Anno 62 - MAGGIO 2019 / n. 5
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Mensile di cultura religiosa e popolare
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Paesi dell’Unione al voto dal 23 al 26 maggio per il rinnovo del Parlamento
Europa, uniti nella diversità G
ià recarsi a votare per le elezioni europee è una aperta e coraggiosa manifestazione di consenso. In quelle schede elettorali stanno storie, aspettative, speranze che poi si incarneranno in uomini eletti da ciascun Paese per dare corpo alla volontà di sentirsi uniti. Sarà faticoso decidere di votare, ma è altrettanto indispensabile creare qualcosa di stabile, per dialogare con grandi strutture unitarie, come gli Stati Uniti d’America, il Brasile federale, l’India, la Cina. E allora, prima di tracciare la croce sulla scheda di voto, vediamo di ripensare un poco il valore che siamo chiamati a celebrare. Ogni cultura è l’eco d’una memoria storica essenziale che ne ha consolidato l’identità. Se l’Europa ha un senso profondo, questo si ricava dalla sua diversità. Le oltre 330 culture regionali che è possibile contare tuttora, tra sponda atlantica ed Urali, sono realtà radicate. Negli altri continenti, in Paesi sorti come risultato di grandi flussi d’immigrazione, dalle Americhe all’Australia, salvo piccoli gruppi aborigeni, non c’è popolo che sia vincolato all’ambiente da più di qualche secolo. Gli stessi nativi sono stati cacciati dalle terre d’origine, altri sono stati strappati a forza dall’Africa nell’abominio della schiavitù, gli emigranti si sono trapiantati di propria volontà, provenendo da cento differenti Paesi. Nel Vecchio Continente le singole etnie continuano invece, per gran parte, a vivere nello stesso territorio, magari da millenni. Anche se non sono mancati gli esodi forzati a causa di guerre o di vecchie e nuove pulizie etniche. Resta in ogni caso profondamente diverso il rapporto con il territorio, come fattore culturale, tra culture europee, americane o australiane.
Ulderico Bernardi
➢ segue a pagina 34
I cittadini dell’UE eleggeranno a fine mese il nuovo Parlamento. Come avvicinamento al voto, in questo numero proponiamo un ampio inserto: un’intervista con Sergio Romano e una con il poli-
tologo tedesco Herfried Münkler; una radiografia dell’attuale assetto politico; il tormentato rapporto con l’euro, moneta comunque da salvare; verso quale lavoro stiamo andando; la visione di uno tra i
Coerenti interpreti del Vangelo con gli ultimi
più lucidi intellettuali del nostro tempo, Jean Starobinski, sull’Europa tra memoria e futuro. Nella foto il palazzo sede della Commissione europea a Bruxelles. ❏ Servizi alle pagine 15-24
Ne beviamo sempre troppo poca…
Le sei suore dell’Ebola L’acqua nei nostri giorni
S
anto non è colui che non commette peccati, ma chi, accettando i propri limiti, ogni giorno ricomincia da capo. Santo non è chi non cade, ma chi si rialza. E tanti sono i santi ai nostri giorni, che accettano il dolore fisico e la sofferenza morale. Icone di una moltitudine di santi sono le sei Suore delle Poverelle, morte in Congo, nel 1995, falciate dall’Ebola. Se contagiosa è stata quella terribile malattia, molto più contagiosa la speranza che le suore hanno seminato non solo nell’Africa, ma anche in quanti
hanno aperto gli occhi su questo e sui molti altri drammi del continente africano. La Chiesa sta celebrando il processo per la loro beatificazione, perché ritiene la loro vita un continuo martirio e la loro morte una conseguenza della fedeltà al Discorso della Montagna che costituisce il vero test d’ingresso nel paradiso: “Avevo fame, avevo sete, ero nudo, ero in carcere…”. Vangelo è proprio vedere il volto di Cristo negli altri, soprattutto i più abbandonati, gli ultimi. ❏ Valentino Salvoldi
a pagina 11
Arrivano i mesi del caldo che coincidono con un aumento del consumo d’acqua. La nutrizionista consiglia quanta ne dovremmo bere e come orientarci nella scelta tra le minerali, naturali o effervescenti. ❏ Carini alle pagine 12 e13
LA SENSIBILITÀ DEGLI STUDENTI PER SVEGLIARE IL MONDO
Studenti in 1.875 piazze del mondo il 15 marzo per sensibilizzare sull’emergenza planetaria dell’ambiente.
Forza Greta!
Generazione G «Laudato Si’»
Eccoli, finalmente, si fanno sentire con la loro voce fresca, con la voglia di esserci e di prendere un’iniziativa corale, che va da un angolo all’altro del mondo. È davvero quasi commovente vedere un movimento, per la salvezza del pianeta e per la salvaguardia della vita, che nasce proprio dalla mente e dal cuore di quei giovanissimi. Marianna Colavolpe
È stata una ventata di primavera, portata dal futuro stesso del pianeta, quei giovani che tutti accreditano come forza del domani, forza spesso lasciata fuori campo, in panchina, ad aspettare. Stavolta la generazione G ha dato una sferzata alle tiepidità e ai tempi lunghi della politica, del potere in genere, dell’opinione pubblica, spesso indifferente. Giuseppe Zois ❏ Servizio a pagina 7
Temporali torrenziali in primavera. Grandinate in inverno e temperature impazzite a fine febbraio, ben oltre i 20 gradi. Primavera anticipata di 3 settimane in Italia secondo gli addetti ai lavori (meteorologi, climatologi, ecc.). E allarme globale, siamo in emergenza. Papa Francesco se n’è fatto interprete nella Laudato Si’. Francesco Zanotti