MAGAZINE SETTIMANALE FREE-PRESS 1 • numero 14 • 10 FEB 2012 anno
IL TEATRO VISTO DA MICHELE PLACIDO www.freebrindisi.it ATTUALITà E PROMOZIONE DELLA TERRA DI BRINDISI
FOCUS del VENERDì TEATRO E FORMAZIONE
TERRA DI BRINDISI Speciale CINEMA IN PUGLIA
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brindisi free-press del venerdì
Amanti del giornalismo ‘on the road’, siamo andati in trasferta a Milano per conoscere meglio (e farvi conoscere) una delle più prestigiose realtà teatrali del mondo: il Piccolo. Abbiamo avuto l’occasione di visitare il teatro, di assistere ad alcune lezioni nella Scuola per attori fondata da Giorgio Strehler e di scoprirvi un pizzico di brindisinità. Il che ci ha offerto lo spunto per ripercorre, a grandi linee, la storia del teatro nella nostra città tra passato, presente e futuro. Una storia fatta di alti e bassi, ma che trova continuità in un nome, quello di Giuseppe Verdi. Il teatro comunale intitolato al celebre compositore di Busseto, fu inaugurato il 24 marzo del 1901, chiuso nel 1956, abbattuto nel 1960. Per più di mezzo secolo rappresentò a Brindisi il centro nevralgico dell’arte, della cultura e dello spettacolo. Danneggiato durante l’ultima guerra mondiale, nel 1959 il Commissario Straordinario al Comune ne ordinò la demolizione che fu eseguita l’anno successivo tra lo sgomento e la rabbia dei brindisini. L’inaugurazione del ‘Nuovo Teatro Giuseppe Verdi’ il 20 dicembre 2006, dopo un lunghissimo iter burocratico reso infinito da problematiche relative all’agibilità, ha restituito alla città un mondo sfaccettato e multiforme di cui era stata privata per oltre mezzo secolo. Assurto a simbolo di un cambiamento che avrebbe dovuto investire il capoluogo e traghettarlo fuori da una marginalità (politica, sociale, economica) che ne ha segnato la storia recente, nell’arco di cinque anni il Verdi è diventato uno spazio di incontro e confronto, ha promosso e sostenuto la crescita del territorio, ha creato, nel bene e nel male, opinione. Una realtà, anche fuori i confini regionali, intorno alla quale si è sviluppato un piccolo universo parallelo fatto di scuole di teatro e compagnie amatoriali, dove fermentano idee, nascono speranze e sogni, maturano ambizioni. Una risorsa da proteggere, incoraggiare e sfruttare al meglio. Perché l’identità e la cultura come fattori di apertura, confronto e scambio con altre culture e identità, rappresentano un importante occasione di sviluppo e promozione del territorio.
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In questo numero NEWS WEEK 5
ATTUALITà - POLITICA - INCONTRI - BENESSERE - SPORT FOCUS 12
MICHELE PLACIDO - TEATRO E FORMAZIONE IL PICCOLO DI MILANO - GIULIA VECCHIO PEOPLE 23
ELEONORA SIRO - ATTRICE EMERGENTE terra di brindisi 24
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Speciale CINEMA IN PUGLIA
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Hanno collaborato Francesco Marchionna_Simone Aretano Michelangelo Prudentino_Vincenzo Maggiore_Daniela De Stradis Grafica Letizia Taveri Crediti fotografici Damiano Tasco_84° Centro CSAR Aeronautica Militare Marco Falcone_Alfredo Perchinenna_Giovanni Membola Fototeca APT Brindisi_Brindisi Italia News COPERTINA A CURA DI ALESSANDRO PERCHINENNA
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NEWSweek il PUNTO DI VISTA NASCE “APULIAN PORTS”
Nasce Apulian Ports, una piattaforma per la prima volta condivisa tra le più grandi autorità portuali pugliesi che saranno così più forti e competitive al fine di muoversi come un unico soggetto nel sistema internazionale. Questo l’esito dell’incontro avvenuto la scorsa settimana nella sede dell’assessorato regionale alle infrastrutture con i presidenti delle tre autorità portuali Sergio Prete di Taranto, Francesco Mariani del Levante e Hercules Haralmbides di Brindisi. L’associazione si costituirà formalmente entro fine mese. Il primo Presidente sarà Hercules Haralmbides, resterà in carica per un anno e poi ci sarà una rotazione. La sede legale sarà Taranto, la sede operativa quella del presidente di turno. I compiti del presidente e del Comitato di coordinamento e gestione che lo affiancherà saranno svolti a titolo gratuito, senza oneri o costi a carico dell’associazione. Punto di arrivo di un percorso comune cominciato un anno fa con le autorità portuali per la creazione di un soggetto giuridico che attualmente ha solo due precedenti in Italia, APP avrà una sua autonomia con l’obiettivo di intercettare nuovi traffici. La prima finalità dell’associazione sarà quella di sviluppare azioni di marketing del sistema portuale pugliese che si articolerà su due livelli per ottenere il giusto bilanciamento tra l’esigenza di promuovere un marchio territoriale comune per relazioni internazionali, bandi europei, fiere e quella di mettere a sistema e valorizzare le specificità e le punte di eccellenza di ciascuno scalo. Un fronte interno riguarderà invece il mantenimento di un elevato e comune standard di efficienza ed economicità dei servizi pubblici o svolti da privati in regime di concessione che incidono direttamente sulla funzionalità dei porti (Agenzia delle Dogane, Sanità Marittima, Polizia di Frontiera, Controlli fito-sanitari e Veterinari, rimorchiatori, Piloti ed Ormeggiatori).
INAUGURATO APPRODO DELLE INDIE
Inaugurato martedì 7 febbraio il nuovissimo “Approdo delle Indie” presso lo Yacht Club in Largo Sciabiche. Il progetto è stato realizzato dalla società Ats, punto d’incontro nato dalla partnership tra Assonautica Brindisi e i Cantieri Navali Danese. La nuova stazione di attracco, che nel nome e nella posizione rende omaggio alla Valigia delle Indie, storica linea terrestre e marittima che collegava Londra a Bombay e che da Brindisi transitò dal 1870 al 1914, sorge a ridosso della banchina delle Sciabiche, cuore antico della città e si estende su uno specchio d’acqua di 7500 metri quadrati per ospitare 120 imbarcazioni da 7 fino a 40 metri. Sulla terraferma Ats gestirà tutti i servizi per i diportisti, dalle forniture di acqua ed elettricità ai rifornimenti e, nel prossimo futuro, la rete di servizi verrà ampliata cominciando dalla costituzione di un club-house. Una iniziativa particolarmente significativa se letta nel contesto del progetto “Brindisi città d’acqua” che punta sul comparto turistico come settore chiave.
il teatro
giorgio strehler Io so e non so perché lo faccio il teatro ma so che devo farlo, che devo e voglio farlo facendo entrare nel teatro tutto me stesso, uomo politico e no, civile e no, ideologo, poeta, musicista, attore, pagliaccio, amante, critico, me insomma, con quello che sono e penso di essere e quello che penso e credo sia vita. Poco so, ma quel poco lo dico.
http://youtu.be/Q23tC4JGRyw
GIOVANNI BRIGANTE CONTRO IL PD
La sede dell’associazione Sviluppo e Lavoro ha fatto da cornice, lo scorso venerdì, alla candidatura di Giovanni Brigante. Il programma sarà presentato in questi giorni, sebbene i punti di forza siano sostanzialmente rappresentati dal porto, dall’ambiente e soprattutto dal lavoro. Ma si tende a precisare l’intenzione di voler ascoltare tutti i cittadini. “Noi ci candidiamo a rappresentare la città e vorrei che fossero i brindisini a scegliere il proprio sindaco e il proprio consiglio comunale”. Brindisini di Brindisi aggiunge Brigante che sembra avercela apertamente con funzionari e amministratori della Provincia. "Brindisi rischia di essere annoverata nei libri di storia come Provincia di Francavilla, di Ceglie, di San Pietro Vernotico o di Ostuni. Questa gente ha ormai messo le mani un po’ in tutte le istituzioni". Ma le parole dure Brigante le conserva per il Partito Democratico: "La cosa che mi ha colpito di più è che il candidato (Carbonella, ndr) di un partito onorevole come il PD si presenta a chiedere il permesso della candidatura al Presidente della Provincia, che presumo debba fare il rappresentate istituzionale e non quello politico. Non ci si deve genuflettere a Ferrarese per chiedere di candidarsi". http://youtu.be/Z2vNPCfMZHM
PROSPETTIVE PER L’ECONOMIA
Si è tenuto venerdì scorso, presso il Salone Guadalupi della sede di Corso Garibaldi, un Workshop organizzato da Confindustria Brindisi dal titolo “Quali prospettive per l’economia brindisina”. Tra i relatori dell’appuntamento, l’architetto Francesca Calace del Politecnico di Bari, l’architetto Patrizia Paola Pirro di ArTeC srl Architecture e il professor Federico Pirro. Giuseppe Marinò, presidente di Confindustria Brindisi, ha introdotto e concluso il dibattito. Dibattito che sostanzialmente voleva rispondere al Documento Programmatico del Comune sul ‘Piano Urbanistico Generale’. Un documento che ritiene la grande industria a Brindisi un corpo estraneo alla città. L’appuntamento del Workshop è servito ad argomentare altre verità. “Chi traina lo sviluppo della città sono i settori manifatturieri e dell’energia – sostiene Pirro, docente di Storia dell’Industria, sciorinando dati molto entusiasmanti – ma il resto dei servizi proviene dall’industria. Sappiamo che molto altro si può fare, come ad esempio interconnettere il sistema infrastrutturale, arricchire le filiere merceologiche collegate a energia, chimica e aeronautica, rendere sempre più ecosostenibile questo sviluppo e fare in modo che vengano incorporati nei processi produttivi sempre più contenuti di scienza e di tecnologia”. Confidustria sembra dunque non essere affatto d’accordo, ma vuole aprirsi al dialogo. “Non vogliamo contrapporci a nessuno - afferma Marinò - La logica della contrapposizione è quella che ha sempre fatto perdere questo territorio. Il mio mandato è invece finalizzato a costruire logiche di confronto. Non siamo qui per fare guerre, ma per confrontarci sulle proposte”. E c’è una poco velata critica alla politica: “Conclusa questa lunga campagna elettorale la speranza è che si riescano a trovare due, tre mesi di tempo per parlare di quello di cui abbiamo bisogno per pianificare una linea di indirizzo strategico verso il futuro. Di tempo ce n’è davvero poco e il voto distrae molto”.
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Pensi che l’offerta di aree verdi a Brindisi sia soddisfacente? si no
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10 febbraio 2012
news WEEK comunicati Traffici portuali in aumento
“Nel 2011 - rende noto in una nota la Presidenza Autorità Portuale Brindisi - il traffico passeggeri ha visto un incremento complessivo del 1,18%, passando dai 520.853 passeggeri del 2010 ai 527.001 passeggeri del 2011. Su tale dato incide positivamente l’incremento del 5,97% dei passeggeri delle navi Ro-Ro pari a 29.411 passeggeri mentre incide negativamente la riduzione dei crocieristi trasportati dalle navi da crociera. Quest’ultimo dato, tuttavia, si inserisce in un quadro che già oggi si può definire in netto miglioramento sulla scorta degli scali programmati dalle navi da crociera nel porto di Brindisi per il 2012 ed il 2013. Ulteriore dettaglio riguarda le destinazioni: il numero di passeggeri diretti o provenienti dall’Albania è aumentato del 11,41% mentre quello relativo ai passeggeri diretti o provenienti dalla Grecia ha registrato un incremento del 3,69%. Un dato interessante che riguarda la modalità con la quale si muovono i passeggeri, in particolare di quelli diretti o provenienti dall’Albania, è quello relativo all’uso di bus in sostituzione delle auto. Infatti, il numero di queste ultime si è ridotto del 20,43% mentre quello dei bus è aumentato del 42,86%. In controtendenza, il traffico con la Grecia che ha visto un incremento delle autovetture del 5,12% ed una riduzione dei bus del 16,42%. Negativi i dati dei mezzi commerciali su tutte e due le direttrici, contrazione dovuta principalmente alla crisi generalizzata che colpisce l’economia mondiale ed europea in particolare. Per quanto riguarda i dati delle merci, il dato relativo al volume complessivo movimentato nel corso dell’anno 2011, può rappresentare una conferma del dato relativo al 2010 avendo registrato una leggera riduzione del dato di appena 0,58%. In dettaglio le rifuse solide vedono un incremento complessivo del 4,44% dovuto principalmente all’incremento della movimentazione dello zucchero, che nell’anno considerato ha superato le 320.000 tonnellate, con una variazione percentuale del 528% circa ed alla riduzione, abbastanza contenuta, della movimentazione del carbone dello 0,95%. Le ceneri, diretta conseguenza dell’uso del carbone, hanno registrato una riduzione del 5,04%. Si conferma il dato positivo relativo agli oli vegetali il cui volume movimentato nel 2011 ha confermato il livello raggiunto nel 2010 ed il successo riscontrato da questo nuovo tipo di traffico. Un ultimo dato di rilievo riguarda la contrazione delle rinfuse liquide del 4,50%, dato dovuto alla contrazione economica generale”.
borsa di studio alla bocconi
Il Soroptimist International d’Italia riconosce il ruolo della formazione come elemento che può favorire la crescita personale e professionale di quanti si avvicinano al mondo del lavoro. A tal fine offre la possibilità a 140 giovani donne, selezionate una per ogni Club, di seguire gratuitamente un Corso di formazione di tre giorni su “LEADERSHIP AL FEMMINILE – costruisci la tua carriera” realizzato dalla Scuola di Direzione Aziendale dell’Università Commerciale “L. Bocconi”di Milano. Il corso si rivolge a 140 giovani donne, età massima 28 anni, in possesso di Laurea Specialistica o Magistrale, residenti negli ambiti territoriali in cui operano i Club del Soroptimist International (per Brindisi l’intera provincia). È richiesta la conoscenza della lingua inglese. L’ammissione è subordinata alla presentazione di una domanda di partecipazione redatta su apposito modulo (reperibile sul sito www.soroptimist.it – progetti e bandi) e che dovrà essere consegnata entro il 15 febbraio 2012 alla Presidente del Club di Brindisi, Dr.Marcella Cavallo Nacci – viale Francia n.47 – 72100 Brindisi. Le domande saranno valutate da apposita commissione che convocherà le candidate per un colloquio e compilerà la graduatoria, come da bando. Il Corso, svolto da Docenti della SDA Bocconi, si articola in tre giornate di formazione realizzate in due cicli 3-5 maggio e 14-16 maggio 2012 ed è ha carico del Soroptimist International d›Italia e del Club di Brindisi. La scuola di Direzione Aziendale dell›Università Commerciale “L. Bocconi” rilascerà un attestato finale di partecipazione al Corso.
CSV Poiesis: al via corso di comunicazione
Partirà giovedì 16 Febbraio il corso di formazione gratuito organizzato e promosso dall’Area Formazione del CSV Poiesis “Comunicazione di Base - strumenti e metodi per farsi conoscere bene”. Il corso - riservato principalmente a responsabili e soci di Associazioni di Volontariato - ha la durata di 18 ore, si svolgerà presso la sede di Brindisi del CSV Poiesis (Piazza A. Di Summa, c/o ex Ospedale – Padiglione Centrale) e sarà tenuto da Tiziano Mele, giornalista, nonché responsabile dell’Area Comunicazione del CSV Poiesis. Si tratta di 6 appuntamenti nei quali verranno illustrate tecniche, suggerimenti e trucchi, acquisiti “sul campo”, per ottimizzare la comunicazione, divenuta sempre più indispensabile nella crescita di ogni tipo di organizzazione. È possibile iscriversi entro le ore 18,00 di Lunedì 13 Febbraio pv inviando il modulo scaricabile dal sito web al numero di fax 0831.512750 o all’indirizzo email formazione@ csvbrindisi.it. Questi nel dettaglio i 6 appuntamenti previsti dal calendario: Giovedì 16 Febbraio (ore 16-19) “Il comunicato-stampa” come scriverlo efficace e di successo; Giovedì 23 Febbraio (ore 16-19) “Elementi di comunicazione visiva” consigli e trucchi per impostare una campagna; Giovedì 1 Marzo (ore 16-19) “Comunicare con gli eventi” idee e strategie per farsi conoscere : Giovedì 8 Marzo (ore 16-19) “I nuovi media” promuoversi attraverso Facebook.
6 freebrindisi.it
10 febbraio 2012
basket SIGMA BARCELLONA – ENEL BRINDISI
DOMENICA 12 FEBBRAIO ORE 18,15 PALAZZO DELLO SPORT NINO ALBERTI
Diretta 'Viva l'Italia Channel' Canale 875 e 879 Sky Streaming: www.vivalitaliachannel.it Il freddo ha congelato anche il campionato di Legadue. Con un comunicato ufficiale, relativo agli incontri che si sarebbero dovuti disputare domenica 5 febbraio, il presidente della Federazione Italiana Pallacanestro, Dino Meneghin, preso atto del fatto che sei gare del campionato si sarebbero giocate in zone fortemente colpite dal maltempo e considerate le previsioni metereologiche, nell’intento di prevenire eventuali situazioni di disagio per giocatori, tecnici, arbitri, dirigenti e pubblico, ha disposto, sentita la Legadue, che tutte le gare della 4a giornata di ritorno, fossero rinviate a mercoledì 15 febbraio. Brindisi giocherà contro Veroli giovedì 16 febbraio alle ore 20.45. Prima di allora, l’Enel se la dovrà vedere con la Sigma Barcellona di coach Pancotto, compagine con cui contendersi due importantissimi punti classifica, considerato che entrambi i roster sono a 22 punti, terzi in classifica con la Givova Scafati. Vita facile invece per le prime in classifica, considerando che ReggioEmilia andrà a Veroli, mentre Pistoia a Sant’Antimo. Scafati ospiterà Piacenza. Tutto può succedere però.
FINAL FOUR DI COPPA ITALIA
Sarà Bari la sede della VIII edizione della Final Four di Coppa Italia di Legadue, in programma sabato 3 e domenica 4 marzo 2012 nella bella cornice del PalaFlorio. L’evento, organizzato dalla società di Castelfranco Veneto (TV), Mediapiù, in collaborazione con la Legadue, Eventi di Sport e con il patrocinio del Comune di Bari, vedrà scontrarsi, nel giro di tre incontri, Enel Brindisi, Tezenis Verona, Givova Scafati e Fileni BPA Jesi. La scelta di una location come Bari e del rinnovato PalaFlorio, che ha ospitato negli ultimi anni la nazionale italiana maschile di basket ed è la casa della Liomatic CUS Bari in Divisione Nazionale A, è stata possibile grazie al patrocinio del Comune di Bari, del CONI Puglia e della FIP Regionale e all’intervento di Mediapiù che, insieme a Legadue, si occuperà di tutta l’organizzazione, della comunicazione e della logistica di questo prestigioso evento. Il programma delle Final Four vede contrapporsi, nel primo degli incontri del torneo, la Givova Scafati alla Fileni BPA Jesi sabato 3 marzo alle ore 18,15. A seguire, il secondo incontro che vedrà sfidarsi la Tezenis Verona e l’Enel Brindisi alle ore 20.45. Le vincenti degli incontri del sabato, si sfideranno nella finale del torneo prevista per domenica 4 marzo alle ore 18. Non sembra prevista una finale per il terzo e il quarto posto. I biglietti per una singola giornata vanno dai 12 euro per la gradinata non numerata ai 20 euro per quella numerata. È possibile sottoscrivere un mini abbonamento per entrambe le giornate che va dai 18 euro per la gradinata non numerata ai 30 euro per quella numerata. A Brindisi, è possibile acquistare i biglietti per l’evento presso La Discoteca in via Imperatore Augusto 9, L’Ideario in via Verona 30 e La tua Edicola in via Nicola Brandi. I biglietti sono acquistabili anche online sul sito www.bookingshow.it. L’intera manifestazione sarà trasmessa in diretta televisiva nazionale su E’TV (canale 823 e 829 bouquet SKY).
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Protesta attori a Brindisi
cybercittadino
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BENESSERE CINQUEMILA PASSI DI SALUTE
Cinquemila passi. Pressapoco tre chilometri. Queste le distanze della prevenzione da percorrere ogni giorno per guadagnare in salute e risparmiare. Lasciando l’auto parcheggiata si possono risparmiare infatti circa 700 euro all’anno e a questa cifra vanno aggiunti i 300 euro che ciascun contribuente spende per curare la sedentarietà nel Paese. Il dottor Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale, commenta i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: “La sedentarietà provoca 600.000 decessi l’anno in Europa e rappresenta una delle dieci cause principali di mortalità e disabilità nel mondo. Diabete, cardiopatie, ipertensione, cancro, osteoporosi sono le malattie croniche che colpiscono in massa gli italiani, legate proprio a stili di vita sbagliati. Sono circa 3,9 milioni i diabetici, 2 milioni e 250.000 vivono con una diagnosi di tumore. Ancora più alto è l’impatto delle patologie cardiovascolari: la sola ipertensione, un vero killer silenzioso, provoca circa 240.000 morti l’anno ed è responsabile del 47% delle cardiopatie ischemiche e del 54% degli ictus cerebrali. Camminare o pedalare ogni giorno è una misura efficace per tenere sotto controllo questo e gli altri fattori di rischio e permette di dimezzare il rischio di morte. (Fonte: CureNaturali)
PETTEGOLEZZO ANTI-STRESS
Secondo un gruppo di psicologi dell’Università della California, il gossip, preso a piccole dosi, può rivelarsi un ottimo strumento anti-stress. Lo studio, pubblicato sul Journal of Personality and Social Psychology, non parla del pettegolezzo “cattivo”, quello da invidia che danneggia la reputazione altrui. Si tratta di una forma di pettegolezzo “altruista”, ben noto agli studiosi dei comportamenti sociali, che etichettando le azioni sbagliate degli altri aiuta a ridurre la tensione sociale e quella nervosa. L’esperimento consisteva in un gruppo di volontari che dovevano osservare un video in cui un partner tradiva l’altro. Il monitoraggio del battito cardiaco ha rivelato che la frequenza calava quando ai partecipanti era permesso di scrivere su un bigliettino un giudizio sul comportamento scorretto per avvertire un altro. Una condizione anti-stress, secondo i ricercatori, poiché “trasmettere questa ‘nota di gossip’ ha migliorato i loro sentimenti negativi e contenuto la loro frustrazione. È come se non dovessimo sentirci in colpa e anzi potessimo sentirci meglio se ‘spettegolare’ aiuta a prevenire altri tradimenti”. (Fonte: Salute 24)
MEMORIA E LATTE QUOTIDIANO
Un bicchiere di latte al giorno. Una buona abitudine, per alcuni. Un toccasana per la memoria per altri. Un bicchiere di latte al giorno aiuta a mantenere giovane il cervello, favorendo l’elasticità e la prestanza della mente, proteggendola dai danni del tempo. Ad affermarlo è uno studio pubblicato sulla rivista International Diary Journal. La ricerca ha dimostrato che i bevitori (quotidiani) di latte si sono dimostrati degli assi nel risolvere i test di memoria e logica. Mentre gli “astemi” del liquido bianco hanno ottenuto risultati meno brillanti. Su un campione di 900 individui, tra uomini e donne di età compresa tra i 28 e i 98 anni, gli amanti del latte si sono distinti in maniera netta. Per loro la probabilità di fallire i test è stata di cinque volte inferiore rispetto ai non bevitori di latte. Ma se il cervello fa faville, il merito non è esclusivamente del latte. I ricercatori lo sanno e non si sbilanciano. Piuttosto dicono che la tesi va confermata da altri studi. In ogni caso, questi risultati si ottengono perché i soggetti che in genere bevono latte, hanno anche una tendenza a mangiare in modo sano. Insomma, al latte va associata un’alimentazione corretta. (Fonte: CureNaturali)
a cura di Simone Aretano
PINTEREST IL SOCIAL NETWORK VETRINA PER LE AZIENDE Si chiama Pinterest ed è il social network più di moda e chiacchierato del 2012. La registrazione al momento è solo su invito e la sua struttura ricorda vagamente una lavagna in sughero su cui fissare foto e promemoria da tenere sempre sott’occhio. Come il già collaudato Flickr, Pinterest si basa esclusivamente su immagini. La modalità di interazione utilizzata è il pin che indica l’atto del fissare qualcosa su una lavagna con una puntina da disegno. Ogni utente, infatti, può esporre sulla propria bacheca (pin) foto di oggetti di suo gradimento, classificandole secondo tematiche differenti, prelevandole dal proprio pc, dal web o riproponendo quelle già esposte da altri utenti (repin), esprimendo il proprio parere attraverso commenti o “mi piace” e instaurando una propria rete di contatti. A utilizzare Pinterest, dati alla mano, sono principalmente donne tra i 25 e i 44 anni. Benchè il social network conti categorie di ogni tipo, quelle della bellezza e della moda, sono le più dinamiche. Il punto di forza di Pinterest è il basarsi esclusivamente su elementi visivi e figurativi, che, come si sa, colpiscono molto di più di quelli testuali, così la navigazione all’interno delle sue pagine colme di foto e di colori, se in un primo momento può trasmettere una sensazione di confusione, risulta gradualmente piacevole per l’attenzione e l’interesse che destano i contenuti. Il nuovo social network lascia intuire notevoli prospettive di business considerata la sua architettura che si presta naturalmente ad essere utilizzata come vetrina per le aziende. In che modo? Si pensi, ad esempio, alla possibilità di creare un catalogo online condividendo i prodotti, organizzandoli in più board (lavagne), identificate da un titolo opportunamente scelto che ne indichi la tipologia merceologica o di consumatore. Si può creare poi la categoria “In risalto” con i prodotti che si intende promuovere, condividere un’immagine aggiungendoci un’etichetta con il prezzo e un link al sito web aziendale e poi includerla nella categoria delle idee regalo consigliate, evidenziare visivamente anche i servizi offerti. Di fondamentale importanza è anche l’ottimizzazione sui motori di ricerca che può essere massimizzata condividendo su Pinterest i contenuti del proprio sito web, scegliendo tag e descrizioni appropriate delle immagini, capaci di raggiungere il target desiderato e contemporaneamente condividendo i pin sui più importanti social network. Ciò che conta davvero è che si condividano dei contenuti a valore aggiunto, che l’utente possa giudicare interessanti e ritenere utile diffonderli a sua volta. Pensiamo ad esempio a QRCode che diano diritto a promozioni o sconti. Occorre in ultimo ricordare che sui social network la fidelizzazione si attua interagendo con gli utenti, rispondendo alle richieste, tenendo in considerazione i giudizi, valutando le proposte.
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10 febbraio 2012
QUEL TEATRO MAI DIMENTICATO PER MEZZO SECOLO CENTRO D’ARTE E CULTURA
Maestoso con la sua grande cupola, elegante con il suo porticato, sorgeva su corso Umberto, angolo con piazza Cairoli. Il Teatro ‘Giuseppe Verdi’, il primo e mai dimenticato teatro comunale della città di Brindisi, fu inaugurato il 24 marzo del 1901. Per più di mezzo secolo rappresentò il centro nevralgico della cultura e dello spettacolo. Uno piccolo scrigno d’arte e di storia che di storie ne ha custodite migliaia. La costruzione richiese nove anni (dal marzo 1892 al marzo 1901). Il progetto originario a firma dell’ingegnere milanese Achille Sfondrini (costo 257.000 lire), fu modificato in corso d’opera dall’ingegner Corrado Pergolesi e nella fase di completamento da Antonio Rubini, Luigi D’Ippolito e Lorenzo Calabrese, ingegneri brindisini. Ugualmente travagliata fu la scelta del nome. Il teatro della città doveva essere intitolato a un grande uomo. Si pensò in un primo momento a Dante, padre della lingua italiana, ma allo studioso di storia locale Baldassarre Terribile, l’idea dovette sembrare troppo poco campanilista. Del resto Brindisi (e provincia) era stata culla di uomini “degni”. Propose in alternativa il nome del celebre compositore sanvitese Leonardo Leo, unanimemente considerato il capostipite di quella ‘bella scuola napoletana’ che enumera tra gli esponenti Gioacchino Rossini, Giovan Battista Pergolesi, Nicola Vaccaj, Pasquale Anfossi, Antonio Sacchini, Leonardo Vinci. L’idea raccolse consensi, ma non a sufficienza. Il teatro brindisino fu sì intitolato ad un celebre compositore, ma di Busseto. A prevalere su tutte fu la proposta del giornalista Edoardo Pedio di dedicare l’edificio a Giuseppe Verdi, appena scomparso (febbraio 1901). Il 24 marzo del 1901 il teatro comunale venne inaugurato. Ad assistere all’evento l’intera città. Per l’occasione furono eseguite alcune tra le
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10 febbraio 2012
Alessandra Caputo
più note composizioni di Verdi, omaggio al grande musicista. L’inaugurazione della prima stagione lirica avvenne invece il 17 ottobre 1903 con la rappresentazione della “Traviata”. In platea seduti su eleganti sedili di velluto rosso porpora, uomini in frak e signore con lunghi abiti da sera e bellissimi gioielli al collo. Tutt’intorno due ordini di palchetti ai quali si accedeva passando attraverso uno stretto corridoio. In quello più alto, allora chiamato “piccionaia”, prendevano posto i meno abbienti. Ad avvolgere spettatori e attori, i bellissimi affreschi sul frontone del palcoscenico e quelli interni alla cupola raffiguranti episodi della Divina Commedia. Ritrovo di ricchi borghesi, studenti, operai, il Verdi era frequentato non solo dai brindisini. Gli spettacoli (opere liriche, prosa, varietà, operette) richiamavano spettatori da tutta la provincia. Sede anche di conferenze, comizi, adunanze, fiere e veglioni, divenne nell’arco di qualche anno luogo d’incontro, riflessione e confronto, specchio della società e simbolo di forte identità. Danneggiato durante l’ultima guerra mondiale da bombe esplose nelle vicinanze e più volte riparato, il 21 luglio 1951 una commissione di cui facevano parte tecnici del Genio Civile, della Provincia e dell’Ordine degli Ingegneri, ne sentenziò l’abbattimento in quanto “non rispondente più alle esigenze per le quali era stato costruito, il teatro non era un monumento degno di essere conservato e l’area di grande valore in cui si trovava poteva essere meglio utilizzata”. La struttura continuò comunque a funzionare come cinema, finché, il 23 agosto 1956, la Prefettura ne dispose la chiusura. Nel 1959 il Commissario Straordinario al Comune ordinò la demolizione. Il Teatro Verdi fu abbattuto tra il febbraio e l’aprile del 1960, tra lo sgomento di quanti ne avevano auspicato il restauro e la conservazione.
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10 febbraio 2012
focus DEL VENERDì
ALFREDO DE SANCTIS
IL BRINDISINO CHE RECITò CON ELEONORA DUSE
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uando nei primi giorni di febbraio del 1954 giunse da Firenze la notizia della morte di Alfredo De Sanctis, l’allora sindaco di Brindisi Francesco Lazzaro, nell’esprimere alla famiglia dell’attore il cordoglio della cittadinanza, chiese che fosse riservato alla città l’onore di onorare degnamente la memoria “di quel suo illustre figlio”. A Brindisi Alfredo De Sanctis aveva visto la luce nel 1867, a Brindisi aveva mosso i primi passi sul palcoscenico. Nato in una famiglia di artisti, seguì fin da giovanissimo le orme del padre Pio, Pulcinella capocomico in una compagnia di guitti. La modestissima compagnia paterna fu la prima vera scuola del giovane Alfredo. Tra attori nomadi dialettali e di avanspettacolo, s’impratichì di tutti i ruoli. Fu, a seconda delle necessità, suggeritore, primo attore, bigliettaio, caratterista, amministratore. Ben presto il palcoscenico divenne un mezzo per una rapida e fortunata carriera lontano dall’ala protettrice del padre. Il debutto a Bologna nel 1885 con una particina di sfondo, chiamato da Lambertini per sostituire un attore nella compagnia Diligenti. Nel 1886 entrò a far parte della compagnia di Cesare Rossi con il ruolo di ‘generico’, fu poi primo attore giovane per la compagnia Roncoroni. Tornato in Italia nel 1891 dopo una fortunata tournée in Sudamerica, fu scritturato come primo attore giovane nella compagnia Di LorenzoCalamai e quindi nella Paladini-Talli. All’età di ventisette anni si ritrovò a recitare con celebrità del calibro di Giovanni Emanuel ed Eleonora Duse. Grazie a una tecnica recitativa ricca di sfumature, ammiccamenti e improvvisazioni, il giovane brindisino riuscì ad imporsi al fianco dei divi del momento (Ermette Novelli, Enna Gramatica, Antonio Gandusio), acquistando fama e credibilità a livello nazionale. Considerato il successore di Zacconi, venne salutato dalla critica come il massimo interprete del dramma moderno e come esponente di quei riformatori che tentavano di liberare i palcoscenici dal dramma borghese e dalla pochade. Passato nella compagnia di Italia Vitaliani nel 1896 e nella compagnia Della Guardia dal 1897 al 1898, arricchì il suo repertorio con nuovi personaggi tratti sia dal teatro moderno sia da quello classico, raggiungendo la maturità artistica ed espressiva. Il realismo delle sue creazioni e lo studio “scientifico” dei personaggi, gli diedero fama di riformatore e gli conquistarono le simpatie di critici e intellettuali come Vittorio Bersezio, Domenico Lanza, Camillo Sacerdote. Amante delle sfide e galvanizzato dal successo, nel 1898, su proposta di Lanza, accettò di dirigere il Teatro d’arte di Torino. Nonostante i grandi attori (Cesare Dondini, Giacinta Pezzana) e lo spessore dei testi proposti, l’istituzione chiuse in meno di un anno. Per nulla demoralizzato dall’insuccesso, l’anno successivo De Sanctis diviene capocomico di una sua compagnia. In giro per l’Italia propone un repertorio allora considerato di eccezione, alternando rappresentazioni impegnate (Le colonne della società di Ibsen, Piccoli borghesi di Gorkij, Il cadavere vivente di Tolstoj, Al telefono di Delorde) a lavori di semplici come Il colonnello Bridau di Balzac e L’Aiglon di Rostand, per esigenze di popolarità. Il successo è immediato, in Italia e all’estero. Nel 1921 è a Parigi con alcune delle sue più riuscite interpretazioni. Nel 1937, “stroncato dalla lotta sleale tra la sua ostinata buona fede e tutto il groviglio di assurdità, di snervanti tirannie burocratiche” si ritira dalle scene. Un addio momentaneo. Nel 1953 fonda una nuova compagnia esibendosi, con successo, in tutta Italia. Nuovo cavallo di battaglia la commedia Un curioso accidente di Goldoni. L’ultima avventura. Il 30 gennaio 1953, Alfredo De Sanctis muore a Firenze circondato dall’affetto dei familiari e dei tanti ammiratori.
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10 febbraio 2012
Alessandra Caputo
Giustino Durano
L’attore gentiluomo
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uasi sessant’anni di carriera articolata attraverso ogni forma di spettacolo (radio, teatro, cinema, cabaret, televisione) e sempre all’insegna della qualità. Quattordici film (di genere avventura, comico, commedia, drammatico, musicale, western) dal 1959 al 2001, girati in Francia e Italia sotto la direzione di 13 celebri registi (tra gli altri, Guido Malatesta, Anna Di Francisca, Franco Amurri, Mario Mattoli). Oggi a ricordarlo, pellicole a parte, un Liceo musicale a lui intitolato nella città natale. Perché a Brindisi, dove era nato il 5 maggio del 1923, il nome Giustino Durano evoca, ancora oggi, amore e ammirazione. Uno dei tanti figli che la città pugliese ha generato e regalato al mondo. Uomo di teatro poliedrico, dotato di una duttilità vocale non comune, Durano esordì nel 1944 in uno spettacolo per le Forze armate, diretto dal maggiore Anton Giulio Majano. Calcò i più importanti palcoscenici d’Italia. Recitò a Bari, accanto a Peppino De Filippo (1947), al Teatro Puccini di Milano nell’avanspettacolo (1951) insieme a Febo Conti. Al fianco di Dario Fo e Franco Parenti al Piccolo Teatro di Milano, si rivelò come interprete dalla mimica comica e sfrontata nell’irriverente cabaret Il dito nell’occhio (1953), seguito da Sani da legare (1954-55), che gli valsero una immediata popolarità. “Mangiavamo rane fritte e bevevamo cioccolata per sopravvivere”, così amava ricordare i suoi anni di gavetta, il grande attore. Anni difficili, di speranza e di fame, ma anche di grandi esperienze. Durano era artista talentuoso e versatile (nel corso della sua carriera cantò nei nightclub e lavorò brevemente anche con il circo Togni) capace come pochi di passare con disinvoltura dal cabaret (con il Teatro dei Gobbi) alle esperienze con il Piccolo Teatro di Milano, dalla rivista tradizionale con Wanda Osiris, Bramieri e Vianello agli show come autentico mattatore. Dal 1960 si dedicò anche al teatro di prosa seguendo Giorgio Strehler nel gruppo Teatro e Azione a Prato, affrontando nel tempo ruoli importanti in allestimenti di Shakespeare, Pirandello, Goldoni e Molière e confermando, nella tarda maturità, le sue duttili qualità espressive. Da Prato l’attore rimase affascinato a tal punto da trasferirvisi definitivamente nei primi anni ’70. Nella città toscana visse più di trent’anni continuando, infaticabile professionista, a lavorare con tournée nei teatri di tutta Italia e a fornire interpretazioni di primissimo piano anche negli ultimi anni di vita, dal cinema (La vita è bella di Benigni, 1997 parte che gli valse un ‘Nastro d’argento’) all’opera lirica (Il barbiere di Siviglia di Rossini all’Opera di Roma, 1998) al teatro (E io le dico..., 2001, da lui scritto, diretto e interpretato, L’uomo la bestia e la virtù di Luigi Pirandello con Tuccio Musumeci e Ivo Garrani). Scomparso a Bologna il 17 febbraio 2002, lascia una preziosa eredità in film e memorie. Con la sua grazia, la sua ironia, il suo humor mai volgare, la sua comicità fantasiosa, asciutta ed innovativa, Giustino Durano si colloca tra i più insigni rappresentanti del mondo dello spettacolo italiano.
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10 febbraio 2012
Ascolta SUL NOSTRO SITO l'intervista integrale
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10 febbraio 2012
focus DEL VENERDì
Alessandra Caputo
IL TEATRO SECONDO PLACIDO
Abbiamo incontrato l’attore che ad aprile sarà protagonista al Verdi
http://youtu.be/WtBdo6R32Tc
Gli artisti sono sempre venuti fuori, soprattutto nelle situazioni difficili. Meno agi ci sono più l’arte esprime rabbia e fantasia
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erzogenito di otto figli, giovanissimo si trasferisce a Roma dove si divide tra i doveri di poliziotto e i banchi dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica. La passione per il palcoscenico ha ben presto la meglio sul fascino della divisa. Lasciata l’arma, debutta a teatro nel 1970 con il regista Luca Ronconi, nella trasposizione dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto. Al cinema approderà quattro anni dopo interpretando accanto a Ugo Tognazzi e Ornella Muti Romanzo popolare di Mario Monicelli, e accanto a Laura Antonelli Mio Dio, come sono caduta in basso! di Luigi Comencini. Segue nel 1976 Marcia trionfale di Marco Bellocchio. Oggi, affascinante sessantaseienne, Michele Placido è uno degli attori italiani più noti e amati. Dal piccolo paese natio Ascoli Satriano di strada ne ha fatta. Ma le radici non si dimenticano. Iniziamo con un tuffo nel passato. Giovanissimo si è trasferito a Roma per frequentare l’Accademia nazionale d’arte drammatica “Silvio D’Amico”. Ancora oggi molti ragazzi pugliesi, per formarsi professionalmente, sono costretti a trasferirsi nelle grandi metropoli del nord e centro Italia. Qual è stata la sua esperienza? Il fatto che in un Paese ci siano città di riferimento per quanto riguarda il teatro e il cinema credo sia un fattore comune. In America chi vuol far cinema va a Hollywood o a New York, non certo in Texas. In Italia i punti di riferimento in questo ambito sono Roma, Milano, Genova, Bologna, Napoli. Formarsi nella città in cui si vive è possibile solo se ci sono le opportunità per farlo. Io, essendo nato in un piccolo centro in provincia di Foggia, non potevo pretendere di intraprendere lì la mia carriere di attore. Allora la Puglia soffriva molto la mancanza di centri culturali, oggi non è più così. A Foggia, ad esempio, c’è una scuola di teatro diretta da Pino Bruno dove si formano ragazzi che poi vanno al Centro sperimentale di cinematografia. La mia esperienza lontano dalla mia terra è stata necessaria, ma anche utile. Se ci fosse stata una scuola di teatro a Manfredonia mi sarei probabilmente formato lì, ma sarei comunque andato a Roma per far cinema. La capitale è una tappa obbligata per chi voglia specializzarsi in questo settore, sia come attore che come tecnico, se non altro per non doversi spostare di continuo per far provini, dal momento che le case cinematografiche sono lì. Ciò non toglie che negli ultimi anni la Puglia ha mostrato una forte vitalità nel settore teatrale e cinematografico. Tanti attori si sono formati giù e giù sono stati “lanciati”. C’è chi sostiene che verso le scuole e le accademie teatrali del Mezzogiorno ci sia molto pregiudizio. Il suo parere a riguardo? Quello dell’attore è un mestiere in cui l’insegnamento è importante, ma il talento lo è ancora di più. Artisti come Michelangelo e Caravaggio ci insegnano che non bisogna esser nati in una grande città per diventare dei numeri uno. Oggi poi con la globalizzazione, le differenze non sono così nette, ci sono attori che insegnano sia nelle Accademie importanti che nei piccoli centri del Meridione. Io stesso sono stato chiamato più volte a Foggia a tenere dei corsi e come me altri attori, da Sergio Rubini a Margherita Bui. Poi dipende molto dalla buona volontà di chi gestisce la politica nella propria regione, dal volere e saper sviluppare quelle attività che aiutano i ragazzi a realizzarsi come attori. Venendo a Lei, attualmente quale spazio dedica sia personale che professionale al teatro? Inizio a giorni le prove di uno spettacolo teatrale che dirigo come regista, “Così è se vi pare” con Giuliana Lojodice, Pino Micol, Luciano
Virgilio. Il 3 e 4 aprile sarò a Brindisi al Teatro Verdi. In questo momento sono totalmente dedito al teatro, poi verrà il cinema. Da anni ormai in Italia tutto il mondo dell’ arte e della comunicazione sta soffrendo della disattenzione voluta, cercata e sostenuta dalle Istituzioni. Che futuro avrà a Suo parere il teatro nel nostro Paese? Per i prossimi anni ci sarà da parte dello Stato e delle Istituzioni meno attenzione per il teatro e il cinema e soprattutto meno denaro, meno possibilità su carta per i giovani di sviluppare progetti e idee. Anche se non è detto. Il periodo più fiorente del cinema in Italia è stato paradossalmente il dopoguerra. Dipende molto dalla fantasia delle persone. Oggi la tecnologia permette di acquistare con cifre modiche una telecamera, chiunque può quindi improvvisarsi regista, si possono formare gruppi spontanei che fanno corti a bassissimo prezzo il che dieci anni fa era impensabile, figuriamoci cinquant’anni fa. Eppure gli artisti sono sempre venuti fuori, soprattutto nelle situazioni difficili. Meno agi ci sono più l’arte esprime rabbia e fantasia. Nel periodo elisabettiano gli artisti non erano certo mantenuti dalle corti, si arrangiavano, recitavano in strada. Il nostro è sempre stato un mestiere di poveracci. Oggi come allora il teatro lo si può fare ovunque. Se si aspetta l’aiuto delle Istituzioni o l’appoggio dei politici a rimetterci sarà la creatività, si avranno sì delle agevolazioni, ma l’arte sarà sempre direzionata, non sarà mai libera. Ci vorrebbe invece più capacità soprattutto nello scegliere i politici. Direzioniamo i voti verso persone che sappiamo investiranno anche in cultura e non si limiteranno a fare i propri interessi. È chiaro che un governo di mafiosi non incentiverà mai il teatro, il cinema o la musica. L’aspetto politico dipende molto da noi, dobbiamo scegliere e dialogare con chi ci rappresenta. Questo purtroppo avviene poco dalle nostre parti. Lei considera il teatro odierno un teatro di autori o di registi? In questo momento in Italia c’è più teatro di registi. Ci sono poi i grandi attori che fanno da sé, anche se una volta questo accadeva molto più di frequente. Potrei fcitare dei nomi che non diranno nulla ai giovani, ma che anni fa riempivano le sale. Oggi nei teatri delle grandi città si tende a prediligere il teatro autoriale mentre in provincia c’è più teatro d’autore, molti sono nomi televisivi a capo di compagnie. Vorrei, per finire, che lei stesso si ponesse una domanda, magari quella che avrebbe desiderato sentirsi porre sul teatro. Vediamo…Domanderei a me stesso come mai in Italia ci sono più spettatori teatrali al nord e al centro rispetto al sud. La risposta è semplice: rispetto al nord e al centro noi investiamo meno in cultura.
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10 febbraio 2012
Alessandra Caputo
PICCOLO GRANDE AMORE
PASSIONE E FORMAZIONE IN SCENA A MILANO
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10 febbraio 2012
Francesco Marchionna
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ra il 14 maggio del 1947 quando Giorgio Strehler, Paolo Grassi e Nina Vinchi fondarono il Piccolo Teatro di Milano, primo teatro stabile italiano nonché uno tra i più conosciuti in Italia e all’estero. Alla base la voglia di dar vita a un’istituzione sostenuta dallo Stato e dagli enti locali, tra cui il Comune e la Provincia di Milano, insieme alla Regione Lombardia, in quanto pubblico servizio necessario al benessere dei cittadini. Un teatro d’arte, con spettacoli di qualità indirizzati a un pubblico il più ampio possibile. In più di sessant’anni di attività, il Teatro Piccolo ha prodotto oltre 300 spettacoli, per la maggior parte diretti da Giorgio Strehler, di autori che vanno da Shakespeare (Re Lear e La tempesta) a Goldoni (Le baruffe chiozzotte, Il campiello e soprattutto Arlecchino servitore di due padroni), senza dimenticare Brecht (L’opera da tre soldi, Vita di Galileo, L’anima buona di Sezuan), Cechov (Il giardino dei ciliegi), Pirandello (I giganti della montagna), Goethe (Faust). Dal 1998, per merito del passaggio di testimone a Sergio Escobar e a Luca Ronconi, il Piccolo accentua la propria dimensione internazionale e interdisciplinare, candidandosi quale ideale polo culturale cittadino ed europeo. Sulle assi del palcoscenico si alternano spettacoli di prosa e danza, opere liriche, rassegne e festival di cinema, tavole rotonde e incontri di approfondimento culturale. Nel suo itinerario di ricerca, Luca Ronconi ha proposto al Piccolo classici quali Calderón de la Barca (La vita è sogno), Eschilo (Prometeo incatenato), Euripide (Baccanti), Aristofane (Rane) Shakespeare (Sogno di una notte di mezza estate, Il mercante di Venezia), Jean-Luc Lagarce (Giusto la fine del mondo), Edward Bond (La compagnia degli uomini), accanto alle versioni per la scena di celebri romanzi. Per quanto riguarda la dimensione internazionale, il Piccolo ha ospitato, e continua tuttora a farlo, le più interessanti produzioni straniere, realizzate da artisti di fama mondiale come Peter Brook, Patrice Chéreau, Eimuntas Nekrosius, Robert Lepage, Lev Dodin, Lluís Pasqual, Ingmar Bergman, Declan Donnellan, Simon Mc Burney, Robert Wilson. È stato in tournée in tutti i paesi del mondo, dalla Russia agli Stati Uniti, dalla Cina al Giappone, dall’Europa al Nord Africa, fino alla Nuova Zelanda. Dal 1986, il Piccolo gestisce anche una scuola di teatro, fondata da Giorgio Strehler e oggi diretta da Luca Ronconi, che ha diplomato in questi anni 200 attori professionisti. Nel panorama dei progetti didattici d’arte drammatica in Italia, la scuola spicca in quanto parte integrante del Piccolo, funzione del Teatro stesso. Un’unità organica che consente di coniugare l’attività di formazione propria della Scuola con l’attività di produzione del Teatro, favorendo così il graduale inserimento degli allievi nella professione, senza nessuna frattura tra il periodo di studio e il momento dell’ingresso nel mondo del lavoro. Una scuola teatrale di altissimo livello, che non può prescindere dall’alto livello professionale dei docenti, personalità di grande esperienza e maestri di notevole capacità pedagogica, disposti ad apprendere a loro volta, a sperimentare nuove applicazioni, a ricercare insieme ai propri allievi. Tra i 900 giovani italiani desiderosi di essere ammessi alla prestigiosa accademia, ne sono stati selezionati quest'anno, tramite provini, soltanto trenta, 15 ragazzi e 15 ragazze. Le selezioni, durate oltre un mese, dal 5 settembre al 22 ottobre, e articolate in una doppia fase di prove, hanno visto i candidati cimentarsi nelle diverse discipline – recitazione, canto, mimo – davanti alla Commissione presieduta da Luca Ronconi, della quale hanno fatto parte Enrico D’Amato, coordinatore didattico, Marise Flach, Lydia Stix e l’équipe di insegnanti che per i prossimi tre anni accompagneranno gli allievi nel loro percorso di formazione. I ragazzi della scuola di teatro del Piccolo sono Letizia Bravi, Valeria De Santis, Francesca Del Fa, Lorenzo Demaria, Elisa Fedrizzi, Maria Laila Fernandez, Domenico Florio, Marco Foscari, Ruggero Franceschini, Claudia Gambino, Davide Domenico Gasparro, Federica Gelosa, Gilberto Giuliani, Giusy Emanuela Iannone, Linda Macchi, Simone Marconi, Lucia Marinsalta, Lorenzo Massa, Federico Meccoli, David Amadeus Meden, Sylvia Katrina Milton, Daniele Molino, Maria Laura Palmeri, Nicolò Parodi, Andrea Preti, Livio Santiago Remuzzi, Roberta Rigano, Francesca Tripaldi, Marouane Zotti e la brindisina Giulia Vecchio.
da brindisi a milano
GIULIA VECCHIO, sulle ali del talento Francesco Marchionna
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iulia Vecchio, brindisina classe 1992, frequenta la prestigiosa scuola di teatro del “Piccolo” fondata da Giorgio Strehler nel 1986 e oggi diretta da Luca Ronconi. Un’occasione importante per Giulia che, a soli diciannove anni, viene proiettata in un universo totalmente diverso da quello a lei familiare. Abbiamo incontrato Giulia a Milano e scambiato quattro chiacchiere con lei.
Interni della Scuola di Teatro del "Piccolo di Milano"
http://youtu.be/iK0Igbyo0go
Ci vuoi parlare di quello che significa per te questa esperienza? “L’accademia è sempre stata il mio sogno e alle volte mi stupisco di essere qui. Questa esperienza si è rivelata da subito difficile ma sicuramente formativa anche a livello di vita. Credo di poter avere qui una formazione che tanti ragazzi della mia età non hanno. Va bene fare l’università, ma questa è una vera e propria accademia con delle regole, che ti impone uno stile di vita. Non è da tutti alzarsi ogni giorno alle nove, anche di domenica, e tornare a casa alle otto, senza avere il tempo di fare la lavatrice o cucinarsi per il giorno dopo... È un’esperienza importante, che ti insegna a comunicare con gli altri, a stare al mondo. A diciannove anni non è cosa da poco. Ti manca Brindisi? Brindisi mi manca tantissimo da quando sono qui. Mi manca tantissimo la solarità della gente. Qui a Milano sono tutti freddissimi, ognuno va per la propria strada. Io faccio il mio mestiere, tu fai il tuo. Mi manca molto il fatto di entrare in un supermercato e salutare tutti, parlare e discutere con la gente. E poi logicamente mi manca la famiglia... Quali difficoltà hai incontrato appena arrivata a Milano? Sai, arrivi qui e pensi di avere delle certezze. Abbiamo passato dei provini, il che ti porta a pensare che, per essere arrivata fin qui, un qualcosa varrai... Qui invece ricominci da zero e, credimi, non è per niente semplice. Ci sono stati momenti di incertezza. La difficoltà più grande è quella di mettersi di nuovo in gioco. È difficile creare ex novo un altro teatro, un altro modo di recitare... Qui all’accademia ti mettono di fronte alla realtà del mestiere di attrice, un mestiere duro, per il quele bisogna essere disposti a stare sempre in giro e a rinunciare agli affetti. Solo una grande passione di base può aiutare a sopportare tutto questo... Quindi meglio la tranquillità di Brindisi? No, io penso che il distacco con la famiglia sia importante. Brindisi è una città che non offre tantissimo, ma che uno apprezza quando è fuori, relazionandosi con le difficoltà. Brindisi è ovattata, sembra quasi un paese dei balocchi. Qui ti scontri con le difficoltà ogni giorno e questo ti fa capire, secondo me, quanto Brindisi possa crescere come città, soprattutto se i giovani credono in essa, come se fosse la loro mamma. Una città ha bisogno dei giovani e del loro potere di risollevare la situazione. Ecco perché è altrettanto importante crearvi delle strutture, per non lasciar andare via i ragazzi a cercare fortuna in città ostili. Qualcosa anche a Brindisi si può fare. Se avessi, in futuro, l’opportunità di ritornare nella mia città per fare questo mestiere qui, lo farei volentieri. Il problema è che bisogna creare qualcosa già da ora, un’accademia, un punto di ritrovo per dei ragazzi che, come me, sognano di avere a Brindisi una formazione eccellente con dei professori eccellenti. Il problema è crederci, avere dei fondi, avere una struttura. E a Brindisi qualcosina c’è già. L’obiettivo è quello di avere una formazione migliore rispetto a quello che finora ha proposto il territorio, con la creazione di un vivaio, di una compagnia locale che si possa esibire al Verdi.
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10 febbraio 2012
Teatro e formazione
UN’ACCADEMIA TEATRALE A BRINDISI. PERCHé NO? “Il teatro non è solamente un avvenimento, è uno stile di vita! Siamo tutti degli attori: essere cittadino non è vivere la società, è cambiarla”. Augusto Boal
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l palcoscenico per formare, informare e sensibilizzare. Una ‘politica’ che la Fondazione Nuovo Teatro Verdi ha fatto sua e porta avanti con convinzione. Perché il Teatro è evasione, ma anche una scuola di vita. Il linguaggio teatrale è caratterizzato da un potenziale che il linguaggio della narrativa normalmente non possiede, in grado di comunicare le emozioni ma anche di avviare veri e propri percorsi di crescita. Una consapevolezza, questa, diventata ragione e sostegno di un percorso artistico volto a proiettare il Politeama brindisino in un contesto nazionale, soddisfare i gusti di un pubblico sempre più numeroso ed esigente, promuovere il territorio. Dall’inaugurazione nel dicembre del 2006, il Nuovo Teatro Verdi è tornato ad essere luogo vivo, spazio aperto restituito alla cittadinanza. Merito di una programmazione attenta e di qualità che, portando in città alcune tra le realtà teatrali più interessanti, ha contribuito a formare un background solido e innovativo, merito di progetti di formazione rivolti alle scuole del territorio, per stimolare nei più giovani un approccio diversificato e critico al consumo teatrale, della volontà di coinvolgere gruppi di ricerca del territorio, della capacità di avviare collaborazioni con importanti realtà teatrali italiane quali il Piccolo di Milano e il San Carlo di Napoli. Frutto dell’ormai consolidato rapporto con il Piccolo, l’Accademia Internazionale della Commedia dell’Arte diretta da Ferruccio Soleri, promossa a Brindisi dallo stesso attore nel 2009 attraverso 21 lezioni, gratuite, per trenta giovani aspiranti attori. Nell’arco di un lustro il Nuovo Teatro Verdi è diventato la più grande impresa culturale della città di Brindisi. Un modello di impresa che ha insite considerevoli opportunità di sviluppo. Proviamo a guardare avanti con un pizzico di ambizione partendo dall’esistente: perché non dotare il territorio di un centro per la formazione professionale offrendo a giovani aspiranti attori e attrici (tanti se ne contano a Brindisi e provincia) la possibilità di seguire un percorso di formazione e specializzazione completo come accade in altre regioni Italiane? Del resto il Piccolo docet.
La Fondazione ha realizzato negli anni progetti con la collaborazione e il supporto di diverse istituzioni culturali: - L’Accademia Teatro alla Scala di Milano ha partecipato nel 2008 alla realizzazione di un progetto finalizzato alla messa in scena dell'opera di Wolfgang Amadeus Mozart «Così fan tutte», per la regia di Giorgio Strehler, che ha visto in scena i giovani interpreti e musicisti dei corsi di alta formazione professionale dell'Accademia della Scala. - «La storia della bambola abbandonata» è il nome del progetto di formazione, realizzato con il Piccolo Teatro di Milano, che nel 2008 ha coinvolto le scuole primarie con un programma di laboratori all’interno degli istituti e sul palcoscenico. - La stagione 2008-2009 si è aperta con uno spettacolo-omaggio del Corpo di Ballo del Teatro San Carlo di Napoli a un esponente di spicco della danza moderna, Robert North. Una collaborazione, quella con la Fondazione partenopea, che si ripropone anche quest’anno con la partecipazione dell’Orchestra, diretta da Francesco Lanzillotta, ne «L’Opera da tre soldi», uno spettacolo con un cast d’eccezione (Massimo Ranieri, Lina Sastri e Gaia Aprea tra gli altri) coprodotto dal Teatro Stabile di Napoli e dal Napoli Teatro Festival. - La Fondazione ha avviato nel 2009 un rapporto di collaborazione con la Fondazione Pergolesi-Spontini di Jesi, ente cui si deve la direzione di uno dei più antichi teatri di tradizione italiana. La Fondazione marchigiana è stata capofila nella produzione lirica che ha ripreso nel 2009 la famosa Traviata degli specchi dello Sferisterio
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10 febbraio 2012
di Macerata con la regia di Henning Brockhaus e le scene di Josef Svoboda, e nel 2010 ripercorso il mito pucciniano di Madama Butterfly insieme con il Teatro dell'Aquila di Fermo. La collaborazione ha consentito di organizzare il concerto-evento dello scorso 16 marzo in occasione del centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia, che ha visto la partecipazione dell'attrice Daniela Marazita e dell'Ensemble Sipario della Fondazione Pergolesi-Spontini di Jesi. - La concertistica classica e lirica segna invece il terreno di ripetute collaborazioni con la Fondazione ICO «Tito Schipa» di Lecce. - Il Teatro Pubblico Pugliese, circuito teatrale per la diffusione e la promozione della prosa e della danza in Puglia, opera in sinergia con la Fondazione promuovendo la conoscenza del patrimonio culturale internazionale attraverso spettacoli di danza proposti da affermate compagnie straniere e inseriti nella stagione artistica. Solo per citarne alcune Momix Dance Theatre, Compania de danza Aida Gomez, Les 7 Doigts de la Main, Kataklò Athletic Dance Theatre, Chekhov International Theatre Festival di Mosca. - Il 9 aprile 2011, in occasione della inaugurazione dei nuovi uffici presso il complesso monumentale delle Scuole Pie, la Fondazione ha sottoscritto un importante accordo quadro di collaborazione artistica con la Fondazione Teatro dell’Opera di Roma, la prestigiosa istituzione impegnata dal 1879 nel settore del teatro musicale, della lirica e della danza.
Alessandra Caputo
SOSTENERE LE SCUOLE DI TEATRO CHE OPERANO A BRINDISI INTERVISTA A DANIELA ANGELINI RESPONSABILE ORGANIZZATIVO FONDAZIONE NUOVO TEATRO VERDI Una scelta mirata della Fondazione è quella di collaborare con importanti realtà teatrali italiane. Quale l’obiettivo? La scelta e l’opportunità di avviare importanti relazioni e collaborazioni con prestigiose realtà teatrali come il Piccolo di Milano e il San Carlo di Napoli, è stata la linea proposta e seguita dal nostro direttore artistico Italo Nunziata. Direi che è riuscito egregiamente nell’intento, perché il Nuovo Teatro Verdi di Brindisi è stato proiettato, sin da subito, all’attenzione del panorama teatrale italiano grazie ad un progetto artistico credibile e prestigioso e un’attenta politica di relazioni con i diversi enti e istituzioni di livello internazionale. Quali sono stati, in senso pratico, i ‘vantaggi’ per il Verdi nell’investire in queste relazioni? Oggi possiamo parlare a Brindisi di un progetto culturale “teatro”, perché l’attività che gravita intorno al Verdi consente non solo di offrire al pubblico la possibilità di vedere nella propria città spettacoli di alto livello, ma favorisce anche la conoscenza di Brindisi oltre i confini regionali. Basti pensare al grande numero di artisti che vengono e portano con sé il ricordo dei luoghi che hanno visitato, soprattutto quando offriamo loro la possibilità di visitare la città con una guida. Dal sondaggio da noi effettuato a conclusione della scorsa stagione è poi emerso un dato estremamente interessante che riguarda la provenienza del pubblico, il 5% da altre province, il 3% perfino da paesi esteri. E siamo solo all’inizio. A Brindisi nel 2009 Ferruccio Soleri ha presentato l’Accademia Internazionale della Commedia dell’Arte con un corso di specializzazione tenutosi al Verdi, aperto a trenta aspiranti attori. Un bilancio di qulla esperienza? Decisamente positivo se si considera che non è stato solo un corso sulla Commedia dell’Arte, fonte e matrice di evoluzione del linguaggio teatrale moderno, ma questa attività ha collocato la Fondazione Nuovo Teatro Verdi in un progetto internazionale, che ha avuto come uniche tappe Milano, Mosca e appunto Brindisi. C’è in progetto di ripetere l'esperienza o di realizzarne una simile in un prossimo futuro? Ancora oggi i giovani artisti ci chiedono di ripeterla, ma all’interno di una gestione oculata delle risorse si impongono scelte diversificate. Oggettivo il successo del teatro comunale, forte a Brindisi l’interesse per la recitazione, come testimoniano le numerose compagnie e scuole nate negli ultimi anni e i ragazzi brindisini ammessi in accademie teatrali importanti. Perchè allora non realizzare a Brindisi un’Accademia teatrale di alta formazione? Esistono già in Puglia scuole e accademie di alta formazione e la nostra politica fino ad oggi è stata quella di non duplicare attività già presenti a livello regionale. Potrebbe essere invece interessante sostenere e potenziare le scuole che sono nate e operano a Brindisi. Realtà che del resto stanno dimostrando di saper coltivare talenti come Giulia Vecchio e Francesco Rina. Fino allo scorso anno questi due ragazzi frequentavano a Brindisi l’associazione teatrale Meridiani Perduti, oggi sono l’una al Piccolo e l’altro alla Paolo Grassi. Un risultato, a mio giudizio, non casuale. Anche le altre associazioni, come Thalassia, Talia e il TeatroDellePietre, si sono affermate e hanno riconoscimenti anche fuori dai confini regionali. La Fondazione può offrire loro opportunità di approfondimento e di supporto. Del resto la stessa opportunità di confrontarsi con i
Daniela Angelini
grandi nomi del teatro è una grande lezione di vita perché, al di là dello studio tecnico dell’arte e del linguaggio teatrale, credo diventi altamente formativo il confronto diretto con chi ha fatto del teatro un “mestiere”. Questo è il significato che diamo agli incontri che si tengono nel foyer con le compagnie ospiti. Brindisi è oggi nota oltre i confini regionali per il suo teatro. La scommessa lanciata dall’ex sindaco Domenico Mennitti il giorno dell’inaugurazione del Verdi è stata vinta. Questo vuol dire che il percorso della Fondazione può ritenersi concluso o il Verdi può (e deve) ancora crescere? Nulla nella vita ha un punto di arrivo e tanto meno un progetto che riguarda una città come la nostra. Certo oggi il teatro ha raggiunto risultati importanti. Nella scorsa stagione abbiamo registrato la presenza di oltre 19.000 spettatori con una crescita di affluenza di pubblico, rispetto alla stagione 2008/2009, di quasi il 60%. Senza trascurare il pubblico del teatro ragazzi che ha visto la partecipazione di 7.000 bambini provenienti dall’intera provincia. Risultanti importanti raggiunti in quattro anni di attività non solo grazie all’impegno dei due soci fondatori, Amministrazione Comunale e Provinciale, ma anche al sostengo concreto del settore privato. Oggi possiamo dire che il “Nuovo Teatro Verdi” ha riconquistato il suo posto importante all’interno della comunità, dopo l’abbattimento del “vecchio” Teatro Verdi che ha procurato alla città una ferita profonda in termini culturali. Ed è proprio per recuperare la memoria e tramandarla alle nuove generazione che la Fondazione, in collaborazione con l’Archivio di Stato e la Biblioteca Arcivescovile De Leo, sta organizzando una mostra permanente sulla storia del teatro brindisino. Le ricerche sono volte non soltanto al vecchio teatro ma provano a ricostruire il faticoso iter del nuovo, una lunga vicenda politica e amministrativa che ha portato alla realizzazione della struttura nonché alla sua gestione. Se è vero che la cultura non è mera conoscenza ma capacità di riconoscersi in una identità, aprirsi alle relazioni e svolgere un ruolo propositivo all’interno di una comunità, Il teatro ha, tra le altre, la funzione sociale di essere matrice di cambiamento, favorendo condivisione e confronto.
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10 febbraio 2012
Teatro e formazione
IL TEATRO A BRINDISI
LA PAROLA A CHI LO FA
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a parola “teatro” è tornata in auge a Brindisi dopo essere caduta in disuso per circa mezzo secolo. La riapertura nel 2006 del Nuovo Teatro Verdi ha rappresentato indubbiamente la scossa culturale per un pubblico che aveva quasi dimenticato cosa vuol dire sottoscrivere un abbonamento alla stagione teatrale, entrare in un politeama, assistere a uno spettacolo, scambiare le proprie impressioni su scenografie, attori e interpretazioni. Al di là della suddetta prassi di cui i brindisini si stanno gradualmente riappropriando (i dati registrati dalla Fondazione Nuovo Teatro Verdi parlano di un incremento significativo dei “numeri che contano”), finalmente anche a Brindisi il teatro comincia a essere visto non solo come una forma di intrattenimento, ma come un mezzo di crescita culturale ed economica. A tal proposito è opportuno segnalare la presenza sul territorio di professionisti che da anni sono impegnati per contribuire alla propagazione a vari livelli dell’arte teatrale. Abbiamo chiesto ad alcuni di loro di rispondere alle seguenti domande: Qual è il panorama teatrale a Brindisi? Il pubblico è cresciuto negli ultimi anni? C’è opportunità di emergere per le giovani compagnie? Esistono iniziative istituzionali e investimenti al riguardo? Quali sono le difficoltà incontrate localmente da chi intraprende la carriera attoriale? Cosa dovrebbe cambiare? Esiste la possibilità di creare un’accademia teatrale sul nostro territorio che possa raggiungere i livelli della “Scuola per attori del Piccolo Teatro di Milano” fondata da Giorgio Strehler?
Marcantonio Gallo (TeatroDellePietre) “Il panorama teatrale brindisino è ancora in fase di crescita, ma ha già raggiunto buoni risultati. Quasi contemporaneamente alla riapertura del Nuovo Teatro Verdi sono sorte in città realtà attive che si occupano di teatro in maniera professionale. La compagnia del TeatroDellePietre si propone di favorire una sinergia tra le varie professionalità che sono presenti sul territorio, a partire dai tecnici fino ad arrivare agli attori. Tutto “made in Puglia”. Come gruppo abbiamo prodotto i nostri primi spettacoli grazie alla Fondazione Nuovo Teatro Verdi e al Comune di Brindisi che dà sempre spazio a iniziative artistiche locali. Sarebbe auspicabile la nascita di nuovi contenitori per dare la possibilità a gruppi emergenti di avere la giusta visibilità. É questa la direzione in cui ci stiamo muovendo e che si dovrebbe seguire con costanza”. “A livello locale non ci sono grandi opportunità, ma non ci sono nemmeno grandi competenze. I ragazzi sono costretti a frequentare scuole di recitazione lontano da casa e a maturare altrove le loro esperienze. Ad ogni modo le scuole non garantiscono sbocchi lavorativi concreti, a Milano come a Roma fare l’attore è una cosa difficile. Questo vale sia per il teatro che per il cinema: in entrambi i casi si tratta di un lavoro che richiede spostamenti continui e capacità di adattamento. Inutile pensare di rimanere stanziali, il mestiere dell’attore è per nomadi. è sempre necessario muoversi in cerca di opportunità lavorative”. “Esistono sul territorio realtà che si occupano di formazione. A mio parere la migliore scuola è l’impegno per l’allestimento di uno spettacolo. I nostri laboratori sono gratuiti e finalizzati sempre agli spettacoli teatrali che mettiamo in scena. Una scuola di recitazione a Brindisi? Perché no, così come si potrebbe investire nell’Università, in un porto all’avanguardia, in un giardino botanico, in un museo d’arte moderna. Per una crescita culturale occorre questo e parecchio altro”.
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10 febbraio 2012
Maurizio Ciccolella (Scuola d’Arte Drammatica Talìa) “Dal mio punto di vista Brindisi, per un fatto storico, ha un panorama teatrale essenzialmente amatoriale; le esperienze qualificate coinvolgono ancora un ristretto gruppo di persone. Negli ultimi anni c’è, tuttavia, più diffusione del teatro grazie ai progetti nelle scuole, al Nuovo Teatro Verdi e ad alcune realtà locali”. “Credo che non sia possibile sviluppare a Brindisi una vera carriera teatrale così come non accade in nessun’altra città italiana. L’attore è sempre stato ramingo. Certamente in grandi centri urbani ci sono più possibilità, ma c’è anche più concorrenza. Nella nostra città lamento soprattutto una confusione di idee e di parametri circa la professione”. “Un’accademia in Puglia potrebbe aspirare ad essere migliore delle Scuole Nazionali, ma la Regione non può trascurare l’aspetto della formazione artistica, sebbene abbia implementato le produzioni teatrali e musicali. Ad esempio, la nostra scuola Talìa è completamente auto finanziata”.
Vincenzo Maggiore
Jenny Ribezzo (Compagnia stabile Amici del Teatro)
“In concomitanza dell’apertura del Nuovo Teatro Verdi a Brindisi è nato un nuovo fermento culturale. Ci sono attori brindisini, come la sottoscritta, che sono andati a formarsi professionalmente nelle accademie d’arte drammatica fuori dalla Puglia e che sono tornati successivamente per dare il proprio impulso e contributo artistico alla città. Il pubblico, in base all’offerta ricevuta dal circuito ufficiale del Teatro Verdi e dalle giovani compagnie locali, ha la possibilità di assistere a rappresentazioni teatrali di vario genere. Per quanto riguarda gli spettatori più giovani, da tre anni la Fondazione Teatro Verdi offre gratuitamente alle scuole di Brindisi e Provincia la possibilità di fruire di incontri con esperti teatrali che si occupano di formazione del pubblico fin dalla tenera età. Insieme alla Compagnia del Sole (Marinella Anaclerio e Flavio Albanese) e alla danzaterapista Chiara Sergio, sono impegnata in prima persona in questo meraviglioso progetto. Le giovani compagnie, specialmente nella prima fase della loro vita devono, con sacrificio e determinazione, autofinanziarsi e non accontentarsi di restare nel proprio territorio ma cercare la contaminazione, il confronto con il pubblico e con la critica anche fuori dai propri confini, per riuscire a crescere e a inserirsi nel circuito ufficiale dei teatri nazionali”. “Il mestiere dell’attore è un lavoro a tutti gli effetti, è bene ricordarlo. Richiede studio, applicazione, abnegazione, impegno costante e grande passione. Purtroppo in questo periodo storico, fatto di “comparsate” e di apparizioni fugaci sul piccolo schermo, vengono meno le condizioni per operare da attore professionista. Il cambiamento potrà avvenire solo se la dignità lavorativa sarà riconosciuta unanimemente e se anche il pubblico ritornerà ad essere il primo critico, non un contenitore da riempire con mero intrattenimento”. “La nascita di una vera accademia è auspicabilissima, ma porta con sé alcune inevitabili riflessioni: la prima è che l’Accademia dovrebbe essere Statale o comunque gratuita per l’utenza. La seconda riflessione riguarda i formatori: sarebbe bello poter contare sull’apporto dei grandi maestri internazionali in un percorso formativo lungo e non fatto di sporadici workshop. L’ultimo e forse più importante pensiero è rivolto agli allievi: esiste un bacino di utenza tanto grande da consentire l’apertura ed il mantenimento di una grande accademia teatrale?”
“La Compagnia Stabile Amici del Teatro proprio quest’anno festeggia i suoi primi vent’anni di attività. In questo arco di tempo sono cambiate molte cose. Quando siamo nati non c’era alcuna compagnia locale in zona che si esibisse e, nel 1992 (prima commedia al teatro Impero) fu indispensabile “sposare” il vernacolo per avvicinare i brindisini al teatro. Una volta fidelizzato il pubblico, ci siamo distaccati da questo tipo di teatro (che viene erroneamente considerato di serie B, ma non lo è, almeno se lo si fa in maniera seria) per poterci esprimere in modo diverso. Ho sempre ritenuto che per fare teatro sia indispensabile spaziare su una varietà di stili che consenta all’attore di sentirsi tale a trecentosessanta gradi. Vent’anni fa la sala dell’Impero era tristemente vuota quando si presentavano spettacoli di un certo livello, ora il Verdi è costantemente gremito in ogni ordine di posti e questo deve essere motivo di orgoglio per noi cittadini”. "In vent’anni abbiamo debolmente bussato alle porte delle amministrazioni locali perché ci dessero la possibilità di avere una sala per le prove o un deposito per le tante scenografie a nostra disposizione e ci è sempre stato detto che non esistono strutture disponibili. Voglio pensare che questa sia la cruda realtà a cui tutti sono costretti ad adeguarsi. Per alcuni spettacoli di nostra produzione siamo stati chiamati a Forlì, a Frosinone e ci siamo esibiti fuori dalla provincia con tanto successo. Tutto è avvenuto grazie a privati che, navigando su internet, si sono imbattuti nei video dei nostri spettacoli. Sarebbe molto bello se le istituzioni locali riconoscessero il valore di determinati spettacoli e, con orgoglio, proponessero ad amministrazioni vicine ciò che di bello si fa a Brindisi. Un po’ come si fa per promuovere il turismo sul proprio territorio, ma ho paura che manchi questo tipo di cultura, per cui le compagnie locali avranno sempre serie difficoltà a crescere, se non animate dalla sola grande passione che da sempre le spinge a lavorare." "Un’accademia a Brindisi? Dubito possa decollare come la realtà milanese. Per entrare al “Piccolo” bisogna superare delle prove molto selettive e in pochi ce la fanno. Pur avendo grandi talenti in zona non credo esista un’utenza così ampia come in altre parti d’Italia. Ben venga, però, la fondazione di una struttura con queste caratteristiche. Ma forse manca una figura alla Strehler?"
© Dario Rovere
Sara Bevilacqua (Meridiani Perduti)
Luigi D’Elia (Cooperativa Thalassia) “Per quanto riguarda l’esperienza dei Teatri Abitati che ci vede da anni operare nei teatri di tutta la provincia, direi che tutto sommato non possiamo lamentarci. È un panorama che va curato costantemente, ma che di certo non è avaro di soddisfazioni. La gioia più grande è vedere che il miglior pubblico è quello dell’infanzia, cresciuto grazie al grande coraggio di maestre e genitori che scelgono di salvare i loro bambini dalla superficialità di questo tempo fatto di spot e scelte facili. L’anno scorso una nostra rappresentazione teatrale ha raggiunto i vertici nazionali, ma credo che da soli non si vada da nessuna parte. Per crescere è necessario fare rete, non temere il confronto, superare la logica della trincea. In poche parole fare come succede in un bosco e non come succede tra i teatranti. In giro per la penisola non si parla altro che della Puglia e del suo fermento artistico. Mentre altrove i teatri chiudono qui da noi vengono aperti. Grazie alla lungimiranza e all’intelligenza di istituzioni come il Teatro Pubblico Pugliese e la Regione Puglia siamo consapevoli che il progetto Teatri Abitati stia scrivendo una pagina importante della storia del teatro italiano“. “Si dovrebbe superare una visione provinciale e dilettantistica, costruire sulla qualità e non sull’attesa dell’aiuto dell’amico politico di turno. Devo dire che, ultimamente, apprezzo il Capo del Consiglio Monti quando dice che troppo buonismo fa male“. “Il 'Piccolo' esiste già a Milano. Perché cercare di imitare i grandi centri quando invece dovremmo far tesoro della ricchezza che può dare una posizione periferica? Siamo periferia e dovremmo cominciare proprio da qui. Costruire sul confine. Ai margini“.
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10 febbraio 2012
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Daniela De Stradis
IN ITALIA ATTORI POCO CONSIDERATI
E
leonora Siro è una giovane attrice brindisina. Ventottenne, vive a Roma da otto anni cercando, tra sfide e difficoltà, di realizzarsi nel mondo del cinema. Per Free si racconta parlando della sua esperienza, unica eppure comune a tanti giovani pugliesi costretti a lasciare famiglia e affetti per cercare altrove la propria strada.
Come è nata la tua passione per il teatro? Ho amato sin da bambina l’arte in generale, a iniziare dal disegno. Ho poi frequentato il liceo artistico e dopo essermi diplomata mi sono iscritta allo Stamms di Lecce, sostenendo undici esami. Studiando discipline dello spettacolo, come storia del cinema e storia del teatro, mi sono appassionata sempre di più e ho iniziato a pensare concretamente di puntare su ciò che amavo fare per realizzarmi. Ho abbandonato l’università e mi sono trasferita a Roma per frequentare l’Accademia di recitazione. Alcuni ragazzi pugliesi appassionati di cinema (registi e attori) pur formandosi fuori trovano nella terra natia occasioni per lavorare. La tua esperienza? Purtroppo ho avuto pochissime opportunità di lavorare in progetti girati in Puglia, pur essendo pugliese e sapendo la quantità di serie televisive e progetti cinematografici realizzati nella nostra terra. Gli unici lavori a cui ho partecipato sono un cortometraggio, “L’altra parte”, regia di Lorenzo Sepalone girato a Sant’Agata, una puntata della serie “Nebbie e delitti 3” per la regia di Giampaolo Tescari girata ad Otranto e un lungometraggio indipendente “Il ritorno di Ulisse” regia di Pietro Loprieno, girato tra Bari e Polignano a Mare. Secondo te a Brindisi ci sono le condizioni perchè venga istituita un’Accademia teatrale di alto livello sul modello di quella voluta a Milano da Giorgio Strehler? Di Scuole e accademie ce ne sono davvero tante in Italia e a Roma in particolar modo. Per quanto riguarda la Puglia il discorso non è semplice. Proprio questa estate mi sono recata al cineporto di Lecce per lasciare il mio curriculum ed essere “schedata” sul loro database. Mi son sentita dire: “qui da noi arrivano solo i casting per comparse e piccoli ruoli da 1 o 2 pose massimo, tutto parte dalle produzioni di Roma”. Parlando nello specifico di Brindisi, non ritengo ci siano le condizioni per un’Accademia, primo perchè non credo ci siano insegnanti capaci e non “improvvisati” che risiedono a Brindisi o che comunque vivono lì, e poi perchè non ci sono possibilità lavorative concrete, per lo meno oggi. Se il progetto fosse realizzato, come dovrebbe essere strutturata secondo te l’Accademia alla luce delle tue esperienze? Come ho già detto, un’accademia funzionerebbe con insegnanti qualificati e se a Brindisi ci fossero possibilità di lavorare nel settore. Il tuo sogno nel cassetto? Non ho un sogno particolare, mi piacerebbe lavorare costantemente e poter vivere facendo ciò per cui ho studiato come tanti ragazzi, terminata l’università, vorrebbero fare, trovare lavoro nel settore in cui si sono specializzati senza dover per forza fare lavori umilianti o che non danno soddisfazione, esclusivamente per tirare avanti senza una minima gratificazione personale. Questo non è vivere. Considerato il momento economico difficile, e la situazione italiana, un Paese dove sempre meno si investe nella cultura, la carriera attoriale è una strada percorribile? Quello che stiamo vivendo è un momento storico-culturale veramente degradante. In ogni settore si sente la famosa “crisi” e tutti gli italiani si lamentano di qualcosa. È vero che il popolo italiano è quello che ha più tradizioni e valori rispetto ad altri Paesi, ma questo non vuol dire che dobbiamo farci prendere in giro da chi più di noi ha possibilità decisionale. Siamo i primi a guardare tv spazzatura e i primi a comprarci l’I-Phone, per cui siamo noi i primi a volere quello per cui poi ci lamentiamo. Non siamo un popolo unito, non siamo capaci di lottare per i nostri diritti. Siamo bravi a farlo solo quando ci troviamo davvero alle strette e da soli, per il nostro orticello, perchè siamo abituati così. Non riusciremo ad ottenere nulla in questa maniera e ci prenderanno sempre più in giro. Scusami lo sfogo ma non ho resistito. Tornando alla domanda, la carriera dell’attore in Italia è davvero inesistente. Basta guardare le serie televisive,diventa attore chi fa il ‘Grande Fratello’ o l’‘Isola dei famosi’, programmi che nulla hanno a che vedere con la cultura. Chi fa il mio lavoro, chi è un attore, non è considerato un professionista. Quello dell’attore per molti non è un lavoro ma un hobby, una perdita di tempo, perché l’arte in Italia non è valorizzata. In base alla mia esperienza, dopo aver fatto tantissimi sacrifici e continuandoli a fare, non consiglierei a nessuno di intraprendere questa strada, per lo meno in Italia. Se tornassi indietro probabilmente studierei per diventare veterinaria dal momento che, dopo anni di gavetta e delusioni, sono qui a pensare che forse sarebbe meglio cambiare Paese.
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10 febbraio 2012
In viaggio nella Terra di Brindisi
Speciale cinema in puglia
CIAK, SI PUGLIA
http://youtu.be/2VdGEzsIgpM
SCATTI DI CINEMA Una regione la Puglia che è tutto uno scenario. “Scatti di cinema, la Puglia al Cinema” è il titolo di una mostra fotografica itinerante che attraversa la Puglia raccontando il territorio attraverso l’occhio della macchina da presa, suggestionando l’osservatore servendosi unicamente di paesaggi e luoghi toccati da un cinema sempre più presente. Negli ultimi anni infatti sono state moltissime le produzioni cinematografiche nazionali e internazionali che hanno optato di venire a girare i propri film in terra di Puglia, producendo pellicole che hanno avuto il pregio di esaltare la bellezza della nostra terra. Una straordinaria visibilità che la Puglia ha ottenuto in molte parti del mondo, contribuendo in maniera decisiva alla promozione turistica della Regione. “Scatti di cinema” offre all’occhio del visitatore un piccolo grande viaggio in Puglia mediante immagini che ormai appartengono agli spettatori e che hanno permesso di riscoprire e far conoscere i nostri paesaggi, gli ambienti, i luoghi, le masserie, i tramonti, la natura, gli ulivi, i colori, la luce speciale, le nostre spiagge, il nostro mare, le architetture e i nostri centri storici. Luoghi di fascino presi dai film di Pupi Avati, Sergio Rubini, Mario Martone, Alessandro Piva, Edoardo Winspeare, Giovanni Veronesi. Immagini che scorrono in un film di diversità morfologiche, di storie, di tradizioni, di centri storici e di cultura locale. Una terra che continua a stupire offrendo all’immaginario collettivo quel misto di memoria visiva reale e memoria cinematografica, che rappresenta un grande patrimonio oggi anche cinematografico.
I TRULLI DI BOLLYWOOD L'industria indianA DEL CINEMA ha scelto LA PUGLIA per ambientare alcuni film di grande successo. Bollywood, fusione di ‘Bombay’ e ‘Hollywood’, è il termine con cui ci si riferisce alla commedia sentimentale indiana dei grandi schermi, una sorta di cinepanettone nostrano speziato al curry. Tra gli ingredienti principali, musica, danza e scenari esotici. E tra questi scenari esotici ecco comparire recentemente qualcosa di familiare. Sì, perché la sontuosità di una festa di nozze indiana, fatta di abiti, drappeggi, fiori e frutta dai vividi colori, si muove a suo agio nientemeno che tra gli scorci di Alberobello. Tutto ebbe inizio ben quattro anni fa, grazie alla pellicola dal titolo “Baachna Ae Aseeeno” (“Belle ragazze, state attente”) girata tra le gondole veneziane e i trulli pugliesi. E gli indiani, dalle poltrone dei cinema, applaudirono la scelta del set. Non tanto per Venezia, conosciuta a livello mondiale, quanto per Alberobello, pugnalata estetica al cuore indiano. È toccato poi a “Maska”, pellicola che si è servita di Cisternino, zone del Salento e della Cattedrale di Trani. Si deve però a “House Full” girato sul Gargano, precisamente sulla Baia delle Zagare, il merito di aver fatto breccia nel cuore del pubblico. Il film, campione di incassi in patria, ha lanciato in grande stile la terra pugliese nel panorama indiano, facendo assaporare con gli occhi le nostre bellezze a un pubblico quanto mai vasto. Parlando di numeri, si stima che l’India rappresenti il 17% della popolazione mondiale. Se a questo ci aggiungiamo che l’industria cinematografica nazionale può vantare una produzione di 1000 titoli all’anno e un numero di biglietti strappati che si aggira sui 3,6 miliardi all’anno, allora c’è da pensare a un ritorno economico in termini turistici. Già, perché gli indiani non si accontentano del trullo visto sullo schermo. Il cineturismo, in India, funziona molto bene e gli operatori del Sud Italia si aspettano grandi cose. La casa di produzione di “HouseFull” non ha atteso a stringere accordi con il maggior tour operator indiano per la vendita di pacchetti viaggio per la Puglia, sui luoghi del set. “House Full” si è dunque rivelato, col senno di poi, un ottimo investimento per l’Apulia Film Commision, con soli 120mila euro investiti, subito ripagati dagli oltre 152mila euro di servizi e beni spesi dalla troupe del film, composta da più di 100 persone.
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10 febbraio 2012
Francesco Marchionna
APULIA FILM COMMISSION
http://youtu.be/7B28NzisV_c
LA PUGLIA è TUTTA DA GIRARE Girare in Puglia è come avere il mondo intero in una regione sola. Una varietà paesaggistica a tratti imbarazzante. Dal Gargano al Salento, un set cinematografico passa dai monti alle pianure, dal mare ai laghi, dalle pianure alle grotte, dai casolari di campagna alle lingue di asfalto. Una diversità che viene avviluppata da un altro elemento fondamentale per un registra e la sua troupe: la luce. Una luce naturale ammaliante, che permette ai registi di poter girare per quasi otto mesi l’anno in zone sostanzialmente miti e soleggiate. A ciò si aggiunge un’accoglienza senza pari. Dalle amministrazioni ai singoli cittadini. Queste le potenzialità della Puglia che cineasti e operatori del settore cominciano ad apprezzare e condividere nel settore. Ma non solo. A promuovere la Puglia come ideale set cinematografico ci pensa dal alcuni anni l’Apulia Film Commission, fondazione nata nel 2007 con l’intento di attrarre investimenti nel settore dell’audiovisivo in Puglia. Per fare questo, l’Apulia Film Commission interloquisce con le produzioni e i film maker italiani e stranieri, fornendo una gamma di servizi che spaziano dalla ricerca di location al booking, dal casting ai permessi, dai contatti con le PP.AA. ai trasporti. Tra i tanti servizi alle produzioni, l’Apulia Film Commission si può interessare delle location su analisi della sceneggiatura, del casting, del disbrigo di pratiche amministrative relative a riprese e permessi sul territorio, della negoziazione e del trattamento sulle tariffe per ospitalità (alberghi, ristoranti e catering), delle maestranze qualificate e di giovani attori per ruoli minori, comparse e figurazioni. Tutti servizi gratuiti, a cui si aggiungono due cineporti. Un cineporto è un ampio spazio coperto predisposto per ospitare uffici di produzione, scenografie, magazzini, sale trucco, sala casting, guardaroba e sala proiezione/ multimedia. Stando a due pubblicazioni di Vito Attolini e Alfonso Marrese, i film girati in Puglia dal 1923 a oggi sono 163. La prima pellicola si intitolava “Maria... viene a Marcello”, film muto realizzato in Puglia dalla ‘Garganica Film’ di Lucera. Da allora a oggi sono state raccontate tantissime storie attraverso tantissimi generi cinematografici, dalla commedia all’italiana al poliziesco, dalla commedia d’amore al film di denuncia, dal dramma al crudo realismo. Come non citare “Polvere di stelle” con Alberto Sordi, “Le vie del Signore sono finite” con Massimo Troisi, “La riffa” con Monica Bellucci, “Io speriamo che me la cavo” con Paolo Villaggio (girato interamente a Taranto), tanto per citarne alcuni. È però verso la fine degli anni Novanta e soprattutto all’inizio del nuovo millennio, che la Puglia riversa su celluloide la propria veracità e identità, venendo apprezzata fuori dai confini regionali. “Fratelli Coltelli”, “Lacapagira”, “Liberate i pesci”, “Tutto l’amore che c’è”, “Io non ho paura”, “Mio cognato”, “La terra”. Piva, Salvatores, Rubini alcuni tra i registi più rappresentativi di tale successo. Un successo che ha fatto conoscere scorci e scenari della regione a chi non immaginava tali bellezze. Un importante fenomeno di marketing territoriale e di promozione turistica, che ci può far sostenere che oggi la Puglia è “tutta da girare”.
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10 febbraio 2012
In viaggio nella Terra di Brindisi
Speciale cinema in puglia
Brindisi terra di registi panoramica su quattro giovani talenti ALESSANDRO ZIZZO
La Puglia, con i suoi colori e suggestioni, lo sfondo prediletto del regista francavillese Alessandro Zizzo. Federico Fellini, Massimo Troisi, Giuseppe Tornatore i suoi “maestri”. All’attivo un documentario e 15 cortometraggi, pubblicità per reti private e spot elettorali, video per il Tad (via del babuino-Roma) e Gino Rossi, gallerista di via Margutta (Andy Warhol-Ritratti). Come regista, è stato tra i quattro finalisti del Gran Gala del Remake 2005 organizzato da Coming Soon Television, ha partecipato a “Corto in progress” andato in onda su Coming Soon Television e vinto il primo premio “La città in corto 2008 - La Sapienza-Roma” con uno spot sulla sicurezza stradale dal titolo “Io voglio esserci”, ideato e girato con la scrittrice Elisa Mauro. Ha lavorato al film “Piede di Dio” con Emilio Solfrizzi, Antonio Catania, Elena Bouryka e Filippo Puccillo, lungometraggio prodotto da Enzo Porcelli (Achab Film) per la regia di Luigi Sardiello. In qualità di assistente alla regia, si è occupato essenzialmente di formare il cast artistico. Dopo aver girato l’Italia, Zizzo torna nella sua terra con un nuovo progetto. Scrive e dirige il cortometraggio “Come se fosse facile”. “Una commedia degli equivoci che ha per tema il matrimonio analizzato attraverso la vita sentimentale, alquanto turbolenta, del protagonista - spiega il regista - L’opera offre, tra gag e colpi di scena, spunti per riflettere su questo evento che da sempre è ritenuto fondamentale per la crescita di un uomo e di una donna, sulle convenzioni che spesso spingono a fare ciò che in realtà non si desidera. Capita a volte che ci si sposi, magari con la persona sbagliata, solo perché è quello che genitori, amici, o la società stessa si aspetta”. Girato interamente nelle province di Brindisi e Taranto (Francavilla Fontana, Manduria e Maruggio), ha visto la partecipazione di personaggi noti nel panorama artistico italiano. Dalla showgirl Pamela Prati (che si è aggiudicata nel 2011 il premio speciale al quarto Festival Internazionale Film Corto, a tema “Tulipani di seta nera: un sorriso diverso” ) a Enzo Piscopo l’indimenticato Lucignolo dell’ultimo Pinocchio di Carmelo Bene, dall’attore e regista Nico Cirasola, ad Adelaide Di Bitonto protagonista accanto a Riccardo Scamarcio del film di Sergio Rubini “L’uomo nero”. Ad arricchire il cast attori e attrici pugliesi alle prime esperienze. Scelta non casuale. “L’idea di affiancare volti nuovi a personaggi noti è nata da una sorta di patto con Gabriele Lippolis, titolare della casa di produzione Anthalya Film - afferma Zizzo -. Non ho fatto cast o provini, ho contattato direttamente gli interessati, attori “emergenti” ma con alle spalle esperienze nel campo cinematografico. A riguardo avevo le idee ben chiare”.
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10 febbraio 2012
PAOLA CRESCENZO
Classe 1976, si trasferisce giovanissima a Milano assecondando la passione per il cinema. Il diploma al corso triennale di Regia conseguito allo IED le spiana la strada, ma è la terra natia ad offrirle la prima vera occasione. Nel 2008 EdoardoWinspeare la vuole assistente alla regia per “Galantuomini”. Seguiranno altre collaborazioni con il regista salentino, ultima in ordine di tempo la docufiction “Filia Solis”, realizzata in co-regia e presentata all’Ischia Film Festival 2010. Dello stesso anno il documentario “milanonichisoloandata” (in concorso nella sezione dedicata ai giovani registi pugliesi di età non superiore ai 35 anni del ‘Festival del Cinema Europeo’ di Lecce) in co-regia con Daniele Guadalupi. “Il nostro lavoro è la testimonianza di un preciso momento storico che coincide con la rielezione di Nichi Vendola come governatore della regione Puglia, ma che racconta la storia di un’emigrazione interna all’Italia mai cessata - spiega Paola - È un road movie ambientato su uno dei nichibus partiti dalle più importanti città del nord Italia che portava i pugliesi fuorisede a votare alle ultime elezioni regionali. Al di là dell’orientamento politico, abbiamo voluto indagare chi fossero questi passeggeri giovani che vanno via dalla Puglia per studiare e lavorare ma che sognano di costruirsi un futuro nella loro terra d’origine. È una storia che ci tocca da vicino visto che anche io e Daniele siamo andati via da Brindisi per formarci”. Ma nella città natale i due ragazzi sono tornati a vivere “perché è qui che vogliamo costruire il nostro futuro. Negli ultimi anni la Puglia è stata scoperta da numerosi registi inoltre, in controtendenza con quanto avviene a livello nazionale, la Regione ha deciso di investire sulla cultura intesa anche come cinema. La scelta di ritornare a Brindisi è stata motivata dal desiderio di lavorare nella terra in cui siamo nati dal momento che le condizioni perché questo avvenga sembrano esserci”.
Alessandra Caputo
SIMONE SALVEMINI
FEDERICO RIZZO
Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione a Torino (con tesi su “Lo Squalo” di Spielberg), lavora come assistente alla regia in alcune produzioni importanti come la sit-com “Bradipo” di Marco Pozzi, nella quale veste anche i panni di attore. Tra i suoi maestri Tornatore e soprattutto Edoardo Winspeare, per il quale nel 2000 svolge il ruolo di assistente alla regia nel film “Sangue Vivo”. Parallelamente, affina le innate qualità ampliando la formazione cinematografica (diploma d’attore, corsi di sceneggiatura e montaggio). Dal 1999 scrive, dirige e monta cortometraggi interamente girati a Brindisi, opere selezionate e riconosciute in oltre cento festival nazionali e internazionali. È l’ideatore e curatore del BRIFF – Brindisi International Film Festival ed è tra i promotori del CNC, Centro Nazionale del Cortometraggio, l’archivio storico del corto italiano. Vive a Brindisi dove insegna la sua passione nelle scuole e continua a “raccontare” da dietro una cinepresa la sua terra esaltandone le mille sfaccettature, la complessità, le potenzialità, la bellezze. “La mia città, la realtà in cui sono nato e in cui vivo, rappresenta per me una inesauribile fonte di ispirazione”. Dal 2004 dirige (con Emanuela Mola, Diego Brancasi, Francesco Lacorte) La Kinebottega, associazione che opera nel campo della produzione e formazione audiovisiva e nell’organizzazione di eventi a carattere cinematografico. Le produzioni privilegiano la forma breve (cortometraggi e spot) e il genere documentario con tematiche sociali.
Trentacinque anni, nato a Brindisi, trascorre la sua infanzia a Milano. Fin da adolescente inizia a curare la sua grande passione, il cinema. Si diploma come perito tecnico cine-televisivo presso l’I.T.S.O.S. e come sceneggiatore cinematografico presso la civica scuola del cinema di Milano, per poi laurearsi al D.A.M.S. indirizzo Cinema di Bologna con una tesi su La cotta di Ermanno Olmi. Nella lunga gavetta annovera diverse esperienze teatrali, formandosi all’Accademia Comuna Baires, e televisive lavorando con i registi Giuseppe De Santis e Pupi Avati. Come regista e al tempo stesso sceneggiatore ha realizzato circa quaranta cortometraggi dall’età di quindici anni, fra gli altri ‘Milano violenta’ con Giuseppe Battiston, prodottto da Sky Cinema e ‘La tunica’, vincitore del prestigioso premio Civis Video Awards del Parlamento Europeo di Bruxelles nel 2000. Ha realizzato come regista e sceneggiatore nove lungometraggi di finzione che fanno parte di un programmato “Decalogo delle giovani vittime”. Dal 2010 è il Direttore dell’Accademia del Cinema di Bergamo e responsabile della sezione Cinema del Festival Internazionale della Cultura di Bergamo. Ma non dimentica le sue radici. “Pur lontano sono rimasto legatissimo alla mia città tornandoci spesso nel corso degli anni. Amo Brindisi, i brindisini, la brindisinità”. A tal punto da scegliere il capoluogo (insieme ai comuni di Torchiarolo e San pietro Vernotico) quale set per il suo ultimo film, un thriller psicologico dai risvolti profondi e inaspettati. Nel cast, Nino Frassica, Dorotea Mercuri e Giulio Forges Davanzati. “Quando mi è stata data la possibilità di girare “Taglionetto” non ho esitato ad accettare, ma a condizione di ambientaere la storia nei luoghi in cui vive la mia famiglia”.
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10 febbraio 2012
APPUNTAMENTI IN PRIMO PIANO Mostra iconografica sulla storia del teatro a Brindisi: la Fondazione cerca immagini inedite e sconosciute La Fondazione Nuovo Teatro Verdi di Brindisi lancia un appello a tutti coloro i quali sono in possesso di immagini del vecchio e del nuovo Teatro Verdi, ma anche di altri contenitori di spettacolo che in passato sono stati attivi nel capoluogo. Il materiale iconografico, che verrà riprodotto per essere immediatamente restituito ai proprietari, diventerà parte di una mostra permanente sulla storia del teatro brindisino all’interno del foyer e di altri spazi del Nuovo Teatro Verdi. Per consentire l’allestimento della mostra gli interessati sono pregati di contattare gli uffici della Fondazione entro il 29 febbraio (tel. 0831.22.92.30).
venerdì 10 febbraio Ostuni L’AMORE È UN DIO
Nell’ambito della Rassegna “Forme di Conoscenza”, l’Associazione Culturale “Folletti e Folli” presenta “L’Amore è un Dio”. Da esperienze di scambio intellettuale e artistico tra due Associazioni che si occupano di cultura (ScriptaVolant per diffondere la pratica della lettura su larga scala, Antropia per sperimentare la gentilezza dell’uomo e della natura in tutte le sue forme), nasce “L’Amore è un Dio”, spettacolo il cui titolo prende spunto dallo scritto di Eva Cantarella. Una performance in bilico tra metafore e apostrofi di realtà, odori di rassicuranti vite da vivere in coppia consapevoli della immanenza della forza distruttrice di passione e individualità. Gli eccessi dei sentimenti, delle azioni che rendono tracotanti gli uomini rendono l’amore più umano che mai assieme a colui a cui l’amore stesso fa sentire le vertigini d’onnipotenza. Con Renza De Cesare, la donna, Piero D’Errico, l’uomo. Sceneggiatura di Renza De Cesare e Piero D’Errico. Direzione Artistica di Renza De Cesare, Piero D’Errico e Mariapia Moggia. Teatro Madonna del Pozzo via Emigranti , ore 21. Ingresso libero.
sabato 11 febbraio Brindisi CARNEVALE E TEATRO
Il laboratorio teatrale Fabbrica di Stelle organizza, per la prima volta, il veglioncino di carnevale per i bimbi della città. Il laboratorio teatrale allieterà i vostri bambini nel modo che gli è più congeniale...con il teatro! Un fantastico spettacolo musicale sarà portato in scena dagli allievi-attori, ma non solo. Ci saranno tantissimi balli, divertentissimi giochi, un magnifico baloon art dei nostri animatori e solo a Fabbrica di Stelle arriveranno direttamente dal mondo incantato dei cartoni animati Hello Kitty, Benten e Spongenbo. Quattro le date previste: 11-12-15 e 18 febbraio dalle ore 17.00 alle ore 20.00. Costo biglietto 10 euro: spettacolo + baloon art+ animazione. Per prenotazioni: 340.6032943.
domenica 12 febbraio San Vito dei Normanni FAVOLE IN MOSTRA
La Libreria Icaro ed Exfaddacaffè presentano “Come fece come non fece”, Kurumuny editore, spettacolo di Burattini a cura del Teatro dei Burattini di Lecce. “Come fece come non fece” è una raccolta di fiabe fatte di immagini, luoghi, atmosfere, suoni di paesi e città, voci di uomini e di animali, odori antichi di case umili o profumi esotici di sfarzosi castelli, di malìe e incantamenti alla controra. Immagini lontane, nel tempo e nello spazio, di principi e principesse che vivono e rivivono tra gli ulivi contorti e tra gli spinosi fichi d’India. Le favole pubblicate, registrate direttamente dalla viva voce dei narratori in dialetto salentino e trascritte mediante una traduzione libera, fanno parte di un lavoro di ricerca e documentazione più ampio e complesso condotto dall’autore sulla cultura orale salentina. “Come fece come non fece” è un libro attraverso cui i bambini possono apprendere gli strumenti per affrontare la vita, perché si narra di grandi difficoltà e pericoli da superare, di magie e incantesimi buoni e cattivi, di viaggi straordinari, ma è anche un libro per gli adulti che possono svegliare i ricordi custoditi in un angolo della memoria e ritrovare il tempo in cui furono bambini attraverso la fascinazione di un racconto. Exfaddacaffè, ore 18, ingresso con prenotazione. Info. 0831983259.
le segnalazioni vanno inviate a redazione@freebrindisi.it
martedì 14 Febbraio Ostuni SPECIALE SAN VALENTINO
Francesco Plantone, Valerio Fusillo, Ciccio Bianco e Donato Pugliese, dopo il successo ottenuto la notte di San Silvestro, tornano alla Masseria Cantone per proporre le note romantiche delle musiche popolari che sciolgono il cuore di innamorati e non, ma anche melodie divertenti e allegre per tutti coloro che amano sdrammatizzare una delle feste più attese e ...disattese dell’anno. Masseria Cantone ore 20, ingresso a pagamento (35 euro). Info. 080 4446902.
giovedì 16 e venerdì 17 febbraio Brindisi L’AVARO
Teatro Stabile delle Marche/Teatro Stabile di Napoli, con Arturo Cirillo (Arpagone), Michelangelo Dalisi (Cleante), Monica Piseddu (Elisa), Luciano Saltarelli (Valerio), Antonella Romano (Mariana), Salvatore Caruso (Anselmo, Saetta, Fildavena), Sabrina Scuccimarra (Frosina), Vincenzo Nemolato (Mastro Simone, Baccalà, Commissario), Rosario Giglio (Mastro Giacomo). Rgia Arturo Cirillo; scene Dario Gessati; costumi Gianluca Falaschi; disegno luci Badar Farok, Dario Gessati; musiche Francesco De Melis. Figura di spicco della nuova scena teatrale italiana, Arturo Cirillo carica di humour nero il grande classico di Molière restituendo al pubblico un Arpagone arcigno e avido, chiuso in una tragica maschera all’interno di una pièce ironica e graffiante. Arpagone vive in una casa forziere, all’interno della quale vive incalzato dalle trame ordite dai figli e dalla servitù. Ma l’uomo non intende mollare un centesimo del proprio danaro, che custodisce avidamente dentro una cassetta. Ma se Arpagone è l’avaro, gli altri cosa sono?, si chiede Cirillo. Arpagone ha tre figli: Cleante, Elisa e la cassetta, ma solo l’ultima è stata “partorita” da lui stesso. Gli altri sono figli di una madre morta che gli hanno sottratto giovinezza e amore, prima ancora del denaro. Mentre Mariana, la ragazza che si fa comprare, è forse l’ultimo anelito di vitalità, la battaglia finale per dare scacco matto al mondo e alle leggi della natura, pornografia senile. Cirillo firma un Avaro sorprendente, perché, come ha scritto Nicola Viesti su Hystrio, «sembra che faccia di Arpagone una specie di fratello dello Jago visto nel suo precedente Otello. Quasi un emblema di qualcosa di assoluto - forse del male - di cui ignoriamo l’origine e di cui non riusciamo a comprendere il fine». Nuovo Teatro Verdi, ore 21.
FREE CONTEST FOTOGRAFICO Sei un fotografo e hai voglia di metterti in mostra? “Free Brindisi” fa proprio al caso tuo. La copertina di ogni numero tematico potrebbe essere tua. Il tema del prossimo contest fotografico di Free sarà
“Il verde pubblico a Brindisi”. Il tuo scatto dovrà pervenire all’indirizzo redazione@freebrindisi.it in formato .jpg, risoluzione 300 dpi, per un formatoA/4. I crediti fotografici compariranno all’interno di “Free Brindisi” e sui nostri siti. Cosa aspetti? Esci e racconta la città!
MARTEDÌ 14 FEBBRAIO LECCE WORKSHOP REPORTAGE DI STRADA Le Officine Cantelmo ospitano “Reportage di strada”, corso teorico pratico a cura di Danilo Dom Calogiuri e Alessia Rollo. Nel corso delle lezioni, che rientrano nell’offerta formativa de I nuovi linguaggi fotografici, i due docenti affrontano gli aspetti fondamentali della street photography, tanto dal punto di vista teorico quanto pratico. Nella fattispecie, Alessia Rollo offre un’ampia panoramica storico-artistica sul reportage di strada, nato in America negli anni Cinquanta come strumento di studio e denuncia sociale, per poi passare all’analisi e all’evoluzione dei codici visivi insiti in questo genere fotografico. Più pratico, invece, l’approccio del fotoreporter Danilo Dom Calogiuri: sotto la sua guida, i partecipanti possono scoprire i “trucchi del mestiere” e affrontare temi cardine come la scelta e lo studio di una storia, l’importanza della tecnica di scatto, i tempi d’attesa e infine l’editing di un reportage. In programma, anche l’attività sul campo, finalizzata alla realizzazione di un progetto fotografico personale. Le lezioni si svolgono ogni martedì, giovedì e nel fine settimana. Il workshop prevede 6 incontri, scanditi tra martedì 14 e giovedì 16; martedì 21 e sabato 25; martedì 13 e giovedì 15 marzo. Le iscrizioni sono aperte per un numero limitato di posti. Le adesioni devono pervenire entro e non oltre lunedì 13 febbraio. www.facebook.com/damagegood
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10 febbraio 2012
IN EVIDENZA
Michelangelo Prudentino
Regia e tecniche di montaggio Lo sperimentatore Quentin Tarantino
U
no dei maggiori sperimentatori in campo cinematografico è sicuramente Quentin Tarantino. Nel panorama del cinema contemporaneo ha fatto del proprio lavoro uno stile, una scuola, una fonte di ispirazione per tutti i registi, gli sceneggiatori e i video artisti che amano il pulp. Ciò che caratterizza il regista statunitense è la sua passione cinefila, l’amore per il cinema americano di “serie B”, per la cultura di massa e per la musica, l’estrema spregiudicatezza nel manipolare la materia filmica disponendo liberamente di svariati generi, ma anche la sua volontà di innovare il cinema soprattutto sul piano linguistico, riferendosi ad un immaginario che chiamiamo postmoderno di cui assume la pratica del citazionismo e del collage, la destrutturazione della dimensione temporale, il prevalere della sensazione sul senso, la contaminazione dei generi e la fusione fra cultura “alta” e “bassa”. Tarantino è un modello importante per chi andrà a filmare dei corti da utilizzare come clip durante una live performance. Molti video-artisti, come lui, utilizzano tecniche di regia e di montaggio non lineare. Tra i suoi caratteri distintivi troviamo la definizione di un senso estetico fondato sul montaggio rapido, sull’importanza fon-
damentale della colonna sonora, sulla prevalenza di riprese esterne, sulla sessualità e la violenza crude e manifeste. Gli ultimi film del regista si rifanno esplicitamente a film da noi etichettati di serie B. Si tratta di film basati su trame escogitate ad arte per scioccare e stupire lo spettatore.
Riguardo la musica, la colonna sonora rappresenta un elemento imprescindibile, svolge una funzione corroborante rispetto al ritmo e all’azione e un contrappunto lirico sul piano emotivo.
Infissi in alluminio e ferro battuto di Piccolo Antonio & C.
Via Fara, 18 - Torchiarolo (BR) Tel. 0831 692019 - Fax 0831 211129 - 349 5597148 farm2006@hotmail.it
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10 febbraio 2012
IN EVIDENZA
CINEMA BRINDISI
ANDROMEDA MAXICINEMA Via Bozzano, 1 - Tel. 0831 546880
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OSTUNI
CINEMA ROMA
Via Tanzarella Vitale, 37 - Tel. 0831 336033 ORIA
MULTISALA SALERNO
Via A. Manzoni, 1 - Tel. 0831 840214
drammatico
THRILLER
COMMEDIA
commedia
ALBERT NOBBS Siamo nell’Irlanda del diciottesimo secolo. Albert Nobbs è migliore dei camerieri che lavorano in un albergo di Dublino. La sua vita è totalmente dedita a svolgere la sua professione il meglio possibile, in modo da poter guadagnare il denaro necessario per aprire una sua attività commerciale. Albert Nobbs ha però un segreto: è una donna.
LA VERITà NASCOSTA In seguito all’improvvisa scomparsa della sua compagna, Adrián conosce e s’innamora di Fabiana, piacente e un pò arrivista cameriera che entrerà ben presto a far parte della sua villa. Per la polizia l’uomo è l’unico sospettato della misteriosa sparizione della sua ex. Attraverso un flashback ne conosciamo il passato: giunto dalla Spagna in Colombia per dirigere l’Orchestra Filarmonica di Bogotà, vive insieme alla bella Belèn, cui costerà molto cara l’idea di metterne alla prova la fedeltà.
COME È BELLO FAR L’AMORE Andrea e Giulia sono una solida coppia di quarantenni, con un figlio adorabile, una bella casa e una tranquilla vita coniugale. Forse un filino troppo tranquilla... Andrea e Giulia, infatti, come tutte le coppie della loro età con figli grandi, non fanno sesso. Ma nella loro vita tutto cambia il giorno in cui in casa piomba Max, un vecchio e caro amico di Giulia, che di professione fa il pornodivo.
TRE UOMINI E UNA PECORA L’inglese David e l’australiana Mia si incontrano su una spiaggia paradisiaca, s’innamorano perdutamente e decidono di sposarsi. Il matrimonio è previsto nel cuore delle Blue Mountains, dove lo sposo si recherà soltanto alla vigilia del gran giorno, insieme con i suoi più cari amici, tre allegri dementi, con un fiuto speciale per i guai.
FRANCAVILLA FONTANA
CINEMA ITALIA
Via S. Cesarea, 16 - Tel. 0831 812373 SAN PIETRO VERNOTICO
CINEMA MASSIMO
Via Brindisi, 128 - Tel. 0831 652154 CAROVIGNO
CINEBLU
Corso Umberto I - Tel. 0831 996302 FASANO
CINEMA KENNEDY
Via Pepe, 23 - Tel. 080 4413150
FILM d'autore LA BAS
Daniela De Stradis
di Guido Lombardi LA-BAS (in francese "laggiù") esordio nel lungometraggio di Guido Lombardi, è un film che ha un grande valore di testimonianza. Il regista napoletano si ispira a un tragico fatto di cronaca accaduto nel 2008, la “strage di Castel Volturno” in cui furono massacrati sei ragazzi africani, tutti incensurati e mai coinvolti in episodi di criminalità, all'interno di una sartoria. Una ritorsione della camorra contro i clan africani che ne disturbavano gli affari, rivolta però contro degli innocenti; un segnale lanciato all'intera comunità africana, senza curarsi delle distinzioni. Distinzioni che invece vengono messe in evidenza e sottolineate da Lombardi. Castelvolturno, dove si parla francese e non italiano e dove vivono circa ventimila africani, arrivati in Italia inseguendo il sogno dei soldi facili, è dipinta come una terra ferita e tragicamente priva di opportunità, tanto per i residenti quanto per gli immigrati. Ma nonostante la speranza di una vita onesta e dignitosa appaia una chimera, il film sembra urlare disperatamente che una scelta diversa è possibile e necessaria.
LIBRO
Il lavoro dell'attore su se stesso
Musica
Oh Petroleum
Konstantin Stanislavskij "Qui si va ben lontani da carismatiche 'teorie'! Qui si parla di lavoro quotidiano, di faticose scoperte giornaliere, di riflessioni strettamente collegate con la prassi del palcoscenico!", scriveva nella prefazione Giorgio Strehler. L'attore, ossia l'uomo che senza perdere se stesso deve creare il personaggio, è il protagonista de "Il lavoro dell'attore su se stesso" scritto sotto forma di diario di un immaginario attore, Kostantin Nasvanov, che frequenta la scuola di teatro del regista del Arkadij Nicolaevic Torcov dove egli apprende, durante i due anni di corso, le varie fasi del "metodo Stanislavskij". Il libro si divide in due parti; nella prima parte spiega il metodo per attuare i sentimenti e nella seconda il metodo per creare i personaggi. Attore, regista e teorico dell'espressione scenica, Konstantin S. Stanislavskij fu costretto, durante la Rivoluzione d'Ottobre, a lasciare la Russia per una tournée in America dal 1922 al 1924. Fu proprio questa fortunatissima tournée a far conoscere al mondo il suo "metodo".
Maurizio Vierucci, in arte Oh Petroleum, ha masticato tanto blues e rock'n'roll prima di dire la sua da solista con il brano "Sulla collina puoi seppellire ciò che non ami pù" (firmato con lo pseudonimo Creme). Il suo stile ruvido da tre accordi al massimo e la scelta di cantare in italiano, ha conquistato da subito critica e pubblico. Ora canta in inglese e comincia a farsi conoscere in Rete con ballate e videoclip. Il sound è intenso e netto. Un affresco di ritmi folk-rock che fanno sensazione con un'estetica a volte dark-blues a volte musicalmente tribale, e con un cantato sciamanico, poderoso, mai recitativo, quasi-country dai bordi gotici nei dintorni del rock'n'roll. "Malediction" uno dei brani più belli.
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10 febbraio 2012
Progettazione e Realizzazione di spazi verdi Manutenzione Verde Pubblico e privato FORNITURE di piante fiorite e piAnte grasse Espianto alberi
L’azienda si avvale delle più moderne tecnologie ed attrezzature usate nel settore, come piattaforme aeree con altezza fino a 22 metri, camion con gru di diversa portata di sollevamento, escavatori skid loader di ultima generazione ed altra attrezzatura di avanguardia con regolare certificazione e in pieno rispetto delle normative che regolano il trasporto dei rifiuti vegetali presso le discariche autorizzate. Le aziende ALMIVERDE SERVIZI e VIVAI CATAMO si estendono su una superficie di 12.000 mq site alle porte della città di Torchiarolo in C. da Faraschita a 28 metri sul livello del mare, gode di un clima particolarmente mite che consente la coltivazione sia in serra che in campo aperto di un gran numero di specie vegetali ortive, ornamentali comprese quelle tropicali. All’interno si trovano un Garden Center di 1.000 mq e 13.000 mq di serre per la coltivazione di giovani piante, inoltre l’azienda completa la sua gamma di prodotti con la commercializzazione di alberature come agrumi, ulivi, carrubi, ficus, grevilee, jacarande; fontane artistiche in pietra; ciottoli in pietra e vetro colorato; piscine in resina e vasi artistici per interno ed esterno.
ALMIVERDE SERVIZI SRL E VIVAI CATAMO professionisti nel settore ortoflorovivaistico C.da Faraschita TORCHIAROLO - Brindisi +39 0831 62 09 54 +39 348 3406064
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chirurgia estetica Età, abitudini di vita, esposizione al sole e stress sono alcuni dei fattori che possono accelerare i normali processi di invecchiamento. Per questo motivo, sempre più persone ricorrono a un trattamento medico delle rughe, che può essere realizzato attraverso differenti tipologie di prodotti e materiali: dal semplice “peeling” all’acido glicolico fino all’infiltrazione di “riempitivi” per le rughe cutanee più profonde. A metà strada tra questi due estremi, ed effettuabile peraltro contemporaneamente ad altri tipi di trattamento, si inserisce la “biorivitalizzazione” o “biolifting”. Questa tecnica di stimolazione dei tessuti non riempie gli avvallamenti, ma riesce a ottenere tre evidenti risultati: globale ringiovimento del viso e del collo; rassodamento tessutale; distensione delle rughe. L’Easy-Filler è in grado di realizzare questo risultato. Si tratta di un filler riassorbibile, indicato per la correzione dei tessuti molli, costituito da un gel di agarosio (iniettabile e non doloroso), acqua per preparazioni iniettabili e sodio cloruro. Il prodotto viene iniettato nel tessuto dermico per fornire un supplemento viscoelastico alla matrice intercellulare del tessuto connettivo. L’Easy-Filler viene iniettato, mediante un ago sottile, all’interno dello strato medio-profondo del derma. La zona da trattare deve essere accuratamente disinfettata e ben illuminata e devono essere accuratamente rimossi eventuali residui di trucco. In relazione al tipo di pelle o di lesione, i migliori risultati si ottengono dove i difetti sono facilmente distendibili o dove la correzione può essere visualizzata attraverso la distensione manuale della pelle. L’uso di Easy-Filler è particolarmente indicato per: le rughe orizzontali della fronte; le rughe perioculari; i solchi nasolabiali; le rughe geniene (che interessano specificatamente la guancia); l’aumento volumetrico del labbro; le cicatrici. L’utilizzo di questa efficace e innovativa tecnica di trattamento viene realizzata presso lo studio dentistico del dott.Antonio Tonietti, dalla dott.ssa Milka Zekovic, specialista in Anestesia e Rianimazione con abilitazione in Medicina estetica del viso.
DOTT. ANTONIO TONIETTI Implantologia Ortodonzia Chirurgia orale Protesi Parodontologia Endodonzia Via Appia, 80 - Brindisi Tel. 0831584993 - 3389857432 www.dentisti-italia.it
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10 febbraio 2012
posta@freebrindisi.it @ DIAMO VOCE ALLO SPORT Carissimi amici, i tagli che il governo ha attuato anche al mondo dello sport ci hanno imposto una seria e attenta valutazione oltre che un’indispensabile riflessione. Se è vero che il mondo dello sport deve fare la sua parte – e la deve fare bene con il massimo dello spirito di responsabilità possibile – è altrettanto vero che dobbiamo essere certi che le Istituzioni non pongano ai margini del loro interesse le nostre realtà, le nostre esperienze e le nostre variegate ed affascinanti attività. Lo sport di base, lo sport che pratichiamo e facciamo praticare con l’USACLI con le 4000 e più società, associazioni, ASD e gruppi sportivi, non deve rimanere nel retrobottega dell’attuale confronto politico, istituzionale e sociale. Ecco perché l’USACLI ha deciso, insieme a CSI, UISP e AICS di aderire all’iniziativa “Dare voce allo sport di base” sostenendola e diffondendola. Un’iniziativa nata proprio da alcune società/ ASD che hanno elaborato e condiviso un documento che racchiude analisi e proposte. Un’idea che esalta l’intenzione propositiva e non quella rivendicativa. Un’idea nata “dal basso”, dalle società, da coloro che vivono e praticano le attività sportive quotidianamente, in prima
CONTATTI
Telefono 0831 45 13 02 Fax 0831 55 11 96 Indirizzo Via Prov.le San Vito, 64 - BR Email redazione@freebrindisi.it Web freebrindisi.it
linea. E vorrei che il tutto procedesse così anche per noi: con il vero coinvolgimento e la diretta espressione delle nostre società sportive. Con l’intento di far incontrare questi amici e queste società sportive in un momento finale a Roma di confronto con i rappresentanti delle Istituzioni, ma con il pieno protagonismo diretto delle nostre realtà territoriali. Un incontro che non potrà essere rimandato a lungo termine, ma piuttosto dovrà essere organizzato il prima possibile. È molto importante il vostro aiuto nella diffusione dell’iniziativa. Le società sportive/ASD/associazioni/gruppi, tesserati, Comitati e chiunque altro, possono aderire attraverso Facebook alla pagina dedicata: www.facebook.com/pages/Dare-voce-allosport-di-base/308740892503707?sk=wall. Coloro che non fossero iscritti a Facebook e non intendessero iscriversi, possono aderire inviando una mail con un breve commento al Coordinatore dell’USACLI o tramite la pagina dedicata che in questi giorni sarà pubblicata sul sito: www.usacli.org. Confidando nella vostra mobilitazione, vi saluto fraternamente. Marco Galdiolo Presidente Nazionale USACLI
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