MAGAZINE SETTIMANALE FREE-PRESS anno 1 • numero 13 • 3 FEB 2012
i tesori di brindisi IN VETRINA A MILANO www.freebrindisi.it ATTUALITà E PROMOZIONE DELLA TERRA DI BRINDISI
FOCUS del VENERDì MARKETING TERRITORIALE
TERRA DI BRINDISI Speciale TURISMO
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brindisi free-press del venerdì
Oggi più che mai un sistema produttivo per sopravvivere e prosperare deve essere competitivo. Ma la competitività, in un mercato globale, si misura anche e soprattutto in termini di capacità di attrarre investimenti, favorire lo sviluppo delle imprese locali, promuovere il territorio. Regioni, Comuni, singoli centri urbani sono soggetti economici in competizione tra loro al pari delle aziende, e come le aziende hanno bisogno di una strategia ad hoc che sappia trasformare caratteristiche ambientali, specificità e tradizioni in qualità attrattive uniche e ben identificabili. Il marketing territoriale diventa quindi tassello imprescindibile nella politica di gestione del territorio. Uno strumento di promozione che a Brindisi ha prodotto risultati incerti. Alla vitalità di alcuni centri della provincia, si contrappone il mancato sviluppo turistico del capoluogo. Brindisi, conseguenza di una intensa industrializzazione negli anni Cinquanta, non ha alle spalle una vera e propria vocazione turistica, commerciale e storico culturale, né tanto meno una spiccata immagine di destinazione turistica. Per far mutare il quadro sforzi ce ne sono stati e ce ne sono. L’enogastronomia certificata, l’arte, le peculiarità ambientali sono diventate un marchio di riconoscimento (Filia Solis) finalizzato a valorizzare le potenzialità di sviluppo del territorio e incentivare l’imprenditorialità locale, nazionale ed estera. Si sono promosse nuove e futuristiche pianificazioni urbanistiche indirizzate a orientare lo sviluppo della città da una capillare strutturazione industriale verso un diverso modo di volgersi al mare. Eppure il quadro resta complesso. Tanti, troppi i progetti rimasti sulla carta così come le risorse sfruttate poco o male, in primis il porto, che nonostante la posizione strategica stenta a decollare. Manca in sostanza una comunione di idee e di intenti, un’azione congiunta che renda Brindisi immediatamente percepibile, nella mente del turista, come città da scoprire ed apprezzare nel tempo. Un vero paradosso per un territorio come il nostro caratterizzato da specificità e tradizioni.
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In questo numero NEWS WEEK 5
ATTUALITà - POLITICA - INCONTRI - BENESSERE - SPORT FOCUS 10
i tesori di brindisi IN VETRINA A MILANO MARKETING TERRITORIALE PEOPLE 25
Marisa Melpignano: IL RUOLO DEL TERRITORIO terra di brindisi 27
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Speciale TURISMO
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NEWSweek il PUNTO DI VISTA marketing territoriale
Giuseppe Pagliara
Amministratore Unico Nicolaus Tour Operator
SFRUTTARE L’IMPIANTO DI AFFINAMENTO DI MESAGNE
Il Presidente della Provincia di Brindisi Massimo Ferrarese ha inviato una lettera al Presidente della Regione Puglia, all’Amministratore unico dell’Acquedotto Pugliese ed al presidente dell’ATO Puglia per chiedere la convocazione di una riunione urgente finalizzata ad individuare una soluzione tecnica che consenta una efficace gestione dell’impianto di affinamento delle acque reflue realizzato a Mesagne. Tale impianto è stato completato nel 2002 ed ha richiesto l’impiego di circa 14 milioni di euro (fondi Interreg II Italia – Grecia per la protezione dell’ambiente marino). Da quel momento non è mai entrato in funzione a causa delle difficoltà riferite alla gestione della struttura. Le numerose riunioni effettuate con Acquedotto Pugliese, Regione Puglia e ATO Puglia non hanno sortito alcun effetto e quindi la Provincia continua a farsi carico delle spese di manutenzione e di guardiania. L’Ente locale brindisino ha inoltre realizzato una rete irrigua di distribuzione delle acque affinate, così come ha chiesto un ulteriore finanziamento di un milione e mezzo di euro per adeguamenti dell’impianto e per collegarlo ai depuratori di Ceglie Messapica, Francavilla Fontana, Latiano e Mesagne. “Di contro l’Acquedotto Pugliese si è sempre sottratto alla presa in carico dello stesso impianto dichiarando una “non convenienza economica”. Nella comunicazione, il Presidente Ferrarese ha rimarcato che la finalità principale dell’impianto di affinamento era e rimane quella di mitigare l’effetto della utilizzazione di risorse idriche sotterranee, evidenziando altresì la non compatibilità dello scarico di reflui (rivenienti dagli impianti depurativi di Ceglie, Francavilla, Latiano e Mesagne) con le caratteristiche ambientali del Canale Reale e quindi, di conseguenza, con l’oasi di Torre Guaceto. Proprio per questo - ha concluso Ferrarese nella nota inviata a Vendola e Monteforte - l’attivazione dell’impianto di affinamento di Mesagne deve rappresentare una priorità per il territorio brindisino onde evitare che si continui a perpetrare uno spreco di ingenti risorse pubbliche, con conseguenti danni ambientali per il territorio.
A frenare lo sviluppo turistico della Puglia è la carenza di infrastrutture e servizi. La Puglia regge grazie al mare e alla bellezza del territorio, ricco di fascino e di storia. Ma non basta. È fondamentale puntare sulla sinergia tra i vari soggetti. Occorre attrezzare le strutture ricettive di tutto ciò che serve all’accoglienza, migliorare i collegamenti tra gli aeroporti e le zone di soggiorno. Il potenziale c’è. Il porto di Brindisi ha tutte le carte in regola per offrire buone garanzie. Ma sui servizi a terra resta molto da fare. Stesso discorso per l’aeroporto. Bisogna creare una rete.
NUOVO CENTRO POLIVALENTE A SAN VITO
C’è anche il progetto presentato dal Comune di San Vito dei Normanni per la realizzazione di un campo polivalente coperto, tra quelli ammessi a finanziamento nell’ambito del Programma Operativo Nazionale “Sicurezza per lo sviluppo -Obiettivo Convergenza 2007-2013” denominato “Io gioco Legale”. Il progetto, del complessivo importo di € 509.000,00, prevede la realizzazione di questa nuova struttura nell’area sportiva di via don Milani e garantirà una preziosa valvola di sfogo ai tanti giovani che praticano lo sport in città. Comprensibilmente soddisfatta l’Amministrazione Comunale. “Abbiamo appreso con grande piacere del finanziamento concesso - affermano all’unisono il sindaco Alberto Magli e il delegato allo sport Francesco Cavaliere - e abbiamo voluto condividere la nostra soddisfazione con le società sportive cittadine che, all’epoca della presentazione del progetto, hanno voluto sostenerci e che, una volta realizzato, lo utilizzeranno a beneficio di tutti i loro giovani praticanti”. Per volere dell’Amministrazione Comunale, il nuovo impianto sarà intitolato ad Antonio Ruggiero, l’indimenticato dipendente comunale, prematuramente scomparso alcuni anni fa, che si occupava della custodia del palazzetto dello sport.
PDL VERSO LE PRIMARIE
Dopo mesi di punzecchiamenti e una fase di studio, non priva di attacchi velati, si ripropone a Brindisi il duello tra Fitto e Mantovano, due pianeti intorno ai quali orbitano gli equilibri del Popolo delle Libertà in Puglia. Una duello, se così vogliamo chiamarlo, voluto dall’ex ministro per poter vagliare le cifre e quantificare il peso delle due correnti all’interno del partito di Berlusconi. Il PdL di Brindisi, non riuscendo a trovare la quadratura del cerchio, su proposta dei propri coordinatori provinciali, ha espresso due nomi. Si tratta di Mauro D’Attis, vicesindaco uscente, e di Massimo Ciullo, anch’egli assessore delle due giunte Mennitti. E si dovrebbe andare verso le primarie di coalizione, entro febbraio 2012. L’uso del condizionale è ancora d’obbligo, visto che non si tratta ancora di una scelta definitiva, calcolando il diverso entusiasmo dietro questa scelta. Il dado è tratto, secondo alcuni. Secondo altri, un colpo di scena dovrebbe esserci. Dalla parta opposta del fiume, il solo in campo è Mimmo Consales, che non si lascia attrarre dal resto del centrosinistra. Sel, IdV, Rifondazione, Sviluppo e Lavoro, La Puglia per Vendola, Brindisi Bene Comune, i movimenti vicini a Michele Errico o al cartello coordinato da Roberto Fusco cercano di fare breccia in altro modo. Stiamo a vedere.
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Il PROSSIMO NUMERO Free Brindisi va in trasferta a Milano alla scoperta di una delle più prestigiose realtà teatrali del mondo: il Piccolo.
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3 febbraio 2012
news WEEK comunicati Eventi Culturali: conoscerli, realizzarli
Il Centro di Formazione Professionale Musico – Teatrale “Idea Suono” con sede a Torchiarolo (Br) organizza un percorso formativo in Organizzazione di Eventi Culturali in collaborazione con l’Associazione Laboratorio di Animazione Territoriale (Torchiarolo – Br), l’Associazione Calliope Comunicare Cultura (Lecce) e lo Studio Ambientale Avanguardie (Nardò – Le). Obiettivi generali del percorso formativo sono: fornire ai partecipanti al corso gli strumenti necessari e le specifiche abilità per operare all’interno del settore dell’organizzazione di eventi culturali ed in particolare per collaborare in progetti espositivi, convegni, eventi dello spettacolo ed eventi turistico-enogastronomici. L’iniziativa è rivolta a soggetti in possesso di laurea di I livello interessati ad acquisire competenze adeguate nella progettazione, promozione e gestione di progetti ed eventi culturali. Il corso affronta la materia in forma teorica anche se con riferimenti a progetti reali, inoltre verranno discusse in aula le procedure per l’organizzazione, la gestione e promozione di diverse tipologie di eventi: l’evento espositivo; l’evento legato allo spettacolo; l’evento turistico-enogastronomico. Al termine del percorso formativo, i partecipanti, suddivisi in gruppi di lavoro, predisporranno un Project Work che sarà realizzato in collaborazione con i partner dell’iniziativa con la concreta possibilità di realizzare degli eventi culturali. A ogni corsista sarà rilasciato un attestato di partecipazione. Per partecipare al percorso formativo è prevista una quota di iscrizione. La scadenza delle iscrizioni è il 9 Febbraio 2012. Per ricevere tutte le informazioni sui moduli e il programma didattico completo inviate una richiesta al seguente indirizzo email: laboratorio.territoriale@virgilio.it oppure consultate il sito www.ideasuono.com Sez Corsi in partenza, oppure www.avanguardie.net Sez. Segnaliamo.
Risistemata la pubblica illuminazione
Il centro storico di Oria finalmente brillerà di luce nuova. All’interno del progetto di riqualificazione della pubblica illuminazione cittadina, sono stati messi a nuovo ben 305 kit di cablaggio (cioè l’intero impianto elettrico delle singole lanterne) ovvero tutti i punti luce installati nelle vie del cuore antico della città. A darne l’annuncio è l’assessore comunale ai lavori pubblici ing. Claudio Zanzarelli. Il lavoro di risistemazione della rete di illuminazione, che presto giungerà anche in altre zone, è in perfetta consonanza con le linee guida che impone il risparmio energetico: le lampade ora utilizzate hanno un consumo di 100 watt, rivelandosi meno costose delle precedenti che consumavano ben 125 watt; inoltre le nuove lampade (ai vapori di sodio ad alta pressione) hanno un’efficienza luminosa superiore dell’80% rispetto alle precedenti, con una soddisfacente resa cromatica (emettono un colore bianco caldo tendente al giallo) e una vita media che sfiora le 20mila ore. L’assessore Zanzarelli fa inoltre presente che entro breve saranno sostituiti anche i vetri delle lanterne rotti e quelli opacizzati dalle intemperie. Inoltre lo stesso ing. Zanzarelli informa che nel giro di poche settimane saranno messi in funzione 59 punti luce nelle zone periferiche della città in corso di riqualificazione urbanistica. “Grazie a questo massiccio quanto necessario intervento – afferma l’assessore Zanzarelli – il centro storico di Oria vede un primo concreto passo verso la rivalutazione, considerando che una buona illuminazione permette di valorizzare ogni angolo nelle ore serali, garantendo inoltre maggiore sicurezza per i residenti. Un sincero grazie per il lavoro svolto va all’Ufficio tecnico comunale e all’energy manager l’ingegnere Tonino Conte, oltre che alle ditte Alfano e D’Angela che hanno curato le installazioni”. Vivere il centro storico oritano nelle ore serali e notturne sarà certamente più gradevole.
Corso di formazione sugli “Stereotipi di Genere”
Presentato martedì 31 gennaio, nel Salone di rappresentanza della Provincia di Brindisi, la conferenza stampa di presentazione del corso di formazione sugli “Stereotipi di Genere” ideato e organizzato dall’Ufficio della Consigliera di Parità e dalla Commissione per le Pari Opportunità della Provincia di Brindisi. L’iniziativa è finalizzata a sensibilizzare la cittadinanza, e soprattutto gli addetti ai lavori, sulle tematiche della parità, individuando possibili interventi per il miglioramento della condizione della donna nel nostro territorio. Il percorso appuntamenti pomeridiani (l’ultimo dei quali il 13 marzo), è destinato a Presidenti e componenti delle Commissioni Pari Opportunità dei Comuni appartenenti alla Provincia di Brindisi, Assessori alle pari opportunità degli stessi Comuni, Delegati alle Pari Opportunità, Dirigenti delle Scuole Primarie e Medie Superiori della provincia.
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3 febbraio 2012
basket ENEL BRINDISI – PRIMA VEROLI
DOMENICA 5 FEBBRAIO ORE 18,15 PALAPENTASSUGLIA – BRINDISI
Diretta 'Viva l'Italia Channel' Canale 875 e 879 Sky Streaming: www.vivalitaliachannel.it Fallito l’aggancio. La sonora sconfitta di ReggioEmilia contro Verona (60-92) ci aveva fatto gioire e ben sperare. Un’illusione sfumata nel giro di poche ore... Il match di cartello della terza giornata di ritorno di Legadue era quel PistoiaBrindisi che tutti aspettavano, uno scontro tra due delle migliori compagini del campionato atte a contendersi il primo posto in classifica a parimerito con la Trenkwalder. E lo spettacolo c’è stato eccome! La partenza di Brindisi sul parquet del PalaFermi è buona. Pistoia è subito sulle ginocchia e non riesce a fermare il pick’n’roll dei biancoazzurri che alla fine del primo quarto ha già graffiato (25-13). Nel secondo quarto, Hardy e Jones danno la sveglia a Pistoia, che si rifà sotto grazie a un parziale di 11-0. Qui c’è la prima sorpresa della gara o, per altri, un vecchio spauracchio per Brindisi: una panchina senza contributo. Complici anche i diversi fischi a Callahan e Boro, Bucchi mette in campo i suoi, contando sull’apporto di Giuri, Zerini e company. Ma niente. Non è giornata. Il primo tempo si chiude a +1 per l’Enel e si deve ricominciare tutto. Di ritorno dagli spogliatoi, Formenti parte in quintetto al posto di Ndoja e si rivede l’Enel tornare in partita, seppur con qualche blackout momentaneo. Si stringono le maglie difensive e aumentano le palle recuperate, ma non i canestri. In attacco si spreca il facile e si segna il difficile, soprattutto da dietro l’arco. Brindisi riesce a portarsi anche sul +8, con Pistoia che fa sentire le mani più di una volta. Gli arbitri soprassiedono. Hunter inizia a dormire e Renfroe non riesce a mettere in atto ciò che vorrebbe. Si chiude un terzo quarto deludente, ma il peggio deve ancora venire. La difesa di Pistoia lavora benissimo e Brindisi gioca raramente con il cronometro e con i falli. Si preferisce girare intorno all’area e affrettare una conclusione quasi allo scadere. Si corre molto e si conclude poco. Pistoia è invece in stato di grazia. Fa bene tutto ciò che andrebbe fatto e che non riusciva a fare prima. Il tempo passa e Bucchi chiama time-out per disegnare gioco d’attacco e difesa. Niente, sembra che nessuno lo stia a sentire. Si ritorna in campo e si provano tiri difficili. La gara si scalda. L’intensità fisica di Renfroe e coinvolgente. Quella di Hunter deprimente. Quando anche Brindisi trova l’occasione con la O maiuscola, il nostro go to guy getta tutto alle ortiche, con un tiro affrettatto, senza alcun senso, un airball che nemmeno Callahan riesce a convertire. Pistoia vince ed è prima, noi torniamo a casa secondi e amareggiati. La palla è rotonda, si sa, e il basket giocato negli ultimi minuti di gara è fatto di episodi. Se però questi episodi sono un fallo in difesa, con canestro valido, a Boro (quando invece era palesemente un fallo in attacco) e un altro dubbio fallo chiamato al posto di un evidente ‘passi’, beh allora parlare di episodi è riduttivo. Sono gli arbitri a decidere le sorti della gara, fischiando a favore della squadra di casa davanti al copioso pubblico amico? Se sono loro o meno, noi non possiamo saperlo. Quello che sappiamo però è che gli arbirtri non possono vincere la Legadue. Domenica Brindisi ospiterà sul parquet amico la Prima Veroli di coach Cancellieri, compagine non proprio in stato di grazia quest’anno. Da qui bisognerà ripartire, lavorando nuovamente sui fondamentali e sull’attitudine. Il cammino ora è sempre più in salita e il campionato rivela sempre grosse sorprese. Per la classifica, Pistoia gioca a Bologna, mentre ReggioEmilia ospita il Brescia.
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cybercittadino
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BENESSERE essere ottimisti è un difetto cerebrale?
Vedere il bicchiere mezzo pieno sempre, anche quando all’interno c’è solo una goccia d’acqua, deriva da una funziona difettosa dei lobi frontali. Essere dunque ottimisti sempre e in modo inguaribile è una questione cerebrale. A spiegarlo è un gruppo di studiosi del Wellcome Trust Centre for Neuroimaging dell’University College London in uno studio pubblicato su Nature Neuroscience. I ricercatori hanno sottoposto 19 volontari a risonanze magnetiche mentre li informavano che sarebbero andati incontro a degli eventi spiacevoli di diversa gravità (diagnosi di cancro, di Parkinson, furto d’auto), invitandoli poi a compilare dei test di personalità volti a rilevare il livello di ottimismo di ognuno. Durante la seconda parte dell’esperimento ai volontari è stata comunicata una seconda notizia che peggiorava o migliorava quella ricevuta nella prima parte dello studio: i ricercatori hanno così rilevato che i partecipanti mostravano una maggiore attività nei lobi frontali del cervello quando le seconde informazioni erano migliori delle prime, il che serviva per ricalcolare le proprie aspettative su quello che sarebbe accaduto. Quando le nuove notizie, invece, erano peggiori delle prime, tanto più ottimisti risultavano i partecipanti - secondo il questionario di personalità - tanto più le loro regioni cerebrali frontali tendevano, semplicemente, a non considerarle. Più ottimisti si è, quindi, più non si riescono a vedere le cose negative. Il che, alle volte, può anche essere un bene. (Fonte: Salute24)
Il colore rosso stoppa la fame
Semaforo rosso per i chili di troppo. Non serve che a essere colorati siano gli alimenti, ma basta che un bel rosso acceso si mostri nelle stoviglie o nelle tovaglie. Ricercatori dell’Università di Basilea, in Svizzera, hanno, infatti, scoperto che colorare di rosso la tavola aiuta ad accontentarsi che le porzioni siano minori, con ovvi effetti sulla linea. Un inganno per il cervello che aggira la fame, ma anche la sete. Anche i bicchieri rossi rappresentano uno stop alla richiesta di vino, birra o bevande gassate. La prima ricerca pubblicata sulla rivista Appetite ha riguardato 109 persone alle quali è stato offerto un piatto, in tre colori diversi - rosso, blu e bianco - contenente ciambelle salate. Risultato: chi prendeva il cibo dal piatto rosso si accontentava, in media, della metà della porzione degli altri. Nessuna differenza è stata invece riscontrata sulla soddisfazione al palato data dalla differente colorazione. Analogo esperimento è stato condotto sulle bibite. (Fonte: Salute24)
la Frittura non danneggia il cuore
I cibi fritti in olio di oliva o di girasole non sarebbero collegati all’insorgere di malattie cardiache. A sostenerlo una ricerca dell’Universita’ Autonoma di Madrid. Lo studio ha avuto luogo in Spagna, paese mediterraneo in cui viene utilizzato l’olio di oliva o di girasole per la frittura. Di conseguenza, secondo i ricercatori, i risultati probabilmente non sarebbero stati gli stessi in un paese in cui si ricorre agli oli solidi e riutilizzati. Nei paesi occidentali, la frittura è uno dei metodi più comuni di cottura. Quando il cibo è fritto diventa più calorico perché assorbe il grasso degli oli e aumentano alcuni fattori di rischio di malattie cardiache, come la pressione alta, il colesterolo alto e l’obesità. Il team di ricercatori ha esaminato i metodi di cottura di 40.757 adulti di età compresa tra 29 e 69 anni su un periodo di 11 anni. Nessuno dei partecipanti aveva malattie di cuore quando è iniziato lo studio. I partecipanti al test hanno risposto a domande sulla loro dieta e sui metodi di cottura. Durante il follow-up ci sono stati 606 eventi legati a malattie cardiache e 1.134 decessi. Gli autori hanno sottolineato: “In un paese mediterraneo dove gli oli di oliva e di girasole sono i grassi più comunemente usati per friggere, e dove grandi quantità di cibi fritti sono consumati sia dentro sia fuori casa, non è stata osservata alcuna associazione tra il consumo di cibi fritti e il rischio di malattia coronarica o di morte. Il nostro studio sfata il mito che vuole il cibo fritto generalmente legato alle malattie al cuore”. (Fonte: AGI Salute)
FM
a cura di Simone Aretano
WEB MARKETING GEOLOCALIZZATO IL TERRITORIO VA PROMOSSO SUL WEB La Rete rappresenta il punto d'incontro virtuale di persone che, considerate le enormi distanze che le dividono, diversamente resterebbero sconosciute a vicenda. È il luogo in cui si sviluppano comunità in base a interessi di diversa natura professionali, sociali, politici, di svago. Ed è in quest'ottica che diviene sempre più interessante scoprire le potenzialità del web 2.0 come canale di promozione del territorio. Sono i social network a fare la differenza, offrendo l'opportunità di valorizzare su larga scala le caratteristiche di un territorio e delle strutture in esso presenti, coinvolgendo tutti, partendo dal basso, nelle scelte progettuali e nella condivisione dei benefici che ne derivano. Il settore del turismo è uno dei più dinamici nel cogliere le innovazioni proposte dalla Rete. Gli internauti ormai considerano naturale utilizzare il web per decidere e pianificare i propri viaggi, dal biglietto aereo alla scelta della struttura ricettiva, relegando i canali tradizionali a un ruolo sempre più marginale. Gli aspetti di condivisione e passaparola sono un elemento essenziale, le diverse opinioni su un certo luogo scritte da chi ci è già stato, i consigli sugli itinerari da seguire, le impressioni su un Bed & Breakfast o su un ristorante, si misurano nelle reti sociali influenzando i clienti e determinando i successi di un’azienda piuttosto che un’altra. L'immagine che un'impresa da di sé, infatti, assume sempre minore importanza in favore della reputazione che dipende strettamente dalla soddisfazione dei clienti. Online, quindi, i brand e gli slogan contano meno, la promozione si fa attraverso i giudizi del cliente. Ciò è possibile su siti come TripAdvisor, la più grande community di viaggiatori del mondo che conta 20 milioni di iscritti e 45 milioni di recensioni e opinioni pubblicate. Una vetrina per promuovere gli esercizi commerciali che si occupano di ricettività e per il territorio poiché si può recensire anche una città o un'attrazione turistica. Promuovere il sistema produttivo ed economico locale in Rete diventa ancora più efficiente se si rendono disponibili informazioni mirate sui dispositivi mobili. È il Web Marketing Geolocalizzato e il Social Local Mobile ne è l'aspetto più importante. Si pensi ad un turista che indipendentemente dal suo livello di conoscenza del territorio può ottenere attraverso il suo smartphone dotato di gps, informazioni specifiche in tempo reale in relazione al posto in cui si trova. Geolocalizzare un'azienda o un punto di interesse turistico è molto semplice grazie ai social network. Foursquare né è l'esempio migliore. L'utente può conoscere in tempo reale le attività commerciali presenti su un determinato territorio, leggere i commenti già inseriti da altri utenti in merito, segnalare la sua presenza tramite check-in e usufruire di eventuali offerte promozionali a lui dedicate. Esempio virtuoso in Italia è la Regione Toscana. La Fondazione Sistema Toscana sta realizzando un ottimo lavoro di promozione turistica utilizzando FourSquare come strumento di marketing territoriale. Offrendo ai turisti una serie di contenuti utili per orientarsi e godere fino in fondo delle risorse del luogo, risulta ad oggi la Regione più georeferenziata d'Italia.
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3 febbraio 2012
Foto di Roberto Romeo
OSPITALI PER NATURA La provincia di Brindisi riunisce in sé non solo venti comuni diversi, ma venti anime diverse. La geomorfologia riduce le differenze a tre, scandendo il territorio in area della pianura, della collina e della costa. La città di Brindisi, che splende di recenti restauri, è simbolo di una rinascita culturale ed architettonica del territorio. Le colonne romane, che segnalavano il termine dell’antica via Appia, sono state riportate ad antico splendore, così come le mura, i palazzi signorili, i bastioni di difesa e il teatro. Una sintesi perfetta tra memoria storica e sviluppo turistico. Le fertili terre rosse producono materie prime per una gastronomia da gourmet, il mare e le riserve marine conservano un patrimonio inestimabile di diversità biologiche, le architetture normanno-sveve rammentano un periodo felice della vita di Federico II, che nelle sale dei castelli dalla struttura severa cercava sempre la conoscenza, amava la bellezza e ne respirava sempre, instancabilmente, il profumo. Un territorio testa di ponte per l’Oriente, che lungo le vie Appia e Traiana ha portato la romanità nelle estreme regioni dell’Impero, ma che ha anche imparato tanto da arabi, greci, ebrei. Il fascino dei vicoli tortuosi è vicino agli odori e colori del souk, la sontuosità dei dolci somiglia a quella araba e greca, le preparazioni rituali sono vicine a quelle ebraiche. Una terra che ha l’ospitalità nel sangue, abituata a dare generosamente, forte di luoghi splendidi e suggestivi. E il viaggiatore si ferma incantato davanti ad alberi d’ulivo centenari, alle piazzette candide e silenziose, alle lunghe spiagge di sabbia finissima. Difficile scegliere tra pianura, collina, costa. Il cerchio si chiude nel colore bianco abbagliante delle città, nei rossi cupi delle terre, nei blu cristallini dei fondali, nella luce perfetta, purissima che inonda una terra antica.
BRINDISI "città d’acqua" spegne le ultime ciminiere 30 freebrindisi.it
3 febbraio 2012
L
Roberto Romeo
o sviluppo industriale degli anni Cinquanta, con la localizzazione a Brindisi del massimo polo petrolchimico d’Europa, ha fortemente condizionato le scelte in materia urbanistica per lo più distogliendo la città dal suo naturale movimento verso il mare. La crisi dell’industria, e con essa lo strascico del calo demografico, della disoccupazione e dei vuoti nelle cosiddette aree periurbane, ha stimolato la costruzione di un nuovo percorso di sviluppo per la città. La ricerca di un fragile equilibrio tra le diverse vocazioni del territorio è diventato il tratto distintivo di una nuova stagione che si trova oggi nel compito di ricomporre i diversi interessi che attraversano il territorio. La transizione dalla città industriale alla città postindustriale può dirsi avviata, e in parte assimilata dalla città che cerca di riproporre una originalità turistica e culturale mettendo in priorità il rilancio dello scalo portuale e la riqualificazione del fronte a mare. Oggi Brindisi ha bisogno di rimettere in corsa il suo porto, che, nonostante la posizione strategica ma in assenza di un’efficace governance portuale, stenta a decollare con gravi ripercussioni anche sulle produzioni locali di eccellenza, specie quelle agroalimentari, già in sofferenza a causa di un tessuto frammentato e di un ritardo manageriale nel settore del trade marketing, dell’innovazione dei processi produttivi e delle reti distributive. La nuova elaborazione del porto, così come riproposto nel progetto Città d’acqua, non si limita a una ricostruzione plastica dell’esistente, ma intende restituire alle infrastrutture della città la capacità di ricreare relazione e sviluppo. Non si tratta quindi di un’operazione di ingegneria urbana ma di una complessiva riorganizzazione della città, pensata per spingere la comunità verso nuove consapevolezze e nuovi rapporti. Alla base di questo ripensamento il rapporto della città con il mare, come se il porto fosse un davanzale da cui il centro abitato è chiamato a sporgersi per realizzare la sua più vera inclinazione. Mare che non sia solo elemento oleografico, suggestiva icona del turismo stagionale, ma diventi un punto cardinale da programmare all’inizio del viaggio. Il progetto è una mappa, mappa che è una costellazione di interventi, come tanti punti di pressione in grado di propagare gli effetti positivi in altre zone della città: alcuni urbanisti contemporanei parlano di “agopuntura urbana”, un modo suggestivo per definire le opere, grandi o piccole, capaci di generare uno shock e incidere nella qualità della vita, pensate non per farsi vedere, ma per dare risposte ai bisogni. Iniezioni di energia che cambiano pian piano gli stili di vita e donano un’altra luce alla città, ma che soprattutto mettono addosso ai cittadini una strana voglia di proporsi e di uscire dalle rocche. Il progetto non trascura per questo il recupero del centro storico, con il ripristino di residenze e immobili utilizzati per il commercio al dettaglio e l’artigianato, senza alterare i tratti riconoscibili del quartiere. Così come la questione delle sedi universitarie e l’idea di sostenere la formazione, specie quella specialistica legata alle competenze delle imprese del territorio, con problemi di skill gap in materia di organizzazione, qualità dell’offerta, politiche distributive e di marketing. Un progetto perfetto nella sua teorizzazione, scritto sulle risorse e sui possibili moltiplicatori degli effetti, sull’ombra lunga e pesante delle ciminiere spente, che rimette in equilibrio la città con il suo avvenire sostenibile ma annaspa tra i mille tornanti di vincoli, attese, adempimenti, pareri, valutazioni, intese. E allora gli scenari possibili diventano opportunità in sala d’aspetto, come i trend dell’aeroporto tanto generosi da farne quasi un’infrastruttura insufficiente, o come i tassi di crescita dei paesi bagnati dallo stesso Mediterraneo, che si affacciano come terre emerse e promesse per l’economia del territorio. Oltre il suo orizzonte d’acqua, Brindisi scorge interlocutori e sponde legati all’allargamento ad est dell’Unione europea, all’avanzata delle potenze asiatiche che vedono nel bacino del Mediterraneo un’importante area di sbocco e di sviluppo. Brindisi ha bisogno che la riqualificazione porti una vitalità nuova. Ha bisogno che le sue due maggiori infrastrutture non restino oggetti da ornamento ma siano generatori di economia. Ha bisogno che la sua offerta culturale finisca presto a far parte di un prodotto turistico esclusivo e forte, al pari di altre eccellenze riunite sotto un unico brand. Ha bisogno che il progetto agevoli il cammino che dai cantieri porta a una visione nuova di città, rigenerata ma con i piedi ben piantati nella sua storia ante-industriale. Le basi sono gettate e la città ha lasciato le vecchie marginalità per tracciare i nuovi margini: waterfront, cittàcampagna e porte urbane segnano il perimetro ideale che contiene per ora i cambiamenti promessi. Quelli che dalle facciate dei palazzi e dai viali alberati di fianco al mare contaminano lentamente anche i tratti più profondi e culturali di una comunità.
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3 febbraio 2012
focus DEL VENERDì
L
Francesco Marchionna
a BIT di Milano, Borsa Internazionale del Turismo, sin dal 1981, rappresenta la più importante manifestazione internazionale capace di radunare operatori turistici, agenti di viaggio e attori di promozione turistica, con il fine di presentare l’offerta turistica di singole realtà nazionali. Tre giorni dedicati al business to business e due al business to consumer. Tutto nell’ottica del marketing e della promozione territoriale. Far conoscere i nuovi prodotti, sviluppare nuovi contatti, essere aggiornati sui trend di mercato, rafforzare la brand awareness aziendale, fidelizzare il portfolio clienti. Un intero weekend dove poter promuovere al meglio le mete e i prodotti turistici grazie a proposte ad hoc, esponendo tradizioni e culture, sapori e odori di terre lontane, ma paradossalmente così vicine. Nonostante la crisi del debito e il persistere di un periodo di incertezza economica, il turismo non se la passa così male. Il Bel Paese rappresenterebbe, stando agli addetti ai lavori, una meta ancora desiderata. Nel 2011, secondo Enit, Agenzia Nazionale del Turismo, si è verificato un aumento delle vendite con destinazione Italia, dichiarato dal 65% dei tour operator. La regione preferita dai viaggiatori europei risulta essere il Veneto, mentre per quelli d’oltreoceano è il Lazio, seguito dalla Toscana, un dato che si riconfermerà nel 2012 secondo gli stessi tour operator. Le tipologie di vacanze scelte segnano la prevalenza delle località marittime (il 41% secondo i tour operator europei) e delle grandi città d’arte (l’84% dei tour operator oltreoceano). L’Italia esercita ancora un grande fascino, tale da dover prevedere sia una promozione sul territorio che progetti di valorizzazione all’estero, per rilanciare anche le destinazioni meno note e usuali. Niente di meglio dunque del principale trampolino di lancio dell’offerta turistica di ciascun territorio italiano. Una serie di eventi collaterali volti a scandagliare il mercato turistico globale, con conferenze, seminari, tavole rotonde ed esposizioni. Una presenza quella alla BIT che va oltre il singolo stand. Sponsorizzazioni dentro e fuori la fiera, sponsorizzazioni web e uno spazio all’interno di una community attiva tutto l’anno, in grado di dare risalto alle news pubblicate dall’azienda sui social network di riferimento. Nella scorsa edizione, furono settanta i professionisti del comparto turistico pugliese coinvolti nella ‘Piazza Affari’ del turismo. Cultura, spettacolo, enogastronomia, natura, accoglienza, benessere, luoghi dello spirito. Silvia Godelli, assessore regionale al Turismo, esprime un parere pienamente positivo a riguardo. “Lo straordinario successo della Puglia a Milano registra la soddisfazione per i risultati conseguiti in termini di flussi turistici e rilancia, soprattutto verso i mercati esteri, il territorio pugliese nella sua interezza e nella eccezionale molteplicità della sua offerta e delle sua attrattività”. Una Puglia dunque che se la cava abbastanza bene rispetto ad altre realtà territoriali, per le azioni sistemiche attuate, per la capacità di anticipare i trend e i gusti, ampliando le proposte culturali e incoraggiando la pratica del welfare intellettuale. Un benessere diffuso, percepito oggi dal turista come perfetta commistione tra valorizzazione del patrimonio paesaggistico, innovazione e creatività. Questo il futuro del nostro territorio, che non deve necessariamente aspirare ad altro diverso da sé, ma concentrarsi sulle proprie sanguigne peculiarità, rendendole narrabili e accessibili ai visitatori lontani, investendo in promozione, tecnologia, accessibilità, fruizione e visibilità. E per far questo è importante mostrarsi e, allo stesso tempo, guardarsi intorno, per poter captare idee e spunti da riportare entusiasti a casa.
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3 febbraio 2012
LA CAPIT DEL TUR
i nostri numeri.
Queste cifre fanno di Bit il punto di riferimento per gli operatori turistici, in Italia e all’estero.
100.000
mq di superficie espositiva
2.300
espositori
60.000
operatori professionali provenienti da più di 130 paesi, di cui il 20% agenti di viaggio
600
hosted buyer
13.000
appuntamenti realizzati durante i workshop
5.000
offerte turistiche provenienti da più di 130 paesi
4.000
giornalisti
2,5 mil.
di euro è la valutazione attribuita alla rassegna stampa della Bit
TALE RISMO
Marketing territoriale
Alessandra Caputo
PROMUOVERE il territorio
lasciando da parte la politica
Quattro chiacchere con Giuseppe Palasciano, operatore nel settore turistico in Puglia. Parlando di marketing territoriale, la strategia attuata a Brindisi negli ultimi anni è stata o no vincente? La parte a Nord della Provincia di Brindisi è stata da sempre volano per lo sviluppo turistico del Salento. È un dato di fatto innegabile che già dagli anni ‘70 Fasano e Ostuni erano la punta di diamante del turismo del centro sud della Puglia. Con questo voglio dire che una solida tradizione turistica da tempo presente sul territorio dovrebbe rendere più facile, anche se in tempi di grande competizione, fare marketing turistico su Brindisi. Ma non sempre questo accade. Certamente non si può parlare di immobilismo tout-court ma non si riscontrano idee innovative e originali, se non le obsolete fiere delle vanità. Non voglio dire che le fiere non sono utili, ma lo sono nella misura in cui il venditore è credibile, onesto, non bleffa sul “prodotto” che vende e che prima di tutto deve essere fruibile e veritiero. Lo stesso logo scelto dalla Provincia per far “ mercato” è preso in prestito dalla Università di Napoli “Federico II”, con l’appellativo Filia Solis dato a Brindisi sempre da Federico II. Fa la Storia ma non fa “mercato”.
Si parla da tempo di una strategia comune per la promozione del Grande Salento, della necessità di fare sistema fra le tre Province di Brindisi, Lecce e Taranto per presentarsi uniti a fiere nazionali ed internazionali di rilievo del settore turistico. A suo giudizio l’obiettivo è stato raggiunto? A corrente alterna e in modo del tutto estemporaneo. Infatti non mi risulta un ufficio costituito dalle tre Province che porti avanti questa idea, che non deve essere solo fieristica e che, a mio avviso, soprattutto con la crisi attuale, è quella vincente. Non si è credibili se la mattina si sta insieme per raggiungere obbiettivi comuni e la sera si fa a gara a chi promuove il suo orticello con il logo più esotico. Una delle qualità del marketing è la chiarezza. Il Salento pur nelle sue molteplici differenze che vanno viste come valore e non disva-
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lore, deve perseguire una strategia sopraterritoriale che promuove infrastrutture comuni che mettano in rete i piccoli centri che sono i destinatari di un turismo nuovo che si sta affacciando nella nostra realtà, penso al turismo lento, enogastronomico, ad un turismo del mondo arcadico. Promuovere eventi nuovi e originali spalmati in tutto l’arco dell’anno intercettando la “moda” del momento. Perchè il turismo è “moda” e i gusti cambiano. Quello che oggi può funzionare domani è già vecchio. In suo articolo del 2004 intitolato “Il folklore in processione alla Bit di Milano” pubblicato su La Repubblica, definiva “patetica gara del pittoresco” la partecipazione delle varie regioni, in primis la Puglia, alla BIT di Milano. In otto anni cosa (e se) è cambiato nell’organizzazione e partecipazione all’evento? Quell’articolo aveva lo scopo di far riflettere un poco su gli sprechi inutili che a volte gli Enti pubblici, diciamo in buona fede, fanno trascurando i tanti aspetti legati alla promozione di un territorio. L’Amministrazione Errico ha cercato di ridurre il più possibile le spese e delegare l’organizzazione delle fiere e la promozione del territorio ad un unico Ente, l’ APT, che facesse da traino e collante fra tutti i comuni e tutte le realtà che desideravano partecipare a un progetto unitario e quindi di più ampio respiro. Faccio un esempio: Francavilla, Mesagne, Oria tre contenitori di arte, storia, cultura, enogastronomia, interessantissimi, non riescono ancora a fare un progetto serio insieme che possa permettere di “vendere” il territorio turisticamente. Un vero peccato! A suo giudizio cosa si dovrebbe fare per valorizzarne le bellezze naturali, il patrimonio storico ed eno-gastronomico della città di Brindisi e della sua provincia così da trasformare questi elementi in una formidabile opportunità di crescita e investimento? Brindisi negli anni ‘60 fece una scelta che andava in direzione opposta allo sviluppo turistico e ancora oggi ne paga le conseguenze. Con questo non voglio dire che Brindisi non sarà mai città turistica, ma che fino ad oggi non ha mai avuto una strategia turistica convincente. Da Brindisi, fino a qualche anno fa, transitavano migliaia di turisti diretti per Giuseppe Palasciano la Grecia. L’attività turistica della città si è fermata al proliferare di bar, pizzerie e alle innumerevoli agenzie di viaggio sull’asse stazione- porto, nulla di più. Non ci si è preoccupati di promuovere le bellezze artistiche, culturali, enogastronomiche della città e del territorio. È chiaro che come l’imbarco per la Grecia è stato trasferito a costa Morena, Brindisi è caduta nell’oblio turistico. Nulla si era seminato nulla si è raccolto. Il territorio di Brindisi ha tutte le potenzialità che un territorio turistico deve avere. Bisogna tirarle fuori, bisogna che tutti gli operatori del settore lavorino per raggiungere un obbiettivo comune che è quello di creare una solida economia turistica ma questa la si raggiuge solo se si rispetta l’arte, la natura, la cultura di un luogo, la sua storia, la sua enogastronomia. La programmazione turistica non può avere i tempi della politica perché si corre il rischio che, prima ancora che si attui, un programma sia già superato.
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Marketing territoriale
IL BRAND “FILIA SOLIS” L’
obiettivo dello sviluppo del turismo nelle Terre del Salento è certamente condiviso da tutte le componenti istituzionali e sociali del territorio, ma per raggiungerlo occorrono strumenti operativi efficaci ed efficienti. Importante è, altresì, l’esigenza di mettere in sintonia servizi di accoglienza, di promozione e di commercializzazione con il prodotto turistico. Da queste considerazioni è nata la forte esigenza di istituire “Filia Solis”. La terra di Brindisi è uno straordinario invito a scoprirne i luoghi, a coglierne le suggestioni, a viaggiare nella sua varietà di ricchezze. È la terra dove le Murge si assottigliano e declinano su un’infilata di ulivi e di pietre, dove il tempo ha ritorto i tronchi e acceso il bianco dei borghi di calce, dove la discesa sul mare ha trasformato i nostri porti in un crocevia di scambi e di incrocio di civiltà. Il tempo ha fatto la sua parte consegnandoci paesaggi, di colori e di culture, che oggi ambiscono a diventare l’approdo ideale per “cercatori di bellezza”, più che per semplici turisti. L’adozione dello specifico marchio del territorio brindisino e del relativo logo, rappresentano la prima azione del più complesso “piano di marketing territoriale” di cui la Provincia di Brindisi ha deciso di dotarsi al fine di avviare un percorso di valorizzazione delle proprie risorse. Grazie al marchio “Filia Solis” sarà possibile condividere un modello di gestione del mercato turistico che risponda a criteri di marketing e di professionalità e che trasformi il turismo in una risorsa per la cultura in senso ampio, intendendosi l’insieme dei valori del territorio e quindi il paesaggio, il patrimonio storico-architettonico ed artistico, i prodotti artigianali, l’enogastronomia, il folclore e le attività culturali. Massimo Ferrarese - Presidente della Provincia di Brindisi
una scommessa vinta
intervista a Pietro Mita assessore provinciale con delega al Marketing territoriale Il marchio di caratterizzazione del territorio della provincia di Brindisi “Filia Solis” è stata la prima azione del più complesso “piano di marketing territoriale” di cui la Provincia di Brindisi si è dotata per avviare un percorso di valorizzazione delle proprie risorse. A distanza di un anno, la scommessa si può dir vinta? Assolutamente si. I dati forniti da Aeroporti di Puglia evidenziano uno straordinario incremento del traffico passeggeri dello scalo brindisino, incremento che è anche (e sottolineo anche) frutto del lavoro di promozione del territorio da noi svolto non solo in ambito nazionale. A distanza di un anno dall’adozione del brand di identificazione del territorio brindisino in Italia e all’estero, posso ritenermi più che soddisfatto. I risultati positivi ci sono stati e continuano ad esserci, il che gratifica l’impegno ma è anche uno sprone ad andare avanti. Stiamo già lavorando per ampliare le proposte sui mercati esteri. Nel piano di marketing in via di definizione sono contemplate varie proposte, dal turismo religioso alle attrattive naturalistiche e produttive in generale. Un comparto su cui puntiamo molto è ad esempio quello enogastronomico. La nascita della Fondazione “Dieta Mediterranea Onlus” rappresenta un passo importantissimo in tal senso, siamo riusciti a coniugare promozione di un sano e corretto stile di vita e valorizzazione della tipicità e della qualità dei prodotti della nostra terra. Cerchiamo inoltre di diversificare l’offerta investendo su segmenti di mercato precedentemente non presi in considerazione. Il fine ultimo è ovviamente quello di creare un percorso di promozione e di conoscenza del territorio che renda la nostra provincia particolarmente attrattiva dal punto di vista tu-
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ristico, moltiplicando le occasioni e le opportunità di sviluppo sociale e culturale. Negli ultimi anni si è tentato di avviare una strategia comune per la promozione del Grande Salento. Lei stesso ha incontrato più volte gli assessori con delega al Marketing territoriale delle Province di Lecce e Taranto. Durante questi incontri sono state individuate due linee d’azione principali: infrastrutture e promozione territoriale. L’azione comune delle tre province continua? La fase di confronto e collaborazione continua nel modo più assoluto al fine di individuare operativamente i punti in comune su cui lavorare in sinergia. È cruciale che le Province lavorino in sinergia per manifestazioni turistiche di rilievo. Partecipare alla BIT di Milano in unico stand messo a disposizione dalla Regione Puglia per tutte e tre le province jonico-salentine, non solo permette alle Amministrazioni di ammortizzare le spese, ma anche di dare del territorio una immagine vincente. In passato Comuni come Cisternino o Martina Franca non si sentivano rappresentate dal brand Salento, oggi sono fianco a fianco nel promuoversi, così come i comuni della provincia brindisina si sentono rappresentati da un unico marchio di caratterizzazione del territorio. Si è riusciti a far sistema e presentarsi ad appuntamenti importanti, sia a livello nazionale che internazionale, uniti e con un piano di attività e proposte concrete. Una svolta, a mio parere, di grande rilevanza sociale e culturale. A proposito della BIT, c’è chi sostiene che la partecipazione all’evento sia sinonimo di sprechi inutili. Io dico invece che occasioni simili, in cui Regione, Provincia, Came-
Alessandra Caputo
"F
ilia Solis, ave, nostro gratissima cordi". Per Federico II Brindisi era “figlia del sole”. L’uomo passato alla storia per aver “stupito il mondo” ne era rimasto stregato a tal punto da eleggerla a meta prediletta. Otto secoli dopo, l’appellativo vergato in versi dall’imperatore svevo torna alla ribalta non più sinonimo della bellezza di una terra baciata dal sole, o meglio non solo. “Filia Solis” è oggi il principale brand di identificazione del territorio brindisino in Italia e all’estero. Un marchio (e un logo) di caratterizzazione, pensato e voluto dall’Amministrazione provinciale per valorizzare un sistema territoriale di qualità. Azioni mirate e una comunicazione capace di valorizzare le potenzialità e le caratteristiche culturali e ambientali del territorio, le linee guida. Il complesso piano di marketing territoriale è in progress, ma già si contano diverse iniziative: la partecipazione dei comuni della provincia brindisina a importanti eventi, fieristici e non, in Italia e all’estero (tra gli altri, la BIT di Milano, il Magic Italy in tour a Parigi, la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico a Paestum, i Campionati Europei di atletica leggera a Barcellona), l’adesione a progetti di promozione turistico-religioso e culturale (ultimo in ordine di tempo quello denominato “Patroni di Puglia” interamente finanziato dalla Regione Puglia), l’intensificarsi di relazioni con Paesi possibili partner (una delegazione di giornalisti russi appartenenti alle testate principali del Paese è stata ospitata per quattro giorni in città, dal 2 giugno al 4 al agosto 2012 un volo diretto collegherà Brindisi a Helsinki e porterà ogni sabato 140 turisti nel Salento). Obiettivi dichiarati, la destagionalizzazione dei flussi turistici e l’incentivazione di una più completa fruizione dei beni monumentali, artistici, archeologici e naturalistici di Brindisi e della sua provincia, che siano da volano per uno sviluppo che abbracci diversi settori dell’economia locale.
ra di Commercio, GAL (Gruppi di Azione Locale) e operatori turistici partecipano insieme, non devono esser perse. La Borsa internazionale del turismo non è una vetrina per assessori e consiglieri, ma una ghiotta opportunità per raccontare Pietro Mita il territorio a 360 gradi, costruire e consolidare relazioni economiche e di affari e favorire l’incoming turistico. Quello che cerchiamo di fare è incentivare la partecipazione dei nostri operatori, dar loro l’opportunità di incontrare direttamente buyers stranieri e tour operator italiani e creare legami che abbiano poi ripercussioni positive sul territorio. Una delle critiche rivolte all’Amministrazione provinciale è quella di utilizzare soldi per il Marketing Territoriale “in maniera personale e senza scrupoli”. La sua risposta? Le critiche sono sempre ben accette se costruttive, il confronto ritengo aiuti a crescere e migliorare. Detto questo, riguardo il caso specifico semplicemente non sono d’accordo. La strategia adottata dall’Amministrazione provinciale ha avuto riscontri positivi riconosciuti anche da importanti Associazioni di categoria come la Confesercenti. Abbiamo voluto un tavolo di discussione allargato anche ad altri soggetti del territorio, quali APT, Camera di Commercio e associazioni di categoria, abbiamo incentivato i collegamenti con il nostro territorio, sfruttando a pieno le potenzialità dell’aeroporto di Brindisi, attraverso l’istituzione di nuove rotte, con un occhio di riguardo alla Russia e ai paesi dell’est, abbiamo promosso la necessità di abbandonare l’individualismo e fare sistema al fine di rendere le azioni di promozione più efficaci, ottimizzando le risorse. I risultati conseguiti sono stati tanti e sono sotto gli occhi di tutti. Interno della fiera BIT di Milano
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3 febbraio 2012
Marketing territoriale
Alessandra Caputo
PARTIRE DALL’ESISTENTE Intervista a Nicola Zizzi presidente “The International Propeller Clubs di Brindisi"
I
n un momento storico non certo facile come l’attuale, per Brindisi l’alternativa per fronteggiare lo scenario generale di crisi potrebbe essere riscoprire e valorizzare la vocazione portuale? Dobbiamo partire intanto dall’esistente guardando di Brindisi la favorevole collocazione geografica, la conformazione morfologica del porto. Non ci vuole nessun esperto per cogliere in questi elementi delle sfide, ma anche delle opportunità pazzesche. È in corso una trasformazione dell’economia che va oltre la globalizzazione e il discorso che si era andato consolidando sul finire del secolo scorso di un Oriente che produce e di un Occidente che consuma. Dietro scenari anche violenti come le rivolte che insanguinano il Sud Africa, si celano significativi cambiamenti che nei prossimi anni dovrebbero far diventare l’Africa un mercato non solo di fornitura di manodopera a basso costo e di estrazione di materie prime pregiate, ma anche uno snodo importante per le merci. I porti africani sono dieci volte più economici dei porti europei, il che farà di loro in un futuro prossimo il punto in cui andranno a confluire quei flussi merci che oggi tendono a essere movimentate attraverso il Nord Europa e l’Europa mediterranea. Questo avrà come conseguenza una forte concorrenza tra i porti africani e gli altri porti che si affacciano sul Mediterraneo, penso ai Balcani, alla Grecia e ovviamente all’Italia e a Brindisi. La nostra città dovrà farsi trovare pronta per fronteggiare questo scenario e una concorrenza che tenderà a sfruttare, oltre alla posizione geografica e ai propri gradi di infrastrutturazione, anche la capacità di inserirsi in questa competizione. Per fare in modo che il porto di Brindisi possa ricevere
http://youtu.be/poNB9WfA1ec
queste merci in condizioni competitive e convenienti servono reti logistiche, collegamenti con l’entroterra, retroportualità in grado di monitorare queste merci e farle scorrere velocemente verso le destinazioni finali, snellimenti della burocrazia. È una sfida su cui si può lavorare, soprattutto perché noi oggi la immaginiamo come possibile. Negli ultimi anni a Brindisi si è puntato sulle navi da crociera, tentativo rivelatosi poi fallimentare. A suo parere cosa in concreto si potrebbe o dovrebbe fare per sviluppare il traffico crocieristico non legato a presenza episodiche come, di fatto, è stato? Dovremo sfruttare il vantaggio di avere un entroterra particolarmente appetibile dal punto di vista turistico e un bacino portuale che in teoria permetterebbe la realizzazione di un terminal crocieristico. Nel porto interno ci sono infatti degli ormeggi, il canale Pigonati, che è il canale d’ingresso alla città, è largo 110 metri quindi non costituisce un ostacolo all’ingresso delle navi da crociera nel porto. I problemi sono legati alla evoluzione di queste navi e alla realizzazione di strutture a terra sulla base di quello che già c’è. A tal riguardo noi come Propeller abbiamo elaborato e portato all’attenzione delle amministrazioni competenti una proposta. Mediante l’allargamento di una parte del canale Pigonati, qualche migliaio di metri quadri, è possibile rendere utilizzabile il porto interno anche a navi di nuova generazione ed è possibile individuare due ormeggi, uno alla Stazione Marittima, quella storica, l’altro, una volta fatto quel riempimento del tratto non ancora banchinato, davanti al capannone ex Montecatini e utilizzare il capannone stesso per realizzare, in concomitanza con l’accosto,
una stazione di transito dei passeggeri. Non riteniamo che un’opera del genere comporti grossi costi e grossi interventi e siamo convinti che disporre di una simile opportunità potrebbe essere appetibile per le compagnie di crociere. Consentirebbe infatti di servire il passeggero con una seria di opportunità, ad esempio di istradamento, perché abbiamo l’aeroporto che può costituire una base di arrivo e di partenza dei passeggeri, e sfruttare la vicinanza di Brindisi a località turisticamente appetibili come la Valle d’Itria e il Salento. Considerando anche il costo non proibitivo per realizzare la nostra proposta, con quelle che sono le necessità di infrastrutturazione, potrebbe essere una proposta vincente e realizzabile in tempi brevi. Ha fatto notizia l’esclusione del porto di Brindisi dalle nuove direttrici di traffico dell’Unione europea. Per la città l’ennesima sconfitta? Sono situazioni in cui si paga un prezzo sicuramente pesante, in questo caso non poter disporre di finanziamenti comunitari prima previsti. L’alternativa è inventarsi opportunità di traffico, di valorizzazione delle nostre banchine e delle nostre infrastrutture realizzabili con altri capitali. La cosa è possibile lì dove c’è un interesse economico. Avere un finanziamento non dovrebbe essere impossibile se questo finanziamento ha un ritorno per il privato, per l’operatore e anche per l’investitore. L’esclusione del porto di Brindisi dalle nuove direttrici di traffico dell’Unione europea è senz’altro un’occasione persa e va rimarcata come tale, ma bisogna guardare avanti perché non serve a nessuno recriminare e far polemiche. Bisogna incassare e cercare di rimediare.
e la logistica, attirare, tramite una efficace politica di marketing territoriale, il traffico crocieristico, razionalizzare il settore energetico portuale. Pianificati una serie di interventi, simulate previsioni e ipotesi di trasformazioni. Tutto rimasto sulla carta. Qualche raro e occasionale intervento, ma nulla di organico e progettualmente significativo. Mentre a Brindisi tutto tace, fatta eccezione per altisonanti proclami nell’ambito delle consultazioni amministrative per l’elezione del sindaco e dei consiglieri comunali, inaspettatamente è da Roma che arriva l’input. A inizio gennaio il governo Monti ha approvato una mozione presentata dal presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, insieme ad altri parlamentari, riguardo le “iniziative per il completamento del corridoio Baltico-Adriatico lungo la dorsale adriatica”. Il documento impegna il governo ad assumere iniziative in tutte le competenti sedi dell’Unione europea e a concertare con i governi nazionali degli Stati che gravitano nell’area adriatico-ionica, tutte le iniziative per valutare il prolungamento del corridoio (attualmente previsto da Helsinki fino a Ravenna) fino
alla Puglia, comprendendo anche le regioni Molise, Marche e Abruzzo. Si chiede inoltre di inserire in questo contesto i porti di Ancona, Bari e Brindisi. Al momento si tratta solo di una mozione, è vero, ma anche di un monito agli amministratori locali e alla locale Autorità portuale, agli enti pubblici e alle associazioni di categoria a mettere in campo e realizzare scelte strategiche volte a riqualificare e modernizzare il porto brindisino, ad elevarne i livelli di competitività, a sfruttarne al meglio le indubbie potenzialità legate alla collocazione geografica e conformazione naturale (è uno dei pochi porti mediterranei che possiede una grande e poco sfruttata retroportualità). è necessario (e si può) inserire Brindisi in un contesto più ampio rispetto all’attuale, puntando su quella che storicamente è sempre stata una risorsa. In un momento come l’attuale in cui si assiste in città alla scomparsa del traffico crocieristico e al calo sulla direttrice Albania, e si invoca a gran voce la ripresa degli investimenti in opere pubbliche per dare slancio all’economia, ogni possibilità, anche la più remota, è un’occasione da prendere al volo.
IL PORTO DI BRINDISI Il rilancio delle attività portuali e la riqualificazione del fronte a mare per promuovere lo sviluppo e il rinnovamento urbano. Potrebbe essere questa la “ricetta” per fronteggiare lo scenario generale di crisi. Una proposta di svolta nella scelta del modello di sviluppo per la città di Brindisi, chiamata ad affrontare nuovi scenari di geografia economica e politica. In un momento storico caratterizzato dalla nascita di nuovi interlocutori oltre l’Adriatico e dalla crescente forza commerciale dell’Europa d’acqua e dell’estremo oriente, l’alternativa potrebbe davvero essere quella di riscoprire e valorizzare la vocazione portuale del capoluogo, naturale crocevia degli scambi commerciali e culturali tra l’Italia, i Balcani e il Medio Oriente. Se ne parla da anni. Autorità Portuale, Comune e Provincia si confrontano (e scontrano) per trasformare un’area dalle grandi potenzialità, al momento inespresse, lasciata per anni in balìa di servitù militari e di fenomeni di abusivismo edilizio, in un moderno terminal multipurpose in cui convivono funzioni commerciali, industriali e di servizio. Tante le idee e le proposte: sviluppare l’intermodalità
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Marketing territoriale
Vincenzo Maggiore
SINERGIA LA PAROLA CHIAVE
IL TERRITORIO SI PROMUOVE UNITI
P
arlare di marketing territoriale a Brindisi può voler dire due cose: barcamenarsi tra i buoni propositi inerenti allo sviluppo di un’area dalle potenzialità illimitate (ma che non trovano riscontro nella realtà) o prendere reale coscienza dei problemi da risolvere per innescare finalmente un graduale e sano processo di crescita. A tal proposito sembra che qualcosa si stia muovendo. Un recente incontro tra il presidente dell’Ente camerale Alfredo Malcarne ed il neo presidente provinciale di Federalberghi Pierangelo Argentieri, alla presenza del direttore di Confcommercio Giuseppe Marchionna e del presidente uscente di Federalberghi Giosuè Barsotti, ha sancito la volontà di muoversi in maniera unitaria, o almeno, di riflettere sull’attuale stato delle cose. Il rilancio del comparto turistico è una prerogativa di cui Brindisi non può fare a meno e per operare un rilancio concreto occorre risolvere due problemi che attanagliano il nostro territorio: da un lato i tagli di Trenitalia, in particolar modo sulle linee notturne, pregiudicano non poco i collegamenti con il resto della penisola; dall’altro la microcriminalità, non certo un bel biglietto da visita per quanti vorrebbero trascorrere le vacanze dalle nostre parti. Fortunatamente “la comunanza di intenti tra la Camera di Commercio e Federalberghi” fa ben sperare. Il presidente Malcarne ha annunciato la volontà di richiedere a breve un incontro al Prefetto di Brindisi, Nicola Prete, per sottoporre il problema della malavita organizzata e per individuare assieme una strategia che non comprometta, più di quanto già non faccia, il turismo, fiore all’occhiello dell’economia locale. In accordo con Malcarne, il presidente di Federalberghi Argentieri ha anche parlato della opportunità di creare un “Forum provinciale del turismo” che metta a confronto tutti i soggetti interessati per raccogliere e valutare le istanze degli albergatori ed individuare le soluzioni alle varie problematiche. “Obiettivo finale di questa azione comune tra Federalberghi e Camera di Commercio è quello di far crescere i numeri, ma per raggiungere tale risultato è necessario che ognuno faccia la propria parte” - afferma Argentieri. Al termine dell’incontro, è stata anche annunciata l’istituzione di due borse di studio destinate agli studenti degli istituti alberghieri della provincia di Brindisi ed intitolate al compianto prof. Raffaele Avantario, titolare dell’Hotel Eden di Torre Canne, già presidente dell’Azienda di Promozione Turistica, nonché presidente dell’AssoFasano, l’associazione degli albergatori locali.
New BIT, New BusINess.
Borsa internazionale del turismo
PUGLIA PROMOZIONE e spot a brindisi INCONTRo con GLI OPERATORI Nel 2010, la scomparsa delle Agenzie per il Turismo, le cosiddette APT, ha dato vita alla creazione di un organismo unico, PugliaPromozione, atto a divenire lo strumento operativo delle politiche regionali in materia di turismo. PugliaPromozione si occupa di promuovere le valenze del territorio e qualificare l’offerta turistica favorendone la competitività sui mercati internazionali, incrociando l’offerta territoriale regionale e i mediatori dei flussi internazionali di turismo. Turismo inteso in maniera globale, con ampio spazio dedicato al turismo sostenibile, slow, enogastronomico, culturale, giovanile, sociale e religioso. Una valorizzazione del territorio nelle sue diversità, favorendo, sulla base di specifici obiettivi, lo sviluppo occupazionale stabile nel settore turistico. Oggi, PugliaPromozione rende attiva la sperimentazione di SPOT, acronimo di Sistema Puglia per l’Osservatorio Turistico, un importante progetto di innovazione e semplificazione del processo di trasmissione dei dati di presenza turistica da parte delle strutture ricettive regionali. L’obiettivo è semplice: grazie alla informatizzazione del sistema di
Francesco Marchionna comunicazione tra gli attori coinvolti (strutture ricettive, uffici regionali/ provinciali, organi di Pubblica Sicurezza) si ridurrà la complessità organizzativa ed i costi gestionali della rilevazione statistica, utilizzando la rete Internet, avendo a disposizione i dati giornalieri delle presenze turistiche a vantaggio di una migliore programmazione turistica e territoriale. L’adesione definitiva, da parte delle aziende, all’utilizzo di SPOT contribuirà a creare un importante vantaggio, in quanto consentirà di assolvere all’obbligo di legge di consegna dei dati del movimento turistico in modo veloce e corretto e, con un unico inserimento, anche agli obblighi di pubblica sicurezza. SPOT aiuterà inoltre a ottimizzare la trasmissione di informazioni fondamentali per pianificare le strategie territoriali per il turismo e per programmare la destinazione delle risorse e le attività di marketing. Del progetto, e non solo, si è discusso il 2 febbraio presso la Camera di Commercio di Brindisi nell'ambito di un incontro tecnico rivolto agli operatori del settore ricettivo. Presenti, l’Agenzia Regionale Pugliapromozione, Innovapuglia e le Camere di Commercio pugliesi.
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3 febbraio 2012
Promozione del territorio
Alessandra Caputo
turismo settore strategico
MA OCCORRE DESTAGIONALIZZARE
“N
ell’attuale difficile congiuntura, il turismo ha confermato il suo ruolo strategico per l’economia italiana”. Con queste parole l’ex Ministro del turismo, Michela Vittoria Brambilla, ha commentato l’andamento dell’estate 2011. Tutti d’accordo: non c’è crisi politica (o di immagine) che tenga, per l’Italia il settore turistico resta un comparto economico di prima grandezza. A confermarlo sono i dati. Quelli dell’Osservatorio Nazionale del Turismo relativi all’andamento del trimestre estivo (giugno, luglio, agosto) 2011 assicurano sogni tranquilli. La quota di camere vendute è cresciuta, rispetto all’estate 2010, del 2,9% a giugno, del 3,7% a luglio e del 5,4% ad agosto. Tra le diverse aree del Paese, la migliore performance è stata registrata nel Nord est, mentre il Centro e il Sud Italia, dopo un giugno incerto, hanno conosciuto notevoli incrementi nei mesi di luglio e agosto. A caratterizzare l’estate 2011 anche un rinnovato interesse dei turisti stranieri verso il nostro Paese. La quota di clientela internazionale nelle strutture ricettive è cresciuta sia nel comparto alberghiero che nell’extralberghiero, con particolare incidenza negli hotel a 5 stelle (da 46,4% a 56,2%) e negli agriturismi (da 36,5% a 41,6%). Germania, Francia e Olanda, che ha superato, per importanza, il Regno Unito, i principali mercati di provenienza. Nel mese di agosto, ben sei regioni hanno raggiunto o superato l’80% delle camere vendute: Alto Adige, Puglia, Veneto, Marche, Toscana e Liguria. Il tacco d’Italia si conferma una delle mete estive preferite ponendosi al secondo posto nella graduatoria nazionale. Tra le aree che si difendono meglio ci sono il Salento, la Valle d’Itria e parte del Gargano. Nel brindisino è la costa di Ostuni quella che registra il numero di presenze maggiori. Oltre alla bellezza marcatamente mediterranea della città bianca, è tutta la costa da Fasano a Carovigno che si conferma come una tradizionale meta per il turismo familiare. Un successo che conferma il trend positivo di questi ultimi anni e premia gli sforzi congiunti della Regione e degli Enti Locali, nonché quelli degli operatori turistici, volti a valorizzare le eccellenze del nostro territorio. Nell’arco di un decennio il Salento è cresciuto dal punto di vista dell’organizzazione e ancor più della promozione, ma all’orizzonte si configurano nuovi obiettivi, in primis la destagionalizzazione del turismo. “Il Salento è riuscito a dare un’idea innovativa della Puglia, non legata esclusivamente al mare, e quindi ad allungare la stagionalità, si potrebbe tuttavia fare di più - ha affermato il vicepresidente di Federalberghi Bari, Francesco De Carlo - Gli operatori del territorio hanno denunciato che molte manifestazioni si svolgono tutte nei mesi classici, già piene di eventi. Non c’è un incentivo per invogliare i turisti ad andare nel Salento anche ad ottobre o ad aprile, bisognerebbe avere ogni due o tre mesi degli eventi importanti in grado di richiamare un turismo diverso, con una capacità di spesa differente”.
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3 febbraio 2012
Daniela De Stradis
terra di vip
le star hollywoodiane prediligono la Puglia
N
essuno, dal divo più osannato al più comune dei mortali, può resistere al fascino di alcuni paesaggi che la Puglia è in grado di elargire, magnanima nel nutrire l’animo umano di bellezze di cui, prima di assaporarle, si disconosceva la portata. La magica atmosfera di una masseria, la frescura di un trullo, il senso di eternità di un uliveto, il calore del sole che si rispecchia nella freschezza del mare. Un canto di sirene a cui nessun Ulisse può sottrarsi, nemmeno se a bordo di uno yacht da sedici metri. La Puglia risponde sempre meglio all’esigenza di vacanze delle personalità di spicco del panorama nazionale e internazionale. Attori, registi, cantanti, politici. La crème de la crème delle riviste patinate sceglie come sfondo l’armonia della costa salentina e i silenzi della campagna incontaminata. Ma non solo. Qualche ‘star’ intende investire sul territorio e le possibilità che questo offre. Marketing territoriale che diventa marketing immobiliare che diventa imprenditoria. Un divo, che rimane affascinato dalla qualità della vacanza, decide in seguito di comprare casa e terreni e di cimentarsi, dopo poco, in un’attività locale considerata ‘esotica’.
Meryl Streep, indimenticabile protagonista de “Il Diavolo veste Prada” e premio Oscar per “Kramer contro Kramer” e “La scelta di Sophie”, è l’ennesima star di Hollywood a essere rimasta affascinata dalle bellezze pugliesi. La nota attrice ha scelto Tricase, esattamente zona Mito, come luogo dove trascorrere le vacanze. Dopo aver preso contatto con varie agenzie immobiliari per visionare alcune case tra Tricase e Vignacastrisi, ha optato per la serra del Mito, nel cuore del Parco Naturale Regionale “Costa di Otranto - Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase”, sulla cima del fianco dirupato della falesia, mirabile esempio di paesaggio naturale salentino, con secolari querce vallonee, uliveti terrazzati, muretti a secco e pajare.
È stato Tiggiano, minuscolo paese salentino di tremila anime, a due passi da Santa Maria di Leuca, ad affascinare Helen Mirren. L’attrice premio Oscar per il film “The Queen”, ospite nel 2010 della rassegna “Salento International Film Festival” insieme al marito, il regista Taylor Hackford, è stata sedotta della campagna salentina avvolta nel piacevole tepore settembrino. “Ha avuto una specie di folgorazione - racconta Gigi Campanile, fondatore della rassegna - e ha subito deciso di comprare casa”. La scelta é ricaduta sulla masseria “Matine”, nel feudo di Tiggiano. Una splendida residenza di circa 500 metri quadrati, appartenuta ai principi Gallone, che, con le sue corti parzialmente diroccate, mantiene inalterato il suo fascino antico.
Il famosissimo regista italo-americano Francis Ford Coppola, due volte premio Oscar per “Il Padrino” e “Il Padrino – Parte II”, ha acquistato un casolare poco distante dalla bellissima costa ionica, precisamente ad Ugento, nella zona che è conosciuta, a livello internazionale, come le “Maldive d’Italia”. Un ritorno alle radici per il celebre regista, il cui amore per l’Italia è ben noto. “Io mi sento italiano al 100% e lo si vede anche nel modo in cui ho cresciuto i miei figli: ho tramandato loro la tradizione e il senso della famiglia. Mi rammarica non potermi riunire più spesso con loro e con tutti i miei nipoti” . Legame, quello tra Coppola e la sua terra d’origine, palese fin dall’ infanzia, come svela la madre del regista. “Francis è sempre stato innamorato dell’Italia. Il mio unico rammarico è stato di aver americanizzato proprio il suo nome, lui che, tra i miei tre figli, è il più attaccato alle sue origini”.
Gerard Depardieu, insuperabile attore-guascone francese, ha finalmente acquistato, dopo un anno di meticolose ricerche, una splendida casa nel centro di Lecce. Lo si può incontrare tra le strade della movida del capoluogo, magari mentre sorseggia un buon vino in compagnia di amici.
Tra i vip di casa nostra i primi a non resistere al fascino dei trulli furono Paola Barale e Raz Degan, che nelle campagne tra Ostuni e Cisternino ci vivono ormai da anni. Freschi “inquilini” della zona sono invece Riccardo Scamarcio e Valeria Golino, coppia sul set e nella vita, interessati a una masseria nel cuore della Marina. Nelle campagne limitrofe, Emilio Solfrizzi sta ristrutturando un trullo, mentre Marisa Laurito ha puntato su una costruzione rurale con uliveto, con l’intenzione di dedicarsi alla produzione di olio extravergine. E ancora Serena Dandini, che passa le sue vacanze nella residenza di Marittima e Milo Manara che ogni anno trascorre le sue vacanze a Santa Maria al Bagno.
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3 febbraio 2012
Promozione del territorio
Il marketing e le nuove
e l'italia arranca
L
a globalizzazione ha prodotto un avvicinamento dei mercati ma anche la necessità di mantenersi assolutamente competitivi al di fuori dei confini nazionali. La concorrenza spinge i governi e le imprese locali ad adottare strumenti in grado di distinguersi e far la differenza. Lo sviluppo del governo elettronico offre un nuovo “campo di battaglia”. IlWeb Marketing territoriale è una pratica relativamente nuova, sintesi fra due tendenze piuttosto marcate degli ultimi due decenni: il progresso delle cosiddette ICT (Information Communication Technologies) e lo sviluppo del concetto stesso di “marketing”. Solitamente le attività si traducono in primis con la pubblicazione di un progetto, poi nella realizzazione di un sito internet e nella sua promozione. Unica la strategia: ottenere massima visibilità sfruttando la Rete. Internet è un fenomeno di massa ormai da quasi dieci anni, diventato parte integrante e fondamentale della vita quotidiana. La comunicazione Web, rendendo accessibile ad un pubblico molto ampio una quantità di dati prima impensabile, e aprendo la strada a nuovi tipi di interazione, ha completamente riconfigurato il mondo della comunicazione informale ed istituzionale. Una “rivoluzione” che non poteva non investire il modo di fare promozione. Il turismo è infatti uno degli argomenti che più si tratta in Rete. Aumentano le prenotazioni online e le applicazioni dedicate all’e-tourism (la commercializzazione online dei servizi turistici), i Social Media, le Reti Sociali e i Social Network hanno cambiato profondamente le modalità dell’organizzazione dei viaggi. I turisti non si accontentano più di conoscere un territorio attraverso i canali ufficiali, vogliono avere informazioni approfondite e sempre aggiornate sui luoghi da visitare da chi in quei luoghi c’è già stato o ci vive. Se l’informazione si trasmette sempre più attraverso il Web è in Rete che bisogna promuovere il territorio con una immagine che sia l’anima e il motore delle sue peculiarità e bellezze. La vera sfida è riuscire ad avere informazioni di qualità, precise, se possibile con feedback immediato del turista o visitatore e presentare il territorio in modo completo e accattivante, venendo incontro alle esigenze dell’utenza. Nel far questo il Web si rivela strumento eccezionale. Grazie a Internet è possibile creare dei percorsi ipertestuali attraverso le eccellenze del territorio, un sito web permette un aggiornamento continuo dei contenuti con la possibilità di tenere viva l’attenzione del pubblico con newsletter e feed rss, con l’avvento del web 2.0 il portale turistico si può aprire anche ai contributi degli appassionati e delle persone del luogo che possono arricchirlo facendo sì che esso sia una reale espressione del territorio. Peccato che tutto questo in Italia sia ancora appannaggio di poche realtà non collegate fra loro e non validamente supportate dallo stato e dagli enti locali (salvo felici eccezioni. Mentre in Francia, Spagna, Germania e Olanda si fa sistema affidando a professionisti della rete il compito di sviluppare insieme alle realtà locali un valido complesso di siti e servizi web collegati fra loro in un network, in Italia l’e-commerce è frenato nella sua crescita da una legislazione non adeguata e in alcuni casi punitiva, la diffusione della banda larga è ancora scarsa e i costi dei servizi sono spesso superiori alla media europea.
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3 febbraio 2012
Simone Aretano
tecnologie esempi virtuosi
tER E LE SUE MAPPE TER (acronimo per Turismo Emilia Romagna) è un circuito di canali social per la promozione turistica RER nato da una iniziativa di Apt Servizi ER. Diverse le ragioni dietro il progetto: strutturare presenza RER nel web sociale; alimentare la conversazione su attività turistiche e culturali; ascoltare e imparare a conoscere i pubblici di riferimento. La struttura è decentrata con diversi canali (FB, blog, TW, FF, YT ecc…) complementari tra loro e ha una regia editoriale centralizzata. I contenuti riguardano testi e multimedia provenienti da qualsiasi hub pubblico o privato che lanci notizie rilevanti per il turismo regionale. Dall’attivazione, il progetto è cresciuto in maniera continua e sostenuta attraverso l’attivazione di partnership con altri soggetti del territorio, la creazione di nuovi canali, l’apertura a nuove comunità linguistiche (Blog: 600 visite medie giornaliere, Twitter: 399 iscritti (feedIT), 202 (feedENG), 137 (feedDE), Facebook: 2550 fan e 120 interazioni, 75 fan e spiccioli di interazione pagina DE). Due gli obiettivi futuri: aumentare il grado di coinvolgimento “attivo” utenti e “servire le nicchie”.
BOLOGNA SI TAGGA
Fulvio Fortezza, docente di Marketing presso l’Università di Ferrara e l’Università di Urbino, e fondatore dello studio di ricerca e consulenza di marketing Experyentya Sicuramente il Marketing, in generale, è ad una svolta, perché il “terreno di gioco” è fortemente cambiato. Molte regole e prassi sono messe in discussione. In Italia si parte (come spesso accade) da una situazione di netta arretratezza. I motivi sono molteplici e vanno rinvenuti sia nell’atteggiamento dei policy maker, sia nell’inefficacia di molti “esperti di marketing”, che credono - riduttivamente e pericolosamente - che fare il marketing del Territorio significhi solamente imbastire qualche iniziativa di comunicazione, con questo o quell’altro testimonial di richiamo. È una logica vecchia, che ha stancato. Fortunatamente il web 2.0 (il web del dialogo e della partecipazione) mette a nudo queste pecche e segna profondamente il distacco fra le vecchie e le nuove pratiche di marketing (nella fattispecie del territorio), per un motivo su tutti: il web 2.0 impone di “fare marketing”, non più solo comunicazione, perché in questi nuovi “spazi” la comunicazione va di pari passo con la raccolta di informazioni di mercato, la gestione dei segnali di valore, le politiche di retention. http://bit.ly/zotrMw
Tag bologna è un progetto del laboratorio marketing territoriale nel web 2.0 riservato agli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Scienze della comunicazione pubblica e sociale dell’Università di Bologna, e ha come caso studio Bologna e Bologna sul web. Il laboratorio prevede di mappare tutte le iniziative che promuovono il territorio e i citizen journalist bolognesi per iniziare una ricognizione della reputazione della città su web, monitorando e alimentando il materiale taggato Bologna. L’idea centrale è offrire la possibilità di sperimentare, learning by doing, l’uso del web 2.0 che, attraverso uno studio costante settimana dopo settimana, si tramuta in operatività. TagBoLab è infatti un prodotto editoriale on line, una campagna di promozione territoriale e una ricerca sul territorio. Gli studenti – applicando giorno per giorno il know how, attraverso un sistema di comunicazione integrato – si appropriano di una nuova competenza professionale mettendo in atto una campagna di comunicazione territoriale, diventando un gruppo di lavoro che sperimenta, con obiettivi e compiti, le attività di una redazione attiva nei social media, conoscendo e bilanciando rischi, opportunità, letteratura di riferimento e buone pratiche esistenti. Gli studenti di comunicazione devono essere in prima linea per proporre consapevolmente le prassi corrette, soprattutto in ambito pubblico e sociale visto che sono i project manager di domani. Anche attraverso i numerosi ospiti che settimanalmente il laboratorio accoglie, l’obiettivo di TagBoLab è non solo entrare nelle dinamiche del web ma anche farvi concretamente parte. I risultati? Oltre ai considerevoli accessi al sito, la collaborazione con enti pubblici e aziende testimonia la qualità del lavoro. Durante l’anno in corso, TagBoLab si pone l’obiettivo di valutare le iniziative di marketing territoriale, in particolare gli eventi, anche dal punto di vista ambientale. Il punto d’arrivo: delineare un modello di evento sostenibile da organizzare a fine del lab, cioè per fine maggio. http://www.tagbolab.it/
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3 febbraio 2012
Progettazione e Realizzazione di spazi verdi Manutenzione Verde Pubblico e privato FORNITURE di piante fiorite e piAnte grasse Espianto alberi
L’azienda si avvale delle più moderne tecnologie ed attrezzature usate nel settore, come piattaforme aeree con altezza fino a 22 metri, camion con gru di diversa portata di sollevamento, escavatori skid loader di ultima generazione ed altra attrezzatura di avanguardia con regolare certificazione e in pieno rispetto delle normative che regolano il trasporto dei rifiuti vegetali presso le discariche autorizzate. Le aziende ALMIVERDE SERVIZI e VIVAI CATAMO si estendono su una superficie di 12.000 mq site alle porte della città di Torchiarolo in C. da Faraschita a 28 metri sul livello del mare, gode di un clima particolarmente mite che consente la coltivazione sia in serra che in campo aperto di un gran numero di specie vegetali ortive, ornamentali comprese quelle tropicali. All’interno si trovano un Garden Center di 1.000 mq e 13.000 mq di serre per la coltivazione di giovani piante, inoltre l’azienda completa la sua gamma di prodotti con la commercializzazione di alberature come agrumi, ulivi, carrubi, ficus, grevilee, jacarande; fontane artistiche in pietra; ciottoli in pietra e vetro colorato; piscine in resina e vasi artistici per interno ed esterno.
ALMIVERDE SERVIZI SRL E VIVAI CATAMO professionisti nel settore ortoflorovivaistico C.da Faraschita TORCHIAROLO - Brindisi +39 0831 62 09 54 +39 348 3406064
www.almiverde.it
people
Francesco Marchionna
MASSERIE E DINTORNI Marisa Melpignano: IL RUOLO DEL TERRITORIO Psicologa, imprenditrice turistica e titolare di strutture alberghiere mozzafiato sia in Italia che all’estero. Marisa Melpignano, ambasciatrice della Puglia nel mondo, rappresenta oggi un esempio di identità turistica territoriale, come sancito dal premio ‘Filia Solis’ per l’imprenditoria e alla cultura ritirato lo scorso anno. Qual è, secondo lei, da un punto di vista turistico la vocazione della Puglia? La Puglia contempla diverse aree che hanno avuto diverse vocazioni nel corso del tempo. In questo, la provincia di Brindisi risulta avvantaggiata rispetto alle altre. Si è passati da un turismo d’elite, intorno ai Sessanta nell’area della Selva di Fasano, a un turismo di massa, durante gli anni Ottanta e Novanta, grazie ai grandi villaggi turistici nella zona di Ostuni. Villaggi che non contemplavano il territorio nella loro offerta, ma che offrivano al turista ‘pigro’ tutto ciò che gli serviva. Il Gargano e il Salento hanno insistito per un certo periodo di tempo su queste grandi realtà di massa. Oggi queste realtà non trovano più modo di andare avanti perché all’estero, in paesi come la Tunisia ad esempio, si trovano realtà migliori a prezzi più contenuti. Dunque, a mio modo di vedere, il grande villaggio turistico e il cemento che lo accompagna non hanno più attrattiva. Sì, perché oggi il turista che viene sul territorio lo fa per il territorio stesso e dunque non serve a nulla costruire, bensì è necessario recuperare e salvaguardare il nostro paesaggio. Questa è la nostra vocazione. Anche da un punto di vista economico, perché il turista da villaggio turistico non spende i suoi soldi sul territorio, in quanto tutto ciò che gli serve ce l’ha a portata di mano. In tema di marketing territoriale, quali sono le leve su cui dover agire in Puglia e quali invece da evitare? In primis, rispettare il territorio. Comprendere qual è l’importanza del territorio e mettere in moto tutti i meccanismi necessari per la salvaguardia dello stesso. Ognuno deve fare la sua parte, dal singolo cittadino all’amministrazione locale, perché il territorio siamo noi. È inutile utilizzare ancora cemento. È importante invece recuperare i materiali naturali di una volta, la pietra e i muretti a secco. Bisogna salvaguardare gli uliveti e l’immagine che il turista ha del territorio prima di arrivare a Brindisi. Una volta qui, perché poi deve trovarsi dinanzi un’altra realtà? Sì, perché ancora oggi i muretti a secco vengono coperti con delle reti, gli uliveti strappati via per far posto ad altro... e nessuno riesce a imporsi. Bisogna puntare su strutture dalle dimensioni più ridotte, con caratteristiche costruttive locali, o al recupero dei vecchi fabbricati che sono numerosi nella nostra campagna. Gli insediamenti industriali tradizionali che hanno devastato il territorio si sono rivelati un flop per l’economia
locale. Oggi bisogna investire in infrastrutture che aiutino il turismo per dare un' accoglienza d’eccellenza, investendo sui giovani. Quali invece gli scogli che un imprenditore si trova a dover affrontare sul territorio? Beh, il privato cittadino o imprenditore che sia non può lavorare per far rispettare le regole. Pensiamo solo alla viabilità. Strade piene zeppe di buche, scarsa illuminazione, poca segnaletica, parcheggio selvaggio su strade dove non è possibile la sosta. I Comuni si lamentano continuamente della mancanza di denaro per mettere in atto delle migliorie, ma è anche vero che sono gli stessi Comuni a non applicare sanzioni a chi trasgredisce. Dalle multe si potrebbe fare cassa per mettere in moto qualche meccanismo di perfezionamento. Anche perché, come strutture, noi imprenditori abbiamo tariffe e costi di gestione elevatissimi. Quando si tratta di progetti che provengono da fuori, le autorità di solito rollano tappeti rossi, rendendosi disponibili anche per progetti poco meritevoli. L’imprenditorialità locale non viene guardata con gli stessi occhi. È più difficile lavorare così. Gli addetti ai lavori pugliesi hanno oggi una formazione adeguata? Rispetto al passato, sicuramente sì. In Puglia, malgrado le bellezze naturali, il boom turistico è arrivato con molto ritardo e, quando è arrivato, ad accoglierlo sono state persone e strutture non preparate. Nel corso del tempo c’è stato un miglioramento. Grazie alle compagnie lowcost, oggi viaggiare è alla portata di tutti. I giovani girano l’Europa e vengono a contatto con tante idee e soprattutto con le lingue straniere. C’è anche chi fa esperienza all’estero come cameriere o altro per un periodo di tempo. È tutto bagaglio che, una volta sul territorio, si rivela utile. Sono invece le istituzioni a dover insistere sul territorio. La Regione Puglia fa poca pubblicità al territorio. Si parla di BIT, ma a mio avviso non serve a nulla. Sono soldi sprecati, non basta andare lì una volta all’anno. E chi ci va poi? Gente che di turismo non sa proprio niente... Si può dunque parlare di una ‘rinascita pugliese’? Pugliese, no. Della provincia di Brindisi, sicuramente sì. La nostra terra è sempre stata deturpata dall’industria, dal contrabbando... Ed è proprio dalla terra che bisogne risorgere, facendo patrimonio di ciò che siamo, delle nostre radici, del nostro paesaggio, senza dover imitare altri modelli.
Fasano - Masseria San Domenico
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3 febbraio 2012
In viaggio nella Terra di Brindisi Speciale turismo
TURISMO: PASSIONE E LAVORO Marketing, cultura e spettacolo CON LA SOCIETà ELICONARTE DI BRINDISI Passione, caparbietà, impegno e voglia di fare contraddistinguono Daniele Spedicati e Chiara Mazza, giovani laureati e specializzati in Beni Culturali, che, con un pizzico di coraggio, nel 2010 fondano Eliconarte e scelgono il loro territorio per dare vita a progetti e iniziative culturali per promuoverlo e valorizzarlo. Al loro secondo anniversario, sono numerose le iniziative che hanno portato avanti e che li hanno contraddistinti grazie anche al sostegno delle istituzioni locali. In primis il tour delle “Minicrociere nel porto di Brindisi” che ha permesso di apprezzare e conoscere la città da un nuovo punto di vista. Dal mare è stato possibile accedere ad alcuni monumenti brindisini scarsamente fruibili come la suggestiva Cappella Sacrario del Monumento al Marinaio d’Italia, poco conosciuta a causa delle rare aperture, e soprattutto il castello Alfonsino-Aragonese, l’attrattiva maggiore. Attirando ogni tipologia di target, il tour ha riscontrato nella sua seconda edizione un enorme successo tanto da formulare una lunghissima lista d’attesa (purtroppo inevasa) di circa 900 persone. Un’altra bella sfida, sempre a contatto con la gente e con l’ausilio di numerosi collaboratori, sono state le visite guidate all’interno del Museo Archeologico Provinciale “F. Ribezzo” di Brindisi, capaci di dare un’identità ai tanti reperti che la struttura custodisce e implementare, con il servizio di accoglienza, front office e visite guidate appunto, il numero dei visitatori nelle aperture straordinarie delle due ultime edizioni di “Città Aperte”. A dimostrazione di come con una valida strategia diretta al sostegno di iniziative che assicurino un’adeguata promozione del territorio, si può determinare un significativo afflusso di turisti. A motivare Daniele e Chiara è la voglia di riappropriarsi del passato per dare un senso al presente, di scavare nella storia per riportare alla luce alcuni degli avvenimenti storici che realmente hanno contraddistinto la città. Questo l’input alla base di un nuovo progetto: seguire le orme di un illustre personaggio storico, Federico II, fortemente legato a Brindisi. Nella Cattedrale della città, l’imperatore svevo convolò a nozze con la giovanissima Iolanda di Brienne, un avvenimento storico così importante che non può che essere rievocato e fatto proprio dai cittadini. L’idea dei due ragazzi è dar vita a una rappresentazione delle nozze che potrebbe attrarre migliaia di persone “perchè Brindisi sa offrire molto soprattutto quando, in un tessuto ricco di storia, cultura e tradizioni, si trova il giusto connubio e quando le autorità preposte credono in iniziative ben progettate e di sicuro successo”. Damiano Tasco
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3 febbraio 2012
ree f a t propos
In viaggio nella Terra di Brindisi
Alessandro Perchinenna
Speciale turismo
NOTTE BIANCA “MEDIEVALE” le nozze di FEDERICO II Siamo stati ad Assisi e discutendo con gli organizzatori del "Calendimaggio" (il più suggestivo evento medievale d'Italia) abbiamo scoperto che basterebbe poco per mettere in scena una spettacolare rievocazione storica. Gli appassionati si muovono in giro per l'Europa anche in cambio di semplice ospitalità. Portono con sé abiti, scenografie, riproduzione di antichi mercati, arte e tanta voglia di divertirsi. Perché allora non far diventare Brindisi meta di appassionati e turisti proponendo una “notte bianca medievale? L’evento rievocativo può essere previsto per la prima settimana di settembre preceduto da un piano itinerante, distribuito nell’arco di un anno, che predisponga alla rappresentazione spettacolare attraverso la formazione e la promozione nelle scuole, la programmazione di convegni e incontri, il coinvolgimento della città attiva con gruppi di lavoro nelle scuole, nelle associazioni e nelle parrocchie, la pubblicazione di iniziative editoriali sul tema e così via. L’idea di fondo è quella di far conoscere il medioevo e le sopravvivenze delle sue culture, in modo partecipato e accattivante. Del resto la storia non è soltanto nei libri: si racconta nelle forme urbane, nei costumi, nelle abitudini e nei giochi, ciò che il progetto intende rievocare attraverso gesti autentici e scenografici di grande effetto. L’idea di rievocare le nozze federiciane secondo una fedele ricostruzione scenografica e dei luoghi può diventare uno degli elementi strutturali più significativi dell’offerta turistica della città di Brindisi, un impulso significativo alla destagionalizzazione dei flussi in considerazione del periodo di realizzazione dell’evento, uno spazio esclusivo nel quale la storia è rappresentata nei suoi versi più affascinanti e spettacolari, purché sia riproposta stabilmente nel tempo. Un appuntamento, insomma, che sappia riportare in forma di rappresentazione la figura e l’opera del più grande imperatore d’occidente, quello Stupor Mundi che seppe porre Brindisi nel cuore del Mediterraneo e farne una strategica porta verso oriente. Lo straordinario rapporto tra Federico II di Svevia e Brindisi può essere letto in chiave di opportunità per il rilancio della città, della sua immagine e di quella del suo porto in particolare, in un quadro più ampio di recupero e di riscoperta delle vocazioni. La manifestazione, intesa a dare risalto agli aspetti più caratteristici e suggestive dell’epoca, oltre a una riedificazione dell’immagine, può assicurare, per i giorni del suo svolgimento, un processo virtuoso a vantaggio del tessuto sensibile del commercio e della ricettività, attivato dalla capacità attrattiva dell’iniziativa. Effetti, dunque, che dispongono a rivitalizzare un sistema che ha bisogno di impulsi differenti ma in grado di convergere verso una strategia di sviluppo tracciata sulla riqualificazione del porto e delle sue attività.
Per proposte sul tema sciveteci: redazione@freebrindisi.it
Federico II resta, a distanza di secoli, una figura ricca di fascino e interesse per le sue opere e le sue influenze: l'idea di
impero, il suo amore per la cultura, intesa universalmente a servizio dell'uomo e contro ogni vincolo legato alla necessità di separare assolutisticamente le culture cristiana, ebrea e musulmana. Personaggio dal grande spessore politico e culturale, ha lasciato tracce oggi ancora visibili in tutto il Sud Italia. A Brindisi esse si impongono con forza alla furia del tempo e della modernità. Il poderoso castello fatto costruire nel 1227 sulle coste del seno di ponente, l'arsenale situato presso il castello, che l'imperatore svevo volle ampliato nel 1240 (poteva ricoverare ben venti navi, la città di Napoli nello stesso periodo poteva contare su un arsenale per otto navi). Nella Cattedrale di Brindisi il 9 novembre 1225 Federico II prese in moglie Jolanda di Brienne, erede della corona di Gerusalemme, dal porto brindisino partì nel 1227 per la Sesta crociata da lui comandata. Affascinato da una terra baciata dal sole, l'imperatore concesse a Brindisi molti privilegi e soprattutto vi fece funzionare una delle due zecche del Regno. Un glorioso passato scolpito nella pietra che può e deve essere una risorsa da sfruttare. Niente di più facile. è sufficiente partire dalle ricchezze di una storia che ha visto Brindisi e la sua terra transito pulsante e vitale di culture e civiltà, riqualificarle, in qualche caso recuperarle dall'inedia e dalla dimenticanza, renderle fruibili e funzionali a un nuovo turismo indotto, che possa assicurare alla città e al territorio uno sviluppo armonico e coerente con la sua memoria, la sua cultura e le sue potenzialità. freebrindisi.it 27
3 febbraio 2012
APPUNTAMENTI IN PRIMO PIANO CARNEVALE DI PUTIGNANO - 618° EDIZIONE
Il Carnevale di Putignano, in provincia di Bari, al confine dell’Altosalento, è uno dei più famosi carnevali d’Italia nonché uno dei più antichi d’Europa. Secondo la tradizione, ha origini antichissime che risalgono alla fine del Trecento, al tempo in cui i Cavalieri di Malta, che governavano la zona, trasferirono da Monopoli a Putignano i resti di Santo Stefano per proteggerli dai Saraceni. Per celebrare l’arrivo delle reliquie, i contadini lasciarono i campi, si imbrattarono il viso di farina e recitarono versi, satire e scherzi. La maschera caratteristica, Farinella, il cui nome deriva dall’antica pietanza locale, ricorda quella di un giullare di corte per l’abito a toppe multicolori e i sonagli sulle punte del cappello, ma in passato, ai tempi della sua creazione negli Anni ‘50, era vestito di bianco e verde e indossava un cappello a tre punte che rappresentava i colli che circondano la città. Dall’epoca fascista (1934) il Carnevale di Putignano ha assunto le caratteristiche attuali, con riti tradizionali e la famosa parata di mastodontici carri allegorici, realizzati interamente in cartapesta.
PROGRAMMA DELLe sfilate:
Domenica 5 febbraio, ore 14.30 Domenica 12 febbraio, ore 11.00 Domenica 19 febbraio, ore 11.00 Martedì 21 febbraio, ore 19.00.
venerdì 3 febbraio Brindisi CYRANO DE BERGERAC
di Edmond Rostand, con Alessandro Preziosi. Traduzione e adattamento Tommaso Mattei, regia di Alessandro Preziosi, scene di Andrea Taddei, costumi di Alessandro Lai, luci di Valerio Tiberi, collaborazione artistica e movimenti scenici Nicolaj Karpov. Edmond Rostand è forse l’ultimo dei romantici, a metà strada tra Victor Hugo e Victorien Sardou. E partendo da questo assunto Alessandro Preziosi, al debutto alla regia, ha costruito una commedia tenera e romantica, tutta puntata sul ritmo, che rifugge il monumentale e il fastoso per coinvolgere come solo il personaggio di Cyrano sa fare, pur senza privare di risalto e spessore gli altri personaggi, interpretati da giovani emergenti di grande talento. Con la scelta del Cyrano de Bergerac Khora.teatro prosegue, dunque, nel solco tracciato col fortunato allestimento dell’Amleto e porta in scena un altro grande classico del teatro per rivolgersi a un vasto pubblico. Al tempo stesso strizza l’occhio ai giovani e realizza in pieno l’obbiettivo di sintetizzare parola e immagine. Lo scontroso spadaccino, dal naso mostruoso, anche se ogni allusione metaforica pare essere scomparsa, o quantomeno relegata nella fase di costruzione del personaggio, è interpretato da uno dei più acclamati interpreti del momento, reduce da numerosi successi televisivi e cinematografici. Mentre sul palcoscenico Preziosi ha registrato uno straordinario consenso con l’Amleto ospitato con grande successo dal Nuovo Teatro Verdi di Brindisi appena due stagioni addietro. Nuovo Teatro versi, ore 20.30.
venerdì 3 febbraio San Pietro Vernotico GENTE DELLA NOTTE
Finalmente anche la Puglia ha la sua coverband dedicata a Lorenzo Jovanotti. Antonio Marabase voce, Laura Quaresima cori, Cristiano Birarelli chitarra, Davide Caprari tastiere e cori, Enea Barazzoni basso, Salvatore Marabese batteria, sono i “Gente della notte” progetto nato nell’autunno del 2011 ma già noto nel panorama musicale locale. Se volete trascorrere una serata coinvolgente, calda ed allo stesso tempo energica. L’appuntamento è alle ore 22.30 al Gallinary, via Pisacane 91. Ingresso libero.
domenica 5 e lunedì 6 febbraio Brindisi L’OPERA DA TRE SOLDI
di Bertolt Brecht e Kurt Weill con Massimo Ranieri, Lina Sastri e Gaia Aprea, regia di Luca De Fusco. Teatro Stabile di Napoli in coproduzione con Napoli Teatro Festival Italia. Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli, direttore Francesco Lanzillotta. Rappresentata la prima volta al Theater am Schiffbauerdamm di Berlino, il 31 agosto del 1928, L’opera da tre soldi (Die Dreigroschenoper) è la pièce che ha garantito a Brecht il maggior successo internazionale, anche grazie alla collaborazione musicale di Kurt Weill, che assume un rilievo determinante per lo strettissimo legame tra testo e musica
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3 febbraio 2012
le segnalazioni vanno inviate a redazione@freebrindisi.it dei songs, musica eccellente che sfiora il jazz, il cabaret, il songspiel e nobilita l’aggressività maliziosa del testo. Il dramma si rifà a L’opera del mendicante (The Beggar’s Opera) che John Gay portò in scena nel 1728, una parodia del melodramma e una tagliente rappresentazione della malavita londinese del Settecento. Rappresentata per la prima volta in Italia nel 1956 nella realizzazione di Giorgio Strehler al Piccolo Teatro di Milano, presente lo stesso Brecht, L’opera da tre soldi è tornata in scena nel 2011 in una coproduzione tra il Teatro Stabile di Napoli e il Napoli Teatro Festival Italia, con la regia di Luca De Fusco, allestimento che fa tappa a Brindisi all’interno di un tour esclusivo. Formidabile il cast, con Massimo Ranieri nella parte di Mackie Messer, Lina Sastri in quella di Jenny (piccolo ruolo ma da sempre privilegio di stelle di prima grandezza) e Gaia Aprea nei panni di Polly. Nuovo Teatro Verdi, ore 20.30.
mercoledì 8 febbraio Fasano ARRANGIATI PINOCCHIO
Anonima G.R. con Dante Marmone, Tiziana Schiavarelli, rielaborazione e regia di Dante Marmone. Rivisitazione in un’ottica più attuale della famosa fiaba di Collodi. I personaggi sono gli stessi già conosciuti nell’originale, ma con caratteristiche differenti. Pinocchio è infatti un ragazzino disadattato, figlio del falegname Geppetto, in serie difficoltà economiche e con alcuni dubbi circa la nascita di quel bambino così speciale, trasformato da tronco in essere umano dalla Fata Turchina, in realtà una chiromante ciarlatana. Rielaborati anche i ruoli degli altri personaggi come il Gatto e la Volpe, rimasti vittime del loro stesso inganno, il Grillo Parlante, rappresentato come un fastidioso tuttologo, Mangiafuoco un burbero con fare paterno e, per finire, il Paese dei Balocchi, non più un luogo, ma una prostituta che circuisce l’ingenuo Pinocchio. Dopo tante (dis)avventure più o meno fedeli al testo originale, l’happy end è garantito e senz’altro sorprenderà il pubblico. Teatro Kennedy, ore 20.30. Ingresso a pagamento
giovedì 9 febbraio Brindisi BRINDISI CLASSICA
Nuovo appuntamento della rassegna musicale organizzata dall’Associazione “Nino Rota” . Protagonista della serata sarà il “Salent Melody Quartet”, interessante quartetto d’archi, tutto al femminile, composto da Nevila Cobo, Carmela Miglietta, Claudia Russo e Merita Alimhilla, che delizierà il pubblico con brani classici, colonne sonore e tanghi. Ore 20.30, nel salone della Provincia.
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3 febbraio 2012
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MILLENIUM - UOMINI CHE ODIANO LE DONNE Il giornalista di successo Mikael Blomkvist, aiutato della giovane e ribelle hacker Lisbeth Salander, accetta un incarico dal ricco industriale H. Vanger: indagare sulla scomparsa della nipote Harriet, avvenuta quarant’anni prima. Da allora, ogni anno un misterioso dono anonimo riapre la vicenda. Dopo mesi di ricerche, Blomkvist e Salander scopriranno la sconvolgente ed inaspettata verità.
HUGO CABRET Il primo film di Scorsese in 3D, nelle sale a dicembre, è tratto dal romanzo illustrato “La straordinaria invenzione di Hugo Cabret” di Brian Selznick. Parigi, 1930. La storia è quella magica e misteriosa di un orfano (Asa Butterfield) che vive in una stazione e sogna di riparare l’automa lasciatogli dal padre prima di morire. Un giorno viene sorpreso a rubare nella bottega di un giocattolaio, che si rivelerà essere l’illusionista e regista George Méliès.
HESHER È STATO QUI Hesher, giovane anarchico e lievemente misantropo, vive in un garage. Svogliato, fumatore accanito, non ha alcuna passione. Quando però conosce TJ, tredicenne che dopo la morte della mamma vive con la nonna ed il padre, la sua vita inizia a cambiare e forse potrà aiutare il ragazzino a superare la sua tragedia personale. Una storia tanto divertente quanto brutale che mostra come, a volte, la guarigione dal dolore possa avvenire attraverso le forme più assurde ed improbabili.
I MUPPET Gary, Mary e Walter riuniscono la vecchia gang dei Muppet per salvare lo studio televisivo in cui era stato girato lo show originario. Il nuovo padrone dell’immobile, Tex Richman, è intenzionato a scavare un pozzo petrolifero sotto lo studio. L’unico modo per fermarlo è dare vita a uno spettacolo che raggiunga i 10 milioni di telespettatori.
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Via Pepe, 23 - Tel. 080 4413150
FILM d'autore THE EYE OF THE STORM
Daniela De Stradis
di Fred Schepisi Fred Schepisi porta sul grande schermo ‘The eye of the storm’, tratto dal romanzo omonimo di Patrick White, Nobel per la letteratura. Protagonista, l’eccentrica Elizabeth Hunter (Charlotte Rampling), ricchissima lady dell’alta borghesia australiana attorno alla quale orbita una lunga serie di curiosi personaggi: infermiere e governanti ‘colme’ di pulsioni vitali e artistiche, il figlio, il baronetto Sir Basil, attore teatrale frustrato per il successo mai ottenuto e che vive la sua quotidianità come se fosse perennemente in scena, la figlia Dorothy sposata a un principe francese che non le ha garantito alcuna stabilità emotiva ed economica e l’avvocato (e gestore dei beni) di famiglia Arnold Wyburd, uno dei tanti uomini caduti nella rete ammaliatrice della seducente quanto devastante signora Hunter. In questa storia piena di intrighi, ambientata in una lussuosissima villa, verranno a galla, anche grazie ad Elizabeth sempre più trascinata dalla malattia nell’oblio delle reminiscenze e dei sogni, ricordi e rimozioni di un passato burrascoso che si specchia in un presente ‘colorito’.
LIBRO
DONNE ALLO SPECCHIO
Musica
Cats’N’Joe
di Patrizia Boi Nel mondo crudele, arretrato ma tollerante di una Puglia in cui storia, tradizioni, leggende e magia convivono, si snoda, vivace e coinvolgente, la storia di due donne, passionale e ribelle la prima, delicata ed emancipata l’altra. Le loro esistenze si incrociano, per puro caso, in un ospedale di Trani e le loro confessioni, in un sottofondo di voci che compaiono e scompaiono dopo aver narrato le loro piccole vicende, si specchiano nel profondo delle loro anime, amplificandosi e diventando eco della storia di ogni donna. Di tutte le donne. “Sono convinta che la civiltà consista anche nella capacità di leggere la diversità e di arricchirsene - spiega Patrizia Boi - che la comune capacità di sentire sia ancora l’argomento su cui confrontarci, quello che può unire culture differenti. Non la politica, non la religione, non il lavoro, ma quella comune capacità di provare sentimenti e di amare che lega tutte le etnie. Sono una fautrice dell’integrazione multiculturale delle razze, affinché il nostro Occidente malato recuperi una parte di ragione perduta dietro ai massacri, ai genocidi e alle trasformazioni del territorio in una grande pattumiera e di alcuni popoli in rifiuti umani”.
Cinque persone e quattro strumenti giocano con la formula dei tre accordi. Il risultato è un suono schietto e vagamente retrò. La band, nata nel 2006, è composta da Silvia Sciarra alla voce, Mirko Miglietta e Fabio Rotolo alle chitarre, Alessandro Muscillo al basso ed Antonio Trifirò alla batteria. L’attività live ha inizio nel 2007 alternando concerti a partecipazioni a concorsi, festival e rassegne, vetrine per farsi conoscere ed apprezzare. I riconoscimenti non tardano ad arrivare: CimeDiRock 2007 premio miglior musicista a Mirko Miglietta, Sotterranea 2008 premio Presenza Scenica, GondarContest 2008 3° posto su oltre 200 band, ItaliaWave 2010 la band è tra i finalisti per la provincia di Brindisi. Nel dicembre 2008 i Cats’N’Joe sfornano il primo EP, interamente autoprodotto, contenente cinque dei tredici inediti composti dalla band, a cui fa seguito un mini-tour promozionale nel Salento. Nell’estate 2009 partecipano all’America Folk Festival di Erchie aprendo il concerto a una leggenda del country americano, i ‘Commander Cody’, nell’agosto del 2010 condividono il palco con i ‘Marta sui Tubi’ nella 29° edizione dell’Alterfesta di Cisternino, storico festival musicale del sud Italia. Nelle date successive i Cats’N’Joe tirano fuori il lato non elettrico investendo le proprie energie nella rivisitazione di tutti i brani in chiave acustica per la preparazione di un live set unplugged, una diversa lettura, suggestiva ed intimista, della propria musica da alternare alle esibizioni tipicamente elettriche. Attualmente i ragazzi sono tornati in sala prove per concentrarsi sull’arrangiamento di nuovi brani in vista del loro primo pezzo in italiano e di un secondo Ep autoprodotto.
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MALATTIA PARODONTALE La malattia parodontale è provocata da un’infezione batterica che, associata ad altri fattori (fumo, predisposizione ereditaria, ecc.) danneggia il paradonto, ossia le gengive, l’osso e gli altri tessuti di sostegno dei denti. Essendo spesso indolore, può succedere che ci si accorga della malattia parodontale solo quando gengive e tessuto osseo sono seriamente compromessi: è infatti, una delle cause più frequenti di perdita dei denti negli adulti. Visite di controllo regolari, permettono di fare una diagnosi precoce della malattia e di mettere in atto adeguate misure di prevenzione e di trattamento.
CAUSE PLACCA è la causa principale di malattia parodontale. FUMO è uno dei fattori di rischio più importanti. PREDISPOSIZIONE EREDITARIA una persona su tre è predisposta geneticamente allo sviluppo della malattia parodontale. GRAVIDANZA e altri cambiamenti ormonali nella donna, possono rendere le gengive più deboli STRESS può rendere più debole la risposta immunitaria nel combattere le infezioni. FARMACI contraccettivi, antidepressivi e altri farmaci possono influire negativamente sulla salute orale. BRUXISMO la tendenza a digrignare i denti di notte o in periodi di stress, può causare l’indebolimento delle strutture di sostegno dei denti. DIABETE E ALTRE MALATTIE possono favorire lo sviluppo della malattia parodontale.
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3 febbraio 2012
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"Imprese edili e rivendite, un rapporto strategico" Il comparto dell’edilizia abitativa si fonda sull’impresa di costruzioni, un’organizzazione che deve la sua originalità alle particolari condizioni di contesto in cui si attuano i processi di produzione ed alla complessità ed imprevedibilità delle numerose fasi che li compongono. Il costruttore esegue prestazioni mutevoli riguardo alla tipologia ed al numero delle fasi del ciclo controllate, alle tecnologie ed alle conoscenze relative al settore di utilizzazione cui il progetto è destinato: alcune sue caratteristiche fondamentali possono essere rintracciate (i) nell’unicità e non riproducibilità del prodotto, progettato in perfetta aderenza alle specifiche richieste del cliente; (ii) nella complessità del progetto, esprimibile attraverso il grado di diversificazione tecnologica e di personalizzazione delle singole parti e l’ampiezza ed il grado di specializzazione delle conoscenze. Un ruolo di particolare importanza per lo svolgimento del processo di produzione è quello dei produttori e distributori di materiali per l’edilizia. è facile rendersi conto di come la qualità dell’output delle imprese edili dipenda in buona misura proprio dallo spessore delle relazioni attivate con tali soggetti, sia per l’esistenza di un legame funzionale tra i componenti impiegati ed i prodotti in cui si incorporano, sia per la funzione nevralgica svolta dalla logistica nell’espletamento di tutte quelle funzioni relative a fornitura dei fattori produttivi, pianificazione delle forniture, acquisizione dei materiali, consegna in cantiere, controllo delle scorte, pianificazione, organizzazione, direzione e controllo dei processi produttivi all’interno del cantiere. I fornitori devono garantire affidabilità, reattività e competenza circa i prodotti in assortimento ed i servizi accessori, ed hanno per questo una funzione determinante nella generazione di valore per l’intera filiera. Da qui scaturisce la necessità di selezionare con cura ed attenzione il proprio “parco” fornitori, affidando le forniture a partner affidabili e competenti e non basando esclusivamente sulla variabile prezzo tale scelta.
Oronzo TRIO Ricercatore confermato di Economia e Gestione delle Imprese Università del Salento Facoltà di Scienze Sociali, Politiche e del Territorio S.S. n. 7, Km. 7+300 per Mesagne (BR) Dipartimento di Studi Aziendali Giuridici ed Ambientali Via per Monteroni - Lecce Tel. (+39) 0832 298744 / 379099 Tel. (+39) 0831 507480 Fax. (+39) 0832 365180 Cel. (+39) 349 1026898
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3 febbraio 2012
posta@freebrindisi.it Da La Repubblica del 24 gen 2012 Lettera aperta di un 28enne del sud a Martone “Mille lavori precari, sto per mollare l’Università” DI ADELMO MONACHESE Oggi durante un convegno della Regione Lazio, il vice-ministro Michel Martone ha dichiarato: “Se a 28 anni non sei laureato sei uno sfigato”. Sono la persona adatta per parlargli: ho 28 anni e ancora non mi sono laureato. Vivo a Foggia e stavo cercando di laurearmi a Bari in Scienze della comunicazione mantenendomi con vari ed eventuali lavori. Breve riepilogo, sono: studente fuori corso, pendolare, lavoratore saltuario, sottopagato e a nero. Sto mollando l’Università (mi mancano quattro esami e ho una media del 28/29, di preciso non la ricordo ma non è inferiore a quanto vi ho indicato) perché da quando mi sono iscritto le tasse, le tariffe dei treni e i prezzi dei libri sono solo aumentate. Le borse di studio? Non ne parliamo: sono un traffico così oscuro che una volta mi capitò di ascoltare nei corridoi dell’Università le grida di una ragazza che arrabbiatissima perché non aveva avuto accesso alla borsa di studio nonostante vivesse con la sorella condividendone condizioni economiche e familiari e anche di rendimento didattico che, però, l’aveva ricevuta. Capita così di lavorare il sabato sera in pizzerie i cui titolari hanno la terza elementare e, per compilare un assegno, chiedono a te quanti zeri vanno in “diecimila” e tu, che non hai nemmeno il conto corrente, glielo spieghi. La tariffa in pizzeria è di 30 euro il sabato, 25 gli altri giorni. Il regionale per Bari, il più economico, andata e ritorno costa 16,80 euro; prima allo stesso prezzo potevi prendere l’espresso (tutti i foggiani pendolari per Bari hanno impresso nella memoria lo storico espresso delle 06:30 che partiva da Torino Porta Nuova la sera prima, salirci era come entrare dentro una gigantesca scarpa da ginnastica usatissima) che ora non c’è più. Quindi mi capitava di spendere in un sol giorno 16,80 solo per i biglietti per arrivare in Ateneo e seguire una lezione più breve del mio solo viaggio d’andata, o per farmi mettere una firma e poi tornare in stazione (sì, funziona ancora così, le firme con la penna sulla carta), oppure prendere appuntamento con un professore, farsi i 123 km e trovare la porta del suo ufficio chiusa, nessun biglietto, nessun avviso, nessuna notizia lasciata al portinaio, niente, così ti giri e ti rifai i
123 km all’inverso (posso fare nomi cognomi e date di tutto ciò che vi sto raccontando). Le e-mail e il telefono per i professori non sono strumenti di uso quotidiano, almeno nel rapporto con gli studenti, eppure se capita di vederli al bar hanno sempre un telefono in mano. Conosco bene i professori, assistenti, ricercatori e i loro comportamenti da bar, avendo lavorato ANCHE nel bar all’interno dell’Università degli studi di Foggia, quell’Università famosa perché il precedente magnifico rettore vi ha sistemato tutta la famiglia, famiglia in senso molto ampio, anche i parenti acquisiti, facendo la fortuna di Striscia la notizia, Le iene, W l’Italia di Iacona e Report. Sono sempre lì a dire quanto sia sottovalutato il loro contributo, poi però c’è sempre un loro collega a dire che quello che fino a poco prima si stava lamentando è il cancro dell’Università. Ma non voglio sproloquiare: spendo 16,80 euro per andare a Bari e per risparmiare mi porto i panini e l’acqua da casa, ogni giorno di lezione sembra che mi stia organizzando per una pasquetta, invece cerco solo di limitare i costi. Così per tre giorni ti alzi alle 05:30 e torni a casa alle 20:30 e nei restanti giorni della settimana dovresti studiare, però devi anche lavorare per pagarti tutto il pacchetto “Università”, nel frattempo non sarebbe male guastare almeno un po’ le lenzuola del letto e, magari, farsi una vita sociale. Velocemente i lavori che ho fatto: cameriere, barista, traslocatore, giardiniere, animatore per bambini, autista, impiegato INPS, lavoratore IPERCOOP, Babbo Natale, addetto alle pulizie su barca a vela. INPS e IPERCOOP regolari, con i contributi, tutti gli altri a nero, senza nessun tipo di formazione professionale. Vorrei guadagnarmi da vivere scrivendo e da Settembre 2011 ho deciso, con enormi dubbi e critiche da parte di famiglia e amici, di dedicarmi solo a quello, rinunciando alle 600 euro da barista. Scrivo per un free press della mia città che mi paga 150 euro al mese. Sarebbero 5 euro al giorno. Non posso dirvi quanto fa all’ora perché non è possibile calcolare in ore il lavoro del giornalista. O forse sì, potrei anche calcolare la mia retribuzione oraria segnandomi il tempo che si passa in redazione, gli spostamenti tra gli eventi da seguire, i tempi di scrittura e di preparazione ai temi da affrontare, ma preferisco non farlo perché... dovete permettermi di dire queste cose ad alta voce prima che Martone, crescendo, dalla poltrona istituzionale che occuperà di qui a vent’anni dica ai futuri giovani che sono dei “bamboccioni”.
ATTESTATO SOA N°1058/47/01 CATEGORIA OGI-CLASSE IV ISO 9001/2008 N°000113
Io non sono nessuno, non rappresento nessuno, non faccio parte di nessuna associazione studentesca, sindacale, di protesta, nessun movimento, nessuna avanguardia. Eppure nelle vene dell’Italia pulsa un sangue fatto di un esercito di ragazzi e ragazze come me, senza genitori ai ministeri o ai comuni o alle province. Ragazzi che non faranno i notai perché i genitori sono notai, non faranno i medici perché i genitori sono medici, non faranno come i figli di avvocati che nonostante abbiano la facoltà di giurisprudenza nella loro città vanno a studiare fuori, in una Università più “facile” perché tanto poi hanno lo studio di famiglia con la scrivania e la targhetta già pronta. Nei treni regionali lavati da cima a fondo con UN secchio e UNO straccio con me ci sono migliaia, MIGLIAIA di persone che partono da casa col buio e tornano a casa con lo stesso buio, che fanno del treno il loro ufficio, la loro sala da pranzo, il loro luogo di studio. Persone che, come me, restano “intrappolati” in un treno nuovo di zecca in mezzo alla campagna senza che il personale dia loro una spiegazione e, dopo tre quarti d’ora vengono fatti scendere nella stazione di Cerignola Campagna al saluto di: “Prendente i prossimi treni che passeranno, non sappiamo quali”. Il prete anti camorra Don Aniello Manganiello qualche giorno fa è venuto nella mia città per parlarci della sua esperienza a Scampia dicendo che il senso della politica è chiedersi “Cosa si può fare per risolvere questo?” , “Come usciamo da questo problema?” e non dire “Se a 28 non sei laureato sei uno sfigato”. Puntare il dito verso chi è rimasto indietro non è un comportamento da tenere in una società civile e democratica, è un comportamento da giungla. Berlusconi poco prima di farsi da parte ebbe il tempo di dire, a proposito della crisi: “In Italia i ristoranti sono pieni”. Sì, sono pieni da laureati e laureandi che fanno i camerieri.
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