SOCIETA’
CORRI R Domenica 20 maggio 2012
ALL’INTERNO - San Giovanni, grande riformatore nella “Lotta per le investiture” De Francesco - Falcone, quel giorno Anzalone - Il castello di Avellino nel tardo Medioevo Barra - Il dialetto irpino e la cultura del Sud Russo -I galantuomini e la paura del socialismo Iannino
Cultura SPETTACOLI
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LA DOMENICA DEL CORRIERE
Riscattare il Sud nel nome di De Sanctis Si è rinnovato l’impegno promosso dal Gal Cisli per la nuova edizione del Parco Letterario dedicato all’illustre pensatore originario di Morra, un ciclo di iniziative alla riscoperta del patrimonio storico, culturale e turistico VERA MOCELLA
l Parco letterario Francesco De Sanctis assurge a simbolo di un’Irpinia che vuole imporsi a livello culturale, nel segno del grande critico letterario irpino, e diventa l’emblema di un possibile riscatto per una terra ancora troppo messa ai margini, dalla storia, dalla politica e dalla cultura nazionale. Rinasce e si rilancia il parco letterario dedicato al critico irpino, attraverso un’operazione legata all’attuazione del piano di sviluppo locale del Gal Cisli. Hanno preso parte alla conferenza stampa che si è svolta, ieri pomeriggio, nella sala stampa del teatro “Carlo Gesualdo”, l’onorevole Gerardo Bianco, profondo conoscitore del pensiero desanctisiano, il presidente del Gal Cisli, Agostino Pelullo, lo storico Paolo Saggese, componente anche del gruppo che cura il progetto, insieme a Leandro Pisano, il responsabile del Gal, Mario Salzarulo, il sindaco di Morra, Gerardo Capozza, Rosanna Repole, dirigente scolastico dell’Istituto Criscuoli di Sant’Angelo dei Lombardi, il presidente del teatro, Luca Cipriano, oltre ad altre personalità legate all’iniziativa. Le opere di riferimento del progetto del Parco, sono “un Viaggio elettorale” – sorta di rèportage ispirato al viaggio nel collegio elettorale di Lacedonia, compiuto dal De Sanctis per sostenere la propria candidatura alle elezioni politiche del 1874-1875- e “La giovinezza”, libro di memorie rimasto incompiuto e pubblicato postumo. «Il rilancio dell’iniziativa, con l’attuazione del Piano di sviluppo locale del Gal Cisli – come si legge nella brochure del progetto – preceduto da uno studio sull’esperienza del parco letterario in alta Irpinia, ha come obiettivo prioritario, ancora una volta, la valorizzazione del pa-
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trimonio naturale, ambientale e storico- culturale, attraverso la riscoperta dei luoghi descritti dall’autore, la creazione di un circuito turistico, e la promozione di eventi e di iniziative di tipo prevalentemente culturale e letterario». «Dobbiamo pensare – ha ribadito Paolo Saggese – che questa può essere una occasione storica per l’Irpinia, come diceva Guido Dorso, dobbiamo fare rete tutti insieme, istituzioni, politica, in questo modo, in sinergia, possiamo superare la crisi che ci attanaglia, con un giusto ottimismo». Incisivo l’intervento di Gerardo
Bianco, profondo conoscitore e studioso del pensiero dell’intellettuale irpino. «Francesco De Sanctis è una di quelle personalità straordinarie e poliedriche, chi non vede il nesso tra la cosiddetta ruralità e il pensiero dell’intellettuale irpino, non conosce le sue sfaccettature. La mia raccomandazione, è quella di muoversi nel segno dell’eccellenza, di uscire da tutte le possibili tentazioni di provincialismo. Uno dei mali atavici del Mezzogiorno, è stato sempre quello di una certa “invidia culturale”, che ha sempre impedito al sud di crescere e di portare a termine progetti. Auspico un riscatto del Mezzogiorno, nel segno di Francesco De Sanctis». «In questo rilancio del parco – ha ribadito Luca Cipriano – che è un progetto di lungo respiro, perché va dal 2015 al 2020, e vede la sua nascita nel lontano 1999, si dà
PADRE GIOVANNI BOTTA
Al versetto sette del testo del Decalogo troviamo il secondo comandamento (almeno per noi cristiani): “Non pronuncerai il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascerà impunito chi pronuncia il suo nome invano”. Quanti equivoci intorno a questo comandamento! Anche se la tradizione ebraica, alla luce di questa norma, ha evitato perfino di nominare il nome di Dio, YHWH, sia nella lettura dei testi sacri sia nella preghiera stessa. Il nome YHWH veniva e viene sostituito con “Adonai”, Signore. Qui, però, non si tratta di un semplice dire verbale; non è tanto condannato la semplice “bestemmia” (lo è per altri motivi!). Il testo sacro va più in profondità. Vuole vietare qualcosa di più grave che tocca la fede stessa d’Israele. In fondo si vuole affermare con forza che “non c’è un Dio alla mercé dell’uomo”. L’uomo non può manipolare l’identità del suo Dio. Perciò il Signore non lascerà impunito chi si serve del suo Nome senza ragione. Così sono anche vietate la magia, la divinazione e la superstizione, perché esse hanno come logica sostanziale il voler utilizzare Dio per i propri interessi. E per questo è qui anche condannato chi “manipola” la Parola di Dio per far passare le proprie idee. Nella sua forma attuale il precetto del sabato (terzo comandamento), nella doppia redazione del decalogo (quel-
un peso preponderante al valore dell’immaterialità, riallacciandosi a quella visione lungimirante, già concepita nel 1999 ». Dei progetti che confluiscono nel parco, dei laboratori culturali e artistici che innervano il progetto di rilancio del parco e dell’intero territorio dell’alta Ipinia, si è soffermato a parlare anche Leandro Pisano. «L’idea del Gal – ha sottolineato – è quella di puntare molto sull’innovazione, anche su quella culturale. Bisogna elaborare nuove tecniche e nuovi linguaggi, e concepire il territorio come “medium”, in cui porre in essere i vari attori culturali». Secondo il presidente del Gal , Agostino Pelullo, «lo spirito del piano, è quello della sostenibilità, bisogna puntare a una sorta di “imprenditoria culturale”, che è quello che abbiamo cercato di fare, avendo come punto di riferimento letterario, proprio “la giovinezza” e il “viaggio elettorale” del De Sanctis». Il progetto, infatti, prevede oltre ai laboratori culturali ed artistici e ai viaggi ispirati al critico, anche gli studi desanctisiani, e i cosiddetti narratori e cannaroni, una serie di incontri gastronomico- letterari. ”Abbiamo posto al centro del nostro progetto la figura di De Sanctis – ha affermato Salzarulo – combattendo anche in Regione, perché la figura del critico e il suo pensiero, rappresentano uno dei modi migliori per valorizzare le risorse materiali e immateriali dell’Irpinia”. «La mortificazione più grave che abbiamo subito – ha affermato il sindaco Di Morra – è stato quella di essere commissariati per i fondi europei sul nostro territorio, mentre, se c’è un territorio a vocazione turistica, è proprio il nostro. Come comune capofila, che si pregia di trarre il proprio nome dal critico irpino, faremo di tutto per appoggiare questo progetto. Il ricostruito castello di Morra, offre un palcoscenico ideale anche per il parco letterario». Nel progetto, saranno coinvolte anche le scuole. “In questo particolare momento – ha ribadito Rosanna Repole - non possiamo non fermarci a riflettere su quello che è accaduto oggi a Brindisi».
GLI ATTI DEL CONVEGNO INTERNAZIONALE
La polemica tra Sant’Agostino e Giuliano d’Eclano VIRGILIO IANDIORIO
Lo scorso mese di aprile è stato pubblicato il volume degli atti del convegno internazionale "Giuliano d'Eclano e l'Hirpinia cristana " tenuto a Mirabella Eclano dal 23 al 25 settembre del 2010. Il libro è stato curato da Sabino Accomando, direttore dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose San Giuseppe Moscati di Avellino, e da Rocco Ronzani dell'Istituto Patristico Augustinianum di Roma. Gli interventi dei numerosi studiosi hanno affrontato le tematiche del "territorio" irpino in età tardo imperiale e altomedievale in relazione all'organizzazione delle diocesi e ai culti dei santi (Valentino D'Ambrosio, Gennaro Passaro, Gennaro Luongo, Antonio Grappone), focalizzando l'interesse sulla trasmissione dei testi dell'opera di Giuliano, la sua formazione retorica, il suo rapporto con Agostino (Bengt Alexanderson, Mathijs Lamberigts, Vittorino Grossi, Marcello Marin, Franco Gori, Angelo Di Berardino, Francesco Saverio Festa). Un'attenzione particolare è stata dedicata al rotolo dell'Exultet, il testo liturgico medievale che la città di Mirabella con orgoglio custodisce (Rocco Ronzani, Eva Ponzi). Il nome di Giuliano, vescovo pelagiano della diocesi di Eclano, è indissolubilmente legato a quello di Agostino, vescovo di Ippona. Strana sorte toccata al vescovo eclanese, essere debitore della fama al suo antagonista. Possiamo "leggere" Giuliano nelle opere di Agostino. Questo, però, significa "vedere" Giuliano attraverso le parole, per quanto oneste e corrette, di Agostino. "Tale separazione scrive il prof. Antonio V. Nazzaro nella prolusione del libro- è operazione rischiosa, configurandosi come la scomposizione di un composto chimico. Consapevole di questo rischio, lo studioso ha tuttavia il dovere di tentare un approccio diretto a Giuliano, sottraendosi, per quanto è possibile, alla como-
VANGELO E VITA
Il rispetto di Dio e la santità del sabato la del Libro dell’Esodo e quella del Libro del Deuteronomio), presenta la stessa struttura. Vi sono un’introduzione, un’enunciazione del precetto in sé, poi i soggetti che devono riposare, e infine le motivazioni. Fondamentale è l’espressione “ricordati” (zakor). È questo un ordine che non consiste nell’ammonizione di mantenere il sabato perché non cada in disuso o sia dimenticato. Il significato del “ricordare” ebraico è molto più pregnante. Per un ebreo “ricordare” non è solo far “ritornare alla mente”, ma rendere presente, attualizzare, rendere attivo, mandare a effetto. Nel Salmo 119,55 “ricordare” (zakar) il nome di YHWH è in parallelo con “osservare la sua legge”. Il ricordo è “un’azione efficace”, che consiste nell’osservanza della volontà di Dio. Nel Libro del Profeta Isaia (49,1) si dice che YHWH “si è ricordato del suo nome (del Servo) fin dal seno materno”, cioè si è preso cura di lui fin dal suo
primo esistere. Applicando questo significato al nostro testo, ricordarsi del sabato comporta un prendersi cura di questo giorno e renderlo fruttuoso. Ciò perché esso è “per santificarlo” (harahm), cioè metterlo a parte: differenziarlo per dedicarlo esclusivamente a Dio. Questo ci dice che il precetto evidenzia la sacralità del Sabato, intesa come alterità nei confronti degli altri giorni. Il Sabato è un giorno diverso perché destinato a un’altra finalità. Infatti, da una parte – secondo questo precetto – sono posti i sei giorni, caratterizzati dalla presenza del lavoro, dall’altra il “settimo” caratterizzato dall’assenza del lavoro (non farai...) e dalla destinazione teologale: è il riposo per dedicarsi tutto a YHWH! Questo corpo del precetto oltre a evidenziare il significato profondamente “umanitario” del Sabato, inteso cioè come giorno in cui ci si rende “liberi dalla necessità del lavoro” (che è un condizionamento
dità di guardarlo attraverso la lente di Agostino."Il primo convegno internazionale su Giuliano si era tenuto a Mirabella Eclano nel giugno del 2003. "Non c'è dubbio -sottolinea il prof. Nazzaro- che le approfondite ricerche compiute nell'ultimo decennio abbiano contribuito a una più serena e comprensiva rivisitazione della figura dell'Eclanese, che ha bisogno non di essere santificato, ma solo di essere meglio conosciuto". "La polemica di Agostino con Giuliano- scrive Vittorino Grossi nel suo contributo al convegno- era ancorata, come si evince facilmente, all'antropologia pelagiana della creazione. L'uomo cioè nasce dotato di libero arbitrio e, come tale, è responsabile del suo destino temporale e ultimo. Il racconto genesiaco del peccato dei progenitori veniva letto dai pelagiani nell'ottica dell'esemplarità: un cattivo esempio dato ai discendenti senza pregiudicare la sanità della loro natura libera, anche se nella corporeità di una natura corruttibile e perciò moritura." Gli atti di questo secondo congresso internazionale, promosso dall'I S. S. R. San Giuseppe Moscati di Avellino (Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia meridionale), dall' Istituto Augustinianum di Roma, dalla Diocesi di Avellino, dal Comune e dalla Parrocchia S. M. Maggiore di Mirabella Eclano, raccolgono gli studi sul periodo storico successivo alla condanna di Giuliano, in particolare dalla morte del suo grande avversario nella controversia, Agostino (430). Gli strascichi della loro polemica su punti fondamentali della teologia cattolica (il peccato originale, la grazia) si protrassero per buona parte del V secolo nelle regioni dell'Impero Romano di Occidente. La lettura di questo volume che raccoglie riflessioni ricche e circostanziate su Giuliano e l'Hirpinia Christiana nel V secolo, ci aiuta a riflettere sulla difficoltà di cogliere pienamente il motivo di un contrasto dottrinale, che trasformò due persone amiche (Giuliano e Agostino) in avversari convinti della giustezza delle proprie tesi.
negativo dell’esistenza umana), ne sottolinea la finalità più alta, “il culto” a YHWH. Liberi dal lavorare per svolgere il “servizio sacro”, così l’uomo, in certo qual modo, entra nella sfera del divino. La motivazione alla “creazione” in Esodo è di chiara origine “sacerdotale”. Il rapporto con il testo del primo capitolo della Genesi è chiaro. Infatti, nel racconto genesiaco, il settimo giorno è considerato come l’ultima creatura di Dio, esso è benedetto come le altre creature. Il settimo giorno fa parte della creazione come suo momento culminante, anzi sembra che tutta la creazione sia a esso orientata. Tutta la creazione è orientata verso il settimo giorno, giorno del riposo, il giorno della festa, il “giorno di Dio”. Con il Sabato l’uomo ripete (e partecipa) il gesto di Dio, si riposa, fa festa, si ritrova. Il Sabato è il suo giorno, il giorno dell’uomo e di Dio. Infatti, l’uomo ritrova se stesso e le sue origini quando si ritrova in Dio. La motivazione che si trova nel Libro del Deuteronomio è invece posta nell’esperienza dell’esodo. Lo schiavo è l’uomo che ha per unico retaggio il lavoro: è l’uomo del lavoro. Il riposo pone, quindi, l’uomo nella condizione di libertà. Il richiamo alla liberazione dello schiavo nel giorno di Sabato dà l’opportunità al legislatore deuteronomista di collegare il sabato con la storia della salvezza d’Israele. In questo modo il Sabato diviene un esodo: l’esodo ebdomadario (settimanale). La salvezza storica, nel sabato, diviene salvezza perpetua.