Le grandi mostre del 2015

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LE GRANDI MOSTRE DEL 2015

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EDITORE: Sergio Curtacci CAPO REDATTORE REDATTORE: Vania V i Elettra El tt Tam T

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COLLABORATORI DI REDAZIONE:

Alessandra Redaelli Arianna Beretta Elena Arzani Flavia Lanza Federica Fiumelli Fulvio Martini Giorgio Barassi Jessica Capra Marco Besana Vanni Cuoghi


INDICE

LE GRANDI MOSTRE DEL 2015 56. Biennale di Arte Visivia di Venezia- All the World’s Futures Andrea Branzi - Heretical Design Arte lombarda dai Visconti agli Sforza Arts & Foods Astrattismo in Europa da Malevich a Kandinsky Balthus Boldini, lo spettacolo della modernità Burri Piero Calpestare la guerra Carpaccio. Vittore e Benedetto da Venezia all’Istria Cucina & Ultracorpi Da Cimabue a Morandi Da Kirchner a Nolde. Espressionismo tedesco De Chirico Fattori Food. La scienza dai semi al piatto Gerhard Richter Gherardo delle Notti g Morandi 1890-1964 Giorgio Giotto, l'Italia. Da Assisi a Milano Grand Tour ITALIA Guernica di Picasso per Expo 2015 Henri Rousseau. Il Candore Arcaico Huang Yong Ping - Bâton Serpent Il bacio di Francesco Hayez IL cibo nell'arte. Capolavori dei grandi maestri dal seicento a Warhol IL Demone della modernità Il laboratorio del Genio Bernini disegnatore

Il museo ideale. id l Capolavori C l id dell’arte ll’ t d dell N Novecento t italiano Il Primato del Disegno Jackson Pollock’s Mural Jeff Koons a Firenze L G La Grande d Madre M d La Roma di Ettore Roesler Franz La rosa di fuoco La scuola di Milano. Arte e cultura nei luoghi di Corrente Leonardo 1452 1452–1519 1519 Lorenzo Lotto e i Tesori artistici di Loreto Martial Raysse Matisse. Arabesque Medardo Rosso Mirò L’impulso Mirò. L impulso creativo Natura, mito e paesaggio dalla Magna Grecia a Pompei Palma il Vecchio, lo sguardo della bellezza Perugino e Raffaello, Lo Sposalizio della Vergine Photofestival 2015 Pompei e l’Europa. Natura e Storia Potere e pathos. Bronzi del mondo ellenistico Romart 2015 Rossella Biscotti al Museion di Bolzano Rosso Fiorentino Slip of the Tongue Tesori di Lombardia Tutankhamon Caravaggio Van Gogh Walter Bonatti. Fotografie dai grandi spazi



LE GRANDI MOSTRE DEL 2015


56a Biennale Arti Visive di Venezia All the World’s World s Futures


56. Esposizione Internazionale d’Arte - All the World’s Futures Dal 9 maggio al 22 novembre 2015 curatore: Okwui Enwezor Il Presidente della Biennale di Venezia Paolo Baratta, accompagnato dal Curatore della 56. Esposizione Internazionale d’Arte Okwui Enwezor, ha incontrato oggi a Ca Ca’ Giustinian i rappresentanti di 53 Paesi partecipanti alla 56. Esposizione, che si svolgerà dal 9 maggio al 22 novembre 2015 ai Giardini e all’Arsenale (vernice 6, 7 e 8 maggio) nonché in vari luoghi di Venezia. Il tema scelto da Okwui Enwezor per la 56. Esposizione Internazionale d’Arte è: All the World’s Futures Okwui Enwezor ha così esposto p il suo pprogetto: g « Le fratture che oggi ci circondano e che abbondano in ogni angolo del panorama mondiale, rievocano le macerie evanescenti di precedenti catastrofi accumulatesi ai piedi dell’angelo della storia nell’Angelus Novus. Come fare per afferrare appieno l’inquietudine del nostro tempo, renderla comprensibile esaminarla e articolarla? I cambiamenti radicali verificatisi comprensibile, nel corso degli ultimi due secoli hanno prodotto nuovi e affascinanti spunti per artisti, scrittori, cineasti, performer, compositori e musicisti. Ed è riconoscendo tale condizione che la 56. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia propone All the World’s Futures, un progetto d di t a una nuova valutazione dedicato l t i d ll relazione della l i t l'arte tra l' t e glili artisti ti ti nell’attuale stato delle cose ». La Mostra: il parlamento delle forme « Al pposto di un unico tema onnicomprensivo, p , All the World’s Futures è permeato da uno strato di Filtri sovrapposti, intesi come una costellazione di parametri che circoscrivono le molteplici idee che verranno trattate per immaginare e realizzare una diversità di pratiche. La 56. Esposizione

utilizzerà come Filtro la traiettoria storica che la Biennale stessa ha percorso durante i suoi 120 anni di vita, un Filtro attraverso il quale riflettere sull’attuale “stato delle cose” e sull’ “apparenza delle cose” ». « In che modo artisti, filosofi, scrittori, compositori, coreografi, cantanti e musicisti, attraverso immagini, oggetti, parole, movimenti, azioni, testi e suoni, possono raccogliere dei pubblici nell’atto di ascoltare, reagire, farsi coinvolgere e parlare allo scopo di dare un senso agli sconvolgimenti di quest’epoca? quest epoca? Quali materiali simbolici o estetici, estetici quali atti politici o sociali verranno prodotti in questo spazio dialettico di riferimenti per dare forma a un’esposizione che rifiuta di essere confinata nei limiti dei convenzionali modelli espositivi? In All the World’s Futures, lo stesso curatore insieme agli artisti, agli attivisti, al pubblico e ai partecipanti di ogni genere saranno i protagonisti centrali nell’aperta orchestrazione di questo progetto ». « Al centro della Mostra c’è la nozione di esposizione come palcoscenico nella quale verranno esplorati progetti storici e antistorici. All’interno di qquesta struttura ggli aspetti p della 56. Esposizione p pprivilegeranno g nuove proposte e lavori specificatamente concepiti dagli artisti, cineasti, coreografi, performer, compositori e scrittori invitati per lavorare individualmente o in collaborazione ». Tre i Filtri che strutturano All the World World’ss Futures: Vitalità: sulla durata epica; Il giardino del disordine; Il Capitale: una lettura dal vivo. Vitalità: sulla durata epica « All the th World’s W ld’ Futures F t è una manifestazione, if t i sia i temporale t l sia i spaziale i l che è incessantemente incompleta, strutturata da una logica dello svolgimento, un programma di eventi che può essere esperito nel punto d’incontro tra “vitalità” ed “esibizione ”. Sarà una drammatizzazione dello spazio p espositivo p come un evento dal vivo in continuo svolgimento. g Così facendo All the World’s Futures proporrà delle opere che esistono già, ma chiederà anche dei contributi che saranno realizzati appositamente ed esclusivamente per questa Mostra ».


Il giardino del disordine « Questo Filtro, collocato nei Giardini e nel Padiglione Centrale nonché nelle Corderie, nel Giardino delle Vergini dell’Arsenale e in altri spazi selezionati a Venezia, utilizza lo spazio storico dei Giardini della Biennale come una metafora attraverso la quale esplorare l’attuale “stato delle cose”. La Biennale Arte 2015 ritorna sull’antico territorio di questo ideale per esplorare i cambiamenti nell’ambiente globale, per leggere i Giardini, con il suo malridotto insieme di padiglioni, come il sito ultimo di un mondo disordinato di conflitti nazionali e di deformazioni territoriali e geopolitiche. disordinato, geopolitiche Gli artisti sono stati invitati ad elaborare delle proposte che avranno come punto di partenza il concetto di giardino, realizzando nuove sculture, film, performance e installazioni per All the World’s Futures ». Il Capitale: una lettura dal vivo « Oltre al caos e al disordine propri dell’attuale “stato delle cose”, esiste una preoccupazione dilagante che è al centro della nostra epoca e modernità. Fin dalla pubblicazione dell’imponente opera di Marx Il Capitale: Critica dell’economia ppolitica nel 1867,, la struttura e la natura del capitale p ha suscitato l’interesse di filosofi e artisti, ispirando teorici della politica, economisti e strutture ideologiche in tutto il mondo. Una parte centrale di questo programma di letture dal vivo è “Das Kapital”, un imponente progetto bibliografico frutto di una meticolosa ricerca, concepito dal direttore artistico nel Padiglione Centrale ». » « Con questa prospettiva, All the World’s Futures, attraverso le sue costellazioni di Filtri, scaverà a fondo nello “stato delle cose” e metterà in discussione l’”apparenza delle cose” passando da un’enunciazione gutturale tt l della d ll voce alle ll manifestazioni if t i i visive i i e fisiche, fi i h tra t opere d’arte d’ t e pubblico ». « La prima Mostra Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia riformata ebbe luogo g nel 1999,, e fu in qquell'anno,, all'inizio di una nuova fase della propria vita, che dovette reagire a molte osservazioni critiche: una mostra organizzata per padiglioni sembrava una formula obsoleta o comunque invecchiata nell'epoca della conclamata globalizzazione».

Così il Presidente Paolo Baratta ha introdotto la 56. Esposizione Internazionale d’Arte rammentando di aver accettato la critica ma non le conclusioni che taluni proponevano: «non rinnegammo cioè la Biennale per padiglioni – chiarisce il Presidente - ma aggiungemmo a essa in via definitiva una nostra grande Mostra Internazionale autonoma. Predisponemmo nuovi grandi spazi e nominammo un curatore per questo progetto ambizioso. Una grande Mostra Internazionale, e non più sezioni internazionali aggiunte volta a volta alla mostra del curatore del Padiglione Italiano Un curatore internazionale per la nostra Mostra Internazionale e Italiano. mai più comitati o commissioni. Il modello funzionò, e in questa nuova vitale formula duale il numero dei paesi che chiesero di partecipare aumentò. Sono trascorsi 15 anni da quella riforma e dall'avvio di questa nuova storia. Ed è grazie a quella scelta strategica che oggi un curatore come Okwui Enwezor (come i suoi più recenti predecessori) può proporci, non una "sezione", ma un progetto di Mostra Internazionale ispirata dall'ambizione di offrire al mondo una cassa di risonanza del mondo». « In qquell'occasione – spiega p g Baratta - ai Giardini fu affiancato l'Arsenale e oggi, dopo 15 anni, il numero di paesi partecipanti nelle due sedi si eguaglia: 28 partecipazioni nazionali ai Giardini e altrettante all’Arsenale, in occasione della 14. Mostra Internazionale di Architettura. Questa più precisa responsabilità assunta dalla Biennale ha fatto evolvere il dialogo con i padiglioni e i paesi partecipanti. partecipanti Il pluralismo di voci che ne risulta è un unicum della Biennale di Venezia». « La Biennale– precisa Baratta - è una Mostra d'Arte, non una mostra mercato. Non basta un neutrale aggiornamento dell'elenco degli artisti più o meno giovani i i e noti. ti L'arte L' t e la l presente t realtà ltà cii sfidano fid a compiti iti più iù complessi. Abbiamo, in passato, definito in vari modi la Biennale. Oggi, di fronte ai pericoli di scivolamenti conformistici verso il noto, il consueto e il sicuro, l'abbiamo denominata la "Macchina del desiderio". Mantenere alto il desiderio di arte. A sua volta,, desiderare l'arte è riconoscerne la necessità. È, cioè, riconoscere come necessità primaria e primordiale l'impulso dell'uomo a dare forma sensibile alle utopie, alle ossessioni, alle ansie, ai desideri, al mondo ultra sensibile».


« Una Biennale è cosa complessa – dichiara il Presidente. Qualunque sia il punto di partenza del curatore - filosofico, filosofico politico, antropologico - la sua selezione dovrà davvero presentarci creazioni necessarie e vitali alla nostra percezione. E l'introduzione di ‘Biennale College’ aumenta il nostro impegno verso le nuove generazioni di artisti. L'edizione in corso di Architettura ha avuto al suo interno presenze aggiunte dei settori Danza Teatro Musica e Cinema, la prossima Biennale d'Arte conterrà al suo interno varie forme dell'arte, ma come parti integrante della Mostra». « Non è la prima volta – conclude Baratta - che una mostra ha davanti a sé un mondo fatto di insicurezze e turbolenze mentre il "giardino del mondo" ci appare un giardino non ordinato, ma non è neppure la prima volta che a una realtà complessa una mostra reagisca con entusiasmo ed energia vitale come fa questa che ci accingiamo a realizzare». La 56. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di V Venezia i presenterà, t à come di consueto, t le l Partecipazioni P t i i i nazionali, con proprie mostre nei Padiglioni ai Giardini e all’Arsenale, oltre che nel centro storico di Venezia. Anche pper qquesta edizione si pprevedono selezionati Eventi collaterali proposti da enti e istituzioni internazionali, che allestiranno le loro mostre e le loro iniziative a Venezia in concomitanza con la 56. Esposizione. Sito web ufficiale della 56. 56 Esposizione: www.labiennale.org www labiennale org




Andrea Branzi Heretical Design Museo MARCA Catanzaro


Andrea Branzi - Heretical Design Museo MARCA M Catanzaro Via Alessandro Turco 63 dal 24 dicembre 2014 al 29 marzo 2015 Il MARCA riparte. Dopo l'antologica dedicata a Agostino Bonalumi, viene proposto il percorso di un altro grande protagonista dell'arte italiana, il designer e architetto Andrea Branzi che proprio in questi giorni viene celebrato in Francia e nel 2015 approderà negli Stati Uniti all'Università di Harvard Harvard. Al MARCA di Catanzaro viene presentato, dal 24 dicembre al 29 marzo, Heretical Design, una mostra organizzata dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria e dall'Amministrazione P i i l di Catanzaro. Provinciale C t A curare la l rassegna è Alberto Alb t Fiz Fi che, h insieme i i allo Studio Branzi, ha selezionato 70 opere tra dipinti, disegni, installazioni, mobili, lampade, vasi e oggetti d'arredo datate tra il 1967 e il 2014. "Quello proposto al MARCA è un percorso relazionale fortemente coinvolgente", afferma Alberto Fiz, "dove l'oggetto, gg senza mai pperdere la ppropria p funzione, diventa metafora del mondo, interprete di una società in profonda trasformazione." In quest'occasione viene presentato il prototipo inedito di una serie di sedute create da Branzi per il Parco Internazionale della Scultura di Catanzaro che, per la prima volta, coinvolge un designer. Il progetto installativo, di carattere modulare, è concepito come luogo di incontro in stretta relazione sia con la scultura sia con l'architettura. Sono spazi attivi di forte evocazione ed espliciti rimandi all'oriente che interagiscono con l' bi t assorbendolo l'ambiente b d l e trasformandolo. t f d l La L mostra t all MARCA, MARCA intesa i t come corpus unitario, parte dal presupposto che l'opera di Branzi fa della

devianza e dell'eterodossia il principio fondante di un'indagine che mette in discussione ogni riferimento al progetto tradizionale, così come all'industrial d i desgin. "Con il termine Heretical Design si desidera indicare una nuova e particolare categoria della cultura del progetto; una categoria che non fa p tecnologia. g Essa riferimento né a una commitenza né a una specifica risponde piuttosto all'urgenza di operare al di fuori delle normali pratiche professionali, vivendo direttamente una rifondazione radicale dei contenuti e delle ragioni del mio lavoro", afferma Branzi ribadendo i contenuti della mostra. In questo caso l'opera viene chiamata a confrontarsi con la cultura antropologica ponendosi in stretta relazione con i temi della vita, vita della psiche, del sacro, dell'eros, della morte e della poesia. Il percorso si snoda attraverso le fasi cruciali di un'esperienza che si sviluppa a partire dagli anni sessanta, come dimostrano due opere emblematiche del periodo di Archizoom come la Lampada Sanremo del 1968 e il divano Superonda d ll' dell'anno precedente. d t Proprio P i quest'ultimo, t' lti per la l sua composizione ii variabile sovverte le norme standard dell'abitare borghese introducendo una forma che esprime il movimento, l'instabilità e la libertà del fruitore. La radicalità di oggetti che hanno contraddistinto un'epoca rimane, sia pure in maniera differente, una costante pper Branzi anche negli g anni successivi. Se già nel 1985 con la serie degli Animali Domestici i tronchi d'albero e i rami nel loro aspetto naturale si innestavano sulle sedute producendo un linguaggio inedito fatto di ibridazioni, con i Grandi Legni del 2009 Branzi crea una dimensione archetipale ed enigmatica assemblando le antiche travi provenienti dalla Val Badia. Ne emergono strutture aperte che non rientrano in nessuna categoria prestabilita dove gli oggetti appartenenti a categorie e a epoche differenti trovano una loro collocazione. Si tratta di una miscellanea dove gli affreschi pompeiani si confrontano con bronzi cinesi i i o con oggetti tti di uso comune attraverso tt un'orizzontalità ' i t lità dell'informazione.


Come ci ricorda Branzi "è lo spessore oscuro del mondo materiale la cosa che m'interessa di più. Desidero realizzare oggetti che abbiano la capacità di creare un'emozione ' i confrontandosi f d i con i miti i i della d ll contemporaneità, i à con la mistica cristiana o con i demoni tibetani." Un'arte circolare, insomma, che assorbe il tempo, l'oblio e le continue amnesie dell'essere dove gli oggetti sono transfert, interlocutori dell'anima. In questa direzione si colloca anche g onirici di contaminazione dove la recente serie dei Solid Dreams,, luoghi Rosso Fiorentino e Buddha vanno a braccetto, così come Picasso e Giotto. "I sogni solidi", scrive Branzi, "sono visioni di un presente continuo, profondo, inesplorato, ma più credibile delle illusioni della sola realtà materiale " Un design, materiale. design il suo che lavora sul concetto dd'infinito infinito superando ogni vincolo di carattere stilistico o tematico. Non a caso la mostra è inframezzata dagli Oggetti dell'Ospitalità che appartengono alle forme architettoniche a scala domestica che vanno a qualificare l'architettura interiore, cristallizzando spazi immaginari. Basti pensare agli Enzimi, vasi in plexiglass l i l d dove i luoghi l hi interni i t i sono diversi di i e autonomi t i dai d i luoghi l hi esterni t i sviluppando un'energia silenziosa di trasformazione e di sviluppo. "Quella che va in scena al MARCA", spiega Fiz, "è la drammaturgia degli oggetti, parte integrante di un intimo percorso emozionale e scenografico dove l'ar tista mette continuamente in crisi le nostre certezze. "L'infinito di Branzi al museo di Catanzaro comprende anche una sala dedicata specificatamente alle Nature morte, così come una lunga parete di dodici metri interamente ricoperta da una serie di Epigrammi dipinti che vanno incontro alle nostre amnesie con racconti sospesi nel vuoto, vuoto tracciati di un percorso misterioso e al tempo stesso ironico. Dunque, eretico. In contemporanea con la mostra del MARCA, il Museo di Arti Decorative e del Design di Bordeaux presenta, sino al 25 gennaio prossimo, un omaggio a Branzi attraverso cinquant'anni di creazione raccontando la sua esperienza di designer, d i architetto hit tt e teorico. t i I marzo, poi,i partirà In ti à dall'Università d ll'U i ità di Harvard un'ampia ricognizione del suo lavoro da parte degli Stati Uniti,

tanto che è previsto un tour in altre prestigiose sedi universitarie americane. Note Biografiche Andrea Branzi, Architetto e Designer, è nato a Firenze nel 1938 dove d sii è laureato; l vive i e lavora l a Milano Mil d l 1974. dal 1974 Dal D l 1964 all 1974 ha fatto parte del gruppo Archizoom Associati, primo gruppo di avanguardia noto in campo Internazionale. Si occupa di design industriale e sperimentale, architettura, progettazione urbana, didattica e promozione culturale. E' autore di molti libri sulla storia e la teoria della progettazione, pubblicati in molti paesi; negli ultimi anni importanti monografie sono state pubblicate sul suo lavoro. E' stato consulente responsabile del primo Centro Design e Servizi per un un'industria industria di materie prime (Montefibre) dal 1974 al 1979, 1979 vincendo con le ricerche di Design Primario il primo dei suoi tre Compassi d'Oro, di cui uno alla carriera. I suoi progetti sono oggi conservati presso molti musei quali: Centro Studi e A hi i della Archivio d ll Comunicazione C i i d ll'U i dell'Università ità di Parma; P C t Georges Centro G Pompidou, Parigi; Design Museum, Gent; MOMA New York; Brooklyn Museum, New York; Denver Museum of Art, Denver; Fondation Cartier pour l'Art Contemporain, Parigi; Groninger Museum, Groningen; Fonds Régional d'Art Contemporain, p Orleans; Houston Museum of Fine Arts, Texas; Israel Museum, Gerusalemme; Musée des Beaux-Arts, Montreal; Musée des Arts décoratifs, Parigi; Victoria & Albert Museum, Londra; Vitra Design Museum, Weil-am-Rhein; MAK, Vienna.



A t Lombarda Arte L b d d daii Vi Visconti ti aglili Sf Sforza Palazzo Reale Milano


"Arte lombarda dai Visconti agli Sforza: Milano al centro dell'Europa"

artisti del calibro di Giotto e Leonardo, cui saranno dedicate altre due eccezionali rassegne, sempre nella sede espositiva di Palazzo Reale.

12 Marzo - 28 Giugno 2015 Ingresso a pagamento comune di milano www.comune.milano.it La mostra "Arte lombarda dai Visconti agli Sforza" intende celebrare una delle pagine più gloriose della storia della città, che a partire dall'avvento della signoria dei Visconti prima e degli Sforza poi, si affermò come una delle città ppiù importanti p d'Europa, p , cui la città rende omaggio gg in coincidenza con l'evento di Expo 2015, durante il quale Milano diventerà per cinque mesi il centro del mondo. L'evoluzione come grande centro manifatturiero e commerciale e la progressiva espansione territoriale ebbero positivi benefici sullo sviluppo economico e culturale della città tanto che dal Trecento alla prima metà del Cinquecento Milano e la sua corte diventarono luogo di incontro di artisti, scienziati e letterati. Fu proprio durante i governi dei Visconti e degli Sforza che sorsero i più importanti monumenti della città, come il Castello Sforzesco, il Duomo e la chiesa di Santa Maria delle Grazie. Sulle orme della rassegna del 1958, che riscosse un grande successo di critica e pubblico, la mostra di Palazzo Reale analizza lo sviluppo della società e della cultura milanese e lombarda sottolineando il ruolo che la dinastia dei Visconti e qquella degli g Sforza ebbero nella crescita del ducato e nel mecenatismo delle arti, che raggiunsero vertici altissimi in tutti campi, dalla miniatura all'oreficeria, dalla vetrata alla pittura, dalla scultura all'architettura. Un'ampia e ricca selezione di dipinti, importanti documenti storici provenienti dagli archivi di stato, stato codici miniati, miniati piante e monete antiche ci racconteranno l'antica e sempre attuale vocazione internazionale di Milano, dove, grazie all'azione illuminata di personaggi come Azzone Visconti e Ludovico Sforza, le maestranze locali poterono entrare in contatto con

PALAZZO REALE Piazza del Duomo, 12, Milano


La a Trie enna ale M Milano o

Arts s & Foo ods


Arts & Foods La Triennale di Milano dal 9 Aprile al 1 Novembre 2015 La multiforme relazione fra le arti e il cibo sarà ripercorsa e analizzata nel Padiglione g Arts & Foods l’unica Area tematica di Expo p Milano 2015 realizzata in città ospitata al Palazzo della Triennale dal 9 Aprile fino al 1 Novembre 2015. Allestita negli spazi interni ed esterni della Triennale – 7.000 metri quadrati circa tra edificio e giardino – Arts & Foods metterà a fuoco la pluralità di linguaggi visuali e plastici, plastici oggettuali e ambientali che dal 1851, 1851 anno della prima Expo a Londra, fino ad oggi hanno ruotato intorno al cibo, alla nutrizione e al convivio. Una panoramica mondiale sugli intrecci estetici e progettuali che hanno riguardato i riti del nutrirsi e una mostra internazionale che farà ricorso a differenti media così da offrire un attraversamento tt t temporale, t l dallo d ll storico t i all contemporaneo, t di tutti t tti i livelli li lli di espressività, creatività e comunicazione espressi in tutte le aree culturali. Con una prospettiva stratificata e plurisensoriale Arts & Foods, a cura di Germano Celant e con l’allestimento dello Studio Italo Rota, cercherà di documentare ggli sviluppi e le soluzioni adottate per relazionarsi al cibo, dagli strumenti di cucina alla tavola imbandita e al picnic, dalle articolazioni pubbliche di bar e ristoranti ai mutamenti avvenuti in rapporto al viaggio per strada, in aereo e nello spazio, dalla progettazione e presentazione di edifici dedicati ai suoi rituali e alla sua produzione. Il tutto apparirà intrecciato alle testimonianze di artisti, artisti scrittori, scrittori film makers, makers grafici, grafici musicisti, fotografi, architetti e designers che, dall’Impressionismo e dal Divisionismo alle Avanguardie storiche, dalla Pop Art alle ricerche più attuali, hanno contribuito allo sviluppo della visione e del consumo del cibo. Una raccolta e un viaggio nel tempo che rifletterà creativamente il tema d ll’E dell’Esposizione i i U i Universale l di Milano, Mil “N t i il Pianeta, “Nutrire Pi t Energia E i per la l Vita”, attraverso centinaia e centinaia di opere, oggetti e documenti provenienti da musei, istituzioni pubbliche e private, collezionisti e artisti da tutto il mondo.

"Arts & Foods coinvolge tutti i media e linguaggi: dalla pittura alla scultura, dal video all’installazione, dalla fotografia alla pubblicità, dal design all’architettura, dal cinema alla musica e alla letteratura. – ha dichiarato G Germano C l t curatore Celant, t d l Padiglione del P di li e dell’ottava d ll’ tt edizione di i Ti Triennale l Design Museum - Si articola con un andamento cronologico che copre il periodo dal 1851 – data della prima Expo a Londra e dell’avvio della modernità – all’attualità, attraverso la creazione di ambienti dedicati ai luoghi g e agli g spazi p del convivo,, sia in ambito pprivato sia nella sfera ppubblica – dalla sala da pranzo alla cucina, dal bar al cibo da viaggio – in cui arredi, oggetti, elettrodomestici e opere d’arte creano una narrazione di forte impatto visivo e suggestione sensoriale. Triennale di Milano. Viale Alemagna, 6, 20121. Milano. T. +39.02.724341 htt // http://www.triennale.org/ ti l /




Astrattismo in Europa da Malevich a Kandinsky Forte di Bard Aosta


Astrattismo in Europa da Malevich a Kandinsky Forte di Bard Aosta dal 30 Gennaio al 02 Giugno 2015 +39 0125833811 Una straordinaria collettiva dedicata all’Astrattismo, da Malevich a Kandinsky. Il Forte di Bard ospita dal 31 gennaio al 2 giugno 2015 oltre 80 opere, principalmente olii e disegni di straordinario valore, appartenenti a una prestigiosa collezione privata tedesca, per la prima volta esposta in Italia e solo in precedenza esposta in due occasioni in Europa. La collezione, riunita con passione e costanza nel corso di anni, costituisce un nucleo tematico omogeneo con aspetti storico-geografici di grande interesse: le opere illustrano le tendenze artistiche dell dell’Europa Europa Orientale e Centrale durante la prima metà del XX secolo, con particolare attenzione alla nascita della pittura astratta e ai movimenti di arte non figurativa che ne seguirono e che capillarmente si diffusero in tutta Europa. In un clima di generale rinnovamento del linguaggio artistico, artistico infatti, infatti a partire dal 1910 circa si sviluppano diverse tendenze astratte nell’ambito dei movimenti d’avanguardia tedesco, russo, ceco e olandese. Wassily Kandinsky (Mosca 1866-Neully-sur-Seine 1944) occupa un posto di primo piano in questo contesto artistico. Al completo la compagine degli astrattisti russi presenti in mostra: Vladimir Tatlin, Alexander Rodchenko, El Lissitzky e Alexandra Exter, che sviluppa il suo linguaggio plastico integrando influssi dal Cubismo e dal Futurismo. Anche il lavoro di Natalia Goncharova può essere considerato una forma pparticolare di Cubo-futurismo russo,, un linguaggio g gg che l’artista maturerà a Parigi, dove si trasferisce a vivere nel 1917.

Kasimir Malevic, con Kandinsky, può considerarsi il più importante pioniere dell’arte dell arte astratta. Proveniente dal contesto del Cubofuturismo russo, Malevic dipinge forme geometriche elementari come il quadrato, la sfera, la croce, dando vita al movimento del Suprematismo: un’arte non descrittiva, puramente contemplativa e spirituale. Il movimento del Costruttivismo è rappresentato attraverso le opere di Lászlo Moholy-Nagy, Moholy Nagy importante esponente del Bauhaus tedesco. tedesco Max Bill (Abstraction-Creation) e Georges Vantongerloo (De Stijl) testimoniano la diffusione di un linguaggio astratto-geometrico rispettivamente in Svizzera e in Olanda.




Balthus Scuderie del Quirinale, Roma


Balthus Dal 10 febbraio al 30 maggio 2015 Scuderie del Quirinale, Roma Un doveroso doppio omaggio a uno dei giganti del Novecento, Balthus, in collaborazione con Villa Medici, l’istituzione francese a Roma che il f i fascinoso conte t Balthasar B lth Kl Klossowski ki de d Rola R l (1908-2001) (1908 2001) diresse di d l 1964 dal per volere del ministro-scrittore André Malraux. Probabile curatore della rassegna, il curatore nonché superesperto del pittore, ovvero monsieur Jean Clair. Balthus, pseudonimo di Balthasar Klossowski de Rola (Parigi, 29 febbraio 1908 – Rossinière, 18 febbraio 2001), è stato un pittore francese di origine polacca. Lo stile di Balthus parte da una base classica ed accademica; tuttavia, anche se la sua tecnica e il suo stile compositivo sono ispirati da quelli dei pittori pre-rinascimentali nelle sue opere sono presenti evidenti riferimenti allo stile di surrealisti come Giorgio de Chirico. Ha dipinto soprattutto figure umane in un'epoca in cui l'arte figurativa è stata sostanzialmente ignorata e trascurata. Attualmente è diffusamente riconosciuto come uno dei più i importanti t ti artisti ti ti del d l XX secolo. l Nel suo lavoro possono essere rintracciati i segni di numerose influenze, tra cui gli scritti di Emily Brontë (nel 1934 ha illustrato con disegni a penna su carta il romanzo Cime Tempestose), gli scritti e le fotografie di Lewis Carroll, i dipinti di Masaccio, Piero della Francesca, Simone Martini, Poussin, Jean Etienne Liotard, Joseph Reinhardt, Géricault, Ingres, Goya, Jean-Baptiste Camille Corot, Courbet, Edgar Degas, Félix Vallotton e Paul Cézanne. In ambito musicale il suo compositore preferito fu Wolfgang Amadeus Mozart. Molti suoi dipinti mostrano giovani fanciulle ritratte in un contesto erotico. Balthus sostenne ripetutamente che il suo lavoro non aveva alcun intento di tipo pornografico, ma che si limitava a mostrare l'esistenza della sessualità infantile, una realtà difficile da accettare e capace di mettere a disagio.


ELENA

ARZANI BOLDINI

LO SPETTACOLO DELLA MODERNITA' Musei San Domenico Forlì


BOLDINI, LO SPETTACOLO DELLA MODERNITA' 1 Febbraio - 14 Giugno 2015 Musei San Domenico Forlì “C’est un classique!”. E’ questo il riconoscimento dato a Giovanni Boldini (Ferrara 1842 – Parigi 1931), fin dalla prima esposizione postuma che si tenne a Parigi a pochi mesi dalla morte. “Il classico di un genere di pittura”, ribadì in quella occasione i Fili Filippo d Pisis. de Pi i Dopo la rassegna dedicata nel 2012 a Wildt (che sarà protagonista nel 2015 di una mostra realizzata dal Musée d’Orsay all’Orangerie di Parigi in collaborazione con la Città di Forlì e la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì), e le due successive sul Novecento ed il Liberty, Liberty la Fondazione e i Musei di San Domenico di Forlì proseguono nella esplorazione, attraverso nuovi studi e la riscoperta di opere poco note, della cultura figurativa tra Otto e Novecento, proponendo per la stagione espositiva del 2015 una approfondita rivisitazione della vicenda di Giovanni Boldini certamente il più grande e prolifico tra gli artisti italiani residenti a Parigi. E’ in questo ideale spazio di rapporto tra Forlì e Parigi che si colloca la nostra nuova iniziativa. Nella sua lunghissima carriera, caratterizzata da periodi tra loro diversi a testimonianza di un indiscutibile genio creativo e di un continuo slancio sperimentale che si andrà esaurendo alla vigilia della Pima Guerra Mondiale, il pittore ferrarese ha goduto di una straordinaria fortuna, fortuna pur suscitando spesso accese polemiche, tra la critica ed il pubblico. Amato e discusso dai suoi primi veri interlocutori, come Telemaco Signorini e Diego Martelli, fu poi compreso e adottato negli anni del maggiore successo dalla Parigi più sofisticata, quella dei fratelli Goncourt e di Proust, di Degas e di Helleu, dell’esteta Montesquiou e della eccentrica Colette. Rispetto alle recenti mostre sull sull’artista, artista, questa rassegna si differenzia per una visione più articolata e approfondita della sua multiforme attività creativa, intendendo valorizzare non solo i dipinti, ma anche la straordinaria produzione grafica, tra disegni, acquerelli e incisioni. Le ricerche più recenti di Francesca Dini (curatrice della mostra insieme a Fernando Mazzocca), p , sia sul consentono di arricchire il ppercorso con la ppresentazione di nuove opere, versante pittorico che, in particolare, su quello della grafica.

Uno di punti di maggior forza, forza se non quello decisivo, decisivo della mostra sarà la riconsiderazione della prima stagione di Boldini negli anni che vanno dal 1864 al 1870, trascorsi prevalentemente a Firenze a stretto contatto con i Macchiaioli. Questa fase, caratterizzata da una produzione di piccoli dipinti (soprattutto ritratti) davvero straordinari per qualità e originalità, sarà vista in una nuova luce grazie p del magnifico g ciclo di dipinti p murali realizzati tra il alla ppossibilità di ppresentareparte 1866 e il 1868 nella Villa detta la “Falconiera”, a Collegigliato presso Pistoia, residenza della famiglia inglese dei Falconer. Si tratta di vasti paesaggi toscani e di scene di vita agreste che consentono di avere una visione più completa del Boldini macchiaiolo. Le prime sezioni, nelle sequenza delle sale al piano terra, saranno dedicate all'immagine dell’artista rievocata attraverso autoritratti e ritratti; alla biografia per immagini (persone e luoghi frequentati); all’atelier; alla grafica così rivelatrice della sua incessante creatività. Le sezioni successive, al primo piano, dopo il ciclo della “Falconiera”, ripercorreranno attraverso i ritratti di amici e collezionisti la grande stagione macchiaiola. Seguirà la prima fase successiva al definitivo trasferimento a Parigi, caratterizzata dalla produzione degli splendidi paesaggi e di dipinti di piccolo formato con scene di genere, legata al rapporto privilegiato con il celebre e potente mercante Goupil. Avranno subito dopo un grande rilievo, anche per la possibilità di proporre confronti con gli altri italiani attivi a Parigi, come De Nittis, Corcos, De Tivoli e Zandomenenghi, le scene di vita moderna, esterni ed interni, dove Boldini si afferma come uno dei maggiori interpreti della metropoli francese negli anni della sua inarrestabile ascesa come capitale mondiale dell’ arte, della cultura e della mondanità. d ità Seguiranno infine le sezioni dedicate alla grande ritrattistica che lo vedono diventare il protagonista in un genere, quello del ritratto mondano, destinato ad una straordinaria fortuna internazionale. A questo proposito costituirà una novità la possibilità di accostare per la prima volta ai suoi dipinti le sculture di Paolo Troubetzkoy in un confronto interessante sia sul piano iconografico che formale. http://www.mostrefondazioneforli.it/


Burri Piero Museo Civico di Sansepolcro


Burri Piero Museo Civico di Sansepolcro Dal 31 ottobre 2014 al 12 marzo 2015 http://www.comune.sansepolcro.ar.it/comunicato/1143 Finalmente, per la prima volta in assoluto nella storia, giacciono sotto lo stesso tetto l’uno accanto all’altro, in un abbraccio ideale tra rinascimento e contemporaneo, Piero della Francesca (Sansepolcro 1416 circa -1492) e Alberto Burri (Città di Castello 1915 – Nizza 1995). L’occasione di riunire presso il museo civico di Sansepolcro due tra i più grandi rappresentanti della storia dell’arte mondiale, è data dal centenario della morte di Burri e questa mostra nella città natale del maestro della luce, dal titolo “Rivisitazione: Burri incontra Piero della Francesca”, è il primo dei grandi eventi che ne celebra in Italia l’anniversario. La mostra, che si inaugurerà a Sansepolcro il prossimo 31 ottobre alle 18 e proseguirà fino al 12 marzo, offre ai visitatori l’eccezionale opportunità di scoprire l’inedito rapporto tra i due “rivoluzionari e misteriosi artisti”, nati a pochi chilometri l’uno dall’altro ma lontani 500 anni di storia: “Il rapporto tra la pittura di Burri e quella di Piero della Francesca – chiarisce Bruno Corà, che della mostra è curatore insieme allo staff scientifico della Fondazione Burri - deve essere inteso id l idealmente t per condivisione di i i di registri, i t i qualili l'equilibrio l' ilib i delle d ll forme f e dello d ll spazio, i la tensione geometrica, il respiro classico e un forte amore per i luoghi natali”. L'evento, ideato dal biturgense Riccardo Lorenzi, a cura della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri , è promosso dall’Associazione Sbandieratori di Sansepolcro e dalla Pinacoteca Civica, il patrocinio dei Comuni di Sansepolcro e di Città di Castello e il fondamentale contributo contrib to degli sponsor privati pri ati di aziende a iende della Valtiberina umbra e toscana e non solo. Main sponsors sono infatti Tiber Pack e Vimer, con il sostegno di Lino Service, Banca Mediolanum e Umbraplast insieme a Bma Maglificio, Donati Legnami e Banca di Anghiari e Stia. Alla preparazione della manifestazione hanno dato il loro attivo contributo la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio, per il Patrimonio Storico Artistico e Etnoantropologico della Provincia di Arezzo. “La genesi della mostra è stata travagliata ma oggi la soddisfazione di essere

riusciti in un’impresa quasi impossibile è grandissima – spiega il sindaco di Sansepolcro Daniela Frullani – Questo risultato conferma che il dialogo e la collaborazione tra istituzioni, in particolare la Fondazione Palazzo Albizzini, C Comune di Città di Castello C t ll e Comune C di Sansepolcro, S l e sponsor privati, i ti senza i quali non sarebbe stata possibile, crea una sinergia potente e rende reali e concrete grandi idee. L’incontro tra questi due grandi maestri che hanno enormemente incrementato il prestigio artistico dell’arte italiana nel mondo e che condividono, pur distanti tra loro 500 anni, un grande amore per la Valtiberina, la valle incantata attraversata dal Tevere, Tevere è finalmente diventato realtà. realtà Devo quindi ringraziare tutti coloro che hanno creduto nel progetto e hanno aiutato a rendere disponibile ai visitatori del nostro museo questa eccezionale opportunità.” In occasione dell’esposizione è prevista la preparazione di un catalogo che, oltre a raccogliere le immagini delle opere in mostra, mostra reca alcuni significativi saggi storicocritici di Carlo Bertelli, Bruno Corà e Chiara Sarteanesi relativi all’importante scadenza con le fotografie di Riccardo Lorenzi. Le opere di Burri esposte nel Museo Civico nella sala accanto a quella che ospita la Resurrezione (1458 circa) sono il Sacco e Verde (1956) Rosso plastica (1962) Grande Bianco Cretto (1974) e Cellotex (1975). (1975) Nella stessa sala della Resurrezione, al tempo di Piero la sala dei Conservatori del Popolo, anche il San Ludovico (1460), il San Giuliano (1454 circa). Ulteriore eccezionale opportunità per i visitatori quella di vedere ad altezza uomo e pochissima poc ss a ddistanza, sta a, lee 12 ta tavole o e cchee co compongono po go o il Polittico o tt co de dellaa Misericordia se co d a (1444-1464) in un’ ulteriore sala della pinacoteca. Per permettere infatti la realizzazione di alcuni lavori di miglioramento sismico si è reso necessario mettere l’opera in sicurezza e l’originale provvisorio allestimento colloca le tavole su una struttura nel centro della stanza, permettendone una visione da un’eccezionale ppunto di vista,, qquasi ad altezza uomo e a ppoca distanza frontale.




Calpestare p la g guerra Casa D’arte Futurista Rovereto


Calpestare la guerra CASA D'ARTE FUTURISTA - FORTUNATO DEPERO Via Portici 38 +39 0464438887 Rovereto - dal 10/10/2014 al 20/09/2015 Il Mart, in collaborazione con CooperAction onlus, presenta alla Casa d’Arte Futurista Depero la mostra Calpestare la guerra. Inserito nell’ampio programma culturale Mart/Grande guerra 1914-2014 ideato per il Centenario della prima guerra mondiale, il progetto espositivo è a cura di Nicoletta Boschiero e Edoardo gg collezioni d’Europa p di tappeti pp di Marino e ppresenta pparte di una delle maggiori guerra. Il museo dedicato alla creatività di Fortunato Depero, che lo stesso Maestro aveva fortemente voluto e connotato anche come luogo di incontri e dialogo, ospita oggi pp di gguerra pprovenienti dall’Afghanistan, g pprodotti a ppartire dal 1979, a 50 tappeti seguito dell’invasione sovietica. Da allora il popolo afgano, cancellato il ricordo delle aperture e delle riforme degli anni Settanta, vive in una situazione di guerra perpetua. Questa guerra, alla quale il mondo guarda a fasi alterne, è narrata nelle trame e nei nodi dei tappeti tradizionali che divengono di volta in volta strumenti di propaganda, di celebrazione, di resistenza e di descrizione di tragici scenari quotidiani. Realizzati tradizionalmente dai maestri annodatori a uso domestico, i tappeti rappresentano la memoria collettiva e l’arte dei diversi gruppi etnici che, disorganicamente, compongono la popolazione dell’Afghanistan. Con i fili di lana, in un insolito incontro tra antiche tradizioni e nuovi simboli, si tesse un filone artistico del tutto originale. Colori, segni e folclori diversi si mescolano e diventano manifesti per il proselitismo, iconografie celebrative, ostentazioni di potenza e, per i soldati stranieri, cimeli o souvenir di guerra. Alcuni di questi tappeti possono essere definiti vere e proprie opere d’arte concettuale che, inconsapevolmente, suggeriscono accostamenti con le tele di Alighiero Boetti o con il lavoro di F t t Depero. Fortunato D Tragicamente la narrazione della guerra si intreccia con la tradizione artistica. Dai primi tappeti, nei quali elicotteri e scene di violenza convivono con motivi ornamentali e iconografie tradizionali, si giunge in breve alla produzione quasi

esclusiva di racconti bellici, anche in seguito all’incoraggiamento dei mujaheddin che vedono nei tappeti una forma di protesta e di propaganda. Kalashnikov, carri armati, armi e bombe a mano sono i soggetti dei war rugs. Le Torri Gemelle e gli stessi t i mujaheddin j h ddi divengono di simboli i b li di resistenza i t e costituiscono tit i nuove iconografie che inneggiano alla guerra e alla jihad. In pochi recenti decenni, quella afgana è dolorosamente diventa la produzione artistica più significativa, pregiata e storicamente estesa di tappeti di guerra. Soprattutto grazie agli occupanti, sovietici prima americani poi, i tappeti viaggiano oltre i confini del piccolo stato in conflitto perenne. perenne In Europa come negli Stati Uniti vengono venduti e collezionati da veterani dell’esercito, collezionisti, mercanti che danno vita a un vero e proprio business. L’evidente valore artigianale, storico e sociale rende i tappeti, oltre che pregiati articoli da collezione, oggetto di studio e esposizione in gallerie, manifestazioni e musei, come il Boca Museum of Art di Philadelphia che ha recentemente dedicato una mostra ai war drugs afgani. afgani Tra i ricercatori appassionati, fin dai primi anni Novanta, c’è Edoardo Marino, cocuratore della mostra a Casa Depero ed esperto di arte decorativa, collezionista e autore di Guerre a tappeto. Storia dell’Afghanistan nelle trame dei tappeti di guerra guerra. Marino riconosce il segno eccezionale della produzione dei war rugs afgani che assume un carattere tanto corposo da definire la cronologia stessa della storia del Paese. Si sviluppa così Calpestare la guerra, una collezione di tappeti tra le più importanti al mondo, trovati o acquistati da collezionisti, mercanti, appassionati, po tato ddi tappet tappeti oorientali, e ta , da dal Ca Canada ada aallaa Ge Germania, a a, passa passando do oovviamente a e te importatori per l’Afghanistan. Calpestare la guerra è però anche una campagna per la pace e i diritti umani portata avanti dalla onlus CoooperAction attraverso l’organizzazione di mostre ed eventi e la produzione di documentari, libri e saggi per la sensibilizzazione sulla qquestione afgana g e pper il rafforzamento della condizione femminile. Molti dei tappeti della Collezione, realizzati in anni recenti, hanno un minor valore artigianale e comprendono errori di esecuzione poiché tessuti nella maggior parte dei casi da bambini. L’Associazione CoooperAction collabora e sostiene un orfanotrofio afgano nel quale i bambini vengono accolti e educati. Insieme ai tappeti, in mostra a Casa Depero i “fazzoletti della pace”, realizzati da donne e bambini rappresentano scene della vita quotidiana di chi vive la guerra come condizione abituale. Alle scene di violenza si alternano così esternazioni puerili o poetiche.


Vitto ore e B Bened detto d da Ve enezia a all’Isttria

Ca arpa acc cio


Carpaccio. Vittore e Benedetto da Venezia all’Istria

costituirà un’autentica sorpresa in questo percorso, divenendo l’interprete di una progressiva mutazione del verbo carpaccesco.

Conegliano, Palazzo Sarcinelli 7 marzo - 28 giugno 2015 Dopo la grande mostra del 1963 a Palazzo Ducale a Venezia, Palazzo Sarcinelli ppropone p un felice ritorno: l’ultimo sorprendente p Carpaccio p e la “scoperta” del figlio Benedetto. Una profonda crisi culturale e politica si registra tra la fine del XV e il primo quarto del XVI secolo: guerre, cambi di alleanze internazionali, frenetica attività diplomatica, diplomatica ricerche artistiche, artistiche eresie e inquisizioni. inquisizioni Carpaccio partecipa di un tale clima, anzi, possiamo dire che ne sia profondamente influenzato, come la sua pittura rivela a più riprese. Ma sta anche maturando una stagione nuova, un’epoca più drammatica e concitata, più laica e spregiudicata che vede giovani protagonisti della scena artistica qualili Giorgione Gi i e Tiziano, Ti i L tt Pordenone Lotto, P d e Sebastiano S b ti d l Piombo. del Pi b Carpaccio affronta il nuovo secolo sottoponendo anche il proprio linguaggio ad una nuova sperimentazione, un affinamento, una verifica. La mostra insegue g Vittore nei suoi spostamenti tra i confini settentrionali della Repubblica e il vivace territorio istriano, alla ricerca di un codice artistico sorprendente e ultimo. E’ una stagione di produzioni originali e di eccellenza, che vede tra le altre la Pala di Pozzale di Cadore, l’Incontro di Anna e Gioacchino per il San Francesco di Treviso, Treviso il trittico di Santa Fosca, Fosca la Pala francescana di Pirano, le portelle d’organo del Duomo di Capodistria e numerose opere ancora. Il lavoro del grande maestro verrà continuato dalla bottega, con opere che sii ispirano i i o costituiscono tit i vere e proprie i elaborazioni l b i i dei d i dipinti di i ti di Vittore, Vitt fino all'affermazione del figlio Benedetto, che diverrà artista a pieno titolo istriano. Benedetto, pittore dalle evidenti cadenze naïf e dalle accese policromie,

LLa mostra t Carpaccio. C i Vittore Vitt e Benedetto B d tt da d Venezia V i all’Istria ll’I t i segna la l seconda tappa di un percorso iniziato con la mostra Un Cinquecento inquieto, da Cima da Conegliano e il rogo di Riccardo Perucolo, proseguendone le linee di metodo e continuando a tessere la sempre più fitta trama di rapporti pp tra le opere p d’arte in mostra e lo straordinario repertorio di materiali e segni d’arte distribuiti sul territorio.


Cucina & Ultracorpi Triennale Design Museum Milano


CUCINA & ULTRACORPI Dal 10 Aprile 2015 al 21 Febbraio 2016 MILANO LUOGO: Triennale Design Museum CURATORI: Germano Celant COSTO DEL BIGLIETTO: intero € 8, ridotto € 6.50 TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 02 724341 E-MAIL INFO: info@triennale.org SITO UFFICIALE: http://www.triennale.org L’ottava edizione del Triennale Design Museum, in occasione di Expo Milano 2015, 2015 propone “Cucina Cucina & Ultracorpi Ultracorpi”, a cura di Germano Celant. Celant Sviluppata in stretta collaborazione con Silvana Annicchiarico e il Triennale Design Museum, l’edizione del Museo s’ispira sin dal titolo al libro di fantascienza L’invasione degli Ultracorpi, scritto da Jack Finney nel 1955 e all’omonimo film tratto dal romanzo e girato da Don Siegel, che si sono i imposti ti come opere di rottura tt e cambiamento bi t nell’immaginario ll’i i i collettivo. ll tti Nella narrazione gli alieni da “invasori” divengono “cospiratori” capaci di confondersi e insinuarsi tra gli abitanti della terra: entrano nel quotidiano degli esseri umani, attuando una rivoluzione interna e perciò endemica della società, invasa da forze aliene che si mescolano agli g umani e ne assumono la forma per prendere il sopravvento. Analogamente, “Cucina & Ultracorpi” vuole raccontare la lenta quanto inesorabile trasformazione degli utensili da cucina in macchine e automi. Un’armata Un armata “di di invasori invasori” che, che dalla metà del XIX secolo con ll’avvento avvento dell’industrializzazione, è dilagata arrivando a sostituire molte pratiche umane del cucinare. L’intento è di tracciare l’evoluzione in Italia dei “cospiratori”, cucine ed elettrodomestici, l tt d ti i dalla d ll prima i emergenza documentabile d t bil fino fi all 2015, 2015 anche h in relazione a episodi della progettazione dell’industria internazionale. Il display espositivo presenterà questo universo di ultracorpi – dal frigorifero al microonde, dalla caffettiera al tostapane, dal trita rifiuti alle cappe

assorbenti, dai bollitori ai mixer, dalle friggitrici alle gelatiere – che si è sviluppato dalla prima industrializzazione alla diffusione di massa, dall’automazione all’innovazione digitale. Questo transito dal manuale al t tecnologico l i saràà affiancato ffi t da d artefatti t f tti complementari l t i come pubblicità bbli ità e manuali, film e documentari, libri e giochi. Un universo magico e sorprendente messo in scena dallo Studio Italo Rota, pper rievocare qquesto ppaesaggio gg meccanizzato - al contempo p alieno e ambiguo, utilitario ed ergonomico - che attinge agli ambiti e ai linguaggi più disparati - dalla scifi all’horror, dalla favola al fumetto - mostrando risvolti comici e tragicomici, ironici e inquietanti della relazione “essere umanomacchina”: una cucina fantascientifica.


Da Cimabue a Morandi Palazzo Fava Roma


Da Cimabue a Morandi. Felsina Pittrice Palazzo Fava Dal 14 Febbraio al 17 Maggio 2015 Aprirà al pubblico il 14 febbraio 2015 la grande mostra dedicata a Bologna Da Cimabue a Morandi. Morandi Felsina Pittrice, Pittrice ospitata a Palazzo Fava Palazzo delle Esposizioni dove rimarrà fino al 17 maggio. A settant’anni dalla celebre prolusione di Roberto Longhi all’Università di Bologna (1934, uscita l’anno successivo con il titolo Momenti della pittura bolognese) sulla tradizione artistica della città, città grande, grande ma subordinata dalla critica a Firenze e a Venezia, la mostra, curata da Vittorio Sgarbi, intende riproporre non solo i principi e il metodo dell’illustre studioso, ma anche ripercorrere la storia dell’arte italiana, prima che bolognese, attraverso una serie di significative testimonianze dalla fine del Duecento al Novecento: da Cimabue a Giorgio Morandi, consacrato proprio da Longhi come più importante pittore italiano del suo tempo. Nelle sale affrescate dai Carracci e dalla loro scuola, sarà possibile seguire attraverso numerosissime opere provenienti da chiese, musei, istituzioni e importanti collezioni private, lo svolgimento della storia dell’arte a Bologna. La mostra è dunque significativamente dedicata a Roberto Longhi, Longhi come il suo stesso titolo evidenzia citando quell’antologia - un volume di 1139 pagine stampate fitte - in cui Gianfranco Contini scelse e ordinò alcuni suoi saggi sulla storia della pittura italiana. Il titolo della mostra rende omaggio al contempo a Carlo Cesare Malvasia e alla sua Felsina pittrice, la fonte più importante e autorevole per la storia della conoscenza della pittura bolognese dal Medioevo all’età barocca, pubblicata nel 1678.


Da Kirchner a Nolde Espressionismo tedesco Palazzo Ducale di Genova


DA KIRCHNER A NOLDE ESPRESSIONISMO TEDESCO Dal 6 marzo al 12 luglio 2015 a Palazzo Ducale di Genova “È È stata una fortuna che il nostro gruppo fosse composto da persone di vero talento, i cui caratteri e doni, anche nell’ambito delle relazioni umane, non lasciavano loro altra scelta se non la professione dell dell’artista” artista E. L. Kirchner Quando i quattro studenti di architettura Ernst Ludwig Kirchner, Erich Heckel, Karl SchmidtRottluff e Fritz Bleyl decisero di riunirsi, non erano probabilmente consapevoli di trovarsi all all’inizio inizio di rivoluzione artistica. La nascita del gruppo Die Brücke, il 7 giugno 1905, pose le basi per la creazione dello straordinario movimento divenuto noto nella storia dell’arte con il nome di “Espressionismo”. Dal 6 marzo al 12 luglio 2015 a Palazzo Ducale di Genova un’esclusiva rassegna dedicata alle opere dai colori sgargianti g g del ggruppo pp artistico Die Brücke. L’intento della mostra sarà quello di presentare le diverse anime del movimento espressionista nei primi anni della sua esistenza, nel periodo precedente lo scoppio della prima guerra mondiale, mondiale e di inquadrarlo nel panorama dell’arte moderna internazionale degli inizi del ventesimo secolo.


De C D Chirrico oaF Ferrrara a


De Chirico a Ferrara, 1915 – 1918. Pittura metafisica e avanguardie europee 14 novembre b 2015 – 28 febbraio f bb i 2016 Palazzo dei Diamanti - Ferrara «Iper originale», secondo Salvador Dalí, commovente fino alle lacrime nelle pparole di René Magritte: g la ppittura di Giorgio g de Chirico ha conquistato q alcuni tra i più grandi artisti surrealisti e ha esercitato uno straordinario ascendente sull’arte del Novecento. De Chirico è stato il geniale inventore della pittura metafisica, una delle più importanti correnti artistiche della modernità, grazie alla quale gli enigmi che percorrono l’esistenza prendono forma attraverso atmosfere sospese e pervase di inquietudine. inquietudine A segnare un cambiamento radicale nell’opera di De Chirico fu l’arrivo a Ferrara nel 1915, quando, in seguito allo scoppio della prima guerra mondiale, lasciò Parigi e per tre anni e mezzo soggiornò nella città estense per prestare t servizio i i militare. ilit T Travolto lt da d un’ondata ’ d t di emozione i di fronte f t alla bellezza e ai miti rinascimentali della città emiliana, De Chirico dipinse un mondo irreale popolato di meraviglie: piazze fuori dal tempo immerse in tramonti fantastici o stanze segrete dalle prospettive vertiginose fanno da sfondo agli g oggetti gg enigmatici g scoperti nelle peregrinazioni g tra i vicoli del ghetto, o diventano il palcoscenico su cui recitano manichini da sartoria e personaggi muti e senza volto. Fu a Ferrara che l’artista conobbe Carlo Carrà e iniziò a chiamare la propria pittura “metafisica”, e furono proprio i quadri qui concepiti, vere e proprie icone della modernità, a esercitare una profonda influenza sia sulla coeva arte italiana, italiana sia su movimenti internazionali come il dadaismo, il surrealismo e la Nuova Oggettività. In occasione del centenario dell’arrivo di De Chirico nella città estense, Palazzo dei Diamanti celebrerà con una grande mostra questo momento vitale it l della d ll storia t i dell’arte d ll’ t del d l XX secolo. l A un importante i t t nucleo l di dipinti di i ti realizzati da De Chirico negli anni ferraresi, faranno eco le composizioni ispirate alla pittura metafisica di Carlo Carrà, Giorgio Morandi e Filippo de

Pisis e alcuni dei capolavori dei più grandi artisti delle avanguardie europee, da Raoul Hausmann a George Grosz, da René Magritte a Salvador Dalí fino a Max Ernst, i quali rimasero affascinati dal suo stile i e dalla d ll capacità ità di mostrare t nelle ll tele t l il mistero i t i impenetrabile t bil delle d ll unico cose.


Fattori PALAZZO O ZABARELLA - Padova ado a


Fattori PALAZZO ZABARELLA - Padova DAL 3 OTTOBRE 2015 AL 28 FEBBRAIO 2016 Le celebri tavolette, i dipinti monumentali di soggetto risorgimentale i magnifici ritratti, risorgimentale, ritratti le scene di vita popolare saranno riuniti in una grande mostra che riproponga al pubblico l’assoluto protagonista, non solo della pittura macchiaiola, ma anche del naturalismo di fine secolo. Giovanni Fattori (Livorno, 1825 – Firenze, 1908) è stato certamente anche per la lunga vita, la qualità, il numero dei quadri realizzati, un protagonista di livello europeo. La sperimentazione della macchia cui lui ha dato un contributo decisivo, è stata solo una delle fasi di un’esperienza di maggiore e più vario respiro. Se nelle tavolette, come la famosa “Rotonda Rotonda di Palmieri Palmieri”,, ha saputo dialogare con il Quattrocento Italiano, pur riuscendo a concepire una visione assolutamente moderna, nei dipinti successivi di grande formato ha saputo raggiungere una dimensione epica che lo accosta al realismo di Courbet. La pittura di Fattori, un artista impegnato sempre fedele a se stesso, stesso è riuscita, riuscita soprattutto nella rappresentazione delle grandi battaglie de Risorgimento o della vita dura del popolo della Maremma, a rendere una fase della storia italiana con un respiro che ricorda la letteratura verista di Verga o la poesia di Carducci. La mostra consentirà di mettere a confronto non solo temi diversi ma anche differenti soluzioni stilistiche che dimostrano l’evoluzione dell’artista. La sua grandezza è stata nella capacità di interpretare tematiche universali, come appunto l’eroismo, la pietà, il lavoro, la morte, che emergono g nei suoi ultimi capolavori p tra i qquali “Lo staffato” con una forza straordinaria da far pensare a Goya.


Food La scienza dai semi al piatto p Museo di Storia Naturale Milano


"Food. La scienza dai semi al piatto" Milano, Museo di Storia Naturale - dal 28 novembre 2014 al 28 giugno 2015 La mostra "Food" al Museo di Storia Naturale di Milano è un'ottima occasione per imparare e per riflettere su un argomento con cui entriamo in contatto qquotidianamente e da cui dipendono p la nostra salute e la nostra vita. Il percorso della mostra interattiva, in sinergia con la tematica di Expo 2015, l'alimentazione, prende avvio dalla sezione dedicata ai semi. Fondamentali nel loro ruolo di custodi della biodiversità, biodiversità i semi sono profondamente legati alla storia delle civiltà poiché ne hanno segnato usi e costumi alimentari, in un intreccio di storia e di sociologia che va dalle migrazioni ai viaggi, dagli scambi commerciali ai piatti tradizionali. Parleremo poi di curiose modifiche genetiche spontanee che ci fanno t trovare nell nostro t piatto i tt alimenti li ti "giovani", " i i" che h maii avrebbero bb potuto t t mangiare i greci o gli egizi: ad esempio, sapevate che le carote in realtà sono viola e che soltanto nel Seicento si affaccia nelle cucine la carota arancione? E sapevate che la carota arancione nasce in Olanda come omaggio gg alla famiglia g regnante g degli g Orange? g Fare la spesa d'ora in poi sarà più curioso! La mostra "Food: la scienza dai semi al piatto" analizza poi il tema dei sensi, che influenzano il nostro rapporto col cibo al punto di consentirci di sopravvivere e di gioire del cibo (una patatina è molto più buona se addentandola scrocchia!). La mostra infine analizza anche l'importante tema della scienza in cucina, illustrando le trasformazioni chimiche che interessano gli alimenti durante la cottura e raccontandoci le invenzioni tecnologiche che hanno segnato la storia della conservazione e della consumazione i d li alimenti, degli li ti dal d l frigorifero f i if alla ll pentola t l a pressione. i Dopo il successo della mostra Brain, un'altra esposizione che utilizzando un

linguaggio accessibile a tutti e una narrazione multisensoriale sviluppati in un percorso interattivo e giocoso, vuole unire piacere, divertimento e conoscenza: vi stupirà scoprire il mondo che sta dietro ad ogni boccone! La visita sarà tenuta da guide laureate in scienze dell'alimentazione o in biologia. Durata della visita guidata alla mostra Food: 90 minuti circa Ritrovo: 15 minuti pprima dell'orario di visita Dove: davanti all'ingresso del Museo di Storia Naturale Prezzo per visita guidata alla mostra "Food: la scienza dai semi al piatto" a Milano: Visita guidata: € 8,50 (invece di € 15), saltafila, visita alla mostra "Food" a Milano condotta da uno storico dell dell'arte arte con patentino abilitativo alla professione, sistema di microfonaggio, tessera e bollino Milanoguida che consentono l'accumulo di bonus per ottenere una visita guidata gratuita Biglietto € 11,50: biglietto di ingresso ridotto € 10,00 (invece di 12) + prevendita € 1,50 T t l € 19,00 Totale: 19 00


G h d Ri Gerhard Richter ht P l Palazzo d delle ll E Esposizioni i i iR Roma


Gerhard Richter Palazzo delle Esposizioni Roma dal 20 marzo al 30 giugno 2015 Gerhard Richter (Dresda, 9 febbraio 1932) è un pittore itt tedesco. t d L' t di Gerhard L'arte G h d Richter Ri ht è carica i di tensione tra la realtà oggetto del dipinto e la realtà creata dal dipinto stesso: processo e materiale. Richter è noto per i suoi foto-dipinti, in particolare i suoi ppaesaggi, gg , e le sue complesse p opere p astratte. Nonostante la vastitá del suo lavoro artistico, comunemente male-interpretato come polare, la pittura di Richter si sviluppa su un tema unificatore che è allo stesso tempo esprimibile come: Le immagini (e le idee e gli ideali) sono statici, statici superficiali, irraggiungibili, e devono essere avvicinate con la forza del dubbio kLa realtà è un processo di immaginazione e creazione materiale e revisione. Il soggetto tt della d ll pittura itt di Richter Ri ht è il campo delle d ll relazioni tra l'illusione e la realtà creata dai suoi dipinti.


Gherardo delle Notti Quadri bizzarrissimi e cene allegre G ll i d Galleria deglili Uffi Uffizii Fi Firenze


Gherardo delle Notti Quadri bizzarrissimi e cene allegre Galleria degli Uffizi Firenze Dal 10 Febbraio al 24 Maggio 2015 Nell'ambito della rassegna “Firenze - Un anno ad arte 2015” si collocano ben quattro mostre monografiche fi h tra t il Rinascimento Ri i t e il Barocco, B incardinate alle collezioni e al tempo stesso arricchite da prestiti d’eccellenza. Ognuna sarà dedicata alla presentazione di un pittore poco noto al grande ppubblico, secondo una ppolitica di valorizzazione fondata sugli studi dei massimi esperti: Piero di Cosimo, Carlo Portelli, Gherardo delle Notti, Carlo Dolci. Di Gerrit Honthorst detto Gherardo delle Notti, da Utrecht sarà valorizzata la presenza in Italia nel Utrecht, primo Seicento e soprattutto l’entusiastica ricezione fiorentina, che assicurò quattro grandi tele alle collezioni medicee. A Gerrit, che deve il suo soprannome al talento per le scene notturne rischiarate i hi t da d lucerne l e candele, d l saranno affiancati ffi ti altri pittori degli antichi Paesi Bassi, specialmente dediti alle medesime ricerche luministiche. http://www.unannoadarte.it/


Giorgio Morandi 1890-1964 Complesso del Vittoriano Roma


Giorgio Morandi 1890-1964 “Giorgio “Gi i Morandi M di 1890-1964”, 1890 1964” all Complesso C l d l del Vittoriano dal 27 febbraio al 21 giugno 2015, documenta la vicenda artistica del pittore bolognese attraverso opere di grande rilevanza che provengono da importanti p istituzioni ppubbliche e da pprestigiose g collezioni private. Complesso del Vittoriano Roma dal 27 febbraio al 21 giugno 2015. La mostra, che è a cura di Maria Cristina Bandera, direttrice della Fondazione Longhi e specialista di Morandi a cui si devono le ultime grandi mostre internazionali (New York, Metropolitan Museum, 2008 Bologna, 2008; B l MAMb 2009; MAMbo, 2009 Lugano, L M Museo d’Arte della Città, 2012; Bruxelles, Bozar, 2013), porterà a Roma a 40 anni dalla mostra curata da Cesare Brandi alla Gnam, il segno di Morandi, ripercorrendo p l’intero cammino dell’artista. Accanto ai dipinti ad olio – circa 100 – saranno riunite in un percorso di lettura critica anche le opere incisorie, attestazione di una attività non secondaria ma parallela a quelle pittorica che valse a Morandi nel 1953 il riconoscimento internazionale del Gran Premio per l’Incisione alla Biennale di San Paolo in Brasile. Giorgio Gi i Morandi M di (Bologna, (B l 20 luglio l li 1890 – Bologna, B l 18 giugno 1964) è stato un pittore e incisore italiano...


Giotto ll'Italia Giotto, Italia Da Assisi a Milano Palazzo Reale Milano


Giotto, l'Italia. Da Assisi a Milano Milano, Palazzo Reale, dal 2 settembre 2015 al 10 gennaio 2016 ORARI: Lunedì: 14.30–19.30 Martedì, mercoledì, venerdì e domenica: 9.30-19.30 Giovedì e sabato: 9.30-22.30 La mostra di Giotto al Palazzo Reale di Milano porta finalmente in città un artista protagonista della storia d'Italia, che nella sua grandiosa carriera lavorò anche a Milano. In occasione dell dell'Expo Expo, per celebrare ll’importanza importanza di Giotto nel contesto milanese e lombardo, Palazzo Reale dedica al maestro fiorentino un’importante mostra che propone al pubblico i capolavori di Giotto nei quali quali si dipana quell'evoluzione della rappresentazione che stravolgerà l'arte occidentale. S Superando d la l bidimensionalità bidi i lità e la l ieraticità i ti ità bizantina, bi ti da d un lato l t attraverso tt la resa dello spazio e della massa corporea, dall’altro con la caratterizzazione fisionomica delle sue figure, Giotto ha dato inizio all'arte moderna, anticipando le conquiste del Rinascimento e di Leonardo. La mostra su Giotto a Milano presenta questa straordinaria evoluzione del linguaggio innovativo dell'artista fiorentino, che da Roma a Assisi, da Bologna a Firenze, da Rimini a Padova, giunse poco prima della morte anche a Milano, dove lavorò alla corte di Azzone Visconti, allora duca di Milano per affrescare una parte del Palazzo Ducale con una Gloria Milano, Mondana e forse una serie di Uomini illustri, entrambi purtroppo perduti. Il passaggio di Giotto a Milano non fu senza conseguenze: la sua eredità artistica è riscontrabile nel frammento di Crocifissione ritrovato nel 1929 nel campanile di San Gottardo in corte e nell’opera degli artisti che lavorarono a partire ti dalla d ll dagli d li annii Quaranta Q t del d l Trecento T t presso l'Abbazia l'Abb i di Chiaravalle e l'Abbazia di Viboldone e in numerosi luoghi della Lombardia che la mostra incoraggia a visitare.

Con importanti prestiti da musei italiani ed internazionali, la mostra di Giotto a Milano è un percorso emozionante che rende omaggio all'artista che a partire ti dai d i suoii contemporanei t i in i poi,i da d Dante D t Alighieri Ali hi i a John J h Ruskin R ki è stato riconosciuto come il grande innovatore dell'arte, padre dell'arte moderna italiana.


Grand Tour ITALIA Viaggio nel nostro paese attraverso 80 anni di grandi fotografie Palazzo della Ragione Milano


Grand Tour ITALIA. Viaggio nel nostro paese attraverso 80 anni di grandi fotografie 1 Maggio - 1 Settembre 2015 Palazzo della Ragione Fotografia Piazza Mercanti, Milano L’Italia è sempre stata una delle destinazioni preferite d i fotografi. dai f t fi La L loro l ricerca i sii è concentrata t t sulla ll bellezza tipica dell’Italia, sul nostro modo di vivere, sull’umanità dei cittadini del nostro paese, sui drammi e le particolarità della nostra storia e dei personaggi che l’hanno tracciata. Grand Tour Italia vuole esplorare questo bagaglio prezioso di immagini, esperienze e visioni con una serie di proposte espositive che raccoglieranno e presenteranno al pubblico il lavoro collettivo di quei fotografi che, che in momenti diversi, diversi e con sensibilità individuale, hanno colto gli aspetti principali della vita del nostro Paese. www.comune.milano.it


Guernica di Picasso Per Expo 2015 Palazzo Reale Milano


Guernica di Picasso per Expo 2015 Un cartone in misura reale del capolavoro del genio spagnolo sarà esposto a Palazzo Reale in occasione dell'evento universale. I ‘tesori’ dell’arte che impreziosiranno Milano durante il periodo i d dell’Expo d ll’E sii arricchiscono i hi di un pezzo molto pregiato. Dal primo maggio 2015 a Palazzo Reale di Milano sarà in mostra il cartone in misure reali di Guernica realizzato da Picasso per l’arazzo dell’Onu. Lo ha annunciato Vittorio Sgarbi, ambasciatore della Regione Lombardia per le belle arti. Il critico dd’arte arte Sgarbi ha spiegato di averne già parlato con il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, e l’assessore alla Cultura, Filippo Del Corno. Il suo progetto è quello di esporre nuovamente il ‘Quarto Stato’ di Pellizza da Volpedo nella parete di entrata, che si incammina verso ‘Guernica’. Si tratta di un’opera, quest’ultima, uguale per dimensione all’originale conservata a Madrid.


Henri Rousseau Il Candore Arcaico Palazzo Ducale - Venezia


Henri Rousseau. Il Candore Arcaico Palazzo Ducale - Venezia dal 6 marzo al 5 luglio 2015 “Henri Rousseau. Il Candore Arcaico”, mostra allestita a Palazzo Ducale - a Venezia - dal 6 marzo al 5 luglio 2015. Il programma delle d ll attività tti ità educative d ti sii compone di proposte per la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria del primo ciclo che potranno essere usufruite gratuitamente dalle classi che s’iscriveranno al concorso "Storie a Regola d’Arte – Speciale Rousseau". INFO/FONTE: http://palazzoducale.visitmuve.it Henri Rousseau. Rousseau Il Candore Arcaico Palazzo Ducale Venezia Dal 06/03/15 al 05/07/15 Per maggiori informazioni Sito web: http://palazzoducale.visitmuve.it


Huang Yong Ping B창ton Serpent MAXXI Roma


Huang Yong Ping - Bâton Serpent dal 18 Dicembre 2014 al 24 Maggio 2015 MAXXI - MUSEO DELLE ARTI DEL XXI SECOLO Roma Via Guido Reni 4a +39 0639967350 Considerato uno degli artisti contemporanei più interessanti, protagonista dell’avanguardia artistica cinese con il movimento Xiamen Dada da lui fondato, arriva in Italia, per la prima volta con una grande mostra, Huang Yong Ping. Installazioni di dimensioni monumentali, tra cui un gigantesco serpente in alluminio, invadono gli spazi del museo rappresentando idealmente un punto dd’incontro incontro fra occidente e oriente e proponendo un’analisi critica della situazione geopolitica contemporanea. Partendo dal rapporto tra le tradizioni culturali e identitarie l’artista tocca anche un altro tema fondamentale: il rapporto tra religione e arti divinatorie. Non a caso il titolo stesso della mostra richiama un passo dell’Esodo nella Bibbia: “Aronne gettò il bastone davanti al faraone e davanti ai suoi servi ed esso divenne un serpente”.


Pinacote P eca di Brera Milano o

Il be el Pae ese tra a unità à, giovventù e amo ore

Il b bacio o di F Fran ncessco H Haye ez


Il bacio di Francesco Hayez: Il bel Paese tra unità, gioventù e amore Pinacoteca di Brera, 4 Agosto – 13 Settembre 2015 Catalogo e mostra a cura di Sandrina Bandera, Fernando Mazzocca, Isabella Marelli e Cecilia Ghibaudi Francesco Hayez, y , Il bacio Pinacoteca di Brera Il celebre dipinto p di Francesco Hayez, Il bacio, fu presentato all’esposizione di Brera apertasi nel settembre 1859 pochi mesi dopo la conclusione della seconda guerra d’indipendenza combattuta dal Piemonte a fianco delle truppe francesi. Guerra che aveva portato alla liberazione del Lombardo-veneto dal governo austriaco. austriaco Fin da subito la tela incontrò una straordinaria fortuna, fortuna tanto che allo stesso pittore furono richieste altre quattro diverse, eppure simili, versioni. Le figure dei due giovani che s’abbracciano assumevano, come hanno rivelato gli studi di Fernando Mazzocca, oltre l’esplicito significato sentimentale, ti t l quello ll di vero manifesto del Risorgimento. Lo si legge con maggiore chiarezza nelle versioni successive dove gli abiti dei due protagonisti, attraverso una dichiarata simbologia cromatica, propongono i colori delle due nazioni: bianco, rosso, verde e bianco, azzurro, rosso. Era il manifesto dell’alleanza fra due popoli che aveva portato alla liberazione, se non dell’Italia tutta, di una parte della penisola. E il pittore ne proponeva la celebrazione con un soggetto del tutto inconsueto. Il successo in termini di esaltazione patriottica fu tale che il quadro si trovò citato di lì a poco, citato, poco in altre due opere: Il triste presentimento di Gerolamo Induno, e Una triste novella di Giuseppe Reina, entrambi dipinti nel 1862. I due temi, la partecipazione alla guerra e l’ amore, sono esplicitati nel gesto di riflessione triste e pensierosa delle due giovani protagoniste l’una riguardante la riproduzione del quadro, l’altra intenta a leggere una lettera con, alle ll spalle, ll le l stampe t di Garibaldi G ib ldi e del d l Bacio. B i Tuttavia il significato politico dell’opera venne ben presto superato da quello più esplicitamente amoroso, in una scena di cui si può indicare un

precedente nell’Ultimo addio di Giulietta e Romeo, eseguito dall’Hayez per il conte Francesco Annoni, capitano del “reggimento ussari re di Sardegna” nel 1833. Si trattava in realtà di una replica del soggetto eseguito nel 1823 t Sommariva, S i cuii seguirono, i anche h in i questo t caso, altre lt copie i a per il conte documentare il gradimento del dipinto. Tornando al significato politico, la felice conclusione della guerra, per quanto con esiti meno eclatanti di quanto i patrioti s’erano aspettati, determinò in qquel ggiro d’anni altre opere p in omaggio gg all’alleanza del regno g sardo con l’impero francese. Nel 1858-1859 Vincenzo Vela eseguì il monumento all’ Alfiere sardo, offerto dai patrioti milanesi alle armate che si preparavo a scendere in campo per la liberazione della regione. A questo fece seguito il seducente marmo L’Italia riconoscente alla Francia, commissionato nel 1861-1862 ed esposto al Salon di Parigi nel 1862, 1862 donato dalle dame milanesi quale omaggio all’imperatrice Eugenia di Montijo, moglie di Napoleone III. E’ un altro abbraccio, squisitamente simbolico, fra due donne, l’una regina, l’altra seminuda a significare, come scrisse lo stesso Vela, che “l’unità della penisola non era ancora al l t ” completo”. Si tratta di due esempi palesi della gratitudine della classe dirigente della città lombarda alla nazione che aveva appoggiato e permesso la liberazione della regione. La Soprintendenza per i Beni storici artistici ed etnoantropologici g di Milano sostiene la scelta dell’Amministrazione cittadina, che ha scelto la tela come uno dei simboli del patrimonio artistico della città di Milano e partecipa a questo gesto, che è anche omaggio alle collezioni braidensi, proponendo una mostra, di ridotte dimensioni, che presenti il dipinto nella sua duplice valenza, sentimentale e risorgimentale. Si propone perciò di affiancare alle composizioni sopra citate la scultura raffigurante il bacio fra Faust e Margherita di Antonio Tantardini, le riproduzioni fotografiche seguite all’ingresso della tela nelle collezioni del museo nel 1886, il celebre film di Luchino Visconti Senso con la palese citazione dell’abbraccio amoroso nella famosa scena del bacio fra la contessa t Li i Serpieri Livia S i i (Alida (Alid Valli) V lli) e l’ufficiale l’ ffi i l Franz F M lh (Harley Malher (H l Granger) fino allo sfruttamento popolare e pubblicitario di questa icona dell’Ottocento italiano.


IL cibo nell'arte Capolavori dei grandi maestri dal seicento a Warhol

Palazzo Martinengo g Brescia


IL CIBO NELL’ARTE. CAPOLAVORI DEI GRANDI MAESTRI DAL SEICENTO A WARHOL Dall 24 Gennaio D G i 2015 all 14 Giugno Gi 2015 BRESCIA LUOGO: Palazzo Martinengo CURATORI: Davide Dotti ENTI PROMOTORI: Associazione Amici di Palazzo Martinengo Provincia di Brescia Regione Lombardia EXPO 2015 COSTO DEL BIGLIETTO: € 10 intero, € 8 ridotto, scuole € 5 TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 030 5785122 E-MAIL INFO: info@amicimartinengo.it SITO UFFICIALE: http://www.mostraciboarte.it/ Il 2015 sarà aperto da un grande evento che segna il forte legame che unisce il cibo alle arti figurative e coniuga la tradizione enogastronomica con la cultura artistica italiana, in un arco temporale di oltre quattro secoli. Dal 24 ggennaio al 14 ggiugno g 2015 Palazzo Martinengo g di Brescia ospiterà la mostra “Il cibo nell’arte. Capolavori dei grandi maestri dal Seicento a Warhol”, che presenterà oltre 100 opere di maestri dell’arte antica quali Campi, Baschenis, Ceruti, Figino, Recco, Ruoppolo, Stanchi, che dialogheranno con autori moderni e contemporanei, da Magritte a de Chirico da Manzoni a Fontana, Chirico, Fontana a Lichtenstein, Lichtenstein fino a Andy Warhol. Warhol Il cibo nell’arte offre così un ulteriore approfondimento degli argomenti affrontati da Expo 2015, il cui tema è “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Promossa dall’Associazione Amici di Palazzo Martinengo, con il patrocinio d ll Provincia della P i i di Brescia, B i Regione R i L b di e di EXPO 2015, Lombardia 2015 e curata t da d Davide Dotti coadiuvato da un comitato scientifico internazionale, la rassegna, condurrà il pubblico in un lungo ed emozionante viaggio

attraverso le diverse correnti pittoriche succedutesi nel corso del tempo – dal Barocco al Rococò, dal Romanticismo ottocentesco alle avanguardie del Novecento – per apprezzare le varie iconografie correlate alla rappresentazione t i d l cibo del ib che h glili artisti ti ti hanno h affrontato ff t t con estro t e originalità. Il percorso espositivo, ordinato secondo un criterio iconografico e cronologico, g , rivelerà qquanto i ppittori attivi tra XVII e XIX secolo amassero dipingere i cibi e i piatti tipici delle loro terre d’origine, e farà scoprire pietanze e alimenti oggi completamente scomparsi di cui è difficile immaginare anche il sapore. Inoltre, grazie alla collaborazione con alcuni dei più rinomati dipartimenti di Scienze Alimentari delle Università italiane, italiane che analizzeranno in maniera scientifica le tavole imbandite e le dispense immortalate nelle tele del ‘600 e ‘700, si potranno attingere preziose informazioni sull’alimentazione e i gusti dell’epoca. Dieci saranno le sezioni tematiche: L’allegoria dei cinque sensi, Mercati di dispense e cucine, i La L frutta, f tt La L verdura, d P i e crostacei, Pesci t i Selvaggina S l i da d pelo e da penna, Carne salumi e formaggi, Dolci vino e liquori, Tavole imbandite, Il cibo nell’arte del XX secolo. Chiuderà idealmente la visita la spettacolare Piramide alimentare, installazione appositamente realizzata per l’occasione dall'artista Paola Nizzoli. Tra i capolavori che si potranno ammirare in mostra si segnalano i Mangiatori di ricotta di Vincenzo Campi, il Piatto di pesche di Ambrogio Figino (la prima natura morta della Storia dell dell'Arte Arte italiana, italiana dipinta circa un lustro prima della Canestra di Caravaggio), quello che la critica specialistica ritiene essere il più importante pendant di nature morte di Giacomo Ceruti detto Pitocchetto (mai esposto in pubblico prima d'ora), il Tavolo con angurie del pittore divisionista Emilio Longoni e l’Ultima Cena di Andy W h l un acrilico Warhol, ili su tela t l che h reinterpreta i t t in i chiave hi pop il Cenacolo C l di Leonardo..


Il cibo nell’arte offrirà un ricco apparato didattico per tutte classi di ogni ordine e grado. L’Associazione Culturale Amici di Palazzo Martinengo ha studiato una serie di laboratori didattici che saranno condotti da operatori didattici specializzati. Per la Scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di primo grado, si tratterà di un’esperienza multisensoriale che consiste nel riconoscimento non convenzionale di gusti, odori, colori e consistenze di vari cibi. cibi E E' prevista, prevista in alternativa, alternativa la realizzazione di un elaborato simulando e reinterpretando il processo creativo dell’artista, utilizzando i materiali messi a disposizione tra cui pasta, frutta secca, legumi, riso, e altro. Per la Scuola Secondaria di secondo grado, oltre alle proposte di laboratori didattici, sono previsti percorsi tematici in mostra che permetteranno di approfondire alcuni aspetti e temi del percorso espositivo abbinati, talvolta, a una più breve attività pratica per fissare i concetti appresi. Inoltre, è stato istituito un concorso a premi che prevede la realizzazione in classe da parte degli studenti di un lavoro artistico, con l’obiettivo di avvicinare i ragazzi al mondo dell’arte in modo originale e innovativo, consentendo di mettere la loro fantasia creativa. creativa Accompagna la mostra un catalogo Silvana Editoriale con approfonditi saggi storico-critici e un testo dello chef Massimo Bottura.



Palazz zo Revo oltella Ro ovigo

Pittori visionarri all’alb P ba del secolo o breve e

IL D DEMO ONE DELLA M MODE ERNIT TÀ


IL DEMONE DELLA MODERNITÀ Pittori visionari all’alba del secolo breve Rovigo, Palazzo Roverella 14 febbraio – 14 giugno 2015 L’irrompere della modernità nel mondo tardo Ottocentesco e il suo sfociare nei primi tre decenni del Novecento sono il soggetto di “IL IL DEMONE DELLA MODERNITÀ. Pittori visionari all’alba del secolo breve ”, una mostra dalle forti emozioni, che accosta vitalismi sfrenati e ambigui, eterei straniamenti, incubi e sogni. Una mostra insolita e forse unica che descrive una modernità che si muove tra inquieto e ineffabile, tra conscio e inconscio. inconscio Assieme ad alcune irrinunciabili icone dell’universo simbolista, l’esposizione presenta opere che uniscono la suggestione del simbolo e la libertà visionaria e utopistica dell’ideale, facendo compiere al visitatore un percorso teso tra scoperte di un’arte esclusiva e misteriosa e la rappresentazione drammatica e cruda, talvolta sommessa, della follia della guerra. IL DEMONE DELLA MODERNITÀ mette in scena ll’irruzione irruzione di una modernità tempestosa, che rinnova i linguaggi dell’arte, infrange gli schemi rigidi della classicità, le tradizionali connessioni e relazioni spazio-temporali, introduce il movimento, le sonorità estreme, le contaminazioni tra i generi. A raccontare, interpretare e vivere nelle loro opere queste emozioni sono grandi artisti europei e italiani, tra i quali: James Ensor, Paul Klee, Franz Von Stuck, Leo Putz, Odillon Redon, Arnold Böcklin, M. Kostantinas Ciurlionis, Max Klinger, Karl Wilhelm Diefenbach, Gustav Moreau, Mario De Maria, Guido Cadorin, Alberto Martini. La mostra è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, dal Comune di Rovigo e dall’Accademia dei Concordi.


Galleria Na G azionale di Arte Anticca di Palazzo Barbe erini Roma a

Il laborattorio o de el Ge enio o Berrnini dis segn nato ore


Il laboratorio l b t i del d l Genio: G i Bernini B i i disegnatore di t Galleria Nazionale di Arte Antica di Palazzo Barberini, Roma dal 3 marzo al 24 maggio 2015 Il laboratorio del Genio: Bernini disegnatore in mostra a Roma dal 3 marzo al 24 maggio 2015 alla Galleria Nazionale di Arte Antica di Palazzo Barberini. Il Museum der bildenden Kunste di Lipsia, dove attualmente è allestita la mostra ´Bernini, erfinder des barocken Rom´, aperta fino al 2 febbraio 2015, conserva con più di 200 fogli uno dei più ampi fondi di disegni di Giovan Lorenzo Bernini. Provenienti in parte dalla collezione della regina Cristina di Svezia, Svezia furono acquistati dalla città di Lipsia nel 1713 da un antiquario romano, il priore Francesco Antonio Renzi. Questo tesoro è rimasto dimenticato negli scaffali della Ratsbibliothek, la biblioteca comunale di Lipsia, fin quando non furono scoperti e pubblicati nel primo Novecento, nel 1931, da Heinrich Brauer e Rudolf Wittkower nel loro, ancor oggi, fondamentale studio Die Zeichnungen des Gian Lorenzo Bernini. Solo nel 1960 i volumi furono smembrati e i fogli montati singolarmente. I disegni di Lipsia documentano quasi tutto ll´arco arco della vita artistica di Bernini e molti dei suoi progetti chiave che hanno segnato così profondamente il volto di Roma e fornito modelli artistici per il Barocco in Europa e nel mondo. Il genio creativo di Giovan Lorenzo Bernini è rappresentato in maniera ampia e variegata e riguarda tutte le tipologie, spaziando da rapidissimi schizzi a disegni di grande finitura, finitura da disegni di figura a disegni architettonici e per le arti decorative...


Il museo ideale Capolavori dell’arte del Novecento italiano

Museo del Novecento Milano


Il museo ideale. Capolavori dell’arte del Novecento italiano Dal primo maggio al 31 ottobre, il Museo del Novecento riorganizzerà i propri percorsi per includere i prestiti in arrivo dalla GNAM di Roma, dal MART di Trento e Rovereto, Rovereto dalla GAM di Torino e dalla Ca’ Pesaro-GAM di Venezia. L’idea è quella di creare una sorta di ‘nazionale artistica’ riunendo in un solo museo quanto di meglio il secolo scorso ha generato in Italia a livello artistico in occasione dell’evento universale. Periodo: Dal primo maggio al 31 ottobre, al Museo del Novecento


Il Primato del Disegno Pinacoteca di Brera Milano


Il Primato del Disegno. I Disegni dei grandi maestri a confronto con i dipinti della Pinacoteca di Brera. Dai Primitivi a Modigliani Pinacoteca di Brera, 28 Aprile 2015 – 19 Luglio 2015 A cura della Direzione e dei Funzionari della Pinacoteca di Brera Comitato Consultivo Carmen Bambach, Sandrina Bandera, Giulio Bora, Francesca Rossi, Marzia Faietti, Giorgio Verzotti con la collaborazione di Giorgio Marini e Furio Rinaldi Per quanto famosa per la presenza di opere pittoriche, pittoriche la Pinacoteca di Brera, grazie al suo legame con l’Accademia di Belle Arti, cioè con l’istituzione che in epoca neoclassica ha sostenuto la grande tradizione del Disegno, conserva anche un copioso ma poco noto Gabinetto di Disegni. P i in Proprio i nome di questa t presenza e di questo t interesse i t nelle ll sottili ttili trame t della storia delle origini del museo, si è voluto puntare l’attenzione all’arte del Disegno, come strumento e passaggio fondamentale per leggere e comprendere la pittura. Attraverso i dipinti della Pinacoteca, molti dei quali espressioni cruciali della storia dell’arte, sarà possibile comprendere il raffinato e poetico rapporto tra la fase dello studio preparatorio e la stesura finale. E sarà anche possibile, per usare le parole di Giovanni Morelli, fondatore di una particolare impostazione della critica artistica basata sul riconoscimento di un artista attraverso i dettagli anatomici, “farne una galleria per studiare meglio le specialità tecniche di quei maestri maestri”. La mostra si prefigge di presentare, attraverso il percorso dal Trecento al Novecento della Pinacoteca di Brera, come la profonda anima della pittura sia il Disegno. Insignita da Giorgio Vasari di un ruolo prioritario rispetto alle altre arti, Pitt Pittura S lt Scultura e Architettura, A hit tt l’ t del l’arte d l Disegno Di fi dal fin d l Trecento T t ha h rappresentato, di fatto, un momento importante per gli artisti già negli anni della formazione, come per altro conferma l’aneddoto di memoria vasariana

del giovane Giotto intento a disegnare una pecora. Momenti cardine saranno ovviamente i passaggi più importanti della storia del Disegno, rappresentati da artisti come Pisanello, poi Mantegna e Bellini, C Carpaccio, i il Quattrocento Q tt t urbinate, bi t i Leonardeschi, L d hi Correggio, C i il Cinquecento fiorentino e le scuole pittoriche del Cinquecento dell’Italia settentrionale, Paolo Veronese, Barocci, i Carracci e la grande Maniera del tardo Rinascimento, il Neoclassicismo, per giungere fino a Modigliani e Carrà. Al di là della bellezza di molti fogli presenti in mostra, espressioni autonome di arte e bellezza, sarà sicuramente interessante la lettura e lo studio comparato tra disegno e pittura e, forse, si potrà concludere, con un saggio detto longhiano, che “il disegno deve sempre servire per studiare la pittura”. Particolare attenzione sarà posta verso quegli artisti, artisti che hanno avuto un ruolo importante in alcuni fondamentali passaggi generazionali, come Correggio, Barocci, i Carracci fino agli artisti Neoclassici, il cui ruolo è pari e in alcune fasi forse superiore a quello che essi hanno avuto nell’attività pittorica. P i hé il percorso della Poiché d ll mostra, t che h vedrà d à le l opere esposte t in i sequenza cronologica, potrà fornire anche dati e suggerimenti per evocare una sorta di storia del Disegno, inteso come stile e come tecnica, si è ritenuto doveroso sottolineare i passaggi fondamentali anche con alcune opere particolarmente significative, g al di là di un confronto immediato e diretto. Saranno presentati anche alcuni cartoni appartenenti al Gabinetto dei Disegni della Pinacoteca stessa. Oltre a un grande formato di Barocci, sono degni di essere ricordati quelli di Guido Reni e Guercino che costituiscono un concreto esempio della fertilità della scuola emiliana nel Disegno e il ruolo che essa ebbe anche nelle epoche seguenti, seguenti per la diffusione dei principi accademici.


Jackson J k P Pollock’s ll k’ M Murall Energy Made Visible Peggy Guggenheim Collection Venezia


JJackson k P ll k’ Mural Pollock’s M l Energy Made Visible Peggy Guggenheim Collection Venezia Dal 22 aprile al 14 settembre 2015 A cura di David Anfam David Anfam Anfam, tra i massimi esperti dell’Espressionismo astratto americano, sta curando una mostra itinerante dedicate all’opera di Jackson Pollock Mural (1943, University of Iowa Museum of Art, Iowa City), dopo il grande intervento di conservazione i e pulitura lit all Getty G tt Conservation C ti Institute e dopo le prime mostre al J. Paul Getty Museum, Los Angeles e a Sioux City, Iowa. La Collezione Peggy Guggenheim sarà la prima tappa europea della presentazione del Mural, il più grande dipinto di Jackson Pollock, oggi considerate, da alcuni, il dipinto singolo più importante del XX secolo. L’opera fu commissionata da Peggy nell’estate del 1943, e completata nel novembre dello stesso anno, per il suo appartamento newyorkese. newyorkese David Anfam ha costruito intorno al Mural un’esposizione che intende leggere l’opera all’interno della carriera di Pollock, e anche della storia dell’evoluzione della pittura murale americana nella New York degli anni ‘40. La mostra alla Collezione Colle ione Peggy Pegg Guggenheim G ggenheim sarà arricchita da ulteriori opere di Jackson Pollock.


Jeff Koons XXIX Biennale Internazionale dell'Antiquariato di Firenze


Jeff Koons XXIX Biennale Internazionale dell'Antiquariato di Firenze Dal 26 settembre al 4 ottobre 2015 Nell autunno del 2015 sarà in scena, Nell'autunno scena nei magnifici saloni di Palazzo Corsini, la XXIX Biennale Internazionale dell'Antiquariato di Firenze. Jeff Koons, artista statunitense fra i più pagati al mondo, ospite della Biennale internazionale dell’antiquariato (26 settembre 4 ottobre) che lo celebrerà con una retrospettiva fra Palazzo Vecchio e Palazzo Pitti. http://www.biaf.it/

Massim mo Caccia


La Grande Madre Fondazione Trussardi Milano


La Grande Madre L'esposizione della Fondazione Trussardi nel 2015 a Palazzo Reale. Un percorso sulla ll maternità t ità nell'arte ll' t del d l Novecento. N t Con C glili occhi hi puntati t ti sulla ll nutrizione

cambiamenti sociali e culturali della figura della donna, sempre più padrona (e dunque meno schiava) del suo corpo. Per la Fondazione Trussardi si tratta della prima collaborazione con il C Comune: l presidente la id t Beatrice B t i Trussardi T di ha h ricordato i d t come, dal d l 1996 add oggi, si sia «lavorato portando il meglio dell’arte contemporanea nei luoghi più belli di Milano, valorizzandoli e aprendoli al pubblico».

dal 25 agosto al 15 novembre Si intitola La Grande Madre e sarà allestita a Palazzo Reale dal 25 agosto al 15 novembre. È la mostra che la Fondazione Nicola Trussardi ha ideato per Expo in città. A curarla è Massimiliano Gioni, da anni mente creativa della fondazione e già direttore della Biennale dd'Arte Arte di Venezia del 2013. 2013 Il percorso, percorso composto da oltre ottanta artisti internazionali, vuole raccontare come è stata rappresentata la maternità nell'arte del Novecento, dalle avanguardie fino ai nostri giorni. L'esposizione, allestita al piano nobile di Palazzo Reale, presenterà opere contemporanee t e capolavori l i storici, t i i insieme i i a lavori l i provenienti i ti dal d l mondo d del cinema e della letteratura. «Un’occasione speciale di approfondimento sulla figura della madre, che più di tutte incarna l’idea della nutrizione, tema centrale di Expo 2015» ha dichiarato l'assessore alla Cultura Filippo Del Corno. Indubbiamente la rappresentazione del femminile materno ha da sempre colpito gli artisti fino dalle notissime veneri steatopige che risalgono al Paleolitico fino alla serie infinita di natività religiose rinascimentali pensiamo a Raffaello di cui ben due Madonne con bambino sono passate a Palazzo Marino fra 2013 e 2014 - risalendo fino agli Impressionisti, passando per Picasso e giù fino all'oggi con i ritratti concettuali di Cindy Sherman. E il legame fra la maternità e la nutrizione, attorno a cui ruotano i 6 mesi di E Expo 2015 non puòò sfuggire. 2015, f i La L figura fi d ll mamma, fonte della f t primigenia i i i di nutrimento, diventa sì un modo per guardare ai temi dell'Esposizione Universale, ma anche una cartina di tornasole attraverso cui riflettere sui

Nel 2013,, l'istituzione fondata dalla casa di moda bergamasca g aveva riaperto Palazzo Cusani con una personale di Allora & Calzadilla. L'anno prima era stata la volta di Cyprien Galliard alla Caserma XXIV Maggio, nel 2011 il luogo riscoperto era stato il Cinema Manzoni con la personale di Pipilotti Rist. In tutti i casi si era trattato di esposizioni gratuite e visitatissime visitatissime.


La Roma di Ettore Roesler Franz Museo di Roma in Trastevere


La Roma di Ettore Roesler Franz dal 16 Dicembre 2014 al 28 Giugno2015 Museo di Roma in Trastevere Piazza Di Sant'egidio 1B +39 065816563 Il Museo di Roma in Trastevere invita cittadini e turisti a rivivere le atmosfere della Roma di fine Ottocento attraverso l’esposizione di 40 acquerelli della serie Roma pittoresca. Memoria di un’era che passa (3 dei quali non esposti da diversi decenni), decenni) 48 foto vintage, vintage due preziosi album fotografici di fine Ottocento e della presentazione dell’intera serie di 120 acquerelli attraverso un touch screen, arricchito con schede di approfondimento, foto e una mappa d’epoca. La mostra La Roma di Ettore Roesler Franz. Tra fascino per il pittoresco e memoria i fotografica, f t fi promossa da d Roma R C it l Assessorato Capitale, A t alla ll Cultura, Creatività e Promozione Artistica – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’organizzazione e i servizi museali di Zètema Progetto Cultura, è a cura di Silvana Bonfili e sarà aperta al pubblico dal 17 dicembre al 28 ggiugno g 2015. La serie di acquerelli, realizzata tra il 1876 e il 1897, ha l’intento di ritrarre i luoghi di Roma investiti dalle ristrutturazioni urbanistiche e architettoniche volute dal Governo italiano dopo il 1870 per adeguare la città al nuovo ruolo di capitale. capitale Per la loro particolare tipologia tecnica e per via del supporto su carta, gli acquerelli sono di complessa conservazione e la prolungata esposizione – avvenuta prima degli anni Ottanta del XX secolo – ha per alcuni di questi precluso ulteriori esposizioni a parete. LLa Direzione Di i d l Museo del M h quindi ha i di ideato id t una serie i di contenuti t ti multimediali, lti di li fruibili tramite un touch screen, per consentire al visitatore di ammirare tutti i preziosi e delicati dipinti nel loro splendore. Le immagini saranno corredate

da apparati introduttivi e brevi schede esplicative delle opere e dei luoghi raffigurati dall’artista e inserite all’interno di una mappa d’epoca di Roma. Gli acquerelli saranno messi a confronto con le foto storiche degli stessi soggetti tti selezionate l i t per l’occasione. l’ i B dieci Ben di i glili itinerari iti i da d percorrere attraverso la Roma ottocentesca ritratta e amata dall’artista: le sponde del Tevere, i Prati di Castello, Borgo, il Campidoglio, l’Aventino, Marmorata, la cosiddetta Salara e Testaccio, il Celio, il Ghetto, Trastevere e altri luoghi di interesse. I 40 acquerelli esposti a parete, selezionati tra i più celebri ed indimenticabili, offriranno l’immagine della Roma di fine Ottocento, prima delle grandi trasformazioni urbanistiche dei piani regolatori del 1873 e del 1883 e della costruzione dei muraglioni lungo gli argini del Tevere. Tevere Si potranno quindi ammirare il “gioiello settecentesco” del Porto di Ripetta, l’arcata maestosa di Ponte Rotto o visioni di paesaggi urbani quali i giardini pensili o le terrazze affacciate sul fiume Tevere. Saranno esposte S t anche h 48 foto f t vintage i t d ll qualili due delle d inserite i it in i preziosi i i volumi fotografici di fine Ottocento, appartenenti all’Archivio fotografico del Museo di Roma, che ritraggono gli stessi luoghi rappresentati da Ettore Roesler Franz. Molte di queste foto furono commissionate proprio dal Comune, in vista delle imminenti trasformazioni. Il confronto tra i dipinti, che ci riportano all’idea di una Roma Sparita e dall’atmosfera pittoresca e romantica, e le coeve immagini fotografiche, alcune delle quali di grande bellezza, offrirà quindi al pubblico uno strumento ulteriore di approfondimento e di indagine sulla Capitale e sulla sua memoria storica. storica Per l’occasione Palombi editori realizzerà un volume bilingue italianoinglese nel quale saranno raccolte le immagini dei 120 acquerelli riuniti insieme per la prima volta dopo circa 30 anni, con testi critici dei curatori e schede h d sintetiche i t ti h delle d ll opere di Amarilli A illi Marcovecchio M hi e Elena El P l i Paloscia.




La rosa di fuoco La Barcellona di Picasso e GaudĂ­ Palazzo dei Diamanti Ferrara


La rosa di fuoco La Barcellona di Picasso e Gaudí D l 19 aprile Dal il all 19 luglio l li 2015 Nella primavera 2015, Palazzo dei Diamanti dedicherà una grande mostra a un momento cruciale della storia dell’arte moderna, il modernismo catalano. La rosa di fuoco. La Barcellona di Picasso e Gaudí,, organizzata g dalla Fondazione Ferrara Arte e dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, evoca la straordinaria fioritura che, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, ha cambiato il volto della città catalana e ne ha fatto uno dei più effervescenti centri della cultura europea. I capolavori di Antoni Gaudí e di Pablo Picasso rappresentano i vertici assoluti di questo periodo aureo, accanto alla produzione non meno significativa di un’ampia cerchia di architetti, pittori, scultori, musicisti, poeti, scrittori e drammaturghi, protagonisti di quel movimento di rinnovamento artistico ti ti e culturale lt l che h ha h preso il nome di modernismo d i catalano. t l La mostra presenta un ritratto a tuttotondo della scena artistica di Barcellona tra il 1888 e il 1909, mettendo in luce la sua variegata fisionomia. L’entusiasmo per il dinamismo della vita moderna convive, infatti, con la consapevolezza delle profonde lacerazioni che proprio la modernizzazione portava con sé. Di qui il titolo della mostra – “la rosa di fuoco” – nome in codice attribuito all’epoca a Barcellona in alcuni circoli anarchici internazionali: un termine che evoca il fermento che infiammava la vita politica, politica sociale e culturale della capitale catalana, catalana ma anche i violenti attentati dinamitardi di cui fu teatro la città. Di questi orientamenti si fanno, di volta in volta, interpreti i grandi nomi dell’arte catalana, a partire da Lluís Domènech e Gaudí, geniali innovatori del linguaggio architettonico e delle arti decorative; accanto ad essi un gruppo di artisti ti ti inquieti i i ti e focosi, f i tra t i qualili Ramon R C Casas, S ti Santiago Rusiñol, Hermenegildo Anglada Camarasa, Isidre Nonell, Juli Gonzalez e il giovane Picasso, che mettono in scena con stili differenti una sorprendente

rappresentazione della vita moderna tra Barcellona e Parigi, loro seconda patria. L’atmosfera scintillante dei caffè e dei ritrovi notturni rivive accanto alla rappresentazione disincantata dei suoi protagonisti: femmes fatales, b ll i ballerine, prostitute, tit t artisti. ti ti Allo All stesso t t tempo l voluttuosa la l tt edd elegante l t intimità degli interni borghesi ha un potente contraltare nelle toccanti icone di “miserabili”, di cui i capolavori del periodo blu di Picasso sono le più alte testimonianze. I capitoli della mostra mettono a confronto le multiformi espressioni di questa stagione creativa, soprattutto dipinti, ma anche grafica, arredi, gioielli, ceramiche e sculture, che offrono al visitatore preziose chiavi per far capire come tutte le arti siano state percorse da un medesimo fuoco di rinnovamento nessuna esclusa. rinnovamento, esclusa http://www.palazzodiamanti.it/


La scuola di Milano Arte e cultura nei luoghi di Corrente Fondazione Corrente Onlus Milano


La scuola di Milano. Arte e cultura nei luoghi di Corrente 7 Maggio 2015 Fondazione Corrente Onlus Via Carlo Porta, Porta 5, 5 20121 Milano, Milano Italia www.fondazionecorrente.org L’inaugurazione della mostra "La scuola di Milano. Arte e cultura nei luoghi di Corrente" vedrà gli interventi dei curatori N. Colombo, A. Negri, P. Rusconi, G. Seveso. Dagli anni storici di Corrente, tra la fine degli anni trenta e il dopoguerra, fino allo sviluppo di temi tipici del movimento – la rappresentazione pp e la riflessione sulla città e sulla condizione degli uomini nella contemporaneità – in artisti e tendenze sviluppatesi a Milano nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta.


Leonardo 1452–1519 Palazzo Reale Milano


Leonardo 1452–1519 Aprirà il 15 aprile 2015 e terminerà il 19 luglio. Sarà divisa in dodici sezioni che ripercorreranno l'opera del genio del Rinascimento Molto diversa e più originale di quella realizzata nel 1939 alla Triennale, la mostra è promossa dal Comune di Milano. Il progetto, costruito interamente a Milano,, è ideato e pprodotto,, nel qquadro di una ppartnershipp che pprosegue g da oltre quindici anni, da Palazzo Reale e Skira ed è curata da Pietro C. Marani e Maria Teresa Fiorio, tra gli storici dell'arte più importanti per gli studi sul grande genio del Rinascimento. “La capacità di unire pensiero scientifico e talento creativo, arte e tecnica: è per questo che Leonardo è a pieno titolo ll'eroe eroe di Expo2015 - ha dichiarato l'assessore alla Cultura Filippo Del Corno -. Per realizzare una grande mostra, degna della Milano di Expo, è senz'altro necessaria una forte collaborazione tra istituzioni, non solo milanesi e italiane, ma anche straniere: un approccio sistemico che sta già caratterizzando la politica culturale lt l milanese il d li ultimi degli lti i mesi,i con grande d successo e partecipazione. t i i Ma per un grande progetto è fondamentale anche l'autorevolezza della curatela, ragione per la quale il percorso espositivo sarà studiato e realizzato da due tra i più importanti studiosi internazionali di Leonardo: Pietro Marani e Maria Teresa Fiorio. La mostra - ha pproseguito g l'assessore aprirà il 15 aprile 2015, giorno del compleanno di Leonardo, e consentirà ai visitatori del primi tre mesi di Expo2015 di conoscere da vicino le opere di un genio che ha reso grande il nome dell'Italia nel mondo". L esposizione darà una visione di Leonardo non mitografica, L’esposizione mitografica né retorica né celebrativa, ma trasversale su tutta l'opera del poliedrico personaggio, considerato come artista e scienziato attraverso alcuni temi centrali individuati dai curatori: il disegno, fondamentale nell'opera di Leonardo; il continuo paragone tra le arti: disegno, pittura, scultura; il confronto con l' ti la l'antico; l novità ità assoluta l t dei d i motiti dell'animo; d ll' i il suo tendere t d verso progetti tti utopistici, veri e propri sogni, come poter volare o camminare sull'acqua per cui sarà allestita in mostra una apposita sezione; l'automazione meccanica e così via, temi che lo hanno reso un alfiere dell’unità del sapere, con

l’intrecciarsi continuo nella sua opera di scienze e arti. La mostra intende rivolgersi a un pubblico vasto e non di soli specialisti e si proporrà di illustrare, attraverso dodici sezioni, le tematiche centrali nella carriera artistica e scientifica di Leonardo, trasversali nella sua lunga estensione, venendo ad abbracciare non solo gli anni della sua formazione fiorentina, ma anche i due soggiorni milanesi, fino alla sua permanenza in Francia, sottolineando così alcune costanti della sua visione artistica e scientifica. Dal percorso espositivo risulterà chiara anche la sua vocazione all’interdisciplinarietà p e al continuo intrecciarsi di interessi,, attraverso l’approccio analogico allo studio dei fenomeni e alla loro rappresentazione grafica, riassunti e culminanti nei suoi dipinti più tardi. La sequenza del percorso espositivo presenterà nelle varie sezioni opere autografe di Leonardo – dipinti, dipinti disegni e manoscritti –, introdotte dalle opere dei suoi predecessori - pittori, scultori, tecnici, teorici - che possano contestualizzare il contributo di Leonardo nella storia dell’arte, della scienza e della tecnica e offrire nel contempo una visione della figura di Leonardo artista e scienziato del suo tempo, senza concessioni alla mitografia e alla b li banalizzazione. i D sezioni Due i i finali, fi li tuttavia, t tt i mostreranno t anche h l’influenza l’i fl di Leonardo pittore e teorico dell’arte in età moderna e la formazione del suo mito, incentrato sulla Gioconda. Sezioni della mostra: 1. Il Disegno come fondamento 2. Natura e scienza della Pittura 3. Il Paragone delle Arti 4. Il Paragone con gli Antichi 5 5. Anatomia fisiognomica e moti dell Anatomia, dell’animo animo 6. Invenzione e Meccanica 7. Il Sogno 8. Realtà e Utopia 9. L’unità del sapere 10 10. D coelo De l ett mundo: d immagini i i i del d l divino di i 11. La diffusione e la fortuna: dai leonardeschi al Trattato della Pittura 12. Il Mito


La mostra prevede di esporre un nucleo significativo di capolavori pittorici di Leonardo, alcuni dei suoi codici originali e oltre cento disegni autografi, oltre che un cospicuo numero di opere d’arte - disegni, manoscritti, sculture, lt codici, di i incunaboli i b li e cinquecentine i ti - provenienti i ti dai d i maggiori i i Musei M i e Biblioteche del mondo e da collezioni private, tra cui opere di Antonello da Messina, Botticelli, Filippino Lippi, Paolo Uccello, Ghirlandajo, Verrocchio, Lorenzo di Credi, Antonio e Piero del Pollajolo, Jean van Eyck, Della Robbia,, Jacopo p di Mariano detto il Taccola,, Guido da Vigevano, g , Francesco di Giorgio Martini, Bonaccorso Ghiberti, Giuliano da Sangallo, Bramante e di altri trattatisti anonimi dei secoli XV e XVI. La diffusione e la fortuna dell’arte e dei modelli di Leonardo sarà rappresentata in mostra da opere di Boltraffio, Boltraffio Marco dd’Oggiono Oggiono, Francesco Napoletano, Solario, Francesco Melzi, Giampietrino, Cesare da Sesto, Girolamo e Giovanni Ambrogio Figino e da altri artisti. Si è scelto di anticipare la presenza di un importante dipinto di Leonardo – il S Gerolamo San G l d ll Pinacoteca della Pi t V ti Vaticana – in i quanto t l’opera l’ rappresenta t perfettamente uno degli snodi centrali attorno a cui si articola la mostra, e cioè il rapporto tra pittura e scultura, tra arte antica e arte moderna, dove si rivelano le eccellenti conoscenze prospettico-spaziali di Leonardo, tanto che il dipinto anticipa l’uomo di Vitruvio e può essere assunto come icona della mostra. Sarà inoltre esposto un nucleo di almeno cento disegni autografi: oltre trenta provenienti dal Codice Atlantico, grazie alla Biblioteca Ambrosiana, maggior prestatore dell dell’esposizione; esposizione; trenta dalla Royal Library di Windsor, Windsor di cui sei visibili al recto e al verso; cinque dal British Museum, quattro dal Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi, cinque dal Metropolitan Museum di New York e cinque dalla Biblioteca Reale di Torino. Alcuni di questi musei presteranno inoltre altri importanti disegni di pittori contemporanei t i di Leonardo. L d Molti M lti altri lt i straordinari t di i prestiti titi sono in i via i di definizione dai maggiori musei del mondo.

Il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia intitolato al grande maestro presterà inoltre tre modelli di macchinari – un carro automotore, una macchina battiloro e un telaio meccanico – realizzati su disegni di L Leonardo. d In mostra sarà esposta una video riproduzione del Cenacolo a grandezza naturale, arricchita da pannelli descrittivi e postazioni interattive con le informazioni sull’opera p capitale p di Leonardo e sul suo restauro. La mostra avrà anche una serie di approfondimenti fuori sede (oltre Palazzo Reale), che coinvolgeranno, nel territorio urbano e lombardo, i luoghi di Leonardo, con mostre parallele nella Biblioteca Trivulziana al Castello Sforzesco di Milano (Il Codice Trivulziano e la ricostruzione della Biblioteca di Leonardo), nella Sala delle Asse sempre al Castello (sulla decorazione e il restauro del monocromo di Leonardo), nella Pinacoteca Ambrosiana (Il Mondo di Leonardo). LLa mostra, t curata t da d Pietro Pi t C. C Marani M i e Maria M i Teresa T Fi i sii avvarràà di Fiorio, un comitato scientifico di assoluto rilievo e prestigio, già convocato a partire dal 2009, e al quale sono stati chiamati a partecipare: Cristina Acidini (Soprintendente al Polo Museale di Firenze), Carmen C. Bambach ((Metropolitan Museum, New York), ) David Alan Brown ((National Galleryy of Art, Washington), Franco Buzzi (Biblioteca-Pinacoteca Ambrosiana, Milano), Roberto Paolo Ciardi (Accademia Nazionale dei Lincei, Roma), Martin Clayton (Royal Library, Windsor Castle), Marzia Faietti (Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, Firenze), Antonio Paolucci (Musei Vaticani, Città del Vaticano, Vaticano Roma ), ) Nicholas Penny (National Gallery, Gallery Londra), Londra) Vincent Pomarède (Departément des peintures, Musée du Louvre, Paris).



Lorenzo Lotto Tesori artistici di Loreto Castel Sant´Angelo Sant Angelo Roma


Lorenzo Lotto e i Tesori artistici di Loreto Castel Sant´Angelo, Roma dal 2 Febbraio al 3 maggio 2015 Il Museo-Tesoro di Loreto, ospitato negli ambienti del cinquecentesco Palazzo Apostolico di Loreto, adiacente alla basilica della Santa Casa, prende vita a seguito dei periodi trasferimenti di opere ed oggetti d´arte che, a partire dalla metà dell´Ottocento, dalla Basilica e da altri ambienti contigui, come la farmacia, nelle sale del Palazzo Apostolico. Nel 1919 Luigi Serra pubblica il primo catalogo della Santa Casa di Loreto. Il museo viene inaugurato ufficialmente l´8 settembre 1951, ma solo molti anni dopo, il 15 giugno 1974, viene aperto continuativamente al pubblico. LL´88 settembre 1997 viene inaugurata la ristrutturazione del museo, in nuove e più ampi locali. L´attuale mostra è organizzata in vista di un nuovo, più scientifico e razionale riallestimento delle collezioni museali del Museo-Tesoro della Santa Casa di Loreto e per proporre ad un pubblico più vasto, ed internazionale, che visita gli spazi del Museo Nazionale di Castel Sant´Angelo, questo ricco e prezioso patrimonio di arte e di fede.


Martial Raysse Palazzo Grassi Venezia


Martial Raysse Palazzo Grassi Venezia dal 12 Aprile 2015 http://www.palazzograssi.it/ La mostra sarà la prima monografica dedicata all’artista al di fuori della Francia dal 1965. Curata da Caroline Bourgeois in stretta collaborazione con Martial Raysse, l’esposizione raccoglierà più di 300 lavori tra pitture, sculture, installazioni al neon e video di cui circa la metà mai esposti al pubblico. pubblico Il percorso espositivo, tematico e non cronologico, offrirà un nuovo punto di vista sul lavoro di Martial Raysse sottolineando, da un lato, la varietà della sua produzione artistica e, dall’altro, mettendo in evidenza il dialogo e la risonanza continua che l’artista è riuscito a instaurare tra le sue opere nel corso di sessant’anni di carriera. Il lavoro di Martial Raysse è stato presentato in numerose istituzioni internazionali, come lo Stedelijk Museum, Amsterdam; il Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris; SMAK, Gand; The Menil Collection, Houston USA. Raysse è stato protagonista di importanti mostre personali, in particolare alla Galerie Nationale du Jeu de Paume, Parigi; al Musée Picasso, Antibes e più recentemente al Centre Pompidou, Pompidou Parigi. Parigi Ha anche rappresentato la Francia in occasione della 33° Biennale d’Arte di Venezia (1962). Questa esposizione fa parte del programma di mostre monografiche dedicate ai maggiori artisti contemporanei – inaugurato da Palazzo Grassi nell’aprile 2012 con Urs Fischer e proseguito nel 2013 con Rudolf Stingel – che si alternano alle esposizioni tematiche con opere della Pinault Collection.


Matisse Arabesque q Scuderie del Quirinale Roma


Matisse. Arabesque 4 marzo - 21 giugno 2015 a cura di Ester Coen Con la grande mostra Matisse. Arabesque le Scuderie del Quirinale presentano circa 100 opere tra dipinti, disegni e costumi teatrali riferiti all’intero arco della produzione artistica di Henri Matisse. Saranno riuniti capolavori provenienti dai più prestigiosi musei americani ed europei, con un contributo particolarmente rilevante del Museo Pushkin di Mosca e dell dell’Ermitage Ermitage di San Pietroburgo le cui collezioni matissiane sono tra le più ricche e importanti al mondo. La mostra racconta la fascinazione dell’Oriente negli occhi occidentali di Matisse, Matisse pittore rivoluzionario nella storia del Novecento, autonomo e distinto rispetto alle principali avanguardie storiche, lontano tanto dal rigore prospettico classicista quanto dalla decostruzione formale del cubismo, capace di concepire una nuova idea di spazio ispirandosi a modelli esotici di antica e fiabesca bellezza. L’esposizione ha l’obiettivo di mostrare come il motivo della decorazione coniugato sulle suggestioni orientaliste diventi per l’artista la ragione prima di una radicale indagine sulla ppittura. Dai moduli decorativi di civiltà antiche e lontane,, Matisse coglierà i principi di rappresentazione di una spazialità nuova che gli consentirà di superare la pittura intimistica di tradizione ottocentesca. Scuderie del Quirinale Via XXIV Maggio 16, Roma http://www.scuderiequirinale.it/


G Galleri a d'A Arte M Moderrna M Milano o

Meda M ardo o Ro osso o


Medardo Rosso (1858-1928) Ingresso a pagamento Com ne di Milano - Galleria d'Arte Moderna Comune www.gam-milano.com Rosso (1858 - 1928) Mostra monografica dedicata ad uno dei protagonisti dell'arte internazionale tra Ottocento e Novecento. La rassegna, divisa in cinque sezioni, illustra l'intero percorso artistico di Rosso dalle prime sperimentazioni tardo-ottocentesche alle opere della maturitĂ presentando una serie di capolavori esposti per la prima volta a Milano. Galleria d'Arte Moderna di Milano Via Palestro, 16, 20121 Milano


Mirò L’impulso p creativo Fruttiere di Palazzo Te a Mantova


Mirò. L’impulso creativo d l 26 novembre dal b 2014 all 6 aprile il 2015 La mostra Mirò. L’impulso creativo, ospitata presso le Fruttiere di Palazzo Te a Mantova dal 26 novembre 2014 al 6 aprile p 2015 è ppromossa e organizzata g dal Comune di Mantova, realizzata in collaborazione con la Fundació Pilar i Joan Miró di Palma di Maiorca e curata da Elvira Cámara López, direttore della Fondazione. L’esposizione ospita 53 opere del grande artista catalano tra cui oli di sorprendente bellezza, bellezza arazzi coloratissimi ma anche terrecotte, bronzi e disegni, delineando un excursus storico dal 1966 al 1989 attraverso quasi trent’anni di produzione artistica di uno dei pittori che più ha influenzato le avanguardie europee.”” Le cinque aree tematiche in cui è diviso lo spazio espositivo – il gesto, la forza espressiva del nero, il trattamento del fondo come ppunto di ppartenza creativo, l’eloquenza della semplicità e la sperimentazione materica – portano il visitatore all’interno del processo creativo di Joan Miró attraverso le diverse tecniche, i mezzi e i materiali utilizzati dall’artista. Il percorso si caratterizza per la suggestiva ricostruzione degli Studi Sert e Son Boter, i luoghi in cui l’artista catalano creò i suoi capolavori, con tutti gli oggetti, i pennelli e gli strumenti che Miró usava durante la creazione dei suoi capolavori e che si sono conservati grazie i all’attività ll’ tti ità della d ll Fundació F d ió Pilar Pil i Joan J Mi ó Miró. http://www.miromantova.it/


Pa alazz zo Re eale M Milano o

Na atura a, m mito e pa aesa agg gio


Natura, mito e paesaggio dalla Magna Grecia a Pompei (VI sec a.C - I sec. d.C.) Milano, Palazzo Reale, dal 21 luglio 2015 al 10 gennaio 2016 ORARI: Lunedì: 14.30–19.30 Martedì, mercoledì, venerdì e domenica: 9.30-19.30 Giovedì e sabato: 9.30-22.30 La mostra "Natura, mito e paesaggio dalla Magna Grecia a Pompei" al Palazzo Reale di Milano è una splendida rassegna sulla rappresentazione del paesaggio nel mondo classico, indagando come nei secoli è cambiato e si è evoluto il rapporto dell'uomo con la natura che lo circonda. I capolavori esposti in mostra esibiscono tutto un percorso basato sull'arte ispirata alla Natura nei suoi molteplici aspetti: dai vasi agli affreschi, dagli oggetti di uso comune alle ll decorazioni d i i domestiche, d ti h la l mostra t è una vera e propria i meditazione, antica ma anche attuale, sulla relazione tra uomo e ambiente dalle origini fino ai nostri giorni. Fiori, paesaggi, panorami, personaggi mitologici, vedute marine, foreste, animali e vigne g fanno da sfondo bucolico a un meraviglioso g viaggio gg nella Natura, reso possibile da importanti prestiti provenienti dal Museo di Napoli, dal Louvre, da Atene, da Berlino e dal British Museum oltre che da raccolte private. La mostra di Milano accoglie capolavori assoluti della storia dell'arte e, inserendosi con grazia nelle tematiche dell'Expo, apre una riflessione su un tema sempre attuale come quello della pacifica convivenza di un un'umanità umanità sempre più irrispettosa e un ambiente sempre più minacciato. La mostra "Natura, mito e paesaggio dalla Magna Grecia a Pompei" presenta infine in modo poetico un tema che serve da preludio allo sviluppo della concezione i artistica ti ti europea del d l paesaggio i nell Rinascimento, Ri i t a partire ti da d Giotto fino a Leonardo da Vinci, cui sono dedicate rispettivamente altre due mostre a Palazzo Reale a questa collegate.


Palma il Vecchio lo sguardo della bellezza GAMeC Bergamo


Palma il Vecchio, lo sguardo della bellezza 13 marzo – 21 giugno 2015 B Bergamo, GAM C GAMeC In occasione di EXPO 2015 a Milano, il Comune di Bergamo e la Fondazione Credito Bergamasco si fanno promotori della prima grande retrospettiva p dedicata a Jacopo p Negretti g detto Palma il Vecchio ((Serina,, Bergamo 1480 circa – Venezia 1528), a cura di Giovanni C.F. Villa, prodotta e organizzata da ComunicaMente srl. A Palma il Vecchio sono stati dedicati ben nove studi monografici, ma mai ll’artista artista è stato celebrato con una mostra monografica. monografica Vi è dunque l’opportunità di realizzare un grande momento espositivo di richiamo internazionale, nel suo luogo d’origine, celebrando un protagonista del rinascimento veneto accanto a Tiziano e dopo Giorgione; un evento unico e irripetibile che vede per la prima volta riuniti i capolavori assoluti di Palma, provenienti i ti dall’Italia d ll’It li e dall’estero, d ll’ t numerosii dei d i qualili restaurati t ti per l’occasione. Grazie all’eccezionale sostegno delle maggiori istituzioni museali del mondo – il Musée du Louvre di Parigi, la National Gallery di Londra, il Museo Thyssen-Bornemisza y di Madrid, l’Hermitage g di San Pietroburgo, g il Kunsthistorisches Museum di Vienna, la Gemäldegalerie di Dresda, il Philadelphia Museum of Art, lo Staatliche Museen di Berlino, e i grandi musei italiani come gli Uffizi di Firenze, la Galleria Borghese di Roma, le Gallerie dell’Accademia di Venezia, solo per citarne alcuni – sarà possibile ammirare a Bergamo, Bergamo per cento giorni, giorni i massimi capolavori di uno dei geni indiscussi del Rinascimento italiano. Palma è maestro nel dare vita a languide figure femminili che ne segnano il percorso e la carriera divenendo così il grande interprete di una bellezza f femminile, i il tratteggiata t tt i t con immediata i di t sensualità, lità che h darà d à vita it all’ideale ll’id l della proporzione femminile del Rinascimento maturo. Palma il Vecchio esegue opere che vengono presto idealizzate e ricercate

dai collezionisti, tanto da creare un vero e proprio mito dell’artista. Un’arte, la sua, che sviluppa temi mitologici e allegorici ma anche sacre conversazioni in straordinarie ambientazioni paesaggistiche. Q ll di Palma Quella P l è una poesia i fatta f tt di sguardi, di racconti, ti nostalgia, t l i scoperte t e aperture con immancabili rimandi ai luoghi natii donandoci una raffigurazione della spettacolosa bellezza del visibile ancora oggi apprezzabile nella spettacolare marca bergamasca. http://palmailvecchio.it/


Perugino e Raffaello ff Lo Sposalizio della Vergine Pinacoteca di Brera Milano


Perugino e Raffaello, Lo Sposalizio della Vergine Dialogo tra maestro e allievo Pi Pinacoteca t di Brera, B 15 Aprile A il – 12 Luglio L li 2015 A cura della Direzione e dei Funzionari della Pinacoteca di Brera Comitato Scientifico Sandrina Bandera, Emanuela Daffra Milano, Pinacoteca di Brera Caen, Musée des Beaux-arts Quando Pietro Vanucci, detto il Perugino, dipinge la sua versione dello Sposalizio della Vergine, ora al museo di Caen, la sua bottega è la più prestigiosa d’Italia. L’importanza dell’artista era innegabile dopo che aveva partecipato con un ruolo primario alla decorazione del registro mediano della cappella Sistina circa vent’anni prima. La fama del Perugino richiamò numerosi artisti presso la sua bottega, tra cui il giovane Raffaello Sanzio, figlio del pittore Giovanni Santi, come t ti testimoniato i t della d ll preziosa i f t del fonte d l Vasari. V i La L sua versione i d ll dello Sposalizio della Vergine eseguita sul modello dell’opera del Perugino conclude il primo periodo di apprendistato del giovane artista, che nel poi si trasferì a Firenze dove sviluppò ulteriormente la sua personalità. La pala commissionata al Perugino g dalla confraternita di San Giuseppe, è stata ideata per la cappella del Santo anello nel duomo di San Lorenzo a Perugia. Eseguito dal 1499 al 1504, il dipinto era affiancato alla reliquia del “santo anello” della Vergine, mentre la pala di Raffaello fu realizzata nel 1504 per la cappella di San Giuseppe nella chiesa di San Francesco a Città di Castello, ad una sessantina di chilometri di distanza. La soluzione compositiva scelta dal Perugino riprende quella che aveva già usato per il celebre affresco della Consegna delle chiavi della Sistina adattandola alla costretta t tt orizzontalità i t lità di una pala. l Ne N ritroviamo it i l’ bi t i l’ambientazione d ll della scena su una piazza in esterno, l’imponente edificio religioso sullo sfondo e la prospettiva

centrale, ma i personaggi raggruppati in primo piano sotto la linea dell’orizzonte sono disposti strettamente uno accanto creando una lunga quinta in primo piano. R ff ll propone una disposizione Raffaello di i i quasii speculare, l ma là dove d l’ l’opera di quest’ultimo era appiattita sul primo piano, l’Urbinate riesce a dare tridimensionalità alla sua composizione disponendo lo stesso numero di personaggi con più largo respiro e guidando lo sguardo verso l’edificio rialzato del tempio. p La presentazione contemporanea delle due pale nella Pinacoteca di Brera durante l’Expo 2015 è un’occasione unica per comprendere come le due opere si richiamino e si valorizzino a vicenda. Se permette di affermare Raffaello come un artista capace di appropriarsi di una formula di grande successo e portarla oltre, oltre questo confronto ci ricorda che il valore di un grande maestro, in questo caso Perugino, si misura anche nella bravura dei suoi allievi. Questa mostra è resa possibile da un’intesa tra i due musei depositari delle opere. In cambio del prestito della pala del Perugino, la Pinacoteca di Brera sii è offerta ff t di prestare t all museo di Caen C l Cena la C i Emmaus in E d l del Caravaggio da Novembre 2015 a Gennaio 2016.


Photofestival 2015 Dire Fare, Dire, Fare Mangiare Palazzo Bovara Milano


Photofestival 2015 “Dire, Fare, Mangiare” AIF - Associazione Italiana Foto & Digital Imaging www.aifotoweb.it - www-aifoto.it 1 Maggio - 30 Giugno 2015 130 mostre fotografiche in città: un numero che richiama in modo ideale il numero dei Paesi partecipanti a Expo. Come nelle precedenti edizioni, le location coinvolte includeranno gallerie d’arte, palazzi storici, musei e sedi istituzionali. In linea con il tema centrale di Expo Milano 2015 “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, l’edizione 2015 di Photofestival affronterà il tema del cibo che ruota attorno alla storia, storia alla tradizione e all all’origine origine della nostra identità. Palazzo Bovara (Inaugurazione) e altre sedi Corso Venezia, 51, Milano


Pompei e l’Europa Natura e Storia (1748 – 1943) Museo Archeologico Nazionale Pompei


Pompei e l’Europa. Natura e Storia (1748 – 1943) Museo Archeologico Nazionale (MANN) - Pompei, scavi. 26 maggio – 2 novembre 2015. La mostra si articola in due sedi e prevede di analizzare, attraverso diversi focus, la suggestione operata t dal d l sito it di Pompei P i suglili artisti, ti ti dall’inizio d ll’i i i degli scavi nel 1748 al drammatico bombardamento del 1943. Il confronto fra reperti antichi e opere moderne rende esplicita l’influenza della classicità sugli g sviluppi pp dell’arte e dell’estetica moderna,, fra emulazione e reinterpretazione. La prima rassegna dal titolo “Natura e Storia (1748-1943)”, è allestita a Napoli al Museo Archeologico Nazionale e permette di evidenziare l’influenza del sito sugli artisti europei dal Settecento al Novecento. Novecento La seconda parte della mostra si tiene direttamente negli scavi di Pompei dove saranno presentati i calchi delle vittime dell’eruzione recentemente restaurati dalla Soprintendenza. Un’ulteriore sezione della mostra, i tit l t “Fotografare intitolata “F t f e documentare d t P Pompei” i” occupa il portico dell’Anfiteatro, ed espone una scelta significativa del materiale fotografico conservato nella Soprintendenza Speciale di Pompei, Ercolano e Stabia.


Palazzo o Stro ozzi F Firenz ze

Brronzi del mon ndo e ellenistico o


Potere e pathos. Bronzi del mondo ellenistico Palazzo Strozzi Firenze 14 marzo-21 giugno 2015 Organizzata g da: Fondazione Palazzo Strozzi,, J. Paul Gettyy Museum di Los Angeles e National Gallery of Art di Washington con la collaborazione della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana A cura di: Jens Daehner e Kenneth Lapatin La mostra illustra, illustra attraverso ll’esposizione esposizione di eccezionali esempi di sculture bronzee di grandi dimensioni, lo sviluppo dell’arte nell’Età Ellenistica, diffusa dalla Grecia in tutto il Mediterraneo fra il IV ed il I secolo a.C. L’utilizzo del bronzo, grazie alle sue qualità specifiche, permise di raggiungere livelli inediti di dinamismo nelle statue a figura intera e di naturalismo t li neii ritratti, it tti in i cuii l’espressione l’ i psicologica i l i divenne di un marchio hi stilistico. Grazie alla collaborazione con il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, con la National Gallery of Art di Washington e con il contributo di Bank of America, la mostra vede riuniti reperti p pprovenienti dai ppiù importanti p musei archeologici internazionali: le statue monumentali di divinità, atleti e condottieri saranno affiancate ai ritratti dei personaggi di potere, insieme a sculture di marmo e di pietra, scelte per il loro rapporto mimetico col bronzo. Informazioni Tel. +39 055 2645155 Prenotazioni Da lunedì a venerdì 9.00-13.00; 14.00-18.00 t l +39 tel. 39 055 2469600 fax. +39 055 244145 prenotazioni@palazzostrozzi.org


RomArt 2015 Bi Biennale l Internazionale I i l di A Arte e C Cultura l

Nuova Fiera di Roma


R A t 2015, RomArt 2015 Biennale Bi l Internazionale I t i l di Arte A t e Cultura C lt Nuova Fiera di Roma dal 15 al 18 maggio gg 2015 RomArt 2015, Biennale Internazionale di Arte e Cultura a Roma dal 15 al 18 maggio 2015: la più grande capitale mediterranea diventa la culla dell’Arte e della Cultura Internazionale. Internazionale Roma capitale, nel suo avveniristico spazio fieristico, ospita la prima edizione di ROMART. Pittura, Scultura, Grafica, Fotografia, Video e Digital Art, e t t altre tante lt espressioni i i artistiche. ti ti h Vecchi V hi e nuovii talenti, t l ti risultato di una attenta curatela e di una oculata selezione da parte del comitato scientifico, vengono presentati in circa 17.000 mq allestiti per un grande evento di risonanza mondiale. Nel polo espositivo tra i più grandi e accreditati di Europa, opera architettonica firmata Tommaso Valle, centro nevralgico posizionato in modo strategico nel centro Italia, si sviluppano importanti collegamenti tra vecchi e nuovi mercati, vecchi e nuovi mondi. Artisti provenienti da ogni parte del mondo, mondo danno vita a quello che è destinato a diventare un evento da ricordare. http://www.romart.org/ Tel/Fax: +39 080 9752935 Email info@romart.org Email: info@romart org


Rossella Biscotti Museion Bolzano


Rossella Biscotti Museion Bolzano Opening 30/01/2015 31/01/2015 – 25/05/2015 Nelle sue opere Rossella Biscotti riattiva costantemente la memoria, apre a nuove prospettive il tempo storico e lo rende attuale nella rilettura del presente. presente LL’esposizione esposizione, prima personale dell’artista in un museo italiano, rilegge alcune tappe significative del suo percorso con nuovi lavori realizzati per l’occasione e tracce di lavori già avviati. In mostra i calchi del progetto “Le Teste in Oggetto” del 2009, le cinque testi di bronzo di Vittorio Emanuele III e Benito Mussolini realizzate nel 1942 per l’Esposizione Universale di Roma, poi annullata, e “The Prison of Santo Stefano” (2011-13) ovvero i calchi del pavimento del carcere dell’isola pontina. Rossella Biscotti (Molfetta 1978, vive e lavora a Bruxelles) è una delle più valide artiste della sua generazione. Dopo l’importante riconoscimento del premio MAXXI (2010) ha partecipato a dOCUMENTA (13) a Kassel nel 2012 e ha preso parte alla Biennale di Venezia (2013). Per Museion ll’artista artista ha realizzato un progetto sul lager di Bolzano (2008) e nel 2012 ha partecipato alla collettiva “The New Public”. A cura di Letizia Ragaglia


ROSSO FIORENTINO ROSSO VIVO LA DEPOSIZIONE DEPOSIZIONE, LA STORIA STORIA, IL ‘900 900 IL CONTEMPORANEO Pinacoteca e Museo Civico Volterra


ROSSO FIORENTINO. ROSSO VIVO. LA DEPOSIZIONE, LA STORIA, IL ‘900, IL CONTEMPORANEO Dall 23 Maggio D M i 2014 all 31 Dicembre Di b 2015 VOLTERRA | PISA LUOGO: Pinacoteca e Museo Civico e altre sedi CURATORI: Vittorio Sgarbi ENTI PROMOTORI: Comune di Volterra COSTO DEL BIGLIETTO: intero € 14, ridotto € 12, gruppi € 10, scuole € 5, famiglie € 20 TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 06 8030 693 E-MAIL INFO: am@arthemisia.it am@arthemisia it SITO UFFICIALE: http://www.rossofiorentinovolterra.it Partirà il 23 maggio il ciclo di eventi e iniziative artistiche per il biennio 2014/2015: a dare il via sarà la grande esposizione dedicata a Rosso Fi Fiorentino. ti Il suo capolavoro l assoluto, l t La L Deposizione D i i d ll Croce, dalla C saràà all centro di un omaggio che coinvolgerà tutti i più prestigiosi spazi di Volterra. “Rosso Fiorentino. Rosso Vivo. La Deposizione, la Storia, il ‘900, il Contemporaneo”, promosso dal Comune di Volterra in collaborazione con la Diocesi e prodotto e organizzato da Arthemisia Group, vede l’ideazione e la regia di Alberto Bartalini e la curatela di Vittorio Sgarbi. Grandi artisti del passato, del ‘900 e contemporanei saranno esposti negli spazi volterrani in sei diversi allestimenti, ognuno dei quali offrirà spunti e riflessioni su Rosso Fiorentino e La Deposizione. Deposizione La novità assoluta è che per ll’intero intero anno Pinacoteca, Museo Etrusco Guarnacci, Palazzo dei Priori, Teatro Romano, Battistero di San Giovanni ed Ecomuseo dell’Alabastro saranno visibili tutti con un unico biglietto, acquistabile in uno qualunque degli spazi. Un evento unico, che vede la sinergia tra pubblico e privato proprio attraverso tt A th i i Group, Arthemisia G società i tà leader l d a livello li ll nazionale i l per la l produzione di mostre d’arte ed eventi culturali, che ha creduto fortemente nel progetto di valorizzazione della Città: una coraggiosa ambizione sotto il segno della cultura. Una serie di spettacoli, manifestazioni, dibattiti e molto

altro coinvolgeranno l’intera Città per la stagione 2014/2015: Volterra si prepara a divenire il più suggestivo Museo diffuso al mondo dedicato a un artista. “Rosso Fiorentino. Rosso Vivo. La Deposizione, la Storia, il ‘900, il Contemporaneo”: è questo il titolo del grande evento intorno al quale Volterra svilupperà un intero biennio all’insegna dell’arte e della cultura. Per evocare l’unicità dell’esposizione p si ppotrebbe cominciare dalla forza di un artista assoluto, che si può addirittura definire il padre dell’anticonformismo. E ancora si potrebbe partire dalla sua opera più significativa, la Deposizione della Croce, capolavoro che il mondo invidia e la storia dell’arte celebra. O di una Città culla della cultura etrusca, emblema della tradizione dell dell’alabastro alabastro e sede di una serie di magnifici musei e spazi espositivi. Ma la verità è che questa operazione trova il suo punto di massima originalità nel fatto che, per la prima volta in Italia, una serie di luoghi di grandissimo valore storico si trasformano attraverso opere di artisti mirabili, dando vita a un vero sistema culturale, estraneo ai soliti impianti iti i museali, li che h animerà i à Volterra V lt per il biennio bi i 2014/2015. 2014/2015 espositivi L’arte intesa come la più alta tra le espressioni dell’uomo: questo il concetto che l’amministrazione volterrana vuole ribadire, creando un evento in grado di animare la città e sviluppare una serie di appuntamenti imperdibili. La più importante società privata a livello nazionale nel campo artistico e culturale, Arthemisia Group, è impegnata in prima linea in questo imponente progetto di rilancio della Città: «Crediamo fortemente nel “Progetto Volterra” – dice la presidente di Arthemisia Group Iole Siena – e per questo abbiamo deciso di mettere tutti noi stessi per la realizzazione di questo biennio all’insegna dell’arte, certi che l’investimento per la valorizzazione di questa Città possa diventare un esempio per tutta l’Italia». La valenza culturale e artistica è infatti irripetibile, perché dal 23 maggio 2014 al 31 dicembre 2015 chi visiterà la Città potrà godere di una i i diff diffusa, che h avràà come fulcro f l centrale t l proprio i il più iù grande d esposizione capolavoro di Giovan Battista di Jacopo, detto Rosso Fiorentino: La Deposizione dalla Croce, definita da Vittorio Sgarbi «l’anima di Volterra».


Dipinta nel 1521 per la Cappella della Croce di Giorno presso la Chiesa di San Francesco a Volterra, questo quadro rappresenta un importante momento nella storia dell’arte italiana, quando pittori come il Rosso cercarono di elaborare l b un nuovo canone pittorico itt i che h andasse d oltre lt a quanto era stato raggiunto con il Rinascimento. L’impressionante modernità dell’opera, ne fa indiscutibilmente un capolavoro dell’arte italiana. Il pittore realizza una figurazione naturalistica e contemporaneamente astratta, adattando la luce a qquella dell’ambiente pper cui era pprogettato g e agli g affreschi che lo decoravano. «In Rosso Fiorentino si possono vedere cubismo, astrattismo, arte concettuale – dice Vittorio Sgarbi, curatore della mostra – e il pubblico potrà ammirare Rosso Fiorentino attraverso il lavoro di vari artisti. artisti È molto interessante pensare che alcuni di questi artisti potrebbero non aver mai conosciuto l’opera di Rosso, ma ne riproducono l’irregolarità, l’eccentricità o l’essenzialità». Proprio la contemporaneità di questo dipinto è stata la base di partenza per l chiamata la hi t a raccolta lt di grandi di artisti. ti ti L’Architetto Alberto Bartalini, ideatore e regista dell’evento ama progettare spazi urbani attraverso segni d'arte che con essi interagiscono per contenuti ed estetica, dice a proposito: "Lavorando a questo progetto, ho voluto mettere in evidenza la teatralità che si cela all'interno della Deposizione, in particolare enfatizzando il cartone teatrale rispetto all'opera pittorica finita. Mi sono voluto confrontare così con la Storia, con il '900 e il Contemporaneo, attraverso vari artisti, forme espressive e luoghi architettonici eccellenti per la Città, creando un percorso fuori da ogni schema museale canonico. canonico ” Scultori e pittori saranno esposti presso gli spazi di Palazzo dei Priori, Pinacoteca Civica, Museo Etrusco Guarnacci, Battistero di San Giovanni, Teatro Romano, Ecomuseo dell'Alabastro e si alterneranno nel corso d ll’ dell’esposizioni: i i i questo t darà d à vita it a un continuo ti rinnovamento i t dell’iniziativa, d ll’i i i ti che vedrà eventi dedicati continui. Fino al 31 dicembre 2015 questo grande omaggio a Rosso Fiorentino, la più originale e spettacolare manifestazione mai dedicata al grande maestro nato a Firenze nel 1495, sarà visibile con

un solo biglietto valido per tutti i luoghi, la Volterra Card, che permetterà a ogni visitatore di godere della sorprendente esposizione diffusa per la Città. Nel corso delle mostre, i lavori saranno alternati in modo da rinnovare ti t l'iniziativa. l'i i i ti Ecco E quindi i di nella ll Pinacoteca Pi t civica i i le l presenze, continuamente tra gli altri, di Adolfo Wildt, Osvaldo Licini, Franco Asco, Lorenzo Viani, Marino Marini, Giuliano Vangi, Domenico Gnoli, Gino De Dominicis, Ugo Nespolo, Gianfranco Ferroni, mentre al Teatro Romano (I secolo a.C.) saranno ospitate p due opere p sul tema della Crocifissione del famoso scultore polacco Igor Mitoraj. E se al Battistero si potranno ammirare gli affreschi digitali di Stefano Stacchini (realizzati in collaborazione con l'artista Renato Frosali) e la video installazione di Graziana Forzoni e Paolo Cresti, a Palazzo dei Priori (il più antico Palazzo Comunale della Toscana) ci saranno i lavori proprio ispirati alla 'Deposizione Deposizione dalla croce croce' di alcuni artisti contemporanei, tra cui figurano Renato Frosali, Francesco Federighi, Renzo Galardini, Mario Mulas con Stefano Tonelli, Ali Hassoun, Giovanni Perico e Paola Ghisleni, Maurizio Giani con Scart, Julian Tiscione.



Slip p of the Tongue g Punta della Dogana Venezia


Slip of the Tongue Punta della Dogana Venezia Dal 12 Aprile al 31 Dicembre 2015 http://www.palazzograssi.it/ Un progetto espositivo inedito, inedito curato da Danh Vo in collaborazione con Caroline Bourgeois. Per la prima volta un artista è invitato a portare uno sguardo sulle opere che compogono la collezione Pinault per concepire una mostra. Danh Vo, artista nato in Vietnam nel 1975 e trasferitosi con la sua famiglia in Danimarca all’età di quattro anni, spesso ripercorre nel suo lavoro la Storia alla luce della sua storia personale. Progettata appositamente per Punta della Dogana, la mostra segue un percorso che suggerisce un dialogo tra il lavoro dell’artista e una selezione di opere della Pinault Collection e sarà completata da ulteriori opere antiche o contemporanee.


Tesori di Lombardia Capolavori tutelati nelle collezioni private lombarde Pinacoteca di Brera Milano


Tesori di Lombardia. Capolavori tutelati nelle collezioni private lombarde. Pinacoteca di Brera, 22 Settembre 2015 – 10 Gennaio 2016 Catalogo e mostra a cura di Sandrina Bandera e i funzionari della Soprintendenza / Pinacoteca di Brera LLa mostra t saràà un omaggio i all collezionismo ll i i l b d che lombardo h nasconde d opere di vario genere (sculture, miniature, oreficerie, dipinti) appartenenti alle più varie scuole artistiche in dialogo diretto con le opere della Pinacoteca di Brera. La guida della mostra sarà lo stretto legame fra la Pinacoteca e il collezionismo privato che fin dalla prima metà del XX secolo sorregge la politica dei Soprintendenti in uno scambio reciproco fra il museo e il territorio. Tutte le opere prestate, prestate circa una sessantina dal Trecento al Novecento, saranno inserite nel percorso museale in dialogo stretto con le opere esposte, e costituiranno un riferimento di carattere artistico-estetico ma anche tecnico poiché, come è noto, il collezionismo privato è sempre stato particolarmente orientato verso alle ll artiti decorative. d ti Si tratta di opere non conosciute che saranno esposte per la prima volta. Apriranno un nuovo scenario di interesse sia per il pubblico che per gli studiosi. In considerazione della qualità altissima dei capolavori prestati, la mostra sarà presentata nel periodo più tipicamente milanese comprendente sia Expo che S. Ambrogio, l’apertura della stagione scaligera e le festività natalizie. Anche questa mostra come le altre vedrà al centro dell’attenzione i dipinti fondamentali della Pinacoteca di Brera: Bellini, Mantegna, Piero della Francesca, Raffaello, Pellizza da Volpedo, Modigliani, facendo in modo che sorga un nuovo sguardo sul museo in tutte le sue potenzialità e la sua identità.


Tutankhamon Caravaggio Van Gogh Basilica Palladiana Vicenza


Tutankhamon Caravaggio Van Gogh Vicenza, Basilica Palladiana Dal 24 Dicembre 2014 al 2 Giugno 2015 Questo nuovo, ampio progetto espositivo firmato da Marco Goldin per la città di Vicenza,, si compone p di un numero assai maggiore gg di opere p rispetto p al passato, circa 110 suddivise in sei sezioni di carattere tematico. A essere raccontata sarà l'immagine della sera e della notte nell'intera storia dell'arte, partendo dagli Egizi per giungere fino alle esperienze pittoriche più recenti. La prima sezione, con la presenza di 23 tra reperti e statue egiziane rinvenute all all'interno interno delle piramidi, piramidi intende soffermarsi sul senso della notte eterna e spirituale, ma fortemente collegata alla vita, in quella cultura. Con al centro la testa del re bambino, Tutankhamon. La seconda sezione, con molti capolavori da Giorgione a Caravaggio, da Ti i Tiziano a El Greco, G d Rubens da R b a Tintoretto, Ti t tt indugerà i d à sulla ll suggestiva ti atmosfera delle figure collocate in ambienti notturni, soprattutto seguendo la vita di Cristo dal momento della nascita fino alla crocifissione e alla deposizione nel sepolcro. Opere straordinarie soprattutto del Cinquecento e del Seicento saranno al centro di questa parte. La terza sezione si soffermerà invece sul paesaggio, dal momento del tramonto fino a quello in cui nel cielo si levano la luna e le stelle. Ovviamente il secolo che sarà detto sarà il XIX, poiché, dal periodo romantico fino all'impressionismo, questo è stato il tempo della natura serale e notturna. Sfileranno alcuni dipinti indimenticabili di Turner e Friedrich, Friedrich di Corot e Millet, Millet dei grandi americani da Church a Homer, fino a Monet, Pissarro, Van Gogh. La quarta sezione toccherà alcuni dei vertici dell'incisione di tutti i tempi, in una sala nella quale, con 16 fogli in totale, si confronteranno Rembrandt e Piranesi, il primo con i suoi celeberrimi soggetti religiosi, a cominciare dalla visione d ll "Tre delle "T croci", i" il secondo d con le l altrettanto lt tt t celebri l b i immagini i i i delle d ll "Carceri". La penultima sezione entrerà nel pieno Novecento, dove in una ampia sala verranno disposti alcuni dei grandi della seconda parte del

secolo soprattutto, anticipati da un capolavoro di Hopper. Poi da Rothko a Bacon, da Wyeth a Lopez Garcia, sarà un entrare nelle profondità della notte intesa come fatto soprattutto psicologico. I fi la Infine, l sesta t e ultima lti sezione i saràà un riassunto i t di tutti t tti i temi t i affrontati ff t ti e le opere indimenticabili si succederanno, da Caravaggio a Gauguin, da Cézanne a Van Gogh. Per una chiusura che lascerà con il fiato sospeso. Informazioni: +39 0422 429999 Fax: +39 0422 308272 Sito web: www lineadombra it/tutankamon-caravaggio-van-gogh/mostra-in-breve www.lineadombra.it/tutankamon-caravaggio-van-gogh/mostra-in-breve


Walter Bonatti Fotografie dai grandi spazi P l Palazzo della d ll R Ragione i Mil Milano


Walter Bonatti Fotografie dai grandi spazi Palazzo P l d ll Ragione della R i F t Fotografia fi Piazza dei Mercanti 1, Milano 13 novembre 2014 – 8 marzo 2015 Dal 13 novembre 2014 all’8 marzo 2015, Palazzo della Ragione Fotografia di Milano presenta la prima mostra, mai dedicata, a Walter Bonatti, uno dei più grandi fotografi italiani. Promossa e prodotta dal Comune di Milano Cultura, Palazzo della Ragione, Civita, Contrasto e GAmm Giunti, a cura di Alessandra Mauro e Angelo Ponta ed in collaborazione con ll’archivio archivio Bonatti. Palazzo della Ragione, il nuovo spazio espositivo interamente dedicato alla fotografia in Piazza dei Mercanti, a due passi da Piazza Duomo, dopo la mostra t di Sebastião S b tiã Salgado S l d mette tt a fuoco f l sua proposta la t espositiva iti e culturale con questa importante rassegna dedicata alla figura del grande esploratore e pensatore Walter Bonatti. L’esposizione dal titolo Walter Bonatti. Fotografie dai grandi spazi, con l’ausilio di video, di documenti inediti e di un allestimento particolarmente coinvolgente, ripercorre il racconto visivo, le vicende esistenziali e le avventure dell’alpinista ed esploratore italiano. “Prosegue il nuovo corso di Palazzo della Ragione con una nuova mostra di fotografia dedicata ad un protagonista di questa arte e ai grandi spazi del nostro pianeta – ha dichiarato ll’assessore assessore alla Cultura Filippo Del Corno -. Una mostra che conferma, seppure con una diversa sensibilità e una declinazione nuova rispetto alle mostre fotografiche di Salgado e di YannArtus Bertrand, appena concluse, la passione per la bellezza della natura e l’esigenza di una tutela sempre più necessaria e urgente, per un ritorno, it ormaii non più iù procrastinabile, ti bil a una relazione l i più iù rispettosa i tt con il mondo che ci circonda”.

La mostra partecipa a Milano Cuore d’Europa, il palinsesto culturale multidisciplinare dedicato alle figure e i movimenti che, con la propria storia e la propria produzione artistica, hanno contribuito a costruire la di dimensione i culturale lt l dell'identità d ll'id tità europea. Le immagini in mostra testimoniano oltre 30 anni di viaggi alla scoperta dei luoghi meno conosciuti e più impervi della Terra e raccontano una passione travolgente per l’avventura insieme alla straordinaria professionalità di un ggrande reporter. p È difficile separare il ricordo di Walter Bonatti da quello delle sue fotografie. Ed è sorprendente scoprire quanto la sua figura e le sue imprese siano radicate nella memoria di un pubblico tanto differenziato per età e interessi. La persistente popolarità di Bonatti ha più di una spiegazione. Imparò a fotografare e a scrivere le proprie avventure con la stessa dedizione con cui si impadronì dei segreti della montagna: alpinista estremo, spesso solitario, ha conquistato l’ammirazione degli uomini e il cuore delle donne, affascinando nello stesso tempo l’immaginario dei più giovani. Il mestiere ti di fotografo f t f per grandi di riviste i i t italiane, it li soprattutto tt tt per Epoca, E l lo portò a cercare di trasmettere la conoscenza di luoghi estremi del nostro pianeta. Al tempo stesso, non smise mai di battersi con forza per tramandare la vera storia, troppe volte nascosta, della conquista del K2 e del tradimento dei compagni g di spedizione. Molte tra le sue folgoranti immagini sono grandiosi “autoritratti ambientati” e i paesaggi in cui si muove sono insieme luoghi di contemplazione di scoperta. Bonatti si pone davanti e dietro l’obiettivo: in un modo del tutto originale è in grado di rappresentare la sua fatica e la gioia per una scoperta ma al tempo stesso sa cogliere le geometrie e le vastità degli scoperta, orizzonti che va esplorando. Il talento per la narrazione, l’amore per le sfide estreme, l’interesse per la fotografia come possibilità di scoprire e testimoniare per sé e per gli altri. Una passione, e probabilmente anche un’esigenza, nata già negli anni d ll' l i i dell'alpinismo ( (con i trionfi t i fi e le l amarezze che h li segnarono), ) con le l foto f t scattate sulle pareti più difficili, e poi consolidata nel tempo, con i racconti d’imprese affascinanti e impossibili.


Walter Bonatti nasce a Bergamo nel 1930. Del 1951 è la sua prima grande impresa alpinistica: con Luciano Ghigo scala la parete est del Grand C Capucin i nell gruppo del d l Monte M Bi Bianco. N l 1954 Bonatti Nel B i è il più iù giovane i partecipante alla spedizione capitanata da Ardito Desio, che porterà Achille Compagnoni e Lino Lacedelli sulla cima del K2. Nel 1955 scala in solitaria e per la prima volta assoluta il pilastro sud-ovest del Petit Dru, nel massiccio del Monte Bianco. Nell’inverno del 1965 scala in solitaria la pparete nord del Cervino aprendo una nuova via. È la sua ultima impresa di alpinista estremo. Successivamente si dedicherà all’esplorazione e all’avventura come inviato del settimanale Epoca, fino al 1979. A partire dagli anni Sessanta pubblica numerosi libri che narrano le sue avventure in montagna e negli angoli più sperduti del pianeta. pianeta Muore a Roma il 13 settembre 2011, 2011 all’età di 81 anni.

operanti presso il Comune di Milano (previa esibizione del tesserino di identificazione), dipendenti Comunali (previa esibizione del badge), gruppi organizzati i i direttamente di d l FAI, dal FAI giornalisti i li i iscritti i i i all’albo ll’ lb (previa ( i esibizione ibi i del tesserino) BIGLIETTO FAMIGLIA uno o due adulti € 8,50 a testa con minore/i dai 6 ai , a testa 14 anni € 5,00 GRATUITO per minori di 6 anni, un accompagnatore per gruppo, due insegnanti accompagnatori per classe, un accompagnatore per disabile, un accompagnatore e una guida per ogni gruppo Touring Club, dipendenti della Soprintendenza ai Beni Architettonici, tesserati ICOM, guide turistiche abilitate impiegati presso il Servizio Mostre di Palazzo Reale, abilitate, Reale membri della Commissione di Vigilanza e Vigili del Fuoco, soci AMACI, giornalisti accreditati da ufficio stampa.

Scheda tecnica mostra: Ingresso comprensivo di audioguida W lt Bonatti. Walter B tti Fotografie F t fi dai d i grandi di spazii T + 39 0243353535 www.palazzodellaragionefotografia.it Info mostra INTERO € 10,00 RIDOTTO € 8,50 per gruppi di almeno 15 persone, visitatori oltre i 65 anni, minori dai 15 ai 26 anni, disabili, soci Touring Club con tessera, possessori GIUNTI CARD, CARD possessori CARTA CIVITA, CIVITA possessori tessera AMICI DI FORMA, aderenti all’iniziativa “Lunedì Musei” (Museo Poldi Pezzoli e Museo Teatrale alla Scala), militari, forze dell’ordine non in servizio, insegnanti, soci FAI; possessori di Museocard Musei Civici di Milano (annuale); tesserati CAI RIDOTTO SPECIALE € 5,00 5 00 per minori i i dai d i 6 aii 14 anni,i scuole, l gruppii organizzati direttamente dal Touring Club, volontari del Servizio Civile




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