PERCORSI SPIRITUALI IN ALTA IRPINIA
archeologiche e documentarie, propendono per l’autenticità del racconto secondo cui Felicita, ricca vedova romana, fu martirizzata con i suoi sette figli (Gennaro, Felice, Filippo, Silano, Alessandro, Vitale e Marziale) durante l’impero di Antonino Pio (tra il 138 e il 161 d.C.). Il culto della martire e dei suoi sette figli si celebra nel santuario di Rocca san Felice in particolar modo nel giorno della memoria liturgica che ricorre il 10 luglio. Pare che sia stata proprio questa data a determinare la scelta della martire e dei suoi figli quale titolare della chiesa che la prima comunità cristiana volle costruire per soppiantare il culto della dea Mefite. Infatti nella prima decade di luglio, a mietitura ultimata, gli antichi Irpini si recavano al tempio della dea, considerato il centro religioso della tribù e il giorno della maggior affluenza al culto coincideva anche con una specie di assemblea generale della confederazione Irpina. In tal modo una festa cristiana ha
sostituito una festa pagana. Non lo stesso è avvenuto per il luogo di culto, di norma riutilizzato, perché troppo vicino al lago mefitico, vero e proprio santuario naturale della dea. Fu costruita già dal IV secolo una chiesetta presso il villaggio, sopra la collina. Alterne vicende legate a terremoti, guerre o ad altre calamità naturali costrinsero i cristiani a ricostruirla più volte. Nel secolo IX, quando l’intero abitato si trasferì presso l’attuale nucleo fortificato di Rocca San Felice, la chiesa rimase in campagna, e ancora adesso è il luogo del pellegrinaggio nel giorno festivo della santa martire Felicita e dei suoi sette figli. La chiesa così come si presenta nelle sue forme molto semplici è del 1928 ma si ha notizia che dopo la distruzione dei terremoti del 1688 e 1694 fu ricostruita e, più di un secolo dopo, arricchita di un portale magnifico. Una funzionale ed intelligente ristrutturazione è avvenuta dopo il sisma del 1980.
PARTE I - IL TERRITORIO
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Santa Maria del Piano – Lioni Appena fuori dell’abitato di Lioni, in una località chiamata Piana d’Oppido, ricca di testimonianze archeologiche romane e medievali, si trova il santuario di santa Maria del Piano. Le origini remote del santuario mariano, costruito su un tempio pagano, sono documentate a partire dal 1300: si sa che vi era annesso un ospedale o lazzaretto a servizio della comunità rurale, che nella prima metà del ’400 si trasferì quasi completamente a Lioni. La chiesa continuò ad essere ufficiata e negli ultimi anni del ’500 fu formalizzato il suo passaggio all’università di Lioni, mentre al tempo della peste, nel 1656, fu scelta come luogo per seppellirvi i lionesi colpiti dal terribile morbo. Pochi anni dopo il papa Innocenzo XI concesse numerose indulgenze ai pellegrini che vi si fossero recati e fino alla fine del ’700 il santuario fu arricchito da numerosi altari, stature e dipinti. Nel 1785, giacché l’edificio sacro minacciava rovina, un sacerdote vi fece costrui-