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Carmine Di Sante
DENTRO LA BIBBIA La teologia alternativa
di Armido Rizzi
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Š 2018 Il Segno dei Gabrielli editori Via Cengia, 67 – 37029 S. Pietro in Cariano (Verona) tel. 045 7725543 fax 045 6858595 info@gabriellieditori.it www.gabriellieditori.it ISBN 978-88-6099-373-1 Stampa MIG srl (Bologna), Ottobre 2018 Progetto copertina Lucia Gabrielli
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Ad Armido Rizzi eminente teologo fenomenologo e teorico dell’interpretazione, da più di quarant’anni impegnato nella rilettura radicale e innovativa della Bibbia: gli amici di Sant’Apollinare, i suoi molti discepoli e innumerevoli lettori in segno di riconoscimento e gratitudine per l’altezza della sua testimonianza di fede pensata e vissuta.
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INDICE
INTRODUZIONE 11 1. LA «DE-ELLENIZZAZIONE» La «liberazione» del mito dal logos filosofico 17 Cosa intendere per «ellenizzazione» 17 Ellenizzazione e filosofia dell’essere 20 Ellenizzazione e metafisica del desiderio 22 L’ellenizzazione e la teologia di papa Ratzinger 28 L’ellenizzazione e la sua incompatibilità con il «mito» religioso 33 La de-ellenizzazione e la pars construens 40 2. IL «MITO» FONDANTE D’ISRAELE Il «logos» del racconto biblico 43 Il mito Il mito fondante della Bibbia La prima tappa: l’Egitto e la rivelazione di Dio La seconda tappa: il deserto e la lezione della fede La terza tappa: l’Oreb e l’alleanza-legge La quarta tappa: la terra promessa dono e compito Il racconto fondante e il Nuovo Testamento
43 53 57 62 64 67 71
3. IL LINGUAGGIO ANTROPOMORFICO DELLA BIBBIA Il «corpo» di Dio 77 Il significato dell’antropomorfismo 77 L’occhio 81 L’orecchio 86 La bocca 90 Il braccio e la mano 93 4. IL LINGUAGGIO ANTROPOPATICO DELLA BIBBIA I «sentimenti» di Dio 99 Il sentire di Dio
99 7
Il sentimento dell’amore Il sentimento della gelosia Il sentimento della collera
101 113 116
5. LA CONCEZIONE BIBLICA DI DIO L’orizzonte della gratuità 123 Chi è Dio Dio come libertà Dio come relazione/alleanza Dio come legislatore Dio come giustizia
123 126 128 130 133
6. LA CONCEZIONE BIBLICA DELL’UOMO Povertà, responsabilità e promessa di vita 143 Chi è l’uomo L’uomo come povertà L’uomo come coscienza-responsabilità L’uomo come promessa di vita
143 147 151 156
7. LA CONCEZIONE BIBLICA DEL PROSSIMO L’amore di alterità 161 Chi è il prossimo L’amore al prossimo Ama il prossimo tuo Bisogno e diritto Diritto e trascendenza La trascendenza e la vita eterna
161 164 166 170 176 180
8. LA CONCEZIONE BIBLICA DEL MONDO Tra Dio e l’uomo 189 Dalla natura alla creazione La creazione come signoria divina La creazione come benedizione discendente La creazione come benedizione ascendente La creazione come appello al dono
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189 193 200 206 207
9. LA CONCEZIONE BIBLICA DEL MALE Colpa e sofferenza 211 Il problema del male Le concezioni del male La concezione biblica del male Il peccato originale Il male naturale La crisi dell’alleanza
211 214 219 223 229 234
10. GESù MESSIA Il «ri-creatore» del soggetto 241 Un nuovo approccio Alcuni presupposti Il kerygma e il suo contenuto Cristo verità dell’uomo Gli sviluppi cristologici
241 248 259 268 277
11. CRISTO E LE RELIGIONI La salvezza universale 287 Quale rapporto? Una ridefinizione della religione Il cristianesimo come religione Il cristianesimo come religione singolare Il cristianesimo come annunzio della salvezza universale Il cristianesimo come restaurazione del soggetto etico Il cristianesimo come evangelo della pace
287 291 295 299 303 310 315
12. OLTRE LE RELIGIONI La coscienza etica 321 La secolarizzazione La secolarizzazione e la religione La secolarizzazione e l’etica Fenomenologia dell’esperienza etica La «laicità» della coscienza etica
321 325 328 333 340
CONCLUSIONE 347
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BIBLIOGRAFIA 353 I – Libri 353 II – Collaborazioni 354 III – Articoli 357 IV – Dattiloscritti 365 V – Altre opere citate 366 SIGLE DELLE OPERE PIù CITATE
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INDICE DEI NOMI
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RINGRAZIAMENTI 375 TABULA GRATULATORIA
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INTRODUZIONE
«Mi sono dedicato allo studio della Bibbia, scoprendo che essa non è compatibile con quella filosofia segnata dal principio di necessità, e va invece letta attraverso un’ermeneutica che traduca concettualmente narrazioni e simboli biblici.» 1 Nel panorama della riflessione teologica contemporanea il pensiero di Armido Rizzi 2 si configura come innegabilmente originale: per TA 7. Nato a Belgioioso (PV) il 14 aprile 1933, è entrato nella Compagnia di Gesù a vent’anni. Ha studiato filosofia all’Aloisianum di Gallarate e teologia all’Università di Comillas (Spagna) e alla Gregoriana (Roma). Ha trascorso periodi di studio anche a Münster e Lovanio. Si è laureato in teologia all’Università Gregoriana e in filosofia all’Università di Genova, e ha insegnato per alcuni anni filosofia della religione, ermeneutica filosofica e teologia sistematica nelle facoltà italiane della Compagnia di Gesù. Negli anni ’70 ha chiesto ed ottenuto la dispensa dai voti religiosi e dal ministero sacerdotale e si è dedicato al «servizio della Parola» in forma di ministero itinerante presso comunità e gruppi cristiani. Dal 1980, insieme con la moglie Alberta e la figlia Benedetta, è stato animatore del Centro Sant’Apollinare (Fiesole), dove ha svolto e promosso iniziative di seria divulgazione teologica (il Centro ha pubblicato 67 Quaderni di S. Apollinare e 18 quaderni contenenti le relazioni della Scuola della pace). Trasferitosi nel 2007 a Mantova ha continuato la ricerca e la produzione su temi di confine tra teologia e problematiche antropologiche, in cui si incrociano il religioso, l’etico e il politico. L’arco dei suoi interessi va dalla teoria ermeneutica e la sua applicazione in campo teologico alla elaborazione di un pensiero dell’alterità, che si svolge in forma convergente come rilettura filosofica delle Scritture religiose, in particolare di quelle ebraico-cristiane, e come fenomenologia dell’esperienza etica. È stato anche docente incaricato presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale, e collabora a diverse riviste; è stato membro della redazione di Servitium, della Rivista di teologia morale e della direzione di Filosofia e Teologia. Numerosissimi i libri e gli articoli che il lettore troverà citati nella bibliografia. Presso la Facoltà teologica della Pontificia Università Gregoriana il gesuita Fabrizio Fabrizi ha cercato di ricostruire il suo pensiero dedicandogli una tesi di dottorato dal titolo: Un Dio per l’uomo. Dal desiderio di Dio nell’uomo nella tradizione tomistica, all’amore di Dio per l’uomo nella teologia fenomenologico-ermeneutica di Armido Rizzi, Roma 2015. Le linee principali della sua tesi di dottorato Fabrizi le ha riprese nel saggio Dio altrimenti. Per una critica alla teologia del «desiderio 1 2
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avere coniugato con rigore il sapere biblico, cristologico e teologico con quello filosofico ed ermeneutico, saperi troppo spesso tra loro irrelati, consegnati ai rispettivi ambiti specialistici che non si lasciano facilmente «contagiare»; ma soprattutto per avere avviato un diverso modo di intendere il Dio delle Scritture ebraico-cristiane ed avere proposto una teologia che si vuole altra – e per questo alternativa, come suona il sottotitolo di questo saggio – rispetto ai trattati classici di fare teologia. In un volume del 1986 pubblicato dalla Marietti e dedicato alla ricognizione della teologia italiana (che, dopo il Vaticano II, cominciava ad uscire dalla sua apartheid culturale in cui si era confinata dal 1872 in poi con la chiusura delle facoltà teologiche nelle università italiane 3), Rizzi così delineava il suo profilo teologico: «Non vedo altro modo di raccontarmi che tracciare la genesi e il distendersi articolato del discorso che, in scritti e a voce, da anni vado proponendo. Un’avventura del pensiero, certo fortemente abbarbicata alla mia vita, ma anche, oso sperare, di qualche dignità e rilevanza oggettiva. La prospettiva permette di cogliere l’unità di un itinerario anche dentro il suo zigzagare; e questo è un buon servizio che posso rendere, a me stesso anzitutto, e poi ai miei ventiquattro lettori. Lo farò nel modo più semplice possibile» (ATP 139). Questo suo racconto autobiografico si snodava intorno alle seguenti tappe: - - - - - - - -
Un itinerario di pensiero La philosophia perennis La rottura La ricostruzione: eticità e religione Postilla sull’ermeneutica Il ’68 e dintorni Linee di ricerca L’essere come alterità e come dono
di Dio» in Tommaso, de Lubac, Rahner, cui ne seguirà un secondo di prossima pubblicazione. 3 Essere teologi oggi. Dieci storie, Marietti, Casale Monferrato 1986. I teologi che, nel saggio, sono stati invitati a delineare il loro profilo teologico sono: Giuseppe Angelini (La teologia che serve), Mario Cuminetti (Sentieri teologici verso il «centro della città»), Bruno Forte (Theologia viatorum), Italo Mancini (Teologia dei doppi pensieri), Carlo Molari (Conversione di un teologo), Armido Rizzi (Anche la teoria è pane), Sergio Rostagno (Cercare vicino alla sorgente), Giuseppe Ruggieri (Dalla storia alla metafora), Luigi Sartori (Teologia come ricerca dell’unità).
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A distanza di quasi trent’anni, l’autore scrive un articolo sulla rivista «Filosofia e Teologia» dal titolo «Per una teologia “alternativa”» dove, questa volta, così si autopresenta: «Dopo aver appreso e amato il tomismo, che interpretava la fede cristiana alla luce della filosofia greca (soprattutto aristotelica) mi sono dedicato allo studio della Bibbia, scoprendo che essa non è compatibile con quella filosofia, segnata dal principio di necessità, e va invece letta attraverso un’ermeneutica che traduca concettualmente narrazioni e simboli biblici. Al centro di questi sta l’alleanza: Dio che liberamente chiama l’uomo ad aderire – altrettanto liberamente, cioè responsabilmente – al suo disegno: farsi prossimo all’“altro” incarnando lo stesso amore divino, e diventando così degno dell’incontro finale con lui» (TA 7). In questo saggio l’autore riprende molti temi del 1986 riarticolandoli però e ampliandoli secondo una duplice scansione: - I – Un lungo cammino: L’avvio, La conversione, La «ellenizzazione» del cristianesimo, Un Papa (Benedetto XVI) come teologo (Ratzinger); - II – De-ellenizzazione e messaggio biblico: Il metodo, Il contenuto. Ciò che accomuna i due testi è il rigoroso impegno teorico dell’autore che, non senza significato, intitolava il suo contributo del 1986 «Anche la teoria è pane» e lo concludeva definendo il suo duplice ambito di lavoro: «Lavoro di ricerca: lo scavo dell’infrastruttura antropologica (linguaggio e azione), che permetta di articolare con rigore più teso il primato dell’etico e del messianico. Lavoro di comunicazione: assecondando quel “bisogno di teoria” che avverto nei gruppi impegnati in pratiche di liberazione: dalle comunità per emarginati, al volontariato per il Terzo Mondo, dai preti operai al movimento per la pace a tutte le altre forme di cui è ricca la comunità ecclesiale. Contribuire a dare dignità filosofica e teologica al discorso sul povero: ecco una buona ragione per vivere senza invecchiare anzitempo» (ATP 142; corsivi miei). Lavoro quindi teorico: ma inteso non come fine in sé bensì come intelligenza tesa ad illuminare l’esistenza umana e il testo biblico che ne svela il senso: «Terra e Bibbia, pane e senso, sono destinati all’unità. È questo il mondo come grazia; lì dove essi sono divisi, c’è la sua eclissi. Ma sono proprio questa divisione e questa eclissi, sono la Fame e la Crisi, che ci aiutano a ritrovare il senso del mondo come grazia. Sono i dannati della terra e i dannati della droga a testimoniare, in negativo e loro malgrado, che il mondo è grazia. Lo testimoniano 13
ad una fede che l’aveva in parte dimenticato, e che s’era messa a cercare la grazia altrove» (CG 665). Se la stessa è la tensione teorica che accomuna i due saggi, ciò che li distingue è il ricorso più continuo, nel secondo, alle categorie della «ellenizzazione» e «de-ellenizzazione» intorno alle quali l’autore ricomprende e ridefinisce il suo lungo e coerente percorso teologico da una parte come presa di distanza dalle categorie filosofiche alle quali, fin dai primi secoli, si è fatto ricorso per pensare il Dio biblico, dall’altra come proposta di un nuovo modo di leggere e interpretare il testo biblico. In questo modo l’autore chiarisce a se stesso e ai suoi lettori l’intentio vera e propria della sua ricerca teologica pluridecennale e il filo conduttore unificante la sua vasta produzione libraria 4: la «de-ellenizzazione» del Dio biblico – il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe e di Gesù – e la proposta di una nuova teologia come teologia altra. Di qui il titolo del saggio del 2013, non senza significato apparso nella rivista «Filosofia e teologia»: «Per una teologia alternativa». Se nel saggio del 1986 l’autore parlava della sua ricerca come di «un’avventura del pensiero» e suggeriva «l’unità di un itinerario anche dentro il suo zigzagare», il contributo del 2013 si caratterizza come testo definito, rigoroso e articolato incentrato da una parte sul processo della «deellenizzazione», come si è appena detto, e dall’altra sulla elaborazione di una «teologia alternativa» nel duplice senso che vuole essere una teologia altra e che soprattutto mette al centro l’altro dall’io: Dio, e i poveri nel cui volto – per ricorrere al linguaggio di Emmanuel Lévinas – Dio «si incarna» e parla. Le pagine di questo lavoro si prefiggono i seguenti obiettivi: - 1. ricostruire l’avventura di pensiero di questo teologo solitario e geniale, sottolineandone le tappe più importanti (la formazione tomistica, la rottura, la scoperta delle religioni e della Bibbia, i compagni di viaggio); - 2. delineare l’architettura semantica della sua teologia alternativa, aiutando il lettore a coglierne la «grammatica» e la «sintassi»; - 3. articolare i tratti distintivi e costitutivi di questa teologia, mettendo in luce la novità di un Dio che, altro dall’uomo, istituisce l’uomo come altro da sé e appella l’uomo ad amare l’altro da sé elevandolo Una trentina di libri, centinaia di articoli apparsi su varie riviste, da quelle più scientifiche a quelle più pastorali (quelli da me fotocopiati e conservati raggiungono una mole di oltre 2000 pagine!) e i molteplici temi affrontati in conferenze, seminari e dibattiti. 4
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all’altezza di un amore che è amore di alterità: gratuità, misericordia, giustizia e perdono; - 4. mostrare la fecondità di questa teologia capace di dialogare con le grandi sfide di fronte alle quali oggi ci troviamo (secolarizzazione e pluralismo religioso) in un confronto rigoroso e rispettoso che, libero dalla tentazione di assimilare o farsi assimilare, apre ad un dialogo – il vero dialogo – dove ciascuno degli interlocutori arricchisce ed è arricchito; - 5. soprattutto mettere il lettore direttamente in contatto con la teologia alternativa rizziana – di cui si riporteranno le pagine più significative – perché lui stesso personalmente ne sperimenti l’originalità, la profondità, la bellezza, la limpida articolazione e la straordinaria attualità in un periodo storico come l’attuale dove la crisi mondiale esige, per riprendere la nota espressione di F. Rosenzweig (1886-1929), un «nuovo pensiero» e la stessa crisi delle chiese e delle religioni richiede una nuova intelligentia fidei. 5 L’autore di questo testo, che di Armido Rizzi è stato ed è amico, è stato cambiato dalla sua teologia e gli deve un debito di riconoscenza perché le sue pagine gli hanno fatto scoprire in un modo nuovo la bellezza e profondità del testo biblico, rivelativo della bellezza e profondità dell’esistenza di ogni essere umano. Egli si augura che anche il lettore sperimenti qualcosa della stessa bellezza e profondità.
I testi di Rizzi, come pure quelli di altri autori, saranno citati con le iniziali dei loro titoli – o, a volte, delle riviste in cui sono apparsi – per la cui spiegazione si rimanda alle «Sigle delle opere più citate», alla fine del volume. Poiché i brani che verranno citati provengono da libri, articoli e dattiloscritti pubblicati in tempi e contesti diversi, per ragioni di uniformità sono stati apportati piccoli cambiamenti redazionali: invece che cf o cf. sempre cfr; al posto di cherigma o kerigma sempre kerygma; i testi biblici saranno sempre citati con le abbreviazioni proposte dalla Bibbia di Gerusalemme 2008; i termini quali Vangelo, Legge, Chiesa, Sinagoga, Spirito, Regno, Senso avranno la maiuscola quando rimandano espressamente al loro significato teologico o più teorico, mentre saranno lasciati con la minuscola quando fanno riferimento prevalentemente al loro spessore storico. I termini Bibbia e Scritture saranno sempre in maiuscolo. Quanto ai testi citati da dattiloscritti o sbobinature, sono stati corretti errori di battitura e modificate espressioni evidentemente tipiche del linguaggio parlato. 5
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