Mostra Aliens Lecce 2013

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ALIENS

LE FORME ALIENANTI DEL CONTEMPORANEO LECCE 20 luglio - 20 agosto 2013

E-lite studiogallery Corte San Blasio 1c Palazzo Vernazza Piazzetta Giuseppe Pellegrino

progetto di Sergio Curtacci Frattura Scomposta Contemporary Art Magazine


ALIENS LE FORME ALIENANTI DEL CONTEMPORANEO di Sergio Curtacci

La pratica artistica contemporanea si situa in un contesto sociale caratterizzato da due fenomeni complementari e ugualmente significativi, da una parte il predominio delle immagini sul linguaggio e dall’altra il diffondersi dell’esperienza della solitudine e dell’indifferenza, dimensioni esistenziali che non riconducono più necessariamente all’altro di sé. Entrambi i fenomeni hanno origine nella facilità di accesso alla comunicazione visiva di massa e nel voler esaltare e rivendicare la libertà individuale, diffusa e supportata dagli apparati pubblicitari. Se nell’età moderna il rapporto tra l’individuo e la massa viveva nell’alternanza di due movimenti antitetici, la perdita del soggetto nella folla o al contrario, il potere assoluto rivendicato dalla coscienza individuale, nelle forme di solitudine della modernità, l’antitesi vitale della contemporaneità si è oggi ridotta a forme banali di pseudo socialità e ad una sterile contrattualità con il mondo. Le identità sono sempre più provvisorie e legate alle funzioni transitorie degli utenti dei vari sistemi: stradale, commerciale, bancario, ecc... Siamo soli ma al tempo stesso accomunati agli altri da relazioni di tipo contrattuale o da norme prescrittive. L’esercizio di queste pratiche solipolistiche ha trasformato la coesistenza sociale in un arcipelago di individualità contigue ma distinte, sostanzialmente indifferenti le une alle altre. Come alieni ci muoviamo sulla terra, osservando tutto con distacco, leggiamo libri e giornali in metropolitana senza accorgerci (o meglio dire non volendo accorgercene) del violento scippo che si sta consumando accanto a noi. Ma la vera tragedia risiede nel fatto che non riusciamo a capire neppure ciò che stiamo leggendo. Invitiamo amici a pranzo o a cena, dispensiamo loro sorrisi ed attenzioni, poi li incrociamo il giorno dopo per strada e ci volgiamo dall’altra parte per non doverli salutare, o peggio fermarci a scambiare poche parole che, spesso e volentieri, riteniamo possano tradursi in inutili convenevoli. Dopo l’11 settembre 2001 se vogliamo, tutto ciò si è acuito, all’indifferenza ed al fastidio si è aggiunta la paura, il terrore del diverso, guardiamo gli altri come potenziali nemici, ci muoviamo con circospezione... Meglio rimanere a casa e nascondersi dietro al monitor di un computer e navigare in internet per ore, magari con identità fittizie, proponendoci agli altri come eroi moderni senza macchia e senza paura, per tornare il giorno dopo i soliti alieni, visitatori timorosi del pianeta terra.


Grazie alla collaborazione di Claudia Pellegrino (gallerista) e Flavia Lanza (ufficio stampa) di E-lite studiogallery, la quinta tappa del progetto espositivo itinerante “Aliens – le forme alienanti del contemporaneo” si svolge a Lecce, dove la mostra viene distribuita in due scenari differenti, il caratteristico spazio espositivo della centralissima galleria in Corte San Blasio e le suggestive sale del cinquecentesco Palazzo Vernazza Castromediano. Aliens prende il via, con la prima mostra collettiva, presso l’avveniristico Spazio Vega di Marghera (VE) dal 9 giugno all’8 luglio 2007, in concomitanza con la 52a Biennale di Venezia e con il sostegno, assieme a Frattura Scomposta, di prestigiose realtà legate al mondo dell’arte, quali Libreria Bocca, Wannabee Gallery e Fabbrica Borroni. A sei anni di distanza, a fronte di una serie di richieste, Frattura Scomposta decide di riprendere il progetto e, dal 7 febbraio al 2 marzo 2013, la seconda tappa di Aliens viene realizzata grazie al grande entusiasmo di Salvatore Marsiglione, presso il suo spazio espositivo, la MAG – Marsiglione Arts Gallery di Como. Giorgia Sarti e Marta Menegon, dello Spazio San Giorgio di Bologna, decidono di mettere in mostra il progetto e la terza tappa prende il via a maggio 2013, dall’11 al 25 . Contemporaneamente Aliens trova solidarietà nell’Associazione Culturale Palazzo Pirola di Gorgonzola che ospita la quarta mostra presso le storiche sale di Palazzo Freganeschi-Pirola, dal 18 maggio al 10 giugno 2013. 75 gli artisti che hanno preso parte al progetto, nel susseguirsi del tempo. Tra loro nomi noti affiancano giovani emergenti, tenendo fede alla politica della rivista Frattura Scomposta, da sempre in prima linea per dare l’opportunità ad artisti meno conosciuti di mettersi a confronto con artisti tra i più affermati: Alessandra Bocconi, Alessandro Scapinelli, Alessio Bolognesi, Andrea Mariconti, Andrea Martinucci, Angela Viola, Anna Caruso, Anna Frida Madia, Annaclara De Biase, Annalù, Antonio De Luca, Antonio Delluzio, Carlo Cofano, Claudio Magrassi, Cristiano De Matteis, Cristina Iotti, Daniela Montanari, Danilo Buccella, Domenico Dell’Osso, El Gato Chimney, Elisa Anfuso, Elisa Rossi, Emila Sirakova, Eva Reguzzoni, Fabio Mazzola, Fabio Usvardi, Fabrizio Riccardi, Francesco Sambo, Fulvio Martini, Gabriele Buratti, Giancarlo Bozzani, Giancarlo Marcali, Gianluca Chiodi, Gianrico Agresta, Giò Lacedra, Giulio Zanet, ILV - Irene Lucia Vannelli, Ilaria Margutti, Jara Marzulli, Luca Skawalker, Luigi Leonidi, Marcella Bonfanti, Marco Bernardi, Marco Besana, Marco Cecotto, Marco Foti, Marco Minotti, Marco Rea, Massimiliano Manieri, Massimo Festi, Massimo Quarta, Matteo Nannini, Maurizio L’Altrella, Momò Calascibetta, Nicola Caredda, Nicola Felice Torcoli, Nunzio Paci, Orode’ Deoro, Paola Turroni, Raffaella Formenti, Ramona Zordini, Roberta Ubaldi, Roberto Fontana, Silvano Bruscella, Silvio Porzionato, Streamcolors, Svetlana Kuliskova, Tarshito, Tina Sgrò, Tiziano Soro, Valentina Chiappini, Vania Elettra Tam, Vanni Cuoghi, Vincenzo Todaro, Willow.


A PER ALIENAZIONE

di Flavia Lanza

alienazione /aljena’tsjone/ s. f. [dal lat. alienatio -onis]. - 1. (giur.) [trasmissione ad altri di una proprietà o di un diritto] ≈ cessione, trasferimento, Ⓖ vendita. ↔ ‖ acquisizione, *acquisto, *compera. 2. (med.) [stato di grave compromissione delle facoltà mentali] ≈ demenza, Ⓖ follia, infermità mentale, Ⓖ pazzia. ⇓ paranoia, psicosi, schizofrenia. 3. (filos., soc.) [estraniamento da sé stessi] ≈ estraneità, estraniazione, straniamento. ‖ avvilimento, demotivazione, disagio, frustrazione, mortificazione, prostrazione. ↔ coinvolgimento, integrazione, partecipazione. ‖ appagamento, realizzazione, soddisfazione. [da Treccani, Enciclopedia italiana]

Herbert Marcuse inizia l’uomo a una dimensione, forse la sua opera più importante, affermando che: « Una confortevole, levigata, ragionevole, democratica non-libertà prevale nella civiltà industriale avanzata, segno del progresso tecnico ». L’uomo a una sola dimensione è l’individuo alienato della società attuale, è colui per il quale la ragione è identificata con la realtà in un rapporto di consenso/assenso che non prevede altri possibili modi di essere al di fuori del sistema in cui vive. Il sistema tecnologico ha inferto un colpo dritto al cuore di quegli organi mentali che permettono di riconoscere contraddizioni e alternative. Semplice, quindi, far apparire razionale ciò che è irrazionale e confondere l’individuo con un frenetico mondo irraggiungibile tanto quanto a portata di mano. Tutto fila, il gioco è fatto. Eppure... « Non tutto quel ch’è oro brilla, Né gli erranti sono perduti; Il vecchio ch’è forte non s’aggrinza, Le radici profonde non gelano. Dalle ceneri rinascerà un fuoco, L’ombra sprigionerà una scintilla; Nuova sarà la lama ora rotta, E re quei ch’è senza corona. » [Bilbo Baggins ne Il Signore degli Anelli di J. R. R. Tolkien] ... non risulta così tanto semplice mettere a tacere la contraddizione di fondo che informa la società tecnologica, potenzialmente in possesso dei mezzi atti a soddisfare i bisogni umani e al tempo stesso regolata da una politica conservatrice che nega l’appagamento dei bisogni primari e stordisce la popolazione inculcando falsi desideri e appagando bisogni fittizi. Anche «il mondo di un’opera d’arte è una realtà fittizia. E’ “irreale” nel senso comune della parola. Ma è “irreale” non perché sia meno, ma perché è più reale oltre che qualitativamente “altro” rispetto alla realtà stabilita. Come mondo fittizio, come illusione esso contiene più verità di quanta ne contenga la realtà quotidiana. Perché quest’ultima è mistificata nelle sue istituzioni e nelle sue relazioni, che rendono la necessità una scelta e l’alienazione un’autorealizzazione. Solo nel “mondo illusorio” le cose appaiono come ciò che sono e ciò che possono


essere. In virtù di questa verità […] il mondo è invertito: è la realtà data, il mondo ordinario che ora appare come una realtà bugiarda, falsa, ingannevole. (Marcuse, “L’uomo a una dimensione”) È proprio nello scenario descritto da Marcuse, che è nato “Aliens. Le forme alienanti del contemporaneo”, il progetto nazionale itinerante – ideato da Sergio Curtacci, direttore del magazine milanese di arte contemporanea “Frattura Scomposta” – che chiama gli artisti a esprimere ognuno con la propria tecnica e il proprio immaginario la tematica riguardante l’alienazione umana. Ed è sempre in quello scenario che il progetto ha incontrato E-lite studiogallery, consolidata realtà espositiva leccese che si pone come crocevia per l’arte contemporanea, innescando una collaborazione, iniziata con la partecipazione alla tappa di Palazzo Pirola, a Gorgonzola, di quattro artisti promossi da E-lite e sfociata nella realizzazione della 5° tappa a Lecce, in una veste del tutto inedita. I quaranta artisti invitati a partecipare dialogheranno, per la prima volta, con due spazi espositivi, il caratteristico open space sede della galleria e il cinquecentesco Palazzo Vernazza Castromediano, una delle opere architettoniche più antiche e imponenti della città. “La scelta di realizzare la mostra contemporaneamente in due sedi, entrambe in pieno centro, – raccontano Claudia Pellegrino e Flavia Lanza – nasce dalla volontà di raggiungere un ben preciso obiettivo: creare, sulla mappa di una città che vanta un patrimonio artistico e monumentale di grande prestigio e che è meta di turismo culturale oltre che balneare, un percorso di arte e cultura contemporanee, per mettere in evidenza la finalità dell’arte, il suo qualificarsi e distinguersi da ogni altra manifestazione umana ideata unicamente per fini strumentali e speculativi. Sarà una vera e propria invasione “aliena”, con 120 opere in mostra – pittura, scultura, installazione e fotografia di alcuni tra i più promettenti artisti del panorama contemporaneo italiano – e quattro appuntamenti performativi in programma, per coinvolgere chi resta in città, i turisti, gli appassionati d’arte e non solo, in un’estate leccese a regola d’arte contemporanea!!”. Andrea Martinucci, Angela Viola, Anna Caruso, Anna Frida Madia, Annaclara De Biase, Annalù, Antonio De Luca, Antonio Delluzio, Carlo Cofano, El Gato Chimney, Elisa Anfuso, Eva Reguzzoni, Fabio Mazzola, Fabrizio Riccardi, Francesco Sambo, Fulvio Martini, Giancarlo Bozzani, Giancarlo Marcali, Gianluca Chiodi, Ilaria Margutti, Irene Lucia Vanelli, Jara Marzulli, Marcella Bonfanti, Marco Rea, Massimiliano Manieri, Massimo Quarta, Matteo Nannini, Maurizio L’Altrella, Momò Calascibetta, Nicola Caredda, Nunzio Paci, Orodè Deoro, Raffaella Formenti, Roberta Ubaldi, Roberto Fontana, Streamcolors, Tarshito, Tiziano Soro, Vania Elettra Tam e Vincenzo Todaro sono i quaranta talenti, diversi per età, formazione, provenienza e tecnica, selezionati per questa tappa e pronti a raggiungere un unico obiettivo: proporre un’alternativa alla condizione contemporanea ed essere come una lente su cui convergono i raggi della contemporaneità per costruire una mappa dell’immaginario che contribuisca a ricomporre l’equilibrio sociale.


ELISA ANFUSO “La profezia tipica di tutta la storia moderna, quella dell’appropriazione di sé e della fine dell’alienazione, si è realizzata. Non per il meglio, ma per il peggio. Si è passati dall’Altro al Medesimo, dall’alienazione all’identificazione. Questo individuo invisibile è l’utopia realizzata del soggetto: il soggetto perfetto, il soggetto senza altro. Senza l’alterità interiore, esso è votato a un’identità senza fine” J. Baudrillard

FACE(BOOM!) 2011 70 x 70 cm Olio e pastelli su carta


MARCO REA

FRAGILE 2012 57 x 77 cm Pittura spray su manifesto pubblicitario

Tutti i soggetti delle mie opere appartengono ad un mondo altro. Tento di rappresentare un’altra realtà, legata ai pensieri o ai ricordi o ai sogni o forse a mondi diversi e uguali. Il soggetto di “Fragile” non è una donna ma l’essenza di essa, composta dalla sua fragilità e la sua intimità. E’ un’indagine di se, un pensiero, una ricerca. Rappresenta sicuramente quella forma aliena che alberga dentro di noi.


NUNZIO PACI Tutto il mondo esterno visibile con tutte le sue creature è un segno, o una figura, dell’interiore mondo spirituale; tutto ciò che è nell’interno, nel momento in cui agisce e diventa reale, allora riceve il suo carattere esterno. [...] La segnatura sta nell’essenza ed è simile ad un liuto che rimane silenzioso, ed è muto e incompreso, ma se qualcuno lo suona, allora s’intende. Jakob Böhme, De Signatura Rerum

SIAMESE PARASSITA 2012 100 x 120 Olio, smalto, bitume, encausto su tela


MAURIZIO L’ALTRELLA

UNKNOW SPACE 2013 30 x 30 cm olio su tela

C’è un mondo interiore che vive e pulsa dietro, dentro i miei dipinti e disegni. E’ il mondo delle luci e delle ombre interiori che mi porta a poter rapportarmi con dimensioni altre. Dove il giudizio e la presa di posizione non esiste ma conta solo l’osservazione consapevole. Consapevole che sogno e realtà convivono: come luce ed ombra, bene e male, alto e basso, dentro e fuori. E l’equilibrio tra il tutto è fondamentale, un ambito punto d’arrivo. Gli animali mi riportano a dimensioni pure, sconosciute, o meglio, per quanto mi riguarda abbandonate. Di istinti necessari più o meno sopiti. Animali che fanno da ponte tra noi e le diverse dimensioni o dimore, le abitano e si spostano in più di una avendo uno sguardo libero da pensieri e interpretazioni vincolanti. Mi interessa rapportarmi con animali della simbologia religiosa, qualsiasi essa sia, credo ci sia un filo comune che le collega tutte. L’unica cosa che non m’interessa è dare un giudizio o prendere una posizione: la meraviglia è la mia miglior compagna d’avventura.


ANNALU’ “Iridescente Nel suo letto liquido Pigra medusa”. (C.Marcantoni) Il contrappunto di questa istallazione e’ il moto fluttuante tra il mondo onirico,irreale e una realtà filtrata da un gioco artistico (le sottovesti a forgiare meduse). Come se un Tempo, fatto di fanciullesca memoria , e l’immagine refusa della profondità abissale, ci portassero in un mondo alieno, in un’atmosfera aliena, dove il giorno porta con se’ qualcosa della materia notturna,e il mondo reale fosse attratto da questo iridescente stato psichico. Perché c’è un’acqua che dorme sul fondo di ogni memoria. (Marco Maria Castellano)

MEDUSE 2004/2012 dimensioni variabili sottovesti e vetroresina


ANNA FRIDA MADIA

THE SWAN (omaggio a Mikhail Vrubel) 2012 100 x 100 cm Olio su lino

Il dipinto « The swan » oltre ad essere un omaggio al pittore russo Mikhail Vrubel segna l’inizio del percorso dedito al racconto medievale « La Fanciulla senza Mani », il cui schema ha segnato la colonna vertebrale di alcune delle piu’celebri fiabe. Ne esistono versioni in tutto il mondo come “La ragazza senza mani” in Germania, “La ragazza con le mani mozzate” in Francia, “Oliva” in Italia, “Donna Bernarda” in Spagna, “La dama senza braccia” in Russia, “La ragazza senza braccia” in Giappone, “Acqua che sale, uccello che parla e albero che piange” nella Louisiana francese e molte altre. “La Fanciulla senza Mani” parla dell’iniziazione delle donne nel bosco sotterraneo mediante il rito della resistenza. (Clarissa Pinkola Estes)


ANDREA MARTINUCCI La serie Obblighi Mimici è stata pensata dopo una riflessione sulla società contemporanea. L’obbligo è un vincolo imposto da una legge, dalle autorità e molto spesso dalle ragioni morali. A volte ci vengono imposti comportamenti innaturali che ci spingono ad assumere espressioni false e a dire frasi forzate. Questo meccanismo si ottiene tramite il ricatto sentimentale o morale che porta l’individuo a non ribelliarsi per paura delle conseguenze. In diverse situazioni l’uomo si sente bloccato e viene privato dei suoi veri pensieri. I gesti della ragazza raffigurata in questa opera rappresentano un tentativo di ribellione fallito, infatti il suo sguardo risulta passivo ed arrendevole, dovuto all’incapacità di esprimersi liberamente. OBBLIGHI MIMICI3 2010 70 X 90 cm Acrilico, matita e inchiostro su tela


MARCELLA BONFANTI

ALGORITMO SULL’IMMAGINE DEL VUOTO III (dettaglio opera) 2012 100 x 200 cm Olio su tela

Nell’ultima serie di lavori “Algoritmi” l’artista affronta la problematica della rappresentazione del vuoto a livello visivo, immaginario e semiotico; una serie di paesaggi inesistenti frutto di un gioco di algoritmi che fanno nascere immagini inesistenti. La sua ricerca ha come partenza la natura del dualismo e quindi le leggi della complementarietà degli opposti nella realtà. L’artista costruisce un’immagine attraverso la moltiplicazione della stessa in piccole tarsie che, nel loro montaggio, conformano l’opera. Lo spettatore è chiamato ad osservare come questi tasselli costituiscono un organismo, che invita a percepire la forma per scoprire il messaggio. Ogni opera è formalmente una e molteplice ed invita visivamente a percepire i suoi elementi costitutivi. L’effetto dell’insieme e del particolare, il singolo e il doppio, l’arte fotografica della cultura contemporanea e l’arte tessile d’antiche origini, i colori primari ed i complementari, confluiscono ponendoci di fronte al paradosso degli opposti.


EVA REGUZZONI La mia ricerca lavora verso uno stile dedicato alla leggerezza e alla trasparenza; mi oriento verso un concetto rivolto alla riflessione e alla comprensione di cosa ci sia fuori o dentro di me, la materia e il vuoto, il chiaro e lo scuro, il bianco e il nero. Utilizzo per creare le mie opere materie povere come la carta, la garza, l’inchiostro e il filo. I miei involucri (così li definisco) sono impronte idealizzate, che imprimo, sagomo e ricamo sulla carta velina, e per scelta uso solo l’inchiostro. Sulla carta, le sensazioni le trasformo in forme fluttuanti che prendono vita e corpo nella mia immaginazione e mi piace pensarle così; leggere, piene o vuote, presenti o assenti. Le sagome sono prive di peso, sono sospese nello spazio vuoto alla ricerca di una propria dimensione. Sono frammenti di tracce immateriali concepite come contenitori che celano nei loro intimi messaggi e segnali codificati. IL TRITTICO DELLE VELINE (opera n.2) 2012 50 x 40 cm cad. Garza, inchiostro e filo ricamato su carta velina applicata su tela


ANNACLARA DI BIASE

ECHINACEA 2010 40 x 30 cm Olio su tela

Con la mia ricerca artistica intendo esaminare come il corpo si trasforma attraverso i movimenti e l’abbigliamento. Il lavoro ha inizio con una azione performativa documentata da fotografie, video e tele ad olio. Le fotografie sono tracce di performance transitorie nello spazio domestico o naturale. Il corpo della modella è sottoposto a trasformazioni temporanee nelle quali stabilire nuove connessioni con il mondo dell’iconografia classica, del cinema, del teatro e della musica. Abiti, accessori e tutto ciò che può portare al mutamento dell’immagine sono di fondamentale importanza. I capi d’abbigliamento, utilizzati nelle performance, sono vestiti vintage o vestiti che confeziono personalmente.


FRANCESCO SAMBO Affascinato da sempre dalla complessità della natura umana cerca di rappresentare i sentimenti,le ansie, le contraddizioni, le problematiche dell’uomo moderno. Mediante il ritratto fotografico, fotomanipolato con i moderni mezzi digitali, e uno stile asciutto ed essenziale , mette a nudo la propria anima affinchè l’opera diventi una sorta di superficie in cui lo spettatore possa specchiarsi e magari riconoscersi. L’opera omnia non ha la pretesa di dare risposte certe, ma diventa una specie di taccuino di viaggio a cui chiunque possa attingere informazioni utili per raggiungere una maggiore consapevolezza della propria esistenza.

EGOMANIA 13 10 06 2011 70 x 100 cm Stampa digitale


GIANCARLO BOZZANI

EXECITUS MORTUORUM 2012 70 x 100 cm Acrilico, olio e bitume su tela

Esercito di anime che viaggiano verso l’oblio. La sofferenza dell’uomo e la paura della morte contraddistinguono la sua produzione artistica da diversi anni. Nel suo ultimo periodo “Occultum”,si palesano anime sotto sembianze animalesche raggiungendo effetti visivi terrificanti, quasi ripugnanti. Creature in stato di decomposizione che, correlate di simboli demoniaci ed esoterici, ci introducono in un mondo aberrante dove il dolore diventa elemento sacro.


MATTEO NANNINI L’opera fa parte del ciclo pittorico denominato Overfloating II, in cui Matteo Nannini mostra la sua passione per la figura e la sua rappresentazione nell’elemento liquido, situazione che gli permette l’impiego di una pennellata larga, libera e fluida. Pur rendendo talentuoso omaggio alla propria formazione accademica, l’artista si diverte a sovvertire i canoni classici, sia dal punto di vista tematico che da quello stilistico, con tono provocatorio e pungente spirito ironico.

OVERFLOATING XXI 2009 120 x 100 cm Olio su tela


ANTONIO DELLUZIO SPHYNX, RITRATTO DI UN A LIENO 2013 100 x 80 cm Olio su tela

Mentre guardavo il gatto domandandomi come avesse fatto a entrare, improvvisamente mi resi conto che anche lui guardava me: appollaiato su quel nido di libri e diplomi arrotolati, fra pergamene e vecchie fotografie, mi osservava. Una vaga sensazione di inquietudine si raccolse sul fondo del mio stomaco. Quella bestia glabra e biancastra stava lì, sopra alla mia storia, e come a volermi sfidare non muoveva muscolo, non si levava di dosso quell’espressione strafottente. “Ehi, tu” avrei voluto rimbrottarlo “scendi subito dalla mia vita!” ma lui sembrava sapere già di essere nel posto sbagliato, e dava l’impressione che non gliene importasse granché. “Ehi, tu!” mi irritai allora, avanzando, ma quando fui a tre passi il mio sguardo accolse il suo e, al termine di un grandioso tuffo, mi ritrovai sospesa al suo centro. Nel bronzo d’acqua delle sue iridi danzavano le stelle, danzava un intero firmamento: nel mezzo io danzavo a mia volta, tremolando fra Pesci e Cancro. Mi vidi, una traccia di pallore nell’ambra. Ero aliena al suo mondo come lui lo era al mio e nello scoprirlo il peso sullo stomaco si disfò, divenne piacevole calore. Così restai per un po’ fra le sue ciglia, cullata dalle nebulose d’oro, addossata alla piega nera della pupilla, finché non mi risvegliai nel mio studio, in faccia alla scrivania. Il gatto era ancora lì, in cima al suo nido di ricordi. Per un istante ebbi l’impressione che stesse sorridendo. Giorgia Rebecca Gironi


EL GATO CHIMNEY All’immaginazione alchemica e alle arcane suggestioni del folclore e delle credenze popolari attinge la pittura di El Gato Chimney, artista che, archiviate le precedenti esperienze di ambito street art, è riuscito a elaborare un linguaggio più complesso e personale, attraverso il quale si propone di indagare la dimensione insondabile e ineffabile dell’esistenza. I suoi dipinti più recenti, caratterizzati da un’atmosfera cupa e da una maggiore riduzione cromatica rispetto al passato, raffigurano una realtà metafisica ambivalente, perennemente sospesa tra luce e ombra, tra esteriorità e interiorità, dove si fondono aperture paesaggistiche e interni claustrofobici. L’artista insiste sull’apparente dualismo dell’uomo non solo attraverso la presenza simultanea di ambienti contrapposti, i quali sembrano slittare l’uno nell’altro all’interno di una stessa immagine, ma anche tramite l’evocazione di un clima da culto iniziatico e propiziatorio. Ivan Quaroni LUCE SILENZIOSA 2012 50 x 60 cm acrilico su tela


GIANLUCA CHIODI

IRACONTO (Ira) 2011 50 x 50 cm fotografia - tiratura 1di1

PASSI E CONTRAPPASSI Nella nostra società, ormai, tutto è permesso ed il Vizio, è divenuto Vezzo. Certo è.... che non è così. I peccati capitali non sono andati in prescrizione, ed è per questo che, ispirandomi ai gironi danteschi, ho lavorato associando ad ogni peccato la propria pena. Rappresentati nella stessa immagine, Passi e Contrappassi. Gianluca Chiodi


VINCENZO TODARO Nei lavori della serie (un)memories (dipinti ed interventi su fotografie vintage) i soggetti vengono ripescati dal passato, da un passato senza precisi riferimenti temporali e topografici: sono i protagonisti senza nome e senza volto di “vecchie” fotografie (soldati, parroci, famiglie in villeggiatura, scolaretti, ecc.) riportate alla luce dall’oblio del non ricordo. Attraverso un particolare processo creativo queste storie dimenticate riemergono rimaneggiate quasi a volerne accentuarne l’indeterminatezza: il binomio volto-identità viene destrutturato dalla totale eliminazione dei principali tratti caratterizzanti dei soggetti ritratti. Ciò che ora diviene “visibile” è il vuoto assoluto lasciato dall’assenza dei principali riferimenti propedeutici al ricordo, in un ipotetico abbandono della propria “maschera” di pirandelliana memoria... Nicola Silva

(UN)MEMORY #026 SOLDIERS 2011 100 x 70 cm Olio e acrilico su tela


ANTONIO DE LUCA

FEARS 2011 90 x 120 cm (trittico) digitale su carta cotone su dibond courtesy by Ars Prima Nur Gallery

La fotografia spesso e volentieri è un linguaggio violento. Il fotografo prende la mira, scatta, spara l’immagine, cerca di appropriarsi del mondo, di fermare il tempo, di raccontare la vita.Ma gli viene il dubbio che sia un’operazione di morte. In giro per il mondo mi sento più sicuro con una Reflex in mano, alla fine scatti e succede sempre qualcosa che vale la pena di essere raccolto, mostrato, condiviso; poni dei quesiti e ti sembra di trovare le risposte. Vi è una componente di piacere fisico nel prendere fotografie, ma v’è anche fatica e paura della caccia. Fare ritratti, raccontare uomini ti lascia scorie detriti spirituali . Non ho più bisogno di cercare il controllo quando scatto una foto. i miei ritratti urbani, le mie sovraimpressioni casuali sono scattate velocemente, senza inquadrare l’immagine nel mirino. Non pretendo di dare risposte, vado a spasso con la mia ombra cercando altre ombre, non ho bisogno di una bella luce, mi basta quella che trovo.


ILV - IRENE LUCIA VANELLI

Nella serie de “Gli ossimori del vivere” ricorro all’utilizzo di manichini che rappresentano sagome abbozzate della “non identità”. Corpi alienanti, in cui soggettività e individualità si dissolvono, in antitesi concettuale con l’Umanesimo e la centralità dell’uomo. L’uomo perde il proprio ruolo e la propria dignità: da soggetto (“homo faber”) diventa oggetto, parte dell’allestimento dell’opera, strumento di comunicazione di stati d’animo e condizioni universalmente traducibili. Volti inespressivi; corpi sagomati, ma anonimi lasciano il centro della scena ad emozioni primarie ed ancestrali. In “Liebe” sussiste la contrapposizione tra un corpo fragile, esile. Indifeso. Il cuore rosso vivo in mostra nel costato, raccolto da un gracile scheletro che a stento riesce a contenerlo. L’Amore: focosa passione, che come fuoco brucia l’anima e il corpo, consuma e divora le carni nel profondo. Come ogni incendio, spente le fiamme, non restano che le macerie. Un cuore ferito. Troppo vivo per non risentirne. Trafitto nei sentimenti. Ucciso dall’Amore.

LIEBE del ciclo GLI OSSIMORI DEL VIVERE 2013 145 x 50 cm di diametro base Tecnica mista


ANGELA VIOLA

MA(ta)SSE 2012 28 x 70 cm cad. Inchiostro su cartoncino

Osservare le protagoniste delle MA(ta)SSE è come sbirciare dal buco della serratura, lo sguardo si sofferma su alcune parti del corpo che si intravedono attraverso il filo rosso, sostegno e legame al tempo stesso di una fragilità fisica ed emotiva. Recuperando un’antica leggenda cinese, nella quale il filo rosso era simbolo del destino inevitabile poiché deciso da un volere superiore, Angela costruisce un percorso che si snoda attraverso tutte le opere della serie, rendendola un unico grande racconto. Il filo rosso, metafora delle esperienze passate e dei ricordi che si accumulano attorno e dentro di noi, si attorciglia sommandosi al filo delle decisioni che non ci appartengono, creando delle matasse che sono più simili a masse, pesi che ci portiamo legati e da cui non riusciamo a liberarci. Le figure rimangono immobili, sospese a un filo nello spazio bianco del foglio, o della tela, in attesa che ancora, qualcos’altro accada e ne cambi la sorte. Annalisa Bergo


ANNA CARUSO Sospeso tra mondo fenomenico e noumenico è il lavoro di Anna Caruso, che evidenzia i punti di snodo e contatto tra la cultura materialista occidentale e la religione e il folclore tradizionali. L’artista usa il linguaggio della metamorfosi e della trasfigurazione per descrivere la coesistenza all’interno dell’individuo di due aspetti apparentemente contrapposti, quello razionale e quello istintuale, rispettivamente simbolizzati dalla forma umana e da quella animale. Invece che creare compatti ibridi antropo-zoomorfi, Anna Caruso costruisce figure eteree, prosmatiche, in cui convivono, quasi impercettibilmente, l’uomo e la bestia. “ mi servo di una tecnica pittorica ad acrilico su tela priva di preparazione”, racconta l’artista, “che mi consente di giustapporre il colore senza eccessive sfumature e di poter lavorare con stratificazioni e trasparenze”. Attraverso questo espediente ottico, che costringe l’osservatore ad una continua messa a fuoco dello sguardo nel tentativo di decifrare la cangiante mutevolezza delle forme, l’artista riesce, pur senza rinunciare alla narrazione, a creare una pittura liminare, ambiguamente sospesa tra astrazione e figurazione.

SOLO UNA VOLTA AL MESE 2012 90 x 70 cm acrilico su tela


NICOLA CAREDDA

NON CI SONO SOLO LE ANGURIE 2012 107 x 150 cm Acrilico su tela

Pittore di misteriose vedute arcadiche è Nicola Caredda, artista sardo che reinventa la natura, miscelando la capricciosa lezione dei grilli gotici con le atmosfere languide ed estenuate del simbolismo. L’artista dipinge con puntigliosa acribia e incredibile attenzione per i dettagli, boschi e giardini disseminati di rovine, di are e plinti provenienti da un passato indefinito, sospeso tra classicismo e post-modernità. Sono paesaggi notturni, silenti angoli di una vegetazione addomesticata dalla mano dell’uomo e sovente percorsa da bizzarre creature zoomorfe ed enigmatiche apparizioni. La pittura di Nicola Caredda, debitrice tanto delle inquiete visioni di Salvator Rosa quanto delle sinistre atmosfere di Böcklin, segue la traccia di una rinata sensibilità decadente, che unisce alla neogotica propensione verso le ambientazioni spettrali un certo gusto lezioso di marca lowbrow. Con i suoi parchi sovrastati da cieli plumbei e illuminati dalla flebile luce lunare, Caredda riesce a ridare corpo e sostanza a quella natura, permeata di “corrispondenze”, che il poeta Baudelaire immaginava come un “tempio, ove colonne viventi, lasciano talvolta sfuggire confuse parole”[1]. [1] Charles Baudelaire, Corrispondenze, in I Fiori del Male, a cura di G. Raboni, Einaudi, 2006, Torino.

Ivan Quaroni


MOMO’ CALASCIBETTA Il mio tributo a Mozart va cercato nell’atteggiamento spregiudicato e disinibito che ho cercato di assumere nel dipingere e nella mia accorata invocazione a quello spirito dell’equilibrio tra libertà e forma che ha dominato Mozart nella sua creatività; quello spirito che permette di agire in maniera totalmente libera, perché conforma la propria libertà alla NECESSITA’.

ORKESTAR MOMO-Z-ART OMAGGIO A MOZART 2006 150 X 120 cm Acrilico su tavola


MASSIMO QUARTA

BO-DI-FARBO 2012 50 x 50 cm Acrilico su tela

L’inversione di marcia sta nel guardare all’amica natura con gli occhi dell’alieno... e in questo caso l’attenzione si è soffermata sulla necessità di rallentare la corsa verso l’assurdo... (M.Q.) “Certamente i Farbo.Nauti derivano dalla visione del cinema SF, genere che ha distribuito idee e suggestioni a molta arte dei nostri tempi. Massimo Quarta ha preparato una vera e propria serie di episodi sulla vita dei Farbo.Nauti. in un primo tempo li vediamo a casa loro, in qualche costellazione lontana, che svolazzano tranquilli: qui la pittura è molto pop e grafica, persino tranquillizzante (mi ricordano la cromia dei mondi fantastici di Enrico De Paris). Successivamente i Farbo.Nauti preparano l’attacco via cielo alla terra e allora, alzando le nostre teste, vedremo questo strano esercito colorato munito di strani bastoni da rabdomante e torce luminose che stanno per arrivare, a ancora non sappiamo come dovremo comportarci.” Luca Beatrice


RAFFAELLA FORMENTI AAA, offresi ON/OFF vita e identità in formato salsa da asporto purché sottovetro, dietro monitor, senza gli odori e i sapori della presenza tattile condivisa nella quotidianità. C’è chi raccoglie i pomidoro in una vita costretta senza identità, e chi della propria vita ne fa pizza da asporto, da consumare omogeneizzandosi per vetrine effimere. E c’è l’alieno che non si ritrae dal condividere nel dialogo la propria impronta personale. AAA ON/OFF resi 2013 Dimensioni a variazione ambientale Materiali cartacei della comunicazione


ROBERTA UBALDI

SOUL#16 (dittico - opera n.2) 2013 90 x 90 cm olio su lamiera ossidata

Mani che cercano di trattenere forme in continua evoluzione, anime che si materializzano e poi si dissolvono. “ Lamiere di formato diverso, ossidate in maniera mirata a mezzo di bagni d’acqua, stracci e mordenti naturali, diventano la base reattiva di una sapiente pittura a olio, lavorata a partire dal colore medio. Roberta Ubaldi si rifà in maniera dichiarata alla lezione anatomica rinascimentale, fondendola però, con un’informalità tutta contemporanea, al disegno organico del supporto: ne risultano visioni efflorescenti, metamorfiche e luministiche, sempre in bilico tra definizione e dissoluzione delle forme.” Luca Arnaudo


VANIA ELETTRA TAM Nel dipinto è raffigurata una donna avvinghiata ad uno strano essere che potrebbe sembrare una medusa ma anche una sorta di grande placenta. Lei non risulta spaventata, anzi si abbandona fra i tentacoli, forse alla ricerca di una rinascita. La donna sta tentando di divincolarsi o si sta facendo ulteriormente avviluppare dalle spire della creatura? L’osservatore ha la possibilità di trarre le proprie conclusioni. L’opera appartiene ad un ciclo pittorico denominato “Rhodiola Rosea”. La Rhodiola Rosea è una pianta usata nella medicina naturale dalle proprietà straordinarie, assunta regolarmente ridona equilibrio emotivo.

RHODIOLA ROSEA SANGUIGNA DUE 2013 50 x 30 cm Inchiostro su carta


JARA MARZULLI

IL RISVEGLIO 2012 100 x 120cm Acrilico e olio su tela

Jara Marzulli indaga il rapporto conflittuale tra la femmina e il proprio corpo, alla ricerca di un’identità primaria e ancestrale. Un nastro che lega i ricordi e avvolge i corpi delle coppie di donne tra loro come una pratica antica con un legame inscindibile, un colore chiaro stemperato che annacqua come un acquerello la pesantezza della memoria, fanno da filo conduttore a rapporti piÚ o meno svelati che si intrecciano tra simbologie di insetti ed elementi naturali. Francesca Baboni


ROBERTO FONTANA Un percorso di analisi e ricerca sulla difficoltà a reperire il senso intimo e profondo del proprio essere ed esistere, attraverso l’autoritratto come credibile icona elettiva di una condizione esistenziale, di un disagio non solo personale ma rappresentativo dell’intera società contemporanea. La propria immagine riflessa, lo sdoppiamento del proprio Io in continua ricerca, attraverso una pittura fisica e d’istinto che cerca espressione attraverso il gesto e la forma.

THREE TIMES ME 2011 193 x 105,5 cm Tecnica mista su tavola


FULVIO MARTINI

CHIODO FISSO 2013 - 70 x 50 cm Acrilico su carta su tela

Questo lavoro fa parte della serie “Ladri d’aria”, sorta di zombie neo-espressionisti, con i quali da qualche anno rappresento l’uomo contemporaneo. Indipendentemente dai costumi che indossano, papi, politici, banchieri, persone comuni e dai dettagli che illustrano il racconto pittorico, essi sono caratterizzati dall’assenza di sguardo, dal momento che gli occhi sono lo specchio dell’anima, dai denti aguzzi atti a sbranare tutto ciò che si frappone al loro ego predatore, dalla bocca aperta nell’atto di “rubare” aria a chi zombi ancora non è. Una visone certamente dura e probabilmente senza speranza resa sopportabile dall’ironia che può anche far muovere al sorriso e far riflettere sulla miserabile condizione interiore in cui versa oggettivamente la gran parte dell’umanità.


FABRIZIO RICCARDI Polittico formato da 4 tavole raffiguranti personaggi grotteschi che si ispirano ai disegni che Fracois Rabelais fece alla corte del Papa Clemente VII nella metà del 16°secolo, con i quali intendeva fare una critica al mondo corrotto della corte dell’epoca. Fabrizio Riccardi ama le storie stravaganti e ironiche, senza veli; gli sposalizi apparentemente impossibili tra verità intangibile e fantasia tangibile. Nei suoi dipinti la visione è data dalla concretizzazione dei sogni che prendono corpo e anima, rivelando luoghi e personaggi che ci risultano familiari, perché albergano nella memoria collettiva dell’intera umanità. Interpreta la Vita truccandola a suo piacimento con una pittura delicata, ricca di emozioni e delizie, inattese e durature. SONGES DROLATIQUES DE PANTAGRUEL 2013 76 x 92 cm olio su tavola


CARLO COFANO

MI VEDI? 2013 50 x 50 cm Olio su tela

Carlo Cofano utilizza la tecnica della pittura a olio come il formarsi e trasformarsi che è l’eterno gioco dell’eterna mente (Goethe, Faust), per riavvicinarsi alla propria anima e superare il malessere dell’alienazione spirituale contemporanea. La sua è una pittura volta alla consapevolezza, al dis-velamento. Una pittura in cui tutte le fantasie e le associazioni che emergono in relazione a un particolare stato d’animo sono rappresentate in forma di rivelazione, e, rese disponibili al riconoscimento attraverso un’espressione concreta o simbolica, raccontano come tutto, sotto la soglia della coscienza, è animato. Flavia Lanza


ILARIA MARGUTTI E Corpore Medendo | Fuori dalla Pelle | Sindoni Il corpo è l’esperienza alla quale approdiamo e sulla quale sperimentiamo la nostra esistenza. Presente e passato corrono senza pause e si mescolano nell’oblio di una remota memoria confusa e la pelle ci è diventata estranea. Le ossa, solo struttura. Il “corpo” agonizza l’assenza e non richiede altro oltraggio, necessita di un’attenzione che va al di là della semplice terapia. Capace di riconquistare la propria bellezza tramite la cura. La guarigione: un risveglio, una consapevolezza, una percezione del corpo e di sé. Ogni ordine e grado di malattia, che sia fisica o spirituale, essa passa dalle ossa alla pelle, dal midollo al cuore. Il corpo guarisce per avviarsi ad uno stadio di illuminazione. La traccia in rilievo lasciata sul tessuto è la Sindone, la tela, la pelle, il setaccio dell’esperienza interiore. E CORPORE MEDENDO - SINDONE DI BEATRICE 2012 260 x 190 cm Ricamo a mano su tela, nastro di raso, spilli


GIANCARLO MARCALI

RI(e)VOLUZIONE 2012 300 x 250 x 200 cm Installazione, radiografie, vetro, cavi acciao e nylon

“Ri(e)voluzione” è a nuova installazione nella quale la mia ricerca si sviluppa verso lo sbocco di una dimensione più spirituale. Da una attenta analisi del momento doloroso che mi ha portato a sezionare in maniera chirurgica l’attimo in cui tutto crolla e muore, cerco una via per allontanarmi da questo dolore attraverso una intuizione. Mesi fa sono venuto in possesso delle radiografie di un’aquila ferita in Liguria. Mi è venuta in mente la mia installazione “La memoria del dolore” nella quale avevo raccolto le radiografie di 33 persone morte di cancro per creare un’unica identità che rappresentasse tutte loro, ed ho deciso di regalare le ali di quest’aquila alla mia opera. L’installazione si sviluppa su 6 strati di radiografie all’interno di vetri che a prima vista appaiono scoordinate ma che per effetto di un procedimento pseudo anamorfico si ricompongono in un unico punto dello spazio facendo apparire la mia vecchia installazione prendere il volo. E’ un atto di fede nei confronti della vita. Il nostro dolore ci curerà, si addolcirà e ci porterà a ritrovare la nostra identità.


TIZIANO SORO Tiziano Soro è pittore e scultore, con particolare attenzione al ready-made ironico delle immagini comuni e all’ornamento, una pratica sperimentale di smarrimento, di vertigine, ma anche di scartamento dei luoghi comuni, che porta ad esplorare i percorsi meno probabili, persino quando non ci sarebbe nessuna ragione per esplorarli. Recuperare immagini che appartengono al patrimonio visivo della collettivitĂ e che poi vengono assemblate secondo un ordine nuovo, in modo da suggerire significati inediti. Non si tratta di una procedura meccanica, ma nemmeno casuale. Processare le immagini preesistenti,cambiarne il segno e il senso richiede attenzione. La fiaba, il mito, la leggenda metropolitana, sono per Soro materia viva e malleabile, da plasmare a piacimento per mezzo di capovolgimenti, inversioni e sconvolgimenti del significato originario.

#SACRED HEART# 2013 50 x 50 cm Acrilico su tela


STREAMCOLORS

THE JOURNEY LECCE 2013 video

Approda a Lecce “The Journey”, un viaggio dell’artista digitale Giacomo Giannella/streamcolors alla ricerca di luoghi, colori, persone e storie visti con gli occhi del futuro. Le parole di autorevoli personaggi e le testimonianze popolari accompagnano le immagini e i video realizzati in un’esplorazione fotografica emozionante.” L’artista dice di sè: Mi definisco un “cacciatore di colori”, poiché ogni giorno ricerco e rigenero colori, forme ed estetiche che più mi affascinano rielaborandoli con gli strumenti della computer grafica e della fotografia. Ho ideato così Streamcolors, un nuovo modo di decodificare e di rappresentare la realtà che mi circonda. Dopo aver indagato le strade astratte con la serie “Patternism”, aver dato una forma figurativa con la serie Portraits è arrivato il momento di inaugurare Journey, un viaggio che mi porterà a scoprire in prima persona nuovi luoghi in una profonda esperienza di fotografia emotiva.


ORODE’ DEORO ISTRUZIONI PER IL COMPIMENTO DI UN’AZIONE Azione pittorica n. 1 con sassofonista e danzattrice Opera di Orodè Deoro, con Orodè Deoro (action painting), Roberto Gagliardi (sax) e Stefania Mariano (danza).

Sono sempre stato affascinato dalla figura del clown che vuole raggiungere la luna con una scala. Ne conosco molti e mi annovero tra la loro razza. Eseguire una partitura che faccia innamorare i gatti. E la chiameremo partitura del mandala o abbraccio di sogno. Cancellare un quadro iniziale, semplicemente perché non è sufficiente che sia lì con la presupponenza dello scontato. Voglio un altro cielo. Non è scontato che siamo qui, amore. Cancellare il proprio nome. Cercare con le labbra una musica superiore. Un nuovo contatto. Nuove figure per nuovi linguaggi. Unirli per un tempo brevissimo e scomparire per non farci consumare dal tempo. Se un’opera pittorica è la vita, una nuova Salomè prova il suo corpo, i suoi arti ma non per far decapitare il santo quanto per fulminarlo con la sua bellezza, semplicemente questo, ammesso che accada. Il resto non m’importa Amore! Quello che importa è lo slancio, la rivolta. Un coro, mentre si scompare all’orizzonte insieme al paesaggio, urla e poi sussurra qualcosa che vola nello spazio. Forse da qualcuno verremo ascoltati! Ma che importa? Portami lontano, dicono gli occhi della gente che, una volta presi, non vanno da nessuna parte.

FABIO MAZZOLA A GIACOMO performance (foto di Sante Cutecchia)

“È in casa sua che Mazzola ritrova dei manoscritti del padre scomparso e decide di mettere in atto “a Giacomo”. L’artista siederà ad una scrivania e, rischiarato da una fioca luce, batterà a macchina i racconti ritrovati, accompagnato dal secco ritmo delle meccaniche dei tasti, stabilendo un contatto con il padre – autore, ma anche con gli spettatori, ai quali darà le spalle, in modo da preservare il carattere intimo dell’atto ma, al contempo, permettere loro di leggere le parole dei testi dei quali l’artista si propone di fare da “medium”.” testo di G. Matteo ed E. Puzziello


TARSHITO BEATITUDINE Happening

L' arte che vado a manifestare ha una attitudine che vuole sostenere la parte luminosa di ognuno di noi, totalmente all' opposto dell' egoismo, del potere, della violenza. É l'altra polarità. Celebrativa, commossa e aperta. Le parole che voglio portare durante l' happening sono: prendersi cura gli altri come amici visitatori del pianeta in celebrazione Pratiche di unione per l' offerta al trascendente... amore!

Lascerò la veranda libera per la nebbia Senza alcun bisogno di addestrarmi Vorrei liberare solo gli ingranaggi oliati E chiudere i regni che ho abitato abituandomi E guardarmi dalla distanza guadagnata Guardarmi dal confine che mi tiene vivo Imprigionato da questo sottile bisogno nella libertà che prese i polsi logorati Che la libertà non la merito malgrado mentre l’ora d’aria mi raggiunge fin qui Mentre belo ed il pianeta si ammala attorno Mi faccio volentieri trasportare al guinzaglio Come l’Antartide traversa gli equatori Io aderisco alla pelle con l’inutilità che mi accende E mi lascio spegnere da ogni soffio circostante Attendo che le scuse plausibili rotolino da dosso Le molecole vengono liberate a turni finalmente Proprio mentre la via mi appare silenziosa Ti permetto che il massacro inizi a cinguettare Ed io al centro di te, ed io la tua piccola morte nel rifiuto della corsia che sceglieranno per me dove la scelta del nome del male assegnatomi non coprirà i colori del buio che sceglierò macino brodini con denti da latte imbruniti osservo polvere inseguire finestre murate la carne stretta da emostatici finissimi e la vita mi si svita dai miei fianchi tesi ho quindici anni se sorrido iniquo ne ho cento ogni qualvolta dormo sulla mano tua i crampi partono da caviglie tenute piegate per millenni fino all’ultima stanza dove vengo ritrovato infine il grilletto oliato posato sui cristalli dell’orso il grilletto oliato tolto dalle dita tue che mi fai fuoco e proprio mentre sbriciolavo sul lato inclinato mi riappacificavo con la fine del mondo tra i pezzi del puzzle dispersi e riconosciuti potevo ora sostare …sospettando il peggio

MASSIMILIANO MANIERI IL LADRO DI UNIVERSI foto performance Courtesy Primo Piano LivinGallery


ANDREA MARTINUCCI ANGELA VIOLA ANNA CARUSO ANNA FRIDA MADIA ANNACLARA DE BIASE ANNALU’ ANTONIO DE LUCA ANTONIO DELLUZIO CARLO COFANO EL GATO CHIMNEY ELISA ANFUSO EVA REGUZZONI FABIO MAZZOLA FABRIZIO RICCARDI FRANCESCO SAMBO FULVIO MARTINI GIANCARLO BOZZANI GIANCARLO MARCALI GIANLUCA CHIODI ILARIA MARGUTTI

E-lite studiogallery Corte San Blasio 1c - 73100 Lecce 3381674879 info@elitestudiogallery.com www.elitestudiogallery.com

IRENE LUCIA VANELLI JARA MARZULLI MARCELLA BONFANTI MARCO REA MASSIMILIANO MANIERI MASSIMO QUARTA MATTEO NANNINI MAURIZIO L’ALTRELLA MOM0’ CALASCIBETTA NICOLA CAREDDA NUNZIO PACI ORODE’ DEORO RAFFAELLA FORMENTI ROBERTA UBALDI ROBERTO FONTANA STREAMCOLORS TARSHITO TIZIANO SORO VANIA ELETTRA TAM VINCENZO TODARO

Frattura Scomposta Contemporary Art Magazine Via Sant’Abbondio 19 - 20142 Milano tel. 0245480631 info@fratturascomposta.it www.fratturascomposta.it




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