Noel Gallagher su Vanity Fair Italia 15.11.2017

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L’UOMO SULLA LUNA Noel Gallagher, 50 anni. Dopo due anni di silenzio, con la sua band, gli High Flying Birds, torna con un nuovo album, Who Built the Moon?, disponibile dal 24 novembre.

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VANITY NO FILTER A 50 anni non deve più «rispondere a nessuno». E ora che torna con un nuovo album, NOEL GALLAGHER fa un bilancio della sua vita. Tra la moglie che lo considera come un figlio adolescente, l’amico Bono che non si ferma mai e il fratello che «deve farsi curare». E gli Oasis? Finiti, al cento per cento di CHIARA MEATTELLI foto LAWRENCE WATSON

rivedremo pi• 15.11.2017

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ggi i discografici di Londra mi hanno dimenticata in una stanza con Noel Gallagher. Avrebbero dovuto fermarci dopo mezz’ora, invece sono 80 minuti che il frontman degli High Flying Birds, autore e chitarrista degli Oasis, tra aneddoti esilaranti e riflessioni politiche, mi delizia con cabaret puro. «Ehi, ma che ore sono? Devo andare alle prove!», sbotta all’improvviso. Faccio per alzarmi, ma mi prega di restare seduta. Poi apre la porta e tuona all’intero ufficio: «Scusate, quando cazzo pensavate d’interrompere questa fottuta intervista?». Dopotutto di fermarsi non aveva voglia. È un narratore eccezionale: ha il ritmo e la battuta del comico quando imita le orde d’italiani a Formentera che chiacchierano per ore al cellulare in spiaggia («un fenomeno affascinante»), o parla delle gag con la moglie Sara MacDonald di cui è innamorato perso («amo guardarla cucinare mentre le dico stupidaggini») o quando esce con provocazioni come questa: «Se fossi nell’Isis non taglierei la testa alla gente, gli farei provare lo yoga: quella roba mi ha spezzato in due». Entusiasta del nuovo album Who Built the Moon?, il terzo con la sua band che ora include anche gli ex Oasis Chris Sharrock e Gem Archer, Noel Gallagher ammette: «Lo ascolto tutti i giorni: è senza dubbio il mio disco preferito». Fisico asciutto, bomber nero e una spilla bianca e azzurra a forma d’ape, simbolo di solidarietà della sua Manchester dopo l’attentato dello scorso maggio al concerto di Ariana Grande («questa è speciale: ha i colori del Manchester City»), per il nuovo album Gallagher cambia metodo e s’affida al produttore David Holmes, prolifico

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«Fantastico, non so che batterie usa Bono, ha un’energia folle. Le spiego. A Dublino io e Sara lasciamo l’aftershow alle 5 del mattino con tutti ancora che ballano. Poi mi sveglio nella sua guesthouse con il telefono che squilla: cazzo, è Bono su FaceTime! Dice di sbrigarmi perché ha organizzato un pranzo in mio onore col presidente dell’Irlanda. Ci sediamo a tavola alle due del pomeriggio e finiamo alle quattro di mattina. Il giorno dopo Sara torna a Che cosa l’ha spinta ad avventurarsi in un Londra perché non ce la fa più. Io provo a nuovo sound? partire per Parigi dov’era prevista la tap«Volevo lavorare con David Holmes, sono pa successiva ma incontro Bono in giardiun suo fan. Mi ha convocato nel suo studio no, in vestaglia, con le uova strapazzate e di Belfast dicendo di portare solo la chitaruna birra nelle mani che mi blocca: “Rera, niente canzoni, voleva partissimo da sta, andiamo col jet privato domani”. Il zero insieme. Ho subito pensato: “Wow, terzo giorno di fila di postumi da sbronza, non ho mai fatto nulla del genere prima”. atterriamo a Parigi e mi fiondo in hotel sfiE ogni volta che gli suonavo qualcosa di nito, accendo la Tv e chi vedo? Bono a una conferenza stampa per l’Africa che parla con il presidente della Francia!». Fuori dal tour è disciplinato? «A casa non bevo e non fumo. E non esco mai da solo, questa è la nostra regola. Però io e mia moglie abbiamo un problema: ci è difficile tornare a casa prima delle 7 di mattina, e di ricordarci nel frattempo cosa diavolo abbiamo combinato». Ha mai nostalgia degli Oasis? «Non è salutare essere noAFFARI DI FAMIGLIA stalgici nel lavoro. Eppure Noel Gallagher con non sono così stupido da il fratello Liam, 45 non sapere che ai conceranni, negli Oasis, in un concerto del 2001. simile agli Oasis o agli High ti le persone vengono soSotto, la cover di Who Flying Birds, mi diceva di riprattutto per sentire i pezzi Built the Moon?: provare. Ci abbiamo lavoradegli Oasis, ma la cosa più la donna di spalle to per quattro anni, in conimportante è il motivo per è Sara MacDonald, temporanea con Chasing Yecui io sono lì: per le canzomoglie di Noel. sterday, dunque per me è stani nuove. Così ce ne torniato un progetto collaterale di mo a casa tutti felici». puro divertimento. E sa coSuo fratello Liam, mesi sa? Persino mia moglie dice fa, ci ha detto che lei i pezche è fantastico». zi degli Oasis non li sa canDi solito non le dà soddisfatare... zione? «Credo che Liam abbia bi«Lei mi considera come un sogno di uno psichiatra e figlio adolescente. Se le distavolta non scherzo. Sta co che ho scritto una nuova esagerando, ha davvero canzone, al massimo dice: molta rabbia dentro, cosa “Oh, che bravo!”. Però adora questo diche a una certa età non fa bene. Detto ciò, sco, forse perché è da ballare. È lei la donlo vedo contento di fare le sue cose, io sono na sulla copertina dell’album: le ho detto contento di fare le mie cose: tutto a posto». che non l’avremmo pagata, ma che avrebLiam ha detto anche che vorrebbe fare pabe potuto tenere i vestiti e c’è stata». ce con lei, ma non riesce a parlarle perché Com’è stato andare in tour con gli U2? troppa gente si frappone. 15.11.2017

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autore di colonne sonore. Il risultato sono canzoni dal sound audace, un rock movimentato a base di chitarre che strizza l’occhio alla psichedelia e persino all’elettronica. «Prenda Holy Mountain, è così gioiosa: credo che se la suonassi adesso a quel fottuto grasso idiota della Corea del Nord, gli passerebbe la voglia di lanciare missili. A cosa servono le bombe se puoi avere una chitarra?».


«OGGI LE ROCKSTAR VOGLIONO DIRTI PURE DOVE FANNO SHOPPING.

IO INVECE NON AMO I SOCIAL» «Davvero? E dove sarebbe questa gente quando si siede davanti al suo piccolo profilo Twitter e se la prende anche con mia moglie? Il saggio dice che nella vita non puoi mai dire cosa accadrà, però io posso prevedere una cosa con certezza al cento per cento: io e lui non torneremo mai insieme sul palco. Deve accettarlo, è finita». Lei invece non ama i social. «No, sono cresciuto con un’altra mentalità, ma oggi le rockstar vogliono dirti pure dove fanno shopping. Per esempio, ho imparato più su mio fratello da quando usa Twitter che prima, ed è brutto perché gli artisti vuoi pensarli sul palco felici 94

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e irriverenti, non pieni di rancore». C’è la febbre della «condivisione». «Si figuri, a me non piace neppure quando esco con amici che mi parlano di fatti personali. Gli dico: “Ehi, non me ne frega un cazzo dei tuoi problemi, siamo qui per bere e fumare, non rovinare tutto parlando di te”». È una cosa molto British tenersi dentro le cose. «Vero. Però le nuove generazioni sono più aperte: mia figlia (Anaïs, 17 anni, nata dal precedente matrimonio con Meg Mathews, ndr) mi dice che sono strano. Magari si avvicina per parlarmi e io le dico: “C’è il calcio alla Tv, vai da Sara” (ride).

Ma credo le faccia bene, alla sua età io non parlavo mai con nessuno, ho risolto i miei problemi da solo. E lei è come me, ha i miei stessi geni». È geloso di Anaïs quando posta foto sexy su Instagram? «No, non sono quel tipo di padre, anzi, a casa eravamo tutti devastati quando ha lasciato l’ultimo fidanzato. Ma sa il fatto suo, io posso solo dirle che ci saremo sempre per lei. L’unico consiglio che mi sento di darle, poiché sua madre è ossessionata dalla celebrità, è di starci attenta. Canto anche di questo in Be Careful What You Wish For: non ti dirò mai cosa devi fare, fai i tuoi errori ma concentrati sempre sul lavoro, perché la fama ammazza le persone. Oggi, poi, la popolarità è aggravata da Internet: votano più persone per X Factor che per le elezioni, c’è più interesse per Kim Kardashian che per quanto accade nel mondo». Lei guarda i telegiornali? «Cerco di starne alla larga più che posso. Si parla tanto di immigrazione, ma sono moltissimi gli sfollati al mondo: a Parigi ho visto piccole città di rifugiati vivere sotto i ponti. Sono in fuga da una guerra perpetuata dalla compravendita di armi tra Europa e Arabia Saudita, armi che poi passano ai terroristi. È un circolo vizioso senza fine». Dunque in realtà s’interessa. «Mi interesso perché prendo la metropolitana e oggi potrei anche saltare in aria. Un domani mi piacerebbe che la potessero prendere anche i miei figli, vorrei per loro una vita normale, non l’autista personale. È un problema destinato solo a peggiorare e i politici non fanno nulla, anzi, lasciano gli incarichi, come dopo la Brexit, con i responsabili che sono spariti tutti come in un film di Woody Allen. La cosa più triste è che per i bambini di oggi gli attentati sono la normalità, lo vedo coi miei figli, mentre a noi sembra di vivere un incubo». Ha da poco compiuto 50 anni: un bilancio? «Non ho rimpianti, ma forse avrei dovuto fare figli un po’ prima (oltre ad Anaïs, ha Donovan, 10 anni, e Sonny, 7, ndr), così magari oggi suonerebbero nella mia band. Per il resto direi fucking good: il primo terzo di vita è stata pura sopravvivenza. Il secondo è stato duro lavoro ma bello: pensavo solo a far funzionare gli Oasis. L’ultimo terzo è oggi: è il tempo per la mia musica, la famiglia e gli amici. Non devo più rispondere a nessun altro». T E M P O   D I   L E T T U R A   P R E V I S T O :   9   M I N U T I

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