Noel Gallagher su Style Corriere della Sera marzo 2015

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MARZO 2015 NUMERO 3 STYLE.CORRIERE.IT

indiscreto

impossibili

in società

passioni

ritratto

Federica Mogherini: «Gli Stati devono fare politica estera. Ma le decisioni vanno prese nella Ue»

Le gemelle Savignano, 18 anni, le più belle debuttanti. «Uomini âgé? Che male c’è»

Giù di testa per lo yoga. Manager, attori, sportivi. «Come ci ha cambiato vita e carriera»

L’evoluzione del trench. Un classico da movie star. Così lo hanno reinventato le griffe

Zhang Ziyi, celebrity in Cina con 20 milioni di follower. «Sogno un film con Sorrentino»

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I POETI TRA ROCK E RAP

N°3 marzo 2015 – Poste Italiane SpA – Sped. in a.p. – D.L. 353/03 conv. in L. 46/04, art. 1, comma 1, DCB Milano – Il 24 febbraio con il Corriere della Sera 2 € (Style Magazine 0,50 € + Corriere della Sera 1,50 €). Non vendibile separatamente. Nei giorni successivi a richiesta con il Corriere della Sera, Style Magazine 2 € + prezzo del quotidiano.


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IN COPERTINA

NOEL GALLAGHER «È la scrittura che conta. Chiunque può suonare. Ma quante sono le canzoni che restano in mente»? Tra le ultime vere rockstar e autore di pezzi come «Wonderwall», dopo le risse e lo scioglimento degli Oasis vola alto, da solo. Con un nuovo disco in arrivo. Tra figli, calcio, stile, party. «Ho avuto una vita pazzesca...»

di andrea laffranchi foto di lawrence watson

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«Mio fratello Liam è fuori di testa, è un “barking dog”(cane che abbaia, ndr)». Noel Gallagher, 47 anni, cervello e chitarra degli Oasis, non ci è mai andato leggero con il fratello minore. Sono passati cinque anni e mezzo da quella sera a Parigi in cui l’ennesima lite nei camerini ha messo fine all’avventura della band che ha fatto il rock di metà anni Novanta. Erano gli anni del britpop: mentre l’Inghilterra si rimetteva in piedi, gli Oasis riportavano le chitarre nelle classifiche e negli stadi. Con il loro accento nordico di Manchester, le origini «working class», la scrittura di stampo beatlesiano. E c’erano i Blur, agli antipodi: londinesi, middle class e scuole d’arte. Rivalità gonfiata dalla stampa in stile Beatles contro Rolling Stones, milioni di copie vendute e Tony Blair che li invita a Downing Street. Canzoni che sono diventate inni generazionali come Wonderwall, Don’t look back in anger e Supersonic. E in mezzo champagne, cocaina e le liti dei due fratelli. Noel non sopporta gli atteggiamenti di Liam e già nel 1996 molla la band in mezzo a un tour. Nel 2009 l’addio definitivo. Da allora Liam ha messo in piedi i (già disciolti) Beady Eye e Noel si è dedicato alla sua carriera solista sotto il nome di Noel Gallagher’s High Flying Birds e ha in arrivo Chasing yesterday, il suo secondo lavoro, che esce ai primi di marzo. Disco atteso. «Return to safe», rimettere in cassaforte, è scritto con un pennarellone nero sul cd che a Style vien fatto ascoltare in anteprima. Il clima fra i fratelli coltelli del rock non sembra migliorato.

Quanto ci vorrebbe? Se qualcuno ci offrisse una somma assurda gli direi di aspettare la fine del mio tour e forse anche l’uscita di un altro album. E ai fan che me lo chiedono per strada dico: «Un concerto, e poi che altro?». Insomma, non ci penso proprio. Chasing Yesterday, rincorrere il passato. C’è qualcosa di nostalgico? In realtà c’è una strofa della canzone che spiega tutto. Dico che sono stanco di inseguire il passato, è un pensiero che guarda al domani. Certo, messo da solo ha il senso opposto. Ma quelli del mio staff continuavano a pressarmi per un titolo. Poi l’ho deciso all’ultimo, e appena annunciato ho pensato: «Oh no!». Ma tanto credo che non ci possa essere un titolo peggiore per un album di (What's the story) Morning glory? (il capolavoro degli Oasis, del 1995; ndr).

«SESSO DROGA E ROCK AND ROLL? HO GIÀ DATO. HO FATTO FOLLIE SOLO PER UNA JAGUAR DEL '67»

Siete tornati a parlarvi? No. L’ultima volta che ho visto Liam è stato a maggio dell’anno scorso quando il Manchester City (squadra di calcio, ndr) ha vinto lo scudetto. Prima dell’inizio della partita mi hanno invitato ad andare nel tunnel a salutare i ragazzi e per scherzare ho chiesto al capitano Vincent Kompany se potevo avere la sua fascia. Lui me l’ha regalata e l’ho indossata. Liam l’ha vista e si è messo subito a fare domande. Nonostante il clima di festa era nervoso.

Il cantante durante un concerto ad Atlanta, Stati Uniti. Sopra, assieme alla moglie Sara MacDonald, senza i loro due figli ma con Anais, figlia di Noel con la prima moglie.

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G E TTY IMAG E S

Mi sembra di capire che non ce ne sia per una reunion degli Oasis. Si parlava di un concerto al mitico festival di Glastonbury. Loro non hanno abbastanza soldi. Io non ho abbastanza tempo. E nessuno ha la volontà di farla funzionare.


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Non sarà nostalgico, Noel, ma si guarda indietro. In The dying of the light vede alle sue spalle «gli anni che ho speso male». Non parlo di me. È un sentimento che molta gente tende a provare quando arriva più o meno alla mia età. Si guardano indietro e hanno dei rimpianti. Io non rimpiango nulla, ho avuto una vita pazzesca. Che direbbe a questi suoi coetanei? Che hanno ancora tempo per fare quello che non hanno fatto. A meno che non fossero cose tipo l’astronauta o il giocatore del Manchester City. Ogni giorno può essere una nuova partenza e non è che a 40 anni la vita sia finita come pensano in molti. Insomma, se qualcuno ha dei rimpianti si adoperi per non averne altri per i prossimi 40. Un brano si chiama While the song remains the same. È un omaggio ai Led Zeppelin? No. La storia di quella canzone è un’altra. L’anno scorso sono tornato a Manchester per vedere la mia squadra, il City.

Prima di andare allo stadio sono tornato nel quartiere dove vivevo da ragazzo. Giravo un angolo ed erano spariti dei palazzi, camminavo e trovavo strade chiuse. Tutto mi è sembrato nuovo. Mi sarebbe piaciuto portarci prima i miei figli (tre, ndr) e fare vedere loro dove avevo vissuto. Cos’è lo stile per lei? Non saprei come definirlo e non so perché vedo delle persone come Kate Moss o David Beckham e penso che ce l’abbiano. Certa gente sa portare gli abiti meglio di altra. Paul Weller, ad esempio, potrebbe indossare le stesse cose che ho addosso oggi e fare bella figura. Anche mio fratello Liam è così, starebbe bene anche con un sacco addosso. È la prima volta che non parla male di Liam. No dai… Però è fuori di testa, è un «barking dog». E io non sono uno che abbaia. Torniamo al guardaroba. Non ci bado molto. È mia moglie che ci sta attenta. Prima

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Insieme con Vincent Kompany, capitano del Manchester City, squadra di cui il musicista è tifoso. Sopra, in uno scatto realizzato a Londra.


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di uscire di casa per questa intervista mi ha guardato e mi ha detto: «Così non stai bene». Per me l’abbigliamento è come l’arte: non so perché una cosa sia bella o no. La gente della moda mi fa impazzire, passano ore a discutere su un vestito e mi danno sui nervi perché pensano che una sciarpa possa cambiare il mondo. E allora portate quella sciarpa in Medio Oriente! E poi pensano che le loro borse siano più importanti della musica. Il rock può salvare il mondo? No, ma è più importante di un cappello. Il mio prossimo disco è più importante di un cappello griffato. Di sicuro. Roberto Mancini, ex allenatore del «suo» City, aveva gusto? Mi piacevano i suoi capelli, le sciarpe, i vestiti. Manuel Pellegrini (il nuovo coach, ndr) non ha lo stesso stile. Insomma è qualcosa che hai o non hai. Vi manca il «Mancio» adesso che è tornato all’Inter? Lo amiamo ancora: ci ha fatto vincere lo scudetto e aveva passione. L’unica cosa che non avrebbe dovuto fare è stato portare in squadra Balotelli, e lo dico da fan di Mario. Litigavano troppo. Ha puntato su di lui che è stato una delusione. Mario è come un bambino, gli manca qualcosa nel cervello. Gli Oasis sono stati sesso, droga e rock and roll. In che percentuale? Il rock and roll e la droga si sono presi la maggior parte. Il sesso non era così tanto: c’erano le groupie ma non sono l’uomo più attraente del mondo. La cosa più rock and roll che ha fatto? Tipo sfasciare la camera d’albergo? Sfasciare una camera non è cool. E richiede troppa energia. Una follia l’ho fatta nel 1996: ho comprato una Jaguar Mark II del 1967 che mi è costata circa 200 mila euro. E non so guidare. Non ho nemmeno la patente. Ma mi piaceva la macchina.

Ce l’ha ancora? Sì. Mi costa 870 euro alla settimana per tenerla in garage. Lo sa quante miglia ci sono sul cruscotto? Sette. Non ha mai nascosto la sua dimestichezza con la cocaina, che ha mollato nel 1998. Serate folli? C’erano notti in cui si parlava per ore delle Piramidi. Uno diceva che erano state costruite dagli alieni, l’altro non ci credeva, e via di questo passo. Così sono andato in Egitto e ho visitato il Museo Egizio del Cairo e le Piramidi. Non ho visto geroglifici con dipinti degli alieni. Ma è roba passata. Ha tre figli. Come si regolerà con loro in tema di droghe? Come faccio a sapere se si drogano? Non me lo vengono certo a dire. Il mio progetto è di lasciarli liberi di trovare la loro strada nella vita, ma di trattenerli se vedo che sono vicini al limite. La preoccupano i pericoli e le trappole su internet? Ho due figli maschi, sette e quattro anni: fin qui è facile, perché non sono ancora esposti a internet. Con mia figlia 15enne uno si immagina che sia più stressante. Il modo migliore per conoscere i figli è incontrare i loro amici. E i suoi sembrano a posto. Ha un iPhone, smanetta su Instagram, non posso vietarle di essere una teenager. La cosa strana è che per noi è un mondo tutto nuovo e gli esperti sono i nostri figli. A proposito di tecnologia. Che ne pensa dell’operazione degli U2 che con Apple hanno regalato il disco a 500 milioni di utenti di iTunes? Apple ha distrutto il mondo e il senso di avventura e di mistero nella musica. Sono come gli hippy negli anni Sessanta che hanno annientato la cultura giovanile. Il mio amico Lars Ulrich, batterista dei Metallica, da ragazzino era ossessionato dal metal britannico e decise di venire in Inghilterra per sei mesi a scoprirlo dal vivo, perché non gli bastavano i dischi. Negli anni

«APPLE HA DISTRUTTO IL SENSO DI AVVENTURA NELLA MUSICA. MARIO BALOTELLI? GLI MANCA QUALCOSA NEL CERVELLO» style n. 3 marzo 2015

Sopra, un ritratto di Noel Gallagher. Nella pagina a fianco durante la registrazione del nuovo album, in uscita il 2 marzo.

Novanta un gruppo di hippy ha deciso che sarebbe stato fighissimo mettere la musica in un posto e adesso tutto ti arriva sul computer. Gli U2 sono corresponsabili di questo? Loro sono dentro a queste cose tecnologiche. Ma non abbiamo bisogno di Apple. Ho avuto il mio primo smartphone un anno fa. Ora quando sono in taxi invece che guardare fuori dal finestrino osservo lo schermo. Gli hippy, sia quelli originali sia quelli di oggi, sono il male. Ci vorrebbe l’equivalente dei Sex Pistols che distruggono tutto. Oggi i ragazzi, magari anche sua figlia, ascoltano gli One Direction. Li sente, ma segue anche gli Stone Roses. Se il mio singolo In the heat of the moment fosse degli One Direction la farebbe impazzire. Ma siccome l’ha fatta suo papà, se ne tiene a distanza. Adesso ci sono boyband come i 5 Seconds of Summer che suonano pure. Un passo avanti? È la scrittura che conta. Questi non scrivono canzoni e chiunque può suonare una chitarra. Guarda anche i Beady Eye: una grande band, gente che suona davvero, ma finito un concerto le loro canzoni non rimangono in mente.


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