Dare Valore alla Vocazione - Tesi di Laurea Magistrale - Francesco Tarantino

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DARE VALORE ALLA VOCAZIONE Strumenti di comunicazione e condivisione delle abilità artigiane a partire dalla materia

POLITECNICO DI MILANO Tesi di Laurea Magistrale in Design del Prodotto per l’Innovazione A.A. 2013/2014 rel. Arch. Prof. Giulio Ceppi correl. Dott. Rodrigo Rodriquez Francesco Tarantino 770690



DARE VALORE ALLA VOCAZIONE Strumenti di comunicazione e condivisione delle abilità artigiane a partire dalla materia

POLITECNICO DI MILANO Tesi di Laurea Magistrale in Design del Prodotto per l’Innovazione A.A. 2013/2014 rel. Arch. Prof. Giulio Ceppi correl. Dott. Rodrigo Rodriquez Francesco Tarantino 770690


Indice pag

pag

0 - Abstract

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2.5 - Demoralizzazione

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1 - INTERPRETAZIONI CONTEMPORANEE

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2.6 - Le ultime parole famose

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1.1 - Innovare con l’artigiano

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3 - ARTIGIANATO E COMUNITÀ

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1.2 - L’artigiano per il mercato

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1.2.1 - Artigiano artista 1.2.2 - Artigiano tipico 1.2.3 - Artigiano industriale 1.2.4 - Artigiano tecnico 1.2.5 - Artigiano del lusso 1.2.6 - Artigiano digitale

10 11 13 14 15 15

1.3 - Il mercato per l’artigiano

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1.3.1 - Artigiano traduttore 1.3.2 - Artigiano creativo 1.3.3 - Artigiano adattatore

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1.4 - L’artigiano per il territorio

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1.5 - L’artigiano per le professioni

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1.5.1 - Prima suddivisione in sotto-categorie 1.5.2 - Skills, attitudini, attività e condizioni 1.5.3 - Requisiti minimi - Esempio

2 - PROBLEMATICHE

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2.1 - Premessa

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2.2 - Il salto nel vuoto

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2.2.1 - Artigiano inesperto 2.2.2 - Artigiano insicuro 2.2.3 - Artigiano eretico

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2.3 - Un rapporto fragile

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2.4 - Manualità e tecnologia

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3.1 - Un passo indietro 3.1.1 - Artigiano come Demiurgos 3.1.2 - Artigiano come Cheirotechnes 3.1.3 - Artigiano come uno schiavo 3.1.4 - Artigiano divino 3.1.5 - Artigiano artista 3.1.6 - Artigiano come Obstetrix Animorum 3.1.7 - Artigiano perduto

4 - ANATOMIA DELL’ARTIGIANO

58 59 61 63 64 66 68 70

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4.1 - Dalla parte dell’artigiano

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4.2 - L’uomo artigiano

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4.2.1 - Hanna Arendt e Pandora

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4.3 - L’intreccio della pratica

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4.4 - Mappa concettuale

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4.5 - Attività pratica

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4.5.1 - Ripetizione 4.5.2 - Riparazine 4.5.3 - Strumenti e attrezzi 4.5.4 - Strumenti “transizionali” 4.5.5 - “Utensile specchio”

4.6 - Capacità sviluppabili 4.6.1 - Ritmo:accento + tempo 4.6.2 - Perdita temporanea del controllo 4.6.3 - Salto intuitivo 4.6.4 - Lavoro con la resistenza

89 90 91 92 92

93 93 94 94 95


pag 4.6.5 - Coscienza materiale 4.6.6 - Istruzioni espressive

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4.7 - Modalità interattive

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4.7.1 - Il dualismo autorità/autonomia 4.7.2 - Esperto socievole 4.7.3 - Rituali 4.7.4 - Solidarietà e disuguaglianza

98 99 99 100

4.8 - Difficoltà

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4.8.1 - Frustrazione 4.8.2 - Ossessività e perfezionismo 4.8.3 - Senso di fallimento 4.8.4 - Demoralizzazione 4.8.5 - Senso di inadeguatezza tecnica 4.8.6 - Mancanza di tutela 4.8.7 - Esperto antisociale 4.8.8 - Riduzione dell’ansia e narcisismo 4.8.9 - Individualismo e ansia di ruolo

5 - UN NUOVO SCENARIO

101 101 102 103 103 104 104 105 105

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pag 6.7.5 - Pagina esplorazione artigiani per virtuosismi 6.7.6 - Pagina delle news

6.8 - Interfaccia per il designer

150 151

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6.8.1 - Pagina del virtuosismo più apprezzato 152 6.8.2 - Schermata principale di ricerca 153 6.8.3 - Schermata di ricerca a partire dalla lavorazione 154 6.8.4 - Schermata di riecera a partire dal materiale 155 6.8.5 - Schermata di ricerca a partire dal luogo 156 6.8.6 - Schermata dei risultati di ricerca del virtuosismo 157

6.9 - Tutela del servizio 6.9.1 - Gestione delle news per il designer 6.9.2 - Interfaccia delle news per il designer

158 160 161

6.10 - Maturazione

162

6.11 - Icone del territorio

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6.11.1 - Identità e Comunicazione 6.11.2 - Nuova schermata di ricerca 6.11.3 - Schermata dei contest in programma

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6.12 - Ciclo di vita di un materiale

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6.12.1 - Material ConneXion 6.12.2 - Identità e Comunicazione

172 173

5.1 - Dalla pratica alla vocazione

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5.2 - L’anello mancante 5.3 - Profilo 1: Sperimentatore

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6.13 - Artisan Virtool for Innovation

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caso studio: FabLab caso studio: Co-Hive

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6.14 - Simulazione: azienda di materiali

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5.4 - Profilo 2: Maestro

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caso studio: Samsung Maestros Academy caso studio: Manufacto

5.5 - Profilo 3: Virtuoso

122 124

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6 - ARTISAN VIRTOOL

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6.1 - Concept

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6.1.1 - Riferimenti per i virtuosismi

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6.14.1 - Azienda Porcelanosa 176 6.14.2 - KRION 176 6.14.3 - Schermata selezione su Material ConneXion 178 6.14.4 - Info materiali su Material ConneXion 179 6.14.5 - Virtuosismi idonei per le aziende, su Virtool 180 6.14.6 - Profilo artigiano idoneo per aziende, su Virtool 181 6.14.7 - Statistiche periodiche per le aziende, su Virtool 182 6.14.8 - Statistiche territoriali per le aziende, su Virtool 183

Conclusioni

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6.2 - Attori coinvolti

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Riferimenti Bibliografici

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6.3 - Identità

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Tesi di Lauree

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6.4 - Guideline

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6.5 - Rapporto con gli attori

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Articoli e pubblicazioni

187

6.6 - Lancio del servizio

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Website

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6.7 - Interfaccia per l’artigiano

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Legende delle note

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Ringraziamenti

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Citazione letteraria

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6.7.1 - Pagina del virtuosismo più apprezzato 6.7.2 - Pagina per ciascuna tipologia di virtuosismo 6.7.3 - Pagina profilo con tutti i virtuosismi 6.7.4 - Pagina di caricamento foto

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Abstract

Strumenti per la vocazione Una narrazione che sostiene. Con il termine narrazione voglio intendere l’esperienza lavorativa dell’Artigiano, il cui percorso è fatto di aspetti positivi e negativi e viene sempre stimolato da fattori esterni. Questo tipo di narrazione viene trattata da Max Weber all’interno del suo saggio La scienza come professione, dove egli attribuisce ad essa il nome di “vocazione”. L’esatta parola utilizzata dal dizionario tedesco è il termine Beruf (be’ru:f), che significa tanto “vocazione” quanto “lavoro”, un termine che non ha un vero e proprio corrispettivo nella lingua italiana. Beruf ha quindi una duplice risonanza: può voler significare sia una graduale accumulazione di conoscenze e abilità che costituiscono una professione o un mestiere, sia la sempre più profonda convinzione di essere chiamati a svolgere un particolare mestiere (o percorso) nella propria vita. Nella mia Tesi cercherò di trattare ed approfondire il primo significato del termine vocazione. Gli attori coinvolti nelle reti di connessione con l’Artigianato assumono diverse strategie di interazione, poiché da esse vi è in fondo la possibilità di trarre un valore reciproco. Una chiave di lettura sarà sempre quella dell’innovazione, che si parli di mercato, o di professione, o di territorio. Il tentativo di autenticare tale innovazione sarà più efficace se accostato proprio a ciò che viene oggi chiamato saper fare. Il suo carattere distintivo in un paese come l’Italia è un’ottima strada da percorrere, soprattutto se si parla di rilancio della produt-

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tività in chiave Made in Italy. Il background analizzato secondo questi punti di vista mi porterà tuttavia ad evidenziare alcune problematiche su come viene percepito di fatto il Valore dell’Artigianato. Questo perché a mio parere attualmente non esistono dei criteri di identificazione, ovvero dei percorsi che aiutino a certificare, dando una vera e propria “misura”, quelle potenzialità che una maestria può offrire in relazione alla propria esperienza. Una misura che aiuta a tutelare. Al giorno d’oggi il mercato chiede espressamente all’artigiano di mettersi in gioco, a prescindere dall’esperienza che egli ha assunto nella sua vita. La predisposizione all’azzardo, al “buttarsi nella mischia”, sarà infatti strettamente legata a quella esperienza. Vi è pertanto una grossa discrepanza nel linguaggio delle parti. E la dimostrazione di tale distacco è evidente quando si osserva (come proverò ad illustrare nei vari capitoli) l’approccio scontato di chi da queste reti cerca di cogliere gli aspetti più superficiali, nel continuo tentativo di portare a casa una fetta sempre più grande di mercato e di immagine. Dal punto di vista dell’artigiano, invece, tale scommessa avrà un senso solo e soltanto se ci sarà uno scambio, appunto, su misura. Uno scambio che gli garantisca un vero e proprio senso di soddisfazione. E spesso ciò non accade. Alla figura dell’artigiano è possibile assegnare un vero e proprio profilo, dettagliato nelle parti grazie a ciò che è la sua naturale predisposizione, le sue tendenze e le sue finalità. Per far questo, è fondamentale intraprendere un’analisi più profonda della sua esperienza individuale, che instillerà delle regole o dei criteri, al fine di ottenere un ideale servizio/rituale, su misura. Voglio in questa Tesi dimostrare che è pertanto possibile progettare strumenti di valorizzazione per l’Artigiano a partire dalla sua vocazione, intesa sempre come Beruf.

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capitolo 1

Interpretazioni contemporanee

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1 - INTERPRETAZIONI CONTEMPORANEE

1.1 Innovare con l’artigiano L’importanza di una identità

Design e Artigianato

Per motivi di natura economico e finanziaria, le produzioni nel corso degli anni hanno sempre una tendenza a spostarsi altrove nel tentativo di acquisire maggiore vantaggio competitivo. Invece l’artigiano, con la sua naturale predisposizione al radicarsi nel territorio, in questo panorama dinamico è più sofferente. Al fine di ottenere migliori risultati progettuali e di sistema prodotto, entrambi molto volubili nel mercato dell’innovazione, nei decenni scorsi ognuno si specializzava perseguendo un proprio target. Ma la proliferazione del prodotto ha saturato psicologicamente il consumatore. Una nuova strada da percorrere è quella che attribuisce grande importanza al valore della promozione culturale, a discapito dell’iperspecializzazione. Il prodotto è in grado di incuriosire socialmente una realtà rispetto ad un’altra, pertanto esso esprime la complessità di un sistema che và esplorato non solo commercialmente ma anche culturalmente, dal museo fino alla sua relazione con l’ambiente. In assenza di istituzioni rappresentative in grado di valorizzare il lavoro e la conoscenza dell’artigiano, un ruolo di catalizzatore potrebbe assumerlo la figura del designer. Questo perché tra le due professioni ci sono legami che vanno al di là della promozione di una produzione legata all’industria. Ciascuno può imparare molte cose dall’altro e unendo le loro forze sarebbero in grado di uniformarsi e avanzare verso un nuovo scenario in cui è fondamentale il connubio tra innovazione e maestria. Il design può instaurare una relazione narrativa tra tradizioni,

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Relatività del valore artigiano

competenze e azioni di filiera, dai quali le esperienze dell’artigiano assumono un determinato valore. Un designer può dunque comportarsi da “connettore” tra l’intenzione di progettare dell’artigiano e l’artigiano stesso, se vi è mancanza o carenza di una forte identità artigianale; oppure più insolitamente può assumere il ruolo di “propositore” di quelle ricerche in grado di generare nuove relazioni tra artigiani, o che le rafforzano tra loro, dando vita a comunità di riferimento; infine possono essere un “modello di riferimento” per la progettazione di nuovi prodotti da parte delle realtà artigianali diffuse sul territorio. Da queste esperienze di collaborazione possono scaturire quindi nuovi modi di riorganizzare processi e prodotti, oppure possono nascere nuove sinergie tra culture, come la sostenibilità (tra manufatto e cibo, o tra manufatto e bene culturale etc.). Come già si può intuire dalle diverse motivazioni che spingono il design alla ricerca di connessioni con l’artigianato, vi sono diverse chiavi di lettura da parte di tutti quegli attori che circondano l’esperienza dell’artigiano. Nei prossimi paragrafi si cercherà quindi di esplorare i diversi punti di vista: quello del mercato e delle opportunità economiche, quello dell’etica progettuale, infine quello delle professioni. Per quest’ultima ho approfondito l’analisi sforzandomi di migliorare la percezione di un’identità per l’artigiano, andando direttamente a rielaborare il contenuto delle informazioni presenti all’interno dei dati statistici utilizzati dall’ISTAT, anche per una più comprensibile consapevolezza della diversità tra le professioni.

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1 - INTERPRETAZIONI CONTEMPORANEE

1.2 L’artigiano per il mercato Claudia De Giorgi e Claudio Germak

È possibile distinguere una tipologia di artigiano da un’altra, partendo dal mercato in cui è inserito. Per esempio Claudia De Giorgi e Claudio Germak1 hanno formalizzato una loro personale classificazione, presentandola secondo questa suddivisione:

1. La classificazione è tratta dal catalogo della mostra MANUfatto, a cura di Claudia De Giorgi e Claudio Germak, MANUfatto_ArtigianatoComunitàDesign, Silvana Editoriale, Milano, 2008, pp 13-15.

- artigiano artista; - artigiano tipico; - artigiano industriale; - artigiano tecnico; - artigiano del lusso; - artigiano digitale.

1.2.1 - Artigiano artista L’artigiano artista è colui che abbina le capacità manuali sviluppate nel lavorare la materia con gli stimoli artistici emersi da una ricerca personale. Dotata di grande carattere auto-referenziale e introspettivo, la propria opera lo tiene ad una certa distanza dalla realtà produttiva, ma allo stesso tempo anche dal mondo dell’arte e del design. Possiamo in questa tipologia ritrovare attualmente delle personalità che hanno assorbito (volenti o nolenti) alcuni concetti come l’autoproduzione e l’arte applicata.

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A fianco, un dettaglio dell’Atelier Forte, il laboratorio/studio dell’architetto e artista Duilio Forte, a Milano.


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Un esempio emblematico è quello dell’artista e designer Ugo La Pietra2. Oppure un lavoro più attuale è quello di Duilio Forte e del suo Atelier, all’interno del quale le componenti artigianali sono legati ad una spinta artistica e concettuale strettamente personale.

2. Nel capitolo 1.4 e 2.3 approfondirò l’importanza delle figura di Ugo La Pietra, raccontando la sua esperienza in relazione prima con il territorio, poi con il design italiano degli anni ‘70. La “mutazione” del rapporto design/artigianato in questi decenni può evidenziare alcune problematiche.

1.2.2 - Artigiano tipico L’artigiano tipico fa parte di quella categoria legata alla tradizione locale e che fonda le proprie radici e il proprio ecosistema all’interno del contesto territoriale al quale appartiene. Solitamene egli sviluppa prodotti e segue processi che tendono a confinarlo all’interno di un contesto di folklore e cultura locale, senza un’effettiva evoluzione. Lo si trova all’interno di mostre e fiere locali, alimentato dall’offerta turistica del luogo. Ciò non toglie tuttavia che il suo bagaglio di conoscenze tecniche, essendo legato a particolari lavorazioni, potrebbe essere diversamente rivalorizzato collocandolo all’interno di nuove ibridazioni. La contaminazione col design per esempio può essere un modo per svincolarlo dall’attuale replica di oggetti appartenenti al passato, generando così nuove soluzioni formali.

1.2.3 - Artigiano industriale L’artigiano industriale è una tipologia di artigiano che dialoga con il mondo dell’industria, producendo componenti o parti di prodotti seriali. In alcuni casi egli riesce anche a realizzare semilavorati e prodotti finiti, sostituendo del tutto l’industria. Questo accade perché vi è la necessità di determinate lavorazioni manuali o complesse che non possono essere configurabili all’interno di una produzione meccanizzata e seriale. In questa fascia rientra tutta quella serie di “contoterzisti” che compongono il mondo della manifattura industriale.

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Nella pagina precedente, un artigiano industriale addetto alla tappezzeria dei divani firmati Berto Salotti, a Meda.


1 - INTERPRETAZIONI CONTEMPORANEE

1.2.4 - Artigiano tecnico L’artigiano tecnico fa parte di quella tipologia di artigiano in grado di realizzare componenti ed oggetti molto complessi richiesti dall’industria. Il grado di conoscenze tecniche e la tipologia di lavorazione lo porta ad essere un interlocutore fondamentale per la realizzazione di modelli e prototipi. Egli sa anche risolvere tutte quelle problematiche legate all’ottimizzazione dei progetti per la produzione seriale.

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In basso, Plasma, un gioiello realizzato da Silvano Zanchi, orefice. Un esempio di artigianato di lusso.


1.2.5 - Artigiano del lusso L’artigiano del lusso fa parte di quella tipologia di artigiano che lavora nel campo dell’oreficeria, del gioiello ma anche in quelli della moda e del restauro di mobili antichi. Le sue abilità sono molto simili a quelle dell’artigiano tipico, ma nel tempo ha saputo svincolarsi dalle restrizioni culturali del territorio e le ha sviluppate mediante lavori di eccellenza. Allo stato attuale egli è l’artigiano che ha le armi migliori per essere competitivo nel mercato globale, che si tratti di un percorso autonomo oppure guidato da un brand. Tale tipologia ha saputo creare nel tempo delle comunità, che hanno preso il nome di distretti.

1.2.6 - Artigiano digitale Tra tutte le tipologie troviamo anche quella dell’artigiano digitale, con il quale si vanno ad identificare in particolare la comunità dei makers. Con le loro abilità essi sono in grado di creare nuove filiere di produzione, sviluppando competenze nel campo della programmazione, della modellazione e della prototipazione, grazie a strumenti come le stampanti 3d e ad altri strumenti sviluppati dal network. In quest’ultima tipologia di artigiano rientra anche tutta quella fascia di programmatori ed appassionati di informatica che, negli ultimi 30 anni, hanno dato vita a comunità di hackers e alle logiche produttive della open source.

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1 - INTERPRETAZIONI CONTEMPORANEE

1.3 Il mercato per l’artigiano Stefano Micelli

Stefano Micelli nel suo libro intitolato Futuro Artigiano - l’innovazione nelle mani degli italiani con vari esempi ci vuole convincere che il cosiddetto “saper fare” in realtà è un qualcosa di ben radicato nel Made in Italy. Sulla stessa lunghezza d’onda però vi è un generale scetticismo ad attribuire importanza alle potenzialità delle abilità artigiane. Egli si chiede quale ruolo può avere l’artigianato in Italia, soffermandosi su due punti fondamentali: 1. L’artigianato non è soltanto un ritorno al passato ma un ingrediente essenziale per proiettarsi in una dimensione futura. 2. Nel parlare di lavoro artigiano non bisogna limitarsi ad una dimensione di piccola impresa.

Blinder e Offshoring

Micelli scommette sulla possibilità di recuperare il lavoro dell’artigiano, sovrastando le previsioni comuni economiste in maniera tale da poter contraddistinguere la manifattura su scala globale. Quando evidenzia le problematiche, ipotizza una serie di soluzioni che fanno leva sul rapporto tra internazionalizzazione e delocalizzazione (offshoring). Citando Alan S. Blinder3, un servizio al giorno d’oggi può considerarsi alla pari di un bene materiale e può pertanto essere delocalizzato. La misura in cui tale servizio può essere delocalizzato verrà così dettata da un livello più o meno alto di personalizzazione. Sarebbe questo binomio a determinare il giusto valore, carico di autenticità ed originalità nel processo, da comuni-

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3. Alan S.Blinder, Offshoring. The New Industrial Revolution?


care al mondo sotto forma di Made in Italy. Micelli dà pertanto una sua interpretazione di tipologie di artigiani, mostrandoci uno scenario che li distingue a seconda del tipo di approccio che impiegano negli attuali settori di mercato: - artigiano traduttore; - artigiano creativo; - artigiano adattatore.

1.3.1 - Artigiano traduttore L’artigiano traduttore racchiude secondo Micelli quella tipologia di artigiano in grado di trasformare le idee in prodotti. Non solo egli è in grado di riproporre fisicamente un prodotto partendo dal disegno, ma sa anche verificare che forme e componenti abbiano un significato nella vita delle persone e che siano inoltre compatibili con processi produttivi complessi. Un esempio significativo di questa tipologia è Giovanni Sacchi, definito come il “modellista milanese del design italiano”. Il termine “traduzione” include anche la capacità a valutare tutte le implicazioni riscontrabili nel passare ad una dimensione tridi-

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In basso, foto dell’artigiano traduttore milanese Giovanni Sacchi, all’interno del suo laboratorio a Milano. Sacchi ha collaborato con i maggiori esponenti del design italiano dal dopoguerra.


1 - INTERPRETAZIONI CONTEMPORANEE

mensionale, con un occhio di riguardo anche alla sensibilità e alle aspettative degli altri interlocutori. La maggiore qualità nel tempo si accosta molto bene a un’idea di consumo sostenibile, come per esempio la bellezza o l’ergonomia. Un artigiano traduttore può pertanto essere indipendente, come Sacchi è stato in Italia e all’estero. Un altro elemento caratteristico è la profondità, intesa come somma di dettagli stilistici e produttivi che rendono un prodotto coerente e riconoscibile. Micelli invita gli artigiani a proporre all’estero tali competenze, per esempio in luoghi dove c’è proprio una carenza di creatività nel campo della modelleria, per cui vi è necessità di precisi riferimenti culturali. In questo contesto il fattore “rischio” di svalutazione delle abilità tecniche è minimo perché è fatto su misura ed è inoltre destinato ad un mercato di fascia alta.

1.3.2 - Artigiano creativo L’artigiano creativo, sempre secondo Micelli, è una tipologia di artigiano che racchiude tutti quei maestri dell’arte applicata che nel tempo hanno saputo dare un valore di arte e scultura alle proprie creazioni. Sono consapevoli del proprio talento ma mantengono salda la propria identità legata al mestiere.

1.3.3 - Artigiano adattatore L’artigiano adattatore racchiude una tipologia di artigiani in grado di apportare valore ai prodotti grazie ad un processo di personalizzazione su richiesta dell’utente. Si pensi per esempio a tutto il comparto artigianale legato alla moda in grado di generare prodotti su misura, ma lo stesso si può dire della realizzazione di cucine su misura, dove l’artigiano partendo da elementi quasi in serie và a configurare prodotti altamente customizzati per il cliente.

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A fianco, un edificio realizzato dal gruppo Permasteelisa, operante in ambito della fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo. Si occupano di progettazione, produzione e posa in opera di facciate continue e rivestimenti architettonici per edifici.


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1 - INTERPRETAZIONI CONTEMPORANEE

1.4 L’artigiano per il territorio Ugo La Pietra

L’artigiano non è una figura, tanto è vero che dalla diagnosi sul sistema artigianale ne emerge un ritratto con diverse declinazioni. Questa non è una novità. Sono dimensioni che vanno indietro nel tempo, esplorate con grande anticipo dalle sperimentazioni di Ugo La Pietra. Artista, architetto e designer, La Pietra ha sviluppato dal 1962 un’attività tendente alla chiarificazione e definizione del rapporto individuo-ambiente. All’inizio di questo processo di lavoro ha realizzato strumenti di conoscenza (modelli di comprensione) tendenti a trasformare il tradizionale rapporto opera-spettatore. Ha operato dentro e fuori le discipline dichiarandosi sempre “ricercatore nelle arti visive”. Artista anomalo e scomodo e quindi difficilmente classificabile. Dal 1985 al 1999 coordina mostre, premi, seminari e nuove collezioni di oggetti intorno all’artigianato artistico, coinvolgendo diverse aree territoriali: l’alabastro di Volterra, la pietra apicena, la pietra leccese, la pietra lavica, la pietra lavagna, il mobile di Todi, il mobile di Cantù, il mobile di Pesaro, il mobile di Bovolone, il mobile di Saluzzo, la ceramica Faenza, la ceramica Deruta, la ceramica Grottaglie, la ceramica Vietri sul Mare, il vetro di Murano, il vetro di Colle Val d’Elsa, il mosaico di Ravenna, il mosaico di Spilimbergo, il mosaico di Monreale e altro ancora. Nel 1996 è organizzatore del I Premio di Artigianato Artistico e fondatore dell’osservatorio presso il Comune di Todi. Nel 2000 è curatore del Decennale della mostra Territori di Pietra per l’Ecomuseo di Cursi (Le) e fondatore del Primo Osservatorio

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Nazionale dell’ Artigianato Artistico a Monza. formatosi a Milano negli anni 60-70, La Pietra fu capace di sognare ed intuire che le cose non sono fatte solamente per l’industria ma soprattutto per l’ambiente. E quello dell’ambiente è un argomento che oggi ancor più di prima assume valenza centrale. Egli testimonia tale processo di comprensione con un gesto prettamente poetico. Ha una visione del mondo che comprende un po’ tutto, nella sua delicatezza e nella sua fragilità, ed è stato alla continua ricerca del rapporto tra uomo e ambiente, alla ricerca di disequilibrare tale rapporto, e riscoprirne i materiali con estrema attenzione. Ugo La Pietra rappresenta nel suo design una visione complessa del mondo, sognando di ridisegnarlo per intero perchè lo ha immaginato diverso da come noi lo vediamo, o addirittura migliore. Ha realizzato oggetti che sono la concrezione di tale sogno, per entrare più a fondo nell’aspetto politico della nostra società, ovvero più umana, poetica, vivibile. La Pietra considera l’artigiano rappresentandolo con quella stessa complessità, sottolineandone l’aspetto difficoltoso di catalogazione: “La gente comune conosce l’artigianato artistico attraverso le bancarelle dei mercatini (...). È un artigianato, questo, spesso carico e ridondante, che fa mostra di qualcosa che da sempre la cultura ufficiale chiama “kitsch” (o semplicemente di cattivo gusto), salvo poche eccezioni. C’è anche l’artigianato più colto, quello che ripercorre gli stili e i modelli del passato (...). Da questo ambito si sono sempre distinti gli artigiani artisti capaci di rinnovare il linguaggio definendo così quello che, per cercare d’intenderci, chiamiamo “Artigianato Artistico di Eccellenza”, fatto spesso di singoli autori in grado di esprimersi attraverso un linguaggio contemporaneo, prendendo comunque le distanze dal mondo dell’arte. A questi modelli occorre aggiungere tutto l’artigianato (intagliatori, intarsiatori, incisori, ecc.) che lavora per le medie aziende (soprattutto del mobile e della moda) realizzando le parti lavorate a mano di cui l’azienda realizza poi il montaggio, e l’artigiano che lavora per l’industria attraverso la realizzazione di stampi e modelli (in cera, in gesso, in legno, …) per la grande produzione. A questi si aggiunge un’altra categoria (forse la più colta), ovvero gli artigiani che operano su progetto per opere uniche come gli arredamenti fatti su misura (spazi privati e spazi pubblici) a cui recentemente si sono aggiunti gli artigiani che producono oggetti in piccola serie su progetto di designer (edizioni di design artistico). (...) All’interno di queste categorie così diversificate è difficile definire una strategia per lo sviluppo e la valorizzazione: ogni categoria è un mondo a parte che segue regole e logiche creative produttive e commerciali completamente diverse tra loro4.”

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4. U. La Pietra, Dov’è l’Artigianato?, in «Artigianato tra Arte e Design», n.75, Settembre – Novembre 2009, p. 6


1 - INTERPRETAZIONI CONTEMPORANEE

1.5 L’artigiano per le professioni Dati forniti dall’Ente Nazionale di Ricerca ISFOL Finora abbiamo visto una categorizzazione dell’artigiano in base al suo collocamento nel mercato, oppure in base al ruolo che adoperano al suo interno, oppure in relazione al suo territorio. Esiste però un ulteriore classificazione, la cui complessità è gestita da diversi criteri utili a definire dati statistici sulle varie professioni lavorative. L’ISFOL - Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori è un ente nazionale di ricerca sottoposto alla vigilanza del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali. L’Istituto opera nel campo della formazione, del lavoro e delle politiche sociali, al fine di contribuire alla crescita dell’occupazione, al miglioramento delle risorse umane, all’inclusione sociale e allo sviluppo locale. Il sito professionioccupazione.isfol.it, progettato e realizzato da ISFOL (Gruppo “Professioni” nell’ambito della struttura “Lavoro e professioni”), nasce su incarico del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con l’obiettivo di creare un Sistema nazionale di osservazione permanente delle professioni e dei relativi fabbisogni. Il portale costituisce una risorsa conoscitiva per tutti gli attori istituzionali, economici e sociali interessati a comprendere la natura e le evoluzioni, in atto o tendenziali, delle professioni e del mondo del lavoro al fine di definire più mirate ed efficaci politiche del lavoro e della formazione, di sviluppo organizzativo e di gestione delle risorse umane. L’azione di sistema nasce per supportare il lavoro e le scelte di decisori politici, ricercatori, imprenditori, studenti e lavoratori. Questo sito, inoltre, fa parte del Sistema informativo integrato

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A fianco: Schema 1 - Processo di rielaborazione dei dati ricavati dal sito ISFOL/ISTAT: http://professionioccupazione.isfol.it//professioni_raggruppamenti.php?div=red&id_categoria=1&id_menu_ principale=1&where=PROFESSIONI.


Istat - Isfol

Rielaborazione

4 macro-categorie artigiani

11 nuove categorie OPERAZIONI E TRATTAMENTI ESEGUITI

1. Industria estrattiva, edilizia e manutenzione edifici 2. Metalmeccanici, specializzati e installatori e manutentori di attrezzature elettriche ed elettroniche

+

3. Meccanica di precisione, artigianato artistico, stampa ed assimilati

STATO DI LAVORAZIONE DEL PRODOTTO

4. Lavorazioni alimentari, legno, tessile, abbigliamento, pelli, cuoio e industria dello spettacolo

trasformazione implementazione materia prima semilavorato prodotto finito sistemi di strutture, strumenti, impianti, supporti (edili e non)

Caratteristiche professioni livelli di importanza e complessità

Parametri valutativi riconfigurati per priorità e importanza

valori %

medie raggruppate di valori %

SKILLS ATTITUDINI ATTIVITÀ LAVORATIVE CONDIZIONI LAVORO

PERIZIA TECNICA AUTONOMIA DECISIONALE AUTONOMIA PROCESSI INTERAZIONI CONDIZIONI FISICHE

23


1 - INTERPRETAZIONI CONTEMPORANEE

sulle professioni promosso congiuntamente da Isfol e Istat e che coinvolge diversi soggetti pubblici e non che, per loro finalità e a vario titolo, producono ed erogano nel nostro Paese informazioni inerenti le professioni, il lavoro, l’occupazione e la formazione. La consultazione di queste informazioni tra loro correlate è possibile a partire dalle pagine delle singole Unità Professionali. Nella nuova classificazione delle professioni chiamata Consulta CP2011, l’ente raggruppa categorie di professioni e dà loro una serie di valori espressi in percentuale, secondo criteri espressi per tutte le professioni sotto le seguenti voci: skills, attutudini, attività e condizioni. Le professioni artigiane vengono invece distinte all’interno di quattro grandi macro-categorie, secondo i seguenti gruppi di settori di impiego: 1 - Industria estrattiva, edilizia e manutenzione edifici; 2 - Metalmeccanici, specializzati e installatori e manutentori di attrezzature elettriche ed elettroniche; 3 - Meccanica di precisione, artigianato artistico, stampa ed assimilati; 4 - Lavorazioni alimentari, legno, tessile, abbigliamento, pelli, cuoio e industria dello spettacolo. I quattro macro gruppi contengono un’ingente quantità di informazioni utilizzabili per scopi statistici e di censimento, omologati assieme ad altri macro gruppi di cui fanno parte tutte le restanti professioni lavorative. Il loro contenuto racchiude elementi distintivi che a mio parere possono andare ben oltre la classificazione per settore di impiego. A differenza della distinzione fatta nei paragrafi precedenti, qui saremmo in grado di allontanarci da una tipizzazione generica e utilizzare dati più tangibili. Pertanto per mia volontà di approfondimento ho voluto avanzare un’ulteriore distinzione, apportando una mia personale rielaborazione delle informazioni. L’obiettivo principale dell’analisi che seguirà è cercare di classificare con punteggi una professione rispetto ad altre, nel tentativo di ottenere una maggiore consapevolezza del valore di ciascuna professione artigiana.

24

A fianco: Scheda 1 - Le professioni prese in esame sono state distinte per stato di lavorazione della materia e operazioni e trattamenti eseguiti. Da qui si possono considerare ben 11 sotto-categorie distinte. Per ciascuna sotto-categoria ho selezionato 5 professioni artigiane tra le più significative.


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44

36

Scheda 2 - parametri skills

36

• Attitudine a riconoscere i problemi • Coordinamento, destrezza e fermezza del corpo • Precisione, tempistica, cura e velocità

35 36 35 35

29

INTERAZIONI Rapporto maestro - apprendista:

• Ascoltare, flessibilità e rapidità della comprensione • Frequenza contatti, comunicazioni e conversazioni • Importanza coordinamento con altre persone

• Tempo a stare in piedi, camminare, correre • Posizioni scomode o pericolose • Situazioni a rischio, attrezzature pericolose • Manovrare veicoli, mezzi meccanici, attrezzature

54

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49

45

saldatori di fiamma

fonditori 42

42

35

41

46

macellai e abbattitori di animali

40

carrozzieri 52

44 35

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47

33

muratori in pietra e mattoni

44

45

41

47

53

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35

carpentieri e falegnami edili

30

30

32

39

38

43

30

46

41

11

49

48 40

montatori prefabbricati e preformati

operai addetti a servizi di igiene e pulizia

54 46

42

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41

41

lattonieri e calderai

addetti a conservazione di carni e pesci

48 37

42 35 22

ceramisti

fabbri 55

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35

35

33

30

parchettisti e posatori di pavimenti e rivestimenti

asfaltisti

51

41

46

52 42

41

47

posatori di pavimenti 52

42

45

51 40

45

meccanici collaudatori 56

48

46

48

44

meccanici di biciclette e veicoli assimilati 48

54 40

44

22

17

modellisti di pellicceria e capi in pelle 48

52

47

39

aggiustatore meccanico

53 43

39

21

formatori e animisti

41

38

58

19

modellisti di capi di abbigliamento

9

50

45

44

orafi

49

8

53

25

muratori e formatori 43

5

29

stagionatori specializzati 1° trattamento legno

54 44

47 40

tracciatori 52

44

45

46

panettieri

44

50 38

38

40

41

33

cartapestai

meccanici di precisione 58

57

54

51

50

57

50

pittori edili

47

46

40

35

44

42

30

installatori di infissi e serramenti

vetrai

51

39

26

50

50 42

50

54

53

56

54 42

39

accordatori di strumenti musicali

elettrauto 44

51

50 43

43

43

49

27

27 20

modellisti di poltrone e divani

preparatori di fibre 41

CONDIZIONI FISICHE

43

40 41

30

29

48

• Guidare, dirigere, motivare, formare, insegnare • Responsabilità produzione, risultati, sicurezza • Espressione orale e scritta, chiarezza del parlato

Rapporto con clienti e colleghi

46

43

21

AUTONOMIA DEI PROCESSI • Controllare e selezionare strumenti • Gestire il tempo • Attenzione distribuita • Riparare e manutenere attrezzature meccaniche • Interpretare il significato delle informazioni • Libertà a definire compiti e obiettivi di lavoro • Gravità conseguenze errori commessi sul lavoro

40

47

35 34 36

33

• Risolvere problemi imprevisti e complessi • Ideazione e originalià • Prendere decisioni

• Controllare la qualità • Gestire risorse finanziarie e dei materiali • Svolgere attività amministrative • Pianificare il lavoro e le attività • Libertà a definire compiti e obiettivi di lavoro • Quanto decisioni condizionano immagine datore

42

51

56

54 53 54 54

52

51

50

17

• Valutare e prendere decisioni • Memorizzare, ordinare ed elaborare informazioni • Ragionamento deduttivo / induttivo • Attenzione selettiva • Pensare in modo creativo • Interpretare il significato delle informazioni

AUTONOMIA DIRIGENZIALE / DECISIONALE

53 42

39

20

Critica del proprio lavoro:

Risoluzione problemi:

43

39

32 32

PERIZIA TECNICA Localizzazione problemi:

41

40

30

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54

53

cordai e intrecciatori di fibre 49

48

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39

42

specializzati lavorazioni artigianali casearie

47

costruttori e riparatori di strumenti musicali 46

33

29

35

34

36

pittori e decoratori su vetro e ceramica

falegnami

idraulici nelle costruzioni

installatori di macchinari e impianti industriali

54

55 42

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49

47

tagliatori di capi di abbigliamento

addetti a lavorazione foglie di tabacco

sarti

48

54 47

49 31 23

calzolai, sellai, cuoiai

artigiani acquafortisti

tappezzieri di poltrone, divani e assimilati

50

29

21

tagliatori di pelletteria

44

installatori apparati di telecomunicazione

attrezzisti di macchine utensili

frigorista navale

installatori apparati di telecomunicazione

36

37 25

tappezzieri di poltrone, divani e assimilati


1.5.1 - Prima suddivisione in sotto-categorie La mia categorizzazione segue 2 livelli di profondità, secondo i seguenti criteri [schema 1]: a- Operazioni e trattamenti eseguiti nel proprio lavoro; b- Stato fisico di lavorazione del prodotto. Per il criterio di suddivisione a ho distinto la fase di trasformazione della materia (preparazione, lavorazione, costruzione, conservazione), dalla fase di implementazione del prodotto o portata a termine (rifinitura, posa in opera, manutenzione, riparazione, restauro, lavaggio). Per il criterio di suddivisione b invece ho fatto una distinzione dello stato di passaggio della materia prima, del prodotto semilavorato e del prodotto finito. Da questi 3 gruppi ho distinto, creando un quarto gruppo, le professioni nell’ambito dei sistemi di strutture, strumenti, impianti, supporti edili e civili, che contengono cioè elementi più generici e difficilmente accostabili al prodotto in sé. Dall’intersezione dei dati a e b sono arrivato a distinguere 11 diverse tipologie di professioni artigiane [scheda 1].

27

Nella pagina precedente: Scheda 2 - Le 11 sottocategorie vengono sottoposte ad un’analisi più approfondita, misurando ciascuna con le medie ricavate per i parametri “skills”: perizia tecnica, autonomia decisionale, autonomia dei processi, interazioni, condizioni fisiche.


1 - INTERPRETAZIONI CONTEMPORANEE

1.5.2 - Skills, attitudini, attività e condizioni In secondo luogo, dai dati dell’archivio ISFOL ho potuto raccogliere tutte le percentuali di skills, attitudini, attività e condizioni, riordinandoli per differenti fattori di interesse. Per ciascuna professione catalogata da me all’interno delle 11 nuove categorie, abbiamo ben 5 medie percentuali che si basano sulle seguenti capacità richieste [scheda 2]: 1 - Perizia tecnica (localizzazione dei problemi; ragionamento e critica; risoluzione dei problemi); 2 - Autonomia nel prendere le decisioni; 3 - Autonomia dei processi produttivi; 4 - Interazione con altri (tra maestro-apprendista; tra colleghi; con clienti); 5 - Condizioni fisiche nel lavoro. Riepilogando, ciascuna professione artigiana avrà ora diversi criteri di misurazione [schema 2]: - la categoria di appartenenza (uno degli 11 gruppi); - lo stato di lavorazione del prodotto (fino a 4 stati); - il tipo di operazioni e trattamenti eseguiti (fino a 2 tipi possibili); - parametri “skills” (5 parametri rappresentati con diagramma).

28

A fianco: Schema 2 - Un esempio di come due professioni artigiane possono ora essere messe a confronto, utilizzando i criteri di distinzione: categoria; stato di lavorazione del prodotto; operazione e trattamenti eseguiti; parametri “skills”.


Orafo

professione

Meccanici di biciclette

categoria

categoria

6

6 11 prodotto finito

materia prima

prodotto finito stato di lavorazione del prodotto

trasformazione

implementazione

trasformazione

implementazione

preparazione lavorazione costruzione conservazione

rifinitura posa in opera manutenzione riparazione restauro pulizia

preparazione lavorazione costruzione conservazione

rifinitura posa in opera manutenzione riparazione restauro pulizia

operazioni e trattamenti eseguiti

53 47

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44

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22


1 - INTERPRETAZIONI CONTEMPORANEE

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professione

categoria 6 ? ?

prodotto finito o semilavorato

trasformazione

implementazione

preparazione lavorazione costruzione conservazione

rifinitura posa in opera manutenzione riparazione restauro pulizia

stato di lavorazione del prodotto

operazioni e trattamenti eseguiti

parametri valutativi media %

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40


1.5.3 - Requisiti minimi - Esempio A questo punto mostro un esempio di come potrebbero essere classificate le professioni, stabilendo dei criteri di selezione con dei requisiti minimi. A prescindere dalla categoria di appartenenza, decido che per la mia selezione dovranno partecipare le professioni che rispettano in ordine selettivo i seguenti requisiti [schema 3]: 1 - stato di lavorazione finale: semilavorato o prodotto finito; 2 - tipo di operazione e trattamento: lavorazione della materia e rifinitura; 3 - parametri “skills”: perizia tecnica, autonomia decisionale e dei processi con una media non inferiore al 40%. Sottopongo pertanto le professioni alla selezione, partendo dal primo requisito fino al terzo, dove infine per ciascuna “skill” vado a stilare una classifica rappresentata con grafico ad istogramma colorato [schema 4]. Da questa selezione è emerso che la professione artigiana che soddisfa maggiormente tali requisiti è quella degli addetti alla costruzione di strumenti musicali.

31

Nella pagina precedente: Schema 3 - Esempio di selezione delle professioni artigiane impartendo dei requisiti minimi. Ho evidenziato in arancione gli elementi necessari per poter prendere in considerazione una professione artigiana.


prodotto semilavorato

1. STATO DEL PRODOTTO 2. TIPOLOGIA OPERAZIONE

prodotto prodotto finito

- Almeno una tra le due tipologie: lavorazione materia rifinitura prodotto

3. PARAMETRI VALUTATIVI PERIZIA TECNICA valore minimo

40 %

addetti alla costruzione di strumenti musicali cartapestai ceramisti falegnami accordatori di strumenti musicali saldatori e tagliatori di fiamma orafi sarti calzolai, sellai, cuoiai fabbri cordai e intrecciatori di fibre preparatori di fibre tappezzieri di poltrone, divani e assimilati formatori e animisti tagliatori di pelletteria carrozzieri

AUTONOMIA DECISIONALE valore minimo

40 %

% 58,2 55,3 51,3 50,6 48,3 47,6 46,8 46,2 45,6 45,3 44,6 43,8 43,7 42,4 41,2 40,2

addetti alla costruzione di strumenti musicali ceramisti cartapestai falegnami sarti calzolai, sellai cuoiai accordatori di strumenti musicali orafi cordai e intrecciatori di fibre fabbri tappezzieri di poltrone, divani e assimilati carrozzieri tagliatori di pelletteria saldatori e tagliatori di fiamma formatori e animisti preparatori di fibre

- Maneggiare oggetti molto piccoli nella lavorazione o assemblaggio

57,8 57,7 57,6 56,6 54,8 54,1 53,3 53,1 52,3 51,5 51,4 49,5 47,2 46,1 41,7 40

- Valutare contratti annuali di fornitura - Capacità di effettuare lavorazioni diverse su richiesta, in maniera diretta e responsabile

- Ordinare e predisporre oggetti delicati con cura e velocità moderata - Seguire un oggetto che si muove a velocità moderata

- Stimare tempistiche di processi e problematiche molto complesse

- Lavorare oggetti con azioni ripetute nel tempo in maniera costante e moderata

- Pianificare le proprie attività spesso cangianti

- Giudicare la compatibilità di un prodotto - Sorvegliare da diverse postazioni vari oggetti contemporaneamente - Eseguire i giusti passaggi per modificare sequenze

32

valore minimo

40 %

%

- Misurare requisiti di lavorazione rispetto alle specifiche di un nuovo pezzo

- Coordinazione costante per lunghi periodi, sotto sforzo

- Effettuare calcoli amministrativi non molto semplici

AUTONOMIA PROCESSI

addetti alla costruzione di strumenti musicali falegnami cartapestai preparatori di fibre saldatori e tagliatori di fiamma cordai e intrecciatori di fibre ceramisti fabbri calzolai, sellai, cuoiai tappezzieri di poltrone, divani e assimilati sarti formatori e animisti accordatori di strumenti musicali orafi carrozzieri

% 54,6 50,2 48,4 47,4 46,2 45,7 45,7 44,4 43,4 43,1 41,6 41,4 40 40 40

tagliatori di pelletteria

- Stabilire tempistiche di attrezzature per lavorazioni e assemblaggio - Scegliere uno strumento complicato e ambiguo per completare un lavoro - Gestire tempistiche di gruppi di lavoro, per lunghe scadenze - Carpire particolari di oggetti che si muovono a velocità sostenuta - Riparare prodotti meccanici complessi


Nella pagina precedente: Schema 4 - Processo graduale di selezione delle professioni artigiane utilizzando i criteri di selezione presi come esempio (vedi schema /). In ordine viene svolta la selezione per: stato del prodotto, tipologia di lavorazione, % minima di parametri “skills”.

L’approfondimento dell’analisi svolto in questo ultimo paragrafo si basa su dati statistici e vuole sottolineare una maggiore differenza tra le professioni artigiane, elemento che non è possibile catturare facilmente se si osserva la “macro-classificazione” ISFOL. Ciò che non si può mettere in evidenza però da tutte queste informazioni è la trasformazione che ciascuna professione può subire, ovvero come il lavoro può evolversi a seconda della specializzazione richiesta dal mercato. Non è da escludere però che una classificazione più accurata delle professioni può farci intuire quanto un mestiere possa essere più o meno propenso al cambiamento rispetto ad un altro, perché dotato di capacità fondamentali per il proprio lavoro e che lo rendono (inconsapevolmente?) più mutevole a seconda dell’offerta lavorativa. Per esempio l’autonomia decisionale e dei processi, tra i parametri “skills” che ho messo in evidenza, potrebbe a mio parere essere un punto migliore di osservazione di come una professione artigiana sia in grado o meno di adattarsi ai contesti. Nel prossimo capitolo affronterò tutta la questione legata alle problematiche dell’artigiano, focalizzandomi non più su quello che vedono il mercato, il territorio, l’innovazione e i dati statistici, ma sulle responsabilità che per loro egli deve essere pronto ad affrontare.

33


34


capitolo 2

Problematiche

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2 - PROBLEMATICHE

2.1 Premessa Le varie classificazioni per tipologie di artigiani esplorate nel capitolo precedente non sono in grado di attribuire ad essi un’identità concreta. Questo perché in realtà esistono figure ibride di artigiani che nell’arco degli anni hanno saputo investire le proprie risorse e le proprie competenze in settori più redditizi e con più prospettiva di successo. Potrebbe infatti capitarci di incontrare nella nostra vita un artigiano industriale (classificato secondo il mercato, vd par. 1.2.3) che però all’interno della sua azienda oltre a produrre semilavorati per l’industria si occupa anche di progettare e costruire piccoli arredi su misura, portando avanti conoscenze e saperi tramandati di generazione in generazione. Si ha quindi l’impressione che tali classificazioni non riuscirebbero da sole a dirci di un artigiano quali reali potenzialità può rivelare, qual è il suo reale valore. Questa impressione ce l’ha anche l’artigiano stesso e ciò può essere dimostrato dalle difficoltà e dalle problematiche risultanti dall’interazione con la realtà che lo circonda [schema 5].

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Schema 5 - Rappresentazione grafica delle problematiche che un artigiano deve affrontare quando gli si viene chiesto di “mettersi in gioco”. Ciascun argomento verrà approfondito nei paragrafi seguenti.

mercato

territorio

professioni

VALORE DELL’ARTIGIANO demoralizzazione retorica insicurezza

PROBLEMATICHE

design industriale tecnologie

mettersi in gioco

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2 - PROBLEMATICHE

2.2 Il salto nel vuoto L’artigiano escluso

Nel parlare di artigianato e valore, può sembrare scontata l’idea secondo cui chi è detentore del cosiddetto saper fare allora è anche in grado di esternarlo con consapevolezza, rivelando il suo reale valore e definendo quindi la sua identità. Abbiamo visto in quanti modi uno stesso artigiano può essere categorizzato a seconda dei punti di vista. Soffermiamoci sulla tipologia di artigiano digitale (secondo il mercato, vd par. 1.2.3), che meglio si presta sotto i riflettori sia perché è tra le tipologie nate più recentemente, sia per le sue caratteristiche distintive. Non ancora propriamente definibili, i limiti d’azione dell’artigiano digitale sono in continua espansione. Si diffonde all’interno di community che possiedono, tra le varie competenze, anche la capacità a diventare imprenditori di se stessi. Rappresentano pertanto la sintesi del creativo in grado di progettare, produrre, pubblicizzare e vendere un prodotto fatto con le proprie mani. Stefano Micelli è tra i primi in Italia a portare avanti una campagna per sostenere la diffusione del profilo dell’autoproduttore, che viene da (lui stesso) inserito all’interno della tipologia di artigiano creativo (vd par. 1.3.2). Questa tipologia racchiude molteplici figure ibride che propongono la loro estetica ma scommettono anche su un businessmodel specifico. Hanno una conoscenza scientifica ed esperienza pratica tale da possedere il giusto slancio all’interno di un settore diversamente raggiungibile, a causa dell’attuale momento di crisi produttiva che sta vivendo l’Italia. Micelli nel suo saggio si sbilancia più volte nel proporre una presa

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Incapaci di raccontarsi

di posizione definitiva a seguito di una critica fondata sostanzialmente sull’incapacità dell’artigiano: “[...] è finita la stagione degli artigiani incapaci di sperimentare e di raccontare la propria attività”5

Un cuore da imprenditore

Le parole di Micelli su questo argomento sono molto pesanti e sostengono l’idea che gli artigiani non ancora capaci di comunicare il proprio sapere non possono avere un futuro (secondo lo scenario progettato dal suo saggio). Nella sua provocazione emerge un carattere che può sembrare un ossimoro, ovvero “inesperienza dell’artigiano”, ma vuole sottolineare una sorta di distorsione incompatibile con il mercato attuale. Quale soluzione allora per questa incompatibilità? Micelli stesso dopo aver sollevato la problematica suggerisce dei metodi di comportamento. Assumendo come matrice il rapporto delocalizzazione/ specializzazione, sarebbe più facile accostare l’attività artigianale a fianco di quella industriale, purché da parte dell’artigiano venga assunto un “comportamento più internazionale, una cultura capace di includere, più che creare distinguo”. Tuttavia avverte, nell’eventualità che questo accostamento avvenga per davvero: “[...] una dimensione di artigiano-artista è interessante da portare su scala internazionale. Ma per far ciò è necessario avere energie e capacità per imporsi come maestri su un mercato affollato. Quindi non tutti possono farlo.” Sulla stessa linea di pensiero chiede anche agli artigiani di “essere tenaci, di farsi un cuore da imprenditore, costruendosi un percorso originale per dare un senso a pratiche che non possono vivere più nella tradizione6”. Tenacia e determinazione. Le parole espresse da Micelli assumono l’importanza di una chiamata alle armi per far fronte ad una crisi di un paese che sembra non avere alcuna alternativa. La sua spinta mediatica e social, assieme al successo avuto dal suo saggio, sta arruolando una nuova generazione di artigiani digitali, carichi di patriottismo e creatività, che promettono di portare a termine la missione in prospettiva di una manifattura

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5. Testo tratto da Futuro Artigiano, Stefano Micelli 6. Ibidem n.4


2 - PROBLEMATICHE

che porterà con sè l’identità e il profilo del futuro artigiano. Una soluzione del genere a mio parere è difficile da raggiungere perché non prende in considerazione tutte le tipologie di artigiani. Non è facile far emergere tutti i motivi di questa problematica. Tuttavia è ancora più difficile dare una definizione di “insesperienza dell’artigiano”. La tesi di Micelli ci dice solo questo e forse, per quanto ricca di stimoli e spunti, vuole mostrare uno scenario limitato in cui se le cose non vanno bene è perché l’artigiano si autoesclude. Ma questo stesso scenario non è riuscito a dare una risposta chiara e concreta a una domanda: Perché l’artigiano si autoesclude? Nei prossimi paragrafi generalizzerò il problema dell’esclusione dell’artigiano distinguendolo in maniera provocatoria con 3 mie personalissime tipologie di artigiani, che fanno leva su 3 tipologie di comportamento non partecipativo assunto da un artigiano nei confronti del futuro a loro proposto: - artigiano inesperto; - artigiano insicuro; - artigiano eretico.

2.2.1 - Artigiano inesperto

Whomade.it

L’artigiano inesperto è a mio parere una tipologia di artigiano che non è effettivamente in grado di trasformare il proprio sapere in qualcosa dotato di forte identità progettuale. Il carattere di imprenditorialità qui è quasi inesistente, tuttavia si presta ad essere compatibile con delle figure professionali in grado di valorizzarlo. Il design abbiamo già detto può essere un ottimo catalizzatore che assume il ruolo più attinente alle esigenze progettuali. Tra i casi di interazione più riuscita all’interno del panorama del design italiano attuale abbiamo lo studio WHOMADE / Design for the Avant-Craft, che incentra la propria ideologia sul rapporto tra design e artigianato artistico locale. Whomade è diretto da Dario

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A fianco, Edoardo Riva e Dario Perri, designer e componenti dello studio creativo Whomade: http://www.whomade.it/


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2 - PROBLEMATICHE

Riva ed Edoardo Perri e insieme rilanciano l’idea di un artigianato d’avanguardia per una nuova narrativa dell’oggetto. Sulla base di un approccio creativo partecipativo, il loro studio concepisce e sviluppa progetti innovativi di design e comunicazione intesi a costruire una nuova reputazione del fare artigiano, per rieleggere in chiave contemporanea il patrimonio di saperi derivanti dalle tradizioni e qualificanti i singoli territori e allo stesso tempo dargli rilevanza. Una collaborazione tra designer e artigiano però non và sempre alla perfezione, colpa ne hanno le personalità delle parti, ma anche le aspettative e la ricompensa a cui stanno ambendo.

2.2.2 - Artigiano insicuro

La soluzione dei makers

L’artigiano insicuro racchiude secondo me un modello di artigianodefinito folkloristicamente d’antan, che non si lascia convincere cioè dai mezzi di comunicazione che non sono alla sua portata. Egli preferisce rimanere nell’ombra evitando di mostrare il proprio operato e competere con i suoi possibili concorrenti nel timore di perdere la leadership nel suo settore specifico. Fanno parte di questa tipologia quegli artigiani che proclamano la “cultura del segreto”, custodendo gelosamente il saper fare. Hanno fatto del segreto una vera e propria bandiera. Non senza ragione, in alcuni casi. Tra i maggiori esclusi, essi spiccano di più per un approccio più testardo alla partecipazione collettiva. “[...] oggi la situazione è cambiata” sostengono i promotori del movimento maker, contrapponendo l’artigiano insicuro alla loro tendenza alla condivisione del saper fare. “Oggi il racconto è parte integrante del valore di un bene. Senza una storia è difficile immaginare di differenziare alcunché. È proprio sul fronte del racconto, che il maker è decisamente in vantaggio. Il maker un po’ fa, un po’ twitta. Il suo è un fare sociale, non solitario.”7 In questi casi l’età può influire in parte sulle tipologie di artigiani. La scelta di non essere digitalmente partecipi lascia presupporre che

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7. Tratto da un articolo scritto su First Draft: http:// www.firstdraft.it /2013/10/07/perche-artigianie-maker-fanno-fatica-a-parlarsi-e-che-fare-ariguardo/


la loro esperienza è stata di tutt’altra portata, condizionando diversi livelli di profondità, dal modo di socializzare agli aspetti ideologici e comportamentali. In altre parole è difficile convincerli in questa maniera sia perché abbiamo a che fare spesso con individui vecchi, testardi ed impauriti, sia perché gli strumenti social non sono mai stati un elemento fondamentale nella loro esperienza lavorativa. Non và confusa con la tipologia precedente di artigiano inesperto in quanto, a differenza dell’ignoranza dei primi, nei secondi la scelta è più “consapevole”. Qui possiamo trovare anche artigiani dotati di carattere imprenditoriale.

2.2.3 - Artigiano eretico Di solito non viene mai raggruppata come categoria, ma tra le 3 tipologie di “esclusi” l’artigiano eretico è il più forte. Il dato importante è che, pur mostrandosi più imprenditoriale, dotato di maestria e sapere intellettuale in buona dose, egli si discosta in maniera più decisa e consapevole dalle ideologie dell’artigiano digitale. Primo perché le considera troppo tecno-deterministicche, ovvero troppo paragonabili alla figura di un operaio che deve soltanto eseguire un comando da riportare alla macchina, focalizzandosi sugli strumenti lavorativi di cui egli fa uso. Secondo perché accusa l’artigiano digitale di utilizzare termini solitamente affiancabili all’artigianato classico che però nella sfera digitale tendono a perdere di senso distorcendone il significato, oppure vengono trattati troppo superficialmente. Tali affermazioni possono subito essere prese come eresie o forse lasceranno il tempo che trovano. Ma per sostenere una narrazione completa a mio parere devono essere maggiormente approfondite. Esistono ragioni che spingono gli artigiani a rifiutare di essere valorizzati secondo criteri che non riescono a riconoscere, che non sono sicuri di voler condividere, o che non condividono affatto. Parlerò delle problematiche esistenti tra artigiano e design italiano, tra artigianato e strumenti digitali, e dei cosiddetti artigianismi.

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2 - PROBLEMATICHE

2.3 Un rapporto fragile Il ritorno del design “artigianale”

Il design, và ricordato, è una disciplina ma in quanto tale ha molte lacune perché è molto giovane e fino a 20 anni fa, in Italia, non esistevano scuole di design. Tale disciplina era coltivata sostanzialmente da architetti di interni. Giò Ponti era uno di loro ed era convinto che fosse meglio mettere gli oggetti in relazione con l’ambiente e la società, piuttosto che generare oggetti fini a se stessi. Ultimamente invece la tendenza è cambiata, si tende a privilegiare l’oggetto in sé, mentre l’architettura di interni ha perso sempre più importanza. Una delle caratteristiche peculiari del design italiano è quella di non avere mai avuto un vero e proprio territorio di ricerca. Nei musei di design possiamo trovare oggetti nati in produzione, oppure oggetti che hanno avuto un valore soprattutto perché sono stati venduti maggiormente. Da ciò si può dedurre che il design ha avuto una disattenzione consequenziale per la ricerca. “Tutto ciò - citando Ugo La Pietra in una sua intervista - può fare intendere come sia cresciuta tale disciplina, ovvero parassitando spesso le aree creative limitrofe. I cultori definiscono invece il design come una progettazione di oggetti di uso che hanno una funzione, che deve essere a sua volta arricchita da una sua appetibilità e che possa renderli quindi desiderabili e utilizzati dalla società.” Un’altra caratteristica è che dagli anni ‘50 il design italiano ha deciso di escludere dalle sue discipline quell’eredità tramandata nel passato dalle arti applicate (chiamato anche artigianato artistico o arti decorative), mitizzando piuttosto il concetto di disegno industriale. Da

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I Radicali

Tornare all’artigianato

questo punto in poi è nato un grande equivoco, perché in quell’epoca più dell’80% della produzione di oggetti per la casa era affidata invece a piccole-medie aziende. L’artigianato italiano si è quindi impoverito in quanto non sembrava più offrire alcuna risorsa per i progettisti, dal punto di vista della promozione e vendita su larga scala. Tuttavia dagli anni ‘60 nasce un gruppo di architetti, i cosiddetti architetti radicali, che avviano un percorso progettuale del tutto contro corrente nei confronti di un interior design “internazionalista” (che progettava cioè oggetti che andavano bene per qualsiasi territorio). I radicali sono stati sempre favorevoli ad un design “territoriale”, legato più al genius loci, alle qualità di un territorio, alle sue risorse, al recupero della manualità e delle tecniche8. Ugo La Pietra è tra i maggiori esponenti dell’architettura e del design radicale. All’inizio degli anni ‘80 realizza numerose mostre riaprendo così le porte a quella realtà artigianale sommersa per tanti anni. Una realtà detentrice del valore della “cultura del fare”. È proprio questo tipo di valore che il design industriale italiano non è riuscito a portare avanti, dimenticandosene fino agli anni ‘80. Abbiamo da una parte questo grosso patrimonio sommerso, dall’altra una schiera di artigiani artisti che con forza e fortuna sono riusciti a sopravvivere, racchiusi in quelle aree territoriali un tempo ricche di risorse ma che hanno perduto un patrimonio culturale. I motivi di tale depressione culturale risalgono tutti a quella mancata interazione tra design e artigianato. Architetti come Giò Ponti dagli anni ‘30 fino agli anni ‘50 portavano i progetti e stringevano amicizia cogli artigiani, crescevano assieme a loro. Quando questi artigiani venivano contaminati dal design riuscivano a mantenere una cultura progettuale alta. Negli ultimi anni tuttavia il design ha un po’ riscoperto l’artigianato artistico. Ciò è dovuto soprattutto ad una tendenza e una esigenza a creare un oggetto di piccola edizione, anche unico. Esiste di fatto un mercato internazionale attento all’oggetto d’eccezione, a differenza di un mercato di massa che produce ogni tipo di oggetto,

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8. Tratto dal Documento n.2, dal Bollettino Global Tools n.1.


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come Ikea che non può garantire altri “valori aggiunti” come la materia preziosa e le tecniche. Il design sta comunque affrontando un periodo di crisi legato alle ideologie, alla crisi economica e di mercato, che lo attira verso l’artigianato artistico. In mancanza di risorse tale disciplina può trovare una soluzione per realizzare oggetti di ceramica con pochi investimenti. A livello di collaborazione bisogna fare attenzione però a non sottovalutare l’operato dell’artigiano che, come logica conseguenza del suo impoverimento culturale, si presenta privo di protezione dallo sfruttamento lavorativo. Egli è stato inflazionato del suo reale valore per cui si tende a desiderare una manualità di qualità ma con prezzi non elevati. Di fronte ad una problematica come questa, Ugo La Pietra ci ha mostrato un esempio pratico di come battersi per sostenere il diritto dell’artigiano ad avere una riconoscenza. Il suo metodo è empirico come il lavoro stesso dell’artigiano: lascia che l’artigiano assieme a lui firmi tutti i lavori realizzati in collaborazione, con la consapevolezza che il valore dell’oggetto prodotto è da attribuirsi almeno al 50% all’artigiano. Dalla collaborazione tra designer e artigiano emerge la mancanza dell’artigiano/artista ad avere spesso un senso del progetto, della comunicazione e della commercializzazione. Ma l’artigiano ha una componente in più: possiede una cultura materiale, un metodo più dolce e sensibile alla materia. Essa è una guida fondamentale per un designer che desidera intraprendere un percorso progettuale simile al design pre-industriale. Il compromesso per lui sarà quello di affrontare la linea di confine con empatia, rispetto e spirito di collaborazione. Per un designer, come per tutti gli attori convolti nelle reti di interazioni con l’artigiano, è fondamentale quindi affrontare la percezione del valore artigiano partendo da una base umana. Tuttavia l’artigiano ha ancora altri ostacoli da affrontare nel suo cammino verso un’identità consapevole.

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Nella pagina precedente, una fotografia del gruppo di Global Tools, pubblicata come copertina per Casabella, n. 397, del 1975.


2 - PROBLEMATICHE

2.4 Manualità e tecnologia Il distacco tra la mano e la testa

Il tattile, il relazionale e l’incompleto

L’allontanamento tra design e artigianato descritto nel paragrafo precedente, oltre ad aver alimentato la perdita del patrimonio culturale dell’artigiano, denota una problematica più generica dell’esperienza dell’artigiano: il progressivo distacco tra mano e testa. I rapporti travagliati con la materialità risalgono sin da prima dell’era industriale, quando i pochi progetti architettonici di grandi dimensioni si avvalevano di disegni esecutivi dettagliati e precisi come quelli possibili oggi con i sistemi CAD. Le antiche costruzioni venivano eseguite dagli artigiani interagendo con i loro clienti, ascoltando le idee che avavano in mente dalle loro stesse parole. Tali istruzioni orali lasciavano a muratori, smaltatori e ingegneri molto spazio per lavorare in modo libero e adattivo sul cantiere. Le tavole cianografiche, disegni ad inchiostro con la caratteristica di non essere facilmente cancellabili, avevano acquistato addirittura un valore legale alla fine del diciannovesimo secolo, divenendo l’equivalente di un contratto su carta. Queste tavole hanno determinato il primo decisivo distacco tra mano e testa nella progettazione: l’idea di una cosa risulta essere già completa ancora prima di essere costruita fisicamente. Un concetto che oggi per molti può apparire scontato, ma che nel passato non lo era affatto. Possiamo distinguere tre principali elementi che nel largo uso di tecnologie, in parti digitali, hanno determinato una pratica scissa dalla corporeità. Il primo è lo scollamento tra simulazione e realtà. Nel modello simulato, è possibile evidenziare un’immagine di quello che sarà, ma non

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è la stessa cosa se pensiamo ad altri fattori come ad esempio le condizioni climatiche locali. La simulazione non è in grado di giudicare in maniera tangibile l’effetto sensoriale della luce, del vento e del calore. Essa quindi è un surrogato scadente dell’esperienza tattile. In secondo luogo, la progettazione che esclude la mano disabilita anche un certo tipo di intelligenza relazionale. Le simulazioni sono facilmente strumentalizzavili come modi d’uso per nascondere e rimuovere difficoltà e problemi, invece che risolverli. Infine la precisione dei CAD fa emergere il problema dell’iperdeterminazione. Un fattore come questo è funzionale in molti settori come quello ingegneristico e scientifico, ma può impedire a chi ne fa uso di percepirne l’aspetto critico, elemento che come approfondirò nei prossimi capitoli è essenziale per l’espansione delle abilità dell’artigiano9. Il tattile, il relazionale e l’incompleto fanno parte dell’esperienza fisica ritrovabile nell’atto manuale del disegnare. Il disegno simboleggia una gamma di esperienze più ampia, così come l’atto della scrittura comprende la revisione e la riscrittura, o l’atto di suonare uno strumento di esplorazione delle qualità di un certo accordo. Il difficile e l’incompleto sono elementi che dovrebbero far parte della nostra attività intellettive perché ci possono stimolare a fare meglio, a fare di più. La problematica mano/testa và ben oltre la sovrapposizione tra mano e macchina. I moderni programmi per computer possono imparare dall’esperienza. Si rischia quindi di delegare ad esse tutto il processo di apprendimento, limitandoci ad assistere passivamente come consumatori di abilità tecniche più ampie, ma senza una partecipazione concreta.

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9. Tratterò l’argomento nel capitolo 4: Anatomia dell’artigiano.


2 - PROBLEMATICHE

2.5 La demoralizzazione

Il distacco da un chiaro senso sociale Un’altra problematica che affligge l’artigiano quando deve mettersi in gioco è il senso di demoralizzazione che lo condiziona nelle intenzioni e nella determinazione a portare a termine un determinato progetto. Per poter “instaurare una riflessione sull’eccellenza artigianale dell’Italia contemporanea, che restituisca una visione significativa di quel saper fare che rappresenta un vero giacimento culturale per il nostro paese”10, è necessario instaurare relazioni tra matrici intellettuali, culturali, tecniche e artistiche. Il background ha una sua rilevanza economica, poiché “quattro milioni di piccole aziende, otto milioni di partite IVA rappresentano per il Paese un patrimonio di imprenditorialità. Ma se questi signori, da quando aprono bottega fino a sera, hanno la sensazione di lavorare contro, c’è qualcosa che non và”11. Ci sono due tipi di stimoli al voler lavorare molto e bene. Il primo è dato dall’imperativo morale di lavorare per il bene della comunità. Il secondo si basa sul presupposto che la competizione contro gli altri possa stimolare il desiderio di dare buone prestazioni e, al posto del bene della comunità, promette la ricompensa individuale. Entrambi i metodi presi separatamente non potrebbero soddisfare l’aspirazione dell’artigiano alla qualità. Dal punto di vista sociale la demoralizzazione può presentare infatti molte sfaccettature. Essa può presentarsi proprio quando la finalità collettiva di un lavoro ben fatto diventa vuota e inerte; oppu-

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10. Il rimando è alla F. Cologni, Premessa, in P. Colombo con A.Cavalli e G.Lanotte (a cura di), Mestieri d’arte e Made in Italy. Giacimenti culturali da riscoprire, Venezia, Marsilio 2009, pp. 7-10. 11. Si veda D. Di Vico, Piccoli. La pancia del Paese, Venezia, Marsilio 2010, pp. 8-9.


re la motivazione a fare bene il proprio lavoro può essere frustrata dall’imperativo della competitività che deprime i lavoratori. Una soluzione a questa problematica l’ha teorizzata W. Edward Deming, parlando di qualità totale. Hanno abbracciato questa teoria tutte quelle aziende tedesche e giapponesi che a partire dal dopoguerra hanno avuto un notevole sviluppo, mostrandosi sempre un passo più avanti rispetto ai loro principali concorrenti mondiali. Secondo Deming, i dirigenti delle aziende devono sporcarsi le mani in officina e i dipendenti devono poter dire la loro opinione con franchezza ai loro superiori. Citando la cosiddetta “manifattura collettiva”, egli intende che il collante di un’istituzione si crea con il dialogo reciproco, anche rude, oltre che con la condivisione dei fini. L’artigiano, inteso anche come lavoratore tecnico, rappresenta in ciascuno di noi il desiderio di fare bene una cosa, concretamente e per se stessa. Lo sviluppo tecnologico ci porta invece a considerare il lavoro artigiano come un modello antico di lavoro tecnico. Ciò influisce sulla sensazione che hanno le persone che aspirano ad essere bravi artigiani a deprimersi perché vengono ignorate o mal comprese dalle istituzioni sociali. Questo malessere è aggravato dal fatto che ben poche istituzioni si propongono come fine di produrre lavoratori tecnici felici. Quando l’impiego materiale si rivela svuotato di senso, allora le persone si abbattono moralmente ricercando rifugio nel privato e ripiegando su se stesse; viene privilegiata la proiezione mentale sul futuro rispetto all’incontro concreto.

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2 - PROBLEMATICHE

2.6 Le ultime parole famose La retorica dell’artigiano

“È giunto il momento di tornare a sporcarsi le mani!” 12 Molto spesso ci sarà capitato di ascoltare durante qualche intervista, o di leggere in qualche saggio, affermazioni come questa che tratta di tematiche inerenti all’artigianato. Ritroviamo in gran parte anche frasi come: “riprenderci la nostra manualità”. O ancora: “bisogna provare a mettere le mani in pasta”. Le parole ci riportano alla mente una dimensione “polverosa” ed “elementare”, suscitandoci un ventaglio di emozioni romantiche sull’esperienza di un artigiano, inteso qui come colui che fa. Le metafore hanno qui l’obiettivo di mettere sullo stesso piano una conoscenza scientifico/deduttiva a fianco di una più viva sensorialità data dall’approccio empirico. L’etica progettuale DIY (Do It Yourself) è un esempio emblematico di questo connubio perché comprende tutta quanta la filiera, dal progetto alla produzione fino alla promozione e vendita. In questo caso vengono estrapolati concetti appartenenti alla sfera classica dell’artigiano d’antan, rielaborati metaforicamente ed infine espressi, alla maniera di una propaganda, per comunicare una tendenza più indipendente. E per certi versi più smart e più cool. Quando nel fare un lavoro ci sporchiamo le mani, noi trasmettiamo inevitabilmente il fatto di aver creato qualcosa di più autentico, di più genuino, di più personale. I più astuti esperti del marketing, sotto le appetitose vesti di uno slogan o tramite set fotografici e montaggi video che immortalano le mani impolverate, hanno spesso colto

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12. La citazione è provocatoria ed invita, se necessario, a verificarne la veridicità cercandola sui motori di ricerca nel web. 13. Ibidem nota 7.


questo fattore sfruttandone i privilegi. Tuttavia è ben più arduo trasmettere concetti più profondi che rispondono a domande alle quali le metafore dette sopra da sole non sanno dare delle risposte: “Come fare bene? Siamo tutti in grado di farlo? E se no, perché no?” Le domande sono una provocazione e vogliono sintetizzare lo scopo di questo paragrafo, sollevare cioè l’ultimo aspetto problematico relativo all’esperienza dell’artigiano. Ciò che per esempio non cogliamo da uno spot è come si è giunti ad un tale livello di maestria; con quale fatica e sofferenza si è riusciti a raggiungere quel livello di precisione, quali tecniche e con quale destrezza. La dimensione pubblicitaria rivela una retorica nei termini che rischiano di perdere il loro senso: stiamo parlando di veri e propri artigianismi. Talento vs Routine

L’era moderna si dice sia caratterizzata da un’economia basata sulle abilità tecniche, ovvero una serie di capacità pratiche ottenute con l’esercizio. L’abilità possiamo contrapporla quindi all’ispirazione, un’illuminazione improvvisa derivante dalla convinzione che il taleno naturale possa sostituire il tirocinio. Un esempio di talento lo ritroviamo nella musica con W.A.Mozart, che sin da piccolo possedeva la capacità naturale di ricordare lunghe sequenze di note. La verità è che dai 5 ai 7 anni egli esercitò assiduamente questa sua innata memoria componendo vari brani alla tastiera. Era in grado addirittura di elaborare dei metodi che dessero un’apparenza di spontaneità alla musica che suonava, tale da farlo sembrare un improvvisatore al momento del concerto. Pare inoltre che la pedagogia attuale detesti l’apprendimento ripetitivo, nella convinzione che essa instupidisca la mente. Nell’evitare la routine per paura di essere noioso, un insegnante in questo modo tende a privare i suoi allievi dell’esperienza di scoprire il tipo di pratica a loro più consona e di modularla a partire da sé. Il vantaggio di eseguire la pratica tramite routine crea una sensibilità verso la propria esperienza, ma non è sufficiente ad attestare un’abilità tecnica.

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2 - PROBLEMATICHE “Imparare facendo”

Infatti l’idea secondo cui la routine fa bene alla mente si contrappone all’etica dell’imparare facendo (il concetto è una sintesi di tutte le frasi citate all’inizio di questo paragrafo). Anche se i due metodi possono sembrare simili, non lo sono perché la seconda idea non comprende (volente o nolente) l’insorgere di problemi imprevisti. La routine può sollevare delle attitudini personali e dunque ci rivela una buona percentuale di possibilità che si possa imparare poco, magari perché non si è bravi a svolgere un certo lavoro. Quando ci si espone alla pratica, quando si accetta la sfida di “porre mano all’opera”, può succererci di fare i conti con il fallimento, piuttosto che con l’errore. Nell’apprendimento di un’abilità, anche il motto “sbagliando si impara” è riduttivo perché non chiarisce cosa vuol dire riconoscere di aver fatto un errore. Succede che non siamo in grado di trovare un appiglio per risolvere un problema insormontabile e siamo “costretti” a dare la colpa alla stessa routine per averci rivelato tale sciagura. Questi esempi ci chiariscono meglio l’idea secondo cui tra linguaggio parlato e cultura materiale non vi è sempre una condizione di reversibilità. Vestirsi di quei valori sostenibili di artigianalità non basta.

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Tra il dire e il fare, pertanto, c’è di mezzo un abisso. Occorrerà esplorare più profondamente l’esperienza dell’artigiano, sotto un aspetto più sensibile e che sappia dare delle risposte più concrete alle sue reali esigenze, non dimenticandoci che tra gli attori dell’innovazione del Made in Italy ci sono anche loro. A mio parere la vicenda non è complicata come sembra. Non si tratta di dover comprendere l’artigianato. Non ce n’è più bisogno in quanto è già successo, succede sin dai tempi delle prime civiltà di uomini. L’artigiano nella società ha un rapporto instabile e lo avrà sempre proprio perchè in continua relazione con la civiltà in cui è collocata, in continua evoluzione e trasformazione. Nel prossimo capitolo mostrerò una sintetica panoramica evolutiva della lunga storia dell’artigiano, cogliendo i concetti chiave utili per un’analisi più approfondita.

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capitolo 3

Artigianato e comunitĂ

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3 - ARTIGIANATO E COMUNITÀ

3.1 Un passo indietro

L’artigianato nelle comunità del passato La storia dell’artigianato non è solamente il racconto della crescente abilità dell’uomo e della sua capacità di agire sull’ambiente naturale, ma ci può fornire anche le prove di come la nostra società si sia evoluta nel tempo. Possiamo definire 3 fasi storiche. Prima di tutto vi è un periodo in cui tutto è artigianato. Ogni processo di fabbricazione era un processo manuale, qualunque cosa venisse creata, per scopi utilitari o di rituale o puramente decorativi, era essenzialmente un oggetto di artigianato. Più tardi, dal Rinascimento in poi, almeno in Europa si possono distinguere 2 ulteriori fasi di sviluppo. Abbiamo avuto una separazione tra artigianato e arte, quest’ultima considerata infine superiore all’altra. Più tardi, con la Rivoluzione Industriale, si giunse ad una distinzione tra oggetto di artigianato e oggetto fabbricato a macchina, ovvero il prodotto industriale. Come spieghero nei prossimi paragrafi, l’artigiano ha assunto ruoli differenti a seconda delle culture del tempo. Articolandosi nel migliore dei modi, nell’affrontare tutte le problematiche sociali del tempo egli ha intrapreso un’evoluzione della tecnica, definita come cultura materiale. La consapevolezza di questo binomio potrebbe farci capire meglio tutte le problematiche che un artigiano affronta adesso nella vita di tutti i giorni.

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3.1.1 - Artigiano come Demiurgos La Grecia Arcaica

Una delle prime celebrazioni dell’artigiano è apparsa nell’inno omerico ad Efesto, il dio protettore degli artigiani: Efesto, glorioso per la destrezza, canta, o Musa dalla limpida voce: egli, insieme con Atena dagli occhi scintillanti, opere egregie insegnò sulla terra ai mortali, che fino allora vivevano negli antri, sulle montagne, come fiere, ma ora, grazie a Efesto glorioso per l’ingegno avendo appreso le arti, facilmente, fino al compimento dell’anno, la vita conducono sereni nelle proprie case.14

In prima analisi l’inno a Efesto potrebbe apparire la celebrazione di un cliché, che pone l’inizio della civiltà nel momento in cui gli esseri umani cominciarono ad usare i primi utensili. Esso invece fu scritto migliaia di anni dopo che ebbe inizio la fabbricazione di attrezzi come i coltelli, la ruota e il telaio. Piuttosto che un tecnico, l’artigiano civilizzatore era colui che usava quegli attrezzi per un bene collettivo, per porre fine all’esistenza nomadica di una umanità di cacciatori/raccoglitori e di guerriglieri senza dimora. La manifattura aveva liberato gli individui dall’isolamento, personificato dai cavernicoli Ciclopi. Artigianato e comunità erano per i greci arcaici un connubio indissolubile. La parola greca che traduciamo con artigiano è demiurgos, un composto che unisce l’idea di pubblico (demios: “appartenente al popolo”) e di produzione (ergon: “opera, lavoro”). L’artigiano nell’età arcaica occupava una fascia sociale equivalente più o meno alla nostra classe media. I demiurgoi, oltre ai lavoratori manuali specializzati come i vasai, comprendevano anche i medici e i magistrati minori, nonché gli aedi professionisti e gli araldi o banditori, coloro che annunciavano nelle strade le notizie di interesse pubblico. Questa fetta di cittadini comuni si situava in mezzo tra gli aristocratici, relativamente pochi e liberi dalla necessità di guadagnarsi da vivere, e la massa degli schiavi che svolgeva quasi tutto il lavoro necessario alla società ed era in molti casi dotata di elevate abilità tecniche, che non gli conferivano però riconoscimento e diritti politici.

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14. Inni Omerici, a cura di Filippo Càssola, Fondazione Lorenzo Valla, Mondadori, Milano 2006.


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Fu in questo contesto sociale arcaico che l’inno a Efesto celebrò come civilizzatori coloro che sapevano usare congiuntamente la testa e la mano. La Grecia arcaica, al pari di molte società definite dagli antropologi come tradizionali fino a non molto tempo fa, dava per scontato che le abilità tecniche venissero tramandate da una generazione all’altra. Questo è un dato molto più importante di quanto possa sembrare. Nelle società basate su abilità specializzate ma di tipo tradizionale, le norme sociali avevano infatti maggior valore delle doti individuali. Lo sviluppo dei propri talenti dipendeva dal seguire le regole stabilite dalle generazioni precedenti; in questo contesto la parola “genio”, nel senso di qualità personale, tanto importante per i moderni, non aveva senso. Sul piano personale, il diventare abile in un’arte o un mestiere richiedeva di essere obbediente alle norme sociali. L’autore dell’inno a Efesto accettava la natura di questo legame comunitario. Come succede in ogni cultura nei confronti di valori profondamente sentiti, sembrava una cosa assiomatica che le persone si identificassero con altri artigiani in quanto concittadini. Nella loro evoluzione graduale le abilità tradizionali sembrano dunque sottrarsi al principio della natalità.

15. Aristotele, Metafisica (981 a30-b2).

3.1.2 - Artigiano come Cheirotechnes La Grecia Classica

Se nell’età omerica l’artigiano era celebrato come persona pubblica, nell’età classica la sua dignità si offuscò. Possiamo leggere nella Metafisica di Aristotele: Perciò noi riteniamo che coloro che hanno la direzione nelle singole arti siano più degni di onore e posseggano maggiore conoscenza e siano più sapienti dei manovali, in quanto conoscono le cause delle cose che vengon fatte...15

Si noti che Aristotele ha abbandonato il vecchio termine demiurgos per usare invece cheirotechnes, “lavoratore manuale”. Questo cambiamento rivestì un significato particolare e ambiguo

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Nella pagina precedente, un dipinto di William Blake, The Ancient of Days.


3 - ARTIGIANATO E COMUNITÀ

Il dilemma di Platone

per la donna. Dai tempi antichissimi la tessitura era un mestiere riservato alle donne che conferiva loro rispetto nella sfera pubblica; l’inno omerico citava appunto arti come la tessitura tra le pratiche che contribuirono a civilizzare la tribù di cacciatori/raccoglitori. Con il passaggio dalla società arcaica alla società classica, il valore pubblico delle tessitrici continuò a essere celebrato. Ad Atene, erano le donne a tessere i peplos, la stoffa che veniva portata in processione durante la annuali festività panatenee. Lo sviluppo della scienza classica contribuì alla divisione delle abilità teniche lungo confini di genere che diede luogo alla connotazione maschile della parola “artigiano”, particolarmente evidente nel termine inglese craftsman. La scienza classica contrapponeva l’abilità manuale dell’uomo alla capacità della donna, legata alla sua autonomia, di mettere al mondo figli; contrapponeva la muscolatura robusta dell’uomo a quella debole della donna, lasciando dedurre che anche il cervello maschile fosse più “robusto” di quello femminile16. Il filosofo classico più in sintonia con l’ideale arcaico di Efesto rimase Platone, il quale si preoccupava anzi per il suo declino. Platone ricollegava l’abilità tecnica del verbo poiein, “fare”. Da poiein deriva la parola “poesia” e anche nell’inno i poeti rientravano tra le tipologie di artigiani. Questo tipo di attività è sempre caratterizzata dall’ispirazione alla qualità. Platone formulò questa aspirazione come arete, il criterio di eccellenza implicito in ogni atto: l’aspirazione alla qualità spinge l’artigiano a migliorare sempre, a non accontentarsi di risultati passabili. Ma platone notava che ai suoi tempi, benché “gli artigiani fossero tutti poieitai [...] non sono chiamati così, hanno altri nomi”17. Lo preoccupava che questi nomi diversi, anzi queste divese attività, impedissero alle persone di riconoscere ciò che avevano in comune. Nei cinque secoli intercorsi tra la redazione all’inno a Efesto e i tempi di Platone, qualcosa evidentemente era andato perduto. L’unità esistente in epoca arcaica tra abilità tecnica e comunità si era indebolita. Le abilità pratiche ancora costituivano la base della vita della città, ma non erano onorate per questa loro funzione.

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16. Richard Sennett, Flash and Stone: The Body and the City in Western Civilization. 17. Platone, Simposio.


3.1.3 - Artigiano come uno schiavo L’Impero Romano

Non è facile capire se si poteva essere artigiani e al tempo stesso veri e propri romani, considerando il disprezzo ostentato dall’intellighenzia romana per tutto ciò che aveva a che fare con l’attività artigianale e con ogni forma di lavoro salariato. Ogni attività artigianale o manifatturiera era vietata all’uomo onesto: l’artigiano era relegato alla condizione di sotto-uomo o cittadino di seconda categoria. Lo stesso poteva dirsi dell’artista o del tecnico (per i Romani infatti il vero autore di un’opera non era colui che la realizzava ma colui che la commissionava; l’artefix restava un esecutore al servizio del committente). Se è relativamente facile studiare i prodotti artigianali del mondo romano, è invece molto difficile farsi un’idea sufficientemente precisa della persona e del comportamento dell’artigiano. Egli compare nelle nostre fonti solo quando la legge o il diritto se ne interessavano o quando produceva qualche innovazione tecnica. In base alla sua condizione giuridica egli poteva essere libero di nascita, liberto o schiavo. L’artigiano fu soprattutto uomo di città, essendo la sua bottega-taberna (spesso la sua tessa abitazione) all’interno della città, in quanto forniva servizi primari alla popolazione urbana; si trattava generalmente di un lavoro maschile (ma questo non esclude la presenza femminile, radicata soprattutto nel mondo della tessitura). Molto importante per gli artigiani era la loro unione e il numero; isolati non erano nulla, mentre uniti potevano sperare di far sentire la loro voce nelle competizioni politiche. Di questo spirito di corpo, i collegia furono la manifestazione più importante; essi non avevano finalità meramente professionali, ma grazie a loro l’artigiano aveva la certezza di funerali decenti, di un fasto, erano un luogo di riunione, la loro schola. I Romani delle classi privilegiate avevano una visione selettiva delle categorie subalterne. Per esempio erano perfettamente informati della vita dei soldati comuni e la mera prossimità li rendeva consapevoli di quella della servitù domestica, libera o schiava. I lavoratori artigiani, invece, soprattutto se schiavi, abitavano uno spazio anonimo, una sorta di terra di nessuno tra il servizio militare

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3 - ARTIGIANATO E COMUNITÀ

e il servizio alla persona. Per legittimare questa dominazione, i Romani si rifacevano alla distinzione greca tra teoria e pratica. Sempre Aristotele, nel trattato di Vitruvio, dichiarò: Le varie arti sono composte di due cose: la tecnica e la teoria. [...] La tecnica è appannaggio di chi è specializzato in un dato mestiere; la teoria è la cultura generale comune a tutti gli uomini istruiti. Tutte le cose sono in comune, per quel che riguarda la teoria [...] mentre l’opera ben eseguita manualmente o con metodi tecnici è propria di coloro che sono stati addestrati in un singolo mestiere.18

Un impeto covato

Questa concezione, secondo la quale la persona dotata di buona cultura generale era superiore e comandava all’artigiano specializzato, rifletteva con precisione la struttura gerarchica dello stato romano. Con tutto ciò, gli artigiani trovavano il modo di lasciare un loro segno sull’opera. In parte, ciò fu possibile perché nel sistema edilizio romano esisteva uno spazio vuoto tra comando ed esecuzione. Sul campo molto era lasciato all’improvvisazione. Bisognava passare attraverso molti “errori” formali affinché alla fine case, strade e fognature funzionassero. L’attività di pensiero che i lavoratori manuali investivano nell’opera determinava una serie di correzioni ed adattamenti. Inoltre, una certa improvvisazione era inevitabile semplicemente perché spesso gli schiavi che costituivano la manodopera erano stranieri che non avevano in testa i modelli romani.

3.1.4 - Artigiano divino Il Medioevo

Il primo artigiano medievale trova dimora sulla terra dei monasteri, dove la religione valorizzava la loro pratica, in quanto considerata come rimedio alla naturale tendenza all’autodistruzione. Successivamente nascono le cosiddette Gilde o Corporazioni, “luoghi sacri e profani insieme”, con stabilimenti privati in cui Stato e Chiesa avevano stesso potere. Da un lato vi erano una serie di riti religiosi, dall’altro viene trasferito il concetto di autorità, dove i capi

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18. Marco Viruvio Pollione, De Architectura.


gilda (i maestri) dovevano ispirare timore e sottomissione, contro anche la violenza incontrollata. Le donne all’interno delle corporazioni non erano considerate. Nella Corporazione l’apprendista diventava maestro dopo diversi anni (all’incirca 7-8) e dopo aver svolto due prove importanti. La prima era sostanzialmente di copiatura (capo d’opera), la seconda più intellettuale (opera maestra). I maestri avevano l’autorità di giudicare l’opera compiuta dal suo apprendista. Vi erano, come ad esempio nell’ambito dell’oreficeria, personalità artigiane che dopo l’apprendistato cercavano altrove le occasioni di lavoro. Per questi motivi le Corporazioni avviarono misure difensive contro l’espansione del commercio, mediante l’uso di dazi e regole. Anche le associazioni inerenti cercavano di mantenere medesime condizioni ovunque si andasse a lavorare. Alcuni maestri passavano alla condizione di lavoratori salariati a causa della povertà, oppure per scelta personale. Per questo motivo le Corporazioni garantivano anche un senso di comunità, tramite un insieme di rituali, oppure con affiancamenti istituzionali ad altre Confraternite, costruendovi assieme quelle regole non scritte basate sulla buona reputazione. L’orafo medievale era ritenuto capace di ricercare la purezza allo stesso modo dell’alchimista (in quel tempo non ritenuto assolutamente un cialtrone). La sua autorità era molto importante in quanto poteva certificare empiricamente la purezza di un metallo nobile o di un metallo comune. Inoltre tutto questo veniva rafforzato trasformando l’attività pratica in un vero e proprio rituale religioso, dove giungeva persino Dio in persona a certificare la purezza del materiale preso in considerazione. Il legame tra maestro e apprendista si basava sul rispetto. Ognuno aveva dei doveri, dei patti da rispettare, delle promesse da mantenere. In particolare, il maestro riceveva dal padre biologico dell’apprendista la propria potestà. In questo modo egli era in grado di allargare gli orizzonti dell’allievo senza i limiti imponibili dai natali. Senza quella generosità assoluta e quelle complicazioni di un amore paterno/materno.

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3 - ARTIGIANATO E COMUNITÀ

3.1.5 - Artigiano artista Il Rinascimento

Nel Rinascimento il maestro assunse livelli apparentemente maggiori di autonomia, a discapito dell’autorità, interfacciandosi ora con i clienti in maniera diretta e senza uno schermo protettivo a livello di giudizio. Molti artigiani erano spinti ad allontanarsi dalle Corporazioni e mettersi in proprio, per dare più riconoscimento ai propri prodotti. Da lì in poi, sparirono lentamente quei principi che consentivano alle Corporazioni di tramandare mediante il tirocinio la propria maestria. Si tendeva a tradurre la tecnica bidimensionale in tridimensionale, originalizzandola autonomamente a livelli che superano l’immaginazione. Per questi motivi la soggettività dell’artistaartigiano assunse il ruolo di arma a doppio taglio, portandolo a rifugiarsi in se stesso, la dimora in cui alloggia la propria creatività. Se nel Medioevo rituali e cerimonie garantivano la trasmissione di saperi e maestrie, dal Rinascimento in poi (fino ad oggi), essa diventò più difficoltosa perché inibita dall’originalità del maestro. Un imponente esempio di tale sciagura lo abbiamo con il caso Stradivari, il cui genio andò via con lui senza la possibilità di essere trasmesso in tutte le sue sfaccettature. Questo accadeva perché nel laboratorio la sua visione totale dei processi lavorativi, con tutte le abilità annesse, non ebbe il giusto habitat e le capacità espressive per essere esternate ai suoi discepoli, che invece avevano sempre avuto direttive dal maestro per via di un metodo basato sulla percezione di specifiche parti di lavoro. A tal proposito và citata la conseguente democraticità del laboratorio da parte dei futuri e moderni liutai, che ai criteri assoluti di qualità stabiliti dal genio preferiscono concentrarsi sul loro contingente, in maniera personale. In questo caso possiamo citare il famoso detto “salire sulle spalle dei giganti”. Questo non fu più sempre possibile perchè l’originalità del genio non riusciva spesso a tradursi in insegnamento. La vita lavorativa del maestro si era ristretta.

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A fianco, un dipinto di Edgar Bundy, Antonio Stradivari.


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3 - ARTIGIANATO E COMUNITÀ

3.1.6 - Artigiano come Obstetrix Animorum L’Illuminismo

I sostenitori dell’Illuminismo erano tutti d’accordo sul vivere senza più dogmi. Alcuni più fautori della ragione, il giudizio e la riflessione, altri accoglievano più affiatati i concetti newtoniani del modello di ordine sociale. L’Encyclopedie di Diderot invece celebrava le persone dedite a svolgere un lavoro come fine in sé; e l’artigiano fu assunto a emblema dell’Illuminismo. L’Enciclopedia non voleva servire da manuale tecnico per specialisti ma era rivolta al pubblico in generale. Diderot voleva stimolare nei lettori il filosofo latente in loro, non già il virtuoso. Essa voleva che i lettori uscissero dal proprio io ed entrassero per empatia nelle vite dei lavoratori artigiani, per poi spiegare la natura del lavoro ben fatto: Obstetrix Animorum (partorire gli animi). Le abilità tecniche potevano essere considerate un modo per spezzare i desideri bellicosi di violenza, garantendo un piacere paragonabile al sesso coniugale19. Per far ciò gli enciclopedisti si concentrarono sulla rappresentazione empatica di tali emozioni. Le principali difficoltà riguardavano la trasposizione delle abilità tecniche dalla realtà degli artigiani all’Enciclopedia. Il livello di conoscenza inespressa portò Diderot e i suoi ad usare soluzioni meno limitanti del linguaggio. Usò immagini illustrative dettagliate ed espressive e in più testò empaticamente le tecniche, con il rischiaramento attraverso la pratica. Altro importante problema affrontato nelle pagine dell’Enciclopedia fu il dualismo tra mano e macchina. L’artigiano dell’Illuminismo, a differenza dell’artigiano del Rinascimento, poteva incarnare sia l’esaltazione che la realizzazione dell’individualità. Ma per seguire questa via il bravo artigiano doveva accettare la propria imperfezione. Infatti il modo “illuminato” di usare la macchina consiste nel giudicarne la potenza e nell’immaginarne l’uso alla luce dei nostri limiti umani, piuttosto che delle potenzialità della macchina. Sono necessarie modestia e consapevolezza delle proprie inadeguatezze.

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19. P.N. Furbank, Diderot. A critical biography. Secker & Warburg. London, 1992.

Ritratto di Denis Diderot. A fianco, dettaglio di una pagina dell’Encyclopèdie di Diderot, raffigurante gli utensili per la costruzione di casse e bauli.


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3 - ARTIGIANATO E COMUNITÀ

3.1.7 - Artigiano perduto Il Romanticismo di Ruskin

Con lo sviluppo delle industrie gli artigiani specializzati nelle loro abilità tecniche dovettero affrontare le due alternative demoralizzanti della dequalificazione e della disoccupazione, a fronte di tre distinti problemi: 1. Datori di lavoro 2. Concorrenza di manodopera non qualificata 3. Macchine Sulla terza questione c’è da dire che il lavoratore specializzato non fu in grado di riprogettare la macchina per renderla sua alleata, ma si lasciò schiacciare sotto di essa. Per John Ruskin era necessario tornare al passato pre-industriale delle Corporazioni. In quel luogo e in quel tempo, la cura delle cose essenziali, la fatica e la sofferenza del lavoro manuale, a differenza dell’ottundimento sensoriale degli oggetti fisici, sollecitava impulsi empatici e sensoriali. Ad ogni modo, più personali. In Le Sette Lampade dell’Architettura, Ruskin forniva sette linee guida, denominate come “lampade”, all’artigiano travagliato e a chiunque si trovi a operare direttamente su oggetti materiali: - la “lampada del sacrificio”, con il quale Ruskin intendeva la dedizione, la volontà di fare bene una cosa per la cosa in sé; - la “lampada della verità”, la verità che “spezza e lacera continuamente”; che per Ruskin voleva dire accogliere la difficoltà, la resistenza, l’ambiguità; - la “lampada del potere”, un potere temperato guidato da altri criteri differenti da una cieca volontà; - la “lampada della bellezza”, bellezza che per Ruskin si trovava nel particolare, nell’ornamento (una bellezza a misura della mano), piuttosto che nel progetto in generale; - la “lampada della vita”, dove la vita equivaleva a lotta, energia, mentre la morte costituiva la perfezione esiziale;

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- la “lampada della memoria”, la guida fornita dalle epoche precedenti il dominio della macchina; - la “lampada dell’obbedienza”, obbedienza nei confronti dell’esempio proposto dalla pratica di un maestro, più che dalle sue opere. La quantità, intesa come numero e dimensione (emblema della Rivoluzione Industriale era appunto la produzione seriale degli elemanti che costituiscono il Crystal Palace), celebrava l’abbondanza seriale e lo spreco dei ceti benestanti. L’obiettivo di Ruskin era di instillare negli artigiani l’esigenza di uno spazio perduto di libertà dove poter perdere il controllo, scontrarsi e accettare l’errore, imparando da esso, prendendo coscienza di sé e senza seguire la “lampada” della macchina20. Questa è una condizione per la quale nella società moderna gli individui devono essere disposti a lottare. Ruskin era convinto che le regole ferree della civiltà industriale andassero contro il diritto a sperimentare liberamente e a fare l’esperienza del fallimento salutare A differenza di Ruskin che ha potuto vedere cosa hanno comportato le moderne macchine, Diderot non si è chiuso in un ritorno al passato ma ha fatto molta più leva sulla ragione.

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20. John Ruskin, Le Sette Lampade dell’Architettura, Jaca Book, 1982.


angoscia e inadeguatezza

ressentement

compromessi

negoziazioni

barriere burocratiche

solidarie

rituali salva-faccia

risanamento

attività statiche

zone di frontiera

ansia di ruolo

restauro

riflessione tra uomo e macchina

utensile “specchio”

riconfigurazione attrezzi ad HOC

zone di confine

riparazione

attività dinamiche

scambio dialettico

ATTIVITÀ PRATICA attrezzi imperfetti

simpatia

ripetizione

2.critica abitudine

3.legge di gravità

3.introiezione nuova abitudine perfezionata

1.contiguità

strumenti e utensili

fabbricazione

2.sorpresa

risoluzione problemi

1.introiezione abitudine

immedesi elementi più abbor

ritmo collaborazione & coordinazione del corpo

SALTO INTUITIVO

LAVORO CON LA RESISTENZA

sosta - indagine

autocontrollo azione

riconfigurazione del problema

sviluppo capacità SVILUPPO PARALLELO MENTE / CORPO

porre domande sui problemi riscontrati

4.riflessione 1.anticipazione

PERDITA TEMPORANEA DEL CONTROLLO

localizzazione 72problemi

prensione

3.atto cognitivo 2.contatto


autonomia

disuguaglianza

età

CONTINUUM DEGLI SCAMBI

capitolo 4

Denis Diderot Encyclopèdie

somma zero

trasparenza nel linguaggio

autorità

asso piglia tutto

autorità guadagnata

Anatomia dell’artigiano

COLLABORAZIONE John Ruskin 7 Lampade

differenziante

altruismo

win-win

RITUALE

abilità dialogiche

collaborazione durante la crisi

TRIANGOLO SOCIALE rispetto reciproco

empatia

espressività drammaturgica

prendere decisioni sulle definizioni

imazione

rdabili

strumenti TRANSIZIONALI

trasporre oggetti e gesti in simboli

narrazione scenica GESTI INFORMALI

trasformazione in definizioni

ISTRUZIONI ESPRESSIVE

artificiale

antropomorfismo sospensione del desiderio di chiusura

metafora COSCIENZA MATERIALE

naturale

forza minima

rilascio della forza

cambio di dominio

metamorfosi

autoreferenzialità

anonimato

presenza 73

evoluzione forma-tipo

composto & miscela

illustrazione empatica


4 - ANATOMIA DELL’ARTIGIANO

4.1 Dalla parte dell’artigiano Partire dall’esperienza

L’artigiano, che si parli di artigiano digitale o di artigiano tipico, quando intraprende un lavoro proverà sempre a mettersi in gioco. In una collaborazione o in un coinvolgimento in qualche attività lavorativa, al fine di acquisirne dei vantaggi economici, non basta però solo invitarlo o istigarlo a rischiare. A prescindere dal grado di novità da affrontare, l’artigiano che si relaziona col suo lavoro cerca sempre una certezza, ovvero una garanzia affinché il suo reale valore venga riconosciuto. Come abbiamo già visto nel confronto tra makers e artigiani d’antan, questa certezza spesso è difficile da ottenere perché le tipologie di artigiani più ostili come gli insicuri o gli eretici stentano a credere che un approccio come quello digitale risolva tutti i loro problemi. La certificazione del valore di un artigiano genera però soddisfazione, ovvero una solida base psicologica che gli provoca la nascita di nuovi stimoli, tali da espandere la coscienza della propria esperienza. Spesso questo percorso non viene affrontato dagli attori coinvolti nella sua rete di interazione, ed egli da solo non sempre è in grado di intraprenderlo. Ciò che traspare a noi è solo il fatto che non vuole mettersi in gioco. In questo capitolo proverò ad analizzare l’artigiano partendo da come egli ha sviluppato la propria esperienza [schema 6].

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mercato

territorio

VALORE DELL’ARTIGIANO

mettersi in gioco

superficie

scambio

garanzia riconoscimento del valore linea di confine

soddisfazione nuovi stimoli

profondità

ESPERIENZA

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professioni

Schema 6 - Sappiamo ora che c’è un livello più profondo da percorrere per un’analisi sull’artigiano, che passa dalla sua esperienza.


4 - ANATOMIA DELL’ARTIGIANO

4.2 L’uomo artigiano Il percorso di Richard Sennett

Il mio lavoro nell’analizzare l’artigiano ha trovato uno snodo fondamentale quando mi sono soffermato sugli studi condotti dal sociologo, critico letterario e scrittore statunitense Richard Sennett. Egli si è occupato soprattutto dei temi della teoria della socialità e del lavoro, dei legami sociali nei contesti urbani, degli effetti sull’individuo e della convivenza nel mondo moderno urbanizzato. Ne L’uomo artigiano, Sennett ha voluto dimostrare che le persone possono conoscersi meglio attraverso le cose che fabbricano, che la cultura materiale è importante e che è possibile realizzare una vita materiale più umana, se solo si comprendesse meglio il processo del fare.

4.2.1 - Hannah Arendt e Pandora Con un metodo sociologico, Sennett esplora la realtà dell’artigiano (inteso come handwork, artisanal, craft, mastersvo), in cui esistono due importanti dimensioni: mano e testa. Questo binomio viene intensificato in relazione al tempo di lavoro. Ad un certo punto, per il “maestro” artigiano il legame diventa indissolubile: sentimento e pensiero. Prima di un determinato tempo (parliamo di decine di migliaia di ore) l’attività è invece perlopiù meccanica. In occidente questo è un valore che nel corso della storia ha perso di senso: l’essere ancorato alla realtà tangibile, e il provare orgoglio per ciò, pare

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A fianco, un ritratto di John William Waterhouse: Pandora


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4 - ANATOMIA DELL’ARTIGIANO

non sia più importante. Tramite l’uso di aneddoti basati su leggende e fatti realmente accaduti, Sennett associa il mito del vaso di Pandora alle conseguenze e fatti relativi alla costruzione della bomba atomica, oltre che ad altre storie parallele ma di grande spunto, come quella di Adamo ed Eva. Secondo il racconto tramandato dal poeta Esiodo ne Le opere e i giorni, il vaso era un dono fatto a Pandora da Zeus, il quale le aveva raccomandato di non aprirlo. Pandora, che aveva ricevuto dal dio Ermes il dono della curiosità, non tardò però a scoprirlo, liberando così tutti i mali del mondo, ovvero gli spiriti maligni della vecchiaia, la gelosia, la malattia, la pazzia e il vizio. Sul fondo del vaso rimase soltanto la speranza (Elpis), che non fece in tempo ad allontanarsi prima che il vaso venisse chiuso di nuovo. Prima di questo momento l’umanità aveva vissuto libera da mali, fatiche o preoccupazioni di sorta; gli uomini erano, così come gli dei, esseri immortali. Dopo l’apertura del vaso, il mondo divenne un luogo desolato ed inospitale simile ad un deserto, finché Pandora lo aprì nuovamente per far uscire anche la speranza ed il mondo riprese a vivere. Pandora nell’attualità

Nell’associare Pandora all’attualità, Sennett argomenta problematiche riguardanti la curiosità, l’incomprensione e l’inconsapevolezza umana, elementi tutti apparentemente attinenti a “coloro che fabbricano le cose”. Egli cita il “distacco” non consapevole di Robert Oppenheimer sulla costruzione dell’ordigno nucleare, la paura e diffidenza dell’intero genere umano secondo Martin Heidegger (che paragona l’atto di Oppenheimer all’agricoltura meccanizzata, entrambi fattori di rischio per una catastrofe ecologica planetaria), infine la giustificazione del poeta John Milton sulla “curiosità che vince anche sul desiderio sessuale” (parlando di Adamo ed Eva). Da questo lungo fil rouge arriva a definire il pensiero della sua maestra, filosofa, storica e scrittrice Hannah Arendt. In un confronto con la filosofa, Sennett si rende conto che la Arendt non nutre più molta fiducia nel pubblico e nella sua capacità politica di decidere “sulle sorti di Pandora”, avendo constatato

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una volta per tutte che “coloro che fabbricano le cose di solito non capiscono quello che fanno”, scaricando quindi il peso delle conseguenze delle loro stesse invenzioni al pubblico. Hannah Arendt trae spunto dal suo stesso libro Vita Activa, la condizione umana, dove arriva alla distinzione tra homo faber e animal laborans, due figure dell’essere umano a lavoro: - L’animal laborans è paragonabile a una bestia da soma, tutto concentrato sul suo lavoro, quasi fuori dal mondo: senza una chiara volontà (o possibilità) di dialogo e ragionamento, inconsapevole (o forse impotente). - L’homo faber invece riesce a prevalere, come suo superiore, all’animal laborans, con la sua capacità di soffermarsi a riflettere, ragionare, assumere consapevolezza e (magari) potere decisionale. Sulla base di tale posizione, Sennett invece la pensa diversamente: “nel processo del fare sono contenuti pensiero e sentimento”. E questo lo giustifica col fatto che per Hannah Arendt il pubblico non può che ricevere il problema a conti fatti, senza possibilità di un vero coinvolgimento. È necessario invece un coinvolgimento più materiale, la cui cultura riesce ad individuare per volontà e bisogno i punti in cui si trova il piacere e come esso è strutturato. Nel progetto de L’Uomo Artigiano, Sennett pone la tecnica come questione culturale, più che procedimento svincolato dal pensiero; la maestria, che designa lo svolgere bene un lavoro per se stesso; e un intimo nesso tra mano e testa.

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4 - ANATOMIA DELL’ARTIGIANO

4.3 L’intreccio della pratica Sequenze come ingranaggi

Le mie considerazioni a riguardo da qui in poi faranno leva sulla naturale tendenza dell’artigianato ad interessarsi non solo alla risoluzione di un problema durante la fabbricazione di oggetti (elemento fondamentale nel design), ma anche al lavoro in cui egli è coinvolto. Questo perché l’aspirazione al lavoro ben fatto non si lascia soddisfare semplicemente facendo il lavoro in modo passabile. La mia analisi parte da uno snodo fondamentale: piuttosto che concentrarsi sugli oggetti della conoscenza, ovvero i prodotti, mi sono concentrato sulle fonti della conoscenza, ovvero le facoltà umane. Questo approccio di tipo sociologico evidenzierà la maniera in cui tali facoltà umane svilupperebbero le abilità tecniche e permetterebbero di identificare livelli di soddisfazione e consapevolezza per l’artigiano nel suo lavoro. Per esempio, nel praticare la collaborazione gli artigiani sarebbero in grado di gestire una complessità maggiore di quella stabilita o consentita dagli strumenti. Questo non solo grazie alla loro maestria tecnica, ma anche per via di altre abilità complementari come l’autodisciplina, o l’abitudine a concentrarsi su problemi più concreti. Alla luce di ciò, ho cercato di ricavare le principali capacità necessarie al miglioramento delle abilità tecniche dell’artigiano, per poter poi osservare in seguito le realtà collaborative esistenti tra design e artigianato con una lente differente, un’analisi più consapevole e adatta al mestiere di qualunque tipologia di artigiano.

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Gli ingranaggi

Questo processo darebbe origine ad un nuovo linguaggio, in cui si evidenziano i vari processi e le sequenze affrontate dalla professione dell’artigiano [schema 7]: - attività pratica - capacità sviluppabili - modalità interattive - difficoltà - consapevolezza Ho realizzato una mappa concettuale in cui questi cinque elementi si intrecciano e relazionano tra loro come degli ingranaggi. Nelle pagine seguenti saranno illustrate delle schede, ognuna delle quali ramificherà le sequenze per i primi quattro argomenti.La consapevolezza invece verrà trattata in seguito, mediante uno schema riassuntivo. Per ciascuno di essi verranno dedicati dei paragrafi in cui si spiega in maniera dettagliata le fasi più importanti, allo scopo di una migliore chiarezza dei termini ma soprattutto per giustificare che tra essi vi è una connessione inestricabile e impossibile da trascurare.

Schema 7 - Gli “ingranaggi” dell’artigiano.

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4 - ANATOMIA DELL’ARTIGIANO

4.4 Mappa concettuale Schede tematiche

Quattro schede tematiche illustrano in seguito l’andamento delle sequenze di apprendimento ed espansione delle abilità tecniche. Ciascuno schema avrà una colorazione differente, ma fanno parte tutti di un unico schema di origine, una grande mappa concettuale fatta di tasselli che possono concettualmente accendersi e spegnersi a seconda del loro coinvolgimento. Gli elementi presi in considerazione hanno tratto grande ispirazione dai due saggi di Richard Sennett, L’uomo artigiano e Insieme: Rituali, piaceri, politiche della collaborazione. Ho ritenuto opportuno accompagnare il pensiero espresso nei suoi testi in una nuova veste grafica, al fine di una più visiva comprensione. Il concetto dell’intreccio viene comunicato e rappresentato da una complessità di collegamenti, traducendo la stessa complessità ritrovabile nell’esperienza dell’artigiano.

Nelle pagine seguenti, in ordine sequenziale: Scheda 3 - Attività pratica. Scheda 4 - Abilità tecniche sviluppabili. Scheda 5 - Interazione con gli altri. Scheda 6 - Difficoltà riscontrate.

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TECNICA

distacco mano / testa

DI TUTELA

nell’approccio

ritiro in sé stessi

COMPETITIVITÀ angoscia e inadeguatezza

zone di

utensile “specchio”

uomo e macchina

scambio dialettico

win-win

collaborazione durante la crisi

TRIANGOLO SOCIALE rispetto reciproco

3.introiezione nuova abitudine perfezionata

1.contiguità

fabbricazione

strumenti e utensili

espressività drammaturgica

1.introiezione abitudine

immedesimazione elementi più abbordabili

ritmo collaborazione & coordinazione del corpo

prendere decisioni

strumenti TRANSIZIONALI

trasporre oggetti e gesti in simboli

autocontrollo sviluppo capacità

metamorfosi

del problema

SVILUPPO PARALLELO MENTE / CORPO

sospensione del desiderio di chiusura

ISTRUZIONI ESPRESSIVE

cambio di dominio

metafora COSCIENZA MATERIALE

naturale

forza minima 1.anticipazione

narrazione scenica GESTI INFORMALI

trasformazione

LAVORO CON LA RESISTENZA

sosta - indagine

porre domande sui problemi riscontrati

autorità guadagnata

altruismo

2.critica abitudine

3.legge di gravità

azione

asso piglia tutto

RITUALE

abilità bilità dialogiche di

autorità

simpatia

ripetizione

SALTO INTUITIVO

differenziante

trasparenz nel linguaggio

empatia

attrezzi imperfetti

risoluzione problemi

somma zero

Denis Diderot Encyclopèdie

John Ruskin 7 Lampade

ATTIVITÀ PRATICA

2.sorpresa

CONTINUUM DEGLI SCAMBI

COLLABORAZIONE

riparazione

attività dinamiche

disuguaglianza

solidarietà

rituali salva-faccia

restauro attrezzi ad HOC

autonomia

Scheda 3 - attività pratica

negoziazioni

risanamento

attività statiche

zone di frontiera

ansia di ruolo

ressentement

compromessi

barriere burocratiche

soggettività

anonimato

illustrazion empatica


angoscia e inadeguatezza

ressentement

Scheda 4 - capacità sviluppabili

compromessi

negoziazioni

barriere burocratiche

restauro attrezzi ad HOC

zone di

utensile “specchio”

uomo e macchina

CONTINUUM DEGLI SCAMBI

somma zero

Denis Diderot Encyclopèdie

COLLABORAZIONE

differenziante

scambio dialettico

autorità guadagnata

altruismo

collaborazione durante la crisi

rispetto reciproco

simpatia

ripetizione

2.critica abitudine

3.legge di gravità

3.introiezione nuova abitudine perfezionata

1.contiguità

strumenti e utensili

fabbricazione

risoluzione problemi

espressività drammaturgica

1.introiezione abitudine

immedesimazione elementi più abbordabili

ritmo collaborazione & coordinazione del corpo

SALTO INTUITIVO

prendere decisioni

strumenti TRANSIZIONALI

trasporre oggetti e gesti in simboli

narrazione scenica GESTI INFORMALI

trasformazione

LAVORO CON LA RESISTENZA

sosta - indagine

autocontrollo sviluppo capacità

sospensione del desiderio di chiusura

SVILUPPO PARALLELO MENTE / CORPO

metafora COSCIENZA MATERIALE

naturale

forza minima

anonimato

1.anticipazione localizzazione problemi

prensione

3.atto cognitivo

presenza 2.contatto

rilascio della forza

ISTRUZIONI ESPRESSIVE

cambio di dominio

metamorfosi

del problema

porre domande sui problemi riscontrati

PERDITA TEMPORANEA DEL CONTROLLO

TRIANGOLO SOCIALE

empatia

attrezzi imperfetti

azione

autorità

asso piglia tutto

RITUALE

abilità bilità dialogiche di

trasparenza nel linguaggio

win-win

John Ruskin 7 Lampade

ATTIVITÀ PRATICA

2.sorpresa

disuguaglianza

solidarietà

riparazione

attività dinamiche

autonomia

rituali salva-faccia

risanamento

attività statiche

zone di frontiera

ansia di ruolo

autoreferenzialità

evoluzione forma-tipo

composto & miscela

illustrazione empatica


individualismo

FALLIMENTO

MANCANZA DI TUTELA

TECNICA

distacco mano / testa

umiliazione nell’approccio

invidioso

ritiro in sé stessi

COMPETITIVITÀ angoscia e inadeguatezza

utensile “specchio”

uomo e macchina

somma zero

Denis Diderot Encyclopèdie

differenziante

scambio dialettico

esperto socievole

autorità guadagnata

altruismo

collaborazione durante la crisi

rispetto reciproco

simpatia

ripetizione

2.critica abitudine

strumenti e utensili

fabbricazione

3.introiezione nuova abitudine perfezionata

espressività drammaturgica

1.introiezione abitudine

immedesimazione elementi più abbordabili

ritmo collaborazione & coordinazione del corpo

prendere decisioni

strumenti TRANSIZIONALI

trasporre oggetti e gesti in simboli

autocontrollo del problema

SVILUPPO PARALLELO MENTE / CORPO

metamorfosi sospensione del desiderio di chiusura

narrazione scenica GESTI INFORMALI

trasformazione

LAVORO CON LA RESISTENZA

sviluppo capacità

ruolo di mentore

TRIANGOLO SOCIALE

empatia

attrezzi imperfetti

ISTRUZIONI ESPRESSIVE

cambio di dominio

metafora COSCIENZA MATERIALE

naturale

forza minima

anonimato

impegno con gli altri in divenire

autorità

asso piglia tutto

RITUALE

abilità bilità dialogiche di

trasparenza nel linguaggio

win-win

John Ruskin 7 Lampade

ATTIVITÀ PRATICA

IVO

CONTINUUM DEGLI SCAMBI

COLLABORAZIONE

riparazione

risoluzione problemi

disuguaglianza

solidarietà

rituali salva-faccia

restauro

tività miche

autonomia

illustrazione empatica

Scheda 5 - modalità interattive

negoziazioni

risanamento

ezzi ad HOC

ansia di ruolo

ressentement

compromessi

barriere burocratiche

soggettività


resistenza ricevuta

Scheda 6 - difficoltà

RESISTENZA

astrattezza

distinzione

DEMORALIZZAZIONE

FRUSTRAZIONE

narcisismo

OSSESSIVITÀ

vanità

accanimento

resistenza

collettiva vuota valori artigiani non riconosciuti competitività obbligatoria

denotazione inerte

distacco e isolamento

perfezionismo

l’apprendimento tecnica investigativa

rapporti esterni

riduzione dell’ansia

esperto antisociale

supremazia delle macchine

autocompiacimento

perizia spontanea

indifferenza

SENSO DI FALLIMENTO

individualismo

INADEGUATEZZA TECNICA

distacco mano / testa

MANCANZA DI TUTELA

confronto invidioso

umiliazione nell’approccio

ritiro in sé stessi

COMPETITIVITÀ angoscia e inadeguatezza

negoziazioni

restauro attrezzi ad HOC

zone di

attività dinamiche

disuguaglianza

solidarietà

utensile “specchio”

uomo e macchina

CONTINUUM DEGLI SCAMBI

somma zero

Denis Diderot Encyclopèdie

COLLABORAZIONE

riparazione

ATTIVITÀ PRATICA

autonomia

rituali salva-faccia

risanamento

attività statiche

ansia di ruolo

ressentement

compromessi

barriere burocratiche

soggettività

differenziante

abilità bilità dialogiche di

RITUALE

impegn altri in d

autorità esperto socievole

asso piglia tutto

autorità guadagnata

altruismo win-win

John Ruskin 7 Lampade

scambio dialettico

trasparenza nel linguaggio

collaborazione durante la crisi

TRIANGOLO SOCIALE

ruolo di mentore


Come già accennato nel paragrafo precedente, per ciascuna “colorazione” verranno ora elencati gli elementi più importanti. Alcuni sono già emersi nel capitolo 3, dove ho descritto le principali problematiche dell’artigiano, e nel capitolo 4, dove ho rappresentato il rapporto tra artigianato e comunità nel passato. I concetti chiave estratti si potranno ritrovare come elementi fondamentali per l’analisi sociologica dell’artigiano.

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4 - ANATOMIA DELL’ARTIGIANO

4.5 Attività pratica Appunti per l’analisi

L’attività pratica può sostanzialmente suddividersi in processi di fabbricazione e di riparazione. Tali processi saranno sempre accompagnati da strumenti ed utensili da lavoro.

abilità tecnica / tempo

CORRETTEZZA ASSOLUTA

+1

risoluzione e individuazione di problemi

+1 +1

attività pratica

FUNZIONALITÁ ASSOLUTA

+1

on

e

+1

i

zi

+1

ri p

88

et

tipo pratico: possibile e contingente

Schema 8 - Il processo della ripetizione innesca un lento progredire dell’abilità tecnica, fino al raggiungimento di criteri assoluti di qualità.


4.5.1 - Ripetizione

21. In musica, viene chiamata “la regola di Isaac Ster”.

on

e

sapere tacito

i

zi

consapevolezza autocosciente

abilità tecnica / tempo

Lo sviluppo delle abilità teniche dipende da come è strutturata la ripetizione. Con l’espandersi dell’abilità, la capacità di reggere la ripetizione aumenta (mediante ritmo e concentrazione). “Più la tecnica migliora, più ci si può esercitare a lungo senza annoiarsi.”21 Ci sono momenti che fanno scattare qualcosa che sblocca una situazione, avviene un salto qualitativo [schema 8]. Ma questi momenti nascono sempre da una routine. Un’immagine simbolica di tale processo può essere rappresentata dalla pianta che deve consolidare le proprie radici. Quando si parla di fare una cosa “istintivamente”, spesso ci si riferisce a comportamenti che sono stati routinizzati, non dovendoci più focalizzare per metterli in atto.

ri p

et

Schema 9 - Il sapere tacito funge da pilastro portante, mentre la consapevolezza autocosciente si comporta da correttivo.

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4 - ANATOMIA DELL’ARTIGIANO

Nell’apprendere un’abilità, si elabora un repertorio molto complesso di simili procedimenti. Alle fasi più elevate di ogni competenza tecnica, si ha un’interazione continua tra sapere tacito e consapevolezza autocosciente, il cui sapere tacito funge da ancoraggio, la consapevolezza esplicita da critica e correttivo. La qualità del lavoro emergerà da questa fase più elevata sotto forma di giudizi basati su abitudini e ipotesi tacite [schema 9].

4.5.2 - Riparazione La pratica dell riparazione permette a un artigiano di contrastare l’angoscia e il senso di inadeguatezza. Possono distinguersi in: 1. statiche: strumenti ad hoc e funzioni prestabilite 2. dinamiche: cambio di dominio. Aumenta la curiosità. Mediante attrezzi imperfetti Le riparazioni possono distinguersi anche in: a. restauro: ripristina l’oggetto danneggiato in modo che torni come nuovo. Domina la condizione primaria dell’oggetto. L’atto di ricostruzione richiede una certa umiltà da parte dell’artigiano: l’imposizione della sua presenza non è lo scopo del suo lavoro. b. risanamento: migliora la funzionalità dell’oggetto. Si sostituiscono alcune parti o materiali con altri migliori. Il risanamento sollecita il riparatore a passare in rassegna mezzi diversi per raggiungere il medesimo scopo, mentre il costruttore originario ne aveva previsto uno solo. La capacità inventariale costituisce il suo capitale: ha presente una gamma di alternative. c. riconfigurazione: modifica radicalmente l’oggetto. Forma ed uso vengono reimmaginati nel corso della riparazione. È l’incompletezza delle specifiche a rendere possibile la riconfigurazione;

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quando non vengono specificate in anticipo tutti i particolari dele operazioni da compiere, rimane più spazio per la sperimentazione radicale.

4.5.3 - Strumenti e attrezzi Si distinguono in attrezzi ad hoc (perfetti, utili a una specifica funzione), e imperfetti. Questi ultimi sono solitamente definiti “difficili” e sono di 2 tipi: - inadeguati, come le imperfezioni delle lenti di vetro per telescopi o microscopi (i primi modelli nel corso della loro storia); - quelli che funzionano molto bene, ma non è facile immaginare come usarle al meglio perchè non si conoscono abbastanza (il bisturi, o più facilmente un cacciavite a taglio). L’uso di strumenti ad hoc piuttosto che imperfetti determina la tipologia di riparazione, nonchè una serie di attitudini che un artigiano acquisisce nel corso della sua pratica: i primi danno luogo a riparazioni statiche, i secondi a riparazioni dinamiche, molto più predisposte allo sviluppo di abilità come il salto intuitivo o il cambio di dominio. Tali riparazioni condizionano parallalelamente l’interazione che un artigiano ha con le aree d’azione, distinguendo zone di confine o zone di frontiera. Gli artigiani che effettuano riparazioni dinamiche utilizzeranno strumenti imperfetti e si articoleranno in aree d’azione aventi confini labili e oltrepassabili come membrane cellulari

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4 - ANATOMIA DELL’ARTIGIANO

4.5.4 - Strumenti “transizionali” I cambiamenti, le scoperte, la crescita in generale sono processi che inevitabilmente creano ansia, confusione, smarrimento, frustrazione, perché comportano la perdita di certezze, un viaggio verso l’ignoto che è sicuramente più facile se non si affronta da soli. Gli oggetti transizionali sono strumenti guida che possono aiutare l’apprendimento di una data abilità tecnica, accompagnando l’apprendista fino a renderlo consapevole che tale strumento non è che una guida provvisoria.22 Nel suo continuo utilizzo nel tempo, però, l’apprendista riesce ad acquisire la giusta consapevolezza per superare l’angoscia del distacco e intraprendere il difficile cammino della pratica senza guida. È molto importante che questi oggettistrumenti siano utilizzati con cura e nel giusto tempo. L’effetto faretra23 (introiezione, critica, nuova introiezione) è un metodo basato sull’uso di strumenti transizionali, e accompagnano l’apprendimento secondo questi principali punti: 1. definizioni sulla correttezza della tecnica; 2. decisioni basate su tali definizioni; 3. perfezionamento della tecnica.

4.5.5 - “Utensile specchio” L’utensile specchio è un altro particolare strumento che ci invita a riflettere su noi stessi. Tali strumenti possono essere da stimolo, sfida, come avviene coi replicanti e coi robot. Può essere però anche difficile da affrontare, producendo un senso di inadeguatezza (tecnica) e frustrazione, nonchè demoralizzazione. Il solo linguaggio verbale, per esempio, se utilizzato per rappresentare espressivamente e spiegare i movimenti fisici del corpo umano, non è può essere considerato un utensile-specchio. Questo è uno dei motivi fondamentali per cui spesso non si riesce a portare interamente fuori tutto il sapere tacito che un artigiano ha accumulato durante la sua esperienza.

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22. Il termine oggetto e/o fenomeno transizionale è stato utilizzato dal pediatra e psicoanalista inglese Donald Woods Winnicott. 23. Richard Sennett, Insieme: Rituali, piaceri, politiche della collaborazione.


4.6 Capacità sviluppabili Appunti per l’analisi

4.6.1 - Ritmo: accento + tempo È dato dalla capacità, in fase avanzata, di localizzazione problemi. Comporta il processo di acquisizione delle abilità mediante il cosiddetto effetto faretra: 1. introiezione abitudine; 2. critica abitudine; 3. introiezione nuova abitudine perfezionata. Fondamentale per l’apprendimento di un’abilità perchè permette il coinvolgimento emotivo ed intellettuale. Oltre alla triade manoocchio-mente, e alla consapevolezza focale (essere parte dello stesso strumento), è importante l’anticipazione corporea. Si impara a renderla tale con la ripetizione, per trasformarla in una specie di prensione. A prescindere dal risultato, occorre ripetere per il gusto di ripetere, mostrarsi vigili anzichè annoiati. Quando viene strutturato come un “guardare avanti”, il ripetere una cosa di nuovo è stimolante. Infine il ritmo migliora la capacità di concentrazione. L’impegno e la predisposizione mentale ad adempiere un dovere ripetitivo, diventa ora un indice di soddisfazione e garanzia (nella sfera del medio-lungo termine), mediante la quale è possibile contrastare poco a poco le difficoltà di un apprendimento. Una di queste è rappresentata della perdita temporanea di controllo.

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4 - ANATOMIA DELL’ARTIGIANO

4.6.2 - Perdita temporanea del controllo Essa è un’abilità appresa e non una capacità innata. Traducibile con la pazienza di un individuo, può avvenire durante la fase riflessiva, ragionando su possibili soluzioni a determinati problemi. Si parla di investigazione del “locale” (la sequenza di una situazione in cui tutte le porte non sono ancora aperte). La curiosità avviene anche quando una cosa è portata a termine, nell’individuazione di nuovi problemi (un “nuovo circuito di connessione” tra regioni celebrali differenti). Porsi domande vuol dire soffermarsi in uno stato iniziale e temporaneo, sospendendo risoluzione e decisione allo scopo di sondare le varie possibilità. Ritmo di azione - sosta/indagine - nuova azione. In questo modo si ha l’acquisizione di abilità tecniche complesse (a differenza dell’attività puramente meccanica che è solo movimento). La perdita temporanea del controllo (soprattutto la volontà di farlo, ma anche averne la possibilità) può mitigare o permettere il superamento delle difficoltà che si incontrano durante il cammino, come la frustrazione post-resistenza, l’ossessività, la demoralizzazione e il senso di fallimento.

4.6.3 - Salto intuitivo Il salto intuitivo in fase di analisi favorisce la risoluzione dei problemi durante la perizia tecnica, mediante apertura e ampliamento dei sensi. Inoltre accosta domini diversi mantenendo intatto il sapere tacito. Aprire i confini di un problema col salto intuitivo può perciò aiutare ad aprire noi stessi, passando da un’abitudine a un’altra. È importante precisare che una intuizione può essere costruita: 1. immaginazione: usciamo dai binari dell’uso mirato ad hoc: qui avviene una vera e propria riformattazione, nel verificare se un attrezzo o una tecnica possono essere modificati nell’uso; 2. contiguità: vengono avvicinati due o più domini dissimili. Più

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sono vicini, più appare stimolante il loro contenuto; 3. sorpresa: nel portare a coscienza il sapere tacito, essa ci segnala che ciò che sappiamo può essere diverso da quello che presumevamo; 4. legge di gravità: nel trasferimento di abilità e di tecniche, i problemi irrisolti però rimangono tali.

4.6.4 - Lavoro con la resistenza La difficoltà in questo caso sta nel valutare il tempo. Se una difficoltà permane, un’alternativa alla rinuncia consiste nel riorientare le proprie aspettative. Di solito, quando cominciamo un lavoro facciamo una stima del tempo occorrente; la resistenza ci obbliga a una revisione. Si potrebbe pensare che l’errore sta nell’avere immaginato di poter finire il lavoro più in fretta del ragionevole, ma l’inghippo è che, per poter fare quella revisione, occorre fallire ripetutamente. Esistono tre differenti metodi per lavorare con la resistenza: 1. capacità di configurare il problema in termini diversi. Quella di rimettere in scena un problema in termini diversi è una tecnica da impiegare quando l’attività investigativa porta a un vicolo cieco; 2. capacità a riadattare la propria condotta qualora il problema permanga più a lungo del previsto; 3. capacità ad identificarsi con l’elemento più abordabile del problema. L’esercizio determinato dal lavoro con la resistenza ha effetti molto importanti. Esso può portare ad un salto intuitivo e deriva solitamente dalla capacità di autocontrollarsi e di perdere temporaneamente il controllo.

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4 - ANATOMIA DELL’ARTIGIANO

4.6.5 - Coscienza materiale Essa è la coscienza propria dell’artigiano, basata sulla curiosità: 1. metamorfosi - Un’abilità dilatata nel tempo che permette l’evoluzione della tradizione. È una consapevole simbiosi mano-testa. 1.a evoluzione forma-tipo: piccole modifiche svolte per gestire il fallimento o la sequenza prova-errore, rendendo sempre più efficiente il tipo generale; 1.b unione di elementi dissimili: un collegamento paragonabile a due tipi di mescolanza: il composto (come nell’arte vertaria) e la miscela (come nell’oreficeria); 1.c cambio di dominio: consiste nel trasferire l’uso di un attrezzo da un compito ad un altro, o un principio guida da un’attività ad un’altra (come l’intreccio ortogonale nella costruzione di imbarcazioni). Il cambio di dominio è un’applicazione del salto intuitivo. 2. presenza. Nell’impero romano essa si basava sull’anonimato, e l’artigiano solitamente incentrava l’attenzione sulla “cosa”, sul particolare stesso (fecit). Oggi invece la presenza è un atteggiamento autoreferenziale, un’enfasi del pronome io; 3. antropomorfismo: È la capacità di attribuire qualità umane alle cose e alla materia. Un esempio è il rapporto nell’uso dei materiali tra il naturale (mattone) e l’artificiale (stucco). Con la tecnica della simulazione l’antropomorfismo tenderebbe a svanire, ma per l’artigiano un uso corretto del digitale potrebbe dargli la possibilità di usufruire del negativo per stampare una vera positiva.

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4.6.6 - Istruzioni espressive Le istruzioni espressive costituiscono una sorta di linguaggio che sfrutta però anche il movimento corporeo. Vi è una connessione tra mestiere tecnico e immaginazione. Per questo motivo non costituiscono una denotazione inerte, che impedisce invece al sapere tacito di riemergere in superficie. Uno dei metodi di questo utilizzo fa leva sulla familiarità, che però non và oltre la soggettiva rappresentazione, quindi non favorisce la comprensione. Le istruzioni espressive invece si distinguono in: 1. illustrazione empatica: nell’approcciare in questa maniera, l’artigiano avrà la tendenza a sforzarsi di reimmaginare quella vulnerabilità che lui stesso ha percorso per acquisire quella tecnica; 2. narrazione scenica: l’artigiano avrà la tendenza a rappresentare ciò che vuole spiegare come se raccontasse l’ingresso in un paese straniero, una storia che collega la scena evocata con la sua morale contenuta. Qui avviene un cambiamento di dominio. 3. metafora: questo approccio può aiutare a visualizzare le azioni. L’uso di metafore inoltre aggiunge un valore simbolico, dando vita ad una contemplazione consapevole.

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4 - ANATOMIA DELL’ARTIGIANO

4.7 Modalità interattive Appunti per l’analisi

4.7.1 - Il dualismo autorità/autonomia Il dualismo tra autorità e autonomia rappresenta un conflitto radicato nell’apprendimento e nell’insegnamento delle abilità. Nel laboratorio, il luogo simbolo dove avviene l’interazione tra apprendista e maestro, sono le competenze tecniche di quest’ultimo a dargli il diritto di comandare, mentre l’apprendimento e l’assimilazione di quelle competenze conferiscono dignità all’obbedienza dell’apprendista o lavorante. In questo caso un equilibrio tra le due componenti è necessario, per garantire la giusta interazione tra le parti, nonché per il loro finale obiettivo: l’assorbimento della pratica e l’istruzione della stessa.

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4.7.2 - Esperto socievole Nella sfera dell’apprendimento e dell’insegnamento, è importante capire se un esperto di abilità sia in grado di diffondere il proprio sapere mediante l’insegnamento. In questo caso le istruzioni espressive determineranno l’esito di tale giudizio, allo scopo di attribuire un giusto valore nel constatare tale caratteristica. Và distinto l’esperto socievole. Egli è un maestro meno ossessionato dal far valere la propria individualità. Egli in definitiva: - è disposto a comportarsi da mentore; - tratta gli altri come apprendisti in divenire; - neutralizza qualunque forma di egoismo e mantiene una trasparenza sulle sue competenze con in non addetti ai lavori.

4.7.3 - Rituali L’equilibrio di un rituale dipende sempre dal tipo di scambio. Quando uno scambio è disequilibrato la reciprocità diminuisce, mentre viene in primo piano quando il livello di soddisfazione delle parti raggiunge un livello equo tra di loro. Gli elementi che contraddistinguono un rituale sono tre: 1. I rituali derivano la loro intensità dalla ripetizione, che serve ad introiettare l’abitudine. 2. I rituali trasformano gli oggetti, i gesti e le parole in simboli. In primo luogo riceviamo le direttive; le introiettiamo sotto forma di abitudine; nell’approfondirle più coscientemente, si dissolvono in evocazioni; l’approfondimento si ferma e ritorna un’abitudine ora arricchita e introiettata nuovamente come comportamento tacito. 3. I rituali sono permeati di espressività drammaturgica: “Se l’attore fose colmo, realmente colmo di emozione, come potrebbe recitare la stessa parte due volte di seguito con il medesimo spirito e il medesimo successo? Pieno di fuoco alla prima recita, alla terza sarebbe

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4 - ANATOMIA DELL’ARTIGIANO

esausto e freddo come il marmo.”24 Nei rituali la potenza espressiva si colloca al polo opposto rispetto ad una persona perduta nel groviglio dei suoi sentimenti personali. Nel dare importanza all’esattezza dell’esecuzione si esprime un qualcosa che và al di fuori di noi, nell’esecuzione ci si rivolge all’esterno. Esempi di rituali: - le politiche salva-faccia in una collaborazione; - l’atto di conferire una forma al tipo di scambio informale; - un incontro verbale nei caffè del ‘700; - celebrare una differenza; - stabilire le regole base di una competizione; - la sequenza ritmica dello sviluppo di un’abilità;

4.7.4 - Solidarietà e Disuguaglianza È possibile promuovere la solidarietà in una società di diseguali, senza però creare dipendenza? Come tenere insieme la garanzia dell’eguaglianza e il rispetto, trattando temi che affrontano proprio la naturale differenziazione di ciascun individuo? Come sollecitare i più svantaggiati a scoprire un loro protagonismo? Quale sarebbe il modo migliore per alimentare il riconoscimento reciproco, favorendo rapporti di interdipendenza? Le identità individuali e collettive quanto sono condizionate dalle politiche di uno stato sociale? Questi ed altri sono i quesiti che ci si pone quando si parla di disuguaglianza. La chiave di volta in tutto ciò è collaborazione, per come essa è concepita. Nella solidarietà solitamente la collaborazione è uno strumento, dà importanza a conclusioni comuni ed ha un fine dialettico. Nella disuguaglianza, invece, la collaborazione è un fine in sé, il processo è dialogico e si ha la consapevolezza che lo scambio reciproco potrebbe non portare ad alcun risultato.

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24. Diderot: Il paradosso dell’attore


4.8 Difficoltà

Appunti per l’analisi 4.8.1 - Frustrazione La frustrazione generalmente è data dalla mancata pazienza, uno stato di sconforto maturato dal fatto che non si riesce a lavorare in maniera soddisfacente con la resistenza, che può essere di 2 tipi: ricevuta ed autoinflitta. Il senso di frustrazione è riscontrabile quando si tenta di risolvere problemi molto difficili; oppure durante la fase di riparazione nel tentativo di capire dove per esempio è situato un guasto; oppure nella fase di ricerca per ottenere la giusta invenzione in un ambito professionale; oppure anche nel caso in cui si adopera un attività mediante l’uso di strumenti che si reputano più difficili dell’ordinario, o più genericamente strumenti nuovi.

4.8.2 - Ossessività e perfezionismo Il perfezionismo è dato dalla motivazione e dall’aspirazione a raggiungere criteri assoluti di qualità. Può capitare quando si cerca di ottenere risultati sempre migliori, a vantaggio di un confronto di tipo invidioso. Entrano quindi in gioco fattori esterni al proprio operato, che vanno distinti dall’abilità tecnica e dalla soddisfazione che tale abilità può apportare in un artigiano, la quale è benefica perché a lui sta principalmente a cuore il lavoro ben fatto per se stesso. Tali fattori esterni riguardano

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4 - ANATOMIA DELL’ARTIGIANO

solitamente vicende che si intersecano con le condizioni sociali ed economiche individuali. La competitività suscita, assieme alla mania di perfezionare sempre più la propria abilità, anche un’energia definita come energia ossessiva. Un mancato controllo di questa energia può portare ad un accanimento inflessibile verso entità esterne al proprio operato, per stabilire degli elementi di differenziazione e competizione; oppure può portare ad un crescente isolamento sociale, conseguente sempre alla volontà di distinzione, procurando un impoverimento delle relazioni. In più, si raggiunge una pressione generica che, se non tenuta sotto controllo, rischia di diventare implacabile. Di queste difficoltà rientrano le tipologie di resistenza autoinflitta, che può essere affrontata se consapevoli, ovvero quando si raggiunge un elevato livello di abilità che consentano il giusto lavoro con la resistenza.

4.8.3 - Senso di fallimento Il senso di fallimento è dato solitamente da una mancanza di modestia, ma soprattutto avviene quando si tende ad eseguire una pratica con superficialità e saccenza. Una tale condizione avviene nella fase di apprendimento di una pratica oppure quando non si è ancora raggiunto un livello elevato di abilità. La nostra mentalità ci induce a credere che il coinvolgimento attivo sia meglio della passività. Il perseguimento della qualità, ovvero la motivazione principale dell’artigiano, è a sua volta una questione di azione. Ma l’azione, soprattutto il lavoro di buona qualità, non ha luogo in un vuoto sociale ed emotivo: il desiderio di fare una cosa e bene diventa un test decisivo per la nostra identità. Nel perseguire attivamente un lavoro ben fatto e scoprire che non si è capaci di compierlo arriva a corrodere il senso di sé.

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4.8.4 - Demoralizzazione La demoralizzazione, come abbiamo visto nel capitolo 2, può sopraggiungere quando la finalità collettiva del lavoro ben fatto diventa vuota ed inerte. Allo stesso modo, la motivazione a fare bene il proprio lavoro può essere frustrata dall’imperativo della competitività, che deprime i lavoratori. La demoralizzazione può avvenire in varie circostanze. Per esempio nei rapporti tra superiori e dipendenti all’interno di un’impresa; oppure può essere causata da un aspetto prettamente retributivo del lavoro svolto, andando a provocare un inflazionamento della qualità a discapito di un tenore di vita non giusto. L’etica aziendale in questi due esempi è la principale fonte di demoralizzazione. L’imperativo morale a un lavoro di qualità per il bene della collettività dovrà sempre avere il proprio centro dirigenziale a stretto contatto con i dipendenti, per evitare un assorbimento solamente astratto dell’ideologia e indebolire di conseguenza la motivazione dell’artigiano.

4.8.5 - Senso di inadeguatezza tecnica Essa è data dall’incapacità di competere con concorrenti o colleghi di livello superiore. Il motivo di tale disagio, dall’avvento della rivoluzione industriale, è dato principalmente dalle macchine. Esse hanno un rapporto efficienza/qualità che difficilmente può essere raggiunto. La soluzione sta nel come interpretare il rapporto con la macchina, come sfruttare le sue potenzialità, se come concorrente/ avversario o come strumento. L’utensile-specchio è un altro modo per risolvere il problema dell’inadeguatezza tecnica.

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4 - ANATOMIA DELL’ARTIGIANO

4.8.6 - Mancanza di tutela Questo senso di smarrimento risale fin dagli albori del Rinascimento, quando si verificarono i primi casi di rottura con le Corporazioni medievali. Nell’uscire “allo scoperto” l’artigiano si trasformava diventando artista, e così si interfacciava con il cliente in maniera nuova, più diretta, svolgendo lavori su commissione. Da questo punto in poi, l’artigiano-artista è stato giudicato con criteri assolutamente soggettivi e personali, privi di alcun riferimento. La mancanza di tutela è data dalla ricerca della soggettività, un desiderio che porta l’artigiano a rifugiarsi in se stesso, quell’intima dimora in cui alloggia la propria creatività.

4.8.7 - Esperto antisociale In contrapposizione con la figura dell’esperto socievole, egli invece forma il suo carattere dall’eccessiva energia ossessiva, ed enfatizza la disparità di conoscenza con il confronto invidioso. Un’ovvia conseguenza è il senso di umiliazione e risentimento che l’esperto può suscitare negli altri; oppure la sensazione di essere circondato in qualche modo da suoi “nemici”. L’ossessione del primato della tecnica è ben diverso dal fine in sè e genera una distorsione sul criterio di qualità. Nel confronto invidioso, si mette al centro piuttosto la propria personalità.

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4.8.8 - Riduzione dell’ansia e narcisismo

25. Keinz Kohut 26. Otto Kernberg

La riduzione dell’ansia che porta al ritiro in se stessi, è una logica conseguenza del fatto che non sono state sviluppate, nella fase di apprendimento ed espansione della tenica, le capacità atte a lavorare con la resistenza. Questo ritiro in se stessi però si distingue dal tipo trattato nel caso della mancanza di tutela e demoralizzazione, perché mentre questi ultimi riguardano l’etica del lavoro, qui si parla sempre dell’aspetto ossessivo, un lato distorto del modo di vedere l’attività pratica. Questi tratti comportamentali infatti sono associabili alla vanità. L’accento è posto sul controllo che l’individuo si aspetta di avere sopra il proprio corpo e i propri sentimenti, anziché sull’esperienza che fa degli altri da adulto25. L’agire stesso perde valore; la domanda “che cosa sto facendo?” diventa “che cosa provo?”.26

4.8.9 - Individualismo e ansia di ruolo Un’altra logica conseguenza del ritiro in se stessi per ridurre l’ansia del confronto nella sfera dell’attività pratica è il senso di autocompiacimento, associabile qui ad uno stato di indifferenza per ciò che circonda un individuo. Quando l’individualismo incrocia la disuguaglianza, avviene ciò che possiamo chiamare ansia di ruolo. Il “diverso” viene tradotto con “meglio/peggio”, oppure “superiore/inferiore”, trasformandosi in una forma di confronto invidioso. L’individualismo spinge la persona che si sente offesa ad isolarsi ancora di più. Un altra conseguenza dell’ansia è la noia: il desiderare quella familiarità che non riserverà mai sorprese. L’apatia si differenzia qui perchè è un disimpegno totale, la noia invece è più specifica.

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capitolo 5

Un nuovo scenario

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5 - UN NUOVO SCENARIO

5.1 Dalla pratica alla vocazione Consapevolezza delle capacità tecniche

Le pratiche fondamentali di un artigiano sono la riparazione e la fabbricazione, esercitate per mezzo della ripetizione. Esse sono direttamente affrontate da difficoltà legate sia all’apprendimento ed espansione della tecnica, sia ai rapporti con gli altri. Esse sono sommariamente: frustrazione, inadeguatezza tecnica, ossessività, perfezionismo e demoralizzazione. La maniera in cui l’artigiano affronterà tali difficoltà è correlata all’approccio adottato nell’intraprendere un’attività pratica. La ripetizione è fondamentale perché consente di introiettare un’abitudine che garantisce dapprima un ritmo e di conseguenza un miglioramento della concentrazione. Un’abilità di questo tipo viene influenzata anche da come l’artigiano utilizza i propri strumenti, che si distinguono in: imperfetti e ad hoc. I primi sono particolarmente importanti perché riescono a mitigare il senso di inadeguatezza tecnica che può affliggere l’artigiano. Inoltre, gli artigiani che effettuano operazioni con strumenti imperfetti sapranno orientarsi con più facilità in quelle aree d’azione dai confini labili e oltrepassabili come fossero membrane cellulari, acquisendo la capacità di metamorfosare il pensiero per la risoluzione dei problemi. La capacità acquisita di mantenere il ritmo e la concentrazione potrà evolversi in altre capacità complementari. La prima, già citata, consente di sopportare le difficoltà che si possono incontrare durante il percorso di apprendimento/espansione della tecnica: il lavoro con la resistenza. La seconda è la coscienza materiale, ovvero la coscienza propria dell’artigiano in divenire. Questo è garantito dal

108


mercato

territorio

professioni

VALORE DELL’ARTIGIANO

mettersi in gioco

superficie

scambio

garanzia riconoscimento del valore linea di confine

attitudini relazionali

soddisfazione nuovi stimoli

attività pratica

capacità acquisite difficoltà affrontate

profondità

ESPERIENZA

Schema 10 - Il grafico analitico aggiornato ora con le sequenze tratte dalla pratica di un artigiano.

109


attività pratica

strumenti imperfetti “zone di confine”

FABBRICAZIONE

RIPARAZIONE

STRUMENTI E ATTREZZI

RIPETIZIONE

strumenti ad hoc “zone di frontiera”

strumenti di tranzisione per l’apprendimento

difficoltà INADEGUATEZZA TECNICA

FRUSTRAZIONE

OSSESSIVITÀ E PERFEZIONISMO

DEMORALIZZAZIONE

RITMO E CONCENTRAZIONE

capacità sviluppabili

COSCIENZA MATERIALE

ISTRUZIONI ESPRESSIVE

LAVORO CON LA RESISTENZA

modalità interattive RITUALI

COLLABORAZIONE

ESPERTO SOCIEVOLE

AUTONOMIA

RAPPORTO CON L’AMBIGUITÀ

COSCIENZA DEL PROPRIO SAPERE

ORGOGLIO DELLE PROPRIE CAPACITÀ

1. artigiano sperimentatore

2. artigiano maestro

3. artigiano virtuoso

vocazioni

110


fatto che, a livelli di tecnica elevata, il lavoro manuale è sempre in uno stato di simbiosi con la testa. L’artigiano assimilerà la capacità di metamorfosare una tecnica o un metodo, mediante un’evoluzione della forma-tipo, o dell’unione di due o più elementi dissimili oppure il cambio di dominio (applicare strumenti e principi da un’attività ad un’altra). Anche l’antropomorfismo applicato all’oggetto da fabbricare determina un’espansione della coscienza materiale. Infine abbiamo la capacità di impartire istruzioni espressive nel trasmettere la tecnica ad un apprendista. Tali istruzioni costituiscono una sorta di linguaggio, che sfrutta anche il movimento corporeo. Vi è una connessione tra mestiere tecnico e immaginazione. Queste tre capacità saranno sempre il frutto di un lavoro di simbiosi tra mano e testa, sorretto da un ritmo che si comporterà da ancoraggio per garantire l’evoluzione delle abilità. A livello di interazioni, le abilità apprese possono generare approcci differenti, dettati da regole instaurate per costituire dei rituali. Queste regole faranno sempre parte dell’esperienza dell’artigiano. Ci sarà una tendenza a relazionare le professioni che hanno interessi distinti, o che non si conoscono, o che non sono alla pari, o che non si capiscono tra loro: un approccio di tipo collaborativo. Oppure si tenderà ad affinare maggiormente la capacità espressiva di impartire le istruzioni. Il profilo ideale sarà l’esperto socievole, predisposto a comportarsi come un mentore, concentrandosi sulla proiezione delle abilità in divenire dei suoi apprendisti, mantenendo infine una trasparenza delle proprie competenze quando si relaziona. Infine c’è una predisposizione a gestire più accuratamente l’autonomia del proprio lavoro, che è spinta da una tendenza a mettersi sempre in discussione quando affronta nuove sfide, allo scopo di emergere con le proprie capacità. Dalla sua esperienza avrà maturato il desiderio ossessivo di raggiungere criteri assoluti di qualità. Da queste tre parallele modalità interattive possiamo trarre tre rispettive vocazioni [schema 11]: - l’artigiano sperimentatore; - l’artigiano maestro; - l’artigiano virtuoso.

111

Nella pagina precedente: Schema 11 - Sintesi delle sequenze già trattate nel capitolo 4. Le varie voci sono ora collegate e sono dirette verso 3 differenti strade, che riveleranno 3 vocazioni.


5 - UN NUOVO SCENARIO

5.2 L’anello mancante

Il giusto servizio per ciascuna vocazione Virtuoso

Sperimentatore

Maestro

A questo punto l’analisi può tornare in superficie, mostrandoci alcuni risultati interessanti. Il percorso affrontato dall’artigiano nella sua esperienza può assumere tre percorsi diversi, diretti verso tre differenti risultati che non vanno però presi singolarmente. I tre profili rivelati fanno sempre parte di ciascun artigiano in maniera complementare tra loro. Potremo quindi constatare che un artigiano mostrerà un carattere più simile al maestro, ma comunque conterrà in misura minore tutte le caratteristiche attinenti al profilo dello sperimentatore e del virtuoso. L’identità dell’artigiano, nella sua complessità, adesso si presta meglio ad una chiara interpretazione. Dopo un approfondimento dettagliato dei tre profili che descriverò nei paragrafi successivi, avremo i dati necessari per formulare le giuste regole e i giusti criteri necessari per uno scambio che genera più soddisfazione. Avremo pertanto lo scenario ideale per la progettazione di un nuovo servizio/rituale su misura [schema 12].

112


mercato

territorio

professioni

VALORE DELL’ARTIGIANO

mettersi in gioco

superficie

SERVIZIO RITUALE

regole / criteri

garanzia riconoscimento del valore linea di confine

attitudini relazionali

soddisfazione nuovi stimoli

attività pratica

capacità acquisite

VOCAZIONE stimoli maturati

difficoltà affrontate profondità

ESPERIENZA

Schema 12 - Nuovo aggiornamento: le vocazioni sono il risultato di stimoli maturati in base all’esperienza. Possiamo inoltre trasformare le varie sequenze dell’esperienza in criteri/regole, per un servizio/rituale su misura.

113


5 - UN NUOVO SCENARIO

5.3 Profilo 1 - Lo Sperimentatore

tendenza

finalità

possibilità

condivisione delle proprie abilità

desiderio di conoscenza di nuove abilità

contaminazione reciproca

skills richieste

eccellenza tecnica capacità espressive progettualità

attori

artigiani tuttofare makers coworkers

114


forma del servizio / rituale

collaborazione Stabilire un habitat in grado di mettere insieme professioni che hanno interessi distinti, che non si conoscono, che non sono alla pari o che non si capiscono tra loro.

tipologie di scambio

Modello basato su uno scambio in cui ciascuna delle parti prende coscienza delle proprie differenze, assimilando e condividendo le proprie capacità.

criteri in base all’esperienza

inadeguatezza tecnica Una condizione a cui va spesso incontro, dovendo aggiornare continuamente i propri orizzonti della conoscenza in base agli obiettivi prefissati. metamorfosi Permette un’evoluzione di approcci tradizionali. È una consapevole simbiosi tra mano e testa. uso di strumenti imperfetti Facilitano un approccio con aree differenti, aventi in questo modo confini labili e oltrepassabili come fossero membrane. gestione della disuguaglianza Garantisce l’uso della collaborazione come fine in sé, dando il massimo della libertà alla sperimentazione di concetti. Democratizzazione del pensiero.

115


5 - UN NUOVO SCENARIO

Stimolare lo Sperimentatore Caso studio - Spazi di collaborazione

FabLab Il FabLab è un luogo di relazioni e condivisione, che mette in comunicazione giovani studenti con professionisti, professori e imprese, facilitando lo scambio di idee e la nascita di progetti. Il FabLab Milano è uno spazio pubblico, un luogo alla portata di tutti. In questo modo, tramite l’affiancamento in laboratorio o veri e propri corsi di formazione, si attira un maggior numero di persone nell’universo rivoluzionario della cosiddetta digital fabrication. Attraverso tali strumenti, è possibile prototipare rapidamente, testare e migliorare il proprio prodotto. In questa fase ci sarebbe la possibilità di mostrare ai partner industriali dei FabLab i concept o i prototipi realizzati in prospettiva di mercato. Un luogo come il FabLab assume l’emblema di un spazio destinato alla fabbricazione ma soprattutto alla condivisione di abilità tecniche, con una componente istruttiva presente grazie all’istituzione di corsi formativi. L’utilizzo di strumenti non finiti, come quelli a controllo numerico che consentono un continuo aggiornamento, garantiscono una prospettiva di ricerca e sperimentazione e, pur non presentando un inventario completo di strumenti per la fabbricazione o riparazione, instillano nello sperimentatore la voglia di mettersi in gioco progettando e condividendo le loro tecniche.

Virtuoso

Sperimentatore

Maestro

capacità metamorfosi

metodo strum. imperfetti

inadeguatezza

116


117


5 - UN NUOVO SCENARIO

Stimolare lo Sperimentatore Caso studio - Piattaforma web per spazi condivisi

Co Hive CO-HIVE è un piattaforma dedicata ad artigiani aventi una forte personalità di sperimentazione, “composti da artigiani, makers e crafters”. Un modo per condividere lo spazio lavorativo e gli strumenti del mestiere, minimizzare i costi e i rischi, ottimizzare i risultati. È anche scambio di competenze, conoscenza e professionalità. La piattaforma CO-HIVE, oltre ad incentivare le interazioni tra tutti gli attori del mondo artigiano, si propone anche come supporto pratico per gli utenti che vogliono aprire i loro spazi e condividere le loro attrezzature. Al suo interno sono presenti gli elementi base ed una serie di moduli personalizzabili, utili ad informare gli utenti dei requisiti minimi di conformità ed idoneità agli obblighi di legge, ai quali fare riferimento per condividere il proprio spazio lavorativo e gli strumenti del mestiere. Una piattaforma come CO-HIVE consente di ovviare alla difficoltà pratica di inadeguatezza tecnica in maniera immediata. Il motore di ricerca al suo interno si comporta da risolutore di questa problematica. A seconda della domanda, un artigiano sperimentatore potrà trovare quello che sta cercando, senza però quella forte componente tecno-deterministica riscontrabile all’interno di uno spazio come il FabLab.

Virtuoso

Sperimentatore

Maestro

capacità metamorfosi

metodo strum. imperfetti

inadeguatezza

118


119


5 - UN NUOVO SCENARIO

5.4 Profilo 2 - Il Maestro

tendenza

finalità

possibilità

skills richieste

attori

condivisione delle proprie abilità

opportunità di insegnare determinate tecniche

trasmissione delle abilità ad altri

eccellenza tecnica capacità espressive progettualità

apprendisti designer studenti hobbisti

120


forma del servizio / rituale

addestramento Sfrutta la capacità espressiva di impartire istruzioni. L’artigiano si predispone di fare da mentore, trattando gli apprendisti come persone in continua formazione, e mantendo una trasparenza delle proprie competenze.

tipologie di scambio

Modello basato su uno scambio in cui un artigiano è disposto a condividere il proprio sapere in cambio di ottenere un livello soddisfacente dall’apprendista, in quanto orgoglio personale.

criteri in base all’esperienza

denotazione inerte (maestro) La difficoltà sta nella maniera in cui emerge il sapere tacito di un artigiano, col rischio che non vada oltre la soggettiva rappresentazione e che non possa essere facilmente comprensibile istruzioni espressive (maestro) Dato dall’uso corretto del linguaggio verbale assieme al movimento corporeo. Una connessione tra mestiere tecnico e immaginazione perdita temporanea del controllo (apprendista) Garantisce all’apprendista la possibilità di sostare sul problema. Svolge un esercizio di temperamento emotivo contro la frustrazione. strumenti di transizione (apprendista) Favoriscono un approccio critico nell’uso controllato di pratiche introiettate, accompagnando l’apprendimento.

121


5 - UN NUOVO SCENARIO

Stimolare il Maestro Caso studio - Tutorial & e-learning

Samsung Maestros Academy Samsung Maestros Academy è una brand platform sviluppata nell’ambito dell’iniziativa Launching People, che aiuta i ragazzi a seguire un percorso formativo, imparando direttamente dalle parole dei maestri artigiani che vi partecipano. Si presenta com un’accademia digitale che permette a chiunque di seguire online le lezioni. Ai cinque corsi – di cui tre già attivi – si aggiungono sessioni aperte di live chat che permetteranno a tutti gli iscritti di interagire direttamente con i maestri. Inoltre, una serie di attività sui social network consentirà di diffondere in rete il sapere alla base delle eccellenze italiane, anche a chi volesse solo seguire le lezioni e i progressi degli allievi.

Virtuoso

Sperimentatore

Maestro

capacità istruzioni espressive

metodo strum. transizione

denotazione inerte + fallimento

122


123


5 - UN NUOVO SCENARIO

Stimolare il Maestro Caso studio - Trainer/Workshop

Manufacto Resign Academy, in collaborazione con la galleria Subalterno1 e la piattaforma on-line Autoproduzioni Italiane, ha presentato “Manufacto”: un ciclo di workshop finalizzato ad indagare il potenziale produttivo delle eccellenze artigiane italiane per il design. Un workshop diventa l’habitat ideale per un apprendista che vuole imparare a sviluppare le proprie abilità tecniche sotto le direttive di un artigiano maestro. Esso è prettamente uno strumento “analogico” paragonabile, nel web, ad un forum di discussione. Quando la sua struttura e organizzazione non si discosta maggiormente dal significato originario della parola, ovvero laboratorio, un workshop diviene un punto di partenza per la conoscenza e l’approccio ad una tecnica lavorativa. L’uso di strumenti guida da parte dell’artigiano maestro può essere un incentivo in più per superare la difficoltà del fallimento nella pratica. È comunque fondamentale che l’artigiano sia in grado di narrare la propria maestria esprimendo in maniera idonea il metodo da adottare per eseguire la pratica.

Virtuoso

Sperimentatore

Maestro

capacità istruzioni espressive

metodo strum. transizione

denotazione inerte + fallimento

124


125


5 - UN NUOVO SCENARIO

5.5 Profilo 3 - Il Virtuoso

tendenza

finalità

possibilità

mettere in mostra le capacità con orgoglio

possibilità di spiccare più di tutti per qualcosa di esclusivo

abilità raffinate da valorizzare

skills richieste

eccellenza tecnica capacità espressive progettualità

attori

aziende associazioni ed enti progettisti

126


forma del servizio / rituale

competizione / concorrenza Comunicare le abilità migliori mediante un virtuosismo specifico e con orgoglio.

tipologie di scambio

Modello basato su uno scambio in cui un artigiano acquisita visibilità a spese dell’altro. È fondamentale stabilire le regole della competizione.

criteri in base all’esperienza

riconoscenza L’artigiano evita di diffondere il proprio sapere, condividendo e svelando i segreti della tecnica, perchè vuole garantirsi un giusto premio per le abilità che ha appreso. perfezionismo La causa della loro tendenza a superare ostacoli autoimposti è quella di raggiungere criteri assoluti di abilità, spesso in maniera ossessiva. lavoro con la resistenza Lo sviluppo di questa capacità invoglia l’artigiano a mettersi sempre in discussione in seguito ad un eventuale obiettivo. ripetizione Intesa generalmente, questa pratica offre il giusto ancoraggio per consentire l’abilità tecnica di perfezionarsi sempre più.

127


128


capitolo 6

Artisan Virtool

129


6 - ARTISAN VIRTOOL

6.1 Concept

Database per il Virtuoso Il modello del database si baserà su un tipo di scambio in cui l’artigiano acquista visibilità a spese dell’altro [schema 13]. Sarà fondamentale stabilire le regole di tale concorrenza. - Un database dove ciascun artigiano avrà la possibilità di comunicare al suo interno le migliori tecniche di lavorazione che sono in grado di eseguire. Tali tecniche saranno considerate identità dell’artigiano perché costituiscono il loro virtuosismo. - Il database permetterà la condivisione di tali virtuosismi senza l’obbligo di comunicare il proprio segreto, per non rivelare la maniera in cui una lavorazione è stata eseguita. - Il database non raccoglierà oggetti definiti o definitivi, ma lavorazioni virtuose che da sole non sono in grado di comporre la melodia del prodotto finito. - La ricerca e la catalogazione verrà facilitata tramite un diagramma ad albero: specificando tipologia di tecnica (formatura, giunzione, taglio, finitura), categorie e specifiche di materiali; criteri di tipo estetico (decoro, irregolarità, trasparenza, porosità, personalizzazione etc.), criteri di geometria; infine applicazioni eseguite con tecniche distinte o con materiali diversi (carattere di versatilità). - Il database deve preservare uno stimolo continuo: in riferimento al profilo del virtuoso, gli artigiani coinvolti cercheranno sempre di mettersi in gioco, sia per competere con gli altri artigiani, sia nel tentativo di migliorarsi.

130

A fianco: Schema 13 - Rappresentazione sintetica del concept del Database del Virtuoso.


eccellenza

tecniche di lavorazione

artigiano virtuoso

database 1st

2nd

tipo a tipo b tipo c tipo d

tipologie virtuosismo

131

3rd

4th

5th

...


6 - ARTISAN VIRTOOL

6.1.1 - Riferimenti per i virtuosismi Qui in seguito abbiamo un esempio schematico di come potrebbero essere catalogate le tipologie di virtuosismi [schema 14]. Le lavorazioni artigianali possono essere categorizzate in base al materiale, o agli strumenti, oppure in base a sottocategorie come la formatura di oggetti aventi spessori molto sottili (forme piatte).

Nelle pagine successive: Schema 14 - Diagramma ad albero per la selezione e catalogazione dei virtuosismi degli artigiani coinvolti nel database.

database 1st

2nd

tipo a tipo b tipo c tipo d

tipologie virtuosismo

132

3rd

4th

5th

...


a. formatura curvatura alimentazione continua forme piatte forme tridimensionali interno

esempi su lavorazioni

categorie materiali

esempi specifici materiali

plastiche e gomma termoformatura stampaggio rotazionale stampaggio sottovuoto stampaggio RIM stampaggio per immersione

ABS; PET; PETG; HIPS; HDPE PE; PA; PP; PVC; EVA PUR; PA; cera PUR PVC; nylon, silicone, lattice etc

metalli battitura tornitura in lastra stampaggio 3D a caldo curvatura di tubi e sezioni rastremazione fucinatura fusione in terra microfusione elettroformatura colata centrifuga piegatura a pressa

Al; Mg; tutti i tipi di acciaio acciaio dolce; acciaio inox etc leghe Al, Mg, Ti etc Al, Cu, Ti, acciaio Al, Cu, Ti, ottone, acciaio etc acciaio C, acciaio inox etc Fe; acciaio; leghe Al, Cu etc tutte le leghe (anche super) legno, ceramica, plastica siliconi; compositi; polveri etc Al, acciaio, Cu, Ti

vetro e ceramica soffiaggio lavorazione a lume tornitura colaggio pressatura in stampo

soda-lime; borosilicato etc tutti i tipi di vetro terracotta; gres; porcellana tutti i materiali ceramici argille

legno lavorazione CNC laminazione legno curvatura a vapore

tutti i tipi di materiali legno senza difetti + collanti faggio, frassino, quercia etc

compositi laminazione compositi avvolgimento filamentare laminazione termica 3D

fibra vetro, carbonio; aramide fibre varie + resine varie film esterni; fibre di rinforzo

produzione additiva prototipazione rapida

polveri, fibra carbonio etc

133


6 - ARTISAN VIRTOOL

b. taglio esterno interno scalanatura superficie

c. giunzione di testa a becco di flauto aT sovrapposta sagomata

tipo processo

esempi specifici materiali

chimica lavorazione mecc. fotochimica

metalli, vetro, specchi etc

termica taglio laser macchine per elettroerosione

legno, carta, plastiche etc acciaio inox, Ti, Al etc

meccanica punzonatura e profilatura incisione del vetro

metalli, cuoio, carta etc tutti i vetri in lastra

tipo processo

esempi specifici materiali

termica saldatura ad arco saldatura a resistenza brasatura

metalli vari acciai C; acciai inox; leghe etc metalli, compositi etc

meccanica giunzione del legno intreccio imbottitura strutture e telaio in legno

legni vari; sintetici duri fibre naturali; intrecci vari PA, PTU, PVC, pelle, tessuti tutti i tipi di legno

134


d. finitura preparazione colore aspetto protezione informazione

tipo processo

esempi specifici materiali

processi additivi verniciatura a spruzzo rivestimento a polveri anodizzazione placcatura elettrolitica galvanizzazione o zincatura metallizzazione sottovuoto

vernici, smalti, laccature t.plastici; t.indurenti etc Al, Ti, Mg ABS; gran parte dei metalli solo acciaio e Fe metalli, plastiche rigide, resine

processi sottrattivi molatura, levigatura, lucidatura elettrolucidatura sabbiatura fotoincisione incisione CNC

qualunque materiale (durezza) acciaio inox, Al, Cu metallo, vetro, legno, plastica metalli, specchi, porcellana etc quasi tutti i materiali

stampa serigrafia tampografia dippatura laminazione e rilievo a secco

su qualunque materiale quasi tutti i materiali rigidi a spruzzo, con supporti legno, cuoio, tessuti, carta etc

e. dimensione

f. funzionalitĂ

g. piĂš lavorazioni

h. strumenti

135


6 - ARTISAN VIRTOOL

6.2 Attori coinvolti

Progettisti, associazioni e aziende di materiali Il background da cui prendere spunto per affinare la progettazione di un database per il virtuoso offre una serie di attori le cui esigenze, seppur diverse, potrebbero attirare la loro attenzione verso le potenzialità di un artigiano dalle eccellenti capacità [schema 15]. La sua varietà può attirare l’attenzione di un progettista (un designer o un architetto). Essi potrebbero lasciarsi ispirare da un simile contenitore in grado di mostrare non solo che c’è un dato mestiere che tratta un dato materiale con una data lavorazione, ma che quel materiale nasconderà un mondo magico dove spaziare con la fantasia. La sua specificità tecnica può attirare anche l’attenzione di enti e associazioni di categoria. Prenderò come esempio Confartigianato Imprese, per dimostrare che è possibile convertire il database in un archivio di riferimento per la certificazione del valore di cui un territorio (come un distretto “evoluto”) può essere caratterizzato. La varietà di materiali, assieme alla versatilità dell’artigiano, può portare anche a un coinvolgimento parallelo, come proverò ad ipotizzare, con aziende di materiali e con una materioteca come Material ConneXion. Si può provare a stimolare l’artigiano a provare tecniche tradizionali utilizzando materiali innovativi. Questo risvolto costituisce elementi di apertura verso nuovi scenari: un artigiano, nell’allegare la sua conoscenza a materiali nuovi e innovativi, acquisisce maggiore vantaggio competitivo. La crescita è diffusa perché le aziende che producono nuovi materiali cercano chi li può lavorare. Per il coinvolgimento degli attori illustrerò nei prossimi paragrafi tutte le declinazioni del database.

136


progettista

territorio

aziende materiali

VARIETÀ

SPECIFICITÀ

VERSATILITÀ

mettersi in gioco

superficie

database Virtuoso garanzia riconoscimento del valore linea di confine

soddisfazione nuovi stimoli

vocazione stimoli maturati

profondità

ESPERIENZA Schema 15 - Abbiamo 3 opportunità differenti per valorizzare l’artigiano virtuoso che si mette in gioco. Varietà, specificità e versatilità.

137


6 - ARTISAN VIRTOOL

6.3 Identità

Forma ed etimologia del logo

Schema 16 - Sviluppo del logo del database.

virtù dell’artigiano

strumento per l’artigiano

vir + tool si legge “virtuul” e rimanda alla parola virtù, da cui deriva il termine virtuoso

138

tool = strumento


139


6 - ARTISAN VIRTOOL

6.4 Guideline

Icone grafiche del database

Tipologie Materiali

Categorie Lavorazione

Tipologie di Lavorazione

Tipologie Virtuosismo

TESSILE

LEGNO

taglio

tornitura

impregnamento

trasparenza

irregolarità

POLIMERI

CUOIO E PELLE

formatura

contornatura

saldatura

personalizzazione

porosità

COMPOSITO

METALLO

giunzione

levigatura

piallatura

leggerezza

inserimenti

CERAMICA

VETRO

spazzolatura

foratura

accoppiamenti

decoro

PIETRA

CARTA E CARTONE

versatilità

geometria

CALCESTRUZZO

140


Schema 17 - Legenda delle icone utilizzate per il database Artisan Virtool.

Icone degli attori

Icone riconoscimenti Icone del Territorio tramite Confartigianato

artigiano

Artisan virTool for innovation tramite Material ConneXion Artigiano Versatile per virtuosismi e materiali

Icone del servizio online

506

interessante

98

contatti

utenti che hanno apprezzato visivamente il virtuosismo dell’artigiano

utenti che hanno provato a stabilire un contatto con l’artigiano interessante

designer

feedback Confartigianato

Altre icone valore

basso Material ConneXion

azienda materiali

nuovo materiale

nuova fotografia

141

valutazione a seguito della collaborazione tra designers e artigiani aggiornamento del valore di Virtuosità dell’artigiano: rapporto tra numero di contatti e punteggio medio di feedback


6 - ARTISAN VIRTOOL

6.5 Rapporto con gli attori Basic e Advanced Level

Il database Artisan Virtool potrebbe offrire grandi opportunità agli attori coinvolti, ma è opportuno stabilire delle priorità che permettano di gestirlo in maniera ottimale. Prima di tutto, c’è da precisare che un servizio del tutto nuovo per un artigiano ha bisogno di tempo per crescere, per cui è prevista una prima interazione semplice ed intuitiva, dove l’artigiano avrà la necessità di acquisire la giusta dimestichezza. Per questo motivo ipotizzo due differenti livelli [schema 18]: il primo, Basic, servirà appunto da ammortizzatore della novità. In questa fase sarà importante anche l’interazione con il designer, che approfondirò nei prossimi paragrafi. Si raggiungerà una fase di maturazione, in cui al database si riconoscerà un buon livello di affidabilità ed efficenza: si passerà al livello Advanced. A questo punto il progetto potrà raggiungere una più vasta portata, sia di contenuto che di coinvolgimento con gli attori.

142

A fianco: Schema 18 - Timeline del database in relazione al coinvolgimento progressivo degli attori.


Attori coinvolti

Livello afďŹ dabilitĂ del database

lancio servizio

familiaritĂ

maturazione

Level Basic

Level Advanced

143

consolidazione


6lancio servizio

6.6 Lancio del servizio Basic Level

Al Basic Level del database Artisan Virtool ciascun utente (un’artigiano o un designer) avrà accesso ad una quantità limitata di informazioni, per facilitare la loro interazione e acquisire una familiarità preliminare. Successivamente si potranno mappare territorio, tendenze ed opportunità, ingredienti ideali per indirizzare il database verso nuovi sviluppi [schema 19]. Verrà data la possibilità di caricare e ricercare i virtuosismi aventi come materiali: legno, metallo, ceramica, tessuti, vetro. Inoltre sarà solamente possibile ottenere una distinzione primaria dei virtuosismi, distribuiti arbitrariamente dall’artigiano, senza grandi quantità di informazioni da apportare. Il servizio Basic Level in questo modo faciliterà la fruizione, utilizzando un sistema intelligente che “consiglia” le informazioni da inserire all’interno dei propri profili.

144

A fianco: Schema 19 - Caratteristiche che costituiscono il database durante il Basic Level.


Level Basic Fotografia 16:9

feedback

condivisione

consultazione

competizione

ispirazione

Materiali a disposizione

CERAMICA

METALLO

TESSILE

LEGNO

VETRO

Virtuosismi a disposizione

accoppiamenti

leggerezza

porosità

inserimenti

trasparenza

irregolarità

personalizzazione

decoro

145


6lancio servizio

6.7 Interfaccia per l’Artigiano 6.7.1 - Pagina del Virtuosismo più apprezzato NEWS

IL PROGETTO

PROFILO

ESPLORA

Ecco tutte le informazioni sul tuo virtuosismo più apprezzato.

Basic Level

Virtuosismo più apprezzato Categoria: PERSONALIZZAZIONE

506

interessante

TORNA A PERSONALIZZAZIONI

Materiali:

Legno Palissandro Lavorazione:

formatura rifinitura

Giovanni Rossi valore

basso

Questa foto è presente in altre 3 categorie

Artigiano del Legno età: 48 anni

DECORO LEGGEREZZA POROSITÀ

luogo: Molfetta (BA), Puglia

percorso: profilo/tipologia/virtuosismo

146

CARICA


6.7.2 - Pagina per ciascuna tipologia di Virtuosismo schermata PROFILO / categoria NEWS

IL PROGETTO

PROFILO

ESPLORA

Qui puoi trovare la raccolta dei tuoi virtuosismi racchiusi per tipologia: Personalizzazione.

Basic Level

Categoria: PERSONALIZZAZIONE Numero fotografie: 4 TORNA AI TUOI VIRTUOSISMI

Giovanni Rossi valore

basso Artigiano del Legno età: 48 anni

Foto migliore: VEDI DETTAGLI

luogo: Molfetta (BA), Puglia

percorso: profilo/tipologia

147

Aggiungi una nuova foto

CARICA


6lancio servizio

6.7.3 - Pagina profilo con tutti i Virtuosismi NEWS

IL PROGETTO

PROFILO

ESPLORA

Qui puoi trovare la raccolta dei tuoi virtuosismi. Tieniti sempre aggiornato!

Basic Level

Elenco Virtuosismi di Giovanni

Aggiungi una nuova foto

Numero di categorie: 5

PERSONALIZZAZIONE

IRREGOLARITÀ

ACCOPPIAMENTI

DECORO

Giovanni Rossi valore

basso Artigiano del Legno età: 48 anni luogo: Molfetta (BA), Puglia

percorso: profilo

148

LEGGEREZZA

CARICA


6.7.4 - Pagina di caricamento foto NEWS

IL PROGETTO

PROFILO

ESPLORA

Carica una nuova foto.

Basic Level

Immagine Virtuosismo caricare immagine: dimensioni min/max

(formato 16:9) tipo materiale

tipo lavorazione

tipo virtuosismo

Giovanni Rossi valore

basso Artigiano del Legno etĂ : 48 anni luogo: Molfetta (BA), Puglia

percorso: carica

149

CARICA


6lancio servizio

6.7.5 - Esplorazione artigiani per virtuosismi NEWS

IL PROGETTO

PROFILO

Scopri e confrontati con i migliori virtuosismi degli artigiani.

Basic Level

Migliori virtuosismi per: Legno Palissandro Numero di categorie: 5 DECORO

ACCOPPIAMENTI

Giovanni Rossi valore

basso Artigiano del Legno

PERSONALIZZAZIONE

etĂ : 48 anni luogo: Molfetta (BA), Puglia

percorso: esplora

150

ESPLORA

CARICA


6.7.6 - Pagina delle news NEWS

IL PROGETTO

PROFILO

Rimani aggiornato sulle news, i tuoi contatti e gli apprezzamenti ai tuoi virtuosismi.

Basic Level

News:

NUOVI CONTATTI

NOVITÀ

Giovanni Rossi valore

basso Artigiano del Legno età: 48 anni

TENDENZE

luogo: Molfetta (BA), Puglia

>500

percorso: news

151

ESPLORA

CARICA


6lancio servizio

6.8 Interfaccia per il Designer 6.8.1 - Pagina del Virtuosismo più apprezzato NEWS

RICERCA

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I TUOI ARTIGIANI

Ecco il miglior virtuosismo di Giovanni.

Basic Level

INTERESSANTE CONTATTA

Virtuosismo: Personalizzazione Tipologia lavorazione: Modellazione dell’Acciaio dolce

LISTA VIRTUOSISMI DI GIOVANNI

506

interessante

98

contatti

feedback Materiali:

Legno Palissandro Lavorazione:

formatura rifinitura

Giovanni Rossi valore

basso

Questa foto è presente in altre 3 categorie

Artigiano del Legno età: 48 anni

DECORO LEGGEREZZA POROSITÀ

luogo: Molfetta (BA), Puglia

percorso: ricerca/tipologia/virtuosismo

152


6.8.2 - Schermata principale di ricerca NEWS

Basic Level

IL PROGETTO

RICERCA

I TUOI ARTIGIANI

Seleziona la tipologia di ricerca adatta alle tue esigenze.

lavorazione

materiale

percorso: ricerca

153

luogo


6lancio servizio

6.8.3 - Schermata di ricerca a partire dalla lavorazione giunzione

NEWS

Basic Level

RICERCA

IL PROGETTO

I TUOI ARTIGIANI

Scegli il tipo di lavorazione che fa al caso tuo. tornitura

fucinatura

PALISSANDRO

EBANO

GHISA

CEDRO

ALLUMINIO

OTTONE

TERRAGLIA

ACCIAIO INOX

FOMATURA TAGLIO GIUNZIONE

lavorazione

FINITURA

alimentazione contiuna piegatura

curvatura a vapore

curvatura/piegatura

percorso: ricerca/lavorazione

154

piegatura materiale

BETULLA

OTTONE

FAGGIO

RAME

ALLUMINIO

PIOPPO

ALLUMINIO

TITANIO

ACCIAIO DOLCE

ACCIAIO INOX

RAME

luogo


6.8.4 - Schermata di ricerca a partire dal materiale NEWS

RICERCA

IL PROGETTO

I TUOI ARTIGIANI

Scegli il tipo di materiale che fa al caso tuo.

Basic Level

TIGLIO

PALISSANDRO

tornitura

levigatura

levigatura

METALLO CERAMICA LEGNO

piallatura

foratura

contornatura

spazzolatura

lavorazione

TESSILE VETRO

legni duri ABETE ROSSO

CIPRESSO materiale

legni dolci

percorso: ricerca/materiale

155

impregnamento

tornitura

contornatura

foratura

piallatura

spazzolatura

luogo


6lancio servizio

6.8.5 - Schermata di ricerca a partire dal luogo NEWS

I TUOI ARTIGIANI

Scegli il luogo adatto per la tua ricerca.

Basic Level

VAL D’AOSTA

Risultati trovati 25

PIEMONTE

VISUALIZZA

LIGURIA LOMBARDIA

lavorazione

TRENTINO

REGIONE

VENETO

AREZZO

FRIULI

FIRENZE

CITTÀ

EMILIA ROMAGNA

GROSSETO

PROVINCIA

TOSCANA

LIVORNO

MARCHE

LUCCA

UMBRIA

MASSA/CARRARA

LAZIO

PISA

ABRUZZO

PISTOIA

MOLISE

PRATO SIENA

BASILICATA

distanza max 0

50

distanza max 0

CAMPANIA

PUGLIA

RICERCA

IL PROGETTO

100

5

10

15

20

materiale

150

200

CALABRIA

luogo

SICILIA SARDEGNA

percorso: ricerca/luogo

156


6.8.6 - Schermata dei risultati di ricerca del Virtuosismo NEWS

IL PROGETTO

Scegli il tipo di virtuosismo che fa al caso tuo.

Basic Level

Risultati per: Formatura del Palissandro Numero fotografie: 5 TORNA ALLE LAVORAZIONI

PERSONALIZZAZIONE

# luoghi tipici SIRACUSA GROTTAGLIE (TA) BERGAMO LUCCA

DECORO

# categoria GEOMETRIA FUNZIONALITÀ

IRREGOLARITÀ

percorso: ricerca/tipologia

157

RICERCA

I TUOI ARTIGIANI


6familiarità

6.9 Tutela del servizio

Lavorare sul rapporto tra Designer e Artigiano Il Basic Level organizzerà il flusso di preferenze partendo dalle impressioni che le foto suscitano a chi le potrà visitare [schema 20]. Un contatore di interesse darà un valore iniziale di preferenza, ponento l’artigiano con maggiori punti più in mostra rispetto ad un altro con meno punti. Un apprezzamento puramente visivo. Il progettista che volesse contattare personalmente l’artigiano dovrà prima esprimere il suo interesse. Questo passaggio è importante perché permette di mettere in condivisione il fatto che un artigiano sia più o meno ricercato. A questo punto ci sarà un secondo contatore, che segnerà il numero di persone che hanno provato a contattare l’artigiano. Tale conteggio sarà utile per una valutazione finale. Ci sarà da ora in poi una fase di interazione, esterna al database, dove artigiano e progettista collaboreranno ad un progetto. Il progettista sarà in grado di testare (e di tastare) le abilità dell’artigiano, più concretamente rispetto alla prima impressione percepita dallo scatto fotografico. Sarà importante pertanto attribuire una nuova valutazione: un feedback con punteggio da 1 a 5 che darà una certificazione del lavoro svolto, ma anche di quelle abilità mostrate inizialmente nel database. Avremo in definitiva 2 valutazioni: una più visiva, che suscita impressione ed ispirazione; un’altra più concreta, definita come indice di virtuosità, ed è data dal rapporto tra il numero di contatti e il punteggio medio dei feedback ricevuti.

158

A fianco: Schema 20 - Rappresentazione di come un artigiano può ricevere la valutazione del proprio lavoro dagli attori coinvolti nella fase collaborativa.


il designer visita il database in cerca di ispirazioni

506

interessante

il designer trova il virtuosismo e l’artigiano che fa al caso suo, ed esprime se vuole il suo interesse

in questo modo si esprime una prima valutazione basata su un aspetto puramente visivo del virtuosismo condiviso

98

se ha anche intenzione di contattarlo diventa obbligatorio esprimere l’interesse prima di procedere con i contatti

contatti il contatore dei contatti con l’artigiano servirà in seguito per una valutazione più concreta, assieme ai feedback del designer

l’esito di questa interazione può essere riportato con una valutazione da parte del designer: feedback con punti da 1 a 5

fase di collaborazione tra designer e artigiano

valore

basso

valore

medio

159

valore

medio

valore

alto

aggiornamento del valore di Virtuosità dell’artigiano: rapporto tra numero di contatti e punteggio medio di feedback


6familiarità Gestione delle News 6.9.1 - Gestione delle news per il Designer per il Designer

in ordine crescente di affidabilità e importanza, è possibile ricevere news sui virtuosismi degli artigiani:

506

NOVITÀ

ricerca in base alle novità

interessante

ricerca in base alle tendenze suggerita mediante apprezzamenti di interesse

Schema 21 - Tre possibili modalità di ricerca degli artigiani in Artisan Virtool.

valore

alto

ricerca in base ad un buon valore di virtuosità degli artigiani nel database

nella fase Advanced, questo potrebbe essere un importante criterio di interesse per attori come Confartigianato e Material ConneXion

160


6.9.2 - Interfaccia delle news per il designer NEWS

IL PROGETTO

Rimani aggiornato sulle ultime news e aggiornamenti.

Basic Level

News:

NOVITÀ # filtri per novità ULTIM’ORA ULTIME 24 ORE QUESTA SETTIMANA QUESTO MESE

TENDENZE # filtri per tendenza >2000

>500

>500 >200 >100

VIRTUOSITÀ # filtri novità valore ALTO

RICERCA

valore

alto

valore MEDIO valore BASSO

percorso: news

161

I TUOI ARTIGIANI


6maturazione

6.10 Maturazione Advanced Level

Giunto a una fase più matura, il database Artisan Virtool ha ora l’occasione di intensificare il proprio servizio, offrendo una più vasta gamma di opportunità per l’artigiano [schema 22]. In maniera sempre progressiva, verranno aggiunti nuovi materiali: polimeri, cuoio e pelle, pietra, calcestruzzo e compositi. In più, l’artigiano adesso avrà modo di implementare le informazioni sui propri virtuosismi, portandoli così in una dimensione più profonda in termini di specificità. Si potranno aggiungere informazioni sugli strumenti utilizzati, sulle caratteristiche tipiche del materiale, oltre alle proprietà fisiche. Tali informazioni saranno molto utili al progettista in cerca di consultazione ed ispirazione. Verranno aggiunte nuove categorie di virtuosismi. Primo tra tutte quello della versatilità, ovvero una propensione da parte dell’artigiano ad adoperare le sue abilità tecniche su più materiali. Infatti nella versione Advanced viene eliminato il profilo personalizzato per il tipo di materiale, rendendo l’identità dell’artigiano più aperta a maggiori possibilità di interazione con il vituosismo. Nella nuova veste il database darà maggiore valore alla virtuosità, provando ad accantonare l’elemento social che consentiva un apprezzamento di tipo suggestivo e preliminare, ma inevitabilmente superficiale, dell’opera dell’artigiano. Verrà d’altro canto aggiunto alla scala valori un nuovo più alto gradino, il valore eccellente di virtuosità, riferito a un criterio più concreto e di interazione con gli attori. Verrà messo a disposizione anche un medagliere che mostra tutte le riconoscenze eventuali ottenute da un nuovo servizio: il contest.

162

A fianco: Schema 22 - Caratteristiche che costituiscono il database nell’Advanced Level.


Level Advanced Fotografia 16:9 feedback consultazione

condivisione

ispirazione

competizione

partecipazione

Nuovi materiali a disposizione

POLIMERI

CALCESTRUZZO

CUOIO E PELLE

Nuovo gruppo virtuosismi

versatilità

CARTA E CARTONE

PIETRA

Dettagli aggiuntivi ai materiali strumenti utilizzati caratteristiche tipiche proprietà fisiche

geometria

Maggiore valore alla virtuosità

506

valore

eccellente

interessante meno social

più concretezza

163

contest e riconoscenze

COMPOSITO


6maturazione

6.11 Icone del territorio

Artisan VIRTOOL con Confartigianato Imprese Confartigianato è un’organizzazione autonoma, fondata sul principio della libera adesione e aperta a tutte le componenti geografiche, settoriali e culturali dell’imprenditoria artigiana e delle piccole imprese che in essa trovano informazione, rappresentanza degli interessi generali, rapporto con le controparti negoziali e con le Istituzioni. L’intento di Confartigianato a valorizzare un particolare territorio può portare ad un avvicinamento e successivo connubio con Artisan Virtool. Ho ipotizzato che può avvenire un nuovo modo di gestire il database, improntato su un’analisi del territorio e partendo proprio dai virtuosismi del servizio progettato: nascerebbe così Icone del Territorio, un progetto atto a valorizzare cultura, tradizione e saper fare di un territorio. Il coinvolgimento degli artigiani potrebbe assumere ora un carattere più specifico, tematico, con una periodicità diversa, dettata da un sistema messo in atto già con altri servizi, da parte di Confartigianato [schema 23]. Al fine di valorizzare il territorio, si potrà integrare una componente progettuale tramite l’istituzione di contest, all’interno della quale un progettista per esempio sarà invitato a prendere ispirazione da una particolare lavorazione di un particolare materiale appartenente a un distretto culturale. Dal risultato del contest, Icone del Territorio attribuirà il giusto riconoscimento a progettisti e artigiani, andando ad arricchire per il profilo di quest ultimo il suo medagliere all’interno del database Artisan Virtool.

164

A fianco: Schema 23 - Il coinvolgimento di Confartigianato schematizzato nelle varie fasi temporali.


analisi del territorio

comunicazione ad artigiani

catalogazione database

contest

lancio contest Icone del Territorio Promozione territorio e ispirazione per designer

valore e riconoscenza

165


6maturazione

6.11.1 - IdentitĂ e Comunicazione

nuovo logo del database

nuovo logo + naming contest

166


presentano:

locandina presentazione nel database

A fianco: Schema 24 - Nuova veste grafica e nuovo logo per il database: Icone del Territorio.

167


6maturazione

6.11.2 - Nuova schermata di ricerca NEWS

IL PROGETTO

RICERCA

I MIEI ARTIGIANI

CONTEST

Scegli il tipo di lavorazione che fa al caso tuo.

Risultati per: Provincia di Firenze Numero fotografie: 5 TORNA AI LUOGHI

FORMATURA ACCIAIO DOLCE

lavorazione

# luoghi tipici SIRACUSA GROTTAGLIE (TA) BERGAMO LUCCA

# categoria

DECORAZIONE VETRO materiale

GEOMETRIA FUNZIONALITÀ DECORO PIALLATRICE MANUALE SPESSORE

LEVIGATURA ALABASTRO

luogo

percorso: ricerca/tipologia

168


6.11.3 - Schermata dei contest in programma NEWS

IL PROGETTO

RICERCA

Metti alla prova la creatività, partecipa e lasciati ispirare dai virtuosismi!

Contest in programma 15 marzo 2015

20 febbraio 2015

6 gennaio 2015

Rivolto a: studenti, architetti, designers provenienti dalle Università di Architettura, Design, Scuole o Istituti di Design e Accademie di Belle Arti (due classi di partecipazione: Under 26 e Over 26). Il concorso chiede ai partecipanti di realizzare un prodotto che rappresenti il territorio delle Marche.

Concorso destinato a studenti universitari o laureandi Per la partecipazione al concorso viene richiesto ai partecipanti di realizzare uno oggetto per la promozione dell’artigianato siciliano. I primi dieci progetti classificati, e i primi venti virtuosismi che otterranno il maggior numero di apprezzamenti, vinceranno un corso di

Ai partecipanti del concorso Icone della Liguria, verrà offerta l’opportunità di usufruire dei migliori virtuosismi del territorio, ponendo al centro dell’attenzione l’artigianato e la tradizione, assieme all’innovazione del progettista. Rivolto a: studenti, architetti, designers provenienti dalle Università di Architettura....

Icone delle Marche

- continua -

Icone della Sicilia

- continua -

percorso: contest

169

Icone della Liguria

- continua -

I MIEI ARTIGIANI


6consolidamento

6.12 Ciclo di vita di un materiale Artisan VIRTOOL con Material ConneXion

Il successo di un nuovo materiale dipende dalla sua capacità di attirare una sequenza di primi utilizzatori. La curva semplificata dell’utilizzo dei materiali è in realtà l’inviluppo di una serie di curve a S sovrapposte, che descrivono una successione di applicazioni di volume crescente [schema 25]. Le prime applicazioni si hanno in quei mercati che puntano sulle prestazioni e che possono accettare un certo grado di rischio; in un secondo tempo, applicazioni caratterizzate da grandi volumi di produzione tendono ad avere le caratteristiche opposte. Sono in gioco diverse forze di mercato. L’accettazione del rischio dipende dal bilancio tra il valore attribuito alle prestazioni e il prezzo da pagare in caso di fallimento. Ma sostanzialmente l’ingresso nel mercato di un nuovo materiale richiede applicazioni con bassi volumi di produzione, elevate prestazioni e propensione al rischio. Il nuovo materiale può essere visto sotto differenti forme: - Materiali in fase di ricerca: polimeri elettro-attivi e emettitori di luce, nanocompositi, materiali autocicatrizzanti. - Materiali appena commercializzati: metalli amorfi, schiume metalliche, leghe a memoria di forma. - Materiali in combinazione con altri: polipropilene caricato con legno, mescole di PP e fibre di carbonio. - Materiali in settori inaspettati: titanio nella struttura degli occhiali; carta e vetro come materiali strutturali; arredi di cemento; legno come materiale strutturale nelle apparecchiature elettroniche.

170


I nuovi materiali vedono la luce nei laboratori delle università e dei centri di ricerca, sviluppano tecnologie spin-off e fanno la prima apparizione in prodotti dimostrativi, per poi essere assorbiti in un più vasto mercato. Non appena aumentano i volumi di produzione, il loro prezzo diminuisce e, diventando più noti a designer e consumatori, aumenta il loro utilizzo. Nel tempo un materiale raggiunge una sorta di maturità, ma può avere una seconda vita come “novità” in combinazione con altri materiali o grazie a nuovi processi che consentono di ottenere compositi o materiali ibridi, come strutture sandwich, sistemi placcati, strutture a gradiente di composizione o rivestite. L’utilizzo di un “vecchio” materiale in un contesto diverso da quello tradizionale può farlo apparire nuovo, rinnovando anche l’interesse per le sue potenzialità.

inviluppo del consumo dei materiali

terza applicazione seconda applicazione

applicazione iniziale

Tempo

Schema 25 - Utilizzo di un materiale nel tempo. Tratto dal libro di Mike Ashby e Kara Jonson, Materiali e Design.

171


6consolidamento

6.12.1 - Material ConneXion Material ConneXion® è il più grande centro internazionale di ricerca e consulenza sui materiali innovativi e sostenibili. Fondata nel 1997 da George Beylerian a New York, con la prima library di materiali fisici, oggi Material ConneXion fa parte del Gruppo Sandow Media, azienda leader nell’editoria negli Stati Uniti, ed è presente con sedi anche in Europa e in Asia. Promuove la creazione di contatti tra i produttori di materiali e i potenziali utilizzatori, supportandoli nella ricerca di soluzioni materiche per i loro progetti e offrendo alle aziende produttrici strumenti di visibilità unici e non convenzionali. Nata del 2002, Material ConneXion Italia svolge attività di consulenza, promozione e formazione per ogni tipo di realtà produttiva e progettuale, sviluppando una significativa esperienza nel supporto strategico di aziende. Nella sua sede di Milano è condotta dal Presidente Dott. Rodrigo Rodriquez, con una library fisica di oltre 4000 materiali, di cui circa 2500 permanentemente esposti. In questo contesto, ho pensato che Artisan Virtool, un database contenente dati e gradienti valutativi sui virtuosismi di un artigiano, potrebbe essere un buon sostegno per un servizio come Material ConneXion, società che vive di informazioni relative ai nuovi materiali. Può essere una costola del servizio in grado di connettere maggiormente i nuovi materiali con la produttività e con un settore come l’artigianato che può garantire nuove opportunità di progettazione [schema 26].

A fianco: Schema 26 - Nuova veste grafica e nuovo logo per il database: Artisan Virtool for Innovation.

172


6.12.2 - IdentitĂ e Comunicazione

for innovation Il servizio aggiuntivo di Material ConneXion per la promozione di nuovi materiali con la virtuosità dell’artigiano.

locandina presentazione nel database

173


6consolidamento

6.13 Artisan Virtool for Innovation Nuove opportunità di promozione

Oltre al metodo di classificazione che il servizio di Material ConneXion offre ad un azienda non appena produce un nuovo materiale, è ora possibile ricorrere ad una implementazione di informazioni, accumulate dalla sua costola: il database Artisan Virtool. Esso fornirà tutte le informazioni sui migliori virtuosismi rilevati in un dato materiale. Un’azienda produttrice potrebbe ora cogliere l’occasione per promuovere il suo materiale provando a proporre agli artigiani interessati prestazioni virtuose su di esso [schema 27]. Questo metodo metterebbe in contatto con le aziende i migliori artigiani, selezionati in base alla valutazione sul valore di virtuosità che essi possono accumulare nella condivisione delle loro abilità. L’interfaccia da Material ConneXion può segnalare alle aziende che, per materiali aventi caratteristiche fisiche e prestazionali simili al materiale da loro prodotto, ha a disposizione degli artigiani che possono lavorarli. Inoltre è possibile una consultazione più diretta, all’interno di Artisan Virtool stesso, con una nuova interfaccia progettata appositamente per le aziende, in grado di fornire informazioni su artigiani versatili e che lavorano materiali simili. Un ampliamento del servizio consentirebbe in più di monitorare tramite Artisan Virtool diversi settori su richiesta (statistiche per virtuosismi su materiali o lavorazioni). Anche in questo caso l’istituzione di contest renderebbe interessante anche un’interazione con i progettisti, con la possibilità di promozione del nuovo materiale in chiave innovativa, assieme alla promozione e riconoscenza degli stessi artigiani.

174

A fianco: Schema 27 - Il coinvolgimento di Material ConneXion schematizzato nelle varie fasi temporali del nuovo servizio Artisan Virtool for Innovation.


creazione nuovo materiale inserimento in Material ConneXion

comunicazione ad artigiani consultazione diretta l’azienda fornisce materiali ad artigiani catalogazione database

contest Artisan VirTool for Innovation

lancio contest AV for Innovation promozione materiale e ispirazione per designer

valore e riconoscenza

175


6consolidamento

6.14 Simulazione: azienda di materiali KRION®, PORCELANOSA Grupo 6.14.1 - Azienda Porcelanosa Con oltre 40 anni di esperienza, PORCELANOSA Grupo è presente in circa 100 Paesi in tutto il mondo, grazie ad un modello di attività commerciale sul quale si sostiene una forte strategia imprenditoriale. Attualmente è una delle aziende spagnole di maggior prestigio a livello mondiale. La diversificazione nella produzione è stata un pilastro fondamentale della crescita di un gruppo imprenditoriale che ha avviato la propria attività esclusivamente con la produzione di piastrelle. Ora le otto aziende del Gruppo offrono una vasta gamma di prodotti, dalle attrezzature per la cucina e il bagno alle più avanzate per l’architettura contemporanea. Diretta da Fabio Martino, la filiare in Italia si occupa della produzione e vendita di nuovi materiali, da interpretare nell’utilizzo in settori come il design di interni ed esterni.

6.14.2 - KRION® Il KRION® è una superficie solida (Solid Surface) di nuova generazione di materiali, sviluppata da SYSTEMPOOL, azienda del Gruppo Porcelanosa. È un materiale caldo al tatto e simile alla pietra naturale. Questo materiale è composto da due terzi di minerali naturali (ATH: alluminio triidrato) e da una piccola percentuale di

176


resine ad alta resistenza. Tale composizione conferisce al KRION® alcune particolarità esclusive: assenza di pori, proprietà antibatteriche senza alcun tipo di additivo, durezza, resistenza, durevolezza, manutenzione ridotta, nonché riparazione e pulizia agevoli. Data l’analogia con la lavorazione del legno, le lastre possono essere tagliate, unite o sottoposte a termoformatura per ottenerne pezzi ricurvi [schema 28]. Questo materiale è altresì utilizzabile nel sistema produttivo, mediante iniezione, per dare vita a forme e progetti inattuabili con altri materiali. È possibile creare spazi senza giunzioni, il ché impedisce l’assorbimento di liquidi e ne agevola la pulizia e la manutenzione. Questo materiale, che eccelle rispetto ad altri analoghi, è disponibile in una vasta gamma di colori tra i quali spicca la finitura in bianco, puro e neutro. È un materiale ecologico in quanto può essere riciclato al 100%. Tutti i prodotti realizzati in KRION® possono essere riprocessati e riutilizzati nel ciclo produttivo.

giunzione

foratura

taglio

contornatura

177

Schema 28 - Affinità di caratteristiche tra materiali apparentemente incompatibili come il legno e il Krion.

PALISSANDRO DI RIO levigatura


6consolidamento

6.14.3 - Schermata di selezione su Material ConneXion Material Database

Upgrade

Il mio profilo

Logout

risultati di ricerca per Cerca

Filtra i risultati Categoria Lavorazioni Virtuosismi Sostenibilità Cradle to Cradle Caratteristiche

KRION®

Swietenia humilis

Dalbergia Nigra

MC# -------

Categoria: Compositi

Categoria: Materiali naturali

Categoria: Materiali naturali

Categoria: Materiali naturali

Superficie solida (Solid Surface) di nuova generazione, sviluppata da SYSTEMPOOL, azienda del Gruppo Porcelanosa. È un materiale caldo al tatto e...

La Swietenia è un tipo di mogano da non confondere con quelli africani o altri surrogati. Nel linguaggio comune indica sovente il legname di tale pianta, da...

La Dalbergia nigra (Brasile), ha legno più denso e pesante di altre specie della stessa famiglia. E' un legno ostinato e difficile da lavorare. Si scheggia...

Mattonelle decorative con una gamma di materiali naturali incastonati. Prodotti organici tra cui gusci d’uovo, madreperla, viti, ramoscelli ed erbe...

Proprietà fisiche

178


6.14.4 - Informazioni materiali su Material ConneXion Material Database

Upgrade

Il mio profilo

Logout

Dalbergia Nigra Palissandro di Rio

for innovation

Codice materiale: MC# ------Categoria: Materiali compositi Prodotto in Brasile Distribuito in: Italia

Materiale segnalato da ARTISAN VIRTOOL per la presenza di numerose lavorazioni artigianali. Scopra tutti i virtuisismi dei migliori artigiani sul materiale che cerchi! VAI AL DATABASE

Descrizione La Dalbergia nigra (Brasile), ha legno piÚ denso e pesante di altre specie della stessa famiglia. E' un legno ostinato e difficile da lavorare. Si scheggia facilmente a causa della sua natura oleosa ed è difficile preparare le superfici per l'incollatura. Nella impiallacciatura tende a formare piccole crepe e a rompersi nelle zone dentellate. Per la lucidatura, dopo aver chiuso bene i pori, si usano vernici a spirito come la gommalacca. Impieghi principali: Viene utilizzato nella costruzione di pavimenti e...

179


6consolidamento

6.14.5 - Virtuosismi idonei per le aziende, su Virtool IL PROGETTO

STATISTICHE

RICERCA

Scelga gli artigiani idonei per la promozione del suo materiale.

Risultati per: Palissandro Numero fotografie: 5

FORMATURA

# luoghi tipici SIRACUSA GROTTAGLIE (TA) BERGAMO LUCCA

TAGLIO

# categoria GEOMETRIA FUNZIONALITÀ

GIUNZIONE

percorso: ricerca/tipologia

180

CONTEST

materiale


6.14.6 - Profilo artigiano idoneo per aziende, su Virtool IL PROGETTO

STATISTICHE

RICERCA

CONTEST

materiale

Il profilo selezionato è adatto per la promozione del Suo materiale.

Virtuosismo: Personalizzazione del Palissandro CONTATTA

Tipologia lavorazione: Formatura, rifinitura

TORNA ALLA LISTA VIRTUOSISMI

Riconoscimenti: ICONE DEL TERRITORIO REGIONE PUGLIA - 2014 ARTISAN VIRTOOL for innovation per DUPONTTM ARTIGIANO VERSATILE lavorazione LEGNO e CERAMICA

Giovanni Rossi valore

eccellente

Questa foto è presente in altre 3 categorie

Artigiano del Legno età: 48 anni

DECORO LEGGEREZZA POROSITÀ

luogo: Molfetta (BA), Puglia

percorso: ricerca/tipologia/virtuosismo

181


6consolidamento

6.14.7 - Statistiche periodiche per le aziende, su Virtool STATISTICHE

IL PROGETTO

RICERCA

materiale

CONTEST

Qui può seguire l’andamento delle statistiche sulle lavorazioni per il suo materiale.

Andamento dei Virtuosismi interessanti Aumento/miglioramento nell’anno 2014

# materiali scelti

300

PALISSANDRO DI RIO MOGANO MESSICANO FAGGIO SCHIUMA ALLUMIINO

250 decorazione palissandro

GHISA ZINCO

200

# lavorazioni scelte

tornitura betulla

GEOMETRIA FUNZIONALITÀ GEOMETRIA

150

FUNZIONALITÀ GEOMETRIA FUNZIONALITÀ

100

fresatura mogano

50

0

personalizzazione faggio

GEN

FEB

MAR

percorso: statistiche/periodicità

182

APR

MAG

GIU

LUG

AGO

SET

OTT

NOV

DIC


6.14.8 - Statistiche territoriali per le aziende, su Virtool STATISTICHE

IL PROGETTO

RICERCA

CONTEST

Qui può seguire l’andamento delle statistiche sul territorio per il suo materiale.

12%

Andamento dei Virtuosismi interessanti

Ra

EMILIA ROMAGNA

# materiali scelti

52%

PALISSANDRO DI RIO

Statistica a livello regionale

An

< 20%

MARCHE

20-40%

MOGANO MESSICANO

40-60%

FAGGIO SCHIUMA ALLUMIINO GHISA

Mi

21%

LOMBARDIA

Ch

> 60%

ABRUZZO

ZINCO

# regioni EMILIA ROMAGNA MARCHE ABRUZZO

86%

Og

SARDEGNA

CAMPANIA BASILICATA SARDEGNA

77%

Ag

SICILIA

33%

48%

percorso: statistiche/territorio

183

Cz

Mt

BASILICATA

CALABRIA

materiale


Conclusioni

L’importanza della continuità Il progetto Artisan Virtool ha dimostrato che, nel tentativo di realizzare un servizio adatto a una particolare tipologia di artigiano, esistono soluzioni che lo rendono più pertinente. In questo caso ci si è concentrati maggiormente sui suoi virtuosismi. Progettare un servizio per un artigiano partendo dalla sua esperienza vuol dire affinare il suo rapporto con il mondo che lo circonda, mantenendo sempre un carattere di sensibilità, dinamismo e concretezza dal suo punto di vista. Se il servizio avrà caratteristiche attinenti alla sua vocazione, egli sentirà naturalmente il desiderio di farne parte, al fine di ottenere benessere dalla partecipazione. La continuità del servizio, se considerato come rituale, garantisce questo benessere perché rispecchia l’habitat naturale in cui la tecnica è in grado di evolversi. La lentezza permette di oltrepassare i confini della semplice imitazione, favorendo la riflessione e l’immaginazione e consentendo all’apprendista artigiano di diventare sempre più bravo. Maturare significa portare a lungo termine.

184


185


Hilton Tim, John Ruskin: The Later Years, Yale University Press, 2000 Hume David, Opere filosofiche Vol 1: Trattato sulla natura umana, Laterza, 2008

Bibiliografia

Micelli, S., Futuro artigiano, L’innovazione nelle mani degli italiani, Venezia, Marsilio editore, 2011

Ashby, Mike & Johnson, Materiali e design, Milano, Casa Editrice Ambrosiana, Kara, 2005. Colombo Paolo, con A.Cavalli e G.Lanotte, Mestieri d’arte e made in Italy. Giacimenti culturali da riscoprire, Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, Marsilio Editori De Giorgi Claudia, Germak Claudio, Manufatto, Artigianato Comunità Design, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (Mi), 2008

Pevsner Nikolaus, Pioneers of Modern Design, Palazzo Editions, 2011 Ruskin John, Le sette lampade dell’architettura, Jaca Book, 1982 Sennett Richard, Insieme. Rituali, piaceri, politiche della collaborazione, Universale Economica Feltrinelli, Milano, 2012 Sennett Richard, L’uomo artigiano, Feltrinelli, Milano, 2009

De La Boétie Etienne, Discorso sulla servitù volontaria, Jaca Book, Milano, ottobre 1979.

Smith Adam, Teoria dei sentimenti morali, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 1995

Diderot Denis, Il nipote di Rameau, Garzanti Editori, 1974

Thompson Rob, Il manuale per il design dei prodotti industriali, Zanichelli Editore, Bologna, 2012

Di Vico Dario, Piccoli. La pancia del Paese, Marsilio Editori, Venezia, 2010 Furbank P.N., Diderot, a critical biography,Secker & Warburg, London, 1992.

186

Vitta Maurizio, Il progetto della bellezza. Il design fra arte e tecnica, 1851-2001, Giulio Einaudi Editore, Torino, 2001


Tesi di Lauree

Busu Mattia Jonathan (2011) Fast for Slow, Strategia di promozione e sviluppo dell’artigianato tramite reti di distributori automatici Carelli Alessandro, (2012) Microfactory Everywhere, L’emersione di un nuovo scenario per la produzione manifatturiera locale tra artigianalità, fabbricazione avanzata e nuovo ruolo del design. Tonet Marco, (2013) Manufacti: processo immersivo di ricerca azione per un nuovo modello di design, artigianato e impresa Viscardi Claudio, (2010) Efesto Moderno, Artidesign e strategia di sviluppo per una nuova collezione di prodotti

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Articoli e pubblicazioni Bettiol Marco, Artigiani nell’economia della creatività, 2009 Diderot Denis, Prospectus dell’Encyclopédie o Dizionario Ragionato delle Scienze, delle Arti e dei Mestieri, traduzione a cura di Francesco Franconeri, Fondazione Gianfranco Dioguardi, 2013 La Pietra Ugo, (2009) Dov’è L’Artigianato?, in Artigianato tra Arte e Design, n.75 Rapporto sui principali distretti industriali italiani, redatto per Confartigianato dal Consorzio Associazione Agenti per lo Sviluppo del Territorio. 85 pp.


Website

AA.VV, (2014) Gli artigiani sono tornati (e non sono come li immaginiamo). http://makeitgood2014.tumblr.com/ post/95811987203/gli-artigiani-sono-tornati-enon-sono-come-li Antonelli Paola, (2012) States of design 11: Design fatto a mano http://www.domusweb.it/it/design/2012/03/26/ states-of-design-11-design-fatto-a-mano.html Bettiol Marco, (2013) Perchè gli artigiani non sono online? http://www.firstdraft.it/2013/11/27/perche-gliartigiani-non-sono-online/ Blinder Alan S., (2006) Offshoring: The Next Industrial Revolution? http://www.foreignaffairs.com/articles/61514/ alan-s-blinder/offshoring-the-next-industrialrevolution ISFOL, Professioni, Occupazione, Fabbisogni http://professionioccupazione.isfol. it//professioni_raggruppamenti.

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php?div=red&id_categoria=1&id_menu_ principale=1&where=PROFESSIONI Liscia Roberto, (2014) Vende online un’impresa su 30: Made in Italy a ischio http://smartmoney.startupitalia.eu/45072/ecommerce/spingere-le-imprese-online-tutelareil-made-italy/ Lonzoni Dario, (2014) Se perdiamo il manifatturiero siamo finiti. Finiti. http://www.artigianocontemporaneo. it/2013/09/18/%E2%80%9Cse-perdiamo-ilmanifatturiero-siamo-finiti-finiti%E2%80%9D/ Micelli Stefano, (2013) Perchè artigiani e maker fanno fatica a parlarsi (e che fare a riguardo) http://www.firstdraft.it/2013/10/07/percheartigiani-e-maker-fanno-fatica-a-parlarsi-e-chefare-a-riguardo/ Perigli Alessio, Una rivisitazione del concetto di animal laborans in Hannah Arendt. http://www.filosofiprecari.it/ wordpress/?p=2670


Legenda delle note

Bibliografie.

Fotografie.

Schemi.

Schede.

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Ringraziamenti Per aver condiviso con me il loro livello di cultura, professionalità e umanità, e per aver avuto fiducia nelle mie idee, ringrazio il mio relatore e correlatore: Giulio Ceppi e Rodrigo Rodiquez. Con l’augurio che io possa incrociare al più presto le loro strade in nuovi progetti. Per l’infinita pazienza e comprensione, ringrazio la mia famiglia, che nonostante la distanza fisica e le difficoltà non hanno mai mancato di dare tutto il possibile per sostenermi. Per i momenti quotidiani di svago, e per quelle condivise distrazioni ritualizzate con cura e parsimonia, intrattenimenti video-ludici, fughe nello spazio e contaminazioni di prelibatezze culinarie, ringrazio i miei inquilini, colleghi, amici e co-protagonisti di telefilm: Carmen, Greta e Pierluigi. Per il fondamentale supporto psicologico durante il mio soggiorno a Milano e nel percorso finale di studi, i momenti di sfogo e distacco dall’ordinario, la loro parsimonia nell’ascoltare con incondizionata attenzione i miei discorsi spesso senza un filo logico, ringrazio Matteo, Huijing, Francesca, Andrea, Xiaowei, Elias e tutti gli altri miei amici “milanesi”. Spesso la determinazione può fare la differenza, ma a mio parere ha sempre bisogno di essere ricaricata. Per una buona dose energe-


tica, lanciata da distanze che, come il tempo, non sembrano scalfire la loro sferza, ringrazio i miei amici di una vita: Francesco, Nicola e Gianni. Ringrazio tutti i miei amici “del sud”, che non smettono mai di ricordarmi che c’è qualcosa per cui vale sempre la pena lottare nella vita: una calda fiducia per il prossimo. Tra i ringraziamenti non posso non citare un sogno ricorrente, una mia ex prof di Liceo del quale non ho più sue notizie da anni, ma che mi ha tormentato nel sonno degli ultimi mesi. Viene interpretata da me come la mia presa di coscienza, per reagire quando la strada è sembrata perdersi nel vicolo cieco delle mie paure latenti. Ringrazio chi ha sostenuto il mio percorso di Tesi in tutti i modi. Finanziandolo, promuovendolo, alimentandolo, approfondendolo, confutandolo ed esponendolo alla critica, alla tribolazione. Per aver dato corda al brainstorming più grande e duraturo della mia vita. In un mix confuso tra contrasto e paragone con quell’inerte squallore di una tendenza attuale, che mi auguro finisca al più presto. Ringrazio infine il Politecnico di Milano, che mi ha dato una bella lezione: senza sofferenza, l’essere umano non è in grado di riconoscere il giusto sapore delle cose.


“Ci siamo rivolti ai più abili di Parigi e del regno. Ci siamo presi la briga di recarci nei loro laboratori, d’interrogarli, di annotare le loro spiegazioni, di sviluppare il loro pensiero, di trovare i termini appropriati ai loro mestieri, di elaborare delle tavole e di definirle, di dialogare con coloro dai quali avevamo ottenuto memorie, e (precauzione pressoché indispensabile) di rettificare nei lunghi e frequenti incontri con gli uni ciò che gli altri avevano spiegato imperfettamente, oscuramente e talvolta poco fedelmente. Ci sono artigiani che sono anche uomini di lettere, e potremmo qui citarne, ma il loro numero sarebbe davvero esiguo: la maggior parte di coloro che praticano le arti meccaniche le hanno abbracciate solo per bisogno, e le praticano per istinto. A malapena su mille se ne trovano una dozzina capaci di esprimersi con qualche chiarezza sugli strumenti che impiegano e sui lavori che producono. Abbiamo visto operai che lavorano da più di quarant’anni senza nulla conoscere dei loro macchinari. Abbiamo dovuto esercitare con loro la funzione di cui si vantava Socrate, la funzione faticosa e delicata di fare partorire gli animi: obstetrix animorum. Esistono però mestieri talmente singolari, e manovre così complesse che se non ci si lavora di persona, se non si aziona una macchina con le proprie mani vedendo l’oggetto formarsi sotto i propri occhi, è poi difficile parlarne con precisione. Quindi più volte si è dovuto procurare le macchine, costruirle, mettere al lavoro le mani, divenire per così dire apprendisti, e fare noi dei lavori mal riusciti per poter insegnare ad altri a farli bene. In questo modo ci siamo convinti di quanto poco sappiamo della gran parte degli oggetti con cui viviamo, e di quanto sia necessario uscire da questa ignoranza. Abbiamo potuto dimostrare come l’uomo di lettere più edotto nella sua lingua non ne conosce che la ventesima parte quanto a parole; qualsiasi arte ha un suo idioma, però ancora imperfetto e se gli operai si capiscano l’un l’altro è grazie alla consuetudine di conversare molto tra di loro, e ancor più per la ripetitività delle situazioni che non per l’uso di terminologie. In un’officina è l’attimo che parla, non l’artigiano.” tratto da Denis Diderot Prospectus dell’Encyclopédie o Dizionario Ragionato delle Scienze, delle Arti e dei Mestieri




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