Estratto dal libro:
I grandi insegnamenti cosmici di
Gesù
di Nazareth dati ai Suoi apostoli e seguaci che erano in grado di comprenderli
con spiegazioni date da Gabriele
Estratti da libro:
I grandi insegnamenti cosmici di
GESÙ di Nazareth
dati ai Suoi apostoli e discepoli che erano in grado di comprenderli Rivelato dal Cristo, il Figlio di Dio e Redentore di tutte le anime e tutti gli uomini, tramite la profetessa di Dio, Gabriele
con spiegazioni date da Gabriele per adempiere le Leggi eterne
aprile 2018 © Gabriele-Verlag Das Wort GmbH Max-Braun-Str. 2, 97828 Marktheidenfeld Tel. 0049 9391/504135, Fax 0049 9391/504133 www.edizioni-gabriele.com Tutti i diritti sono riservati. Stampa: KlarDruck GmbH, Marktheidenfeld, Germania
Premessa Dio è assoluto; è la Legge Assoluta dell’infinito. Poiché proveniamo da Lui, anche noi, come tutti gli uomini, nel profondo del nostro interiore siamo Legge Assoluta, l’amore per Dio e per il prossimo. Dio è, e noi siamo divini. Egli è la nostra origine e la nostra meta. Nella grandiosa svolta dei tempi nella quale viviamo, lo Spirito di Dio riversa la Sua verità in questo mondo, in tutta la sua pienezza. Ora lo Spirito della verità, il Cristo, ha avverato quello che aveva annunciato in veste di Gesù di Nazareth: «Ma quando verrà lo Spirito della verità, Egli vi condurrà nella verità tutta intera». Lo Spirito della verità è venuto tramite la parola profetica donataci da Gabriele, la Sua profetessa istruttrice e messaggera. La verità tutta intera, nella misura in cui può essere spiegata con le nostre parole tridimensionali, è la Legge Assoluta di Dio. Nel 1991, il Cristo ha rivelato la Legge Assoluta tramite la Sua profetessa. Questa Legge è raccolta nel libro intitolato: «I grandi insegnamenti cosmici di Gesù di Nazareth, dati ai Suoi apostoli e discepoli che erano in grado di comprenderli. La vita degli uomini veramente ricolmi di Dio.» 1
Nel periodo tra il 1991 e il 1996, gli insegnamenti della Legge Assoluta sono stati spiegati da Gabriele, la profetessa istruttrice di Dio, nella Chiesa Interiore dello Spirito del Cristo, un luogo di incontro aperto a tutte le persone alla ricerca di Dio. Gabriele è anche la messaggera di Dio, poiché attinge alla sua coscienza spirituale dischiusa che vive in Dio. Il libro da cui è ripreso questo estratto è una grandiosa opera di istruzione spirituale. Raccoglie le frasi di insegnamento dei grandi insegnamenti cosmici, che sono rivelazioni sublimi del Cristo-Dio, che ci indicano la via verso la nostra eredità spirituale divina, verso la Legge eterna dell’amore per Dio e per il prossimo. (In questo estratto le frasi di insegnamento sono riportate in grassetto corsivo.) Le spiegazioni date da Gabriele sono indicazioni in merito a come, quali uomini, possiamo ap plicare questi insegnamenti nella nostra vita quotidiana. È un libro che prende per mano chiunque desideri farsi guidare dallo Spirito della verità.
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Il 31 dicembre 1991 il Cristo rivelò tramite Gabriele, la profetessa di Dio, tra l’altro quanto segue: «Vedete: vivete in un’epoca meravigliosa. È l’era cosmica più elevata, poiché lo Spirito della vita, Dio in Me e Io in Lui, riversa l’insegnamento su premo: la Legge Assoluta. ... Vedete: si tratta di un’epoca che non tornerà più per gli uomini. Infatti, nel momento in cui la Legge Assoluta viene insegnata in tutti i dettagli, significa che la fine è alle porte: la fine dell’epo ca materialistica ... La Legge Assoluta, donata e insegnata dalla Fon te diretta, da Dio, vi mostra il vostro vero Sé, la vostra eredità spirituale, in modo che possiate a poco a poco apprendere e riconoscere che siete veramente figli dell’Altissimo ... Oh vedete: viene riversata la cornucopia, la Via Inte riore e la Legge Assoluta. In questo rico noscete che la Legge Assoluta, donata in tutti i suoi dettagli, è già il simbolo della fine dell’e poca materialistica. Poiché quello che è assolu to è, appunto, assoluto, oltre il quale non c’è nient’altro ... 3
IO SONO l’Alfa e l’Omega, il principio e la fine dell’universo materiale e dei regni delle anime. Voi dovreste maturare in Me e con Me nella vita eterna, dove Io Sono nel Padre, come anche voi siete con Me nel Padre. Là non esiste né principio né fine, perché Dio è, e noi siamo in Dio. Poiché Io, il Cristo-Dio, elevo tutto alla luce della verità. Io Sono la vita, il Cristo, il Figlio di Dio. Chi fa risorgere Me, lo Spirito della vita, il Cristo, dentro di sé ha ritrovato la sua eredità spirituale, che è la sua vita eterna. L’essere ritorna così a casa, da Dio, l’eterno Padre, poiché proviene da Lui. Tutti risorgeranno in Me. Io troverò tutti coloro che credono di essere perduti. E i deboli diverranno forti in Me, poiché Io Sono la gloria nel Padre. Egli, il grande Unico Universale, Mi ha affidato il compito di ricondurre nell’eterno Essere tutto quello che sembrava perduto.
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Quello che Io vi rivelo è la Via verso la Legge divina ed è anche la Legge divina stessa. Gabriele, la profetessa istruttrice e messaggera di Dio, ci ha dato le seguenti spiegazioni in merito: Nel libro «I grandi insegnamenti cosmici di Gesù di Nazareth, dati ai Suoi apostoli e discepoli che erano in grado di comprenderli. La vita degli uomini veramente ricolmi di Dio», il Signore si riferisce spesso alla legge causale. Partendo dall’Assoluto, irradia per noi nella legge di causa ed effetto, affinché possiamo ritrovare noi stessi e, grazie alla realizzazione, uscire da questa legge per giungere alla nostra vera eredità, al nostro vero Essere. Possiamo quindi dire che è la mano di Dio che Egli ci porge, la mano del Padre che desidera aiutare Suo figlio a uscire da pene e angustie, dalla morsa dell’ego umano. Nostro Padre desidera elevarci alla luce, a ciò che è puro e fine, all’Essere. Egli è presente, sempre a nostra disposizione. Dipende solo da noi quando afferreremo la Sua mano per non lasciarla più. 5
Io Sono tutto nel tutto. Guarda l’arbusto – e Mi troverai. Raccogli la pietra – e Mi troverai. Alza lo sguardo verso gli astri – e Mi percepirai. Guarda nel profondo dell’uomo – e troverai te stesso e quindi Me, il Cristo, il Sé in te. Osserva l’animale – e Mi troverai. Senti il vento – e Mi percepirai. Osserva la goccia d’acqua – e osserverai te in Me. Poiché Io Sono la vita in tutto, e tu sei la vita in tutto, e tutto è in Me, e tutto è in te. Noi siamo uniti in Lui, il grande Unico Universale, che è eternamente – la corrente dell’Essere e l’Essere personificato. Egli è la corrente dell’universo e la goccia stessa. 6
Gabriele, la profetessa istruttrice e messaggera di Dio, ci ha dato le seguenti spiegazioni in merito: Parole dalle quali risplende tutto il Cielo! «Io Sono tutto nel tutto.» Dio non è mai nell’esteriore. Dio è forza fluente, è la vita in noi. Se siamo giunti a Dio in noi, realizzando e mettendo in pratica le Sue Leggi nella nostra vita, avremo anche accesso al Divino in tutte le forme di vita. Per poter comunicare con il Divino nel nostro prossimo, dobbiamo quindi vivere in Dio. Dobbiamo ridivenire il nostro vero essere, per trovare Dio in ogni cosa. «Guarda l’arbusto – e Mi troverai.» Se ci limitiamo a guardare l’arbusto, non percepiremo alcuna reazione dalla sostanza, dall’Io Sono. Parliamo dell’arbusto dicendo che è bello, ma non riceviamo alcuna risposta. Lo Spirito Universale parla da innumerevoli bocche, eppure molti non Lo percepiscono. Cosa ci vuol dire questo? Non è l’intelletto che percepisce la Legge, Dio, ma è la parte più profonda del nostro vero essere, che afferra il linguaggio dell’universo. 7
Se, invece, accogliamo in noi l’arbusto con gli occhi del nostro vero essere, cogliamo la sua irradiazione globale e nel contempo entriamo in comunicazione con l’origine di tutto l’Essere. L’arbusto comincia così a trasmettere e noi riceviamo. Dio è tutto nel tutto. Perciò, in ogni foglia c’è Dio, l’intera Legge, l’intero universo. Guarda l’arbusto e troverai Me, l’universo, la Totalità. La forza creatrice è ovunque come Totalità, poiché Dio è indivisibile. Diveniamo consapevoli che in una foglia, in un filo d’erba c’è l’universo intero. Dio è indivisibile. L’arbusto ha sviluppato la coscienza spirituale corrispondente alla sua specie, la coscienza della natura dell’arbusto. È questa che si irradia verso di noi, che trasmette. Dio è sempre la Totalità; anche se verso di noi si irradia un solo aspetto di Dio, per esempio l’aspetto della natura dell’arbusto, è sempre Dio, la Totalità, poiché tutto è contenuto in tutto. Dobbiamo imparare a comprendere le parole «Dio è indivisibile, Egli è tutto nel tutto». Solo così riusciremo a immaginarci un po’ alla volta la pienezza proveniente da Dio. La pienezza di Dio è l’Io Sono, è il nostro vero essere che è divino. Quindi, noi siamo eredi dell’universo. 8
Diveniamo consapevoli del nostro corpo spirituale: è costituito da innumerevoli particole spirituali e in ogni particola possiamo ricevere tutto l’infinito, perché siamo esseri dell’universo. Il linguaggio dell’infinito è il linguaggio espresso in immagini. Nelle particole del nostro corpo spirituale accogliamo in immagini i colori, le forme, i profumi, i suoni e gli esseri come immagini perfette. Riconosciamo che Dio ci è così vicino! «Guarda nel profondo dell’uomo – e troverai te stesso e quindi Me, Cristo, il Sé in te.» Si tratta ancora una volta della parte più profonda in ciascuno di noi. Quindi, non dovremmo guardare gli aspetti umani del nostro prossimo, solo l’involucro, ma accogliere nel nostro interiore la sua irradiazione globale. Questa è la vera percezione. Se siamo interiormente ben disposti verso il nostro prossimo, comunichiamo anche con le forze positive in lui; questo significa che comunichiamo con il Divino in lui e, infine, con la nostra eredità spirituale. Quello che il nostro prossimo reca in sé, il Divino, lo abbiamo anche in noi. 9
«Osserva l’animale – e Mi troverai. Percepisci il vento – e Mi percepirai.» Osservare significa: accogliere l’irradiazione globale di un animale, farla vibrare dentro di noi. Possiamo accogliere gli aspetti divini, le sfaccettature sviluppate di un’anima parziale, solo nel profondo del nostro essere, tramite il quale ci troviamo in costante comunicazione con tutto ciò che è puro. L’involucro, l’uomo, recepisce questa percezione divina sotto forma di gioia. È la gioia dei Cieli, pari alla felicità dei Cieli, che non mette i nervi in agitazione. Toccheremo dolcemente e amorevolmente l’animale con l’irradiazione che si effonderà dal nostro interiore. Cosa percepiremo poi come esseri umani? Percepiremo il nostro secondo prossimo, l’animale, in modo completamente diverso, perché abbiamo accolto la sua irradiazione globale, non solo l’aspetto esteriore come abbiamo fatto finora, pensando, per esempio: «Questo è un animale. È un animale buono.» Se accogliamo in noi l’irradiazione della coscienza dell’animale, non giudicheremo più, dicendo: «Quest’animale è bello, mentre quello non è bello» o addirittura: «Che brutto animale!» Così facendo attribuiremmo questi giudizi a noi stessi. 10
In Dio tutto è perfetto, anche l’essenza di una semplice pietra, dell’arbusto, dell’animale. Cosa potrebbe essere brutto in Dio, se Egli è perfetto in tutto? Chi considera solo l’aspetto esteriore giudica.
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L’eterno Sé è la verità. Chi è divenuto verità
è egli stesso la verità, il Sé, l’Essere, l’Io Sono, l’eterna Legge dell’Amore. Con gli occhi della verità l’uomo vede in profondità dentro di sé, e anche quello che è all’esterno. Compenetra il riflesso della verità e vede nel profondo la verità in tutti gli uomini, negli avvenimenti, nei colloqui e nei fatti. Vede con gli occhi della verità anche ciò che non è vero. Non può essere ingannato, perché è la verità, vede in profondità con gli occhi della verità e parla, considera e compie tutto nella verità. Egli è, quindi, la verità che è l’eterna Legge dell’universo, nella quale vive, nella quale si muove, alla quale attinge e con la quale opera. Egli è la verità, la Legge, in ogni sensazione, in ogni pensiero, in ogni parola e in ogni azione. 11
Dato che la verità, l’Essere, l’eterna Legge, è in te e ciò che è vero, ciò che è eterno, assume forma e configurazione prima dentro di te e solo in seguito si manifesta esteriormente nel tuo ambiente e nel tuo mondo, devi vivere in te, nel Santissimo che dimora in te. Gabriele: Se vogliamo cambiare il mondo, dobbiamo cambiare noi stessi. Finché parliamo solo di voler cambiare, ma non lo facciamo, ci creiamo solo ulteriori colpe in questo mondo, che gravano poi su di noi. Se parliamo solo della pace che dovrebbe venire nel mondo e noi stessi non abbiamo la pace, contribuiamo ad accrescere la mancanza di pace, perché la nostra discordia contagia a sua volta gli altri. Se parliamo della luce del Cristo e noi stessi restiamo privi di luce, scherniamo il Cristo e contribuiamo al fatto che anche il nostro prossimo pensi, parli e viva in modo analogo a noi, ossia senza luce. Se parliamo della misericordia e del servizio samaritano verso il nostro prossimo e diciamo che nel mondo dovrebbero essere esercitati la 12
misericordia e l’amore per il prossimo, però siamo noi stessi privi di misericordia e di pace, contribuiamo ad accrescere la mancanza di misericordia e di pace nel mondo. Così facendo ci incolpiamo. Se vogliamo, quindi, cambiare il mondo in meglio, dobbiamo divenire buoni. Fino a che non rispettiamo noi stessi, non rispettiamo neanche Dio in noi. Finché aspiriamo a templi esteriori, non abbiamo ritrovato noi stessi quale tempio di Dio.
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Ricorda: Tu sei il tempio dell’Unico, del Santo, che dimora in te. Mantieni quindi puro il tuo tempio, osservando l’ordine del tempio. Gabriele: Diventiamo consapevoli che l’Unico, il Santo, Dio, dimora in noi. Poiché Egli dimora in noi, quali esseri in Dio, esseri puri, siamo santificati, poiché siamo la Sua sacra Legge, che è la nostra eredità spirituale. 13
Consideriamoci come questo tempio e percepiamo e sentiamo nel profondo del nostro interiore: quali desideri affiorano? Sono ancora desideri umani, il voler essere e avere, oppure è quello che desidera la nostra anima, perché aspira alla purezza, alla chiarezza, alla luce della Vita Interiore? Se aspiriamo seriamente a giungere a Dio, percepiremo sempre più il desiderio di peccare sempre meno. Tutto è coscienza. Anche il fatto di peccare sempre meno è uno stato di coscienza. Se ce lo riproponiamo ogni giorno, prima o poi questo proposito farà presa nel nostro conscio, che ce lo ricorderà continuamente, in particolare quando stiamo per ricadere in vecchi errori e abitudini, oppure quando stiamo per creare nuove cause. Se viviamo in modo consapevole, la nostra coscienza inizia ad ampliarsi un po’ alla volta. Vediamo e percepiamo più aspetti. Ci riconosciamo in quello che vediamo e troviamo poco alla volta la parte interiore più profonda in tutto quello che ci capita. La nostra vita diventa più viva; diventa interessante. Se siamo desti, scopriamo che tutto ci vuole dire qualcosa. 14
La luce e le ombre ci parlano. La luce è la felicità e la pace; le ombre sono costituite da quello che ci opprime e dovremmo sistemare; se lo sistemiamo, avremo fatto un altro passo verso Dio, nostro Padre. Se seguiamo gli impulsi che la giornata porta a ognuno di noi in base alla propria coscienza, se cambiamo e non ripetiamo più gli aspetti negativi che abbiamo riconosciuto, quando il nostro prossimo avrà bisogno di aiuto potremo ricorrere a un potenziale di realizzazione che ci siamo elaborati. Saremo in grado di comprenderlo e di dargli l’aiuto giusto, perché abbiamo vissuto e superato cose uguali o simili. La Legge Assoluta è il palpito dell’infinito, Dio. Gli esseri puri, i regni puri della natura e tutti gli astri seguono il ritmo di questo palpito. Dio è l’Essere e la corrente che compenetra ogni cosa. Egli è la forza che comprende tutto, Egli è la vita, è il nostro movimento, è il nostro essere. Se entriamo in comunicazione con la profondità e la vastità nella nostra anima, percepiremo che in noi si trova il possente universo, la Legge universale, il nostro vero essere, la nostra esistenza eterna, la nostra vita eterna. 15
Riconoscete: chi rispetta i numerosi aspetti
che conducono alla libertà porta pace a sé e anche al suo prossimo. Perciò non influire mai sull’irradiazione della coscienza del tuo prossimo, credendo di dover fare ordine nel suo appartamento o nella sua stanza, in base al tuo livello di coscienza. Ricordati il seguente aspetto della Legge: Lascia al tuo prossimo il suo regno, ovvero non cambiare l’irradiazione della sua coscienza. L’irradiazione della tua coscienza e quella del tuo prossimo si ripercuotono anche negli ambienti in cui abiti o in cui abita il tuo prossimo. Lascia al tuo prossimo il suo piccolo regno, poiché lui vuole sentirsi a suo agio così. Se rispetti questa Legge, egli gioirà quando andrai a trovarlo. Entra nella sua camera solo se sei desiderato e lascia tutto come il tuo prossimo l’ha sistemato, perché questo è il suo modo di vedere le cose in base al suo livello di coscienza. Se ti siedi su una sedia o prendi un oggetto, rimetti poi la sedia com’era prima e riponi l’oggetto di nuovo al suo posto, com’era prima. Non cambiare nulla, anche se a te piacerebbe di più in modo diverso e se credi che sia più 16
bello come lo vedi tu. Così facendo, interverresti nell’irradiazione della coscienza del tuo prossimo e, con il tuo ordine apparente, porteresti disordine nella sua vita, nell’irradiazione della sua coscienza. Infatti, il modo in cui il tuo prossimo vede le cose è adatto a lui in quel momento. Non vuole che tu cambi qualcosa, a meno che non te lo chieda. Chi rispetta questa Legge rispetta il suo prossimo e anche se stesso. Anche nelle cose più piccole vale la Legge: quello che non vuoi che venga fatto a te non farlo nemmeno tu agli altri.
Gabriele, la profetessa istruttrice e messaggera di Dio, ci ha dato le seguenti spiegazioni in merito: Tutto è irradiazione. Il modo in cui è arredato il nostro piccolo regno e sono disposti gli oggetti corrisponde alla nostra coscienza. In base a come mettiamo o poniamo un oggetto, esso si irradia verso di noi in modo corrispondente all’irradiazione della nostra coscienza, e da ciò deriva la comunicazione con l’oggetto. È quello che, secondo il nostro attuale livello di coscien17
za, consideriamo come l’irradiazione di armonia e pace. Se determinati oggetti ci piacciono molto, li disponiamo in un posto particolare del nostro appartamento. Quando entriamo in questa stanza, è possibile che il nostro sguardo cada su quell’oggetto, che si trova dove l’abbiamo posto noi, e che ci dà gioia; si irradia verso di noi e può anche accadere che, se siamo depressi, il nostro animo si rischiari. Su di noi agiscono vibrazioni piacevoli e di gioia che ci avvolgono. In questo modo, nel nostro piccolo regno possiamo rigenerarci e sviluppare forze positive. Arrediamo quindi il nostro piccolo regno in base al nostro stato di coscienza. In base all’irradiazione della nostra coscienza, abbiamo scelto le forme e i colori della nostra stanza, che si irradiano verso di noi in modo corrispondente e ci danno gioia. Il nostro prossimo dispone la sua stanza, il suo piccolo regno, in un altro modo. Egli decide di utilizzare altri colori e altre forme, in base all’irradiazione della sua coscienza. Se modifichiamo l’ordine nella stanza del nostro prossimo, vi portiamo l’irradiazione della nostra coscienza, che tuttavia non corrisponde alla sua. Con le nostre opinioni umane, interve18
niamo quindi nella sfera del nostro prossimo, provocando così disarmonia. Quando parliamo del nostro piccolo regno, dicendo che dovrebbe essere arredato in modo armonioso e bello in base alla nostra coscienza, questo non ha nulla a che fare con la ricchezza esteriore, con il fasto e il lusso, con la considerazione o altre cose simili. Ognuno di noi ha un appartamento e nell’appartamento ha una stanza o, nella stanza, almeno un angolo che gli appartiene, che ha la sua vibrazione, che gli dà la sensazione di sentirsi a casa. Questo posto, grande o piccolo che sia, lo chiamiamo il «nostro piccolo regno». Secondo la Legge di Dio, ognuno di noi dovrebbe arredare la propria dimora e vivere nel modo che corrisponde al suo livello di coscienza. Tutto quello che è contrario al nostro livello di coscienza è anche contro la pace. E tutto ciò che va oltre il nostro livello di coscienza, come per esempio grandi ricchezze, sfarzo e cose simili, è contro la Legge. In questo modo non possiamo divenire figli di Dio, ma vogliamo essere degli dei. Dovremmo rispettare anche la sfera di vita interiore del nostro prossimo, il suo tempio inte19
riore. Per noi questo significa: taci e sii desto. Accogli il tuo prossimo nel tuo cuore e saprai quando parlargli e cosa puoi dirgli, perché comprendi nella tua coscienza dove si trova lui in quel momento. Molti hanno l’abitudine di rivolgersi alle persone che incontrano in modo diretto e senza riflettere. Dicono tutto quello che passa loro per la testa, senza chiedersi se il suo prossimo desideri ascoltarli. Sappiamo dove si trova lui in quel momento con la sua coscienza? In quel momento è forse immerso in una preghiera interiore, in un profondo dialogo con Dio, nel profondo del suo tempio. Se parliamo con lui all’improvviso, lo disturbiamo, strappandolo dal suo interiore. Chi è desto, chi desidera veramente incontrare il suo prossimo nell’interiore, lo accoglie e lo accetta prima di tutto coscientemente dentro di sé. Lo percepisce nel suo interiore e soppesa: posso rivolgergli la parola? Saprà così quando e come può parlare con il suo prossimo e cosa gli può dire.
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Io, il Cristo, in veste di Gesù di Nazareth,
istruii i Miei apostoli e discepoli sotto diverse prospettive della vita. Indicai loro in continuazione la Legge Assoluta e spiegai loro la legge di semina e raccolta. Dissi loro a senso: Il mare dell’infinito è la corrente dell’universo. Muovetevi sempre più nel mare dell’infinito come il sole dell’Amore e della giustizia. Così sarete la vita e non chiederete più cos’è la vita. Gabriele, la profetessa istruttrice e messaggera di Dio, ci ha dato le seguenti spiegazioni in merito «Il mare dell’infinito è la corrente dell’univer so.» È la Legge eterna in cui dovremmo muoverci sempre di più per essere nuovamente divini, poiché siamo sulla Terra per ridivenire divini. «Così», come sta scritto nei grandi insegnamenti cosmici di Gesù di Nazareth, «sarete la vita e non chiederete più cos’è la vita.» La vita che intende il Signore è la Legge Assoluta, l’Essere eterno; è la vita assoluta. La vita umana non è assoluta. Le giornate di ogni singola persona sono diverse in base a come sono stati i suoi sentimenti, le sue sensa21
zioni, i suoi pensieri e le parole nella sua vita. Se la consideriamo attentamente, ogni giornata è un altro mondo, un’altra vita. Ci abbiamo già riflettuto qualche volta? Ogni nostra giornata è un’altra vita, ma non è la vita di Dio, bensì la vita dei nostri sentimenti, delle nostre sensazioni e dei nostri pensieri, di quello che abbiamo immesso nella nostra anima e negli astri. Noi stessi diamo forma alla nostra vita umana. Come noi – giorno dopo giorno – le diamo forma, così essa ci viene incontro. L’eterno Essere non è solo luce fluente, poiché Dio non è solo la corrente. Dalla corrente l’Eterno ha creato in modo assolutamente perfetto, e quindi divino, le forme spirituali, i Cieli con i loro mondi, gli edifici, gli animali e le piante. L’Essere che ha assunto forma si manifesta in immagini all’essere spirituale, nel suo interiore. Anche noi uomini recepiamo la Terra e tutto quello che incontriamo, afferriamo tutto in immagini e lo vediamo infine nel nostro cervello, poiché lì si riflettono le nostre immagini. Ogni giorno contiene per noi altre immagini, nelle quali ci muoviamo; è ciò che costituisce la nostra vita personale, la vita dell’ego, ma non 22
la vita e il movimento nella corrente di Dio, alla quale dovremmo tuttavia aspirare, come ci dice il Signore: «Il mare dell’infinito è la corrente dell’universo. Muovetevi sempre più nel mare dell’infinito come il sole dell’Amore e della giu stizia.» Riconosciamo ancora una volta che esiste un solo principio: è il Divino. Se viene stravolto, invertito, diventa ciò che non è divino; ma si tratta comunque di un unico principio. Noi uomini viviamo e ci muoviamo nelle immagini del nostro ego, nella nostra legge personale, nel nostro egoismo. Il mondo divino si muove nella Legge eterna, nel sole dell’amore altruistico e della giustizia. Noi vogliamo far valere i nostri diritti, dicendo: «Ho ragione io». I fratelli e le sorelle della Patria eterna, il mondo spirituale, l’eterno Essere, sono giusti. La giustizia è apertura; il diritto è impenetrabile e porta chiusura. Chiunque pretenda i propri diritti chiude ermeticamente il suo ego, poiché non si orienta verso l’apertura, non applica gli aspetti della Legge di Dio. In questo modo diamo forma alla nostra esistenza terrena e il giorno ci viene incontro in questa forma. L’Io Sono guida, il basso ego ci manovra. Perciò ogni giornata si manifesta in 23
modo diverso: un giorno porta gioia, un altro tristezza, in base a quello che abbiamo immesso nel nostro conscio, nel subconscio, nella nostra anima e negli astri. Questo è il meccanismo che ci manovra e agisce nella giornata. Per questo dovremmo chiederci: possiamo influire su questo meccanismo, per esempio sulla nostra tristezza? Prendiamo questo esempio: siamo tristi. L’immagine globale presente in noi è quindi «tristezza». L’essere tristi comprende molti aspetti che si manifestano in immagini. Forse ci sentiamo abbattuti, scoraggiati, avviliti, preoccupati e molto altro ancora. Ci muoviamo nella nostra tristezza. La «tristezza» è l’espressione globale di un insieme di molti sentimenti, sensazioni e pensieri. La nostra tristezza tuttavia è tagliata su misura per noi e per la nostra giornata. Guardiamoci nelle immagini, vediamo quali aspetti della tristezza ci hanno afferrato oggi, e sapremo eventualmente perché siamo tristi. Se viene a trovarci un amico e ci fa piccolo dono o ci infonde un po’ di speranza, subito l’immagine si trasforma. Ci sentiamo contenti, la tristezza si allontana, perché d’un tratto sentiamo e pensiamo diversamente. Cos’è successo? 24
Il nostro prossimo si è rivolto a noi e ci ha portato qualcosa. Questo piccolo stimolo proveniente dall’esterno ha fatto vibrare altri aspetti nel nostro animo, nel mondo dei nostri sentimenti, sensazioni e pensieri. Grazie all’influsso proveniente dall’esterno, il nostro stato d’animo è migliorato e si è subito formata una nuova immagine: un’immagine di gioia, in cui ora ci muoviamo con i nostri sentimenti, sensazioni e pensieri. Le nostre giornate prendono quindi forma in modo mutevole, in base a quello che ci portano e a come reagiamo nei confronti del nostro prossimo e delle diverse situazioni. Questa è poi la «nostra vita»; è la nostra vita egocentrica, che in fondo è sempre incostante. Perché? Perché siamo orientati sui nostri simili. L’immagine della nostra giornata, della nostra vita, dipende dal nostro prossimo, che ci dà speranza, che ci porta un piccolo regalo, che ci aiuta, che ci dona una parola amichevole o un sorriso incoraggiante, e molte altre cose. Non siamo quindi noi stessi a determinare la nostra vita, non operiamo dal nostro interiore, non agiamo, ma reagiamo soltanto. Abbiamo perciò un continuo atteggiamento di aspettativa riguardo a come il nostro prossimo ci verrà 25
incontro, a cosa ci dirà, cosa ci darà, come ci motiverà. Per questo motivo le nostre giornate sono molto mutevoli e riusciamo difficilmente a liberarci dalla vita egocentrica che noi stessi ci siamo creati. Così facendo, in fondo non viviamo la nostra vita, ma siamo spinti e trascinati da una parte e dall’altra. Siamo manovrati e manipolati dalle nostre stesse debolezze e dai nostri aspetti umani. Se cerchiamo di ricevere energia dai nostri simili, non riposiamo in noi stessi. Non appena entriamo in un atteggiamento di aspettativa siamo come dei vampiri; il sistema nervoso si contrae, perché orientiamo i nostri sensi verso l’esteriore. La corrente dell’Amore divino non può fluire attraverso un sistema nervoso contratto. Di conseguenza ci agitiamo, il nostro livello di vibrazione si abbassa, perché perdiamo energia. Se lo riconosciamo, dovremmo chiederci: come possiamo raggiungere l’indipendenza interiore? Dove possiamo trovare un sostegno? Cambiamo il nostro modo di pensare! Quando ci accade di nuovo di essere tristi, cerchiamo di non orientarci più sul prossimo. Non continuiamo a nutrire i nostri aspetti umani, la tristezza, 26
l’autocommiserazione, ma diventiamo consapevoli della vicinanza di Dio. Quando siamo tristi, creiamoci un’immagine divina, in cui vediamo come la corrente dell’Amore ci circonda e ci pervade, in cui diventiamo consapevoli che Dio ci ama sempre ed è nostro Padre, che Egli è la nostra eterna Patria e tiene pronte per noi le nostre dimore nei Cieli, finché non ritorneremo a Lui. Tutto questo infonde in noi la speranza che proviene dallo Spirito. Lasciamoci motivare da queste impressioni interiori, e diventeremo sempre più stabili. Facciamoci un piccolo regalo. Ognuno di noi ha piccoli desideri; esaudiamoci un piccolo desiderio quando siamo tristi e ringraziamo Dio, nostro Padre. Si risveglierà così la motivazione interiore. E grazie alla motivazione interiore, che scaturisce dallo Spirito di Dio, dallo Spirito di nostro Padre, diveniamo forti e stabili. Diventiamo più sicuri, per trasformare con il Cristo la vita del nostro ego nella grandiosa vita dell’Io Sono. In questo modo riusciamo anche a liberarci, passo dopo passo, dei nostri aspetti personali, dei nostri aspetti umani, delle debolezze, dei nostri peccati. Diventiamo più forti e gioiamo 27
quando la giornata ci mostra ulteriori aspetti contrari alla Legge, perché, se siamo consapevoli della loro esistenza, li possiamo sconfiggere con il Cristo. Quando si presentano momenti in cui ci è difficile cambiare, ripensiamo a questa immagine interiore di speranza, dell’Amore di nostro Padre, di pace e protezione in Lui. Durante la giornata si presentano molte situazioni in cui possiamo farci questa immagine positiva, per superare il più rapidamente possibile la situazione o la difficoltà. Grazie a questa immagine di vita positiva e conforme alla Legge – che è come un’invocazione con la quale chiediamo a Dio di assisterci e aiutarci – Egli ci sarà accanto e ci aiuterà, e noi riusciremo a superare la situazione insieme a Lui. Così facendo ci rafforziamo in Lui. Non ci appoggiamo a persone, ma ci rivolgiamo a Dio e troviamo sostegno in Lui. Questo è ciò che il Signore desidera dai Suoi figli umani. Se ci rivolgiamo continuamente a Lui in questo modo, sperimenteremo ben presto il possente Io Sono, la Sua Legge Assoluta, e la corrente che ci pervade. Ci muoveremo quindi sempre più in questa corrente, perché abbiamo raggiunto la sicurezza che Dio ci aiuta. 28
Come Io servo tutti, anime, uomini, animali, piante e pietre, anche voi dovreste servire altruisticamente tutti coloro che vi circondano, uomini, animali, piante e pietre. Gabriele, la profetessa istruttrice e messaggera di Dio, ci ha dato le seguenti spiegazioni in merito Ogni giorno possiamo riconoscere fino a che punto servire gli altri in modo altruistico sia già divenuto parte della nostra vita. Osserviamoci. Guardiamo la natura: lo Spirito eterno serve ogni piccolo fiore, ogni animaletto; serve ogni pietra. E noi? Prendiamo in mano una pietra e la gettiamo via con indifferenza, oppure la rispettiamo e la osserviamo? Strappiamo il fiorellino oppure ci chiniamo e lo ringraziamo nelle nostre sensazioni, perché si irradia verso di noi? E come ci comportiamo con gli animali? Calpestiamo intenzionalmente l’animaletto o lo evitiamo e lo lasciamo proseguire lungo la sua strada? Oppure lo prendiamo per allontanarlo dal luogo in cui si trova e posarlo da un’altra parte, dove non corre alcun pericolo? Dal nostro comportamento nei confronti del secondo prossimo possiamo riconoscere noi stessi. 29
Oltre che per gli animali, questo vale anche per le piante e le pietre. Nei confronti della natura ci comportiamo come verso il nostro prossimo. Se siamo contro il nostro prossimo, dalle forme della natura nei boschi e nei campi si irradierà solo poca forza verso di noi. Non potremo mai dire a ragione «amo gli animali», se allo stesso tempo disprezziamo la parte interiore dell’uomo, servendoci dei nostri simili per raggiungere i nostri scopi. In questo caso, il nostro amore verso gli animali è amore egoistico, quindi egocentrismo. Vogliamo che l’animale ci dia gioia. Dovrebbe invece essere il contrario! Dovremmo essere noi a portare la luce dell’Amore e dell’altruismo al nostro prossimo e al secondo prossimo, alle forme di vita della natura. Riconosciamo di essere figli della luce eterna e comportiamoci di conseguenza! Le forze delle nostre sensazioni e dei nostri pensieri luminosi, le energie positive di gratitudine e gioia interiore, scorrono da noi verso la natura. Portiamo la gioia all’animale! Portiamo la comunicazione della vita alle piante e anche ai minerali! Sperimenteremo così la pienezza di Dio e ci accorgeremo che la vita di Dio – lo Spirito e l’Amore – regna ovunque, si trova ovunque. 30
Chi ama Me, il Cristo, ama anche il suo prossi-
mo. Chi non ama Me, il Cristo, non ama nemmeno il Padre e tanto meno i Suoi figli, gli uomini, che sono tra loro fratelli e sorelle. Gabriele: La Legge dell’Amore è Dio e Dio è l’Amore. Il Cristo-Dio in Gesù personificò la Legge eterna dell’Amore. Ci insegnò il Comandamento principale, l’Amore: ama Dio con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forze, e il tuo prossimo come te stesso. Questo significa: chi non aspira ad adempiere questo Comandamento principale dell’amore per Dio e per il prossimo rimane nell’amore egoistico e tiene conto solo del suo basso ego. Sulla base a questo suo basso ego giudica, valuta e apprezza o disprezza più o meno il suo prossimo. Così facendo si distanzia dai suoi simili, marchiandoli come «gli altri», quindi come «gli estranei». Ma nello Spirito di Dio tutti gli uomini sono fratelli e sorelle, poiché abbiamo tutti un unico Padre. Sia che chiamiamo questo Dio Jahvè, sia Allah, sia in altro modo, si tratta sempre dell’unico e grande Amore Universale, dell’unico Pa31
dre, di cui tutti gli uomini sono figli. In questa consapevolezza di essere figli del Padre siamo fratelli e sorelle tra noi. Amare il prossimo come ci ha comandato Dio significa divenire prima di tutto consapevoli del Comandamento più elevato dell’Amore, aspirare a compierlo purificandosi sempre di più dall’amore egocentrico, per immergersi poco alla volta nella grande Legge dell’Amore. Faremo così sempre meno differenze tra le persone. Solo allora inizieremo ad amare i nostri simili, a non svalutarli più, a non voler più imporre loro il marchio del nostro ego, lasciandoli invece liberi nelle loro decisioni, affinché possano decidere in piena libertà, anche prendendo una decisione sbagliata, che poi riconosceranno, di cui si pentiranno, che sistemeranno e non ripeteranno più. Quindi, chi fa differenze tra una e l’altra persona non ama Dio e non si muove nemmeno verso la Legge dell’Amore, verso il Comandamento sublime: ama Dio con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forze, e il tuo prossimo come te stesso.
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