L'Altro

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LA COLLANA ESH

si propone il compito di fare luce su parole e pensieri del cristianesimo, facendole passare attraverso il fuoco, in ebraico Esh, di una loro rilettura che, tenendo conto delle diverse prospettive dell’oggi, sappia anche rendere la pienezza della loro storia e tradizione, del loro presente e del loro futuro.

Titoli pubblicati:

Matthew Fox

Preghiera

Paolo Farinella

Peccato e perdono

Adriana Valerio

Misericordia

Cristian Albini

Il male

Marcelo Barros

Liberazione

Roberto Mancini

Utopia

Teresa Forcades

Il corpo

Paolo De Martino

Il discepolo

Carlo Molari

Espiazione

Battista Borsato

L’altro

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Battista Borsato L’ALTRO

VIAGGIO NELLA DIFFERENZA: L’ALTRO, IL DIVERSO, LO STRANIERO

NEI VANGELI

prefazione di GIANNI GIOLO

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© Il Segno dei Gabrielli editori 2023

Via Cengia 67

37029 San Pietro in Cariano (VR)

Tel. 045 7725543

info@gabriellieditori.it www.gabriellieditori.it

Tutti i diritti riservati

ISBN cartaceo 978-88-6099- 520-9

ISBN ebook 978-88-6099-529-2

Prima edizione marzo 2023

Progetto grafico

Lucia Gabrielli

Stampa

Mediagraf spa, marzo 2023

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In memoria del vescovo Arnoldo Onisto, con cui ho svolto un’intensa e feconda collaborazione, che ha avuto il coraggio di lasciarsi sorprendere dall’inquietudine delle domande.

7 INDICE PREFAZIONE di Gianni Giolo 11 INTRODUZIONE 15 Capitolo 1 LO STRANIERO NEI VANGELI 21 Perché lo straniero sconcerta? 22 Israele popolo eletto? 24 Capitolo 2 LO STRANIERO NELLA GENEALOGIA 27 Le donne 28 - Tamar 29 - Racab 31 - Rut 32 - Betsabea 32 Riflessione intorno alla genealogia 33 Capitolo 3 LA DONNA STRANIERA:UN PENSARE NUOVO 35 Il valore delle differenze 37 Capitolo 4 I MAGI: STRANIERI ALLA RICERCADI GESÙ 39 Premessa 39 Nato Gesù a Betlemme di Giudea… 41
8 Non magi, ma maghi 41 Erode restò turbato con tutta Gerusalemme 43 La stella 45 L’oro 46 L’incenso 48 La mirra 49 Due conclusioni attualizzanti 50 Capitolo 5 “NON È DEI NOSTRI”: VINCERE LA PRETESA 53 Valore simbolico dei numeri 53 Chi sono i demoni? 55 Dio non è imprigionato 56 Capitolo 6 L’AMORE DI DIO È RIVOLTOSOLO AI VICINI? 57 Chi è lo straniero? 57 Chi è il credente? 58 I Settantadue 59 Satana cade dal cielo 60 Gesù esulta di gioia 61 Capitolo 7 IL “BUON SAMARITANO”: UNO SCRIBA INTERROGA 63 Si alza uno scriba 63 Il problema della vita eterna 64 Come comprendere rettamente la parola? 66 Amare l’altro come se stessi? 67
9 Capitolo 8 IL “BUON SAMARITANO”: CHI È IL MIO PROSSIMO? 69 Alcune riflessioni esegetico-esistenziali 70 Gesù denuncia la legge 71 Prima l’uomo, poi la religione 72 Il valore dell’uomo è il bene supremo 75 Capitolo 9 IL SAMARITANO: «… EBBE COMPASSIONE» 77 Chi erano i samaritani? 77 La compassione del samaritano 78 “Abbandonare” il padre della religione 80 Gesù cambia il concetto di prossimo 82 Si sarà lasciato ammaestrare il dottore della legge? 84 Capitolo 10 LA DIFFERENZA TRA FEDE E RELIGIONE 87 Che cosa intendiamo per religione e per fede? 87 Capitolo 11 LA SAMARITANA: UNA DONNASTRANIERA 93 La Parola di Dio è scritta da uomini 93 Gesù, come Osea, va in cerca della sposa 94 Il perdono senza condizioni 95 La parola “donna” nei vangeli 97 Gesù si rivolge dal basso 98 Capitolo 12 LA SAMARITANA: GESÙ NON RIMPROVERA MA OFFRE AMORE (L’ACQUA) 101 Gesù non richiede il pentimento 101 L’acqua è l’amore gratuito di Dio 103
10 Capitolo 13 LA SAMARITANA: SONO GLI STRANIERI A RICONOSCERE IL MESSIA 105 Credere è assomigliare al Padre 105 I cinque mariti 107 Quali sono gli idoli oggi? 108 Capitolo 14 LA SAMARITANA: DOVE ADORARE IL PADRE? 109 È l’uomo il nuovo culto di Dio 110 CAPITOLO 15 IL CENTURIONE ROMANO: ANCHE I POPOLI STRANIERI SONO CHIAMATI AL REGNO 113 Perché il centurione si avvicina a Gesù? 114 La fede del centurione sorprende Gesù 116 Visione mondiale di Gesù 117 I pubblicani e le prostitute vi passano avanti 118 Capitolo 16 APPARTENIAMO ALLA STESSA UMANITÀ, ALLA COMUNE INDIGENZA 121 POSTFAZIONE 125

PREFAZIONE

Conosco don Battista – anzi monsignor Battista, ma lo chiamerò per confidenza don Battista – da tanti anni ed è nata fra noi una fraterna amicizia. Ho presentato diversi suoi libri che ho trovato sempre freschi, vivaci, stimolanti e nuovi, scritti in una lingua chiara e scorrevole, che fonde perfettamente la profondità di pensiero alla leggerezza della forma.

Un giorno, dopo esser andato in pensione in seguito a molti anni di insegnamento di materie classiche nei licei, gli dissi, così a bruciapelo, quasi per scherzo: «Mi piacerebbe approfondire se si riscontra nei tuoi tanti libri una evoluzione di pensiero, una conquista progressiva di posizioni e argomenti di riflessione, un delinearsi di punti di forza nelle tue convinzioni teologiche». E lui mi rispose: «Secondo me, sarebbe una buona idea». Mi diede quattro libri che più degli altri segnano gli stadi progressivi della sua ricerca teologica: Dio è una minaccia alla libertà dell’uomo? (2007), Un Dio umano (2016), Dio è onnipotente? (2019), La fede che verrà (2022). Cominciai quindi a leggere in maniera sistematica e organica le pagine di questi libri e vi individuai la fondamentale intuizione di un Cristo “uomo non religioso ma laico”. Ho riscontrato inoltre tre temi di fondo: amare il nostro tempo, essere persone di misericordia vivendo nella imperfezione, imparare a concepire la dimensione sociale e politica della fede.

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Trovai che questa prospettiva e visuale nuova dei vangeli meritava di essere meglio conosciuta a beneficio di tante persone che desiderano vivere secondo una concezione moderna e non tradizionalista, secondo i segni dei tempi, gli insegnamenti del vangelo.

Non è qui la sede di affrontare questa tematica, ma vorrei solo esprimere i motivi che mi hanno spinto ad approfondire il pensiero teologico di don Battista. Il lettore allora capirà perché il teologo, dopo aver affrontato le successive tappe della sua ricerca, ha deciso di concentrarsi sul tema dell’altro, del diverso e dello straniero, che è l’argomento specifico di questo libro.

Scrive Virgilio Melchiorre, docente ordinario di Filosofia morale all’Università Cattolica di Milano, che la malattia più antica dell’Occidente consiste nella considerazione indifferenziata dell’unità e nel conseguente rifiuto delle differenze o delle individuazioni. In altre parole, la cultura occidentale, da Platone in poi, ha sempre rimosso la pluralità e le differenze a tutto vantaggio dell’unità del pensiero.

In teologia, invece, da una parte abbiamo le tesi di Emmanuel Lévinas che nelle relazioni umane pone al centro l’altro e, all’opposto, Martin Buber che dà la preminenza all’io e vede nel rapporto io-tu una relazione paritetica. Nell’insegnamento di Cristo s’accampa in primo piano la figura dell’altro. L’elemento centrale, non solo, ma essenziale del vangelo è non ciò che il cristiano fa per la propria salvezza individuale, ma quello che fa per la felicità e il benessere dell’altro, cioè del prossimo, delle persone che incontra nella vita.

L’insegnamento chiave di Gesù non è tanto la confessione religiosa della fede, ma l’amore verso gli altri. L’elemento più considerevole è che nel giudizio di Dio,

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come attesta il vangelo di Matteo, non si terrà conto di come ciascuno abbia affrontato i suoi problemi, ma i problemi degli altri. E questo porta a una decisione sconcertante: se il vangelo ha ragione, dal giudizio finale si deduce che ciò che a Dio importa non è quello che facciamo per la nostra salvezza, ma ciò che facciamo per la felicità e il benessere delle persone che incontriamo nella nostra vita.

L’insegnamento chiave è che ciò che importa è solo l’amore al prossimo, non la confessione religiosa della fede. Ciò equivale ad aver ben solida la seguente convinzione: la persona indigente è il luogo di Dio nel mondo. La crisi che oggi vive la chiesa riguarda i riti, la dottrina o la prassi di carità e di solidarietà? E se dicessimo che sta morendo il cristianesimo liturgico, ma sta crescendo un nuovo cristianesimo umanitario, fatto di impegno nel sociale, sia assistenziale che politico? Il movimento che Gesù ha iniziato e voluto era di timbro rituale-liturgico o esistenziale? Non potrebbe affievolirsi il cristianesimo rituale per lasciar sbocciare un cristianesimo esistenziale impegnato nella giustizia? Sono domande che ci devono scuotere. Potrebbe anche essere che occorra che appassisca un cristianesimo identificato solo coi sacramenti, perché si possa riscoprire il cristianesimo della vita, delle scelte di vita, del modo di vivere.

È famosa la convinzione di Dostoevskij, in una sua lettera ad una lettrice: «Non c’è niente di più bello, di più profondo, di più semplice, di più virile, di più perfetto di Cristo, e non solo non c’è, ma con un profondo amore indico che non ci può neanche essere».

Gesù si era accorto che l’ostacolo principale dell’uomo è chiudersi nel proprio io, il mettere al centro l’io. Se uno mette al centro il proprio ego, subirà la più grande

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schiavitù, perché l’egoicità tende all’avere e al prevalere. La nuova umanità nascerà dalla fraternità, ed essa si costruisce inseguendo la giustizia e soprattutto vivendo l’amore.

Quando Gesù parla della cura del prossimo si riferisce in particolare agli stranieri, anzi Egli si identifica nello straniero quando dice, nel vangelo di Matteo, «ero straniero e mi avete accolto».

Straniero era anche la persona incappata nei ladroni e lasciata ai margini della strada che il buon samaritano soccorse: «Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fai lo stesso».

Sono stimolanti le idee che troviamo largamente espresse in questo libro di don Borsato e che potranno schiudere un modo diverso di pensare alla fede e di viverla.

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