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CULTURA & SOCIETA’ De Simone: il passato ci insegni il valore della politica ’ stata soprattutto l'occasione per parlare di donne e politica la presentazione del libro di Alberta De Simone “Il buio e la luce. Diritti sociali e civili nel racconto di una donna”, tenutasi ieri al Museo del Lavoro di San Potito, nell'ambito della rassegna “Museandonna”. A confrontarsi con l'autrice il consigliere comunale e anima della rassegna Giuseppina Porfido, Angelina Spinelli, sindaco di Santa Paolina e Giuseppe Mo-
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ricola, consigliere provinciale di SEL. Punto di partenza della riflessione la storia della lotta per l'emancipazione femminile, che si intreccia con quella dei partiti, delle trasformazioni sociali ed economiche, delle dinamiche e del funzionamento della vita parlamentare tra prima e seconda repubblica. Un omaggio alla memoria, quella della De Simone, in cui si intrecciano spazio pubblico e privato, la dimensione personale e collettiva.
Spinelli e Porfido hanno posto l’accento sulla centralità di alcune conquiste nel percorso, non ancora concluso, dell’affermazione dei diritti delle donne come la legge contro la violenza, che rappresenta uno strumento importantissimo per arginare fenomeni di stalking. Moricola ha sottolineato la specificità del contesto nel quale si inserisce la costruzione delle vicende narrate nel volume, dalla comunità di Atripalda a quella fiduciaria del vecchio P-
ci «Un’operazione di riscoperta della memoria, quella compiuta dalla De Simone, importantissima di fronte a un presente mortificante, in cui manca proprio il collante tra azione politica e società, manca la fiducia che riuscivano ad accendere nell’elettorato i partiti di massa. Peccato che non venga fuori un ritratto più dettagliato anche del Pci irpino, che sbaglieremmo a definire antifemminista. Un’assenza che va forse spiegata piuttosto con il con-
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flitto tra posizioni politiche differenti che lo animavano, da quella della De Simone a quella di Michele D’Ambrosio». De Simone ha spiegato come il volume sia nato da una delusione legata al rapporto tra donne e politica, quella determinata dal modo indecoroso in cui si era chiusa la sua esperienza di presidente della Provincia. Una narrazione che è diventata ricerca nel passato di ciò che oggi manca nel presente, a causa di una politica che stenta a ritrovare o rinnovare la sua antica valenza etico-civile.
Una Via Crucis contro le mafie A Lauro prenderà il via oggi da piazza Ima, luogo in cui fu ucciso venti anni fa Nunziante Scibelli, il tradizionale rito. Un’iniziativa firmata da Libera che si concluderà davanti a Villa Graziano di Rouge - a partire dalla scelta di un prodotto. Ponzio Pilato, Luciano Picone “atripaldese doc” PARTE A BISACCIA IL PROGETTO TERRAMOSSA Diventa sempre più necessario essere informati è il giudice Caifa, Felice Cataldo è Erode, ModeRED. CULT.
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na Via Crucis che si carica di un forte valore simbolico, nata dalla volontà di ribadire l’impegno di Libera nel Vallo di Lauro. E’ l’iniziativa in programma questo pomeriggio, alle 16, con partenza da Piazza Ima a Lauro, luogo simbolo dell’antimafia, dove fu ucciso vent’anni fa Nunziante Scibelli, una delle vittime innocenti della criminalità organizzata nella nostra provincia. Ad accompagnare la processione, che si concluderà davanti a Villa Graziano, saranno i testi del libro “Patì sotto il peso delle Mafie – Via Crucis in onore delle vittime delle mafie “di Don Tonino Palmese. «Il nostro impegno nel vallo di Lauro - spiega la referente provinciale Valentina Paris - va al di là delle semplici manifestazioni esteriori. L’opportunità che Villa Graziano - il bene confiscato all’omonimo clan - rappresenta per quel territorio e per tutta l’Irpinia è di indiscusso valore. Ecco perchè questa Via Crucis sarà innanzitutto un’occasione di memoria, per non dimenticare e per tenere sempre alta l’attenzione, ma sarà – com’è nostra consuetudine – anche un’occasione di impegno, per ribadire la nostra attenzione a quei territori e la nostra volontà di essere insieme a quelle popolazioni il motore del reale cambiamento». La sofferenza di Cristo diventa così quella di ogni uomo costretto a fare i conti con le restrizioni imposte dalla criminalità organizzata. A lanciare un messaggio forte contro le mafie è anche Rouge, con una cena basata sui prodotti di Libera Terra, in programma questa sera, a partire dalle ore 21, presso il Ristorante Museo La Ripa a Rocca San Felice. Nel corso della serata sarà possibile degustare un intero menù composto con i prodotti di Libera Terra. Fondata da Don Ciotti, Libera Terra è il marchio che contraddistingue le produzioni biologiche realizzate dai soggetti che gestiscono le terre confiscate alle mafie e, aderendo all'associazione Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, rispettano i metodi di produzione stabiliti dal disciplinare di produzione "Libera Terra”. Dai ceci della cooperativa Placido Rizzotto alle casarecce siciliane di Libera Terra Mediterraneo, dalle composte intitolate a Pio La Torre fino all’olio extravergine della valle del Marro a Gioia Tauro. Il tutto innaffiato sempre da vini provenienti dalla cooperativa siciliana Cento Passi e da Libera Terra Puglia. «La lotta contro questo sistema inizia dalle piccole cose, dalla quotidianità, - spiegano gli attivisti
L’INIZIATIVA
sulla provenienza di ciò che compriamo, anche così si combattono le mafie. Noi intanto la mafia cerchiamo di metterla in pentola e di chiudere quel coperchio per gustarci solo il bello della vita. Ancora una volta l’ uso del cibo diventa straordinaria metafora della vita e mezzo efficace per raccontare delle storie, storie di vita, lavoro, di sfide vinte e di battaglie ancora in corso. Libera Terra, nasce con l'obiettivo di valorizzare territori stupendi ma difficili, partendo dal recupero sociale e produttivo dei beni confiscati alla criminalità organizzata per ottenere prodotti di alta qualità attraverso metodi rispettosi dell'ambiente e della dignità della persona. Al tempo stesso svolge un ruolo attivo sul territorio, coinvolgendo altri produttori che condividono gli stessi principi e promuovendo la coltivazione biologica dei terreni».
Intanto, ad Atripalda è conto alla rovescia per la XVI edizione della Via Crucis “Eli, Eli, Lema’ Sabachtani!” in programma il 6 aprile, organizzata dalla Pro Loco. Dopo il successo dell’anno passato, che vide l’antica Civita Romana “Abellinum” teatro della rappresentazione della Passione del Nostro Redentore, la Via Crucis torna lungo le strade del Centro Storico, anche a causa delle note vicende giudiziarie che hanno interdetto la Civita. La Chiesa di S. Ippolisto, le vie del Centro Storico, la collina di S. Pasquale saranno i luoghi protagonisti dello spettacolo capace di richiamare centinaia e centinaia di spettatori. La Via Crucis avrà inizio alle 20.00 presso il sagrato della Chiesa di S. Ippolisto Martire con la rappresentazione del processo a Gesù davanti a Ponzio Pilato, proseguirà poi lungo le strade del centro storico sino alla collina S. Pasquale, dove tantissime persone in un silenzio toccante assisteranno alla Crocifissione e alla deposizione del Cristo. La regia sarà guidata da Lucio Mazza e vedrà la partecipazione degli attori professionisti della compagnia del Clan H: Salvatore Mazza nel ruolo di
stino Minichiello nei panni di Hannan. Il ruolo di Gesù di Nazareth sarà interpretato per la prima volta da Pellegrino Giovino che, come da tradizione familiare, succederà al padre Enrico che vestirà i panni del Cireneo. A Bagnoli saranno i giovani i protagonisti della Via Crucis, giunta alla V° edizione, organizzata dalla parrocchia Santa Maria Assunta e dal Circolo ACLI Gruppo Giovani “Vincenzo Nigro”, in collaborazione con il Consorzio Laceno. Il corteo partirà alle ore 19.00 dal Duomo in piazza Umberto I per abbracciare tutta Bagnoli a differenza degli anni passati, dove il paese veniva diviso in due blocchi: i cosiddetti “quarto di coppa” e il “quarto di vascio” e la processione del Corpus Dominis si alternava a quella del Venerdì Santo, percorrendo a turno le diverse aree del paese. Scenario del calvario sarà l’area antistante al castello dei “Cavaniglia”, davanti alle mura della fortezza. Da sottolineare, inoltre, la presenza dei ragazzi dell’associazione a cui si affiancheranno tanti bagnolesi appartenenti alla società civile che hanno accolto l’invito dell’associazione a partecipare. Prezioso anche il lavoro delle “sarte”, che volontariamente hanno realizzato gli abiti di scena, dei tanti bagnolesi che hanno donato le stoffe, delle donne del centro anziani “Federico Lenzi”, degli operai della comunità montana “Terminio-Cervialto” che hanno provveduto a sistemare e bonificare l’area adiacente al castello dove verrà rappresentato il calvario. Un impegno reso possibile grazie alla tenacia del parroco Don Stefano Dell’Angelo, di Giulio Tammaro e Alessandro Frasca “le due anime” dell’ evento. Sarà il centro storico dei “Vesuni” a Baiano ad ospitare domenica primo aprile, nel giorno della domenica delle Palme, il tradizionale appuntamento con la Passione di Cristo. Ad andare in scena, sotto l’attenta regia di Francesco Barone e Antonio Montella, gli ultimi giorni della vita di Cristo, dall'entrata in Gerusalemme alla Crocifissione, passando per l'ultima cena e i giudizi del Sinedrio e di Ponzio Pilato. Oltre cento attori invaderanno le strade di Baiano, pronta a compiere un vero e proprio viaggio indietro nel tempo. E’ il presidente della pro loco Felice D’Anna a sottolineare la forza di una manifestazione, che si conferma, anno dopo anno, momento di forte aggregazione sociale. Protagonista quest’anno sarà la “corale polifonica città del Baianese”, diretta dal Maestro Gina Conte. Domenica 1 aprile appuntamento anche a a Sturno in piazza Michele Aufiero, dove saranno di scena ancora una volta i giovani.
DOMANI POMERIGGIO L’INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA FOTOGRAFICA
“Lagrimas de oro” al Teatro Gesualdo R
accontano il lavoro nelle miniere aurifere abusive sorte negli ultimi anni nella Selva Amazzonica del Madre de Dios, in Peru le immagini di “Lagrimas de oro”, personale del fotografo Fausto Palomba, a cura di Teresa Freddo, con il Patrocinio morale della Provincia e del Comune di Avellino. La mostra sarà inaugurata domani pomeriggio, alle ore 17.00, nel foyer del Teatro Comunale “Carlo Gesualdo” di Avellino. Il fotografo ricostruisce lo squallore e
la miseria degli accampamenti e dei centri abitati, nell’ambito di una realtà sociale ed economica complessa, lasciando emergere il ritratto di un'umanità da scoprire. Condizioni di vita precarie lasciano ancora spazio ai giochi dei bambini, non spengono i sorrisi di chi comunque lavora immerso nel fango e in sostanze tossiche, non cancella la speranza dei più giovani che provano a costruire per sé e per le proprie famiglie un paese migliore. Ad emergere è così tutta la
durezza della vita dei minatori,una durezza che non appare neppure così lontana dalle drammatiche condizioni di lavoro di operai nelle fabbriche e nei cantieri. Al tempo stesso queste immagini spiazzano grazie ad una carica poetica che emoziona e lascia spazio a profonde riflessioni sui tempi che viviamo. Le miniere abusive sono infatti una delle innumerevoli conseguenze dei nuovi assetti economici mondiali. La crisi degli ultimi anni ha comportato un vertigi-
noso aumento del prezzo delle materie prime e in particolare dell’oro. Da tutto il Sud America, gente in cerca di fortuna si è riversata in massa nel cuore dell’Amazzonia peruviana, riuscendo a guadagnare anche il triplo della media degli stipendi del paese. La maggiore disponibilità economica non ha però ancora portato ad un miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, determinando anzi un graduale processo di disumanizzazione. L’appuntamento si inserisce nell’am-
Laboratorio rurale, cerimoniere Farinelli
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iparte dalla bellezza del paesaggio il parco letterario Francesco De Sanctis. L’occasione è offerta dal laboratorio rurale organizzato dal paesologo Franco Arminio, primo atto della rassegna “Terra scritta” e da una felice intuizione del Gal-Cilsi che è riuscita a trasformare le idee in strumento di rilancio del territorio, ridando nuova linfa ad un progetto come quello del Parco, accantonato per anni. Ad animare il laboratorio, in programma domani presso l'azienda agricola Serroni di Bisaccia, sarà il geografo di fama internazionale Franco Farinelli, autentico riferimento per quel che riguarda lo studio del territorio. E’ il paesologo Arminio a spiegare la formula inedita che caratterizzerà l’evento, sorta di work in progress che si muoverà sulla base di un copione definito soltanto in parte «Abbiamo voluto che fosse molto di più di una semplice lezione di geografia all’aperto. Piuttosto una passeggiata in cui sarà lo stesso Farinelli a commentare i luoghi, a suggerire modalità di fruizione dell’incontro, una lezione in cui gli stessi partecipanti al laboratorio saranno protagonisti. Sapevamo con certezza ciò che non volevamo, un prodotto preconfezionato da portare in un certo luogo, ci piaceva, invece, che quel prodotto prendesse forma anche sulla base delle suggestioni legati all’ambiente. La speranza è che l’interazione avvenga anche tra uomini e donne molto diverse tra loto, architetti, contadini, studenti, scrittori con performance improvvisate degli stessi partecipanti. Si tratta non soltanto di ascoltare parole ma anche di sperimentare emozioni, sguardi, vita comunitaria.Alla lezione di Farinelli si affiancherà un’immersione completa nel paesaggio, con prove di caseificazione, nel segno del progetto di commercializzazione del latte nobile del Formicoso e di panificazione, a partire da un tipo di grano, in disuso». Il seminario del prof. Farinelli si articolerà in due momenti, il primo in mattinata alle 12 e il secondo nel pomeriggio dopo la salutare passeggiata alla “Sorgente Serroni”. Alle 19 sarà, invece, il castello di Bisaccia ad ospitare la proiezione della nuova pellicola dei Arminio, "Terramossa" guida sentimentale sull'Irpinia: «E’ come se i discorsi si incrociassero continuamente, in uno scenario suggestivo, nell’ambito di un laboratorio di paesologia, proporremo un film che parla di paesaggio. In qualche modo, attraverso questo evento e la rassegna “Terramossa” portiamo avanti quella stessa idea maturata nell’ambito di Cairamo7x, facendo sì che la cultura parta dai piccoli comuni. Il paesaggio diventa così pratica politica. Mi sembra che sia questo un modo di concepire la cultura nient’affatto colonialistico, ma capace di valorizzare pienamente queste terre, partendo dalle risorse che possediamo. Quello con Farinelli è il primo di una serie di incontri a cui ne seguiranno altri con il poeta Milo De Angelis, la poetessa e attrice Mariangela Gualtieri del Teatro Valdoca, lo scrittore Marco Belpoliti. Una rassegna, quella di Terramossa, che si affiancherà alla sagra del futuro, altro ciclo di incontri in programma a Bisaccia per parlare di nuovo regionalismo, che vedrà la partecipazione di studiosi e politici come Isaia Sales, Vito De Filippo, presidente della Regione Basilicata e Nicki Vendola, presidente della Regione Puglia».
bito della rassegna “Arte in scena” che, dopo le personali di Gennaro Vallifuoco, Fabio Mingarelli, Giovanni Spinello, Guido Palumbo, Antonio Di Rosa e Pino De Silva torna con una nuova imperdibile personale. Una nuova tappa di una kermesse che oltre a trasformare gli spazi del Gesualdo in esclusive gallerie d'arte, segna anche il ritorno di sponsor privati in Teatro. A sostenere il ciclo di mostre, infatti, c’è la Antonio Capaldo spa, con il marchio Pro-
gress. La mostra sarà visitabile fino al prossimo 20 aprile, tutti i giorni, dal martedì al sabato, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 20.00 e, nei giorni festivi in cui sono in programma eventi, due ore prima dell’inizio dello spettacolo.