3 minute read

UNA GIORNATA IN MUSEO

www.carniamusei.org

In Carnia innumerevoli sono le testimonianze che ancor oggi raccontano del suo passato: collezioni etnografiche e pinacoteche, antichi opifici, esposizioni naturalistiche e geologiche, musei storici ed archeologici. Nasce così la Rete Museale della Carnia CarniaMusei con lo scopo di dare valore e visibilità al patrimonio di questo territorio di confine.

A SPASSO TRA MUSEI E MOSTRE PERMANENTI, CUSTODI DI STORIA, ARTE, ANTICHI MESTIERI E ARTIGIANATO

Da visitare sono senz’altro: il Museo Geologico della Carnia di Ampezzo che raccoglie rocce e fossili risalenti a 450 milioni di anni fa, il Museo Naturalistico di Preone, nei cui dintorni sono stati ritrovati di rettili volanti del periodo giurassico, la Mostra Permanente del Fossile ad Arta Terme, il centro visite Geoparco della Carnia in località Laghetti di Timau e il Civico Museo archeologico di Zuglio Iulium Carnicum, che custodisce reperti dall’età preistorica a quella dell’Alto Medioevo. La storia più recente è raccontata nel museo la Zona Carnia durante la Grande Guerra di Timau, con cimeli e documenti che testimoniano le drammatiche vicende sulla linea del fronte italo-austriaco, testimoniate anche nella Mostra permanente di Forni Avoltri. A Pesariis di Prato Carnico si fa un vero e proprio tuffo nel tempo, perché grazie al Percorso monumentale degli orologi e al relativo Museo è possibile ammirare in quanti modi diversi si possono contare le ore, tutto merito degli orologi che vi venivano prodotti fin dal ‘700. Da non perdere la visita alla Mozartina di Paularo, una singolare collezione di strumenti musicali, a Treppo Ligosullo la Galleria D’arte Moderna intitolata a Enrico De Cillia mentre a Verzegnis il parco d’arte contemporanea all’aperto Prato d’Arte Marzona.

A Fielis di Zuglio presso la Polse di Cougnes sono raccolte migliaia di erbe e piante autoctone, di cui la Carnia è tra le zone più ricche d’Europa. Mentre presso le Mostre Permanenti della “Civiltà contadina di Lauco” e dell’”Ex Latteria di Cleulis” a Cleulis di Paluzza vengono raccolte le testimonianze legate alla filiera del latte così come all’interno della casa museo della civiltà contadina di Sappada. Gli antichi mestieri si sono mantenuti come l’intaglio e la lavorazione del legno, la tessitura, la lavorazione del ferro e della pietra, la realizzazione degli scarpèts (le tradizionali pantofole di velluto), la decorazione di terrecotte e l’intreccio di ceste come la gerla. Eredi di una tradizione la cui storia è splendidamente documentata nel Museo carnico delle Arti Popolari, coprendo un periodo che va dalla fine del ‘600 agli inizi del ‘900. Nelle botteghe artigiane di Villa Santina e Sauris è possibile acquistare le stoffe che ripropongono gli antichi disegni dell’epoca e non solo. I mobili sono decorati con raffinati intarsi seguendo le tecniche degli antichi maestri, come le bellissime cassepanche. Alcuni artigiani come i F.lli Plozzer a Sauris realizzano ancor oggi le maschere carnevalesche di legno ispirandosi a quelle conservate al Museo Gortani. A Sutrio, uno dei Borgo autentici d’Italia, la scultura del legno è ancora viva, qui infatti sculture e botteghe artigiane sono l’anima del borgo. Massima espressione della lavorazione artistica del legno è il Presepio di Teno un vero museo etnografico che rappresenta in modo sapiente e minuzioso tutte le attività lavorative del paese. Altri musei etnografici da visitare sono la Collezione Etnografica di Forni Avoltri, il Museo rurale e il Filo dei ricordi di Forni di Sopra, il Museo Etnografico di Sappada e a Sauris di Sopra il Centro Etnografico e Storiografico. Il ricco legname dei boschi carnici fu valorizzato già nel ‘500 dalla Repubblica di Venezia che per tutelarli e riservarsi l’esclusività emanava delle leggi. Venivano “banditi” ben 38 boschi (così detti “Boschi Banditi”) che sono oggi delle foreste di straordinario interesse botanico e faunistico. Si possono vedere nei dintorni di Ovaro, Rigolato Forni Avoltri, Prato Carnico, Socchieve, Ampezzo, Forni di Sopra, Sauris, Paularo, Paluzza e Treppo Ligosullo. Al Museo del Legno e della Segheria Veneziana di Ovaro e “Siè da Fuce” di Paluzza si può scoprire tutto il processo di sfruttamento della risorsa boschiva. A Cludinico, una piccola frazione di Ovaro, troviamo il Museo dell’ex Miniera che testimonia l’importanza rivestita dal lavoro nella miniera di carbone del paese, oggi non più operativa ma visitabile con guide specializzate. Nel paese di Cercivento sulle pareti delle case, con mosaici e affreschi viene raccontata la sacra scrittura ne “La Bibbia a Cielo aperto”. Numerose sono le altre proposte museali e di mostre permanenti presenti sul territorio.

This article is from: