SCHIZZI , NOTE ED APPUNTI
POLITECNICO di MILANO FACOLTA di ARCHITETTURA e SOCIETA’ CORSO di LAUREA SPECIALISTICA in “Architecture” a.a 2012-2013 Laureanda : Gabriella Milo matricola: 755716 Relatore: Prof. Alessandro Rocca Titolo tesi : Progetto per il Giardino dei Giusti -Monte Stella- Milano ITALIA
INDICE
- INTRODUZIONE -AMBITO - THE MAGNETIC LAND
V VI VIII
- THE TIMELINE
XII
-LA CASUALITA’
XIV
- IL PROCESSO GENERATIVO
XVI
- IL FLUSSO
XX
- ALBERI DI PAROLE
XXII
- LA CRONOLINFA
XXV
- I MODELLI
XXVII
INTRODUZIONE Ciò che si intende realizzare è una progettazione rigenerativa, mediante il dissestamento del terreno e la creazione di un giardino, che raffiiguri una voluta esperienza estetico-psicologica. Modificare l’impronta lasciata dall’uomo in un paesaggio naturale, evocando delle terminazioni nervose che raffigurino, per contrasto, la sensibilità di una striscia di pelle adagiata sul terreno che senta, nel contatto emotivo, il senso dell’opera ed il processo attraverso il quale è stata realizzata. Le illustrazioni a seguire mostreranno il percorso progettuale e l’intera ricerca che ho svolto per identificare questa lingua di terreno sulla quale realizzare tale Opera. Come si può dare animo a ciò che apparentemente, ad un semplice sguardo, può sembrare statico? Sappiamo che la natura di per sé è dinamica e le piante sono esseri viventi, ma la dinamicità che ho pensato di applicare, attraverso questi spostamenti continui e perpetui del terreno, vuole soverchiare l’idea di uno spazio fermo e definito.
V
AMBITO
MILANO VI
STRADE PRICINCIPALI EDIFICI PUBBLICI PARCO MONTE STELLA AREA DI PROGETTO
1
4
1- CENTRO SPORTIVO 2-CHIESA S.MARIA NASCENTE 3- MERCATO COPERTO 4-SCUOLA ELEMENTARE M. METROPOLITANA QT8
3
2
M
Monte Stella
Sorgendo ad un lato del Monte Stella ne prolunga l’ondeggiante orizzonte, delineandolo con una maglia di paesaggi che richiamano le fibre linfatiche degli alberi. Al nuovo memoriale ci si arriva attraverso un filare di elementi sovrapposti i quali evocano un trapianto di idea, di energia e di culto che sorgono in luoghi molto distanti gli uni dagli altri. Il
giardino
dei
giusti
VII
La forma cresce per merito di aggregazioni che creano a loro volta complessità, ogni risposta che si può cogliere è un istante congelato, emerge così la stabilità. Nella solidità del fatto c’è il seme dell’improbabilità che ha dato inizio a tutto, perché all’origine nulla era certo.Questo è il motivo per cui si è voluto cercare un modello che duri più a lungo delle costruzioni.In un modello si nasconde il tempo, il ritmo in cui ogni attività o processo ha luogo. E’ sorprendente come la possibilità stessa viene prodotta dal caso, non vi è certezza, solo una speranza di previsione. Più il risultato è probabile, più è alto il limite della fiducia, ma non c’è nulla di sicuro.
DAL CASO------IL RISCHIO DAL RISCHIO-----LA SCELTA DALLA SCELTA---L’AZIONE
VIII
IX
X
Gli spazi accolgono e combinano i flussi, creano transizioni apparentemente inavvertibili,grazie alla loro efficienza, distinguendo materialmente i singoli piani. Elementi in rapidissimo sviluppo, come uno strumento di stupefacente fluidità.
Le diverse esperienze confluiscono in un’unica esperienza diffusa: senza
LA soluzioni
SCELTA di
continuità
ibrida,
IL integrando
SALTO
-
ogni
attività
IL in
un
DIVENIRE unico
insieme:
I GIUSTI
XI
Sentimento del tempo
1931 E per la luce giusta, Cadendo solo un’ombra viola Sopra il giogo meno alto, La lontananza aperta alla misura, Ogni mio palpito, come usa il cuore, Ma ora l’ascolto, T’affretta, tempo, a pormi sulle labbra Le tue labbra ultime. Giuseppe Ungaretti
XII
Ogni stratificazione rappresenta un periodo di tempo pregresso che si vuole introdurre nel luogo.
XIII
XIV
XV
XVI
La conformazione del terreno tuare quelle che erano giĂ
ha le
permesso di accenpreesistenze dell’area.
La geometria avanza quando c’è un moto di cambiamento, producendo una rete di relazioni invece che una organizzazione dello spazio. In una rete la scelta è basata su come leggere il messaggio o i dati. La struttura sta nella risposta e ci sono molte strutture. La geometria progredisce quando le sue connessioni e la rete fanno parte di un modello in evoluzione quando smette di essere statico. Il modello, geometria di stili e modi, regola e forma la struttura, proporziona e costruisce è così che il giardino, sebbene inevitabilmente statico nella sua forma terreno, acquista una dimensione sovra terrena per essere percepito dal punto di vista sensoriale come spazio in continuo cambiamento.
XVII
XVIII
DENSITA’-SCOPRIRE-VERTICALITA’ confronto tra il visitatore e lo spazio differenze di scale gerachighe
Movimenti forti, distinti e progressivi delle strutture, scomposte lungo tutta la superficie, producono delle forme che si accumulano attraverso ripetizioni che possono essere identificate in modelli.Un modello serve come schema di riferimento, come disegno che si segue per tagliare, formare o perforare. In un modello si nasconde il tempo, il ritmo in cui una attività o un processo ha luogo.Identificheremo nel “MODELLO” il catalizzatore di “AZIONI”, che dipana, con la sua voce melodiosa, ogni ostacolo rivelando un mondo impensato di parole rinnovate, di miti rivisitati, emozioni, fatti, passioni, fatti scivolare sotto un limpido percorso. La memoria, come chiave della nuova visione, diventa il mezzo primo per compiere il viaggio a ritroso degli atti. apparentemente dimenticati, ma che riportati alla luce, riordinati, liberti, rivelano mosaici splendenti per la comprensione della vita propria e degli altri.
XIX
XX
XXI
Si è scelto di sviluppare il giardino tramite sovrapposizioni di volumi. Il volume è una dimensione più difficile da dominare rispetto alla superficie. La superficie vuole estendersi e diffondersi mentre il volume tende al confinamento. Quando la superficie si espande il modello tende a dominare, ma grazie al volume vengono definite materialità e sostanza. La forma è apparentemente dinamica. Permane così una tensione tra aspetto e forma e tra volumi e superfici che si compenetrano. Un modello di equilibrio e sostanza perno del giardino stesso. Se il modello è troppo dominante, il prodotto o l’evento restano decorativi. Se lo è la sostanza, e quindi il modello si perde, vi è deformazione e perdita di ispirazione. Il giusto equilibrio tra forma e sostanza implica che l’uno non venga sacrificato in favore dell’altro. La natura ne è ben capace, in una lotta fatta per lo scopo che si prefigge l’idea. Un progetto impara da questo processo. Per quanto confuso e complesso possa apparire al primo sguardo, sotto la superficie un ‘esattezza creerà connessioni, indicherà una simmetria più profonda. Il trucco sta nella verifica dell’apertura nei confronti della spinta del controllo. In perfetta armonia ogni cosa si riflette nell’altra senza alcuna precisa direzione se non solo un andamento sinuoso di flussi continui ed incessanti di azioni esterne che devono perdurare nella memoria presente. Quando la figura si concentra su se stessa la contemplazione riporta reminiscenza di atti eroici. XXII
XXIII
XXIV
CRO NO LIN FA
La linfa, attraverso opportuni e complessi sistemi di circolazione, è l’alimento che mantiene in vita un essere vivente, essa si dirama in tutta la sua struttura generando impulsi di energia, che non soltanto procurano vita ma che genera vita. La linfa è intesa come quella sostanza che si ramifica e si estende attraverso i vari organismi e dalla quale dipende da che cosa essi saranno impregnati. La linfa scorre e si diffonde velocemente e la fonte dalla quale attinge si rivela di grande importanza perché dipende dagli elementi che la compongono il risultato del suo nutrimento, pertanto si può avere un nutrimento corretto, insufficiente, sbagliato, alterato, improprio, svantaggiato, carente, avvelenato, bilanciato, ottimo, appropriato, ricco, povero, etc. Questo ci può far capire che una volta che tali elementi vengono assorbiti da un organismo essi si biforcano compenetrandosi e sarà molto difficile asportarli perché formerà la sua essenza. La linfa si muove fluida e sinuosa nel nostro divenire e silente si insinua nel suo cammino portando nutrimento per la sussistenza. La linfa attraversa imperterrita i vari passaggi viaggiando senza sosta, alla ricerca dei posti più reconditi, nell’ intento di arrivare fino all ‘ultimo lembo da nutrire. La memoria, come linfa del nostro passato e futuro, che si compenetra nella nostra identità, lascia delle tracce indelebili al suo passaggio, essa percorre i meandri della nostra storia, lasciando il sapore amaro o dolce che la procurò. La linfa è come un fiume che attraversa e si diffonde, immettendosi nel tessuto fino a far part e di esso, rigenerando e supportando tutto quello che incontra nella sua traversata, è quella sostanza che genera l ‘evolversi della specie e la nascita e rinascita delle cose.
XXV
XXVI
Modello 01. Dalla scala più piccola a quella più grande il vuoto è riempito da forze potenti , che attraggono o respingono. Delicate strutture casuali che consistono nell’incertezza di ciò che potrebbe essere. Una improvvisa concentrazione ed ecco che una potenzialità può trasformarsi in un fatto. Inizia ad accadere qualcosa. La tensione genera una tendenza. Questo ha luogo nel mondo fisico, ma nel nostro mondo naturale ha possibilità di inizio ancora maggiori che nel virtuale. La nostra immaginazione di ciò che potrebbe essere è pura stregoneria. Possiamo guardare una pianta, ridurre la sua materia a pochi segni e osservando questi valori astratti possiamo vedere altri schemi: oltre la foglia inseguiamo una rete di relazioni più ampia. Se estraiamo concettualmente questi sistemi possiamo codificarli e reintegrarli ed allora possiamo viaggiare in diverse dimensioni. Da un singolo segno le variabili di modificazione possono essere infinite ed è possibile qualunque risultato. In un mondo non reale l’insieme del tutto è reale perché contiene più di quello che l’occhio tridimensionale potrà mai vedere.
XXVII
Modello 02. Nell’osservare come sono le cose non significa sapere effettivamente cosa esse rappresentano. Ognuno di noi può fare delle ipotesi, ma alla fine siamo costretti ad affidarci alla capacità di comprendere: ha qualcosa a che fare con la poesia. La poesia ha un ritmo interiore, conflitti e dissonanze, la sua struttura profonda, non lineare, è piena di sovrapposizioni e contrasti. La stratificazione conduce all’ambiguità, l’interpretazione è l’unica chiave per arrivare all’immaginazione originale.
XXVIII
Modello 03. In generale si fanno ipotesi, produciamo. E quando produciamo non ci spingiamo a fare ipotesi su cosa sia l’oggetto che abbiamo prodotto? Tra il fatto esteriore e quello interiore vi è differenza? è un circuito sovversivo come il feed back di memorie carico di strutture e immaginazione arrendevole. Creiamo uno schema catalizzato tra l’idea e l’evento, la sua manifestazione è tra la realtà del giardino e la metafora commemorativa, nasce così la concretezza progettuale.
XXIX
Modello 04. Lo schema è multistratificato (come una persona), ha una firma corporea fondamentale, arti e dita in successive crescite proporzionali, con piccole caratteristiche come unghie e ciglia, per ulteriori dettagli. Abbiamo dimenticato l’ornamento e l’abbellimento. In un’idea come la ramificazione, considerata a scale diverse, con ciuffi di gemme e foglie, foglie che a loro volta mostrano grandi e piccole biforcazioni. La forma è più una rete di relazioni che un’entità fissa, continua a crescere o muore. L’algoritmo di fondo dà l’impulso all’idea di base, la ramificazione, a scale diverse, e l’ambiente, nutre la possibilità di variazione, striminzita, normale o esagerata.
XXX
Modello 05. Siamo spinti a creare, come parte di una condizione naturale. Immersi in schemi e modelli, navighiamo tra strati superficiali. Immaginiamo figure complesse e disegniamo semplici diagrammi, affidandoci al potere di un modello da codificare e interpretare. La mente non “conosce”, piuttosto cerca istintivamente di ampliare le proprie forme. Creare un nuovo fatto è più una profezia della nostra mente che una rivelazione. Ciò che appare confuso ed indistinto improvvisamente si trasforma in una rivelazione in cui i pezzi combaciano. Si scopre un ordine dove prima no ve ne era alcuno. Cerchiamo di trovare la soluzione a un problema difficile e lo studio sembra ancora più gratificante quando è fine a se stesso. Come mai è cosi facile trarre piacere dall’inutilità? Forse perché la bellezza si cela nella “purezza” di qualcosa, meno una cosa è significativa e legata a qualcos’altro e più è bella? Cosi inseguiamo la teoria fine a se stessa. Ma dopo ci rendiamo conto che le parti combaciano per tornare nuovamente ad un unicum del tutto.
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