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IL

DENARO

SABATO 2 9 MARZO 2 0 1 4

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CULTURE

[CAMPANIA DELLA CONOSCENZA] A C U R A

D A I METODI di produzione alle strategie di vendita, tutto è deciso dal basso. E il bello è che invertendo la governance della filiera il valore del loro raccolto raddoppia. Questo secondo i piìi prudenti, perché le stime indicano anche la possibiUtà di triplicario, passando dagli attuali 20 euro per ogni quintale di grano conferito a più di 50. Accade in Alta Irpinia, dove tra Bisaccia, Aquilonia, Calitri e moiri altri piccoli centri dell'avellinese gli agricoltori adottano un mode lo economico che sembra poter rilanciare le sorti di un settore in crisi d'identità non solo nel Mezzogiorno ma neiriralia intera. I l settore è quello cerealicolo, per intenderci la produzione di pasta e di pane. Il modello è quello del consorzio. A conferma che non si tratti di iperboli utili ad alimentare cicliche speranze puntualmente deluse sono, come sempre, i numeri. Nato due anni fa, il Consorzio Fai (Formicoso Alta Irpinia - Agricoltura e sviluppo sostenibile) ha già raggiunto 75 ettari di seminato ed entro la fine dell'anno ne coprirà 150, per una produzione di pasta che dai 400 quintali attuali si stima di far crescere fino a 1400. E non si tratta di una pasta qualsiasi, ma di un prodotto di prestigio, r i gorosamente biologico e dall'alto valore aggiunto. U n pacco può costare anche 5 o 6 euro, dove l'alto reddito - e qui sfa la svolta — è a tutto a vantaggio non delle industrie o dei maghi del marketing, ma degli stessi agricoltori finalmente decisi a fare rete e consorziarsi. Ritorno al futuro Affermatosi con successo per i produttori di vini, nessuno ha infatti mai pensato di sperimentare la forma del consorzio anche nel settore cerealicolo dove, per convenienze e inerzia

D I C R I S T I A N

FUSCHETTO

Così il grano vale doppio Il modello irpino per la terra

Serafino Celano (a sinistra) e Mario Saizarulo. In alto la pasta "autoprodotta" dagli agricoltori del Consorzio Fai-Alta Irpinia

diffusa,hanno sempre dettato legge i big dell'industria della panificazione. Nessuno prima degli esperti del Gruppo di Azione Locale (Gal) di Avellino che, per dare un futuro a chi ha deciso di continuare a investire energie e passione nella propria terra, ha pensato di ritornare al passato. Per la precisione al 1907 quando i l senatore Raffaele Cappelli commissiona una ricerca su una particolare varietà di grano. "Un grano dalla qualità eccelsa che in pochissimo tempo ha conquistato l'intera Penisola", spiega Serafino Celano, responsabile della Strutrura di assistenza Tecnica del Gal e anima deU'iniziativa. Ma il grano "Senatore Cappelli" ha un difetto, è troppo alto e presenta un elevato rischio

di allettamento in caso di maltempo: le piante si coricano e non sono piìi utilizzabili. In nome della produzione viene sacrificato a varietà meno buone ma più resisrenti. "Un'ottima strategia se il problema è la quantità - osserva Celano - ma oggi abbiamo i l problema opposto, quello della qualità". Pasta al top di gamma E qui interviene il Gal che sfruttando risorse nel 2010 awia un progetto di sensibilizzazione alla semina dell'antica varietà di grano. Censiti i terreni si avvia la sperimentazione in collaborazione con i l Centro di Ricerche in Agricoltura (Cra-Cer) di Foggia. I riscontri sono immediati: miglioramento qualitativo del

grano (che a differenza degli altri non ha nemmeno bisogno di diserbanti) e prodotti finali eccelsi. Pasta in primis, oggi prodotta in 13 diversi formati con metodi tradizionali, dalla trafilatura in bronzo all'essiccatura lenta. "Si tratta di un prodotto di prestigio, il che consente - spiega Celano - di puntare su un alto profìtto e quindi di pagare meglio il grano prodotto dai singoli agricoltori". Grazie al valore aggiunto rappresentato dalla qua ita un pacco da chilo può infatti essere venduto anche a sei volte la media attuale. I l che è una decisa iniezione di fiducia per un settore che su questo fronte arranca da anni (secondo i dati Istat il valore aggiunto agricolo ai prezzi di base, per unità di

lavoro è pari nel 2012 a poco più della metà di quello dell'industria e al 43 per cento di quello dei servizi). I l target elevato esige precisi sbocchi mercato, a partire dall'estero. "Infatti ci stiamo organizzando anche con l'e-commerce" spiega i l ventiseienne presidente del Consorzio Antonio Ciani. Ma non è solo una questione econo: . 5 mica. " I l ConI sorzio che abbiamo costituito rappresenta un nuovo modo di fare agricoltura, l'unico settore in grado di darci la possibilità di un lavoro sostenibile e sicuro con produzioni di pregio". Rivoluzione organizzativa La qualità del prodotto fa i l paio con l'innovazione del processo: gli agricoltori si consorziano in modo da avere l'ultima parola sull'intera catena produttiva, dalla scelta del seme alla tutela di un marchio di qualità. "La novità di ciò che è stato costruito e si sta consolidando - osserva con orgoglio il sociologo Mario Saizarulo, coordinatore del Gruppo di Azione Locale Cilsi è duplice. Per la prima volta in questa terra i piccoli agricoltori hanno avuto la possibilità di mettersi insieme e di sperimentare che in questo modo possono fare massa critica e lavorare la terra, puntando alla qualità. Inoltre si è riusciti a far mantenere nelle mani del produttore l'intera fdiera". • • •


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