MAGAZINE SETTIMANALE FREE-PRESS 1 • numero 16 • 24 FEB 2012 anno
sportiVI PER PASSIONE www.freebrindisi.it ATTUALITà E PROMOZIONE DELLA TERRA DI BRINDISI
FOCUS del VENERDì SPORT "MINORI"
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brindisi free-press del venerdì La realtà sportiva brindisina è diversa da quella che può apparire. All’ombra dei riflettori che illuminano (seppur a intermittenza) le grandi società e le squadre più in voga, esiste un universo parallelo e altrettanto (se non di più) vitale, costituito da numerose società sportive che operano in ambiti cosiddetti minori o dilettantistici. Attive da decenni sul territorio, sono impegnate tra mille difficoltà (mancanza di fondi, spese, strutture inadeguate) a formare, nel corpo e nello spirito, decine di giovani e propagandare i valori dello Sport. Un piccolo mondo sommerso che sforna grandi talenti. Esempi importanti sono il pattinaggio a rotelle, lo scherma, la ginnastica artistica, il pugilato i cui rappresentanti partecipano costantemente alle manifestazioni a livello nazionale ed internazionale portando a casa risultati importanti e dando lustro alla città. Successi supportati, nella quasi totalità dei casi, esclusivamente dall’impegno dei tecnici e dei genitori dei ragazzi, che spesso si sobbarcano le spese di viaggio e di iscrizione ai tornei. Brindisi pullula di queste realtà ‘minori’ solo sulla carta. Consapevoli di questo e galvanizzati dall’avvicinarsi delle Olimpiadi, unica vetrina mondiale per tutti gli sport senza distinzioni di sorta, abbiamo pensato di dare spazio a chi sui mass media solitamente ne trova meno. Con interviste e approfondimenti, apriremo una finestra sulla realtà brindisina degli ‘sport minori’, (più uno scorcio in realtà, la pag., purtroppo, è tiranna ) con l’ambiziosa speranza di farvi incuriosire e riflettere. Cambiare la cultura sportiva di una città non è certamente facile, ma non è impossibile.
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In questo numero comunicati 5
ATTUALITà - POLITICA - INCONTRI - BENESSERE - SPORT focus 13
NO MONEY NO SPORT PEOPLE 22
SERENA LICCHETTA E IL SOGNO OLIMPICO terra di brindisi 24
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COMUNICATI Confartigianato contesta il canone per le aziende
Un altro assurdo balzello si abbatte sulle imprese. Questa volta è la Radiotelevisione italiana ad esigere il pagamento dell’abbonamento speciale per il possesso di apparecchi come computer e simili, normalmente non finalizzati alla ricezione di programmi televisivi. è notizia di questi giorni, infatti, che le imprese e i lavoratori autonomi dovranno pagare il canone speciale dovuto in virtù di un Regio Decreto del 1938. La protesta è stata avviata da Rete Imprese Italia che comprende Casartigiani, Confartigianato, Cna, Confcommercio, Confesercenti. Non si può accettare e non siamo per niente favorevoli a questa imposizione di un tributo che ricade sul possesso non solo di televisori ma anche di qualsiasi dispositivo atto o adattabile a ricevere il segnale tv, inclusi monitor per il Pc, videofonini, videoregistratori, Ipad, addirittura sistemi di videosorveglianza. Come dire che basta avere un computer per essere costretti a pagare una somma che, a seconda della tipologia di impresa, va da un minimo di 200 euro fino a 6.000 euro l’anno. Tra l’altro chi non dovesse pagare sarà soggetto a pesanti sanzioni e a controlli da parte degli organi di vigilanza. Riteniamo che questa ennesima tassa del Canone Speciale della RAI sia una richiesta assurda perché vengono ‘tassati’ strumenti come i computer che gli imprenditori utilizzano per lavorare e non certo per guardare i programmi Rai. Tanto più se si considera che il Governo spinge proprio sull’informatizzazione per semplificare il rapporto tra imprese e Pubblica Amministrazione. In questo momento di gravi difficoltà per i nostri imprenditori, di tutto abbiamo bisogno tranne che di un altro onere così pesante e ingiustificato. Chiediamo fortemente un intervento da parte della nostra Organizzazione Nazionale congiuntamente anche con le altre Associazioni di categoria affinché si possa prendere una posizione congiunta e di contrasto a questo che riteniamo un vero abuso a spese degli imprenditori.
CORSI E SEMINARI FORMATIVI GRATUTI
Il CSV Poiesis, Centro Servizi al Volontariato della provincia di Brindisi, organizza e promuove due interessanti appuntamenti formativi gratuti per le ultime due settimane di Febbraio. La prima è un corso di formazione tutto incentrato sul “Fund Raising”, che si terrà nei giorni Venerdì 24 e Martedì 28 febbraio pv (dalle ore 16.30 alle ore 19.30) presso la sede del CSV di Brindisi sita in Piazza A. Di Summa c/o l’ex ospedale (padiglione centrale - I° piano). Docente del Corso sarà il dott. Nicola Campanella, Consulente Fiscale del CSV Poiesis. Il Fund Raising può essere definito come l’insieme delle attività che consentono all’organizzazione no profit di reperire risorse umane, strumentali, relazionali ed economiche per il raggiungimento dei propri obiettivi, affinché possa tradurre in risultati concreti la propria mission. Tuttavia, è importante evidenziare che esso non è solo e semplicemente una strategia, né un insieme di tecniche da attuare; l’efficacia del Fund Raising è strettamente legata alla sua strumentalità relazionale, la sua capacità di costruire relazioni significative e durature nel tempo. Nel corso saranno affrontate le seguenti tematiche: Introduzione al Fund Raising (Cosa si intende per Fund Raising; L’importanza del Fund Raising per le piccole organizzazioni no profit; I presupposti necessari per un Fund Raising efficace: mission, buona causa, mappa relazionale, trasparenza, comunicazione). Il Fund Raising come strategia (Pianificare, non improvvisare; Come si pianifica una strategia di Fund Raising). Il Fund Raising come integrazione di risorse per lo sviluppo di progetti ordinari e straordinari (Gli interlocutori del Fund Raising; I principali strumenti di Fund Raising). Info Danila Baldacci resp. Area Formazione del Csv Poiesis 0831 .515800 – 346. 8647863 formazione@csvbrindisi.it
ASL BRINDISI
In merito alle questioni recentemente sollevate da alcuni articoli di stampa, l’ASL Brindisi, su dichiarazioni del Dr. Massimo Leone – Direttore della U.O.C. Struttura Sovradistrettuale 118, ritiene doveroso puntualizzare quanto segue. La Regione Puglia ha stabilito che le Aziende Sanitarie debbano stipulare convenzioni per l’affidamento delle postazioni territoriali 118 con le associazioni di volontariato in possesso dei requisiti previsti dalla normativa vigente in materia di soccorso primario e trasporto sanitario (LL.RR. n. 27/93 e n. 17/96), sulla base della normativa di riferimento. Nella vigente convenzione (omogenea in ambito regionale) le associazioni di volontariato dichiarano, sotto la propria responsabilità, il possesso delle prescritte autorizzazioni regionali al soccorso primario e trasporto secondario, di mezzi di soccorso e personale di volontariato conformi alle Leggi Regionali n. 27/93 e 17/96; Il servizio oggetto della convenzione è garantito da volontari-soccorritori appositamente formati e certificati, in osservanza delle disposizioni regionali in materia: in alcun modo tale servizio può essere assimilato a “lavoro in nero”; Il rimborso mensile per singola postazione 118 convenzionata è attualmente stabilito dalla D.G.R. n. 1171 del 1/7/2008; Le Aziende Sanitarie non sono tenute a verificare la cadenza con la quale i presidenti delle associazioni di volontariato erogano i “rimborsi” ai singoli volontari-soccorritori; Sono previste specifiche sanzioni in caso di inosservanza o di non corretto svolgimento del servizio reso all’ASL BR (dal richiamo scritto fino alla risoluzione della convenzione); Tenuto conto delle vigenti procedure organizzative e protocolli operativi del 118 Brindisi, si precisa che: tutto il personale delle associazioni di volontariato convenzionate con l’ASL BR è obbligatoriamente formato e certificato con l’apposito corso regionale per volontari-soccorritori della durata di tre mesi con oneri economici ed organizzativi a carico delle stesse associazioni di volontariato; tutti i volontari-soccorritori che operano a bordo dei mezzi convenzionati 118 hanno l’obbligo della formazione permanente in sicurezza sul lavoro, BLSD (rianimazione cardio-polmonare di base), PBLSD (rianimazione cardiopolmonare pediatrica) e PTC (traumatologia extraospedaliera), con cadenza annuale e accesso gratuito (da sempre); come da protocollo, la centrale operativa 118 verifica che i nominativi dei volontari-soccorritori in servizio presso le postazioni 118 siano effettivamente inseriti nel database dei soggetti autorizzati e con formazione annuale regolarmente espletata; dalla documentazione acquisita agli atti da una apposita commissione di verifica aziendale, si evince che le associazioni di volontariato, ai sensi del D.L.vo 81/2008, conferiscono regolari incarichi per la sorveglianza sanitaria ai propri dipendenti. Per quanto riguarda il volontario-soccorritore non dipendente, la normativa di riferimento non impone l’obbligo della sorveglianza sanitaria attesa la natura prettamente occasionale della prestazione. Ciò malgrado, l’ASL Brindisi eroga obbligatoriamente, e a proprie spese, la sorveglianza sanitaria sui volontari-soccorritori “non dipendenti” in servizio sui mezzi di soccorso del 118 Brindisi. come da protocollo, la gestione dei farmaci e delle strumentazioni a bordo di tutti i mezzi del 118 Brindisi è standardizzata e soggetta a verifica (check-list) ad ogni inizio del turno di servizio; tutte le ambulanze attualmente convenzionate con il 118 Brindisi hanno i requisiti previsti dalla normativa vigente riguardo ad anno di immatricolazione, chilometri percorsi e dotazione a bordo di strumenti e presidi sanitari; i volontari-soccorritori non effettuano (e non risulta che abbiano mai effettuato) “operazioni di tipo infermieristico”: il loro operato è disciplinato da un apposito protocollo operativo di “compiti e funzioni attribuite ai volontari-soccorritori”; su tutti i mezzi del 118 Brindisi sono obbligatori i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) come da specifico protocollo (guanti in nitrile, camici mono-uso, mascherine a vari livelli di protezione, occhiali protettivi, maschere a tutto facciale con filtri NBC). L’inquadramento dei soccorritori-volontari, ai sensi della legge sul volontariato n. 266/1991 e della normativa regionale di settore, è una problematica specifica delle associazioni di volontariato, di carattere nazionale che, se male interpretata, mortifica tutti coloro che prestano un eccellente e qualificato servizio sui mezzi di soccorso del 118 Brindisi, incrinando il rapporto fiduciale tra cittadino e gli operatori del soccorso territoriale.
in memoria di...
lucio montanile Un cappellino bianco ai bordi di piste e pedane. Una sagoma inconfondibilie. Lucio Montanile è uno tra i migliori tecnici che la città di Brindisi possa vantare. Un divo dell’atletica come professore di educazione fisica. Uno sportivo di successo come maestro di vita. Nei ricordi dei suoi alunni, la sincera attitudine per lo sport. “Nella preparazione era un insegnante severo, riusciva a manipolare la mente, a creare quel senso di rabbia e voglia di riscatto tale da ottenere davvero il massimo. Grazie alla sua storia e al suo carisma, la scuola era come un college americano, dove lo sport era alla pari con le altre materie”. I risultati c’erano ogni anno, quando Lucio piazzava i suoi ragazzi alle finali nazionali. Odiava gli sport più gettonati, quelli senza i “veri atleti”. Gli esempi dello sport professionistico si riflettono su chi vive lo sport amatoriale e Montanile era "incazzato" con quel mondo fatto di denaro e spettacolo. Ed era cosciente delle proprie responsabilità, avendo a che fare quotidianamente con i ragazzi nella fase più delicata del loro sviluppo formativo. “Allenare è solo una piccola parte del mio compito, forse nemmeno la più impegnativa” diceva. “Un allenatore in grado di mantenere i riferimenti educativi avrà il merito di aver contribuito a formare un uomo e magari un campione esemplare”. È scomparso a Brindisi all’età di 79 anni. Alessandro Perchinenna
sondaggio su freebrindisi.it
Quali sono le motivazioni per le quali il commercio a Brindisi è in crisi? • Scarsa intraprendenza dei commercianti 26,0% • Politiche comunali inconsistenti
21,7%
• Poca cortesia da parte dei commercianti 17,4% • Chiusura al traffico
11,0%
• Mancanza di parcheggi
6,5%
• Centri commerciali e ipermercati
6,5%
• Essenza di connessione tra Servizi Commerciali e Servizi di Trasporto Pubblico 4,35% • Alti canoni di locazione dei negozi
2,2%
• Saturazione del mercato
2,2%
• Mancanza di eventi ad hoc
2,2%
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24 febbraio 2012
news WEEK amministrative 2012 chiarezza e impegno
intervista a massimo ciullo
“Una scelta di chiarezza e di impegno” Così Mauro D’Attis intitolava la sua nota personale, tuttora presente sul suo sito, con la quale rompeva il silenzio e usciva allo scoperto, dichiarandosi fuori dai giochi e riconoscendo al candidato di Nuova Italia, Massimo Ciullo, la candidatura a sindaco della città. Questa era la chiarezza. L’impegno era invece quello della partecipazione alla campagna elettorale. Sono passati pochi giorni da questa nota di chiarezza e di impegno ed è rimasto solo quest’ultimo. Mauro D’Attis è oggi è il candidato ufficiale del Pdl nella corsa per la poltrona di primo cittadino di Brindisi. Fuori dai giochi prima. Fine dei giochi ora.
Il clima interno al PDL è stato caratterizzato, negli ultimi periodi, da polemiche e continui botta e risposta che hanno avuto come protagonisti Massimo Ciullo e l’onorevole Luigi Vitali. Qual è il motivo dietro tanta insofferenza? Innanzitutto, la determinazione dell’onorevole Vitali di non voler cambiare il partito rispetto a uno mondo che cambia. Si evince il fatto che lui si sia riproposto a segretario del partito quando in tutti i movimenti e forze politiche ormai soffia un’aria di rinnovamento che vede nuove figure prendere posto. Lui rimane invece arroccato sulla sua posizione di potere. Non solo, c’è anche il modo in cui ha gestito la candidatura a sindaco della città di Brindisi. In principio, non favorendo quella di D’Atti, quando D’Attis era l’uomo visto come il candidato sindaco naturale alla fine dell’amministrazione Mennitti, dando spazio a nuove candidature. Poi accettando la mia proposta e quella di Nuova Italia di fare le primarie, boicottandole subito dopo. Cercando forsennatamente all’esterno, lavorando poi in realtà sul ritiro di Mauro D’Attis dalle primarie, rispetto alle quali io e lui eravamo stati indicati come candidati, per far saltare poi le primarie e riconfermare come unico candidato lo stesso D’Attis. C’è stato proprio un atteggiamento schizofrenico, contraddittorio e incoerente, ma in realtà Vitali non è nuovo a questo tipo di comportamenti. Non dimentichiamo che a causa sua abbiamo perso l’alleanza con l’UDC e l’amministrazione provinciale, perdendo in tanti comuni. Credo che l’onorevole Vitali ritenga che perdendo continue campagne elettorali possa garantirsi la posizione di deputato. Prima o poi la campana suonerà anche per lui. È lo stesso clima che aveva portato Mauro D’Attis a mollare tutto? No, non credo. Se Mauro D’Attis fosse stato una persona coerente, a questo punto avrebbe affrontato le primarie e avrebbe conquistato la leadership sul campo. Invece, ha continuato a voler vivere all’ombra sempre di qualcun altro che lo spingesse poi nella sua crescita personale. Credo che il ritiro di Mauro sia stato strategico per evitare le primarie, giocando con tutta una serie di situazioni per vedersi poi riconfermato all’ultimo momento. Tanto è vero che quando Mauro D’Attis si ritirò, pronunciandosi a favore della mia candidatura, intuii la farsa e non lo chiamai nemmeno. Era ed è tuttora chiaro che fa tutto parte di una strategia. Io e Nuova Italia siamo rimasti fermi su una posizione di coerenza, mai pretendendo la mia candidatura se non attraverso un processo democratico che doveva essere quello delle primarie. Cosa farà adesso Massimo Ciullo? Io continuerò, come ho sempre fatto, a impegnarmi in politica, in quella politica che è sinonimo di impegno sociale e culturale. Sono e resto nel PDL, avendo come referente Alfredo Mantovano che è una persona seria. Guardo con attenzione a quelle persone che per stile di vita e storia personale possano rappresentare dei punti fermi per chiunque. Non è detto che per fare politica bisogna per forza competere in campagna elettorale. Continuerò a combattere le mie battaglie sociali, nella stessa maniera con cui le ho fatte quando governavo questa città, assumendo posizioni critiche nei confronti dello stesso governo del quale facevo parte. Libertà, autonomia e verità devono essere i reali valori ispiratori di un politico che anela a essere intellettualmente onesto.
CONSALES ALLO SCOPERTO Mimmo Consales, candidato sindaco per la città di Brindisi, è stato presentato agli elettori dai vertici pugliesi del Partito Democratico. All’interno della sala conferenze del Museo Ribezzo sono intervenuti infatti il presidente Michele Emiliano e il segretario Sergio Blasi. Il giornalista ora aspirante alla fascia tricolore porta la sua campagna elettorale dalle pagine di Facebook alla realtà, scandendo alcune semplici linee guida di quello che potrebbe essere il suo corso politico. Di programma non se ne parla, sembra ancora troppo presto. Si dice che c’è necessità di stenderlo con gli alleati e, a ben pensarci, ci vorrà del tempo considerato il numero di sigle sotto l’ala di Consales. “Non sarebbe corretto scendere nei dettagli”. Ma una cosa è chiara: non c’è spazio per le polemiche. “La città è troppo colpita dai problemi per poterci attardare nelle polemiche” dice Consales. Ma ci sono delle ‘precisazioni’ che vuole fare. Si parte con Acque Chiare. “I proprietari delle case del villaggio non possono essere giudicati alla stregua di pregiudicati e non condivido la scelta del Comune di costituirsi parte civile contro di loro. Le responsabilità di quanto accaduto sono a Palazzo di Città, alla Regione Puglia e in chi ha stipulato”. Terminata la ‘precisazione’, arriva Emiliano tra gli applausi. Consales continua. Si parla di coalizione e di grandi progetti. “Le scelte della città di Brindisi passeranno attraverso le opinioni popolari, i sondaggi d’opinione e anche i referendum dove dovessero rendersi necessari. Una consultazione costante ed articolata del territorio”. Torna la precisazione. Consales si rivolge a Fusco e all’associazione ambientalista, dicendo che ancora oggi non ha ricevuto alcuna risposta. “La nostra disponibilità c’è stata fin dall’inizio. Stiamo ancora aspettando”. Per Consales, l’ambiente è importante e le idee sono chiare. Riduzione del 25% del consumo di carbone. No al rigassificatore. No alla spazzatura nella centrale Edipower. E poi c’è il lavoro. “Il Comune non ha posti di lavoro. Ma si può tentare invece di creare le condizioni, attraverso degli accordi, affinché si tuteli la manodopera locale, affinché ci sia una speranza nei nostri giovani. Anche per chi in questa città voglia fare impresa”. Applausi.
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24 febbraio 2012
Videointervista Ciullo
http://youtu.be/oa3U7T1kl8E
Oscar Pistorius, a running life.
cybercittadino
http://youtu.be/8HdNg_D7YVo
BENESSERE UN’ERBA CINESE CURA LE MALATTIE AUTOIMMUNI
Una pianta cinese, utilizzata da millenni per curare la malaria, potrebbe essere utilizzata per combattere le malattie autoimmuni, quelle patologie cioè derivanti da un’alterazione del sistema immunitario. L’estratto, conosciuto come Chang Shan, si ricava da un tipo di ortensia che cresce in Tibet e Nepal. Recenti studi avevano suggerito che l’alofuginone, un composto derivato da un ingrediente bioattivo dell’estratto, poteva essere utilizzato per trattare molti disordini autoimmuni. Ora i ricercatori della Harvard School of Dental Medicine hanno scoperto i segreti molecolari che stanno dietro il potere di questo estratto di erbe. L’alofuginone (Hf ), si legge su Nature Chemical Biology, innesca una risposta che blocca lo sviluppo di una classe nociva di cellule immunitarie, chiamate Th17, implicate in molti disturbi autoimmuni. “L’Hf previene la risposta autoimmune senza danneggiare la normale attività immunitaria”, ha spiegato Malcolm Whitman, tra gli autori della ricerca. “Il composto - ha aggiunto - potrebbe ispirare nuovi approcci terapeutici per una varietà di malattie autoimmuni”. Ricerche precedenti avevano mostrato che l’Hf riduceva le cicatrici nei tessuti, la sclerodermia, la sclerosi multipla e la progressione del cancro. “Questo studio è un esempio interessante per capire come il meccanismo molecolare dietro una pratica della medicina erboristica tradizionale cinese possa portare a nuove intuizioni sui meccanismi umani di regolazione fisiologica e a nuovi approcci nei trattamenti delle malattie”, ha concluso Tracy Keller, primo autore della ricerca. (Fonte: Agi)
ANIMALI DOMESTICI E MALATTIE CRONICHE
I pazienti con malattie croniche presentano una migliore risposta cardiaca se hanno un animale domestico. Lo dimostra un nuovo studio giapponese pubblicato sull’American Journal of Cardiology. Attraverso il monitoraggio del cuore di circa 200 pazienti, gli scienziati hanno trovato che coloro che hanno un animale domestico presentano una maggiore variabilità della frequenza cardiaca rispetto a quelli che non ne hanno. Ciò significa che i loro cuori rispondono meglio alle mutevoli esigenze del corpo, come ad esempio quella di battere velocemente durante le situazioni stressanti. Nella ricerca gli scienziati giapponesi della Kitasato University di Kanagawa hanno monitorato 191 persone con diabete, pressione alta o colesterolo elevato nell’arco di 24 ore. Dai risultati della ricerca è emerso che tra i proprietari di animali domestici circa il 5% dei battiti cardiaci differivano di 50 millisecondi, mentre tra i non-proprietari di animali da compagnia, il range è stato più limitato. Le cause della differenza non sono ancora note. (Fonte: Agi)
CIOCCOLATO A COLAZIONE AIUTA LA DIETA
Una fetta di torta al cioccolato, da nemica giurata di tutte le persone a dieta a possibile alleata per la perdita di peso. Ma solo a colazione. È quanto dimostra uno studio condotto dai ricercatori della Tel Aviv University, secondo il quale mangiare al mattino una fetta di dolce nell’ambito di un ricco primo pasto della giornata che include anche proteine e carboidrati, aiuterebbe a far correre più velocemente il metabolismo, dando nuova energia e riattivando anche le funzioni cerebrali. Non solo: mangiare la fetta di torta al cioccolato al mattino (ma anche biscotti, purché sempre al cioccolato) aiuta a non sentirne più il bisogno nel corso della giornata e a lungo termine, stabilizzando in qualche modo l’apporto calorico giornaliero complessivo, aiuta anche a stabilizzare il peso. Per giungere a questo risultato, gli studiosi hanno coinvolto nella ricerca 193 obesi clinici, non diabetici, che sono stati suddivisi in due gruppi che per 32 settimane hanno fatto colazioni diverse: il primo gruppo una da 300 calorie a basso contenuto di carboidrati, il secondo invece una più ricca (600 calorie) che includeva anche una fetta di torta al cioccolato. Il risultato è stato che chi è stato sottoposto al secondo tipo di regime alimentare al mattino ha perso in totale circa sette chili in più. (Fonte: Ansa) FM
Simone Aretano
JOB RECRUITING CON I SOCIAL NETWORK Un curriculum vitae in formato europeo perfettamente compilato, una lettera di presentazione impeccabile sono ancora sufficienti per trovare lavoro? Le aziende effettuano il recruiting del personale solo attraverso i mezzi tradizionali? Secondo alcuni dei dati emersi dall’indagine “Recruiting & Social network” a cura di Lorenzo Pulici, Hr & Communication specialist, presentata durante l’incontro “LinkedIn, che connessione? L’aspetto social del lavoro” tenutosi pochi giorni fa presso il dipartimento CoRis dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma, i social network possono rivelarsi degli strumenti davvero utili se utilizzati in modo più proficuo rispetto a quello del semplice divertimento o del contatto con gli amici, perché possono aiutare a cercare opportunità professionali. Il 37,5% delle imprese utilizza i social network per la selezione del personale secondo una ben precisa scelta aziendale, mentre il 73,6% ne fa uso in maniera complementare rispetto ai canali tradizionali. Riguardo le assunzioni, la maggior parte delle aziende conclude positivamente almeno una selezione attraverso i social network: il 55% delle aziende intervistate afferma di aver inserito nel proprio organico il candidato conosciuto online. Tra gli Human Resource managers e i selezionatori del personale intervistati è emerso come per il 96% sia Linkedin il social network più utilizzato nella ricerca di personale. Seguono Facebook (37,7%), Twitter (18,2%), Youtube (6,5%) e i blog personali (5,2%). Il 27,6% dei responsabili HR intervistati utilizza i social network in modo costante, il 46% in modo saltuario. Il 19,5% utilizza queste piattaforme solo per verificare le candidature, il 14,6% invece non ne fa uso. I profili più ricercati tramite i social media sono quelli commerciali (46,6%), economici (43,2%), ingegneristici (40,9%) ed informatici (20,5%). Seguono i profili professionali umanistici (10,2%), legali (9,1%), scientifici (6,8%), medici (5,7%) e relativi all’architettura (1,1%). “Se è vero che è Linkedin a farla da padrone tra i social network più adoperati dai recruiter, è anche importante sottolineare come ogni social abbia un proprio codice e un proprio linguaggio e, quindi, possa essere strumento di ricerca per determinate tipologie di ruoli professionali, afferma Pulici. È decisamente interessante il fatto che due aziende su tre riconoscano e utilizzino i social network per valutare profili e per selezionare nuove risorse, e che lo facciano anche indipendentemente dal fatto che esista una procedura formale a livello aziendale". Molte informazioni pubblicate online sui profili dei candidati riguardanti esperienze e competenze acquisite non sempre corrispondano alla realtà. Sui social network occorre “essere se stessi” perché il profilo è pubblico quindi facilmente smentibile. In ogni caso un recente studio ha dimostrato come anche questi dati forniti dagli individui siano utili a misurare dimensioni come i tratti della personalità o la loro intelligenza, prevedendone le prestazioni future.
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24 febbraio 2012
Foto di Damiano Tasco
BRINDISI E IL BASKET LA STORIA DELLA PALLA A SPICCHI NEL CAPOLUOGO ADRIATICO
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tella del Sud. Un astro luminoso nella cornice d’ombra del Mezzogiorno d’Italia. Il basket e la città di Brindisi percorrono da anni lo stesso sentiero, lungo il quale è possibile incontrare intere generazioni cresciute con la palla a spicchi. Sul retro delle canotte aderenti, nomi come Fischetto, Calderari, Malagoli e Frascolla, senza tralasciare il buon vecchio Howard. Tutti a Brindisi ricordano con piacere il periodo d’oro di quel basket, il fermento in città, il palazzetto strabordante, i cori e gli abbracci tra la tifoseria. Ma la medaglia ha sempre un risvolto negativo e, come tutte le grandi storie, anche quella del Brindisi Basket presenta luci e ombre. In tutti questi anni, infatti, il pallone è rimbalzato da una memorabile serie di playoff contro la Virtus Bologna nel 1981 verso l’assenza di un titolo sportivo nel 2003/2004. Negli anni Ottanta, la Pallacanestro Brindisi, sponsorizzata Bartolini Trasporti, disputa alcune stagioni nella massima serie professionistica, la seria A1 nazionale, raggiungendo le semifinali di playoff scudetto, perse poi contro la Sinudyne Bologna. È in quegli
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anni che Brindisi comincia a brillare di luce propria, tanto da riuscire ad accecare Mike D’antoni, Dino Meneghin e Dan Peterson, battendo in casa la loro Billy Milano. Le magie di Claudio Malagoli, di Otis Howard e del play nostrano Checco Fischetto sono oggi le assi portanti del parquet della tradizione brindisina. Il Brindisi Basket giungeva in serie A grazie alla doppia cavalcata dalla serie B, per mezzo della panchina di Piero Pasini. Effige indelebile di quegli anni rimane quella di Elio Pentassuglia, scomparso tragicamente nel 1988, il quale riuscì a creare a Brindisi un movimento intorno al basket, formando giocatori anche fuori dai confini pugliesi. Qui finisce il sogno. E ci si risveglia in una realtà meno ovattata. Al termine della stagione 2002/03, dopo anni di sostanziale calma piatta, Brindisi perde l’Azzurra, la sua storica società cestistica che, in seguito a una difficile stagione, cede il titolo sportivo di B2 a Caserta. Segue un anno di assenza dai campi, ma qualcosa iniziava a muoversi. Grazie all’acquisto della società New Basket Ceglie, nasce nuovamente una compagine
http://youtu.be/DoqPb_S8znE
brindisina, sponsorizzata fino alla stagione 2007/08 dalla Prefabbricati Pugliesi, società di proprietà del patron Massimo Ferrarese, per molti versi uomo della rinascita del basket brindisino. Viene così fondata, nel 2004/2005, la New Basket Brindisi, con un roster che disputa un buon campionato di B2 senza però centrare la promozione. Nel 2005/06, arriva l’ammissione d’ufficio in B1. In panchina siede Waldi Medeot, sostituito in corsa da Tony Trullo. Giampaolo Di Lorenzo, Alessandro Piazza, Damiano Faggiano, Andrea Camata e Paolo Giuliani disputano i playoff, che si interrompono dopo la sconfitta subita contro Treviglio. Anche il 2006/07 è un anno deludente. La promozione nella categoria superiore fallisce nell’ultimo turno dei play off contro Veroli. Il roster di quell’anno vede la presenza di Agostino Li Vecchi, Daniele Parente, Manuele Mocavero, Andrea Camata, Alejandro Muro e Marco Caprari. Le speranze dei tifosi vengono riposte nell’annata 2007/08, anno del rilancio, grazie alla panchina di coach Paolo Moretti. Confer-
Francesco Marchionna mati Muro e Parente, viene invece rivoluzionato il roster. Si uniscono alla squadra dei tasselli importanti come Michele Cardinali e Roberto Feliciangeli. In corsa sulla panchina arriva anche lo ‘sceriffo’ Giovanni Perdichizzi. Dodici vittorie consecutive e prima testa di serie ai playoff. Brindisi arriva in finale, ma viene battuta da Venezia. Il regolamento della B1 offre però la possibilità di una seconda finale promozione e Brindisi si fa trovare pronta, battendo Trapani e conquistando la Legadue. L’annata 2008/2009 è da imbottigliare. Prima esperienza in un campionato professionistico dopo tanti anni. In città c’è grande entusiasmo. La società si trasforma in s.r.l., per poi divenire successivamente una S.p.A. Inizia la costruzione del nuovo roster. Tra i ‘nomi nuovi’, gli americani Marco Killingsworth e Marcus Hatten. A roster completo, la società si lega all’Enel, di cui porterà nome e marchio sulle maglie. L’Enel Brindisi conclude il primo campionato di LegaDue dopo 23 stagioni piazzandosi al 12º posto, conquistando la salvezza. Il 2008/09 è l’anno del riscatto. Il roster è di
prima qualità e l’entusiasmo anche superiore all’anno precedente. Riconferma di Cardinali e sette nuovi atleti del calibro di Nikola Radulović, Sylvere Bryan, Giuliano Maresca, Mauro Pinton, Omar Thomas, Luca Infante e Joe Crispin. Il PalaPentassuglia non basta: tutti i posti (2.500) vengono assegnati in abbonamento. La squadra allenata da Perdichizzi, durante il girone di ritorno, prende il volo, ottenendo la promozione in Lega A addirittura con due giornate d’anticipo. Brindisi torna dunque nella massima serie dopo 29 anni. Squadra che vince viene però cambiata... A Brindisi atterra Chris Monroe, Bobby Dixon e Yakhouba Diawara, che sostituiscono in pratica Thomas, Crispin e Bryan. Arriva poi Kris Lang, Anthony Roberson e Hervé Toure, ma Brindisi fa comunque fatica. La serie A è dura e la squadra sembra impreparata. Perdichizzi cede il posto a Luca Bechi, che prova a mischiare le carte in tavola, senza riuscirci. Si riscende in Legadue, lasciando posto all’amarezza e alla riflessione. Il Direttore Generale, Antonello Corso, colui che aveva un ruolo determinante all’interno
dell’area tecnica, rimette il proprio mandato nelle mani del CDA della società. In città, non ce n’è uno che non dica la sua sul caso. Si riparte quest’anno dalla Legadue, con una base sociale allargata a più soci. Oltre agli storici Ferrarese, Corlianò e Marinò, si aggiungono altri dodici soci: Albano Carrisi, Nando Marino, Mimmo Bagnato, Nico Carparelli, Sergio Ciullo, Teodoro Grasso, Carmelo De Nitto, Enzo Leo, Francesco Perrino e Luigi Bagnato. L’allenatore scelto è Piero Bucchi e la stagione è tutta da gustare, con un campionato di Legadue più che equilibrato. Brindisi può contare sulla dinamicità di Alexander Renfroe, sull’atletismo di Jimmie Lee Hunter, sulla corpulenza di Craig Callahan, sul post di Dejan Borovnjak e sull’esperienza del capitano Klaudio Ndoja. La panchina quest’anno riesce a dare finalmente un contributo importante allo score, grazie alla presenza di elementi quali Matteo Formenti, Andrea Zerini e Mitch Poletti. Ultimo acquisto, orgoglio della città, il play brindisino Marco Giuri, l’ennesimo tassello storico di questa grande avventura a spicchi.
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24 febbraio 2012
FIGLI DI UNO SPORT MINORE FIGLI DI UNO SPORT MINORE
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17 febbraio 2012
Alessandra Caputo
Passi (e non dovrebbe) la definizione “sport di serie B”, ma guai a diminuirne il valore. Perché avranno sì meno risorse e meno spazi nei media del calcio e di poche altre discipline ‘privilegiate’, ma di sicuro non sono meno nobili. Pugilato, tennis da tavolo, nuoto, judo, scherma, pallamano, ginnastica artistica, la lista è infinita. Sono i cosiddetti ‘sport minori’ che danno lustro all’Italia nel mondo, ma che dall’Italia non ricevono in cambio poi molto. Fatta eccezione per il campione di turno che fa parlare di sé, e non sempre per meriti sportivi, questi sport sono confinati nei propri ristretti ambiti. Alcuni hanno la fortuna, ogni quattro anni, di poter sfruttare la vetrina olimpica. Altri neanche questo. Eppure non è solo il calcio a far battere il cuore del tifo azzurro. I dati Istat 2011 sullo sport nel Bel Paese tracciano un quadro molto interessante. Se da una parte evidenziano un maggior interesse degli italiani all’attività fisica in generale, dall’altra denotano una crescente attenzione per sport diversi dal calcio. Nel 2010 la Federazione Italia Golf ha registrato 100.548 tesseramenti, nel 1999 erano 56.479. La crescita riguarda, in maniera sostanzialmente analoga, sia le donne che gli uomini, triplicato il numero degli juniores. Discorso analogo per lo snowboard. L’indotto generato da questo sport, secondo le rilevazioni AcNielsen per Assosport, supera ormai i 200 milioni di euro l’anno. Per non parlare del rugby. La Federazione Italiana Rugby (FIR) ha un giro d’affari che sfiora ormai i 90 milioni di euro ed ha un bilancio che è secondo in valore solo al calcio. Lo sport quindi rende. Anche se minore. Spalti sempre gremiti e share in tv altissimo, suscitano l’interesse e gli investimenti degli sponsor. L’ennesima ricerca su sport&media effettuata da Havas Sports & Entertainment evidenzia come sempre più aziende trovino in discipline come il rugby e il golf delle aree interessanti per la loro attività di comunicazione. Allora perché nelle grandi metropoli come nei piccoli centri da Nord a Sud dello Stivale, è un pullulare di società dilettantistiche in difficoltà, strutture sportive non adeguate e ragazzini costretti a ripiegare sul calcio nell’impossibilità di dedicarsi ad altri sport nella propria città? Perché se da un lato il calcio diventa sempre più business e meno sport dall’altro discipline altrettanto importanti e che all’Italia e al mondo regalano campioni, non vengono adeguatamente supportate? Lo sport, si dice, dovrebbe essere slegato da meri interessi commerciali e basarsi solo sulla passione. Ma così non è. Perché per tutto quanto ruota intorno allo sport (strutture, allenamenti, attrezzi, trasferte) servono anche risorse. A volte, purtroppo, talento e passione non bastano.
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24 febbraio 2012
Di seguito il testo integrale della lettera inviata dal presidente del C.O.N.I. di Brindisi Nicola Cainazzo al commissario prefettizio Bruno Pezzuto sul pagamento del ticket relativo all’utilizzo degli impianti sportivi.
I
l Consiglio Provinciale del C.o.n.i., nella seduta del 24 ottobre 2011, ha deliberato, all’unanimità, di inoltrare le proprie proposte relative alla determinazione dell’ammontare del ticket per l’uso degli impianti sportivi così come concordato con S.E. Dott. Bruno Pezzuto, Commissario Prefettizio del Comune di Brindisi, e che qui, di seguito si riportano: pagamento d’uso dell’impianto con contributo mensile a consuntivo; sedute di allenamento, gare di campionato ed amichevoli delle categorie giovanili con atleti al di sotto dei 18 anni: riduzione contributo del 75%; sedute di allenamento, gare di campionato ed amichevoli delle squadre che partecipano a campionati non giovanili: riduzione contributo del 50%; manifestazioni, tornei ed esibizioni sportive con atleti prevalentemente al di sotto dei 18 anni (a prescindere dalla specifica destinazione d’uso sportivo dell’impianto): riduzione contributo (al giorno) del 75%; manifestazioni, tornei ed esibizioni sportive a prescindere dalla specifica destinazione d’uso sportivo dell’impianto: riduzione contributo (al giorno) del 50%; esternalizzazione della gestione pluriennale degli impianti sportivi, a rilevanza imprenditoriale, affidandone la gestione in convenzione con una o più Società Sportive (escludere gli oneri di manutenzione straordinaria a carico del concessionario); convenzione in uso e gestione pluriennale degli impianti sportivi, senza rilevanza imprenditoriale, attraverso una convenzione con le Federazioni Sportive e/o Enti di Promozione Sportiva, e/o Associazioni Sportive Dilettantistiche iscritte al registro nazionale delle Associazioni Sportive Dilettantistiche tenuto dal C.o.n.i.; rispetto dell’art. 11 del regolamento di uso e gestione degli impianti sportivi comunali, che prevede la gratuità d’uso degli impianti da parte dei disabili; riduzione delle tariffe del 75% per la fascia della terza età; convocazione della Consulta Cittadina dello Sport prima di determinare l’ammontare delle cauzioni e della eventuale polizza assicurativa e per avanzare proposte, favorire iniziative e migliorare la qualità della pratica sportiva; previsione, nella modulistica di istanza per l’assegnazione d’uso di impianti e strutture sportive, di inserimento dell’impianto di Atletica Leggera “Lucio Montanile”- con la dicitura “Impianto in convenzione - uso gratuito per allenamenti e gare”; applicazione della delibera della Giunta Comunale n° 350 del 09/08/2011 circa l’adeguamento della pista di Atletica Leggera “Lucio Montanile” . Quanto sopra è stato deciso nella consapevolezza della particolare situazione amministrativa. Si ribadisce, tuttavia, la necessità di attivare un tavolo di consultazione con il C.o.n.i. Provinciale, per quanto attiene tutte le problematiche direttamente e indirettamente connesse al mondo sportivo. Al termine di un incontro tra il Commissario Prefettizio Bruno Pezzuto e il Presidente del Comitato Provinciale del C.O.N.I. Nicola Cainazzo, sono state definite nuove agevolazioni tariffarie per l’uso degli impianti sportivi comunali da parte delle Società ed Associazioni Sportive regolarmente iscritte al Registro C.O.N.I. Il Commissario Prefettizio, aderendo ad alcune proposte formulate dal C.O.N.I., ha rimodulato l’importo dei ticket, attraverso l’introduzione di tariffe agevolate al fine di promuovere la pratica sportiva tra i giovani, con particolare riferimento ai pulcini, e cioè bambini e ragazzi di età fino ai 14 anni. Ulteriori riduzioni sono previste per gli ultra 65enni, mentre i diversamente abili potranno accedere a tutti gli impianti in forma gratuita. Le tariffe sono entrate in vigore con il nuovo esercizio finanziario, dal 1° gennaio 2012.
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24 febbraio 2012
focus
Alessandra Caputo
NO MONEY NO SPORT INTERVISTA A NICOLA CAINAZZO PRESIDENTE CONI BRINDISI
P
raticare sport a Brindisi, tranne qualche felice eccezione, non sembra essere impresa facile. Nuoto, atletica, calcio, rugby la situazione non cambia o cambia di poco. I fondi e le strutture scarseggiano, le società vanno avanti con estrema difficoltà. E gli interventi, quando ce ne sono, non mettono tutti d’accordo. Sotto accusa, nonostante le modifiche apportate (le prime ad agosto 2011 le ultime appena tre mesi fa), il regolamento per l’utilizzo degli impianti sportivi comunali varato dall’ultima amministrazione di centro destra, riflesso, a detta di molti, di una logica della pratica dello sport che mischia interessi politici con quelli prettamente economici. Tre gli impianti ancora in attesa di interventi di manutenzione straordinaria: il campo scuola (quello di atletica) di Masseriola, il campo di calcio del rione Paradiso, quello del rione Tuturano (ripristinata la piena funzionalità del Palasport Palamelfi/Casal3, Palestra Palamalagoli/Masseriola, Campo di calcio/rugby/S.Elia, Pattinodromo rione Casale, Campo di calcio quartiere Bozzano, Stadio comunale Fanuzzi) mentre la questione del ticket da pagare continua a tener banco. Per il pareggio delle spese per le manutenzioni degli impianti si fruga nelle tasche dei dirigenti sportivi con il risultato di mettere a rischio le tante società, sopratutto quelle dilettantistiche, che operano in città. L’esodo è già iniziato. Non poche le società (dal calcio al basket al volley) che per contenere i costi hanno deciso di far disputare alla squadra le partite su altri campi con conseguente perdita per il movimento sportivo brindisino. Ma non è un problema solo di impianti. A mancare è la cultura sportiva. Ad affermarlo Nicola Cainazzo, presidente del C.o.n.i. di Brindisi, in una breve intervista sulla situazione della realtà brindisina.
Qual è il rapporto tra la città di Brindisi e lo sport? Quella di Brindisi è la provincia in Puglia con la più alta densità tra associazioni sportivi e praticanti. Detto questo, devo anche dire che le attenzioni verso il mondo sportivo non sono adeguate. Lo sport viene considerato alla stregua di un hobby, un modo per svagarsi magari dopo le ore di studio o di lavoro. Le disattenzioni nascono nel momento in cui gli impianti sportivi comunali non sono adeguati o diventano beni di lusso. Le tariffe di accesso rischiano di mettere in ginocchio le società sportive a corto di risorse finanziarie. A questo si deve aggiungere la mancanza di fondi e di investimenti. Gli sponsor non possono farsi carico di tutte le spese, né tanto meno le famiglie. Risultato: molte società sportive sono costrette ad andarsene da Brindisi. Il concetto che il C.o.n.i. da sempre cerca di inculcare, soprattutto nelle nuove generazioni, è che lo sport è anche una scuola di vita, un modo per insegnare valori importanti quali amicizia, solidarietà, lealtà, lavoro di squadra, autodisciplina, autostima, fiducia in sé e negli altri, rispetto. Sarebbe importante, quindi, supportare le realtà sportive locali, ma a Brindisi sembra che si remi in senso contrario e di questo siamo alquanto rammaricati. Ci sono a Suo parere, in ambito locale, sport considerati di serie A e sport considerati di serie B? Questa distinzione è in parte dovuta all’opinione pubblica e agli organi di stampa che tendono a dar risalto a determinate discipline a discapito di altre. Lo sport ha pari dignità e di talenti ce ne sono in ogni disciplina. È naturale che sport popolari come il calcio o il basket suscitino curiosità ed interesse e di conseguenza abbiano maggiore visibilità, ma esistono a Brindisi e in provincia altre realtà che vantano risultati importanti. Un esempio fra tutti: il pattinaggio a rotelle. Michele Scivales, della Rotellistica Brindisi, è campione d’Italia e campione europeo, eppure le due società di pattinaggio a rotelle esistenti a Brindisi sono in serie difficoltà per mancanza di iscritti. E come in questo sport si riscontrano difficoltà nel pugila-
to, nell’atletica, nel canottaggio. Da un lato risorse e strutture che mancano, dall’altro spese eccesive di cui nessuno è disposto o può a farsi carico e atleti che non riescono a pagare le rette. Un tempo il Comune sosteneva le società dando loro dei contributi, ora ci sono solo ticket da pagare, così come c’è scarso interesse per le strutture sportive. Il Campo Scuola di Atletica Leggera in contrada Masseriola, ad esempio, attende ancora gli interventi promessi e mai eseguiti. A volte si ha l’impressione di combattere contro i mulini a vento. Quali a Suo parere le soluzioni per dare visibilità anche a sport cosiddetti “minori”? Innanzitutto gli organi di informazione potrebbero e dovrebbero dar più spazio ad altri sport che non siano calcio e basket, senza togliere nulla a queste due discipline, ma molto possono fare anche le società. Spesso sollecito i miei dirigenti a curare le pubbliche relazioni così come le società sportive a dotarsi di un addetto stampa così da pubblicizzare iniziative e risultati. La comunicazione è fondamentale. Non meno importante la formazione. Il C.O.N.I. punta molto sulla formazione dei dirigenti, persone capaci di interpretare le esigenze dei cittadini e farsene portavoce davanti alle istituzioni. Terzo punto, l’educazione allo sport. Occorre aggiornare il processo culturale, cambiare le modalità di approccio alla varie discipline. Noi cerchiamo di fare la nostra parte con progetti che coinvolgono anche le scuole. Non si va alla ricerca dei campioni, ma si cerca di evidenziare come lo sport giochi un ruolo d’avanguardia nello sviluppo di nuovi modelli e pratiche di inclusione sociale e pari opportunità. L’obiettivo, e la speranza, è che si crei una rete sinergica tra le diverse agenzie educative: famiglia, chiesa, associazioni sportive e istituzioni che porti ad una maggiore offerta qui a Brindisi. Chiunque deve esser messo nelle condizioni di poter scegliere lo sport a sé più congeniale sicuro di poterlo praticare nelle propria città in strutture adeguate e senza dover pagare cifre esorbitanti.
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24 febbraio 2012
Francesco Marchionna
CEDAS BRINDISI I VALORI DELLO SPORT
S
port. Un termine che ingloba un universo complesso che negli ultimi anni si è tinto sempre più di scuro, come un enorme buco nero che inghiotte uomini, soldi, sponsor e politica, fino ad arrivare alle truffe raccontate dalle cronache degli ultimi mesi. Fortunatamente, sport non vuol dire solo questo. Lo sanno bene alla Cedas Avio di Brindisi, struttura in cui vengono trasmessi i veri valori dello sport, quello vero, quello che non emerge nelle cronache degli sportivi famosi. Rigore, tenacia, sofferenza, caparbietà, rispetto, valore e senso della squadra. Valori che oggi vengono purtroppo pubblicizzati sempre meno a favore di un risultato sportivo, sempre più frutto di attività estemporanee. Già, perché oltre ai valori, qui è importante la progettualità e la visione a lungo termine. Oltre ai diritti. Diritto di fare sport, di divertirsi e di giocare, di beneficiare di un ambiente sano e di essere circondati e preparati da personale qualificato che garantisca i giusti ritmi di allenamento. Ma ci sono anche dei doveri. Rispettare i propri compagni e avversari, gli arbitri e le loro decisioni, essere leali comunque vada la gara, lottando per vincere, ma portando a termine i propri impegni scolastici. Questa è la scuola di vita della Cedas. “La parola ‘campione’ qui non si usa” ci tiene a sottolineare il presidente, Ino Guadalupi. “Ci sforziamo di costruire persone che, nel corso della vita, siano abituate a gestire tutte le difficoltà che incontreranno lungo il loro cammino, siano sportive o di altra natura”. Ma cos’è Cedas? Cedas è un’associazione sportiva dilettantistica senza fini di lucro che persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale nel campo dello sport dilettantistico in genere. Nata a Brindisi all’interno dell’azienda Avio Group (ex Fiat Avio), sul finire degli anni Settanta, oggi Cedas si dedica all’esercizio di attività sportive dilettantistiche grazie all’organizzazione, alla formazione, alla preparazione e alla gestione di squadre impegnate in discipline sportive riconosciute dal C.o.n.i., dalle federazioni sportive nazionali e dagli enti di promozione sportiva e sociale. 800 soci che si possono dilettare tra basket, biliardo, bocce, bowling, calcio, calcio balilla, nuoto, pallavolo, podismo, tennis, tennis tavolo, tiro a segno, tiro a volo e tiro con l’arco. Tra le tante attività della Cedas però, spiccano maggiormente quelle della scuola calcio, del tennis e del tennis tavolo.
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24 febbraio 2012
Nata nel 1989 per volontà di un gruppo di dipendenti, oggi la scuola calcio della Cedas Avio è centro pilota regionale, con più di 300 tesserati di età compresa tra i 6 e i 16 anni. Le categorie con il pallone al piede sono ‘Piccoli amici’, ‘Pulcini’, ‘Esordienti’ e Giovanissimi’. Se i ragazzi preferiscono invece stare tra i pali, c’è anche la possibilità della scuola portieri, coordinata da mister Di Salvatore. La scuola tennis diretta da Ruggiero Raffaele festeggia quest’anno i 100 iscritti. Un vero record che pone la scuola tra le primi in Provincia per numero di attività svolte. La scuola tennis tavolo diretta da Cosimo Montanaro è l’unica scuola di tennis tavolo riconosciuta dal Coni a Brindisi e pratica l’attività agonistica e amatoriale dal 1981. Il sudore che ha bagnato i campi da gioco in tutti questi anni ha dato i suoi frutti, rappresentati dalle partecipazioni a tornei internazionali e dalle soddisfazioni sportive di alcuni degli atleti della struttura. Atleti cresciuti in un sano ambiente sportivo, abituati a condividere anche gli insuccessi, facendo tesoro delle lezioni di vita che solo lo sport è in grado di comunicare. Lo sport sì, quello vero.
Videointervista Ino Guadalupi
http://bit.ly/AyDZbY
Alessandra Caputo
IL CALCIO È DONNA A.S.D. ATLETICO BRINDISI
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el 1968 nasce la Federazione Italiana Gioco Calcio Femminile, nel 1996 per la prima volta il calcio femminile è nel programma delle Olimpiadi, nel 2000 viene esplicitamente riconosciuto nel nuovo statuto FIGC. Un cammino lungo e tortuoso che non può dirsi ancora concluso. Il calcio, si sa, è lo sport maschile per antonomasia, oltre ad essere quello nazionale con maggior cassa di risonanza, ma è anche un caso emblematico di come il mondo sportivo non sia esente da pregiudizi. In Italia le ragazze che vogliono giocare a pallone trovano impedimenti di ogni tipo, pratici e ideologici. Così mentre in altre realtà, europee ed extra-europee, il calcio femminile ha una sua dignità e un suo seguito, un settore giovanile agguerrito e ben organizzato e visibilità a livello dei media, qui da noi le società brancolano tra mille difficoltà nonostante ci siano squadre che militano in A2, in B e in C, le bambine fino a 14 anni sono costrette a giocare coi maschietti, i campionati femminili vengono sistematicamente ignorati dai media. Diversamente da quello maschile, il calcio femminile non è mai stato apprezzato come potenziale veicolo di business. Ma è poi così diverso? A pensarci bene forse si. Perché se è vero che la donna ha sempre dovuto lottare per inserirsi nel mondo della politica e della cultura, è ancora più vero che ha dovuto faticare il doppio per entrare a far parte del mondo sportivo. Perché le decine di ragazzine che sognano di poter un giorno imitare Totti e Ibrahimovic, devono superare ostacoli che i loro compagni di squadra non conoscono. Perché a motivarle non è il sogno di contratti miliardari ma la passione di chi crede in quello che fa. Tante le difficoltà nell’inseguire il sogno dietro ad un pallone, dalle strutture che mancano a chi sostiene che il calcio sia assolutamente inadatto alle donne. Eppure le calciatrici non mollano. Da nord a sud dello Stivale continuano ad allenarsi con serietà, con abnegazione, due, tre volte la settimana, e spesso, in campo, giocavano meglio dei maschi, con rabbia e puntiglio. Una realtà colorata di rosa che a Brindisi si chiama Atletico Brindisi. Per conoscerla meglio abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Marika Lacalaprice tornata quest’anno, dopo diversi anni di militanza in A2 nelle fila del Francavilla, alla sua società di origine per tentare insieme alle compagne, di disputare un campionato di vertice nel girone interregionale di serie C. Partiamo dal principio. Tu e le tue compagne di squadra avete avuto difficoltà nell’assecondare la passione per il calcio? Devo dire che a Brindisi non abbiamo incontrato un ambiente “ostile”, pregiudizi sul calcio femminile in generale non ce ne sono, ma emergere in questo settore non è facile. Le differenze con i nostri colleghi uomini ci sono, è indubbio. Tipo? Ad iniziare dalle strutture sportive. Noi ci alleniamo sul terreno di gioco di Bozzano ma in condizioni a dir poco precarie. L’illuminazione così come l’ingresso al campo sono spesso a discrezione del custode, gli spogliatoi piccoli e inospitali, non è raro dover fare la doccia con acqua fredda o in pieno inverno non poter chiudere le finestre perché rotte. Per le partite di campionato, invece, dobbiamo giocare a Tuturano perché il campo su cui ci alleniamo non è omologato. Molte associazioni sportive anche dilettantistiche reggono grazie agli sponsor. Voi? Gli sponsor dobbiamo cercarli, non vengono certo a pregarci. Solo l’iscrizione al campionato costa 2000 euro, a questo si devono aggiungere le spese per le visite mediche, sono esenti solo le ragazze minorenni, per le trasferte etc. Insomma le spese ci sono e non sono esigue.
Incalza sempre di più l’ipotesi del professionismo nel calcio femminile. Alcune società come Napoli, Lazio, Milan, Cesena, Chievo, sono disponibili a fare le squadre femminili. È fattibile? Arrivare al professionismo non è facile, certo creare un settore giovanile femminile potrebbe essere una soluzione. Per una ragazza la gavetta è lunga e ci sono delle difficolà oggettive. La maggior parte delle giocatrici dell’Atletico Brindisi, fatta eccezione per chi studia, ha un lavoro perché mantenersi giocando è impossibile. Ciò non toglie che il calico appassioni Abbiamo delle ragazzine anche di 12 anni che si allenano con noi. L’entusiasmo certo non manca.
Marika Lacalaprice
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24 febbraio 2012
Roberto Romeo
Tutti pazzi per il calcio a cinque
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na volta Vittorio Zucconi disse che gli sport minori sono come le tigri, fanno tenerezza da piccole, ma quando crescono fanno paura. Anche il calcio è stato uno sport minore. Allo stesso modo, il futsal abbandona lentamente la ribalta dell’evento per diventare un’attrattiva seguita regolarmente da un numero crescente di appassionati. Sempre meno refugium peccatorum del calcio, sempre più spazio indipendente che ogni anno polarizza iscritti e società. E l’ascesa del calcio a cinque è stata riconosciuta dalla stessa Federazione Italiana Giuoco Calcio che lo scorso anno ha approvato lo status di giocatore di calcio a cinque, ammettendo una netta distinzione con il mondo del calcio. La crescita del movimento ha infranto gli steccati del semiprofessionismo e del professionismo poi, avvicinando, in concomitanza con l’accresciuta cifra d’interesse, anche sponsor e media. Anche qui, la distanza tra le categorie di vertice e quelle di base crea un vuoto disarmante, ma ciò non ha impedito, specie in periferia, che il movimento rifiorisse di società di nuova affiliazione e che molti ragazzi sposassero il calcio a cinque al loro primo amore per lo sport praticato. È quanto accade a Brindisi, dove la storia del futsal nasce alla fine dei Novanta per merito di Ettore Vallo che partendo dallo spinoff di una squadra di calcio femminile, l’Atletico Brindisi, ha favorito con la sua inesauribile passione l’evoluzione di società (dopo l’Atletico, la Libertas Cappuccini, l’INA Brindisi, la Brunda e oggi la Virgiliana) che si sono distinte nei campionati regionali, così come la Hellas del presidente Strati che è poi mutata in Messapia con l’arrivo di nuovi dirigenti. Senza dimenticare le vicende, decisamente precedenti, della Eagles Latiano, società nata nel 1994 ma che nel 2007 ha conosciuto il suo momento di maggior gloria con la storica promozione in serie B. E da quest’anno il calcio a cinque brindisino è propriamente uno sport indoor, così come riportato nella sua definizione originale scritta dalla FIFA, disponendo le due società impegnate nel campionato di serie C2, Virgiliana e Messapia, di una moderna e attrezzata struttura comunale, consegnata lo scorso mese di ottobre, capace di ospitare oltre duecento spettatori. Esempio perfetto di come l’impiantistica, oltre che rendere più agevole e confortevole il lavoro a tecnici e calcettisti, è uno spot straordinario capace di moltiplicare gli appassionati. Mentre per anni il “Campo blu” scoperto del Masseriola ha visto cornici deboli e sparute, salvo poche occasioni di speciale richiamo, il palasport ‘Leonardo Da Vinci’ accoglie ogni sabato un pubblico interessato e caloroso (e a mano a mano più competente), al limite dei posti a sedere omologati.
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24 febbraio 2012
Francesco Marchionna
VIRGILIANA BRINDISI passione e impegno
L’
Asd Virgiliana Brindisi nasce nell’estate 2010, quando la famiglia Taveri subentra nella proprietà e nella gestione della società Brunda. La storia della Virgiliana Brindisi inizia con la partecipazione alla stagione 2010/2011, all’interno del girone C del campionato di serie C2 di calcio a 5 maschile. La filosofia su cui si erge la società è dettata dalla passione e dall’impegno costante, nonché dalla valorizzazione dei giovani con un occhio estremamente attento agli atleti brindisini. In questa sua seconda stagione in C2, la Virgiliana Brindisi può vantare infatti 22 calciatori tesserati, tutti nati e cresciuti a Brindisi città. Si tratta di una scelta voluta e convinta, nonostante spesso si presentino richieste di elementi provenienti da altre città limitrofe. Una filosofia, questa, che mette da parte proclami e slogan autoreferenziali, confidando nella voglia di vincere e nelle qualità di una formazione che da anni ottiene un posto playoff, pur non riuscendo ancora a centrare l’obiettivo promozione. Il calcio a 5, come altri sport della città considerati “minori”, non riceve grandi aiuti e sostegni, andando avanti con la forza dei mezzi propri e di tanta sana passione. Basti pensare che sino a pochi mesi fa le gare casalinghe venivano disputate all’aperto presso il campo di contrada Masseriola, con tutte le difficoltà e i disagi legati alle condizioni climatiche avverse. Fortunatamente, dal novembre 2011, la Virgiliana disputa i propri incontri all’interno del Pala DaVinci, al rione Cappuccini. Ma non basta. È inutile infatti nascondere che, non avendo nessun tipo di aiuto, c’è bisogno di molti sacrifici. Basti pensare ai ticket per l’utilizzo degli impianti, ai costi per le trasferte, alla gestione allenamenti e a tutto ciò che serve per mandare avanti una società di serie C2. Sostenuta da una solida società e dall’impegno della famiglia Taveri, la Virgiliana riesce a tirare avanti sorretta anche da un seguito di pubblico non certo indifferente. E le soddisfazioni non mancano. Due giovanissimi giocatori della Virgiliana, Roberto Passarelli, classe ‘93, e Francesco Lucà, classe ‘95, continuano a essere convocati, settimana dopo settimana, nella rappresentativa regionale. Ma come va la squadra? Dopo un girone di andata non semplice, la Virgiliana è rientrata prepotentemente nella corsa playoff, con l’attuale sesto posto in classifica, con 38 punti, a un solo punto dall’ultimo slot utile per la qualificazione. Dal punto di vista societario, la dirigenza è affidata a Marcello Taveri, Michele Di Donna, Claudio Piliego e Loredana Lazzari. Lo staff tecnico è invece composto da Enzo La Corte, Mino Donativo e Giuseppe Paciullo.
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Francesco Marchionna
rugby NAFTA BRINDISI NON LA SOLITA PALLA
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e il gusto di combattere. Tutti elementi che ritroviamo nella palla ovale. Nel 2004, grazie all’interesse di Mario Spalluto, Alfredo Malcarne, Giovanni Antelmi, Lele e Pierluigi Amoruso, viene costituita l’associazione sportiva Nafta Brindisi Rugby. Finalità, quella di riportare in provincia di Brindisi il gioco della palla ovale dopo la parentesi breve, seppur lusinghiera, messa in atto dal professor Spalluto tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta. Si racconta anche che la decisione riguardante il nome della società fu presa in occasione del torneo di rugby Sei Nazioni, che si disputava quell’anno in Irlanda. La rappresentativa maggiore della Nafta oggi milita nel Campionato Elite di Serie C, al termine del quale le squadre qualificate potranno disputare i playoff per salire nella serie superiore. A ben vedere, quello della Nafta Brindisi è un girone molto duro, in cui militano due squa-
dre retrocesse lo scorso anno e ci sarà dunque da sporcarsi un po’ le divise. Presidente della Nafta è sempre Alfredo Malcarne, mentre sulla panchina c’è una novità sulla panchina. Donato Fontò sostituisce il professor Mario Spalluto, vera icona del rugby a Brindisi. Ad allenare gli under 20 sarà invece Piero Giudice. Alfredo Di Matteo per gli under 16, Salvatore Taveri per gli under 14 e Francesco Maglio e Elvis Ciani per gli under 12 completano il parco allenatori. Uno sport maschio il rugby, rude, energico e di fratellanza che oramai si fregia dell’aggettivo ‘nobile’. Non secondo Oscar Wilde. Secondo lo scrittore inglese, una partita di rugby rappresentava un’ottima occasione per tenere trenta energumeni lontani dal centro cittadino. Oggi nessuno la pensa più così, anche se oltre all’aggettivo ‘nobile’, ad accompagnare lo sport c’è pur sempre quel ‘minore’.
© Domenico Summa
el nome della società, una parte di Brindisi. ‘Nafta’ era infatti il termine con cui veniva identificata, negli anni Settanta, un’area antistante un deposito di carburanti della marina militare. E proprio questo piazzale faceva da cornice ad alcune partite “a pallone”, nella frescura delle notti estive. Un luogo che, nel corso degli anni, ha raccontato sfide e passioni, trasformatesi poi in risse o amori. E poi il colpo di scena. Una notte, qualcuno di cui nessuno ha mai saputo il nome, disegnò, con della vernice bianca, il profilo delle porte da calcio sulle pareti. Ignoti che però lasciarono un nome: “Benedetto Nafta”, in contrapposizione al campo sportivo comunale del rione Casale, dedicato alla Benedetto Brin. “Nafta” così viene ricollegata nell’immaginario collettivo all’adrenalinica passione giovanile per le sfide, per la competizione
foto di Domenico Summa
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24 febbraio 2012
Francesco Marchionna
Vincenzo Maggiore
JUNIOR FASANO
IL NUOTO NON DECOLLA
NON SOLO CALCI AL PALLONE
ATTIVITà AGONISTICA LIMITATA A PoCHI ELEMENTI
“L
A
a palla si colpisce coi piedi”. Non andate a dirlo ai ragazzi della Junior Fasano, società di pallamano maschile, attualmente militante nel campionato di Serie A Elite. Ma come si è arrivati fino a questo punto? Agli inizi degli anni Ottanta, si decise di inserire la pallamano tra gli sport della Polisportiva Junior Fasano. Fu così che venne organizzato nel maggio del 1980 il primo meeting “Città di Fasano”, torneo di pallamano che rappresentò il debutto di questa disciplina sul territorio. L’idea piacque e si decise di partecipare al campionato di serie D, nella stagione 1980-81. L’entusiasmo creato nell’ambiente sportivo fasanese fece maturare l’idea che per raggiungere più ambiziosi traguardi occorresse costituire legalmente la compagine societaria. Il 15 ottobre 1982, la “Polisportiva Junior Fasano” iniziò ufficialmente la sua nuova vita. Fino a oggi. La Junior Fasano è attualmente terza in classifica, a due soli punti dal Conversano, campione in carica, e a sette dalla capolista Bolzano. L’obiettivo è la migliore qualificazione possibile ai playoff, dove ci si può benissimo giocare anche lo scudetto. Passione e successi incorniciati però anche da alcune difficoltà. Fasano manca di un palazzetto adeguato e la squadra è costretta a disputare i propri incontri all’interno della palestra della scuola alberghiera. Qui i posti ufficiali sono 300, ma il pubblico che segue la Junior è nell’ordine delle 600 persone. Questa spinosa situazione ha comportato la rinuncia, per tre anni consecutivi, alle coppe europee. Un palazzetto promesso, in costruzione da trent’anni e mai terminato. E la squadra è in serie A...
pparentemente, quella del nuoto a Brindisi potrebbe sembrare la triste storia di uno sport relegato ingiustamente, come tanti altri, nella categoria dei “minori”. Minori di che, poi? La rispettabilità di una disciplina atletica non si misura certamente sulla base di abbonamenti, sponsor e articoli sui giornali. Il valore sportivo ed educativo del nuoto non può essere messo in discussione. Purtroppo il “difetto di fabbrica” esiste, inutile negarlo, e si estende inesorabilmente in tutta la penisola. In una città come Brindisi (città di mare, non dimentichiamocene) appare quantomeno strano che la maggior parte dei bambini non sia iscritta in piscina, per non parlare dell’attività agonistica, limitata a pochi elementi. “La nostra è una realtà nascosta a tutti gli effetti - non esita ad affermare Maurizio Vilella, responsabile tecnico della A.S.D “Sottosopra” di Brindisi - Non c’è attenzione verso quello che facciamo, non ci sono grandi realtà nel settore che possano garantire agli atleti un sostegno a trecentosessanta gradi”. Volete un esempio? Davide Pensabene e Pamela Gabrieli sono due ottimi elementi brindisini ormai conosciuti sul territorio nazionale. Pur continuando ad allenarsi a Brindisi, i due giovani “appartengono” ormai a società esterne che si sono assicurate per tempo le loro prestazioni. Ma perché a Brindisi il nuoto non decolla? “È un problema di tipo culturale, non c’è un grande seguito da parte dei tifosi, quindi c’è meno interesse a investire in questo sport. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Brindisi dispone di tre impianti, ma sarebbe necessaria una vera e propria inversione di tendenza per far accrescere la visibilità del nuoto in città e la sensibilità dell’opinione pubblica. Questa disciplina non può restare relegata solo alle grandi manifestazioni”, conclude Vilella. Fabio Tagliamento, coordinatore della associazione sportiva “Sottosopra”, sottolinea il grande spirito di sacrificio che sta dietro questo sport. “Chi sceglie di fare nuoto non lo fa per soldi, ma solo per la passione che ha dentro di sé. I giovani che praticano a Brindisi questa disciplina devono misurarsi con grandi difficoltà, non solo duri allenamenti quotidiani, ma anche l’impossibilità di essere assistiti da società operanti sul territorio. Per questo siamo grati alle famiglie che seguono i propri figli atleti, sobbarcandosi la maggior parte delle spese necessarie”.
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24 febbraio 2012
Alessandra Caputo
SPORT E SICUREZZA IL MERCATO DELLE ASSICURAZIONI
I
l mercato delle assicurazioni dello sport ha conosciuto, negli ultimi anni, una crescita impetuosa, destando nuova attenzione da parte di numerose Compagnie di Assicurazione, non sempre, tuttavia, in grado di studiare soluzioni ‘ad hoc’ per le complesse esigenze del mondo sportivo. Del resto districarsi non è semplice. Tanti fanno sport, ma non tutti allo stesso modo fra atleti, tesserati delle associazioni nazionali, associati e praticanti “liberi”. Così se da una parte ci sono i grandi campioni intorno ai quali si muovono interessi economici di rilevante entità, non ultimi quelli che riguardano le coperture assicurative, dall’altra conquista sempre più terreno un vero e proprio esercito di praticanti che, grazie alle migliaia di società o enti di promozione sportiva, si dedicano attivamente alla disciplina sportiva preferita. E sono proprio i dilettanti i soggetti a maggiore necessità di tutela e di assistenza, non solo in campo assicurativo, ma anche in quello sanitario e, più in generale, negli aspetti organizzativi e della legislazione di riferimento. Con il Decreto del 03/11/2010 è stato disposto l’obbligo dell’assicurazione contro gli infortuni per gli sportivi dilettanti tesserati con le Federazioni Sportive Nazionali, le Discipline Sportive Associate e gli Enti di Promozione Sportiva, riconosciuti dal C.O.N.I., con la qualifica di atleta (“tutti i soggetti tesserati che svolgono attività sportiva a titolo agonistico, non agonistico, amatoriale o ludico”), tecnico (“tutti i soggetti tesserati in qualità di maestri, istruttori, allenatori, collaboratori e le analoghe figure comunque preposte all’insegnamento delle tecniche sportive, all’allenamento degli atleti ed al loro perfezionamento tecnico”) o dirigente (“tutti i soggetti tesserati con tale qualifica dai soggetti obbligati”). L’evidente esplosione della pratica sportiva come fenomeno di massa va di pari passo a una maggiore sensibilità verso la ricerca della sicurezza. Oggi non c’è organizzazione, dalle federazioni agli enti, che non
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abbia qualche forma di copertura assicurativa, da quella diffusissima contro gli infortuni degli atleti, all’assicurazione della responsabilità civile e, quasi sempre, personale per gli infortuni degli atleti degli organizzatori di attività in genere, a coperture obbligatorie quali quelle per gli sport motoristici e per i gestori di stazioni di sci. Le società sportive di base, poi, integrano spesso tali coperture da tesseramento per proprie esigenze specifiche. Un groviglio di leggi e cavilli in cui spesso non è facile districarsi per giovani atleti e genitori premurosi. Ecco allora qualche consiglio.
Intervista a Vincenzo Calabretti, Rappresentate Procuratore Generali Assicurazioni, Agenzia Principale di Brindisi. È vero, come molti sostengono, che gli atleti non professionisti, mi riferisco anche ai ragazzini avviati allo sport nelle varie palestre e nell’ambito di Associazioni, non sono particolarmente tutelati dal punto di vista assicurativo? Normalmente sia i giovani atleti che chi si avvicina allo sport tutto, non pensa mai a proteggersi dai rischi che potrebbero accadere mentre ci si allena. Le famiglie, per fatalismo o per disinformazione non credono (pensano) a tutelare ciò che potrebbe accadere ai loro figli durante una seduta di allenamento. Questo anche perché si pensa che tutte le associazioni sportive abbiano una copertura sugli atleti, ciò non è falso ma spesso non hanno garanzie tali da soddisfare le esigenze di coloro che hanno subito un infortunio. Quali (se ce ne sono) le pecche nel ‘sistema’? Sicuramente molto importante è tutelare le invalidità permanenti e i rimborsi spese, questo perché sono le cose che più possono danneggiare a livello economico le finanze di una famiglia quando si ha un infortunio. Cosa consiglierebbe a un giovane all’inizio del percorso sportivo (e ai genitori) dal punto di vista assicurativo? Il mio suggerimento è quello di rivolgersi ad un professionista per conoscere le garanzie e adattarle alle proprie esigenze.
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people
SERENA LICCHETTA e il sogno olimpico
Alessandra Caputo
D
ieci. Il punto più alto, il numero della perfezione assoluta. È il punteggio che Nadia Comaneci, 14 anni, romena, ottiene il 18 luglio 1976, dopo il suo esercizio alle parallele asimmetriche ai Giochi di Montreal. Dopo di lei, considerata all’unanimità una delle più grandi atlete del XX secolo, la ginnastica artistica ha regalato al mondo altri talenti come Svetlana Khorkina, Anna Bessonova, Evgenia Kanaeva, Alina Kabaeva, Melitina Staniouta, Anastasia Valeryevna. Nel parterre delle ‘reginette’ non mancano le italiane da Laura Zacchilli a Vanessa Ferrari a Julieta Cantaluppi. Eppure, nonostante si conquistino regolarmente medaglie e nascano sempre più spesso astri in grado di competere nel panorama internazionale, la ginnastica artistica viene dimenticata dai media nazionali. Olimpiadi a parte. Così capita che ci si stupisca nello scoprire che tra gli esponenti d’eccellenza dello sport pugliese, c’è una ginnasta brindisina. Diciotto anni, futura ragioniera, amante del cinema, Serena Licchetta è più che una promessa. Gli inizi, piccolissima, a Corsano. A undici anni il passaggio alla Ginnastica La Rosa di Brindisi. È qui che sboccia. Nel 2006, appena dodicenne, indossa per la prima volta la maglia azzurra. Poi arrivano gli appuntamenti importanti Belgrado, Londra, Rotterdam. Due finali consecutive, ottava nelle parallele. E ancora medaglie e successi. Ginnasta poliedrica spazia dalle parallele alla trave al volteggio. He Kexin e Vanessa Ferrari i suoi modelli. Un talento innato forgiato tra disciplina, lavoro e sacrificio. Perché seppur giovanissima, Serena sa bene cosa sia il dolore. Il primo infortunio nel giugno del 2009 a 24 ore dalla gara ai Giochi del Mediterraneo di Pescara: rottura del secondo, terzo e quarto metatarso del piede destro. L’ultimo due mesi fa, durante l’allenamento presso il Centro Tecnico Federale di Milano, a pochi giorni dalla partenza per il Grand Prix di Catania, dove Serena avrebbe dovuto gareggiare a parallela e trave. Un nuovo trauma discorsivo al ginocchio sinistro, che ha costretto la campionessa ad un secondo intervento, dopo quello di ricostruzione del legamento crociato anteriore subìto a marzo, in seguito all’incidente occorsole a Bari nella fase di riscaldamento della 2° prova del Campionato di Serie A. Uno stop forzato che l’ha tenuta fuori dalla pedana per diversi mesi. Ma non demoralizzata. Perché quello che certo non manca alla giovane ginnasta è la determinazione. Obiettivo in vista: le Olimpiadi di Londra. Come ti sei avvicinata alla ginnastica artistica? Guardando la tv, in particolare il circo. Ogni volta provavo una voglia matta di imitare gli atleti che si esibivano. Assecondando questa mia passione, i miei genitori hanno trovato una piccola palestra a Casarano, la migliore nella provincia di Lecce. Vedendo l’impegno che mettevo e le mie doti, abbiamo deciso di comune accordo di trasferirci a Brindisi dove ho iniziato a frequentare la Società Ginnastica La Rosa, la migliore in Puglia. Perché hai scelto questa e non un’altra disciplina sportiva. Cosa ti piace in quello che fai? Sinceramente non lo so. Sicuramente è la più completa tra tutte. C’è un attrezzo che prediligi? Le parallele. È stato l’attrezzo in cui nei mondiali del 2009 a Londra mi sono classificata ottava in finale. Un ricordo particolare legato a questo sport? Sicuramente i due campionati mondiali, un’esperienza bellissima che ripaga di tutti i sacrifici fatti negli anni. Quali, se ci sono state, le difficoltà che hai incontrato nel tuo percorso? I numerosi infortuni direi, soprattutto quello di inizio 2011, la prima rottura del crociato anteriore. Dopo nove mesi un altro incidente. A dicembre sono stata operata al ginocchio sinistro e fortunatamente sembra andar bene. Al momento mi alleno e proseguo le terapie di recupero presso il Centro Tecnico Federale di Milano. È dura ma supererò anche questa. A tuo parere a Brindisi gli sport sono supportati tutti allo stesso modo? La ginnastica artistica è uno sport complesso e complicato. La maggior parte delle persone lo reputa uno sport ‘minore’, ma a mio parere dovrebbe essere reputato uno sport ‘maggiore’ considerando le numerose ore di allenamento, i sacrifici e le difficoltà che questa disciplina comporta. In Italia il calcio e il basket sono sport di business. Sogno nel cassetto? Andare alle Olimpiadi. È il sogno di tutti gli atleti. Il sogno di una vita.
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24 febbraio 2012
Terra di Brindisi
Alla scoperta di
San donaci Il suo territorio fu abitato dai Messapi e poi dai Romani, come si rileverebbe dall’impianto urbano e dai resti di ville romane nel circondario. Divenne poi, a seguito di una donazione del re normanno Tancredi, feudo degli Arcivescovi di Brindisi. L’origine del nome della città è incerto. Il suo nome, a partire da un documento del sec. XII, potrebbe dall’atto della donazione: “Donàtoci”, abbreviato in “Donaci”, con l’aggiunta di “san” per volontà degli amministratori arcivescovili e della devozione degli abitanti. Un’altra ipotesi, che fa riferimento alla presenza sul territorio di paludi e canneti , fa derivare il toponimo dall’indoeuropeo “san o sand” = acqua, e dal greco “donakeus” = canneto. Fu l’Arcivescovo di Brindisi Annibale De Leo a far bonificare il terreno paludoso di San Donaci.
Ogni settimana l'inserto centrale conterrà un approfondimento sulla Terra di Brindisi per scoprire e riscoprire una terra ricca di fascino e storie da raccontare scriveteci: redazione@freebrindisi.it
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24 febbraio 2012
In viaggio nella Terra di Brindisi Speciale SANDONACI
LUOGHI SIGNIFICATIVI Palazzo Imperiali Si deve a Giovanni Antonio del Balzo Orsini, la costruzione nel 1455 di una grande torre quadrata (primo nucleo di quello che sarebbe diventato il palazzo Imperiali) a cui si aggiunsero nel 1536 altre tre torri. Furono gli Imperiali nel ‘700 a trasformarlo in splendida residenza. Su una facciata laterale vi è un a splendida loggia barocca con quattro arcate incorniciate da sculture. Chiesa matrice La chiesa matrice, o chiesa del Rosario, caratterizzata da un’imponente cupola rivestita da mattonelle di maiolica e fu edificata alla metà del ‘700 sul luogo dov’era la chiesa angioina della Madonna della Fontana del XIV secolo. Chiesa di S. Maria della Croce La chiesa di S. Maria della Croce sarebbe stata edificata nella prima metà del sec. XVI là dove esisteva un’antica cappella, dalla quale fu presa un’immagine della Vergine dipinta su muro (databile al XIII secolo), la meglio conservata tra le immagini mariane di tradizione medioevale. Chiesa della Madonna delle Grazie Sulla via per Ceglie, fuori la porta dei Cappuccini, è la chiesa della Madonna delle Grazie, a pianta centrale, del XVII secolo.
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ARCHEOLOGIA
Antonio Mingolla - Gruppo Archeo Brindisi
LA VIA TRAIANA A BRUNDISIUM
A
nche ai meno interessati alla storia della nostra città è noto che qui a Brindisi giungeva la Via Appia,“regina viarum”, ossia la più famosa via consolare della Roma antica, tanto che ancora oggi una via della città porta ancora il suo nome. Eppure, non tutti sono a conoscenza che qui giungeva anche un’altra importantissima arteria del sistema viario imperiale, la via Traiana, voluta ai primi del II secolo d.C. dall’ imperatore Marco Ulpio Nerva Traiano. Questa importante strada permetteva ai viaggiatori , alle truppe, e ai commercianti di giungere a Brindisi con almeno un giorno di marcia in anticipo rispetto alla preesistente Via Appia. Il tracciato della Via Traiana si staccava dalla Via Appia a Benevento, dove ancora oggi possiamo ammirare l’arco eretto in onore dell’imperatore Traiano in occasione dell’apertura della nuova strada che aveva come estremo Brindisi; nella nostra città una importante iscrizione in marmo voluta dai cittadini, così recitava:
L’EPIGRAFE IMP – CESARI – DIVI NERVAE – F – NERVAE TRAIANO – AVG – CER DACIC – PONT – MAX – TRIB – POT – XIV IMP – V – COS – VI – P – P BRUNDISINI – DECURIONES ET – MUNICIPES
“A Nerva Traiano Imperatore, Cesare, Augusto, figlio del Divo Nerva, Germanico, Dacico, Pontefice Massimo, Tributo per la quattordicesima volta, Imperatore per la quinta, console per la sesta, Padre della Patria, i decurioni e i municipali di Brindisi”.
IL PERCORSO DELLA VIA TRAIANA
Da Benevento la via attraversava i monti del Sannio e poi le pianure della Daunia e della Peucezia. Successivamente raggiungeva il Mare Adriatico fino Bari dove recentemente ne è stato scoperto un tratto in Piazza del Ferrarese. Dirigendosi verso Sud passava prima per Monopoli, dove è riaffiorato un tratto, poi per Egnatia. Qui si conserva una buona porzione di basolato che attraversa il foro del sito archeologico.
Questa iscrizione marmorea fu scoperta nel giardino di Palazzo Montenegro. Nel 1736, il signor Girolamo Montenegro la fece murare nell’ androne della sua dimora, insieme ad un'altra epigrafe che spiega l’importante ritrovamento.
Questo viadotto si trova ora in un vigneto ed è in opus reticulatum listato con due corsi in latiricium. Lungo,come abbiamo detto 142 m. e largo m. 6,35, compresi i muretti di circa 0,80 m. di spessore (per cui la sede stradale si riduceva a m. 4,75), era alto 2 metri e rinforzato con speroni.
L’IMERATORE TRAIANO
A differenza di altri generali e condottieri romani , come ad esempio Giulio Cesare, Traiano non ha lasciato fonti documentarie autobiografiche, ma diverse sono le fonti monumentali ed epigrafiche. Si possono prendere come punto di riferimento i bassorilievi che decorano il fusto elicoidale della colonna Traiana di Roma.
LA COLONNA TRAIANA
Essa rievoca alcuni momenti salienti della seconda guerra di conquista della Dacia (mentre della prima campagna non c’è alcuna indicazione nè di andata né di ritorno). In un preciso riquadro, viene raffigurata la partenza dell’esercito imperiale per la seconda guerra dacica nel 105 d.C ,da un porto raffigurato da una striscia d’acqua stretta da un molo, alla cui estremità si eleva un arco fornice unico, sormontato da tre statue virili nude. Sullo sfondo c’è un tempio, a destra un cantiere. La partenza avviene di notte, come risulta da uomini che reggono fiaccole accese. Molti studiosi ritengono che si tratti del porto di Brindisi, altri, invece, che sia il porto di Ancona. Si è pensato a quest’ultima città, perché qui si conserva un arco romano ad un fornice prospiciente il porto dedicato a Traiano, eppure anche nella città di Brindisi esisteva già da più di un secolo un famoso arco di ringraziamento all’autorità imperiale: quello eretto in onore di Ottaviano (poi Augusto), vincitore della battaglia d’Anzio e conquistatore d’Egitto, voluto da una delibera senatoriale nel 30 a.C. Non si può affermare, quindi, con certezza se Traiano preferì per la partenza il porto di Brindisi, sta di fatto, però, che egli sbarcò a Durazzo, porto che è molto più vicino a Brindisi rispetto ad Ancona ed è direttamente collegato con la via Egnatia, porta di accesso ai Balcani.
IL PERCORSO DELLA TRAIANA A BRINDISI
Nell’area del Comune di Brindisi il percorso della Via Traiana è frammentario. A Nord la via passava per il canale di Apani che risultava essere più profondo di come è oggi, con un ponte e un viadotto di 142 m. Una prima descrizione si trova nell’Italia pittoresque: “On distingue encore ca et la quelques dalles intactes de la voie antique et je dècouvris moi-meme au milieu de la plaine un vaste fragment de costruction rèticulaire”, (Ci sono ancora alcune lastre qua e là intatte della vecchia strada e mi sono trovato nel bel mezzo di un pezzo vasta pianura di costruzione reticularis), anche se non si sa con certezza se si tratti del nostro manufatto, poi descritto accuratamente dal De Giorgi, Camassa e da Ashby e Gardner.
Nelle sue vicinanze, verso l’entroterra, si trova il pozzo di Vito, dove venivano captate le acque per l’acquedotto di Brindisi, mentre sul lato opposto, verso il mare, sono state localizzate le fornaci per la produzione di anfore. Subito dopo il viadotto di Apani non sono più visibili le tracce della Via Traiana, ma questa puntava, probabilmente, verso sud-est, quasi come l’attuale strada statale, per ridurre al minimo il disagio dell’attraversamento del canale Giancola, che si restringeva notevolmente all’altezza della omonima masseria. La strada continuava a nord-est del bosco del Compare, nel fosso fiancheggiante il bosco. La Via, subito dopo la masseria Pagliarone, attraversava la necropoli brindisina sviluppata lungo la strada in contrada Paradiso. Qui, nel ‘700, il Pratilli aveva notato ancora alcuni monumenti sepolcrali: “alcune piccole vestigia di antichi mausolei in latiricium, adorni di qualche marmo”. Ancora, il Fiorelli, nel 1881, scrisse sul rinvenimento di epigrafi funerarie e di sepolture ad inumazione e incinerazione di età romana. Dalla contrada Paradiso la Via Traiana percorreva con molta probabilità l’attuale Via Egnatia, costeggiava la masseria Torretta e si dirigeva verso l’attuale ex caserma dei Vigili del fuoco fino alla foce del canale Cillarese . Qui vi era “Ponte Grande” chiamato così per distinguersi da quello che si trovava sull’opposto seno di Levante del porto interno, detto “Ponte Piccolo” . Architettonicamente, con molta probabilità, doveva essere simile al ponte di Apani. Era composto da 14 archi e rimase in piedi fino al 1780-1790 quando Pigonati lo face abbattere nei suoi lavori di bonifica del porto. Il ponte fu chiamato anche “Ponte di San Leucio”, infatti è qui che sbarcò fra il 402 e il 492 il santo proveniente da Alessandria d’Egitto. La Via Traiana, proseguendo, passava poi vicino Fonte Grande, oggi conosciuta meglio come Fontana Tancredi, già esistente al tempo dei romani, e si dirigeva verso il rione Cappuccini seguendo Via Provinciale San Vito e passando vicino la necropoli del rione omonimo. è qui che si immetteva sulla via Appia ed entrava in città, collegandosi, con molta probabilità, al decumano inferiore che si dirigeva verso l’arco di Trionfo di Augusto e quindi nel porto. L’importanza del porto di Brindisi al tempo dei romani è evidenziata dal fatto che ben due vie fra le più importanti dell’impero collegavano Roma a Brindisi. I romani avevano riconosciuto l’importanza strategica del nostro porto come passaggio per raggiungere l’Oriente. Oggi, pur riconoscendo l’ importanza storica, turistica e la bellezza del porto di Brindisi, non riusciamo o non vogliamo sfruttare una così grande possibilità per lo sviluppo turistico ed economico della nostra città.
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24 febbraio 2012
APPUNTAMENTI venerdì 24 febbraio Brindisi BRINDISI CLASSICA
“Celebri arie d’opera dell’800”, nuovo appuntamento della stagione concertistica Brindisi Classica dell’Associazione Nino Rota. Venerdì 24 febbraio alle 21:00, nel Salone di rappresentanza della Provincia a Brindisi, recital del noto chitarrista Marco Battaglia, specialista della musica dell’Ottocento, che interpreta con chitarre originali. Serata particolarissima perché l’artista affascina il pubblico non solo con le sue straordinarie interpretazioni musicali ma anche con la sua vasta cultura storica e tecnica sul mondo della chitarra. Nel concerto in programma a Brindisi l’artista si esibirà con una chitarra del 1807 di G.B. Fabbricatore, uno dei più grandi liutai della Scuola Napoletana, appartenuta a Giuseppe Mazzini. Il programma prevede celebri brani di Gioachino Rossini, Giuseppe Verdi e Gaetano Donizetti, trascritti da due grandi chitarristi dell’Ottocento: di Mauro Giuliani sarà eseguita la Rossiniana n. 5 op. 123 - Pot-pourris su temi di Gioachino Rossini da Il Barbiere di Siviglia, Tancredi, La Cenerentola, La Gazza Ladra. Di Johann Kaspar Mertz saranno eseguiti “Opern-Revue” op. 8 n. 29 - Fantasia su temi de La traviata di Giuseppe Verdi e “Opern-Revue” op. 8 n. 8 - Fantasia su temi dell’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti.
venerdì 24 febbraio Ostuni ORCHESTRA MANCINA LIVE
Dopo il successo della scorsa stagione e la carica sprigionata dal palco, torna all'XXL PUB l'Orchestra Mancina (Antonio Tinelli, voce e chitarra, Benedetto Ferricelli, batteria, Peppe Angelini, tromba, Maurizio Cardone, trombone, Michele De Bartolo, chitarra elettrica, Nicola Spera, basso). Nati artisticamente, seppure in formazione diversa da quella attuale, nel 1997 in quel di Massafra (TA), i sei componenti guidati dalla voce eclettica di Antonio Tinelli hanno alle spalle collaborazioni di assoluto rilievo: da Paolo Belli ad Antonella Ruggiero, da Neffa a Kelly Joyce e molti altri. Il loro repertorio spazia attraverso la riproposizione in chiave prettamente ska e reggae di grandi successi italiani, da Mina a Luigi Tenco sino a Rino Gaetano, De Andrè e Loredana Bertè. Un viaggio senza soluzione di continuità e tutto da ballare, una grinta e una "pazzia" artistica di fondo che, oltre a denotare la grande predisposizione artistica dei componenti, li rende fruibili a ogni tipologia di pubblico, creando una commistione impareggiabile con lo stesso e tanto tanto divertimento. Una vera e propria scoperta del nostro territorio che non poteva mancare nella ricca stagione "live" dell'XXL PUB. Ore 21:45, ingresso libero, consumazione obbligatoria. Info. 08311720519.
sabato 25 febbraio Ceglie Messapica FRANCESCA LEONE IN CONCERTO
Nuovo appuntamento jazz al Petra Jazz Club con la grande voce di Francesca Leone. La cantante barese (nel 2011 in nomination per l’Italian Jazz Award) propone una singolare interpretazione dei più famosi standard jazz e bossanova dove improvvisazione, ritmo e melodia si fondono in un repertorio vario e ricco di sfumature. Con lei Vincenzo Cristallo alla chitarra, Gianfilippo Direnzo al contrabbasso, Luigi Terranova alla batteria.Ore 22:00, ingresso a pagamento 10 euro. Info. 3271848706 / 3929318705.
sabato 25 febbraio Mesagne SI RIDE CON I PROMESSI SPOSI
In scena alle OffiCine Teatro Ariston "Cosa puede significar todos col punto G, ovvero La vera storia dei Promessi Sposi", commedia scritta e diretta da Jenny Ribezzo. Parodia musicale che vuole essere un modo di dare voce a quei personaggi del Manzoni che potrebbero avere qualcosa da dire anche ai nostri giorni e che, simpaticamente, possono darci una immagine distorta della realtà nella quale sono sempre stati identificati. Il lavoro di caratterizzazione dei personaggi è stato il lavoro più complesso e difficoltoso, come è normale che sia
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24 febbraio 2012
le segnalazioni vanno inviate a redazione@freebrindisi.it nella messa in scena di una parodia. Singolare è la coesistenza di tante inflessioni dialettali che vanno dal napoletano all'emiliano, dal romano al siciliano. Il repertorio delle musiche spazia da canzoni del dopoguerra a quelle degli anni '80, fino al mitico Thriller di M. Jackson che sottolinea l'ingresso nel lazzaretto. Tutti i testi sono stati rielaborati per l'occasione. Ne risulta uno spettacolo godibile, sulla scia dei Promessi Sposi dell'indimenticabile trio. OffiCine Teatro Ariston, ore 20:00, ingresso a pagamento 8 e 6 euro. Info. 3496683418.
sabato 25 febbraio Fasano SENZA NULLA A PRETENDERE
Dario Maretti/Publicomark Bari, Nico Maretti. Costumi Rosa Lorusso, coreografie Simona De Tullio, con Dario Diana, Patrizia Lezzi, Max Monno - chitarra, Pippo Lombardo - pianoforte, Paolo Azzella - batteria, Bruno Tassone - sax, Paolo Chiarella contrabbasso. Regia di Nicomede Maretti. Un one man show nel quale il noto attore, accompagnato dalla Stardust Jazz Orchestra e coadiuvato dal simpaticissimo Dario Diana e dalla bellissima soubrette Patrizia Lezzi, dà vita ad innumerevoli personaggi e caratterizzazioni alternando momenti di divertimento a momenti di riflessione. Un viaggio virtuale dagli anni 60 ad oggi, che Maretti compie con la complicità degli artisti coinvolti scena, ponendo l’ironica attenzione su tutto ciò che è cambiato, in peggio, in questi ultimi quarant'anni. Musica e parole, monologhi e canzoni che faranno rivivere i fantastici anni 60 ponendoli a confronto con la nostra epoca. Teatro Sociale ore 20.30, ingresso a pagamento 10 euro. Info. 080.4413150.
domenica 26 febbraio Oria PENISOLA DEL TESORO
Si festeggerà la 150esima tappa della Penisola del Tesoro, evento nazionale promosso dal Touring Club Italiano. Patrocinata dall'amministrazione comunale, l'iniziativa è stata proposta nell'estate 2011 dalla direzione del Castello di Oria. L'itinerario della visita guidata nella città storica toccherà, tra gli altri, il Centro di documentazione messapica, il Quartiere ebraico, la cattedrale sorta sulle rovine di una struttura romanica danneggiata da un terremoto, il Palazzo vescovile col Museo diocesano e permetterà di apprezzare i possenti corpi di fabbrica del Castello, legato soprattutto alla figura e al mito di Federico II. Le visite guidate iniziano alle ore 10.00 e durano circa un'ora. Alle 12.00 sul piazzale antistante il Municipio si terrà la cerimonia conclusiva alla presenza dei dirigenti del Touring Club Italiano e delle autorità locali. È prevista l'esibizione degli sbandieratori e dei musici dei rioni cittadini oltre alla presenza di produttori e artigiani locali. Per chi vorrà trascorrere il fine settimana o l'intera giornata a Oria sono state attivate convenzioni con ristoranti e alberghi per far apprezzare le tradizioni culinarie e l'ospitalità salentina. È possibile prenotare la visita guidata inviando una mail a: info@comune.oria.br.it oppure viedellapuglia@gmail.com La partecipazione è gratuita.
GIOVEDI 23 FEBBRAIO TORNA LA SERATA DEL CABARET ALLO 0831! DIRETTAMENTE DA ZELIG OFF & COMEDY TOUR RISOLLEVANTE LA RIMBAMBAND! Rimbamband è quanto di più eccentrico si possa inventare. Quando le arti si fondono in una esplosione di fantasia, lo spettacolo diventa “Il sol ci ha dato alla testa”. Cinque straordinari musicisti un po’ suona...ti che incantano, creano, illudono, emozionano, demistificano, provocano… giocano. Il reale si fa surreale, l’impossibile diventa possibile, il possibile improbabile. Una formazione eclettica, frizzante, folle, bizzarra, gustosa e scatenata che diverte e si diverte grazie al vivido sapore ironico delle sue interpretazioni musicali più che originali, in uno spettacolo che “usa” la musica per viaggiare anche al di là di essa. Come nella migliore espressione di un artista che interpreta se stesso, così la Rimbamband propone uno spettacolo fuori dai canoni convenzionali, oltre le righe, senza righe! Una dimensione nuova, inesplorata, dove la musica si dilata: si ascolta come fosse un concerto e si guarda come fosse un varietà. Un viaggio nel passato patinato dei classici da Buscaglione a Carosone ed Arigliano, la sorpresa di trovarli quanto mai simili a Mozart e Rossini.
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17 febbraio 2012
Opere Pubbliche Complessi Residenziali a Vendere Restauri Monumentali Costruzioni e Ristrutturazioni Edili
Zona Industriale P.I.P. 73010 San Pietro in Lama (LE) Tel:0832634371 - Fax: 0832267791 info@ramirezgroupcostruzioni.it ramirezgroup@pec.it www.ramirezgroupcostruzioni.it 30 freebrindisi.it
24 febbraio 2012
IN EVIDENZA guerra
CINEMA BRINDISI
ANDROMEDA MAXICINEMA Via Bozzano, 1 - Tel. 0831 546880
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OSTUNI
CINEMA ROMA
Via Tanzarella Vitale, 37 - Tel. 0831 336033 ORIA
MULTISALA SALERNO
Via A. Manzoni, 1 - Tel. 0831 840214
WAR HORSE GUERRA Joey è un puledro esuberante, cresciuto libero e selvaggio nella campagna inglese. Separato dalla madre e acquistato per trenta ghinee da Ted, un ruvido agricoltore col vizio della birra, è destinato all’aratro e a risollevare le sorti della famiglia Narracott. Addestrato da Albert, il giovane e ostinato figlio di Ted, Joey ne diventa il compagno di avventura inseparabile almeno fino a quando i debiti e la guerra non chiederanno il conto.
FRANCAVILLA FONTANA
CINEMA ITALIA
drammatico PARADISO AMARO Paradiso amaro vede protagonista Matt King, un marito e padre da sempre indifferente e distante dalla famiglia. Ma quando la moglie rimane vittima di un incidente in barca nel mare di Waikiki è costretto a riavvicinarsi alle due figlie: e quindi a riconsiderare il suo passato e valutare un nuovo futuro. Mentre i loro rapporti si ricompatteranno, Matt è anche alle prese con la difficile decisione legata alla vendita di un terreno di famiglia, richiesto dalle elite delle Hawaii ma anche da un gruppo di missionari.
azione
thriller
MISSION IMPOSSIBLE PROTOCOLLO FANTASMA Implicati loro malgrado in un gravissimo attentato terroristico al Cremlino l’agente Ethan Hunt e i suoi collaboratori sono messi al bando dal governo americano. Il Presidente lancia l’operazione “Protocollo Fantasma”. Hunt e i suoi ufficialmente non agiscono più per conto degli Usa ma tocca a loro, senza alcuna copertura, cercare di fermare chi sta cercando di scatenare una guerra nucleare contando sulla mai sopita diffidenza tra russi e yankee.
IN TIME Will Salas ha venticinque anni da tre anni e la volontà di resistere in un mondo in cui il tempo che resta da vivere è denaro. Nel futuro di Will, uomini e donne sono geneticamente programmati per raggiungere i venticinque anni, età dopo la quale avranno diritto a un anno extra e a una vita affannata e consumata a guardare il proprio orologio biologico. Un timer digitale che segna ogni minuto, ora, giorno, mese, anno guadagnato lavorando o rubando.
Via S. Cesarea, 16 - Tel. 0831 812373 SAN PIETRO VERNOTICO
CINEMA MASSIMO
Via Brindisi, 128 - Tel. 0831 652154 CAROVIGNO
CINEBLU
Corso Umberto I - Tel. 0831 996302 FASANO
CINEMA KENNEDY
Via Pepe, 23 - Tel. 080 4413150
FILM d'autore Dorme di Eros Puglielli Torna in sala, grazie a Distribuzione Indipendente, il film “Dorme”, esordio cinematografico di un giovanissimo Eros Puglielli, girato in SuperVHS a soli 19 anni, nel lontano 2000. Dorme è Ruggero, diciottenne della periferia romana lasciato dalla fidanzata Anna perché troppo basso, non si rassegna e continua a telefonarle. Ogni volta gli viene risposto: “Anna dorme”. Decide allora di andare con l’amico Michele ad aspettarla sotto casa, ma deve inoltrarsi nel quartiere delle Case popolari presidiato dai famigerati fratelli Riccio. In realtà si tratta di un unico teppista psicopatico sdoppiato in due gemelli sanguinari e che è l’attuale fidanzato di Anna. Dopo vari tentativi andati a vuoto Ruggero si crede vinto, ma l’amico Michele gli fa assumere alcune dosi di uno psicofarmaco, il Monaco 2, che appare ai giovani e li aiuta a superare i propri complessi. Quando Ruggero, trasformatosi in una sorta di Mazinga di periferia, sta per sconfiggere i fratellli Riccio, Anna interviene in loro difesa. A questo punto si scoprirà una realtà imprevista che porterà Ruggero a rifugiarsi nel sogno. Il film è in proiezione, dal 10 febbraio, presso le sale di alcuni circoli della FICC e in altre sale di altre associazioni.
LIBRO
Il linguaggio segreto dei fiori
Musica
SeaHouse
di Vanessa Diffenbaughdi Ambra Somaschini Victoria ha paura del contatto fisico. Ha paura delle parole, le sue e quelle degli altri. Soprattutto, ha paura di amare e lasciarsi amare. C’è solo un posto in cui tutte le sue paure sfumano nel silenzio e nella pace: è il suo giardino segreto nel parco pubblico di Portero Hill, a San Francisco. I fiori, che ha piantato lei stessa in questo angolo sconosciuto della città, sono la sua casa. Il suo rifugio. La sua voce. È attraverso il loro linguaggio che Victoria comunica le sue emozioni più profonde. La lavanda per la diffidenza, il cardo per la misantropia, la rosa bianca per la solitudine. Perché Victoria non ha avuto una vita facile. Abbandonata in culla, ha passato l’infanzia saltando da una famiglia adottiva a un’altra. Fino all’incontro, drammatico e sconvolgente, con Elizabeth, l’unica vera madre che abbia mai avuto, la donna che le ha insegnato il linguaggio segreto dei fiori. E adesso, è proprio grazie a questo magico dono che Victoria ha preso in mano la sua vita: ha diciotto anni ormai, e lavora come fioraia. I suoi fiori sono tra i più richiesti della città, regalano la felicità e curano l’anima. Ma Victoria non ha ancora trovato il fiore in grado di rimarginare la sua ferita. Perché il suo cuore si porta dietro una colpa segreta. L’unico capace di estirparla è Grant, un ragazzo misterioso che sembra sapere tutto di lei. Solo lui può levare quel peso dal cuore di Victoria, come spine strappate a uno stelo. Solo lui può prendersi cura delle sue radici invisibili. Il linguaggio segreto dei fiori, romanzo di Vanessa Diffenbaugh edito da Garzanti, è un fenomeno editoriale senza precedenti. Conteso da tutti gli editori, è stato venduto in ventisette paesi, con aste agguerrite e cifre record.
I SeaHouse nascono nell’ottobre 2005. Dopo aver militato negli “Oizo”, Carmelo e Gianluca (chitarra & samples e batteria) data l’affinità di vedute, decidono di fare da sé. Fondamentale è l’apporto di Vittoriana al basso ed Elvy alle tastiere Synth, invece alla loro prima esperienza in una band. Ne viene fuori una miscela strumentale istintiva e d’atmosfera, definita “Post Atomic Emo Space Rock”, e da cui esce soprattutto il primo demo autoprodotto, “Next”. Dopo una densa attività live e varie collaborazioni con musicisti della province di Brindisi e Lecce, Carmelo e Vivi decidono in assoluta serenità di lasciare la band. Si riparte in quel di Lecce e più che una casetta diveniamo un porto di mare, con innumerevoli cambi di formazione, brevi collaborazioni che in ogni caso arricchiscono la nostra esperienza musicale. Nel mese di giugno 2010 Max Licchelli ritorna a far parte della band con la sua chitarra, a cui si aggiunge Marco Locorotondo al basso per circa 1 anno. Nel Marzo 2011 nasce “TED “ secondo disco autoprodotto. Sempre nel 2011 la band entra a far parte del secondo libro dello scrittore giornalista Mino Pica “Cucina Interiore” Lupo editore. Nel settembre 2011 Gianluca Grecucci entra in qualità di bassista nella band, poco dopo Luca Antonazzo, chitarrista, ritorna in casetta. il viaggio come sempre continua...
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24 febbraio 2012
Progettazione e Realizzazione di spazi verdi Manutenzione Verde Pubblico e privato FORNITURE di piante fiorite e piAnte grasse Espianto alberi
L’azienda si avvale delle più moderne tecnologie ed attrezzature usate nel settore, come piattaforme aeree con altezza fino a 22 metri, camion con gru di diversa portata di sollevamento, escavatori skid loader di ultima generazione ed altra attrezzatura di avanguardia con regolare certificazione e in pieno rispetto delle normative che regolano il trasporto dei rifiuti vegetali presso le discariche autorizzate. Le aziende ALMIVERDE SERVIZI e VIVAI CATAMO si estendono su una superficie di 12.000 mq site alle porte della città di Torchiarolo in C. da Faraschita a 28 metri sul livello del mare, gode di un clima particolarmente mite che consente la coltivazione sia in serra che in campo aperto di un gran numero di specie vegetali ortive, ornamentali comprese quelle tropicali. All’interno si trovano un Garden Center di 1.000 mq e 13.000 mq di serre per la coltivazione di giovani piante, inoltre l’azienda completa la sua gamma di prodotti con la commercializzazione di alberature come agrumi, ulivi, carrubi, ficus, grevilee, jacarande; fontane artistiche in pietra; ciottoli in pietra e vetro colorato; piscine in resina e vasi artistici per interno ed esterno.
ALMIVERDE SERVIZI SRL E VIVAI CATAMO professionisti nel settore ortoflorovivaistico C.da Faraschita TORCHIAROLO - Brindisi +39 0831 62 09 54 +39 348 3406064
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CHIRURGIA GUIDATA Il piacere di sorridere Eseguire una implantologia guidata grazie ad una tac preliminare è una tecnica che porta numerosi vantaggi al paziente nei tempi e nella riduzione di margini d'errore. “L'esame Tac dental scan è preceduto dalla preparazione di una protesi che rispecchia quello che sarà poi il lavoro definitivo da consegnare al paziente- spiega il dott. Tonietti, che nel proprio studio odontoiatrico di Brindisi opera seguendo questo metodo. Ci si sottopone alla Tac indossando la protesi. Sulla base dell'esito della Tac, si effettua un intervento virtuale al computer che permetterà al paziente di prendere atto del lavoro impianto-protesico al quale verrà sottoposto”. Il posizionamento virtuale degli impianti viene poi registrato e trasmesso alla casa madre, la quale realizza una guida stereo-litografica che il chirurgo utilizzerà durante l'intervento per operare nella massima sicurezza. “Ho deciso di utilizzare l'implantologia computer assistita perché è una tecnica di nuova generazione e quindi non ancora molto diffusa e perchè da parte dei pazienti c'è una richiesta di riduzione dei tempi d'attesa”. Questa tecnica è indicata anche per i pazienti considerati a rischio di insuccesso come per i pazienti affetti da atrofia dell'osso mascellare superiore o inferiore, o quei pazienti che presentano una riduzione dello spessore dell'osso dovuta all'età o ad una protesi mobile indossata troppo a lungo. L'ausilio della tecnologia è importante sia in fase diagnostica che di realizzazione dell'intervento. I tempi di trattamento sono drasticamente ridotti:il grande vantaggio che ha il paziente è quello di poter indossare una protesi fissa su impianti già dopo poco più di un'ora dall'intervento. Un'innovazione che porta numerosissimi vantaggi per questo motivo lo studio del dott. Tonietti è all'avanguardia e sempre alla ricerca del miglior modo di intervenire sul vostro sorriso.
DOTT. ANTONIO TONIETTI Implantologia Ortodonzia Chirurgia orale Protesi Parodontologia Endodonzia Via Appia, 80 - Brindisi Tel. 0831584993 - 3389857432 www.dentisti-italia.it
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24 febbraio 2012
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