al Palazzo in Via Mancini. Il tracciato delle Mura diviene quindi un limite ritmicamente interrotto, lavorando secondo un principio di confine e permeabilità attraverso il confine.

Assialità di Progetto

Edilizia specialistica e Tracciato delle Mura

Tracciato delle Mura


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

CONFINE E PERMEABILITÀ Fra Memoria e Presente

PARTE VIII DAL METAPROGETTO AL PROGETTO 84


STRATEGIE DI PROGETTO

STRATEGIE DI PROGETTO

AREE DESTINATE A PARCO WATERSQUARES, INTERVENTI DI RIDUZIONE DEL PLUVIAL FLOOD REALIZZAZIONE DI UN INCAVO A RIEVOCAZIONE DEI FOSSATI DELLE MURA PIAZZA CON SISTEMI DI RAIN GARDENS E RUNNEL. FRUIBILITÀ E VISIBILITÀ DEI MONUMENTI

VISIBILITÀ DEL FIANCO DELLA CHIESA DI S. CATERINA CON LA REALIZZAZIONE DI LAME D’ACQUA IN PROSSIMITÀ DELLO STESSO

INDIVIDUAZIONE DEL TRACCIATO DELLE MURA ARAGONESI

REFITTING + RECLADDING DEL PALAZZO IN VIA MANCINI

SISTEMI DI SCHERMATURE PER IL CONTROLLO DEL FATTORE SOLARE

ALLESTIMENTO A VERDE DEL PERCORSO TRANVIARIO STRUTTURA LINEARE: EVOCAZIONE DEL LIMITE DELLE MURA

LIBERAZIONE DELL’AREA DI MERCATO CON LA REALIZZAZIONE DI UN PARCHEGGIO SOTTERRANEO

SISTEMA A VIALE ALBERATO E ACCENTUAZIONE DELL’ASSIALITÀ CON PIAZZA GARIBALDI PARTE VIII DAL METAPROGETTO AL PROGETTO 85


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

STRATEGIE AMBIENTALI, PIANTA

VEGETAZIONE CON FUNZIONE DI BARRIERA DAL VENTO

INCREMENTO VEGETAZIONE

VEGETAZIONE CON FUNZIONE DI BARRIERA ACUSTICA

RAIN GARDENS

TENDE E TENSOSTRUTTURE

WATERSQUARES

STRUTTURE CON FUNZIONE DI SCHERMATURE SOLARI

STRUTTURE CON EFFETTO TUNNEL

Strategie Naturali

Strategie Artificiali PARTE VIII DAL METAPROGETTO AL PROGETTO 86


STRATEGIE AMBIENTALI

STRATEGIE AMBIENTALI, SEZIONI

PARTE VIII DAL METAPROGETTO AL PROGETTO 87


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

STRATEGIE DI AZIONE E AMBITI PRINCIPALI D’INTERVENTO NELLO SPAZIO PUBBLICO

BIT O MUR

A E MONUM

E

I NT

IMMAGINE 8.4 Ambiti di progetto e di intervento nello spazio pubblico. Tenendo conto della lettura urbana fornita e delle criticità, non solo tecnologiche ed ambientali, ma soprattutto funzionali e spaziali, si è proposto una soluzione differenziata per parti, che tende, nel suo complesso, a garantire la soluzione delle esigenze espresse. Tali ambiti non corrispondono necessariamente a specifiche aree del contesto e non vanno confusi non i singoli ambiti/temi di progetto esposti nei capitoli successivi, che non abbracciano solo lo spazio pubblico ma considerano anche l’edilizia e le conseguenze del progetto esterno in ambito indoor

AM

BIT O PAR

CO E SPAZI

D VER

PARTE VIII DAL METAPROGETTO AL PROGETTO 88

I

BIT

L

E

AM

AM

OM

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O E MIXITE

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CI A


EFFETTI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO

IMMAGINI 1 & 2 MASTERPLAN

IMMAGINE8.5 Il Masterplan, Si è voluto rendere leggibile il confine delle mura, rievocato dove mancante attraverso soluzioni ad hoc, e la conseguente separazione fra Città Interna e Città Esterna.

Da destra a sinistra: (1) Il cambiamento climatico. L’idea è quella di trasmettere la fine del mondo a chi non ricicla; (2) New York distrutta. La famosa apocalisse di New York del 2025 fu dovuta a un eccesso di isteria collettiva che, unitamente alla tesi con Losasso, portò alla distruzione.

3

LE MURA, PORTA CAPUANA E IL PARCO

1 Si vengono così a definire tre principali ambiti di progetto, che nel seguito sono analizzati nel dettaglio: la Duchesca, assunta a campione di intervento nella Città interna; l’intervento di Retrofit del palazzo in Via Mancini, concepito in funzione del suo rapporto con l’asse di Piazza Garibaldi; infine Le operazioni volte al recupero dell’identità delle Mura e dei luoghi di interesse storico, come la’rea di porta Capuana ed il parco fuori le Mura

2

LA DUCHESCA

IL PALAZZO IN VIA MANCINI

PARTE I IL CAMBIAMENTO CLIMATICO 89

89


La mia speranza è che un’architettura leggera e flessibile possa portare ad una nuova e più aperta società. (Frei Otto)


LEGGEREZZA STRUTTURALE NELLA CITTÀ DI PIETRA

PARTE IX LA DUCHESCA

9.1 LEGEREZZA STRUTTURALE NELLA CITTÀ DI PIETRA

I

l progetto di riqualificazione della Duchesca può essere assunto a campione di intervento nella città di pietra precedentemente definita. Tenendosi fedeli ai presupposti enunciati, ossia di limitare per quanto possibile il verde nella città dentro le mura, si è optato per delle soluzioni basate sul principio di leggerezza strutturale, creando un legame costruttivo e tecnologico, oltre che simbolico, con il progetto di Perrault in Piazza Garibaldi e allo stesso tempo soddisfacendo le esigenze di natura ambientale. La fortissima assialità di Piazza Garibaldi, che nel quartiere prosegue attraverso Via Mancini, ha spinto alla definizione di un sistema a viale alberato, simile alla Rambla, caratterizzato da camminamenti laterali, corrispondenti ai marciapiedi, fiancheggiati da alberi più piccoli ed un camminamento centrale, delimitato da delle alberature più grandi: quest’ultime, tuttavia, in virtù del principio di leggerezza strutturale, si trasformano dialetticamente in alberi artificiali, che enfatizzano l’assialità centrale e tendono a ricollegarsi all’opera di Perrault, pur sottostando, gerarchicamente, a quest’ultima. La definizione di tali strutture, oltre che sull’analisi della adiacente stazione metropolitana di Piazza Garibaldi, risulta essere basata in particolare sugli studi di Frei Otto relativamente alle strutture dendriformi. L’architetto, in Occupying and Connecting, parte infatti da una riflessione relativa ad i network (urbani, ma anche di trasmissione delle forze) ideali: da un lato i Percorsi diretti, che pur funzionando bene e costituendo dei sistemi a pressione o trazione perfetta,

generano notevoli ingombri; dall’altro i percorsi minimi, pur garantendo una limitazione degli elementi costruttivi ed una buona risposta statica, sono tuttavia di difficile realizzazione. La soluzione per mediare fra questi due estremi è un sistema dendriforme o ad albero artificiale, che, secondo un processo congiunto di Biomimesi e Form-Finding, fa proprie alcune delle proprietà presenti negli alberi, garantendo tuttavia limitati ingombri (poggiandosi su un singolo elemento di “tronco”), un comportamento statico molto prossimo a quello dei percorsi diretti ed una estrema variabilità, definendo infatti molteplici modalità di diramazione in funzione del numero e dell’altezza dei nodi di incontro fra i vari elementi. Tuttavia a differenza di Frei Otto, che progettava tali strutture secondo un processo analogico basato sull’utilizzo di modelli-studio, ci si è avvalsi di un equivalente processo parametrico: definiti alcuni parametri, ossia numero ed altezza (quest’ultime proporzionalmente decrescenti) dei nodi, è possibile quindi generare la struttura finale secondo un processo di Form-Finding Digitale facendo uso del Simulatore Fisico Kangaroo Physics. Sempre parametricamente è inoltre possibile definire le dimensioni e le specie degli alberi ai fianchi dei camminamenti laterali: costruita una mesh della superficie dei marciapiedi, e analizzata la radiazione solare incidente su di essa, è possibile individuare il valore medio di radiazione solare e convertire quest’ultimo in dimensioni e rapporti proporzionali delle piantumazioni, rispettando tuttavia la condizione che quest’ultime non superino in altezza le strutture dendriformi centrali.

PARTE IX LA DUCHESCA 91


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

IMMAGINE 9.1 L’assialità di Piazza Garibaldi e che prosegue nella Duchesca attraverso Via Mancini rappresenta il principale tema urbano e progettuale alla base delle soluzioni adottate per il suddetto quartiere.

PARTE XI LA DUCHESCA 92


LEGGEREZZA STRUTTURALE NELLA CITTÀ DI PIETRA

LEGGEREZZA

Come passanti che si riparano con l’ombrello dal sole PARTE IX LA DUCHESCA 93


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

PARTE I IL CAMBIAMENTO CLIMATICO 94


IMMAGINE 9.2 Pianta della Duchesca e di Piazza Garibaldi


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

IMMAGINE 9.3 Sezione trasversale del Sistema Viale Alberato

PARTE IX LA DUCHESCA 96


LEGGEREZZA STRUTTURALE NELLA CITTÀ DI PIETRA

IMMAGINE 9.4 Sezione longitudinale del Sistema Viale Alberato

PARTE IX LA DUCHESCA 97


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

IMMAGINE 9.5 Schizzo-studio di Frei Otto sui Percorsi Diretti. Nel sistema a percorso diretto masse e forze si muovono senza compiere deviazioni. Nella sua forma ideale è costituito da soli percorsi lineari e punti di incrocio dei percorsi. In questo modo si ottiene un sistema che, a seconda delle condizioni di carico, lavora a sola compressione o tensione, senza che si verifichino torsioni o sforzi flessionali. Il difetto principale di questi sistemi è che ”imbrigliano” l’intera superficie sulla quale si sviluppano, rendendoli poco convenienti in relazione ad un contesto urbano.

IMMAGINE 9.7 Modello-studio di Frei Otoo di Strutture Dendriformi. Costruendo tali modelli Otto poteva studiare in scala il comportamento di tali strutture, rendendone possibile la trasposizione alla scala architettonica.

IMMAGINE 9.6 Schizzo-studio di Frei Otto sui Percorsi Minimi. Nel sistema a percorso minimo i vari punti vengono connessi fra di loro seguendo, fra gli infiniti collegamenti possibili, quello caratterizzato dalla lunghezza inferiore. Il sistema a percorso minimo non presenta unità chiuse. Esso tuttavia comporta la necessità di definire numerose deviazioni del percorso affinché i punti siano collegati secondo il tragitto più breve, rendendoli, da un punto di vista architettonico e costruttivo, di realizzazione complessa. Come afferma Frei Otto in “Occupying and Connecting”:

Né il sistema a percorso diretto, né il sistema a percorso minimo si presentano in natura nella loro forma pura. [...] Pertanto deve essere cercato un sistema che unisca i vantaggi del percorso minimo con quelli del percorso diretto. Lavorando dunque analogicamente sui dei modelli studio Frei Otto giunge così, attraverso un processo combinato di Form-Finding e Biomimesi basato sull’ottimizzazione degli angoli nelle deviazioni, alla definizione di un sistema ramificato che, oltre a possedere i vantaggi dei due precedenti sistemi. riproduca le caratteristiche e la bellezza tipiche delle strutture naturali.

PARTE IX LA DUCHESCA 98


LE STRUTTURE DENDRIFORMI

PRINCIPALI FASI DEL PROCESSO GENERATIVO DI FORM-FINDING E BIOMIMESI DELLE STRUTTURE DENDRIFORMI

DEFINIZIONE DEI PUNTI DI ANCORAGGIO E DEL SISTEMA BASE

SISTEMA RAMIFICATO (O DENDRIFORME) CONCLUSIVO

Definiti i punti di ancoraggio superiori ed inferiori, si parte dal caso più semplice di un sistema a percorso diretto, che, come già visto, lavorerà quindi a compressione o trazione pura.

Si giunge così alla struttura ramificata conclusiva la quale, pur presentando deviazioni nel percorso delle forze, lavora prevalentemente a compressione o trazione, a seconda delle condizioni di carico.

1

2 RAMIFICAZIONE TRAMITE NODI I segmenti semplici vengono dunque accorpati in nodi, la cui distanza è generalmente definita da una legge di proporzionalità, affinché il sistema sia quanto più prossimo a quello ideale a percorso diretto, evitando quindi l’inflessione del piano di appoggio.

PARTE IX LA DUCHESCA 99

3


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

DAL PROCESSO ANALOGICO A QUELLO PARAMETRICO: ALGORITMO DI DEFINIZIONE DELLE STRUTTURE DENDRIFORMI IN AMBIENTE KANGAROO PHYSICS

DIGI MEM DEFINIZIONE PROPORZIONI GEOMETRICHE

DIGITAL FORM-FINDING: STRUTTURA DENDRIFORME PARTE IX LA DUCHESCA 100


DAL PROCESSO ANALOGICO AL METODO PARAMETRICO

ITAL FORM-FINDING: MBRANE OTTIMIZZAZIONE STRUTTURALE PARTE IX LA DUCHESCA 101


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

OTTIMIZZAZIONI STRUTTURALI ED ANALISI F.E.M. OTTIMIZZAZIONE STRUTTURALE PER MEZZO DEL SOLUTORE GENETICO GALAPAGOS

GRAFICO F.E.M. DELLE DEFORMAZIONI

Solutore Genetico Fitness: Massima Deformazione Genoma(s): Sezioni Trasversali

Valore finale del Fitness: MAX DEFORMAZIONE:

0.000039 m

GRAFICO F.E.M. DELLE AZIONI DI COMPRESSIONE E TRAZIONE

PARTE IX LA DUCHESCA 102


CARATTERISTICHE FUNZIONALI E TECNOLOGICHE DELLE STRUTTURE DENDRIFORMI

CARATTERISTICHE FUNZIONALI E TECNOLOGICHE DELLE STRUTTURE DENDRIFORMI SCHERMATURE DALLA RADIAZIONE SOLARE

ACCUMULO ENERGIA SOLARE PER MEZZO DI FILM DI FOTOVOLTAICO ORGANICO

VAPORIZZATORI DI ACQUA PIOVANA

Possibilità di ricarica dei dispositivi elettronici

SISTEMI DI ILLUMINAZIONE NOTTURNA

STAZIONI INTERNET E WI-FI

Illuminazione a LED PARTE IX LA DUCHESCA 103

AREE MERCATALI E SISTEMAZIONE DELLE MERCI


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

DETTAGLI DEL SISTEMA RAMBLA: PIANTA E SEZIONE TIPO STRALCIO DI PIANTA

Membrana in film di Fotovoltaico Organico

STRALCIO DI SEZIONE Cordolo e Zanella in calcestruzzo fibrorinforzato

Struttura Dendriforme in tubolari d’acciaio a sezione circolare: - Germany, RO 193.7/60 - Germany, RO 133/36 - Germany, RO 60.3/3.6 - Germany, RO 35/0.5

Griglia in Ghisa Sistema Rain Garden composti di: - Substrato di coltivazione - Strato di Ristagno (spessore 15 cm) - Materiale pacciamante (spessore 5 cm) - Strato drenante (spessore 40 cm) - Ghiaia e tubature di scarico

Plinto di Fondazione in calcestruzzo armato Pavimentazione preesistente in basoli di peitra lavica

Impianti tecnici: - RIP: Rete Illuminazione Pubblica - RG: Rete Gas - RBT: Rete Bassa tensione

Pilastro in calcestruzzo armato

PARTE IX LA DUCHESCA 104


PARAMETRIZZAZIONE DELLE SPECIE ARBOREE

PARAMETRIZZAZIONE DELLE SPECIE ARBOREE E DIMENSIONAMENTO IN FUNZIONE DELLA RADIAZIONE SOLARE Come le strutture a delimitazione dei camminamenti principali, anche le le alberature laterali sono state definite in ambiente parametrico. Per prima cosa infatti, a partire da fonti bibliografiche[1] si sono studiate, per ciascuna specie arborea, le proporzioni medie esistenti fra altezza totale, altezza e raggio del tronco e raggio della chioma: in tal modo è stato possibile discretizzare le specie arboree in geometrie semplici, regolabili in funzione di vai parametri in ambiente parametrico. Per ogni specie arborea è stato quindi definito un “cluster” (combinazione di più componenti Grasshopper3D) che restituisce un modello geometrico tridimensionale impostando alcuni input numerici, variabili secondo determinati intervalli. Scelta dunque la specie arborea da utilizzarsi, nel caso di questo progetto una pianta sferoidale/ellissoidale, si è passata all’analisi della radiazione solare incidente sulle superfici dei marciapiedi. Imponendo la condizione che le alberature laterali non superino in altezza le strutture dendriformi centrali e calcolato il valore medio di radiazione solare, si è convertito quest’ultimo, attraverso un’operazione di remapping numerico, negli input numerici che restituiscono la specie arborea finale.

ANALISI RADIAZIONE ANNUALE

1  Scudo, Gianni, Spazi Verdi Urbani: la Vegetazione come strumento di progetto per il comfort ambientale negli spazi abitati, Sistemi Editorali, Napoli, 2003. REMAPPING DEL VALORE MEDIO DI RADIAZIONE NELLE PROPORZIONI DEGLI ALBERI

MIN.VAL.

MAX.VAL.

SOLUZIONE FINALE

MID.VAL. PARTE IX LA DUCHESCA 105


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

GENESI COMPUTAZIONALE ED OTTIMIZZAZIONE AMBIENTALE DEL SISTEMA TENSOSTRUTTURA AD ANGOLO ASSONOMETRIA ED ANALISI DELLA RADIAZIONE SOLARE ANNUA

ALGORITMO DI DEFINIZIONE

INDIVIDUAZIONE DELLE GRIGLIE DI PUNTI D’APPOGGIO

DEFINIZIONE INPUT E GENOMA PARTE IX LA DUCHESCA 106


GENESI COMPUTAZIONALE ED OTTIMIZZAZIONE AMBIENTALE DEL SISTEMA TENSOSTRUTTURA AD ANGOLO

MESH RELAXATION

Per risolvere lo slargo a metà di Via Mancini si è optato per una soluzione basata sull’interruzione delle alberature laterali con la realizzazione di una tensostruttura che occupa l’intero spazio. I punti di appoggio sono disposti due due pilastri, posti secondo lo stesso ritmo delle alberature, ed ulteriori appoggi sugli edifici esistenti. In ambiente Grasshopper 3D si è costruita una griglia di punti su ciascuna porzione di prospetto dove poter installare gli appoggi; altri punti sono stati individuati sui pilastri laterali. Facendo uso del solutore genetico Galapagos e del software di analisi ambientale Ecotect connesso a Grasshopper grazie al bridge fornito dal plug-in Geco, si è eseguita un’operazione di ottimizzazione ambientale, individuando quindi il valore massimo del Fitness, costituito dalla radiazione solare incidente sulla tensostruttura, al variare dei Genoma, costituiti dai punti variabili sugli edifici e i pilastri, ottenendo una forma conclusiva come frutto di un processo di Form-Finding Ambientale. Le membrane, infine, sono state modellate secondo un processo di Memrbane-Relaxation, facendo uso del plug-in Kangaroo Physics.

OTTIMIZZAZIONE AMBIENTALE

VISTA PROSPETTICA

PARTE IX LA DUCHESCA 107


Dobbiamo trasformare ciò che c’è, costruire sul costruito. Solo così potremo avere città davvero sostenibili. (Renzo Piano)


UN PALAZZO COPERTO DA UN VELO

PARTE X IL PALAZZO IN VIA MANCINI

10.1 UN PALAZZO COPERTO DA UN VELO

R

ecuperare la Duchesca e ripristinare l’identità dell’asse di Piazza Garibaldi porta l’attenzione ad un necessario intervento sul palazzo al termine di Via Mancini, realizzazione del costruttore Mario Ottieri. Non soltanto quest’ultimo si impone prepotentemente al termine del già descritto asse urbano, ma visivamente risulta essere collegato, a causa delle sue dimensioni e dell’assenza di ulteriori ostacoli visivi, alla Stazione ferroviaria di Piazza Garibaldi, essendo facilmente notabile ad un qualsiasi passeggero uscente da quest’ultima. La considerazione realistica di non poter abbattere tale edificio, dall’altro lato, spinge il progetto ad un recupero di quest’ultimo, col fine di trasformarlo in un’idonea quinta scenica del sistema urbano. L’idea progettuale, in tale senso, parte dall’idea di “coprire” il palazzo, facendo ancora una volta uso di strutture leggere. Tale concept progettuale si traduce, in termini tecnologici, in un intervento di Retrofit, più precisamente di interventi congiunti di Re-cladding e Re-fitting[1], limitando quindi al minimo le azioni sul fabbricato (ed i conseguenti eventuali costi d’intervento), ma, 1  Si intende per Re-cladding un intervento di sostituzione o rifacimento totale della facciata, comprendendo anche interventi volti al miglioramento delle prestazioni termiche dell’edificio per mezzo di Isolamento a Cappotto. Si parla invece di Re-Fitting nel caso di un intervento volto alla sostituzione parziale degli elementi non più preformanti o aggiunta di componenti quali schermature solari e pannelli fotovoltaici.

allo stesso tempo, adeguando quest’ultimo in termini ambientali, tecnologici e, soprattutto, di relazione al contesto. Considerando la già esistente bipartizione del fabbricato in un basamento con funzioni pubbliche ed una zona superiore residenziale, si è definita una soluzione tripartita: al basamento una pensilina-portico in cemento nanotech sostenuta da una sottostruttura d’acciaio garantisce riparo alla strada e un idoneo accesso alle zone commerciali del piano terra; un sistema di membrane verticali, in funzione della perfetta esposizione est-ovest del fabbricato, fungono da schermature solari per le residenze; infine una pensilina fotovoltaica ed in membrane funge da coronamento dell’edificio. Le membrane verticali nella parte mediana proseguono inoltre nella struttura al pian terreno secondo un andamento curvilineo, dando l’impressione di un elemento che si adagia alla facciata; la differenziazione dei materiali, tuttavia, garantisce la distinguibilità delle diverse parti. L’utilizzo di software parametrici ha garantito l’ottimizzazione delle soluzioni tecnologiche: gli elementi in calcestruzzo UHCP di cui la pensilina risulta essere costituita sono basati su sezioni di una curva a curvatura costante, garantendone la standardizzazione e produzione con un solo stampo. Allo stesso tempo la tangente della curva e le dimensioni della stessa sono state calibrate affinché garantiscano il deflusso delle acque meteoriche e la maggiore quantità di area ombreggiata. Gli stessi software hanno consentito inoltre di individuare l’inclinazione e la disposizione ottimale dei pannelli fotovoltaici in copertura, nonché di calcolarne precisamente la quantità di energia prodotta durante l’anno.

PARTE X IL PALAZZO IN VIA MANCINI 109


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

GENESI DI PROGETTO CONCEPT

IL PALAZZO IN VIA MANCINI: STATO DI FATTO

ANALISI ANNUALE DELLA RADIAZIONE SOLARE

PARTE X IL PALAZZO IN VIA MANCINI 110


IL PALAZZO IN VIA MANCINI: SOLUZIONE FINALE

SOLUZIONE FINALE

RE-FITTING+ATTREZZATURE:

Aggiunta di una pensilina fotovoltaica e in membrana a coronamento del Palazzo. Tetto verde estensivo e spazi collettivi.

RE-CLADDING+RE-FITTING:

Intervento d’isolamento in facciata e realizzazione di schermature verticali in membrana.

RE-FITTING:

Realizzazione di una copertura-portico in UHPC (Ultra High Performance Concrete).

Relax e Spazi Collettivi Appartamenti

Botteghe, Negozi e Funzioni Pubbliche

PARTE X IL PALAZZO IN VIA MANCINI 111


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

SOLUZIONI COSTRUTTIVE ED OTTIMIZZAZIONE GEOMETRICA DEL SISTEMA PENSILINA INCLINAZIONE A MASSIMO RENDIMENTO DEI PANNELLI

ESPLOSO ASSONOMETRICO DELLA PENSILINA FOTOVOLTAICA

Energia annua prodotta: SINGOLO PANNELLO:

153,64 kWh 30°

Membrane in fibra tessile rivestite di materiale protettivo plastico (PVC)

PENSILINA:

27041,13 kWh Caratteristiche geometrche: INCLINAZIONE: 30°

DISTANZA PANNELLI: 90 AREA: 1,08

m

2

cm Pannelli Fotovoltaici frangisole in film sottile MERLO

Grafico dell’energia prodotta durante l’anno dal singolo pannello

Griglia di supporto ai pannelli in tubolari d’acciaio

La perfetta esposizione a sud e l’inclinazione a 30° dei pannelli consente di massimizzare la produzione di energia solare. Lavorando in ambiente parametrico e poi possibile visualizzare e monitorare i dati relativi alla produzione di energia.

Tubolare d’acciaio (diametro 10 cm)

Pilastri dendriformi in tubolari d’acciaio a sezione variabile

PARTE X IL PALAZZO IN VIA MANCINI 112


IL SISTEMA PENSILINA FOTOVOLTAICA

NODO DI COPERTURA: STRALCI DI SEZIONE E PROSPETTO

STRALCIO DI SEZIONE

STRALCIO DI PROSPETTO

Membrane in fibra tessile rivestite di materiale protettivo plastico (PVC) Pilastri dendriformi in tubolari d’acciaio a sezione variabile Pannelli fotovoltaici

Ringhiera in vetro con supporto metallico

Pavimento flottante

PARTE X IL PALAZZO IN VIA MANCINI 113


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

SOLUZIONI COSTRUTTIVE ED OTTIMIZZAZIONE GEOMETRICA DEL SISTEMA PENSILINA GENESI GEOMETRICA E CURVATURA DELLA SUPERFICE

ESPLOSO ASSONOMETRICO DEL SISTEMA PENSILINA

Misura della Curvatura: P2

c3 R P1

c2 c1

K= 1/R R= 5,25 m K= 0,29 m

Pannelli in UHPC (Ultra High Performance Concrete)

t

Inghisaggio Sottostruttura in profili d’acciaio con sezione a “T”

Attraverso un procedimento algoritmico generativo in ambiente parametrico è possibile ottimizzare geometricamente la forma progettata discretizzandone il profilo in una curva a curvatura K costante, passante per i punti P1 e P2 e divisibile in 3 parti uguali: ciò ovviamente comporta una grossa semplificazione delle operazioni di produzione dei pannelli, che possono essere realizzati con l’ausilio di un solo stampo.

Pilastri dendriformi in tubolari d’acciaio a sezione variabile Plinto di fondazione in calcestruzzo armato

PARTE X IL PALAZZO IN VIA MANCINI 114


IL SISTEMA DI RECLADDING + REFITTING

DETTAGLI DEL SISTEMA DI RECLIDDING + REFITTING: STRALCI DI SEZIONE E PROSPETTO STRALCIO DI SEZIONE

STRALCIO DI PROSPETTO

Ringhiera in vetro con supporto metallico Membrane in fibra tessile rivestite di materiale protettivo plastico (PVC) Tubolare in acciaio di sostegno alla membrana (diametro 10 cm)

Infisso a taglio termico

Pannelli in UHPC (Ultra High Performance Concrete)

Inghisaggio Sottostruttura in profili d’acciaio con sezione a “T”

Pilastri dendriformi in tubolari d’acciaio a sezione variabile

Isolamento a cappotto composto di: - Intonaco (spessore 2 cm) - Strato isolante in polistirene espanso (spessore 5 cm) - Barriera al Vapore

Plinto di fondazione in calcestruzzo armato

PARTE X IL PALAZZO IN VIA MANCINI 115


La città non dice il suo passato, lo contiene come le linee d’una mano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, negli scorrimano delle scale, nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmento rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli svirgole. (I. Calvino, Le città invisibili)


LA RICOSTRUZIONE DELLA MEMORIA

PARTE XI LE MURA, PORTA CAPUANA E IL PARCO

11.1 LA RICOSTRUZIONE DELLA MEMORIA: QUANDO LE PIETRE PARLANDO

R

ipristinare l’identità delle Mura Aragonesi ha comportato una preliminare ed attenta riflessione sul problema della Ricostruzione della Memoria in Architettura, un problema non soltanto di tipo urbano ma anche e soprattutto simbolico ed evocativo. Un esempio emblematico in tal senso è l’allestimento del Praco-Museo di Teutoburgo a Kalkriese, in Germania, ad opera di Guyer e Gigon. Al fine di rievocare nel visitatore la memoria di un luogo così emblematico per l’identità germanica, dove si è svolta la celebre Battaglia di Teutoburgo, prima vera sconfitta dei Romani da parte delle tribù germaniche, gli Architetti realizzano un sentiero in lastre metalliche il quale, non soltanto topologicamente riprende il percorso compiuto dai legionari romani, ma attraverso il materiale contribuisce ad evocare il senso e l’atmosfera dell’evento che in quel luogo si è svolto. Ricostruito l’antico tracciato delle Mura, ed individuati i frammenti superstiti od inglobati nell’edilizia successiva, ci si propone di ricollegare quest’ultimi fra di loro ed di ricordare l’originario percorso delle Mura avvalendosi di un semplice ma evocativo segno, una striscia in acciaio corten, circondata ai lati da lastre di cemento fibrorinforzato ad andamento longitudinale. La distinguibilità dei materiali adoperati da quelli caratterizzanti il contesto garantisce una comprensione del senso della traccia e una rapida individuazione della stessa.

Tale segno poi, secondo un processo simile a quello adoperato da Foster nella pensilina di ingresso della Carrè d’Art di Nîmes, che riprende le proporzioni e il senso del colonnato dell’adiacente tempio romano, si innalza, in prossimità di Piazza Garibaldi, sottoforma di una leggera struttura lineare, con il duplice scopo di rievocare il senso di limite che originariamente le mura dovevano trasmettere ad un osservatore posto nello spazio dell’attuale Piazza Garibaldi e di fornire una quinta scenica alla Piazza, creando una pausa ed intervallo spaziale fra quest’ultima e il quartiere Duchesca. L’alternarsi in tale struttura di pannelli in corten ai semplici pilastri in acciaio contribuisce ad evocare il quasi ritmico succedersi di torrioni a tratti di murazione nelle antiche fortificazioni. Per ripristinare l’identità dei superstiti frammenti delle Mura ci si è avvalsi di soluzioni tanto semplici quanto significative: da un lato degli incavi in prossimità delle opere medievali fanno riemergere le antiche strutture e rievocano l’idea degli originari fossati posti all’esterno della città. Delle alberature in prossimità delle fortificazioni, infine, contribuiscono ancora a valorizzarne l’identità e a ripristinarne il senso di divisione fra una città interna e una città esterna; l’altezza delle chiome e un’idonea distanza dalle opere medievali, tuttavia, consente di non impedirne la visibilità. Un uso consapevole delle alberature è stato inoltre fatto nell’area del Parco fuori le Mura, al fine di creare gerarchie fra le assialità urbane e di individuarne le principali. Altre soluzioni che caratterizzano il parco sono sistemi di Rain Garden e Watersquares per fornire soluzione al fenomeno di Pluvial Flooding.

PARTE XI LE MURA, PORTA CAPUANA E IL PARCO 117


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

Per quanto riguarda l’area di Porta e della Chiesa di Santa Caterina a Formiello, ancora una volta ci si è posti come priorità il principio di visibilità delle opere monumentali, già lamentata da Roberto Pane nel XX secolo, soprattutto per quanto riguarda il fianco della Chiesa, progettato per essere osservabile nella sua interezza da uno spettatore posto in Piazza San Francesco di Paola ma allo stato attuale completamento coperto dalle chiome degli alberi. Tuttavia, nel contempo, per soddisfare le esigenze di natura microclimatica ed ambientale, si è adottata una soluzione progettuale dove le piantumazioni, presenti come Rain Garden, siano limitate al minimo in prossimità degli assi urbani e come nucleo nella piazza, e connesse fra di loro attraverso dei sistemi di runnel

a raccolta delle acque piovane. Lame d’acqua si alternano agli alberi e delimitano lo spazio adiacente il fianco della chiesa, così da garantirne visibilità nel rispetto delle esigenze microclimatiche. Infine l’utilizzo di calcestruzzo per la pavimentazione ne incrementa l’albedo contribuisce a limitare il fenomeno di Isola di Calore. IMMAGINE 11.1 & 11.2 A sinistra: (11.1) Il sentiero nel parco-museo di Teutobugo, parte del più ampio progetto di Annette Gigon / Mike Guyer Architekten, a Kalkriese, Germania. A destra: (11.2) Carrè d’Art di Foster a Nimmes e l’adiacente tempio della Maison Carrée.

PARTE XI LE MURA, PORTA CAPUANA E IL PARCO 118


LA RICOSTRUZIONE DELLA MEMORIA

RIEVOCARE IL LIMITE

PARTE XI LE MURA, PORTA CAPUANA E IL PARCO 119


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

IL TRACCIATO DELLE MURA: DEFINIZIONE DI SOLUZIONI VOLTE AL RIPRISTINO DELL’IDENTITÀ STORICO-ARCHITETTONICA

PARTE XI LE MURA, PORTA CAPUANA E IL PARCO 120


IL TRACCIATO DELLE MURA ARAGONESI

IMMAGINE 11.3 Prospettiva di progetto. L’idea è quella di ripristinare la traccia delle originarie mura medievali, creando al contempo una struttura lineare in grado di trasmettere il senso di limite delle Mura e di fungere da quinta scenica alla Piazza Garibaldi PARTE XIII LE MURA, PORTA CAPUANA E IL PARCO 121


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

CONCEPT E GENESI COMPOSITIVA DELLA STRUTTURA LINEARE CONCEPT DI PROGETTO

REINTERPRETAZIONE DELA SCANSIONE DELLE MURA

RELAZIONE METRICA CON LA STAZIONE DI PERRAULT

10 m

Modulo3: 2,5 m Modulo2: 5 m Modulo1: 10 m

PARTE XI LE MURA, PORTA CAPUANA E IL PARCO 122


LA STRUTTURA LINEARE

IMMAGINE 11.4 Sezione in Piazza Garibaldi

PARTE XI LE MURA, PORTA CAPUANA E IL PARCO 123


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

COMPOSIZIONE E SISTEMA COSTRUTTIVO DELLA STRUTTURA LINEARE Una struttura lineare fra Piazza Garibaldi e Via Mancini tenta di rievocare l’originario limite delle Mura medievali andate perdute. Da un’analisi di fonti iconografiche si è notato che quest’ultime non presentavano una struttura regolare, in quanto la loro progettazione rispondeva più a questioni orografiche e militari piuttosto che compositive. Nonostante ciò lo scarto fra una torre ed un’altra era piccolo, mantenendosi comunque un certo ritmo compositivo. Per questo motivo si è optato per un’alternanza di pannelli verticali, che rievocano la presenza degli antichi torrioni, disposti a distanze irregolari ed interrotte da pilastri verticali, necessari per diminuire la luce fra i vari pannelli. Le distanze fra i vari elementi sono proporzionate sulla base dei rapporti e delle dimensioni che caratterizzano l’adiacente opera di Dominique Perrault, generando una relazione geometrica con quest’ultima. Tale struttura prosegue poi come segno a terra fino a connettersi ai frammenti superstiti delle opere medievali.

ESPLOSO ASSONOMETRICO DELLA STRUTTURA LINEARE Scatolare in acciaio corten (20 cm x 20 cm)

Tubolare d’acciaio (diametro 10 cm)

Pannelli in Acciaio Corten Plinto di fondazione in calcestruzzo armato

VISTA ASSONOMETRICA

PARTE XI LE MURA, PORTA CAPUANA E IL PARCO 124


IL PERCORSO DELLE MURA

DETTAGLI DEL PERCORSO DELLE MURA: STRALCI DI PIANTA E SEZIONE; CONDIZIONE NOTTE STRALCIO DI PIANTA

Illuminazione a terra con impianto a LED

Lastre in calcestruzzo fibrorinforzato (dimensioni 40x40x10 cm) Malta di allettamento Scatolare in acciaio corten (20 cm x 20 cm)

STRALCIO DI SEZIONE

Tubolare d’acciaio (diametro 10 cm) Sottofondo in calcestruzzo con rete elettrosaldata Pavimentazione preesistente in basoli di pietra lavica Impianto di Illuminazione

PARTE XI LE MURA, PORTA CAPUANA E IL PARCO 125


IMMAGINE 11.5 Porta Capuana e il Parco delle Mura: Pianta.


PORTA CAPUANA E SANTA CATERINA A FORMIELLO

IMMAGINE 11.6 Porta Capuana, Sezione

PARTE XI LE MURA, PORTA CAPUANA E IL PARCO 127


Lo scopo dell’architettura è di proteggere e migliorare la vita dell’uomo sulla terra, per appagare il suo credo nella nobiltà della sua esistenza. (Eliel Saarinen)


LA VERIFICA DEI RISULTATI COME DIMOSTRAZIONE DEL METODO

PARTE XII LA VERIFICA DEI RISULTATI

12.1 LA VERIFICA DEI RISULTATI COME DIMOSTRAZIONE DEL METODO

F

ase conclusiva del lavoro descritto è la verifica dei risultati di progetto in termini di miglioramento microclimatico, questo perché, anche se la soluzione precedentemente descritta consiste in un progetto urbano che, nelle sue declinazioni, tiene conto delle valenze di un contesto, quello della città storica, dall’identità fortissima, dall’altro lato si tratta si propone le finalità di un design adattivo, che trae le sue motivazioni e i suoi fini ultimi dal campo della progettazione ambientale e dell’adeguamento alle condizioni posti dal Cambiamento Climatico, al tempo presente e nel futuro. La verifica dei risultati, inoltre non soltanto consente di comprendere, avvalendosi di dati ambientali, la validità della soluzione progettuale proposta, ma anche di dimostrare la validità della metodologia sulla quale essa si fonda. Nel caso in cui i dati fornissero risultati positivi, si può passare quindi all’analisi del comfort in ambiente indoor, analizzando l’incremento di miglioramento nello spazio interno. Il metodo così proposto nell’ambito di questa tesi consente non soltanto di calibrare azioni volte ad un miglioramento termico combinato degli ambienti outdoor-indoor, ma può essere potenzialmente utilizzato al fine di avvalorare l’ipotesi di progetto, mostrandone l’ampio ventaglio di vantaggi.

questa volta anche le soluzioni di progetto proposte. Stabilito quindi per un punto caratteristico dell’area di progetto, il miglioramento in percentuale di comfort termico, si passa quindi all’analisi di uno scenario di comfort futuro, corrispondente allo scenario r.c.p. 8.5 (vedesi capitolo 2), verificando così la capacità adattiva del progetto non soltanto alla condizione presente ma anche alle proiezioni future. Verificata la validità in termini di comfort ambientale del progetto urbano esterno, si passa quindi all’analisi dello spazio interno, avvalendosi del file meteo caratteristico del microclima esterno. Anche tali simulazioni vengono svolte, come per lo spazio esterno, alla data presente e ad una proiezione futura, così da comprendere l’adattività del progetto agli scenari futuri. Come si può evincere dalle successive pagine, la metodologia e la soluzione progettuale proposte non soltanto determinano un impatto positivo in termini microclimatici esterni ed interni, ma a loro volta presentano numerosi vantaggi, in termini di qualità urbana e sociale e costi di intervento.

Nell’ambito di questo lavoro di tesi si sono quindi svolte le analisi termoigrometriche, già precedentemente mostrate per lo stato di fatto, contemplando PARTE XII LA VERIFICA DEI RISULTATI 129


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

VALUTAZIONE DEGLI INDICI DI BENESSERE POST-PROGETTO IN AMBIENTE ENVI-MET PREDICTED MEAN VOTE (PMV) Periodo di Analisi: 3 Luglio ore 12:00

Unit Comfort

0 1 2 2.5

B D 2

B D 3

B E 2

C D 1

C D 4

C E 1

3 3.5 4 5 5.5

2 0 1 6 PARTE XII LA VERIFICA DEI RISULTATI 130


VALUTAZIONE DEGLI INDICI DI BENESSERE POST-PROGETTO IN AMBIENTE ENVI-MET

PHYSIOLOGICAL EQUIVALENT TEMPERATURE (PET) Periodo di Analisi: 3 Luglio ore 12:00

°C

%

K

1.0

0.25

18.0

32

302.0

1.6

0.5

19.5

38.18

303.1

7.2

0.75

21.0

34.04

303.27

2.79

1.0

22.5

34.90

303.63

8.39

1.25

24.0

35.75

303.8

3.98

1.5

25.5

36.61

303.98

9.58

1.75

27.0

37.47

304.16

5.17

2.0

28.5

38.33

304.3

0.77

2.25

30.0

39.19

304.5

Comfort

m/s

B D 2

B D 3

B E 2

C D 1

C D 4

C E 1

2 0 1 6 PARTE XII LA VERIFICA DEI RISULTATI 131


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

VALUTAZIONE DEGLI INDICI DI BENESSERE POST-PROGETTO IN AMBIENTE ENVI-MET PREDICTED MEAN VOTE (PMV) Periodo di Analisi: 3 Luglio 2050 ore 12:00, Scenario RCP 8.5

Unit Comfort

0 1 2

B D 2

B D 3

B E 2

C D 1

C D 4

C E 1

2.5 3 3.5 4 5 5.5

2 0 5 0 PARTE XII LA VERIFICA DEI RISULTATI 132


VALUTAZIONE DEGLI INDICI DI BENESSERE POST-PROGETTO IN AMBIENTE ENVI-MET

PHYSIOLOGICAL EQUIVALENT TEMPERATURE (PET) Periodo di Analisi: 3 Luglio 2050 ore 12:00, Scenario RCP 8.5

°C

%

K

1.0

0.25

18.0

32

302.0

1.6

0.5

19.5

38.18

303.1

7.2

0.75

21.0

34.04

303.27

2.79

1.0

22.5

34.90

303.63

8.39

1.25

24.0

35.75

303.8

3.98

1.5

25.5

36.61

303.98

9.58

1.75

27.0

37.47

304.16

5.17

2.0

28.5

38.33

304.3

0.77

2.25

30.0

39.19

304.5

Comfort

m/s

B D 2

B D 3

B E 2

C D 1

C D 4

C E 1

2 0 5 0 PARTE XII LA VERIFICA DEI RISULTATI 133


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

VALUTAZIONE DEL COMFORT INDOOR POST-PROGETTO IN AMBIENTE HONEYBEE-OPENSTUDIO PREDICTED MEAN VOTE (PMV) Periodo di Analisi: 3 Luglio ore 08:00-19:00

Unit

Periodo di Analisi: 3 Luglio ore 12:00

Comfort

0 1 2 2.5 3 3.5 4 5 5.5

Assonometria

Sezione

2 0 1 6

Vista Assonometrica

PMV: 0,3

Pianta PARTE XII LA VERIFICA DEI RISULTATI 134

Periodo di Analisi: 3 Luglio ore 08:00-19:00


VALUTAZIONE DEL COMFORT INDOOR POST-PROGETTO IN AMBIENTE HONEYBEE-OPENSTUDIO

PHYSIOLOGICAL EQUIVALENT TEMPERATURE PET Periodo di Analisi: 3 Luglio ore 08:00-19:00

m/s

°C

%

K

0.25

18.0

32

302.0

1.6

0.5

19.5

38.18

303.1

7.2

0.75

21.0

34.04

303.27

2.79

1.0

22.5

34.90

303.63

8.39

1.25

24.0

35.75

303.8

3.98

1.5

25.5

36.61

303.98

9.58

1.75

27.0

37.47

304.16

5.17

2.0

28.5

38.33

304.3

0.77

2.25

30.0

39.19

304.5

Comfort

1.0

Periodo di Analisi: 3 Luglio ore 12:00

Assonometria

Sezione

2 0 1 6

Vista Assonometrica

PET: 27,6 °C

Pianta PARTE XII LA VERIFICA DEI RISULTATI 135

Periodo di Analisi: 3 Luglio ore 08:00-19:00


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

VALUTAZIONE DEL COMFORT INDOOR POST-PROGETTO IN AMBIENTE HONEYBEE-OPENSTUDIO PREDICTED MEAN VOTE (PMV) Periodo di Analisi: 3 Luglio ore 08:00-19:00, Scenario RCP 8.5

Unit

Periodo di Analisi: 3 Luglio ore 12:00

Comfort

0 1 2 2.5 3 3.5 4 5 5.5

Assonometria

Sezione

2 0 5 0

Vista Assonometrica

PMV: 0,6

Pianta PARTE XII LA VERIFICA DEI RISULTATI 136

Periodo di Analisi: 3 Luglio ore 08:00-19:00


VALUTAZIONE DEL COMFORT INDOOR POST-PROGETTO IN AMBIENTE HONEYBEE-OPENSTUDIO

PHYSIOLOGICAL EQUIVALENT TEMPERATURE (PET) Periodo di Analisi: 3 Luglio 2050 ore 08:00-19:00, Scenario RCP 8.5

m/s

°C

%

K

0.25

18.0

32

302.0

1.6

0.5

19.5

38.18

303.1

7.2

0.75

21.0

34.04

303.27

2.79

1.0

22.5

34.90

303.63

8.39

1.25

24.0

35.75

303.8

3.98

1.5

25.5

36.61

303.98

9.58

1.75

27.0

37.47

304.16

5.17

2.0

28.5

38.33

304.3

0.77

2.25

30.0

39.19

304.5

Comfort

1.0

Periodo di Analisi: 3 Luglio 2050 ore 12:00

Assonometria

Sezione

2 0 5 0

Vista Assonometrica

PET: 28,1 °C

Pianta PARTE XII LA VERIFICA DEI RISULTATI 137

Periodo di Analisi: 3 Luglio 2050 ore 08:00-19:00


TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA

PERCENTUALE DI INCREMENTO DEL COMFORT OUTDOOR

Stato di

2015

tto Fa

PMV

PET

- 61,5%

87,9°C

- 30% PMV

- 49% PET

2,5

MRT

30,16°C

44,9°C

og

I N

Po st -

2050

Stato di

P E R C N T U A L E

MRT

43,37°C

5,87

e tto

PUNTO DI RIFERIMENTO SCELTO

R I D U Z I O N I

Pr

tto Fa

PMV

PET

6,4

MRT

88,1°C

43,9°C

- 57,2%

- 11,2% PMV

- 48,5% PET

39°C

MRT

45,42°C

og

e tto

2,74

Po st -

Come già svolto in fase di analisi dello stato di fatto, si sono analizzati, in ambiente ENVI-met, gli indici di comfort termoigrometrico per una condizione post-progetto. L’analisi è stata svolta non soltanto per le condizioni attuali, ma anche per una proiezione al 2050, secondo lo scenario RCP 8.5, il quale prevede un incremento della temperatura media di circa 2 gradi Celsius. Come in precedenza, si è inoltre analizzato anche lo spazio indoor, in funzione delle caratteristiche microclimatiche dello spazio esterno. La soluzione progettuale proposta si mostra idonea a garantire condizioni di comfort, outdoor e indoor, non soltanto allo stato attuale, ma anche allo scenario futuro, assumendo quindi a pieno titolo tutte le caratteristiche di un Design Adattivo al Cambiamento Climatico.

Pr

IMMAGINE 12.1 Nella pagina a fianco: Vantaggi diretti e indiretti della metodologia applicata. L’investimento eseguito per la riqualificazione dello spazio esterno produce, oltre a degli effetti come diretta conseguenza dell’intervento stesso, quali il miglioramento del microclima outdoor e della qualità urbana, allo stesso tempo determina degli effetti indiretti sullo spazio interno, rendendolo più conveniente, qualora sia monitorato in termini di relazione indoor-outdoor, a degli investimenti separati per lo spazio esterno ed interno.

PARTE XII LA VERIFICA DEI RISULTATI 138


PERCENTUALE DI INCREMENTO DEL COMFORT E VANTAGGI DIRETTI ED INDIRETTI DELL’INTERVENTO

PERCENTUALE DI INCREMENTO DEL COMFORT INDOOR

Stato di

2015

tto Fa

PMV

PET

1,5

31,1°C

- 80%

30,06°C

- 12% PMV

- 11,5% PET

0,3

MRT

27,6°C

26,9°C

og

I N

Po st -

2050

Stato di

P E R C N T U A L E

MRT

e tto

APPARTAMENTO TIPO ANALIZZATO

R I D U Z I O N I

Pr

tto Fa

PMV

PET

2,3

MRT

33°C

- 74%

31,5°C

- 16% PMV

- 14% PET

28,1°C

MRT

27,4°C

og

e tto

0,6

Po st -

Pr

Incremento della qualtà urbana

Unico Investimento Economico

miglioramento microclima OUTDOOR

miglioramento microclima INDOOR

PARTE XII LA VERIFICA DEI RISULTATI 139

Risparmio economico






FONTI

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FILMOGRAFIA - Le mani sulla cittĂ (1963), regia di Francesco Rosi.

FONTI 147


RINGRAZIAMENTI

Seppur al lettore potrà sembrare di peccare in originalità, ritengo doveroso ringraziare, a conclusione del seguente lavoro, tutti coloro che, direttamente o indirettamente, hanno contribuito alla chiusura di questo mio percorso di vita.

Vorrei inoltre ringraziare l’architetto Arturo Tedeschi, con i cui scritti ed insegnamenti frontali ho avuto modo di conoscere questo mondo della progettazione algoritmico-generativa la quale, come il precedente lavoro di tesi ha cercato di dimostrare, ha completamente segnato il mio modo di vedere l’Architettura.

Vorrei innanzitutto ringraziare i miei genitori, per il coraggio, l’affetto e il sostegno, non solo materiale, ma anche psicologico, o forse dovrei dire vitale, trasmessomi sin dal giorno della mia nascita, senza i quali non sarei mai arrivato fin dove sono arrivato e nessuna conquista sarebbe stata possibile. Senza di voi oggi sarebbe stato un giorno come tanti. Ringrazio inoltre anche tutti gli altri parenti e affettuosi membri di famiglia che considerare semplicemente membri della “famiglia allargata” sarebbe riduttivo.

Affettuosi ringraziamenti vanno tuttavia ai Ph.D. Students Eduardo Bassolino e Luciano Amborosini, i quali, piuttosto che dei semplici “assistenti del professore”, si sono dimostrati dei veri e propri amici e compagni di squadra: in particolare vorrei ringraziare Eduardo per l’interesse continuo dimostrato nei conforti del mio lavoro e per la grinta trasmessami nello svolgerlo e nel portarlo a sviluppi sempre più elevati; ringrazio invece Luciano per le nostre continue e stimolanti chiacchierate sulla “cavalletta” e per l’aiuto concreto (e direi anche psicologico!) fornitomi di fronte a tutte le difficoltà informatiche e non incontrate durante questo percorso.

Ringraziamenti speciali vanno però al Professor Losasso, non solo per l’interesse nei confronti del mio lavoro e i proficui insegnamenti trasmessomi durante questo cammino di preparazione alla tesi, ma anche per avermi dato la possibilità di studiare in Germania e di aver potuto così allargare i miei orizzonti intellettuali ed umani. Nella speranza di poterLa rendere un giorno fiero di me.

Sinceri ringraziamenti vanno, ovviamente, anche a tutti gli altri ragazzi del Dipartimento, Carmela Apreda, Federica Dell’Acqua e all’assegnista Enza Tersigni, non solo per non solo per il sostegno, ma per l’amicizia dimostratami durante questo periodo. Ringrazio, ancora una volta, tutti i dottorandi del professore per avermi offerto, quasi più di un mese, la possibilità di lavorare con le loro macchine; senza la vostra generosa concessione probabilmente non avrei mai raggiunto il risultato

Ringrazio anche la mia correlatrice, la professoressa D’Ambrosio, per il sostegno (tecnico-specialistico) che mi ha generosamente concesso anche quando il lavoro era già in una fase avanzata. 148


ottenuto.

Ovviamente ringrazio anche tutti coloro che non ho citato ma che hanno mostrato affetto ed interesse nei miei confronti durante questo percorso di crescita.

Ad Antonio, per esserci sempre stato e per esserci ancora nei giorni a venire. Alle mie amiche storiche Claudia, Fabiola e Mariangela, per tutte le giornate (e nottate!) passate assieme, fra pianti e risate, e senza la cui collaborazione ed affettuosa amicizia non avrei mai raggiunto i risultati ottenuti. Possiate considerare questo lavoro un omaggio alla nostra amicizia e un prologo della nostra futura e promettente collaborazione professionale.

Nella speranza che, se il sapere è tale perché condiviso, questo modesto progetto e lavoro di ricerca possa stimolare la curiosità e l’intelletto di chi si presterà a consultarlo.

A Marcella, per l’aiuto costante, psicologico e pratico, concessomi in questa tesi, per il sostegno reciproco che ci siamo forniti nell’affrontare quell’inverno d’Oltralpe, per tutte le risate e per i continui e stimolanti confronti. Ai miei amici, architetti e non, sparsi per l’Italia e il mondo, ed in particolare ad Anna e Federico, amici sinceri che mi sembra di conoscere da sempre, nella speranza di poter condividere nuovamente attimi assieme e nell’attesa di poter ancora collaborare ancora una volta come architetti. A tutti i miei amici che mi hanno fornito un considerevole sostegno, non solo psicologico, ma anche e soprattutto materiale, per la realizzazione di questo lavoro: a Valeria e Domenico, per le splendide immagini generosamente regalatemi e per tutte le risate e i momenti di divertimento condivisi durante questi nostri percorsi di conclusione; a Laura, per l’aiuto fornitomi durante la tesi e per la fiducia e il coraggio che mi ha saputo trasmettere, direttamente e indirettamente, durante il mio soggiorno all’estero; a Francesca, l’aiuto, la pazienza e la tranquillità che è riuscita a trasmettermi in questo percorso. A tutti i miei amici di vecchia data, come Pietro, la cui amicizia difficilmente potrebbe concludersi dopo quindici anni di sopravvivenza, a Melania, Vittoria e Giuliana, presenze costanti nella mia vita e alle mie amiche del liceo Adele, Bruna e Martina, che continuano ad essere vicine al mio cuore nonostante i differenti percorsi formativi scelti.

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Università degli Studi di Napoli Federico II Dipartimento di Architettura DiArc Corso di Lauea Magistrale in Architettura 5 UE A.A. 2015/2016 Tesi di Laurea Magistrale in Architettura Tecnologia e Progettazione Ambientale Relatore: Prof. Arch. Mario Rosario Losasso Correlatore: Prof. Arch. Valeria D’Ambrosio Elaborato di Prova Finale di Francesco Scarpati Matricola N14/1515

Scuola Politecnica e delle Scienze di Base

Dipartimento di Architettura

Stress Sc.Ar.L.

Grande Progetto UNESCO


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