Gesù e gli animali

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Gesù e gli animali

Il messaggio della verità


Gesù giunse in un villaggio dove vide

un gattino randagio che soffriva di fame e Lo implorava miago­lan­do. Lo raccolse da terra, l’avvolse nel suo mantello e lo fe­ce ri­posare sul Suo petto. E attraversando il villaggio, diede al gatto da man­giare e da bere. E questi man­­­giò e bevve e Gli di­mostrò la sua gratitu­dine. Ed Egli lo diede a una delle Sue discepo­le, una vedova di nome Lo­ renza che se ne prese cura. E alcuni del popolo dissero: “Que­st’uo­ mo si pren­de cura di tutti gli animali. Sono forse Suoi fratelli e sorelle da amarli così tanto?” Ed Egli disse loro: “In ve­ rità, questi sono i vostri confratelli nella grande fa­miglia di Dio, vostri fratelli e sorelle, che hanno lo stesso soffio di vita del­l’Eterno. E chiunque si prende cura del più pic­ cino di essi e gli dà da mangiare e bere nella sua pena, lo fa a Me; e chi permette intenzionalmente che uno di essi ab­ bia a soffrire penuria e non lo protegge 1


quando viene mal­trattato, permettendo che av­venga questa malvagità, è come se l’aves­se inflitta a Me. Infatti, ciò che avete fatto in questa vita, verrà fatto a voi nella prossima.”

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E un giorno, mentre percorreva un sentiero di montagna, ai margini del de­ serto, incontrò un leone che veniva inse­ guito da una moltitudine di persone che voleva ucciderlo con pietre e giavellotti. Ma Gesù li rimproverò con le parole: “Perché cac­ciate le creature di Dio che sono più nobili di voi? Esse, che in fondo dovrebbero essere amiche dell’uo­mo, so­ no divenute sue nemiche a causa della cru­deltà di molte gene­razioni. Come in esse si manifesta la potenza di Dio, così si mostrano anche la Sua pa­zienza e la Sua compas­sione. Smettete di inseguire questa creatura! Non vuole farvi alcun ma­le. Non vedete come fugge 2


da­vanti a voi e come è spaventata dalla vostra violenza?” E il leone si avvicinò e si accovacciò ai piedi di Gesù e Gli mostrò il suo amore. E il popolo si mera­vigliò molto e disse: “Vedete, quest’uomo ama tutte le creatu­ re ed ha perfino potere sugli animali del deserto, ed essi Gli ubbi­discono.”

K Mentre camminava con alcuni disce­poli, Gesù in­contrò un uomo che adde­strava cani per cacciare altri ani­ mali e dis­­se all’uomo: “Perché lo fai?” E l’uomo replicò: “Perché vivo di questo. Che utilità hanno que­sti animali? Sono deboli, men­tre i cani sono forti.” E Gesù gli disse: “Ti mancano la sa­ pienza e l’amore. Ve­di, ogni essere creato da Dio ha il suo senso e il suo sco­po. E chi può dire cosa ci sia di buono in esso e quale utilità abbia per te o per l’umanità? 3


E per quanto riguarda ciò che ti occor­ re per vive­r e: guarda i campi come sono fer­tili e rigogliosi e gli alberi che portano frut­­­ti e le erbe! Che vuoi più di quanto ti dà l’onesto lavoro delle tue mani? Guai ai forti che abusano della loro forza! Guai al furbo che ferisce le creatu­ re di Dio! Guai ai cacciatori! Perché essi stessi verranno cac­ciati.”

K Accadde che il Signore lasciò la città per andare sui monti con i Suoi discepoli. E giunsero a un monte con sentieri molto ripidi. Lì incontrarono un uomo con un animale da soma. Ma il cavallo si era accasciato esausto per il troppo peso. L’uomo lo picchiò fino a che cominciò a sanguinare. E Gesù si avvicinò a lui e gli disse: “Tu fi­glio della crudeltà, perché frusti il tuo animale? 4


Non vedi che è troppo debole per il peso che porta e non sai che sta soffrendo?” Ma l’uomo replicò: “Che cosa te ne im­­ porta? Posso frustare l’animale finché mi piace, perché mi ap­partiene e l’ho acqui­ stato per una grossa somma di danaro. Chiedilo a quelli che sono con Te, sono i miei vicini e lo sanno.” E alcuni discepoli risposero dicendo: “Sì, Signore, è così come dice, era­vamo presenti quando comprò il cavallo.” E il Signore replicò: “Non vedete come san­ guina e non udite come geme e come si la­menta?” Ed essi risposero dicendo: “No, Signore, non sentiamo come geme e come si lamenta!” Io, il Cristo, chiarisco, rettifico e approfondisco la parola Anche se l’uomo ha comperato un ani­ male, questo non è sua proprietà. Co­me il corpo spirituale, l’anima nel­l’uomo, ap­ partiene all’eterno Essere, poiché l’E­ter­ 5


no ha creato il corpo spirituale e l’es­sere spirituale vi­ve nel­l’eterno Essere tramite l’Eterno, anche l’ani­male è stato creato dall’eterno Spirito creatore e fa parte della vita che è e sarà in eterno; esso fa par­te di Dio. Tutto l’infinito è amore che serve, vita che serve: an­che l’uomo è chiamato da Me, il Cristo, a servire in mo­­do altruistico il suo prossimo, di cui fa parte anche il secondo prossimo, l’animale, dato che anch’esso è do­tato dei doni del servizio altruistico e serve volentieri e libera­mente l’uomo che lo ama. Quindi, se l’uomo non ama altruisti­ camente il suo prossimo, i suoi simili, non lo servirà nemmeno in mo­do altruistico. Trasmetterà il suo egoismo anche al mon­ do animale, vegetale e minerale. L’animale non è in grado di parlare. Soffre e soppor­ta in silenzio e difficil­ mente è in grado di comunicare il suo dolore e la sua sofferenza. Solo chi ama altruisti­camente gli uomini, gli animali, le 6


piante e le pietre percepisce il dolore e la pena che l’animale sopporta. E il Signore si rattristò e disse: “Guai a voi che, a causa dell’insensibilità del vo­stro cuore, non udite co­me l’animale si lamenta e come implora pietà verso il suo Creatore celeste, e tre volte guai a colui contro il quale grida e si lamenta nel suo tormento!” E si fece avanti e toccò il cavallo, e l’animale si alzò e le sue ferite erano gua­ rite. Ma all’uomo disse: “Va’ ora per la tua strada e in futuro non picchiarlo più, se speri anche tu di trovare mise­ri­cordia.”

E mentre andava a Gerico, Gesù in­contrò un uo­mo con alcune giovani co­lombe e una gabbia piena di uccelli che aveva catturato. E vide come soffrivano, perché avevano perso la loro libertà e avevano anche fame e sete. 7


E disse all’uomo: “Che cosa ne fai?” E l’uomo ri­spose: “Vivo della vendita degli uccelli che catturo.” E Gesù gli disse: “Che penseresti se un uomo più forte o più furbo di te ti cat­­tu­ rasse e ti incatenasse, op­pure se get­tasse in prigione anche tua moglie o i tuoi fi­gli insieme a te, per venderti e trarne profitto e per guadagnarsi così da vivere? Non sono forse anch’essi creature simili a te, solo più deboli? E non è lo stesso Dio, Padre e Madre, che provvede a loro come a te? Lascia in libertà questi tuoi piccoli fratelli e sorelle e bada a non rifare più tali cose, ma a guadagnarti onestamente il tuo pane.” E l’uomo si meravigliò di queste parole e della Sua autorevolezza e lasciò liberi gli uccelli che, usciti dalla gab­bia, volaro­ no da Gesù e si posarono sulle Sue spal­le e cantarono per Lui. E l’uomo Gli chiese di spiegargli il Suo insegna­mento e prese la sua strada e im­parò a intrecciare cesti. Si guadagnò 8


il pane con il suo lavoro, distrusse le sue gabbie e le sue trappole e divenne un di­ scepolo di Gesù ...

K Un giorno, dopo che Gesù ebbe ter­

minato il Suo discorso, accadde che in un luogo vicino a Tiberiade, dove vi sono sette fonti, un giovane Gli portò conigli e colombe vive perché li consumasse con i Suoi disce­poli. E Gesù guardò il giovane con amore e gli disse: “Hai un buon cuore e Dio ti illu­­minerà; ma non sai che in principio Dio diede all’uomo come cibo i frutti della terra, e non lo fece inferiore alla scimmia o al bue o al cavallo o alla pecora; perché dunque dovrebbe uccide­re le creature che convivono con lui per consu­marne la carne e il sangue? 9


Voi credete che Mosè abbia comandato a ragione di sacrificare e consumare tali creature e lo fate nel tempio; ma vedi, davanti a te sta Uno ancor più grande di Mosè che viene per abolire i sacrifici di sangue della Legge e i festini, per rista­ bilire i doni puri e il sacri­ficio senza mac­ chia di sangue, come era in principio, os­sia cereali e frutti della terra.

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Andando a Gerusalemme, Gesù

incontrò un cam­mello con un pesan­ te carico di legna. Il cammello non ce la fa­ceva a trasportarlo sul monte e il cammel­liere lo picchiava e lo maltratta­ va spietatamente, senza però riuscire a smuovere l’animale. Gesù, vedendolo, gli disse: “Perché col­ pisci tuo fra­tello?” E l’uomo replicò: “Non sapevo che fosse mio fratello. Non è forse un animale da soma, fatto per servirmi?” E Gesù disse: “Non è forse lo stesso Dio che ha creato quest’animale con la stessa sostanza dei tuoi fi­gli che ti servono e non avete ricevuto tutti e due lo stes­so respiro da Dio?“ E l’uomo si meravigliò alquanto di questo discor­so. Smise di picchiare il cammello e lo alleggerì del suo peso. E il cammello salì sul monte e Gesù cammi­ nava davanti a lui e non si fermò fino al termine del tragitto di quel giorno. Il cammello riconobbe Gesù, poiché aveva sentito l’amore di Dio in Lui. E 11


l’uomo volle conoscere meglio il Suo in­ segnamento e Gesù lo istruì volentieri e questi divenne Suo seguace.

K Riconoscete: Anche ciò che fate agli animali, lo fate a Me, il Cristo - e anche a voi stessi. I tormenti e le sofferenze degli animali saranno un giorno i vostri tor­ menti e le vostre sofferenze. Dio, l’Eterno, ha affidato all’uomo anche gli animali, tuttavia non perché lui li tormenti, bensì affinché viva insieme a loro. La Terra è stata donata agli uomini,

perché possano divenire di nuovo consa­ pevoli di essere figli di Dio e che la loro vita - co­me ogni forma di vita - proviene da Dio; per imparare ad apprezzare e amare la vita. In qualsiasi forma o livello di coscienza la vita si presenti e si ma­ nifesti all’uomo, ovunque c’è Dio - la Vita. 12


Né gli apostoli né i discepoli ordi­

narono di macel­lare un agnello. Eppure, sia a Me che agli apostoli e ai discepoli furono servite parti di un agnello, pre­ senta­toci come dono d’amore. I nostri si­mili volevano offrirci un do­­no in buo­ na fede. Benedissi il dono e cominciai a con­­­sumare la carne. I Miei apostoli e discepoli fecero al­trettanto e Mi chiesero poi, a senso: “Dovremmo di­stanziarci dal consumare carne, come Tu ci hai co­man­ dato, ma ora Tu stesso hai consumato della carne.”

Istruii così i Miei: l’uomo non dovrebbe uccidere intenzionalmente alcun animale e tanto meno consu­ma­re la carne degli animali che sono stati uccisi per ci­bar­ sene. Tuttavia, se persone ancora ignare di ciò hanno pre­parato come cibo della carne, che offro­no in dono e che presen­ tano da mangiare all’ospite, questi non do­vreb­be rifiutarla. E’ infatti diverso se l’uomo consuma la carne per avidità op­ 13


pure come ringraziamento verso l’ospite per la sua premura. Chi, invece, conosce queste cose, do­ vrebbe, se gli è pos­­sibile e se le circo­ stan­ze e il tempo glielo permet­to­no, dare indicazioni generiche al padrone di casa, sen­za volerlo però convincere in alcun modo. Quando il tem­­po sarà maturo, anche il padrone di casa com­pren­derà que­ ste indicazioni generiche ...

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In verità vi dico che Io sono venuto

nel mondo per abolire tutti i sacrifici di sangue e il cibarsi della carne degli ani­ mali e degli uccelli che vengono uccisi per questo dagli uomini. Io, il Cristo, chiarisco, rettifico e approfondisco la parola: ... La vita in Dio non include soltanto il prossimo, ma anche tutte le altre forme di vita, come gli animali, le piante, i mine­ rali e le pietre, poiché ogni forma di vita racchiude in sé la vita che è Dio. Chi è in unità con la vita, non ucciderà intenzio­ nalmente gli animali, né distruggerà vo­ lutamente le piante. Egli rispetta anche la vita - ossia le forze di coscienza - dei minerali e delle pietre.

“E tutto ciò che fate al più piccolo dei Miei figli, lo fate a Me. Poiché Io sono con loro ed essi sono con Me. Sì, Io sono 15


in tutte le creature e ogni creatura è in Me. Io gioisco di ogni loro gioia e soffro per ogni loro dolore. Per questo vi dico: siate buoni tra di voi e con tutte le crea­ ture di Dio.“

Siate quindi pieni di rispetto, buoni,

comprensivi e gentili non soltanto con i vostri simili, ma anche con tutte le creature che vi sono state affidate; poiché voi siete per loro come dei ai quali essi rivol­ gono il loro sguardo nella loro pena.

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