Free Brindisi n.15 del 17.02.2012

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MAGAZINE SETTIMANALE FREE-PRESS 1 • numero 15 • 17 FEB 2012 anno

città e commercio

il centro della crisi www.freebrindisi.it ATTUALITà E PROMOZIONE DELLA TERRA DI BRINDISI

FOCUS del VENERDì LA CRISI DEL COMMERCIO

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brindisi free-press del venerdì

Nel 2011 mille negozi hanno abbassato le saracinesche in Puglia, da luglio a settembre. È il dato più allarmante emerso dall’indagine promossa da InfoCamere che analizza la mortalità delle aziende. Le province più colpite quelle di Bari,

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Brindisi e Taranto. 1.035 le attività fallite contro le 909 di nuova apertura. Dati che assumono maggiore rilievo se confrontati con lo stesso periodo del 2010: su 69mila attività si sono registrate 978 nuove aperture e 912 chiusure, con un saldo quasi in attivo. Brindisi fa eccezione, unico tra i capoluoghi ad aver fatto registrare, fin dal 2010, un andamento negativo con 61 aperture e 91 chiusure. Un calo netto testimoniato dagli stessi commercianti che da mesi denunciano lo stato di crisi. Il centro, il salotto buono della città, ha visto cessa-

In questo numero

re attività storiche. Una desertificazione che non

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accenna ad arrestarsi. Le conseguenze? Perdita

ATTUALITà - POLITICA - INCONTRI - BENESSERE - SPORT

ingente di posti di lavoro, l’impossibilità per i consumatori brindisini di poter disporre, nella propria

PEOPLE 12

strade più deserte e meno frequentate, maggiore

commercianti BRINDISINI "non ci sentiamo rappresentati"

insicurezza e rischi sul piano sociale.

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città, di articoli di una certa qualità e ricercatezza,

IL FUTURO DEL COMMERCIO

alessandra.caputo@freebrindisi.it

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NEWSweek il PUNTO DI VISTA

Uil torna sull’argomento rigassificatore

Ogni qualvolta si ripresenta l’emergenza gas e l’emergenza freddo, da più parti si evidenzia la necessità degli impianti di rigassificazione in Italia. Sei anni fa ci fu il braccio di ferro tra Russia e Ucraina che ci portò ad un passo dalla chiusura dei rubinetti del gas, oggi è l’ondata del gelo eccezionale che ha messo in seria difficoltà il nostro sistema energetico facendoci anche rischiare il buio perché due centrali su tre in Italia sono alimentate da quel 64% di metano che importiamo. Come al solito quindi si riprende a parlare dell’assoluta importanza e necessità dei rigassificatori ma la realtà, purtroppo, come in tutte le cose del nostro paese è che dopo dieci anni una decina di progetti sono ancora bloccati da iter autorizzativi alquanto discutibili e soltanto due impianti (Rovigo e Panigalia) sono in produzione. Tra i progetti in attesa di autorizzazioni vi è quello di Brindisi presentato dalla LNG che al di là delle facili esternazioni e relative strumentalizzazioni, potrebbe diventare veramente il volano di un cambiamento sia sotto l’aspetto ambientale che sotto l’aspetto di una ripresa economica e occupazionale. In più occasioni noi della Uil e della Uilcem ci siamo sforzati di far comprendere non solo le ragioni di uno sviluppo industriale e agroalimentare legato anche alla “catena del freddo”, ma soprattutto la possibilità di ridurre ulteriormente quell’impatto ambientale negativo derivante dall’utilizzo del carbone nella centrale Enel di Cerano e nella centrale Edipower. Abbiamo letto con stupore le rimostranze da parte di Enel sulle dichiarazioni del Presidente Ferrarese circa la possibilità di riconvertire un gruppo a gas, la stessa Enel che proprio di quel progetto a Capo Bianco ne condivideva l’investimento con la British Gas, prima di uscire dal consorzio e investire con più fortuna nel rigassificatore di Porto Empedocle. Stesso stupore però lo riserviamo per il silenzio assordante, nonostante le nostre ripetute sollecitazioni, da parte della LNG su questa e su altre iniziative rivolte alla disponibilità di alimentare le nostre centrali. D’altronde, con il milione di metri cubi all’ora di metano che l’impianto potrebbe mettere a disposizione dell’utenza, si potrebbe alimentare anche l’attuale centrale Edipower, naturalmente riconvertendola, e scongiurare così la chiusura di quell’impianto con le dovute ricadute negative in termini occupazionali ed economiche. Riscontriamo la disaffezione da parte del management della LNG sulle problematiche del nostro territorio, pur comprendendo ma non giustificando che magari, dopo dieci anni di attesa, le strategie e soprattutto i Piani Industriali delle società cambiano e vengono modificati a secondo le esigenze e le “convenienze” del momento. A noi però che siamo innamorati del nostro territorio, disturba tantissimo la mancanza di attenzione e ci convinciamo sempre più che quando una ciambella viene sfornata male, anche lo stesso fornaio si disaffeziona del prodotto. Per questo riteniamo ingenti i danni che si stanno perpetrando al nostro territorio per le lungaggini burocratiche che non coincidono con i tempi delle aziende costrette a rivedere i loro asseti produttivi per soddisfare le richieste del mercato. Dopo la Edipower che ha atteso per ben sei anni il VIA, non vorremmo assistere ad un ulteriore disimpegno di un'altra azienda nel nostro territorio. Siamo convinti che oggi più che mai vi è la necessità di un intervento autorevole da parte del Governo Nazionale, così come richiesto ed ottenuto in quel di Taranto, per aprire una seria riflessione sulla drammaticità del momento che stiamo vivendo. L’escalation di azioni criminose testimoniano, se ancora ce ne fosse bisogno, quanto sia diventata non più rinviabile la necessità di affrontare con la massima serietà e determinazione la questione “Lavoro”, panacea, secondo noi, di tutti i mali della nostra società. COMUNICATO STAMPA UIL - UILCEM

PDL Vitali confermato coordinatore

Luigi Vitali si conferma coordinatore provinciale del PDL. Nella sede carovignese, l’onorevole è stato eletto (votazioni a scrutinio segreto) a maggioranza semplice dei votanti, avendo conseguito oltre il 35% dei voti. Anche metà congresso (circa 2.200 i partecipanti rispetto ai 6000 iscritti aventi diritto) è stato sufficiente. Assenti, come preannunciato, i militanti di ‘Nuova Italia’ che non hanno lesinato attacchi e critiche anche nella fase del post congresso. A Vitali toccherà ora ricucire lo strappo, anche in previsione della scelta del candidato sindaco per il Comune capoluogo che il partito dovrà presto affrontare. Dopo il dietrofront del vice sindaco uscente, Mauro D’Attis, è tutto da rifare: candidature azzerate e niente primarie.

commercio

Ferrucio Dardanello Presidente Unioncamere I due provvedimenti finalizzati a conseguire il pareggio di bilancio nel 2013, varati dal Governo, impongono un notevole sacrificio ad imprese e cittadini. In attesa di conoscere le strategie di sviluppo che andranno a controbilanciare gli effetti depressivi delle manovre estive, sentiamo che, con senso di responsabilità, tutti dobbiamo chiederci cosa possiamo fare per un settore – quello commerciale – che ha un ruolo di straordinaria importanza per la nostra economia, dando lavoro a 3,5 milioni di persone.

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Pensi che l’offerta di aree verdi a Brindisi sia soddisfacente? si

Consales: “il mio Comune avrà schiena dritta e non farà sconti a nessuno”

Il candidato sindaco del centrosinistra Mimmo Consales è stato invitato a partecipare ad un incontro con gli aderenti all’Associazione “Terra Nostra”. L’appuntamento si è svolto nella sede di via XX Settembre, alla presenza di un nutrito gruppo di soci. “Terra nostra” sta incontrando tutti i candidati alla carica di sindaco della città per uno scambio di idee sul futuro di Brindisi. È stato l’avvocato Nicola Massari introdurre i lavori ed a chiedere al candidato sindaco di evidenziare gli elementi salienti del programma elettorale che verrà proposto alla città. Mimmo Consales, dopo una breve presentazione personale e della sua attività professionale, ha parlato dell’ idea di città che sta costruendo proprio con l’ausilio dei brindisini. “Amo la città di Brindisi – ha esordito Consales – e darò vita ad un programma che non sarà un libro dei sogni irrealizzabili, ma conterrà obiettivi concreti e finanziabili”. Tra gli argomenti affrontati, l’intervento del Comune a sostegno delle persone più deboli e bisognose (bambini, anziani, disabili, ecc). Ma il candidato sindaco si è soffermato anche sul rapporto che la prossima Amministrazione comunale sarà chiamata ad avere con le grandi aziende presenti sul territorio brindisino. La disoccupazione giovanile, il riadeguamento della macchina burocratica comunale, l’eliminazione degli sprechi e il sistema dei parcheggi tra gli altri argomenti trattati nella fase di presentazione. A seguire si è sviluppato un dibattito sereno e ricco di spunti. Il Piano Urbanistico Generale, il futuro del Porto con la conseguente promozione in campo internazionale, le servitù militari, il rigassificatore e le nuove politiche culturali sono stati gli argomenti delle domande poste al candidato del centrosinistra. Mimmo Consales ha risposto punto per punto alle sollecitazioni dei soci di “Terra Nostra”, prospettando soluzioni e individuando percorsi politici condivisi con la coalizione. A tutti ha infine garantito che la prossima Amministrazione comunale avrà “la schiena dritta e non farà sconti a nessuno, perché in ballo c’è il futuro di una città già provata da troppi anni di degrado e di scarsa attenzione per il futuro”. Comunicato stampa Mimmo Consales – Candidato Sindaco Centrosinistra

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17 febbraio 2012


news WEEK comunicati partita la delegazione di Mesagne

Presentato, giovedì 9 febbraio a Mesagne, presso l’Aula Consiliare, il progetto delle Delegazioni del CSV Poiesis per ambiti territoriali, naturale prosecuzione della “Campagna d’Ascolto del volontariato 2011”, approvato dall’Assemblea dei Soci di “Poiesis”, con lo scopo principale di promuovere il radicamento sul territorio provinciale del CSV e con esso lo sviluppo della partecipazione del volontariato e dell’associazionismo di promozione sociale alla vita, ai servizi e alle scelte del CSV Poiesis, con ricadute positive sul lavoro di rete particolarmente utile per sperimentare nuove forme di partecipazione solidale nei piani sociali di zona e nella vita delle comunità locali. A Mesagne hanno partecipato associazioni provenienti dai Comuni dell’Ambito 4: Mesagne, San Pancrazio Salentino, Torre Santa Susanna, Erchie, Latiano, San Pietro Vernotico e Torchiarolo. Non erano rappresentati i Comuni di San Donaci e Cellino San Marco. I partecipanti hanno accolto con entusiasmo questo nuovo percorso “territoriale” del CSV che, in forma sperimentale, offre alle associazioni un luogo di autogestione e di autopromozione, contando sull’accompagnamento iniziale e sul supporto organizzativo del Csv. “è stata una bella riflessione - dice Elisabetta Nuzzo dell’Associazione La Manovella di Mesagne - su quanto emerso già durante la Campagna d’Ascolto. Stare insieme è importante per l’aiuto ed il supporto a livello di idee, le associazioni potrebbero lavorare insieme su progetti comuni, ma bisogna seguire le evoluzioni a livello nazionale. Credo che sia giunto il momento di agire insieme, facendo sentire la propria voce”. “Questi incontri – ribadisce Lucia Delle Grottaglie dell’Empad – sono fondamentali perché permettono alle associazioni di avere un volto e soprattutto una voce. Credo che quella delle delegazioni sia un’occasione importante da cogliere al volo”. In vista del prossimo appuntamento dell’Ambito “4” previsto giovedì 23 febbraio pv a Torre Santa Susanna (ore 18.00 c/o l’Aula Consiliare del Comune), le associazioni dovranno individuare in ogni Comune il loro portavoce che, solo per le realtà ove sono presenti le associazioni socie del Csv, coinciderà con un rappresentante di queste. Il prossimo ambito territoriale, invece, nel quale sarà presentato il progetto delegazioni CSV, sarà quello di Brindisi-San Vito dei Normanni, con una riunione presso la Sala “Mario Marino Guadalupi” del Comune di Brindisi che si terrà il mercoledì 15 febbraio pv con inizio alle ore 17.30. Le associazioni ed i volontari sono invitati a partecipare.

I No al Carbone chiedono i dati sulle emissioni di Cerano

Lo fanno in una lettera aperta al Presidente della Provincia di Brindisi, Massimo Ferrarese, al Commissario del Comune di Brindisi Bruno Pezzuto, al Direttore Arpa Puglia Brindisi Anna Maria D’Agnano. Nell’ultimo mese più volte abbiamo osservato l’emissione di dense colonne di fumo dal camino della centrale termoelettrica Enel Federico II a Cerano - scrivono - In particolare ci riferiamo alle giornate dell'8 e 9 gennaio del 2012, del 17 gennaio del 2012 e del 9 febbraio del 2012, come testimoniato da alcune foto che ritraggono il camino fumante nelle giornate in questione. Tale fenomeno ci allarma particolarmente. Chiediamo quindi in virtù della legge 241/90, sul diritto di accesso ai documenti amministrativi, che ci vengano forniti e resi pubblici i dati relativi alle emissioni al camino per la centrale di Cerano in particolare nelle giornate precedentemente citate, al fine di sapere quali sostanze sono state emesse e in che concentrazione oraria. Tali dati, da quanto dichiarato nel documento presentato dall’Enel in occasione della richiesta della Autorizzazione Integrata Ambientale, sono in vostro possesso poiché trasmessi dallo stesso gestore in tempo reale a Provincia, Comune e Arpa Brindisi. Chiediamo anche di sapere quali iniziative avete preso in relazione al fenomeno da noi denunciato visto che si è ripetuto più volte in poco tempo.

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17 febbraio 2012

basket FILENI BPA JESI – ENEL BRINDISI

MARTEDÌ 21 FEBBRAIO 2012 PALATRICCOLI - JESI

Diretta 'Viva l'Italia Channel' Canale 875 e 879 Sky Streaming: www.vivalitaliachannel.it Partiamo dalla gara contro Barcellona. Una gara difficile, di sano agonismo sul parquet, ma di brutte immagini sugli spalti. Brindisi, priva del capitano Ndoja, arriva in Sicilia a notte inoltrata, dopo aver viaggiato in autobus e trova ad attenderla un palazzetto gremito e un roster intenzionato a vincere, costi quel che costi. Gomiti e richiami alla panchina, tecnici e seggiolini in campo rendono l’incontro appassionante e gli arbitri non riescono ad amministrare la cosa. E la gara inizia proprio sotto questi auspici. Le schermaglie della vigilia, con Brindisi che aveva richiesto il rinvio per le avverse condizioni meteo, continuano sugli spalti con striscioni offensivi. Coach Pancotto cede subito all’emotività e rischia l’espulsione al primo quarto, peraltro meritatissima. Ma è giornata Pro Barcellona, in tutto e per tutto. I biancoazzurri si concentrano a guardare solo i compagni e il pallone e i primi risultati si fanno vedere da subito, con il primo tempino che si chiude sul +8 per Bucchi. Il secondo quarto mostra un calo dell’Enel, subito sfruttato all’atletismo di Hicks e Green. Il primo tempo si chiude sul 29-33. Il terzo quarto comincia bene per Brindisi, che rosicchia ai siciliani punti importanti, salvo poi farsi riprendere sul finale fino al -3. Ma, come la storia della palla a spicchi insegna, è nel quarto quarto che si gioca la partita vera. A dominarla Andrea Zerini, vero e proprio MVP dell’incontro, che fa registrare 9 punti e 6 rimbalzi, con il 100% da due e da tre. A referto, metteteci anche la capacità e la voglia di lottare su ogni pallone, guadagnando, col cronometro che scorre, possessi di fondamentale importanza. Sul finale, gli arbitri ci provano a mettere i bastoni tra le ruote dell’Enel e quasi ci riescono. Finisce, senza voler troppo polemizzare, 60-70 e Brindisi porta a casa due punti importantissimi, considerata la vittoria di Pistoia a Sant’Antimo, e tiene botta. Giovedì 16 febbraio, alle ore 20,45, l’Enel Brindisi recupera, sul parquet amico, la gara contro la Prima Veroli, compagine confinata agli ultimi posti della classifica di Legadue. Cinque giorni appena e Brindisi torna a giocare, questa volta contro l’Aurora Basket Jesi di coach Stefano Cioppi. Si gioca dunque di martedì e sempre in serata. All’andata finì 85-70 per i biancoazzurri.

calcio a 5 VIRGILIANA BRINDISI - FUTSAL FRANCAVILLA

SABATO 18 FEBBRAIO 2012 PALA DA VINCI - BRINDISI

La Virgiliana Brindisi ritorna immediatamente alla vittoria battendo, con il punteggio di 8-5, il Real Five Ostuni. I biancoazzurri si riscattano così a pieno, ottenendo tre punti importanti per la classifica, tra l’altro su un campo certamente difficile da espugnare come quello di Ostuni. La squadra, diretta in questa giornata dal vice allenatore biancoazzurro Vincenzo La Corte, per l’assenza per influenza di mister Donativo, ha sin da subito messo le mani sui tre punti, passando addirittura sul 3-0 nella prima fase di gioco. Scesa inizialmente in campo con Grande, Silvestro, Romano, Giglio e capitan Scarpa, in questa occasione, a differenza di quanto accaduto esattamente sette giorni prima a Brindisi contro il Putignano (3-0 al 13’ perdendo poi la gara), la Virgiliana è riuscita a mantenere senza grossi problemi il vantaggio. Dopo il momentaneo uno a tre dei padroni di casa, ha chiuso infatti il primo tempo sul 4-2, con la tripletta di Romano ed il gol di Mino Silvestro, quest’ultimo fra i migliori in campo. Durante la ripresa la reazione, anche nervosa, degli ostunesi non si è fatta attendere ma la Virgiliana è stata abile nel mantenersi fredda e soprattutto nel mantenere il vantaggio grazie alle reti messe a segno poi da Passarelli (2), Romano (1) e Silvestro (1). Dopo il pareggio esterno con la Torre Rossa e la sconfitta interna con il New Team Putignano, la Virgiliana ritrova la vittoria, la quarta di queste prime sette giornate del girone di ritorno che permettono ai brindisini di confermarsi come seria candidata per un posto nei play off del girone C del campionato di serie C-2. La vittoria a Ostuni rappresenta inoltre una soddisfazione doppia per i biancoazzurri visto che la Real Five non perdeva in casa dal primo novembre del 2011. Prossimo impegno di campionato sabato 18 febbraio al Pala Da Vinci di Brindisi con la Virgiliana che ospiterà il Futsal Francavilla. US Virgiliana Brindisi


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la crisi economica

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BENESSERE Una clinica fatta di sale

Una ‘Clinica del sale’, con stanze ricoperte di sale e aree e sale d’attesa adatte all’infanzia, con percorsi terapeutici legati al gioco. Si trova nel reparto di Otorinolaringoiatria del Policlinico di Bari, dove è partita la sperimentazione sull’uso della camera, chiamata Aerosal, per patologie come l’ipertrofia adenotonsillare subostruente e correlate in età pediatrica. La stanza ha pareti, soffitto e pavimento ricoperti da salgemma: vi si respirano piccolissime particelle di sale e iodio. Così, in una seduta di 30 minuti si godono gli stessi benefici di 3 giorni al mare. (Fonte: Ansa)

Italiani rimandati in igiene dentale

Uomini e donne, entrambi, rimandati alla prova del sorriso. Lo Stivale presenta mostra in effetti una scarsa conoscenza delle regole e delle pratiche quotidiane di igiene orale che garantiscono la salute del cavo orale e prevengono la carie. A confermarlo la prima indagine condotta su 1000 italiani di età compresa fra i 20 e i 69 anni, equamente suddivisi sul territorio, che ha rivelato come quasi il 60% non si rechi mai dall’igienista dentale e il 18% vi si reca una sola volta all’anno. Notevoli anche le differenze regionali tra Nord e Sud: non si recano ‘mai’ dal dentista o dall’igienista il 53,89% degli intervistati del Nord Est contro il 63,85% di Sud e isole. L’indagine sviluppata da Datanalysis è stata presentata al Circolo della Stampa di Milano dall’Associazione Igienisti Dentali Italiani, AIDI, in collaborazione con Professional Oral Health Procter&Gamble. (Fonte: Salute24)

Decalogo contro il freddo

Incremento delle sindromi influenzali e recrudescenze di sintomatologie di malattie croniche, in particolare dell’apparato respiratorio, cardiovascolare e muscolo scheletrico. Sono queste le malattie che possono essere scatenate dalle basse temperature del periodo invernale e, in particolare, dalle ondate di freddo intenso che stanno caratterizzando questi giorni. Ecco un decalogo messo a punto dal Ministero della Salute per prevenire e combattere gli effetti delle basse temperature sulla salute. Regolate la temperatura degli ambienti interni e curate l’umidificazione degli ambienti di casa riempiendo le vaschette dei radiatori; Abbiate cura di aerare correttamente i locali: l’intossicazione da monossido di carbonio è assai frequente e può avere conseguenze mortali; Se usate stufe elettriche o altre fonti di calore evitate il contatto ravvicinato con le mani o altre parti del corpo; Prestate particolare attenzione ai bambini molto piccoli e alle persone anziane non autosufficienti, controllando anche la loro temperatura corporea; Mantenete contatti frequenti con anziani che vivono soli (familiari, amici o vicini di casa) e verificate che dispongano di sufficienti riserve di cibo e medicinali. Segnalate ai servizi sociali la presenza di senzatetto in condizioni di difficoltà. Assumete pasti e bevande calde (almeno un litro e mezzo di liquidi), evitate gli alcolici perché non aiutano contro il freddo, al contrario, favoriscono la dispersione del calore prodotto dal corpo; Uscite nelle ore meno fredde della giornata: evitate, se possibile, la mattina presto e la sera soprattutto se si soffre di malattie cardiovascolari o respiratorie; Indossate vestiti idonei: sciarpa, guanti, cappello sono ottimi ausili contro il freddo; Proteggetevi dagli sbalzi di temperatura quando passate da un ambiente caldo ad uno freddo e viceversa; Se viaggiate in automobile non dimenticate di portare con voi coperte e bevande calde. (Fonte: Ministero della Salute)

Simone Aretano

E-commerce. I camerini virtuali Uno dei limiti dell’e-commerce è quello di rendere difficile l’acquisto di determinate tipologie di prodotti che per le loro caratteristiche necessitano di essere valutati, toccati, testati. In una parola tutto ciò che si può fare nei negozi reali. Pensiamo a un capo di abbigliamento. Entriamo in un negozio, guardiamo un abito che ci piace e lo proviamo per vedere come ci sta addosso. Anche online possiamo vedere i vestiti ma non possiamo provarli. Come risolvere il problema? Banana Flame, un negozio inglese di abbigliamento che vende esclusivamente online, ha stretto una partnership con la società Zugara per realizzare un e-commerce basato sulla tecnica della realtà aumentata, la “webcam shopper”. Il risultato è una sorta di camerino virtuale che utilizza la webcam del nostro pc per prenderci le misure e farci indossare virtualmente gli abiti che abbiamo scelto. Attraverso il monitor del pc siamo in grado di valutare se l’abito sovrapposto alla nostra immagine ci sta bene o meno prima di procedere all’acquisto. Qualora volessimo avere il parere di persone fidate possiamo sempre decidere di inviare loro un’istantanea, condividendola sui social network e attendere un giudizio in merito. Certo non sarà possibile percepire la consistenza del tessuto al tatto, ma per il commercio online la realtà aumentata è un grande passo avanti. Chissà quanto tempo ancora ci vorrà, se mai sarà tecnicamente possibile, prima di poter interagire attraverso il web anche con il tatto, l’olfatto e il gusto. Allora davvero non ci sarà più distinzione tra negozi reali e virtuali.

Scontrinosicuro.it A chi non è mai capitato di accorgersi di aver smarrito uno scontrino fiscale proprio quando ve ne era necessità per far valere la garanzia su un prodotto non funzionante? Di aver perso una ricevuta per spese mediche utile per la deduzione dalle tasse? Registrandosi a ScontrinoSicuro.it, quando ci si reca a pagare alla cassa di un esercizio commerciale, si può chiedere una copia digitale delle ricevute fiscali che vengono inoltrate automaticamente dai punti cassa degli esercenti convenzionati ai server sicuri del sito, così che i clienti abbiano sempre a disposizione una copia certificata e legalmente valida dei loro scontrini per poter godere di garanzia sui prodotti di consumo, deduzioni e detrazione per i farmaci e copia certificata delle ricevute amministrative (multe, tasse, bollettini). I clienti hanno accesso automaticamente a una cartella personale on-line, crittografata, sicura e certificata per scaricare e stampare gli scontrini fiscali e le ricevute amministrative, nel pieno rispetto della privacy e senza l’utilizzo dei dati personali. Inoltre è possibile effettuare l’upload gratuito delle ricevute fiscali emesse da esercenti non ancora convenzionati utilizzando le funzioni di upload o le applicazioni mobile per dispositivi iPhone o Android. Il servizio garantisce la costante protezione dei dati e della privacy e ha un costo pari all’1% del valore del bene che si sta acquistando. Anche i partner istituzionali sono inibiti ai dati, come avviene per i negozianti, ma se si vuole si può abilitare ogni singolo negoziante a trasmettere nella propria pagina, nella propria email o al proprio numero di cellulare le offerte e le promozioni dedicate in quanto clienti di scontrinosicuro.it.

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La Brindisi che fu Quando il commercio era florido

Vincenzo Maggiore

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ettiamola così: chiunque potrebbe esprimere un giudizio di massima sulla indiscutibile crisi che ha messo alle strette il commercio brindisino, trovando un capro espiatorio degno di tale nome o individuando un provvedimento scellerato di qualche amministrazione comunale del passato che ha destabilizzato il sistema. Additare il colpevole è operazione scontata e fin troppo facile; il vittimismo è una prassi ancora più comune. Allontaniamo allora l’attenzione dai sermoni e dal decalogo delle buone azioni per rispolverare un po’ di memoria storica. Di certo non può fare male. Il gusto agrodolce che lascia sul fondo del palato vale certamente di più dei buoni propositi fini a se stessi. Chi scrive non può ricordare, per ragioni anagrafiche, la Brindisi che è stata, la città che in molti rimpiangono e che non è mai tornata all’antico splendore. Si narra di anni felici per quello che riguarda le attività commerciali che trovavano nei turisti stranieri un motivo in più per migliorarsi. Galiano Lombardi de “La valigia delle Indie”, storico contenitore cittadino di cimeli, cartoline preziose e cultura di ogni genere, filtra i ricordi che riguardano quel pezzo di storia locale a cavallo tra gli anni ’70 e ’80. “Il centro storico di Brindisi era vivo e i commercianti non potevano che trarre beneficio da quella dinamicità; per anni abbiamo lavorato prevalentemente con clienti forestieri che si imbarcavano dal nostro porto o che sostavano in città prima di rientrare nel centro-nord Europa. Ancora prima, tra gli anni ’60 e ’70, l’ondata di giovani provenienti da altri paesi era tale da rendere facile la conoscenza di altre culture. Senza esagerare, era possibile fare un corso accelerato in lingua straniera solo relazionandosi al numero esorbitante di ospiti che attraversavano le vie della città”. Poi, come accade nelle migliori favole, qualcosa si è rotto e Brindisi ha cominciato a patire. Il suo commercio è ora agonizzante, vittima di provvedimenti che portano gli stranieri in partenza lontani dalla parte più bella della città. Molti commercianti brindisini sono convinti che la chiusura al traffico del centro storico sia la causa principale dello stato di coma in cui è sprofondata la propria attività, senza dimenticare l’apertura a pochi chilometri dei nuovi poli commerciali. Molte attività che per anni hanno caratterizzato il tessuto socio-economico di Brindisi stanno chiudendo i battenti, probabilmente tra queste c’è anche “La Valigia delle Indie” di Cafiero e Lombardi. In primavera si terranno le elezioni per formare la nuova amministrazione comunale. Senza entrare nel merito di personaggi, liste e partiti, la risoluzione di una situazione di stallo e la restituzione di linfa vitale ai vari comparti della città diventano obiettivi di primo ordine che passano, per forza di cose, dalle scelte politiche. Vale la pena essere fiduciosi, risparmiare le energie sprecate nel vittimismo per rimboccarsi le maniche. La speranza, per fortuna, è sempre l’ultima a morire.

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Alessandra Caputo

IN CADUTA LIBERA 2.438 le imprese chiuse in Puglia nel 2011

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a crisi? Non guarda in faccia a nessuno. Dopo l’industria, l’artigianato e l’edilizia, a subirne gli effetti è ora il commercio. I timori serrano le tasche degli italiani e le conseguenze sono disastrose. La fotografia scattata dall’Istat nel 2011 presenta un Paese in affanno. Nell’arco di un solo anno le aziende in difficoltà sono aumentate del +0,3%, Una impresa italiana ogni 50 (2,3% del totale pari ad oltre 120 mila) è soggetta a una procedura concorsuale perché vittima di fallimenti, liquidazioni e concordati preventivi. Il crollo delle vendite riguarda tutti i comparti merceologici e perfino la grande distribuzione organizzata presenta margini operativi che ne pregiudicano la sopravvivenza. Una caduta in picchiata che non fa sconti e investe tutto lo Stivale. Ma se il Nord regge la crisi economica (la situazione più rosea è quella delle imprese del Trentino Alto Adige con lo 0,8% delle imprese in difficoltà e della Valle d’Aosta con l'1,1%), il Centro e soprattutto il Sud subiscono. 41.347 le imprese costrette a chiudere tra gennaio e settembre 2011, di queste il 40% si trova nel Mezzogiorno. Tra le regioni più colpite Campania, Sicilia e Puglia che ha fatto registrare un saldo negativo di 2.438 imprese, il 15% rispetto a tutto il Mezzogiorno e quasi il 6% sul totale del Paese. Il quadro è chiaro e non c’è da sorridere. Il settore sta innegabilmente subendo gli effetti negativi dovuti alle difficoltà del sistema economico italiano, e in particolare alla scarsa domanda interna, ma soffre anche per criticità vecchie e mai risolte: assenza di politiche pubbliche specifiche, frammentazione disciplinare, abusivismo e contraffazione. La risposta dovrebbe essere una politica per il rilancio dei consumi efficiente e congiunta. Perché il commercio sia un vettore di crescita economica del Paese, è necessario promuovere una governance condivisa che superi le differenze locali, preservare la pluralità dell’offerta, garantire il presidio delle attività commerciali nel territorio e nei piccoli centri urbani, sostenendo l’innovazione e un’adeguata formazione degli operatori e degli imprenditori del settore. Ma l’Italia, si sa, ama stupire. Mentre il commercio annaspa, è scontro aperto sull’articolo 62 del decreto liberalizzazioni. Da una parte il fronte della grande distribuzione organizzata, schierato nell’affossare le norme del pacchetto agroalimentare contenuto nel decreto, dall’altra i distributori che difendono “la libera negoziazione tra le parti” come principio necessario e doveroso per tutelare la Piccola e Media Impresa. L’intervento legislativo, fortemente voluto dal Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania, fissa a 30 giorni i termini di pagamento per i prodotti alimentari deteriorabili (e 60 per le altre merci), impone il contratto scritto quando i produttori vendono alla grande distribuzione, affari che oggi per frutta e verdura vengono spesso chiusi sulla parola, e prevede quali comportamenti sono espressamente vietati nelle relazioni commerciali istituendo uno specifico regime sanzionatorio (fino a 500 mila euro per il mancato rispetto dei termini di pagamento). Una norma già presente (e che funziona) in Francia e in Inghilterra e che in Italia rischia di saltare in sede di conversione del decreto.

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17 febbraio 2012


Francesco Marchionna

Il "centro" della crisi ma la colpa di chi è?

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ur con qualche eccezione, in Italia i punti vendita della distribuzione moderna si sono localizzati al di fuori del contesto urbano. Ciò ha introdotto una fenomeno piuttosto diffuso che va sotto il nome di ‘desertificazione dei centri storici’, che da anni sta interessando il nostro Paese creando notevoli problemi di carattere economico e sociale. Questo è un aspetto generale. Brindisi però, sembrerebbe vivere la crisi prima della crisi. Da anni ormai, i commercianti del centro storico assistono al dilagare epidemico delle chiusure e dei fallimenti e, col tempo, il virus è stato, volta per volta, impersonificato da un aspetto via via diverso. Prima la chiusura al traffico sui corsi principali del centro, che avrebbe, a detta degli esercenti, limitato, se non addirittura eliminato, la possibilità di recarsi in centro con la propria autovettura per fare shopping. A questo aspetto veniva, e viene tuttora, associata la mancanza di parcheggi. È stato poi il turno dell’installazione dei “famigerati paletti” in via Carmine, che diede luogo all’affissione di finti manifesti funebri con il compito di piangere la dipartita del commercio brindisino nel centro storico. E che dire dei centri commerciali così vicini alla città, che proporrebbero parcheggi gratis e tante iniziative per bambini e amanti degli sconti e delle promozioni? Gli indici si levano spesso e vengono puntati contro l’Amministrazione Comunale, rea di non coadiuvare l‘intraprendenza di alcune iniziative spontanee degli operatori commerciali. Non ci sono arredi urbani, non ci sono iniziative a tema, non c’è passaggio. Sarà forse colpa dei brindisini? E quando arrivano invece le crociere e i negozi restano comunque chiusi? La colpa lì di chi è? Ognuno tira l’acqua al proprio mulino. Un evento tanto di successo nelle città italiane, come quello rappresentato dalla ‘Notte Bianca’, a Brindisi è riuscito a diventare più una ‘Notte in Bianco’, con le strade vuote, le serrande abbassate e qualche passante confuso sul da farsi. Poca comunicazione, dicono alcuni. La dietrologia, si sa, è un’arte semplice e molto amata dai brindisini, veri campioni della critica. Ma, a ben pensarci, quasi tutte le città italiane hanno un centro storico chiuso al traffico. Il parcheggio di via del Mare funziona bene. Città come Lecce e Bari hanno grandi centri commerciali vicini alla città e passeggiare per Lecce o per Bari produce tutt’altro effetto. Sono dati di fatto. Oggi, le strade principali del centro storico di Brindisi si spogliano di sempre più attività, che versano indubbiamente in uno stato di degrado e di abbandono che di certo non rappresenta una buona pubblicità per le attività, tantomeno per la città stessa. Chiusure, fitti, vendite e trasferimento attività. Il tutto comunicato grottescamente su fogli anonimi, dietro vetri rotti, in locali che riescono ad accogliere unicamente sporcizia e disperazione. Testimoni di tanta desolazione, coppie di piccioni appollaiati su insegne divelte dal tempo. Sono poche, pochissime, le attività che riescono ad andare avanti, nonostante tutto, nonostante tutte le obiezioni che un singolo riesce a portare. Ma è forse di singoli che si parla? Potrebbe darsi che a contribuire alla crisi del commercio del centro storico di Brindisi sia anche una scarsissima sinergia tra i commercianti, mista a un’ormai datata capacità imprenditoriale? Che ci si aspetti che la situazione venga dall’alto? E quando così fosse, si è sicuri che vada bene a tutti o che non sia l’ennesimo virus su cui nessun vaccino ormai può avere effetto?

http://youtu.be/CN7aOwQsBmE

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17 febbraio 2012


people

“NON CI SENTIAMO RAPPRESENTATI” LA PAROLA AI COMMERCIANTI

C

ontinua la moria di esercizi commerciali nel centro di Brindisi. Per il commercio al dettaglio il quadro è devastante. Sempre più le attività che chiudono o in evidente difficoltà. Causa, la crisi economica che ha colpito l’intero sistema Paese a cui si aggiungono criticità prettamente locali: mancanza di iniziative, fitti troppo alti, scarsa comunicazione tra Comune, associazioni di categoria e singoli esercenti. A preoccupare non solo le saracinesche abbassate, ma il forte calo delle nuove iscrizioni nell’albo dei commercianti al dettaglio. Le difficoltà economiche e il clima generale di poca fiducia che serpeggia in città, ha indotto molti aspiranti imprenditori, soprattutto giovani, a non rischiare. Risultato: nell’ultimo anno le chiusure sono state più numerose delle nuove aperture. Il commercio è uno dei principali motori dell’economia locale e se va in crisi, come sta accadendo, ad andare in difficoltà è l’intera città. A denunciarlo gli stessi commercianti che a “scomparire” proprio non ci stanno. la situazione del commercio a Brindisi? a cosa attribuite il calo delle vendite? proposte per incentivare e supportare il commercio cittadino?

Carla Cataldi

Paola Spagnolo

(NOHA)

(SPAGNOLO SPORT)

“La situazione del commercio a Brindisi è critica, come è critica in tutta Italia”. “Il calo delle vendite è in parte legato alla crisi economica che attanaglia il Paese, in parte alla mancanza di sinergia tra noi commercianti. Manca una comune linea di azione, non c’è accordo nel promuoverci e non ci sentiamo rappresentati da chi dovrebbe far da tramite tra noi e le istituzioni. Tutti i nostri sforzi nella ricerca del prodotto di qualità, tutto quello che investiamo anche nel migliorare e cambiare la struttura dei nostri negozi non può essere non accompagnato da un minimo di professionalità da parte di chi ci rappresenta. Mai nessuno di noi viene interpellato prima di prendere una iniziativa. Dove sono le persone che vengono a chiederci quali sono effettivamente le nostre esigenze? Abbiamo bisogno di gente competente su cui far affidamento”. “Differenziare e migliore l’offerta merceologica, rendere esteticamente gradevoli i negozi, incentivare con agevolazioni gli investimenti nel centro storico ad esempio abbassando gli affitti troppo alti".

“La situazione è molto critica. Credo comunque che ci sia molta influenza negativa da parte dei mass media in generale, che aumentano il terrore psicologico dei potenziali clienti. Il calo delle vendite è sicuramente una situazione che colpisce tutta Italia, ma questo atteggiamento pessimistico non aiuta”. “La mancanza di lavoro, la mancanza di interesse e di interventi da parte del Comune non fa che peggiorare la situazione. Le associazioni che dovrebbero rappresentarci inoltre mostrano uno scarso interesse verso la nostra situazione. Una delle difficoltà maggiori è di conseguenza la mancanza di coesione tra noi commercianti”. “Proposte? Abbassare il tetto massimo degli affitti in centro, incentivare con aiuti e contributi i proprietari dei locali sfitti o almeno far pagare una tassa che li spinga al decoro urbano; proporre qualcuno, possibilmente giovane e competente, che faccia da tramite tra noi e il Comune per proporre iniziative di riqualificazione del centro storico; aprire in parte i corsi alle macchine”.

Paolo Manfreda (PAOLO MANFREDA CALZATURE) “La situazione è gravissima. Tra qualche mese i negozi aperti al centro si potranno contare sulle dita di una mano”. “La pessima viabilità che colpisce il centro è uno dei motivi principali di decadimento di questa zona”. “Bisogna comunque attirare i clienti con iniziative di marketing come offerte e promozioni e migliorare esteticamente i nostri negozi. Il Comune poi, dovrebbe incentivarci e non demolire tutto quello che cerchiamo di fare. Tassare i locali sfitti come se fossero aperti risolverebbe molti problemi legati all’iniziativa imprenditoriale e al decoro urbano, perché molti di questi sono sporchi e indecenti da vedere. Noi commercianti dobbiamo andare tutti nella stessa direzione, cioè far capire al Comune che così non si può andare avanti”.

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17 febbraio 2012


Daniela De Stradis

Marcello Madaghiele (DOCKSTEPS) “La situazione critica del commercio a Brindisi rispecchia una situazione generale italiana ed europea. Credo comunque che bisognerebbe cercare di essere più positivi anche perché dopo una crisi c’è sempre stata una ripresa. Dobbiamo essere più bravi noi commercianti, lamentandoci di meno e cercando di fare qualcosa in più. L’analisi autocritica è fondamentale. Molti fanno l’errore di adagiarsi su quello che hanno in casa”. “Non si investe, non si fanno ricerca di mercato ed intanto l’economia cambia... è inevitabile rimanere indietro. Dobbiamo anche essere bravi a proporre dei prodotti che possano differenziarci, soprattutto dal punto di vista della qualità”. “Si potrebbe iniziare con qualche sorriso in più. Migliori accordi con il Comune e risolvere la situazione dei locali sfitti con prezzi di locazione altissimi e fuori mercato sono poi le principali misure da prendere. Queste criticità limitano l’iniziativa imprenditoriale non solo del brindisino, ma anche di chi magari non è di questa città e vorrebbe investire. L’isola pedonale infine non si deve toccare, ha aumentato la vivibilità della zona. Piuttosto bisognerebbe studiare un modo per cercare di migliorare la viabilità cosi come i parcheggi”.

Toto Savarese (OTTICA SAVARESE) “È una situazione drammatica in generale. I prodotti di nicchia ed eccellenza devono essere il modo per attirare la gente in centro. Oramai i centri commerciali hanno cambiato i comportamenti delle masse ma è proprio per questo che dobbiamo distinguerci”. “Uno dei problemi maggiori è la scarsa professionalità di chi organizza eventi e dice di voler rilanciare il centro. Queste iniziative sono di per sè lodevoli ma vengono puntualmente fatte in maniera “ casalinga”, così come le “finte” notti bianche organizzate in passato. La notte bianca è una e consiste nell’accadimento simultaneo di più eventi nella città, non certo nel tenere i negozi aperti due ore in più una sera! Noi abbiamo sempre aderito a tutto ma non c’è mai stata una risposta soddisfacente e non perché la gente non sia educata a partecipare a queste iniziative, ma perché semplicemente tutto viene organizzato malissimo”. “Cosa proponiamo? Di abbassare i costi degli affitti incentivando in qualche modo i proprietari. Vedere come fanno nelle altre città non sarebbe una cattiva idea. Lasciare intatta l’isola pedonale e piuttosto inventarsi un modo per rendere più facile l’arrivo dei clienti, come far passare dei trenini elettrici”.

Simone Aretano

Il regolamento comunale sull’occupazione del suolo pubblico mediante dehors

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o scorso anno, il Settore Attività Produttive del Comune di Brindisi ha emanato un documento per la disciplina dell’occupazione temporanea di suolo pubblico con i dehors, spazi costituiti da elementi di arredo urbano come tavoli, sedie, ombrelloni, pedane, etc. Il regolamento ha lo scopo di potenziare le qualità delle attività commerciali attraverso la concessione di adeguati spazi pubblici destinati all’intrattenimento della clientela, di permettere la fruizione di tali spazi, in particolare quelli del centro storico e su cui insistono beni storico-culturali, nel rispetto dei principi generali di riqualificazione funzionale della Città e della promozione turistica elaborati dall’Amministrazione Comunale. Il regolamento determina i criteri e le caratteristiche che i dehors devono possedere in relazione alle specifiche zone urbane di installazione e le relative procedure per conseguire l’autorizzazione, che ha comunque validità temporale limitata. Il periodo di concessione infatti non può superare 9 mesi dalla data di rilascio della stessa e comunque con scadenza non successiva al 31 dicembre di ogni anno. “Con il termine dehors - recita il documento - si intende l’insieme degli elementi mobili, smontabili e facilmente rimovibili posti, in modo funzionale ed armonico, per un periodo di tempo determinato sullo spazio pubblico (o privato gravato da servitù di uso pubblico) che costituiscono, delimitano ed arredano lo spazio per il ristoro all’aperto, annesso ad un locale di pubblico esercizio di somministrazione, o ad un esercizio di vicinato per la vendita di prodotti alimentari o ad un’attività artigiana di preparazione e vendita diretta di prodotti alimentari". Tavoli e sedie, fioriere ed elementi di delimitazione, pedane, cestini per raccolta rifiuti, ombrelloni, tende a copertura di varie tipologie devono corrispondere dettagliatamente alle specifiche indicate nel regolamento, non devono essere in contrasto con il contesto ambientale e non devono riportare messaggi pubblicitari diversi da quelli propri dell’insegna dell’esercizio. I tavoli e le sedie, ad esempio, possono essere in materiale vario come il legno o il metallo ma con esclusione tassativa delle materie plastiche. Banditi i colori sgargianti o vivaci. Nel caso del legno, i colori saranno naturali scuri, per il metallo invece grigio antracite o verde scuro. Le forme poi, quanto più semplici e lineari possibili in armonia cromatica con le eventuali coperture e il contesto urbano di riferimento. Le occupazioni possono essere ammesse su marciapiede purchè venga lasciato libero, per la circolazione pedonale, uno spazio non inferiore a 2 metri. L’occupazione della sede stradale invece è possibile solo nelle aree esclusivamente pedonali mentre nelle aree aperte alla circolazione stradale e in quelle a traffico limitato (ZTL) solo previa ordinanza del dirigente del Settore Traffico e verificate le condizioni di sicurezza per la circolazione. Per le violazioni al regolamento sono previste sanzioni amministrative pecuniarie da un minimo di € 100,00 a un massimo di € 500,00 per le prime due infrazioni consecutive. Alla terza, viene comminata la sospensione dell’utilizzo dei dehors da 3 a 15 giorni, mentre alla quarta l’autorizzazione viene revocata.

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17 febbraio 2012


focus

IL FUTURO DEL COMMERCIO SINERGIA LA PAROLA CHIAVE

I

consumi ristagnano, il 40% delle imprese di distribuzione e servizi nate nel 2007 ha chiuso, la direttiva Bolkestein e l’abusivismo mettono a rischio il commercio su aree pubbliche. Sul fronte produttività la situazione in Italia resta grave. Il Paese non cresce, ha infrastrutture inadeguate e investe poco in ricerca, formazione e innovazione. In crisi un settore, quello commerciale, che ha un ruolo di straordinaria importanza per la l’economia italiana, incidendo per l’11% sul valore aggiunto nazionale e dando lavoro a 3,5 milioni di persone. E il futuro non si prospetta roseo. I provvedimenti finalizzati a conseguire il pareggio di bilancio nel 2013, varati dal Governo, impongono un notevole sacrificio ad imprese e cittadini. Cosa fare? Creare un clima di fiducia, rilanciando la collaborazione tra istituzioni e parti sociali, che sia base per la crescita dell’economia e dell’occupazione del Paese. Questo il messaggio insito in Commerciofuturo, il documento predisposto da Unioncamere e condiviso da Confcommercio, Confesercenti, Anci e Coordinamento interregionale degli assessorati al Commercio, diffuso in occasione del IX Convegno nazionale organizzato dall’Indis (l’Istituto nazionale per la distribuzione e i servizi di Unioncamere). Un’agenda delle priorità, da sottoporre ai decisori politici, per identificare le urgenze su cui concentrare l’attenzione, raccogliere le forze e condividere un comune percorso. Dodici i punti di criticità individuati: Assenza di politiche pubbliche specifiche; Eccessiva frammentazione disciplinare; Insufficiente livello di liberalizzazione in alcuni settori o modalità di vendita; Eccessiva contraffazione ed abusivismo; Desertificazione delle aree urbane; Elevato turn over delle imprese; Insufficiente aggregazione nelle filiere; Insufficiente internazionalizzazione della distribuzione; Insufficiente qualificazione e riqualificazione professionale; Insufficiente propensione all’innovazione; Mancanza di una politica sul passaggio generazionale; Migliorabile l’attrattività del lavoro nel settore. Altrettante le proposte del sistema camerale per far crescere la competitività del sistema e delle imprese: Facilità di entrata nel settore; Il valore aggiunto del commercio nell’economia; La produttività del commercio; La riqualificazione delle aree urbane e l’animazione del territorio; Il ruolo sociale ed economico del commercio; L’innovazione del commercio e nel commercio (Distretti e Reti di impresa); I vantaggi del pluralismo distributivo; Il commercio crea vera integrazione con i cittadini comunitari ed extracomunitari; Il “riuso” di cognizioni nel commercio; Le potenzialità del commercio elettronico; Una leva di sviluppo: la sostenibilità ambientale ed energetica. “Proponiamo, anzitutto, un patto con il mondo istituzionale e con il mondo associativo - afferma Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere - Con il primo intendiamo verificare se, sulla base del principio di sussidiarietà, è possibile contribuire a ridurre la frammentazione disciplinare che caratterizza il settore. Con le associazioni, invece, vogliamo calarci nel mercato per collaborare nell’individuazione di quelle risposte che possono guidare gli operatori verso il mercato del domani. E lo facciamo con un obiettivo preciso: restituire dignità nei programmi di sviluppo del governo alla distribuzione commerciale, comparto fino ad oggi soggetto ad iniziative normative non sempre adeguatamente meditate”.

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17 febbraio 2012

http://youtu.be/jaDzJHkfftk

LA STRATEGIA IN SETTE PUNTI

1) stimolare, incentivare e creare occasioni per una concreta internazionalizzazione della nostra distribuzione. I nostri prodotti tipici, la nostra “qualità” – in una parola: l’italianità – è un valore universalmente riconosciuto ma non riusciamo ancora, compiutamente, a trarne tutti i potenziali benefici. Occorre rafforzare le filiere del Made in Italy ed impiegare le capacità della distribuzione commerciale per “aggredire” paesi che sono alla nostra portata, come Germania, Spagna, Francia. Anche i nuovi paesi dell’area balcanica e dell’Europa dell’Est possono essere aiutati in un percorso di “maturità” ed evoluzione economica. Perché non puntare anche sul commercio quale infrastruttura di promozione e distribuzione all’estero? 2) qualificare e riqualificare i nostri imprenditori. Il commercio non è più quello di venti anni fa, oggi occorrono capacità e visioni imprenditoriali che devono essere rese disponibili, poiché sono la base per una crescita anche “intellettuale” che consentirà di misurarsi con i mercati del domani, con una competizione più marcata, con “bisogni” che si stanno affacciando, insieme alle nuove aspettative dei consumatori. Le imprese della distribuzione organizzata potrebbero, per esempio, a partire dai Centri commerciali naturali, svolgere attività di “assistenza” e di crescita per le PMI, redistribuendo vantaggio competitivo ad un sistema – come il nostro – caratterizzato dal pluralismo delle forme distributive; 3) sviluppare l’innovazione nel commercio. Abbiamo proposto due strumenti principali: i distretti del commercio e le reti di impresa. Con i distretti proponiamo dei modelli di governance pubblico/privata del territorio, in cui coerenziare con i bisogni delle imprese e dei cittadini la programmazione degli interventi su porzioni significative del territorio. I contratti di rete possono costituire strumenti di coesione delle imprese per conseguire quelle “dimensioni significative” per poter sviluppare e realizzare l’innovazione di prodotto e di processo; 4) sfruttare le potenzialità del commercio elettronico. Esistono una serie di ostacoli infrastrutturali, culturali e di tutela che limitano il ricorso al commercio attraverso strumenti telematici, a cominciare dalla scarsità di reti a larga banda. Il miglioramento in atto della disciplina vigente (consegna, strumenti di pagamento, contenzioso) potrebbe costituire occasione di sviluppo in questo settore. La distribuzione italiana può quindi cogliere la sfida di vendere su Internet, recuperando il terreno perduto rispetto agli altri paesi tecnologicamente evoluti; 5) cogliere l’opportunità delle leve costituite dalla Green economy. La sostenibilità ambientale ed energetica sono diventate una priorità, non solo per gli evidenti risparmi (si pensi a mercati rionali, edicole e distributori di carburante energeticamente autosufficienti) di cui abbiamo estremo bisogno ma, soprattutto, perché si favorisce un clima di “ripensamento” e di “riallocazione” di risorse; 6) trovare dei sistemi di sostegno economico al commercio che si sviluppa verso il cambiamento. Il clima economico che ben conosciamo ha segnato la drastica riduzione dei finanziamenti disponibili alle imprese. A questa riduzione si è accompagnata anche la crisi del sistema creditizio che, peraltro, non è mai stato particolarmente favorevole ad investire nel commercio. Noi proponiamo – dando un ruolo su questo tema ai Consorzi Fidi – l’adozione di standard di qualità specifici diffusi ed affidabili sia con riferimento alle filiere (od alla distribuzione organizzata) che riguardo i singoli esercizi di vendita. Un “rating” in grado non solo di “premiare” la qualità certificata (per esempio nei confronti dei consumatori e delle imprese concorrenti) ma, soprattutto, di rendere più semplice l’accesso al credito, fungendo, implicitamente, da garanzia per un percorso semplificato con il sistema bancario; 7) partecipare alla nuova programmazione territoriale. È rilevante coadiuvare gli enti locali nel ridisegnare le nostre città, in cui il commercio da sempre svolge una funzione importante che può essere rilanciata in una prospettiva in cui le attività economiche rivolte ai cittadini contribuiscono alla tutela e sostenibilità del tessuto sociale ed allo sviluppo complessivo.


Alessandra Caputo

ALFREDO MALCARNE

ANTONIO D’AMORE

presidente camera commercio brindisi

presidente CONFESERCENTI

Quale la situazione del commercio a Brindisi? La situazione è devastata, tra cessazioni e chiusure delle attività, il tessuto della distribuzione è ormai al collasso. Quali a Suo giudizio le cause? Innanzitutto le decisioni scellerate compiute dalle Amministrazioni comunali negli anni passati, a iniziare dalla scelta di far diventare il centro storico, un’area da sempre centro commerciale all’aperto, una isola pedonale. A questo si devono aggiungere le autorizzazioni concesse alla grande distribuzione e la chiusura di catene storiche come Upim, Standa, Coin ubicate nel centro cittadino. Terzo fattore, il cambiamento nelle abitudini dei consumatori che preferiscono recarsi nei grandi centri commerciali per far acquisti. Bisogna ricostruire la propensione al consumo delle famiglie brindisine. Piccole e isolate iniziative non possono risolvere il problema. Si continua a chiedere agli esercenti di abbellire i negozi e arricchire l’offerta in occasione di eventi importanti quali la Brindisi-Corfù o durante le festività, ma ridurre a elemento accessorio il comparto commerciale non è la soluzione, anzi, il tessuto commerciale ne esce vilipeso. Occorre ragionare in maniera diversa e devono farlo non solo gli esercenti ma anche e soprattutto gli enti. Con il Distretto Urbano del Commercio abbiamo provato a cambiare le modalità di approccio al problema istituendo in primis una camera di regia che coinvolga a pieno tutti gli attori interessati, dai commercianti alle istituzioni alle associazioni di categoria. Collaborare sinergicamente, a mio giudizio, è l’unica maniera per uscire dalla crisi. Considerando anche il periodo, cosa si dovrebbe fare per incrementare il commercio a Brindisi e dar respiro alle imprese? Puntare sul franchising, rendere accessibili i corsi, migliorare la qualità dei servizi accessori è il punto di partenza. Occorre poi costruire un appropriato management (nel D.U.C abbiamo proposto un Town Center Management ) che possa utilizzare la rete di negozi di vicinato nel centro storico, far comunicazione e gestire i parcheggi. Terzo punto, proporre un pacchetto di soluzioni che riguardino sia l’imprenditoria giovanile (la chiave è sensibilizzare soprattutto i giovani imprenditori per favorire gli investimenti, anche con adeguate sollecitazioni verso il sistema creditizio) sia agevolazioni per introdurre al lavoro, apprendistato, piani di inserimento per aumentare e professionalizzare la forza lavoro. In un recente incontro da Lei avuto con il Presidente di Federalberghi Argentieri, si è parlato di “fare strategia” per rilanciare il comparto turistico a Brindisi. Come in concreto vi muoverete? Tra una settimana porteremo alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano un pacchetto di proposte che riguardano la promozione del nostro territorio, sia in termini di bellezze storico-paesaggistiche che del sistema di accoglienza, dagli alberghi ai ristoranti. È un lavoro che svolgiamo da anni anche attraverso un marchio di qualità rilasciato dall’Isnart, società del Sistema Camerale. È nostra intenzione, inoltre, utilizzare in ambito promozionale accanto a canali tradizionali quali video, manifesti, brochure, strumenti innovativi come le apps per smartphone contenenti informazioni sulle strutture di accoglienza e una guida turistica di Brindisi e provincia. Non ultimo, l’intenzione di istituire di due borse di studio destinate ad altrettanti studenti degli istituti alberghieri di Brindisi e provincia intitolate al compianto prof. Raffaele Avantario, titolare dell’Hotel Eden di Torre Canne, già presidente dell’Azienda di promozione Turistica, nonché presidente dell’AssoFasano.

Quale la situazione del commercio a Brindisi dal punto di vista dell’“osservatorio” Confesercenti? La situazione del commercio nella nostra città vive oggi uno dei momenti più difficili della sua storia. La desertificazione del centro storico, così come la perdita di offerta commerciale nei vari quartieri della città, invece di essere contrastata da un'azione politica improntata allo sviluppo, al rilancio e alla riqualificazione della nostra rete commerciale, ha visto in questi anni un generale disinteresse o, addirittura, una scientifica azione di demolizione di professionalità consolidate e di un servizio di vicinato capillare che non ha potuto competere contro una Grande Distribuzione aggressiva (a volte quasi arrogante) che, grazie al disinteresse dei nostri amministratori, è riuscita a conquistare importanti quote di mercato senza aggiungere nulla di diverso ad una offerta commerciale che già esisteva e senza garantire il conseguente sviluppo economico ed occupazionale del territorio. In pratica, una occasione di sviluppo mancata che ha basato il suo attuale successo solo sulle aperture domenicali e sulla tendenza a concentrare la spesa in un unico esercizio. è vero, come molti commercianti affermano, che negli ultimi anni il numero delle adesioni all’Associazione si è drasticamente ridotto? Questo non è vero, anzi, è esattamente il contrario. Per quanto riguarda l’adesione alla Confesercenti ad esempio, il numero degli iscritti rispetto al 2008, anno di inizio della crisi internazionale, è cresciuto del 44% (fonte INPS-Confesercenti Nazionale). Questo incremento è dovuto principalmente alla necessità di stare insieme e alla consapevolezza che nell’Associazione si possono trovare tutta una serie di servizi e informazioni che possono garantire la sopravvivenza in momenti come questo. È dimostrato che le imprese aderenti alle Associazioni di categoria hanno il 40% di probabilità in più di sopravvivere sul mercato. Che nel centro storico di Brindisi il commercio sia in calo è un dato oggettivo. Quali a Suo giudizio le cause? Venendo al centro storico, la causa principale delle chiusure è da addebitare alla difficoltà di accesso alla zona commerciale che, dopo la chiusura al traffico dell’isola pedonale, non si è dotata di strutture adeguate a garantire la sosta delle auto né ha visto una modifica sostanziale della viabilità. In realtà, l’isola pedonale si è trasformata nel tempo da una opportunità concreta di sviluppo in una barriera fisica all’accesso e alla mobilità, inoltre vi è stato un progressivo calo dei residenti e una evidente delocalizzazione degli uffici pubblici che ha dirottato l’utenza verso le periferie. Cosa si dovrebbe fare a Suo parere per incrementare il commercio nel centro storico magari coniugando, come qualcuno propone, commercio cittadino e promozione turistica? La soluzione oggi può essere solo quella di aggregare gli operatori commerciali esistenti per concordare l’attività di comunicazione e di attrazione verso il centro, ripensare e rilanciare il ruolo di Piazza Mercato, realizzare le infrastrutture promesse da decenni al servizio dell’utenza (trasporto pubblico e parcheggi innanzi tutto), potenziare l’arredo urbano e l’immagine della città, ripensare gli orari di apertura e chiusura dei negozi con una logica più aderente alle nuove esigenze dell’utenza e, soprattutto, ripristinare la viabilità cittadina e l’accessibilità al mare e all’unico parcheggio esistente, quello della stazione marittima.

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17 febbraio 2012


ANTONIO IGNONE presidente provinciale CONFARTIGIANATO Quale la situazione del commercio a Brindisi dal punto di vista dell’ “osservatorio” Confartigianato? Purtroppo dobbiamo constatare che ancora oggi l’economia commerciale nel nostro centro cittadino è in una fase di estrema sofferenza. Abbiamo registrato nell’ultimo trimestre dell’anno chiuso, una significante moria di piccole imprese, in particolare del settore commercio. La situazione con l’avvio del nuovo anno non è stata delle migliori. Moltissimi sono gli indicatori che danno esiti negativi e lo sconforto degli imprenditori ormai è palese. La nostra città ha la necessità di ritrovare la sua collocazione di capoluogo e per tanto auspichiamo, nella prossima gestione amministrativa, in logiche di marketing territoriali che devono portare flussi di gente dai comuni limitrofi o anche dalla provincia di Lecce nel nostro Centro Cittadino. Lei ha “criticato” a mezzo stampa l’attività svolta dalla società Equitalia nel territorio di Brindisi. Quali le anomalie registrate e cosa chiedete di “cambiare” nello specifico? Da tempo noi ci soffermiamo su questo argomento e spesso abbiamo, come ben sa, sollevato la questione anche sugli organi ti stampa, ma partendo dal precisare che condividiamo appieno gli sforzi per individuare e punire gli evasori e che in questo ultimo periodo si stanno intensificando i controlli e le azioni di contrasto all’evasione. Tuttavia, quello che noi vogliamo far rilevare e come negli ultimi tempi si è verificato un vero e proprio accanimento solo contro i contribuenti più piccoli, magari con debiti verso lo Stato di sole poche migliaia di euro. Premesso che riteniamo che la Società Equitalia sia solo il soggetto terminale di un sistema sostanzialmente ingiusto dove la principale iniquità consiste nel fatto che la Pubblica Amministrazione da una parte è un cattivo pagatore, e lo si vede nei tempi lunghissimi a cui fa fronte per saldare i crediti alle imprese, e dall’altra un solertissimo riscossore, con metodi spesso sproporzionati rispetto all’obiettivo finale. Inoltre riteniamo che la stragrande maggioranza di chi abbia ricevuto una cartella non è un evasore ma probabilmente un imprenditore con momentanee sofferenze dovute essenzialmente al periodo congiunturale di crisi generale. Pertanto, riteniamo e auspichiamo che il Governo possa pensare ed attuare, per tramite dell’Agenzia di Equitalia, tutta una serie di atti e strumenti che consentono di venire incontro a chi si trova in difficoltà e non creare maggiori problematiche spesso irrisolvibili e con conseguenze che spesso possono portare a gesti estremi, come già successo in altre città d’Italia. Di anomalie riscontare ce ne sono diverse, ad esempio la rivisitazione dei tassi che vengono applicati, i costi aggiuntivi, le spese di incasso come anche evitare l’invio delle cosiddette cartelle pazze con errori che comportano gravose e costose perdite di tempo e forme di dilazione rateale personalizzate alle reali possibilità del contribuente che diversamente, e non riuscendo a pa-

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gare, sarebbe costretto a rivolgersi a forme di credito illegali pur di non vedersi pignorati beni per i quali ha sacrificato anni di lavoro. Che nel centro storico di Brindisi il commercio sia in calo è un dato oggettivo. Quali a Suo giudizio le cause? Le cause sono molteplici e sono da attribuire principalmente alla nascita dei Centro Commerciali meglio conosciuti come Grande distribuzione. Se da una parte queste realtà sono il segno evidente di sviluppo ed economia, nel nostro piccolo territorio, ed in particolare nell’asse Brindisi-Mesagne, aver permesso la costruzione di ben due grandi Centri Commerciali ha significato la moria automatica e l’ impoverimento per tutti i piccoli commercianti di Brindisi come anche della vicina Mesagne. Il merito di tutto ciò e da attribuire solo ed esclusivamente ad azioni politiche che non hanno saputo guardare lontano. Infatti oggi ci ritroviamo con un centro commerciale alle porte di Brindisi che oltre a raccogliere ricchezza e portarla altrove crea una concorrenza nei confronti della piccolo commerciante difficile da combattere e contrastare. A maggior ragione, riteniamo che le Amministrazioni debbano prendere le nostre difese e tutelare il piccolo commercio locale favorendone lo sviluppo e la crescita, invece questo non avviene. Il compito degli Amministratori sarebbe quello di creare giuste condizioni per permettere a piccoli imprenditori coraggiosi di aprire delle aziende, nel tentativo di accrescere le attrazioni verso il centro di Brindisi. Considerando anche il periodo congiunturale di crisi, cosa si dovrebbe fare per incrementare il commercio a Brindisi e dar respiro alle imprese? La crisi economica è un problema particolare, al quale dovrebbe far fronte il governo centrale o anche quello regionale, poiché a livello locale non esiste nessuna realtà in grado di risolvere la situazione che di conseguenza ostacola l’incremento del commercio anche nel caso di imprenditori volenterosi, laboriosi ed impegnati. Si è pensato bene di liberalizzare gli orari, ma in verità forse sarebbe stato meglio regolarizzare quelli dei centri commerciali al fine di poter dare respiro alle attività commerciali. Bisogna anche dire che la difficoltà maggiore è rappresentata comunque dall’accesso al credito da parte delle microimprese alle quali le banche stanno addirittura chiedendo il rientro dei fidi pur essendo ampiamente nei termini. Il ridimensionamento del sistema creditizio può quindi essere un punto di partenza al quale la BCE aveva cercato di porre rimedio erogando fondi a tutte le banche per oltre 180 miliardi di euro da utilizzare come investimenti sulle aziende e sulla microimpresa. Le banche, di tutta risposta, hanno preferito utilizzarli per altre operazioni più redditizie causando in molteplici casi la chiusura di aziende in sofferenza e l’inizio di un percorso degenerativo per il resto delle microimprese.


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Alessandra Caputo

GIUSEPPE ZIPPO presidente ADOC brindisi A Suo parere il consumatore brindisino trova prodotti di qualità e ricercatezza? L'offerta merceologica nel centro storico è buona? L’offerta di qualità esiste, è la scelta che risulta limitata così come limitata è la proposta di prodotti, specie nel settore abbigliamento e calzature che siano in linea con le tendenze. In pochi rischiano di approvvigionarsi di merce con il rischio di non poterla riproporre in caso di mancata vendita. Quando parliamo di qualità e ricercatezza non parliamo solo ed esclusivamente dei prodotti in vendita, ma anche dell’organizzazione commerciale in città. La qualità per un consumatore va di pari passo con la professionalità del commerciante, non sempre un capo confezionato con materiali di pregio risponde alle esigenze del cliente e non ci riferiamo solo al prezzo. L’offerta commerciale in città, ed in particolare nel centro storico, risulta carente e non all’altezza delle richieste di alcune fasce di consumatori. Nello specifico la città capoluogo lamenta l’assenza di alcuni prodotti, solo per fare un esempio non esiste un punto vendita di elettrodomestici, informatica ed audio video ad un certo livello sia in termini di varietà della proposta commerciale che in termini di tipologia di prodotti offerti, con il risultato che grossi volumi di acquisti si spostano nei centri commerciali divenendo da traino anche per altri tipi di spesa. Il settore inerente la vendita in nero e della contraffazione incide sulla crisi del settore? Il mercato in nero e della contraffazione sicuramente incide sulla crisi del commercio. L’ADOC è stata nello scorso anno il punto di riferimento per una campagna di ascolto denominata ‘No al Falso’, promossa dal Ministero dello sviluppo economico. I dati emersi su un campione di oltre seicento intervistati suddivisi per età, sesso, estrazione sociale denotano poca informazione su responsabilità dirette ed indirette nell’acquisto di prodotti contraffatti e i rischi per la salute. Un dato preoccupante se pensiamo che contrariamente a quanto avveniva in passato, acquistare il falso non sempre è sinonimo di risparmio assoluto e nonostante ciò si è disposti ad acquistare pur di ostentare un capo “firmato”. C’è, a Suo giudizio, sinergia tra i commercianti brindisini? Ritengo che tra i commercianti ci sia poca sinergia, andrebbe ripristinata in un clima di sana competitività. Stare insieme senza screditare gli altri vuol dire ottenere risultati importanti ed essere più forti per affrontare le sfide ed i problemi che incombono. Solo per fare un esempio nel campo della sicurezza, argomento di grande attualità, si potrebbero limitare le spese che ognuno sostiene per tutelare la propria attività con contratti unici con gli istituti di sorveglianza, così come essere uniti può significare maggiore incisività nel settore del credito e nella programmazione di iniziative rivolte ai consumatori per rendere più appetibile il centro cittadino ad esempio.

Dove intervenire per rilanciare il settore del commercio in città? Per rilanciare il commercio in città gli strumenti ci sono come nel caso del neo costituito Distretto Urbano del Commercio di cui ADOC è parte integrante (unica associazione dei consumatori firmataria). Purtroppo ancora una volta le già esigue risorse disponibili vengono ulteriormente vanificate per interventi che nulla hanno a che vedere con il rilancio del commercio. È notizia di questi giorni la chiusura del bando per l’assegnazione di risorse a fondo perduto per il rifacimento delle vetrine, per la sostituzione di serramenti ecc. Interventi che avranno come risultato quello di aiutare non il commercio ma gli artigiani almeno che siano locali. Sarebbe stato più opportuno un confronto per utilizzare le risorse disponibili per interventi che avvicinino i consumatori al commercio attraverso una rivitalizzazione del centro, la predisposizione di strumenti di informazione sull’offerta commerciale, l’attivazione di servizi che rispondano ai commercianti e ai consumatori come l’attivazione di isole WI-FI. La proposta di riaprire al traffico i corsi potrebbe aiutare? La riapertura dei corsi al traffico, lo abbiamo più volte ribadito, non riteniamo sia la soluzione ai problemi del commercio. Se poi vogliamo ritornare a vedere i caroselli di auto come negli anni ottanta noi non siamo d’accordo. Bisogna riportare i consumatori nel centro rendendolo più attrattivo. Nei periodi dell’anno più ad alto interesse per i consumatori rientra anche il periodo di carnevale, il fatto che non si riesca ad organizzare nulla per le famiglie la dice tutta sull’inerzia esistente. Non basta delegare. Si continua ad affermare che la scarsa attività del settore è dovuta alla carenza di posteggi e all’apertura dei centri commerciali. Il Suo parere? Abbiamo un parcheggio che non è pienamente utilizzato presso l’ex stazione marittima, gli interventi di manutenzione realizzati in estate e sollecitati anche dall’ADOC lo rendono ancor più fruibile. Senza dubbio c’è bisogno di altro, così come pensiamo che i parcheggi su corso Roma e corso Umberto dovrebbero essere a rotazione per garantire maggiore ricambio di auto. Purtroppo mancano i provvedimenti e i controlli come nel caso di Corso Roma dove la sosta a disco orario per due ore favorisce gli operatori commerciali della zona e non i consumatori. I centri commerciali sono un’opportunità per i consumatori e per il territorio, senza concorrenza non si cresce così come alcune tecniche di vendita potrebbero essere mutuate dal piccolo commercio. Inoltre non possiamo più ragionare nell’ambito territoriale. Scongiurare l’apertura di un centro commerciale in provincia equivale a dire spostare enormi quantitativi di denaro in altre realtà così come è avvenuto per tanti anni quando i residenti del brindisino raggiungevano le vicine realtà di Lecce e Bari.

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Francesco Marchionna

Distretto Urbano del Commercio Il Centro Storico di Brindisi come Centro Commerciale Naturale

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el nostro Paese, come più in generale in Europa, lo sviluppo urbano e quello commerciale hanno registrato percorsi sempre più divergenti, facendo progressivamente venir meno quella sintesi naturale che per tanti secoli aveva caratterizzato le città. Pur con qualche eccezione, in Italia i punti vendita della distribuzione moderna si sono localizzati al di fuori dal contesto urbano. La crescita delle grandi superfici di vendita (ipermercati, grandi supermercati, grandi superfici specializzate) avvenuta nel corso degli anni Ottanta e Novanta ha infatti difficilmente trovato spazio all’interno della città. Uno sviluppo che è stato certamente favorito dal crescente utilizzo dell’auto nella mobilità privata e dalla espansione urbanistico residenziale delle città in ambiti sempre più periferici. D’altro canto, la scelta localizzativa extraurbana ha rappresentato una buona soluzione sia per le imprese di distribuzione che ricercavano ampie aree a basso costo per poter impiantare le nuove forme distributive, sia per le Amministrazioni Comunali e gli altri soggetti pubblici che erano chiamati a prendere decisioni su dove inserire nel territorio queste formule commerciali a elevato consumo di spazio per soddisfare la domanda di servizi distributivi dei consumatori/residenti. Ciò che si è venuto a prospettare è, così, uno scenario distributivo sempre più polarizzato su due principali alternative. Da un lato l’affermarsi di soluzioni orientate a fornire al consumatore un servizio commerciale veloce ed efficiente centrato sulla funzionalità, dall’altro l’affermarsi di uno stile di acquisto con contenuti più edonistici con forte enfasi ai ‘contenitori di offerta’, in grado di creare valore proponendosi come una gratificante shopping experience. È da questo nuovo scenario competitivo che occorre partire per comprendere come il commercio urbano possa ricercare una strategia comune per competere con i poli di offerta extraurbani. Le ragioni alla base del successo dei centri commerciali sono riconducibili alla gestione centralizzata, alla pianificazione strategica, all’articolazione dell’offerta dei servizi, alla fornitura di alcuni servizi comuni (parcheggi, pulizia, sicurezza) e alla gestione in proprio delle attività di marketing. La comprensione di un’importanza strategica spinge allora alla promozione dello sviluppo dei Distretti Urbani del Commercio, attraverso l’attivazione di risorse economiche specifiche a disposizione del territorio, all’interno di una logica che vede lo stesso territorio investire direttamente sul commercio e sulla sua capacità attrattiva. Cos’è un DUC? Un Distretto Urbano del Commercio è un’area con caratteristiche omogenee per le quali soggetti pubblici e privati propongono interventi di gestione integrata nell’interesse comune dello sviluppo sociale, culturale ed economico e della valorizzazione ambientale del contesto urbano e territoriale di riferimento. È dunque il commercio a dover svolgere il ruolo di agente di integrazione dello sviluppo locale. La configurazione di un approccio operativo di un distretto urbano del commercio che rappresenti una leva di creazione di valore economico sociale sul territorio, presuppone almeno tre aree di intervento: un’attività di promozione e di marketing che valorizzi il sistema di offerta esistente; un’attività di intervento finalizzata ad accrescere la capacità di attrazione del mix di offerta del distretto; un’attività di intervento (diretto o indiretto) che consenta di poter fruire di un livello di servizi complementari coerenti con le necessità del distretto (pulizia, arredo urbano, accoglienza) per accrescere la

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percezione di valore all’esperienza di acquisto del frequentatore (turisti, residenti). Il Piano di Valorizzazione e Qualificazione della Rete Commerciale del Comune di Brindisi, al paragrafo 4 del documento, riporta che “il DUC dovrà perciò finalizzare le sue azioni al perseguimento di tre principali obiettivi, che saranno perseguiti all’interno di una visione strategica pluriennale”. Tra gli obiettivi, la realizzazione di una struttura di Town Center Management, attraverso la rifunzionalizzazione del vecchio Cinema-Teatro ‘Di Giulio’, di proprietà dell’Amministrazione Comunale, e una diversa destinazine commerciale della storica Piazza Mercato e delle strutture immobiliari pubbliche che su di essa si affacciano. Realizzare il Distretto Urbano del Commercio presuppone l’assunzione di una visione e di una strategia condivisa da parte di tutti gli operatori, anche dei decisori pubblici. Gli operatori commerciali della città invece, giocano un ruolo centrale, quello cioè di riuscire a soddisfare i bisogni di acquisto e di intrattenimento dei cittadini (residenti, non residenti frequentatori assidui, turisti e visitatori occasionali), attirati in sempre maggiore quantità dalla qualità dell’offerta commerciale di un ‘Centro Commerciale Naturale’, ma anche dall’ottima vivibilità dei luoghi, dai programmi di valorizzazione delle risorse ambientali esistenti sul territorio, e, infine, dai programmi di eventi socio culturali proposti dalla città. L’obiettivo principale di un Centro Commerciale Naturale è quello di indicare un lavoro di marketing urbano finalizzato a sviluppare una moderna cultura di marketing tra gli imprenditori operanti nel Centro Commerciale Naturale. È fondamentale la rivitalizzazione del Centro Storico mediante l’aumento di frequentazione delle strade e la moltiplicazione delle occasioni d’acquisto: il tutto si riassume nel ricercare il migliore dei modi per portare il maggior numero di consumatori nelle aree urbane designate o di pregio delle città. A tal fine è necessario pensare all’attrattività ovvero alla capacità dei punti vendita e delle strutture d’intrattenimento di attirare persone per creare passaggio, occasioni di socializzazione e aggregazione in orari consoni all’integrazione acquisti‐intrattenimento, sottolineando l’opportunità che, creando un clima di gioia e di festa, si favoriscono maggiori disponibilità al consumo. L’attrattività può essere generata semplicemente da una struttura urbanistica che crea appeal nel consumatore/visitatore e integrata in un progetto logistico che crei accessibilità alla zona urbana considerata; l’accessibilità integrata all’animazione (sia essa spontanea o creata da una regia per l’occasione), formano un mix qualitativo che migliora il microambiente urbano sviluppando una maggiore percezione della qualità della vita da parte dei cittadini, dei consumatori/visitatori e dei commercianti. Il DUC di Brindisi si riferisce solo al Centro Storico ed è stato costituito formalmente a luglio 2011 da Comune di Brindisi, Camera di Commercio, Confcommercio e Confesercenti, che sono membri del Comitato Esecutivo. Aderiscono al DUC anche varie altre Associazioni di volontariato e di consumatori. Attualmente, il Comitato DUC sta gestendo le risorse del Piano di Valorizzazione (tra cui il bando di € 200.000 per finanziamento di rinnovo vetrine, insegne e arredo fronte strada che si è chiuso il 12/01/2012, con circa una cinquantina di partecipanti). Le ulteriori iniziative potranno essere programmate solo a valle del Piano Urbano del Commercio.


Intervista a

Alessandra Caputo

Nicola Zizzi dirigente comunale settore Attività produttive Molti commercianti del centro storico di Brindisi lamentano una eccessiva “rigidità” della normativa comunale che, a loro dire, ne limiterebbe l’attività. Il Suo parere a riguardo? Il regolamento comunale per l’occupazione di suolo pubblico con tavolini e sedie (i cc.dd.. “Dehors”) attualmente in vigore, deve tenere conto del fatto che l’intera area del centro storico di Brindisi è sottoposta a vincolo paesaggistico e deve allo stesso tempo tutelare e conciliare, con quelli dei commercianti, anche gli interessi dei residenti, che reclamano, spesso con denunzie e comitati, limitazioni a nuovi permessi, alle superfici da concedere, agli orari di apertura. Inoltre, per autorizzare simili occupazioni, occorre verificare che non vi siano rischi per la incolumità degli avventori, visto che spesso le richieste riguardano tratti di strada aperti al traffico. Il regolamento detta una disciplina finalizzata a garantire tutte queste esigenze, ma prevede anche un iter istruttorio più veloce e semplificato per le ipotesi di “rinnovo” di autorizzazioni precedenti, che risultino invariate, e prescrive, a carico degli uffici, dei termini “accelleratori”, decorsi i quali i permessi si ritengono acquisiti. È oggettivo un netto calo del commercio a Brindisi. Quali secondo Lei le cause? La crisi e la diminuzione delle attività commerciali anche nella nostra città è un dato innegabile, ed è particolarmente sensibile nel centro storico. Quasi in controtendenza, vi sono quartieri come Commenda, Cappuccini e Bozzano, presso i quali questa crisi appare meno sensibile ed evidente, anche per la non infrequente rilocalizzazione di attività provenienti dal centro. In ogni caso il settore del piccolo commercio è innegabilmente in forte contrazione, e le cause risiedono solo in parte nell’insediamento degli ipermercati e dei centri commerciali nel nostro territorio, in primo luogo perchè le grandi strutture hanno un bacino ultracomunale, tanto è vero che i Brindisini frequentavano già da anni, ben prima dell’apertura del centro “Le Colonne”, gli ipermercati di Mesagne, di Lecce, finanche di Bari e Taranto. In altre realtà, il piccolo commercio ha potuto sopravvivere mantenendo o creandosi spazi di mercato che la grande distribuzione non garantisce, cioè quelli basati sulla qualità, sul rapporto di fiducia, sul prodotto di nicchia. Magari da noi questa qualificazione è stata meno possibile che altrove. Va poi detto che la città di Brindisi ha innegabilmente subito negli ultimi 15-20 anni una deindustrializzazione notevole e la perdita di rilevanza e di presenza di amministrazioni pubbliche e istituzioni militari, quali la Marina e l’Aeronautica Militare, nonché un calo verticale dei traffici portuali e turistici. Tutte queste circostanze hanno inciso fortemente sul lato della domanda. Infine, un dato anomalo è rappresentato dal fatto che, pur in una situazione di crisi come quella descritta, i proprietari di immobili a destinazione commerciale impongono, specie nel centro storico, canoni locativi molto esosi e spesso incompatibili con la redditività dei commercianti. L’auspicata sinergia tra Comune, Associazioni di categoria e singoli commercianti non si è mai realizzata. Perchè? Posso citarle fatti che dimostrano come vi sia negli ultimi tempi una crescente sinergia tra Comune e associazioni di categoria. Sono alcuni anni che il Comune stringe protocolli di intesa con le associazioni dei commercianti, Confcommercio e Confesercenti, ed organizza con loro i mercatini di natale e alcune manifestazioni di promozione, e, proprio lo scorso anno è stato stretto un accordo istituzionale per la realizzazione del “Distretto Urbano del Commercio”, in esecuzione del quale sono in corso azioni comuni nella direzione delle politiche di sostegno al commercio. Nei mesi scor-

si il Comune ha affidato alla Confcommercio l’incarico di redazione del nuovo piano del commercio. è consuetudine del Comune convocare le associazioni ogniqualvolta si debbano assumere decisioni che riguardino la categoria. Certo, non tutte le decisioni che il Comune assume possono trovare la piena adesione delle associazioni, meno che meno dei singoli commercianti, e vi sono temi particolarmente caldi, come ad esempio quello della chiusura al traffico dei corsi cittadini o dell’apertura di nuove grandi strutture di vendita, che fatalmente sono destinati a dividere e a creare posizioni diverse, anche all’interno delle stesse associazioni. Cosa si dovrebbe fare per incentivare il commercio nel centro storico della città? L’incentivazione del commercio nel centro storico deve essere perseguita nell’ambito di un programma complessivo di rivitalizzazione di questa parte della città, da realizzare innanzitutto con un nuovo piano del traffico e dei parcheggi, che riveda le direttrici di penetrazione, anche con il coraggio di spostare le aree pedonali dai corsi verso i vicoli del vecchio centro. I parcheggi in una città delle dimensioni della nostra non possono essere periferici, ma vanno previsti in centro, affiancando a quello di via del Mare, almeno un parcheggio nella ex caserma Ederle e presso l’ex cinema Di Giulio. Andrebbe poi riqualificata la piazza del Mercato Centrale, spostando le bancarelle all’interno del mercato ittico coperto, da soppalcare, e rendendo l’intera piazza un luogo luminoso e attrattivo. Andrebbero attuate misure di calmierizzazione degli affitti commerciali, incentivando le locazioni e disincentivando i locali sfitti, con forme di tassazione separata. L’ADOC di Brindisi ha recentemente espresso forti perplessità in riferimento alla pubblicazione del bando dell’amministrazione comunale di Brindisi a Sua firma relativo al finanziamento di interventi per il miglioramento delle attività commerciali nel centro storico di Brindisi. La sua risposta? Il bando emanato recentemente dal Comune per incentivare il commercio in centro, discende da una utile collocazione del Comune stesso in una graduatoria regionale, a seguito di un bando emesso dalla Regione Puglia nel settembre 2010. Il Comune, con la propria candidatura a quel bando regionale, ha presentato un progetto, a cui è vincolato, una volta che il progetto è stato approvato e finanziato. Quel progetto contemplava appunto l’emanazione di un bando riservato ai commercianti del centro, nelle forme e nei modi di quello poi pubblicato, una volta avuti i soldi dalla regione. Il Distretto Urbano del Commercio è stato costituito nel luglio 2011, in data successiva alla formulazione di quel progetto alla Regione Puglia. A tal riguardo, il protocollo per il riconoscimento del Distretto ha prodotto frutti? Il Distretto Urbano del Commercio richiede una fase di assunzione di decisioni e di responsabilità incompatibili con la gestione commissariale che attraversa attualmente il Comune di Brindisi. Sarà mia cura rapportare ai futuri amministratori che usciranno eletti dalla tornata elettorale di primavera gli atti e lo stato dell’arte, per adattare gli stessi ai loro programmi.

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Marco Venturi - Presidente Confesercenti Italia

LE BEST PRACTICES EUROPEE E NAZIONALI PER RIVITALIZZARE IL COMMERCIO AL DETTAGLIO

Occorre creare un legame più stretto fra programmazione commerciale ed urbanistica, valorizzando i centri urbani e storici. Favorire le aggregazioni imprenditoriali

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el 2020 avremmo quasi 50mila negozi in meno con un calo di occupati di circa 135mila unità. Ma accanto al dato meramente numerico, questa dinamica segnerebbe lo svuotamento definitivo dei nostri centri storici, un mutamento profondo di abitudini, stili di vita, con effetti molto negativi soprattutto su alcune fasce di popolazione, come quella anziana, che tra l’altro è invece in crescita prospettica. Il commercio nei centri va valorizzato e riqualificato ponendo le condizioni strutturali e preventive affinché la sua fondamentale funzione possa mantenersi efficiente nel corso del tempo. I centri cittadini che rappresentano di gran lunga il più antico esempio di “centro commerciale naturale” ed anche il più grande, per il numero di imprese ed occupati che ne sono coinvolti, hanno estremo bisogno di azioni di “maquillage”. Devono essere favorite e valorizzate le aggregazioni imprenditoriali consentendo alle piccole e diverse imprese che operano in ambiti territoriali omogenei di offrire quei servizi e quelle opportunità che caratterizzano la moderna offerta commerciale. Devono essere privilegiate le azioni di sviluppo tese a qualificare il territorio e che vedono parte attiva le imprese e le Amministrazioni locali, attraverso piani particolareggiati e specifici interventi. La piccola impresa commerciale conserva un primato di efficienza in termini di spazio utilizzato che spesso rappresenta dal punto di vista della collettività, cioè per il cittadino, un costo opportunità non secondario per i possibili usi alternativi dello spazio urbano (residenziali, produttivi, ricreativi e così via). L’incremento delle grandi superfici di vendita non può rappresentare l’unica strada in grado di aumentare l’efficienza del settore; gli esercizi minori infatti hanno un intrinseco ed autonomo fattore di modernità che deve essere solo maggiormente ed opportunamente valorizzato.

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17 febbraio 2012


“Botteghe storiche” Comune di Verona

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otteghe storiche” è il nome di un Albo, istituito dal Comune di Verona, in grado di garantire agli iscritti una serie di particolari facilitazioni fiscali, a cui si aggiungono diverse iniziative pubblicitarie. Lo stato di ‘bottega storica’ dà diritto a una riduzione dell’ICI alla misura minima (4 per mille), della TARSU, l’imposta per lo smaltimento dei rifiuti, del 50% e la riduzione della ICPAA, l’imposta per la pubblicità, addirittura dell’80%. L’adesione all’albo è volontaria e occorre che l’azienda possieda alcuni requisiti. Secondo il regolamento, sono considerate ‘botteghe storiche’ gli esercizi commerciali, i pubblici esercizi e le imprese artigianali situate nel centro storico che hanno svolto per 40 anni nello stesso locale l’attività di vendita al dettaglio inerente lo stesso genere merceologico oppure che presentano elementi di particolare pregio architettonico o degli arredi e di particolare interesse culturale e storico. Lo stato di ‘bottega storica’ costituisce un vincolo di mantenimento delle caratteristiche morfologiche delle vetrine e delle insegne, degli elementi di arredo esterno ed interno. Sono possibili interventi di restauro conservativo o di rinnovo parziale o totale dell’esercizio solo se conformi allo stile e alle caratteristiche architettoniche del progetto originario, da realizzarsi in base a un progetto approvato dal Comune.

“ZONA CENTRO” Comune di andria

http://youtu.be/nSb0oJOc778

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i trova ad Andria il più grande Centro Commerciale Naturale di Puglia e Basilicata: Zona Centro. Le attività commerciali, i centri culturali e d’arte e le aziende di servizi presenti nell’area, si sono uniti per garantire un’offerta di sistema territoriale che racchiude in sé ben 330 attività. Il Centro Commerciale Naturale Zona Centro si sviluppa nelle principali vie dello shopping della Città di Andria e gode di due aree pedonali. Presenti all’interno di Zona Centro tutte le tipologie di attività commerciali a cui si aggiungono i centri benessere, bar con tavoli all’aperto, gallerie d’arte e due centri culturali. Tante le iniziative di animazione territoriale che si svolgono nell’area oltre alla promozione di iniziative realizzate dalle singole attività e dai centri culturali e d’arte presenti nell’area. Zona Centro offre ai visitatori la possibilità di parcheggiare l’auto in un grande parcheggio sorvegliato e raggiungere il centro commerciale grazie a un servizio navetta gratuito. Il parcheggio è facilmente raggiungibile grazie alla segnaletica stradale e alle principali arterie extraurbane.

Francesco Marchionna



Terra di Brindisi

Alla scoperta di

Villa Castelli Il nome della cittadina deriva dal latino castellum che significa borgata, villaggio. Villa Castelli era in un’area abitata già in età preistorica e sarebbe sorta sull’impianto di una villa rustica romana. Durante il 1500 ed il 1600 “Li Castelli” faceva parte dell’agro di Francavilla ed era, per volere degli Imperiali, principi feudatari, luogo di allevamento di cavalli di razza, fiorente sino alla fine del XVIII secolo. In seguito, sotto il dominio del duca di Monteiasi, fu concessa in enfitèusi ai contadini di Ceglie e Grottaglie disposti a trasferirvisi. Agli inizi del XIX secolo la vecchia denominazione “Li Castelli” o fu sostituita con quella di Villa Castelli, a somiglianza di Francavilla, della quale Villa Castelli era frazione. Divenne Comune nel 1926.Di grande interesse naturalistico è la “gravina” recentemente rivalutata con la messa a dimora di piante ed essenze mediterranee.

Ogni settimana l'inserto centrale conterrà un approfondimento sulla Terra di Brindisi per scoprire e riscoprire una terra ricca di fascino e storie da raccontare scriveteci: redazione@freebrindisi.it

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17 febbraio 2012


In viaggio nella Terra di Brindisi Speciale villa castelli

LUOGHI SIGNIFICATIVI Chiesa Madre Materiali usati sono stati la pietra di mazzaro per le fondamenta, la pietra bianca di Carovigno per gli elementi decorativi ed il tufo per il resto della costruzione. Lo stile della chiesa è composito, con elementi romanici, gotici ed anche barocchi. Palazzo Ducale L’attuale palazzo comunale fu costruito, verso la metà del ‘600, dagli Imperiali di Francavilla per residenza estiva, su un antico edificio turrito andato distrutto verso il 1400. Ponte Viadotto dell’Impero Il ponte Viadotto dell’Impero fu ideato per creare una nuova zona di espansione verso la zona “Lizzito” e rompere così, definitivamente, l’unidirezionalità verso il nord del vecchio impianto urbanistico. I lavori furono eseguiti negli anni ‘30. Tutta la costruzione è in pietra di mazzaro finemente lavorata, e la sequenza di archi a tutto sesto dà all’insieme un movimento molto armonico. Gravina La Gravina, caratteristica del paesaggio carsico pugliese, è un profondo e lungo burrone in cui si incanalano le piogge torrentizie. Taglia il paese in due versanti che, negli anni ‘30, furono uniti attraverso un grande ponte ad archi. Nel centro della Gravina, sul versante ovest, è situato il caratteristico “Trappeto” del Duca, scavato nella roccia. All’interno di questo Trappeto sarà realizzato il Museo delle Arti e delle Tradizioni. In prospettiva, la Gravina potrà diventare il punto più caratteristico di Villa Castelli, con grande valenza turistica.

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NASCE CONSORZIO MANDORLA BRINDISINA Tra le prelibatezze inserite la pasta reale di Villa Castelli È partita dal Consorzio del Biscotto di Ceglie Messapica già “Presidio” Slow Food, in collaborazione con le associazioni “Passoditerrra” e “Ceglie è…, l’idea di sfruttare al meglio una risorsa del territorio, la mandorla, per il rilancio dell’agricoltura dell’Alto Salento, attraverso la realizzazione del distretto della mandorla e il coinvolgimento di tutti i vari produttori e trasformatori dei comuni di Cisternino, Francavilla Fontana, San Michele S.no, Ceglie messapica e Villa Castelli. La Presentazione ufficiale è avvenuta domenica 5 febbraio presso il castello ducale di Ceglie Messapica. Presenti il sindaco di Ceglie Luigi Caroli, Massimo Ferrarese Presidente della Provincia di Brindisi, Pietro Mita Assessore al Marketing territoriale, Francesco Nacci dell’agenzia regionale Pugliapromozione, l’agronomo Felice Suma Presidente del Consorzio per la tutela del biscotto di Ceglie Messapicia, Angelo Sibello Presidente dell’Associazione “Ceglie è...”, Pasquale Venerito Presidente dell’Associazione “Passoditerra”, Antonello Del Vecchio Governatore Slow Food Puglia, Marcello Longo Fiduciario e Coordinatore Presidi Slow Food Puglia e il dottor Agostino Grassi, Segretario della Fondazione Dieta Mediterranea. Il Consorzio per la valorizzazione della mandorla consentirà ai produttori di affacciarsi sui mercati nazionali ed internazionali e, soprattutto, di recuperare frammenti di cultura, di storia, di agricoltura di un territorio meraviglioso. Cinque le prelibatezze che il Consorzio raccoglie: il biscotto di Ceglie Messapica, il confetto riccio di Francavilla Fontana, il fico mandorlato di San Michele Salentino, la mandorla zuccherata di Cisternino e la pasta reale di Villa Castelli.


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APPUNTAMENTI IN PRIMO PIANO venerdì 17 e sabato 18 febbraio Bari PAOLO CONTE IN CONCERTO AL PETRUZZELLI

Evento d'eccezione al Teatro Petruzzelli di Bari venerdì 17 e sabato 18 febbraio. Sul palco con la sua Band, uno dei cantautori italiani più apprezzati in Italia e all’estero, Paolo Conte. Il concerto rientra nell’ambito della 70ª Stagione 2011/2012 della Camerata Musicale Barese. Occasione per apprezzare dal vivo il cantautore astigiano, che al politeama barese si esibirà in esclusiva per tutto il centro sud, ma anche per rendere omaggio alla tradizione, ai grandi appuntamenti del passato, al prestigio della Camerata e al suo pubblico. L’Evento è fuori abbonamento; per i Soci della Camerata è previsto un cospicuo sconto, basterà presentare la tessera di abbonamento. Esauriti i posti disponibili per la prima serata, maggiore disponibilità per la seconda serata. Per informazioni rivolgersi presso gli uffici della Camerata Musicale Barese, Via Sparano 141 infotel 080/5211908.

venerdì 17 febbraio Brindisi L’AVARO

Teatro Stabile delle Marche/Teatro Stabile di Napoli, con Arturo Cirillo (Arpagone), Michelangelo Dalisi (Cleante), Monica Piseddu (Elisa), Luciano Saltarelli (Valerio), Antonella Romano (Mariana), Salvatore Caruso (Anselmo, Saetta, Fildavena), Sabrina Scuccimarra (Frosina), Vincenzo Nemolato (Mastro Simone, Baccalà, Commissario), Rosario Giglio (Mastro Giacomo). Rgia Arturo Cirillo; scene Dario Gessati; costumi Gianluca Falaschi; disegno luci Badar Farok, Dario Gessati; musiche Francesco De Melis. Figura di spicco della nuova scena teatrale italiana, Arturo Cirillo carica di humour nero il grande classico di Molière restituendo al pubblico un Arpagone arcigno e avido, chiuso in una tragica maschera all’interno di una pièce ironica e graffiante. Arpagone vive in una casa forziere, all’interno della quale vive incalzato dalle trame ordite dai figli e dalla servitù. Ma l’uomo non intende mollare un centesimo del proprio danaro, che custodisce avidamente dentro una cassetta. Ma se Arpagone è l’avaro, gli altri cosa sono?, si chiede Cirillo. Arpagone ha tre figli: Cleante, Elisa e la cassetta, ma solo l’ultima è stata “partorita” da lui stesso. Gli altri sono figli di una madre morta che gli hanno sottratto giovinezza e amore, prima ancora del denaro. Mentre Mariana, la ragazza che si fa comprare, è forse l’ultimo anelito di vitalità, la battaglia finale per dare scacco matto al mondo e alle leggi della natura, pornografia senile. Cirillo firma un Avaro sorprendente, perché, come ha scritto Nicola Viesti su Hystrio, «sembra che faccia di Arpagone una specie di fratello dello Jago visto nel suo precedente Otello. Quasi un emblema di qualcosa di assoluto - forse del male - di cui ignoriamo l’origine e di cui non riusciamo a comprendere il fine». Nuovo Teatro Verdi, ore 21.

sabato 18 febbraio Fasano STELLE DI POLVERE

‘C’era una volta l’avanspettacolo’, di Pippo Volpe; musiche sono eseguite dal vivo dal M° Mimì Uva, con Angela Minafra, Nico Salatino, Mimì Uva, Cristina Angiuli, Monica Angiuli, Antonello Loiacono e Teo Saluzzi. Avanspettacolo e varietà, amabilmente fusi in un opera di maestria teatrale da Pippo Volpe, rivivranno sul palcoscenico in uno spettacolo comico-musicale frizzante e mai banale che coinvolgerà e divertirà il pubblico facendolo ritornare nel periodo d’oro del genere varietà. Artisti noti e meno noti si alterneranno alle ballerine Annagiulia Marzulli e Raffaella Tricarico che allieteranno lo spettacolo con i loro intermezzi musicali. Due tempi di puro divertimento per tutti gusti. Teatro Sociale, ore 20.30. Ingresso a pagamento, 10 euro. Info 080.4413150.

domenica 19 febbraio San Vito dei Normanni FARFUGGHJI 2012

Carnevale minore di Puglia ma in forte crescita. Gruppi mascherati e carri allegorici.

domenica 19 febbraio Mesagne MOSTRA D’ARTE CONTEMPORANEA

Inaugurata sabato 11, presso le sale espositive del “Progetto d’Arte Le Ali di Mirna” in Via Accademia degli Affumicati 10-12 a Mesagne, una mostra di grafiche d’autore. Tra le opere esposte quelle di maestri dell’Arte contemporanea del ‘900 Pietro Annigoni, Ugo Attardi, Pompeo Borra, Michele Cascella, Tano Festa, Franco Gentilini, Luigi Guerricchio, Domenico Cantatore, Pericle Fazzini, Virgilio Guidi, Renato Guttuso, Mino Maccari, Mark Kostabi, Francesco Messina, Giuseppe Migneco, Domenico Purificato, Orfeo Tamburi, Ernesto Treccani, Gregorio Sciltian e tanti altri. Incisioni, serigrafie e litografie sono della Graphis Arte, antica stamperia d’Arte di Livorno, garantiti da certificato di autenticazione. La mostra vuole essere un invito ad approfondire la poetica di ogni autore attraverso l’arte grafica nelle sue espressioni più seducenti considerando inoltre che oltre al suo intrinseco valore artistico-espressivo è anche un mezzo per collezionare opere di prestigiosi Maestri Contemporanei, investendo in Arte a costi accessibili. Tra le novità in esposizione nella sezione pittura, alcuni dipinti dell’affermata artista di Novoli Francesca Mele e alcuni acquerelli dell’artista albanese Igli Arapi. La mostra permanente sarà aperta


le segnalazioni vanno inviate a redazione@freebrindisi.it dal lunedì al venerdì dalle ore 17.30 alle ore 20.00 con ingresso libero e il sabato e la domenica su prenotazione. Per informazioni tel/fax 083171568. lealidimirna@libero.it- ass.eterogenea@libero.it – Sito web : www.lealidimirna.it

FREE CONTEST FOTOGRAFICO

martedì 21 febbraio Ostuni LU CARNIALU DE CUSS’ANNE

Sei un fotografo e hai voglia di metterti in mostra? “Free Brindisi” fa proprio al caso tuo.

mercoledì 22 e giovedì 23 febbraio Brindisi I PROMESSI SPOSI ALLA PROVA

La copertina di ogni numero tematico potrebbe essere tua. Il tema del prossimo contest fotografico di Free sarà

Nella Città Bianca si festeggia il Carnevale con maschere e carri in Viale Pola.

di Giovanni Testori, regia di Federico Tiezzi. Con Francesco Colella, Marion D’Amburgo, Elena Ghiaurov, Sandro Lombardi, Alessandro Schiavo, Caterina Simonelli, Massimo Verdastro, Debora Zuin. Teatro Metastasio-Stabile della Toscana, Teatro Stabile di Torino, Compagnia Sandro Lombardi. Su un palcoscenico di fortuna, in un quartiere non proprio “bene” di Milano, un capocomico all’antica si affanna a far interpretare a una scalcagnata compagnia il capolavoro di Manzoni. Così iniziano I promessi sposi alla prova, testo con cui nel 1984 Giovanni Testori, dopo le riscritture da Shakespeare e da Sofocle, approdò a un inevitabile traguardo. Ma a differenza delle reinvenzioni scespiriane, segnalate sin dal titolo con una deformazione linguistica (L’Ambleto, Macbetto), resta intatta la formula manzoniana. Testori aggiunge soltanto “alla prova”, due parole nelle quali non c’è soltanto l’indicazione che il romanzo verrà spinto nel territorio del teatro. In questa breve locuzione è scritta la portata dell’opera, e forse dell’intera vita, di Testori: la verifica delle proprie passioni umane e culturali. Del resto, “mettere alla prova” è, in tutti i sensi, il cuore del lavoro registico, nel doppio senso di constatare la praticabilità teatrale di un testo e la sua tenuta in una situazione storica mutata. Ed è su queste premesse che si basa il lavoro di Tiezzi: non una spiegazione del romanzo ma, come desiderava Testori, «una lezione e un monito», perché I Promessi Sposi sono «il romanzo della storia, e il popolo incarna questa storia nella libertà più assoluta». Nuovo Teatro Verdi, ore 20.30.

giovedì 23 febbraio Ceglie Messapica “IL TRAINO DEI FESSI”

… e i nodini!!! di e con Giuseppe Ciciriello. La visione degli spettacoli sarà accompagnata dall’assaggio di specialità gastronomiche del territorio messapico e da un buon bicchiere di vino. Ingresso spettacoli 6 euro , under 40 ingresso ridotto 4 euro. Abbonamento a tutti gli spettacoli 18 euro. Teatro Comunale, ore 21. Info. 0831 377863.

giovedì 23 febbraio Cisternino SAXAS SAXOPHONE QUARTET

La band nasce dall’incontro di quattro giovani musicisti tutti professionisti Sax Soprano: Danilo Russo; Sax Alto: Emanuele D’Elia; Sax Tenore: Linda Caramia; Sax Baritono: Simone Carbone. Il gruppo vanta padronanza e accuratezza interpretativa nei diversi stili musicali eseguiti nei propri concerti. Il repertorio è formato da musiche originali per la formazione, da trascrizioni di brani resi famosi da altre compagini cameristiche o orchestrali di assoluta bellezza, fino agli arrangiamenti composti dai membri stesso del quartetto. Teatro Comunale P. Grassi, ore 20.30, ingresso a pagamento uro 6,00. Info. 3396388670.

venerdì 24 febbraio Ostuni ASSOCIAZIONE CULTURALE

L’Associazione Culturale ‘Folletti e Folli’ presenta nell’ambito della 1° Rassegna Teatrale “Forme di Conoscenza”, lo spettacolo “ Due Mondi”, la storia di Benedetto Petroni, di e con Filippo Carrozzo e Massimo Zaccaria. Teatro Madonna del Pozzo, ore 21, ingresso libero. Info. 347/5986360.

“Il verde pubblico a Brindisi”. Il tuo scatto dovrà pervenire all’indirizzo redazione@ freebrindisi.it in formato .jpg, risoluzione 300 dpi, per un formatoA/4. I crediti fotografici compariranno all’interno di “Free Brindisi” e sui nostri siti. Cosa aspetti? Esci e racconta la città!

PORTRAITS À L’ENVERS Una mostra che colpisce l’attenzione dei bambini e sorprende quella dei grandi Si è inaugurata mercoledì 1 febbraio al Bar Chopin in Corso Umberto I, 98 a Francavilla Fontana e proseguirà per tutto il mese, Portraits à l’envers ovvero Ritratti al contrario, la personale di pittura dell’artista brindisino Domenico Lapolla. Il titolo della mostra sintetizza il meccanismo alla base dei dipinti esposti, che è contrario alla comune dinamica da cui ha origine un ritratto: non è l’arte che imita la realtà ma viceversa. Si rovescia il tradizionale rapporto tra arte e realtà che vuole la prima ad imitazione della seconda. Si instaura piuttosto un riflesso dell’opera d’arte nel vero. In base a questo principio saranno i personaggi nati dalla fantasia che andranno a trovare nelle nostre vite persone a cui assomigliare. I dipinti si caratterizzano per lo stile naïf, le pennellate leggere e poco materiche, i colori pastello dai toni chiarissimi, la quasi totale assenza di profondità, ombre e prospettiva. Questa pittura non mira alla cura del dettaglio e rinnega la ricerca della perfezione per essere fedele piuttosto alle immagini semplici che nascono dalla fantasia. I personaggi sono uomini e donne dallo sguardo incantato, ritratti in scene curiose di un mondo sospeso tra sogno e realtà. Quasi costante la presenza del regno animale, in un rapporto di fiducia completa verso l’uomo, da pari a pari: oche a lezione di greco antico o di pianoforte, pesci che salutano naviganti, fenicotteri a dar spettacolo sulla testa di graziose donne, asinelli sospesi per aria. Una mostra che colpisce l’attenzione dei bambini e sorprende quella dei grandi. La pittura è, in ordine temporale, l’ultimo approdo artistico di Domenico Lapolla. Pianista di formazione, si avvicina ben presto al violino, entrando a far parte di rinomati gruppi di musica popolare salentina, tra i quali vale la pena citare Arakne Mediterranea. Recente la collaborazione con Eugenio Bennato nel suo lavoro Sponda Sud in cui Domenico rientra come voce e violino. La passione per le lingue e le letterature lo portano ad una laurea in arabo e a numerosi viaggi verso l’Egitto e altri Paesi del Maghreb.

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17 febbraio 2012


IN EVIDENZA

Danny Vitale - Gruppo Archeo Brindisi

SAN GIOVANNI AL SEPOLCRO E I SUOI SIMBOLI

S

ulla scia di best seller del tipo “Codice Da Vinci” o programmi sensazionalistici tipo Voyeger o Misteri, nel tentativo di interpretare alcuni simboli incisi sugli elementi architettonici della chiesa di San Giovanni al Sepolcro, si potrebbe facilmente cedere alla tentazione di attribuire loro significati magici, esoterici di dubbia veridicità. Pertanto mi limiterò ad una descrizione e a una breve analisi dei simboli, cercando di rimanere, per quanto possibile, in un campo “scientifico”. È noto che nel medioevo (e non solo) fu uso comune quello di incidere simboli su edifici ed in particolare su quelli sacri. Ne sono prova le molteplici iscrizioni presenti nelle chiese medioevali, urbane e rupestri e nelle diverse strutture difensive di gran parte dell’Europa. Alcuni simboli, in particolare quelli posti in orizzontale (come la triplice cinta), fungevano da schemi per giochi di origine molto antica come il filetto. Altri, posti invece in verticale, venivano in gran parte incisi da pellegrini, viandanti e cavalieri templari, diretti o al ritorno dalla terra santa, come testimonianza del loro passaggio. In questo contesto vanno inseriti i molteplici simboli presenti sugli elementi architettonici, sia interni che esterni, della chiesa San Giovanni al Sepolcro, uno dei luoghi sacri dei passaggi forzati per raggiungere Gerusalemme. La Triplice cinta Presente sullo stipite destro del portale cuspidato. Si tratta di un simbolo composto da tre quadrati concentrici collegati da linee centrali. Se posta su superfici orizzontali, questa struttura era impiegata nel gioco che aveva lo scopo di mettere tre pedine in fila, molto simile al tris (filetto, trija, mulino e nomi); se incisa invece su superfici verticali, assumeva un significato completamente differente, e per alcuni versi ancora poco chiaro. Secondo alcuni rappresenterebbe la città di Atlantide, altri la interpreterebbero come la pianta del tempio di Salomone o di Gerusalemme celeste con dodici porte (Apocalisse, 21) (3 porte su ciascun lato). È certo invece il legame di questo simbolo con i templari, che spesso lo impiegavano per indicare luoghi di particolare sacralità tellurica. L’incisione della triplice cinta sullo stipite di san Giovanni al Sepolcro, potrebbe aver avuto uno scopo apotropaico. Secondo lo scrittore esoterico massonico Renè Guènon la triplice cinta rappresenta i tre gradi di ini ziazione esoterici. Il nodo di Salomone Simbolo paleocristiano strettamente legato ai templari, è inciso nei pressi dell’abside, su di una colonna marmorea di reimpiego romano, ad altezza d’uomo. Secondo alcuni, rappresenterebbe il legame fra il mondo terrestre e quello divino, l’alternarsi ciclico del giorno e della notte, del sole e della luna, della nascita e della morte quasi a voler sottolineare l’immortalità dell’anima, quindi legato alla resurrezio-

Il nodo di Salomone

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ne. È ricollegabile ad altri simboli templari esoterici e religiosi che legano il cielo alla terra: stella a sei punte, la triplice cinta, la croce la svastica. Nel medioevo ebbe un significato protettivo e alludeva alla sapienza.

La croce patriarcale, di Lorena Incisa sul muro perimetrale destro (uscendo dalla chiesa), nel cortile del portone orientale. Questo simbolo, di origine bizantina, è strettamente legato all’Anastasis di Gerusalemme (che rientra nel complesso della Basilica di Costantino ) costruita attorno alla collina della crocefissione e quindi alla resurrezione. È, come la triplice cinta, legato alla salvezza dell’anima e alla ciclicità. Il simbolo presenta una croce a due braccia: il braccio orizzontale inferiore è quello della croce, quello superiore (più corto) simboleggia il “titulus“ fatto scrivere da Ponzio Pilato “INRI“, ovvero “Gesù nazareno re dei giudei”. La croce fu in seguito adottata dai D’Angiò e collocata nel loro stemma, per questo è nota anche come croce D’Angiò. Il cerchio Visibile nel cortile del portone orientale, sicuramente realizzato con l’ausilio di un compasso medioevale. Ancora un altro simbolo legato alla ciclicità. Rappresenta ciò che non ha mai fine, è il simbolo dello spirito e dell’immaterialità dell’anima, è collegato al ciclo perenne della vita e quindi dell’eternità e alla perfezione.

La croce patriarcale, di Lorena

Il cerchio

Croci latine Lungo il perimetro esterno della chiesa ne sono visibili diverse. Un’antica abitudine era quella di segnare con delle croci i percorsi ed i luoghi protetti e sicuri che permettevano ai viandanti un viaggio meno pericoloso del solito. Ne troviamo testimonianza a Brindisi, in particolare a Porta Lecce, Porta Mesagne, S.Maria del Casale, e nelle grotte rupestri di San Biagio e in quelle di contrada Cafaro. Nave normanna Sul portone orientale quello che fu un tempo il principale, vicino allo stipite sinistro (uscendo dalla chiesa), è visibile un graffito rappresentante una nave Normanna con prua zoomorfa. Molto probabilmente fu incisa da un soldato in partenza per una crociata, forse al fine di ottenere protezione divina durante il lungo viaggio e nella coraggiosa impresa, oppure fu incisa al suo ritorno come segno di riconoscenza per esser tornato vivo. Un graffito di nave normanna è visibile nelle segrete del palazzo dei normanni a Palermo.

Nave normanna


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CINEMA ITALIA

guerra

THRILLER

drammatico

commedia

WAR HORSE Durante la I Guerra Mondiale Albert, un giovane ragazzo inglese, parte per il fronte francese alla ricerca del suo amato cavallo Joey, venduto dal padre alla cavalleria britannica per far fronte ai problemi economici della famiglia. Sarà l’inizio di una lunga e travagliata avventura. Diretto da Steven Spielberg, il film è tratto dall’omonimo romanzo scritto da Michael Morpurgo e dall’omonimo adattamento teatrale del romanzo di Nick Stafford.

IN TIME La storia si svolge in un futuro non troppo lontano, dove il gene dell’invecchiamento viene neutralizzato. La morte non è più un problema, ma lo è la sovrappopolazione. Il tempo diventa un lusso che la gente deve pagare, come una tassa per continuare a vivere. I ricchi possono vivere per sempre, gli altri cercano di negoziare per garantirsi d’immoralità.

...E ORA PARLIAMO DI KEVIN Eva ha messo da parte ambizione professionale e il suo amore per New York per crescere il figlio in un paesino di provincia, in tranquillità. Ma il rapporto tra madre e figlio è sempre stato complicato. Kevin non fa altro che disobbedire. Tutto contro la madre, per provocarla e addolorarla. Sino al tragico epilogo: a 16 il ragazzo premedita e commette una strage a scuola. Due anni dopo, Eva ripercorre i ricordi in cerca delle proprie mancanze, delle proprie responsabilità e di un perché.

JACK AND JILL Jack è un pubblicitario di successo, padre felice e marito innamorato. La sua unica ossessione è la sorella gemella Jill, praticamente identica a lui, solo più grassa, più goffa e più petulante. Durante la Festa del Ringraziamento, Jill, sola e senza amici ad eccezione di un pennuto che porta sempre con sé, si insedia a casa della famiglia di Jack e, nonostante i continui conflitti, non pare intenzionata e muoversi.

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Corso Umberto I - Tel. 0831 996302 FASANO

CINEMA KENNEDY

Via Pepe, 23 - Tel. 080 4413150

FILM d'autore Either Way

Daniela De Stradis

di Hafsteinn Gunnar Vincitore del 29° Torino Film Festival, “Either Way” di Hafsteinn Gunnar, è un film ambientato nella desolazione metafisica del paesaggio islandese. La storia è quella di due operai della manutenzione stradale che cercano di ammazzare il tempo parlando e pensando alle donne. Sullo sfondo, gli anni ‘80 con qualche eco di musica pop e i panorami magnifici e disabitati dell’isola nordica. Gunnar, suo anche il Premio Holden per la sceneggiatura, è stato definito dai critici “un laconico erede del Kaurismaki prima maniera”. Al suo primo lavoro da regista, propone un lungometraggio costellato di gag raggelate, alcuni momenti buffi e sospesi, caratterizzato da una regia precisa e consapevole.

LIBRO

Le regole della nebulosa

Musica

HYSTERIA

di Ambra Somaschini A Londra due coppie si conoscono, si frequentano e, inevitabilmente, i loro destini si intrecciano. Augusta e James iniziano una relazione clandestina. Il loro amore si consuma in un appartamento a Notting Hill e si nutre di sesso e di libri. Due incontri a settimana. Due mondi distinti, fuori e dentro quella piccola bolla protetta. Intanto, all’esterno, la vita continua. Ci sono le sfide quotidiane, il lavoro, i sogni, le delusioni. Ci sono le famiglie, vecchie e nuove. Ci sono sorprese inaspettate dal Canada, una vacanza in Provenza e una grande casa a Dakar. Ci sono fidanzati e amici che entrano ed escono, cucinano, lavano i piatti e si fermano a dormire. Psicanalisti, professori universitari, diplomatici, attori e registi. Ognuno con la propria storia, che si intreccia a quella di Augusta e James. I rapporti in questa tribù non sono definiti: tutti si attraggono e si respingono. Si lasciano e poi si cercano di nuovo. Vogliono essere indipendenti, ma non riescono a vivere gli uni senza gli altri. E allora imparano a coesistere in un microcosmo di affetti precario ma armonioso. Come all’interno di una nebulosa, dove tutto è instabile ma magnificamente in equilibrio.

Gli Hysteria nascono nel 2006. L’idea è di Mario Filieri (chitarra) e Giorgio Recchia (voce), che decidono di realizzare il fatidico sogno nel cassetto: formare una band punk-rock e trasmettere energia al pubblico tramite la musica. Nell’arco di qualche mese, il gruppo assume l’assetto definitivo con Gianmario, Davide Semeraro (basso), Giuseppe Monaco (batteria). I 5 ragazzi, affiatati più che mai, iniziano a suonare nei locali e a comporre le prime canzoni, “Una semplice canzone”, “Domani”, “Sharon”, “La vita va da sé”. All’attivo, due premiazioni su tre partecipazioni al “Concerto per l’Europa” in memoria della caduta del muro di Berlino (secondo posto nel 2007 e primo nel 2008) e la presenza nella compilation nazionale Mp3 GOES PUNK V.2 insieme ad altri famosi gruppi punk della scena italiana. Attualmente la band sta lavorando su nuovi brani curando sempre di più ogni aspetto musicale, con l’intenzione di coinvolgere con la propria musica più gente possibile.

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17 febbraio 2012


Progettazione e Realizzazione di spazi verdi Manutenzione Verde Pubblico e privato FORNITURE di piante fiorite e piAnte grasse Espianto alberi

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INTARSI DENTALI Età, abitudini di vita, esposizione al sole e stress sono alcuni dei fattori che possono accelerare i normali processi di invecchiamento. Per questo motivo, sempre più persone ricorrono a un trattamento medico delle rughe, che può essere realizzato attraverso differenti. Un intarsio è un restauro che viene cementato sulla parte masticatoria di un dente premolare o molare. Gli intarsi permettono di salvaguardare la struttura dentale sana rimasta e di ricostruire con ottimi risultati estetici e funzionali, anche parti del dente estese. Costituiscono una valida alternativa alle otturazioni in denti danneggiati da carie o usura che tuttavia, non hanno bisogno di essere ricoperti con una capsula. Un intarsio può essere fatto per varie ragioni: in alternativa a un'otturazione molto grande, che potrebbe risultare non sufficientemente robusta, per evitare l'uso dell'amalgama d'argento nelle otturazioni, quando si voglia ottenere un'otturazione nei denti posteriori con un risultato estetico ottimale. Di che materiale sono fatti gli intarsi? “Gli intarsi possono essere fatti d'oro, di ceramica o di resine composite. Fino a qualche anno fa, la tecnica degli intarsi era limitata all'uso dell'oro, ma attualmente l'utilizzo di materiali dello stesso colore del dente è in grado di conferire ai restauri con intarsi, ottimi risultati estetici. Il materiale più adatto al caso sarà scelto in base a esigenze estetiche, tenendo in considerazione anche il notevole carico masticatorio al quale i denti posteriori sono sottoposti”. Come si fa un intarsio? “Inizialmente, il dente viene preparato rimuovendone la parte danneggiata e modellato in maniera tale da poter alloggiare l'intarsio. Un'impronta del dente viene poi rilevata in modo da ottenere un modello dal quale viene costruito l'intarsio. Se necessario, tra una seduta e l'altra, viene applicato un restauro improvviso, che sarò tolto per cementare l'intarsio definitivo”.

DOTT. ANTONIO TONIETTI Implantologia Ortodonzia Chirurgia orale Protesi Parodontologia Endodonzia Via Appia, 80 - Brindisi Tel. 0831584993 - 3389857432 www.dentisti-italia.it

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17 febbraio 2012


posta@freebrindisi.it @ Uno scritto che voglio condividere “4 febbraio 2012” Stamane ho incontrato una persona a cui voglio bene.Passeggiava per il corso. Da solo. Stordito, perduto.Autista in pensione. Con lui ho condiviso tanti momenti di risate spensierate e gioia sincera. Ci siamo avvicinati l’un l’altro d’istinto.Pensavo non m’avesse riconosciuto, salutandomi.Con una faccia che pareva aver dimenticato il sorriso, mi dice di sua figlia, 39anni e una bambina di 3, e del suo male al cervello. “Ci siamo rassegnati”, continua con labbra tremanti.Mi confida che al quartiere La Rosa, dove abita, nelle quattro case a schiera vicino la sua vi è quasi un cancro per famiglia. E che due di questi, da poco, non ci sono più. Lo ascolto in silenzio senza ribattere una parola. Aveva solo bisogno di sfogarsi. Mi promette che lui e la moglie avrebbero presto firmato la richiesta di indagine epidemiologica da presentare alle autorità che decidono per tutti. Lo saluto abbracciandolo, dicendogli di non mollare.Un ringraziamento senza motivo e va via per tornare al suo dolore, che comunque vada a finire si porterà dentro per sempre. Qualcuno ordina di gettare la bomba e distruggere tutto, durante

CONTATTI

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la guerra. Le onde si infrangono sulla scogliera partendo dall’alto della loro aggressività. Il fumo frange il cielo innalzandosi di prepotenza.Visibile contrasto all’imbocco della vecchia diga di Punta Riso, quella che conduce al Faro “sgarrupatu”. Bellissimo, quel giorno, il biancheggiare dei flutti che il vento forte sbatte sullo scoglio e accomoda sulla battigia. Schizzano l’auto come gocce di sperma destinato a fecondare. Angosciante, quel giorno, il fumare simultaneo della chimica e del carbone di nord e sud, che sputano le loro nuvole bianco ghiaccio uccidendo l’azzurro. Invadono i pensieri col terrore del pericolo. Muove, la testa, a destra e a manca, incredula come gli occhi che guardano una partita da tennis truccata piena zeppa di spettatori paganti. Lo sbattere una donna consenziente da un lato. Lo sbattere di una città puttana dall’altro, che svende la sua meraviglia per sopravvivere. Contrasto eterno tra suicidio e incoscienza. “L’orrore, o è tuo nemico, o è tuo amico” Desidero il mare incontrarsi solo col cielo o con la terra. Desidero la polvere, solo polvere sollevata dallo pneumatico. Desidero un panorama unico senza alterazioni che lo spacchino. Pierpaolo Pertrosillo

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