Testimoni della Fede

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3 Collana Storia della Chiesa in Europa centro-orientale Diretta dal prof. Jan Mikrut


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Piano della Collana

La Chiesa cattolica e il Comunismo in Europa centro-orientale e in Unione Sovietica Il governo e la Chiesa in Polonia di fronte alla diplomazia Vaticana (1945-1978) Testimoni della fede. Esperienze personali e collettive dei cattolici in Europa centro-orientale sotto il regime comunista La Chiesa cattolica in Unione Sovietica. Dalla Rivoluzione del 1917 alla Perestrojka (il volume è in preparazione per il 2017)


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Testimoni della fede

Esperienze personali e collettive dei cattolici in Europa centro-orientale sotto il regime comunista a cura di Jan Mikrut prefazione del cardinale Christoph Schรถnborn


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Questo volume è stato realizzato con il contributo di:

Renovabis Istituto Polacco Roma

© Il Segno dei Gabrielli editori, 2017 Via Cengia 67 − 37029 San Pietro in Cariano (Verona) Tel. 045 7725543 − fax 045 6858595 mail info@gabriellieditori.it www.gabriellieditori.it Prima edizione, Marzo 2017 ISBN 978-88-6099-321-2 Stampa Litografia de “Il Segno dei Gabrielli editori”, 2017


Indice

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Indice

Prefazione del cardinale Christoph Schönborn arcivescovo di Vienna

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Introduzione del curatore

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I. ALBANIA Albania: testimonianze di fede nel paese dell’ateismo di Stato Giulio Cargnello

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II. BULGARIA Le persecuzioni comuniste. Il beato Vincenzo Eugenio Bossilkov Antonio Cascone

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III. CECOSLOVACCHIA Slovacchia: Chiesa romano-cattolica I vescovi nella tormenta Milan Kerdík

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Il vescovo di Spiš, Ján Vojtaššák Ivan Chalupecky

79

I religiosi e le religiose: suprema testimonianza di carità in mezzo alla persecuzione Milan Kerdík

93

Due giganti del laicato cattolico Peter Olexák

103

Slovacchia: Chiesa greco-cattolica Il regime comunista e la Chiesa greco-cattolica. Il beato vescovo Pavol Peter Gojdič Peter Šturák

119

L’apostolo saggio, umile ed eroico: Ján Ivan Mastiliak Atanáz Mandzák

127

Beato martire Dominik Metod Trčka Atanáz Mandzák

141

Il caso del parroco di Prešov Miron Petrašovič Peter Borza

157

Beato vescovo e martire Vasiľ Hopko Peter Borza

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8 Indice Repubblica Ceca I cardinali cecoslovacchi nel periodo comunista Jaroslav Šebek

171

Consacrati nell’internamento. La persecuzione della gerarchia ecclesiastica Jitka Jonova

187

La Chiesa clandestina. Gli eroi silenziosi Jindřich Zdeněk Charouz

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Sacerdoti giustiziati, imprigionati, incarcerati, scacciati dall’altare Stanislav Balík

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Una testimonianza di un sacerdote ordinato segretamente Tomáš Halík

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Memorie di un gesuita. La storia di padre Jan Rybář Jan Rybář 165 Gli ordini religiosi femminili. Vojtěcha Hasmandová Remigie Anna Češíková

279

Laici: cattolico, cittadino di “seconda categoria” Jitka Jonova

303

IV. Germania dell’Est (DDR) I vescovi di Berlino nei primi anni del dopoguerra: Konrad von Preysing, Wilhelm Weskamm, Julius August Döpfner Jan Mikrut

323

I vescovi della diocesi di Dresda-Meißen: Petrus Legge, Otto Spülbeck e Gerhard Schaffran Jan Mikrut

359

V. JUGOSLAVIA Bosnia Erzegovina I vescovi Ratko Perić

387

I sacerdoti diocesani Anto Orlovac

405

I religiosi uccisi e perseguitati Marko Semren

425

Le religiose Natalija Palac

445

I fedeli laici Milenko Krešić

465


Indice

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Croazia Il cardinale Alojzie Stepinac e la prima fase della battaglia ideologica Juraj Batelja

483

I procedimenti sommari delle autorità comuniste contro i religiosi Jure Krišto

505

Il calvario delle donne di vita consacrata Veronika Popić

517

I laici e il regime comunista Mario Jareb

533

Il primo martire delle foibe. Beato don Francesco Giovanni Bonifacio Pasquale Triulcio

549

Slovenia “… come la quercia nella valle, di fronte alle raffiche di vento che le vengono da ogni parte.” Mons. Anton Vovk Blaž Otrin

569

“In ogni incontro con lui percepivi come profondamente sentisse con ogni persona” Mons. Maksimilijan Držečnik Ilaria Montanar

585

“Sono fiera di Narte. Anch’io accolgo il sacrificio professando ‘Viva Cristo Re’”. Narte e Ivanka Velikonja Ilaria Montanar

621

VI. POLONIA I Primati della Polonia nell’epoca delle svolte Zygmunt Zieliński

655

Il cardinale August Hlond e la sua missione politico-pastorale negli anni 1945-1948 Jerzy Pietrzak

671

Il cardinale Stefan Wyszyński e l’organizzazione della vita religiosa sui cosiddetti Territori Recuperati Zygmunt Zieliński

691

Un tragico destino di un vescovo coraggioso: Mons. Czesław Kaczmarek Paweł Wójcik

707

Il partito PZPR come creatore (promotore) di una società atea Dariusz Śmierzchalski -Wachocz

721

Katyń 1940. Le circostanze del massacro sovietico e le sue conseguenze Tadeusz Wolsza

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10 Indice La deportazione e i campi di lavoro per le religiose negli anni 1954-1956 Agata Mirek

759

La lotta per l’insegnamento cattolico negli anni 1945-1965 Sabina Bober

777

Valutazione del clero effettuata dall’apparato di sicurezza statale Dariusz Śmierzchalski-Wachocz

789

La contestata testimonianza dell’organizzazione dei cattolici PAX Zygmunt Zieliński

813

Un vescovo indomito Ignacy Tokarczuk Marek Inglot

833

L’esperimento militare di uno Stato totalitario - servizio militare dei seminaristi Tadeusz Pyzdek

845

Don Jerzy Popiełuszko e il suo martirio Jan Mikrut

877

Il “Vangelo del lavoro” di Giovanni Paolo II e il Sindacato “Solidarność” Tadeusz Pyzdek

905

Giovanni Paolo II e la sua esperienza dei totalitarismi Jan Mikrut

927

VII. ROMANIA Romania: Chiesa romano-cattolica La chiesa dei martiri. Il beato vescovo Antonio Durcovici Stefan Lupu

957

Il principe ortodosso diventato sacerdote martire cattolico. Vladimir Ghika Fabian Doboș

967

Il vescovo di Oradea e martire. Mons. Szilárd Bogdánffy Ferencz Zsolt Kovács

983

Il vescovo che ha vinto il comunismo. Mons. Áron Márton Fabian Doboș

997

Le persecuzioni degli ordini religiosi femminili. Le Suore Orsoline dell’Unione Romana Daria Klich

1011

Romania: Chiesa greco-cattolica Le suore Basiliane. Dalla fondazione alla persecuzione Veridiana Bolfă

1031

La Congregazione delle suore della Madre di Dio: fedeli alla consacrazione anche in mezzo alla tempesta Cecilia Flueraș

1045


Indice

11

VIII. UNGHERIA I martiri del regime comunista Béla Kun (Ábel Kohn) nel 1919 Tamás Tóth

1057

Il cardinale József Mindszenty e l’episcopato ungherese Adam Somorjai

1073

Vescovi martiri: Vilmos Apor e Zoltán Lajos Meszlényi László Imre Németh

1087

Le vittime del comunismo negli anni 1945-1989 Tamás Tóth

1105

I sette martiri francescani Kálmán Peregrin

1121

Sacerdoti martiri della Vojvodina 1944-1945 Tamás Tóth

1135

La Chiesa greco‐cattolica nel periodo del regime comunista Tamás Véghseő

1153

Indice delle abbreviazioni

1174

Indice dei collaboratori

1179

Indice dei nomi

1187

Indice dei luoghi

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12 Indice


Christoph Schönborn - Prefazione

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Cardinale Christoph Schönborn arcivescovo di Vienna

Prefazione

Accolgo volentieri l’invito di scrivere una prefazione al libro Testimoni della fede. Esperienze personali e collettive dei cattolici in Europa centro-orientale sotto il regime comunista. La storia della Chiesa come anche quella delle società civili è in gran parte scritta da uomini impegnati, spesso di condizione modesta, che hanno agito in modo autentico e coerente, spinti da un’intima convinzione, lasciando del loro agire molte tracce, che le generazioni successive guardano con rispetto e riconoscenza. Mi rallegro che un gruppo internazionale di storici della Chiesa dell’Europa centrale abbia dedicato le sue recenti ricerche alle grandi figure di fedeli della Chiesa cattolica: la lista di coloro che, di diverse nazionalità, hanno collaborato all’opera è molto lunga. Gli storici di ogni paese hanno illustrato con competenza le vicende dei campioni della fede in relazione agli eventi storici che hanno interessato le singole nazioni: si tratta spesso di vicende drammatiche, che esprimono in modo commovente una forte fede e un intenso amore per la propria terra. Nelle mie visite all’estero e nei miei incontri internazionali io stesso ho conosciuto molti di questi uomini. Come ben si può vedere anche dalla lettura dei saggi di questo libro, la città di Vienna è stata non solo nel periodo della Monarchia asburgica, ma anche dopo la disgregazione dell’ impero multietnico e in particolare dopo la Seconda guerra mondiale un luogo importante per i cattolici europei dell’oriente e dell’occidente. Molti uomini trovarono qui il loro aiuto dopo la fuga o il difficile espatrio dai paesi allora sotto il regime comunista e da qui si prodigarono per i cristiani perseguitati nella loro terra. Un ruolo particolare giocò l’allora arcivescovo di Vienna, il cardinale Franz König: la Santa Sede gli affidò delicate missioni diplomatiche, come ad esempio quella di rendere possibile l’espatrio del cardinal Jòzsef Mindszenty da Budapest a Vienna. L’arcivescovo di Esztergom e primate d’Ungheria fu il simbolo dell’opposizione al comunismo in Ungheria e agì su incarico dei papi Giovanni XXIII e Paolo VI. Dopo l’insurrezione ungherese del 1956 si rifugiò nell’Ambasciata americana, dove visse sino al 23 ottobre 1971, e di lì infine in esilio a Vienna, trascorrendo i suoi ultimi anni sino alla morte, avvenuta il 6 maggio 1975, nel Pazmaneum, il Seminario ungherese a Vienna. Nel libro sono altresì ampiamente illustrati molti degli incontri del cardinale König con i vescovi della Cecoslovacchia di allora; lo stesso arcivescovo di Cracovia, poi papa Giovanni Paolo II, ebbe uno stretto legame con l’arcivescovo di Vienna, facendo sempre tappa a Vienna nei suoi viaggi tra Cracovia e Roma. Il cardinale König, che ben conosceva la condizione della Chiesa oltre cortina, sostenne con energia le Chiese perseguitate: per decenni gli stipendi per messe


14 Christoph Schönborn - Prefazione resero possibile ai sacerdoti l’attività pastorale nelle parrocchie; per anni, coraggiosi cattolici portarono illegalmente dalla capitale austriaca oltre il confine arredi liturgici, edizioni della Bibbia e libri liturgici, stampati a Vienna nelle lingue nazionali. Molti parroci dell’arcidiocesi di Vienna sostennero attivamente con le loro iniziative i cattolici dei paesi comunisti confinanti. Il libro è dedicato a molte, grandi e spesso sconosciute figure di cristiani del XX secolo: tra loro molti sacerdoti e religiosi, perseguitati come “pericolosi oppositori” dei sistemi totalitari. Ma anche innumerevoli, coraggiosi laici si contano dopo la fine della Seconda guerra mondiale tra gli oppositori dei regimi comunisti. Sul numero preciso dei martiri nei paesi comunisti nessuna indicazione può essere fornita dagli storici, potendo solo darsi una cifra approssimativa. In occasione del grande Giubileo del 2000, la Chiesa cattolica, rispondendo all’invito di papa Giovanni Paolo II, tentò di dedicare maggiore attenzione ai campioni della fede del XX secolo, sottraendoli all’oblio. Nella sua lettera apostolica Tertio millennio adveniente dell’anno 2000, papa Giovanni Paolo II sollecitò l’attenzione dei cattolici sui molti martiri, sui testimoni della fede fino al dono della loro stessa vita e sulle molte eroiche figure, salde nelle loro convinzioni spesso fino ad una morte crudele. Il Papa polacco voleva mantenere vivo il ricordo di quella schiera di martiri del XX secolo, formatasi sulla fedeltà al loro credo; tese instancabilmente nel suo lungo pontificato a restituire alla vecchia Europa la coscienza delle sue radici storiche e della sua importanza. Grazie all’iniziativa del papa in tutta la Chiesa cattolica si scoprirono queste figure di nuovi martiri, ponendo l’attenzione sulla loro vita e sulla loro coraggiosa attività; il loro comportamento, non determinato da una propria volontà, ma frutto di un dono di Dio, ci mostra che l’esser pronti a servire Dio, la fedeltà a Lui sono da considerarsi ben più della propria vita: si tratta di scegliere quale dei due padroni servire (Mt 6,24). I martiri ci ricordano che la vera patria del cristiano è nei cieli. Solo con questa prospettiva e speranza – anzi, certezza – è possibile anteporre la gioia, che Dio ci ha preparato nel suo Regno, a tutti i beni della vita su questa terra. I martiri dimostrano con il dono estremo della loro vita che la violenza non ha l’ultima parola. Il regno di Dio non è solo al di là, ma attraverso Gesù Cristo è già ora, tra noi. Questa pubblicazione aiuta i nostri contemporanei a conoscere uomini dalla fede profonda e i loro gesti coraggiosi in un ampio contesto europeo. Molte delle persone, di cui si parla in questo libro, dovettero pagare un grande prezzo per le loro convinzioni religiose o cristiano-sociali: furono arrestati, incarcerati lontano dalle loro famiglie e comunità, sottoposti a maltrattamenti e spesso, senza essere sottoposti ad alcun processo, internati in campi di lavoro e costretti a vivere in condizioni disumane. Eppure anche in questi luoghi desolati, isolati dal mondo esterno, rimasero fermi nella fede, adoperandosi perché i compagni di prigionia trovassero più sopportabile la loro condizione o potessero persino fare un’esperienza religiosa di fede. Molti di loro dopo aver scontato la pena della reclusione o essere stati anzitempo rilasciati, tornarono nelle loro città e nei loro


Christoph Schönborn - Prefazione

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villaggi, malgrado le vessazioni e i controlli cui erano sottoposti da parte dei regimi comunisti in quanto cristiani convinti. Dopo la dissoluzione del vecchio impero sovietico molti positivi eventi hanno interessato la vita dei popoli d’Europa. Importanti in questo processo di sviluppo furono le proteste dei lavoratori in Polonia – nel 1956, 1970, 1976, 1980 – così come la fondazione del sindacato indipendente Solidarność: dalla Polonia partì un forte movimento politico; esso dette inizio ad una pacifica rivoluzione, che portò alla liberazione degli altri paesi del blocco dell’Est. Il XX secolo è stato un secolo sanguinoso per le atrocità compiute dai regimi comunisti e dal nazionalsocialismo. Un gran numero di cristiani rimase fedele a Cristo e alla Sua Chiesa, malgrado le violenze, le persecuzioni e gli assassinii, a costo della loro stessa vita; la tenacia di questi uomini sino alla morte è una toccante testimonianza della loro fede. Molti cristiani europei – donne e uomini, laici, sacerdoti, religiosi e religiose – rimasero a svolgere la loro missione senza paura e con convinzione, costituendo in tal modo un esempio per gli altri; questi martiri appartenevano non solo alla Chiesa cattolica: anche molti evangelici e ortodossi misero a rischio la loro vita per le loro convinzioni. Il Congresso dei cattolici dell’Europa centrale, tenutosi a Mariazell nel 2003/2004, a cui parteciparono migliaia di persone dalla Bosnia Erzegovina, Croazia, Austria, Slovacchia, Slovenia, Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria, ha costituito per i cattolici europei un evento e un segno di speranza per il futuro del nostro continente: è da considerare l’inizio di un’attenzione alle comuni radici cristiane e allo sviluppo futuro dell’Europa. Dopo la fine dei sistemi totalitari nei paesi dell’Europa orientale si sono poste nuove sfide per i cristiani: la secolarizzazione e il relativismo sono fenomeni diffusi in modo crescente in tutti gli Stati dell’Unione Europea, che sollecitano nei cristiani impegno e nuove risposte, non da ultimo una nuova evangelizzazione dell’Europa in considerazione dei mutamenti sociali che l’hanno interessata. Per noi tutti resta l’interrogativo: Quo vadis, Europa?


16 Christoph Schรถnborn - Prefazione


Jan Mikrut - Introduzione

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Jan Mikrut

Introduzione

Dall’idea iniziale di scrivere un libro sulla Chiesa cattolica e il Comunismo, siamo giunti a dar vita a tre diverse pubblicazioni. Il progetto editoriale La Chiesa cattolica e il Comunismo in Europa centro-orientale e in Unione Sovietica si compone di quattro volumi, pubblicati nella collana Storia della Chiesa in Europa centro-orientale. Tutti analizzano la raffinata e multiforme battaglia dei comunisti contro la religione in generale e, in modo particolare, contro la Chiesa cattolica. Il primo progetto, molto gradito dai lettori, a distanza di solo pochi mesi, aveva già due edizioni (marzo e novembre 2016). Dopo due anni di preparazione, vogliamo ora presentare ai lettori un nuovo volume della stessa collana dal titolo: Testimoni della fede. Esperienze personali e collettive dei cattolici in Europa centro-orientale sotto il regime comunista. Nel libro sono presentate diverse forme delle persecuzioni della Chiesa nei paesi del blocco sovietico, governati dal regime comunista, e nello stesso tempo la coraggiosa, spesso eroica, testimonianza della fede di alcuni cattolici. Inizialmente in questo progetto editoriale volevamo presentare anche le testimonianze dei cattolici negli Stati incorporati direttamente nell’Unione Sovietica. Per l’importanza di questi paesi e per la peculiarità delle forme persecutorie poste in atto in URSS, abbiamo deciso di dedicare a questa problematica un altro libro dal titolo La Chiesa cattolica in Unione Sovietica. Dalla Rivoluzione del 1917 alla perestrojka. Il volume sarà pubblicato nel 2017. Proprio nel 2017 cadrà il 100 anniversario della Rivoluzione d’ottobre, iniziata in Russia nel febbraio 1917, che causò, tra l’altro la caduta dell’Impero degli zar. Come sappiamo, col tempo la rivoluzione iniziò a perseguitare ogni forma di religione, gettando le fondamenta dell’ideologia atea. Come si può intuire dal titolo stesso Testimoni della fede. Esperienze personali e collettive dei cattolici in Europa centro-orientale sotto il regime comunista, si tratta di un’opera dedicata ai numerosi credenti cattolici del blocco sovietico impegnati nella difesa della loro fede e delle strutture della Chiesa. Le persecuzioni che la Chiesa subì nell’Europa dominata dal potere sovietico, distrussero tante delle sue strutture fondamentali, ma non riuscirono a sradicare la religione dalla coscienza popolare. Fallì il tentativo di creare un’alleanza atea nel cuore dell’Europa cristiana. Le azioni contro la Chiesa avevano il carattere di una campagna politica, legata a contingenti problemi interni e l’efficienza di quelle azioni dipendeva dalla determinazione degli attivisti comunisti nella lotta contro la religione, dalla resistenza sociale e infine dalla posizione che la Chiesa occupava all’interno di ciascuna nazione. Si formò definitivamente un modello totalitario, tendente verso il pieno controllo della vita religiosa ed ecclesiale. Presupponeva anche l’ateizzazione forzata di larghe fasce sociali e le repressioni contro i dissidenti.


18 Jan Mikrut - Introduzione Presentando nella nostra pubblicazione le condizioni di vita dei cattolici europei, vogliamo nello stesso tempo menzionare le diverse problematiche, sorte soprattutto dopo la distruzione delle strutture religiose. Per raggiungere questo scopo con una prospettiva abbastanza larga e variegata, abbiamo individuato alcuni gruppi rappresentativi: vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e laici. La documentazione sui vescovi e sui sacerdoti, come ovvio, è molto più ampia rispetto a quella sui laici, spesso poco conosciuti e non inseriti gerarchicamente nella struttura ecclesiale. Per questo motivo, nella presente pubblicazione sono meno rappresentati, proprio per la scarsità del materiale archivistico. La forma dell’esposizione e il suo contenuto dipendono dall’autore del testo, che ha scelto come presentare la situazione della Chiesa nel suo paese. Questo volume, che comprende tutti gli Stati del blocco sovietico con l’eccezione dell’Unione Sovietica, tuttavia, non è una raccolta di biografie. I diversi articoli sono raccolti in ordine alfabetico, secondo il nome del paese, iniziando dall’Albania. Le persecuzioni della Chiesa non ebbero lo stesso carattere e determinazione. Nei paesi dove i governi avevano collaborato con il Terzo Reich durante la Seconda guerra mondiale, come la Bulgaria, la Croazia, la Slovacchia, l’Ungheria e la Romania, le persecuzioni della Chiesa iniziarono subito dopo la fine della guerra, già nel 1945, con la pretesa di combattere un comune nemico, ostile all’intero popolo. In Bulgaria i cattolici costituivano solo una piccola minoranza e tra di loro vi erano diversi stranieri. I sacerdoti finirono in prigione. Il 16 luglio 1952 fu arrestato il vescovo di Nicopoli, il passionista Eugenio Bossilkov, e il 3 ottobre 1952 fu condannato a morte insieme a 3 sacerdoti religiosi assunzionisti. In Romania il regime comunista cercò di cancellare il sentimento della monarchia e di ridurre l’influenza dei più importanti personaggi del paese: il re Michele fu esiliato, i capi dei partiti politici, gli scienziati che si opponevano al nuovo regime, i vescovi cattolici, furono arrestati. Il progetto del nuovo Stato prevedeva diverse tappe: l’integrazione dell’armata romena nel blocco sovietico; il rafforzamento dell’unico partito; la promulgazione della Costituzione nell’aprile 1948. La battaglia del regime comunista era indirizzata contro la Chiesa cattolica. I cattolici di rito latino e gli uniati fecero una convinta resistenza per mezzo secolo e per questo l’obiettivo immediato della persecuzione divenne la Chiesa greco-cattolica. Il regime imprigionò tutti i vescovi greco-cattolici. Numerosi vescovi e sacerdoti di rito latino furono prima incarcerati e poi esiliati. In Transilvania, sul modello sovietico, nel 1948 fu distrutta la Chiesa greco-cattolica. In Croazia i vescovi, i sacerdoti e i fedeli subirono una dura repressione: 243 sacerdoti furono uccisi, 89 scomparvero e 169 furono arrestati. Lo Stato ridusse la libertà di culto e proibì ogni attività fuori dalla chiesa parrocchiale. Proprio in Croazia fu organizzato, già nel 1946, il primo processo contro l’arcivescovo di Zagabria, Alojzije Stepinac da parte dei comunisti jugoslavi, i quali provarono a distaccare la Chiesa croata da Roma per creare una Chiesa nazionale; ma la coraggiosa risposta dei vescovi non lasciò loro alcun dubbio. Il potere decise di


Jan Mikrut - Introduzione

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organizzare un processo farsa contro mons. Stepinac, con l’accusa di aver collaborato con il regime ustascia. L’11 ottobre 1946, mons. Stepinac fu condannato a 16 anni di lavori forzati, nel 1951 venne trasferito dalla prigione di Lepoglava al domicilio forzato presso Krasič. Era agli arresti domiciliari quando, il 12 gennaio 1953, Pio XII lo nominò cardinale; mori il 10 febbraio 1960 a Krašić e fu sepolto nella cattedrale di Zagabria. Il 3 ottobre 1998 fu beatificato da papa Giovanni Paolo II a Marija Bistrica. In Ungheria, appena i comunisti assunsero il potere politico, fecero la separazione fra Stato e Chiesa (1948). Il partito desiderava diffondere l’ideologia materialista fra i giovani e la classe operaia. L’arcivescovo Mindszenty fu arrestato a Esztergom il 26 dicembre 1948 e fu condannato all’ergastolo l’8 febbraio 1949. Fu liberato nel 1956 durante la rivoluzione ma già il 4 novembre 1956 le divisioni sovietiche cominciarono l’assedio di Budapest e Mindszenty fu costretto a chiedere asilo all’Ambasciata americana. Il 16 settembre 1964, tra l’Ungheria e la Santa Sede fu stipulato un Accordo. Al cardinale Mindszenty, dopo le trattative tra il governo e il Vaticano, nel 1971 fu consentito di recarsi a Vienna. Per la Santa Sede l’Accordo con il regime costituiva il primo esempio della pacifica risoluzione nel blocco sovietico. In Slovacchia i comunisti combattevano la Chiesa perché il sacerdote Josef Tiso era stato presidente della Repubblica Slovacca (1939-1945). Anche la Chiesa greco-cattolica fu soppressa e il 28 aprile 1950 i fedeli greco-cattolici furono costretti ad unirsi alla comunità della Chiesa ortodossa. I vescovi, i sacerdoti e i religiosi furono arrestati e condannati al carcere. Dopo la Primavera di Praga, nel 1968, la Chiesa greco-cattolica in Cecoslovacchia fu di nuovo riconosciuta dal governo, ma senza ricevere indietro le proprietà legate al culto e senza la possibilità di poter svolgere liberamente le sue attività. In Albania il governo aveva dichiarato, nella stessa Costituzione, l’ateismo come uno dei fondamenti dello Stato. Il regime perseguì l’abolizione di tutto ciò che avesse a che fare con qualsiasi tipo di religione. Tutte le comunità religiose, non solo cristiane, non poterono più professare la propria fede. Tutti gli oggetti legati al culto furono distrutti o dedicati ad altro scopo, per l’utilità culturale ed economica a favore dello Stato. In Albania fu attuata la più feroce persecuzione di tutti i regimi comunisti dell’Europa centro-orientale. Nella Germania orientale (DDR), i comunisti tedeschi cercarono di diffondere gli ideali sovietici. Una particolare attenzione si prestava all’educazione ideologica della gioventù, anche tramite il programma Jugendweihe: una cerimonia laica di nomina del “cittadino”, che voleva essere un sostitutivo della confermazione protestante e della cresima cattolica. Il momento critico fu senza dubbio la costruzione del muro di Berlino, iniziata nel 1961. In Polonia numerosi sacerdoti furono arrestati e condotti nelle prigioni e nei campi di lavoro, senza una valida e convincente accusa. Difficile era la situazione nei territori occidentali e settentrionali dove, a causa dello spostamento delle frontiere, le strutture della Chiesa erano deboli. Fino al 1953 in Polonia furono arrestati o dovettero lasciare le loro diocesi 12 vescovi, 4 sacerdoti furo-


20 Jan Mikrut - Introduzione no condannati dai tribunali e fucilati, 37 sacerdoti uccisi senza una condanna, 260 furono dichiarati scomparsi, 350 furono spostati in altre parti del paese, 1.000 arrestati, 1.200 dovettero lasciare le parrocchie. I grandi protagonisti della Chiesa in quel periodo furono i cardinali Augustyn Hlond e Stefan Wyszyński a Varsavia e il cardinale Karol Józef Wojtyła a Cracovia, il futuro papa Giovanni Paolo II. In Slovenia, alla fine della guerra, circa 300 sacerdoti e religiosi sloveni furono espulsi. Alcuni furono giustiziati senza un processo, altri furono condannati dai tribunali popolari, spesso senza alcun motivo valido, a lunghi anni di prigione. Negli anni 1945-1961 furono condannati senza alcun processo 425 sacerdoti, di cui 339 subirono ogni sorta di vessazioni in carcere e 9, dopo i processi-farsa, furono condannati a morte. Lo Stato aveva ridotto totalmente la libertà di culto e proibito ogni attività fuori dalla chiesa parrocchiale. La liquidazione della Chiesa greco-cattolica nell’intera zona sovietica ebbe per i comunisti una grande importanza. Per questo compito fu usata consapevolmente una piccola parte del clero: quello disposto, dopo le persecuzioni e le minacce, a collaborare con lo Stato comunista. Poiché la Chiesa greco-cattolica doveva essere integrata nelle strutture della Chiesa ortodossa, a tal fine i governi comunisti convocarono una serie di pseudo sinodi che decretarono tale integrazione. Così, nel 1946 in Ucraina si tenne il Sinodo di Leopoli e nel 1949 quello di Mukačevo; in Romania nel 1948 si tenne il Sinodo di Cluj e in Cecoslovacchia nel 1950, il cosiddetto Sinodo di Prešov: la Chiesa ortodossa doveva riunire i nuovi popoli nella struttura dello Stato sovietico. Questo breve excursus mostra la complessità della problematica affrontata dai diversi autori, provenienti in maggioranza dagli stessi paesi su cui scrivono; ogni autore si prefigge di presentare, con metodo storico-critico e un’ampia letteratura, i rapporti e gli scontri tra la Chiesa e il Comunismo. Sull’argomento sono stati scritti diversi articoli e libri nelle lingue nazionali, ma spesso proprio a causa della lingua usata, sconosciuta a molti lettori, questi importanti contributi nazionali rimangono ignorati in campo internazionale. Per questo, uno degli scopi che ci siamo prefissi con la nostra pubblicazione, è di rendere accessibili queste tematiche ad un pubblico più vasto. La maggioranza dei testi presentati è stata scritta nella madrelingua dell’autore, che ne ha curato anche la traduzione in italiano e infine sono stati revisionati e uniformati per la pubblicazione. Come si può immaginare, le difficoltà pratiche sono state molte e alcuni testi non sono stati accolti in questa pubblicazione. Non è stato semplice trovare autori competenti e qualificati che potessero trattare questa problematica molto complessa e poco conosciuta e per questo motivo non tutti argomenti previsti sono stati svolti. Ad esempio, l’ex Jugoslavia è presentata solamente dalla Bosnia-Erzegovina, dalla Croazia e dalla Slovenia, mentre non abbiamo potuto trovare collaboratori per la Serbia, il Kosovo, il Montenegro e la Macedonia. Con grande soddisfazione vorrei porre l’accento sul fatto che nella preparazione del progetto hanno collaborato più di 100 persone provenienti da diversi paesi.


Jan Mikrut - Introduzione

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Vorrei rivolgere un grazie del tutto particolare a Sua Eminenza Reverendissima il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, per aver mostrato grande interesse al tema della nostra pubblicazione e per la prefazione da lui redatta. Come ben si può leggere in diversi contributi contenuti nel libro, la città di Vienna è stata un luogo importante per i cattolici al di là della cortina di ferro. Molte persone trovarono qui assistenza dopo la fuga o l’espatrio, da qui si aiutarono i cristiani perseguitati. Un ruolo particolare lo svolse l’allora arcivescovo di Vienna, il cardinale Franz König. I suoi incontri con i vescovi della Cecoslovacchia, dell’Ungheria e con l’arcivescovo di Cracovia, poi papa Giovanni Paolo II, furono un segno tangibile della sua responsabilità per la Chiesa universale. La capitale austriaca diventò un crocevia importante nella comunicazione tra la Santa Sede e le Chiese nei paesi oltre cortina. Ringrazio sentitamente tutti gli autori di questo libro: le loro pazienti ricerche, svolte negli anni in diversi archivi statali ed ecclesiastici, sono un importante contributo per la storia europea dopo il crollo del sistema comunista. Ringrazio tutti i collaboratori, i traduttori e i revisori dei testi, in particolar modo Michał Brywczyński, Paweł Wójcik, Giovanna Brizi, Maria Franca Ventura Croppo, Maurizio Cancelli, Giulio Cargnello, Pasqualina Tuscano. Un riconoscimento a parte va a Michał Brywczyński per l’ultima attenta rilettura delle bozze. Alcuni testi, pervenuti solo in lingua originale, sono stati tradotti in lingua italiana da Paweł Wójcik, Michał Brywczyński, Joanna Bryske, Paweł Rokicki, Wojciech Kućko, Jerim Bogdanić Pischedda, Michele Capasso, Anežka Žáková, Lucia Casadei, Anna Safarova, Jana Vlčková: a loro un grande riconoscimento per il prezioso lavoro. Un grazie speciale a Michał Brywczyński per la preparazione del complesso indice onomastico e toponomastico: un lavoro particolarmente importante e difficile in un’opera “multilingue”, nata dalla penna di cinquanta autori diversi.


22 Jan Mikrut - Introduzione


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