Vittorio Sgarbi Belle Arti expo 2015

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IL CASTELLO SFORZESCO È LA VERA PORTA DELL’EXPO DI MILANO


EXPO UNIVERSALE DI MILANO (A MILANO). BELLE ARTI - Vittorio Sgarbi

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1. PADIGLIONE OPERE SIMBOLO [PALAZZO LITTA]

Arte cristiana: L’albero della Vita (XIV-XV secolo) è in una grande teca di cristallo al centro della Sala delle Udienze all’interno del

Museo del Palazzo Comunale di Lucignano. Autori del capolavoro orafo senese-aretino sono Ugolino da Vieri e Gabriello D’Antonio. Alto circa 3 metri, dal tronco dell’albero si sviluppano i dodici rami, sostegno per i piccoli medaglioni reliquiari, che originariamente contenevano miniature e cristalli di rocca, e il corallo, simbolo del sangue di Gesù. L’opera culmina con un Crocifisso sopra al quale un pellicano si ferisce il petto per sfamare i piccoli con il proprio sangue, un sacrificio che emula l’atto d’amore compiuto da Cristo nei confronti degli uomini.

Arte romana:

I Bronzi dorati da Cartoceto sono un gruppo statuario equestre romano composto da due cavalieri, due cavalli e due donne in piedi. è l’unico gruppo scultoreo in bronzo dorato, non solo di epoca romana ma di tutta l’antichità.


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1.,2. L’albero della Vita 3.,4. I Bronzi dorati da Cartoceto

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2. PADIGLIONE BRAMANTE

[SANTA MARIA PRESSO SAN SATIRO E SANTA MARIA DELLE GRAZIE] Si tratta di un padiglione ideale, in due sedi: Santa Maria presso San Satiro, con la più straordiaria prospettiva architettonica del rinascimento, e la chiesa di Santa Maria delle Grazie con il grandioso tiburio. Il padiglione è uno dei capolavori di Donato Bramante, con la prospettiva illusoria della finta abside.


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1. Chiesa di Santa Maria delle Grazie, Milano (particolare del

tiburio ). Mentre Leonardo dipinge la sua Ultima cena nel refettorio di Santa Maria delle Grazie, Donato Bramante è chiamato a costruire la tribuna all’interno della chiesa. Il suo intervento si pone come la conclusione della chiesa iniziata nel 1463 dal Solari in stile gotico. Nel 1492 Bramante avvia la costruzione della nuova tribuna con la grandiosa cupola, seguita dalla sagrestia vecchia e dal chiostro piccolo, e più tardi dalla sagrestia nuova e dal chiostro grande.

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2. Chiesa di Santa Maria delle Grazie, (interno). Milano. 3. Chiesa di Santa Maria presso San Satiro, Milano. 4. Chiesa di Santa Maria presso San Satiro, (interno). Milano. Edificata alla fine del Quattrocento inglobando il sacello di San Satiro, di epoca altomedioevale, costituisce uno dei capolavori rinascimentali di Donato Bramante, celebre per la prospettiva illusoria della “finta abside”

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3. PADIGLIONE LEONARDO

[SANTA MARIA DELLE GRAZIE] La visita al Cenacolo vinciano potrà essere estesa a gruppi non di 25 persone ma, orientativamente, di 45-50, superando l’imbarazzante e infondato contingentamento stabilito per salvare il dipinto di Leonardo dalla polvere delle scarpe e dal calore dei corpi. Introdurre la semplice misura di un arretramento dei visitatori di un metro consentirà il raddoppio degli accessi. La Regione Lombardia, anche in accordo con sponsor privati, dovrebbe garantire un ulteriore turno di otto ore, con pagamento degli straordinari ai custodi nei ruoli dello Stato e anche, per eventuali necessità, il supporto di agenzie esterne che consentiranno l’apertura serale e notturna dalle ore 19:00 alle ore 2:00 del mattino. Il Padiglione Leonardo potrebbe essere così un’apertura diversa da quella consentita solo dalle prenotazioni telefoniche attuali che consentono accessi di gran lunga inferiori alle richieste.


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1. Chiesa di Santa Maria delle Grazie, (interno). Milano. Fotografia dell’archivio Fratelli Alinari: La chiesa nel 1880, prima dei lavori di restauro. In facciata sono ancora presenti i portali barocchi. La chiesa è i l secondo sito italiano, dopo le incisioni rupestri in Valcamonica, ad essere classificato come patrimonio dell’umanità dall’Unesco, insieme all’affresco dell’Ultima cena di Leonardo da Vinci che si trova nel refettorio del convento (di proprietà del Comune di Milano).

2. Leonardo da Vinci, Testa di Cristo, studio per l’affresco dell’Ultima cena per la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, 1494 circa, Pinacoteca di Brera. Rispetto al Cristo al centro del Cenacolo si notano alcune differenze, quali la testa china verso destra, gli occhi chiusi, le guance leggermente arrossate, le labbra chiuse. Nella versione definitiva invece Gesù ha le labbra dischiuse, come se avesse appena pronunciato “Uno di voi mi tradirà”.

3. Ultima cena, Leonardo Da Vinci, 1494-1498, refettorio del convento, Chiesa di Santa Maria delle Grazie, Milano.


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4. PADIGLIONE LEONARDO 2

[PALAZZO bagatti valsecchi] Prima esposizione mondiale della Bella Principessa di Leonardo. Nel settembre 2011 Martin Kemp e Pascal Cotte, basandosi sull’analisi dei fori di legatura, hanno identificato il codice da cui il foglio sarebbe stato strappato: Sforziade, di Giovanni Pietro Birago, stampata a Milano nel 1490, oggi conservata a Varsavia presso la biblioteca nazionale polacca. Martin Kemp e altri studiosi come Pascal Cotte hanno convincentemente attribuito, tramite indagini scientifiche, il ritratto della Bella Principessa (probabilmente Bianca Sforza) a Leonardo da Vinci. Dopo numerosi studi il codice verrà esposto in anteprima a Urbino a Palazzo Ducale e all’Expo di Milano a Palazzo Bagatti Valsecchi.


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1. Ritratto di Bianca Sforza, detto Bella Principessa, Parigi collezione privata. È un dipinto a gesso e inchiostro, matita nera, matita

rossa e bianca su pergamena. Attribuito a Leonardo da Vinci, databile al 1495 circa. Si tratta della più recente attribuzione relativa a Leonardo, avvalorata dopo una serie di indagini scientifiche del 2009, che avrebbero rilevato un’impronta digitale sull’opera altamente compatibile con altre conosciute dell’artista, in particolare sul San Girolamo della Pinacoteca Vaticana.

2. Giovanni Pietro Birago, Sforziade, carta di incipit miniata, Varsavia, Biblioteca Nazionale. 3. Giovanni Pietro Birago, Sforziade, part., Varsavia, Biblioteca Nazionale.

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5. PADIGLIONE ANTONELLO

[PALAZZO BAGATTI VALSECCHI]

A Palazzo Bagatti Valsecchi, nel contesto più proprio per i dipinti del primo Rinascimento, a fianco di un capolavoro appartato come la Santa Giustina de Borromei di Giovanni Bellini, va ricomposto ed esposto il trittico di Antonello da Messina diviso tra la Galleria degli Uffizi e il Castello Sforzesco. L’accordo, già intervenuto tra il Ministro dei Beni Culturali e il Presidente della Regione Lombardia, su proposta del Direttore degli Uffizi Antonio Natali e di Vittorio Sgarbi, ha stabilito il ricongiungimento del pannello milanese di proprietà della Regione Lombardia (depositato per un protocollo con il Comune di Milano presso i Musei Civici fino al 2015) con le due travole degli Uffizi. L’accordo prevede: 1. Lo scambio temporaneo (per un periodo presumibilmente di vent’anni) tra il San Benedetto di Antonello e la Madonna con il bambino di Vincenzo Foppa (di proprietà degli Uffizi); 2. L’esposizione del trittico ricomposto e del dipinto di Foppa presso Palazzo Bagatti Valsecchi durante il periodo dell’Expo. 3. Al termine dell’esposizione il Foppa resterà a Palazzo Bagatti Valsecchi, e il trittico di Antonello sarà esposto agli Uffizi per il tempo concordato. Il coordinamento del padiglione è affidato ad Antonio Natali con i contributi di altri studiosi come Ferdinando Bologna.


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1/A e 1/B. Antonello da Messina, San Giovanni Evangelista e Madonna col Bambino, le due parti del Trittico situate alla Galleria degli Uffizi, Firenze.

1/C . Antonello da Messina, San Benedetto, la parte del Trittico situata Castello Sforzesco, Milano.

2. Vincenzo Foppa, Madonna col Bambino e un angelo,

1479-1480 Galleria degli Uffizi, Firenze. L’attenzione al naturalismo e la tavolozza un po’ spenta, quasi cinerina degli incarnati sono caratteristiche dello stile tipico della pittura lombarda.

3. Il Palazzo Bagatti Valsecchi è una casa museo di fine Ottocento voluta dai due fratelli baroni Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi.

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6. PADIGLIONE MICHELANGELO [CASTELLO SFORZESCO]

Nel Castello Sforzesco, non solo riferimento simbolico dell’Expo di Milano, è esposto uno dei grandi capolavori del Rinascimento italiano: la Pietà Rondanini di Michelangelo. Minacciato di spostamenti dal luogo dell’allestimento storico dei BBPR in un altro ambito voluto dal Comune. È necessario discutere la ipotizzata collocazione con l’Assessore alla Cultura Filippo Del Corno. In ogni caso, il Padiglione Michelangelo, come il Padiglione Leonardo, con una intensificazione degli accessi, non richiede altro che una riorganizzazione dei turni di guardiania che potrebbero coincidere con quelli del Cenacolo vinciano.


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1. Castello Sforzesco. Tra i principali simboli di Milano e della sua storia. Fu costruito nel XV secolo da Francesco Sforza, divenuto da

poco Duca di Milano, sui resti di una precedente fortificazione risalente al XIV secolo nota come Castrum Portae Jovis (Castello di porta Giovia o Zobia), e nei secoli ha subito notevoli trasformazioni. Fra il Cinquecento e il Seicento era una delle principali cittadelle militari d’Europa; restaurato in stile storicista da Luca Beltrami in stile medioevale tra il 1891 e il 1905, ora è tra le importanti mete turistiche di Milano.

2. Michelangelo Buonarroti, Pietà Rondanini. Scolpita nel 1552-1553 (prima versione) e rilavorata dal 1555 circa al 1564; oggi è al Castello Sforzesco di Milano. Si lavorò fino a pochi giorni prima di morire.

tratta

dell’ultima

opera

di

Michelangelo

che,

secondo

le

fonti,

vi

3. Pietà Rondanini di Michelangelo all’interno della Sala degli Scarlioni presso il Castello Sforzesco, Milano. Allestimento a cura

dei BBPR, (acronimo che indica il gruppo di architetti italiani costituito nel 1932 da: Gian Luigi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti ed Ernesto Nathan Rogers.

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7. PADIGLIONE RAFFAELLO E CARAVAGGIO

[PINACOTECA AMBROSIANA E PINACOTECA DI BRERA] Alla Pinacoteca Ambrosiana vi è il cartone di Raffaello per la Stanza della Segnatura, una delle quattro Stanze Vaticane poste all’interno dei Palazzi Apostolici. Forse il più grande disegno del primo pittore del Rinascimento italiano. La sua sola presenza è in grado di determinare un afflusso attraverso una conveniente comunicazione che ne indichi l’unicità. L’altro capolavoro di Raffaello datato 1504 è lo Sposalizio della Vergine della Pinacoteca di Brera. Se pensiamo che la Pala della Madonna di Foligno (dai Musei Vaticani) a Palazzo Marino, da sola, in 60 giorni ha avuto 160.000 visitatori, e in una settimana, a Foligno, oltre 50.00, è evidente il potenziale di questi capolavori. Anche maggiore interesse determinano le opere di Caravaggio. Milano è la città natale del grande pittore. Inutile tentare di indicarne i luoghi di vita e di conoscenza, ma inevitabile e assoluta è la Canestra di frutta della Pinacoteca Ambrosiana, prima natura morta dotata di anima e di vita e simbolo della invenzione di Caravaggio nella semplice restituzione della realtà. La canestra è un notevolissimo capolavoro del Caravaggio, ed è anche nella Pinacoteca di Brera: la Cena in Emmaus. Indicarne la presenza, in un percorso museale che la vede come un momento essenziale dal Rinascimento al Barocco, potrebbe contribuire a moltiplicare, limitandone i “segnali”, i vistatori della Pinacoteca. I capolavori essenziali potrebbero essere: la Pala di Brera di Piero della Francesca; il Cristo morto di Andrea Mantegna; la Pietà di Giovanni Bellini; lo Sposalizio della Vergine di Raffaello Sanzio e la Cena in Emmaus di Caravaggio.


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1. Una delle opere fondamentali della

Pinacoteca Ambrosiana è senz’altro il grande “cartone” preparatorio di Raffaello per l’affresco della Scuola di Atene in Vaticano. Fu realizzato dal grande maestro nel 1510 ed entrò all’Ambrosiana grazie al cardinal Federico Borromeo nel 1610. 2. Raffaello, Stanza della Signatura, Vaticano. Questi gli affreschi alle pareti: Disputa del Sacramento (Teologia, 1509); Scuola di Atene (Filosofia, 1509-1511); Parnaso (Poesia, 1510-1511) Virtù e la Legge (Giurisprudenza, 1511), con Gregorio IX mentre approva le Decretali (legge canonica) e Triboniano consegna le Pandette a Giustiniano (legge civile). 3. Pinacoteca Ambrosiana, Milano. 4. Caravaggio, Canestra di frutta, 1599, Pinacoteca Ambrosiana, Milano. Il dipinto è presente nella collezione del Cardinale Federico Borromeo già nel 1607, probabilmente donato dal Cardinal Del Monte, protettore del Caravaggio negli anni romani.

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5. Pinacoteca di Brera, ingresso Accademia di Belle Arti di Brera, Milano. 6. Andrea Mantegna, Cristo morto, 1475-78, Pinacoteca di Brera, Milano. 7. Piero della Francesca, Pala di Brera, o Pala Montefeltro (Sacra

Conversazione con la Madonna col Bambino, sei santi, quattro angeli e il donatore Federico da Montefeltro), 1472 circa, Pinacoteca di Brera, Milano.

8. Raffaello, Sposalizio della Vergine, 1504, Pinacoteca di Brera, Milano. 9. Caravaggio, Cena in Emmaus, 1606, Pinacoteca di Brera, Milano.

Raffigura l’episodio del Vangelo di Luca (Lc 24,13-35). Opera realizzata da Caravaggio a feudatari su commissione dei suoi protettori Colonna, subito dopo essere scappato da Roma per l’assassinio di Ranuccio Tommasoni. Pervenne a Brera nel 1939, donata dall’Associazione “Amici di Brera”.

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8. PADIGLIONE TIEPOLO [PALAZZO CLERICI]

Tra i più significativi edifici del Settecento a Milano, Palazzo Clerici, venne completamente modificato ad opera del marchese Anton Giorgio Clerici, il quale ne fece una delle dimore più sfarzose della Milano dell’epoca chiamando Giovan Battista Tiepolo per gli affreschi nella Galleria degli Arazzi, e, nelle numerose sale, altri maestri del Settecento come Giovanni Angelo Borroni e Mattia Bortoloni. Negli ambienti del palazzo, in particolare nella Sala delle colonne, in corrispondenza del soffitto di Tiepolo, sarà allestita la mostra, ora ai musei Capitolini: “I colori del disegno. Gian Battista, Gian Domenico e Lorenzo Tiepolo”. Una selezione di disegni e di acqueforti che descrive in maniera organica la dinamica inventiva e produttiva di uno dei maggiori incisori e pittori del Settecento veneziano, grazie all’esposizione di un cospicuo numero di fogli provenienti da istituzioni museali, fondazioni e collezioni private. Ad essi si aggiunge una calibrata selezione di dipinti, con il compito di introdurre e in qualche modo rappresentare gli esiti pittorici di ciascuna tipologia grafica.


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1. Galleria degli Arazzi, Palazzo Clerici, Milano. 2. Giovan Battista Tiepolo, Corsa del carro del Sole

tra le divinità dell’Olimpo, contorniata dalle Allegorie dei quattro Continenti e dalle Allegorie delle Arti, part., Palazzo Clerici, Galleria degli Arazzi. L’affresco venne realizzato probabilmente in occasione del matrimonio tra il marchese e Fulvia Visconti previsto per il 1741. All’epoca il Tiepolo si trovava a Milano impegnato nella Basilica di Sant’Ambrogio, ed aveva già lavorato per il nonno del marchese Clerici, Carlo Archinto, realizzando l’importante ciclo di affreschi per il Palazzo di famiglia distrutto durante la seconda guerra mondiale.

3.;4. Giovan Battista Tiepolo, disegni preparatori per l’affresco

di Palazzo Clerici. La complessità dell’opera, è documentata dalla lunga progettazione testimoniata dai numerosi studi in parte sopravvissuti.

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9. PADIGLIONE STENDHAL

[ITINERARI MILANESI - PALAZZO MORANDO] Il grande scrittore francese è stato il più convinto cittadino di Milano. Come è noto, sulla sua tomba si legge: “Arrigo Beyle, milanese”. Una dichiarazione d’amore, un manifesto. Con lui si può immaginare un itinerario che, a partire da Palazzo del Governo, tocchi il Teatro La Scala, i palazzi di via Manzoni, la casa del Manzoni (nella quale va allestita la mostra Stendhal e Manzoni, con particolare riferimento a Milano), palazzo Belgioioso, il museo dell’Ottocento. Stendhal è l’ideale visitatore europeo dell’Expo, nel confronto fra l’attuale occasione proiettata verso il futuro e la consacrazione di Milano come la città più bella del mondo nella considerazione dello scrittore. La sede ideale è Palazzo Morando in via Sant’Andrea, recentemente riallestito da Roberto Peregalli con dipinti ottocenteschi di paesaggi lombardi e vedute milanesi. S’intende riproporre e rielaborare una mostra nello spirito de: “La Milano ai tempi di Stendhal”, già curata da Guido Bezzola. Coordinatori del padiglione: Giuseppe Marcenaro e Piero Boragina.


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1. Giovanni Migliara, Porta Nuova con carrozze, 1785-1837. 2. Stendhal ritratto da Sรถdermark, 1840. 3. Filippo Carcano, Una mattina sul Lago Maggiore, o La quiete del lago, panorama dalle alture di Stresa, part., 1878.

4. Angelo Inganni Veduta di piazza della Scala con neve cadente vista dalla Galleria, 1874.

5. Leonardo Bazzaro, Baite a Macugnaga, part., 1895. Fondazione

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Cariplo, Milano.


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10. PADIGLIONE FUTURISTI [MUSEO DEL NOVECENTO]

Sulla scia della grande mostra Futurista del museo Guggenheim di New York, trenta capolavori provenienti anche da collezioni di Musei di Stato (Brera, collezione Jesi) e da raccolte private (la collezione Mattioli), e dallo stesso Museo del Novecento. Il Futurismo è naturalmente legato all’idea di Expo e indica, soprattutto dopo l’exploit al Guggenheim di New York, l’ultima grande stagione internazionale dell’arte italiana. Un’antologia di capolavori a Milano è una occasione irrinunciabile. Si evidenzia che il Manifesto Futurista di Filippo Tommaso Marinetti fu elaborato in Corso Venezia. Milano è la Città che sale, e l’Expo 2015, dopo più di cento anni, ha le sue radici in quel movimento. A cura di Giovanni Lista.


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1. Museo del Novecento, Milano. 2.,4. Sala Boccioni presso il Museo del Novecento. 3. Rissa in galleria (1910) Brera, Collezione Emilio e Maria Jesi 5.;6. La mostra inaugurata il 21 febbraio 2014 al Guggenheim di New York dal Titolo: Italian Futurism, 1909–1944: Reconstructing the Universe.

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11. PADIGLIONE DE CHIRICO E SAVINIO [TEATRO PARENTI]

“Ascolta il tuo cuore città”. A partire dai Bagni Misteriosi di Giorgio de Chirico nei giardini della Triennale restaurati al tempo dell’assessorato alla cultura Sgarbi – con un finanziamento di gran lunga inferiore a quello del preventivo proposto dall’Istituto di Restauro (70mila Euro contro 500milioni di Lire), offerto da Giorgio Squinzi, amministratore unico Mapei e presidente di Confindustria – s’immagina un percorso evocativo della città seguendo il racconto di Alberto Savinio. Il punto di arrivo sarà un’altra area misteriosa e metafisica: la restituzione della piscina Caimi, pertinente oggi al teatro Parenti. è un’acquisizione dell’Expo alla città. Negli spazi del teatro va allestita una mostra di De Chirico e Savinio, anche con particolare riferimento ai Bagni misteriosi e con attenzione alle scenografie teatrali. A cura di Vincenzo Trione.


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1. Il centro balneare estivo (ex Botta) incastonato tra le case

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del rione di Porta Romana a Milano. Presenta linee estetiche pregevoli (discesa in acqua a scalini e fontana nel mezzo della vasca grande, alla cui sommità figurano due fenicotteri in rame). Costruito nel 1939 ha una capienza massima di 1.000 persone. é stato frequentato in passato anche per le iniziative di intrattenimento nelle serate estive. 2.,3.,5.,6. Il gruppo scultoreo dei Bagni Misteriosi è stato realizzato da Giorgio De Chirico in occasione della Mostra Contatto Arte-Città nell’ambito della XV Triennale di Milano (1973). L’opera, in pietra di Vicenza, è stata restaurata tra il 2009 e il 2011. A volere la fontana e a donarla fu il conte Paolo Marzotto, allora capo dell’Industria Marmi Vicentini di Chiampo, poi Margraf. 4. Giorgio De Chirico, Bagni Misteriosi.


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12. PADIGLIONE ARCHITETTURA OMAGGIO A GUGLIELMO MOZZONI [PIRELLONE E DIVERSE SEDI]

Omaggio a Guglielmo Mozzoni con l’esposizione del modello e dei progetti della Città Ideale. “E’ sempre più probabile che noi terrestri, se vogliamo sopravvivere, dovremo abituarci ad abitare in isole sospese nel cielo o galleggianti sul mare. E’ terribile ma anche affascinante, specialmente per un architetto, dover ammettere che i progetti già esistenti a questo proposito siano da considerarsi non fantascientifici o utopici, ma realmente realizzabili. Mozzando le ali al fascino dell’impossibile e dell’inusuale, ho voluto tentare una volta ancora di stare sulla terra e progettare su basi assolutamente realistiche e concrete la mia Città Ideale (www.cittaideale.it) che deriva dal progetto di una “Città per istruirsi divertendosi” (1965), immaginato in nuvole spaziali suggerite dal mondo dell’Olimpo pagano. Movente del progetto è stata l’intenzione di diffondere la cultura, di conoscere le cose e, attraverso gli incontri, di comprendere gli altri. La fantasia spaziale si concretizza nella sfera del “Mattamondo”, ideata su un terreno a Sesto Ulteriano e poi su un altro, alla periferia di Milano. [...]”. (Guglielmo Mozzoni). A cura di Lorenzo Degli Esposti e Fulvio Irace


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PADIGLIONE ARCHITETTURA ITINERARI > [DIVERSE SEDI] Un percorso nell’architettura del Novecento rivela Milano come una grande capitale Europea.

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1. Il Palazzo dell’Arte è l’edificio, sito in viale Emilio Alemagna 6 (all’epoca viale Italia), che ospita la Triennale di Milano; è stato realizzato dall’architetto Giovanni Muzio nel 1933.

2. Il rubanuvole. Così i milanesi chiamano, nel 1937, il primo grattacielo della città, la Torre Snia Viscosa nella nuova piazza San Babila. 3. Il Ministro Ciano e l’arch. Stacchini inaugurano la Stazione Centrale, 1931. 4. Il Grattacielo Pirelli o Palazzo Pirelli, chiamato comunemente Pirellone, è l’edificio di Milano dove ha sede il Consiglio regionale della Lombardia in Piazza Duca D’Aosta. Progettato dagli architetti: Gio Ponti, Antonio Fornaroli, Alberto Rosselli, Guiseppe Valtolina, Egidio Dell’Orto, fu inaugurato nel 1958. Pier Luigi Nervi ne realizzò gli impianti. 5. La Torre Velasca è un grattacielo di Milano, progettato dal gruppo dei BBPR e finito di costruire nel 1958. Il profilo della Torre è la conseguenza di un lungo studio che trova le sue origini nella ricerca di risposte funzionali alla costrizione in cui si trova la base della stessa, ubicata nella piccola piazza omonima, libera di espandersi verticalmente; in tutto questo, la Velasca volle essere una citazione moderna della Torre del Filarete presente al Castello Sforzesco. 6. Palazzo Mezzanotte in piazza degli Affari a Milano. L’incarico di progettare il palazzo fu conferito nel 1927 all’architetto Paolo Mezzanotte, allo scopo di unificare tutte le attività borsistiche milanesi in un solo luogo, che da allora ospita la sede della Borsa di Milano. Fu un palazzo all’avanguardia per l’epoca in Italia: il primo a prevedere l’esecuzione automatica delle chiamate simultanee degli ascensori. Aveva un sistema di condizionamento dell’aria funzionante con acqua e vapore ed ospitava il più grande quadro luminoso elettrico d’Italia che permetteva la visione della quotazione in tempo reale dei 78 titoli ammessi alla Borsa di Milano.


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13. PADIGLIONE

COLLEZIONI ITALIANE [PALAZZO LITTA]

Grandi collezioni italiane di arte antica in mostra a Palazzo Litta: La collezione Terruzzi; la collezione Cavallini-Sgarbi; la collezione di Palazzo Rospigliosi; La collezione dei dipinti di Antonio Pellegrini, il maestro veneto del rococò dalla Alte Pinakothek di Monaco. Da un’antologia della grande collezione Terruzzi, prevalentemente di pittura del Settecento veneziano, in relazione con la mostra di Palazzo Clerici, alla collezione della Fondazione Cavallini-Sgarbi (non mai prima vista in Italia), in un percorso dell’arte italiana dal Duecento al Novecento con opere di Tino di Camaino, Vivarini, Nicolò dell’Arca, Lorenzo Lotto, Tiziano, Antonio Cicognara, Veronese, Cavalier d’Arpino, Carlo Bononi, Guido Reni, Guercino, Jusepe de Ribera, Artemisia Gentileschi, Guido Cagnacci, Piazzetta, Sassoferrato, Hayez. La Coldiretti partecipa a Expo 2105 oltre che con iniziative speciali, con l’esposizione di alcuni capolavori provenienti dalla sua sede romana in Palazzo Rospigliosi. Guercino, Van Dyck, Van Bloemen e altri grandi maestri. Saranno presenti a Palazzo Litta anche le ventiquattro grandi tele di Antonio Pellegrini che si trovano nelle raccolte statali bavaresi provenienti dalla Alte Pinakothek di Monaco. La mostra, a cura di Bożena Anna Kowalczyk e Vittorio Sgarbi, testimonia l’importante episodio della pittura europea del Settecento di cui il pittore veneto della prima generazione rococò è il protagonista. Al ciclo di dipinti delle raccolte bavaresi verranno accostati i modelli, di pittoricismo puro e avvincente, prestiti della National Gallery di Londra, del Louvre, del Niedersächsisches Landesmuseum, Hannover, e di altri musei europei e americani.


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1. Guido Cagnacci, Allegoria del Tempo (La Vita umana), Collezione Cavallini-Sgarbi.

2. Casa Sgarbi, Collezione Cavallini-Sgarbi, Rho Ferarese. 3. Jusepe de Ribera San Girolamo, part., Collezione Cavallini-Sgarbi. 4. Arthemisia Gentileschi, Cleopatra, Collezione Cavallini-Sgarbi. 5. Nicolò Dell’Arca, statua lignea, Collezione Cavallini-Sgarbi.

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6. Francesco De Mura, Erminia tra i pastori, Fondazione Famiglia Terruzzi 7. Alessandro Magnasco, Venere, Vulcano ed Eros, Fondazione Famiglia Terruzzi 8. Jusepe de Ribera, San Girolamo leggente, Fondazione Famiglia Terruzzi 9. Giovanni Antonio Pellegrini, Johann Wilhelm von der Pfalz prende possesso della sua ereditĂ , Parigi, MusĂŠe du Louvre. 10. Giovanni Antonio Pellegrini, Lo sposalizio di Johann Wilhelm von der Pfaltz con Maria Luisa di Toscana, Londra, National Gallery.

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14. PADIGLIONE DEL GIORNALISMO [SALA BUZZATI - VIA BALZAN]

Centocinquant’anni di storia dei sistemi di scrittura meccanica in una vasta collezione di modelli che ne testimoniano l’evoluzione. Oggi, grazie ad una meticolosa ricerca, la Fondazione SECA è riuscita nell’impresa di documentare, passo dopo passo, questa storia lunga oltre un secolo, della macchina per scrivere, dalla sua nascita fino all’inevitabile declino avvenuto nell’era digitale. Un imprevedibile patrimonio culturale al suo debutto nella vetrina di Expo 2015. Dalle macchine a battitura cieca a quelle con scrittura visibile, dalla prima portatile, alla prima elettrica a quella elettronica, sono oltre 400 gli oggetti esposti, provenienti da tutto il mondo. Immancabili le notevoli macchine per non vedenti con sistema di scrittura Braille, anch’esse protagoniste con pezzi storici di varia provenienza, e ancora quelle con tastiera cirillica, araba, con caratteri giapponesi o le macchine in forza alle S.S. durante il periodo bellico, fino alle celebri Olivetti dal 1908 ai giorni nostri, e i primissimi Personal Computer. In alto: alcune macchine per scrivere del Museo SECA fotografate nella magica cornice della Città di Trani.


PADIGLIONI A MILANO


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15. PADIGLIONE PISANO [museo del duomo O museo diocesano]

Straordinaria disponibilità dell’Opera Primaziale Pisana a prestare le statue fondamentali per le origini della scultura italiana. Si tratta delle opere fondamentali di Nicola e Giovanni Pisano. Esse rappresentano San Giovanni Battista, Mosè, San Luca, San Matteo, Madonna col Bambino, San Giovanni Evangelista, San Marco, re David e un non identificato profeta. L’apparenza abbozzata e non definita è voluta. Le statue sono state scoltpite per essere ammirate da lontano e dal basso. La sede sarà definita tra il Museo del Duomo di Milano e il Museo Diocesano di Milano. L’allestimento è stato pensato dall’architetto Bartalini.


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16. PADIGLIONE ARTE E POPOLO [PALAZZO REALE - Sala delle Cariatidi] Dopo l’allestimento, molto suggestivo, proposto nella sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, il Quarto stato di Pelizza da Volpedo ritorna in dialogo con Guernica di Pablo Picasso di cui si espone il cartone preparatorio per l’arazzo dell’ONU. Dei 18 arazzi commissionati nel 1955 da Rockefeller a Picasso, Guernica è stato il primo ed ha avuto, per la sua valenza, un percorso completamente differente. A seguito del deposito all’ONU per la sede di New York l’Arazzo diviene lo sfondo esemplare delle dichiarazioni dei potenti alla stampa di tutto il mondo, all’uscita dalle riunioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Dell’arazzo da Guernica si riteneva che il cartone fosse andato perduto fin quando, grazie alla pluriennale ricerca coordinata e condotta da Serena Baccaglini (Università Cattolica di Milano), è stato ritrovato. Nell’anniversario dei 70 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale (1939-1945) l’esposizione del cartone per il primo arazzo da Guernica (quasi sicuramente voluto da Picasso per il primo decennale della fine della Seconda Guerra Mondiale) potrà essere esposto nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale a Milano dove il dipinto ad olio Guernica (1937) è stato in mostra nel 1953.


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17. PADIGLIONE BRERA SEGRETA [PALAZZO CUSANI]

Nelle sale di Palazzo Cusani, (sede del Comando Militare Esercito Lombardia e segreteria della NATO Rapid Deployable Corps a Milano), saranno esposte le opere più significative provenienti dai depositi della Pinacoteca di Brera, tra cui il disegno preparatorio di Leonardo per il Cenacolo in Santa Maria delle Grazie. La suggestione dell’architetto Stefano Boeri, relativa alle opere non viste di Brera, è stata interpretata come esplicita articolazione della conclamata Grande Brera, che doveva avere, nella sua espansione, gli spazi di Palazzo Citterio. Anche più vicino, e di semplice allestimento, come “quadreria”, è Palazzo Cusani. Durante tutto il periodo dell’esposizione (aprile - ottobre 2015) sono previsti degli appuntamenti musicali da camera all’interno del programma del festival MITO; e interventi e conferenze dei principali critici d’arte internazionali sull’arte italiana. La mostra, in collaborazione con il Ministero della Difesa, è a cura di Sandrina Bandera e Vittorio Sgarbi.


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18. PADIGLIONE

EATALY - i tesori d’italia [AREA EXPO]

La Regione Lombardia coordina la presenza di tutte le regioni d’Italia nel padiglione Eataly, attraverso una selezione di opere d’arte che rappresentano l’identità delle diverse regioni italiane, in un percorso che articola la rappresentazione estetica secondo lo schema di storia e geografia dell’arte italiana. La selezione delle opere è già stata perfezionata e sarà oggetto di una specifica conferenza stampa con il Presidente della Regione e Oscar Farinetti. A cura di Vittorio Sgarbi


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19. PADIGLIONE DEL LIBRO [palazzo del governo]

In collaborazione con l’Università di Urbino e con la Scuola d’arte del libro della stessa città, si offrirà una illustrazione della produzione editoriale italiana, con particolare riferimento al libro d’arte, a partire dalle esperienze di Giovanni Mardersteig, Aldo Tallone, Vanni Scheiwiller, Antenore Editrice, Franco Maria Ricci. La storia tipografica del libro sarà documentata attraverso i preziosi volumi di Aldus Pius Manutius (Bassiano, 1449 – Venezia, 1515), il primo editore in senso moderno, e dalle edizioni di Giovanni Battista Bodoni. Nello stesso ambito sarà riproposta anche la ricostruzione della Libreria Umberto Saba di Trieste e della Biblioteca di Tomasi di Lampedusa, con il contributo della Fondazione Lucio Piccolo di Capo d’Orlando. La cura è stata affidata ad Andrea Kerbaker.


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1.,2.,3.,4. Scuola del libro di Urbino. I locali delle stamperie nella sede storica di Palazzo Ducale 5. Pagina pubblicitaria dell’Istituto pubblicata sulla rivista mensile Rassegna della Istruzione Artistica (Anno I Numero 1, Febbraio 1930) 6. Libreria Umberto Saba. Umberto Saba con Carletto Cerne.


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20.MILANO CRISTIANA [PERCORSI SPIRITUALI E ARTISTICI]

È un richiamo ineludibile ai valori cristiani per la città che, insieme a Roma, fu capitale del Cristianesimo con Sant’Ambrogio, Sant’Agostino, Carlo e Federico Borromeo, Alessandro Manzoni, Giovanni Testori, Don Luigi Giussani. Necessario, davanti al mondo, in questo momento di grande minaccia e martirio dei cristiani, ribadire come quei valori siano attuali e non solo religiosi ma relativi al rispetto, all’uguaglianza, alla democrazia e alla tutela dell’individuo e della sua stessa libertà. Il Cristianesimo è espressione altissima di civiltà e di cultura, più primarie delle arti figurative e della musica. Chi uccide i cristiani non fa una guerra di religione ma compie un’umiliazione di civiltà. Le stazioni milanesi indicate non sono le sole possibili, ma testimoniano nell’architettura, nella pittura e nella scultura alcuni tra i momenti più alti della civiltà artistica italiana. Si tratta, per tutte le chiese, di luoghi parimenti di spiritualità e di arte. Il capolavoro orafo dell’altare nella Basilica di Sant’Ambrogio; i mosaici in San Lorenzo Maggiore; l’imperdibile visita alle guglie e al museo del Duomo; gli affreschi di Foppa in Sant’Eustorgio; la Cappella Trivulzio del Bramantino in San Nazaro Maggiore; il Cenacolo di Leonardo, il tiburio di Bramante in Santa Maria delle Grazie; l’illusione del finto abside nella Chiesa di Santa Maria presso San Satiro, e gli affreschi di Luini nella Chiesa di San Maurizio sono tappe fondamentali di un itinerario attraverso l’arte italiana.


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1. Altare di Vuolvinio presso la Basilica di Sant’Ambrogio a Milano. Rappresenta la più notevole testimonianza di oreficeria carolingia. Firmato dall’artista Vuolvinio e realizzato attorno all’850, fu commissionato da Angilberto II, vescovo di Milano, il quale volle arricchire la Basilica di Sant’Ambrogio facendo inoltre costruire il ciborio e l’abside.

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2. Una delle opere d’arte paleocristiana di maggior rilievo artistico a Milano è il sacello di San Vittore in Ciel d’Oro. La cappella venne costruita nel IV secolo dal vescovo Materno per riporvi le spoglie del martire Vittore. Qui, secondo la tradizione, sant’Ambrogio, attorno al 375, avrebbe posto la salma del fratello Satiro, premortogli. Con la successiva santificazione di Satiro, il piccolo sacello si trasformò sempre più in una chiesa dedicata al suo culto e venne inglobato definitivamente nella Basilica ambrosiana solo nel ‘400. 3.La Basilica di Sant’Ambrogio, Milano. Edificata tra il 379 e il 386 per volere del vescovo di Milano Ambrogio, fu costruita sopra le sepolture dei martiri delle persecuzioni romane. Per questo fu chiamata Basilica Martyrum: lo stesso Ambrogio volle porvi le reliquie dei santi martiri Vittore, Nabore, Vitale, Felice, Valeria, Gervasio e Protasio. Lo stesso Sant’Ambrogio vi fu sepolto e da allora la chiesa assunse il nome attuale. 4. Basilica di San Lorenzo Maggiore a Milano. Nel IV sec. era all’esterno delle mura cittadine, lungo la via Ticinensis, che congiungeva Pavia a Milano ed era la strada di accesso più importante della città. Per chi arrivava a Milano la Basilica si mostrava con la sua mole come il più imponente edificio a pianta centrale dell’Occidente cristiano.

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5a, 5b. La cappella di Sant’Aquilino è la parte del complesso monumentale di San Lorenzo che ha conservato per intero la struttura originale. Nell’atrio, al di sopra di una ricca decorazione in lastre marmoree, i mosaici rappresentano la Gerusalemme Celeste: in basso, i Patriarchi delle tribù di Israele sullo sfondo di architetture, sopra, nelle pareti nord e sud, gli Apostoli su fondo dorato e, nelle pareti est e ovest, i Martiri nel giardino del Paradiso.

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6. Il percorso fra le guglie del Duomo è un’esperienza unica, da fare almeno una volta nella vita. 7. Il Museo del Duomo venne inaugurato nel 1953, ma l’idea della sua realizzazione era già nata nel penultimo decennio dell’Ottocento per l’esigenza di non disperdere e di valorizzare tutto il materiale non in opera sul Duomo, legato alla sua storia e alla sua costruzione. Nel 1948 la Veneranda Fabbrica del Duomo aveva ottenuto la concessione da parte del Demanio di Stato di nove sale situate al piano terreno dell’ala più antica di Palazzo Reale, già dimora visconteo-sforzesca, sistemata dall’architetto Piermarini nella seconda metà del Settecento. Nel 2013 il Museo ha riaperto dopo un ampio intervento di ristrutturazione e riallestimento.

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8. Sant’Eustorgio, (IV secolo) Milano. Secondo la tradizione, il carro con cui Sant’Eustorgio trasportava le reliquie dei Re Magi da Costantinopoli si fermò inspiegabilmente: le ruote erano diventate pesanti come macigni e né buoi né cavalli riuscivano più a muoverle. Così Eustorgio dovette rinunciare all’idea di portare i resti dei Magi nella basilica di Santa Tecla e fece edificare una nuova basilica, fuori le mura cittadine, per ivi deporli. Nel 1162, durante il saccheggio di Milano perpetrato dalle truppe dell’imperatore Federico I di Svevia detto “Barbarossa”, le reliquie furono trafugate e portate nella Cattedrale di Colonia. Nel 1904 furono in parte restituite e sono attualmente conservate in una teca presso il sarcofago dei Magi, all’interno della basilica (v. sotto). 9. Nel transetto destro della basilica è collocato un antico sarcofago romano che conterrebbe, secondo la tradizione, le spoglie dei tre Re Magi attualmente in parte custodite nella teca posta sopra l’altare della cappella. A fianco del sarcofago, l’affresco trecentesco con Sant’Eustorgio benedicente. Sull’arcone d’ingresso, in alto, un dipinto di fine Quattrocento raffigura l’Adorazione dei Magi. 10.a Vincenzo Foppa, Il miracolo della nube, basilica di Sant’eustorgio, Milano. A partire 1463, in parallelo con Tura a Ferrara, Mantegna a Mantova, Crivelli nelle Marche, Boccati a Camerino, il Foppa porterà una moderna concezione dello spazio in articolate prospettive come si vede nella cappella Portinari della basilica Sant’Eustorgio. 10.b Vincenzo Foppa, Il miracolo della falsa Madonna, basilica di Sant’eustorgio, Milano.


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11.a, 11.b L’interno della Basilica di San Nazaro in Brolo è preceduto dalla Cappella Trivulzio, capolavoro architettonico di Bartolomeo Suardi, detto Bramantino, costruita sull’area dell’antico quadriportico della chiesa. La struttura della cappella parrebbe ispirata al vicino sacello di Sant’Aquilino in San Lorenzo alle Colonne, una citazione classicistica rivisitata in stile rinascimentale che può essere accostata alla sobrietà delle Cappelle Medicee in Firenze, anch’esse realizzate in piena controriforma. L’aggiunta di un mausoleo all’ingresso della chiesa di San Nazaro come vestibolo rende la Cappella Trivulzio un unicum nella storia dell’arte. All’interno della cappella doveva essere ospitata una statua equestre di Gian Giacomo Trivulzio opera di Leonardo Da Vinci, che però non fu mai realizzata.

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12. San Maurizio al monastero maggiore, aula delle monache. Fu sede del più importante monastero femminile della città, appartenente all’ordine benedettino all’angolo tra via Luini e corso Magenta. è di origine paleocristiana ricostruito nel Cinquecento. Decorata internamente da un vasto ciclo affreschi di scuola leonardesca, viene indicata come la “Cappella Sistina” di Milano o della Lombardia. 13.Bernardino Luini, Deposizione dalla Croce. 14. Aula dei fedeli, tramezzo e altare maggiore. 15. Bernardino Luini, Aula dei fedeli, Santa Cecilia e sant’Orsola.

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ITINERARI

LOMBARDI


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1. ITINERARI

LOMBARDIA CRISTIANA Vasta e unitaria proposta di complessi monumentali territoriali in Lombardia che, partendo dai capolavori milanesi dell’arte sacra, conduce alle architetture, alle sculture e tarsie lignee della Certosa di Pavia; agli affreschi di Castelseprio (VII e VIII secolo) e a quelli di Masolino a Castiglione Olona, in provincia di Varese; al Museo Bizantino del monastero di Santa Giulia a Brescia; alla Basilica dei Santi Pietro e Paolo di Agliate (X secolo) in provincia di Monza e Brianza; a Lecco, con l’escursione a piedi verso la Basilica di San Pietro a Civate; e più in là ancora, verso i Sacri Monti.


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1. Certosa di Pavia. Edificata come ex voto per volere di Gian Galeazzo Visconti, signore di Milano, alla fine del XIV secolo, e completato quasi due secoli più tardi, comprende diversi stili, dal tardo-gotico italiano al pieno rinascimento. Vi sono interventi architettonici di diversi maestri del tempo, da Bernardo da Venezia, il suo progettista originario, a Giovanni Solari e suo figlio Guiniforte, Giovanni Antonio Amadeo, Cristoforo Lombardo. 2. La facciata, è rivestita da decorazioni, tipiche dell’architettura lombarda. Il portale è opera di collaborazione tra l’Amadeo e il suo allievo Benedetto Briosco (1501) ed è caratterizzato da colonne binate e bassorilievi con le Storie della Certosa. 3. Certosa di Pavia, particolare del coro: le sculture lignee. 4. Certosa di Pavia, Amadeo, Ressurrezione di Lazzaro. 5. Il sito Unesco I Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia comprende sette complessi devozionali piemontesi e due lombardi eretti nelle Alpi occidentali fra la fine del XV e il XVII secolo per illustrare avvenimenti e principi fondamentali della fede cattolica.

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6. Gli affreschi di Castelseprio (VII e VIII secolo) sono opera di un pittore anonimo indicato come Maestro di Castelseprio. Il ciclo rappresenta scene dell'infanzia di Cristo ispirate soprattutto ai Vangeli apocrifi. 7. Chiesa di Santa Maria Foris Portas a Castelseprio. 8.;9. Gli affreschi di Masolino da Panicale, decorano l’abside della Chiesa della Collegiata, con un ciclo di pitture dedicate alla vita della Vergine Maria. Annesso alla chiesa è il Battistero. Panicale vi realizzò il suo capolavoro affrescando le storie del San Giovanni Battista, dall’atto dell’Annuncio della paternità di Zaccaria alla Sepoltura. 10.; 11. Basilica dei Santi Pietro e Paolo, Agliate. è un’architettura romanica di epoca carolingia (IX secolo), risalente al X secolo. L’interno è formato da tre navate separate da due file di colonne di riuso, di origine romana. La seconda colonna di sinistra, in particolare, è ricavata da una pietra miliare romana, sulla quale sono ancora visibili le iscrizioni originarie.

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12. Santa Giulia è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità, in relazione al suo ruolo fondamentale all’interno del ciclo storico-culturale dedicato al dominio dei Longobardi in Italia. Brescia assume così il rilievo che merita e mette in luce il grande patrimonio che possiede e che custodice nel suo centro storico: il nucleo Romano costituito dal Capitolium, dal Foro e dalla Basilica, il Teatro per l’itinerario archeologico all’interno del Palazzo Martinengo, e per l’area del Museo di Santa Giulia. Il Museo della Città è ospitato nel monastero benedettino femminile fondato in età longobarda dal re Desiderio e offre la miglior testimonianza della storia di Brescia sin dall’età preistorica. Custodisce oltre 12.000 opere e reperti riguardanti 3000 anni di storia. Il complesso museale è articolato in due percorsi; uno riguardante la storia del monastero attraverso i suoi luoghi, come la chiesa di San Salvatore, l’oratorio romanico di Santa Maria in Solario, il coro delle monache, la chiesa di Santa Giulia e i chiostri rinascimentali, che testimoniano l’evoluzione e lo splendore del monastero nelle varie epoche. Grande attenzione è riservata alla storia Longobarda della città, testimoniata ancora oggi grazie alla Strada dei Vini dei Colli Longobardi di cui il Museo Santa Giulia è partner ufficiale. 13.;14. L’abbazia di San Pietro al Monte è un complesso architettonico di stile romanico, edificato nella valle dell’Oro nel comune di Civate in provincia di Lecco. Il luogo, che attualmente non è più occupato da religiosi, si compone di tre edifici: la basilica di San Pietro, l’oratorio intitolato a san Benedetto e quello che era il monastero di cui rimangono solo rovine. Le costruzioni facevano parte del complesso dell’abbazia benedettina di Civate comprensiva, nell’abitato, della basilica di San Calocero e delle chiese di San Nazaro e San Vito. Il vasto ciclo di affreschi della basilica di San Pietro, che ha come tema l’apoteosi finale del Cristo e il trionfo dei Giusti sulla falsariga dell’Apocalisse di san Giovanni, ne fa una tra le più importanti testimonianze romaniche lombarde.


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2. ITINERARI SACRI MONTI [LOMBARDIA E DINTORNI]

Vasta e unitaria proposta di complessi monumentali a cavallo fra Lombardia e Piemonte: Sacro Monte di Domodossola, di Belmonte, di Crea, di Ghiffa, di Oropa, di Orta e di Varallo. Il percoso, con il sussidio di un atlante propone le singole mostre degli artisti principali, da Gaudenzio Ferrari a Romanino a Tanzio Da Varallo a Morazzone e a Giulio Cesare Procaccini. La visita ai luoghi sacri potrĂ essere accompaganta da proposte teatrali e letterarie ispirate al magistero di Giovanni Testori, il poeta dei sacri monti.


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1., 2., 3. Il sito Unesco I Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia comprende sette complessi devozionali piemontesi e due lombardi eretti nelle Alpi occidentali fra la fine del XV e il XVII secolo per illustrare avvenimenti e principi fondamentali della fede cattolica.

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3.IL GRANO D’ITALIA

[PALAZZO DELLA REGIONE LOMBARDIA] La mostra ha come oggetto il grano, il bene alimentare di prima necessità in ogni zona del mondo, da oriente ad occidente, e per ogni classe sociale. Le varie fasi necessarie alla produzione, dall’aratura, alla semina, dalla mietitura, alla trebbiatura e alla macinazione, saranno indagate da 15 tra i maggiori artisti contemporanei, i quali, a loro volta, con piglio “dissacrante”,“Nutrire il pianeta, Energia per la vita” è questo il tema centrale di Milano Expo 2015: un tema che attraversa la vita di tutti, tutti i giorni, così che il cibo, il gusto, l’alimentazione, la sostenibilità vengano declinati con diverse voci e diverse competenze, per stimolare la curiosità e la voglia di conoscere il pianeta. Un tema questo non estraneo al mondo dell’Arte.

Ido Erani, La dolcezza del grano, 2014.


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4.CASE D’ARTISTA: IL VITTORIALE [PROVINCIA DI BRESCIA]

“...Io son venuto a chiudere la mia tristezza e il mio silenzio in questa vecchia casa colonica, non tanto per umiliarmi quanto per porre a più difficile prova la mia virtù di creazione e trasfigurazione. Tutto, infatti, è qui da me creato o trasfigurato. Tutto qui mostra le impronte del mio stile, nel senso che io voglio dare allo stile. Il mio amore d’Italia, il mio culto delle memorie, la mia aspirazione all’eroismo, il mio presentimento della Patria futura si manifestano qui in ogni ricerca di linea, in ogni accordo o disaccordo di colori. Ogni rottame rude è qui incastonato come una gemma rara. La grande prova tragica della nave “Puglia” è posta in onore e in luce sul poggio, come nell’oratorio il brandello insanguinato del compagno eroico ucciso. Tutto qui è dunque una forma della mia mente, un aspetto della mia anima, una prova del mio fervore.” (Gabriele d’Annunzio).

Partiamo con il Vittoriale degli Italiani. Un complesso di edifici, vie, piazze, un teatro all’aperto, giardini e corsi d’acqua, costruito a Gardone Riviera, sulla sponda bresciana del lago di Garda, da Gabriele d’Annunzio, con l’aiuto dell’architetto Giancarlo Maroni, a memoria della “vita inimitabile” del poetasoldato e delle imprese degli italiani durante la Prima guerra mondiale. In questo luogo, ultima dimora del Vate, verrà allestita la mostra Gli scultori di d’Annunzio: Arrigo Minerbi, Adolfo Apolloni, Giacinto Bardetti, Enrico Mazzolani, Renato Brozzi, Sirio Tofanari, Mazzucotelli, Costantino Barbella, Renato Bertelli, Renato Brozzi, Leo Bistolfi, Adolfo Wildt, Ercole Drei, Umberto Bellotto, Duilio Cambellotti, Carlo Pizzi, Francesco Nonni, Leonardo Bistolfi, Michele Guerrisi, Libero Andreotti. A cura di Vittorio Sgarbi e Alfonso Panzetta.


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1., 4. Gli interni del Vittoriale degli Italiani. 2. Opera di Arrigo Minerbi. 3. Anonimo, la marchesa Casati, 1908, Vittoriale degli Italiani. 5. Alessandro Mazzucotelli, cancello delle farfalle, nella casa di via Ausonio 3 a Milano, ferro battuto, 1904. 6. 6. Opera di Adolfo Wildt. .

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5.ITINERARI

PROVINCIA DI CREMONA [MUSEO DEL VIOLINO GIOVANNI ARVEDI E CHIESA DI SAN SIGISMONDO]

Il Museo del Violino è ospitato nel Palazzo dell’Arte di Cremona, realizzato su progetto dall’architetto napoletano Carlo Cocchia. A volerne la costruzione fu soprattutto Roberto Farinacci. “L’edificio – scrive Giorgio Muratore architetto e professore di Storia dell’Architettura – resta uno dei punti di arrivo della cultura dei primi anni Quaranta: un vero e proprio monumento dell’architettura Italiana contemporanea”. L’Auditorium Giovanni Arvedi è un prodigio di ingegneria acustica da 464 posti. La nuova sala è stata ricavata nell’originale Salone delle Adunate di Palazzo dell’Arte. Il progetto di acustica è stato curato dall’ingegnere Yasuhisa Toyota, uno dei più grandi esperti mondiali del settore. Il livello di acustica raggiunto è talmente alto da consentire la registrazione in diretta di concerti eseguiti all’interno della sala, che configura Cremona e la sua tradizione musicale come riferimento e modello internazionale. La chiesa di San Sigismondo, monumento d’arte cremonese del Cinquecento, edificata per volere di Bianca Maria Visconti, sorge sul luogo di una preesistente piccola cappella dedicata al santo, dove il 25 ottobre 1441 vennero celebrate le nozze tra la duchessa e Francesco Sforza. L’interno è interamente affrescato da Giulio Campi, Bernardino Campi e Bernardino Gatti.

1. Chiesa di San Sigismondo a Cremona. 2.,3. Il Museo del Violino, Fondazione Stradivari a Cremona.


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6.ITINERARI

PROVINCIA DI SONDRIO [SANTUARIO DI TIRANO, TRENINO DEL BERNINA E PALAZZO VERTEMATE]

Percorsi turistici, con l’organizzazione della Regione Lombardia, al Santuario della Madonna di Tirano, a Palazzo Vertemate di Chiavenna. Imperdibile escursione a bordo del Trenino Rosso del Bernina.


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1. Come vuole la leggenda legata ai santuari mariani, anche la storia di questo santuario si lega a un miracolo: il 29 settembre del 1504, la

Madonna apparve al nobile Mario Omodeo mentre si recava in alcune sue terre fuori città e chiese di costruire proprio in quel luogo un tempio in suo onore, promettendo salute corporale e spirituale a chi l’avesse invocata. Nell’attesa dell’autorizzazione da parte della Curia di Como, venne subito eretta una cappella. Sei mesi dopo fu posta la prima pietra e nel 1513 la chiesa era già officiata seppur ancora incompleta. La facciata con l’ampio frontone semicircolare, il campanile alto e maestoso in pieno stile lombardo e la cupola ad opera di Pompeo Bianchi, ingegnere della Fabbrica del Duomo di Como, caratterizzano l’aspetto esterno del Santuario. All’interno stile rinascimentale e gusto barocco si fondono, tra stucchi e decorazioni marmoree.

2.Trenino Rosso del Bernina - Bernina Express. A bordo del Bernina Express si sale con stupore dai 429 mslm di Tirano alle alte quote dell’Ospizio Bernina (2253 mslm), per poi ridiscendere nella vallata del fiume Inn: l’alta Engadina e la blasonata St.Moritz.

3., 4. Palazzo Vertemate Franchi, costruito nella seconda metà del XVI secolo dai fratelli Guglielmo e Luigi Vertemate Franchi, è l’unico edificio delle proprietà che si è salvato dalla frana del 1618 che sommerse il paese e molti dei suoi abitanti. Dal 1988 il palazzo è Casa Museo del Comune di Chiavenna, che ha provveduto al restauro delle opere lignee interne, quadri ed alla catalogazione di tutti gli arredi e oggetti contenuti al suo interno. 5.Veduta valtellinese.


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7. ITINERARI

MUSEO DELLA FOLLIA IN PALAZZO DELLA RAGIONE [MANTOVA]

Il Museo della Follia di Vittorio Sgarbi sarĂ allestito presso il Palazzo della Ragione a Mantova, dove si articola con un collegamento funzionale al Labirinto ideato da Franco Maria Ricci a Fontanellato. Il museo ospita una parallela esposizione delle opere di Antonio Ligabue e Pietro Ghizzardi. In collaborazione con il Centro Studi & Archivio Antonio Ligabue.


TUTTI SANTI LE SCULTURE DI CESARE INZERILLO EXPO UNIVERSALE DI MILANO (A MILANO). BELLE ARTI - Vittorio Sgarbi

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TUTTI SANTI LE MUMMIE DI CESARE INZERILLO Nella installazione Tutti santi, il disperato tentativo di porre rimedio al malessere psichico si concretizza, in un racconto fatto di tanti fotogrammi nel murare la propria testa – come se dalla scatola cranica, e non dall’interno di essa, provenisse il disagio – nella parete o nel pavimento (questi ultimi concettualizzati nelle scatole bianche). I pazienti che, nella rivolta, si mescolano a dottori e infermieri – distinguibili soltanto dai dettagli dell’abbigliamento – e il Direttore che ruota solitario nella betoniera ci pongono a confronto con l’essenza più intima della natura umana e degli accidenti casuali che segnano la vita di ognuno. Tutte mummie, perché ridotti all’osso della propria umanità, tutti santi perché uniti dall’improba lotta contro la sofferenza e la morte.

MUSEO DELLA FOLLIA / DESCRIZIONE DELLE SALE

LA GRIGLIA FOTOGRAFIE, DIPINTI E NEON Nella installazione Tutti santi, il disperato tentativo di porre rimedio al malessere psichico si concretizza, in un racconto fatto di tanti fotogrammi nel murare la propria testa – come se dalla scatola cranica, e non dall’interno di essa, provenisse il disagio – nella parete o nel pavimento (questi ultimi concettualizzati nelle scatole bianche). I pazienti che, nella rivolta, si mescolano a dottori e infermieri – distinguibili soltanto dai dettagli dell’abbigliamento – e il Direttore che ruota solitario nella betoniera ci pongono a confronto con l’essenza più intima della natura umana e degli accidenti casuali che segnano la vita di ognuno.

LA GRIGLIA FOTOGRAFIE, DIPINTI E NEON

Tutte mummie, perché ridotti all’osso della propria umanità, tutti santi perché uniti dall’improba lotta contro la sofferenza e la morte.

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Novanta ritratti di pazienti selezionati tra le diverse cartelle cliniche negli ex-manicomi d’Italia compongono una griglia di oltre 12 metri dove un neon luminoso, seguendo il contorno di ciascun ritratto, dona luce e rumore ai pensieri di ciascun volto. 2

Novanta ritratti di pazienti selezionati tra le diverse cartelle cliniche negli ex-manicomi d’Italia compongono una griglia di oltre 12 metri dove un neon luminoso, seguendo il contorno di ciascun ritratto, dona luce e rumore ai pensieri di ciascun volto.


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MARIO TOBINO / FRANCO BASAGLIA

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MARIO TOBINO / FRANCO BASAGLIA Due proiezioni danno voce alle due scuole di pensiero sul tema dei manicomi italiani:“Follia, l’altra verità” unica intervista esistente del prof. Tobino nel suo contesto di lavoro quotidiano.” “X-day” il Prof. Basaglia parla della futura legge 180. in collaborazione con Rai Teche

LEGGE 180 CHIUSURA DEI MANICOMI

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LEGGE 180 CHIUSURA DEI MANICOMI Due proiezioni danno voce alle due scuole di pensiero sul tema dei manicomi italiani:

“Follia, l’altra verità” unica intervista esistente del prof. Tobino nel suo contesto di lavoro quotidiano.” “X-day” il Prof. Basaglia parla della futura legge 180.

La Legge 180 del 13 maggio 1978 è la prima e unica legge quadro che impose la chiusura dei manicomi e regolamentò il trattamento sanitario obbligatorio, istituendo i servizi di igiene mentale pubblici. Foto, documenti e quotidiani ripercorrono l’iter parlamentare che ha portato alla sua promulgazione. Basaglia - e con lui tutti coloro che hanno combattuto insieme la sua battaglia - ha il merito incontestabile di aver fatto cessare, o almeno di aver posto essenziali e decisive premesse per farlo cessare, uno scandalo umano e morale prima ancora che politico e sociale. “La sua riforma, ma prima e più ancora tutto il suo lavoro clinico, pratico, teorico, saggistico, intellettuale, politico - ha posto fine, nei limiti del possibile, a tale iniquità; ha imposto a tutti di capire come il malato mentale non sia uno scarto dell’umanità, da segregare dalla società e dalla comunità umana, bensì una persona, che nella sua temporanea o cronica debolezza conserva - come ogni altra persona in ogni stadio e in ogni condizione, felice o infelice, armoniosa o degradata - piena dignità.” (dalla prefazione di C.Magris a “Basaglia - una biografia” di F.Parmegiani e M.Zanetti - 2007)

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SALA DEI RICORDI OGGETTI ABBANDONATI

La Legge 180 del 13 maggio 1978 è la prima e unica legge quadro che impose la chiusura dei manicomi e regolamentò il trattamento sanitario obbligatorio, istituendo i servizi di igiene mentale pubblici. Foto, documenti e quotidiani ripercorrono l’iter parlamentare che ha portato alla sua promulgazione. 4

Basaglia - e con lui tutti coloro che hanno combattuto insieme la sua battaglia - ha il merito incontestabile di aver fatto cessare, o almeno di aver posto essenziali e decisive premesse per farlo cessare, uno scandalo umano e morale prima ancora che politico e sociale. “La sua riforma, ma prima e più ancora tutto il suo lavoro clinico, pratico, teorico, saggistico, intellettuale, politico - ha posto fine, nei limiti del possibile, a tale iniquità; ha imposto a tutti di capire come il malato mentale non sia uno scarto dell’umanità, da segregare dalla società e dalla comunità umana, bensì una persona, che nella sua temporanea o cronica debolezza conserva - come ogni altra persona in ogni stadio e in ogni condizione, felice o infelice, armoniosa o degradata - piena dignità.” (dalla prefazione di C.Magris a “Basaglia - una biografia” di F.Parmegiani e M.Zanetti - 2007)

SALA DEI RICORDI OGGETTI ABBANDONATI Decine e decine di teche contengono: libri di letteratura in lingua originale che hanno trattato il tema della follia nel corso dei secoli; farmaci originali ritrovati nei manicomi abbandonati; oggetti per le terapie (come elettroshock, apribocca, camicie di forza); affetti personali dei pazienti, letterine, giocattoli e disegni. 5

Decine e decine di teche contengono: libri di letteratura in lingua originale che hanno trattato il tema della follia nel corso dei secoli; farmaci originali ritrovati nei manicomi abbandonati; oggetti per le terapie (come elettroshock, apribocca, camicie di forza); affetti personali dei pazienti, letterine, giocattoli e disegni.

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OPG OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARI

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OPG

OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARI Inedito Video shock girato dal Senatore Francesco Marino per la sua battaglia contro il degrado di queste strutture tutt’ora aperte.

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SALE TEMPORANEE MOSTRE D’ARTE Inedito Video shock girato dal Senatore Francesco Marino per la sua battaglia contro il degrado di queste strutture tutt’ora aperte.

SALE TEMPORANEE MOSTRE D’ARTE Esposizione delle opere d’arte sul tema della follia selezionate dal Prof. Vittorio Sgarbi.

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Mostre temporanee di opere d’arte sul tema della follia selezionate dal Prof. Vittorio Sgarbi.

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Perché un Labirinto di Franco Maria Ricci Da sempre i Labirinti mi affascinano. Insieme ai Giardini, sono tra le fantasie più antiche dell’umanità. Il Giardino, o Eden - così bello che Adamo ed Eva, freschi di creazione, continuavano a stropicciarsi gli occhi - incarna l’innocenza e la felicità; il Labirinto è, invece, una creazione del Potere e una fonte di turbamenti. Riflette la perplessa esperienza che abbiamo della realtà.

Da allora, e soprattutto negli ultimi anni, l’impresa ha assorbito la maggior parte del mio tempo. Quando nacque, il progetto aveva un carattere abbastanza personale e capriccioso. Sulle terre che avevano nutrito, e un po’ anche arricchito, la mia famiglia, volevo lasciare una traccia di me - come il gentiluomo Vicino Orsini, che tradusse le sue fantasie solitarie nel Parco dei Mostri, a Bomarzo.

Sognai per la prima volta di costruire un Labirinto circa venti anni fa, nel periodo in cui, a più riprese, ebbi ospite, nella mia casa di campagna vicino a Parma, un amico, oltreché collaboratore importantissimo della casa editrice che avevo fondato: lo scrittore argentino Jorge Luis Borges.

Col passare del tempo quell’idea primitiva si è in gran parte trasformata. Forse è colpa dell’età, ma ormai penso al Labirinto di Bambù soprattutto come a un lascito - a un modo di restituire, a un lembo di Pianura Padana che comprende Parma, il suo contado e le città vicine, una parte almeno del molto che mi ha dato.

Il Labirinto, si sa, era da sempre uno dei suoi temi preferiti; e le traiettorie che i suoi passi esitanti di cieco disegnavano intorno a me mi facevano pensare alle incertezze di chi si muove fra biforcazioni ed enigmi. Credo che guardandolo, e parlando con lui degli strani percorsi degli uomini, si sia formato il primo embrione di questo mio progetto. Com’è noto, quando fece costruire il suo Labirinto, che era una prigione, Minosse nutriva intenzioni cupe e crudeli; io immaginai un equivalente addolcito, che fosse anche un Giardino, dove la gente potesse passeggiare, smarrendosi di tanto in tanto, ma senza pericolo. La passione per il bambù - questa pianta elegantissima, ma così poco utilizzata in Occidente, e specialmente in Italia - mi suggerì la materia prima ideale.

Accanto al Labirinto sorgeranno un Museo, una Biblioteca, una Scuola, un Archivio, e strutture turistiche che assicureranno, tanto all’Internazionale dei Colti e dei Curiosi quanto alla gente del luogo, specialmente ai giovani, accoglienza e occasioni di svago, di informazione e di ispirazione, nel segno della Civiltà, dello stile e del comfort. E poi, ovviamente, ci sarà il labirinto di bambù; la superficie che copre è di circa otto ettari, e i percorsi si sviluppano per più di tre chilometri. Si tratta del più grande labirinto al mondo, almeno per ora, e anche una delle più vaste piantagioni di bambù, almeno in Europa.


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8. ITINERARI

PROVINCIA DI BERGAMO

[ CAPPELLA SUARDI E ACCADEMIA DELLA CARRARA] Visita alla “Cappella Sistina” di Lorenzo Lotto: la Cappella Suardi. L’oratorio, situato all’interno della villa di proprietà dei conti Suardi a Trescore Balneario, dedicato a santa Barbara e santa Brigida, fu costruito dai cugini Giovan Battista e Maffeo Suardi, ed affrescato nel 1524 da Lorenzo Lotto per volere della famiglia di Giovan Battista, con il Cristo-Vite e le storie delle sante Barbara, Brigida, Maria Maddalena e Caterina d’Alessandria. Il gusto per la narrazione popolaresca, caro in Lotto, si intreccia con la tradizione nordica. Molti personaggi provengono delle classi umili, come i contadini, sono studiati dal vero. A Bergamo, L’Accademia Carrara riaprirà nei primi mesi del 2015 dopo il restauro della sede storica e con un nuovo allestimento delle collezioni.


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9. ITINERARI PROVINCIA DI PAVIA [LA CERTOSA E LE CHIESE ROMANICHE]

A Pavia, un luogo ineludibile è la Certosa, per visitare organicamente la quale, occorre stabilire una convenzione con l’ordine monastico dei cistercensi che l’amministra. Si prosegue poi con l’itinerario delle chiese romaniche: la basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, la basilica di San Michele Maggiore e la basilica di San Teodoro. San Pietro in Ciel d’Oro è una basilica situata a Pavia, eretta in epoca longobarda (VIII secolo) e in seguito ricostruita in stile romanico (XII secolo). Consacrata da Papa Innocenzo II nel 1132, la basilica ha grande prestigio e notorietà nel mondo cattolico in quanto ospita, da oltre un millennio, le spoglie di sant’Agostino da Ippona. Insigne esempio di architettura romanica lombarda, ricordato da Dante, Boccaccio e Petrarca, l’antichissimo tempio è generalmente considerato, insieme alla basilica di San Michele Maggiore, il più importante monumento religioso medievale della città. La basilica di San Michele Maggiore è un capolavoro di stile romanico lombardo (XI e XII secolo), ed è considerato il prototipo delle numerose chiese medievali.


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10. ITINERARI

PROVINCIA DI COMO [LE VILLE SUL LAGO E LA CHIESA SANT’ABBONDIO]

Il percorso delle ville di Como: Villa Olmo, Villa Gallia, Villa Gallarati Scotti, Villa Carlotta, Villa Balbianello, e altre dimore lungo il lago. Visita alla basilica di Sant’Abbondio, principale edificio romanico a Como. L’interno della chiesa è sostenuto da colonne composte con conci di pietra e sormontate da una notevole varietà di capitelli, da quelli semplici che ricordano le due forme geometriche basilari: il cubo e la sfera a quelli corinzi o a quelli decorati con motivi liberi. Ospita bassorilievi romanici e una serie di affreschi della metà del Trecento.


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11. ITINERARI

PROVINCIA DI VARESE

[CASA LUDOVICO POGLIAGHI E VILLA PANZA DI BIUMO] Nell’ambito della Provincia di Varese, la Casa Museo Lodovico Pogliaghi (foto 2., 3., 4.), si aggiunge ad altri luoghi di grande rilevanza culturale, come le ville Liberty del primo Novecento, tra le quali è notevole la Villa, con la relativa collezione d’arte contemporanea, Panza di Biumo (foto 1.). Pogliaghi, lavorando al restauro delle cappelle del Sacro Monte di Varese, concepì la sua abitazione come un laboratorio-museo dedicato allo studio e alla sua passione collezionistica. La Casa-Museo, riflette il gusto ecclettico dell’epoca e l’interesse del proprietario verso tutte le forme d’arte, con sale ispirate ai diversi stili architettonici e un giardino all’italiana con antichità e oggetti curiosi.

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12. ITINERARI

PROVINCIA DI LECCO [ITINERARIO MANZONIANO SUL LAGO DI COMO] Una città ricca di memorie letterarie grazie ai ricordi che rimandano al capolavoro del Manzoni. Si consiglia una passeggiata per visitare questi luoghi che la tradizione ha fissato come teatro di episodi dei Promessi Sposi: il percorso si svolge nella parte meridionale di Lecco, dal quartiere di Pescarenico, ove poco resta del convento di fra’ Cristoforo, ma dove ancora si può visitare la chiesa dei Santi Materno e Lucia con le sue rarissime composizioni plastiche in cera e cartapesta del Seicento, e la “ Trinità” del Cerano e nella parte a nord nei rioni di Olate, ritenuto il paese natale di Lucia dove i due promessi si sarebbero sposati, e di Acquate. I due rioni si contendono la presunta o tradizionale “Casa di Lucia”. Sopra, sul promontorio dello Zucco, sarebbe stato individuato il palazzotto di Don Rodrigo, ora edificio razionalista, mentre una strada campestre che porta a Germanedo vuole indicare il luogo del famoso “appostamento”. E ancora nel rione di Chiuso, dove avrebbe dimorato il sarto che accoglie Lucia liberata e sarebbe avvenuta la celebre conversione dell’Innominato, il cui castello sarebbe più lontano, verso sud a Somasca, frazione di Vercurago. D’obbligo la visita alla dimora che appartenne alla famiglia Manzoni e che lo stesso vendette a malincuore, come si desume dal carteggio dello scrittore; l’edificio ospita attualmente il Museo Manzoniano che espone manoscritti, prime edizioni, cimeli relativi alla vita ed alle opere dello scrittore. L’itinerario manzoniano è sicuramente una proposta interessante per una visita guidata grazie alla presenza di guide turistiche preparate per un esperienza più completa con approfondimenti, anedotti e continui collegamenti alle vicende del romanzo.


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13. ITINERARI

PROVINCIA DI MONZA E BRIANZA [IL DUOMO E LA VILLA REALE] La cappella di Teodolinda si trova nel duomo di Monza, a sinistra dell’abside centrale. Vi si conserva, in un’apposita teca nell’altare, la corona ferrea, inoltre è decorata da un ciclo di affreschi degli Zavattari, famiglia di pittori con bottega a Milano, che è il maggior esempio di ciclo pittorico dell’epoca tardo gotica lombarda, ed è appena stato restaurato rivelando tutta la sua qualità, anche tecnica. La principale testimonianza dei primi anni milanesi dell’Arcimboldo, è costituita dagli affreschi nel Duomo di Monza (1556-1559) con l’imponente Albero della Vita di Cristo sulla parete del transetto, con l’uso della foglia d’oro, che garantisce un effetto luccicante molto simile a un mosaico. Insieme alla volta con gli Evangelisti, l’affresco fu dipinto in collaborazione con Giuseppe Meda, un pittore milanese poco più giovane di Arcimboldo. Presso la Villa Reale di Monza, si potrà visitare la mostra “Il fascino e il mito dell’Italia dal Cinquecento al Novecento” (22 aprile - 31 agosto 2015). La Regione Lombardia ne contribuisce alla realizzazione con un finanziamento di 600.000,00 Euro.


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14. ITINERARI

PROVINCIA DI LODI Nell’ambito di EXPO 2015, Lodi parteciperà con il progetto “Cattedrale Vegetale” di Giuliano Mauri. Una struttura composta da un centinaio di colonne, all’interno delle quali verrà piantato un albero di quercia, che lavorerà in sinergia con la struttura dell’opera. Questo luogo sarà centro di aggregazione e iniziative culturali. La Cattedrale Vegetale è qualcosa di diverso da un’opera architettonica, religiosa o estetica, eppure è tutto ciò e anche qualcosa in più. Credere in un luogo di culto e di aggregazione dove esiste solo la natura con le sua forza e i suoi silenzi, contemplare il cielo e pregare ognuno a proprio modo, o semplicemente lasciar fluire i pensieri, essere dentro l’opera.


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15. ITINERARI MITO LOMBARDO

L’edizione 2015 del Festival MITO, con la proposta straordinaria ed esuberante di concerti di orchestre provenienti da ogni parte del mondo, deve, nell’arco della sua durata, essere strettamante collegata all’Expo rappresentando un’offerta musicale quotidiana, prevalentemente nella fascia serale, per i visitatori dell’Esposizione Internazionale. Tutte le province lombarde parteciperanno al festival musicale Mito. Cremona e Bergamo saranno le città guida, con il Padiglione Stradivari: il Museo del violino di Cremona e con il Teatro Donizetti di Bergamo. CREMONA: dove si potranno prenotare le audizioni dei principali strumenti, e i concerti nella basilica di San Sigismondo. MANTOVA: concerti nella basilica di Sant’Andrea. PAVIA: concerti nella chiesa della Certosa, in san Michele e in San Pietro in Ciel d’Oro. COMO: concerti in Sant’Abbondio, concerti da camera in villa Olmo e Villa Gallia. VARESE: concerti da camera in Panza di Biumo. BRESCIA: Teatro sociale, chiesa e teatrino del Vittoriale. MONZA E BRIANZA: concerti nella cattedrale e nella Villa Reale. BERGAMO: Teatro Donizetti. SONDRIO: concerti nel santuario della Madonna di Tirano e a Palazzo Vertemate Franchi.


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16. VAREDO [VILLA BAGATTI VALSECCHI] La Fondazione La Versiera 1718, ente che gestisce il patrimonio architettonico/storico/artistico/culturale del Comune di Varedo (MB), con il patrocinio di Regione Lombardia, EXPO2015, Provincia di Monza e Brianza e del Comune di Varedo, ha indetto la 1a Edizione di EXPOARTEITALIANA Mostra/Concorso, iniziativa che si terrà a cadenza biennale. La Fondazione, tramite la 1a Edizione di ExpoArteItaliana Mostra/Concorso, ha come obiettivi: - il finanziamento del restauro architettonico e conservativo della Villa Bagatti Valsecchi a Varedo; - la valorizzazione artistica/culturale che consentirà di aprire la storica dimora alle varie delegazioni nazionali e internazionali che saranno presenti sul territorio e interagire con esse come polo culturale, luogo di incontro e approfondimento sull’arte contemporanea nazionale e internazionale; - la promozione e valorizzazione dell’arte contemporanea attraverso le opere di artisti emergenti, i quali avranno la possibilità di avvalersi di una “vetrina” di visibilità della durata di otto mesi: da aprile 2015 a novembre 2015. La partecipazione è individuale e suddivisa nelle tre sezioni che, per definizione, contraddistinguono l’opera artistica: pittura, scultura e fotografia. E’ consentito l’invio di una sola opera. Tutto il materiale pervenuto sarà valutato inizialmente dal curatore della mostra Prof. Vittorio Sgarbi e dal direttore artistico Giovanni Lettini che individueranno 200 pittori, 100 scultori e 200 opere fotografiche cui sarà data l’ammissione ad esporre le proprie opere negli spazi della villa Bagatti Valsecchi. Tutte le info sul sito: www.expoarteitaliana.it e su Facebook/expoarteitaliana.it


INIZIATIVE

SPECIALI


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17. PADIGLIONE

DEL TEMPIO PERDUTO [MILANO]

Le fotografie di Massimo Listri mostrano i 30 luoghi più belli d’Italia. Solo per citarne alcuni: la Biblioteca Marciana a Venezia, le Cappelle Medicee e la Sala Bianca di Firenze, il Ministero dell’Aeronautica, la Galleria dei Marmi in Palazzo Ducale a Mantova, il Palazzo Reale di Napoli, la Reggia di Caserta e la Reggia di Venaria.


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18. PADIGLIONE

LA VITA SILENZIOSA DELLE COSE [PALAZZO DEL GOVERNO]

Mostra di nature morte della collezione di Guido Crippa, a cura di Gabriele Allevi e Simone Facchinetti. Oltre 50 opere in mostra tra cui i dipinti di Fede Galizia, Vincenzo Campi, Evaristo Baschenis, Carlo Magini, Giacomo Ceruti, Fortunato Depero, Ennio Morlotti e Giovanni Testori.


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19. ITINERARI

castelli del piacentino Castelli e rocche per i quali è possibile ottenere l’apertura durante tutto il periodo di EXPO 2015: Agazzano, Bobbio, Castell’arquato, Gropparello, Rocca d’Olgisio, Paderna, Rivalta, San Pietro in Cerro, Sarmato, Vigoleno.


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