Francesco Vescovi Proposte per il Parco Agricolo Sud Milano Criticità e risorse dell’agricoltura periurbana
Francesco Vescovi Proposte per il Parco Agricolo Sud Milano Criticità e risorse dell’agricoltura periurbana
Indice
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Premessa
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1. Il consumo di suolo e la banalizzazione del paesaggio agrario nel Parco Agricolo Sud Milano 1.1 Alcuni dati sullo stato di fatto 1.2 Alcuni tentativi esemplari di riqualificazione del paesaggio agrario attuati nel territorio del Parco
34 2. La necessità di un nuovo ruolo strategico per il Parco Agricolo Sud Milano 2.1 L’architettura amministrativa e gli strumenti di programma 2.2 Nuovi obiettivi strategici 63 3. L’agricoltura perirubana e la valorizzazione del paesaggio agrario 3.1 Filiere corte e chilometro zero nel Parco Sud 3.2 Le reti, i nodi, i luoghi 82 Bibliografia / Fonti dei dati 87 Appendice: tabelle
Premessa
La presente pubblicazione è il risultato di un assegno di ricerca cofinanziato dalla Regione Lombardia – tramite il progetto «Dote Ricerca applicata» attivato nel 2009 – e da Promocoop Lombardia per conto di Confcooperative Lombardia. La partecipazione di fondi privati previsti dal progetto, che doveva avere per oggetto un tema inerente ad alcuni argomenti specifici (in questo caso Expo 2015, Agroalimentare, Energia-ambiente e Beni culturali), ha condizionato parzialmente l’approccio scelto, che si è caratterizzato per un taglio piuttosto operativo. La ricerca, considerando il paesaggio agrario del Parco Agricolo Sud Milano un bene culturale e una risorsa strategica, ha avuto come obiettivo l’individuazione di buone pratiche e indirizzi di piano che aiutassero a preservarlo e a riqualificarlo ricreando nuovi equilibri e rapporti virtuosi tra ambiti urbani e agricoli. Il lavoro di indagine è stato condotto sia attingendo a dati statistici e database geografici messi a disposizione dagli enti regionali, dalla provincia di Milano e dal Consorzio Cooperative Lavoratori sia effettuando interviste sul campo con alcuni tecnici, studiosi e operatori attivi in diversa misura e a vario titolo nel territorio del Parco Agricolo Sud Milano. La prima parte del lavoro è una ricognizione dello stato di salute del Parco, segnato in particolare dalla erosione continua di suolo non urbano e dal degrado del paesaggio agrario. Oltre alle criticità si sono studiati alcuni esempi virtuosi di difesa e valorizzazione del territorio rurale già presenti nel territorio, scelti in particolare per la possibilità di essere messe a sistema e suggerire politiche di intervento estese all’intero ambito gestito oggi dalla Provincia. La seconda parte, alla luce dei limiti e delle potenzialità analizzati, suggerisce alcuni correttivi di tipo strutturale al sistema di gestione del Parco e la parziale ridefinizione degli obiettivi di piano. La terza parte infine approfondisce alcuni aspetti più specifici delle 5
strategie possibili delineate nella sezione precedente, concentrandosi in particolare sulle economie agricole nel territorio del Parco legate alla filiera corta e al chilometro zero, di cui analizza le potenziali ricadute positive nel conseguimento di un rapporto virtuoso e di rafforzamento reciproco tra ambiti urbani e rurali. Le persone intervistate durante la ricerca, a cui va il nostro sentito ringraziamento, sono state: l’arch. Massimo Giuliani dello studio BCG Associati; la dott.ssa Gabriella Fontana e l’arch. Piero Garbelli, rispettivamente funzionaria e sindaco del comune di Zibido San Giacomo; l’ing. Gabriele Bocassile, referente della Unità Organizzativa Competitività delle imprese e delle filiere agroalimentari della Regione Lombardia; la dott.ssa Marianna Garlanda, referente dell’Unità Operativa Programmazione e Sviluppo delle reti di Impresa Distretti Agricoli della Regione Lombardia; Carlo Silva, fotografo presso la DG Agricoltura della Regione Lombardia; l’agronomo dott. Marco Magni, promotore del Distretto agricolo Riso e Rane; la dott.ssa Renata Lovati, titolare della Azienda Agricola Lovati (C.na Isola Maria, Albairate) e membro del Consorzio Terre d’Acqua e del Distretto di Economia Solidale Rurale del Parco Sud; la dott.ssa Marzia Cont e l’arch. Alessandro Caramellino, funzionari del Parco Agricolo Sud Milano; Dario Ballardini, presidente (fino a maggio 2012) dell’Associazione Buon Mercato di Corsico; l’arch. Paola Branduini, ricercatrice presso il centro di Ricerca e Documentazione Internazionale per il Paesaggio (PARiD) del Politecnico di Milano; Chiara e Giorgio Mottini, membri di un Gruppo di Acquisto Solidale (prima a Milano e poi nel Mugello) e fornitori di GAS milanesi. A costoro vanno anche le nostre scuse e la garanzia di una pronta rettifica nel caso si fossero eventualmente riportati per equivoco opinioni o fatti diversi da quelli da noi compresi e trascritti. La nostra gratitudine va infine al prof. Giancarlo Consonni, ordinario di Urbanistica al Politecnico di Milano e responsabile scientifico della ricerca, e all’arch. Alessandro Maggioni, presidente di Confcooperative-Federabitazione Lombardia, per avere contribuito a dar vita al presente lavoro. Le analisi, le considerazioni critiche e le proposte contenute in questa pubblicazione sono dell’autore e non rispecchiano necessariamente le opinioni o i programmi di Confcooperative Lombardia. 6
1. Il consumo di suolo e la banalizzazione del paesaggio agrario nel Parco Agricolo Sud Milano
1.1 Alcuni dati sullo stato di fatto I cambiamenti nell’uso del suolo in Lombardia, e in particolare i fenomeni di sprawl con la conseguente perdita di territorio non urbanizzato e agricolo, sono stati oggetto di diversi studi negli ultimi anni1. Questa crescente attenzione ha anche spinto recentemente2 la Regione ad aggiornare il testo unico in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale (l.r. 31/2008) includendo un articolo di legge specifico che «… riconosce il suolo quale bene comune» da tutelare (art. 4 quater, comma 1). L’opera di monitoraggio del suolo agricolo condotto dall’ente si avvale in particolare della preziosa banca dati del Dusaf (Destinazioni d’uso dei Suoli Agricoli e Forestali) curata dall’Ersaf (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste). La comparazione delle soglie temporali rilevate al 1999 e al 2009 permette di calcolare con una certa precisione gli ettari di suolo trasformato nel decennio considerato, monitorando in tal modo le tendenze al consumo di suolo espresse dai 61 comuni di cui si compone il territorio del Parco Sud. Il 54% della superficie di questi comuni, equivalente a un’area di circa 47.000 ettari, rientra nel perimetro del Parco, con valori però assai differenziati da caso a caso [tab. 1; tavv. 1 e 2]: − In termini assoluti le aree comunali più vaste ricomprese nel Parco appartengono a Milano e soprattutto all’area a sud-ovest, comprendente Gaggiano, Zibido San Giacomo, Rosate e Lacchiarella; a
1 Si segnala in particolare il recente studio L’uso del suolo in Lombardia negli ultimi 50 anni [Regione Lombardia, 2011]. 2 L’aggiornamento è stato inserito tramite la l.r. 25 del 28 dicembre 2011.
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<=500 ha 1.000 ÷ 2.000 ha 500 ÷ 1.000 ha > 2.000 ha Tav. 1. Superfici comunali comprese nel Parco Sud (fonte: PASM, 2000)
ovest spiccano invece le aree di San Giuliano Milanese e Mediglia. − Anche a livello percentuale rispetto alla superficie totale, i comuni del settore sudoccidentale figurano dare il maggior tributo di suolo al Parco: Rosate partecipa con quasi il 92% del suo territorio, Gudo Visconti e Noviglio con il 91%, Zelo Surrigone con il 90%. Complessivamente, secondo i dati del Dusaf, i comuni del Parco Sud, nei dieci anni tra il 1999 e il 2009, hanno assistito a una crescita del territorio urbanizzato3 di circa 3.596 ettari, pari al 4% della loro superficie totale (86.615 ha), registrando un incremento del 12%. Tali valori sono del tutto in linea con quelli dell’intera provincia4 [Pretolani, 2011]. Milano e molti dei comuni contermini di prima fascia, che presentano come prevedibile la quota più alta di territorio urbanizzato (compre Corrisponde ai dati classificati come livello 1 del Dusaf. Per ragioni di confrontabilità statistica le Province di Milano e di Monza e Brianza sono state considerate insieme. A livello provinciale il suolo urbanizzato è aumentato, su un totale di 198.008 ettari, di circa 8.455 ettari, pari al 4,3% della superficie totale e a un incremento percentuale dell’11% rispetto alla situazione rilevata al 1999.
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< 25 % 25 ÷ 50 %
50 ÷ 75 % > 75 %
Tav. 2. Superfici comunali comprese nel Parco Sud: percentuali rispetto ai totali comunali (fonte: PASM, 2000)
sa tra il 60 e l’80%), nel decennio in esame hanno tuttavia registrato, in termini relativi, un tasso di consumo di suolo (compreso tra il 3 e il 15%) inferiore a quello dei comuni più esterni. Tra questi Vignate, Pantigliate, Locate di Triulzi e Albairate presentano incrementi compresi tra il 30% e il 37%, ma più ancora spiccano i casi di Carpiano e Lacchiarella i quali, con incrementi rispettivamente del 68% e del 40%, connessi soprattutto a nuovi insediamenti per la logistica, mostrano anche alti valori in termini assoluti. I comuni dell’arco sud-est infatti, dopo il capoluogo milanese (+498 ha), sono quelli che nel decennio in esame hanno aumentato maggiormente la quota di suolo urbanizzato composto soprattutto di cantieri, capannoni e residenza: Segrate e Pioltello (rispettivamente +134,2 e +112,3 ha)5, Peschiera B. (+135,7 ha), San Giuliano M. (+120,5 ha), Carpiano (+102,5 ha) e Lacchiarella (+119 ha) [tab. 3; tavv. 3, 4 e 5].
I due comuni però ospitano solo una quota relativamente modesta di Parco, pari rispettivamente al 13,6% e al 23,6% del territorio comunale.
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PASM aree comunali esterne al PASM
superficie urbanizzata al 1999 superfici urbanizzate tra il 1999 e il 2009
Tav. 3. Consumo di suolo tra 1999 e 2009 (fonti: IIT, Dusaf; PASM, 2000)
<=25 ha
50 ÷ 75 ha > 100 ha 25 ÷ 50 ha 75 ÷ 100 ha Tav. 4. Consumo di suolo tra 1999 e 2009 (fonte: IIT, Dusaf)
L’analisi dei dati demografici – e in parte di quelli relativi alle imprese6 – conferma la maggiore dinamicità dei comuni dell’arco orientale e la maggiore pressione insediativa di cui sono oggetto: San Giuliano M.: +4.916 ab, +199 imprese (+10%); Pioltello: +2.832 ab, +115 imprese (+7%); Mediglia: +2.680 ab, +85 imprese (+17%); Peschiera B.: +2.547 ab, +172 imprese (+13%). A ovest spiccano in particolare i comuni del Magentino attraversati dalla Padana Superiore SP11 (so-
Purtroppo gli unici dati economici significativi rispetto al tema in esame che è stato possibile reperire a livello comunale per il periodo trattato sono il numero di imprese iscritte al registro provinciale al 31.12 (negli anni 2001 e 2009) suddivise per sezioni economiche di appartenenza. Non disponendo né del numero di addetti per unità locale né di maggiori dettagli circa il ramo di attività specifica non è possibile ipotizzare quale possa essere l’eventuale indotto di queste imprese rispetto ai consumi di suolo registrati. Il dato illustra pertanto unicamente una tendenza. Rispetto al comparto manifatturiero, notoriamente uno dei più esigenti in termini di superficie utilizzata, è però da riportare la scomparsa di imprese in quasi tutti i comuni in questione: con l’eccezione di pochi – e in particolare Gorgonzola (+25) e Gaggiano (+22) – la maggior parte presenta saldi negativi nel periodo 2001-2009, anche a fronte di incrementi anche consistenti di superfici rilevate dal Dusaf come industriali/artigianali/commerciali. Tale fenomeno è molto evidente a est nei casi di Peschiera Borromeo e Pioltello.
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< 10 % 15 ÷ 30 % 10 ÷ 15 % > 30% Tav. 5. Consumo di suolo tra 1999 e 2009: percentuale di incremento (fonte: IIT, Dusaf)
prattutto Corbetta) [tab. 3; tavv. 6, 7, 8 e 9]. Se si esamina la tendenza al consumo di suolo dei comuni ricompresi nel perimetro del Parco Sud considerandone soltanto le porzioni di territorio esterne al vincolo normativo del Piano Territoriale di Coordinamento (PTC) – ossia controllate direttamente dalle amministrazioni – i valori prima esposti, restituendo come valore l’indice di saturazione del terreno disponibile alle espansioni urbane, mettono in luce quelle realtà che verosimilmente premeranno con maggior insistenza per contrattare con l’ente gestore un ampliamento dei perimetri controllati dai propri PGT [tab. 2; tav. 10]. Dal 1999 al 2009 la percentuale di suolo urbanizzato interno alle aree controllate dai piani comunali cresce in totale di 2.771 ettari, passando dal 69% al 76%, con punte di saturazione superiori in un paio di casi anche al 90% (Trezzano s/N e Bubbiano). A farne le spese sono state soprattutto porzioni di terreno a seminativo semplice (3.559 ha, pari al 9% delle superfici comunali esterne al Parco), sebbene però, secondo i rilievi, non tutti questi campi coltivati sarebbero stati oggetto di espansione dell’edificato: un quinto della super-
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<0 1.000 ÷ 2.500 > 5.000 2.500 ÷ 5.000 0 ÷ 1.000 Tav. 6. Saldo della popolazione residente tra 1999 e 2009 (fonte: Istat)
> 45 % 15 ÷ 30 % <0 30 ÷ 45 % 0 ÷ 15 % Tav. 7. Percentuale di incremento della popolazione residente tra 1999 e 2009 (fonte: Istat)
> 4.000 <= 500 1.000 ÷ 2.000 500 ÷ 1.000 2.000 ÷ 4.000 Tav. 8. Saldo del numero di famiglie tra 1999 e 2009 (fonte: Istat)
> 200 ab/ha < 0 ab/ha 50 ÷ 100 ab/ha 100 ÷ 200 ab/ha 0 ÷ 50 ab/ha Tav. 9. Rapporto tra saldo della popolazione e incrementi (espressi in ettari, rappresentati in arancione) delle aree urbanizzate tra 1999 e 2009 (fonte: Istat; IIT, Dusaf)
< 70 % 70 ÷ 80 %
80 ÷ 90 % 90 ÷ 100 % Tav. 10. Percentuale di urbanizzazione al 2009 delle aree comunali esterne al perimetro del Parco Sud (fonti: IIT, Dusaf; PASM, 2000)
ficie (787,6 ha) risulta infatti convertito ad altri usi non urbani7. Gli usi classificati dal Dusaf come “tessuto residenziale discontinuo” (+619,8 ha: 22,4%)8 e “Insediamenti industriali, artigianali, commerciali” (+558 ha: 20,1%) – questi ultimi diffusi in gran parte nei comuni del settore orientale9 – costituiscono la quota maggiore delle nuove edificazioni, dopo quella occupata dai cantieri (+733,9 ha: 26,5%) che però è ricompresa per quasi il 60% nel capoluogo milanese. Al 2009 l’insieme Rientrano in questo elenco parti naturali (come boschi e altri tipi di vegetazione), coltivate (orti, serre, frutteti e pioppeti) e artificiali (parchi e giardini). 8 Escludendo il capoluogo milanese, che avendo costruito il 13,5% del tessuto residenziale discontinuo rilevato nel Parco Sud tra il 1999 e il 2009 si discosta notevolmente dagli altri 60 comuni, i valori più alti rispetto alla media (9 ha), con quantità comprese tra i 20 e 26 ettari, si registrano presso i comuni di Cernusco s/N, Corbetta, Mediglia, Peschiera Borromeo e Cassina de’ Pecchi. 9 Rispetto alla superficie classificata come industriale tra il 1999 e il 2009 nei 61 comuni del Parco, a parte Rho, che con la Nuova Fiera assomma da sola circa un terzo del totale (31%: 131,7 ha), i comuni in cui figurano le quote maggiori sono Pioltello (9%: 50,3 ha), Vignate (8%: 43,8 ha), Lacchiarella (8%: 43,2 ha) e, ancora una volta, Peschiera Borromeo (8%: 43 ha). 7
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insediamenti agricoli cave aree incolte/degradate
cantieri residenza sparsa residenza densa
manifattura strade ferrovia
servizi altro
Tav. 11. Consumo di suolo tra 1999 e 2009: usi del suolo degli incrementi (fonte: IIT, Dusaf)
del tessuto urbanizzato esterno alle aree del Parco Sud è composto per il 19,9% di “insediamenti industriali, artigianali, commerciali”, per il 18,8% da “tessuto residenziale discontinuo”, l’8,9% da “tessuto residenziale denso”, il 5% da “reti stradali e spazi accessori” e il 4,9% da “impianti di servizi pubblici e privati”, più una quota del 15,7% composta da diversi altri usi marginali [tav. 11]. Sale, per quanto in misura minore, anche la quota delle superfici a uso non agricolo all’interno del Parco (+824,3 ha), che complessivamente passa dal 6,5% all’8,3% ed è composta in prevalenza da aree incolte (177,9 ha), cantieri (103,3 ha), industrie (99,6 ha), spazi stradali e ferroviari (71,4 e 65,2 ha). Per quanto concerne invece la porzione occupata da usi agroforestali, le differenze più significative registrate nel decennio riguarderebbero le superfici a seminativi, diminuite di ben 8.008,9 ettari (-27% rispetto al 1999), le quali parrebbero10 aver lascia10 Il condizionale è qui d’obbligo: anche alla luce dell’enorme discrepanza tra i valori censiti nel decennio non è ben chiaro se le differenti tipologie registrate dal Dusaf alle due date siano frutto di un effettivo cambio d’uso oppure semplicemente di un rilievo più raf-
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to il posto prevalentemente a risaie (2.803,5 ha, +28%) e soprattutto a prati permanenti (+3.502,1 ha, +1.049%). Particolarmente significativa poi, per gli aspetti qualitativi e per l’impatto paesaggistico più ancora che per i risvolti quantitativi [figg. 1 e 2], è la scomparsa di 80 ettari di formazioni ripariali, mentre un altro cambiamento di rilievo nel paesaggio agrario è segnato dal forte incremento delle colture orticole a pieno campo (+311,3 ha), la cui superficie – secondo un trend degli ultimi 50 anni rilevato a scala regionale [Pretolani, 2011] – risulta cresciuta di cinque volte rispetto a quella censita nel 1999. Un ultimo incremento degno di rilievo, pari a 215 ettari (+26%), è infine quello relativo alla voce “parchi e giardini”. Le quantità di siepi e filari presenti nel 2009 nei comuni del Parco Sud11, stando ai rilievi Dusaf [tab. 4; tav. 12], risultano complessivamente in aumento rispetto al 1999, passando da 955.673 a 1.019.115 metri lineari (+63.442 m) e confermando così la maggiore predisposizione delle aziende agricole verso questo tipo di misure agroambientali già rilevata anche per il decennio precedente, sebbene con un tasso di incremento inferiore rispetto a quel periodo [Bocchi et al., 2004]. La loro quantità risulta a questa data pari a poco meno di un terzo (32%) di quella rilevata durante il volo Gai del 1954-55 [tab. 4]. I comuni del nord ovest nell’area del Magentino in particolare confermano la maggiore tenuta già rilevata tra 1980 e 1999 [Bocchi et al., 2004], con percentuali di conservazione, rispetto al volo Gai, dell’ordine dell’80% circa. È probabile che la fitta trama dei fontanili, per quanto ormai parzialmente degradata o scomparsa12, e il minor grado di compattazione poderale ancora oggi riscontrabile nel contesto rispetto alle altre parti del territorio irriguo provinciale [Consonni e Vescovi, 2009] abbiano contribuito nel tempo a preservare il patrimonio arboreo e arbustivo di questi luoghi [tavv. 13 e 14]. I comuni a sud del capoluogo invece prefinato che ha permesso di precisare o correggere il dato del 1999. Per i limiti relativi ai rilievi Dusaf si rimanda alle osservazioni contenute nel saggio di Roberto Pretolani [2011]. 11 Le quantità calcolate per ognuno dei 61 comuni comprendono anche siepi e filari esterni al perimetro del Parco. 12 Anche in questo caso il territorio a ovest di Milano presenta un migliore grado di conservazione: l’ultimo censimento dei fontanili presenti nel Parco Sud, effettuato tra il 1998 e il 1999, ha rilevato come in questi luoghi si concentri il 54% dei fontanili ancora attivi [Gomarasca, 2002].
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Figg. 1 e 2. Confronto temporale del territorio di Vaiano Valle, a sud di Milano (sopra: rilievo del 30/ 12/2001; sotto: rilievo del 15/09/2007). Ă&#x2C6; particolarmente evidente, in questâ&#x20AC;&#x2122;area, la scomparsa dei filari con il conseguente degrado del paesaggio agrario, in particolare nella zona di confine tra superfici abitate e campi (fonte: Google Earth, Š 2012 GeoEye)
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filari scomparsi tra il 1999 e il 2009 filari conservatisi tra il 1999 e il 2009 nuovi filari piantati tra il 1999 e il 2009 Tav. 12. Siepi, filari e alberature: confronto 1999 - 2009 (fonte: IIT, Dusaf)
filari rilevati al 1955 non pi첫 presenti al 2009 filari rilevati al 2009 Tav. 13. Siepi, filari e alberature: confronto 1955 - 2009 (fonte: IIT, GaI; IIT, Dusaf)
<= 25 % 50 ÷ 75 % 25 ÷ 50 % 75 ÷ 100 % Tav. 14. Percentuale di conservazione dei filari tra 1955 e 2009 (fonte: IIT, GAI; IIT, Dusaf)
sentano, rispetto alla situazione del 1955, valori inferiori quasi ovunque al 25%. Durante il decennio 1999-2009 San Giuliano M. (-3.653 m) e Opera (-2.193 m), registrano in termini assoluti alcuni dei saldi negativi più alti [tab. 4; tav. 15]. 1.2 Alcuni tentativi esemplari di riqualificazione del paesaggio agrario attuati nel territorio del Parco Nonostante la vigenza di vincoli di legge atti a preservarlo, i dati sopra esposti mettono in luce un certo grado di sofferenza del territorio del Parco e particolarmente la forte pressione a cui è sottoposta la porzione meridionale della provincia milanese, come testimoniano, per citare solo alcuni episodi, le grandi operazioni immobiliari del Milano Logistic Center di Villamaggiore a Lacchiarella [fig. 13], del futuro Centro Europeo di Ricerca Biomedica Avanzata (Cerba) in via Ripamonti o dei nuovi complessi di Milanofiori 2000 ad Assago [fig. 15]. La variante in corso del PTC del Parco sarà chiamata a recepire anche l’allargamento degli ambiti comunali. Come però sottolineano giustamente alcuni dei tecnici dell’ente che hanno collaborato alla redazione dei piani di frui24
> 4 km 0 ÷ 2 km < - 4 km 2 ÷ 4 km - 4 ÷ 0 km Tav. 15. Saldo dei chilometri lineari dei filari tra 1999 e 2009 (fonte: IIT, Dusaf)
zione curati da Ugo Targetti – non è ancora stato messo correttamente a tema il problema delle fasce di confine tra territorio agricolo e urbano [figg. 3 e 4]. La ridefinizione dei margini non dovrebbe limitarsi unicamente a tracciare nuovi perimetri. La variante in corso di definizione avrebbe la possibilità di introdurre in via sperimentale – magari anche con l’ausilio di alcuni progetti pilota – delle normative qualitative attraverso cui definire i requisiti progettuali e di disegno urbano da richiedere nelle aree di passaggio tra i due ambiti (altezze degli edifici, materiali e colori, alberature, caratteri degli spazi aperti, ecc.). Sotto questo aspetto la politica del preverdissment introdotta dal PGT di Segrate [Giuliani, 2011] – ossia la piantumazione preventiva e immediata dei lotti potenzialmente edificabili – può indicare una possibile strada da seguire per creare delle soglie verdi o delle schermature al confine tra urbano e rurale. La manutenzione delle nuove aree alberate – eventualmente anche programmate e condotte per la coltivazione di biomasse a ciclo breve – potrebbe essere affidata, tramite convenzioni, agli stessi agricoltori. Secondo i tecnici del Parco Sud le misure agroambientali comin25
Figg. 3 e 4. Esempi di paesaggi di scarsa qualità al margine tra aree abitate e aree agricole. In alto: Binasco; in basso: Azienda Agricola Punto Verde a Cernusco s/N (fonte: Google Earth, Š 2012 DigitalGlobe)
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ciano a essere recepite maggiormente dalle aziende agricole, soprattutto, come prevedibile, da quelle convertite al biologico: un dato che verrebbe confermato anche dalle quantità di filari in aumento rilevate dal Dusaf. La ricostruzione del paesaggio agrario precedente alle alterazioni introdotte con la meccanizzazione e con la monocoltura intensiva costituisce un obiettivo primario dell’azione del Parco Sud. Tuttavia l’agronomo che ha coordinato la formazione del Distretto Riso e Rane, il dott. Marco Magni, riporta il malumore degli agricoltori con cui collabora. I finanziamenti previsti, nel complesso, non sono adeguati, per quantità e durata di erogazione, a risarcire le aziende dei maggiori costi connessi ai mancati introiti13 e alla manutenzione. Così anche molti tra coloro che hanno aderito a questo tipo di misure agroambientali finiscono per rimuovere i filari al termine del periodo di sussidio. I costi economici della cura del paesaggio non possono ricadere unicamente sugli agricoltori, ma debbono essere sostenuti dall’intera collettività: qualora infatti gli incentivi fossero adeguati, assicura il dott. Magni, gli agricoltori non avrebbero problemi a mantenere e a espandere i filari presso le loro proprietà. Anche l’architetto Piero Garbelli, sindaco di Zibido San Giacomo, afferma che la mentalità degli agricoltori rispetto a questo tema ha cominciato a mutare e che la connessione tra la cura del paesaggio, le infrastrutture per la fruizione del territorio agricolo e la multifunzionalità delle aziende inizia ad essere avvertita come potenzialmente ed economicamente virtuosa. Se alcune delle piste ciclabili previste dal progetto intercomunale Camminando sull’Acqua erano state agli inizi fortemente osteggiate dagli agricoltori che guardavano con fastidio e un certo timore a questa forma di invasione delle proprie aree, più recentemente, anche grazie alla maggiore diffusione della vendita diretta presso le aziende, sono state da questi rivalutate come infrastrutture Le fasce utilizzate per gli impianti (comprensive di aree di rispetto) e l’ombra proiettata dalle piante sottraggono terreno a coltivazioni più remunerative, fatto che ha contribuito alla loro rimozione nell’ambito delle conduzioni intensive. Nel Piano dei Servizi del PGT di Mediglia per esempio si è stimato un importo per i costi indiretti derivanti dalla sottrazione di superfici a risaia pari a 650 euro/ha annui. A questi si aggiungono analoghi costi diretti, connessi alle opere di impianto e manutenzione, e un “costo opportunità”, ossia una quota aggiuntiva al semplice risarcimento dei costi quale forma di incentivo per gli agricoltori [Comune di Mediglia, 2010a]. 13
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Fig. 7. Particolare del progetto progetto di valorizzazione territoriale e paesaggistica Camminando sullâ&#x20AC;&#x2122;Acqua (versione del 2005) con uno degli itinerari turistici (fonte: PIM)
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desiderabili grazie proprio alla maggiore accessibilità che garantiscono. A livello comunale il PGT di Mediglia, redatto a cura dell’architetto Massimo Giuliani (studio BCG Associati), indica una possibile strada da seguire rispetto alla ricostruzione di siepi, filari e fasce tampone boscate. Le opere di riqualificazione e fruizione del paesaggio agrario – che prevedono tra le altre cose il ripristino dei filari presenti nelle cartografia del 1954-55 – dovrebbero essere affidate, tramite convenzioni, agli stessi agricoltori, come già nel caso di Camminando sull’Acqua, e finanziate con il contributo di oneri di costruzione aggiuntivi previsti in specifiche aree di espansione. Si tratta, in effetti, di una possibile interpretazione dell’art. 43 comma 2 bis14 della l.r. 12/2005 – finalizzato a creare un effetto deterrente verso l’espansione urbana in aree agricole – in cui il previsto finanziamento per l’“incremento della naturalità”, introdotto attraverso un fondo regionale apposito come forma di compensazione, porterebbe in tal modo un contributo al rafforzamento della multifunzionalità aziendale, in linea con le finalità dichiarate dal Piano dei Servizi di Mediglia [figg. 5 e 6]. Uno dei limiti strutturali della debole normativa regionale è infatti proprio quello di ridurre la compensazione del consumo di suolo agricolo semplicemente alla sua componente ecologica, tendendo a ignorare, o quanto meno a sottovalutare, l’insostituibile portata culturale e il grande potenziale economico dell’agricoltura per la valorizzazione del territorio e per la difesa della sua identità storica. L’approccio della Regione Lombardia, comune anche alla vecchia proposta provinciale milanese del Metrobosco che, del tutto disinteressato all’economia e alla storia del paesaggio agrario, considerava le aree agricole unicamente come fonte di ossigeno, non si discosta da quella impostazione urbanocentrica che soprattutto a partire dal dopoguerra ha sempre considerato la campagna come spazio a disposizione dei bisogni e delle attività economiche della città. In questa ultima versione, tale principio di negazione e asservimento prende la forma di riequilibrio ambientale dei danni causati dalla carenza
«Gli interventi di nuova costruzione che sottraggono superfici agricole nello stato di fatto sono assoggettati ad una maggiorazione percentuale del contributo di costruzione, determinata dai comuni entro un minimo dell’1,5 ed un massimo del 5 per cento, da destinare obbligatoriamente a interventi forestali a rilevanza ecologica e di incremento della naturalità». 14
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Fig. 5. Interventi di riqualificazione e completamento della trama agricola (Fase C). In verde scuro: ricomposizione della trama agricola (nuovo impianto di filari e siepi arbustive basse). In verde chiaro: riqualificazione della trama agricola [Comune di Mediglia, 2010b]
di pianificazione sostenibile degli insediamenti urbani dell’intera area metropolitana. Dagli esempi di Mediglia e di Camminando sull’Acqua emerge al tempo stesso anche l’importanza fondamentale della programmazione strategica di un insieme di progetti a scala locale che guidi e organizzi gli sforzi dei vari soggetti coinvolti, dai comuni alle aziende agricole, e perciò sufficientemente flessibile da adattarsi ai vincoli e alle esigenze di tutte le parti in causa, e in particolare a quelle di ordine produttivo e agronomico. Tramite un disegno improntato a una strategia di tempi e priorità, oltre a creare consenso intorno a precise economie di scala territoriali, i piani di fruizione e di paesaggio concepiti e gestiti a livello locale avrebbero anche il vantaggio di razionalizzare e coordinare gli interventi generalmente condotti dalle singole aziende in maniera per certi versi dissipativa secondo programmazioni individuali legate agli incentivi disposti dal Piano di Sviluppo Rurale. Il caso emblema30
Fig. 6. Estratto dal Piano dei Servizi del PGT di Mediglia. Scheda illustrativa delle tipologie di piantagione alla fase A (realizzazione degli itinerari ciclabili) [Comune di Mediglia, 2010a: 23] connesse
tico della complessa e vasta zona umida creata presso la Cassinazza a 15 Giussago (PV) sotto la direzione dell’organizzazione Acqua&Sole di Giuseppe Natta, se da un lato mette in luce le enormi risorse e potenzialità per l’incremento della biodiversità consentite dalla PAC, dall’altro apre la questione circa l’opportunità di guidare certe tipologie d’intervento secondo una programmazione complessiva del paesaggio e del territorio agricolo [Finotto, 2007]. Dalla creazione di zone umide fino alle nuove forestazioni e all’impianto di filari, appare evidente come la coerenza di un disegno di fondo che contemperi paesaggio, biodiversità e agricoltura possa contribuire a organizzare le diverse risorse secondo economie di scala e obiettivi altrimenti difficilmente conseguibili. La
L’organizzazione è un’emanazione delle attività di gestione dei processi di trasformazione dei rifiuti industriali sviluppate negli anni ottanta dall’azienda pavese Ecodeco, recentemente confluita nel Gruppo A2A [Acqua&Sole, 2011]. 15
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programmazione della fruizione e degli interventi di riqualificazione del paesaggio agrario assume dunque sotto questa luce un’ulteriore valenza strategica non secondaria, riconosciuta dagli stessi tecnici del Parco Sud. Oltretutto, come insegna sempre il caso di Camminando sull’Acqua, la presenza di un disegno complessivo è una condizione essenziale per riuscire a far convergere gli sforzi organizzativi ed economici dei diversi soggetti, rendendo una tessera coerente del mosaico ogni occasione progettuale e finanziaria che si offra in maniera più o meno estemporanea. Il consumo di suolo, secondo quanto sottolineato dal sindaco di Zibido San Giacomo, è allo stato attuale un processo pressoché ingovernabile dalle amministrazioni comunali: il caso quasi unico e ormai piuttosto noto di Cassinetta di Lugagnano – il cui PGT “a crescita zero” impedisce qualsiasi possibilità di costruire al di fuori delle aree edificate consolidate [Comune di Cassinetta di Lugagnano, s.d.] – è difficilmente replicabile e destinato anch’esso, secondo l’opinione di Piero Garbelli, a scontrarsi con le difficoltà legate al rispetto del patto di stabilità. Le sollecitazioni verso il cambio di destinazione d’uso dei terreni agricoli sono particolarmente sentite in un territorio in cui proprio l’esistenza di un parco agricolo vincolato ha consentito di preservare dallo sprawl vaste aree non urbanizzate. Queste sollecitazioni sono molteplici e di diversa natura. Vi è innanzitutto una forte pressione per la creazione di nuove infrastrutture viabilistiche. La superstrada Malpensa-Baggio, assieme alla futura autostrada Brebemi e alla proposta della Tangenziale Ovest Esterna (Toem) rappresentano alcune tipologie di minaccia. In quest’ultimo caso l’esistenza di un territorio coeso e la visibilità di alcune aziende agricole, rafforzate secondo una logica a rete, ha consentito per ora di rimandare sine die la prospettiva della nuova strada – la Toem – proposta dall’amministrazione provinciale. Ma se il rafforzamento economico e della visibilità delle aziende agricole può offrire effettivamente un deterrente abbastanza efficace contro certi grandi interventi, nulla sembra potere invece contro il continuo e inesorabile stillicidio di aree di espansione a uso produttivo (si tratta molto spesso di capannoni destinati a rimanere sfitti16) e residenziale
La loro diffusione e l’impatto notevole sul paesaggio sono testimoniati anche da Carlo
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promosso dai singoli PGT comunali quale fonte sempre più consistente di finanziamento della spesa corrente [Vescovi, 2009]. Il caso di Zibido San Giacomo è in questo senso esemplare. Nonostante il comune sia infatti tra i promotori iniziali e attuale capofila del progetto di valorizzazione territoriale e paesaggistica Camminando sull’Acqua, il sindaco – già convinto assertore nel proprio programma di governo della necessità di ridurre lo sprawl insediativo – non ha potuto evitare di includere nel nuovo PGT alcune aree di espansione su terreni agricoli. Egli sottolinea infatti l’assoluta impossibilità di agire altrimenti in mancanza di una riforma della finanzia locale che permetta di liberare i comuni dal vincolo del patto di stabilità e dagli alti costi dei terreni a standard, che impediscono alle amministrazioni di finanziare servizi indispensabili. Questa distorsione genera un ulteriore effetto perverso, ossia la riduzione volontaria dei costi di costruzione da parte dei comuni quale forma di richiamo e di incentivo per gli investimenti immobiliari. Ciò contribuisce a spiegare le ragioni del forte divario degli importi adottati anche tra comuni contermini e di classi dimensionali analoghe [Vescovi, 2009]. Si tratta di provvedimenti che di fatto annullano qualsiasi effetto deterrente, quantunque già abbastanza marginale, connesso al già richiamato art. 43 della l.r. 12/2005 e che pongono la necessità di un’armonizzazione dei costi dei diversi oneri di urbanizzazione a livello quantomeno provinciale, se non regionale, per evitare l’innescarsi di deleteri fenomeni di concorrenza al ribasso tra i diversi comuni. Fintanto che la questione delle finanze comunali non sarà risolta, qualsiasi altra azione di contenimento del consumo di suolo sarà destinata a produrre risultati di portata assai limitata.
Silva, fotografo della D.G Agricoltura della Regione Lombardia, il quale, oltre ad avere una profonda conoscenza del paesaggio rurale regionale, è stato autore di diverse foto di denuncia sul degrado del territorio.
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2. La necessità di un nuovo ruolo strategico per il Parco Agricolo Sud Milano
2.1 L’architettura amministrativa e gli strumenti di programma Il quadro appena descritto mette in particolare evidenza le difficoltà nel sistema di gestione del Parco, sottolineate peraltro dalla maggior parte dei tecnici. Il limite principale, posto in rilievo anche da Ugo Targetti – curatore, per il Parco Sud, di alcuni dei piani settoriali mai adottati [Targetti, Longhi, Solomatin, 2010] – è la mancanza di una visione strategica e di un’impostazione propositiva dell’organismo gestore, che allo stato attuale si limita quasi unicamente a perseguire una politica di difesa basata sull’applicazione dei vincoli di legge contenuti nel PTC. Si tratta tuttavia di un’azione spesso poco efficace, che non è in grado di scalfire, agendo a livello strutturale, le ingenti forze di tipo economico che premono per la trasformazione dell’attuale territorio agricolo. Così mentre si mostra debole nel contrastare la tendenza al consumo di suolo coltivato e al degrado paesistico del territorio indotti dalle scelte dei privati e di altri enti e livelli amministrativi (e talvolta persino della stessa amministrazione provinciale)17, l’azione dell’ente è al tempo stesso percepita da molti agricoltori come un’indebita ingerenza nella conduzione del loro lavoro attraverso incomprensibili lacciuoli normativi e burocratici. È dunque altamente significativo che allo stato presente siano di-
Si ricordano, oltre ai casi già citati della Tangenziale Ovest Esterna e del Cerba, anche la proposta, avanzata dalla precedente amministrazione, di concentrare presso diversi comuni del Parco Sud – paradossalmente proprio in virtù della loro minore densità abitativa – le nuove quantità edilizie necessarie a soddisfare la domanda abitativa prevista per i prossimi decenni da un documento del Cresme [2006]. A scala minore invece è da segnalare il ruolo spesso marginale e puramente formale assegnato alla commissione paesaggistica nella gestione del territorio del parco. 17
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sattesi dall’ente gestore diversi compiti amministrativi fondamentali previsti dalle norme del PTC. Gran parte dei piani di settore e dei piani attuativi non è ancora stata predisposta: i Piani di Cintura Urbana e il Piano di Fruizione in particolare, ossia gli strumenti indispensabili per la valorizzazione del Parco e per il coordinamento di importanti progetti di scala intercomunale, sono ancora lontani dall’essere adottati; i Piani di Gestione triennali non sono più emanati dal 2003, mentre il fondamentale Piano di Settore Agricolo, approvato nel 2007, illustra obiettivi e indirizzi in realtà scarsamente supportati da progetti e azioni consoni, anche perché non solo è nato obsoleto – contiene infatti riferimenti al PSR 2000-2006 – ma non è neanche mai stato oggetto degli aggiornamenti biennali previsti dalla legge istitutiva. Così negli ultimi anni, a supplire la carenza di politiche di intervento tanto adeguate quanto urgenti, e in risposta all’immobilismo e alla passività dimostrate sinora dall’ente, si è assistito alla nascita e alla realizzazione di una serie di progetti riguardanti parti del territorio del Parco, anche di grande interesse e rilievo, portati avanti da soggetti alquanto eterogenei per natura e identità territoriale. Il gran numero di iniziative in corso, se da un parte testimonia della ricchezza e vivacità degli attori territoriali, dall’altra dimostra piuttosto chiaramente l’urgenza di una regia complessiva che persegua il coordinamento dei vari soggetti, la razionalizzazione delle risorse e l’armonizzazione delle diverse agende progettuali, mantenendo un punto di equilibrio tra interventi di livello locale e politiche trasversali a più ampia scala. Il Parco Sud, attualmente emanazione tecnica e politica della Provincia di Milano, dovrebbe quindi modificare parzialmente la propria natura e ampliare il suo mandato: da semplice organismo di controllo normativo e di gestione dovrebbe trasformarsi in Agenzia di promozione economica dell’agricoltura locale e di valorizzazione del territorio agricolo del Parco come bene prezioso al servizio della collettività. I partenariati pubblicoprivati dei Gruppi di Azione Locale (GAL) istituiti attraverso i programmi europei Leader+18 nelle aree rurali più depresse indicano un valido e pos18 I programmi Leader+ (acronimo francese di Liaison Entre Actions de Développement de l’Économie Rurale), introdotti nel 1991 e giunti alla loro quarta edizione, sono finanziati per il periodo del PSR 2007-13 attraverso il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR). Il programma si articola intorno a quattro temi principali: 1) impiego
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sibile modello da seguire, così come il documento strategico e integrato – il Piano di Sviluppo Locale – che ne guida i programmi di intervento. In effetti il graduale rafforzamento degli obiettivi di sostenibilità ambientale promossi dalla PAC a partire dalla riforma MacSharry del 1992 – come sottolinea anche l’Istituto per la Tutela e la Valorizzazione dell’Agricoltura Periurbana attraverso la sua Carta [ISTAVP, 2007] – dovrebbe più correttamente promuovere la multifunzionalità e il rafforzamento economico anche in quei territori rurali periurbani a rischio dove la pressione esercitata dalla crescita demografica e della rendita immobiliare induce maggiormente il consumo di suolo e il degrado del paesaggio. L’evento dell’Expo 2015 può così risultare un’occasione irripetibile per proporre e sperimentare, in una sorta di progetto pilota di valenza europea, un diverso metodo di applicazione degli strumenti comunitari: dalla traduzione dell’approccio Leader+ in contesti periurbani-metropolitani alla gestione del territorio rurale secondo ambiti corrispondenti a distretti agricoli19. La natura federativa dei GAL – che comprendono enti pubblici, consorzi, associazioni di categoria e imprese private – si adatterebbe molto bene a rappresentare e a coordinare la molteplicità dei soggetti attivi anche nell’area gestita dal Parco Sud, e, nel vincolarli reciprocamente tramite protocolli d’intesa e accordi di programma intorno a progetti condivisi, obbligherebbe anche l’ente Parco a rispettare tempi e obiettivi secondo una maggiore coerenza e continuità dell’azione. Inoltre la caratteristica plurale di questa Agenzia ne rispecchierebbe in parte anche l’insieme delle identità territoriali di cui si compone. Nonostante non manchino posizioni che ne enfatizzano la complessiva unitarietà20,
ottimale delle risorse naturali e culturali; 2) miglioramento della qualità della vita nelle zone rurali; 3) valorizzazione dei prodotti locali, favorendo in particolare azioni di tipo collettivo; 4) utilizzo e sviluppo di metodi innovativi per rendere più concorrenziali i prodotti e i servizi delle aree rurali. L’azione si fonda pertanto su sette criteri: valorizzazione delle specificità territoriali; processi decisionali partecipativi; partenariato pubblico-privato (Gruppi di Azione Locale); azioni con carattere sperimentale e innovativo; approccio integrato delle iniziative; creazione di reti e cooperazione tra le aree; finanziamento e gestione a livello locale [Osservatorio europeo delle zone rurali, 2009]. 19 I distretti, derivanti dal modello di quelli industriali, sono stati istituiti a livello nazionale con Decreto Legislativo 18 maggio 2001, n. 228. 20 Il Parco viene infatti considerato come un ambito unitario di riferimento per alcuni progetti o politiche, come nel caso ad esempio della Rete Artigiana per il Parco Sud promossa dalla Camera di Commercio milanese assieme al BIC La Fucina e finanziato dalla
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risulta piuttosto evidente il carattere alquanto variegato e composito della vasta area ricompresa nel perimetro del Parco dove la complessa rete irrigua e il sistema fluviale, le caratteristiche fisiografiche e paesistiche, le vocazioni colturali e gli orientamenti produttivi hanno infatti portato il piano provinciale a suddividere il territorio in diverse unità di paesaggio21 [Febelli, 2002]. I recenti diversi tentativi di valorizzazione economica e paesaggistica, condotti anche secondo modalità più o meno consapevoli di marketing territoriale, spingono inoltre verso una sottolineatura delle specificità locali: il progetto intercomunale Camminando sull’Acqua ne è forse uno degli esempi più rappresentativi. Alle zone omogenee stabilite dal PTC secondo criteri strutturali e gestionali [tav. 16] si sono nel tempo sovrapposti o rafforzati ambiti diversi sorti attorno a reti e progetti locali. A Milano per esempio il nuovo Distretto Agricolo Milanese comprende diversi soggetti già organizzati intorno ad aree con identità specifiche, come il gruppo di agricoltori di Muggiano e il Parco delle Risaie e il Parco del Ticinello22 ai confini con i comuni di Assago e Rozzano. Le azioni di salvaguardia e di promozione della realtà agricola intraprese da queste reti risultano spesso più incisive rispetto alle politiche condotte dall’ente Parco Sud. Oltre ad agire a livello locale e in modo più libero, sia dal punto di vista organizzativo che progettuale, hanno anche la possibilità di promuovere iniziative maggiormente aderenti alle esigenze, ai tempi e alle risorse specifiche espresse dal territorio. La forte inerzia del Parco Sud è invece legata principalmente a vincoli burocratici, all’alternanza politica dei vertici – con la conseguente discontinuità delle politiche gestionali – e alla carenza di fondi e personale. Inoltre, come già evidenziato, vi è una certa resistenza nel considerare l’azione dell’ente in una prospettiva strategica, ingessandolo così in compiti di vigilanza e ordinaria amministrazione, condotta oltretutto, come visto, senza i fondamentali strumenti di indirizzo e programmazione previsti dalle norme del PTC. Regione [Rete Parco Sud, s.d.]. 21 Il Parco Sud, secondo il PTCP provinciale vigente, comprende tre unità paesisticoterritoriali (“Media pianura irrigua e dei fontanili”; “Bassa pianura irrigua”; “Valli dei corsi d’acqua”) suddivisi in sei sotto-unità [Provincia di Milano, 2003: 68-86]. 22 Anche diversi dei Punti Parco istituiti dall’ente gestore sono connotati da una identità più locale (come per esempio nel caso del Punto Parco Bosco della Giretta o il Punto Parco Nocetum), anche perché dati in gestione ad associazioni della zona.
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Territori agricoli a verde di cintura urbana - ambito dei PCU (art. 28) Territori agricoli di cintura metropolitana (art. 25) Territori di collegamento tra città e campagna - fruizione (art. 27) Ambiti comunali esterni al PTC del Parco Tav. 16. Le tre principali partizioni territoriali del Parco Sud (fonte: PASM, 2000)
2.2 Nuovi obiettivi strategici Le azioni sinora intraprese da parte dell’ente sembrerebbero guardare al Parco maggiormente come a una risorsa ambientale e paesaggistica, dando minor peso alla struttura economica del territorio agricolo. Sotto questo aspetto l’approccio del Distretto di Economia Solidale Rurale (DESR) del Parco Sud, che vede proprio nel sostegno al reddito delle aziende locali un veicolo essenziale per la salvaguardia del suolo agricolo, propone degli obiettivi di portata assolutamente strategica. Proprio il DESR – secondo una prospettiva analoga a quella tracciata dal Piano di Sviluppo Locale del GAL Oltrepò Mantovano23 – potrebbe costituire un partner fondamentale e una delle risorse principali Il Piano di Sviluppo Locale del GAL Oltrepò Mantovano prevede le seguenti cinque linee d’azione: 1) Sistemi verdi e biodiversità; 2) Zona rurale tutelata; 3) Turismo sostenibile (azione strettamente correlata con la precedente); 4) Piano del paesaggio agrario; 5) Distretto di economia Sostenibile/Solidale [GAL Oltrepò Mantovano, 2010]. 23
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dell’Agenzia del Parco Sud, di cui condivide alcuni importanti obiettivi di fondo. Questa però avrebbe il difficile compito di tenere insieme e bilanciare, nel rafforzarne la portata, le politiche attinenti ai due diversi sistemi commerciali oggi presenti: quello connesso al consumo critico dei gruppi di acquisto solidale – saldamente correlato a obiettivi di carattere ambientale e sociale e spesso politicamente connotato – e quello operante invece secondo metodi di conduzione o attraverso canali di vendita più tradizionali. Il fine ultimo di cui l’Agenzia si farebbe garante – il consolidamento economico delle aziende come argine al degrado e al consumo di suolo – potrebbe facilitare la coesistenza, seppure su piani paralleli, di politiche per certi aspetti divergenti se non potenzialmente conflittuali, come insegna in parte l’esempio del Buon Mercato di Corsico, dove il servizio offerto ai GAS convive con un modello di vendita per certi aspetti più tradizionale. Da questo obiettivo primario di sostegno alle aziende del Parco consegue una serie di azioni parzialmente affini a quelle già intraprese dai diversi soggetti citati, ma anche alcune sostanziali differenze. Applicando per esempio la stessa logica che ha guidato la costruzione della filiera del pane del DES Brianza (progetto Spiga e Madia) a partire dalla salvaguardia di quel poco che è rimasto del territorio agricolo locale24, si renderebbe necessario integrare l’attuale sistema di sostegno e di rafforzamento della multifunzionalità e della filiera corta, condotto attualmente a macchia di leopardo secondo le contingenze e le disponibilità offerte dalle aziende del Parco, con azioni mirate e di tipo strategico, concentrate prioritariamente verso quelle aziende che gestiscono porzioni di territorio agricolo particolarmente a rischio di erosione o scomparsa, perché situate in ambiti in cui la pressione esercitata dalla rendita urbana e dalla dinamica demografica è più elevata e dove l’azione di piano è meno efficace, per lassismo o per necessità finanziaria delle amministrazioni, nel contrastare il consumo di suolo [tav. 17]:
Il progetto di filiera del Distretto di Economia Solidale della Brianza, promuovendo e finanziando la coltivazione locale di grano selezionato per la creazione di farina biologica con cui viene prodotto il pane per i GAS della rete, ha avuto anche esplicitamente l’obiettivo – come racconta il rappresentante del Distretto Sergio Venezia – di dare valore economico ai terreni agricoli della zona, innalzando un argine di difesa contro la pressione insostenibile della rendita urbana [Madron, 2011]. 24
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H
G I
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superficie urbanizzata al 1999 Parco Agricolo Sud Milano aree d’attenzione (cfr figg. 8-25) superfici urbanizzate tra il 1999 e il 2009 Tav. 17. Consumo di suolo tra 1999 e 2009: esempi di pressione della rendita urbana (fonte: IIT, Dusaf)
− aree di confine con l’edificato o con strade di grande distribuzione [figg. 8-9, 10-11, 14-15 e 18-19]; − aree frammentate [figg. 12-13 e 20-21]; − aree intercluse [figg. 8-9 e 14-15]; − aree interessate da fenomeni di conurbazione [figg. 16-17, 18-19, 22-23 e 24-25]. Differentemente da molti GAS che sostengono, per statuto, i piccoli agricoltori, l’agenzia dovrebbe quindi selezionare primariamente le aziende su cui concentrare la propria azione di supporto non tanto su base dimensionale quanto piuttosto in funzione del loro valore strategico nella difesa del paesaggio e del suolo agricolo. La configurazione del territorio del Parco per distretti agricoli potrebbe dare maggiore vigore a questo tipo di azione, identificando comparti omogenei entro cui promuovere economie di scala connesse anche alla creazione o al rafforzamento di filiere locali e di progetti legati alla fruizione ricreativa e paesistica del territorio. Il modello di riferimento, nonché una delle possibili forme istituzionali di gestione, è costituito dai distretti agricoli promossi dalla Regione Lombardia con la legge 40
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Figg. 8 e 9. Consumo di suolo tra 1999 e 2010: area A (comuni di Abbiategrasso, Albairate, Gaggiano e Vermezzo). Ambito caratterizzato dall’espansione dell’edificato in zone intercluse e in rapporto con strade di grande distribuzione (fonti: IIT, CTR94; IIT, Dusaf; PASM, 2000; Google Earth, © 2012 GeoEye, © 2012 DigitalGlobe)
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Figg. 10 e 11. Consumo di suolo tra 1999 e 2010: area B (comuni di Binasco, Casarile, Lacchiarella, Noviglio e Vernate). Ambito caratterizzato dall’espansione dell’edificato alla periferia degli insediamenti urbani (fonti: IIT, CTR94; IIT, Dusaf; PASM, 2000; Google Earth, © 2012 GeoEye)
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Figg. 12 e 13. Consumo di suolo tra 1999 e 2010: area C (comuni di Lacchiarella e Siziano). Ambito caratterizzato da espansioni dellâ&#x20AC;&#x2122;edificato vaste e frammentarie. Particolarmente evidente il nuovo insediamento del Milano Logistic Center di Villamaggiore a Lacchiarella (fonti: IIT, CTR94; IIT, Dusaf; PASM, 2000; Google Earth, Š 2012 GeoEye)
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Figg. 14 e 15. Consumo di suolo tra 1999 e 2010: area D (comuni di Assago, Milano e Rozzano). Ambito caratterizzato dall’espansione dell’edificato in zone intercluse e in rapporto con strade di grande distribuzione. Particolarmente evidente il nuovo polo terziario Milanofiori 2000 ad Assago (fonti: IIT, CTR94; IIT, Dusaf; PASM, 2000; Google Earth, © 2012 GeoEye, © 2012 DigitalGlobe)
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Figg. 16 e 17. Consumo di suolo tra 1999 e 2009: area E (comuni di Locate di Triulzi, Opera e Pieve Emanuele). Ambito caratterizzato da tendenze alla conurbazione (fonti: IIT, CTR94; IIT, Dusaf; PASM, 2000; Google Earth, Š 2012 GeoEye, Š 2012 DigitalGlobe)
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Figg. 18 e 19. Consumo di suolo tra 1999 e 2009: area F (comune di Carpiano). Ambito caratterizzato da tendenze alla conurbazione e da espansioni periferiche dellâ&#x20AC;&#x2122;edificato in rapporto a strade di grande distribuzione (fonti: IIT, CTR94; IIT, Dusaf; PASM, 2000; Google Earth, Š 2012 DigitalGlobe)
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Figg. 20 e 21. Consumo di suolo tra 1999 e 2009: area G (comuni di Peschiera B., Pioltello e Segrate). Ambito caratterizzato dall’espansione dell’edificato in aree frammentate (fonti: IIT, CTR94; IIT, Dusaf; PASM, 2000; Google Earth, © 2012 GeoEye)
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Figg. 22 e 23. Consumo di suolo tra 1999 e 2009: area H (comuni di Liscate, Melzo e Settala). Ambito caratterizzato da tendenze alla conurbazione (fonti: IIT, CTR94; IIT, Dusaf; PASM, 2000; Google Earth, Š 2012 GeoEye)
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Figg. 24 e 25. Consumo di suolo tra 1999 e 2009: area I (comuni di Mediglia, Pantigliate, Paullo, Settala e Tribiano). Ambito caratterizzato da tendenze alla conurbazione ed espansione dellâ&#x20AC;&#x2122;edificato alla periferia degli insediamenti urbani (fonti: IIT, CTR94; IIT, Dusaf; PASM, 2000; Google Earth, Š 2012 GeoEye)
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1/2007. Due dei sedici attualmente accreditati sono peraltro già presenti all’interno del perimetro del Parco: il Distretto Riso e Rane e il Distretto Agricolo Milanese [tav. 18]. Si tratta in entrambi i casi, secondo il termine introdotto dalla normativa, di “distretti rurali”25, ossia aree omogenee sotto il profilo territoriale le cui aziende agricole condividono un progetto comune di sviluppo, da attuare sulla base di un “Piano di Distretto”. Tra i due è forse di particolare interesse, quale riferimento per un ampliamento di questo strumento nel territorio del Parco, il Distretto Riso e Rane perché presenta anche alcune caratteristiche comuni sia ai distretti di filiera che a quelli agroalimentari: le aziende che vi aderiscono infatti, oltre ad appartenere a comuni contigui, sono quasi tutte a vocazione risicola. Al piano di sviluppo economico, fondato sulla valorizzazione di una tradizione produttiva locale che prevede anche la creazione di un marchio di certificazione per alcune varietà di riso, si affianca un progetto di qualificazione ambientale e paesistica basato sulla promozione della multifunzionalità e della maggiore fruibilità delle ricchezza ambientali e paesaggistiche. Gli obiettivi del Distretto si saldano così con quelli, già in campo da alcuni anni, del Progetto Integrato d’Area (PIA) Camminando sull’acqua-terre fertili, che coinvolge dieci comuni a sudovest di Milano. Il PIA ha in effetti raccolto l’eredità di un protocollo d’intesa intercomunale in vigore sin dal 2000; tramite l’azione coordinata dei vari comuni secondo un progetto collettivo sviluppato con la consulenza del PIM, è stata portata quasi a compimento una rete di piste ciclabili di scala intercomunale, sono state intraprese opere di miglioria ambientale e paesaggistica26 e sono stati finanziati il recupero di edifici storici Oltre ai distretti rurali la normativa prevede due altre tipologie: i distretti di filiera e i distretti agroalimentari. I distretti rurali sono definiti, sulla base della legge nazionale, come «…sistemi produttivi locali caratterizzati da un’identità storica e territoriale omogenea derivante dall’integrazione fra attività agricole e altre attività locali, nonché dalla produzione di beni o servizi di particolare specificità, coerenti con le tradizioni e le vocazioni naturali e territoriali» (DGR 8/10085 del 7 agosto 2009). 26 Le azioni di riqualificazione paesaggistica previste da Comminando sull’acqua sono state raccolte in parte dal Master Plan Navigli, promosso nel 2002 dalla Regione Lombardia in collaborazione con il Politecnico di Milano, nell’ambito della “competenza 5” (Studio di valorizzazione ambientale con realizzazione di fasce boscate). Il progetto intercomunale ha inoltre partecipato all’iniziativa regionale – proseguita nel 2005 con ulteriori studi della Provincia di Milano – “Dieci grandi foreste di pianura”. 25
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e l’attivazione di nuovi servizi culturali. Il Distretto Agricolo Milanese fornisce invece un secondo possibile modello di gestione distrettuale di tipo federativo, che in mancanza di una coesione territoriale analoga a quella del Distretto Riso e Rane, ma grazie alla regia di un soggetto forte quale il Comune di Milano, punta piuttosto alla messa in rete delle risorse presenti e potenziali, anche attraverso politiche di tipo trasversale, e al rafforzamento di sotto-ambiti locali già esistenti. Il caso di Camminando sull’Acqua, in particolare, dimostra come una pianificazione integrata, sviluppata per aree omogenee, possa contribuire a creare degli organismi locali attraverso cui intessere un dialogo tra le istituzioni e gli agricoltori alla ricerca di soluzioni progettuali e gestionali chiare e condivise, soprattutto laddove emerga la resistenza, o semplice inerzia, di molte aziende verso la prospettiva della multifunzionalità e alla conseguente maggiore apertura delle aree rurali alla fruizione dei cittadini. Una strada simile è stata già intrapresa, in maniera del tutto spontanea e più informale, dal Consorzio Terre d’Acqua [tav. 18], un gruppo di quattordici aziende agricole principalmente appartenenti all’Abbiatense nato originariamente nel 2007 per fare fronte comune contro i piani infrastrutturali previsti all’interno del territorio agricolo di quest’area. Il consorzio, che si è recentemente allargato a nuove aziende esterne all’ambito originario grazie ai comuni legami con la Confederazione Italiana Agricoltori, ha oggi l’obiettivo principale di creare sinergie tra le attività multifunzionali delle aziende – quasi tutti agriturismi – che vi partecipano, connotate da modalità di conduzione di tipo biologico o integrato. Questa esperienza testimonia ulteriormente la domanda latente, espressa dal territorio del Parco Sud, verso un’organizzazione delle aziende agricole secondo una logica di sistema impostata su obiettivi e metodi di conduzione condivisi, e conferma inoltre il ruolo importante che potrebbero svolgere le associazioni di categoria nella creazione di reti aziendali coese27 all’interno di un’ipotetica Agenzia del Parco Sud. La promozione, ad opera del Parco Sud, di uno o più distretti del Diverse di queste reti, piccole e grandi, sono inoltre correlate tra loro. Per esempio alcune aziende del Consorzio Terre d’Acqua si muovono anche in altri tipi di associazioni come il Distretto Riso e Rane oppure nella Società Orti Colti. 27
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sedi aziendali DRR Dist. Riso e Rane Dist. di Economia Solidale Rurale sedi aziendali DAM Dist. Agricolo Milanese Consorzio Terre dâ&#x20AC;&#x2122;Acqua Tav. 18. I distretti del Parco Sud e le reti ciclabili di Camminando sullâ&#x20AC;&#x2122;Acqua (CsA) (fonti: Ersaf, Siarl 2006; PIM)
sedi aziendali partner DAM sedi aziendali DESR sedi aziendali CTA
piste ciclabili esistenti CsA piste ciclabili di progetto CsA
riso mais
altri cereali ortofrutticole foraggere piante industriali e legumi secchi Tav. 19. Il quadro delle colture nei comuni del Parco Sud al 2010 (fonte: Ersaf, Siarl)
sementi
altro/non classificato terreni a riposo
tare/incolti boschi/colture arboree
biologico (in particolare tra Abbiatense e Magentino) potrebbe costituire un interessante progetto pilota a scala nazionale28. La domanda di alimenti biologici è in forte crescita e l’offerta si sta in parte già orientando di conseguenza29, anche se le quantità rimangono per il momento ancora molto scarse: soltanto 14 dei 30 produttori biologici accreditati al 31 dicembre 2010 in provincia di Milano rientrano nel perimetro del Parco Sud. I preparatori del biologico presenti nel territorio sono però probabilmente molti di più30 e la presenza del Distretto di Economia Solidale Rurale, attraverso le reti e i progetti che è in grado di attivare, può consentire lo sviluppo di nuove filiere biologiche, o quantomeno a basso impatto ambientale. Alla luce di questo potenziale, l’Agenzia del Parco Sud potrebbe assumere una funzione fondamentale e del tutto in linea con il mandato del Piano di Settore Agricolo, che ha nella riduzione dell’impatto ambientale delle conduzioni agricole uno dei suoi obiettivi principali. Si tratterebbe di affiancare o espandere le attività in capo al DESR e in parte già condotte anche dal Parco Sud, sviluppando le reti dei produttori, diffondendo buone pratiche31, facilitando l’incontro tra domanda e offerta, la logistica e incentivando la creazione di filiere locali [tav. 20]. Il marchio di qualità ambientale del Parco Sud, secondo una prospettiva presa recentemente in considerazione anche a livello europeo32, Attualmente esistono in Italia alcuni biodistretti promossi dall’AIAB in Campania (Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano), Lazio (Bio-Distretto della Via Amerina e delle Forre), Toscana (Bio-Distretto del Chianti Classico), Calabria (Biodistretto del Grecanico). 29 Si può citare come esempio il caso di Cascina Resta a Vittuone, convertita al biologico nel marzo del 2010. La Cascina Mischia a Cisliano è invece un esempio di un’azienda che, per diversificare la produzione, ha abbandonato la monocoltura introducendo la coltivazione di frutta e ortaggi; sebbene non siano biologici, il caso risulta comunque indicativo di una tendenza in crescita nella zona. 30 Al 31 dicembre 2010 erano accreditate presso la Regione 146 aziende con sede legale in provincia di Milano dedite alla preparazione, di cui 115 ricomprese nel PASM: 86 di queste hanno la sede legale nel Comune di Milano. Non essendo però noto dove siano situati gli stabilimenti di lavorazione è assai probabile che il numero effettivo delle aziende potenzialmente partecipi di una filiera locale del biologico sia assai inferiore. 31 Renata Lovati, titolare della cascina Isola Maria di Albairate, attualmente in conversione, per esempio lamenta, quale occasione mancata, la scarsa visibilità data dall’ente Parco al compost biologico prodotto dalla centrale di Albairate. 32 Il Comitato delle Regioni ha recentemente pubblicato un parere rivolto alla Commissione Europea per la promozione dei sistemi alimentari locali (local food systems) e delle 28
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potrebbe rivestire un ruolo di grande importanza in questo processo. Istituito dall’ente nel 2010, esso certifica l’impegno dei conduttori verso un’agricoltura biologica o integrata e a sostegno dei valori ecologici e paesaggistici del Parco. Attualmente le aziende del Parco che hanno aderito al marchio di qualità ambientale sono solo 27 (su un totale di 952 [Oss. Econ., 2010: 10]), di cui soltanto 5 presentano una certificazione biologica. Accrescendone la visibilità e l’attrattività commerciale – per esempio espandendone i circuiti di vendita e promuovendo investimenti nel marketing – il marchio del Parco, nell’ipotesi di uno sviluppo del territorio per distretti locali e filiere, potrebbe ampliare la propria valenza e configurarsi coerentemente come una sorta di marchio ombrello, associando al logo attuale ulteriori loghi che certifichino la provenienza dai distretti specifici. L’orizzonte d’azione dell’Agenzia del Parco Sud dovrebbe pertanto essere articolato intorno a quattro temi primari: alimentazione, fruizione, paesaggio agrario, biodiversità. I principali compiti dell’ente, in particolare quelli relativi al primo tema, dovrebbero essere i seguenti: − coinvolgimento e coordinamento dei soggetti attivi a vario titolo nella difesa del territorio del parco e della sua identità agricola; − sviluppo e coordinamento di progetti locali; − supporto alle reti, in particolare ai distretti; − supporto alle aziende situate in ambiti strategici; − supporto alle filiere e all’incontro tra domanda e offerta; − supporto alla logistica interna al parco; − supporto a modelli di conduzione agricola a basso impatto ambientale; − valorizzazione economica del marchio e sua diffusione. Gli strumenti di gestione dell’Agenzia del Parco Sud, secondo la prospettiva qui ipotizzata, andrebbero parzialmente rivisti, in modo da essere sviluppati secondo una logica integrata e sulla base di obiettivi di breve e medio termine. Alla attuale mappa del Parco, suddivisa dal PTC sulla base delle caratteristiche strutturali del contesto e in funzione delle filiere corte a chilometro zero, proponendo il riconoscimento di un marchio di produzione locale in aggiunta ai marchi DOP e IGP [Committee of the Regions, 2011].
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misura 214, asse 2 (2010) misura 216, asse 2 (2010) misura 216, asse 2 (2011) Tav. 20. Aziende biologiche, a marchio Parco Agricolo Sud Milano e diffusione delle misure agroambientali del PSR 2007-13 (fonti: Ersaf, Siarl 2006; Regione Lombardia, 2012; PASM, 2012b)
conversione biologico aziende con marchio PASM
sedi aziendali conversione sedi aziendali biologico sedi aziendali marchio PASM
aree condotte da aziende con marchio PASM sedi delle aziende multifunzionali aree condotte da aziende multifunzionali sedi delle aziende con vendita diretta Tav. 21. Alcune forme di relazione cittĂ -campagna nel Parco Sud (fonti: Intergas, 2012; PASM, 2010, 2012a, b; Provincia di Milano, 2012a, b, c; IIT, Dusaf; Fondazione Campagna Amica)
sedi aziendali dei fornitori di GAS distributori del latte
farmerâ&#x20AC;&#x2122;s market (Campagna Amica) punti parco
vocazioni (produttive, naturalistiche, paesistiche, fruitive) e quindi secondo una modalità statica perché normativa, è necessario sovrapporre altri piani di tipo strategico, in grado di cogliere e indirizzare opportunità e necessità più contingenti, dinamiche e di breve periodo. Queste dovrebbero riguardare l’individuazione di ambiti di intervento mettendone in luce alcuni fattori quali: − le aziende e le aree agricole maggiormente a rischio; − gli indirizzi colturali e produttivi esistenti e potenziali, funzionali allo sviluppo di distretti e filiere; − logistica e rapporto tra domanda e offerta nella filiera corta; − infrastrutture per la fruizione, caratteri ambientali e paesistici di progetto. Questi diversi piani, e il Piano di Fruizione e dei Percorsi in particolare, con le loro ricadute a livello paesaggistico, dovrebbero essere ideati e sviluppati per ambiti locali – magari quanto più possibile coincidenti con i “tavoli interistituzionali”33 e i relativi Piani d’Area già istituiti dalla Provincia di Milano – e integrato con i diversi Piani di Distretto. In questo modo potranno essere gestiti in maniera flessibile a livello intercomunale promuovendo protocolli di intesa tra i diversi soggetti coinvolti, e finanziati, oltre che attraverso contributi regionali o provinciali specifici34, anche a livello comunale tramite una logica a mosaico (o a rete) ispirata al modello di gestione del territorio agricolo contenuto nel PGT di Mediglia.
Gli ambiti provinciali ricompresi nel territorio del Parco, oltre al Comune di Milano, sono sei: Magentino, Rhodense, Abbiatense-Binaschino, Sud Milano, Sud Est Milanese e Martesana-Adda. 34 Oltre ai già menzionati fondi regionali connessi all’art. 43 comma 2 bis della l.r. 12/2005 si possono annoverare i finanziamenti legati a progetti specifici, anche di derivazione comunitaria, come è stato nel caso del Progetto Integrato d’Area Camminando sull’Acqua. Inoltre esiste la possibilità che alle aziende dei distretti in futuro possa essere riconosciuto qualche tipo di priorità nell’accesso alle misure dei Piani di Sviluppo Rurale. 33
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3. L’agricoltura perirubana e la valorizzazione del paesaggio agrario
3.1 Filiere corte e chilometro zero nel Parco Sud Tra le diverse iniziative che potrebbero fornire sostanza all’ipotesi di un rafforzamento del ruolo economico del comparto agricolo all’interno del Parco Sud assume un rilevo particolare il ruolo della filiera corta. Anche in questo caso, come in quello dei distretti, è già attiva da tempo una rete di attori che, procedendo autonomamente “dal basso” e in gran parte senza una regia precisa, ha dato origine a un mercato privo, o quasi, di intermediari tra acquirenti dei prodotti alimentari del Parco e produttori. Si tratta degli ormai sempre più noti e organizzati gruppi di acquisto formati da privati cittadini34 diffusi particolarmente in Lombardia e soprattutto nell’area metropolitana milanese35. Ai tradizionali Gruppi di Acquisto Solidale (GAS), che, operando spesso sulla base di uno statuto condiviso, praticano forme di consumo critico per la promozione di ricadute sociali e ambientali positive anche tramite l’acquisto selettivo dei prodotti, si sono affiancati nel tempo altri tipi di organizzazione più o meno formalizzati – come i Gruppi di Acquisto Popolari (GAP: fanno capo ai circoli politici di Rifondazione Comunista) o i Gruppi di Acquisto Famigliare (GAF: emanazione dell’Associazione Nazionale Famiglie Numerose) – aventi invece come obiettivo
Il fenomeno è ormai al centro di diverse ricerche e di letteratura più divulgativa. Si vedano ad esempio, tra i tanti, i libri di Andrea Saroldi, o di Andrea Calori. 35 Sul sito di Intergas (www.gasmilano.org), che si propone come infrastruttura telematica per lo sviluppo della rete tra i GAS presenti sul territorio milanese, si contano, a fine 2011, 131 gruppi di acquisto, di cui 78 a Milano città. La quantità è tuttavia meramente indicativa: la registrazione presso il sito avviene infatti in modo volontario e dunque dalla lista rimangono escluse alcune realtà più piccole o non interessate a rendersi visibili. 34
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primario il contenimento dei prezzi attraverso economie di scala derivanti dall’aggregazione della domanda36. I Gruppi di Acquisto Solidale si presentano con profili diversi: da gruppi informali di amici e parenti a vere e proprie Onlus con tanto di statuto37, impegnate talvolta anche in altre attività. Un certo numero di quelli presenti nella provincia di Milano è nato così come estensione di realtà associative preesistenti: diversi provengono, conservandoli come proprio luogo di riferimento, dalle botteghe del commercio equosolidale (p. es Gas Rozzano), oppure dai circoli Arci e Acli (p. es. GAS Scigas e GAS Bovisa A.C.L.I. presso la Bovisa). In altri casi i gruppi si formano all’interno di condomini o dei luoghi di lavoro e, soprattutto nel caso di Milano, presentano molto spesso un bacino di famiglie a scala di quartiere. Essendo autorganizzati su base volontaristica, con i vari componenti che si spartiscono i compiti relativi a contatti, ordini, pagamenti, ritiro e conservazione dei prodotti, in diversi casi, una volta raggiunta la soglia delle 15-20 famiglie, alcuni gruppi tendono a non accettare nuove adesioni; talvolta la soglia dimensionale può essere anche legata alla preoccupazione di non alterare e indebolire la coesione sociale della comunità del GAS38. Spesso comunque i GAS, anche qualora non fossero aperti a nuovi soci, si rendono disponibili per il tutoraggio di nuovi gruppi. Altrettanto variegate, e talvolta anche complesse, sono come accennato le finalità di tali gruppi: se alcuni puntano semplicemente al risparmio sugli acquisti, tramite l’accorciamento delle filiere alimentari, la maggioranza dei GAS mira soprattutto ad acquisire, sostenere e promuovere prodotti a basso impatto ambientale, affidandosi per lo più al biologico; remunerando direttamente i produttori – la conoscenza diretta dei cui metodi di lavoro costituisce in diversi casi un passaggio
Nel caso dei GAP l’organizzazione, di matrice politica, consegue anche un obiettivo sociale e culturale: promuove la diffusione del mutualismo presso le comunità di abitanti e propone un argine alle deformazioni del sistema di mercato [Piobicchi, 2010]. 37 La formalizzazione del GAS in Onlus è stata incentivata dal riconoscimento di tali organismi a livello nazionale da parte della legge finanziaria 244/2007, la quale ne prevede lo sgravio di qualsiasi onere fiscale. 38 Per esempio il GAS Lambrate filtra richieste di adesione per non crescere oltre una certa soglia. Analogamente il PiGAsso del Giambellino o il Cing Ghej di Rho hanno deciso di non coinvolgere più di 15 famiglie per questioni organizzative. 36
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preliminare e obbligato – gli acquirenti riconoscono inoltre all’azienda agricola quel margine di guadagno normalmente eroso dai vari passaggi della catena distributiva, cercando al tempo stesso di riequilibrare, tramite questa modalità alternativa di acquisto, un mercato viziato dal forte potere contrattuale posseduto in particolare dalla Grande Distribuzione Organizzata39. In taluni casi le finalità sociali dei GAS portano anche a premiare quelle aziende agricole che riconoscono eque condizioni contrattuali e salariali ai dipendenti o che impiegano e sostengono particolari categorie svantaggiate e a rischio di emarginazione40. In qualche caso viene anche sottolineala la prospettiva “globale” di questo tipo di impegno: il sostegno riconosciuto ai produttori locali si ritiene contribuisca ad arginare lo sfruttamento dei paesi più poveri da parte delle multinazionali del settore alimentare che agiscono speculativamente sfruttando a proprio vantaggio gli squilibri del mercato internazionale. Il sostegno alle produzioni a basso impatto ambientale è condotto secondo metodi e finalità alquanto diverse. Presso alcuni gruppi l’attenzione è rivolta soprattutto al consumo di alimenti ritenuti genuini e non trattati chimicamente: in questo caso la scelta d’acquisto ricade spesso sui prodotti biologici certificati, anche se si contano diversi casi in cui, attraverso il contatto diretto con l’agricoltore/allevatore, i gruppi si rivolgono ad aziende non certificate formalmente ma di cui conoscono e condividono le modalità di conduzione, anche perché talvolta hanno contribuito essi stessi a definirle di concerto con i produttori41. Questa modalità, basata sulla conoscenza diretta piuttosto che sulla presenza di certificati, è preferita anche da quei GAS che si pongono, tra gli altri, l’obiettivo di premiare le aziende attente alla qualità dei prodotti e all’impatto ambientale e paesaggistico o di sostenere i piccoli agricol Chiara e Giorgio Mottini – fornitori e membri a loro volta di GAS – sottolineano come la Grande Distribuzione Organizzata (GDO) sia vista in molti casi come il fumo negli occhi dai membri del GAS. Quando uno dei loro fornitori ha dichiarato di essere stato costretto a vendere parte dei prodotti alla GDO per coprire i recenti investimenti aziendali, alcuni membri del gruppo, contravvenendo alla tradizionale tolleranza e fiducia verso i fornitori di GAS, hanno votato per cessare ogni rapporto commerciale. 40 È questo il caso per esempio del Consorzio Cascina Nibai di Cernusco sul Naviglio, della cooperativa Insieme presso la cascina Capuccina di Melegnano o della cooperativa sociale Contina presso l’omonima cascina di Rosate. 41 In alcuni casi invece l’incontro tra produttori e acquirenti consente ai primi di far comprendere e accettare a questi ultimi vincoli e modalità di produzione degli alimenti. 39
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tori, per i quali i costi derivanti dalla certificazione biologica ufficiale sono difficilmente sostenibili rispetto ai potenziali ricavi42. In qualche caso questi due ultimi fattori di scelta convergono nella ricerca di fornitori del luogo a “chilometro zero”, anche in considerazione delle ricadute ambientali connesse a trasporti su gomma a lunga distanza. Di 52 GAS in provincia di Milano di cui è stato possibile reperire l’elenco dei fornitori43 31 fanno acquisti anche presso una o più aziende situate nel Parco Sud. È tuttavia emblematico il caso del GAS di Cassina De’ Pecchi la cui responsabile Giulia Marconi sottolinea come, nonostante la disponibilità a rifornirsi presso aziende locali, abbiano potuto reperire pochissimi produttori biologici nell’area del Parco. Molti GAS acquistano pertanto frutta e verdura biologica proveniente da altri territori o addirittura da altre regioni, appoggiandosi talvolta anche a gruppi organizzati di produttori come per esempio Bio Express in Alto Adige44. Analogamente anche le aziende di trasformazione bio sono costrette ad attingere le materie prime all’esterno del territorio del Parco Sud, come testimonia la titolare di un’azienda di Albairate, la dott.ssa Renata Lovati, la quale spiega come in Lombardia venga importato dall’Austria il latte certificato. La situazione rende palmare lo squilibrio tra una domanda in forte crescita e un’offerta ancora piuttosto esigua e disorganizzata. Così, anche per la complicità dei passaparola – oltre a promuovere una condivisione in rete delle risorse diversi GAS nascono infatti per gemmazione o grazie al tutoraggio di altri, da cui derivano in parte anche i fornitori – il numero di aziende agricole nel Parco Sud che servono i 31 GAS è di 16, ove però alcune risultano soddisfare un numero Chiara e Giorgio Mottini riportano il caso della proposta di una Garanzia Partecipata, avanzata insieme dai GAS e dai produttori del Mugello, per istituire un controllo di qualità interno e informale, ma con relativo “protocollo”, allo scopo di evitare di ricorrere alle onerose certificazioni biologiche. 43 L’indagine, partendo dalla lista dei GAS presenti sul sito di Intergas, è avvenuta consultando i siti web dei GAS o, in alternativa, tramite un contatto email. Purtroppo solo 16 delle 96 email inoltrate per ottenere il dato hanno avuto risposta: delle restanti 80, 20 presentavano dei problemi con il recapito elettronico. Dei 134 GAS elenco dunque è stato possibile avere i dati di 52 (39%). 44 Un altro caso simile è anche la società Porta Natura, che riunisce diversi produttori coordinati dall’azienda agricola la Raia (AL): i mercati serviti sono quelli di Milano e Genova. 42
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di richieste molto superiore alle altre. In diverse situazioni la vendita diretta e la clientela dei gruppi d’acquisto ha consentito alle aziende agricole di sopravvivere e di rafforzarsi economicamente, come nel caso dell’azienda Zuffada Marcello e Tiziano presso Cascina Lassi a Cerro al Lambro, la cui nuova attività zootecnica (convertitasi all’allevamento suino per il Consorzio prosciutto di Parma), dopo un periodo di crisi, è stata affiancata e supportata da iniziative di vendita al dettaglio e da attività multifunzionali collaterali promosse e curate dalla nuova generazione imprenditoriale dell’azienda. La natura solidale dei GAS, in casi del tutto particolari, ha persino portato al sostegno diretto – economico e pratico – di aziende in difficoltà da parte dei gruppi di acquisto45. In particolare la domanda crescente e organizzata di alimenti biologici ha portato alcune aziende del Parco a convertire o espandere le proprie colture: quasi tutte le aziende del Consorzio Terre e Acqua per esempio sono passate o stanno passando a questo sistema di coltivazione. Dal 2002 i GAS italiani hanno iniziato a organizzarsi a scala nazionale per costituire una Rete Italiana di Economia Solidale, articolata localmente per ambiti territoriali circoscritti e omogenei definiti Distretti di Economia Solidale (DES). Il Parco Sud dal 2008 è diventato l’ambito di riferimento per le attività del Distretto di Economia Solidale Rurale (DESR), il quale intende contribuire alla salvaguardia del patrimonio agricolo e paesaggistico del Parco raccogliendo, coordinando e rafforzando le iniziative e i progetti di diversi soggetti già variamente impegnati sul tema. Oltre ai GAS infatti aderiscono al DESR anche alcune aziende agricole, comitati di cittadini, associazioni, enti pubblici; tra le persone che guidano le attività del DESR e che ne ispirano obiettivi e azioni vi sono Davide Biolghini presidente del Forum Cooperazione e Tecnologia (capofila o partner di diversi progetti attivati nel Parco Sud) e autore di diverse pubblicazioni sull’economia alternativa e solidale; il
Il caseificio biologico Tomasoni di Gottolengo (BS) nel 2008 ha potuto rientrare dei debiti grazie agli anticipi sugli ordini dei GAS, attivatisi con una cordata [Piscitelli, 2009]. L’azienda agricola della Cascina Forestina invece è stata presa in conduzione da volontari dei GAS durante il lungo periodo di assenza del titolare Niccolò Reverdini [DESR parco Agricolo Sud Milano, 2010]. 45
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prof. Giorgio Ferraresi, urbanista del Politecnico di Milano; e Vincenzo Vasciaveo, che è anche responsabile scientifico per la rete nazionale dei Gruppi di Acquisto Popolare. Il Distretto è guidato dal “comitato verso il DESR”, il quale si articola per tavoli settoriali – di cui due principali: GAS e produttori – e per gruppi di lavoro su progetti specifici. Tra questi spicca in particolare quello per la creazione di una filiera del pane tutta interna al territorio del Parco, ricalcata sul modello della già menzionata iniziativa “Pane e Madia” condotta dal DES Brianza. Il DESR dunque si è fatto carico di organizzare l’intero processo produttivo: dalla coltivazione del grano (Cascina Forestina a Cisliano, Cascina Lassi a Cerro al Lambro, Cascina dei Piatti di Cassinetta di Lugagnano), alla macinazione delle farine (Molino Comune ad Abbiategrasso) e alla panificazione (a Corsico e a Bareggio). Un’ulteriore esperienza maturata all’interno del DESR, che si offre come un interessante modello di gestione del nuovo tipo di mercato in formazione nel territorio del Parco, è quella di Buon Mercato a Corsico. Contrariamente alla maggioranza dei GAS, questo particolare gruppo di acquisto nasce nel 2009 per iniziativa e con il sostegno economico del Comune. La sede dell’associazione, allestita nel centro storico di Corsico grazie a un cofinanziamento della Fondazione Cariplo e dotata di cella frigorifera, funziona come centrale di smistamento dei prodotti provenienti in buona parte direttamente dalle aziende del territorio. La struttura si avvale di un paio di lavoratori stipendiati (un part time e un tempo pieno) e dell’aiuto di volontari di GAS e associazioni per le operazioni di stoccaggio e per la preparazione delle cassette da distribuire secondo gli ordini inoltrati via internet – o in alternativa tramite compilazione di una scheda cartacea – dagli acquirenti. Buon Mercato offre un triplice servizio: si configura come un nuovo, grande e ben organizzato gruppo di acquisto per tutti i cittadini attraverso il versamento di una quota associativa; costituisce un’importante infrastruttura di appoggio logistico per i GAS già esistenti e per i loro fornitori, dando così anche impulso alla formazione di nuovi gruppi46 e relazioni commerciali; si pone nel territorio non solo come Corsico ha anche dato avvio a un nuovo progetto – denominato “Corsico sostenibile” – per promuovere capillarmente la formazione di micro-gas condominiali e presso i luoghi di lavoro [Rete Interculturando, 2011]. 46
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un punto di riferimento per l’incontro e l’organizzazione di domanda e offerta (l’associazione è stata contattata da numerosi produttori interessati a diventarne fornitori), ma anche come luogo di aggregazione per la comunità e di informazione/dibattito sui temi legati al consumo critico, all’agricoltura biologica e all’economia solidale. Una funzione analoga a quella rivestita dall’Associazione Buon Mercato è svolta anche a Milano da Bottegas, nei pressi di Piazzale Lodi. In questo caso l’intermediazione tra domanda e offerta di prodotti biologici47, che si avvale anche di ordinazioni via internet, è condotta da un’impresa privata, la quale, sviluppando una serie di attività commerciali integrate come la vendita in negozio e un servizio di caffetteria, si propone anche come supporto logistico per i GAS della zona e luogo di iniziative culturali legate ai temi dell’alimentazione biologica e del consumo critico. Alcuni processi di razionalizzazione delle attività di ordinazione e consegna e la creazione di economie di scala per il trasporto e lo stoccaggio delle merci sono stati introdotti su iniziativa sia degli acquirenti che dei produttori. In qualche caso il coordinamento di più GAS, come è ad esempio per la rete “I Fontanili” tra Abbiatense e Magentino48, ha consentito di creare una centrale di acquisto unica per tutti i gruppi. A Saronno un’iniziativa analoga ha portato invece alla costituzione della cooperativa Aequos, nata specificamente come attività logistica di supporto ai GAS; a Legnano la cooperativa Le Strade del Fresco svolge una mansione del tutto simile, ma diversamente da Aequos offre i propri servizi anche ai singoli privati che decidono di associarsi. Analogamente, in modo speculare, alcuni produttori, come nel caso delle tre aziende della società gli “Orti Colti” nell’Abbiatense49, hanno iniziato a consorziarsi per meglio organizzare la gamma delle coltivazioni e le consegne. Ai produttori si rivolge inoltre il servizio di logistica offerto da alcune aziende specializzate in e-commerce, come Anche in questo caso tra i fornitori non figura alcuna azienda del Parco Sud. Questa rete collega tra loro cinque gas dell’area: GaiaSpesa (Robecco-Ponte Vecchio), Spesaccorta (Abbiategrasso), Il Seminatore (Sedriano), Arte Terra (Albairate) e Ceciliano (Cisliano). 49 La società, che coltiva e vende ortaggi, è formata dalle aziende delle cascine Gambarina e Morosina di Abbiategrasso ma collabora anche con l’azienda agricola Renata Lovati di Albairate, che fornisce latticini. 47 48
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per esempio Geomercato50 o Il Buon Essere, che fanno leva sulla domanda crescente di prodotti biologici o a chilometro zero (la “cassetta del contadino”) da parte di cittadini interessati a mangiare alimenti di qualità o a filiera ridotta evitando – o spesso semplicemente ignorando – i coinvolgimenti e gli impegni organizzativi ed etici propri dei GAS. Si tratta dunque in questi casi di un servizio di consegna a domicilio, per lo più in abbonamento, direttamente a casa del consumatore; per i produttori costituisce una modalità di integrazione e di espansione del proprio bacino di clienti, spesso affiancata, oltre che dalla vendita ai GAS, da altri canali ormai più tradizionali come la partecipazione a fiere e ai cosiddetti Farmers’ Markets (mercati del contadino). La già menzionata Azienda Agricola Zuffada a Cerro al Lambro, per esempio, oltre a vendere direttamente i propri prodotti nello spaccio aziendale, a servire diversi GAS e a partecipare, tra gli altri, a “I mercati della terra”51 patrocinati da Slow Food, è anche tra i fornitori di Geomercato. L’economia agricola legata alla filiera corta all’interno del Parco Sud sembrerebbe muoversi per il momento, seppure in modo ancora stentato, su un doppio binario: da un lato vi sono le reti di economia solidale che si appoggiano al volontariato e al terzo settore, connotati da una fortissima componente sociale e culturale delle relazioni sia tra i gruppi di produttori e di acquisto sia interne a essi; dall’altro lato si assiste alla crescita di un commercio in regime di libero mercato alimentato da una domanda individuale sempre più diffusa, presso gli abitanti della metropoli, di alimenti biologici e/o a chilometro zero e dalla graduale specializzazione e crescente capacità organizzativa di alcuni fornitori. Le esperienze dell’azienda agricola Zuffada a Cerro al Lambro e del Buon Mercato di Corsico esemplificano piuttosto chiaramente la coesistenza di questo duplice registro. In particolare, nel caso di Corsico, nonostante la diffidenza iniziale di alcuni GAS, i quali temevano appunto che il servizio di e-commerce individuale offerto dalla Associazione finisse 50 Geomercato è una servizio di logistica e e-commerce che offre servizi di raccolta e consegna utilizzando un particolare software di proprietà esclusiva per razionalizzare tempi e percorsi in modo da minimizzare costi e consumi. 51 I Mercati della Terra sono particolari farmer’s market promossi e condotti secondo impostazioni date da Slow Food.
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col sostituirsi alle loro attività affossandone anche gli intenti sociali e culturali, non soltanto le due modalità di scambio commerciale hanno proceduto senza frizioni reciproche, ma hanno anzi portato alla nascita di nuovi GAS. Si tratta tuttavia di un equilibrio che presenta dei punti di fragilità, come lascerebbe intendere la necessità di pianificazione del rapporto tra domanda e offerta espressa dal DESR, il quale ha da poco promosso un invito al coordinamento tra GAS e principali fornitori e al bilanciamento degli acquisti presso le diverse aziende per evitare fenomeni di concorrenza ritenuti contrari ai principi fondanti del Distretto. In effetti, come si è visto, la maggior parte di questi produttori, parallelamente alle relazioni con i GAS, cerca di espandere le proprie vendite anche verso altri tipi di mercato secondo una logica inevitabilmente concorrenziale. Il rafforzamento delle aziende più intraprendenti e dinamiche, che praticano la multifunzionalità e che presentano una maggiore abilità imprenditoriale, ha già portato allo sviluppo, sul territorio del Parco Sud, di alcune aree più forti e organizzate52. Al momento attuale è difficile prevedere se queste poche aziende più attive sul mercato della filiera corta e del biologico faranno da traino per la crescita del mercato intorno al Parco Sud inducendo anche un’ulteriore espansione della domanda oppure finiranno per monopolizzarlo e saturarlo prima che anche altri soggetti abbiano la possibilità di entrarvi. Inoltre, anche considerata in funzione dell’obiettivo strategico del rafforzamento economico del settore agricolo come forma di difesa strutturale del Parco Sud, la situazione presenta alcune evidenti contraddizioni, poiché gli scambi commerciali attivati sin ora all’interno del DESR sembrerebbero prescindere dalla collocazione geografica dei produttori: soltanto alcune delle aziende dominanti ricadono infatti in ambiti territoriali e paesaggistici più esposti al degrado e all’erosione Dei 52 GAS milanesi su 134 presenti nel sito di Intergas (la rete dei GAS della provincia di Milano) che è stato possibile analizzare, 31 presentano uno o più fornitori situati nel Parco Sud. Questi ultimi sono complessivamente 27, ma alcuni (come p. es. le aziende biologiche presso la Cascina Gaggioli di Milano e presso la Cascina Forestina di Cisliano), risultano collegati a un numero maggiore di GAS. In particolare, lo sviluppo di forme di cooperazione o consortili tra queste aziende ha fatto emergere, all’interno del DESR, tre poli principali: uno a nord ovest (Magentino), uno a sud ovest (Abbiatense) e uno a sud est (zona Melegnano). 52
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<= 25 ha 100 รท 200 ha aziende con marchio PASM 25 รท 100 ha > 200 ha consumo di suolo 1999-2009 Tav. 22. Aziende con terreni ricompresi in un raggio di 100 m dalle aree urbanizzate per superficie utilizzata e ubicazione delle aree coltivate dalle aziende con marchio Parco Agricolo Sud Milano (fonte: Siarl 2006; IIT, Dusaf; PASM, 2000)
legati allo sprawl urbano. Mentre alcune aziende, come ad esempio la vasta Società Agricola Fedeli di Milano situata in una “zona agricola di frangia urbana” al confine diretto con le ultime propaggini della periferia sudovest di Milano, possono in effetti costituire, se economicamente sane, un argine significativo contro l’espansione urbana, ve ne sono altre, come l’azienda Zuffada, tutelata oltretutto dal PTC del Parco come “zona agricola a prevalente valenza paesistica”, che si trovano in una posizione a scarso rischio di urbanizzazione. D’altro canto proprio la presenza di aziende agricole certificate dal marchio del Parco Sud – a prescindere dalla loro effettiva posizione e rilevanza strategica rispetto al contenimento del consumo di suolo – ha già contribuito in modo significativo a porre l’amministrazione provinciale davanti all’evidente, schizofrenica contraddizione della sua proposta per la costituzione della Tangenziale Ovest Esterna (Toem): le aziende agricole erano infatti pronte, in segno plateale di protesta, a restituire al Parco il marchio appena acquistato. La maggiore visibilità e forza nel riuscire a movimentare l’opinione pubblica assicurati dalla creazione di reti tra i vari soggetti attivi, a vario titolo, per la tutela del Parco, come quella esemplare del DESR, può dunque contribuire in maniera anche decisiva nel contenimento del consumo di suolo rispetto ad alcuni fattori dirompenti, come nel caso di progetti di grande impatto territoriale e mediatico. Tuttavia, come dimostra l’esempio di Zibido San Giacomo, può risultare di scarsissima efficacia nel contrastare lo stillicidio diffuso e continuo di aree agricole perpetrato attraverso espansioni dell’edificato motivate unicamente dalle esigenze di bilancio dei comuni. 3.2 Le reti, i nodi, i luoghi Riassumendo alcune delle caratteristiche delle dinamiche di scambio commerciale presenti nel territorio del Parco si possono dunque porre in evidenza i seguenti elementi: − una consapevolezza sempre maggiore dei valori ambientali e paesaggistici legati al territorio di provenienza dei prodotti alimentari; − una domanda in espansione di prodotti biologici o a basso impatto ambientale, parzialmente dotata di infrastrutture per l’organizzazione e la gestione degli acquisti a chilometro zero e a filiera ridotta; 74
− un’offerta in crescita, organizzata per consorzi e microdistretti, sempre più specializzata nella vendita diretta di prodotti a basso impatto ambientale; − servizi logistici di tipo pubblico, privato e del terzo settore a supporto della filiera corta per la distribuzione e lo stoccaggio dei prodotti. La struttura reticolare con cui si sta configurando il fenomeno dei GAS nell’area metropolitana milanese ha comportato alcune ricadute spaziali secondo diversi livelli e bisogni specifici. Da un lato la spinta sempre maggiore verso modalità e spazi di confronto e di espressione sociale e culturale rispetto ai temi dell’alimentazione, dell’etica economica, dell’agricoltura e della difesa ambientale, nata dal progressivo e diverso coagulo dei molteplici gruppi e movimenti di cittadini attivi nel territorio, e dall’altro la necessità diffusa e capillare di assolvere alle esigenze pratiche di ordine logistico dei numerosi gruppi di acquisto stanno conducendo alla nascita e al rafforzamento di alcuni luoghi primari di riferimento. Così, oltre ai già menzionati Buon Mercato e Bottegas si possono citare, come ulteriori esempi, le strutture della Cascina Cuccagna a Milano, restaurata e animata dalla Associazione Consorzio Cantiere Cuccagna [s.d.], o del centro sociale Folletto25603 ad Abbiategrasso, promotore dell’evento annuale “La Terra Trema”53, oppure ancora, nell’ambito del DESR, il progetto comunale “Il pane e le rose” di San Giuliano Milanese, che ha dato vita a un luogo pubblico di incontro per ospitare le attività culturali di sensibilizzazione al consumo critico e alla diffusione di pratiche ecologiche curate da diverse associazioni del luogo54. Il contributo alla diffusione di questi gangli primari è anche oggetto di una specifica proposta di legge regionale presentata al pubblico nel febbraio del 2011 dal Partito Democratico [Civati, 2011] per il sostegno ai gruppi di acquisto, alla filiera corta e al chilometro zero. Nella bozza normativa, all’art. 4 comma 4, si chiede che «I comuni o altri enti pub-
Si tratta di un’iniziativa, organizzata secondo edizioni annuali, nata in collaborazione con Critical Wine, il movimento fondato da Luigi Veronelli e alcuni centri sociali milanesi [La Terra Trema, 2005]. 54 La sede serve anche come appoggio per i GAS locali, ai quali però, diversamente che dal caso del Buon Mercato di Corsico, si limita unicamente a mettere a disposizione i suoi spazi. 53
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blici [possano] concedere in uso gratuito ai gruppi di acquisto solidale e popolare, per lo svolgimento delle loro attività, degli spazi congrui individuati tra i propri beni immobili». Il documento è attualmente in fase di revisione da parte delle reti dei GAS lombardi che intendono migliorarne gli obiettivi ed estenderne la portata oltre al previsto supporto finanziario con l’intento di rafforzare l’estensione e il ruolo delle reti dei GAS nel confronto tra cittadini e istituzioni [Intergas, 2011]. È importante sottolineare il ruolo per certi versi complementare rivestito da questo tipo di strutture rispetto ai punti vendita allestiti da molte aziende agricole presso le loro sedi. La ricostruzione di un rapporto virtuoso tra città e campagna e l’interessamento degli abitanti della prima alle sorti di quest’ultima dovrebbe essere il frutto di una relazione bidirezionale: se gli spacci aziendali invitano i cittadini più curiosi e intraprendenti a un contatto diretto con la terra da cui si ricavano gli alimenti che acquistano e mangiano e a prendere coscienza dei valori sociali, culturali, ambientali e paesaggistici di cui sono espressione, i luoghi in ambito cittadino deputati ad attività legate alla filiera corta, al chilometro zero e al consumo critico costituiscono viceversa un veicolo di grande efficacia per portare la campagna nel cuore delle comunità urbane, contribuendo a informare un pubblico più vasto e variegato sul ruolo fondamentale e insostituibile svolto dall’agricoltura locale nel presidio e nella valorizzazione del territorio. I Farmer’s Market come i Mercati della Terra promossi da Slow Food o quelli organizzati della Fondazione Campagna Amica di Coldiretti possono costituire un altro riferimento per il loro contributo alla visibilità e alla valorizzazione della filiera corta a chilometro zero; Coldiretti ha anche recentemente sperimentato il modello delle Botteghe di Campagna Amica (ne sono state aperte dieci in Lombardia), ossia una rete di negozi localizzati in ambito urbano specializzati nella vendita dei prodotti locali e a filiera corta provenienti dalle aziende affiliate all’associazione. Anche Fedagri-Confcooperative ha promosso un’iniziativa analoga, attivando alcuni punti vendita – con il marchio “Qui da noi” – per il commercio dei prodotti dei soci. Questi ultimi esempi sono iniziative commerciali finalizzate a conseguire economie di scala attraverso l’organizzazione di una rete di vendita diretta di prodotti di cui il marchio – emanazione di un ente autorevole come 76
Slow Food, Coldiretti o Fedagri – garantisce l’origine controllata e spesso locale. Considerato da questa prospettiva il marchio del Parco Sud, come già parzialmente accennato, potrebbe assumere più dimensioni. La sua struttura attuale infatti è finalizzata primariamente a certificare l’impegno degli agricoltori verso una conduzione virtuosa, rispettosa dell’ambiente e del paesaggio55, e a rendere visibile la rete delle aziende in linea con gli indirizzi del Parco, rafforzandone l’identità e il senso di appartenenza al territorio. È assolutamente necessario tuttavia che l’ente si impegni a dare al proprio marchio di qualità ambientale anche un adeguato valore economico, promuovendone la vendita e la diffusione in circuiti analoghi a quelli appena richiamati, riprendendo anche modelli europei già esistenti come il Producto FRESCO del Parque Agrario del parco agricolo barcellonese di Baix Llobregat [Montasell i Dorda, Callau i Berenguero, 2008] o quello bavarese di Unser Land [Calori, Federici, Sanvito, 2009]. La circolazione del marchio presso mercati esistenti o parzialmente già consolidati, oltre a contribuire a rafforzare economicamente le aziende del Parco accrescendo la domanda per i loro prodotti, risulta un servizio strategico su due fronti, strettamente interconnessi: da un lato l’incremento di appetibilità commerciale del marchio presso gli agricoltori può portare a un aumento del numero di adesioni, risultando così più efficace, grazie a una maggiore diffusione anche delle misure ambientali a esso correlate, nella salvaguardia e nella valorizzazione del paesaggio agrario; dall’altro lato può servire come un valido strumento per far conoscere e apprezzare a un pubblico più vasto, assieme ai prodotti, le qualità e i progetti del Parco. La vaga e scarsa conoscenza del Parco Sud da parte di molti cittadini56 contribuisce indirettamente alla sua fragilità:
L’assegnazione del marchio avviene secondo tre possibili livelli (bronzo, oro, argento) che rispecchiano il grado di impegno agroambientale della conduzione aziendale. Il punteggio viene stabilito dagli stessi agricoltori interessati ad aderire sulla base di un’autovalutazione condotta seguendo una tabella di criteri fornita dall’ente. Anche il Parco del Ticino ha adottato un metodo analogo. 56 Secondo una recente intervista a campione effettuata dal progetto “Nutrire Milano” solo il 39% degli intervistati aveva sentito nominare il Parco Agricolo Sud Milano; quasi tutti gli altri parchi dell’area milanese hanno ottenuto percentuali notevolmente superiori [Corvo, 2011]. 55
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aree condotte da fornitori di GAS GAS con fornitori nel Parco Sud sedi aziendali dei fornitori di GAS altri GAS di Intergas Tav. 23. GAS milanesi e condomini CCL (fonti: Intergas; CCL; PASM, 2012a; Provincia di Milano, 2012c; Fondazione Campagna Amica; Siarl 2006)
condomini CCL punti parco
farmerâ&#x20AC;&#x2122;s market (Campagna Amica) aziende con vendita diretta
il caso della Toem, analogo per altro ad alcune note esperienze francesi [Calori, 2009], testimoniano del ruolo fondamentale che hanno, nella salvaguardia del territorio agricolo, le reti di attori e i movimenti di opinione pubblica. Così, accanto ai tre valori appena richiamati – economico, ambientale e informativo – la diffusione del marchio potrebbe assumere anche un’ulteriore valenza di tipo “politico-istituzionale”, certificando in qualche misura l’impegno della Provincia nella salvaguardia del territorio agricolo e tutelandolo in tal modo rispetto a possibili scelte e progetti con ricadute negative su di esso proposti da altri enti o da settori diversi della Provincia stessa. I progetti pilota in corso promossi da “Nutrire Milano”57, che prevedono il rafforzamento della filiera corta58 e, in parte, il sostegno alla distribuzione per le aziende del Parco [Slow Food, 2009], contribuiscono a definire un possibile modello di intervento, che troverebbe nella maggiore diffusione e riconoscibilità del marchio un ulteriore rafforzamento. In particolare la proposta di realizzare nel quartiere di Figino, nell’ambito del futuro intervento di edilizia convenzionata promosso dalla Fondazione Housing Sociale, degli spazi dedicati al commercio dei prodotti del Parco Sud indica una possibile direzione da seguire. È però necessario che questi spazi, in sintonia con la natura complessa del marchio Parco Sud, oltre a proporsi come una vetrina della produzione a chilometro zero e delle aziende agricole locali, funzionino anche come luoghi di cultura per promuovere la conoscenza del patrimonio storico e ambientale del Parco, rendendo trasparente la relazione tra cibo, territorio, identità e paesaggio e incentivando il contatto diretto con il luogo di provenienza dei prodotti in vendita59. Tabelloni e mappe allestiti nei locali, accompagnati da opuscoli informativi, potrebbero aiutare a mostrare l’esatta ubicazione, il tipo di conduzione e il paesaggio delle aziende agricole fornitrici, aiutando a “Nutrire Milano” è un progetto di ricerca promosso da Slow Food con la collaborazione del Politecnico di Milano (Dipartimento Indaco) e dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche. 58 Il progetto ha dato vita al Mercato della Terra di Milano e alla promozione della filiera locale del pane e di quella ortofrutticola. 59 La campagna informativa potrebbe anche essere estesa, tramite apposite convenzioni con Trenord e ATM, presso le stazioni del Passante, del sistema ferroviario regionale e dei principali nodi della rete metropolitana del trasporto pubblico. 57
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rafforzare l’immagine e il valore di entità altrimenti spesso astratte; le informazioni potrebbero quindi estendersi a descriverne l’ambito di appartenenza illustrandone la storia e le specificità, i modi d’accesso e i possibili percorsi di fruizione. Inoltre, sulla base dei modelli del Buon Mercato di Corsico o del Pane e le Rose di San Giuliano Milanese, questi luoghi dovrebbero proporsi come nuove centralità del quartiere offrendo spazi per gli incontri e le attività delle associazioni locali e strutture al servizio dei GAS, contribuendo oltretutto a definire una rete di “punti di prossimità”60 per la consegna dei prodotti da parte delle aziende o dei servizi di logistica. Quest’ultima oltretutto potrebbe essere l’oggetto di una delle opere di razionalizzazione gestite dall’Agenzia del Parco Sud che nelle attività di sviluppo delle connessioni tra domanda e offerta potrebbe contribuire a coordinare, se non addirittura a centralizzare, le modalità di consegna, magari anche incentivando l’adozione di una flotta di mezzi di trasporto a basso impatto ambientale61, cofinanziata o eventualmente messa direttamente a diposizione dall’ente stesso come uno dei servizi disponibili per le aziende che aderiscono al marchio Parco Sud. Il sostegno alla rete logistica e alla creazione dei nuovi “punti parco” urbani potrebbe avvenire tramite convenzioni coi comuni, finanziati dalla Legge Regionale proposta, qualora divenisse operativa, oppure anche in questo caso, seguendo in parte l’esempio di Mediglia, attraverso specifici oneri di urbanizzazione.
Il termine è preso in prestito dal servizio di distribuzione a domicilio di prodotti biologici Biobox, operante nel centro Italia. 61 Sarebbe interessante, a questo proposito, mettere allo studio la possibilità di utilizzare fonti energetiche rinnovabili di derivazione agricola attinte dalle aziende del Parco. 60
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Appendice: tabelle
Assago Bareggio Basiglio Binasco Bubbiano Buccinasco Calvignasco Carpiano Casarile Cassina deâ&#x20AC;&#x2122; Pecchi Cernusco s/N Cerro al Lambro
area urb interna aree di collegamento: 1999-2009 (% incr)
area urb interna alla cintura metr: diff. 1999-2009 (% incr)
0,2
1,2
0,8
128% -
100% 2,9
140% -
30% -
2% 362,0
50% 34,2
316% 8,0
0,2
223% 0,7
0,1
0,1
44% 644,3
9% 46,1
30% 0,3
11% -
5% -
2,2
4% 0,5
57% 627,7
7% 17,3
1% 2,3
1% 2,3
0,2
-0,4
54% -
4% -0,1
74% 164,9
3% 6,7
15% 2,3
15% 2,3
118% 0,1
-
-
-1% 0,7
43% 245,7
4% 58,6
50% 2,1
50% 2,1
5% 4,2
-
0,8
79% 0,6
83% 640,6
24% 47,3
4% 12,0
8% 5,2
0,5
72% 0,4
171% -0,3
54% 121,8
7% 5,0
34% 1,3
149% 1,1
81% -
31% -0,1
-2% -
66% 1.569,2
4% 119,5
35% 51,1
35% 51,1
926% 4,1
9,5
-78% 11,8
1,4
91% 597,1
8% 37,3
75% 9,3
75% 9,3
250% 0,3
377% -0,4
475% -0,2
12% 1,5
82% 310,7
6% 17,4
33% 5,8
33% 5,8
43% 0,7
-5% -0,1
-12% 2,3
19% 1,2
44% 7,4
6% 0,4
50% -
50% -
66% -
-18% -
203% -
74% -
1% 829,3
5% 60,7
11,7
11,7
-
-0,0
1,4
1,1
0,3
82%
7%
24%
25%
-
-1%
10%
12%
8%
6,9 78%
1,0 21%
316% 1,1 6% 0,3
4% 11,2 37% 1,3
0,1 29%
-0,1 -15%
residenziale (% incr)
0,1
81% 8,4
industria (% incr)
31,7
81% 8,4
infrastutture (% incr)
31,7
5% 11,0
servizi e impianti (% incr)
70,8
87% 22,0
area urb interna ai PCU: diff. 1999-2009 (% incr)
1.309,1
area urb interna al PASM: diff. 1999-2009 (% incr)
area urb interna al PASM 2009 (% saturazione)
Arluno
area interna al PASM (% su sup. comunale) Albairate
Tab. 1. Superfici, espresse in ettari, delle porzioni di territorio comunale interne ai confini del Parco Sud e delle relative aree urbanizzate al 1999 e al 2009 (grado di saturazione), suddivise secondo i tre ambiti funzionali del PTC del Parco. Evoluzione delle quantitĂ di suolo usato per funzione e loro percentuali di incremento tra 1999 e 2009 (elaborazioni da dati: Dusaf e Regione Lombardia)
88
risaie (% incr)
seminativi (% incr)
prati e marcite (% incr)
orti, vivai e frutteti (% incr)
parchi e giardini (% incr)
cespuglieti (% incr)
boschi/pioppeti (% incr)
altri usi e vegetazioni (% incr)
cascine e insediamenti agricoli (% incr)
terreni degradati, incolti e cave (% incr) 3,1
8,2
2,8
-12,1
0,5
3,1
-0,1
95,3
25,4
-146,6
1,0
426% 4,3
24% 0,2
7% -0,3
-10% -0,6
100% -
321% 0,5
-7% -
1083% 1,6
17% -
-15% -9,6
100% 3,6
100% 3,3
38% 0,0
-0,3
-46% -0,4
3,2
100% 0,1
0,8
100% 32,5
41,1
-56% -84,9
100% -
99% -3,9
1% 1,6
-8% 3,6
-16% -1,0
100% 1,4
100% 3,5
41% -0,0
3776% 100,7
36% 0,2
-40% -108,8
0,6
-43% -0,9
15% 2,7
9% 0,2
-5% -22,1
158% 0,5
447% 1,8
1,6
1775% 0,7
100% 415,4
-21% -400,2
100% 0,4
-31% 1,1
39% -
-0,3
-36% -0,7
46% -1,1
150% -
100% 0,0
42% 0,3
536% 74,9
-94% -75,3
124% -3,4
100% -0,1
-
-4% -
-10% 1,0
0,7
-
100% -
174% 26,7
123% 1,5
-89% -32,0
-97% -0,8
-54% 0,8
6,0
-0,3
7% -2,2
100% 0,1
1,0
-
3664% 137,6
110% 114,5
-20% -262,7
17% 0,1
59% 0,2
-1% -
-26% 8,3
100% -
>9999%
0,1
-
-
100% 9,9
8574% 54,3
-50% -73,9
5,0
100% 13,6
9% 5,6
1,3
93% -
-4,7
-
1,2
100% 118,6
247% 494,1
-86% -661,5
403% 2,3
447% 0,6
12% 5,1
5% 0,5
-0,7
-
6,4
110% 1,7
3834% 4,5
207% 9,1
-55% -30,9
287% 0,4
52% 0,6
62% 0,8
7% -0,3
-13% -
0,7
725% 8,8
100% 0,0
100% 53,1
2% -
-42% -68,1
100% -
100% -
11% -
-3% -
-
100% -
100% 2,1
1% -
100% 0,1
-
-24% -2,1
5,1
2,7
1,2
-1,8
-1,1
2,0
100% 0,1
-0,3
100% 76,0
-0,1
-30% -86,7
100%
44%
9%
-6%
-36%
80%
24%
-111%
1330%
-1%
-12%
cantieri (% incr) 18,0 >9999%
>9999%
89
area urb interna aree di collegamento: 1999-2009 (% incr)
servizi e impianti (% incr)
infrastutture (% incr)
industria (% incr)
residenziale (% incr)
Cisliano Colturano Corbetta Cornaredo Corsico Cusago Dresano Gaggiano Gorgonzola Gudo Visconti Lacchiarella Liscate Locate di Triulzi Mediglia Melegnano
90
area urb interna alla cintura metr: diff. 1999-2009 (% incr)
6,5
-
-
0,0
-
99% 4,7
0,5
0,2
3% -
0,1
89% 354,3
3% 18,1
12% 2,5
298% 2,5
155% -
16% 1,0
1,0
1% 0,2
84% 1.098,8
5% 57,1
16% 10,3
16% 10,3
-
175% -
37% 2,0
5% 1,1
59% 524,5
5% 72,8
22% 29,3
22% 7,3
22,1
-
16,8
65% 0,7
13% 0,7
47% 46,6
14% 1,6
67% -0,0
50%
76% -
-
437% -
15% -
10% 0,0
9% 944,8
3% 54,9
-1% 5,4
5,4
2,1
0,9
-0,8
2% 0,7
82% 237,1
6% 2,6
11% 0,0
11% 0,0
30% -
68% 0,0
-28% -0,0
10% 0,0
68% 2.378,6
1% 107,4
1% 13,4
1% 9,8
1,6
43% 0,3
-16% -0,1
1% 1,3
89% 391,1
5% 23,3
14% 4,2
11% 4,2
106% -
5% 1,5
-2% 1,2
6% 0,3
37% 542,3
6% 17,4
22% 1,6
22% 1,6
0,1
72% -
74% 0,4
23% 0,3
91% 1.777,9
3% 102,5
10% 38,4
10% 20,7
17,6
15% 16,9
1,7
244% 3,9
11% 3,0
74% 679,3
6% 39,0
60% 3,0
34% 3,0
531% 132% 0,2
47% -
57% 0,6
19% 2,2
72% 1.042,9
6% 93,4
8% 31,2
84% 1.867,4
9% 124,1
50% 33,8
85% 168,6
7% 33,3
34%
20%
area urb interna ai PCU: diff. 1999-2009 (% incr)
6,5 99% 4,7
area urb interna al PASM: diff. 1999-2009 (% incr)
13,0 14% 43,0
area urb interna al PASM 2009 (% saturazione)
91,4 23% 1.310,8
area interna al PASM (% su sup. comunale) Cesano Boscone
3,6 76%
9% 30,5
0,1
12% 5,3
5,3
8% -1,2
61% -0,2
52% 33,3
8% 0,5
213% 1,4
22% 0,7
-28% 3,4
-14% 0,8
37% -0,8
37% -1,3
80% 0,5
110% 0,5
19% -1,6
138% -
8% 0,0
-2%
-6%
5%
7%
-16%
-
3%
0,6 23%
boschi/pioppeti (% incr)
cespuglieti (% incr)
parchi e giardini (% incr)
orti, vivai e frutteti (% incr)
prati e marcite (% incr)
risaie (% incr)
0,7
1,4
-
-
0,0
-
8,6
-
-16,6
0,6
39% 3,3
66% -0,1
43,5
0,7
100% 12,2
-
100% 75,7
161,8
-20% -298,5
100% -
100% 0,3
11% -
2,6
54% -0,6
100% -
100% -
-
1748% 23,3
211% 12,5
-28% -40,3
-
5% -0,3
7,4
6% 2,6
-38% -0,8
3,0
5,5
-
808% 98,0
100% 6,9
-14% -125,4
5,5
-19% 4,2
22% 1,4
5% -0,3
-1% 7,6
148% 1,6
698% 5,9
-
5513% 58,2
100% 0,0
-14% -102,3
>9999%
-0,0
188% -
12% -
-1% -
34% -
103% -0,1
560% -
0,1
2951% 14,1
100% -
-25% -14,1
2,5
0,2
-0,2
-0,2
0,1
-3,2
2,6
9% -
100% 80,0
103,0
-32% -187,8
187% -
2% -
-1% -
-1,0
-1,2
-98% -0,9
95% -
-
4908% -4,7
100% 0,0
-23% 7,6
12,6
3,5
-5,8
-10% 2,3
-35,4
9,7
16,8
17,3
-29% 63,5
100% -168,7
4% 81,1
>9999%
-0,0
48% -1,3
-11% 2,6
3% 0,0
-66% -1,4
915% 0,8
812% 2,3
54% -
497% 94,9
-10% -
19% -100,9
-39% 0,4
24% 0,3
1% -
-68% 27,5
-1,4
223% 14,4
6,7
>9999%
0,1
28,8
141,8
-28% -219,6
100% 5,0
1619% 9,2
2% -1,3
-0,4
137% 42,8
0,2
100% -
202% 5,4
100% 51,5
63% -225,2
-80% 87,4
100% -0,1
790% 2,6
-6% -2,4
-1% -0,8
43% 5,5
2% -0,0
23,4
652% 0,8
393% 65,5
-17% -
36% -97,4
1,5
138% 18,4
-11% 2,1
-6% -3,2
65% 2,1
-11,5
100% 3,5
130% 0,3
1124% 86,2
45,9
-16% -154,6
2958% 4,8
2669% 15,2
8% 7,5
-7% 2,0
30% -7,8
-96% -2,7
390% 70,1
5% 2,2
781% 329,8
51% 28,4
-19% -455,7
375% -
154% -9,0
12% 9,3
3% 0,5
-25% -0,4
-66% -
>9999%
18% 0,5
4184%
8,3
12,9
100% -
-28% -21,0
151%
3%
-6%
-
804%
100%
1108%
-
-19%
-
seminativi (% incr)
altri usi e vegetazioni (% incr)
cascine e insediamenti agricoli (% incr)
terreni degradati, incolti e cave (% incr) 3,6 100% 0,1
cantieri (% incr) 2,2 4634%
91
Pero Peschiera B. Pieve Emanuele Pioltello Pregnana M. Rho Rodano Rosate Rozzano S. Donato M.
92
11,9
-0,0
4,8
1,0
0,9
46% 137,3
116,3
46% 3,5
17,6
-1% 64,2
271% 5,1
63% 45,8
32% -2,8
23% 1.415,9
19% 67,0
21% 4,4
28% 0,1
4% 2,0
55% -
-4% 3,1
91% 426,5
5% 66,4
7% 0,3
1% -1,3
30% 2,1
-1,0
36% 0,5
57% 423,2
16% 18,6
1% 6,0
-4% -
11% 1,1
-27% 0,3
30% 0,3
74% 689,5
4% 31,0
48% 4,8
48% 3,3
-0,3
184% 0,3
14% 0,6
>9999%
1,5
77% 63,8
4% 24,8
18% 6,6
0,1
14% 5,5
74% 1,0
-79% -
612% 2,0
25% -0,0
9% -
13% 1.437,4
39% 131,1
36% 18,0
45% 3,2
348% 10,6
6% 4,3
3,7
115% -0,7
-5% 3,4
0,8
61% 845,2
9% 152,6
16% 2,1
11%
16% 1,0
26% 1,2
13% -1,0
-8% -1,0
36% 1,9
8% 0,4
65% 312,0
18% 28,7
1% -0,5
1% -4,7
74% 4,1
-1% 4,5
-13% 1,8
>9999%
-
15% -
24% 61,6
9% 16,2
-2% 9,0
-17% 8,9
179% 508% 0,1 -
202% 0,7
0,1
0,1
13% 201,2
26% 40,4
126% 26,8
139% 22,6
16% 4,2
-
170% 18,3
188% 1,2
38% 0,5
9% 1.093,1
20% 40,9
199% 14,3
182% 14,3
404%
0,0
200% 6,8
147% 0,0
318% 7,5
85% 1.712,3
4% 68,2
54% 14,0
2% 0,4
100% 0,9
12% 0,3
138% 0,7
92% 441,4
4% 62,5
26% 19,5
5,3
26% 6,6
7,7
101% -2,1
35% 1,6
6% 2,2
27% 0,5
36% 578,5
14% 88,5
45% 45,6
820% 46,4
42% -1,4
29% 0,7
-25% 2,5
12% 12,2
36% 1,6
14% 0,4
45%
15%
106%
229%
-18%
5%
27%
184%
61%
28%
20%
0,3 1%
-
7% 4,4 7% -1,4 -4% 6,0
43%
1,4 85%
54% 14,0
residenziale (% incr)
11,9
8% 800,7
industria (% incr)
38,2
51% 4.225,9
infrastutture (% incr)
493,4
area urb interna al PASM: diff. 1999-2009 (% incr)
servizi e impianti (% incr)
Paullo
area urb interna aree di collegamento: 1999-2009 (% incr)
Pantigliate
area urb interna alla cintura metr: diff. 1999-2009 (% incr)
Opera
area urb interna ai PCU: diff. 1999-2009 (% incr)
Noviglio
area urb interna al PASM 2009 (% saturazione)
Milano
area interna al PASM (% su sup. comunale) Melzo
0,6
boschi/pioppeti (% incr)
parchi e giardini (% incr)
orti, vivai e frutteti (% incr)
prati e marcite (% incr)
risaie (% incr)
seminativi (% incr)
5,2
0,7
-
1,5
1,2
-
208,3
-
-223,6
35% 5,0
6% -13,5
-18,6
87% -11,4
100% -2,0
112,9
>9999%
197,4
221,1
-50% -623,2
205% -3,6
2% 0,1
9% 2,6
-6% -1,2
-13% 0,6
-39% 2,8
-1% 5,5
108% -
234% 57,2
44% -71,2
-27% 2,0
-61% 1,2
10% -1,2
11% -
-6% 0,6
2% -2,0
-
821% 1,1
3,0
3949% 5,6
-7% 37,4
1% -46,1
425% -0,1
-54% 5,9
-1,5
3% -0,4
-63% -
6,1
164% -
116% -
270% -0,7
28% -
-25% -11,1
0,7
717% 1,9
-16% 0,9
-4% 22,8
0,5
100% -0,8
9,8
0,4
-24% 80,8
-
-3% -118,3
100% 3,6
647% 1,0
6% -
44% -3,1
38% -0,6
-50% 1,9
>9999%
146% -
>9999%
-
6,6
-
-19% -11,4
100% 0,2
7% 6,1
4,4
-26% 17,2
-31% 5,2
100% 7,5
0,4
8,2
512% 48,8
2,7
-41% -108,0
5% 0,7
25% -0,4
16% 1,4
16% 5,0
30% 9,5
127% 2,8
2% -
712% 3,4
115% 9,0
100% 87,0
-10% -118,8
100% -0,7
-49% -6,2
13% -
8% 3,8
161% -1,2
151% -0,7
15,6
85% 1,0
1176% 15,9
72% 0,1
-24% -34,0
-95% 0,0
-30% 8,4
-0,4
8% 1,5
-25% 1,7
1,4
100% -
100% -
2458% 12,1
100% -
-15% -25,7
100% 1,4
177% 4,0
-23% 1,4
14% -2,9
56% 7,5
100% -6,4
0,7
0,0
8740% 18,3
-
-64% -44,0
100% 0,1
487% 0,1
55% -0,3
-9% 0,1
190% -17,7
0,7
100% 40,3
1% 3,3
251% 148,2
55,0
-32% -244,1
100% -
7% 1,8
-2% 9,8
0,9
-22% -29,8
46% 1,6
672% 3,1
20% -
4972% 119,2
100% -115,8
-26% 6,9
8,2
92% 8,3
24% 0,9
3% 19,0
-61% 1,2
2977% -1,7
231% 5,2
11,8
>9999%
-9% 105,3
3% -171,3
8856% 7,0
164% 21,5
14% 0,3
46% 10,5
14% 1,7
-57% -2,3
21% 28,7
174% 1,3
68% -7,7
>9999%
74,1
-58% -151,8
2321%
249%
2%
27%
8%
-30%
>9999%
11%
-36%
100%
-35%
cespuglieti (% incr)
altri usi e vegetazioni (% incr)
cascine e insediamenti agricoli (% incr)
terreni degradati, incolti e cave (% incr) 0,1 3% 1,5
cantieri (% incr) 0,0 100% 18,5
11,1
93
Segrate Settala Settimo M. Trezzano s/N Tribiano Vanzago Vermezzo Vernate Vignate Vittuone Vizzolo P. Zelo Surrigone Zibido S. Giacomo Totale Comuni
94
area urb interna aree di collegamento: 1999-2009 (% incr)
area urb interna alla cintura metr: diff. 1999-2009 (% incr)
3,3
4,6
14,0
-
0,6
23% 20,4
52% -
14% -
19% 4,1
0,8
2% 0,6
62% 235,4
11% 70,9
64% 15,4
64% 0,0
-
-0,2
327% 6,2
26% 1,8
8% 0,0
14% 1.332,3
30% 73,1
28% 6,2
10% 6,2
-
2,1
73% 0,0
48% 4,2
1% 1,3
76% 518,3
5% 35,2
9% 10,7
10% 5,4
5,1
10% 2,5
100% 2,9
87% 0,3
16% 1,6
48% 553,8
7% 28,6
43% 9,1
23% 9,9
541% -0,8
68% 0,0
69% 0,2
5% -
81% 1,2
51% 484,0
5% 54,5
47% 4,7
55% 4,7
-56% 0,0
1% 0,4
34% -0,1
0,7
25% 1,6
70% 152,8
11% 20,2
9% 14,3
9% 14,3
33%
1% -
0,1
31% -
11% 0,3
25% 489,9
13% 20,5
241% 3,2
241% 3,2
0,0
100% -
0,5
35% 1,0
80% 1.314,2
4% 45,3
19% 8,6
19% 8,6
2% 4,2
0,0
865% 1,4
57% 0,5
90% 557,8
3% 37,6
23% 12,8
23% 12,8
227% -
3% 10,4
14% 0,5
4% 1,5
64% 284,1
7% 17,3
52% 3,9
52% 0,8
3,1
-
227% -0,4
17% 0,3
168% -0,1
48% 446,8
6% 54,9
29% 7,9
8% 4,6
129% 3,3
2,6
1,3
542% 0,5
-1% 0,4
78% 399,4
12% 11,3
17% 1,6
35% 1,6
10%
9% 0,1
27% -
144% 0,1
19% -0,0
90% 2.155,3
3% 108,7
17% 6,8
17% 6,8
9% 0,3
-1,4
194% 0,5
-4% 0,6
88% 47.014,0
5% 3.888,1
7% 824,4
203,4
7% 512,3
108,7
35% 132,3
-5% 136,6
13% 99,6
7% 41,8
54%
8%
27%
27%
25%
46%
18%
32%
41%
11%
15,4 28%
0,1 65%
residenziale (% incr)
37,4
25%
industria (% incr)
8,0
25% 20,4
infrastutture (% incr)
48,6
11% 52,3
servizi e impianti (% incr)
246,3
74% 481,8
area urb interna ai PCU: diff. 1999-2009 (% incr)
2.279,2
area urb interna al PASM: diff. 1999-2009 (% incr)
area urb interna al PASM 2009 (% saturazione)
Sedriano
area interna al PASM (% su sup. comunale) S. Giuliano M.
risaie (% incr)
seminativi (% incr)
-0,9
-6,0
23,5
-2,3
3,2
3,9
113,3
120,0
-304,3
-2% 7,0
-10% 3,3
274% -1,0
-44% 1,2
37% 11,7
33% -
860% 72,3
56% -
-17% -107,8
100% 2,7
269% 4,9
39% -
16% 0,9
-13% -3,7
100% -
>9999%
-0,5
-4,3
5509% 1,0
-
-27% -8,8
85% -3,2
549% -1,3
3,1
1% -3,2
5,0
0,8
-1% 49,1
-830% 12,3
80% 169,5
72,7
-21% -312,4
-70% 2,2
-17% 1,2
14% -
-13% 1,8
36% 4,1
682% 0,3
1505% -1,4
129% 0,1
1046% 60,1
100% 6,6
-26% -82,3
100% 3,3
19% 5,1
-0,7
3% 7,6
1056% -32,3
35% 1,1
-35% 0,7
1% 16,0
1882% 59,5
100% -11,0
-20% -50,7
>9999%
0,1
113% 1,8
-12% 0,3
33% 0,2
-58% -0,9
47% -0,4
383% -
1146% 0,6
2326% 25,1
-9% 30,5
-16% -59,8
100% 0,0
168% 13,4
17% 0,5
2% -0,6
-35% 0,2
-22% -5,9
-
100% -
907% 14,2
100% -
-14% -22,0
100% 2,4
485% -1,6
22% 0,9
-4% -0,7
26% 2,3
100% 1,0
1,6
0,6
100% 74,8
42,2
-18% -125,0
881% 0,1
0,5
7% 1,9
-5% -0,4
657% 3,5
100% -3,7
1933% 17,8
100% 3,5
1408% 25,8
25% 390,0
-44% -444,9
100% -0,9
417% -1,4
16% 2,8
-1% -0,6
6% -4,5
-72% 0,4
>9999%
100% 0,5
3285% 133,7
75% 8,5
-67% -170,4
-86% -
-97% 2,9
21% 1,1
-12% 8,2
-22% 0,7
117% 0,4
>9999%
4,0
20% -
4687% 29,2
100% -
-34% -46,4
-0,6
100% 3,7
12% -
38% 0,1
85% -0,8
100% 0,9
100% -
-1,7
1156% 37,4
18,7
-19% -62,4
-78% 0,3
1329% 0,7
0,5
1% -
-9% 2,7
100% -
0,1
100% 0,4
4226% 51,3
100% 75,6
-17% -131,7
100% -
1054% 6,0
7% 0,8
10,7
267% -4,7
8,4
100% 9,8
100% -0,1
>9999%
115,1
36% 317,4
-75% -463,4
131,4
31% 178,8
2% 103,8
10% 92,8
-14% 1,7
412% 4,7
434% 417,9
-7% 215,3
1718% 3.656,2
32% 2.803,5
-50% -8.016,4
322%
56%
11%
5%
-
3%
109%
69%
1032%
28%
-27%
cespuglieti (% incr)
prati e marcite (% incr)
orti, vivai e frutteti (% incr)
parchi e giardini (% incr)
boschi/pioppeti (% incr)
altri usi e vegetazioni (% incr)
cascine e insediamenti agricoli (% incr)
terreni degradati, incolti e cave (% incr) 13,1 250% 4,5
cantieri (% incr) 17,3 2708% 3,3
19,7
95
Arluno Assago Bareggio Basiglio Binasco Bubbiano Buccinasco Calvignasco Carpiano Casarile Cassina deâ&#x20AC;&#x2122; Pecchi Cernusco s/N Cerro al Lambro
190,4
125,9
155,3
29,4
0,7
0,8
20,7
-0,7
0,1
12,7%
66,1%
81,6%
23,3%
18%
100%
47%
-5%
25%
1.217,3
390,1
525,8
135,7
5,6
31,6
14,3
-
9,4
98,2%
32,0%
43,2%
34,8%
37%
119%
12%
-
38%
457,7
324,3
382,9
58,6
6,5
9,3
29,9
-
-
55,8%
70,8%
83,7%
18,1%
10%
21%
26%
-
-
480,7
322,6
344,1
21,5
2,8
0,4
4,9
0,1
3,0
42,7%
67,1%
71,6%
6,7%
23%
59%
5%
1%
31%
225,6
121,3
139,3
18,0
10,8
-
-1,3
-
-0,4
26,4%
53,8%
61,8%
14,9%
58%
-
-31%
-
-1%
218,1
149,5
169,9
20,5
1,9
-0,1
7,8
-
-
56,9%
68,5%
77,9%
13,7%
22%
-1%
22%
-
-
50,1
38,8
46,3
7,5
-
-
-4,0
-
3,9
16,9%
77,5%
92,4%
19,3%
-
-
-43%
-
105%
555,3
432,8
445,2
12,4
4,0
5,0
14,3
-
-
46,4%
77,9%
80,2%
2,9%
13%
22%
10%
-
-
63,5
44,5
50,0
5,5
0,4
-0,1
-
-
34,3%
70,1%
78,8%
12,3%
39%
-5%
-
-
-
152,4
82,3
133,8
51,5
1,2
1,4
24,6
-
0,6 100%
8,9%
54,0%
87,8%
62,6%
22%
389%
75%
-
132,3
87,0
109,3
22,3
0,8
-
6,6
-
-0,8
18,1%
65,8%
82,6%
25,6%
17%
-
21%
-
-33%
396,1
266,7
306,4
39,6
4,0
-
7,0
-
-
56,0%
67,3%
77,4%
14,9%
22%
-
10%
-
-
1.323,3
689,5
753,6
64,1
16,3
-1,5
7,7
-0,3
2,6
99,4%
52,1%
56,9%
9,3%
17%
-12%
4%
-1%
12%
185,7
123,7
145,1
21,4
0,3
0,7
7,1
-
-
18,3%
66,6%
78,1%
17,3%
3%
10%
35%
-
-
Tab. 2. Superfici, espresse in ettari, delle porzioni di territorio comunale esterno ai confini del Parco Sud e delle aree urbanizzate al loro interno (grado di saturazione) al 1999 e al 2009. Evoluzione delle quantitĂ di suolo usato per funzione e loro percentuali di incremento tra 1999 e 2009 (elaborazioni da dati: Dusaf e Regione Lombardia)
96
residenziale rado (% incrementi)
residenziale denso (% incrementi)
industria (% incrementi)
infrastutture (% incrementi)
servizi e impianti (% incrementi)
area urb esterna al PASM: diff. 1999-2009 (% incrementi)
area urb esterna al PASM 2009 (% saturazione)
area urb esterna al PASM 1999 (% saturazione)
area esterna al PASM (% su sup. comunale) Albairate
3,2
-
-
-0,6
-
1,6
-
100%
-
-
-41%
-
26%
-
6,3
-2,2
3953% -100%
seminativi (% incrementi)
risaie (% incrementi)
-1,5 -41%
prati e marcite (% incrementi)
orti, vivai e frutteti (% incrementi)
parchi e giardini (% incrementi)
cespuglieti (% incrementi)
boschi/pioppeti (% incrementi)
altri usi e vegetazioni (% incrementi)
cascine e insediamenti agricoli (% incrementi)
terreni degradati, incolti e cave (% incrementi)
cantieri (% incrementi)
residenziale discontinuo e sparso (% incrementi) 6,1 11%
-34,5 -67%
18,3
19,0
36,2
1,3
-5,0
-11,4
-0,1
-1,5
5,6
86,2
-
-209,4
17%
187%
102%
7%
-12%
-24%
-2%
-13%
157%
833%
-
-30%
15,8
9,7
-12,6
-
-0,8
-5,8
0,8
1,1
-1,0
-4,0
-15,5
-33,4
24%
68%
-61%
-
-12%
-50%
40%
6%
-23%
-38%
-56%
-64%
4,9
4,0
1,4
-
-
-0,7
-
-2,0
-
11,5
-
-30,3
3%
609%
32%
-
-
-7%
-
-8%
-
249%
-
-26%
3,7
0,7
4,5
-
-3,6
1,5
-7,4
-0,5
-
1,3
2,2
-11,6
7%
100%
70%
-
-17%
21%
-100%
-1%
-
34%
261%
-78%
3,5
5,2
1,9
0,2
-
-3,8
-0,2
4,5
0,7
0,7
-7,1
-15,2
5%
219%
140%
9%
-
-37%
100%
86%
100%
15%
-73%
-45%
4,9
4,8
-2,2
-
-
0,0
-
-
-
1,3
-
-8,7
45%
144%
-90%
-
-
64%
-
-
-
100%
-
-85%
18,4
-23,9
-5,4
-
-1,3
-0,5
0,9
10,8
0,1
7,4
-0,1
-29,7
11%
-88%
-26%
-
-10%
-11%
100%
21%
3%
266%
-82%
-63%
0,8
1,4
2,9
-
-
0,2
-
-
-
0,1
4,3
-10,2
5%
100%
100%
-
-
100%
-
-
-
100%
95%
-76%
16,9
11,6
-4,8
-
-0,7
-0,4
-
0,8
-
5,6
4,7
-61,5
58%
243%
-50%
-
-84%
-72%
-
38%
-
100%
2858%
-92%
4,7
12,5
-1,5
-
-0,3
-1,8
-
2,0
-
9,2
-
-31,4
12%
768%
-51%
-
-9%
100%
-
77%
-
1432%
-
-90%
21,0
-3,5
12,5
-1,3
-0,8
0,2
-0,6
1,3
-1,2
20,1
-
-58,5
15%
-27%
515%
-27%
-47%
9%
100%
7%
-24%
572%
-
-59%
26,7
11,5
3,4
-2,2
-2,7
2,7
9,6
20,5
20,2
134,8
-
-249,3
11%
224%
8%
-8%
-9%
8%
232%
60%
39%
577%
-
-55%
11,6
1,9
-
-0,2
-
-0,4
-2,4
0,6
0,3
0,7
-
-20,3
16%
104%
-
-5%
-
-94%
-100%
12%
100%
12%
-
-44%
97
Cisliano Colturano Corbetta Cornaredo Corsico Cusago Dresano Gaggiano Gorgonzola Gudo Visconti Lacchiarella Liscate Locate Triulzi Mediglia Melegnano
98
residenziale rado (% incrementi)
residenziale denso (% incrementi)
industria (% incrementi)
infrastutture (% incrementi)
servizi e impianti (% incrementi)
area urb esterna al PASM: diff. 1999-2009 (% incrementi)
area urb esterna al PASM 2009 (% saturazione)
area urb esterna al PASM 1999 (% saturazione)
area esterna al PASM (% su sup. comunale) Cesano Boscone
305,4
233,3
265,0
31,7
-5,7
-0,8
17,1
-
5,1
77,0%
76,4%
86,8%
13,6%
-13%
-16%
33%
-
4343%
156,2
98,4
124,7
26,3
3,8
0,1
-
-
-1,2
10,6%
63,0%
79,8%
26,7%
88%
3%
-
-
-15%
67,1
55,0
56,2
1,3
-
0,3
-
-
-
15,9%
81,9%
83,8%
2,3%
-
38%
-
-
-
775,6
350,8
428,8
78,0
8,5
-
18,7
-0,2
11,6
41,4%
45,2%
55,3%
22,2%
36%
-
23%
-1%
31%
582,5
393,5
426,1
32,6
2,8
6,0
11,9
-
0,3
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-
22%
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-2%
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-
30%
-
-3%
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19%
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1%
-1%
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-
33%
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192,1
121,4
151,2
29,8
1,5
1,2
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-
-0,6
15,6%
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18%
18%
-5%
-
-100% -
328,6
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4,0
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-
15,0%
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-10%
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-
-
326,7
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0,3
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14%
-
1%
-5%
seminativi (% incrementi)
risaie (% incrementi)
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parchi e giardini (% incrementi)
cespuglieti (% incrementi)
boschi/pioppeti (% incrementi)
altri usi e vegetazioni (% incrementi)
cascine e insediamenti agricoli (% incrementi)
terreni degradati, incolti e cave (% incrementi)
cantieri (% incrementi)
residenziale discontinuo e sparso (% incrementi) 11,6
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1,1
-2,4
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-0,1
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-18,9
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104%
-
45%
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-
-0%
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100%
-
-71%
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-
-
-
-
0,8
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-
-
-
-
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-
-
-
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282%
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-34%
-
-
-
-
100%
100%
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505%
369%
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-29%
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-42,8
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-
-8%
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2540%
-2%
-14%
138%
-
-41%
5,0
12,2
4,4
-
-0,9
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-2,9
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-9,5
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-0,5
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-6%
-100%
100%
9%
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-71%
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-4%
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-56%
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-57%
10,0
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-
-
-
-
0,2
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-53%
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-
-
-
12%
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100%
-50%
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-0,4
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-83%
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59%
100%
-6%
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-2,0
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-
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-
-
-
45%
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201%
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8%
-40%
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3,2
-2,4
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-0,2
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-
-54,5
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100%
100%
-99%
-51%
-13%
-100%
192%
100%
249%
-
-60%
9,5
1,7
18,9
-0,4
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-
-
-0,8
-
1,7
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25%
100%
-81%
-
-
-
-6%
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100%
-70%
21,2
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-0,3
-
-
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16,7
-
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-48%
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-
157%
100%
375%
-
-32%
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-
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-6%
-11%
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-9%
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358%
-
-68%
99
Milano Noviglio Opera Pantigliate Paullo Pero Peschiera B. Pieve Emanuele Pioltello Pregnana M. Rho Rodano Rosate Rozzano S. Donato M.
100
residenziale rado (% incrementi)
residenziale denso (% incrementi)
industria (% incrementi)
infrastutture (% incrementi)
servizi e impianti (% incrementi)
area urb esterna al PASM: diff. 1999-2009 (% incrementi)
area urb esterna al PASM 2009 (% saturazione)
area urb esterna al PASM 1999 (% saturazione)
area esterna al PASM (% su sup. comunale) Melzo
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362,4
387,6
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2,5
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13%
7%
0%
-100%
13.949,6
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11.890,2
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82,7%
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1%
2%
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1%
-18% -
144,1
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-
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-
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-
-28%
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100%
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-15%
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-
109%
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-
140%
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-
-0,8
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14%
9%
7%
-
-10%
1.009,6
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32%
5%
3%
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223,2
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53,0
-0,8
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18,1
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2.040,4
1.061,5
1.357,9
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-
-
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-
-
-
154,7
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-0,3
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-
8,3%
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-
786,0
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5%
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35%
704,0
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559,7
32,0
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-
54,9%
75,0%
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-
1,1
1,1
26,0
-
-48,9
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103%
-
-
-57%
seminativi (% incrementi)
-0,3
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risaie (% incrementi)
prati e marcite (% incrementi)
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-
boschi/pioppeti (% incrementi)
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11,4 524%
cantieri (% incrementi)
orti, vivai e frutteti (% incrementi)
altri usi e vegetazioni (% incrementi)
cascine e insediamenti agricoli (% incrementi)
residenziale discontinuo e sparso (% incrementi) 1,5 1% 84,3
420,6
71,4
6,1
-16,7
-58,8
-79,3
156,8
-31,4
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-4,2
-371,5
5%
289%
30%
22%
-21%
-67%
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-28%
51%
-11%
-48%
14,9
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2,0
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-
-
-0,4
4,0
-
3,2
7,4
-29,8
28%
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100%
-
-
-100%
127%
-
91%
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-
-0,2
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14,9
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-
-7%
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-100%
539%
-58%
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-
-1,5
-
2,4
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-
-28,6
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-54%
-35%
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-
-47%
-
91%
100%
-71%
-
-73%
-1,1
4,4
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-
-0,6
-
-
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-
-28,8
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1022%
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-
-18%
-
-
70%
1904%
160%
-
-50%
0,7
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-
1,3
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-
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-
15%
-72%
-
72%
-23%
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-
-79%
20,5
30,9
11,5
-1,2
-2,7
2,8
-3,7
-6,5
-0,2
5,0
-
-112,4
12%
417%
100%
-18%
-27%
48%
-53%
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38%
-
-71%
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5,7
4,8
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-2,1
-0,2
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2,0
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-37,1
3%
1309%
23%
5%
-25%
-16%
-15%
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37%
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118%
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11,4
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2,6
-0,9
-0,8
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33,8
-
-195,8
-4%
2289%
118%
57%
37%
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63%
128%
-
-45%
3,7
7,5
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0,2
1,1
-11,0
1,0
-
4,1
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-
-84,8
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2683%
86%
7%
14%
-36%
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-
119%
1108%
-
-57%
7,4
19,8
32,9
-0,6
-3,9
-32,0
11,7
11,1
15,2
70,9
-
-369,2
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239%
123%
-4%
-12%
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19%
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-
-50%
-
4,3
1,4
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-
-2,3
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2,1
-
-1,0
-
-8,9
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100%
100%
-
-
-19%
-
40%
-
-13%
-
-43%
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-
-0,0
-1,2
-0,1
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-71%
-87%
-
-3%
-75%
-21%
5%
-100%
145%
-87%
-9%
19,2
0,4
0,5
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-3,6
-14,5
-0,3
18,2
-2,7
-7,9
-
-38,2
11%
3%
2%
-49%
-17%
-71%
-19%
23%
-37%
-50%
-
-47%
0,7
-6,0
8,8
-
-0,1
-1,8
-16,0
10,0
-0,5
-6,8
0,4
-17,2
1%
-31%
117%
-
-2%
-13%
-100%
19%
-12%
-27%
100%
-30%
101
Sedriano Segrate Settala Settimo M. Trezzano s/N Tribiano Vanzago Vermezzo Vernate Vignate Vittuone Vizzolo P. Zelo Surrigone Zibido S. Giacomo Totale Comuni
102
residenziale rado (% incrementi)
industria (% incrementi)
residenziale denso (% incrementi)
infrastutture (% incrementi)
servizi e impianti (% incrementi)
area urb esterna al PASM: diff. 1999-2009 (% incrementi)
area urb esterna al PASM 2009 (% saturazione)
area urb esterna al PASM 1999 (% saturazione)
area esterna al PASM (% su sup. comunale) S. Giuliano M.
780,3
596,5
668,5
71,9
7,5
1,5
19,3
6,5
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25,5%
76,5%
85,7%
12,1%
22%
5%
6%
8%
64%
297,8
183,0
207,7
24,8
5,0
2,0
1,5
-
0,3
38,2%
61,4%
69,8%
13,5%
42%
52%
4%
-
5%
1.489,9
933,4
1.052,2
118,8
13,6
4,2
19,5
1,3
3,6
86,4%
62,7%
70,6%
12,7%
8%
2%
8%
2%
41%
415,2
267,6
306,6
39,0
1,0
-
15,2
0,2
-
23,8%
64,5%
73,8%
14,6%
11%
-
9%
2%
-
563,6
392,2
432,5
40,4
6,8
-
18,1
-
-
52,1%
69,6%
76,7%
10,3%
16%
-
10%
-
-
525,9
460,5
487,2
26,8
-
1,2
11,0
-
-0,3
48,7%
87,6%
92,7%
5,8%
-
5%
5%
-
-8%
211,3
134,8
167,9
33,1
1,7
-0,4
12,6
-
-
30,4%
63,8%
79,5%
24,5%
33%
-100%
15%
-
-
460,1
145,2
167,8
22,6
1,9
-
5,1
-
1,1
75,1%
31,6%
36,5%
15,6%
18%
-
33%
-
5%
123,1
85,3
95,7
10,5
2,4
-
5,1
-0,6
-1,2
20,1%
69,3%
77,8%
12,3%
134%
-
27%
-9%
-12%
153,6
92,8
109,7
16,9
1,1
-
1,4
-
3,4
10,5%
60,4%
71,4%
18,2%
45%
-
4%
-
35%
309,2
184,3
244,4
60,2
2,7
6,6
43,8
1,6
-0,8
35,7%
59,6%
79,1%
32,7%
20%
77%
58%
6%
-18%
313,2
198,2
243,9
45,7
0,8
-2,6
19,2
-
10,5
52,4%
63,3%
77,9%
23,1%
6%
-38%
27%
-
153% -
124,6
95,7
105,4
9,8
1,6
-
-0,4
-
21,8%
76,8%
84,6%
10,2%
11%
-
-2%
-
-
44,2
27,1
35,8
8,7
0,3
-
0,5
-
-
10,0%
61,3%
81,0%
32,0%
82%
-
31%
-
-
304,1
179,8
204,9
25,1
3,9
-1,1
6,7
-
1,2
12,4%
59,1%
67,4%
14,0%
89%
-9%
9%
-
14%
39.601,2
27.337,2
30.108,5
2.771,3
245,3
175,6
558,2
50,3
64,3
45,7%
69,0%
76,0%
10,1%
6%
6%
8%
1%
9%
seminativi (% incrementi)
risaie (% incrementi)
prati e marcite (% incrementi)
orti, vivai e frutteti (% incrementi)
parchi e giardini (% incrementi)
cespuglieti (% incrementi)
boschi/pioppeti (% incrementi)
altri usi e vegetazioni (% incrementi)
cascine e insediamenti agricoli (% incrementi)
terreni degradati, incolti e cave (% incrementi)
cantieri (% incrementi)
residenziale discontinuo e sparso (% incrementi) 14,1
4,1
9,3
-0,6
-1,3
-4,4
-1,6
12,3
3,5
7,9
-
-88,3
13%
77%
68%
-66%
-38%
-61%
-100%
38%
61%
98%
-
-70%
3,9
10,9
1,2
-0,2
-0,8
-2,0
1,7
0,7
0,1
23,8
-
-48,2
4%
1312%
41%
-8%
-27%
-47%
100%
7%
6%
6166%
-
-50%
5,3
69,4
1,8
-
-
8,8
-4,0
-31,8
-0,7
12,8
-
-104,1
2%
1387%
4%
-
-
30%
-19%
-23%
-28%
104%
-
-34%
17,6
-3,2
8,2
-
-0,9
-0,7
1,5
6,8
10,2
16,5
-
-72,7
23%
-100%
196%
-
-31%
-9%
194%
103%
3714%
111%
-
-63%
8,9
5,7
2,2
-1,2
-0,1
1,1
1,0
-21,0
0,1
36,3
-
-57,7
10%
100%
52%
-37%
-1%
69%
100%
-33%
16%
1895%
-
-64%
15,4
2,5
-1,6
-1,3
-0,3
-
-2,8
-7,0
-0,7
0,4
-3,1
-13,2
9%
38%
-24%
-64%
-8%
-
-100%
-40%
-39%
9%
-91%
-47%
16,5
1,7
3,7
-2,8
-
-
-3,2
3,6
-
-0,3
-
-33,2
71%
19%
75%
-36%
-
-
-80%
149%
-
-4%
-
-56%
12,7
-6,5
7,6
0,7
1,7
0,6
-
1,5
3,0
20,2
-
-49,6
17%
-55%
4570%
18%
9%
1%
-
23%
100%
1364%
-
-21%
9,1
-4,5
-
0,2
0,3
-0,1
-
1,3
-0,2
4,1
-13,9
-2,0
23%
-61%
-
20%
32%
-17%
-
31%
-24%
539%
-98%
-13%
8,6
2,5
-0,2
0,1
-
-4,4
3,7
4,6
0,3
-0,4
-8,6
-12,1
26%
272%
-10%
26%
-
-87%
722%
356%
24%
-4%
-63%
-43%
6,7
-1,6
1,5
-0,4
-1,6
-2,7
-
4,0
-0,3
10,8
-
-70,2
16%
-15%
47%
-46%
-51%
-84%
-
89%
-25%
331%
-
-64%
2,2
7,8
10,0
-2,3
-
-3,5
11,7
1,7
-
-1,4
-
-54,3
3%
100%
616%
100%
-
-18%
100%
10%
-
-10%
-
-84%
1,6
0,3
6,7
-
-
-0,4
-
-0,8
-
1,1
-
-9,7
3%
78%
308%
-
-
-29%
-
-55%
-
319%
-
-38%
0,5
8,6
-1,2
-
-
-
-
-
-
1,1
6,3
-16,1
2%
100%
100%
-
-
-
-
-
-
100%
649%
-100%
13,2
-
1,1
-
1,5
-1,7
-0,4
-1,6
0,5
7,8
33,5
-64,7
20%
-
13%
-
21%
-73%
-43%
-19%
100%
170%
263%
-73%
626,5
734,0
324,1
-7,0
-44,6
-195,2
-86,2
316,5
46,2
832,0
-81,7
-3.558,4
9%
171%
49%
-3%
-8%
-31%
-45%
14%
16%
168%
-17%
-48%
103
Basiglio Binasco Bubbiano Buccinasco Calvignasco Carpiano Casarile Cassina deâ&#x20AC;&#x2122; Pecchi Cernusco s/N
urb. diff. 1999-2009 (ha e %incr.)
famiglie 1999
famiglie 2009
suolo urbanizzato 2009 (ha)
61,1
1.603
1.874
37% 392,8
536,8
144,1
417,1
66,6
3.661
5.093
390,2
21,8
2.620
3.254
156,6
20,3
6.001
7.320
176,7
22,7
3.156
3.255
104,9
9,5
2.781
3.179
492,5
24,4
411
865
55,0
6,8
8.659
10.560
253,3
102,6
346
432
146,5
31,6
815
1.607
323,8
45,5
1.304
1.549
754,0
64,1
4.568
5.373
172,6
Cesano Boscone
239,9
205,8
33,2
10.429
12.888
38,2 16%
6.895
48
1.154
78
24.180
13
1.016
8
2.417
8
3.440
18
12.341
38
26.906
13
4.292
31
24.032
454 1.901 86 792 245 805 2.459 24%
1.498
1.921
19% 278,0
18
398
18%
9%
Cerro al Lambro
8.356
19%
16% 689,9
5
99
97%
27% 278,4
15.676
25%
68% 115,0
60
1.319
22%
14% 150,7
7.204
110%
5% 48,2
10
634
14%
10% 468,1
9.502
3%
15% 95,4
10
1.432
22%
15% 154,0
4.052
24%
6% 136,3
4
39%
19% 368,3
271 17%
37% 350,5
abitanti 1999
Bareggio
226,0
fam. 1999-2009 / urb. 1999-2009 (fam/ha)
Assago
165,0
fam. diff. 1999-2009 (% incr.)
Arluno
suolo urbanizzato 1999 (ha) Albairate
423 28%
8.881
10.049
1.168 13%
Tab. 3. consumo complessivo di suolo a livello comunale e suo rapporto con gli incrementi demografici (famiglie e abitanti) e delle imprese registrati tra il 1999 e il 2009 (elaborazioni da dati: Dusaf, Regione Lombardia, Istat)
104
11.444
1.942
13
646
787
20% 8.109
905
14
945
1.050
13% 17.180
1.504
69
1.100
1.184
10% 8.090
-266
-13
446
466
-3% 7.275
380
17
548
622
6% 2.189
1.035
108
82
103
90% 26.667
2.487
102
1.631
1.747
10% 1.153
137
20
81
87
13% 3.750
1.333
13
165
205
55% 3.844
404
13
257
259
12% 13.023
682
15
791
839
6% 30.599
3.693
58
1.904
2.158
14% 4.848
556
17
193
263
13% 23.776
-256 -1%
-7
1.387
1.419
uso cantieri 1999-2009 (ha e % incr.)
285
uso industriale 19992009 (ha e %incr.)
imprese 2009
264
uso residenziale 19992009 (ha e % incr.)
imprese 2001
10
manifatture 1999-2009 (%incr.)
ab. 1999-2009 / urb. 1999-2009 (ab/ha)
611 15%
imprese 1999-2009 (% incr.)
abitanti 1999-2009
abitanti 2009 4.663
21
-6
6,2
22,0
16,5
8%
-10%
9%
49%
455%
141
13
27,7
14,3
19,9
22%
11%
17%
12%
196%
105
11
15,9
29,9
13,3
11%
7%
23%
26%
93%
84
-35
8,5
7,1
4,0
8%
-13%
4%
7%
609%
20
4
3,3
-1,3
1,3
4%
18%
3%
-28%
100%
74
3
4,2
7,8
5,6
14%
3%
5%
22%
208%
21
2
9,3
-3,2
1,4
26%
18%
43%
-31%
20%
116
-17
18,1
14,8
-24,7
7%
-7%
9%
10%
-88%
6
-4
0,8
-0,1
1,5
7%
-24%
3%
-1%
>9999%
40
3
19,0
36,4
16,6
24%
19%
46%
103%
276%
2
-2
5,4
6,4
14,9
1%
-5%
11%
19%
608%
48
-15
22,2
9,3
-3,1
6%
-12%
15%
13%
-24%
254
-12
28,9
7,7
11,5
13%
-3%
10%
4%
224%
70
3
11,9
8,2
7,1
36%
13%
15%
28%
378%
32
-20
16,7
17,1
1,6
2%
-12%
14%
33%
16%
105
Corsico Cusago Dresano Gaggiano Gorgonzola Gudo Visconti Lacchiarella Liscate Locate Triulzi Mediglia Melegnano Melzo
106
urb. diff. 1999-2009 (ha e %incr.)
famiglie 1999
famiglie 2009
suolo urbanizzato 2009 (ha)
31,0
1.256
1.598
23% 70,6
74,3
3,8
485,9
88,2
640
791
499,0
61,9
5.169
7.011
404,5
12,2
7.733
8.462
230,5
30,5
14.170
15.437
84,2
5,4
1.162
1.372
334,4
41,8
820
1.196
367,8
30,9
3.136
3.775
66,7
8,9
6.857
8.184
420,4
119,1
477
658
244,8
51,4
2.876
3.497
244,5
61,0
1.276
1.631
331,5
55,3
3.419
4.126
274,0
9,0
3.390
4.916
425,8
37,1 10%
70
2.248
15
8.107
43
17.265
20
1.285
5
7.246
7
3.360
12
8.071
28
9.395
106
15.874
13
18.582
376 639 1.327 181 621 355 707 1.526 45%
6.730
7.685
3% 388,6
2.889
21%
20% 265,0
7
210
28%
33% 276,3
34.002
22%
27% 183,5
104
1.267
38%
40% 193,4
19.702
19%
15% 301,4
12
729
20%
9% 57,8
13.520
46%
14% 337,0
21
1.842
18%
7% 292,6
1.668
9%
15% 78,9
40
151
9%
3% 200,1
3.300
36%
14% 392,3
11
24%
22% 437,0
342 27%
5% 397,7
abitanti 1999
Cornaredo
167,7
fam. 1999-2009 / urb. 1999-2009 (fam/ha)
Corbetta
136,7
fam. diff. 1999-2009 (% incr.)
Colturano
suolo urbanizzato 1999 (ha) Cisliano
955 14%
7.558
8.050
492 7%
1.980
312
83
133
142
19% 16.889
3.369
38
898
1.001
25% 20.447
745
12
1.294
1.274
4% 34.080
78
6
2.233
2.332
0% 3.443
554
18
354
406
19% 2.939
691
129
165
169
31% 9.011
904
22
619
678
11% 19.312
2.047
66
1.044
1.207
12% 1.714
429
48
92
103
33% 8.343
1.097
9
499
649
15% 4.009
649
13
293
312
19% 9.477
1.406
12.075
2.680
23
434
484
48
513
598
29% 17.024
1.150
128
1.060
1.312
7% 18.373
-209 -1%
-3
-3
6,2
0,0
11,3
-1%
-9%
8%
0%
4299% -0,6
9
3
1,4
0,9
7%
12%
4%
4%
103
-8
35,1
20,7
10,7
11%
-5%
15%
25%
505%
-20
-36
7,5
12,6
13,0
-2%
-16%
3%
9%
1296%
99
-39
9,2
-14,4
12,1
4%
-12%
6%
-8%
917%
52
0
5,3
2,5
11,0
15%
0%
8%
3%
489%
4
-4
10,0
0,1
-3,1
2%
-14%
22%
1%
-53%
59
22
17,4
8,9
18,0
10%
15%
14%
12%
3106%
163
25
8,9
14,2
-3,3
16%
14%
5%
21%
-46%
11
-2
3,7
2,1
-0,4
12%
-14%
10%
36%
-80%
150
7
9,5
47,1
17,1
30%
9%
9%
41%
284%
10,8
35,6
2,5
-2%
23%
32%
1842%
19 6%
17%
-6
1.153
1.308
uso cantieri 1999-2009 (ha e % incr.)
255
uso industriale 19992009 (ha e %incr.)
imprese 2009
258
uso residenziale 19992009 (ha e % incr.)
imprese 2001
18
manifatture 1999-2009 (%incr.)
ab. 1999-2009 / urb. 1999-2009 (ab/ha)
570 17%
imprese 1999-2009 (% incr.)
abitanti 1999-2009
abitanti 2009 3.870
50
-7
8,6
-3,2
3,2
12%
-8%
14%
-7%
47%
85
-4
22,0
15,2
-6,0
17%
-7%
16%
48%
-41%
252
-15
9,3
0,0
-0,4
24%
-11%
7%
0%
-11%
155
4
0,0
9,1
11,4
13%
3%
0%
7%
525%
107
Noviglio Opera Pantigliate Paullo Pero Peschiera B. Pieve Emanuele Pioltello Pregnana M. Rho Rodano Rosate Rozzano S. Donato M. S. Giuliano M.
108
suolo urbanizzato 1999 (ha)
suolo urbanizzato 2009 (ha)
urb. diff. 1999-2009 (ha e %incr.)
famiglie 1999
famiglie 2009
fam. diff. 1999-2009 (% incr.)
fam. 1999-2009 / urb. 1999-2009 (fam/ha)
abitanti 1999
Milano
12.192,8
12.690,8
498,0
671.715
680.403
8.688
17
1.268.062
4% 142,6
162,5
19,9
1% 1.011
1.766
14% 309,5
322,5
13,0
5.255
6.021
4% 110,7
147,4
36,7
193,5
27,2
1.922
2.441
404,4
75,7
3.959
4.568
925,3
135,7
4.187
4.443
513,8
28,7
7.776
9.422
642,2
112,3
5.500
6.411
292,4
62,1
13.312
14.856
1.398,2
323,2
2.212
2.858
200,9
24,5
20.257
22.282
203,7
24,6
1.575
1.741
670,5
68,4
1.777
2.207
648,2
77,6
13.721
17.469
914,7
120,6 15%
256
3
10.393
1.646
12
20.126
911
32
16.078
1.544
14
32.664
646
10
5.956
2.025
6
50.652
166
7
4.448
430
17
4.534
3.748
55
37.126
17
31.949
22
31.532
27% 12.733
14.067
14% 794,1
10.143
24%
11% 570,6
22
11%
14% 602,1
609
10%
14% 179,0
5.196
29%
30% 176,4
14
12%
27% 1.075,0
519
17%
21% 230,4
13.396
21%
6% 529,8
59
6%
17% 485,0
766
15%
23% 789,6
2.868
27%
16% 328,7
38
15%
33% 166,2
755 75%
1.334 10%
12.728
15.404
2.676 21%
4.386
1.518
76
194
251
53% 13.751
355
27
1.084
1.056
3% 5.872
676
18
329
384
13% 10.995
852
31
539
598
8% 10.680
287
4
824
840
3% 22.673
2.547
19
1.367
1.539
13% 15.219
-859
-30
1.285
1.285
-5% 35.496
2.832
25
1.669
1.784
9% 6.824
868
14
357
392
15% 50.591
-61
-0
3.387
3.504
-0% 4.365
-83
-3
352
346
-2% 5.336
802
33
393
445
18% 41.007
3.881
57
2.269
2.449
10% 32.606
657
8
1.564
1.661
2% 36.448
4.916 16%
41
2.013
2.212
uso residenziale 19992009 (ha e % incr.)
uso industriale 19992009 (ha e %incr.)
14.561
-1.235
78,9
-228,2
439,1
10%
-6%
2%
-10%
284%
uso cantieri 1999-2009 (ha e % incr.)
manifatture 1999-2009 (%incr.)
150.948 165.509
3%
imprese 1999-2009 (% incr.)
ab. 1999-2009 / urb. 1999-2009 (ab/ha) 79
imprese 2009
abitanti 1999-2009 39.433
imprese 2001
abitanti 2009 1.307.495
57
2
18,0
-0,2
-7,7
29%
11%
29%
-2%
-76%
-28
-27
8,0
4,2
0,2
-3%
-13%
8%
4%
3%
55
-14
10,4
15,4
-2,3
17%
-29%
17%
62%
-55%
59
1
-0,6
10,0
5,1
11%
2%
-0%
73%
1187%
16
-19
6,6
3,8
17,8
2%
-12%
8%
2%
478%
172
-25
30,3
46,5
31,1
13%
-11%
16%
27%
266%
0
-73
2,6
12,4
6,4
0%
-18%
2%
8%
1479%
115
-51
1,6
50,4
25,6
7%
-21%
1%
32%
1362%
35
1
13,3
18,2
7,6
10%
2%
15%
17%
2695%
117
-43
13,7
172,9
21,1
3%
-8%
3%
54%
256%
-6
-4
7,6
0,0
4,4
-2%
-7%
7%
0%
100%
52
-4
8,8
5,7
-1,4
13%
-4%
11%
16%
-71%
180
-42
27,6
11,3
8,7
8%
-10%
13%
6%
58%
97
4
8,7
17,0
1,0
6%
2%
4%
20%
5%
199
-45
31,5
19,3
21,3
10%
-11%
13%
6%
359%
109
Trezzano s/N Tribiano Vanzago Vermezzo Vernate Vignate Vittuone Vizzolo P.
famiglie 1999
famiglie 2009
3.809
4.573
1.123,2
134,2
334,5
379,7
45,2
13.454
14.381
467,7
51,0
2.068
2.926
515,8
35,8
6.751
7.949
222,4
37,8
6.688
7.518
188,0
36,9
786
1.368
116,2
13,7
2.605
3.635
154,9
25,4
1.056
1.487
282,0
73,0
824
1.354
261,2
49,6
2.866
3.555
160,3
17,7
2.862
3.531
Zibido S. Giacomo
281,8
10,3
1.382
1.420
31,8
386
461
33.996,6
3.595,7 12%
2.073
28
6.582
31
2.898
21
2.192
9
7.729
13
7.456
2
4.016
7
1.032
22
5.264
17
1.987.005
1.030 431 530 689 669 38 75 19%
1.985
2.675
11% 30.400,9
15
582
3%
28% 313,6
18.544
23%
12% 47,1
23
830
24%
23% 142,6
17.226
64%
35% 211,6
23
1.198
41%
20% 209,0
5.656
40%
13% 129,5
19
858
74%
24% 102,5
33.277
12%
20% 151,1
7
927
18%
7% 184,6
9.960
41%
12% 480,0
17
7%
14% 416,7
764 20%
14%
36,8
110
urb. diff. 1999-2009 (ha e %incr.)
suolo urbanizzato 2009 (ha)
989,0
Zelo Surrigone
Totale Comuni
45,2 21%
abitanti 1999
Settimo M.
260,0
fam. 1999-2009 / urb. 1999-2009 (fam/ha)
Settala
214,9
fam. diff. 1999-2009 (% incr.)
Segrate
suolo urbanizzato 1999 (ha) Sedriano
690 35%
950.564
1.010.800
60.236 6%
33.916
639
5
2.301
2.308
2% 7.370
1.714
38
400
438
30% 19.270
2.044
40
1.508
1.626
12% 19.084
540
15
1.966
2.044
3% 3.215
1.142
30
145
193
55% 8.700
2.118
57
293
410
32% 3.854
956
70
211
238
33% 3.167
975
38
185
204
44% 8.867
1.138
16
486
560
15% 9.013
1.557
31
444
542
21% 3.968
-48
-3
271
256
-1% 1.187
155
15
95
103
15% 6.663
1.399
2.092.780
105.775 5%
48
-11
4,9
2,4
14,2
8%
-11%
4%
6%
1717%
7
-36
10,3
21,3
72,1
0%
-13%
3%
9%
884%
38
5
19,1
19,4
-6,4
10%
7%
20%
12%
-82%
118
5
10,4
18,4
7,9
8%
1%
7%
10%
100%
78
-22
16,2
11,0
5,9
4%
-5%
9%
5%
88%
48
2
18,1
13,3
1,8
33%
5%
46%
16%
19%
117
6
14,0
5,1
-6,5
40%
13%
14%
33%
-55%
27
1
8,2
5,6
-2,0
13%
3%
14%
30%
-27%
19
3
12,5
2,8
2,6
10%
10%
20%
6%
287%
74
-7
9,0
44,3
-2,5
15%
-6%
12%
57%
-21%
98
0
12,6
19,6
7,8
22%
0%
12%
27%
100%
-15
-4
1,9
0,0
-0,2
-6%
-10%
3%
0%
-21%
0,4
0,6
8,9
-6%
2%
35%
100%
8 8%
44
506
544
27% 29
199.443 218.049
uso cantieri 1999-2009 (ha e % incr.)
imprese 2009 624
uso industriale 19992009 (ha e %incr.)
imprese 2001 576
uso residenziale 19992009 (ha e % incr.)
ab. 1999-2009 / urb. 1999-2009 (ab/ha) 27
12%
manifatture 1999-2009 (%incr.)
abitanti 1999-2009 1.206
imprese 1999-2009 (% incr.)
abitanti 2009 11.166
38
9
15,1
7,2
0,1
8%
8%
18%
9%
>9999%
18.606
-1.754
783
658
865
9%
-6%
6%
9%
184%
111
% increm. 1954-1999
75.843
31.667
32.942
1.275
43%
42%
Arluno
31.423
25.901
24.927
-974
79%
82%
Assago
36.410
8.268
8.449
181
23%
23%
Bareggio
18.169
17.584
17.087
-497
94%
97%
Basiglio
29.784
9.704
8.423
-1.281
28%
33%
Binasco
14.630
2.471
3.429
958
23%
17%
Bubbiano
16.239
6.224
6.896
672
42%
38%
Buccinasco
36.226
10.169
12.274
2.105
34%
28%
Calvignasco
12.849
4.458
5.449
991
42%
35%
Carpiano
89.785
24.616
32.279
7.663
36%
27%
Casarile
47.308
6.244
8.176
1.932
17%
13%
Cassina deâ&#x20AC;&#x2122; Pecchi
48.853
9.462
9.207
-255
19%
19%
Cernusco s/N
38.584
12.118
11.645
-473
30%
31%
Cerro al Lambro
67.527
12.318
12.663
345
19%
18%
Cesano Boscone
14.156
3.543
3.512
-31
25%
25%
Cisliano
72.481
31.340
37.963
6.623
52%
43%
Colturano
24.096
5.556
5.572
16
23%
23%
Corbetta
41.613
32.001
31.587
-414
76%
77%
Cornaredo
18.941
12.779
11.971
-808
63%
67%
Corsico
9.576
1.623
1.623
0
17%
17%
Cusago
51.762
15.343
20.513
5.170
40%
30%
Dresano
20.834
3.772
3.651
-121
18%
18%
Gaggiano
131.202
27.466
35.638
8.172
27%
21%
Gorgonzola
51.604
18.300
23.226
4.926
45%
35%
Gudo Visconti
26.119
7.092
9.768
2.676
37%
27%
Lacchiarella
117.374
23.626
27.138
3.512
23%
20%
Liscate
68.943
19.254
21.507
2.253
31%
28%
Locate di Triulzi
47.131
14.083
14.165
82
30%
30%
Mediglia
126.225
39.916
46.334
6.418
37%
32%
Melegnano
17.781
3.740
3.225
-515
18%
21%
differenza 1999-2009
% increm. 1954-2009
filari Dusaf 2009
filari Dusaf 1999
filari Dusaf 1954-55 Albairate
Tab. 4. QuantitĂ di siepi e filari (espresse in metri lineari) rilevate nel 1954-55, 1999 e 2009, differenza nel decennio 1999-2009 e percentuali di incremento a queste due date rispetto alla situazione del 1954-55 (elaborazioni da dati: Dusaf)
112
% increm. 1954-1999
56.952
16.341
16.146
-195
28%
29%
Milano
165.024
74.795
69.009
-5.786
42%
45%
Noviglio
87.276
17.723
18.847
1.124
22%
20%
Opera
26.759
7.251
5.058
-2.193
19%
27%
Pantigliate
34.131
7.137
7.666
529
22%
21%
Paullo
56.674
12.507
14.064
1.557
25%
22%
Pero
13.816
2.144
1.019
-1.125
7%
16%
Peschiera Borromeo
87.064
36.486
36.597
111
42%
42%
Pieve Emanuele
59.185
4.856
4.268
-588
7%
8%
Pioltello
57.768
20.168
23.181
3.013
40%
35%
differenza 1999-2009
% increm. 1954-2009
filari Dusaf 2009
filari Dusaf 1999
filari Dusaf 1954-55 Melzo
Pregnana Milanese
7.051
5.706
4.558
-1.148
65%
81%
Rho
23.706
20.370
14.525
-5.845
61%
86%
Rodano
89.399
30.226
37.331
7.105
42%
34%
Rosate
99.911
22.074
29.916
7.842
30%
22%
Rozzano
38.526
6.077
5.064
-1.013
13%
16%
San Donato Milanese
32.806
8.139
7.031
-1.108
21%
25%
San Giuliano Milanese
140.826
29.623
25.970
-3.653
18%
21%
Sedriano
16.186
17.440
16.528
-912
102%
108%
Segrate
34.073
8.323
7.955
-368
23%
24%
Settala
119.903
37.936
45.259
7.323
38%
32%
Settimo Milanese
16.881
7.626
8.316
690
49%
45%
Trezzano Sul Naviglio
60.224
8.591
8.775
184
15%
14%
Tribiano
43.213
13.579
14.594
1.015
34%
31%
Vanzago
11.606
11.343
10.762
-581
93%
98%
Vermezzo
18.398
10.107
10.474
367
57%
55%
Vernate
86.516
11.213
15.898
4.685
18%
13%
Vignate
68.318
21.090
19.000
-2.090
28%
31%
Vittuone
11.137
10.775
9.158
-1.617
82%
97%
Vizzolo Predabissi
34.643
4.988
3.848
-1.140
11%
14%
Zelo Surrigone
16.291
5.577
7.059
1.482
43%
34%
Zibido San Giacomo
125.834
24.824
30.000
5.176
24%
20%
3.143.565
955.673
1.019.115
63.442
32%
30%
Totale comuni
113
La presenza di un paesaggio ancora largamente riconoscibile nei suoi tratti originari e distintivi costituisce il carattere identitario più forte del territorio della provincia di Milano compreso nei parchi fluviali e nel Parco Agricolo Sud e contribuisce in maniera determinante alla elevata qualità ambientale e paesistica del contesto. Il caso milanese è più che mai emblematico dell’impossibilità di isolare la campagna dalla città, i paesaggi agrari dalle dinamiche insediative e dunque dai sistemi di relazione, come anche dai modi di abitare e dal modo di produzione. Negli sviluppi dell’ultimo mezzo secolo si registra il venir meno di questo rapporto, reciprocamente strutturante, fra habitat e agricoltura, sovvertito sia sul versante degli insediamenti che su quello del paesaggio agrario. Le aree agricole sono viste come semplici fornitrici di risorse utili al mantenimento della macchina metropolitana, mentre ogni tentativo di rafforzarne il ruolo economico e di difesa del paesaggio è tuttavia destinato al fallimento se non si contrastano quanto più possibile le dinamiche speculative e amministrative alla base attualmente del devastante consumo di suolo. Questo libro sintetico, attraverso un’analisi dello stato in cui versa il territorio del Parco Sud, tenta di fare luce su alcune strade possibili per promuovere un ruolo multifunzionale di assoluto rilievo per il settore agricolo e agroalimentare negli ambiti periurbani. A partire dalla valorizzazione delle risorse e delle iniziative esistenti, secondo una logica di sistema, vengono così suggeriti anche nuovi compiti e una nuova identità per l’ente Parco quale attore principale nella creazione di nuove (e rinnovate) relazioni virtuose tra città e campagna. Francesco Vescovi, architetto e dottore di ricerca, insegna urbanistica alla scuola di Architettura Civile del Politecnico di Milano. Autore di diversi saggi, si interessa in particolare dei temi e delle strategie progettuali inerenti i nuovi assetti territoriali legati ai processi di globalizzazione.