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Raffaella Tallarico
Makkox: «La mia vita da freelance»
Il fumettista e autore televisivo a Futura: «La libertà per me è un valore irrinunciabile»
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di Raffaella Tallarico
Creare storie unendo il disegno alla scrittura: l’attività del fumettista sembra essere precaria, senza orari e senza padroni. Marco Dambrosio, in arte Makkox, classe 1965, è fumettista freelance, uno degli autori e conduttori, insieme a Diego Bianchi, del programma di La7 Propaganda Live, e disegna vignette per giornali come Il Foglio e L’Espresso.
Come lavora un fumettista?
Bisogna distinguere. Alcuni sono inseriti nella macchina produttiva a ruota continua dei fumetti Disney, Bonelli, Marvel o simili: organizzano il lavoro in modo più professionale, credo. Immagino siano più legati a scadenze improrogabili, revisioni e passaggi di tipo quasi industriale. È un modo di lavorare diverso da quello di un autore che a casa o nel suo studio tira fuori un suo paio di volumi all’anno sul tema che gli pare. Io sono un autore di questo secondo tipo. Il tipo sfigato, diciamo, che non ha certezze economiche sul proprio futuro. Ma mettici pure che gran parte del mio lavoro, da dieci anni a questa parte, è fare l’autore tv, che non è un mestiere sfigato in quanto a certezze. Quando disegnavo fumetti full time lo facevo 24/7, zero orari, o almeno me li ricordo così, quei tempi. Ero preda di una specie di furia maniacale.
Per quanti anni è stato un freelance? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi?
Fumettista freelance lo sono ancora oggi: ho la partita Iva e lavoro su commissione, o mi autoproduco. Lo sono stato gran parte della mia vita, non solo come fumettista, quindi per me la precarietà non è uno status eccezionale. Poi sì, oggi magari un paio di contratti con un paio di testate li ho, ma sono rinnovati anno per anno. Io in questa condizione trovo solo vantaggi: posso organizzarmi come voglio, non ho orari, non devo timbrare cartellini o fare riunioni. La libertà, per non dire una blanda forma di anarchia, per me è irrinunciabile. Immagino che, finché saprò disegnare e scrivere, me la caverò. Sennò amen, imparerò a friggere le patate.
Questa vita un po’ “alla giornata” può essere d’ispirazione? Aiuta a mantenere una certa indipendenza intellettuale?
Non c’è una formula certa. Alla fine scrivi e disegni di te stesso, delle cose che conosci, che hai imparato, che ti incuriosiscono. Una vita così ti nutre continuamente di materiale da elaborare. Può capitare che un impiegato che vive giornate tutte uguali da vent’anni ti tiri fuori capolavori di fantasia inarrivabili. Non credo che essere intellettualmente indipendente derivi dal tipo di vita che fai, magari è vera la relazione inversa. Bisogna vivere per fare questo lavoro, ma questo lavoro, se non ti sai gestire, ti impedisce di farlo». Parla Gianluca Giovannini, in arte giangioff, autore e fumettista. Gianluca è un classe ‘96 e ha pubblicato il suo primo libro, “Il futuro nei denti”, nel 2019. Chi fa questo mestiere in Italia «per la maggior parte, me compreso, non ci campa», afferma. Per fumettisti e fumettiste freelance, il lavoro creativo si somma ad altri. Non è un aspetto solo negativo, però: «Realizzo in media un libro all’anno e solitamente nella prima fase di lavoro, quella creativa, faccio anche altro. Finita questa parte passo alle tavole in sé, ci passo le giornate intere. Questa è una mia scelta, mi diverto. Però le scadenze vanno rispettate, e le entrate sono irregolari: una volta possono arrivare 5mila euro, poi nulla per sei mesi».
Certo, dice, questo tipo di lavoro «tiene sempre il cervello allenato». Su questo concorda anche Leonardo Arcipreti, autore della copertina di questo numero di Futura magazine: «Avere molti committenti ti fa uscire dagli schemi», commenta. Leonardo fa il supplente e disegna nel tempo libero: «Mi sono ritrovato a fare cose che mi sarei aspettato, da scene storiche a contesti quotidiani. Questo spinge a migliorare, ma rende anche faticoso portare avanti i propri progetti. Gli autori migliori sono quelli che hanno versatilità ma restano comunque personali, potenti, sinceri».
Gianluca e Leonardo sono giovani e si promuovono soprattutto su Instagram. Chiara Rapaccini, con una storia decisamente diversa, è stata tra le prime in Italia a lanciare la vignetta sui social. RAP, come è conosciuta nel mondo dell’arte, è nata nel 1954. È insegnante, designer, pittrice e scultrice. In più, le vignette che da oltre 13 anni pubblica sulla pagina Facebook “Amori sfigati” sono lette da centinaia di migliaia di persone. «Ho fatto la vignettista gratis per anni – spiega – mentre avevo altri lavori. Questa per me è stata la chiave. Non voglio esaltare uno stile di vita ‘da artista’, il sogno della stabilità economica resta tale anche dopo anni e per godersi questi ritmi di lavoro bisogna avere altre fonti di reddito. Oggi sto bene anche perché mi sono spesa in molti ambiti. Detto questo, è piacevole che l’ispirazione possa arrivare in ogni momento, che ci sia spazio per sviluppare la propria creatività e indipendenza. È una vita caotica, per qualcuno può essere estenuante. Io forse me la sono scelta così perché così funziona la mia mente».
MA. CREDIT:WIKIMEDIA COMMONS
MARCO DAMBROSIO
Classe 1965, è originario della provincia di Latina
La gavetta dei giovani fumettisti di oggi è diversa dalla sua?
Vivo di fumetti da circa dodici anni. Io sono emerso grazie al web. Non credo che la gavetta di un giovane fumettista sia diversa da quella che ho fatto io. Non ho neanche bene idea di cosa sia la “gavetta”: il periodo che trascorri producendo cose che non vengono apprezzate, e per vivere devi fare anche altro, perché non hai raggiunto un sufficiente livello di qualità? Spesso le due cose coincidono. La gavetta è il periodo in cui cerchi il tuo segno, la tua armonia, la tua poetica, e bestemmi perché è una faticaccia lastricata di frustrazioni. Ma quando tutto nelle tue opere inizia a quadrare è difficile che questa fase prosegua a lungo. Un tempo il fumettista doveva girare le case editrici con la cartellina sotto il braccio. Immagino fosse parecchio frustrante. Oggi con il web è facile pubblicare, essere “visti”, e, nonostante l’affollamento, se le tue cose sono di qualità, stai certo che spiccano, si diffondono velocemente. È capitato a me. L’ho visto succedere ad altri. Lo vedo succedere continuamente.
UNA STORIA ITALIANA
Da Corto Maltese a Zerocalcare cento anni di fumetti e non sentirli
Diabolik, Corto Maltese, Dylan Dog, Tex, Valentina, Lupo Alberto, La Pimpa. E poi le sorelle Giussani, Hugo Pratt, Altan, Tiziano Sclavi, Guido Crepax, Andrea Pazienza. Tanti i personaggi e molte le penne e matite del fumetto italiano. Un tipo di arte illustrata nato negli Stati Uniti e sbarcato in Italia nel 1908, anno di pubblicazione de Il Corriere dei piccoli.E se fino agli Anni ‘50 si è attinto molto dai personaggi oltreoceano, i ‘60 segnano la nascita del fumetto italiano con un proprio stile. “Una ballata del mare salato” è il primo episodio di Corto Maltese, personaggio nato dalla penna di Hugo Pratt. È lo spartiacque del fumetto italiano e una nuova era per l’arte illustrata, che assume un’impronta più narrativa e con temi più adatti agli adulti. Nel 1962, dalle matite delle sorelle Giussani, esce il primo Diabolik: l’antieroe che, insieme
CREDIT:FLICKR.COM
alla complice Eva Kant, fa dell’astuzia e del crimine la cifra del proprio fascino, in controtendenza a una certa impronta “moralista” dei fumetti di quegli anni. Negli Anni ’70 la storica casa editrice Bonelli registra numeri da record con Tex, Zagor e il Comandante Mark e, nel 1986, lancia Dylan Dog, che diventerà uno dei fumetti più venduti in Italia e all’estero. Negli Anni ’90 rinasce l’interesse per i supereroi Usa, tanto che la Marvel, fresca di acquisizione dell’azienda Panini, fonda Marvel Italia nel 1993. Gli anni Duemila segnano il passaggio del fumetto dal cartaceo all’online. Il panorama non è meno ricco, con fumetti impegnati sui temi di stretta attualità: Zerocalcare con “La profezia dell’armadillo” e da ultimo, il cartone uscito su Netflix “Strappare lungo i bordi”, le vignette di satira politica di Makkox, Vauro e Natangelo.
R. T.
ALTRE STORIE
Disegnare e vivere
di Luca Pons
CREDIT: LEONARDO ARCIPRETI, RAP, GIANGIOFF
ARTE ONLINE
Da sinistra Leonardo Arcipreti, Amori sfigati, Giangioff