Consolidamento. Analisi e ipotesi d'intervento.

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Università I.U.A.V. di Venezia, DACC. Corso di laurea: Architettura per il Nuovo e l’Antico. Consolidamento dell’edilizia storica. Prof.re Nullo Pirazzoli. A.A. 2014/2015 Studenti, Dott. Marco Bogoncelli 280193 - Dott. Gabriel J. Ferro 280509.


Indice.

Fase 1 - Inquadramento dell’edificio all’interno del Sestiere di Cannaregio................................................................................................ 2 - Documentazione fotografica del complesso.................................................................................................................................. 4 - Ricerca storico-cartografica........................................................................................................................................................... 6 - Studio del rilievo del Professor Cristinelli sul sestiere di Cannaregio............................................................................................ 8 - Analisi tipologica del tessuto residenziale dell’area......................................................................................................................10 Fase 2 - Osservazione e rilievo dei tratti caratteristici del fabbricato..........................................................................................................12 - Elaborazione tramite software......................................................................................................................................................14 - Restituzione grafica del complesso rilevato................................................................................................................................. 16 Fase 3 - Ipotesi strutturale, in base alle conclusioni tratte nelle fasi 1 e 2................................................................................................. 20 Fase 4 - Analisi dei materiali...................................................................................................................................................................... 22 - Analisi del degrado.......................................................................................................................................................................24 - Analisi del dissesto.......................................................................................................................................................................26 Relazione conclusiva..................................................................................................................................................................... 28

Consolidamento dell’edilizia storica. Prof.re Nullo Pirazzoli.

Studenti, Dott. Marco Bogoncelli 280193 - Dott. Gabriel J. Ferro 280509.


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Sestiere di Cannaregio, Calle delle Vele.

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FASE 1.

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INQUADRAMENTO DELL’EDIFICIO ALL’INTERNO DEL SESTIERE DI CANNAREGIO Consolidamento dell’edilizia storica. Prof.re Nullo Pirazzoli.

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1. Vista percorrendo Calle delle Vele 2. Prospetto adiacente la calle 3.Tamponamento barbacani 4.Vista della calle da Rio Priuli 5.Prospetto adiacente calle, visto dal canale 6. Prospetto adiacente Rio Priuli 7.Veduta d’insieme del fabbricato 8. Vista dell’angolo a sbalzo 9. Vista frontale del prospetto sul canale

1. Inserimento piccola apertura 2. Porzione di prospetto maggiormente dissestata 3.Porzione di barbacane d’angolo 4.Nodo, barbacane dormienti piedritto 5.Mensole d’angolo sul prospetto canale 6. Dettaglio del camino 7.Tamponamento barbacani 8. Blocchi lapidei fungenti da fiube

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DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA Consolidamento dell’edilizia storica. Prof.re Nullo Pirazzoli.

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Merlo - 1656

Generale

Coronelli - 1697

Particolare

Ughi - 1729

Paganuzzi - 1821

Austriaco - 1850

Vendrasco - 1889

RICERCA STORICO - CARTOGRAFICA Consolidamento dell’edilizia storica. Prof.re Nullo Pirazzoli.

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Nell’immediatezza dell’etimo, tipo significa percossa o colpo,come il conio che si moltiplica nelle monete […] Ma nel concetto di tipo, in quanto impronta, si insinua anche l’”a priori” di una teoria non dimostrata e, nella replicazione, l’imposizione di segni senza storia, che rendono non comprensibili i singoli fenomeni nella loro individualità. Il concetto di schema, invece, - di etimo assai complesso e vasto – testimonia in ogni caso l’autenticità del possesso nel tempo di alcune forme di un determinato individuo. Per quanto si riferisce ai caratteri distributivi degli edifici si può, ad esempio, concordemente intendere, in un primo momento, che la tipologia edilizia sia lo studio generale della disposizione di quegli elementi del distributivo che viene ripetuta in modo analogo in diverse costruzioni. Come abbiamo più volte osservato, qualora il campo di questo studio sia la città di Venezia, esso si dimostrerà vario e complessivamente articolato per la natura stessa dell’insediamento, disposto in un sito dai perimetri irregolari e con diverse sovrapposizioni di assetti edilizi. A Venezia, come in altre città storiche, ma qui in modo evidente, i tipi rappresentano il prodotto di una conoscenza operativa oggettiva, diffusa ed estesa in modo omogeneo, ma specifica di una determinata cultura, propria di una determinata società, significativa di un determinato momento storico. Affiorando da una consapevolezza, civile e culturale, dei valori nei quali e attraverso i quali una società si realizza nel proprio presente, i tipi costituiscono, per la struttura dell’edificio, ciò che il repertorio espressivo è per la sua forma. Lo schema del distributivo degli edifici, così individuati, costituisce, dunque, soltanto un approccio per uno studio sulle caratteristiche dei tipi edilizi. Questi non possono emergere, nel loro impianto accertato, se non dopo un’approfondita analisi sulle murature e sulle varie parti dell’organismo architettonico che, nella sua configurazione attuale, presenta alterazioni, aggiunte, abbattimenti e trasformazioni avvenute nel corso dei secoli. Ma non potendosi ovviamente spingere l’analisi, per ora, fino a tal punto di approfondimento, gli schemi dell’assetto distributivo rappresentano dunque soltanto i risultati di induzioni, ipotesi, congetture e analogie che possono essere di supporto o di avvio ad altre ricerche. La schematizzazione del distributivo degli edifici, da noi individuati, si riferisce più all’assetto del costruito, così come oggi si presenta, che a riflessioni accertate su di esso; così, più che una classificazione critica, potremmo dire di presentare un’elencazione comparata di assetti funzionali di un’edilizia che ha subito quasi sempre alterazioni, a volte vistose, a volta nascoste e di non facile individuazione. La tentazione più evidente e l’errore più grave, da evitare, consistono nel voler identificare i caratteri configurazionali degli schemi tratti sul costruito attuale come i segni di una tipologia dell’architettura che non può ritrovarsi e definirsi se non dopo i confronti e le verifiche dell’analisi dell’edificio in tutte le sue implicazioni storiche, stilistiche e costruttive. Per questo insistiamo nel dire che la schematizzazione delle planimetrie degli edifici, che poniamo a confronto, non è un’operazione dalla quale emergono immediate certe risultanze topologiche, ma essa rimane soltanto, e intenzionalmente, una elencazione di schemi di assetti edilizi, dalla quale possono emergere implicazioni di natura tipologica. 0

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STUDIO DEL RILIEVO DEL PROFESSOR CRISTINELLI SUL SESTIERE DI CANNAREGIO Consolidamento dell’edilizia storica. Prof.re Nullo Pirazzoli.

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Tipologia 1

Pianta primo piano.

Modulo 3

Tipologia 2

Modulo 2

Muro senza affacci Muro con affacci

Appartamento secondo piano - Modulo 2 e 3

Muro interno Vano scale

Appartamento primo piano - Modulo 2

Cavedio o cortile

Tipologia 3

3

Appartamento primo piano - Modulo 3

Indicazione di passaggio tra vano e vano

Il vano scale, che nel modulo 3 si attesta al primo piano, spiega come il secondo piano del modulo 2 si sviluppi anche al di sopra del suo modulo adiacente.

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Modulo 2

Modulo 3

ANALISI TIPOLOGICA DEL TESSUTO RESIDENZIALE DELL’AREA Consolidamento dell’edilizia storica. Prof.re Nullo Pirazzoli.

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1. Dettaglio orditura, muratura del prospetto adiacente Calle delle Vele; 2. Dettaglio sistema di barbacani di un fabbricato adiacente a quello di studio; 3.Rilievo diretto della parte basamentale, adiacente la calle; 4.Nodo, barbacane dormienti piedritto 5.Rilievo delle dimensioni delle mensole d’angolo; 6. Prospetto adiacente Rio Priuli.

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FASE 2.

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OSSERVAZIONE E RILIEVO DEI TRATTI CARATTERISTICI DEL FABBRICATO. Consolidamento dell’edilizia storica. Prof.re Nullo Pirazzoli.

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Prospetto adiacente Calle delle Vele Prospetto adiacente Rio Priuli Passo 1. Creazione nuvole di punti con Photoscan.

Passo 2. Elaborazione nuovla di punti con Pointools.

Passo 3. Restituzione fotoraddrizzamenti.

Passo 4. Ritaglio fotoraddrizzamenti per ridisegno.

ELABORAZIONE TRAMITE SOFTWARE Consolidamento dell’edilizia storica. Prof.re Nullo Pirazzoli.

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Prospetto adiacente Calle delle Vele. a fianco: prospetto adiacente Rio Priuli.

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RESTITUZIONE GRAFICA DEL COMPLESSO RILEVATO

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Per la ricostruzione delle piante, data l’assenza di documentazioni precedenti e l’impossibilità di eseguire un rilievo diretto, si è fatto affidamento sul rilievo del primo piano (riportato dal Cristinelli) incrociandolo con il fotopiano ottenuto da googlemaps.

Planivolumetrico. 0

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Pianta copertura.

Pianta secondo piano.

Pianta primo piano.

Pianta piano terreno.

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RESTITUZIONE GRAFICA DEL COMPLESSO RILEVATO Consolidamento dell’edilizia storica. Prof.re Nullo Pirazzoli.

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A’

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A’

FASE 4.

Travi di rinforzo

Analizzando testi e disegni, fra i vari quelli riportati negli studi della Professoressa Egle Renata Trincanato, siamo portati a supporre che dientro il tamponamento che copre lo sbalzo dei piani superiori al piano terreno, vi siano le caratteristiche mensole veneziane, dette Barbacani. Ci sembra inoltre opportuno rappresentare qualitativamente un nodo dell’angolo del fabbricato, ove in grigio sono evidenziati gli elementi lapidei della muratura. Impiegati come piedritto, mensole d’angolo, dormienti e fiube per agganciarvi il tavolato del solaio.

Pianta secondo piano.

Orditura della porzione di solaio che è stato possibile osservare; si presuppone un’orditura similare per i successivi solai del fabbricato.

A

Pianta primo piano.

Spaccato prospettico, AA’

Travi originali Tiranti Orditura solaio

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IPOTESI STRUTTURALE, IN BASE ALLE CONCLUSIONI TRATTE NELLE FASI 1 E 2 Consolidamento dell’edilizia storica. Prof.re Nullo Pirazzoli.

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Intonaco a doppio strato di malta composta da calce e sabbia a granulometria sottile ed omogenea, con colorazione biancastra tendente al giallo.

Trave in acciaio, h ca. 13cm. impiegata come architrave di rinforzo, dal profilo non rilevabile.

Intonaco realizzato con malta di sabbia con cemento di spessore di ca. 2cm. superficialmente rifinito a frattazzo grezzo.

Capochiavi in ferro di dimensioni variabili.

Rivestimento plastico. Strato di finitura bucciato. Spessore, ca. 2-4cm.

Elementi lignei utilizzati con funzione di architravi.

Muratura mista, con sistema originale ad altinelle (dimensioni ca. 16x7x5cm) e inserti di mattone di recente fattura (dimensioni ca. 25x12x6cm).

Elementi lignei usati come pannelli di tamponamento nel sistema di barbacani.

Muratura di tamponamento a tessitura mista con mattoni di dimensioni ca. 20x16x6cm.

Malta di sottofondo per intonaco.

Muratura impiegata come delimitazione dell’apertura finestrata con mattoni di dimensione ca. 25x12x16cm.

Malta di rappezzo.

Muratura di più recente fattura, con mattoni di dimensioni ca. 12x9x5cm.

Malta di rappezzo in corrispondenza degli architravi di rinforzo in acciaio.

Muratura impiegata nell’angolo sul canale e attiguo ad un altro fabbricato, di recente fattura, con mattoni di dimensioni ca. 25x12x6cm.

Tamponamento del sistema di barbacani.

Muratura impiegata per probabili interventi recenti nella parte basamentale del prospetto adiacente la calle, con mattoni di dimensioni a. 21x12x6cm.

Elementi monolitici in pietra d’Istria.

FASE 4.

Muratura di tamponamento in mattoni forati di dimensioni non rilevabili, di recente applicazione.

Prospetto adiacente Calle delle Vele.

ANALISI DEI MATERIALI

a fianco: prospetto adiacente Rio Priuli. Consolidamento dell’edilizia storica. Prof.re Nullo Pirazzoli.

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Alterazione cromatica. Si mostra variando uno o più parametri che definiscono il colore (tinta, chiarezza e saturazione).

Si interviene con pulitura a secco mediante spazzole; in seguito si procede con il lavaggio della superficie con acqua nebulizzata, eventualmente ripetendo nel caso in cui l’alterazione sia ancora presente.

Deposito superficiale. Accumulo di materiali estranei di varia natura come polvere, terriccio con scarsa coerenza con il materiale sottostante. Si presenta sopratutto in corrispondenza degli elementi agettanti, quali cornicioni o balconi.

Dopo un’ analisi fisico-chimica del fenomeno del degrado, si procede tramite pulitura a secco con spazzole. In caso l’intervento non fosse sufficiente si procederà con un lavaggio della muratura con acqua deionizzata.

Efflorescenza. Formazione di sostanze generalmente di colore biancastro e aspetto cristallino, sulla superficie del manufatto. Presente in modo più marcato nella parte basamentale, per via della forte umidità di risalita.

Si procede con impacchi acquosi con materiali assorbenti per mantenere a lungo a contatto la superficie con l’acqua e ridurre la penetrazione della soluzione stessa al di sotto del materiale. Per estrarre i sali si impiegherà acqua deionizzata.

Erosione. Asportazione di materiale dalla superficie. Causata principalmente dall’azione meccanica dell’acqua del canale sul il fabbricato. Inoltre presente sui laterizi esposti alle intemperie.

Intervento di pulitura tramite spatole per rimuovere eventuali residui del materiale; si effettua poi consolidamento con iniezioni di malta idraulica con resistenza simile a quella del materiale. Eventuali sostitizuoni di materiale danneggiato.

Fessurazione. Degradazione che si manifesta con la formazione di discontinuità nel materiale che può implicare lo spostamento reciproco delle parti. Presenti principalmente nel prospetto sul fronte canale.

Pulitura meccanica delle superfici tramite spatole per rimuovere eventuali residui del materiale danneggiatosi e staccatosi, residui biologici o fangosi. Consolidamento tramite iniezioni di resine, rappezzamenti. Poi sostituzione degli elementi danneggiati e applicazione di nuova malta con caratteristiche il più possibile simili alla precedente.

Mancanza. Caduta e perdita di parti. Afferente alla parte del camino crollata in precedenza.

Attraverso l’utilizzo della tecnica del scuci-cuci, vengono reintegrati gli elementi in laterizio mancanti. Nel caso del camino, si interverrà con il consolidamento della parte ad oggi presente.

Patina biologica. Strato sottile, morbido e omogeneo aderente alla superficie, di natura biologica, per lo più di colore verde. Si presenta in modo significativo su tutta la parte basamentale dell’edificio, a causa della prossimità con l’acqua.

Disinfezione della superficie e ammorbidimento con ammoniaca. Mediante l’uso di augelli idraulici, l’acqua viene trasformata in una leggera nebbia che si posa sulla superficie interessata ammorbidendo e solubilizzando i depositi. Successivamente si interviene con una pulitura mediante spazzole con particolare attenzione al fine di non aggravare le lesioni già provocate dalla patologia. Protezione, infine, con sali sodici.

Vegetazione infestante. Pianta rampicante che provoca decoesione e fessurazione del substrato, per effetto della crescita delle radici a contatto con esso. Presente maggiormente nella parte in angolo del prospetto sul canale, in prossimità dell’edificato adiacente, causato dalla prossimità col canale.

La pulitura viene effettuata mediante l’uso di bioacidi. Ad essiccazione avvenuta si procede al taglio delle radici e alla rimozione manuale delle piante infestanti. Per concludere viene applicato uno strato protettivo con azione idrorepellente.

Analisi

Intervento

Prospetto adiacente Calle delle Vele.

ANALISI DEL DEGRADO

a fianco: prospetto adiacente Rio Priuli. Consolidamento dell’edilizia storica. Prof.re Nullo Pirazzoli.

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Schema globale del dissesto.

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Prospetto adiacente Calle delle Vele.

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1 Fessurazione dovuta a rotazione

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Quadro fessurativo in angolo

5 Fessurazioni per flessione

3 6

1

Assonemtria del complesso. 2

4

2

Prospetto adiacente Rio Priuli.

Distacco per discontinuità materica

Rotazione

Carichi strutturali e accidentali

Tiranti già presenti

Azione dei tiranti

Fessurazioni per taglio

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Fessurazione per taglio

ANALISI DEL DISSESTO Consolidamento dell’edilizia storica. Prof.re Nullo Pirazzoli.

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FASE 1 L’edifico scelto per il corso di “Consolidamento dell’edilizia storica” è sito nel Sestiere di Cannaregio in Calle delle Vele, tra il civico 3964 e 3966, comprendendo un prospetto adiacente Rio Priuli. Il fabbricato, di edilizia residenziale minore, costituisce la testa di un complesso insieme di diverse tipologie residenziali. Questa prima fase ha interessato l’analisi storica del fabbricato. Attraverso le carte catastali si è osservato come fin dal 1656 esso appare all’interno della morfologia urbana della città, ma sicuramente risale ad un epoca ben precedente, come dimostrato dal Dorigo in “Venezia Romanica” ove si segnala l’area come già edificata fra il 1300 e il 1360. Trattandosi di uno dei diversi esempi di edilizia residenziale minore veneziana, le informazioni riguardanti il fabbricato sono principalmente ad una scala più ampia e sono quasi inesistenti elaborati grafici dettagliati. L’analisi si è quindi svolta attraverso vedute prospettiche e piante catastali, nello specifico: le vedute prospettiche del Merlo (1656) e del Coronelli (1697), le piante catastali dell’Ughi (1729), del Paganuzzi (1821), Austriaco (1850) e del Vendrasco (1889); tale ricerca non ha fornito elementi utili per uno studio a scala minore poiché il fabbricato appare sempre come una particella anonima della morfologia dell’urbanizzato. Si è dunque proceduto con una ricerca bibliografica sull’area di studio; preziosi si sono rivelati i rilievi operati all’interno del corso del Professor Giuseppe Cristinelli negli anni ‘70 del Novecento, che ci restituiscono la pianta del primo piano di tutto il Sestiere di Cannaregio. Abbiamo ritenuto opportuno riportare gli studi sulle principali tipologie residenziali, presenti nel Cristinelli, di modo che si possa meglio comprendere la natura del fabbricato in esame: esso fa da testa ad un sistema di più particelle disposte in linea, che si caratterizzano tutte per lo sviluppo distributivo su tre piani, collegati da un corpo scala che occupa una porzione corrispondente all’incirca ad 1/6 della superficie di ogni solaio. Nella nostra indagine, il fabbricato si compone degli ultimi due moduli di tale sistema; osservando attentamente il rilievo del Cristinelli si può notare che il modulo non adiacente al canale attesta il vano scale immediatamente al primo piano, fuggendo dallo schema tipologico generale. Basandosi su questo dato e al contempo su fotopiani e immagini aeree si può supporre dunque che il secondo, e ultimo piano di tale modulo, faccia parte dell’appartamento del secondo piano del modulo adiacente al canale. Osservando il fabbricato e analizzando in parallelo testi e disegni, fra i vari anche quelli riportati negli studi della Professoressa Egle Renata Trincanato, risalta la presenza dell’insieme di barbacani, allo stato attuale coperti da un tamponamento, che termina sul canale con un sistema di mensole d’angolo in pietra d’Istria.

FASE 2 Conseguita una base cognitiva generale del fabbricato, si è passati ad una fase di presa visione in situ cui oggetto di interesse è stato il rilievo e la restituzione grafica. Va detto che il vero e proprio rilievo diretto è stato effettuato solo sulla parte basamentale del prospetto adiacente Calle delle Vele, giacché non è stato possibile accedere all’interno dell’edificio; inoltre a causa della poca larghezza della calle il rilievo e le prese fotografiche del prospetto ivi adiacente sono state difficoltose. Analogamente, un rilievo diretto del prospetto adiacente Rio Priuli, si prospettava discretamente laborioso dati gli strumenti a nostra disposizione. Si è proceduto dunque mediante l’ausilio di software. Un primo passaggio consiste nell’importazione delle fotografie, effettuate sui due prospetti da diverse angolazioni, all’interno del software Photoscan che ha permesso di produrre le nuvole di punti dei due prospetti. Orientando dapprima il prospetto sulla calle è stato possibile associarvi successivamente il prospetto adiacente il canale. Sono stati dunque esportati gli ortofoto dei prospetti da Photoscan e unendo le nuvole di punti in Pointools è stato possibile ottenere la rappresentazione tridimensionale del complesso. Ottenuti gli ortofoto, si è proceduto al ridisegno in CAD dei prospetti e delle piante. È doveroso sottolineare come emerga un’incongruenza fra la possibile pianta della copertura, che risulterebbe sulla maglia ortogonale riportata dal Professor Cristinelli, e quella più prossima al vero che si ricava dall’immagine del fotopiano. Si potrebbe forse ipotizzare che le piante catastali, su cui il Cristinelli si basa, riportino un rilievo approssimativo dello stato reale del fabbricato; ciò è anche plausibile, considerato che a sfuggire ad una maglia ortogonale è una parete interna, condivisa con un’altro fabbricato, dunque non facilmente rilevabile.

FASE 3 Ottenuti gli elaborati grafici relativi al fabbricato si è dunque cercato di avanzare delle ipotesi strutturali per meglio comprenderne i suo comportamenti statici. Non potendo accedere all’interno dell’edificio e data l’assenza di documentazione al riguardo, le restituzioni grafiche si basano in parte su supposizioni e in parte su ciò che è stato possibile valutare esternamente. Si è potuta osservare solamente la porzione di solaio relativa al locale posto al pian terreno prospiciente il canale e la calle; allo stato di fatto sono presenti otto travi in legno, intervallate da sette travi lignee di più recente fattura ad eccezione del secondo interasse. Osservando entrambi i prospetti, si legge la presenza di diversi capochiave in corrispondenza del solaio del secondo piano e di quello di copertura. Inoltre nel prospetto prospiciente il canale si rileva la presenza di due fiube in corrispondenza del solaio del primo piano.

FASE 4 Lo scorrere del tempo lascia i propri segni sulle architetture; segni che sia l’analisi dei materiali, sia l’analisi dei degradi, riescono a descrivere, per potere in qualche modo ricostruire la vita del fabbricato. Si rimanda qui alla restituzione grafica dell’analisi dei materiali e degli elementi di degrado. [pagg. 21 – 24]. Alla luce di quanto osservato finora, sono state formulate delle ipotesi sui cinematismi e sui degradi più rilevanti. L’elemento che più desta l’attenzione è il fuori piombo del prospetto prospiciente il canale; risulta evidente che esso sia dovuto ad una rotazione del prospetto nel piano, in quanto nel prospetto adiacente alla calle non si rilevano fuori piombi. Tale cinematismo è probabilmente causato congiuntamente da due fattori: il primo dato dai carichi propri della struttura, e accidentali, che gravano sul nodo d’angolo; il secondo dato invece, se non da un vero e proprio cedimento fondale, da un assestamento del terreno ancor più plausibile se si considera la prossimità al canale e la natura stessa dei terreni lagunari. A suggerire tale ipotesi vi sono significativi fenomeni di dissesto quali: l’andamento obliquo, rispetto all’orizzontale, dei corsi della muratura nella parte inferiore compresa fra il piedritto e l’apertura adiacente; e inoltre fessurazioni significative che si attestano in corrispondenza di tale apertura. Codesto cinematismo, di carattere globale, risulta più marcato nelle porzioni di prospetto prossime all’angolo a sbalzo, come evidenziato dalle numerose fessurazioni presenti nella parte inferiore del prospetto. Si presume che l’azione dei tiranti, concentrati nei due solai superiori, contribuisca a compattare tale porzione del fabbricato riducendo l’effetto della rotazione che sembrerebbe influire dunque sulla metà di prospetto prospiciente al canale, causando evidenti fessurazioni nel nodo d’angolo [fig.3 – pag. 26] interessando entrambi i prospetti, con fessurazioni evidenti nella muratura e negli elementi lapidei. Si nota in particolare: la rottura del primo blocco del sistema di mensole, dovuta alla rotazione della porzione di prospetto [fig.1 – pag. 26]; fessurazione rilevante sull’elemento del dormiente (posto sul prospetto lungo la calle) per taglio [fig.4 – pag. 26]; fessurazioni dovute a distacco materico fra le mensole in pietra d’Istria e la muratura [fig.2 – pag.26]. Altri fenomeni di dissesto riscontrabili sul fronte canale sono le fessurazioni in corrispondenza delle aperture causate da flessione [fig.5 – pag. 26] e altre fessurazioni per taglio che interessano la muratura [fig.6 – pag.26].

IPOTESI DI INTERVENTO. Il fabbricato analizzato presenta una forte complessità di lettura dei dissesti e dei relativi cinematismi, cosa che rende difficile la compilazione di un progetto di intervento realmente efficace; le indagini compiute e le conclusioni che queste indagini hanno potuto produrre, non lo permettono. Vengono comunque qui proposte alcune ipotesi per un primo intervento di consolidamento dell’edifico. Ipotizzando che non vi sia un effettivo cedimento fondale e che il terreno si sia stabilizzato, per contrastare il fenomeno di rotazione in atto si può pensare all’inserimento di tiranti nella parte inferiore dei prospetti, in entrambe le direzioni. Nel caso in cui il cinematismo sia invece ad uno stadio di continuo e repentino avanzamento, possono essere previste delle puntellature temporanee lignee poste a supporto delle mensole in angolo. Qualora il cinematismo venga arrestato, si può pensare ad integrazioni di malta sia nella fessurazione fra la muratura e le mensole d’angolo, che nelle fessurazioni da taglio presenti in corrispondenza delle aperture sul prospetto prospiciente al canale. Un’altro intervento che prescinde dalle condizioni sopra ipotizzate, riguarda l’applicazione di un’impalcatura con tubi e giunti a sostegno del camino: allo stato di fatto, si tratta di una situazione di possibile crollo imminente, con evidenti rischi per la navigazione del canale prospiciente.

RELAZIONE CONCLUSIVA Consolidamento dell’edilizia storica. Prof.re Nullo Pirazzoli.

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IPOTESI DI INTERVENTO, Precisazioni. Quanto finora presentato è frutto di una ricerca e di un’analisi basate su dati che è stato possibile ottenere, congiuntamente al tipo di strumenti a nostra disposizione. In un’ipotesi di intervento effettivo, riteniamo fondamentale completare quanto finora fatto con le seguenti integrazioni: FASE 1. Analisi storica. Completare la ricerca e l’analisi della documentazione disponibile riguardante il fabbricato con elaborati tecnici, sia catastali che riguardanti eventuali progetti di intervento attuati sul fabbricato. FASE 2.1 Rilievo. Effettuare un rilievo dettagliato dei prospetti, con strumentazioni adeguate; rimuovere il tamponamento del primo solaio a sbalzo, per visionare e rilevare i barbacani; svolgere il rilievo degli ambienti interni del fabbricato; rilevare i solai: restituirne l’orditura, la dimensione e l’interasse delle travi; laddove non sia possibile prenderne visione diretta, si proceda con eventuale rimozione di controsoffittature; effettuare un’ispezione per comprendere la natura e composizione dei solai, con eventuali rimozioni parziali di pavimentazione; svolgere il rilievo del sistema di copertura; restituzione grafica del rilievo effettuato.

FASE 4.2 Analisi del degrado. Integrare gli studi già effettuati con l’analisi degli ambienti interni, per poterne poi effettuare una lettura congiunta con l’analisi dei prospetti esterni; compiere un’analisi più approfondita riguardo la natura dei degradi per meglio comprendere la loro interazione con i materiali.

La città conserva la sua anima, la sua continuità, fino a quando la comunità che la abita si riconosce come erede di se stessa. Il paradosso della conservazione è che nulla si conserva mai né si tramanda se resta immobile e stagnante. [...] Ma rinnovarsi non vuol dire (auto) distruggersi: non fu né conservazione né tradizione la fine di Cartagine o quella di Tenochtitlan, fu morte violenta. Non c’è, per la città, metafora più appropriata di quella scolpita da Plutarco: la città è come un organismo vivente, cresce mutando e restando se stessa, secondo un codice genetico iscritto nella sua stessa storia, nell’unicità della sua forma urbis. L’anima della città, la “città invisibile” che si manifesta attraverso la sua forma visibile, è in questo equilibrio fra permanenza e mutazione, nel rapporto fra città e cittadini, fra <<le pietre e il popolo>>.

FASE 4.3 Analisi del dissesto. Ad integrazione di un primo studio qualitativo già effettuato, si aggiunga: un intervento preliminare per un’efficace analisi del dissesto mirata alla determinazione delle caratteristiche meccaniche dei materiali; si ipotizzano delle prove a percussione per la caratterizzazione meccanica delle malte e prove con martinetti piatti volte a determinare le proprietà medie della muratura; effettuare la verifica del tensionamento dei tiranti, utilizzando il metodo vibrazionale tramite accelerometro; al fine di valutare se i cinematismi siano in atto o si siano arrestati, viene predisposto un monitoraggio strutturale per controllare l’evoluzione del processo deformativo o degli spostamenti in continuo nel tempo. Ciò mediante l’applicazione di fessurimetri, inclinometri, misuratori di umidità e livellometri.

S. Settis. da “Se Venezia muore”.

In conclusione FASE 2.2. Confrontare gli elaborati ottenuti dal rilievo con la documentazione reperita nella prima fase (FASE 1) per verificare eventuali variazioni subite dal fabbricato sotto ogni aspetto: quello strutturale (interventi di consolidamento, per esempio l’aggiunta di travi di rinforzo); quello distributivo (rimozione o aggiunta di setti interni); di altra natura (quali i tamponamenti delle aperture e dei barbacani, o ancora il crollo della parte inferiore del camino); restituzione grafica finale, mirata a evidenziare le trasformazioni ed i cambiamenti subiti dall’edificio.

Analogamente al chirurgo che interviene sul paziente, l’Architetto chiamato a occuparsi di un edifico - anch’esso organismo vivente - deve impiegare la stessa meticolosità e scrupolo, richieste per la salvaguardia della vita umana; meticolosità e perizia sono ancor più necessarie se, come nel caso in analisi, ci si occupa di un paziente adulto e affetto da non pochi disturbi. Forti di tali convinzioni, il nostro studio si è mantenuto il più possibile coerente con le nozioni, gli strumenti e i dati che sono a nostra disposizione. Venezia, Giugno 2015.

FASE 3. Ipotesi strutturale. Sviluppare il modello strutturale del fabbricato, basandosi sui dati ottenuti nelle fasi precedenti. FASE 4.1 Analisi dei materiali. Integrare gli studi già effettuati con l’analisi degli ambienti interni; compiere un’analisi più approfondita riguardo la natura e la composizione dei materiali.

Bibliografia: - Cannaregio, un sestiere di Venezia. Giuseppe Cristinelli. Officina Edizioni, 1987. - La casa veneziana delle origini, ed altri scritti sulla casa veneziana. Egle Renata Trincanato. Ed. Stamperia Cetid, 1999. - Venezia Romanica: la formazione della città medioevale fino all’età gotica. W. Dorigo. CIERRE ed. 2002. - Il Manuale del restauro architettonico. Coordinatore generale, Luca Zevi. Mancosu Editore, 2002. - Trattato sul consolidamento. Direttore scientifico, Paolo Rocchi. Mancosu Editore, 2003.

“Evidentemente il valore storico è quello più ampio e per questa ragione dobbiamo trattarlo per primo. Si chiama storico tutto ciò che è stato e che oggi non esiste più [...] quello che è stato una volta non può essere di nuovo e tutto ciò che è stato rappresenta l’anello insostituibile e inamovibile di una catena di sviluppo; oppure, in altre parole: tutto quello che ha avuto luogo dopo è condizionato da ciò che è stato prima e non avrebbe potuto verificarsi così come è avvenuto in realtà - senza l’anello precedente. Il punto essenziale di qualunque concezione storica moderna è appunto l’idea di sviluppo. Quindi, secondo i concetti moderni, qualunque attività e ciascun destino umano, del quale ci sia pervenuta una testimonianza o notizia, senza eccezione può rivendicare un valore storico: in fondo ogni avvenimento storico vale per noi come insostituibile”. A. Riegl. da “Teorie e storia del restauro”, Nullo Pirazzoli.


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