ALESSANDRA FAIELLA • GIORGIO GANZERLI
DIZIONARIO LEI-ITALIANO ITALIANO-LUI
Alessandra Faiella e Giorgio Ganzerli sono attori e autori teatrali, televisivi e radiofonici, oltre che marito e moglie. I loro più recenti successi sono stati colti con le trasmissioni "Bulldozer" (su Rai Due) e "Le relazioni pericolose" (su LA7). Alessandra Faiella ha pubblicato, insieme con Giovanna Ramaglia, Il brutto delle donne (Garzanti).
DIZIONARIO LEI-ITALIANO Come parla lei
La vita è come una vacanza: non conta dove sei, ma con chi sei. È successo a ognuno di noi di essere stato in luoghi meravigliosi, ma nonostante questo conservare un pessimo ricordo perché eravamo con l'amico o l'amica sbagliati. Come la vita: te la puoi giocare bene o male, dipende da chi ti fai accompagnare. Parlare della donna come persona che prende parte a questo lungo viaggio è un'impresa dura e maledettamente seria. E come in tutte le cose troppo serie a volte scappa da ridere. Anche io come l'uomo medio italiano sono cresciuto in una famiglia dove la mamma si pre-occupava (nel senso che prima si preoccupava e poi si occupava) di tutto: dalla colazione alla supposta di Uniplus. Dalla camicia stirata alle scarpette da calcio lavate e messe fuori in balcone ad asciugare con dentro le palle di giornale. Dal cappotto ricomparso misteriosamente nell'armadio in autunno (fino a vent'anni ho pensato che i cappotti andassero in letargo come gli orsi) al costume da bagno che ritorna sempre misteriosamente nel cassetto alla fine di maggio. Ammetto quindi di essere l'esemplare peggiore del maschio italiano: coccolato e viziato dalla mamma. Una donna. E già qui si entra nel torbido. La mamma italiana è un mito, un archetipo. Se la si analizza dal nord al sud d'Italia si arriva a una conclusione: la mamma italiana è pazza. Molte di loro considerano il loro marmocchio (maschio) come se fosse una divinità. Tutto comincia durante l'infanzia: da quel momento fino a quando non deciderete di varcare la soglia di casa per gettarvi nel mondo adulto (cosa che può anche non succedere mai) non saprete un sacco di cose. Che cos'è il frigorifero? Il latte si compra o passa un messo comunale ogni mattina? Le
zucchine crescono già a fette? Siete convinti che le scarpe si muovano da sole perché la sera prima le avevate lasciate nel bagno e adesso sono lì, di fianco all'armadio, al loro posto. Il pavimento è autolucidante? Anche i vetri? E i piatti? Siete mostri che non sanno nulla della vita, bambocci inutili invasi dall'acne giovanile, che non sanno neanche dove comprare il Topexan. Non sapete nulla per colpa di una donna, vostra madre. E di un uomo, vostro padre, che se ne stava sempre in poltrona a digerire bolliti misti e a maledire Andreotti in televisione. Tutto questo porta noi maschi a considerare la donna come un'entità misteriosa. Siete abituati alla mamma e di colpo vi ritrovate in un'altra casa con un'altra donna, ma non è la vostra mamma. Come vi ponete davanti a questo dramma? Improvvisamente le scarpe non camminano più, il messo comunale si è rotto le palle di portarvi il latte a casa e, soprattutto, scoprite che il pavimento non è autolucidante. Dovete ricominciare daccapo, incespicate come bimbi che devono fare i primi passi e dovete imparare a pronunciare le prime parole. Il dialogo con una donna è infatti la parte più complicata. Eravate abituati a frasi semplici e chiare: Ciao Cosa si mangia? Torno tardi Ora non solo dovete comunicare in modo completamente diverso, ma dovete anche capire cosa dice quella misteriosa persona che dorme insieme a voi. Le donne non parlano come gli uomini che sono semplici e diretti, ma usano una comunicazione "a rimbalzo": una frase non si dirige subito verso il bersaglio, ma prende altre direzioni che la fanno rimbalzare da una parte all'altra e solo dopo un giro assurdo fatto di guizzi isterici la freccia arriva a destinazione. Parole semplici dal significato ineccepibile, cambiano misteriosamente senso: Sì = No No = Forse
Forse = No Fai come ti pare = Poi me la paghi Del resto, fin da ragazzino avete avuto qualche sospetto che nella comunicazione tra uomo e donna ci fosse qualche cosa di difettoso: quando avete sentito dire dalla Chicca (nella vita di un quindicenne c'è sempre una Chicca) che Mario era stronzo, e poi la beccavate due ore dopo dietro l'angolo di casa con Mario a limonare con veemenza, cos'avete pensato? Io ho pensato che volevo essere stronzo come Mario. Cercherò, con molte difficoltà, di accompagnarvi passo dopo passo nelle varie fasi cruciali della vita di coppia, per aiutarvi a capire queste strane creature venute da un'altra galassia. Vi segnalerò anche le situazioni tipiche che sicuramente anche voi vi sarete trovati ad affrontare. Immaginate di dover imparare un linguaggio nuovo, come quando avete sentito per la prima volta "il linguaggio dos" o "HTLM". Nella vita, prima o poi, servono.
LA QUOTIDIANITÀ
Se consumate in fretta la prima colazione giù al bar vi perdete una parte importante della giornata. La colazione è un ottimo test per capire come sarà il resto della giornata. Per esempio: vi state gustando il primo caffè della mattina. Il vostro cervello è un ammasso di cavi e spinotti scollegati. State giusto aspettando che la caffeina li ricolleghi nei punti giusti, quando di colpo lei vi fa una domanda apparentemente insignificante: Torni tardi? Quella domanda apre invece una vasta di gamma di insidiosi significati: a. Se torni presto devi aggiustare il lavandino che è un mese che perde b. Devi riportare l'aspirapolvere a Marisa che è un anno e mezzo che dobbiamo restituirglielo c. Devi andare a prendere le guarnizioni per la macchina del caffè A scelta... A quel punto, visto che siete addormentati ma non scemi, mentite: Oggi tornerò tardissimo dal lavoro Ripiomba il silenzio e si ritorna al caffè. Lei ha accusato il colpo e sta preparando la contromossa. Oggi Marco non va a nuoto
Attenzione perché qui si apre la variante coppia-con-figlio e tutto si complica. Sì perché lei vuol dire: Chi lo va a prendere alle quattro del pomeriggio che la Sonia è ammalata mia madre ha la sciatica a tuo padre gli hanno tolto il gesso tua madre lo sai che non c'è con la testa e mio padre idem? A questo punto voi non potete più rimangiarvi le parole. Vorreste andare a prendere Marco, ma avevate detto che sarebbe stata una giornata dura e non potete essere alle quattro davanti alla scuola di vostro figlio. Siete in un vicolo cieco. Cercate di avere un'idea brillante ma l'unica cosa che riuscite a visualizzare è una motonave! Non sapete perché ma vi si è conficcata quell'immagine nel cervello e non vuole andarsene via. Siete nel bel mezzo di un casino familiare e l'unica cosa che vedete è una motonave. Allora cercate un filo conduttore: "Se vedo una motonave qualcosa vorrà pur dire, altrimenti sono pazzo". E in tutto questo pensare non vi accorgete che la vostra faccia esprime solo ignavia. A quel punto la sua reazione è subdola, tagliente come una risma di fogli, acida e inappellabile: Vabè! (che ovviamente può essere modificata a seconda di dove vi trovate: che ne so, a Roma lo diranno con tre b, a Napoli diranno vabbuò, a Vicenza vabèn, quello che non cambia è il concetto). Vabè è una parola che il vocabolario neanche cita, il mio computer me la segna in rosso, ma è zeppa di significati, spesso terribili, specie se accompagnati da un'espressione di vittimistica rassegnazione. Quel vabè buttato lì, tradotto significa: Se non penso io alle cose importanti sto fresca sono io che mi aggiusto con le baby-sitter quella che chiama e che organizza la settimana perché se aspettassi te a quest'ora Marco sarebbe chissà dove di te proprio non ci si può fidare
Non è sempre così, a volte è anche peggio, come quando lei decide di tacere. Ecco, in quel caso potete considerarvi davvero nei guai. Ma torniamo alla nostra colazione. Come avrete notato la conversazione finora si è limitata solo a frasi piccole ma pregne di significati nascosti. Abbiamo anche analizzato l'opzione coppia-con-figlio. Attenzione! Le dinamiche cambiano a seconda dell'età dell'erede e del numero della prole, ma per ovvie ragioni dovrò restare sul generico. Ritorniamo ora alla coppia senza figli intenta a gustare il caffè. La donna a quel punto decide di lanciare un secondo proiettile, un'altra domanda colma di pericolosi trabocchetti: Che cos'hai amore? Va tutto bene? = Perché non mi dai un bacio guardandomi negli occhi e con un caldo sorriso non mi dici che mi ami? Per quanto a noi uomini risulti inspiegabile, le donne non riescono ad accettare che già dopo due-tre anni di convivenza quell'empito romantico che caratterizzava il rapporto agli inizi è svanito. È triste, lo so. Ma dovrebbero una volta per tutte farsene una ragione, e smetterla di trasformare la nostra vita (e la loro) in un incubo. Per sorridere bisogna mettere in movimento diciotto muscoli e l'uomo alla mattina riesce a mettere in movimento a malapena tre parti del corpo: gambe per deambulare, braccia per appoggiarsi al muro mentre si fa pipì e lingua per gustare il caffè. Non possono chiederci di essere romantici. Dunque, quando l'uomo sente quella domanda ("Che cos'hai amore? Va tutto bene?"), improvvisamente si ricorda di non essere più single e cerca di riprendersi al più presto possibile sgranando gli occhi e cessando così di fissare con aria ebete la terza piastrella della cucina. Non gli rimane altro che rifugiarsi nella solita risposta-passe partout: il Lavoro. Così rilancia: Scusami amore ma oggi avrò una giornata dura... Lei è implacabile: Pensi solo al tuo lavoro = Non pensi abbastanza a me
Lui resiste: Lo sai che in questo periodo ci ammazziamo di fatica Lei non dà tregua: Lo so però... = Non mi adori abbastanza Lui vacilla: Vedrai che la settimana prossima andrà meglio Lei affonda: Lo spero = Altrimenti ti mollo Nella coppia-con-figlio può succedere invece che la donna risponda al posto del padre a una domanda posta dal figlio, per esempio: Papà, questa sera torni tardi? La donna infila la risposta con una velocità spaventosa: Sì, come al solito = Papà pensa solo al suo lavoro! Quel "sì" è secco e tagliente come il coperchio di una scatoletta di tonno perché la donna spera di provocare una reazione da parte dell'uomo. Niente, silenzio. Lei allora infierisce: Il papà lavora tanto = E così devo fare tutto io Durante la prima colazione possono accadere anche altre cose inquietanti. Se per esempio la sera prima avete guardato delle vecchie fotografie perché avete riordinato la libreria, o perché ve ne è capitata in mano una, ecco che la donna si lascia prendere dai ricordi e dalla nostalgia. Voi pensate che
durante la notte vostra moglie o la vostra compagna abbia dormito normalmente come tutte le altre notti? Vi sbagliate. Il suo cervello ha lavorato, ha elaborato quelle immagini e le ha scannerizzate una a una. La mattina dopo vi guarda come se foste dei perfetti sconosciuti e poi se ne esce con frasi del tipo: Come sei cambiato = Sei peggiorato In quelle foto eri un ragazzino = Adesso sei un adulto peloso come tutti gli altri Facevi tenerezza = Adesso mi fai impressione A questo punto la giornata può decollare. Ora capite perché molti uomini preferiscono fare colazione al bar?
IL WEEKEND
Per parlare del fine settimana bisogna fare delle distinzioni, sì perché il milanese, per esempio, vive il weekend in maniera differente rispetto al romano, al torinese, al napoletano ecc. Il weekend per il milanese è un obbligo, un status: vado a fare il weekend ergo sum! Le motivazioni di tale atteggiamento affondano nel rapporto che c'è tra il milanese e la sua città. Milano è un grande ufficio e come tale è aperto dal lunedì al venerdì, il sabato e domenica si scappa, si chiude. Ma capita che a volte non sia possibile fuggire dalla metropoli per un motivo: lui deve lavorare oppure lei deve lavorare. Per la coppia-con-figlio può succedere che il figlio sia ammalato, ma a meno che non abbia quaranta di febbre, il sabato mattina si parte lo stesso. Non tutte le mattine sono uguali. Lasciamo perdere le mattine del lunedì e del martedì che sono da classificarsi come tragiche. Il mercoledì mattina si è già più accomodanti, il giovedì si ragiona e il venerdì finalmente si respira e voi (uomini) vi pregustate il weekend con un programma ben definito: non fare nulla. Oziare, vagare per la casa come uno zombie felice di non avere niente da fare per due giorni, quando ecco che, puntuale come la dichiarazione dei redditi, arriva lei, e vi pone questa domanda (minacciosa appunto come una dichiarazione dei redditi): Cosa pensi di fare questo weekend? = Sabato bisogna andare a prendere la cassettiera da mia sorella così rimaniamo a cena che è da tanto che non vediamo lei e suo marito e poi per domenica mi sono messa d'accordo con Mara e Gigi, Gabriella e Sandro e mia cugina Francesca e il suo fidanzato per andare in montagna da Cristina e Marco e poi ci raggiungono Giovanna e Franca e forse viene anche Carla... Per la coppia-con-figlio queste coppie si intendono naturalmente accompagnate da almeno un figlio ciascuna, anche le single sono separate
con figli e se ci sono coppie gay sono anche quelle con figli... fate voi i conti. Ecco rovinato un fantastico venerdì mattina. Eravate felici e adesso già vi vedete la domenica sera sul divano con l'acidità di stomaco e il cervello che è una turbina. Perché non aboliscono i weekend? Sarebbe molto più facile. Suona come una bestemmia, ma a volte penso che sia meglio lavorare che passare il fine settimana con una donna che vi organizza il meritato riposo con un dettagliato programma degno di un Consiglio di Amministrazione. Weekend è una parola che fa scattare qualcosa di diabolico nella psiche femminile. Se la donna non ha programmato un ricco fine settimana non si dà pace. Per tutta la settimana ha lavorato di nascosto, non vi ha mai detto niente dei suoi piani bellicosi e di colpo vi annienta con quella frase proprio il venerdì mattina. Voi allora rispondete con un timido ma sincero: Pensavo di starmene un po' tranquillo Sei il solito = Lo sapevo Ma può benissimo essere il contrario: Lo sapevo = Sei il solito. Sei il solito egoista (menefreghista, egocentrico, pigro, poltrone, inetto, asociale... quindi non mi ami per niente!)
I LITIGI
Dopo una giornata di lavoro, l'essere umano maschio ha un solo e unico obiettivo: sprofondare sul divano. La donna invece percorre il tragitto lavorocasa con una sola idea fissa in testa: telefonare. Così capita che se tornate a casa prima voi, la vostra compagna vi chieda: Devi usare il telefono? = Telefona adesso perché dopo tocca a me e per quarantacinque/cinquanta minuti il telefono è mio e me lo gestisco io Per tutta la durata della telefonata l'uomo ritorna single: potrebbe anche arrivare Naomi Campbell e sdraiarsi nuda sul divano che la vostra compagna non si accorgerebbe di nulla perché sta telefonando alle amiche o a sua madre. Cosa che ha fatto ieri, ieri l'altro e che rifarà domani e anche dopodomani. Per quanto riguarda la variante coppia-con-figlio le cose si complicano: Devo chiamare Mara perché è nei casini = Dovresti preparare da mangiare, fare il bagnetto a Leo, lavargli i capelli, stendere il bucato e già che ci sei lavare i piatti che non ho lavato perché toccava a te Chiunque voi siate, uomo in coppia con figli o senza figli, saprete bene che la donna telefona e parla ininterrottamente per ore. Poi, quando ha finito di telefonare, piomba in un mutismo spaventoso. Si materializza in sala con le orecchie rosse e con un sorriso che soltanto una sostanza psicotropa può regalare. È paga: ha telefonato. Ma la sua beatitudine dura pochissimo. Subito dopo partono delle frasi incomprensibili: Hai controllato la posta? = Hai visto che hai preso una multa?
Hai letto l'estratto conto della banca? = Non abbiamo una lira (suona ancora male dire "non abbiamo un euro") Filippo ha la tosse = Ieri non gli hai fatto mettere la felpa Non c'è verdura = Se non ci penso io va tutto a rotoli Se dopo mangiato avete deciso di andare al cinema ( e qui la coppia-configlio, mi dispiace, ma è esclusa) scatta la scelta del film: lei ha deciso di andare a vedere "L'autunno del mio cuore" (titolo inventato ma che fa capire che il film sarà una noia mortale). Entrate al cinema e vi rendete conto che siete l'unico maschio. Quando il film è finito la vostra compagna ha gli occhi lucidi perché ovviamente la protagonista è morta d'amore oppure è diventata pazza perché il suo uomo è scappato con una cassiera di Bata. Voi invece avete l'espressione tipica di chi si è annoiato e non fate nulla per nasconderla. A questo punto il tragitto cinema-macchina si trasforma in un incubo: Ti è piaciuto? Che carogna! Lo sa benissimo che il film non vi è piaciuto, che vi siete annoiati a morte ma ve lo chiede apposta. Lei: Ti è piaciuto? = Lo so che non ti è piaciuto ma voglio proprio sapere il motivo Lui (evitando di innescare una discussione): L'ho trovato un po' lento Lei: Lo sapevo = Quando si parla d'amore ti annoi Lui (sempre più cauto): La storia mi è sembrata un po' assurda Lei (uno schiocco, come una frusta): Già! = Dimenticavo che per te i film devono essere piatti, banali, scontati Lui (ormai in trappola): Come fa una donna a innamorarsi di uno così? Lei: È vero = Infatti me lo chiedo anch'io: come ho fatto a innamorarmi di uno come te!? Dopo un po' il dialogo diventa noioso. Saltiamo quindi una decina di minuti e arriviamo a quando lei dice:
E allora io cosa dovrei dire? Non importa contestualizzare la frase. È importante invece sapere che lui si arrabbia per il tono usato da lei nel pronunciare quella frase. A quel punto partono le imitazioni: lei che imita se stessa, lui che si arrabbia, lei che rinfaccia a lui di addormentarsi subito quando vanno a letto, lui che chiede a lei cosa cavolo c'entra questo. Lei a quel punto ricomincia daccapo. Lei: Ti è piaciuto il film? Lui: No. Un altro episodio abbastanza tipico nelle coppie è quando si litiga prima di andare a casa di amici. Non è importante stabilire la causa del litigio, forse vi siete dimenticati di comprare il detersivo dei piatti ("Te l'avevo detto tre volte e ti ho mandato anche un messaggio sul cellulare!") oppure perché lei non trova un numero di telefono e dà la colpa a voi ("L'avevo messo sul tavolo e tu l'hai buttato via perché è una cosa mia e a te non te ne frega niente!"). Quello che conta è che subito dopo parte un litigio furioso dove si rivangano episodi vecchi di vent'anni ("...In seggiovia mi hai fatto paura e mi sono messa a piangere"..."E tu quando siamo andati al mare ti sei dimenticata di prendere il costume e abbiamo girato due giorni per trovarne uno che ti andasse bene!"). Dopo di che ci si infila in macchina accompagnati da un silenzio pesante e minaccioso. Arrivati a destinazione vedete i vostri amici calmi, rilassati, sorridenti. Voi no. Siete entrambi un fascio di nervi: il vostro viso è tirato, rigido e più fate lo sforzo di apparire normali più è evidente che vi state sforzando. Vi trovo benissimo! - Dice un vostro amico Lei: Sì, è vero, stiamo bene = Non lo sopporto più E l'amico rincara la dose. Come fate a non litigare mai? Lei: (guardandovi con sorriso omicida) Perché ci amiamo = Ti odio!
È ovvio che quel vostro amico si intende di psicologia come un pastore maremmano, ma subito dopo quella risposta, gira i tacchi e sparisce con la coda in mezzo alle gambe. I cani, si sa, hanno un sesto senso sviluppatissimo. Un classico litigio tra uomo e donna si compie quando la donna torna dal parrucchiere e l'uomo non si accorge di nulla. A volte la donna si fa addirittura fare delle pettinature assurde che non piacciono neanche a lei, solo per il gusto di vedere se il proprio compagno si accorge di qualche cosa. Lei: Ciao, tutto bene oggi? = Non puoi non accorgertene, sembro l'ultimo dei moicani Lui: Solito... Lei rimane basita. Quella carica che la nuova pettinatura le dava è svanita. Lei: Beh, non noti nulla di diverso? = È l'ultima chance, poi chiamo la guardia medica Lui: Bella quella gonna: è nuova? In realtà quella gonna ce l'ha da tre anni. A quel punto parte un litigio furibondo: lei corre in camera, lui si accorge che c'è qualcosa che non va e la raggiunge per cercare di salvare la situazione, ma inevitabilmente la peggiora. Scusami tesoro, l'ho notato solo adesso: sono bellissime le scarpe che hai comprato!
LO SHOPPING
Non so perché, ma appena ho scritto questa parola (shopping) mi stavo già addormentando. Lo shopping non è tutto uguale. C'è quello classico: si esce e si va in giro per negozi, e quello indotto: i saldi. Se voi, uomini, resistete allo shopping indotto siete degli eroi. Quando ci sono i saldi, la donna studia da mesi la tattica per essere la prima a entrare nel negozio, così non perde le vere occasioni. I primi anni di convivenza o di matrimonio riesce a fregarvi e vi manda in avanscoperta per prendere il posto. Così alle otto di mattina di un sabato autunnale vi ritrovate in fila insieme ad altri uomini, davanti a una vetrina coperta da fogli colorati con la scritta SALDI. Voi non sapete cosa vendono in quel negozio e anche i compagni di fila lo ignorano: scarpe, pantaloni, busti, pentole, calze, reggiseni? Mentre siete lì che aspettate pensate a cosa avete fatto di male per trovarvi in quella fila come vitelli che aspettano di essere macellati. Verso le otto e trenta arrivano loro: le donne. Determinate. Agguerrite. Prive di ironia. Incattivite. Quando notano che non avete conquistato il primo posto vorrebbero infilarvi un tacco nelle reni. Il negozio apre la porta e da angeli del focolare si trasformano in hooligan ubriachi e pericolosi: spingono, pressano, litigano, offendono. Una volta dentro al negozio, vedete negli scaffali magliette, pantaloni, reggiseni, giacche e a poco a poco vi deprimete. Lei si esalta. Sembra Maradona ai tempi d'oro: smarca, dribbla, passa alla fascia, crossa e insacca. Durante tutta questa operazione, voi non servite assolutamente a nulla. Siete come un garzone di bottega obbediente e silenzioso che deve seguire il capo. Ma è nei salottini di prova che si compie il dramma. Secondo te come mi sta? = Chiederlo a te è come chiederlo a un mulo
L'uomo sa che la risposta è pericolosissima, quindi agisce con la massima cautela. Lui: Bene Lei: O mi stava meglio quello rosso? = Quello giusto era verde, ma voglio vedere se l'hai notato A quel punto lui si gioca tutto. Lui: No, ti sta meglio questo Lei: Già, forse hai ragione = Non capisci niente Voi non distinguete più un colore dall'altro, cercate solo di evitare che questo weekend si trasformi in un incubo. Ma lei non molla: Lei: E questo come mi sta? = Adesso ti frego Lui: Bene Lei: Ma era quello di prima e tu avevi detto che mi stava male = Idiota Lui: Adesso ti sta bene Lei: Lasciamo perdere = Perché non sono lesbica? Lo shopping classico invece si trasforma in una transumanza che va dal centro della città fino agli angoli più sperduti della periferia per trovare le occasioni più appetibili. Anche qui voi seguite la donna come un cagnolino fedele: muto e rassegnato. Verso sera lei decide che: Hai bisogno di "qualcosa da metterti" = Sei orrendo con quella camicia, sembri un prete operaio Voi, sempre più annichiliti, le date ragione pur di mettere la parola fine a questo strazio. Così, quando tornate a casa vi accorgete di aver comprato un'orrenda giacca a quadretti e dei pantaloni di lana. Solo allora vi rendete conto di aver sempre odiato le giacche a quadretti e di non sopportare la lana sulla pelle. Ma non potete lamentarvi perché lei è già incollata al telefono e
sta raccontando all'amica i dettagli della giornata descrivendo accuratamente gli acquisti fatti. Domanda: all'amica gliene fregherà qualcosa? Per voi rimarrà sempre un mistero. Ma il capitolo shopping non è finito qui. Sarebbe troppo bello. Il peggio arriva quando la donna decide che in casa serve un mobiletto per la cucina o una scarpiera o una cassettiera per la camera da letto o un vaso. Avete letto bene. Un vaso! La frase che annuncia la catastrofe è: In questa casa non si sa più dove mettere la roba = Sabato andiamo all'Ikea! E qui, si compie la tragedia. Dovrebbero istituire un servizio divorzi all'interno dell'Ikea. Entrate, comprate, litigate e poi all'uscita c'è un giudice pronto con la pratica del divorzio, e se avete speso più di trecento euro (cosa facilissima) è tutto gratuito. E così il sabato, giorno che dovrebbe essere dedicato all'ozio, alla lettura o al sesso (anche tutte e tre), si trasforma in un incubo. Vi trovate con il metro in mano alle otto e venti della mattina per prendere le misure del nuovo mobiletto che voi dovrete montare il giorno dopo, cioè domenica. Una volta dentro al paradiso della donna (l'ikea), la vostra compagna viene spinta da una irrefrenabile voglia di comprare tutto. Lei: Come sarebbe bello questo in sala = Io lo comprerei ma tu sei tirchio Lui: Che cos'è? (l'uomo, in questi casi, è come un primitivo davanti a un forno a microonde) Lei: Ma non lo vedi? È Okkandala = Idiota, è un porta CD E qui scoprite che la vostra donna ha letto e riletto il catalogo fino a conoscere a memoria il nome degli articoli, il numero di identificazione e l'esatta ubicazione negli scaffali. Lui: Non vorrai mica comprare questo coso? Lei: Sei il solito = Musone, antico, monotono, noioso
Finalmente siete nel reparto tanto agognato: quello delle scarpiere. Voi che ne avete ignorato l'esistenza fino a cinque minuti prima, guardate l'oggetto con diffidenza. La donna invece estrae dalla borsa quattro paia di scarpe e fa le prove. Le infila negli appositi ripiani e poi apre e chiude gli sportelli un centinaio di volte per vedere se le cerniere reggono lo sforzo. Voi siete lì e inebetiti assistete a questa scena incapaci di prendere qualsiasi iniziativa. Dopo mezz'ora lei decide che non va bene perché alla settecentesima chiusura ha sentito un cigolio: Lei: Hai sentito? = Scommetto che non te ne sei accorto Lui: Cosa? Lei: Niente = Se non si tratta di macchine, è come se non ci fossi
IL CAMBIO ARMADIO
Succede di sabato: lei si sveglia alle sette del mattino e comincia a svuotare l'armadio, e mette tutta la roba sul letto mentre voi dormite ancora. Quando vi svegliate coperti da un mucchio di vestiti credete che sia successo qualcosa di grave: i topi hanno invaso l'armadio, le tarme stanno distruggendo tutti i vestiti oppure lei è completamente impazzita. L'ipotesi giusta è la terza. Lei non dice nulla, va avanti come se fosse posseduta dal demonio. Quando finalmente le chiedete cosa diavolo sta facendo, lei si gira, vi guarda e soddisfatta dice: Il cambio armadio! = Se non ci penso io a queste cose! Il cambio armadio consiste nel cambiare i vestiti estivi con quelli invernali e viceversa. Nella realtà significa che lei butta via i vostri vestiti perché li ritiene brutti, vecchi e rotti. Infatti ogni volta che prende in mano un vostro vestito lei scuote la testa e bofonchia qualcosa. Questi pantaloni bisogna aggiustarli = Domani li porto ai poveri Anche questa maglietta è un po' conciata = Ne farò degli stracci È inutile protestare. È inutile dirle che siete affezionati a quella maglietta, perché lei ha già fatto un sacchetto con dentro quasi tutta la vostra roba. Lui: Amore, quella maglietta no, mi piace Lei: Questa?! = Il solito gusto rivoltante Lui: Sì, quella maglietta mi piace
Lei: Va bene, la teniamo = Vorrà dire che al prossimo bucato sbaglierò la temperatura
I TIPI DI DONNE
Stiamo entrando in un terreno difficile: catalogare le donne come se fossero delle scatole da scarpe con tanto di numero di riferimento non è bello, ma è necessario. Non vorrei parlare delle classiche tipologie femminili: le casalinghe, le impiegate, le donne manager. Niente di tutto questo. Cercherò di focalizzare i caratteri da un altro punto di vista e parlerò di tipi quali: la Donna Violentata Termicamente (DVT) la donna con il sonno leggero la donna che si fa del male la donna che capisce gli uomini la donna dell'amico la donna devota all'uomo la militante la "matta" la donna che "l'ha inventata" la donna che ama gli animali la donna mamma LA DONNA VIOLENTATA TERMICAMENTE (DVT)
La DVT è quella donna che ha una madre (un'altra donna!) con il terrore del freddo. Scoprite se la vostra compagna è una DVT barrando le caselle delle seguenti situazioni:
Al primo starnuto sua madre telefonava al primario del reparto malattie infettive minacciandolo di morte se non fosse venuto a visitarla. Sua madre veniva colta da tachicardia se in casa girava scalza. Alla parola "spiffero" sua madre scoppiava a piangere. Sua madre scioglieva la neve con il phon per impedirle di giocare "a palle di neve". Una mattina ha trovato Babbo Natale svenuto dal caldo nel salotto di casa sua. Se le avete barrate tutte, la madre della vostra compagna è una perfetta DVT e sicuramente le avrà trasmesso questa ingombrante eredità: il terrore del freddo. Ovviamente non stiamo parlando di temperature polari come in Canada o in Russia. La DVT sgrana gli occhi, le si deforma la faccia, contrae le spalle solo per un debole refolo di venticello primaverile. In tarda primavera capita di vedere nei parchi bambini (ma sono più frequenti le femmine) ingabbiati dentro i passeggini, imbacuccati, con tanto di cappello di lana "perché le orecchie sono delicate". Le facce di queste povere bambine sono da campagna fotografica di Oliviero Toscani: soffrono, piangono, si dimenano, scalciano, dai paraorecchi scendono gocce di sudore, la bocca è contratta in una smorfia di dolore e la lingua è asciutta e increspata. La mamma di questa povera creatura non pensa minimamente che la bimba possa avere caldo perché, per lei, il caldo non esiste. Se vivete con una DVT, avete perfettamente capito di che cosa stiamo parlando: questo tipo di donna è una minaccia per il genere umano, una sciagura. Capita di vederla alla mattina guardare fuori dalla finestra con la stessa espressione dell'"Urlo" di Munch. Se non ci siete abituati credete che là fuori ci possa essere di tutto e vi preparate al peggio: la vicina di casa si è impiccata e le sue gambe danzano davanti alla vostra finestra, un condor appollaiato sul vostro balcone sta mangiando un bulbo oculare rubato a un vecchio mentre andava a ritirare la pensione, la testa del vostro gatto mozzata è infilata in un'asta a mo' di trofeo... tranquilli. Lei ha quella faccia perché piove!
Sta semplicemente scendendo una pioggerellina primaverile, a dire il vero anche piacevole perché pulisce l'aria. Ma lei è terrorizzata e subito si infila un pile. Poi, vi guarda schifata e... Tu non hai mai freddo = Non hai sensibilità tattile, come i rinoceronti Adesso mi rivolgo a voi, compagni di DVT con figlio: è inverno, ma è una bella giornata di sole. Decidete di uscire con vostra figlia: non fate mai l'errore di non metterle il cappello. La DVT crede ancora che la femmina sia più debole del maschio, quindi si incattivisce ancora di più. DVT: Che cosa stai facendo? = Chiamo il Telefono azzurro Lui: Sto uscendo con Laura DVT: Ma sei impazzito = Ti denuncio al Tribunale dei minori Lui: Perché? DVT: Le hai messo la calzamaglia? E la maglia di lana? E la tuta in kevlar con i doppi rinforzi antivento? E il cappello con i paraorecchi doppi in lana di capra? = Ti tolgo la patria potestà A quel punto riparte una nuova vestizione. La bimba già soffre non appena le infilate la calzamaglia, quando vede la tuta viene colta da una crisi di panico e inizia a roteare gli occhi come se fosse posseduta dal demonio, e non appena vede il cappello con i temutissimi paraorecchi comincia a ululare come una lupa affamata. Ma la madre non si scoraggia e le infila il tutto come se non stesse succedendo nulla. Ora la bambina è vestita, ha vomitato due volte per il caldo, ma è vestita. Voi, però, non siete ancora pronti e a questo punto avete i secondi contati perché non avete fatto i conti con la temperatura del vostro appartamento: trentadue gradi! La vostra caldaia è una turbina impazzita. Il manometro segna rosso, la pressione è al massimo. È chiaro che la bambina sudi, e che dopo qualche secondo diventi rossa e i paraorecchi si bagnino di sudore. Se mi esce sudata poi si ammala! - Rantola la DVT allo stremo delle forze.
Con una velocità dettata dall'esperienza, toglie gli strati di lana bagnata dal corpo della bimba e subito dopo è pronta per ricoprire il corpicino dell'infante con altri strati di lana, ma a quel punto la piccola non ne vuole più sapere di uscire. È sfinita. Soddisfatta, la vostra compagna, dichiara: Non vuole uscire perché fa troppo freddo = Anche questa volta ho vinto io! LA DONNA CON IL SONNO LEGGERO
Un altro tipo di donna particolarmente pericolosa per l'equilibrio psicologico del maschio è la cosiddetta donna con il sonno leggero. Questa donna ha l'aria perennemente incazzata perché voi, di notte, non la fate dormire. È vero, molti uomini russano come degli escavatori, dei caterpillar, delle bitumiere, e questo non giova, alla lunga, al rapporto. Ma questa donna ha la capacità di svegliarsi non appena voi pensate di andare a letto: è notte e la vostra compagna dorme da due ore. Voi siete sul divano, con un occhio aperto e l'altro chiuso. State aspettando che l'ultimo residuo di vitalità della giornata vi faccia raggiungere il letto per gettarvi a peso morto, ma, non appena arriva questo scampolo di energia, lei si sveglia perché ha "sentito" che state arrivando. Non avete fatto niente, non vi siete mossi, non avete provocato nessun tipo di rumore, ma lei si è già svegliata. Per questo tipo di donna dormire senza problemi significa essere vuoti, privi di sensibilità, stupidi, non del tutto civilizzati e più vicini al mondo animale. Questa notte i nostri vicini hanno urlato e tu non ti sei svegliato = Mi fai paura Un allarme ha suonato per due ore e tu non ti sei svegliato = Chi sei? Se vi addormentate dopo che avete litigato, la donna vi paragona a Goebbels.
Come puoi dormire dopo quello che è successo? = Ce l'hai un'anima? Sono rimasta sveglia a guardarti mentre tu dormivi = Mi fai impressione Prima di andare a dormire questo esemplare compie dei veri e propri riti, come per esempio non dire a se stessa che sta andando a letto. È infatti convinta che esista un'entità del sonno che se la scopre le rovinerà il riposo con rumori misteriosi e pensieri nefasti. È proibito inoltre augurarle la buona notte, perché crede che questo ente misterioso che governa il suo sonno sicuramente si accanirà su di lei. Prima di coricarsi la donna con il sonno leggero vaga per la casa come se avesse delle faccende da sbrigare, in realtà sta cercando di ingannare l'entità misteriosa. Poi, sempre di nascosto, prepara la tisana. Ne ha di tutte le qualità. Tutte inutili. Sul comodino devono esserci: un bicchiere d'acqua, una confezione di tappi in cera e una in gommapiuma. La sveglia deve essere girata perché la donna con il sonno leggero, se si sveglia di notte, non deve sapere che ore sono. La porta della camera non deve essere chiusa ma neanche troppo aperta, idem per la finestra. Consiglio: non portate mai questa donna in un rifugio in montagna. Lei è convinta di dormire in un'accogliente cameretta con le tendine di pizzo alle finestre, la nonna di Heidi che alla mattina le porta la colazione a letto e il canto degli uccellini che le augura una buona giornata. Non sa che nei rifugi si dorme in orrende camerate piene di uomini gonfi di genepì, su scomodi letti a castello e che la sveglia non è data dal canto melodioso del fringuello ma da disgustosi e maleodoranti rumori corporali alternati a colpi di tosse secca e a grasse risate. Potreste ritrovarvi single in un attimo. Per quanto riguarda la coppia-con-figlio le cose si complicano. È mattina, la vostra compagna vi guarda con odio. Voi, come spesso accade, non ne capite il motivo. Dopo alcuni minuti di silenzio lei vi guarda con gli occhi spiritati e una smorfia inquietante:
L'hai sentito questa notte Filippo? Lo sa benissimo che voi non solo non l'avete sentito, ma che l'avete rimosso dalla vostra vita: per voi, Filippo non è mai nato. Fissate sempre la terza piastrella della cucina incapaci di dare una risposta sensata. Lei, vi incalza: L'hai sentito o no questa notte Filippo? In realtà vi vuole dire che Filippo si è svegliato alle tre, ha pianto, se l'è fatta addosso e poi ha vomitato. Ma non lo dice, e ribadisce: E tu non hai sentito niente = Ammetti di essere un organismo monocellulare In questo caso, uomini, non avete molte vie d'uscita. Se buttate lì una risposta a caso potreste ritrovarvi il pestacarne in fronte. Vi sconsiglio anche di evitare frasi del tipo: a. Mi sono svegliato, ma ho visto che andavi tu b. In questi casi è meglio che ci pensi la madre c. Se vado io, poi tu diventi gelosa Vi conviene ammettere col capo chino: Lui: Non l'ho sentito Lei: Non l'hai sentito? = Che differenza c'è tra te e un ratto? LA DONNA CHE SI FA DEL MALE
Questo tipo di donna solitamente è single e compie azioni, scelte che la danneggiano fisicamente e psicologicamente: lavora diciotto ore al giorno, al
bar mangia sempre orrendi panini, orrendi "piattini" e orrende "verdurine". Spesso rimane imbottigliata nel traffico delle ore di punta e più di una volta si porta il lavoro a casa. L'unica vera amica di questa donna si chiama gastrite, ma guai a dirle che dovrebbe prendersi una pausa, rallentare i ritmi e pensare di più alla sua salute. Lei pensa alla sua salute in modo particolare: iscrivendosi a un corso di spada celtica. Torna a casa alle nove e mezzo della sera, mangia un hamburger di soia e tofu, poi nel centro della sala si mette a roteare una scimitarra di ventidue chili e dice: Recupero l'equilibrio alterato in tanti anni di lavoro stressante = Voglio un uomo ma non ho tempo per cercarlo Quando la donna che si fa del male si accoppia, spesso lo fa con uomini assurdi: uomini separati più volte, omosessuali, pseudoartisti falliti senza un soldo, preti, PR cinquantenni con il codino mantenuti ancora dai genitori, e ragazzini imberbi non ancora usciti dalla fase onanistica. Quando queste relazioni finiscono (di solito durano pochissimo) lei se ne esce con la classica frase: Non avevamo lo stesso karma = Scappano tutti LA DONNA CHE CAPISCE GLI UOMINI
La donna che capisce gli uomini è pericolosa. Fuma due pacchetti di sigarette al giorno intervallati da negroni e gin tonic e si trova perfettamente a suo agio in mezzo a soli uomini. Spesso l'uomo che è in crisi con la propria donna trova in lei una spalla su cui piangere, una presenza confortante con cui aprirsi e sfogarsi. I consigli che questo tipo di donna dispensa sono tra i più disparati: Dovresti separarti per un po' = Vieni a letto con me Non pensarci tanto = Vieni a letto con me Devi sdrammatizzare = Vieni a letto con me Esci e divertiti = Vieni a letto con me
Vieni a letto con me = Poi però te ne ritorni da lei LA DONNA DELL'AMICO
Se gli amici ce gli scegliamo, le loro donne no. La donna del vostro amico vi arriva dal cielo, è una lotteria, un terno al lotto. Capita a volte di rompere amicizie trentennali per colpa di una donna del vostro amico. I motivi possono essere svariati: perché lei ha cambiato lui, perché lei non vi sopporta, perché voi non sopportate lei, perché voi siete andati a letto con lei. La donna del vostro amico è quella persona che in una cena fra amici, di fronte alla goliardia tipicamente maschile, se ne esce con un sarcastico: Come si divertono = Bambocci mal cresciuti O accusano il loro uomo (il vostro amico) davanti a tutti: Ma allora riesci anche a ridere = Con me sei sempre musone Se state organizzando un viaggio in camper con altri tre amici, lei arriva e vi mette i bastoni tra le ruote: Sarebbe un bel viaggio, ma Carlo non può venire perché dobbiamo raggiungere Mara e Gigi a Rapallo. Glielo avevamo promesso, ricordi? = Col cavolo che te ne vai via da solo! E così il vostro vecchio amico Carlo il casinista, quello che trascinava gli altri, quello che non andava mai a letto prima dell'alba, ve lo immaginate sul lungomare ligure alle nove e mezzo di sera con il maglione sulle spalle a parlare di lavoro, di tassi d'interesse, di malgoverno e dell'Inter insieme a Gigi. Dieci metri più indietro la moglie di Carlo e Mara parlano di tende, di Francesco e Laura che si stanno lasciando e di come è cambiata la vita da quando c'è l'euro. Però, che bello, stanno mangiando tutti e quattro il gelato.
LA DONNA DEVOTA ALL'UOMO
È abbastanza banale, lo so, ma la donna che l'uomo preferisce è la cosiddetta donna devota all'uomo. Questo tipo di donna sopporta qualsiasi cosa: se la tradite, lei vi capisce e vi perdona. Se dopo un mese la tradite con una venticinquenne, lei vi capisce e vi perdona. Se dopo due mesi la tradite con una ballerina di lap dance dopo avere ripulito il suo conto corrente, lei vi capisce e vi perdona. Il suo motto è: Solo io lo capisco = Amo soffrire LA MILITANTE
La militante esiste ancora. Anzi gode di ottima salute. È quella donna che in gioventù ha partecipato a manifestazioni, ha tirato qualche sampietrino e bombe molotov. Cantava slogan politici, professava l'amore libero e fumava spinelli. Adesso che è moglie, e probabilmente madre di famiglia, questo esemplare di femmina è caratterizzato da un moralismo ferreo ricoperto da una patina di noia mortale: evita come la peste tutto quello che è contemporaneo, come per esempio l'innocuo cellulare, ancora visto come un simbolo del consumismo. Considera le mode e le tendenze dei figli come degenerazioni dei tempi. Musicalmente è rimasta agli Intillimani e ovviamente in tavola tutto deve essere biologico, equo e solidale. Spesso i figli della militante si ribellano nella maniera più ovvia: la figlia quindicenne vuole rifarsi le tette, il maschio ventenne si iscrive alla Bocconi. Quando la militante scopre che il suo compagno ha una relazione con un'altra donna (una sventola tutta curve convinta che "il Manifesto" sia la
pubblicità dei Quattro salti in padella), lei cerca di argomentare, di analizzare e subito dopo convoca un'assemblea d'emergenza. Come hai potuto farmi questo? = Fascista! LA "MATTA"
È capitato a molti uomini di aver conosciuto una donna e dopo qualche giorno decidere di trascorrere insieme a lei una breve vacanza o un weekend. Vi ha colpito quella sua aria stravagante, l'allegria che sprigiona e poi è una simpatica casinista. Dopo qualche ora però, vi accorgerete di essere incappato nella temutissima "matta". La "matta" è quella donna che dice di essere stravagante e casinista, simpatica e scanzonata: in realtà è la persona più noiosa del pianeta. Si sente "matta" perché fa cose di una banalità devastante e ve le racconta pure, come se si trattasse di avventure divertentissime, naturalmente accompagnando il racconto con fragorose risate: Mangio i bomboloni a mezzanotte = Che matta che sono Io la spesa la faccio alle nove di sera = Che matta che sono Al telefono faccio le voci strane così l'altro pensa di aver sbagliato numero = Che matta che sono Ho registrato il mio cane che abbaia e l'ho messo come suoneria del mio cellulare = Che matta che sono Vado in autobus = Che matta che sono Con l'ardore tipico dei disadattati racconta spesso aneddoti interminabili e quando finalmente arriva alla fine di quel penoso racconto, l'unica a ridere in modo sguaiato è lei. Non ha il senso della misura, non conosce l'ironia, racconta barzellette di una volgarità raccapricciante e non contenta le ripete anche due volte. Quando la "matta" parla con un uomo (può essere il postino o il Papa, per lei non c'è nessuna differenza), lei non l'ascolta perché è occupata a togliere i
pelucchi dalla sua giacca. A volte avete il sospetto che se li porti da casa, in un sacchetto, e quando meno ve lo aspettate ve li butta addosso. La "matta" si esalta per qualsiasi cosa le diciate: Domani vado a Lodi (occhi sgranati, mani congiunte e bocca deformata dalla gioia) Ho dimenticato le sigarette (giro su se stessa, pugni serrati, bocca spalancata) Ho fame (piccoli saltelli a piedi uniti accompagnati da belati di gioia, ondeggiamento della testa, torsione della spina dorsale) Voi la guardate come si guarderebbe un marziano, increduli e basiti. Se provate a dire parole o frasi in libertà vi accorgete che provocano le stesse reazioni: Compasso (gridolini di estasi inframmezzati da risate a singhiozzo) Sono un contabile di Novara (strabuzzamento degli occhi e risate isteriche) Andirivieni (noooooo di incredulità + una gesticolazione scomposta degli arti superiori) Dopo un weekend insieme alla "matta" sarete così stanchi e depressi che solo un'istitutrice tedesca severissima e con un orrendo porro sul mento potrà ridarvi il buonumore. LA DONNA CHE "L'HA INVENTATA"
Non bisogna scervellarsi per capire che cosa abbia inventato questo tipo di donna. La donna che "l'ha inventata", solitamente, è simpatica come la fame, come un alveare nei pantaloni, come un molare che fa male, come un gatto aggrappato alla schiena, e potrei continuare ancora ma mi fermo qui. Questa donna è convinta di essere l'unica al mondo ad averla originale mentre tutte le altre donne l'hanno copiata. È facile individuare la donna che "l'ha inventata" perché l'espressione schifata del suo volto è più che un indizio, è una conferma.
Disprezza tutto ciò che è altro da se stessa, e non sto parlando di bellezze imbarazzanti come Monica Bellucci o Sharon Stone. Mi riferisco a donne normali come la vicina di casa, la parrucchiera, la collega d'ufficio. Se, disgraziatamente (per voi), la donna che "l'ha inventata" ricopre un ruolo di potere, anche piccolo come capoufficio o responsabile del settore vendita di "Lina la mutandina" per la bassa modenese, accentua ancora di più la sua aria schifata nei confronti dell'umanità intera. È ovvio che se non siete un dirigente d'azienda o un medico affermato o un capitano d'industria, in altre parole se non siete ricchi sfondati, la donna che "l'ha inventata" non vi degnerà nemmeno del suo sguardo "schifato" perché voi, per lei, non esistete. L'unico modo per entrare in comunicazione con questo esemplare di donna è la devozione totale e incondizionata Lui: Hai degli occhi bellissimi. Lei: Solo quelli? = Chi sei, ratto! LA DONNA CHE AMA GLI ANIMALI
La donna che ama gli animali fa paura. È quella donna che mette al di sopra di tutto il suo animale domestico: spesso è il gatto, a volte più di uno. Vive per quella bestia, gli parla, quando è al lavoro vorrebbe telefonargli per chiedergli se va tutto bene. Il suo amore è incondizionato e totale. Se questa donna vede per strada un bimbo sofferente e poco più in la c'è un gattino mal nutrito, lei non ha dubbi e si precipita dal piccolo gatto e lo sommerge d'affetto. Solitamente i suoi felini sono gonfi di cibo perché a ogni miagolio la donna corre con la scatoletta di salmone e piselli, e rimpinza la povera bestia come se fosse denutrita anche se in realtà pesa come un adolescente. Se andate a casa di questa donna dovrete come minimo adorare questo mostro mal cresciuto, parlargli come se fosse un vostro collega. Per tutto il tempo della visita la donna avrà un sorriso ebete stampato in faccia e vi farà vedere le prodezze del gatto: come prende la pallina, come sale sul divano, come beve dalla tazza. Vi racconterà che alla mattina lui si mette davanti alla porta di casa per salutarla quando se ne va al lavoro, e se vi vedrà titubante farà finta che sia
mattina per farvi vedere com'è intelligente. Se per caso vi graffierà lo sgriderà come se fosse un bimbo di cinque anni e chiederà al gatto di scusarsi con voi. È inutile che cerchiate di convincerla a suon di testate che si tratta solo di un animale, perché questo tipo di donna è completamente vittima del suo gatto. Solitamente queste povere bestie hanno lo sguardo spento, vitreo perché il loro mondo è un appartamento di cinquanta metri quadrati. Poi sosterrà che ama così tanto il suo gatto che ha dovuto castrarlo, perché è meglio così. A quel punto il gatto vi guarderà dritto negli occhi come per ammonirvi: "Sei ancora qua?" Se riuscirete a trovare un'intimità con questa donna, magari dopo aver bevuto molto vino, e provate qualche avance, lei avrà una reazione sconcertante. Lui: Andiamo a letto? Lei: No, è meglio di no = Pancetto è geloso, potrebbe arrabbiarsi Ovviamente Pancetto è il gatto. LA DONNA MAMMA
La donna mamma vive esclusivamente per il figlio o per i figli. Essendo abituata a comunicare esclusivamente con loro vi tratterà come uno di loro. Quindi non potrete per esempio bere vino altrimenti... "Ti viene la bua al pancino", oppure vi mette in mano un dinosauro e... "Senti come urla!" La donna mamma non sta mai ferma: pulisce, prepara da mangiare, cambia i vestiti, infila supposte, riordina la camera, sgrida, pulisce i culetti, lava magliette, canta canzoni demenziali, sgrida e cuce dei pantaloni. Potrete dirle che è scoppiata la terza guerra mondiale oppure che dal cielo piovono ramarri, lei avrà sempre la medesima reazione: telefonare al pediatra. La donna mamma non sveglia il pargolo come una persona normale. No. Ogni mattina compone dolci melodie da sussurrare nelle orecchie del piccolo, inventa coreografie, giochi di luce e un finale a sorpresa. Non parla al bimbo
come una persona normale, ma emette sempre odiose voci da fata o da bimba mal cresciuta accompagnate da facce da clown o da lupo mannaro. La donna mamma è succube del figlio. Per la sua creatura è disposta a fare qualsiasi cosa come a carnevale correre da una parte all'altra della città per comprare i guanti dell'uomo ragno al figlio...altrimenti lui si arrabbia tantissimo! La camera del figlio è in realtà una filiale di Toy's, il grande magazzino dei giocattoli, perché ogni desiderio del bimbo viene esaudito: librerie piene di videocassette della Walt Disney e a fianco di ogni singolo film c'è la versione in dvd perché... lui adesso li vuole in dvd. E poi castelli, orsi, leoni, macchine, camion, spade, pistole, mitra, puzzle, garage, aeroplani, carri armati. Ogni suo pianto viene sedato con un giocattolo. La donna mamma organizza il compleanno del figlio/padrone cinque mesi prima: coinvolge un grafico per creare un biglietto di invito simpatico, tartassa l'animatrice per scegliere i giochi da fare, ogni settimana fa un giro di telefonate ai genitori degli altri bambini per ricordare loro il giorno del compleanno. Quando finalmente arriva il grande giorno, la donna mamma è sull'orlo di una crisi di nervi. Il suo viso è solcato da profonde occhiaie per le numerose notti insonni a litigare col marito per decidere se l'animatrice deve vestirsi da rana o da mirtillo; e poi gastriti, labirintiti, diarree croniche perché se sbaglia il compleanno, suo figlio/padrone gliela farà pagare cara e lei lo sa. Per non deludere il piccolo Hitler la mamma organizza la festa dove tutte le altre mamme hanno festeggiato il loro figlio: da McDonald's! Giunta la sera, la donna mamma torna a casa svuotata, spossata, priva di energie. Ma la festa è riuscita perfettamente. Lui: Com'è andata la festa? Lei: Benissimo = Il prossimo anno elimino la mosca cieca e introduco il rubabandiera e le bandierine devono essere più colorate anche la torta alla frutta perché porta la felicità tà tà tà tà timpete fece l'orso che mangiò la marmellata ta ta ta tuffate fece l'ape che mangiò la cioccolata ta ta ta tullala fece il corvo che si mangiò la macedonia ia ia ia fece il pollo... E così di seguito, e per tutta la vita.
LA DONNA E LE DIETE
Quando la donna sente che si sta avvicinando l'estate, nel suo cervello scatta un allarme. È come se avesse installato una sirena che puntuale suona alla prima giornata di sole dell'anno. Quel suono in realtà segna l'inizio del momento più drammatico della sua vita: quello di mettersi a dieta. Una mattina di maggio, approfittando del cambio armadio, si prova un costume a due pezzi, fa una faccia disgustata e da quel momento è la fine. Dieta! Da un giorno all'altro anche la vostra alimentazione verrà stravolta e se osate mettere a tavola un salame, lei griderà come un ossessa. Lei: Che cosa fai? = Animale che non sei altro, provochi? Lui: Faccio uno spuntino Lei: Ma sei pazzo, ma non sai quanti grassi contiene quel mostro! = Col pane caldo dev'essere buonissimo! Lui: Due fette di salame, un'oliva e un bicchiere di vino, che male c 'è ? Lei: Da oggi basta! = Ti andasse di traverso! Ogni donna conosce una dieta particolare che le ha passato un'amica appena tornata dal Vietnam o dalla Malesia. Poi c'è quella a base di crusca, quella a base di liquidi, con le fibre, a base di frutta ecc. Ma ogni donna ha una sua dieta segreta che mai e poi mai svelerà al mondo. Ovviamente quella dieta la conoscono tutti ma nessuno oserebbe dirglielo. E così da un giorno ali altro compare sul frigorifero un foglio con scritta, giorno per giorno, la composizione dei pasti: a colazione un cedro verde e una tazza di tè alla genziana. A pranzo duecento grammi di dragoncello verde e centocinquanta di coriandolo in polvere e di contorno pastinaca. Per cena grano del Salento e crusca aromatizzata al fior di loto.
Ma dove diavolo le va a prendere queste cose? Si comprano dal fruttivendolo? In erboristeria? In farmacia? Oppure ci sono dei pusher sparsi per la città che ti vendono sottobanco questi prodotti? Lei: Da oggi basta vino, si pasteggia con acqua e limone = Che voglia di un bicchiere di vino Lui: Peccato, avevo comprato una bottiglia di Nero d'Avola favolosa; vorrà dire che la berrò io Lei: Se proprio vuoi diventare una botte di lardo, fallo pure = Spero che sappia di tappo Dopo una settimana di dieta forzata la donna non si controlla più: è un fascio di nervi, il volto tirato e l'andatura a scatti. Ma è alla mattina che si compie la tragedia, quando arriva il momento della pesa. Dopo giorni a base di dragoncello e tisana alle mandorle lei sale sulla bilancia e nota che è diminuita solo di trenta grammi. La colpa di tutto questo è solo vostra. Lei: Io mangio i germogli di soia e tu ti fai una carbonara = E non me ne dai neanche un po'! Lui: Amore guarda che sei dimagrita tantissimo Lei: È l'odore della pancetta che mi fa ingrassare = Mi farei un piatto di ossibuchi con la polenta Dopo un mese di dieta siete a un passo dal divorzio. Lei si è rinsecchita come un manico di scopa anche se la bilancia dice il contrario, i suoi nervi sono a pezzi, anche la sua psiche. Ogni sera si prova un vestito e si guarda allo specchio, ma un rotolino di ciccia le fa cucù dall'elastico. La donna, furente, si strappa il tutto con rabbia e subito corre in cucina a mangiare un piatto di indivia belga condita con limone e bergamotto; come mangiare una siepe di pitosforo. Voi siete esauriti, non ce la fate più a vedere la vostra compagna che si intristisce in quel modo e vi sentite in colpa se portate in tavola tagliatelle fumanti al ragù e uno stracotto d'asino. La vostra disperazione è a un livello tale che sperate in un invito a cena da Mara e Gigi perché, pur di mangiare come si deve, siete disposti a sentir
parlare di tassi d'interesse e di tovaglie di Fiandra per tutta la serata, ma lei è implacabile. Lei: Da Mara e Gigi, sei pazzo?! = Ci vuoi andare perché Mara fa dei tortelloni squisiti Lui: Gigi mi ha detto che Mara è a dieta Lei: L'ha interrotta perché a Gigi stava venendo l'esaurimento nervoso senza i suoi tortelloni = Oddio, se dico ancora "tortelloni" svengo L'uscita dal tunnel si deve a un paio di pantaloni che vostra moglie non metteva da tre anni perché le andavano stretti. Ora, come per miracolo, quei pantaloni le calzano a pennello donandole una silhouette da ventenne. Ritorna il sorriso, i lineamenti si fanno più morbidi, e per premiarsi si prepara un bel piatto di polenta taragna.
LE VENDETTE
La donna è vendicativa. Attende anche dei mesi, degli anni, ma alla fine riuscirà a godersi in santa pace quello che viene definito "un piatto che va gustato freddo". Se l'avete tradita con una venticinquenne con i jeans a vita bassa e dopo qualche mese la ragazza, rinsavita, vi scarica perché improvvisamente le ricordate suo zio, state attenti a tornare da vostra moglie con la coda tra le gambe. Lei vi accoglierà come se foste un gattino sperduto tra i boschi ma, quando meno ve l'aspettate, affonderà le sue unghie nella vostra carne. Per mesi non vi farà avvicinare a lei, se tentate un approccio fisico ringhierà come un pitbull da combattimento, e per un periodo abbastanza lungo non potrete mai dirle di no. Per esempio, quando c'è la finale di Champions League. Lei: Stasera parliamo di noi = Ti piacerebbe vedere la partita, vero? Peccato, non puoi! Oppure siete di quei quarantenni innamorati di modellismo. Spendete un sacco di soldi per far volare il vostro piccolo aereo, vi siete fatti mandare le ali dal Belgio, il motore dall'Olanda, il timone dalla Grecia. Quando avete il telecomando in mano e comandate il velivolo vi sentite paghi, felici e tutti i problemi spariscono. Finalmente arriva il momento più importante della vostra vita: "La giornata di aeromodellismo". Un raduno mondiale dove migliaia di altri bambini mal cresciuti come voi condividono la vostra stessa passione. È una giornata importante anche perché potete fare scambi, scoprire indirizzi utili dove acquistare pezzi importanti, ma soprattutto potete far volare il vostro modellino per ore e ore e vedere centinaia di persone con il naso all'insù che si esaltano insieme a voi.
Lei sa tutto questo e quando vi vede caricare il modellino in macchina felici come un bambino davanti a un gelato, vi dice: Caro, che cosa fai? Sai che dobbiamo andare a Caronno Pertusella al centro lombardo del salotto con Mara e Gigi? = Se provi a dire no cambio la serratura di casa Ovviamente non dite di no perché ricordate ancora la scena pietosa che le avete fatto quando ve ne siete ritornati mesti da lei. Anche gli approcci sessuali vanno male. Per mesi e mesi provate ad aver un contatto fisico e lei, carogna, vi fa arrivare al limite dell'eccitazione e poi vi silura con l'immancabile: Mi spiace, caro, ma ho mal di testa = Cosa credi, che mi sia già passata? Oppure siete pescatori, di quelli seri. Di quelli che in garage hanno sette canne da pesca, quattordici mulinelli, il frigorifero con dentro dodici tipi di esche vive. Ma il vostro vanto è la cassetta dove mettete tutta l'attrezzatura. Lì dentro c'è di tutto. Anni e anni a raccogliere il più piccolo galleggiante, la montatura più strana per pescare il pesce ramarro (non esiste, lo so, ma è per dare l'idea). Quella cassetta in realtà è la succursale di un negozio di pesca. Una mattina scendete in garage per preparare la montatura per il pesce ondivago (anche questo non esiste, ma non conosco un pesce particolarmente difficile da pescare), ma non trovate più niente. Tutto sparito. Vi strofinate gli occhi perché non credete a quello che vedete. Rientrate in casa con un groppo alla gola, non riuscite quasi a parlare. Lei vi vede. È tranquilla, serena. Ha già capito tutto. Lui: Tesoro, ma dov'è tutta la mia roba, le canne, i mulinelli e... la cassetta? Lei: L'ho data a Gigi (e non solo la cassetta) = Devi solo provare a incazzarti
LA CRISI
Quando riuscirete ad ammetterlo a voi stessi, vuol dire che in realtà era da parecchio tempo che eravate impantanati. La crisi di coppia è come un virus: colpisce quasi tutti e non esiste un vaccino. Un uomo e una donna che vivono nello stesso appartamento ma che non si parlano più, non si vedono più, non si sentono più e a poco a poco si trasformano in due grandi ciabatte: una dimenticata sotto il divano, l'altra in bagno, dietro il lavandino. La crisi può essere di vario tipo: perché nessuno dei due ne può più dell'altro o uno dei due ha trovato di meglio. Quando la crisi di coppia è conclamata cominciano le serate in cui ci si accusa a vicenda. Serate cupe, pesanti, cariche di tensione e di tristezza. All'inizio l'approccio è timido, cauto. Lei: Io ti vorrò sempre bene = Ma se te ne vai è meglio Lei: Possiamo sempre rimanere amici = Io a Milano, tu a Palermo Lei: Ho bisogno dei miei spazi = Scopo con un altro Nella fase due capita che lei si ricordi di tutti i vostri impegni. Lei: Non vai da Gigi a vedere la partita? = Se non esci tu, esco io Lei: Il prossimo weekend c'è il tuo raduno di aeromodellismo (oppure il triangolare di calcetto o la due giorni del cavedano o il sabato del tamburello, a scelta) = Te ne vai via questo weekend, non è vero? Poi si passa alla fase tre dove si è un po' più diretti e forse non è necessaria la traduzione. Lei: Non ti posso più vedere = Non ti posso più vedere Lei: Mi dai fastidio = Mi dai fastidio
Lei: Scopo con un altro = Non è ancora vero ma appena esco di casa mi faccio il primo che incontro Quando siete nel bel mezzo di una crisi con la vostra partner è naturale cercare una spalla amica su cui piangere per sfogarsi. Ma non appena vi siete confidato con un amico scoprite che anche l'amico è in crisi con la moglie, ma non solo, anche Luca. Anche Mario. E Federica? Ha una storia con il suo dentista. Sara ha buttato fuori di casa Giacomo e adesso convive con due punkabbestia di Lecce. Luca ha una storia con la sua insegnante di shatzu e anche il lattaio dove andate a prendere il latte ogni giorno è in crisi. Scoprite che vostra zia ha una storia con un venticinquenne e vostro zio dalla disperazione si è tatuato la ricetta del ragù sul braccio. Anche gli inossidabili Mara e Gigi sono in crisi: lui si è innamorato del suo meccanico e lei adesso organizza partite a tennis tra sordi. Un minuto prima vi sentivate come un cane abbandonato e un po' vi vergognavate, perché eravate convinti che intorno a voi tutti gli altri vivessero in armonia con la propria partner. Vi rendete conto che c'è un mondo sotterraneo, nascosto, clandestino e che tutti cercano di apparire normali, con una vita normale. Finalmente vi siete accorti che i sentimenti non sono dei soprammobili, le pulsioni non sono delle poltrone e che nulla è dato per scontato. Adesso siete anche voi uno dei tanti.
IL SESSO
Per molti uomini la parola "preliminari" non ha alcun significato per il semplice motivo che quando il membro maschile si irrigidisce, automaticamente il cervello si scollega e l'uomo viene guidato esclusivamente dal proprio glande (da qui l'espressione "testa di ..."). Se l'atto sessuale ha una durata che varia tra i trenta e settanta secondi, non chiedete alla vostra compagna se le è piaciuto perché la risposta potrebbe farvi male: Lui: Ti è piaciuto? Lei: Cosa? La donna spesso viene assorbita dal lavoro e così le riunioni fiume col capo, i conti che non tornano o la difficoltà nelle vendite ve li ritrovate sotto le lenzuola. Succede quindi che mentre state facendo l'amore, la vostra compagna invece di lasciarsi andare stia pensando a come rispondere al suo capo il giorno dopo o che di colpo abbia visualizzato l'errore nella fattura 1256/bw oppure le viene un'idea brillante per vendere meglio "Lina la spazzolina". Lui: Ti è piaciuto? Lei: Sì = Per incrementare la vendita di Lina è sufficiente spingere il marketing nei luoghi meno abituali, creare una rete di venditori, sostenere il prodotto, ampliare i punti vendita... ecc... Nel sesso la donna è avvantaggiata per due ragioni: può fingere e non conosce la parola "cilecca". Per noi maschi quel termine è sinonimo di catastrofe, peste, carestia, strage. Abbiamo paura di guardarci allo specchio, precipitiamo in un profonda depressione e siamo sicuri di essere già diventati omosessuali.
Come si comporta la donna quando il membro del suo compagno ricorda più il collo di un tacchino che un possente obelisco romano? Vediamo le risposte a seconda delle categorie La Donna Violentata Termicamente: Non importa caro, tiriamo su le coperte = Ho freddo! Ho freddo!! Ho freddo!!! La donna con il sonno leggero: Stai tranquillo... stai tranquillo... stai tranquillo = Altrimenti mi ti rigiri nel letto nervoso e dopo chi dorme più La donna che si fa del male: Non ti preoccupare = Mi è capitato anche di peggio La donna che capisce gli uomini: Non ti preoccupare = Tanto domani mi vedo con Giulio e quello... La donna dell'amico: Non ti preoccupare = Sono i sensi di colpa? Era meglio se lasciavo perdere... La donna devota all'uomo: Non ti preoccupare = È colpa mia La militante: Non ti preoccupare = Se votavi alle primarie non ti succedeva La "matta": Non ti preoccupare (ciondolamento del capo, torsione del busto, bocca a culo di gallina) La donna che "l'ha inventata": Non ti preoccupare = Sei proprio impotente! La donna che ama gli animali: Non ti preoccupare = Forse è meglio castrarti La donna mamma: Non ti preoccupare = Povero pistolino che non si vuol drizzare, che cosa bisogna fare, guarda in giù, guarda in su, dammi un bacio e fai cucù
Subito dopo aver fatto l'amore, si verifica spesso questa scena: la donna si accende e vuole parlare, l'uomo si addormenta. Se l'uomo si addormenta dopo cinque secondi dall'espulsione del proprio seme, la donna lo guarda e dice: Il solito = Come i primati Se ne passano dieci: Eccolo lì = Come i cinghiali Se ne passano venti: Tesoro! = Sei quasi umano Quando oltrepassa i trenta secondi la donna non crede ai propri occhi: Amore! = Sei un poeta Anche la famosa domanda "Ti è piaciuto?" pone delle riflessione serie e accurate: nel culmine dell'amplesso la vostra donna lanciava ululati come una indemoniata, ha svegliato il palazzo intero, avete sentito i vicini maschi che tifavano per voi, ma se le domandate: Lui: Ti è piaciuto? Lei: Uhmm = Poteva andare meglio Allora vi ributtate alla carica come un toro nell'arena. Gli ululati si trasformano in ultrasuoni col risultato di richiamare tutti i cani randagi della zona davanti alla vostra porta di casa, i vicini indicono un'assemblea straordinaria: Sandro il tranviere vi vuole cacciare dal palazzo perché non riesce a dormire, la signora Gianna è preoccupata per il figlio dodicenne perché si sveglia con gli occhi pesti e il suo rendimento scolastico si è notevolmente abbassato, la signora Mirella è preoccupata per la vostra compagna e chiede se le può dare il cambio. Alla fine di tutto fate alla vostra compagna la fatidica domanda.
Lui: Ti è piaciuto? Lei: Uhmm... sì, però... = Facevo meglio da sola Quando un uomo e una donna stanno insieme da poco lo fanno sempre e in posti assurdi. Poi quando il tempo passa diminuisce il numero dei rapporti, e se non si è in un comodo letto se ne riparla un'altra volta. Tutto questo sfocia in discussioni e litigi. La donna è convinta che sia tutto finito: l'amore, la passione, il desiderio. L'uomo deve dare la colpa a qualcuno o a qualcosa: il lavoro, il capo, il tempo che passa, il mutuo da pagare, le tasse, l'Inter, il telepass. Ricordi? L'abbiamo fatto anche seggiovia = Ai tempi mi volevi bene E quando l'abbiamo fatto a casa di tua zia per il funerale dello zio Mario? = Quello era vero amore E ti ricordi sul bagnasciuga? = Com'eri giovane! Se vuoi mi vesto da infermiera oppure da fata turchina = Magari, invece che allungarsi il naso...
IL FRIGORIFERO
Dal contenuto di un frigorifero si capiscono tante cose. Una confezione di salame aperta da mesi, mezza Moretti svaporata da qualche anno e un contenitore chiuso in plastica, azzurrognolo, dal contenuto misterioso e sicuramente dannoso per l'ambiente: è il frigorifero di un single maschio. Un triste gambo di sedano più una confezione di caprini e mezza Fiesta chiusa col domopak: è senza dubbio il frigorifero di una single donna. Nella coppia-con-figlio il frigorifero è sempre troppo piccolo anche se avete il modello americano a due ante, quello che ti fa il ghiaccio dalle porte. Fa sempre ghiaccio. Anche quando non volete, lui spara ghiaccio. E quando è pieno fischia per avvertirvi che lo dovete svuotare. Può succedere anche alle tre di notte: di colpo sentite un ululato in cucina, allora dovete alzarvi e svuotare il contenitore dal ghiaccio. Vuotate tutto dentro al lavandino così i tubi si ghiacciano e si rompono. Rischiate di chiamare l'idraulico in luglio perché vi si sono ghiacciati i tubi. Avete provato a leggere le istruzioni per farlo smettere di vomitare ghiaccio ma non ci avete capito nulla. Sono centosette pagine. Il libretto d'istruzioni di quel frigorifero ha centosette pagine! E così avete sempre rimandato di leggerlo, finché quel libretto è andato definitivamente perso e adesso per tutta la vita quel mostro farà ghiaccio. Lo guardate sconsolato mentre pensate che un giorno vi eravate innamorati di lui. È incredibile che scherzi può fare l'amore: non vedete i suoi difetti, siete accecati, ma dopo la pagate. Quanti amori sono nati in un centro commerciale! Lei: Guarda amore quel frigorifero, è enorme! Che assurdità = È bellissimo Lui: Cos'è quella roba, lì sugli sportelli?
Lei: È un marchingegno per fare il ghiaccio, è ridicolo = Chissà quanta roba ci sta lì dentro! È inutile, non ti convincerò mai a comprarlo Lui: Quel coso fa il ghiaccio!? È bellissimo Lei: Beh... in effetti è utile = Il ghiaccio ti ha attizzato! Picchio sul ferro finché è caldo Lui: Sarebbe comodo in estate Lei: È vero, tu poi che hai sempre caldo. Pensa a quando inviti gli amici, offri un drink, e poi te ne ritorni con i bicchieri colmi di ghiaccio. Pensa che soddisfazione = Forse ho esagerato un po'? Oh no, stai guardando il prezzo Lui: Ma costa un occhio della testa! Lei: È vero. Però a rate si può fare = Dai che ce la faccio. Dai che la faccio... Lui: Scusa, ma prima avevi detto che era enorme, ridicolo, un'assurdità e adesso... Lei: Ma caro, so che ci tieni al ghiaccio, alle feste... metti che ti sloghi una caviglia? Ci puoi mettere sopra il ghiaccio, altrimenti non potresti più giocare a calcetto = Ti tengo in pugno. La caviglia slogata è stata un colpo da maestro! E così adesso, ogni volta che quel mostro suona, dovete solo dare la colpa a voi stessi e alla vostra mania del calcetto. Stare zitti e col capo chino svuotare la pancia del frigorifero.
LA DONNA IN DOLCE ATTESA
Un aggeggio di plastica e una manciata di euro per scoprire se la vostra donna è incinta. Sono giorni che lei ha "un ritardo" e così si è decisa e ha comprato il temutissimo test di gravidanza. Di solito la donna compie questa operazione nella più completa solitudine. Voi non vi siete accorti di nulla. Ingurgitate il vostro caffè e non avete la più pallida idea di cosa stia facendo in bagno. Il test è implacabile e non media, non fa preamboli, non la prende larga ma va direttamente al nocciolo della questione: se esce una barretta siete salvi, se ne escono due la vostra vita cambierà per sempre. E quella mattina sono apparse due barrette. È incinta! A quel punto lei esce dal bagno con un misto tra l'espressione della ragazzina che ha fatto una marachella e una fata angelica. Con una mano stringe ancora il test, con l'altra vi accarezza dolcemente il viso e piano piano vi mostra quello strano aggeggio. Lei: Guarda qua = Cosa ti dicevo? Lui: Hai la febbre? Lei: Non è un termometro = Cominciamo male Allora fissate quel coso per qualche minuto e pensate: se non è un termometro allora che cos'è? Una nuova chiavetta per il computer? Un elettrocoagulatore per i punti neri? Il telecomando per lo spremiagrumi? In realtà state facendo i furbi ma avete già capito tutto. Lei: Sei felice? = Non la reggi, devo chiamare un'unità mobile di rianimazione
Ecco, da quel momento i futuri nonni, soprattutto le nonne, entreranno prepotentemente nella vostra vita. Madre di lei (ovvero la temutissima suocera): Non farle fare sforzi, lava la verdura e dalle da mangiare. E poi vendi la moto, dimenticati il parapendio e smetti di fumare = Ma sarà tuo il bambino? Padre di lei (ovvero il temuto suocero): E con il lavoro come va? = Smetti di fare il ventenne e trovati un lavoro serio. E tagliati quelle basette da idiota Vostra madre: Guarda che è una cosa seria = Non è come prendere un cocker Vostro padre: E con il lavoro come va? = Smetti di fare il ventenne e trovati un lavoro serio. E tagliati quelle basette da idiota Il primo mese di gravidanza la vostra compagna lo passa al telefono perché deve comunicare la notizia a tutti, anche alle amiche delle elementari. Descrive minuziosamente la prima ecografia, rivive come in uno psicodramma il momento del test e ogni volta esagera la tua reazione Lei con Giovanna: L'ha presa benissimo = A momenti sviene Lei con Niki: Ha pianto dalla gioia = Aveva gli occhi vitrei Lei con Milvia: Mi ha abbracciata = Non la smetteva di fissare il muro Lei con Max: Era felicissimo = Si è messo le mani nei capelli Poi iniziano le cene per rendere ufficiale l'evento. La sala da pranzo viene attrezzata con tanto di megaschermo per proiettare, dopo cena, la terza ecografia detta anche "la morfologica". In quel momento voi non lo sapete ma avete già perso il cinquanta per cento delle vostre amicizie. Passa il tempo, la pancia aumenta e dopo mille riunioni familiari si è deciso che la camera del bimbo sarà un regalo dei nonni. Così un sabato mattina, insieme ai nonni (tutti!) andate a scegliere la cameretta. Ovviamente il posto si trova a quarantacinque chilometri dalla vostra città perché il padre di vostra moglie conosce un amico che ha una sorella che lavora in un grande negozio, e sicuramente ci scappa lo sconto. La scelta della cameretta avviene in base al sesso del nascituro/a: azzurra stile manifesto di Forza Italia se è maschio, rosa confetto con inserti argentati se è femmina.
Suocera: E il corredo? = Non dirmi che lo prenderete da amici Lui: I pagliaccetti e tutto il resto ce li dà Mara Suocera: Già! = Barbone
CONCLUDENDO
Quando nascerà vostro figlio sarà il momento più bello della vostra vita. E tutto si farà veloce, gli anni passeranno come attimi. In un istante sarà un ragazzo, poi un giovane, poi un adulto. Una ragazza, una giovane donna, una donna. Si innamorerà, si sposerà: è un attimo. Il giorno del matrimonio aprirà il pacchetto del vostro regalo: il "Dizionario lei-italiano e italiano-lui". Così un domani... farà i vostri stessi identici errori.
DIZIONARIO ITALIANO-LUI Come parla lui
Questo dizionario mira alla comprensione del linguaggio maschile, con lo scopo di migliorare i rapporti uomo-donna, due imprese in cui si cimentano (invano) da secoli le menti più sottili del pianeta. Perché dunque dovrei riuscirci io (che notoriamente ho la mente spessa come un tronco d'abete)? La domanda è più che lecita, visto che da anni cerco di capire gli uomini e non ci riesco, tuttavia vi assicuro che ho profuso molte energie in questo compito, ed è da questo encomiabile sforzo che sono uscite le pagine di questo libro. Ormai è assodato: uomini e donne parlano lingue diverse. Completamente diverse. Per la semplice ragione che uomini e donne sono diversi. Completamente diversi. Gli uomini per esempio hanno sempre caldo. Le donne sempre freddo. Le donne sono romantiche, sempre, anche dopo vent'anni di matrimonio. Gli uomini solo all'inizio e solo perché vogliono portarle a letto. Gli uomini odiano lo shopping, le telefonate lunghe e vostra madre. Le donne vanno in crisi se ingrassano di un etto, gli uomini si sentono Brad Pitt anche con uno pneumatico al posto della pancia. Le donne capiscono poco degli uomini. Gli uomini capiscono niente delle donne. L'elenco potrebbe continuare, ma svilupperemo gli argomenti un po' per volta. Cominciamo dunque dalla materia prima di questo dizionario: comprendere la comunicazione maschile. Innanzitutto è persino banale notare che la donna ama comunicare molto più dell'uomo: chi di noi non ha fatto
telefonate chilometriche con le amiche esaminando attentamente tutte le sfumature psicologiche dei propri comportamenti o di quelli degli altri, chi non ha riversato sull'amica del cuore valanghe di parole e fiumi di lacrime? Gli uomini non amano questo tipo di comunicazione a sfondo diciamo "psicologico", loro comunicano solo per dare informazioni: Vado in ufficio Vado al tennis Vado con un 'altra In questo panorama di avarizia comunicativa si colloca quel mistero umano che è l'amicizia tra uomini, ovvero quanto vi è di più incomprensibile al mondo per una donna, o almeno per me. Fra loro non parlano, ma agiscono, fanno, vanno. Calcetto, tennis, pesca sportiva, aeromodellismo: una noia mortale. A che serve un amico se non per confidarsi o spettegolare? Mah. Se con gli amici parlano poco, con noi precipitano in una afasia quasi totale. Ovviamente per "parlare" non intendo fare un'amena conversazione sul più e sul meno, perché qui sono ferratissimi e possono diventare logorroici raccontandovi gli effetti speciali più disgustosi dell'ultimo Alien o i loro successi nel gioco degli scacchi. Alludo al blocco comunicativo che li attanaglia quando devono parlare di sé e non di Del Piero. Non che non possiedano pensieri e sentimenti profondi (qualcuno di loro ne possiede, credo), ma non possono o non vogliono esternarli. Se non possano o non vogliano non l'ho mai capito, qui dovete chiedere a loro. Tanto non ve lo diranno. Accade spesso anche all'uomo più loquace di cadere in un cupo mutismo che alle donne risulta tanto più sconcertante quanto più apparentemente immotivato. Ed è qui che la donna cade nella diabolica trappola. Convinta che dietro all'ostinato silenzio del suo uomo si nasconda un definitivo allontanamento affettivo e una totale sconfessione della propria femminilità (noi donne siamo campionesse di autostima), la povera donna si siede mestamente di fronte al suo uomo colto da crisi autistica e pronuncia tremante la fatidica frase: "A che pensi caro?" Di fronte a questa domanda
l'uomo si paralizza: in realtà non sta pensando assolutamente a niente, è semplicemente posizionato sul tasto pause. Riposa. Non potendo ammettere di avere di tanto in tanto l'encefalogramma piatto, l'uomo mente: Pensavo a te = A niente, il mio cervello non ha campo Quindi, per riassumere: se siete donne e volete capire un uomo dovete dimenticarvi di essere donne. Ovvero: scordatevi di applicare al genere maschile le sottigliezze psicologiche che siete solite usare nel dialogo con voi stesse o nei confronti verbali con le vostre amiche. Per gli uomini non serve, anzi è dannoso. Dimenticatevi di Freud, di Lacan e anche dei consigli di vostra zia Pina, e in ogni caso ricordatevi che è sempre meglio vostra zia Pina di Freud o di Lacan. Per capire il linguaggio maschile non dovete evolvervi psicologicamente e spiritualmente, dovete regredire. Dovete cioè tornare indietro con gli anni, ma non di secoli, di interi millenni. Ditemi un po', vi mettereste a discutere con un uomo di Neandertal? Bene, mettevi in testa che tra l'uomo del terzo millennio e quello di CroMagnon non c'è molta differenza (per ciò che riguarda i rapporti con l'altro sesso). Gli uomini fanno cose meravigliose come costruire satelliti spaziali, scrivere libri di numismatica e montare le mensole in casa, ma con le donne rimangono ancora degli analfabeti. Analfabeti sentimentali per l'esattezza. E ora un piccolo avvertimento alle madri di figli maschi: stroncate sul nascere la loro tendenza alla rozzezza affettiva. Quando vostro figlio piccolo si arrabbia e vi molla subito un pugno, spiegategli con calma che esistono le parole e che queste meravigliose invenzioni culturali servono a tradurre gli istinti animaleschi, istinti di cui questi esserini gonfi di testosterone sono ricchissimi. Non è un'impresa facile certo, ma vi assicuro che è sempre meglio provare a convincere un bambino piccolo piuttosto che un uomo di novanta chili con l'elasticità mentale di un boiler. Le vostre future nuore ve ne saranno grate. Come avrete appreso nella prima parte del libro, ovviamente scritta da un uomo, le donne sono troppo complicate per il genere maschile. Abbiamo il vantaggio che per noi invece loro sono piuttosto semplici da decifrare. Se una
donna non dice quasi mai quello che pensa, l'uomo è invece diretto e privo di sfaccettature. L'uomo è on-off, proprio come il boiler di cui sopra. Facciamo un esempio di linguaggio maschile e proviamo a tradurre: Ho fame = Ho fame Ho sonno = Ho sonno Sono stanco = Sono stanco Fin qui tutto facile no? Mi hanno sempre fatto tenerezza le donne che si esprimono con frasi del tipo: "Voglio un uomo tenero ma forte, semplice ma intellettuale, dinamico ma che sa stare anche in casa". Care amiche, l'uomo non ha tutte queste sfumature e complessità, vi sembra complesso il vostro scaldabagno? Già, ma se fosse tutto così semplice non saremmo qui a scrivere queste pagine. Anche l'uomo a volte dice una cosa e ne intende un'altra, pure se con motivazioni diverse rispetto al genere femminile: la donna vuole confonderti le idee per capire se la stai davvero ascoltando, se la sai comprendere, insomma se la ami veramente. L'uomo mente perché si vergogna di dire la verità, perché teme che si scoprano le sue vere intenzioni. Per esempio, state passeggiando per strada col vostro uomo, passa una bella ragazza e lui dice: Che bel vestito = Che bella gnocca Del resto è facile smascherarlo, dato che un uomo non farebbe mai un commento sull'abbigliamento di una donna (a meno che non sia gay): voi fate i salti mortali per piacergli quando comprate un vestito e lui pensa solo a quando riuscirà a togliervelo. Del resto, siamo sincere, è proprio per questo che volete piacergli.
LA QUOTIDIANITÀ
Un giorno ho letto sul giornale una frase della regista Nora Ephron che recitava più o meno così: "Il desiderio di sposarsi è un bisogno primordiale nelle donne. Seguito subito dopo da un bisogno altrettanto primordiale di tornare single." Santa Nora, ma come fai a essere così illuminata? È vero, il motto della Ephron non suona molto lusinghiero per le donne che appaiono delle mentecatte in preda a impulsi contraddittori e inspiegabili. Eppure è certo che per la maggior parte dei casi ci si sposa sull'onda di un romantico entusiasmo e dopo un po' ci si arena sulla spiaggia sassosa del matrimonio (ma chi mi ispira metafore così ardite? Nora Ephron?) Siamo davvero così superficiali noi donne? Forse, ma è certo che gli uomini ce la mettono tutta per trasformare un idillio amoroso nella più prosaica delle esperienze: ti innamori di un giovane puledro, e ti ritrovi con un vecchio maiale. È un trauma, chi può negarlo? Lui nei primi tempi è fresco ed eccitante come un bicchiere di champagne ma col tempo diventa aceto buono per pulire il frigorifero (Nora, basta suggerire metafore per favore!) So benissimo che ci sono maschi che col tempo maturano senza invecchiare, diventano più saggi e profondi senza perdere la vitalità giovanile, continuano ad amare la propria donna con l'impeto dei primi tempi. Lo so che esistono. Ma allora perché io non ne ho mai incontrato uno, porca miseria?! I primi mesi di convivenza ti chiama dal lavoro con voce concitata: Sono io amore, stasera torno a casa presto = Arrivo alle tre del pomeriggio e trombiamo come ricci fino a domani Tu gli telefoni trenta volte al giorno e lui non si scoccia, anzi: Ah, sei tu amore, è un po' che non ci sentiamo = Esattamente da trentacinque minuti, come ho fatto a resistere senza sentire la tua voce?
Come il fringuello del Guatemala circonda la femmina di attenzioni anche l'uomo innamorato (o semplicemente arrapato... che poi forse è la stessa cosa) ti apre la portiera della macchina, ti regala fiori, ti scrive poesie, ti porta fuori a cena, ti porta al cinema, ti regala anelli, ti sussurra frasi d'amore. Gli uomini più fantasiosi si sforzano di cercare frasi originali: una volta un tizio ha detto a una mia amica: "Stare con te è come passare da una Cinquecento a una Ferrari". Non sarà il massimo del buon gusto ma rende bene l'idea. È vero, la maggioranza utilizza un frasario preconfezionato di una banalità disarmante, ma è inutile negarlo, i complimenti fanno sempre piacere. Prendiamo la frase più gettonata: Sei un tipo proprio speciale! Tu lo sai perfettamente che lo ha detto ad altre venti prima di te, ma che importa, è così bello sentirselo dire! Attente invece a: Sei un tipo = Sei un tipo di rospo Accanto ai romantici ci sono però i rinoceronti, uomini incapaci del minimo romanticismo. Per loro il mare al tramonto è inutile perché non c'è più nessuno sulla spiaggia e la frase più dolce che sono riusciti a dire è: Che begli occhi che hai, hanno lo stesso colore di quelli del mio cane! Se lo portate a vedere il tramonto fingerà di compiacervi dicendo: Davvero commovente = Mi ricorda che è ora di cena Per fortuna i rinoceronti non sono poi così diffusi e così tra un complimento e un mazzo di fiori il corteggiamento va avanti. Qualche coppia si sposa, altre convivono. Alcune donne, pochissime ma furbe, decidono di abitare in case separate, risparmiandosi l'aspetto più agghiacciante della vita in comune: vederlo in braghette con la pancia di fuori mentre allestisce la grigliata in terrazzo.
Il tempo passa e, scaduto il primo anno di convivenza, accade qualcosa. Gli inviti a cena si fanno più rari, i fiori spariscono e se al ristorante il venditore cingalese si avvicina al vostro tavolo con le rose, lui si schermisce senza il minimo imbarazzo: No grazie = No grazie, tanto me l'ha già data Se prima il letto (insieme a voi) era il suo rifugio preferito, col passare del tempo è il divano a scalare la classifica. L'uomo sposato adora il divano e, anche senza arrivare agli eccessi dell'Homo Divanibus (vedi il capitolo "I tipi di uomini e il loro linguaggio") vi trascorre gran parte del tempo libero, mai però usandolo nella sua funzione primaria, cioè sedendosi, ma sempre spalmando sopra di esso il suo corpo mollaccione. Arriva a casa dal lavoro e si "spatascia" sul sofà, come se fosse reduce da una lotta con un orso canadese, incapace del minimo movimento (giusto pigiare i tasti del telecomando). L'uomo è ancora convinto di vivere nell'epoca di Neandertal, quando i suoi simili percorrevano chilometri e chilometri per procacciarsi il cibo. Si può osare chiedere qualcosa a uno che ha combattuto con le bestie feroci fino a un'ora prima? Una volta in posizione orizzontale, l'uomo si accorge improvvisamente di non aver provveduto a procurarsi le cose fondamentali per il suo completo relax. Allora cosa fa? Ovvio, chiama voi: Amoreeee....amoreeee...oh, finalmente! = Come mai non mi hai risposto subito? Che cosa stavi facendo di più importante che dedicarti a me? Mi porti una birretta? (o un cafferino o il giornale o un cuscino o tutte queste cose insieme) = Saresti dovute arrivarci da sola, non mi ami più come una volta Siccome voi eravate occupate a togliere i peli della sua barba dal lavandino, vi viene subito il nervoso, però, poiché siete donne e quindi esseri per natura disponibili, non gli dite quello che pensate: Hai una paresi alle gambine che non puoi prendertela da solo la birrettina?
Fate buon viso e gli portate quello che vuole. Accade però a volte che quel certo giorno avete avuto una pessima giornata al lavoro, vi hanno telefonato dall'asilo perché il bambino ha la varicella, la febbre e i pidocchi, lo avete portato dal medico a piedi perché vi si è rotta la macchina, non avete fatto in tempo a fare la spesa e ora state cucinando l'unica cosa che avete in casa: le penne ai quattro formaggi surgelate, quelle che il giorno dopo provocano orrende flatulenze e voi il giorno dopo avete una riunione con il manager più spietato d'Europa in un luogo chiuso. Questa la vostra giornata. Alle nove di sera lui arriva serafico, del resto vi aveva avvertito: Mi dispiace, oggi torno tardi dal lavoro = Dopo il lavoro ho il calcetto Appena giunto a casa lui, distrutto (dal calcetto non dal lavoro), si schianta sul divano e vi chiede la famigerata birretta. Voi lo guardate con odio e sibilate un: Come vedi adesso sono un po' occupata! Lui insiste con tono lagnoso: Ma dai, ti ho chiesto solo una birretta = Uffa, la mia mamma me l'avrebbe portata subito Allora voi furenti aprite il frigo e gli lanciate una lattina con l'intento inconscio (mica tanto inconscio) di colpirlo in fronte. E lui impassibile: Oplà, visto che presa? Sono in gran forma = Non mi va di litigare perché stasera voglio fare sesso La vita in comune è piena di amenità del genere. Per esempio, tutte sanno che gli uomini danno il loro meglio alla mattina: non sono mai loro a svegliarsi per primi perché, e questo è un altro mistero della biologia, il maschio ha il sonno pesante come un camion che trasporta bancali di piastrelle. Come appoggia la testa sul cuscino... bam: sviene,
muore, entra in coma, e rimane così fino a che non lo sveglia un terremoto del settimo grado. Tutte noi i primi tempi abbiamo provato a destare dolcemente il nostro partner con dei bacini o delle paroline amorose sussurrate al suo orecchio, ma lui muoveva solo la mano nel classico gesto di scacciare una mosca. Poi siamo passate a usare un tono di voce più alto, ma vista l'inefficacia dei nostri tentativi abbiamo cominciato, non senza sensi di colpa, a darci da fare con pugni alla Mike Tyson. Ma quali sensi di colpa?! Nemmeno i cazzotti sono sufficienti in certi casi. Una mia amica attacca il minipimer e con quello si avvicina minacciosamente ai testicoli del suo uomo: miracolosamente lui scatta subito sull'attenti... e prepara anche la colazione. Una volta alzato, il vostro amato consorte vi raggiunge in cucina. I primi tempi vi piglia un colpo: siete convinte che uno stupratore fuggito di galera sia entrato dalla finestra e vi abbia scelta come prossima vittima. Poi realizzate che l'energumeno che vi sta di fronte con la barba lunga, due borse (o meglio valigie) sotto gli occhi e un fiato da pony, è lo stesso uomo con cui vi siete coricate la sera prima. Tradurre il linguaggio del maschio appena sveglio non è impresa facile: non parla, grugnisce, quindi ci vuole un po' di allenamento. Per esempio: Arrfffr... grrrr...fèèè = Caffè Muuuu = Latte Muuufèèè = Caffè e latte Gnamm gnamm awnnhhh (sbadiglio) = Fame Grrrr arffffff magna magna = Tanta fame Mmmm mamma... no, no = Buona questa marmellata, ma non come quella che fa la mia mamma Dopo la colazione i primi timidi neuroni cominciano a circolare e nuove sinapsi permettono qualche collegamento tra il cervello e la facoltà di parola. Ma non aspettavi un discorso, per quello ci vogliono ancora un paio d'ore. L'uomo riesce ora ad articolare paro-lette semplici ma già più facili da decifrare: Ciao voro = Ciao vado al lavoro Luca tu? = Vai tu a prendere Luca?
Ok io = Va bene vado io Sera bumba bumba sì? = Stasera facciamo un po' di sesso, ti va? Se avete un bimbo piccolo saprete già come inizia la giornata: i bambini piccoli si svegliano a orari improbabili e subito chiamano la mamma. Sempre la mamma mai il papà, perché sono piccoli ma già carogne. Voi svegliate il vostro uomo un'ora prima del previsto nella patetica illusione che abbia più tempo per riprendersi. Lei: Amore svegliati... Lui: Roooooonf Lei (dopo un quarto d'ora): È tardiiiiiii Lui: Mmmmmmm = Chi è quella donna che grida? Lei (dopo un'ora): Farete tardi all'asilo!!! Lui: Ehhhhh? = Asilo? Ho un figlio? Con quella donna che grida? Ora lui è sveglio e voi siete già pronte per tornare a letto, distrutte. Infatti mentre l'uomo usciva dalla catalessi, voi avete: lavato, vestito, sgridato, consolato vostro figlio. Avete preparato la colazione, lavato le tazze, scopato per terra, preparato il bucato per la sera, lavato, vestito, sgridato e consolato voi stesse. In pieno delirio mattutino vi ha telefonato la simpatica signorina del solito centro estetico proponendovi un trattamento anticellulite con lo sconto. Voi furenti avete risposto alla simpatica signorina "...che la cellulite ce l'avrà lei brutta cagna io ho il culo di una ventenne!". Poi avete aperto la vostra mail, telefonato a vostra madre perché non si dimentichi di andare a prendere il bambino, chiamato lui otto volte, bestemmiato in cinese. Siete esauste. Finalmente lui si è alzato: Ma cara, non hai fatto neanche il caffè? Tra gli aspetti inquietanti della convivenza un posto d'onore spetta all'"abbrutimento maschile", un fenomeno che è stato indagato da studiosi di tutto il mondo, ma sulle cui origini è difficile trovare risposte univoche. Limitiamoci a illustrare il caso. Anche senza arrivare al caso limite dell'abbrutito professionista (vedi il capitolo "I tipi di uomini e il loro linguaggio"), è noto che dopo alcuni anni di
convivenza il maschio tende a lasciarsi andare: la pancia si dilata per le troppe birre con gli amici, la barba si fa lunga perché è una fatica tagliarla, le spalle si incurvano perché atrofizzate dalla vita sedentaria, i capelli sembrano dei cespugli potati male. Ma non basta. Il vostro abbrutito è pronto a darvi il colpo di grazia indossando, appena arrivato a casa, delle orrende tute felpate grigie che lo fanno sembrare un orco in mutande. Insomma, se la donna va dall'estetista, dal visagista, dall'esorcista pur di rimanere giovane e sentirsi in forma, l'uomo assiste indifferente e quasi orgoglioso al suo decadimento psicofisico. E abilmente lo nasconde dietro a descrizioni ridicolmente poetiche: Ho le maniglie dell'amore = Mi sta venendo una pancetta orrenda Una leggera stempiatura rende più interessanti = Sto perdendo i capelli di brutto! I capelli grigi hanno il loro fascino, guarda Sean Connery! = Sto invecchiando precocemente Un buon libro e musica classica, questa è la mia serata ideale = Mi piacerebbe andare a donne, ma chi ce la fa più? Non è la quantità dei rapporti che conta, è la qualità = Non mi tira più Non è solo un fatto di età. L'uomo invecchia prima della donna perché si cura poco, e si cura poco non perché non abbia autostima ma per il problema opposto: perché ne ha troppa. Il maschio (italiano soprattutto) è convinto di essere interessante solo per il fatto di essere maschio. Una donna va dall'analista se scopre di avere un poro dilatato sul naso, un uomo può avere dei monolocali sul naso e non perdere un grammo della sua sicurezza. Invidio molto gli uomini per questo, vorrei anche io guardarmi allo specchio e dirmi: Veh che gnocca sono oggi, 'ste borse sotto agli occhi sono favolose, sembrano quasi firmate da uno stilista! La convivenza è piena di trappole. Secoli di educazione diversa per uomini e donne hanno creato un baratro di incomprensione tra i due sessi.
Nella mia seconda vita istituirò dei corsi per uomini. Dei seminari per insegnare ai maschi a fare cose fondamentali: a. b. c. d. e.
dire "ti amo" anche dopo anni di convivenza ascoltare almeno tre minuti una donna senza interrompere raggiungere la cesta dei panni sporchi da soli cambiare da soli il rotolo della carta igienica alzare l'asse del cesso.
L'ultimo punto è il più difficile, ma una volta raggiunto l'obiettivo potremmo davvero dire di aver raggiunto la parità tra uomo e donna.
I LITIGI
Uomini e donne sono talmente diversi che le occasioni di discussione sono molto numerose: dal tubetto del dentifricio lasciato aperto a chi deve fronteggiare quella belva della prof. di matematica del figlio. I maschi hanno tanti difetti, ma bisogna ammettere che non sono inclini alla vendetta o a tenere il "muso lungo" per molto tempo. Insomma per loro litigare è una perdita di tempo. Anche arrivare al litigio con loro è difficile: la maggioranza degli uomini evita il conflitto se può, quindi evita di accorgersi delle occasioni di scontro. Una donna coglie da un solo sguardo lo stato d'animo del partner, di un'amica, del figlio; gli uomini si accorgono che siete arrabbiate quando avete già distrutto il servizio di bicchieri di Boemia (quello che ci ha regalato vostra suocera). Poniamo che lui e lei abbiano litigato la sera prima per un qualsiasi motivo. Al mattino lui ha scordato tutto, lei è ancora furente. Pare che durante il sonno l'attività elettrica del cervello maschile si fermi, mentre quella del cervello femminile lavori al novanta per cento. Ovvero, lui si sconnette, si disattiva, si annienta, mentre lei, anche mentre dorme, rimugina. E al mattino si vendica. Lei (togliendo improvvisamente le coperte dal corpo di lui): Svegliaaaaaaa! Lui: Mmmmmmmmm = Mmmmmmmmmm Lei: Stasera torno tardi, molto tardi Lui: Ok, ok = Meglio, così me ne vado in palestra Lei: Anzi, non torno proprio! Lui: Come? = Come? Lei: Ho detto che non torno, ok? Non ci torno da un essere insensibile, egoista, arido, prepotente come te! Tanto lo so che non mi ami! Lui: Ti devono venire le tue cose?
Lei: AAARGHHHHHHHH! Le bugie: non è che gli uomini non sappiano mentire, è che le donne sono più brave a smascherarli. Per una serie di motivi che sono stati anche scientificamente spiegati, le donne sono molto abili a cogliere i messaggi non verbali, come il linguaggio del corpo, il tono di voce, lo sguardo ecc. Gli uomini no: Lei: Ho comprato una cassettiera nuova, ho speso pochissimo = Circa cinquemila euro Lui: Brava = Ho sposato una donna col senso del risparmio Viceversa lei ha nel cervello una macchina della verità. Quando lui mente, lei vibra: Lei: Ciao caro che cosa hai fatto oggi? Lui: Ho approfittato del sabato per portarmi avanti col lavoro = Ho giocato tutto il giorno sul computer a "Il vichingo feroce" Lei: Davvero? E chi ha vinto questa volta Lothar o Kalibatur? Molti litigi tra uomo e donna sono soltanto pretesti per dirsi altro, strategie per comunicare al partner che qualcosa non va. Questo vale soprattutto per la donna che ama la comunicazione "trasversale", ovvero dire una cosa e intenderne un'altra. L'uomo invece prende tutto alla lettera, quindi, non capendo nulla dei reconditi significati della comunicazione femminile, può andare avanti un weekend così: Lei: Sono più buoni i fichi a buccia verde = Questa mattina non mi hai detto "ti amo" nemmeno una volta Lui: No, sono meglio quelli a buccia scura = Perché ti ostini a darmi torto se ho ragione! Lei: A buccia verde ti dico! = Evidentemente non mi ami più Lui: A buccia scura = Come fai a negare l'evidenza? Lei: Verde! = È meglio lasciarsi Lui: Scura = Che palle! Lei: Verde! = Addio
Lui: Scura = Ma dove vai? Altri litigi avvengono perché gli uomini non ammettono mai di avere torto, forse per insicurezza. Ammettendo di avere torto un uomo è convinto di perdere la stima della propria partner. Non sa che è esattamente il contrario. L'ultimo uomo che ha ammesso di avere torto è stato Bill Clinton, ma c'è voluta l'analisi del suo liquido seminale. Esempio classico ma intramontabile: durante una bella gita in macchina una coppia smarrisce la strada. Lei: Mi sa che ci siamo persi... chiediamo a qualcuno? Lui: Mi spiace ma il finestrino non scende. Si è rotto = Gli uomini veri non chiedono mai È nota la storia di quella coppia attesa a Foggia per un matrimonio e ritrovata dopo una settimana tra i ghiacci della Norvegia.
LO SHOPPING
Questo capitolo sarà ovviamente brevissimo: gli uomini detestano fare shopping, quindi è inutile spendere troppe parole su questo argomento. Molte donne insistono a portarseli in giro per i negozi a fare spese, ma secondo me è un inutile sadismo. Ed è anche un atto masochistico, perché l'uomo quando fa una cosa malvolentieri è insopportabile. Un maschio che fa shopping è un controsenso, un'assurdità, l'unico vero atto contro natura. Posso capire una donna che si porta dietro un uomo nei negozi solo in due casi: se lui l'ha tradita, per vendicarsi, o se non ne può più di lui, per liberarsene al più presto. In questo caso consiglio una bella gita domenicale all'Ikea sotto Natale: lunedì sarà già sparito per sempre. Lo so, replicheranno molte di voi: "Lo porto con me perché è utile per portare i pacchi", ma è meglio trascinarvi a casa qualche sacchetto in più piuttosto che un musone ingobbito per tutto il centro città. È un fatto genetico, non c'è niente da fare: loro si ritengono soddisfatti con due magliette e tre paia di mutande e non capiranno mai la vostra voglia incontrollata di comprarvi qualcosa di nuovo. La donna prima di uscire deve essere depilata, pettinata, vestita bene, il rossetto non sbavato, i denti sbiancati e l'alito profumato. L'uomo si tira su la patta ed esce. Se milioni di anni fa le donne non avessero inventato i telai per tessere, l'uomo andrebbe ancora in giro con una pelle di leopardo intorno alla vita e la clava al posto della ventiquattrore. Molti uomini non seguono la moda, la considerano una cosa da donna o da gay, eppure qualche volta è caduto anche lui nella trappola del bisogno indotto. Vi ricordate il borsello? A cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta qualche stilista sadico o mentecatto inventò quell'orribile accessorio per uomo e tutti impazzirono! Si vedevano in giro questi uomini di mezza età col riporto e la pancia ostentare quegli osceni ibridi tra la valigetta e la borsetta da donna.
Poiché è noto che la borsetta è un simbolo del sesso femminile, il borsello è una chiara prova dell'esistenza dell'"invidia della vagina" ignorata da Freud. Ma torniamo allo shopping. Non solo il maschio detesta accompagnare la propria donna a fare spese, ma detesta anche che ci vada senza di lui perché non concepisce che si spendano soldi per cose inutili come i vestiti. Se obiettate che volete qualcosa di carino anche per piacere a lui, vi risponderà che tanto vi preferisce nuda. E non sperate neanche di utilizzarli come bancomat ambulanti perché i maschi detestano spendere. Quante volte abbiamo ascoltato o interpretato in prima persona questo dialogo? Lei: Ho bisogno di un paio di scarpe Lui: Ancora? = Ma se le hai comprate nuove due anni fa! Lei: Certo: le più nuove sono di due anni fa Lui: Ma tesoro, quelle ti stanno benissimo, tu stai bene con tutto = Abbiamo da pagare le rate della macchina Lei: Sì mi stanno bene, ma sono sandali estivi, siamo a novembre! Allora mi accompagni? Lui: Eh... non posso, ho da fare... = Non ho nulla da fare, ma piuttosto che fare shopping mi iscrivo a un corso di trekking estremo sull'Himalaya Lei: Sei sempre il solito... Lui: Allora stai a casa con me... = Fare sesso è gratis e mi diverto molto di più! Insisto: portarseli dietro è inutile e anche fastidioso. Chiedere loro un consiglio è come chiederlo a uno gnu. Anzi, lo gnu sarebbe senz'altro più competente. Avete mai provato a chiedere al vostro uomo: Come mi sta questo golf? Vi guarda con aria allocchita e vi risponde sempre: Ti sta benissimo = Sbrighiamoci che ho la macchina in doppia fila Del resto come potete pretendere che capisca come vi sta un vestito se non sa distinguere un Coco Chanel da un sacco di iuta? Non c'è gusto nemmeno a fare un affare.
Voi adocchiate un cappottino delizioso a prezzo scontato e volete renderlo partecipe chiedendogli: Indovina quanto costa? Vi risponderà sempre con una cifra ridicola, prima di tutto perché è convinto che i prezzi dei cappotti siano ancora quelli degli eskimo negli anni Settanta e poi perché deve farvelo pesare. Lei: Indovina quanto costa? Lui: Sei euro = Se costa di più non lo compri Lei: Ma sei scemo...? È un cappotto, mica un paio di calze. Costa solo duecento euro... è in saldo A questo punto lui avrà una crisi ipertiroidea e con gli occhi fuori dalle orbite urlerà paonazzo: Lui: Cooooooosa... duecento euroooooooo?! = Non potrai dire niente quando mi comprerò i bauletti per la moto/le scarpette da calcio/una canna da pesca in titanio Per ciò che riguarda il suo abbigliamento le cose non vanno molto meglio. C'è una minoranza di uomini che ama vestirsi con cura (specialmente se ha i soldi per permetterselo). Gli altri indossano quello che capita e non rinnovano mai il proprio guardaroba. Magari al lavoro sono costretti a vestirsi decentemente (anche se io detesto i completi per uomo da ufficio), ma nel tempo libero si lasciano andare senza ritegno e se ne vanno in giro serafici con orrendi sandali di cuoio duro come il legno, che si portano dietro dai tempi dell'università. E poi sciarpe di lana secca, infeltrita da anni di bucati sbagliati, magliette slabbrate, patetici pantaloni blu da operaio Fiat anni Settanta. Insomma, se volete vederlo con una camicia di un colore decente siete obbligate a comprarla voi per lui. E qui sta il bello: non pensiate mica che gli piacciano le cose che avete comprato. Si permette anche di fare il difficile! Lei: Guarda che carino questo maglione che ho comprato!
Lui: È per te? = Non vorrai mica che io metta quel colore da checca! Lei: Ma no, è per te. Non ti piace? È di cachemire Lui: Bello.... Ma, mi sa che non mi va la misura = Mi fa schifo ed è costato un sacco i soldi Lei (trattenendo il pianto): Ok, te lo cambio Lui: No, no ci penso io = Ne compro tre in lana di vetro, un gioco per la playstation e risparmio pure! Il risultato è sicuramente un litigio. Conclusione: se volete una vita più serena non occorre un corso di yoga. Basta tenere gli uomini lontani dallo shopping. Se poi volete a tutti i costi portarlo con voi, scegliete almeno un centro commerciale piuttosto che i negozi in città. In un centro commerciale potete parcheggiarlo al reparto computer dove si distrarrà con qualche videogioco o millantando conoscenze tecnologiche che non ha mai avuto: lui si diverte e voi farete le vostre spese in santa pace.
I TIPI DI UOMINI E II LORO LINGUAGGIO
Come qualsiasi donna ha potuto verificare nel corso della propria vita, e come ha ribadito ripetutamente la compianta Mia Martini: "Gli uomini non cambiano". Nelle piccole e nelle grandi cose la mente maschile è totalmente refrattaria alla trasformazione. L'uomo è pigro, abitudinario. Ora sarò davvero cattiva e farò storcere il naso a molti (specialmente uomini), ma sono convinta che ogni uomo possa dirsi soddisfatto della propria vita quando ha ottenuto le tre T: tette, tavola, tetto. Se una delle tre T gli viene improvvisamente a mancare si attiva, ma solo per ripristinare le condizioni iniziali e rientrare in possesso della T perduta. Di contro a questa resistenza tutta maschile al cambiamento, c'è da parte delle donne un'eccessiva irrequietezza. So che gli uomini stanno pensando: "La chiama irrequietezza, ma sono tutte..." Non siate volgari e continuate leggere. Non siamo frivole, siamo complicate. Ma questo non è certo il nostro peggiore difetto. La nostra follia più grossa è che, pur sapendo che è impossibile cambiare un uomo, ci accoppiamo con esseri assurdi e inconcludenti, convinte che il semplice contatto con noi produrrà incredibili metamorfosi. In particolare scegliamo partner improbabili quali: il bambinone mal cresciuto con la sindrome di Peter Pan il quarantenne che vive ancora a casa della mamma (il mammone, insomma) l'uomo sposato che da anni promette che lascerà la moglie l'uomo perennemente adagiato sul divano l'uomo automobile lo pseudointellettuale bastardo
Le tipologie probabilmente sono più numerose, ma limitiamoci a esaminare questi casi esemplari. IL BAMBINONE MAL CRESCIUTO
Vi affascina con la sua simpatia da adorabile zuzzurellone e poi vi annienta con le sue battute sempre uguali e quasi sempre inopportune. Se siete tristi o preoccupate, invece di offrirvi ascolto e comprensione, vi diletta con improbabili barzellette che non vi farebbero ridere nemmeno se foste ubriache fradice. Totalmente irresponsabile, non ha mai intenzioni serie e vi tiene perennemente in sospeso senza mai farvi capire le sue vere intenzioni (continuare perennemente a divertirsi). Conosco diverse donne con sindromi masochiste che hanno sposato un esemplare di questa specie molesta. Ora hanno più corna di un alce canadese. Se non volete finire così state all'erta, osservate con cura il soggetto che vi sta di fronte: indossa magliette all'ultima moda, pettinature trendy, occhiali firmati? Fa il giro dei locali alla moda fino alle sei del mattino, disdegna le donne che hanno più di venticinque anni, insomma si comporta come un ragazzino di diciotto anni anche se ne dimostra quarantacinque? Chiedetegli l'età, se ne ha appunto quarantacinque, sicuramente è un BMC (Bambinone Mal Cresciuto). Certo non sempre è così facile individuarlo perché il BMC può presentarsi anche in giacca e cravatta e ostentare una certa classe, ma di solito lo smaschera il suo vocabolario. Wow, hey, figata, e vaiii, bella lì, mitico ecc... = Non so cosa vogliano dire queste espressioni, ma le usano i ventenni Vedrai che ti piacerò, sono troppo simpatico = Dirò cretinate dalla mattina alla sera, facendoti vergognare davanti ai tuoi amici Per il momento non me la sento di impegnarmi = Non ci penso proprio a impegnarmi Ho un temperamento da artista = Mi farò mantenere da te Dai, non abbatterti = Non vorrai menarmela con le tue crisi esistenziali, vero?
Guardami negli occhi, potrei mai mentirti? = Sono il peggior bugiardo del pianeta Sono tornato alle sei del mattino perché avevo perso l'orologio = Ho passato la notte con una moldava trapiantata a Rimini Se avete scoperto troppo tardi di esservi legate a un BMC, non affliggetevi. Meglio tardi che mai. Presentatevi da lui con un giovane manzo di ventitré anni, e alle sue sbigottite proteste rispondete semplicemente: "Beh caro, almeno lui ha veramente vent'anni, e la differenza l'ho sentita benissimo..." IL MAMMONE
Affetto da un irrisolto complesso di Edipo, il mammone non riesce a separarsi dall'adorata mammina che lo accudisce e gli riordina la cameretta da quarant'anni, lasciandogli una libertà che voi non gli concedereste mai. È vero, tutti gli uomini in fondo cercano la mamma, ma un conto è cercare qualcosa di materno nelle altre donne, altro è trovarlo solo nella propria madre. Quando incappate in questo soggetto, qualcosa vi colpirà subito: non vi porta mai a casa sua, ma viene sempre lui da voi oppure opta per strani motel situati nella città dove entrambi abitate. Poi noterete che, pur avendovi confessato di essere un inetto nei lavori domestici (ragione per cui già sareste dovute scappare), indossa sempre camicie perfettamente lavate e stirate. Un altro segnale è che non rientra a casa mai più tardi di mezzanotte, anche se la serata stava appena decollando. Il mistero regge per un po', poi sarà lui stesso che un giorno cederà. Lui: Oggi andiamo a pranzo da mia madre Lei: A casa sua? Lui: No, a casa mia Non siete ancora fuggite?
Vi siete proprio impuntate e volete vivere con lui mettendovi in competizione con la dolce mammina (che spesso è una orrenda megera che vi odia senza nemmeno conoscervi)? Davvero volete? Il problema è che non vorrà lui. Ecco le scuse che accamperà: Non posso lasciare la mamma perché non sta bene = La mamma sta benone, mi stira le camicie e io faccio quello che mi pare Se fossi certo che tu mi amassi ti sposerei = Se fossi certo che tu cucinassi come mia madre FORSE, morta la mamma, ti sposerei Tu ami il tuo lavoro più di me = Non hai mai il tempo di stirarmi le camicie L'UOMO SPOSATO CHE DA ANNI PROMETTE CHE LASCERÀ LA MOGLIE
Questa tipologia è così tristemente nota che non mi dilungherò in inutili spiegazioni. Se non volete condannarvi al ruolo dell'eterna amante, imparate a tradurre: Non posso lasciare mia moglie perché impazzirebbe = Non posso lasciare mia moglie perché mi sentirei perso In fondo ci vediamo spesso = O ti va bene così o ciao Lasciami il tempo di preparare il terreno per dirglielo, lo farò al più presto = Niente paura: non la lascerò mai L'UOMO PERENNEMENTE ADAGIATO SUL DIVANO
Questo tipo di uomo, denominato dagli antropologi Homo Divanibus, è affetto da una grave forma di atrofia sia fisica sia mentale. La sua pigrizia
rasenta la patologia: come le mucche possono guardare per ore un tronco d'albero, il Divanibus può passare un'intera vita davanti al televisore. Slabbrato come un maglione bagnato, passa inattivo le sue serate sul sofà, ingurgitando insaccati, carboidrati, grassi insaturi e birra a go-go. Questa specie di uomo appassiona la scienza, alcuni studiosi infatti si sono chiesti: qual è la differenza tra quest'uomo e il maiale? È bastato poco per trovare una risposta: uno ama mangiare, dormire, ruttare e rotolarsi nel fango. L'altro è considerato intelligente, ha una coda riccioluta e il grugno. Se non siete però delle scienziate intenzionate a studiarlo come caso clinico, dovete cercare di individuarlo per evitare di iniziare una relazione con lui. Prima di tutto segnatevi le sue frasi tipiche: Che cosa c'è stasera alla tv? = Qualsiasi cosa me la guardo sbattuto sul divano Andare al ristorante? Costa troppo e poi tu cucini meglio = C'è la partita in tv Sono un po' stanco, mi sdraio un attimo = Cadrò in catalessi per ore Ignaro dell'esistenza di mobili quali armadi, cassettiere, ceste dei panni sporchi, vaga sempre per casa con aria smarrita chiedendosi (anzi chiedendovi) perennemente: "Dove sono...?" Dove sono i miei calzini? Dove sono le mie camicie pulite? Dove sono i biscotti? Dove sono io? Se desiderate avere un po' di collaborazione domestica, scordatevi di ottenerla da questo tipo di uomo. Se dunque non siete nate con la sindrome di Cenerentola e non godete nel fungere da zerbino, proponetegli un breve periodo di convivenza a casa vostra e poi sottoponetelo a un test. Per riconoscere subito il pericoloso HD mandatelo a fare la spesa: se è un vero HD farà di tutto per non andarci, si inventerà un'ernia che lo affligge sin dalla nascita o un'improvvisa paresi degli arti inferiori. Voi non demordete, proponendogli in cambio della spesa una romantica serata sul divano a guardare il suo programma preferito: "Il processo di
Biscardi". Accetterà. A questo punto scatta la fase due del test; non fornitelo di una lista della spesa, lasciatelo libero di scegliere: se tornerà a casa con una cassa di birra, wurstel, salame, patatine...e niente altro, chiudete al più presto la porta di casa e non fatelo mai più entrare! Non siete ancora convinte? Volete dargli un'altra chance? La prova del nove, la trappola in cui tutti gli HD cadono è "l'abbandono momentaneo". Partite per qualche giorno: tutti gli uomini si lasciano andare quando lei sta fuori casa un po' di giorni per lavoro. Ma lui fa di più. L'HD è un abbrutito professionista. Per lui l'abbrutimento è vangelo, una missione, un diktat ideologico. La donna che deve assentarsi da casa solitamente si preoccupa: che cosa farà lui da solo? Uscirà con gli amici fino alle quattro del mattino? Andrà con la prima che capita? Andrà a trans? Tranquille, non farà niente di tutto questo. Questo tipo di uomo non vede l'ora di stare in casa per abbrutirsi. Vediamo un dialogo prima della partenza. Lei: Caro allora io vado, mi raccomando... ti ho lasciato della minestra in frigo, mangiala... Lui: Grazie tesoro, la mangio stasera = Minestra? Birra, wurstel, patatine surgelate, salame piccante, ketchup e maionese Lei: Mi raccomando, non andare a fare il marpione in giro... Lui: Ma figurati, me ne starò sempre in casa a leggere e a pensare a te! = tv e autoerotismo Appena la donna esce l'uomo rutta. Privo di freni inibitori, butta fuori l'aria malsana che intasa il suo corpo, emettendo orrendi boati da ogni pertugio. Poi si libera dai vestiti e indossa la sua divisa preferita: canotta, braghette e ciabatte in estate, tuta grigia in inverno. Si schianta sul divano con il telecomando in mano e lì rimane adagiato per giorni e giorni alzandosi solo per aprire il frigorifero e trangugiare orrende cibarie prive di sostanza ma ricchissime di colesterolo. Tra un pasto e l'altro fuma due pacchetti di sigarette a finestre chiuse, beve, rutta e si masturba come un dodicenne. Eppure, l'aspetto più mostruoso non è il suo ma quello della casa.
Le piante sono tutte morte di sete e di enfisema polmonare. Il pavimento è ricoperto da uno strato appiccicoso che si attacca alle suole, gli avanzi imputridiscono e se apri il frigorifero scopri che dentro c'è il figlio di Piero Angela che studia la decomposizione degli alimenti. A questo punto suona il citofono: è lei. Panico. Con uno sforzo mostruoso si alza, ma scopre di essere ingrassato di cinque chili e di avere gli arti atrofizzati, quindi ripiomba di schianto sul divano. Emette una mostruosa flatulenza e forse per la propulsione si tira su. Bestemmia, si infila i pantaloni e va ad aprire la porta. Lei entra, lui la abbraccia e scoppia a piangere. Lei: Amore che c'è, perché piangi? Lui: È che mi sei mancata tanto! = Non sono mai stato così sincero L'UOMO AUTOMOBILE
L'uomo automobile vive per la sua auto. Se siete così sciocche da non averlo capito subito e l'avete sposato, mi dispiace ma non c'è più niente da fare. Vi resta solo il divorzio. La prossima volta siate più attente a certi segnali, come quel gilè di pelle di daino che sfoggiava al primo incontro. Per non parlare di quella volta che stese il vostro impermeabile nuovo sul tetto della sua auto perché grandinava, riducendolo un cencio. E quel giorno che sostenne che la sua macchina non partiva perché era arrabbiata con lui? Vogliamo parlare di quella notte in campeggio in cui vi lamentaste per il freddo? Si allarmò subito e corse a prendere dallo zaino un sacco a pelo più pesante. Poi lo distese amorevolmente sulla sua Punto. Questo tipo di uomo è veramente convinto che la sua automobile sia qualcosa di vivo e la ama più di se stesso, o quantomeno più della moglie. Se avete dunque qualche sospetto che il vostro uomo rientri in questa categoria, c'è un trucco per smascherarlo subito: visitate il suo garage. Visitare è il termine giusto perché quello non è un box, è un museo. Ogni attrezzo, dalla più piccola brugola alla chiave inglese più grande, è riposto e lucidato con la massima cura.
Neanche Van Gogh gode di tanta considerazione nei musei di Amsterdam. In casa l'uomo automobile non arriva neanche al cesto della biancheria sporca, ma guai se una piccola macchia d'olio rovina il pavimento del garage: si trasforma in casalinga solerte ed è capace di mettersi in ginocchio per pulire a fondo. E poi in quel box c'è tutto ma proprio tutto l'armamentario tecnico di un meccanico provetto: neanche all'officina della Ferrari sono tanto forniti. E a proposito di Ferrari imparate a tradurre: Tesoro, ti voglio portare a fare un bel viaggio = ...A Maranello LO PSEUDOINTELLETTUALE BASTARDO
Arriviamo al soggetto peggiore di tutta la serie, il più ambito e insieme il più temuto: l'agghiacciante pseudointellettuale! Il più ambito e insieme il più temuto, proprio così, perché l'intellettuale, vero o finto che sia, attrae irrimediabilmente le donne. Intanto perché pensiamo che se ha studiato sarà più intelligente e sensibile: niente di più falso. L'uomo di cultura è spesso un cinico fauno sempre a caccia di ninfette, che maschera la sua predisposizione all'adulterio con complicatissime teorie che hanno un solo scopo: intortarvi. Non credo sia più intelligente degli altri, ma è senz'altro più furbo. Si presenta con quell'aria tormentata che a noi donne piace tanto, perché supponiamo che dietro a quel volto pallido si nasconda una straordinaria complessità emotiva. In realtà non ha digerito la trippa in umido. Vi incanta con i suoi discorsi pieni di citazioni, vi ammalia con la sua voce calda e misteriosa e intanto voi non vi siete accorte che vi ha già slacciato il reggiseno. A letto non è un granché, ma si nasconderà dietro l'alibi che il sesso non gli interessa perché è troppo preso da ben altri problemi esistenziali. In realtà il sesso gli interessa tantissimo solo che non è capace. Ed è incapace perché è troppo egoista per pensare anche al vostro piacere, altro che problemi esistenziali!
Vediamo il suo linguaggio nel corteggiamento e nella fuga dal rapporto. • Il corteggiamento Sei bella come una poesia di Verlaine, ermetica come un verso di Mallarmé = Sbrigati a starci perché ho finito il bigino di letteratura francese Ti porterò nella terra di Omero... ti porterò sulle rive dell'Acheronte... = Ti porterò in un motel sulla Milano-Bologna Il mio cuore è gonfio d'amore, presto, corri tra le mie braccia = Ho una incontenibile erezione, presto togliti le mutande • La fuga Tu sei straordinaria... troppo per me, ti meriti di più = Ok ti ho scopato, adesso mollami Vorrei darti di più, ma non so amare = Ho già trovato un'altra Voglio andare in un 'isola deserta per meditare = Ho già prenotato per Ibiza: da solo! Una mia amica si sposò con uno psicanalista junghiano, uomo colto e gran conoscitore della psiche umana. Come sapete, secondo Jung (ora non me ne vogliano gli junghiani, devo semplificare), il maschio nasconde nel suo inconscio una parte spirituale femminile, che Jung chiama anima. Bene, dopo venticinque anni di matrimonio lo psicanalista disse alla moglie: Cara ho trovato la mia anima Aveva venticinque anni e due tette così.
LA CRISI
Auguro a tutte le mie simpatiche lettrici di non incappare mai in un uomo in crisi (di coppia): un uomo in crisi è un incubo, una tragedia, una catastrofe. L'uomo in crisi è cupo e noioso come una serata di novembre a Milano. Con la nebbia. È faticoso come un turno alla Dalmine. Comunque, anche se sono in piena crisi, gli uomini non fanno trapelare nulla nemmeno con l'amico più caro, perché si vergognano. Sotto sotto sono ancora convinti che mostrare le proprie debolezze sia un segno di omosessualità latente. Luca: Ciao Marco, come va? Marco: Benissimo = Mia moglie mi ha lasciato per un palestrato di venticinque anni Luca: Andiamo a farci una birretta? Marco: Non ho molto tempo = Sono già ubriaco Luca: Ma dai, solo una Marco: Ok = Se resto solo mi butto dal decimo piano Luca: Parli poco, che hai, sei stanco? Marco: Ma va, sto bene... lavoro troppo = Non devo piangere, non devo piangere! Luca: Lavori o...? Dilla tutta, hai una gnocca sotto mano! Marco: Ah ah mi hai beccato, in effetti c'è una bionda che mi fa impazzire = Da quando mia moglie mi ha mollato lo farei con la prima che passa Luca: Sei il solito fortunato! E com'è...? Marco: Da urlo! Ma mi raccomando acqua in bocca con mia moglie! Accade anche ogni tanto che qualche uomo, con una particolare congiunzione di pianeti "femminili" nel suo quadro astrologico, si decida a confidarsi con un amico. A quel punto sarà l'amico a chiudersi, terrorizzato da cotanto impegno emotivo.
Luigi: Ciao Carlo, come va? Sempre informa eh... = Che faccia hai, un disoccupato rumeno avrebbe un'aria più allegra! Carlo: Ciao Luigi, sto bene, ma... cioè... boh... insomma, con mia moglie... cioè non è che vada male però... siamo in crisi, ho paura che... cioè non è proprio paura... è che... insomma, e se vuole lasciarmi? = Ce l'ho fatta! L'ho detto! Luigi: Ah = Oh no... adesso attacchi la solfa... e io che volevo proporti il biliardo Carlo: Eh sì... = Non so perché, ma mi sta già passando la voglia di parlare Luigi: Hai visto che cosa ha combinato Totti? = Mica ti metterai a fare 'ste menate? Carlo: Non è stata colpa sua è stato l'arbitro che... Luigi: Già quel bastardo! = Meno male... il biliardo è salvo! Quando un rapporto va in crisi, per una donna la strategia di difesa è una sola: lasciatelo voi per prime, è fondamentale! Dovete essere intuitive e lungimiranti: appena percepite anche lontanamente qualche sentore di crisi... scappate. Dovete giocare d'anticipo: "Cara ti amo", "Grazie caro, addio". Subito, senza sbavature o perdite di tempo. Altrimenti vi attende la catastrofe. Naturalmente c'è crisi e crisi. Se è in crisi lui è perché ha un'altra. Non ci sono altre spiegazioni. L'uomo ha una resistenza encomiabile anche all'interno di una relazione disastrata. Pur di non mettersi in discussione il maschio resiste anche alla partner più acida e inferocita. Ho visto uomini sudati, portare cestelli pieni di acqua minerale per cinque piani di scale, in pieno agosto, a mezzogiorno, con la moglie dietro che li offendeva. E loro niente, impassibili, sopportavano in silenzio le peggiori angherie. Se vi chiedete il perché di ciò, non conoscete gli uomini. Avete idea di cosa significhi per un uomo un divorzio? Una catastrofe: discussioni, litigi, musi di lei. E poi che orrore tornare a vivere da soli dopo che ci si è comodamente accomodati a casa della seconda mamma! Naturalmente però se le cose si mettono davvero male anche loro scoppiano! E allora che cosa fanno? Discutono con lei su quello che non va nella relazione? Naturalmente no, c'è una via più facile, indolore e pure divertente: si fanno un'altra.
Ovviamente anche di fronte all'evidenza negheranno tutto, perché hanno il terrore di complicarsi la vita. Vediamo cosa dice di solito un uomo in questa situazione: Va tutto bene = Non ti sopporto più Va tutto bene = Ho un'amante Va tutto bene = Ha diciotto anni Va tutto bene = Ha una quinta di reggiseno Se nella coppia è in crisi lei la faccenda è più complicata perché una donna può andare in crisi per un miliardo di motivi diversi o anche tutti insieme. Lei si butterà in un contorto percorso di analisi e controanalisi; lui non capirà un tubo e dirà delle cose assurde e indisponenti tipo: "È tutta colpa dell'euro". Capire una donna è un'impresa macroscopica per un uomo anche quando va tutto bene, figuriamoci quando ci sono dei problemi. Di fronte ai problemi psicologici l'uomo si confonde, va in ansia e il suo cervello si blocca, proprio come fa il vostro amato computer quando avete un documento importantissimo da salvare. Per il computer però ci sono i tecnici mentre per gli uomini non potete chiamare il signor Bertozzi che è un mago del microchip. Ci sarebbero gli psicanalisti, ma sono una minoranza gli uomini che vanno dall'analista, io per esempio conosco dieci donne in analisi e nemmeno un uomo. Un maschio che decide di andare in analisi deve proprio avere problemi di droga, altrimenti penserà di essere in perfetta forma fisica e mentale e che gli scompensi ce li ha la sua donna. Vediamo il vocabolario maschile a proposito di questo argomento: problemi di coppia = menate inutili crisi = menate inutili incomunicabilità = menate inutili psicoterapia = buttare via i soldi psicoterapia di coppia = buttare via i soldi per delle menate inutili
Con questo atteggiamento di totale negazione è impossibile affrontare insieme i problemi, quindi la ricetta è semplice: non fatelo. Vi conviene lasciare perdere. O lasciare lui. Il mio consiglio è di non imbarcarvi in discussioni di questo genere: Lei: Sai caro... c'era una parte di me che amava quella parte di te che amava quella parte di me che amava quella parte di te che ora non c'è più! Lui: Chi è che parte? Lei: ...Ma insomma non ti rendi conto che siamo in crisi? Non parliamo più... Lui: ...Ma no dai, non è vero = Oddio, adesso comincia l'incubo... Lei: ...Ma io sto male Lui: Ti passerà = Sono le tue menate inutili Lei: Non affronti mai i problemi Lui: Ma è tardi... = Ho sonno... lasciami dormire Lei: Eh no, ne parliamo adesso non domani! Lui: Zzzzzzzzzz... I casi sono due. O si esce dalla crisi o si esce di casa. Se è lui che ha deciso di lasciarvi lo farà dall'oggi al domani senza preavviso, così è certo di non dover subire lacrime e incappare in strazianti litigi. Dirà che deve scendere a prendere il pane (fumare non va più di moda) e dopo un mese riceverete una cartolina da Zanzibar. Se non avete figli probabilmente vi dimenticherà in un quarto d'ora, preso com'è dalla sua nuova relazione, quasi sicuramente con una più giovane di voi. E di lui. Se vi ha voluto bene proporrà di rimanere amici, e alla prima occasione vi presenterà la velina, provocando un cedimento nella vostra autostima che neanche il crollo di una diga. Ma la cosa più triste che possa accadere a una donna separata (una delle cose più tristi) è scoprire che lui, se non convive ancora con la letterina, si reca tutti i giorni a pranzo da sua madre e le porta anche il bucato da lavare e stirare. Immaginarsi un uomo adulto in soprappeso che si fa ingozzare di manicaretti dalla madre, magari col Parkinson, piuttosto che farsi un omelette
al prosciutto da solo è un colpo troppo duro. È la prova inconfutabile che il sospetto che avete sempre nutrito era realtà: per lui eravate soltanto una mamma. Se avete un figlio la situazione si complica ulteriormente. Lasciamo perdere le situazioni davvero drammatiche di separazioni conflittuali, non è lo scopo di questo libro intristire i lettori. Ma anche nel migliore dei casi, nella situazione più tranquilla di un affido condiviso, tutti i padri fanno sempre una cosa: fare insieme ai figli quello che vi aveva giurato che non avrebbe mai fatto e/o regalare oggetti che prima non avrebbe mai regalato. Lo scopo è naturalmente apparire al figlio migliore di voi, tirarlo dalla sua parte e punirvi per avere distrutto il vostro matrimonio (perché anche se è lui che se ne è andato, la colpa è vostra). Siete una pacifista convinta? Lui regalerà al figlio un kalashnikov. Siete una no global? Lo porterà ogni sabato da McDonald's. Siete cattolica praticante? Lo porterà al gay pride. E non provate a dirgli qualcosa: Lei: Hai portato il bambino ancora da McDonald's? Lui: Deve abituarsi a mangiare cibi diversi = Ha vomitato tutto, ma non ti darò mai la soddisfazione di dirtelo Lei: Non voglio che il bambino giochi con le pistole. Lui: Non bisogna reprimere la sua aggressività = Già reprimo la mia nei tuoi confronti Lei: Non ti sembra un po' presto per portarlo al gay pride? Lui: Deve abituarsi a stare con i diversi = Pur di farti dispetto lo affiderei a una baby-sitter drag queen
IL SESSO
Le bertucce del Congo hanno un rapporto sessuale ogni diciassette minuti con tutti i maschi del branco. Io purtroppo no. Ma non è necessario avere una vita erotica promiscua per conoscere il comportamento sessuale del maschio italiano (e forse del maschio in genere). Da secoli ci hanno fatto credere che gli uomini pensino a una cosa sola. Ce lo hanno detto le mamme, le mamme delle mamme, le zie, le zie delle zie. Così abbiamo finito col crederci anche noi. Poi conoscendo meglio gli uomini abbiamo capito che è proprio così. Non che le donne non pensino al sesso... ci pensiamo eccome, eccome se ci pensiamo. Ma per noi sesso e amore vanno ancora insieme e molte di noi si aspettano ancora che il Principe azzurro arrivi sul cavallo bianco. Peccato che a volte il cavallo si riveli meglio del principe: almeno non si mette a leggere "Tex" dopo l'amplesso. Invece che disperarci perché non troviamo l'Uomo Ideale, dovremmo sapere che per la donna l'apice dell'impulso sessuale viene raggiunto intorno ai trentotto anni, mentre per un uomo l'apice del suddetto istinto raggiunge il picco a diciannove. Rassegniamoci care amiche quarantenni, il nostro partner ideale per focose notti di passione è un giovane manzetto di vent'anni. E se non è ancora laureato, pazienza! Tornando agli uomini, per loro il sesso è un istinto basilare, immediato e urgente. Per questo molti di loro detestano il corteggiamento: perché fa perdere tempo. L'uomo vuole passare al dunque e non ha tempo da perdere. Non state troppo a chiedervi: "Che cosa vuole questo qui da me?" Sin dal primo incontro è piuttosto chiaro. Vediamo: Posso telefonarti qualche volta? - Mi piacerebbe fare sesso con te Vieni in discoteca? = Vorrei fare sesso con te Andiamo al cinema? = Gradirei fare sesso con te
Ho due biglietti per il teatro = Sarebbe bello fare sesso con te Ciao = Facciamo sesso insieme? Conquistare una donna non è un compito facile per un uomo: le donne sono complicate e piuttosto diverse l'una dall'altra. Quindi un uomo che voglia sedurre una donna dovrebbe avere l'intuito e la sensibilità di capire cosa piace a quella donna: l'arte, il romanticismo, la virilità, i soldi? Ma poiché il cosiddetto "sesto senso" sta al maschio quanto i Talebani stanno all'emancipazione femminile, i nostri conquistatori fanno spesso errori grossolani. Se ami il mare puoi star certa che ti porterà a scalare il Cervino, e se ami le comodità avrà già deciso di farti sua in una microscopica tenda canadese. Sempre sul Cervino naturalmente. Conquistare un uomo è invece alquanto più facile: bastano due semplicissime azioni che sono sempre ed eternamente valide per ogni tipologia maschile. Spesso ne basta una sola, ma se proprio vuoi esagerare sviluppa l'azione di seduzione in queste due semplicissime fasi: 1. mettiti nuda 2. fai da mangiare Io non sono una grande esperta in seduzione, avrei sempre desiderato essere una femmina da calendario, ma al massimo mi metterebbero su quello di Frate Indovino. Quando sogno a occhi aperti mi immagino come una femme fatale avvolta in una guêpière leopardata, che beve champagne circondata da uomini belli e succubi, ma in realtà se metto i tacchi cado per terra e alle undici di sera crollo dal sonno. Ma anche senza essere una mantide religiosa del sesso, qualcosa in questi anni l'ho imparata anch'io. Poiché l'uomo segue i segnali visivi, come i cinghiali, se volete circuire un maschio dimenticate la vostra perspicacia psicologica e pensate piuttosto a inzoccolirvi. Inzoccolirvi, avete capito bene: trucco evidente, capelli vaporosi, minigonna che arriva (scusate l'espressione) al collo dell'utero, reggiseno
push up e compagnia bella. Funziona. Funziona molto di più che sfoggiare la vostra cultura o il vostro senso dell'umorismo. Anzi, le donne più esperte in seduzione assicurano che in molti casi è meglio abbassare il livello intellettivo e aumentare la taglia del reggiseno. Di fronte alla donna inzoccolita, nel maschio si verificano alcune modificazioni psicosomatiche: la cresta si alza, il petto si gonfia, il sorriso si inebetisce e l'occhio assume quel caratteristico aspetto detto "occhio spermatozoico". Vediamo cosa dice l'uomo che rimorchia e che cosa pensa veramente: Che begli occhi = Che bel sedere Come sei simpatica = Avrà almeno una quarta Domani non possiamo vederci = Esco con una quinta Poiché sono ancora convinti che per conquistare le donne siano fondamentali le misure del loro pene, alcuni uomini cercheranno di esibire la loro virilità attraverso sottili metafore: Ho un fuoristrada BX B turbo 34 valvole = Ho un'estensione fallica abnorme Mangio molto peperoncino = Ho un'estensione fallica abnorme Ho i peli anche sulla schiena = Ho un'estensione fallica abnorme Ho un'estensione fallica abnorme = Ce l'ho piccolo ma ci provo lo stesso Persuasi come sono dell'onnipotenza del loro apparato riproduttivo, molti uomini sono convinti che basti la penetrazione a far godere all'impazzata una donna. Per questo è così facile fingere. Basta socchiudere gli occhi e gemere un po'. Ci cascano subito. Quale maschio può pensare: "Lei con me non gode?" La famosa domanda: "Ti è piaciuto?" È in realtà una domanda retorica: Ti è piaciuto? = Ovvio che ti è piaciuto, sono il migliore sulla faccia della terra
Solo a una minima parte di donne però la semplice penetrazione è sufficiente per raggiungere l'apice del piacere. Se quindi fingere non vi basta e volete una soddisfacente vita sessuale dovete rassegnarvi a educarli un po'. Non pretendete che conoscano perfettamente le vostre zone erogene. Gli uomini non trovano neanche i calzini nei cassetti, come potete pensare che sappiano dov'è il vostro punto G? Molti si chiedono ancora perché alcune donne simulino l'orgasmo, ma la risposta è evidente: simulano l'orgasmo perché molti uomini simulano i preliminari. Ma voi non demordete, dopo un po' ci prenderanno gusto a quei... tre minuti di trasgressioni sessuali. Durante l'atto sessuale l'uomo non ama molto comunicare con le parole, usa più spesso suoni gutturali, rantoli o anche le vocali: ah, eh, ih, oh, uh. Soprattutto uh, anche ripetuto: uh, uh, uh. Qualcuno pronuncia parole volgari, ma la cosa non deve spaventarvi o scandalizzavi, anzi. Usare parole un po' grevi non è sintomo di insensibilità bensì di romanticismo; viceversa dietro le parole più dolci possono nascondersi messaggi più prosaici. Per esempio: Bella vaccona = Ti amo Ti amo = Girati Un'altra abissale differenza che ci distingue dal sesso forte (si fa per dire) è che per noi l'affetto, le coccole sono importanti quanto il sesso se non di più. L'uomo ignora la parola coccole, anzi lo infastidisce. Se voi vi sentite bisognose di gesti affettuosi cosa fate? Vi avvicinate a lui che legge un libro in poltrona, vi sedete sulle sue ginocchia, lo abbracciate, gli date dei bacini. Il vostro messaggio è chiaro: Ho voglia di coccole Ma anche la sua risposta è chiara: quel qualcosa di insolitamente solido sotto di voi...non è il bracciolo della poltrona! L'uomo dimostra affetto col sesso o facendo cose pratiche, non dicendo: "Ti amo". Lei: Da un po' di tempo mi trascuri
Lui: Come puoi dire questo = Ho montato tutte le mensole in cucina Insomma, se avete trovato un uomo romantico almeno quando vi corteggiava siete già fortunate. A me sono capitate cose allucinanti, come avere scelto il vestito più sexy per uscire con lui e sentirmi dire: Bel colore, è proprio uguale al divano di mia madre Una delle inevitabili conseguenze dell'atto sessuale svolto senza precauzioni è la gravidanza. Sembra una banalità ma molti uomini sembrano non aver ancora colto perfettamente il nesso tra questi due eventi. L'uomo, come il bue muschiato, monta senza pensare, e quando la donna gli comunica di essere incinta risponde sbarrando gli occhi e pronunciando la fatidica frase: Ma come è possibile? E tu lì che devi spiegargli tutto a partire dalle api e dai fiori. Una volta accaduto l'irreparabile molti uomini sono davvero felici. Nella loro immaginazione saltano a piè pari tutte le notti insonni e i pannolini da cambiare per proiettarsi sul campo di calcetto con il loro futuro campione. Al pensiero di un figlio questo tipo di uomo assume un'aria beata tra san Francesco d'Assisi e Winnie the Pooh. Un po' stucchevole ma carino. Altri uomini sono invece letteralmente terrorizzati dall'arrivo di un bambino. Non sanno bene cosa significhi avere un figlio, ma intuiscono che la loro vita cambierà. In peggio. Lei: Sono incinta Lui: Che bello = Addio sesso Lei: Pensa, nascerà a Natale Lui: Che bello = Addio settimana bianca Lei: Ci pensi? La domenica al parco con la carrozzina Lui: Che bello = Addio stadio Lei: Che carino sarai quando gli cambierai i pannolini! Lui: Che bello = Ho già perso tutti i miei amici
Lei: E a giugno andremo al mare con i miei Lui: Che bello = Mi farei di droga pesante Lei: Sei contento? Lui: Tantissimo = Ma se invece ci prendessimo un cane?
I PARENTI
Se già si fa fatica a sopportare i propri parenti, figuriamoci quelli degli altri e in particolar modo quelli del proprio uomo. I parenti del vostro partner sono inquietanti perché di solito rappresentano un'estensione e un'amplificazione dei suoi difetti: se detestate il fatto che lui usi spesso un tono di voce troppo alto, i suoi parenti urlano; se lui vi sembra un po' maschilista, i suoi parenti sono dei Talebani; se lui è un po' snob, i suoi parenti hanno, con licenza parlando, un catino di merda sotto il naso. A volte vi va bene e trovate una sorella simpatica che naturalmente vive in Cina, oppure un cugino bello e intelligente per cui perdete la testa, provocando danni inenarrabili. Ma a parte queste eccezioni, i parenti sono fonte di diverse malattie psicosomatiche. LA SUOCERA
So bene che cosa state pensando: "La suocera classica è uno stereotipo, un luogo comune, un personaggio da barzelletta". È vero, ci sono suocere amabili e corrette che magari vi vogliono bene come a una figlia, ma la suocera classica esiste ancora, eccome se esiste! Come molte di voi sapranno la suocera tipica è una calamità naturale capace di rovinare il più perfetto dei matrimoni. È più velenosa di un cobra, più scaltra di una volpe e più cattiva di un coccodrillo. Insomma è un animale pericoloso che andrebbe tenuto alla larga il più possibile, se non fosse così insinuante da introdursi in ogni anfratto della vostra vita. La suocera vipera è quella che entra in casa vostra col dito indice sollevato: prima toglie la polvere dal televisore e poi ve lo punta contro: "Tutta questa polvere fa male al bambino".
Il bambino naturalmente è suo figlio, non il vostro. Poi continua implacabile: Suocera: Non hai ancora comprato il vaporetto? = Sudiciona schifosa, fai vivere mio figlio in un porcile Nuora: No... non ho avuto tempo Suocera: Certo, certo = Non fai niente tutto il giorno, inetta! Naturalmente il suo rapporto con il figlio maschio (vostro marito) rasenta l'incesto: quando era piccolo lo ha viziato fino all'inverosimile, gli ha concesso qualsiasi cosa e non gli ha mai chiesto nulla. Gli correva dietro imboccandolo se non voleva mangiare, passava la sua giornata piegata in due per raccogliere tutto quello che buttava per terra e faceva chilometri per comperargli il dolcetto preferito. Lo ha cullato fra le sue braccia, cantando ninnananne melodiose per farlo addormentare, finché perfino lui a un certo punto le ha detto: "Adesso basta mamma, a diciotto anni posso addormentarmi da solo". Quando il figlio si è sposato vostra suocera ha finto un infarto e una crisi epilettica per farsi portare al pronto soccorso rimandando le nozze. Poi ha dovuto accettare il fatto, ma adesso VI ODIA. Gelosa come una scimmia non perde occasione per farvi notare ogni vostra debolezza e per rimarcare quale grave errore ha commesso suo figlio sposando voi. Vediamo le sue frasi tipiche. Mio figlio era sempre vestito come un signore = Adesso è un barbone, TU non lo sai vestire Ha sempre le camicie stropicciate = TU non sai stirare Ha sempre mal di stomaco = TU non sai cucinare È allergico alla polvere = TU non sai pulire la casa Prima sorrideva sempre = TU lo deprimi Ha sempre mal di testa = TU fai schifo anche a letto Mio nipote è tutto suo padre = Non ha preso certo da te, CRETINA I COGNATI E LE COGNATE
Se il cognato è il marito di vostra sorella quasi sicuramente è un imbecille. Naturalmente potrebbe anche essere un premio Nobel, ma a voi sembrerà sempre un imbecille, perché ha "osato" sposare vostra sorella. Avete passato l'infanzia insieme a quell'adorata, insopportabile mocciosa, avete diviso la vostra adolescenza con quella giovincella complice nei litigi con i genitori e vostra rivale nelle prime storielle con i ragazzi, vi siete confidate, amate, odiate, picchiate, baciate, coccolate, insultate con la vostra meravigliosa sorellina e adesso quell'omuncolo insignificante arriva e ve la porta via? Come potreste essere obiettive? Come dimenticare il giorno in cui vostra sorella ve lo ha presentato tutta raggiante (ma che avrà da sorridere quella scema?) Cognato: Ciao, sono Marco Voi: Ciao = Che idiota Cognato: Laura mi ha parlato tanto di te Voi: Anche a me di te = Praticamente mai Cognato: So che siete molto legate Voi: Già! = Finché non sei arrivato tu a rompere i ... Cognato: Laura vorrà che sia tu la testimone alle nozze Voi: Ah che bello! = Nozze? Hai fatto rimbecillire anche mia sorella! Cognato: Non vedi l'ora vero? Voi: Ma certo! = Devi ancora arrivarci al giorno del tuo matrimonio, cretino! Se il cognato è il fratello di vostro marito le cose cambiano. I cognati-fratelli-del-marito si dividono in due categorie: 1. quelli che assomigliano a lui, ma in peggio, quindi vi è andata bene 2. quelli che assomigliano a lui, ma in meglio, quindi vi è andata male Si racconta di molti casi in cui una donna si è innamorata del cognato provocando catastrofi familiari. Meglio dunque il primo caso: quando vi
sentite in crisi con il vostro uomo basta invitare a cena suo fratello e tornerete romantiche come in luna di miele. Le cognate, siano esse le sorelle del marito o le mogli dei fratelli del marito (ma perché le parentele sono così complicate?) hanno una caratteristica peculiare: sono terribilmente lontane da voi. Non intendo geograficamente, cosa che potrebbe essere un bene, intendo lontane psicologicamente, caratterialmente. Se voi siete una donna che lavora e che ama il suo lavoro, la cognata sarà una casalinga inferocita che vive per la casa senza altri interessi che il potere smacchiarne del perborato di sodio. Se viceversa amate fare la casalinga, lei sarà una donna in carriera che considera imbecilli tutte le donne che hanno scelto di non lavorare. Se voi siete di sinistra lei è di destra. Se lei adora gli animali, voi tritereste col minipimer il suo orribile gatto. Se voi siete severa con i vostri figli, lei li lascerà correre urlando per tutta la casa (la vostra naturalmente). Insomma non potreste essere più diverse. Non c'è niente di male nell'essere diversi salvo nel periodo dell'anno in cui le malattie psicosomatiche subiscono un'improvvisa impennata.
LE FESTE DI NATALE
Il Natale è il periodo in cui il fatturato della ditta che produce il Maalox ha un improvviso rialzo. Questa meravigliosa festa, di cui nel nostro opulento mondo occidentale si sono perse le origini (mio figlio crede che sia stata inventata dalla Disney, e forse non ha tutti i torti), è ormai drammaticamente associata a due cose: l'incubo dei regali e l'incubo dei pranzi con i parenti. Uso il plurale "pranzi" perché in alcune famiglie il Natale è un tour de force che dura per ben quattro giorni: antivigilia, vigilia, Natale, Santo Stefano. Perché ci sia bisogno di questa maratona dei trigliceridi è un mistero, visto che tutti alla fine si annoiano e ingrassano come maiali. Solo le femmine più scaltre, quelle che hanno scelto di non convivere con un uomo, riescono (a volte) a evitare questa incombenza. Poiché in una coppia entrambi hanno una famiglia di origine, tutti gli anni a Natale si riaccende la fatidica disputa: Natale dai miei o dai tuoi? Lei: Allora caro, quest'anno il Natale si fa da mia sorella = Finalmente un Natale senza quell'arpia di tua madre Lui: Certo cara, allora dico a mia madre che siamo da lei alla vigilia = Credevi di scamparla eh? Mia madre ha già preparato il capitone ripieno Lei: Ma non dovevamo andare a sciare? = Un altro Natale con il capitone mi ucciderà Lui: A sciare ci andiamo dopo, lo sai che sennò mia madre si offende = Non ho mai il coraggio di contraddirla, figuriamoci a Natale Lei: Non abbiamo mai passato un Natale da soli = Perché ho sposato un succube con l'Edipo irrisolto? Lui: Magari l'anno prossimo = Non succederà mai, ma non ho voglia di litigare Il Natale è per antonomasia la festa della Famiglia, e poiché le famiglie sono un crogiolo di nevrosi, il Natale è un incubo.
Solo il cardinale Ruini finge di credere il contrario. Persone che normalmente si detestano, o semplicemente non si frequentano, a Natale si ritrovano improvvisamente riunite, con effetti devastanti. Ogni Natale ha i suoi evergreen: la suocera che disdegna il tuo regalo costosissimo, la zia che per il trentesimo anno consecutivo ti regala un orrendo bagnoschiuma al tamarindo, la cognata che si offende perché ti sei dimenticata di farle il regalo, il cognato furente perché gli hai regalato gli scacchi e lui gioca solo alla playstation. E poi gli adorabili nipotini che aprono i regali urlando, stanno a tavola urlando, giocano urlando, le prendono urlando e continuano a urlare. Il vino che ti dà alla testa, i grassi polinsaturi del cotechino che creano sbarramenti di colesterolo nelle tue vene, l'immobilità forzata che rende le tue gambe due pezzi di legno atrofici. E poi la noia, i litigi su sport e politica, le frecciatine velenose, le ipocrisie, insomma tutto il repertorio della tanto celebrata Famiglia patriarcale. Esagero? Sì, certo fa parte del gioco, ma alzi la mano chi, da piccola o da grande, non ha mai vissuto un Natale di questo tipo. Lei: Ho portato il tacchino ripieno Suocera: Non dovevi disturbarti siamo pieni di roba... = Cosa credi che abbiamo bisogno del tuo misero pollo rinsecchito? Cucino da tre giorni... figurati se aspettavo te! Cognata 1: Il tacchino? Brava, possiamo contare su di te che ogni anno porti sempre la stessa cosa = Se hai la stessa fantasia a letto con mio fratello! Cognata 2: Buono il tuo tacchino, è identico a quello della rosticceria sotto casa mia = Dove naturalmente l'hai comprato Suocera: Marco dov'è? = Povero figlio mio martire di questa arpia, vieni dalla tua mamma! Lei: Sta parcheggiando Suocera: Eh, mio figlio si prende sempre i compiti più faticosi = È un santo e ha sposato una cretina Cognata 1: È meglio che parcheggi lui, mamma = Se parcheggia lei distrugge la macchina, la cretina Cognata 2: Anch'io ho comprato l'auto nuova, una Volvo da settantamila euro, e voi? = So benissimo che avete una Punto a rate, ma godo a sentirtelo dire
Lei: Bene, ora aprite i miei regali! Suocera (aprendo il regalo di lei): Oh non dovevi disturbarti! Beh, almeno è una cosa semplice = Sei la solita tirchia, povero figlio mio! Cognata 1 (aprendo il regalo di lei): Oh un bagnoschiuma, come l'anno scorso... = Non lamentarti se mio fratello si farà un'amante! Cognata 2 (aprendo il regalo di lei): Che bella borsa, ne ho già una identica di Prada = Questa è taroccata, pezzente! La sera di Santo Stefano siete esauste, ma un pensiero vi sorride: "Al prossimo Natale manca ancora un anno!"
CONCLUDENDO
I matrimoni tra persone dello stesso sesso sono ormai una realtà in molti paesi europei. Ma se ancora non vi sentite pronti per un cambiamento del vostro orientamento sessuale, provate a capire il vostro partner anche se per sventura è di sesso opposto al vostro. Per aiutarvi ecco un piccolo glossario riassuntivo.
AMORE
Per lei = Sentimento di appassionata comunione spirituale e carnale tra due esseri umani Per lui = Sesso SESSO
Per lei = Atto d'amore e manifestazione dell'attrazione amorosa ed erotica per il partner Per lui = Sesso DIVERTIMENTO
Per lei = Cinema, amici, shopping, teatro, discoteca, palestra, musica Per lui = SESSO, cinema, amici... MONOGAMIA
Per lei = Inevitabile conseguenza dell'amore Per lui = Una malattia delle piante MATRIMONIO
Per lei = Coronamento del sentimento d'amore per il partner Per lui = Auspicio che lei non scopi con altri COMUNICAZIONE
Per lei = Intenso scambio verbale e non verbale tra persone per trasmettersi idee e sentimenti Per lui = Ciao cara, vado in ufficio IMPEGNO
Per lei = Realizzazione di un rapporto stabile e responsabile in cui ci si prende cura del partner Per lui = Appuntamento di lavoro CASA
Per lei = Nido d'amore Per lui = Luogo dove c'è un divano TRADIMENTO
Per lei = Inevitabile e drammatica conseguenza di una crisi di coppia Per lui = Inevitabile e piacevole conseguenza del testosterone
Che ci resta da aggiungere? Come dicono i francesi: "Vive la différence"!