NUSCO ARTE: UNA REALTÀ IMPRENDITORIALE AL FEMMINILE (*) Simona Cristiano Consulente INEA
L’azione di “Formazione per la creazione dell’impresa al femminile” attivata dal GAL Verde Irpinia ha interessato 20 donne residenti nel territorio. Considerato il contesto socio-economico di riferimento e gli obiettivi del PSL, il percorso formativo è stato progettato per realizzare tre obiettivi: • recuperare e valorizzare le arti e i mestieri del ricamo e del merletto tipici locali; • supportare e fornire consulenza per la creazione dell’impresa femminile nel settore dell’artigianato locale; • integrare l’azione di formazione a favore delle donne con gli altri interventi di sviluppo socioeconomico territoriali, nell’ottica della diversificazione dell’economia rurale locale. La prima finalità corrispondeva all’esigenza di valorizzare il potenziale economico e occupazionale del mestiere artigianale locale del ricamo d’arte e renderlo attrattivo per la popolazione attiva femminile; contrastando peraltro il forte
rischio di perdita delle tradizioni artistiche locali relativo all’abbandono del territorio da parte della popolazione giovane attiva e alla conoscenza esclusiva delle tradizioni artistiche locali da parte della sola popolazione anziana. In pratica un’operazione di riconoscimento del valore del patrimonio artistico-culturale locale e di qualificazione delle professionalità a esso dedicate, intorno al quale attivare in seguito interventi più diretti alla promozione del territorio in termini turistici. Il secondo obbiettivo riguardava l’implementazione di un modello di formazione globale, in cui le attività didattiche non sono più fini a se stesse, ma vengono accompagnate da quelle di orientamento e coaching delle partecipanti nell’ottica della realizzazione di un reale impatto dell’azione in termini occupazionali. L’integrazione dell’azione formativa con gli altri interventi di sviluppo locale rispondeva infine
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all’esigenza di realizzare un’azione di sistema che avesse un impatto reale sull’intero territorio sia in termini di riconoscimento di un ruolo della donna nelle dinamiche di sviluppo sia di diversificazione dell’economia rurale locale. Tali obiettivi sono stati conseguiti attraverso la realizzazione di 600 ore di formazione erogate nel corso di un periodo di circa 4 mesi, sulla base di un programma didattico modulare che ha previsto da una parte il trasferimento delle conoscenze in merito alla cultura, alla storia, alle tradizioni e ai percorsi artistici delle diverse epoche storiche del territorio e dall’altra il trasferimento delle competenze del mestiere, delle principali tecniche del disegno artistico, dell’arte dell’uncinetto, del chiacchierino, del ricamo e del filet. Il corso ha consentito di acquisire, inoltre, le conoscenze di base per l’avvio e la gestione dell’impresa nella sua globalità e nei percorsi di
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orientamento e accesso ai mercati anche internazionali. Oggetto di studio sono state le materie giuridiche sulla sicurezza e sul lavoro, l’economia aziendale e la finanza ma anche il marketing e l’analisi delle dinamiche settoriali. Il risultato del progetto formativo realizzato è stata la costituzione dell’associazione culturale-artistica femminile Nusco Arte. Composta da 5 donne di età media intorno a 40 anni, l’associazione promuove attivamente la divulgazione delle tradizioni artistiche della lavorazione del filet, del chiacchierino e del ricamo tipiche di Nusco, mediante la partecipazione a mostre e fiere, anche internazionali, dell’artigianato locale e la realizzazione di corsi di formazione e qualificazione sul ricamo a favore dei giovani e di altre donne locali. Sono stati, infatti, stipulati accordi con la Confartigianato di Avellino e le scuole elementari e medie presenti sul territorio per la realizzazione di alcuni corsi di formazione e qualificazione
sull’arte e le tecniche del ricamo e del merletto. Nusco Arte ha, inoltre, avviato dei contatti con un’importante casa di moda italiana che potranno portare alla definizione di un accordo commerciale per la realizzazione di manufatti di ricamo e merletto d’arte per suo conto. Infine, il laboratorio dell’associazione, dove è stata realizzata una mostra permanente, è divenuto uno dei siti di interesse culturale di Nusco nell’ambito del progetto “Bandiere Arancioni” del Touring Club Italiano. L’avvio dell’attività imprenditoriale ha presentato alcune criticità legate soprattutto alla scarsa propensione al rischio d’impresa da parte di alcune delle 11 iniziali socie, alle difficoltà logistiche dovute al raggiungimento della sede dell’associazione e alla conciliazione degli spostamenti con le rispettive attività familiari. Oggi, a distanza di soli 9 mesi dalla sua costituzione, Nusco Arte è una realtà fortemente integrata con il territorio tanto da rappresentarne un
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fattore di sviluppo e promozione del patrimonio artistico-culturale locale, attraverso il quale il GAL ha potuto realizzare ulteriori interventi di marketing territoriale ed implementare processi di sviluppo del turismo rurale e culturale del territorio. L’associazione pertanto oggi non rappresenta più soltanto un “risultato” degli interventi realizzati nell’ambito del PSL Verde Irpinia, ma uno “strumento” per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo del turismo culturale locale per cui oggi si può dire che Nusco Arte è un’associazione al “servizio” della crescita del sistema territoriale di appartenenza.
(*) Articolo apparso in RIVISTA DELLO SVILUPPO RURALE, Quadrimestrale della Rete Nazionale per lo Sviluppo Rurale, n° 10/2007, a cura della Rete Leader
IL CENTRO DI EDUCAZIONE AMBIENTALE DI CALITRI Michele Di Maio Legambiente Campania
Distribuiti su tutto il territorio nazionale, i Centri di Educazione Ambientale di Legambiente (CEA) si trovano nelle Aree Naturali Protette e nelle città d’arte. Sono strutture che offrono alle scuole esperienze di educazione ambientale, attività di aggiornamento e formazione, sostegno a progetti educativi. Ai giovani propongono occasioni di incontro, volontariato, vacanza e studio. Offrono percorsi educativi, chiavi di lettura, metodologie, ma soprattutto si propongono come mediatori culturali nel rapporto tra scuola e territorio. Collaborano alla piena realizzazione delle azioni previste dai Piani dell’Offerta Formativa, ai quali possono portare il contributo di “educatori del territorio”; sono disponibili a progettare insieme agli insegnanti gli interventi, entrando anche nel merito della valutazione. Offrono, inoltre, occasioni di formazione e aggiornamento. Svolgono funzioni di documentazione, informazione, raccordo tra gli attori della comunità locale e tra questi e il “mondo”.
Prendono parte in forme diverse a progetti nazionali e transnazionali in favore di uno sviluppo locale eco-sostenibile per migliorare la qualità ambientale e culturale dei territori, in favore della salvaguardia della biodiversità. In Campania, i CEA di Legambiente sorgono sia nei due parchi nazionali che negli otto regionali, nelle vicinanze di Aree Naturali Protette, nelle città, ovunque ci sia un patrimonio ambientale da curare, promuovere, capire. Oltre ai CEA, in Campania vi sono case natura, parchi letterari, aree archeologiche e naturalistiche gestite da circoli di Legambiente: tutte queste realtà costituiscono la Rete regionale di Legambiente Campania per l’Educazione Ambientale. Queste strutture offrono alle scuole del nostro territorio percorsi (anche di lunga durata) coerenti con il Piano dell’Offerta Formativa e collegati, ove desiderato, a occasioni di ricerca, aggiornamento e formazione degli insegnanti; alle scuole
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propongono percorsi didattici su diversi argomenti di interesse ambientale, occasioni di conoscenza del territorio e di riflessione sul rapporto uomo - ambiente. Si rivolgono anche direttamente ai giovani, offrendo occasioni di incontro, volontariato, vacanza e studio nelle quali sentirsi protagonisti, potersi confrontare con coetanei ed adulti, conoscere modi di vita e punti di vista nuovi, utili ed interessanti. Alcuni Centri hanno strutture residenziali, che possono ospitare una o più classi per settimane verdi o gite di più giorni: altri offrono occasioni giornaliere come visite, laboratori, incontri, altri ancora sono dotati di un centro di documentazione. LE ATTIVITÀ DEI CEA CAMPI SCUOLA E SOGGIORNI EDUCATIVI Il soggiorno in un CEA di Legambiente è un momento educativo importante che si intreccia con i percorsi educativi realizzati durante l’anno scolastico; può essere anche un buon modo per
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avviare l’attività del nuovo anno scolastico, per creare motivazione all’apprendimento e costruire il gruppo, o ancora può rappresentare un’esperienza emotiva spiazzante e innovativa. Attività di fruizione del territorio Visite guidate ed escursioni, ma anche incontri con la popolazione locale, con i vecchi mestieri, con la cultura del luogo non come “turisti” ma come amici che vanno in casa di amici, accompagnati da operatori e guide che svolgono un ruolo di interprete territoriale, introducendo alla conoscenza della cultura e delle peculiarità della zona.
Attività educative e didattiche Percorsi, laboratori e progetti pensati anche come percorsi di conoscenza scientifica e storico-culturale, utili a sviluppare competenze, capaci di rafforzare la consapevolezza delle proprie capacità, palestra per le dinamiche relazionali. I campi estivi I CEA di Legambiente offrono anche momenti di vacanza per bambini e ragazzi: il gioco e l’avventura, il contatto con la natura, la capacità di vivere insieme, ma anche attività di volontariato per agire concretamente a favore dell’ambiente.
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Turismo per adulti e famiglie Partecipare ad un Week-End nei CEA di Legambiente significa trovare un ambiente familiare di amici che vivono il territorio non come risorsa da sfruttare ma come loro luogo affettivo di vita: essere accompagnati alla scoperta degli animali selvatici e gustare l’antica cucina del luogo, o andare a trovare le genti di un antico e sperduto borgo sono solo alcune delle innumerevoli proposte possibili, sia per gruppi di amici che per famiglie con bambini. Corsi di formazione e aggiornamento Le attività spaziano in moltissimi campi, propo-
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nendo non solo momenti di aula, ma anche percorsi pratici e affiancamento professionale. I CEA di Legambiente Scuola e Formazione sono inseriti nei sistemi INFEA delle varie regioni e in questo senso realizzano attività informative e formative in collaborazione con le realtà locali a favore dello sviluppo sostenibile del territorio. IL CENTRO DI EDUCAZIONE AMBIENTALE DI CALITRI Un esempio concreto delle attività appena descritte è rappresentato dal centro di educazione ambientale, costruito in località Lago delle Canne, in piena area S.I.C. (Sito di Impor-
tanza Comunitaria), denominata “Bosco di Zampaglione”. Il progetto, interamente finanziato dal GAL Verde Irpinia al Comune di Calitri, nell’ambito dell’Iniziativa Comunitaria LEADER PLUS Campania, nasce grazie all’impegno del circolo “Alta Irpinia” di Legambiente, a cui è stata affidata la gestione. Il centro è stato inaugurato il 20 agosto 2006. Sorge in un luogo incantevole di grande valore naturalistico grazie alla esistenza del cerro, dell’acero, del faggio, dell’agrifoglio e da una fauna caratterizzata dalla presenza del lupo, della
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lepre, del fagiano, del cinghiale e del falco. Il centro è autosufficiente dal punto di vista energetico, in quanto dotato di un impianto solare fotovoltaico. All’interno della struttura è stato allestito, inoltre, un laboratorio per le analisi delle acque. Le attività del CEA sono rivolte a tutti i cittadini ed in particolare agli studenti del territorio, che partecipano ad attività didattiche finalizzate all’educazione ambientale. L’adeguamento dei sentieri e dei casali conferiscono al CEA una funzione pilota per la valorizzazione dell’intera area S.I.C.
QUALITÀ DEL TERRITORIO E DEI SERVIZI TURISTICI: UN MODELLO PER LE LOCALITÀ DEL PSL “TERRE D’IRPINIA – VILLAGGI DELLE FONTI” SVILUPPATO DAL TOURING CLUB ITALIANO Isabella Andrighetti Area Programmi territoriali - Bandiere arancioni Direzione Attività associative e territorio Touring Club Italiano
L’iniziativa “Qualità del territorio e dei servizi turistici: un modello per le località del PSL Terre d’Irpinia - Villaggi delle fonti”, sviluppata nel triennio 2004 – 2006 dal Touring Club Italiano in collaborazione con A.G.I.Re. (Agenzia per la Gestione e l’Implementazione di Reti), ha portato a delineare il contesto del turismo nei Comuni parte del PSL e ha permesso l’avvio nel territorio di un percorso di miglioramento condiviso e costante nel tempo. L’analisi effettuata si è focalizzata sui centri “minori” localizzati nell’entroterra e con popolazione inferiore ai 15.000 abitanti, generalmente esclusi dai principali flussi turistici che si concentrano nelle città d’arte e lungo la costa, per i quali si coglie la necessità di una programmazione specifica. L’iniziativa si è basata sull’applicazione del Modello di Analisi Territoriale (M.A.T.)
del Touring Club Italiano con l’obiettivo di identificare un prodotto turistico integrato, competitivo e di qualità. L’individuazione del valore delle singole località è stato fondamentale per fornire alle diverse realtà territoriali gli strumenti adeguati per una riqualificazione sia locale sia di network. L’iniziativa è stata sviluppata nel triennio 20042006 attraverso tre macro-fasi di attività: 1° anno (2004) – AVVIO E RACCOLTA DELLE CANDIDATURE AZIONI: presentazione della candidatura da parte dei Comuni; verifica da parte di TCI dei moduli e dei parametri di valutazione da applicare alla realtà locale; attività di sensibilizzazione e informazione in merito all’iniziativa; raccolta delle “schede Comune”, compilate dalle singole località; analisi e valutazione dei dati raccolti trami-
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te candidatura; individuazione dei Comuni oggetto di analisi sul campo OBIETTIVI: attivazione di processi di autoanalisi e di sensibilizzazione verso tematiche fondamentali per uno sviluppo turistico sostenibile delle località. 2° anno (2005) – ATTIVAZIONE DI SOPRALLUOGHI ED ELABORAZIONE DI PIANI DI MIGLIORAMENTO AZIONI: analisi delle località selezionate (anno 2004); sopralluoghi sul campo e screening; elaborazione di un documento, ad hoc per ogni Comune, realizzato in base ai punti di forza e di debolezza individuati nel corso dell’analisi, dei fattori critici e delle potenzialità espressi dal territorio. OBIETTIVI: sulla base di un’approfondita analisi integrata da elementi rilevati sul campo, indicazione di specifiche azioni di sviluppo e migliora-
QUALITÁ DEL TERRITORIO E DEI SERVIZI TURISTICI: UN MODELLO PER LE LOCALITÀ DEL PSL “TERRE D’IRPINIA - VILLAGGI DELLE FONTI” SVILUPPATO DAL TOURING CLUB ITALIANO
mento nel sistema di offerta turistica locale. 3° anno (2006) - VERIFICA AZIONI: esame, attraverso delle “schede di verifica” compilate dai Comuni, delle azioni intraprese e dei risultati conseguiti dalle singole località secondo quanto indicato da Touring nel Piano di miglioramento; verifica sul campo dello stato di avanzamento degli interventi e delle iniziative in riferimento a quanto indicato nel Piano di miglioramento; elaborazione dossier finale per ogni Comune, comprensivo dell’esito dell’analisi
del 2006 e delle attività svolte nel corso del triennio 2004-2006. OBIETTIVI: misurazione del grado di attivazione delle azioni suggerite e dei risultati raggiunti; monitoraggio e accompagnamento nel processo di miglioramento del territorio. Complessivamente, l’analisi è stata effettuata su due piani: • a livello di singolo Comune, con un’analisi ad hoc per ciascuna realtà territoriale; • a livello di area, con una riflessione di sistema
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attraverso la redazione di un “Piano di area”, orientato al miglioramento sistemico e strettamente legato all’analisi dei singoli Comuni. Il vero valore aggiunto del Modello di Analisi Territoriale Touring è riconoscibile nell’attivazione sul territorio di processi di conoscenza, miglioramento e riqualificazione mirati al potenziamento della qualità dei luoghi, dell’offerta e dei servizi a vantaggio sia della popolazione sia dei turisti. Le attività sviluppate nel triennio 2004-2006 hanno inoltre favorito la creazione di una rete di
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Comuni nella quale condividere l’impegno verso uno sviluppo turistico di qualità e lo stimolo alla realizzazione di azioni valide e concrete. Il lavoro intenso di questo triennio e gli sforzi intrapresi dalle singole amministrazioni comunali hanno svolto un ruolo importante, che deve essere portato avanti con l’obiettivo di raggiungere il riconoscimento della Bandiera arancione del Touring Club Italiano, il marchio di qualità turistico-ambientale, destinato alle piccole località dell’entroterra che si distinguono per un’offerta d’eccellenza e un’accoglienza di qualità e
che dimostrano di saper conservare e valorizzare le risorse locali, ambientali, storico-culturali e sociali senza compromettere le esigenze delle comunità ospitanti e l’integrità dell’ambiente circostante.
I comuni dell’area LEADER+ che hanno intrapreso il percorso per l’assegnazione del Marchio “Bandiera Arancione” sono: Aquilonia Bagnoli Irpino Bisaccia Calitri
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Conza della Campania Lacedonia Montella Montemarano Nusco Rocca San Felice Taurasi Torella Dei Lombardi
IL PROGETTO DI COOPERAZIONE INTERTERRITORIALE LEADER PLUS Valorizzazione del sistema di allevamento pastorale e transumante dei bovini podolici dell’Italia Meridionale: cultura, natura, turismo e produzione (*) Serafino Celano GAL Verde Irpinia Su iniziativa di tre Gruppi di Azione Locale della Campania, è partito, nel corso del 2005, un progetto di cooperazione interterritoriale finalizzato, con un budget di oltre cinquecentomila euro, ad una forte valorizzazione dell’allevamento podolico in Italia Meridionale. Dopo una fase di animazione e di ricerca di coinvolgimenti, ai tre GAL promotori campani si univano altri gruppi dalla Basilicata, dalla Puglia e dalla Calabria, con la firma dell’accordo di cooperazione e la presentazione, nelle rispettive regioni, dei piani di azione. La finalità del progetto di cooperazione interterritoriale risiede nell’intento di operare una valorizzazione delle risorse sia produttive che turistiche del territorio della montagna meridionale. Il gruppo promotore del progetto interterritoriale, formato da tecnici e progettisti dei GAL campani, aveva imparato, già durante le attività di animazione e confronto con il mondo della filiera lattiero-casearia delle aree interne, a riconoscere, nell’allevamento podolico, un elemento di
antica tradizione e di particolare suggestione. Come suggeriscono alcune attente opere di ricostruzione culturale ed economica riferite alle produzioni tipiche meridionali, la sopravvivenza, negli ultimi decenni - caratterizzati dal favore normativo verso razze non autoctone e vocate alla produzione di carne e latte per produzioni indifferenziate e di massa - di una razza così peculiare come la podolica, si deve ad una sorta di attaccamento affettivo degli allevatori che, a dispetto di numerosi elementi disincentivanti, hanno continuato a portare al pascolo questi animali antichi. Anche a queste motivazioni si deve la presenza ancora attuale di queste mandrie capaci di sopravvivere ai rigidi climi dell’Appennino meridionale, in grado di adattarsi in maniera egregia al paesaggio ed alle caratteristiche dei pascoli e del sottobosco appenninico fino a diventare un’icona rappresentativa della montagna meridionale. Un viaggio attraverso la montagna meridionale -
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dal basso Molise fino all’Appennino calabrese, con una deviazione verso la montagna del Gargano pugliese – avrà, tra le sue costanti, anche la presenza suggestiva di questa “vacca bianca”, un animale magro e forte, dal profilo aspro come il paesaggio in cui è inserito e di cui è parte integrante. E proprio questo è stato il percorso di animazione che il gruppo promotore del progetto interterritoriale ha intrapreso. Il contatto con i gruppi di azione locale delle zone della podolica ha assunto l’aspetto di un viaggio punteggiato da momenti di incontro con tecnici e allevatori ai quali, prima di proporre azioni e interventi specifici, si è proposto di “fare qualcosa insieme per la podolica”. Questa semplice proposizione ha fatto immediatamente scattare quegli elementi di riconoscimento reciproco “interterritoriale” che, nel caso specifico, assumono due connotazioni peculiari: il riconoscimento del valore della podolica è, a un tempo, riconoscimento di una cultura comu-
ne – i nostri territori sono simili, i nostri allevatori producono da sempre degli ottimi caciocavalli – e riconoscimento di una serie di collegamenti e di contatti “tra” i territori – i nostri allevatori, attraverso la transumanza, operano una connessione culturale ed economica tra i nostri territori. Sulla base di questi elementi preliminari, è stato abbastanza agevole trovare stimolo e opportunità per concordare azioni comuni, anche perché comune era la consapevolezza di avere a che fare con una questione che, singolarmente, sembrava riassumere in sé le caratteristiche più suggestive dell’approccio Leader. Si può dire che una prima acquisizione di questo progetto è consistita in tale naturale riscoperta di una reale interterritorialità: una riscoperta e non una forzatura progettuale. Il territorio della podolica è già un territorio segnato dalle direttrici di transumanza e dalle caratteristiche morfologiche del mezzogiorno interno, al di là e nonostante i confini amministrativi regionali. Si trattava, pertanto, di valorizzare e assecondare una risorsa presente e antica. L’acquisizione di questo punto di partenza ha
reso agevole ipotizzare e progettare una serie di interventi finalizzati ad attivare processi di animazione scaturiti quasi naturalmente dalle premesse comuni. In primo luogo, si è pensato ad un percorso di valorizzazione del caciocavallo podolico attraverso l’animazione di una struttura associativa finalizzata alla gestione di un marchio collettivo (Il caciocavallo podolico dell’Appennino Meridionale), a partire da iniziative regionali a vari livelli di avanzamento. Questa direttrice si interseca con quella relativa alla valorizzazione della carne podolica, finalizzata, a un tempo, a sfruttare una forte potenzialità – il richiamo, sul mercato, di una produzione di carne da animali allo stato brado – e a costituire un forte elemento di incentivo alla partecipazione da parte degli allevatori, fortemente sensibili ad opportunità di miglioramento generale della produttività. Questi percorsi di animazione assumono una caratteristica di emersione di produzioni che attualmente risentono di difficoltà di regolarizzazione igienico-sanitaria (da affrontare nel rispetto delle tecniche tradizionali di caseificazione al pascolo) e di una scarsità di quote latte distri-
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buite agli allevamenti di montagna. La valorizzazione produttiva, peraltro, prevede una particolare attenzione verso le terre pubbliche, che rappresentano uno specifico target di monitoraggio e miglioramento, anche attraverso il coinvolgimento degli enti locali responsabili. Manutenzione e miglioramento dei pascoli pubblici e delle strutture (i casoni) ivi esistenti hanno il valore di interventi rivolti sia al contesto produttivo, sia a specifiche modalità di protezione e cura del territorio montano, con importanti ricadute d tipo naturalistico e ambientale. Il passo strategico che rafforza tale caratteristica si compone di due diramazioni logiche: la valorizzazione turistica del territorio montano - a partire dai luoghi della produzione e del pascolo – e le azioni di riconciliazione tra il mondo pastorale e l’opinione pubblica, un rapporto spesso caratterizzato da equivoci ed incomprensioni. Il progetto, infine, nel costruire reti trasversali di valorizzazione produttiva, turistica e culturale, mira a realizzare un riferimento istituzionale interregionale del mondo della podolica (gli allevatori, i comuni, i pascoli, il marchio collettivo, l’associazione, ecc.), utile a rappresentare ed
organizzare una realtà omogenea e storicamente collegata al suo interno. Un intervento emblematico, da questo punto di vista, è rappresentato dalla costituzione di una rete denominata “I Comuni della Podolica”, intesa a costruire elementi di identità e riconoscibilità nei territori delle regioni appenniniche meridionali, legati da una comune storia di cultura pastorale e transumante, oltre a facilitare iniziative di promozione turistica, culturale e produttiva. È ancora prematuro trarre un bilancio, ancorché parziale, del progetto, che è agli inizi della sua operatività. Si può, peraltro, sottolineare come il processo di dibattito, confronto e scambio di idee della fase di animazione, culminato con la sottoscrizione dell’accordo di cooperazione, rappresenta una prima utile esperienza di relazione e lavoro collettivo che ha già visto, ad oggi, un ampio coinvolgimento di istituzioni locali e di produttori, al di là dei gruppi di azione locale rappresentativi dei territori. Continuare lungo questa strada, intensificare gli aspetti di arricchimento reciproco tra punti di vista e approcci tematici (la cultura, il turismo, l’ambiente montano, le produzioni di qua-
lità), insieme ad un costante lavoro di rete basato fortemente sul ruolo dei comuni, rappresenta una garanzia di successo per l’avvenire ed un esempio di una buona politica pubblica in ambito rurale. (*) Articolo apparso in RIVISTA DELLO SVILUPPO RURALE, Quadrimestrale della Rete Nazionale per lo Sviluppo Rurale, n° 6/2006, a cura della Rete Leader. Quella che segue è una nota sullo stato di attuazione del progetto al 2008. Il progetto di valorizzazione della cultura pastorale della podolica è in piena attività, avendo lanciato, nelle regioni del partenariato interterritoriale, i seguenti interventi, tutti operativi ed in via di completamento nel corso del 2008: Asse 1 - Percorsi di storia, cultura, turismo e ambiente della montagna meridionale: la cultura pastorale transumante e la conservazione del territorio montano: Definizione, attrezzaggio e gestione di itinerari turistici segnati da luoghi di produzione e commercializzazione di prodotti tipici. Divulgazione per ristoranti, trattorie e agriturismi. Definizione e attuazione di un piano di comuni-
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cazione turistico e storico-culturale. Asse 2 - Il sistema di allevamento pastorale e transumante dei bovini podolici dell’Appennino Meridionale: valorizzazione produttiva Promozione e costituzione dell’Associazione degli allevatori podolici dell’Appennino Meridionale. Definizione e adozione di disciplinari di produzione finalizzati alla gestione di marchi collettivi. Consulenza, assistenza tecnica e adeguamenti, con particolare riferimento alla regolarizzazione igienico-sanitaria. Azioni di assistenza tecnica finalizzate miglioramento della qualità dei prodotti. Realizzazione di una mappatura tematica delle terre pubbliche e di altri strumenti di gestione e miglioramento dei pascoli. Il partenariato In Campania: GAL Casacastra (Capofila), GAL Verde Irpinia, GAL ADAT, GAL Colline Salernitane. In Basilicata: GAL Basento Camastra, GAL CSR Marmo Melandro. In Puglia: GAL Meridaunia. In Calabria: GAL Kroton.
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